poesia araba

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SALWA AL-NEIMI (Autrice Siriana) frasi tratte da "Il libro dei segreti" "Nascondila dietro ai sorrisi, l'amarezza, dietro a occhi che luccicano. Nascondila e cercati negli occhi altrui." "Ho passato la vita dormendo. Il tempo passa inutile e agguanta con più precisione e non mi servirà a nulla. Ma sì, ma sì, che le mie mani restino pure vuote, che il tempo passi pure inutilmente." 1

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SALWA AL-NEIMI

(Autrice Siriana) frasi tratte da "Il libro dei segreti"

"Nascondila dietro ai sorrisi, l'amarezza, dietro a occhi che luccicano.

Nascondila e cercati negli occhi altrui."

"Ho passato la vita dormendo. Il tempo passa inutile e agguanta con più precisione e non mi servirà a nulla.

Ma sì, ma sì, che le mie mani restino pure vuote, che il tempo passi pure inutilmente."

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Poesie tratte dall'antologia "Non ho peccato abbastanza" a cura di Valentina Colombo (Oscar Mondadori) 2007

NADA AL-HAJJ (Libano)

"Evasione"

Se la nebbia è un'illusione, se l'onda è un'illusione la fragranza è un'illusione, il sogno è una via,

distenderò il mio corpo come un ponte sulle illusioni.Se la follia è un'illusione, l'attesa è un'illusione, il tempo

è un'illusionevisiterò le mie illusioni da sola prima di dimenticare l'ultima

mentre tu scriverai nell'ultimo brano dal titolo "Caduta":ho lasciato l'esilio e l'approdo in cerca dell'incerto e

dell'ignoto non sono riuscito a tornare, mi allietavano le visioni e le

particelle di anime in libertà

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tra i respiri delicati per una libertà che cerca se stessail tempo dell'assenza è amico, la terraferma è al tramonto

le luci sono passate, le ombre si sono ritiratequando lacererai i veli per conoscere i cieli?

INAYA JABER (Libano)

(qualche frammento)

In questo corpo morirò nella sua magrezza inusitata.

Si insedia un lungo silenzio quando ci incontriamo

la nostra massima attenzione alle manitra noi

ne è il motivo.

I tuoi passi sulla strada vuota i tuoi passi sul suo rettilineo triste

la rimozione lental'annientamentodi tutti i passi.

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SUZANNE ALAYWAN (Libano)

"Disturbi della parola" (qualche verso)

Un viso rifiutato dagli specchi, dagli occhi, dalla patria osservo nelle piogge che mi conoscono

più delle mie lacrimedalle sorgenti lontane

forse quando le verso vedo il mio antico amore.....

Perchè il mattino ha perso la tristezzaperchè ho rinunciato al mio desiderio

e ho svuotato le parole dai loro infiniti disturbiperchè, senza amori,

il mio cuore è la rosa dell'oscuritàil mio corpo è l'albero dell'assenzaperchè l'inchiostro non è sangue.

***

Il peccatoil secondo vuoto

la sconfitta più profonda del perdono.

Come si chiama il vuoto

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tra chi osserva la mia tombae il mio certificato di nascita?

MARAM AL-MASRI (Siria)

Lei che guardava alla propria tristezza

come se fossero bolle di saponee passava il tempo

giocando con le unghiementre annegava.

A'ISHA ARNA'UT (Siria)

Silenziosamente

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ha vissuto.Silenziosamente

è morta.Vulva inutile

dissero dopo aver saputo.Io

sono caduta in ginocchioinnanzi al suo cadavere

le ho laceratoil sudario

con le unghieho scritto sulla sua tomba

qualcosa.

Da quel momento ho continuato a infrangere specchi

invanocercandone uno

che non riflettesse più, uno specchio

che infrangesse me.

Se dovessimo dimorare nel passato

I nostri occhiguarderebbero sempre

all'indietro.

Mi preoccupa che l'acqua sia priva di colore

l'aria priva di saporel'imene

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privo di lacrime.

Non siamo altro che una delle probabilità dell'esistenza.La nostra vita... un equivoco di possibilità concesse

HODA ABLAN(Yemen)

"Frammenti"

Quando se ne è andatodi lui mi è rimasto

solo me stessa.

"Confessione"

Talvolta, la sera, scoppio a piangere poi mi adiro per le mie lacrime,

che hanno illuminato il mondo e consumato me.

"Angolo"

In un angolo oscuro della stanza

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della mia feritaintravedo un'ombra

due ombrefili di ombre che danzano con aghi di fuoco

che lavorano il freddo fuori dalla sogliali indosso

e il mio desiderio trema.

"Inizio"

Tu sei lì, costruisci una casae io sono qui, distruggo un ricordo:

la nostra casa, aperta a tuttie la mia memoria che era aperta al tuo viso

"Straniero"

Nessuno appartiene alla rosatranne il suo sciogliersi

nella mano di un triste amanteche la coglie dal terrore

ogni mattinae la pianta nel vaso una lacrima

che tracima di dolore. Le insegna come canta l'amoree come respirare il segretoche si cela dietro gli occhicosì che si possa rivelare

senza parole.

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FATIMA NA'UT (Egitto)

"Un fiore sulla mano di una donna" (qualche verso)

Il mazzo di roseche tra un minuto avrò in mano

è portato da una mano che perfeziona le paroleil tuo corpo è stato consumato dalle donne

il mio corpo è stato consumato dalla ruggine.

NAZIM AL -MALA ' IKA(Iraq)

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"Io" (qualche verso)

La notte chiede chi sonosono la sua insonne intimità profonda e oscura

sono la sua voce ribelle.Velo la mia realtà con il silenzio

e avvolgo il mio cuore nel dubbio.è triste, fisso lo sguardo

mentre i secoli mi chiedonochi sono.....

anchio mi chiedo chi sono.Sono la confusione che fissa le tenebre

nulla mi da pace.Continuo a porre domande, ma la risposta

continuerà a celarsi in un miraggio,continuo a credere che sia vicina

ma se la raggiungo svanisces'estingue e scompare.

"Anno Nuovo"

... Se solo temessimo la fogliase solo le nostre vite potessero essere

disturbate dal viaggioo da un colpo,

o dalla tristezza di un amore impossibile.Se solo potessimo morire come le altre persone.

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DUNYA MIKHAIL (Iraq)

"Che cosa c'è di nuovo?" (qualche verso)

... Tombe disperse con i semi della mandragora.Un suono piagnucoloso penetrò il nugolo di persone.

I giardini rimasero sospesi,paglia sparsa le parole.

... Altre cose stanno accadendoin segreto

non so che cosa siano.Questo è tutto.

AMAL AL-JUBURI (Iraq)

"Il velo della scrittura"

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Non è la bellezza che mi riconduce a te, Scrittura,bensì la perdizione dell'anima.

Bellezza,sei diventata un corpo meschino

nell'anima delle parole.

"Il velo dell'inganno"

E disse ancora Iblis (*) :Signore, perchè tu mi hai ingannato,

ecco, Io farò bella agli occhi loroogni turpitudine sulla terra

e ingannerò loro tutti (Corano XV, 39)

Se solo non lo avessi ingannatonon lo avrebbe fatto.

perchè, Signore, lo hai fatto?

(*) Iblis è il Satana della tradizione islamica.

"Enheduanna e Goethe" (Enheduanna è stata una sacerdotessa-poetessa sumera, vissuta tra il 2285 e il 2250 A.C)

(qualche verso)

... Perchè mi biasimi quando chiamoa raccolta

le schiere di amanti ed esiliatinel cimitero dei giorni?

Hai risvegliato donne che ho rinchiusonelle prigioni dell'inferno.

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Occidente, sono perniciosa....Nessuna pietà nel mio cuore.

Ma sono la sacerdotessa dell'immenso dolore.

GOLALA NURI (Iraq)

"Verde Profumo"

Mi manchimi appoggio ad un'ombra con monotoniasospinta dalla noia, dal freddo, dai rumori

perchè rifiutata in silenzio e continuamente.Ogni volta che ricordavo

che il tuo cuore è consacrato al passatoe che io sono solo il verde profumo,il corpo ti attraversava con dignità

e le notti erano solitarie.

"Nero"

Hanno rubato la notte.Mi rimane solo il tuo cuore

neroper iniziare un nuovo giorno.

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WAFAA LAMRANI (Marocco)

"Emorragia"

La solitudine delle notti mi consumaaddenta la mia passione

e poi mi sputa come un frammentoper il bagliore fuggente.

"Schema"

Nego tutte le condizioni e sonostanca anche di negare.

Se solo ci fosse un giorno,un colore,

un significato.

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FAWZIYYA ABU KHALID(Arabia Saudita)

"Esperimento"

Ha mescolato acido di inchiostro con il saledel mare e ferite dell'anima.

Ha mescolatoha scritto su un deserto calloso

e cartaciementeali e desideri

e ha cercato di volare.

"Tomba"

Crampi tormentano il mio corpo...Se dovessi respirare profondamente

la pelle si lacererebbe.

"Poema D'Acqua"

Ha intinto le dita nel desertoe ha scritto con l'acqua del miraggio una poesia... che

cadecadecade

in ritmo impercettibile.

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ZHABIYA KHAMIS(Emirati Arabi Uniti)

"Naftalina"

Trappola dell'esistenza che conducead un suicidio esemplare

questa è la vita straordinaria di un corpoche mangia, dorme, e osserva il mondo,

sino a essere invaso di naftalinaapogeo dei desideri compiuti.

Volto senza sorpresae oggetti abbandonati dalla catena del tempo.

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MAISUN AL-SAQR AL-QASIMI(Emirati Arabi Uniti)

"Un folle che non mi ama"

L'instabile incedere dei giorni si sgretolae si placa solo quel che sporge dalle nostre finestre.

Acquista forza con il vento chelo trasporta sulle spalle

e lo fa volteggiare.Così come i giorni ci hanno fatto volteggiare.

... Non scambierò il mio corpo per un'ombrache attraversa un cielo vicino.

Non lascerò il luogo,perchè il luogo è l'essenza del dolore

... Cerco il tuo viso nel sangue delle genealogieho detto. Tu non mi amie nulla rimane nel corpo

tranne questa mia esangue anima.

HAMIDA KHAMIS(Bahrain)

"Estasi d'amore"

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Come posso disperderequesta nostalgia

affinchè la sua parola possa alleggerirsinel mio sangue?

FATIMA MAHMUD (Libia)

Voglioindossare

ferite che mi assomigliano

FAWZIYYA AL - SINDI(Bahrain)

"Alla stanza, alla sua porta sempre nascosta"

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(qualche verso)

Per chi è l'azzurro di questo abitoche ha le vertigini come il fondo del mare

su quale ti abbandoni rapidamente?è senza esitare

indossi quel che assomiglia al sangue qualora lui dovesse morire

non sai che si tratta di inchiostro sprecato?il tuo corpo è forse un'imbarcazione offerta alla rivelazione?

oppure una tomba riparata dalle onde?

.....

Perchè tutta questa asfissia?l'aria riversa gemiti

per privare con la delicatezza della correntete e il tuo viaggio affrettato

e un brivido scorre per l'arteriaper chi, per chi combatti?

.....

Una donna annulla l'indifferenza della vitacon le pietre delle parole che non l'ascoltano

per vedere il fiume delle parole ampliarsiin lente acque alla cui vista non sfugge nulla.

Di chi hai paura?Sei forse tu?

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FADWA TUQAN (Palestina)

"Solo tu solo tu"

Nuda sotto il sibilo del solesolo tu ti rinchiudi

nel deserto della stanza vuotati asciughi e ti interroghi

come un impiccato che oscilla senza rispostaattraverso un vuoto, dentro un vuoto, dietro un vuoto.

JOUMANA HADDAD(Libano)

"Il ritorno di Lilith"(qualche verso; il testo originale è un poema; è interessante

notare come queste poetesse, spesso imprigionate o che vivono come rifugiate, nelle loro poesie abbiano dato voce a due figure forti femminili: la figura mitologica di Lilith, personificazione

del sesso femminile, autonomo e fiero, e la sacerdotessa-

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poetessa sumera Enheduanna, personificazione del potere spirituale, di riflesso, della Dea Madre, Dea Creatrice, quasi a

proporle come eroine contro il potere maschile-islamico fondamentalista )

Io sono Lilith, la dea delle due notti Io sono Lilith, la donna che ritorna dall'esilio-destino

nessun maschio le è mai sfuggitoe nessun maschio desidera sfuggirle.

....Io sono la donna-paradiso che cade dal paradiso

e sono la caduta-paradiso....

Io faccio l'amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio

poi uccido i miei amanti per lasciare spazio a coloro che non mi hanno ancora conosciuta.

....Perchè Io sono la prima e l'ultima

la cortigiana verginela concubina temutal'adorata disprezzata

e la velata nuda.Perchè sono la maledizione di ciò che precede.

Il peccato scomparso dai desertiquando abbandonai Adamo.

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"Il tuo paese, questa notte ardente"

Il tuo cielo che in alto dimoraaddolcisce la noia

la tinge di una fragranza cupacome l'orizzonte conquistato.

Dimmi come può la tua immaginazione custodire l'essenzacome possono i tuoi desideri cicatrizzarsi all'alba

e spingere la tua brama a denudarsi?Come può ogni levar del sole possedere una lama straniera,

come puoi?

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Qualche Poeta antico...

La Letteratura Poetica Araba si può dividere in tre epoche:

- L'epoca pre-islamica (450): prima e seconda Giahilyya, "barbarie", ovvero la Poesia dei beduini (Badw) nel deserto. I nomadi vivevano di

scorrerie (Ghazw), vendette per difendere l'onore (Sharaf) e culti politeistici. In genere, vi era un capotribù (Sayyid) o uno sceicco

(Shaykh). La poesia era orale, e spesso, si tenevano delle vere e proprie gare di poesia: le poesie lunghe erano "Muallaqàt", quelle brevi,

"Qasida". Erano previsti balli di fanciulle alla musica dei flauti e dei tamburelli, vino di datteri, e la poesia migliore, premiata dalla giuria,

veniva incisa con lettere d'oro e appesa nella Ka'abah.Esisteva anche un gruppo di poeti-ladri, i Saalik.

I temi erano l'amore, l'avventura, il deserto.

- L'epoca dei califfi Omayyadi (661-750)

- L'epoca degli Abbasidi (750-1285)

Qui riporterò i versi di una Poetessa, Tumadir (Tamadur) dei Banu Sulaim, figlia di Amr, detta al-Khansà per la bellezza dei suoi occhi e

del suo piccolo naso.

Nata nel 575 e morta nel 664, fu una Poetessa Mukhadram, vissuta a

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cavallo tra l'epoca pre-islamica e quella islamica.Rifiutò di sposare un ricco sceicco, innamorandosi di Abd al-Uza. Divenne Poetessa di elegie del doloroso pianto, e sposò Murdas al-

Sulmi.Anche la morte dei suoi fratelli Mu'awiya e Sakhr venne commemorata nelle sue elegie. La sua eredità fu raccolta dalla figlia Amra. Il genere "al-Khansà" è propriamente il compianto funebre.

Fieno oppure cenere fa lacrimare i miei occhial pensiero di una dimora cupa e abbandonata?

Il suo ricordo fa cadere incessantementelacrime calde sulle mie guance

come un diluvioin piena, senza fine.

Piango per Sakhrsepolto sotto la sabbia,Piango continuamente

finché avrò vitacolpita e indebolita;

piango per Sakhre questo è quello che mi aspetta,poichè il destino che complotta

questa volta mi ha colpita.Il sorgere del sole mi fa ricordare Sakhr

e io lo ricorderò al suo tramonto...

****

Abu Muhammad Qasim al-Tamimi (Secolo XI)

E la tua vita non ebbe giorno,già l'aurora era avvolta dalla notte

Da quanto splendono sembrano soli, ma in ogni sole è inscritto il suo tramonto

Dolce mi è in te l'amara notte

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quanta amara mi è in te la dolce luce.

***

Abu 'L-'Atahiya (748-828)

"La Conoscenza Della Negazione"

La Morte è un diritto ma provo ancora gioia come se della morte conoscessi la negazione.

***

Al- Ma'Arri (973-1058)

"Oh Morte!"

Oh Morte, sana la mia vita e il male!Quando il domani arriva, il giorno andato

non mi agita la vita che ha agitato.Questa è la condizione del mortale:ciò che è stato già ieri fra le mani,non diverrà sostanza del domani.

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