notizie su annibale sersale, conte di casamarciano

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1 NOTIZIE SU ANNIBALE SERSALE, CONTE DI CASAMARCIANO FRANCESCO COTTICELLI Il nome di Annibale Sersale, conte di Casamarciano, è noto agli studiosi di storia teatrale per la collezione manoscritta di soggetti comici in due volumi che egli fece allestire sul finire del Seicento 1 . Recuperata fortunosamente da Benedetto Croce negli ultimi anni dell’Ottocento grazie al libraio antiquario Pierro e da lui donata alla Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» di Napoli 2 , dove è tuttora conservata, la raccolta costituisce insieme con il trattato Dell’arte rappresentativa premeditata, ed all’improvviso dell’abate Andrea Perrucci 3 e la più tarda Selva del benedettino Placido Adriani 4 una delle testimonianze più sfolgoranti ed enigmatiche dello spettacolo a Napoli in età moderna e della tradizione della commedia improvvisa in tutta Europa. I due Gibaldoni sono il riflesso di una passione duratura maturata a stretto contatto con le compagnie che per diletto o per professione si avvicendavano nei teatri pubblici e nelle sale private della capitale. Serbano traccia dei loro materiali di lavoro in forma di pre-testi per la messinscena e/o di resoconti di concrete esecuzioni, con un gusto dell’accumulo che tradisce la fascinazione di un metodo di produzione scenica che le strategie di un canovaccio non riescono mai pienamente a evocare. Attraverso la trascrizione di materiali di provenienza eterogenea e forse di proprie composizioni, Sersale fu con ogni probabilità protagonista occulto di una fitta circolazione di idee, progetti, maestranze, scegliendo di salvaguardare un patrimonio di trame che erano state memoria e futuro per generazioni di artisti 5 . Paradossalmente, l’impegno culturale pensoso e sofferto che si evince dalla monumentalità dell’operazione come dai tratti dissimili di quei “tracciati” ad uso dei comici non è documentato da alcune delle notizie sul conte reperite negli archivi cittadini. Il dato sembrerebbe confermare la marginalità di questa singolare forma di collezionismo rispetto ai principali circuiti produttivi, ma in Prospetto delle abbreviazioni adoperate: c./cc. carta/e fs. fascio inc. incartamento matr. matricola p.e. partita estinta sch. scheda vol. volume 1 Napoli, Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III», manoscritti segn. XI AA 40 e 41. 2 Cfr. B. CROCE, Una nuova raccolta di scenari, in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XXIX, 1897, pp. 211- 215. 3 A. PERRUCCI, Dell’Arte rappresentativa premeditata, et all’improvviso. Giovevole non solo a chi si diletta di rappresentare, ma a’ Predicatori, Oratori, Accademici e Curiosi […]. Parti due, Napoli, M. L. Mutio, 1699. Un’edizione moderna è stata curata da A. G. BRAGAGLIA per i tipi di Firenze, Sansoni, nel 1961. Cfr. almeno cfr. M. APOLLONIO, Storia della Commedia dell’Arte cit., pp. 260-267; R. TESSARI, La Commedia dell’Arte nel Seicento cit., pp. 89-108; F. C. GRECO, Ideologia e pratica della scena nel primo Settecento napoletano, in F. DEGRADA (a cura di), Studi pergolesiani. Pergolesi Studies, I, Firenze, La Nuova Italia, 1986, pp. 33-72. 4 Selva overo Zibaldone di concetti comici raccolti dal P. D. Placido Adriani di Lucca , 1734, Biblioteca Comunale di Perugia, segn. A 20. Cfr. B. CROCE, Un repertorio della Commedia dell’Arte, in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XXXI, 1898, pp. 458-460; S. THERAULT, La Commedia dell’Arte vue à travers le zibaldone de Perouse, Paris, C.N.R.S., 1965; S. MARAUCCI, Spazio verbale e spazio scenico in un suggello alla Commedia dell’Arte di area meridionale: lo Zibaldone di Placido Adriani, in M. CHIABÒ-F. DOGLIO (a cura di), Origini della Commedia improvvisa cit., pp. 247-271; V. GALLO, La Selva di Placido Adriani. La Commedia dell’Arte nel Settecento, Roma, Bulzoni, 1998. 5 Sulla raccolta Casamarciano cfr. ora The Commedia dell’Arte in Naples. A Bilingual Edition of the 176 Casamarciano Scenarios = La Commedia dell’Arte a Napoli. Edizione bilingue dei 176 Scenari Casamarciano . Volume 1. English edition (eds. T. F. HECK, A. GOODRICH HECK and F. COTTICELLI); Volume 2. Edizione italiana. Introduzione, nota filologica, bibliografia e trascrizione di F. COTTICELLI, Scarecrow Press Inc., Lanham, Md. & London, 2001.

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NOTIZIE SU ANNIBALE SERSALE,

CONTE DI CASAMARCIANO

FRANCESCO COTTICELLI

Il nome di Annibale Sersale, conte di Casamarciano, è noto agli studiosi di storia teatrale per la

collezione manoscritta di soggetti comici in due volumi che egli fece allestire sul finire del

Seicento1. Recuperata fortunosamente da Benedetto Croce negli ultimi anni dell’Ottocento grazie al

libraio antiquario Pierro e da lui donata alla Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» di

Napoli2, dove è tuttora conservata, la raccolta costituisce – insieme con il trattato Dell’arte

rappresentativa premeditata, ed all’improvviso dell’abate Andrea Perrucci3 e la più tarda Selva del

benedettino Placido Adriani4 – una delle testimonianze più sfolgoranti ed enigmatiche dello

spettacolo a Napoli in età moderna e della tradizione della commedia improvvisa in tutta Europa.

I due Gibaldoni sono il riflesso di una passione duratura maturata a stretto contatto con le

compagnie che – per diletto o per professione – si avvicendavano nei teatri pubblici e nelle sale

private della capitale. Serbano traccia dei loro materiali di lavoro in forma di pre-testi per la

messinscena e/o di resoconti di concrete esecuzioni, con un gusto dell’accumulo che tradisce la

fascinazione di un metodo di produzione scenica che le strategie di un canovaccio non riescono mai

pienamente a evocare. Attraverso la trascrizione di materiali di provenienza eterogenea e forse di

proprie composizioni, Sersale fu con ogni probabilità protagonista occulto di una fitta circolazione

di idee, progetti, maestranze, scegliendo di salvaguardare un patrimonio di trame che erano state

memoria e futuro per generazioni di artisti5.

Paradossalmente, l’impegno culturale pensoso e sofferto che si evince dalla monumentalità

dell’operazione come dai tratti dissimili di quei “tracciati” ad uso dei comici non è documentato da

alcune delle notizie sul conte reperite negli archivi cittadini. Il dato sembrerebbe confermare la

marginalità di questa singolare forma di collezionismo rispetto ai principali circuiti produttivi, ma in

Prospetto delle abbreviazioni adoperate:

c./cc. carta/e

fs. fascio

inc. incartamento

matr. matricola

p.e. partita estinta

sch. scheda

vol. volume 1 Napoli, Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III», manoscritti segn. XI AA 40 e 41. 2 Cfr. B. CROCE, Una nuova raccolta di scenari, in «Giornale Storico della Letteratura Italiana», XXIX, 1897, pp. 211-

215. 3 A. PERRUCCI, Dell’Arte rappresentativa premeditata, et all’improvviso. Giovevole non solo a chi si diletta di

rappresentare, ma a’ Predicatori, Oratori, Accademici e Curiosi […]. Parti due, Napoli, M. L. Mutio, 1699.

Un’edizione moderna è stata curata da A. G. BRAGAGLIA per i tipi di Firenze, Sansoni, nel 1961. Cfr. almeno cfr. M.

APOLLONIO, Storia della Commedia dell’Arte cit., pp. 260-267; R. TESSARI, La Commedia dell’Arte nel Seicento cit.,

pp. 89-108; F. C. GRECO, Ideologia e pratica della scena nel primo Settecento napoletano, in F. DEGRADA (a cura di),

Studi pergolesiani. Pergolesi Studies, I, Firenze, La Nuova Italia, 1986, pp. 33-72. 4 Selva overo Zibaldone di concetti comici raccolti dal P. D. Placido Adriani di Lucca, 1734, Biblioteca Comunale di Perugia, segn. A 20. Cfr. B. CROCE, Un repertorio della Commedia dell’Arte, in «Giornale Storico della Letteratura

Italiana», XXXI, 1898, pp. 458-460; S. THERAULT, La Commedia dell’Arte vue à travers le zibaldone de Perouse,

Paris, C.N.R.S., 1965; S. MARAUCCI, Spazio verbale e spazio scenico in un suggello alla Commedia dell’Arte di area

meridionale: lo Zibaldone di Placido Adriani, in M. CHIABÒ-F. DOGLIO (a cura di), Origini della Commedia improvvisa

cit., pp. 247-271; V. GALLO, La Selva di Placido Adriani. La Commedia dell’Arte nel Settecento, Roma, Bulzoni, 1998. 5 Sulla raccolta Casamarciano cfr. ora The Commedia dell’Arte in Naples. A Bilingual Edition of the 176 Casamarciano

Scenarios = La Commedia dell’Arte a Napoli. Edizione bilingue dei 176 Scenari Casamarciano. Volume 1. English

edition (eds. T. F. HECK, A. GOODRICH HECK and F. COTTICELLI); Volume 2. Edizione italiana. Introduzione, nota

filologica, bibliografia e trascrizione di F. COTTICELLI, Scarecrow Press Inc., Lanham, Md. & London, 2001.

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realtà le dinamiche dello spettacolo seicentesco sono ancora largamente da esplorare e lasciano

spesso intravedere figure di mediatori dotati di spiccata intraprendenza. Scorrendo i fogli della

raccolta pare più convincente un’altra ipotesi, ovvero che la “militanza” dell’aristocratico

meridionale nell’acquisire soggetti sia di marca prettamente intellettuale, e sul filo della nostalgia,

tutta tesa com’è a fissare le mobili parvenze di una pratica della scena per garantirle una voce, sia

pur flebile, al di là delle incessanti ma effimere occasioni che scandiscono la civile conversazione

del Viceregno, quasi un’occupazione silenziosa, sommessa, intorno ad un mondo gioiosamente

partecipe di una facoltosa e ordinaria esistenza nobiliare.

Affiora dalle carte il ritratto di un uomo agiato, alacre amministratore per sé e per altri ricchi

possidenti, dalla vita non avventurosa né priva di retroscena inquietanti. Ignoto agli scrittori di

storia patria e alle cronache seicentesche6, Annibale Sersale nacque il 12 gennaio 1659, figlio di

Giulio e di Eleonora Mastrilli. Apparteneva ad un ramo collaterale di una tra le più illustri famiglie

del Meridione, patrizi napoletani del sedile di Nido7. Fu il secondo Conte di Casamarciano; del

titolo era stato infatti insignito per la prima volta il padre con regio provvedimento del 5 luglio

1678, in cui si fa riferimento alle benemerenze guadagnate al servizio del sovrano iberico nei

possedimenti di Milano e negli scontri avvenuti in occasione dell’assedio di Tortona del 1642,

dell’assedio di Longone del 1646 e della rivolta di Messina del 1672-1678, nell’ambito dell’annoso

conflitto tra Francia e Spagna:

Carolus et cetera. Regibus perantiquus ac nobis haereditarius mos fuit viros nobiles, qui suis proprijs

meritis illustrantur honorum, et dignitatum titulis, et praerrogativis [sic] condecorare. Proinde cum Illustris Fidelis nobis Dilectus Don Iullius Sersal Baro (ut asserit) terrae Casamarciani sitae et positae in

Provincia terrae Laboris Citerioris nostri Siciliae Regni nobis humiliter, et enixe suplicaverit, ut in

testimonium, et significationem quorum, ac totius suae familiae meritorum Committatus titulo ipsum

ornare dignaremur Nos Considerantes prosapiae [sic] ipsius antiquam, praeclaramque nobilitatem, ac

insuper suam in nos singularem fidem, animique affectum, et observantiam maiorum suorum de nostro

Regio Diademate, nec non prae oculis habentes merita, et obsequia per ipsum nobis praestita, tam in Statu

nostro Mediolani cum muneribus Capitanei peditatus, et equitatus, quam in subsidio, et expugnatione

Dertonae, atque in obsidione Longionis, ac demum in ulterioris nostro Siciliae Regno, apud civitatem

Messanae, cum munere Commissarij generalis equitatus, ac etiam alia multa grataque servitia, tam sua,

quam praedecessorum suorum, quorum hic seriem texere longum esset. His attentis, et consideratis merito

petitioni eius benigne annuendum esse Statuimus, Terramque seu locum Casamarciani, quam in Provincia terrae Lavoris dicti nostri Citerioris Siciliae Regni iustis (ut asserit) titulis tenet, et possidet, dicto

Commitatus titulo illustrandum, atque insigniendum decrevimus. Tenore igitur presentium ex certa

Scientia, Regiaque auctoritate nostra deliberate, et consulto, ac ex gratia speciali, maturaque Sacri nostri

Consilij Supremi accedente deliberatione, praefatum Illustrem Don Iullium Sersal, suosque haeredes, et

succesores [sic] ordine successivo commites [sic] praedictae terrae Cassamarciani [sic] in Provincia terrae

Lavoris dicti nostri Regni sitae, et possitae [sic] facimus, constituimus, creamus, et perpetuo reputamus:

Terramque seu locum Casamarciani atque illius membra, et districtum in Commitatus titulum, et honorem

erigimus, et extollimus; praefatumque Illustrem Don Iullium Sersal eiusque haeredes, et succesores

ordine succesivo Commites eiusdem terrae dicimus, et nominamus ab alijsque in omnibus et

quibuscumque actis, et scripturis dici, et nomnari volumus, et perpetuo reputari: Decernentes, et volentes,

ut deinceps dictus. Illustris Don Iullius Sersal, eiusque haeredes et succesores ordine succesivo omnibus,

et singulis gratijs, privilegijs, praerrogativis, iuribus, Dignitatibus, favoribus, immunitatibus, praeminenijs, libertatibus, et exemptionibus uti, frui, et gaudere posit [sic], et posint [sic], valeat, et

valeant, quibus huiusmodi Dignitate, et commitatus honore decorati potiti sunt; seu quomodolibet

potiuntur, et gaudent, potirique, et gaudere possunt consuetudine, vel de iure: Ita ut in parlamentis, et

agregationibus Titulatorum, et Baronum dicti Regni, aut aliorum per nos, seu succesores nostros, vel

Prorregem in dicto Regno pro tempore existentem faciendis, tamquam Commites ipsius terrae tractari,

6 D. CONFUORTO, Giornali di Napoli dal MDCLXXIX al MDCIC, a cura di N. NICOLINI, 2 voll., Napoli, presso Luigi

Lubrano, MCMXXX; A. BULIFON, Giornali di Napoli dal MDXLVII al MDCCVI, Napoli, Società Napoletana di Storia

Patria, MCMXXXII; I. FUIDORO, Giornali di Napoli dal 1660 al 1680, Napoli, Società Napoletana di Storia Patria,

1934 (I vol.), 1938 (II vol.), 1939 (III vol.). 7 Le informazioni si desumono dalla genealogia riportata nei Manoscritti Livio Serra, 6 voll. depositati presso

l’Archivio di Stato di Napoli (d’ora in poi ASN), vol. III, pp. 1242-1243. I Sersale erano baroni di Castelfranco,

Cerisano e Murano dal 21 novembre 1613, principi di Castelfranco dal 26 gennaio 1628, conti di Casamarciano dal 9

settembre 1678, patrizi napoletani del Sedile di Nido, patrizi di Cosenza (ivi, p. 1242).

3

voccari [sic], et honorari debeat, et debeant, et a nobis, et ipsis eius, et eorum Dignitatem, et gradum, et

locum prout solitum est, observari; Statuentes expresse quod praesentis tituli concessionis privilegium sit,

et esse debeat eidem Illustri Don Iullio Sersal eiusque haeredibus, et succesoribus praedictis omni futuro

tempore semper stabile, reale, validum, atque firmum; nullumque in juditijs, aut extra sentiat

impugnationis obiectum, defectus incommodum, aut noxae cuiuslibet alterius detrimentus, sed in suo

semper robore, et firmitate persistat, Fidelitate tamen nostra feudali quoque servitio, sive adoha,

nostrisque alijs, et alterius cuiusvis iuribus semper salvis, et reservatis. Illustribus vero, Spectabilius,

Nobilibus, Magnificis, Dilectis Consiliarijs, et Fidelibus nostris Proregi, Locumtenenti, et Capitaneo

generali nostro. Magno Camerario, Protonotario Magistero Iustitiario, eorumque Locumtenentibus, Sacro nostro Consilio Castri Capuanae Praesidentibus, et Rationalibus Camerae nostrae Sommaria, Regenti, et

Iudicibus magnae Curiae Vicariae, Scribae portionum, Thesaurario nostro generali, seu id officium

Regenti, Advocatis = quoque et Procuratoribus fiscalibus, et Praesertim Principibus, Ducibus,

Marchionibus, Commitibus, Baronibus dicti nostri Citerioris Siciliane Regni, Caeterisque demum

universis, et singulis officialibus, et subditis nostris maioribus, et minoribus quocumque nomine

nuncupatis, titulo, officio, auctoritate, et protestate fungentibus praesentibus, et futuris tam praedicti nostri

citrapharum Siciliae Regni, quam cuiuslibet alterius ditionis nostrae dicimus, atque striate praecipiendo

mandamus quatenus forma praesentium per eas, et eorum quemlibet diligenter attenta, illam eidem Illustri

Don Iullio Sersal, eiusque haeredibus, et successoribus praedictis teneant firmiter, et observent atque cum,

et eas tamquam Commites dictae terrae, seu loco Casamarciani habeant, teneant, reputent, honorificent,

atque tractent, et contrarium non faciant, fierive permittant ratione aliqua, sine causa. Caeteri autem officiales, et subditi nostri praedicti exequi, et obedire debeant, si gratiam nostram charam habent, ac

praeter irae, et indignationis nostram incursum poenam duccatorum mille nostris inferendorum aerarijs

cupiunt evitare. Volumus quod de presenti nostro privilegio assumere debeat notamentum Don Ludovicus

Antonius Daza Secretarius noster, ac Regestri universalium gratiarum, ut de concessione in eo contenta

plena notizia habeatur. In cuius rei testimonium presente fieri iussimus, nostro magno negozio prefati

Citerioris Siciliae Regni sigillo impendenti munitas. Datus in oppido nostro Matriti die quinta mensis

Iullij, anno a Nativitate Domini millessimo seicentessimo septaugessimo octavo; Regnorum autem

nostrorum anno decimo quarto. Yo el Rey […]8.

A quell’anno risale probabilmente la concessione di un diritto sul territorio dell’antico casale del

nolano, di cui si ha notizia in un documento posteriore di circa un decennio:

[Terra di lavoro / Casamarciano] Nel detto registro folio 181 è registrata significatoria di ducati 3.3.15

seguita a 27 ottobre 1685 contro l’Illustre Don Aniballe [sic] Sersale Conte di Casamarciano per lo

Relevio per esso debito alla Regia Corte per morte di Don Giulio suo padre seguita a 16 aprile 1684 per la Terra di Casamarciano, olim Casale della Città di Nola, nella quale denunciò non esservi altri corpi

feudali, eccetto che la nuda giurisditione di prime cause criminali, e seconde cause civili, criminali e

miste con la mastrodattia di dette seconde cause, la quale in detto anno della morte non rese cosa alcuna;

Per lo che fattasi diligenza per lo Relevio precedente, fu ritrovato il quindemio presentato per la Città di

Nola nell’anno 1675 per le sue intrate feudali, in quello inter alia si ritorvò denunziata per affitto la

Mastrodattia del Casale di Casamarciano in ducati 7.2.10 per la qual summa per la Camera a 22 Ottobre

1685 in Regia aula Vesperi fu provisto liquidarsi il sudetto Relevio, per lo che fu liquidata la metà di essi

spettante alla Regia Corte nelli sudetti ducati 3.3.15.9

Se ne deduce che le competenze esecutive trasmesse di padre in figlio erano limitate all'ambito

giurisdizionale. Della transazione del feudo da Francesco Mastrilli ad Annibale Sersale suo nipote,

cui fa riferimento Croce nella nota illustrativa apposta ai manoscritti10

, non è emersa alcuna traccia.

Benché le fonti da lui consultate siano andate distrutte (eccezion fatta per la serie del Repertorio dei

Quinternioni11

, gravemente mutila, nella quale tuttavia non compare testimonianza dell'avvenuta

cessione o dell'alienazione di uffici), tanto il relevio quanto altri atti pubblici registrati nelle Refute

8 Cfr. Archivo General de Simancas, Secretarias Provinciales – Nápoles, Títulos y Privilegios, legajo 248, fol. 37. 9 Cfr. ASN, Spogli delle Significatorie dei Relevi, vol. II, c. 512r. 10 Cfr. B. CROCE, Una nuova raccolta di scenari cit., pp. 211-215. 11 Cfr. ASN, Repertorio dei Quinternioni, V, cc. 22r-24v. Si veda C. SALVATI, I Quinternioni feudali ed i loro repertori

nell’Archivio di Stato di Napoli, «Rassegna degli Archivi di Stato», XX, 1, Gennaio-Aprile 1960, Istituto Poligrafico

dello Stato, Libreria dello Stato, pp. 49-75.

4

dei Quinternioni12

o nei Cedolari13

, di epoche anteriori o successive al terzultimo decennio del XVII

secolo e riguardanti la provincia di Terra di Lavoro, inducono ad una rettifica in merito alle sorti

governative dell'area di Casamarciano. Le pratiche necessarie per mutamenti di qualsiasi natura sul

patrimonio feudale richiedevano un resoconto puntuale delle varie fasi della sua storia, dal suo

costituirsi fino all'ultimo passaggio di consegne; dalle concessioni di regio assenso per procedure di

donazione o rifiuto o ratifica che interessano il Settecento non risulta che vi sia stata alcuna

attribuzione di poteri ai Sersale in qualità di legittimi possessori, né il feudo potrebbe quindi esser

tornato agli antichi detentori tra il 1710 e il 172014

. Quel che è certo, comunque, è che i rapporti di

Annibale con la famiglia materna e i suoi interessi finanziari sul contado rimasero intensi nel corso

degli anni, come attestano le frequenti transazioni in nome e per conto di Maria Mastrilli, il suo

coinvolgimento nelle questioni relative all’affitto della città dell’Acerra da parte di Donato Antonio

Sausto e le vertenze giuridiche che lo opposero ad altri esponenti del casato in margine alle

disposizioni testamentarie del Duca di Marigliano15

.

Il giovane Conte di Casamarciano sposò nel 1689 Donna Anna Maria Pisanelli, Duchessa delle

Pesche. I capitoli matrimoniali fissano a trentamila ducati l’entità della dote; un terzo della somma è

garantito da un lascito di Vincenza di Regina, madre della sposa, diecimila ducati provengono dal

Monte Grande dei Maritaggi, mentre il rimanente è versato dal Monte Nuovo dei Maritaggi16

. Il 10

aprile del 1688 Eleonora Mastrilli aveva ricevuto dal figlio «ducatos quattuor centum, quos cum

eorum capitale pervenienti Decem mille Ducatus Dominus Comes consequi debet a Sancta Domu,

et Banco Ave Gratia Plena huius praedictae civitatis Neapoli vigente publicarum cautelarum»17

, con

il rinnovarsi di pagamenti previsti fino al 30 aprile 1694. In previsione delle nozze viene

ufficialmente restituita l’assegnazione, che - si specifica - era legata agli usufrutti sull’eredità

dell’ormai defunto Giulio Sersale18

e alla disponibilità di fondi sulle doti personali rilevata «dal

Signor Duca di Marigliano suo fratello, e zio di detto Signor Conte»19

. A quest’ultimo è assicurato

un ulteriore cospicuo introito dalle rendite su un patrimonio di quindicimila cinquecento ducati,

depositati presso pubblici banchi cittadini, in seguito alla morte di Eligio Sersale; nel testamento si

dichiara come Annibale sia tenuto a subentrare nel possesso del palazzo, recentemente acquistato,

nel Vicolo della Lava, in caso di estinzione della discendenza di un altro congiunto20

. Una simile

circostanza dové verificarsi per motivi diversi, tuttavia, se nel 1708, tra i contraenti di un patto «pro

faciliori exactione pro Reali Conservatorio Divae Mariae Succurre Miseris», egli

12 Cfr. ASN, Refute dei Quinternioni, vol. 199 cc. 155r e ss. Cfr. anche L. AVELLA, Presentazione di una copia

manoscritta inedita relativa ai confini territoriali della Città di Nola nel 1639 con i suoi Casali il cui originale venne

distrutto nell’incendio di Villa Montesano il 30 settembre 1943, Napoli-Roma, Libreria Editrice Redenzione, 1977. Più

in particolare si veda G. CAPORALE, Memorie storico-diplomatiche della città di Acerra e dei Conti che la tennero in feudo […], a cura di A. Manna, Napoli, Berisio, 1971 (ed. facs. Napoli, Jovene, 1889). 13 Cfr. ASN, Cedolari, vol. VII, c. 222v; vol. VIII, c. 339r; vol. XII, c. 819v. 14 Cfr. ASN, Refute dei Quinternioni, vol. 221, fs. 8, cc. 1r e ss. 15 Cfr. le polizze dell’Archivio Storico del Banco di Napoli (d’ora in poi ASBN) degli anni 1708-1710 riportate in

appendice II. 16 ASN, Notai XVII sec., Giuseppe Ragucci, sch. 508, vol. 59, incartamento n. 104, cc. 831r-845r, 20/X/1689,

«Capitula matrimonialia inter Dominam Annam Mariam Pisanelli et Comitem Casamarciani Dominum Annibalem

Sersalem». 17 ASN, Notai XVII sec., Andrea Damiani, sch. 572, vol. 15, cc. 252r-256v, 10/IV/1688, «Assignatio pro Domina

Comitissa di Casamarciano». Il testo citato è a c. 253r; nel proemio della scrittura si riferisce che le parti si incontrano

«Neapoli et proprie in Palatio solitae habitationis infradictorum Dominorum constituentium posito in plathea nuncupata dietro Santissimi Apostoli» (cc. 252r-252v). 18 ASN, Notai XVII sec., Andrea Damiani, sch. 572, vol. 16, cc. 581r-582r, 28/IX/1689, «Retrocessio assignamenti pro

Domino Comite di Casamarciano». Nello stesso volume (15/VII/1689, cc. 461v-462r) è una «Procuratio pro Domino

Comite di Casamarciano». 19 ASN, Notai XVII sec., Andrea Damiani, sch. 572, vol. 16, cc. 637v-639r, 3/XI/1689, «Ratificatio Albarani et

Declaratio pro Domina Eleonora Mastrillo Comitissa di Casa Marciano» (la citazione è a c. 638r). 20 ASN, Notai XVII sec., Giovanni Antonio De Blasio, sch. 460, vol. 45, cc. 674r-691v, 21/VII/1686, testamento di

Eligio Sersale. Altro erede è il Principe di Castelfranco e Duca di Cerisano Orazio Sersale. Diecimila ducati sono

depositati al Banco dell’Annunziata e cinquemila cinquecento al Banco della Pietà.

5

have, tiene, e possiede come vero Signore e Padrone […] l’infrascritti beni stabili ciò è

Un Palazzo grande in più, e diversi membri consistente sito, e posto qui in Napoli nella strada detta il

Vico della Lava confinante con li beni del quondam Don Filippo Arcamone, li beni del Signor Marchese di Liccardi dotali della Signora Marchesa sua moglie via publica, et altri confini franco e libero da

qualsivoglia peso, et à nessuno in qualsivoglia modo venduto, alienato, e distratto, eccetto però dal peso

dell’annuo cenzo de duc. sei. 3.6 sopra di quello debito alla Venerabile Cappella de Signori Caraccioli,

costrutta, eretta, e fondata sita, e posta dentro la Venerabile Chiesa di Santa Maria della Nova di questa

città; Di più una casa piccola sita dalla parte del Vico di Santa Maria del Agnone tutti detti beni stabili à

detto Signor Conte pervenuti per titolo di cessione fattali dal signor Don Oratio Sersale Principe di

Castello franco per quello doveva à detto Signor Conte […]21.

Tuttavia, dell’operosa officina redazionale che, stando alla data di uno dei due frontespizi della

raccolta, si attivò sullo scorcio del diciassettesimo secolo, non v’è traccia nelle carte coeve del

Sersale. Tra 1689 e 1690 si risolse una controversia con i cugini Orazio, Principe di Castelfranco, e

Diego per motivi ereditari22

; collateralmente si definirono le questioni finanziarie con Francesco

Troiano in margine ad alcune disposizioni del defunto zio Eligio23

; dopo aver assicurato alla sorella

Camilla un congruo vitalizio annuo secondo le ultime volontà paterne24

, grazie all’intervento

garante della moglie Anna Maria Pisanelli Annibale riuscì a concordare modalità di pagamento a lui

favorevoli per un debito contratto insieme con il dottor Andrea Sarnelli di milleduecento ducati25

.

Lo stesso Sarnelli fu procuratore di Cesare Pisanelli alla ratifica della donazione di «gioie e

galanterie» al Conte a titolo di ricompensa per gli «amorevoli trattamenti» riservata alla consorte,

che morì lasciando una bambina, Eleonora, futura monaca professa nel Monastero di Santa Maria

del Soccorso26

. Del 1689, invece, è l’unica notizia reperita su Antonino Passanti, stretto

collaboratore del Sersale nell’allestimento della raccolta: versò una polizza di diciannove ducati e

tre tarì a Maddalena de Cesare27

.

Al Teatro dei Fiorentini rinviano gli unici diretti contatti documentati del Sersale con l’ambiente

dello spettacolo. A più riprese egli pagò a Nicola Serino, impresario, e alle eredi del proprietario

Nicola Tancredi, Olimpia De Angelis e Giuseppa Tancredi, il compenso dovuto per l’affitto di due

palchetti nel 1708 e 1709 per conto del Marchese di Laino e Conte dell’Acerra de Cardenas28

. Un

dettaglio suggestivo, se si pensa che proprio in quegli anni l’antica sala secentesca, già tempio della

commedia spagnola e reduce da alcune interessanti stagioni melodrammatiche, si orientava con

decisione verso la «commedeja pe museca», un genere che avrebbe mietuto successi lusinghieri

imprimendo il suo suggello ad un intero milieu culturale, mantenendo pur sempre indubbi contatti

21 ASN, Notai XVII sec., Andrea Damiani, sch. 572, vol. 34, cc. 67v-80r, 23/III/1708, «Emptio annorum introituum, cum Procuratore Territoriali, et pro faciliori exactione Pro Reali Conservatorio Divae Mariae Succurre Miseris» (il

brano è alle cc. 68r-68v). Sulle residenze della nobiltà napoletana cfr. G. LABROT, Baroni in città. Residenze e

comportamenti dell’aristocrazia napoletana 1530-1734, Napoli, S.E.N., 1979 e ID., Palazzi napoletani. Storie di nobili

e cortigiani 1520-1750, Napoli, Electa, 1993. 22 ASN, Notai XVII secolo, Giovanni Antonio De Blasio, sch. 460, vol. 30, cc. 24v-41r, 30/I/1689 e vol. 31, cc. 158r-

159v, 25/II/1690 (Ricciano, nome ricorrente nelle polizze bancarie - cfr. appendice II - funge da procuratore del Conte). 23 ASN, Notai XVII sec., Giovanni Antonio De Blasio, sch. 460, vol. 28, cc. 418r-424r, 16/VI/1689; vol. 29, cc. 533r-

539v, 5/X/1688; vol. 31, c. 623v-625v e cc. 625v-628r, 3/XI/1690 24 ASN, Notai XVII sec. Ferdinando Falanga, sch. 472, vol. 29, cc. 149r-153v, 7/VIII/1689. 25 ASN, Notai XVII sec., Nicola Dell’Aversana, sch. 482, vol. 30, cc. 58r-62r, cc. 62r-62v e c. 62v, 20/I/1690; creditore

è Ludovico De Luca. È del 18/XII/1690 l’«Extinctio et quietatio pro Comite Casamarciani et Doctore Andrea Sarnelli» (cfr. ivi, cc. 539v-540r). 26 Cfr. appendice II, passim. 27 ASBN, Banco dell’Annunziata, Giornale di Banco, matr. 611, partita del 14/I/1689. 28 Cfr. ASBN, Banco della Pietà, matr. 1241, p.e. 5/I/1709; Banco della Pietà, matr. 1253, p.e. 7/IV/1710; Banco della

Pietà, matr. 1257, p.e. 10/V/1710. Si tratta di Alfonso de Cardenas, quarantaduesimo conte dell’Acerra, nato il il

14/III/1680 e morto il 15/XI/1742. Di suo padre Carlo, morto il 31/VII/1694, può leggersi un inventario dei beni in G.

LABROT, Italian Inventories. 1. Collections of Paintings in Naples 1600-1780, edited by Carol Togneri Dowd and Anna

Cera Sones, K. G. Saur, Munich-London-New York-Paris 1992 [Documents for the History of Collecting], pp. 202-213.

Cfr. anche G. CAPORALE, Memorie storico-diplomatiche cit., pp. 485-498.

6

con fabulae e tecniche dell’improvvisazione29

. Più coerente forse con il profilo del mecenate-

committente o appassionato aristocratico è la notizia della liquidazione fatta a sue spese di un

artigiano, per tre fruttiere e una tabacchiera d’argento regalate ad un musico e alle cantanti

protagonisti di una serenata «fatta in casa del Marchese di Laino» il 9 ottobre del 170730

. Non è

dato sapere altro dalle polizze bancarie, ma l’evento ebbe di sicuro una sua risonanza, se fu

immediatamente registrato dagli Avvisi:

la sera del medesimo giorno, coll’invito di numerosa Nobiltà, e di S. E. il Generale Daun, fù cantata da

scelte voci, ed istrumenti, una vaghissima Serenata in pregio del nostro Monarca, in Casa del Conte

dell’Acerra Cardenas […]31.

Furono questi gli ultimi anni del Conte di Casamarciano, che lo videro impegnato a gestire la

difficile eredità di Donato Antonio Sausto in nome di Maria Mastrilli32

, con la quale fu citato in

giudizio da Isabella Mastrilli, Duchessa di Marigliano, per alcune divergenze in merito alle

soddisfazione di alcuni legati del padre di quest’ultima, Marcello, morto nel 170633

. Nel corso della

delicata vertenza, grazie ad uno dei suoi procuratori, Annibale Sersale poté arrivare ad un

compromesso con Caterina de Simone, alias Aragona, cui lo legavano rapporti non chiari o non

espliciti34

; per i suoi figli, Giulio ed Eligio, diede anche precise disposizioni nel suo testamento, a

cui riservò lunghe e minuziose attenzioni confluite in una complessa giustapposizione di

redazioni35

. Il 15 maggio 1712

nel giorno della Solennità di Pentecoste rese pure l’Anima al Creatore Don Annibale Sersale Conte di

Casamarciano, sepolto il suo cadavero nella Chiesa de’ Padri Crociferi a Pistaso36.

Una menzione di tutto riguardo per un uomo il cui nome sarebbe rimasto legato ad un’ossessione

che forse volle rimanesse segreta, e al rimpianto di non aver saputo afferrare le ombre di tanta

passione teatrale dei suoi tempi.

29

Per il Teatro dei Fiorentini cfr. F. COTTICELLI-P.MAIONE, «Onesto divertimento, ed allegria de’ popoli». Materiali

per una storia dello spettacolo a Napoli nel primo Settecento, Milano, Ricordi, 1996, pp. 95-136. Sul rapporto

commedia improvvisa-opera comica si rinvia a F. COTTICELLI, Dalla commedia improvvisa alla «commedeia pe mmuseca». Riflessioni su Lo frate nnamorato e Il Flaminio, in «Studi pergolesiani. Pergolesi Studies 4», pp. 179-191. 30 Cfr. ASBN, Banco della Pietà, matr. 1228, p.e. 8/XI/1708; Banco della Pietà, matr. 1231, p.e. 7/XII/1708; Banco

della Pietà, matr. 1237, p.e. 27/IV/1709. 31 Avvisi, 11/X/1707. 32 Cfr. ASN, Notai XVII sec., Giovan Biagio Riccardi, sch. 910, vol. 15, cc. 278v-280v, 24/IX/1708; ivi, cc. 280v-

281v, 24/IX/1708; ivi, cc. 282v-283r, 25/IX/1708; ivi, cc. 283v-284v, 25/IX/1708; ivi, cc. 310r-313r, 16/XI/1708; ivi,

cc. 315v-320r, 25/XI/1708; ivi, cc. 320v-322v, 25/XI/1708; vol. 16, cc. 17v-30v, 23/I/1709; ivi, cc. 31r-32v, 23/I/1709;

ivi, cc. 272v-277r, 29/IV/1709; ivi, cc. 313v-318v, 15/V/1709; ivi, cc. 864r-865r, 14/XI/1709; vol. 17, cc. 105v-107r,

17/II/1710; ivi, cc. 107r-108r, 17/II/1710; ivi, cc. 227r-228r, 7/IV/1710. 33 Cfr. ASN, Notai XVII sec., Giovan Domenico Castaldi, sch. 558, vol. 30, cc. 231r-232r, 20/III/1706; vol. 31,

incartamento n. 18, 14/III/1710; ivi, incartamenti nn. 71 e 74, 7/VIII/1710; Notai XVII sec., Nicola Antonio Collocola, sch. 550, vol. 34, cc. 75r-85r, 1712. Si veda anche ASN, Segreteria dei Viceré, Affari diversi della Segreteria dei

Viceré, f. 1177, 22/XI/170. Isabella Mastrilli scrisse e pubblicò la commedia Il prodigio della bellezza, Napoli, Troyse,

1703. Cfr. al riguardo F. C. GRECO, Teatro napoletano del ‘700. Intellettuali e città tra scrittura e pratica della scena,

Napoli, Pironti, 1981, p. CXVIII. 34 ASN, Notai XVII sec., Giovan Biagio Riccardi, sch. 910, vol. 17, cc. 294v-295r, 19/V/1710; ivi, cc. 303r-313v,

30/V/1710. 35 Cfr. appendice I. 36

Avvisi, n. 22, 24/V/1712. Per il toponimo Pistaso e l’esistenza di un antichissimo “vico Pistasi” cfr. AA. VV., Napoli.

Città d’arte, 2 voll., Napoli, Electa, 1986, vol. II, p. 360.

7

APPENDICE PRIMA

TESTAMENTO DI ANNIBALE SERSALE CONTE DI CASAMARCIANO

ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI

Notai XVII secolo

Nicola Antonio Collocola

sch. 550, vol. 34 cc. 123v-126v (con allegati non numerati)

15/III/1712 - 15/V/171237

APERTURA TESTAMENTI DOMINI ANNIBALIS SERSALIS COMITIS CASAMARCIANI

Die quindecimo mensis Maij 1712 Neapoli. Neapoli. Coram Domino Joseph Odoardi Judice in Civilibus

… Ad preces … nobis factas pro parte ad me Reverendi Patris Domini Caietani Amabile Provincialis Religionis Reverendissimorum Patrum Ministrantium infirmis personaliter accessimus ad Palatium quondam

Illustris Domini Annibalis Sersalis Comitis Casamarciani, situm in hac Civitate Neapoli in Regione Capuana

in Viculo vulgariter dicto della Lava; et dum essemus ibidem, praedictus Pater Provincialis Dominus

Caietanus nomine locorum dictae Religionis sistentium in hac dicta Civitate, sponte asseruit coram Nobis annis elapsis dictum quondam Dominum Comitem Dominum Annibalem suum ultimum sollemne in scriptis,

clausum, et sigillatum condidisse Testamentum, et per eum fuisse mihi consignatum per me fideliter

conservandum, voluisseque in eodem, quod sequuto eius obitu, testamentum ipsum in praesentia Iudicis, et testium interventorum clausurae ipsius, seu aliorum in numero opportuno loco absentium, per me praedictum

Notarium aperiri, et publicari debuisse ad Instantiam Cujuscumque interesse praetendentis super hereditate

Dicti Domini Comitis Domini Annibalis absque decreto Curiae, et sine sollemnitate qualibet, et per exequutores per eum ordinatos debite exequutioni demandari iuxta ipsius testamenti seriem, formam,

continentiam, et tenorem et in eadem testandi voluntate perseverantem (sicut Domino placuit) vitam cum

morte commutasse, ob cujus obitum sequutum, oportet fieri apertura testamenti praedicti ad hoc, ut ipsius et

contentorum notitia habeatur, et exequutio ipsius fieri possit, idcirco dictus Pater Provincialis Dominus Caietanus nomine dictorum locorum dictae illius Religionis putans eorumdem locorum interesse, et ad ipsum

dicto nomine spectare onus aperiri faciendi testamentum praedictum, Nos praedictos Judicem, et testes […]

ex Regia parte requisivit, et ex sua dicto nomine rogavit actente nostrum super hoc officium, quod publicum est, implorando, ut recognitis prius dicto testamento sigillis, et subscriptionibus ipsius Testamenti appositis,

testamentum ipsum aperire, legere, et publicare debuissem iuxta mentem, et voluntatem dicti Domini

Comitis Annibalis testatoris. Cuius requisitioni, et precibus tamquam iustis benigne annuentes, et quia officium nostrum publicum est, illudque nemini denegare possumus, neque debemus preasertim in iis quae

funestatem sapiunt, et requirunt et quia iusta petebat, et iusta petentibus non est denegandus assensus. Id eo

dictum testamentum per me praedictum Notarium inhibitum, et estensum fuit in ipsius Reverendissimi

Provincialis Domini Caietani praesentia, ac dicti Domini Judicis Majestatis Catholicae Vestrae Excellentiae Odoardi, ac Joannis Andreae Ranuccio Judicis ad Contractus, nec non magnifici Venerabilis Reverendi

Domini Notarij Vincentij Collocola et magnifici Antonij Ingarrica, qui clausurae Testamenti praedicti

interfuerunt, nec non Domini Leonardi Cigala, magnifici Caroli Brancolini et magnifici Hiacynthi Rositiis subrogatorum loco Clerici Januarij Palmentiero, Notarij Alexandri Russo, et Nicolai de Bernardo testium

absentium, qui tempore clausurae testamenti praedicti interfuerunt; Per quos omnes viso, et diligenter

inspecto dicto testamento, recognitisque sigillis, et subscriptionibus in dorso testamenti praedicti appositis, et

factis in eisdem nullam maculam nullumque dolum, fraudem, vitium, aut suspicionem intervenisse apparuit, et occulta fide videmus, et affirmamus, et propterea testamentum ipsum in praesentia dicti Patris Provincialis

Domini Caietani dicto nomine, et ad illius instantiam id petentis, et volentis apertum, et publice lectum fuit

per me praefatum Notarium

In nome della Santissima Trinita, Padre, Figliolo e Spirito Santo

37

Nella trascrizione sono stati riportati all’uso moderno gli accenti; appena ritoccata la punteggiatura per una migliore

intelligenza del testo.

8

Amen

Testamento in scriptis condito e fatto da me Anniballe Sersale Conte di Casamarciano Patrizio Napolitano del Seggio, e Piazza di Nido.

Primieramente io suddetto Conte Don Anniballe considerando lo stato fragile, e caduco della presente umana natura, e che non vi è cosa più certa della morte, né cosa più incerta dell’ora di quella; e dubitando di

non passare da questa a miglior vita ab intestato, adesso, che per la gratia di Dio, mi ritrovo in stato di retti

sentimenti, e di buona salute fo questo mio Testamento in scriptis, chiuso, e suggellato, quale voglio, che

vaglia per raggion di Testamento in scriptis, e se per questa raggione ho valesse, vaglia per raggion di Testamento nuncupatico, per raggion di Codicilli, legati, donationi causa mortis, e per ogni altra miglior via,

e che in esso s’intenda apposta la clausola Codicillare non per stilo di Notaro, ma di mia espressa volonta,

revocando, irritando, et annullando, tutti, e qualsivoglino altri testamenti, Codicilli, legati, donationi causa mortis et altre ultime dispositioni da me forsi fatte, e fatte da tutto il tempo passato sin oggi, ancorché

contenessero qualsivoglia causa pia, e voglio, che questa sia l’ultima mia volonta e che dal presente mio

Testamento, e legati in esso contenuti non si possa detrahere, né defalcare cos’alcuna per raggion di falcidia, Trabellionica, né per debito sossidio de beni, ma da miei heredi si debbia mandare a debito effetto, et

osservare inviolabilmente giusta la sua forma, serie, continenza, e tenore.

Et essendo l’anima più degna del corpo meritamente deve esser preferita a tutte le cose transitorie di

questo Mondo, che però io suddetto Conte don Anniballe come fedel Christiano quella raccomando all’onnipotente Signore Iddio, alla Madre Sua Santissima sempre Vergine, et Immaculata Maria Avvocata di

tutti li peccatori, a San Michele Arcangelo, all’Angelo mio Custode, alla Gloriosa Sant’Anna, e San

Giuseppe, a San Gennaro, a San Domenico, a Sant’Antonio da Padova, a San Nicolò di Bari, a San Francesco di Paola, et a tutti gl’altri Santi, e Sante del Cielo, quali umilmente priego, che per li loro gran

meriti debbiano intercedere da Sua Divina Maesta, che per la Sua infinita clemenza si degni concedermi il

perdono delle mie colpe, e raccogliere l’Anima mia nella gloria di bita (sic) eterna subito, che sara separata

dal suo corpo, quale, succedendo la mia morte in Napoli, voglio sia sepellito nella venerabile Chiesa dei Reverendi Padri ministri degl’infermi seu Cruciferi nel Vico de Mannesi, e la mia esequie si debbia fare

senza pompa alcuna, ma solamente coll’accompagnamento della Parochia, e dodici poveri appresso, o

succedendo la mia morte fuora di questa Citta, voglio che il mio Cadavere sia sepellito similmente senza pompa come di sopra in luogo de Padri Cappuccini se vi fosse, o di altri Religiosi ad elettione dell’infrascritti

miei Eredi, poiché tal è mia volonta.

E poiché l’Instituzione dell’Erede è capo, e principio di ciaschedun Testamento senza la quale il Testamento per disposizione di legge si dice sia nullo, et invalido, che però io suddetto don Anniballe Sersale

Conte di Casamarciano Testatore per ogni miglior via, che posso, voglio, e dalle leggi mi vien permesso

instituisco, ordino, e fo, e di mia propria vocca (sic) nomino per miei heredi universali, e particolari li tre

luoghi de Reverendi Padri della Religione de Ministri degl’infermi, seu Cruciferi, che sono in questa Citta di Napoli, cioè uno nel Vico de Mannesi, l’altro fuori la Porta di San Gennaro, e l’altro nel Chiatamone, et in

ogni altro luogo che in questa Citta e suoi Borghi si fondassero per l’avvenire di medesimi Reverendi Padri

di detta Religione, sopra tutti, e qualsivogliano miei beni, mobili, e stabili, oro, argento, denari contanti, o che si ritrovassero in Banchi, suppellettili, annue entrade, censi, Capitale, nomi di debitori, et altri

qualsivogliano beni, e raggioni dovunque siano situati, e posti, et in qualsivoglia cosa consistono, e che a me

suddetto Testatore spettano, e competono, e possono spettare, e competere al presente, e per l’avvenire per qualsivoglia titolo, ragione, e causa quomodocumque et qualitercumque, dichiarando di fare tal’instituzione

per la gran devozione, che ho havuta sempre con li Padri di detta Religione, che con tanta carita, e zelo

invigilano al servizio di Dio, e di questo publico nell’aggiuto (sic) al bon morire de fedeli, e disponerli alla

strada del Paradiso nel passo pericoloso di questo Mondo colle loro Spirituali, e Sante direzioni, e dichiaro ancora di non nominare in questo mio Testamento il signor don Eliggio Sersale mio fratello conoscendo di

non haver questa obligatione per essersi portato con me più tosto da nemico, che da congionto (sic), e per

essermi stato sempre ingrato alle finezze usatoli, né potendomene mai ricordare veruna sodisfazione, anzi sempre procurato darmi disgusto, e far cosa contro di me, mostrando un odio manifesto contro la mia

persona essendo questa cosa publica, e manifesta, né tampoco ho conosciuta haver havuta l’obligazione di

nominare il signor Principe di Castelfranco mio Cugino, per havermi di continuo trapassato negl’Interessi,

che passo con esso signor Principe, come è ben noto al Mondo. Però voglio, ordino, et espressamente comando che li frutti, et entrade della mia eredita da Superiori di

detta Religione si debbiano ogn’anno spendere, et applicare al mantenimento de Reverendi Padri di detti

9

luoghi da me istituiti Eredi come di sopra, acciò possano con maggior animo attendere a detto loro santo, e

pio istituto, e non in altro uso, o altre occorrenze di detti luoghi, e Religione.

Item lascio alla signora donna Eleonora Mastrilli Contessa di Casamarciano mia Carissima Madre la legittima, et ogn’altro, che de Jure tantum li spetta sopra la mia Eredita, nella qual legittima, et altro ut supra

l’istituisco mia Erede particolare, perché tal’è la mia volonta.

Item dichiaro tenere una mia figlia naturale nominata Eleonora Sersale, quale si ritrova gia monacata nel Venerabile Conservatorio di Santa Maria del Soccorso di questa Citta di Napoli, con essersi da me sodisfatta

la dote, e tutto lo di più, che l’ha bisognato per detto suo monacaggio, restando solo a conseguire docati

cento per la sacrestia per la prima volta, che la fara, che però voglio, che ritrovandosi in vita mia fatta da

detta Eleonora la suddetta prima Sacristia, da detti miei Eredi non se li dia cos’alcuna, e non ritrovandosi da quella fatta detta Sacrestia, se li debbiano pagare li suddetti ducati cento, e voglio ancora che se li continui il

pagamento degl’annui ducati ventiquattro da me promesseli corrispondere sua vita durante servata la forma

dell’Istrumento rogato per mano del Magnifico Notaro Nicola Gratiano di Napoli. Item dichiaro come la buona memoria del Signor don Marcello Mastrillo duca di Marigliano mio zio nel

suo ultimo Codicillo per mano di Notar Giuseppe Cariello di Nola fé a mio beneficio un legato fiduciario di

docati trecento annui durante la vita di Domenica Siviglia di detta Citta di Nola, nel qual Codicillo mi diede ampia facolta di nominare altra persona doppo mia morte per l’adempimento del detto legato di annui ducati

trecento; che però avvalendomi della suddetta facolta dal detto signor Duca concedutami nel detto Codicillo

nomino per l’adempimento di detto legato li sudetti miei heredi, e Padri di detta Religione, e voglio, che li

sudetti annui ducati trecento dagl’Eredi di detto quondam signor Duca si debbiano pagare a detti miei Eredi durante la vita di detta Domenica, conche li Padri di detta Religione siano tenuti di collocare detta Domenica

in un Conservatorio di questa Citta condecente, e proportionato per essa, e somministrarli tutto quello li

bisognara, così per vitto, come per vesti, et habitatione del luogo dove stara, e del di più che avanzara ogn’anno da detti ducati trecento ne debbiano celebrare, o far celebrare Messe per l’Anima del detto

quondam signor Duca, e non volendo detta Domenica entrare in detto Conservatorionon se li debbia dare

cos’alcuna, ma di tutti detti annui trecento ducati ne debbiano celebrare, o far celebrare Messe per l’Anima di

detto quondam signor Duca, e ritrovandosi detta Domenica da me collocata, et accomodata in vita mia se li debbia dare quel tanto che da me se li trovera assegnato, e stabilito, e per lo più celebrarne, o farne celebrare

Messe per l’Anima di detto quondam signor Duca come sopra perché tal’è mia volonta.

Item dichiaro, come il detto quondam signor duca don Marcello mio zio nel suo ultimo Testamento ordinò che subito seguita la sua morte mi si dovessero consegnare tutti li suoi argenti, toltone un bacile, et un

bocale, et una sottocoppa d’argento indorata, quali argenti si dovessero da me vendere, e dal prezzo di essi

ritenermene docati duecento per esseguirne quel tanto, che m’haveva communicato ad aures, et il di più impiegarlo in compra, o compre a mia elezzione, et assegnarli alla Chiesa Colleggiata della detta sua Terra di

Marigliano, acciò dal frutto, et entrade di detta compra se ne celebrassero Messe alla raggione di due carlini

l’una per l’Anima di esso signor Duca, come dal detto Testamento per mano del detto Notar Giuseppe

Cariello di detta Citta di Nola, quali argenti sono li qui sottoscritti notati. Piatti piccoli numero venticinque, piatti imperiali numero due, due bacili con suoi bocali grandi, numero

due, posate numero sedici alla moda, cioè alla francese, ed altre posate più piccole, e tutti li manichi di

cortelli d’argento, cortelliere numero dodeci, sfrattatavole numero due, cioè una grande più dell’altra. Giarre numero dodici, e dodici cocchiarini da sorbetta, sottocoppe alla moda numero due, uno belone grande con

tutto il suo ordegno d’argento, candelieri numero dodici, cioè numero otto alla moda, e quattro piani due

grandi più dell’altri due, smoccolatori numero tre, guantiere da orologio numero due una più grande dell’altra, uno scaldaletto, uno bacilotto per sputare, uno campanello, uno Calamaro, e polverino grandi,

bacile, e cocoma per la barba, uno bacile, e bocale istoriato indorato, due sottocoppe grandi liscie indorate

con piede alla Romana, due altre sottocoppe piccole indorate, due giarrette con le maniche fatte a Catillo

indorate, un’altra più grande similmente indorata, buccari numero quattro grandi di argento indorati, una bogia d’argento coll’imagine in carta di santa Maria Maggiore di Roma, una lampade similmente d’argento,

due acquasantiere, e due guantiere piccole con molta quantita di Tabacchiere d’argento secondo la

dichiarazione, et attestato fattone da Francesco Carlo de Grassis repartiero olim di detto quondam signor Duca mediante Instrumento rogato a 15 di Novembre 1706 per mano di Notar Aniello Grandino di Napoli; e

perché detti argenti non mi sono stati ancora consegnati, e però non ademplito il detto legato, che però voglio

che detti argenti, toltone li sudetti eccettuati in detto Testamento, si debbiano consegnare a detti Reverendi

Padri miei Eredi, li quali siano tenuti farli vendere, e del prezzo pigliarsene li sudetti docati duecento, e celebrare, o farne celebrare tante Messe, quante capiranno alla raggione di grana dodici, e mezza l’una per

l’anima del detto quondam signor Duca, e del di più farne compra, e assegnarla a detta Venerabile Chiesa

10

Colleggiata di detta Terra di Marigliano, acciò dalli frutti, ed entrade di detta compra se ne celebrino Messe

anche per l’Anima del detto quondam signor Duca alla raggione di carlini due l’una servata la forma della

disposizione di detto quondam signor Duca. Item dichiaro possedere il mio Palazzo nel Vico della Lava in parte del quale spetta al signor don Eliggio

Sersale mio fratello l’abitazione sua vita durante tantum, che però lascio alla signora donna Maria Mastrilli

figlia naturale del quondam signor Duca di Marigliano mio zio l’habitazione di detto Palazzo, che al presente spetta a me per le mie porzioni durante però la vita di detta signora donna Maria solamente, con condizione

però espressa, che non possa detta signora donna Maria locarlo ad altri, atteso la mia volonta è che detta

abitazione serva per comodita di essa signora donna Maria quando viene, o volesse habitare, e dimorare in

Napoli, e doppo la morte di detta signora donna Maria resti a disposizione di detti miei Eredi, e non volendo essa signora donna Maria abitare in detto Palazzo per quell’anno, che non vorra abitare debbia denunciarlo a

detti Reverendi Padri nel principio di Gennaro, acciò li medesimi Padri possono locarlo ad altri, et il

piggione vada a beneficio de medesimi miei Eredi, perche tal è mia volonta. Item lascio alla medesima signora donna Maria una crocetta per petto col suo passante di diamanti, ed un

paro d’orecchini pure di diamanti, come anco un orologgetto d’oro smaltato verde di diamanti per memoria

mia. Item lascio a donna Anna d’Avella di Nola ritrovandosi a miei servizij a tempo di mia morte docati sei

l’anno da corrisponderseli da detti miei Eredi dal giorno di mia morte, e durante la vita di detta Anna tantum.

Item voglio che da detti miei Eredi si debbiano distribuire, e pagare docati cinquanta di lemosina pro una

vice a poveri secondo la mia intenzione. Item voglio, che subito seguita la mia morte da detti miei Eredi mi si debbiano far celebrare docati

trecento di Messe per l’Anima mia in Altari privileggiati alla raggione di grana dodici, e mezzo l’una, con

includere anche quelle Messe, che per loro privileggio soglion dire di trent‘una, o in altra forma, che sia per godere l’indulgenze concesse per dette Messe, e parte di dette Messe voglio che si celebrano da Padri della

redentione de Cattivi nelle loro Chiese della Trinita delli Spagnuoli, e dell’altra Chiesa loro, che sta alla

Cesarea.

Item dichiaro, come nell’Eredita del quondam signor don Eliggio Sersale mio zio restò una boffetta di lavoro a mosaico di pietre preziose, quale non si divise, e restò in mio potere, e da me vi fu fatto a proprie

spese il piede indorato, e perché nell’Eredita del medesimo quondam signor don Eliggio vi restarono ancora

docati mille dovuti a detta Eredita dal quondam don Geronimo Sersale Principe di Castelfranco Padre dell’odierno signor Principe, come per bollettini del medesimo quondam signor Principe don Geronimo; in

virtù del quale si dichiarava debitore di detto quondam signor don Eliggio, et appare dal processo del

Preambolo di Vicaria in Banca di Salerno, de quali docati mille ne spettano per mia porzione docati cinquecento, che però voglio, che nel caso che detto odierno signor Principe di Castelfranco pretendesse la

meta di detto boffettino sia tenuto pagare, e sborzare a detti miei Eredi li sudetti docati cinquecento, che mi

spettano di mia porzione di detti docati mille di bollettini, perché tal è mia volonta.

Item dichiaro per notizia di detti miei heredi, che tanto il Testamento del quondam signor don Giulio Sersale mio Padre, quanto li Capitoli Matrimoniali tra detto quondam signor don Giulio, e la detta signora

donna Eleonora furono stipulati per mano del quondam Notar Carlo Aniello Fiorentino di Napoli, e che da

detta signora mia Madre non fu fatta nessuna rinunzia in detti Capitoli Matrimoniali, per lo che li restano salve le raggioni per lo pareggio, et altro sopra li beni del detto quondam signor duca di Marigliano suo

fratello morto senza figli mascoli.

Item dichiaro tenere un grosso credito col detto signor Principe di Castelfranco, come appare per scritture, e cautele per mano del quondam Notar Giovanni Antonio de Blasi di Napoli, che però voglio, che detti miei

Eredi attendano alla ricuperazione di detto credito.

Item dichiaro, come il quondam signor Diego Sersale Arcivescovo di Bari mio Prozio lasciò docati

dodicimila, de quali ordinò, che ne fusse usufruttuario sua vita durante detto quondam signor don Eliggio Sersale suo fratello, e doppo la morte di quello detti ducati dodicimila di Capitale dovessero dividersi tra

detto signor don Geronimo Sersale Principe di Castelfranco, et il quondam signor don Giulio Sersale mio

Padre Nipoti di detto Arcivescovo, ma poi in ultimis costituito detto quondam signor don Eliggio fé il suo Testamento per mano del detto quondam Notar Giovanni Antonio De Blase, nel quale lasciò suoi Eredi

l’odierno signor Principe di Castelfranco figlio di detto quondam signor Principe don Geronimo, e me, con

condizione però espressa, che detto signor Principe non possa pretendere li docati seimila meta delli detti

docati dodicimila, et a rispetto dell’altri docati seimila di mia portione non vi pose tal condizione, perloche quelli restano liberi a mio beneficio, et a mia disposizione.

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Item voglio, ordino, et espressamente comando, che nel caso che detti Reverendi Padri di detti luoghi da

me istituiti Eredi, come di sopra non volessero, o non potessero accettare la mia Eredita; in tal caso nella

medesima mia Eredita succedano, e debbiano succedere le due case de Reverendi Padri Pij operarij di questa Citta, cioè quella di San Giorgio Maggiore e quella di San Nicola alla Carita, quali da hora l’istituisco e

costituisco miei heredi pro equali parte, et portione colli sudetti oblighi, e pesi secondo stanno instituiti detti

luoghi de Padri Ministri degl’inferni, seu Cruciferi, come di sopra perché tal’ è mia volonta. Item anche per notizia di detti miei Eredi dichiaro, come a tempo che mi casai con la quondam signora

donna Anna Maria Pisanelli nelli Capitoli Matrimoniali firmati sotto li 5 ottobre 1689, che si conservano dal

magnifico Notar Giuseppe Raguccio di Napoli tra l’altre cose in quelli contenute da detta signora donna

Eleonora Mastrilli mia Madre mi fu fatta donazione di docati quattromila, e cinquecento di Capitale con la rata della sua annualita della summa di ducati cinquemila, e per essi annui docati duecento cinquanta

consequendi dal detto quondam signor Duca di Marigliano suo fratello, et anco dal detto signor don Eliggio

Sersale mio fratello mi furono donati li docati mille, de quali detto signor don Eliggio poteva disponere in vigore della potesta datali dal detto quondam signor don Giulio Sersale commune Padre, come anche mi

donò ogn’altra cosa, che li spettava, o havesse potuto spettarli, e pervenirli in qualsivoglia modo.

Item similmente per notizia di detti miei Eredi dichiaro, che quanto possiede detto signor don Eliggio mio fratello è solamente vitalizio così lo che mi lasciò detto quondam signor don Giulio notstro commune Padre,

come quello li lasciò il detto quondam signor don Eliggio nostro commune zio.

Item voglio, ordino, et espressamente comando, che volendo la sudetta donna Maria Mastrilli comprare

qualche cosa della mia Eredita, ed in tutto, o in parte de Mobili argenti, ed ogn’altra cosa, che li piacesse debbia esser preferita a tutti, e star intesa quando si venderanno dette mie robbe a fine di poter applicare alla

compra suddetta se Ii piacera, e se li debbiano dare per il prezzo, che si trovera dagl’altri, ed il medesimo

s’intenda anche de stabili, e di tutta la mia Eredita, purché però servano per essa, o per il signor Donato Antonio Sagusto (sic) suo marito, e per le sue figlie non volendo però, che comprino per altri perché così è

mia volonta.

Item voglio, che a tempo seguita la mia morte, il mio Cadavere debbia portarsi a sepellire in Chiesa

vestito con veste di Religioso. Item voglio, che seguita la mia Morte detti miei Eredi debbiano dare al Real Monte della venerazione del

santissimo Sacramento di questa Citta qualche carita secondo a loro parera, e piacera.

Item voglio, che ritrovandosi doppo mia morte qualche foglio, o viglietto sotto, e firmato di mia propria mano concernente a qualche disposizione di qualch’altra cosa della mia Eredita si debbia dar fede a detto

viglietto, e foglio, e mandarsi in esecuzione inviolabilmente da detti miei Eredi quanto in quello da me sara

disposto, et ordinato, e che habbia l’istesso vigore come se le parole di esso fussero distintamente scritte, e notate nel presente mio Testamento, e voglio ancora che se detto vigletto, o foglio si ritrovasse disposto

dando, o togliendo a qualcheduno qualche cosa contro la forma del disposto mio Testamento si debbia

similmente dare esecuzione al contenuto nel medesimo viglietto, o foglio come se fusse il medesimo

presente mio Testamento perche tal è mia volonta. E finalmente instituisco e fo esecutore del presente mio Testamento ed ultima volonta l’Illustrissimo

Monsignor Nunzio Apostolico di questo Regno di Napoli, che a tempo della mia morte si trovera in questa

Citta, al quale do, e concedo l’onnimoda (sic) potesta che si ricerca in ademplire, e far ademplire il tutto, e quanto è stato da me disposto, et ordinato col presente mio Testamento, perche tal è mia volonta.

Voglio per ultimo, che nel caso che detto don Eliggio mio fratello premorisse alla detta donna Maria

Mastrilli perloché si estinguera la porzione del vitalizio che tiene detto don Eliggio sopra detto mio palazzo; in tal caso la detta porzione del detto don Eliggio sopra detto palazzo vada ancor a beneficio di detta donna

Maria sua vita durante nel modo e forma che si è detto per rispetto di dette altre mie porzioni dell’istesso

palazzo perche tal è mia volonta.

Io don Annibale Sersale Conte di Casamarciano ho disposto come di sopra.

Fo fede io […] Notaro Nicolò Coccorese di Napoli che a dì venti Marzo mille settecento quindici in

Napoli Il magnifico Dottor Nicolò Daniele Procuratore con spezial mandato della signora Donna Maria Mastrilli Vedova, in virtù di Istromento di detta Procura rogato per il magnifico Notaro Giovanbiase

Riccardi, fede del quale per me si conserva nel sottoscritto Istromento, ha confessato avere ricevuto ed avuto

dalli signori Donna Isabella Mastrilli Duchessa di Marigliano, e Don Giovanni Mastrilli Marchese di Gallo

coniogi ducati cento sessanta per lo banco sacro Monte Pieta di detta Citta di Napoli, di denaro sistente in detto banco in credito di detti signori Duchessa e Marchese coniogi, et ad essi pervenuti fra la somma di

docati duemila novecento sessantadue 2.10 dall’Abate signore don Federigo Pappacoda per causa della

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vendita da essi signori coniugi, e ciascuno d’essi in solido fattali, col patto di retrovendere quandosivoglia

detti annui ducati cento quarantotto, e grana 2 in virtù d’Istromento rogato da me a dì 22 novembre del

passato anno 1714, al quale in ogni cosa s’abbia relazione, o vincolato sincome nella partita di detto banco si contiene. E detti ducati cento sessanta sono a complimento di docati cento settantacinque 2.10, atteso l’altri

docati quindici 2.10 a detto complimento l’ha detta signora donna Maria da detti signori Coniogi ricevuti de

contanti, e sono cioè ducati cento trentacinque d’essi per tanti se li debbono per lo dispegno del Sacro Monte di Pieta di certo argento d’essa signora Donna Maria Mastrilli, consistente in un bacile piano grande, una

coccia grande per la barba, una guantiera, et una sottocoppa bassa di piede propj di essa signora Donna

Maria in detto banco pignorati dal fu Signore Conte di Casamarciano Don Annibale Sersale che poi nel suo

testamento ordinò, che si spignorasse, per lo quale in virtù di transazione colli Padri delle Crocelle sta spedito esecutorio contro il quondam Fra Eligio Sersale prima Conte di Casamarciano erede di quello, in

banca di Formicola, presso lo scrivano Santaniello, e li restanti ducati quaranta 2.10 compimento di detti

ducati cento settanta cinque sono per l’interessi dovuti a detto banco per detto pegno, con che stante il suddetto pagamento, e sodisfazione di detta somma, e restituzione fatta a detta signora Donna Maria della

cartella del detto pegno, quello da oggi avanti resta in detto Monte a risico, pericolo, e fortuna di detta

signora Donna Maria per qualsivoglia causa, e caso eziandio fortuito, e per fatto di Principe. Per li quali ducati cento sessanta come sopra ricevuti, e pervenuti da detto signor Pappacoda detto Dottor Nicola in detto

nome citra pregiudizio della cessione de ragioni fatte a beneficio del detto signor Abate Don Federigo

Pappacoda, e quella restando ferma, ha quietato l’eredita, e beni del detto signor Conte Don Annibale

Sersale, e parimente del detto fu fratello Eligio Sersale prima Conte di Casamarciano, e seguentemente detta signora Duchessa di Marigliano erede di quello di detti ducati cento settanta cinque 2.10 come sopra ricevuti

per detto pegno, e vivo interesse, anche per […] stipulazione siccome più ampiamente apparisce

dall’Istromento rogato da me, al quale mi rimetto. Ed in fede […]

Si dichiara da me sottoscritta havere ricevuto dalla signora Duchessa di Marigliano donna Isabella

Mastrilli due orologi, cioè uno di repetitione, ed un’altro smaltatoverde fatto a modo di pesetto con alcuni

diamanti, e sono l’istessi, che mi lasciò il quondam illustre Conte di Casamarciano don Annibale Sersale,

come dal suo testamento, al quale s’habbia relatione. Napoli 10 Aprile 1718 ….

Io Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano havendo fatto gli anni passati il mio Testamento in

scriptis chiuso, e sigillato, e quello dato a conservare in potere di Notar Nicolò Antonio Collocola di Napoli con haver istituiti i miei eredi e fatto in esso diverse disposizioni, e legati, e poi li giorni passati nella Villa di

Portici fatto un codicillo similmente in scriptis, chiuso, e sigillato, e quello parimente dato a conservare al

medesimo Notaro Nicolò Antonio; Come che in detto Testamento, e Codicillo mi riserbai espressamente la

potesta di fare uno, o più fogli, ordinai medesimamente che ritrovandosi qualsivoglia di essi fogli doppo mia morte sottoscritto di mia propria mano da miei eredi si dovesse dare esecuzioni inviolabile alquanto ne’

medesimi fogli si ritrovasse disposto, e dichiarato nel modo, e forma come fusse spiegato in detto

Testamento, e Codicillo: che però avvalendomi di detta facolta fo il presente foglio, quale voglio che vaglia, et habbia forza come fusse codicillo, legato, donazione causa mortis et in ogni altra miglior via che dalle

leggi mi vien permesso, volendo che da detti miei eredi istituiti si debbia mandare a debito effetto giusta la

sua forma, serie, continenza, e tenore.

Primieramente ratificando, emologando (sic), et accettando quanto da me si ritrova disposto in detto testamento e Codicillo, a beneficio della signora donna Maria Mastrilli. Lascio ancora alla medesima signora

Donna Maria Mastrilli tutte le Carrozze e giumente, e tutte li ordegni, e cose concernenti a dette Carrozze, e

giumente, anche quelli da me descritti nell’Inventario da me fatto di mia propria mano e che si trova dentro del Tiraturo della Scrivania della mia Camera.

Item lascio alla detta signora Donna Maria quattordeci recipienti d’argento quali se li debbiano subito

consegnare senza contradizzione veruna, e se li debbia anco consegnare tutta la Liccolata (sic), che si ritrovera in Casa a tempo di mia morte.

Item voglio che ritrovandosi mancanti mobili di quelli da me descritti in detto Inventario, non si debbia da

miei eredi dar molestia alcuna a detta signora Donna Maria purche detta mancanza non ecceda`la summa di

docati cento tantum et affinche non succeda frode circa detti mobili, voglio che de medesimi mobili, e quali essi siano se ne debbia stare alla fede, et attestato di Anna d’Avella, la quale ne sta pienissimamente intesa

per passare tutti per le sue mani, alla quale Anna oltre di quello da me lasciato nel detto mio Testamento e

Codicillo, li lascio ancora docati diece pro una vice da sodisfarseli subito seguita la mia morte, acciò preghi Iddio per me.

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Item dichiaro, come in detto mio Testamento e Codicillo ho lasciato a detta signora donna Maria

l’abitazione del mio Intiero palazzo nel Vico della Lava, e dell’altra Casetta, che corrisponde al Vico di

Santa Maria d’Agnone durante però la vita di essa signora Donna Maria come in detto Testamento e Codicillo si contiene, al presente voglio, et ordino che non volendo detta signora Donna Maria accettare il

legato di detta abitazione, in tal caso in luogo di detto legato d’abitazione lascio alla detta signora Donna

Maria docati duemila pro una vice, in sodisfazione de’ quali siano tenuti li miei eredi assegnare alla medesima signora donna Maria la consimil summa di docati duemila lasciatami dalla beata memoria del

quondam signor Duca di Marigliano mio zio, e mi si devono dalla signora Duchessa di Marigliano sua figlia,

et erede alla raggione di cinque per cento mediante Istromento per mano di Notar Collocola, e non volendo

né tampoco detta signora Donna Maria accettare l’assegnamento di detto Credito di Marigliano, siano tenuti li medesimi miei eredi di pagare a detta signora Donna Maria detti ducati 2000 fra un’anno dal dì di mia

morte senza interesse. Verum volendo la detta signora Donna Maria per detti ducati 2000 pigliarsene mobili

della mia eredita subito seguita la mia morte, detti miei eredi siano tenuti di darli detti mobili, quelli però, che s’eliggera detta signora Donna Maria precedente apprezzo da farsene da esperti per detti ducati 2000

perche tal’è mia volonta.

Item dichiaro, come gli anni passati la signora Donna Lice Sanfelice improntò a me, et a detta signora Donna Maria ducati cinquecento, de’ quali ne sono stati restituiti ducati cento, e remasto detto debitoin altri

ducati quattrocento, voglio, che tutti detti ducati 400 si debbiano sodisfare a detta signora Donna Lice dalla

mia eredita.

Item lascio a Donna Flora Sausto il sottanello di colore incarnato tutto ricamato. Item voglio, che ritrovandosi bollettini da me fatti a qualsivoglia persona per qualsivoglia causa

sottoscritti però di mia propria mano, quali non fussero sodisfatti, voglio dico si debbiano sodisfare da detti

miei eredi con ogni prontezza. Item dichiaro, che in potere del Dottor Signor Nicola Daniele si ritrova la maggior parte delle scritture

appartenenti a miei Interessi; che però incarico alla sua puntualita a darle subito a detti miei eredi con tutti li

lumi necessarij per lo disbrigo delle cause.

Item voglio, che tutte quelle altre scritture, che si ritrovano in mia Casa dentro del scrittorio, non si possano toccare in modo alcuno, e da persona veruna, ma quelle anche pigliarsele propria authoritate detto

Dottor Nicola, e doppo riconosciute, et osservate debbia il medesimo Dottor Nicola darle, cioè, quelle

saranno similmente concernenti alli interessi di mia Casa a detti miei eredi, e tutte quelle che saranno concernenti all’interessi di detta signora Donna Maria consegnarle alla stessa signora Donna Maria.

Item lascio a detta signora Donna Maria un’altro orologio da pigliarselo a sua elezione, e questo oltre

dell’altro orologio d’oro lasciatoli in detto Testamento, e Codicillo. Item dichiaro, che in potere del signor Francesco Palomba si ritrovano da me impegnati cento zecchini,

due cateniglie d’oro et alcune doppie per docati cinquecento inclusi in essi li docati sessanta contenuti in un

bollettino da me fattoli; voglio che da miei eredi si debbiano sodisfare a detto Francesco li suddetti ducati

500 e farsi restituire detti zecchini, cateniglie, e doppie. Item voglio, che il baguglietto di vacchetta dentro del quale vi è un’altro baguglietto di ligno aloe con

fornimenti d’ottone dentro del quale vi sono diversi vasetti di medicamenti regalatomi dal signor Francesco

de Bellis si dia, e li lascio al medesimo don Francesco, al quale anche lascio il picciolo quadretto di rame con cornice che finge farluca regalatomi parimente dal medesimo signor Francesco.

Item dichiaro tenere in pegno da Francesco Caccietta una bottonera di sciamberga di Christaler & Rocca

per docati cinque, che però portando detto Francesco li suddetti docati cinque, se li restituisca detto pegno. Item voglio si bonifichino alla detta signora Donna Maria docati duecento per tanti fattici improntare per

mio servizio, e spesi per la mia infermita.

Incarico quanto posso alla detta signora Donna Maria a ritirarsi con le sue figlie dentro qualche

Conservatorio condecente acciò possa far risparmio delle sue entrate e avanzare l’interessi per dette sue figlie, e voglio, che per tutti li quattro di Maggio venturo detta signora Donna Maria non possa essere

ammossa dall’abitazione di detta Casa nel caso non volesse accettare il legato di detta abitazione ut supra.

Item lascio al Reverendo Parroco della Parochia di Santa Sofia docati diece pro una Vice tantum per servizio del Santissimo di detta Parochia.

Item dichiaro che se bene da me fussero stati fatti due altri fogli, uno sotto li 7 e l’altro sotto li 11 del

corrente mese di Febraro, ad ogni modo li medesimi fogli me l’ho ripigliati, e da me sono stati laterati.

Restando fermo tutto lo di più da me disposto et ordinato in detto Testamento, e Codicillo, per quelle cose però che non fussero contrarie al disposto, e dichiarato nel presente foglio.

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Item lascio al signor Don Tomaso due Tabacchiere delle migliori che io tengo, quali se li possa pigliare a

sua elezzione per memoria mia.

Item dichiaro, che la beata memoria della signora Contessa di Casamarciano mia madre lasciò a Giulio, et Eligio figli di Catarina di Simone, che per Carita sono in mia Casa docati trecento, cioè docati

centocinquanta per ciascheduno, come dalla disposizione, e fogli fatti da detta quondam signora Contessa;

voglio che li miei eredi debbiano procurarceli di esiggere, affinche di quelli possano detto Giulio, et Eliggio servirsene in quello li bisognara, quando piglieranno stato e questi oltre di quello da me disposto con loro

beni fatto nel detto mio Codicillo.

E finalmente io suddetto Conte mi riserbo la potesta, e facolta di poter rivocare, moderare, aggiungere, e

mancare quello che mi parera, e fare uno, o più altri fogli come mi parera, e piacera, a mio arbitrio, e volonta. Napoli 16 febraro 1712.

Io Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano ho disposto […]

In virtù di detta facolta riserbatami di aggiungere al presente foglio lascio alla signora Donna Maria

Mastrilli il quadretto della Scola di Rubino con l’imagine della Madonna, Giesù Christo e San Giuseppe per

memoria mia. Lascio anco a Donna Nora Sausto l’indirizzo di ureccini (sic), e perle consistenti in cannacca, gioia di

petto, fioccagli e manilli in riguardo dell’affettuosa assistenza da essa fattami nella presente mia

indisposizione.

Napoli 7 marzo 1712. Io Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano ut supra.

In oltre in virtù di detta facolta di aggiungere, dichiaro che tutte le scritture concernenti all’interessi di detta signora Donna Maria sono state da me consegnate gia alla medesima signora Donna Maria e però detto

Dottor Nicola Daniele non possa esser molestato per dette scritture: restando bensi tenuto detto Dottor Nicola

a consegnare a miei heredi le scritture improprie, che sono in suo potere, e concernenti alla mia eredita.

Item dichiaro, che se bene sono pervenute in mio potere molte quantita dall’affitti della Cerra, ad ogni modo poi sono state da me spese per detta causa d’affitto, et altro, come appare dalle partite de’ pagamenti

fatti per il Banco della Pieta. Napoli 14 maggio 1712.

Io dichiaro Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano. […]

APERTURA CODICILLORUM QUONDAM DOMINI ANNIBALIS SERSALIS COMITIS CASAMARCIANI

Eodem die quinto decimo mensis Maij 1712 Neapoli Coram Domino Regio Consilierio Francisco

Antonio Prota; Ad preces nobis factas pro parte administratoris Reverendi Patris Domini Nicolae Maresca

Praefecti Religionis Reverendorum Patrum Ministrantium infirmis personaliter accessimus ad Palatium

quondam Illustrissimi Domini Annibalis Sersalis Comitis Casamarciani situm in hac Civitate Neapoli in Regione Capuana in loco dicto il Vico della Lava, et dum essemus ibidem, ipse Pater Dominus Nicolaus

nomine locorum dictae Religionis sistentium in hac dicta Civitate Neapoli asseruit coram nobis mensibus

praeteritis dictum quondam Dominum Annibalem Sersalem Comitem Casamarciani quosdam suos in scriptis clausos, et sigillatos condidisse codicillos in Villa Portici, et per eum fuisse mihi consignatos per me fideliter

conservandos, voluisseque in eisdem, quod sequuto eius obitu, codicillos ipsos in praesentia Iudicis, et

testium interventorum clausurae isporum, sive aliorum in numero opportuno loco absentium per me praedictum Notarium aperiri, et publicari debuisse, ad Instantiam cuiuscumque Interesse pretendentis super

hereditate dicti quondam Domini Comitis Annibalis absque decreto Curiae, et sine sollemnitate qualibet, et

per exequutores per eum ordinatos debite exequutioni (sic) domandari iuxta isporum codicillorum seriem

formam continentiam, et tenorem, et in eadem voluntate codicillandi perseverantem, vitam cum morte commutasse, ob cuius obitum sequutum oportet fieri apertura illorum, ad hoc, ut de illis et contentorum in eis

notitia habeatur, et exequutio ipsorum fieri possit; idcirco dictus Pater Dominus Nicolaus nomine quo supra

putans dictorum locorum eius Religionis interesse et ad ipsum dicto nomine spectare onus aperiri faciendi codicillos praedictos Nos praedictos Judicem, Notarium, et testes subscriptos ex Regia parte requisivit, et ex

sua dicto nomine rogavit, actente nostrum super hoc officium, quod publicum est implorando, ut recognitis

ipsius dictis codicillis, et subscriptionibus in dorso illorum appositis, codicillos ipsos aperire, legere, et

publicare debuisse iuxta mentem, et voluntatem dicti Domini Comitis Domini Annibalis Codicillantis; Cuius requisitioni, et precibus tamquam iustis benigne annuentes, et quia officium nostrum publicum est, illudque

nemini denegare possumus, neque debemus, praesertim in iis, quae honestatem sapiunt, et requirunt, et quia

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iusta petebat, et iusta petentibus non est denegandus assensus; Ideo codicilli praedicti per me praedictum

Notarium exhibiti, et ostensi fuerunt, in ipsius Patris Praefecti Nicolai dicto nomine praesentia, ac dicti

Domini Regii Consiliarij Prota, ac etiam Joannis Andreae Ranucci de Neapoli Iudicis ad Contractus. Nec non Reverendi Domini Leonardi Sodano, Domini Dominici Avossa, et Joseph Pandolfo, qui clausurae dictorum

codicillorum interfuerunt, nec non Reverendi Domini Nicolai Grosso, et Venerabili Reverendi Domini

Notarij Vincentij Collocola subrogatorum loco, Venerabilium Reverendorum Dominorum Nicolai Antonij Cepollaro, et Salvatoris Buonanni testium absentium qui tempore clausurae dictorum codicillorum

interfuerunt pro testibus. Per quos omnes visis, et diligenter inspectis dictis Codicillis, recognitisque sigillis,

et subscriptionibus in dorso ipsorum appositis, et factis in eisdem nullam maculam, nullumque dolum

fraudem vitium, aut suspicionem intervenisse apparuit, et occulta fide vidimus, et affirmamus, et propterea Codicilli praedicti in praesentia dicti Patris Nicolae dicto nomine, et ad illius Instantiam id petentis, et

volentis, aperti et lecti fuerunt, per me praefatum Notarium, et a parte ea tenor dictorum Codicillorum erat

prout sequitur. Die quarto mensis Februarij millesimo septincentesimo duodecimo Neapoli.

Inseratur Clausura dictorum Codicillorum una cum subscriptionibus testium interventorum.

Et a parte interiori dictorum Codicillorum erat similiter prout sequitur.

Inserantur Codicilli.

Post quorum quidem Codicillorum aperturam dictus Pater Nicolaus nomine quo supra; Nos praedictos

Iudicem, Notarium, et testes ex Regia parte requisivit, et ex suo dicto nomine rogavit nostrum super hoc officium, quod publicum est implorando, quod de praedictis omnibus, et coram singulis in dictis Codicillis

contentis conficere deberemus unum, duo, et plura publica Instrumenta ad dicti Patris Nicolai,

praedictorumque locorum dictae Religionis, eiusque Reverendorum Patrum, ac (sic) omnium, et singulorum

quorum inde interest, et interesse potuerit, quomodolibet in futurum certitiudine et cautela […].

Io Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano, havendo fatto gli anni passati, e propriamente sotto li 2

di settembre 1707 il mio Testamento in scriptis, e quello dato a conservare a Notar Nicolò Antonio Collocola di Napoli con haver in detto Testamento istituiti i suoi eredi, e fatti molti legati, e disposizioni, et essendo la

nostra volonta variabile e mutabile sino all’ultimo di nostra vita; Perciò confermando, ratificando, et

accettando il sudetto Testamento per quello cose però, che non fussero contrarie alla presente mia disposizione e Codicillo, ho fatto, e fo questo mio Codicillo, quale voglio, che vaglia per raggion di Codicillo

in scriptis, per raggion di Codicillo nuncupatico, legati, donazioni, causa mortis, e per ogni altra miglior via,

e modo, che posso, e dalle leggi mi vien permesso, e voglio, che da miei eredi istituiti in detto Testamento si

debbia mandare a debito effetto giusta la sua forma, serie, continenza, e tenore, e mente di me Codicillante. Primieramente io suddetto Conte Codicillante dichiaro, come nel detto mio Testamento ordinai a miei

heredi, che dovessero pagare a Detta Eleonora Sersale mia figlia naturale monaca nel Venerabile

Conservatorio di Santa Maria del Soccorso di questa Citta docati cento per la sacristia per la prima volta, che la fara, quatenus da me non si ritrovassero sodisfatti in vita, e perché detto legato di docati cento sta gia da

me adempito, per esserseli sodisfatti di docati cento, che però detta Donna Eleonora non possa pretendere

cos’alcuna per detto legato, restando solo in piedi l’obligo da me fatto di corrisponderli gli annui docati ventiquattro sua vita durante tantum servata la forma dell’Istromento rogato per mano del quondam Notar

Nicola Gratiano di Napoli.

Item dichiaro, come a rispetto de gli argenti, che la beata memoria del quondam signor Don Marcello

Mastrillo Duca di Marigliano mio zio nel suo ultimo Testamento ordinò, che mi si dovessero consegnare subito seguita la sua morte, e da me vendere e dal prezzo di essi ritenermene docati duecento per esseguirne

quel tanto, che mi haveva comunicato ad aures, et il di più impiegarlo in compra, o compre a mia elezzione,

et assegnarli alla Colleggiata Chiesa della sua Terra di Marigliano, acciò del frutto, et entrade di dette compre se ne celebrassero messe alla raggione di due carlini l’una per l’anima del detto quondam signor

Duca, quali argenti furono da me distintamente descritti nel detto mio Testamento, e per non essermi stati

consegnati, nel medesimo Testamento ordinai, che detti argenti si dovessero consegnare alli miei eredi, li

quali restassero tenuti farli vendere, e del prezzo pigliarsene li suddetti ducati 200 e celebrarne, o farne celebrare messe per l’anima del detto quondam Duca e del di più farne compra, et assegnarla alla detta

Colleggiata Chiesa di Marigliano per la Celebrazione di dette messe disposte dal medesimo quondam signor

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Duca nel detto suo Testamento. E perche poi nell’Istromento passato tra me, e la signora Donna Isabella

Mastrilli, Duchessa di Marigliano sua figlia per mano del detto Notar Nicolò Antonio Collocola, fu

convenuto, che per detti argenti si dovesse espettare (sic) la stima da farsene da gli esperti, e nel caso, che dal Tribunale della Reverenda Fabrica, o da altro Tribunale si pretendesse, che detto argento sia di maggior

quantita di quello descritto dalla detta signora Duchessa appresso gli atti della lite intentata, in detto caso io

non restassi tenuto a cosa alcuna, ma tutto il peso restasse a detta signora Duchessa, la quale anche dovesse eseguire la volonta di detto quondam signor Duca Suo padre, però del prezzo di detti argenti me ne dovesse

pagare li suddetti docati 200 come dal detto Istromento, quali docati 200 mi sono stati gia pagati da detta

signora Duchessa, che però detti miei eredi rispetto a detti argenti non restino tenuti a cos’alcuna ma il peso

dell’adempimento di dette messe resta a detta signora Duchessa servata la forma di detto Istromento non mancando pero di incaricare a detti miei eredi che invigilino con tutta l’attenzione dovuta, che detta signora

Duchessa esegua la volonta di detto signor suo padre, acciò non sia defraudato del suffragio dovuto all’anima

sua, con implorarci anche il braccio della Reverenda fabrica, quando fusse necessario. Item lascio alla signora Donna Maria Mastrilli figlia naturale del detto quondam signor Duca di

Marigliano mio zio l’habitazione dell’intiero Palazzo, e Casetta a Santa Maria d’Agnone, qual Palazzo sta

nel Vico della Lava durante la vita di essa signora Donna Maria tantum, con la facolta ancora di poterli locare, conforme li pare, e piace, e con peso ancora di corrispondere, e pagare durante la sua vita al detto

Don Eliggio Sersale gli annui docati ottanta due convenuti corrisponderseli durante la vita di esso signor Don

Eliggio mio fratello in conformita delle Minute gia fatte, e che dovranno stipularsi, per tutto quello, che li

possono spettare sopra detto Palazzo, secondo li Decreti del Sacro Regio Consiglio interposti a relazione del Regio Sacro Consigliero Don Filippo Caravita e Regio Consigliero Don Giovanni Battista Ravaschiero, e

doppo la morte di detta signora Donna Maria detto intiero palazzo col detto peso resti a disposizione di detti

miei eredi. Item lascio a detta signora Donna Maria l’orologgietto d’oro smaltato verde con diamanti l’istesso

lasciatoli nel detto testamento con altre gioie, cioè una crocetta per petto col suo passante di diamanti, et un

paro di orecchini pure di diamanti, qual crocetta, passante, et orecchini con un’altro diamante un’anello li

sono stati da me gia consegnati, e resta solo da darseli detto orologgietto. Item lascio ad’Anna d’Avella di Nola ritrovandosi a miei servizij a tempo di mia morte docati otto l’anno

dal giorno di mia morte avanti, e durante la vita di essa Anna non ostante che in detto Testamento da me se li

fussero lasciati docati sei l’anno. Item voglio, che li docati trecento da me disposti in detto testamento per Celebrazione di messe per

l’anima mia si debbono da detti miei heredi far celebrare in quelle Chiese che a loro parera, quale

celebrazione debbia farsi fra un mese dal dì di mia morte. Item dichiaro, che la donazione fattami dal detto signor Don Eliggio mio fratello in tempo mi casai fu

solamente della summa di docati mille che poteva disponere per la facolta concedutali dal quondam signor

Don Giulio commune Padre, e non di altro.

Item dichiaro, come mi ritrovo in solidum obligato con detta signora Donna Maria e suoi figli, et eredi del quondam Dottor Donato Antonio Sausto al signor Don Francesco Caracciolo Duca di Miranda nella summa

di docati settemila di capitale con la loro annualita in virtù di cedole rogate in curia di detto Notar Collocola

in due partite, una di docati cinquemila, de’ quali se ne pagarono docati 2000 a Giuseppe Lo Gatto, per tanti se li dovevano da detto quondam Dottor Donato Antonio secondo l’in solidum obligazione di detta signora

Donna Maria, e nell’altra altri ducati 2000 in modo che da detti ducati 7000 dedotti detti ducati 2000 pagati

per l’estinzione del debito di detto Gioseppe, restano ducati 5000 de’ quali se ne dovrebbero da me pagare la meta importante docati 2500, voglio, che guadagnando detta signora Donna Maria la lite col signor Conte

della Cerra tutti detti ducati 5000 si debbiano da lei sodisfare, e non guadagnandoli li miei eredi restino

tenuti, e soggiacciano a sodisfare di detti ducati 2500 dalle mie robbe al detto signor Duca di Miranda, e lo di

più si debbia sodisfare da detta signora Donna Maria, et eredi di detto quondam Donato Antonio. Item dichiaro, che tutti quelli mobili, et altre robbe, che si ritrovano nel quarto, dove abita detta signora

Donna Maria, sono suoi proprij, e però sopra di quelli non se li debba dare impedimento, o molestia alcuna

da miei eredi; mentre a rispetto delli miei mobili, et altro, vi è Inventario fatto di mia propria mano, che sta nello Tiraturo della scrivania d’ebano dentro la mia Camera, al quale Inventario si debbia dare inviolabile

credenza.

Item lascio al Dottor Signor Nicola Daniele pro una vice docati quaranta da sodisfarseli subito seguita la

mia morte in segno dell’affetto li porto, e della gran puntualita da me esperimentata della sua persona in tutti li miei negotij, et Interessi.

17

Item lascio al signor Duca di Cerisano due quadri de miei da prenderseli a sua elezzione per memoria

mia.

Item lascio a tutte le genti di mio servizio, cosi maschi, come femine una mesata di più per ciascheduna di quelle che dovessero conseguire, qual mesata, che dovessero conseguire voglio anche se li sodisfi per intiero,

anca che non fusse terminato il mese, ma cominciato.

Item voglio, che ritrovandosi doppo mia morte qualche foglio sottoscritto da me di mia propria mano, si debba da miei eredi eseguire quanto in detto foglio si contenera, nel modo, e forma che fusse espresso nel

presente mio codicillo.

Item raccomando quanto posso all’infrascritti miei esecutori cioè signor Duca di Cerisano e signor Don

Donato Francone a tenere protezzione particolare della detta signora Donna Maria povera Vidua, alla quale anche raccomando, che voglia ne suoi bisogni, et Interessi obbedire a detti signori, e non appartarsi da loro

prudenti consigli.

Item dichiaro, che tutte le cartelle de’ pegni che sono in casa sono sopra argenti miei, eccetto una sola cartella che è la più grossa, quale è di detta signora Donna Maria fatta sopra pegno di una cocciola per barba,

un bacile grande piano, una sotto coppa, et una guantera (sic).

Item lascio a Francesco Gogliucci il mio spadino d’argento bianco. Item dichiaro havere per carita cresciuti, et allevati in Casa due figlioli di Catarina de Simone, uno

chiamato Eliggio, e l’altro Giulio, voglio che detti Reverendi Padri miei heredi habbiano cura di allevarli con

la loro solita carita, et applicarli alle virtù, et al santo timore di Dio, e poi incaminarli a farli religiosi

sacerdoti però della loro religione, con darli, e somministrarli quel tanto li parera consono per loro vitalizio dalli frutti, et entrade della mia eredita, e nel caso, che non fussero habili a farsi religiosi sacerdoti di detta

religione, debbiano farsi religiosi nel monastero di Santa Maria della Parete Padri ben fratelli, con darseli

similmente quanto li bisognara, e quando detti Padri della Passione non volessero riceverli in tal caso si debbiano fare religiosi dove si potra, e fra tanto, che non saranno d’eta a farsi religiosi, come di sopra, se li

debbia da detti Padri miei eredi sommistrare (sic) il vitto necessario secondo la loro condizione, dove ad essi

meglio parera, e piacera, pregando li medesimi Padri ad usarli ogni carita, acciò possano vivere

onoratamente e da buoni Cristiani. Item lascio alla signora Donna Camilla Carlotta Sersale mia sorella monaca a San Marcellino docati diece

ogni anno sua vita durante tantum, acciò preghi Iddio per me.

Item dichiaro per maggior cautela, che a rispetto delli detti docati 5000 fra detta maggior summa dovuta a detto signor Duca di Miranda, nel caso, che si guadagnasse detta lite col sudetto signor Conte della Cerra, e

non si potesse per intiero sodisfare detto debito di detto signor Duca, ma parte di esso, in tal caso la mia

eredita soggiaccia a supplire il mancamento sino però alla detta summa di ducati 2500, e nel caso che si guadagnasse detta (sic) si trovasse guadagnata detta lite e non sodisfatto detto debito, anche voglio che da

miei eredi si debbiano sodisfare detti docati 2500, e lo di più resti a carico di detta signora Donna Maria, et

eredi di detto Sausto.

E finalmente istituisco esecutori del detto mio testamento, e del presente codicillo li detti signori Duca di Cerisano, e don Tomaso Francone, a quali do, e concedo tutta la potesta necessaria di adempire, e fare

adempire quanto da me sta disposto in detto testamento, e nel presente codicillo, e resta revocata l’istituzione

d’altro esecutore fara in detto testamento, perche tal è mia volonta. Io Don Annibale Sersale Conte di Casamarciano ho disposto ut supra […]

18

APPENDICE SECONDA

PROSPETTO DEI PAGAMENTI EFFETTUATI SUI CONTI CORRENTI

INTESTATI AD ANNIBALE SERSALE CONTE DI CASAMARCIANO

TRATTI DAI GIORNALI COPIAPOLIZZE DI CASSA DEGLI ANTICHI BANCHI PUBBLICI NAPOLETANI

CONSERVATI PRESSO L’ARCHIVIO STORICO DEL BANCO DI NAPOLI

Qui di seguito si riportano in forma sintetica le notizie desunte dallo spoglio – non esaustivo - dei conti

correnti intestati ad Annibale Sersale Conte di Casamarciano reperiti nei giornali degli antichi banchi

pubblici napoletani conservati presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli. Non sono stati elencati i versamenti e gli accrediti da terze o pubblici arrendamenti, trattandosi di operazioni periodiche indicate con

estrema laconicità nelle fonti, così come non sono stati inseriti tutti quei dati che non è stato possibile

verificare sui giornali. L’attività dei banchi era scandita per semestri, e in alcuni casi ai libri maggiori contenenti i movimenti relativi al conto non corrispondono più i giornali di cassa, mentre in altre circostanze

la consultazione dei giornali è fortemente compromessa dalla perdita dei libri maggiori: non sempre quindi si

è potuto ricostruire senza interruzioni l’andamento delle finanze depositate presso gli istituti di credito.

L’indagine si è soffermata anche su materiali che non hanno dato riscontri significativi: pertanto nel prospetto non compaiono polizze tratte dai Banchi dello Spirito Santo, del Salvatore, di S. Giacomo e di S.

Eligio. Infine, si è omessa la dicitura «per altrettanti» che conclude, insieme con il nome del cassiere, ogni

causale. Le cifre si riferiscono nell’ordine a ducati, tarì e grana.

Abbreviazioni adoperate:

BAN = Banco della Santissima Annunziata BPP = Banco del Popolo

BPT = Banco della Pieta’

BPV = Banco dei Poveri

BANCO MATRICOLA DATA DI

ESTINZIONE

SOMMA

(IN DUCATI)

CAUSALE

BPT 857 19/VI/1686 7 A D. D’Angelo e per lui a Nicola de Fiore.

BPT 860 25/VI/1686 19.2 A D. D’Angelo e per lui a Vito Aversano.

BPT 858 1/VII/1686 13 A D. D’Angelo e per lui a Gaetano Ametrano, G. Femina, D. Tarallo.

BPT 860 11/VII/168

6

13 Prelievo.

BPT 857 30/VII/168

6

35 A D. D’Arienzo e per lui ad A. Falcone.

BPT 864 22/VIII/16

86

30 A G.B. Alderisio per disposizione testamentaria dello zio Eligio Sersale.

BPT 867 30/VIII/16

86

10 A Giuseppe de Berardino.

BPT 867 9/IX/1686 100 A G. Bole’.

BPT 863 11/IX/1686 47.1.18 A G.B. Alderisio.

BPT 865 13/IX/1686 20 A G.B. Alderisio.

BPT 867 20/IX/1686 5 A Francesco Cappella per disposizione testamentaria di Eligio Sersale.

BPT 867 20/IX/1686 15 A Francesco Cappella.

BPT 863 24/IX/1686 5 A G. Ricciano.

BPT 865 12/X/1686 12.1 A Francesco Cappella.

BPT 865 12/X/1686 12 A Giuseppe Mastrillo.

BPT 867 16/X/1686 15 A G. Ricciano.

BPT 867 26/X/1686 17.4 Ad A.M. Maestro, Marco Mole ed altri.

BPT 864 14/XI/1686 24.2.4 A Orazio Sersale.

BPT 864 14/XI/1686 5 A Giuseppe de Berardino.

19

BPT 865 15/XI/1686 8 A Giuseppe de Berardino «mastro» e a F.A. Basile.

BPT 871 2/I/1687 5.2.10 A Gaetano d’Urso e per lui a G.Domenico D’Arienzo.

BPT 871 7/I/1687 10 A F. Cappello.

BPT 875 9/I/1687 3 A Peppo de Berardino «per vestiti fatti a’ sua casa con firma di

Gioseppe de Berardino».

BPT 871 11/I/1687 5.1.5 A G. D’Arienzo «per compimento di due sottocoppe, da lui comprate».

BAN 594 26/IV/1687 16 A fra Stefano Riccio.

BAN 594 26/IV/1687 6 A fra Stefano Riccio da terze per Aniello Guarino.

BAN 594 26/IV/1687 5 A G. Ricciano e F. Vassallo.

BPT 874 28/IV/1687 5 Ad Andrea Vassallo.

BPT 875 2/V/1687 20 A G.B. Alderisio.

BPT 875 2/V/1687 11.2.10 A Pietro Aniello Chiaves.

BAN 594 6/V/1687 9.2.6 A F.A. De Simone.

BPT 873 9/V/1687 18.2.10 A Peppo di Berardino.

BPT 875 30/V/1687 2 A G. Ricciano.

BPT 875 30/V/1687 2 A G. Ricciano.

BPT 875 30/V/1687 12 A G. Ricciano.

BPT 875 30/V/1687 13 A F. A. De Simone.

BPV 619 6/VI/1687 7 A Fabrizio Vitrano per le spese per i funerali di Eligio Sersale.

BAN 594 27/VI/1687 5 A G. Ricciano.

BPT 873 5/VII/1687 11 A G. Ricciano.

BPT 873 12/VII/168

7

8 A G. Ricciano.

BPT 879 8/VIII/168

7

10 A Giovanni Ricciardo.

BPV 625 9/VIII/168

7

4 A G. Ricciano.

BPV 626 18/VIII/16

87

4 A G. Ricciano.

BPV 625 22/VIII/16

87

4 A G. Ricciano.

BPT 879 30/VIII/16

87

13 A Paolo Ascione.

BPT 879 30/VIII/16

87

12 A F.A. De Simone.

BPT 880 1/IX/1687 2 A Giovanni Ricciano.

BPT 880 1/IX/1687 12 Ad Antonio Vassallo, Carlo Frezza, Giuseppe Palladino.

BPT 881 2/IX/1687 10 A Beatrice e Caterina Marchese monache ad Aversa, per disposizione

testamentaria di Eligio Sersale.

BPT 881 12/IX/1687 12 Al procuratore Domenico d’Angelo, parte dei 24 duc. dovutigli in tutto.

BPT 881 12/IX/1687 24.1.13 Ad Antonio Vassallo e Domenico d’Aloisio.

BPV 624 26/IX/1687 8 A Martia Fierro «per biancherie».

BPV 625 3/X/1687 25 A G. Micciano (sic).

BPV 626 6/X/1687 5.2.10 A G. Ricciano.

BPV 624 11/X/1687 4 A Domenico Compiano e Geronimo Sanges.

BPV 624 11/X/1687 7.2.10 A Salvatore Russo.

BPV 627 16/X/1687 7.2.10 A Francesco Colomba.

BPV 626 21/X/1687 5.2.10 A Paolo Ascione.

BPV 625 24/X/1687 10 A Paolo Ascione.

BPV 626 26/X/1687 4.2.10 Al Signor Principe di Metauro.

BPV 626 12/XI/1687 30 A Paolo Ascione.

BPV 625 17/XI/1687 3 A Paolo Ascione.

BPV 626 18/XI/1687 10 A Giacomo De Divitiijs a compimento «dell’intiero prezzo delle robbe

che esso teneva in suo potere pegnorate», come coerede di Don Eligio

Sersale.

BPV 627 26/XI/1687 7 A G. Ricciano.

BPV 624 5/XII/1687 8 A G. Ricciano.

BPT 881 22/XII/168 73.1.13 A Giovanni Ricciano.

20

7

BPV 626 23/XII/168

7

10 A «Mastro Peppo di Berardino».

BPV 627 24/XII/168

8

30 A Don Ascanio Como e per lui a Don Martino Rodoverio «per

istrumenti rogati per mano di Notar Andrea Damiano».

BAN 604 7/I/1688 15.1 A G. Ricciano.

BAN 602 14/I/1688 8 A G. Ricciano.

BAN 603 16/I/1688 12.2.10 A Onofrio Pastena «per una sciamberga, et sottanello fraschiato».

BAN 604 21/I/1688 15 A Paolo Ascione.

BAN 604 4/II/1688 7.2.6 A Ottavio Capece a compimento di duc. 15 «che esso tiene affittata una

sua casa per alcuni gentilomini sita sopra S. Carlo con giardino,

propriamente dove lui habbita».

BAN 604 19/II/1688 4.4 A Ottavio Capece.

BAN 603 1/III/1688 30 A Paolo Ascione.

BAN 604 4/III/1688 30 A Paolo Ascione.

BAN 604 17/IV/1688 13 A Paolo Ascione.

BAN 604 17/IV/1688 21 A Giuseppe de Berardino per affitto a Giuseppe d’Urso.

BAN 602 21/IV/1688 6 A G. Mastrillo, Benedetto di Napoli e per lui a Gregorio Vitiello.

BPT 891 21/V/1688 4 Ad Antonio Vassallo.

BPT 900 30/VIII/1688

12.1.13 A Giovanne Ricciardo.

BPT 896 1/IX/1688 42 Ad Antonio Trapani.

BPT 896 13/IX/1688 10 A Peppe di Berardino e Andrea Massaro.

BPT 910 4/I/1689 52.4.3 A Onofrio Cotino.

BPT 942 15/I/1689 25 A Nicola Parente.

BPT 911 14/II/1689 50 Ad «Anibale Sersale capo mastro fabricatore a’ compimento de duc.

settecent’ottanta due […] a’ conto del lavoro di fabrica fatta, e facienda sul palazzo del Duca di Tora […]».

BPT 910 18/II/1689 20 A Onofrio Ciccarelli, Giuseppe Ferracalci, Antonio di Faso d’Oratio.

BPT 911 16/III/1689 7 Ad Aniello de Marzo.

BPT 910 15/IV/1689 72 A Giuseppe Pastena.

BPT 909 22/IV/1689 6.10 A Nicola Mormile.

BPT 910 26/IV/1689 67.1.3 Prelievo.

BPT 906 5/V/1689 300 Prelievo.

BPT 908 20/V/1689 5 A Giuseppe Parascandolo e per lui a Domenico Serino e per lui a

Francesco Farrace.

BPT 905 9/VII/1689 30 A Domenico Lanza.

BPT 917 30/VIII/16

89

40 Al Duca di Longano.

BPV 650 24/IX/1689 82 Alla sorella Camilla Sersale Monaca Professa nel Monastero di S.

Marcellino secondo le disposizioni testamentarie del padre Giulio

Sersale.

BPP 652 17/XII/1689

10 A G.B. Alderisio.

BPV 650 20/XII/168

9

60 A Geronimo Sances.

BPT 920 2/I/1690 61 A Nicola Mormile.

BPV 656 7/I/1690 20 A G.B. Alderisio.

BPV 655 26/I/1690 10 A Domenico Lucarelli.

BPV 656 27/I/1690 12 A G.B. Alderisio.

BPT 922 13/II/1690 105.4.12 A Vincenzo d’Urso per una «camera di tomasco (sic) verde».

BPV 656 25/II/1690 10 A Luise d’Amato.

BPV 657 27/II/1690 10 A Domenico Arniello

BPV 654 28/II/1690 10 A Fabritio Spera e per lui a Baldassarre Catalano e per lui ad Antonio

Mazza a compimento di 369 duc «per causa che li doveva per una polisa

bancale fattali […] per il prezzo di tanti sangallle ad esso vendute […]».

BPT 922 28/II/1690 14 A G.B. Alderisio.

BPP 574 1/III/1690 10 A Donato Chiaromonte, e per esso a Donato Cuoco.

BPV 655 1/III/1690 85 A Vincenzo d’Urso a compimento di duc. 145 a conto di duc. 215 «paga

21

ed intiero prezzo d’una cortina, pontieri, e cotra di damasco verde

trenati d’oro in tutto pezzi ventidue, benche molti pezzi senza trena a’

esso venduta previo appretio […]».

BPV 654 11/III/1690 20 A Domenico Lucarelli.

BPV 654 16/III/1690 12 Ad Andrea Finelli.

BPV 655 18/III/1690 10 A Carlo Vela.

BPV 657 29/III/1690 9 A G.B. Alderisio.

BPV 655 31/III/1690 4 Prelievo.

BPV 654 5/IV/1690 14 A Gaetano d’Urso «disse per la fattura di otto bottoni di robini, e

diamanti».

BPT 920 24/IV/1690 30 A Vincenzo d’Urso, in conto di un «friso di camera di damasco trinato

d’oro».

BPT 923 12/V/1690 12.4.13 A Giuseppe Pastena.

BPV 656 13/V/1690 10 A Domenico Lucarelli.

BPT 922 20/V/1690 47 A Giuseppe pastena tramite Nicola Tancredi.

BPV 657 27/V/1690 20 A Domenico Lucarelli.

BPV 655 21/VI/1690 15 A G.B. Alderisio.

BPV 657 23/VI/1690 20 A Domenico Lucarelli, e per lui ad Antonio Vassallo e G.B. Libroia a

compimento del prezzo di mezza botte d’acquavite.

BPV 657 23/VI/1690 15 A Domenico Lucarelli.

BPV 661 11/VIII/16

90

9 Ad Anna Maria Cortina «a’ complimento de ducati undeci […] sono per

suo salario per il tempo che ha’ servito in casa a sua moglie» dal

10/IX/1689 al 9/VIII/1690.

BPV 661 11/VIII/16

90

15 A compimento di duc. 19 «per lavori di tavola e cornice».

BPV 662 14/VIII/16

90

7 A G.B. de Manzo maestro indoratore.

BPV 662 14/VIII/16

90

8.4.15 A Domenico Lucarelli.

BPP 578 19/VIII/16

90

20 A Domenico Lucarelli.

BPP 576 21/VIII/16

90

10 A Domenico Lucarelli.

BPP 578 23/VIII/16

90

7 A Domenico Lucarelli.

BPP 577 30/VIII/16

90

15 A G.B. Alderisio.

BAN 619 1/IX/1690 10 A Domenico Lucarelli.

BPP 577 20/IX/1690 5 A Domenico Lucarelli.

BPP 577 20/IX/1690 14.4.15 A Domenico Lucarelli.

BPP 577 26/IX/1690 102 A G.B. Alderisio.

BAN 620 6/X/1690 8 A Pietro Aniello de Felippis.

BPP 578 12/X/1690 6 «Ad Aniballe Sersale duc. sei e per esso a Francesco Fatigato a’

compimento di duc. dodeci stante l’altri 6 li ha’ ricevuto de contanti et

sono in conto di paga per il tempo che sua moglie ha’ tenuto, e tiene ad

allattare una certa figliola che esso li ha’ dato ad allattare dal mese

d’Ottobre 1689 […]».

BAN 619 12/X/1690 12 A Domenico Lucarelli.

BAN 619 20/X/1690 20 A Domenico Lucarelli.

BPV 661 26/X/1690 10.3.8 A Domenico Lucarelli.

BPV 662 27/X/1690 405.1.13 A Vincenzo Jacobelli a compimento di duc. 441in restaurazione di una

somma anticipata.

BAN 618 3/XI/1690 27 A Giovanni Cifarelli.

BAN 619 7/XI/1690 22.4.15 A Domenico Lucarelli.

BPP 577 13/XI/1690 4 A Giacomo Scherini «per saldo del loro conto».

BPV 659 23/XI/1690 20 A G.B. Alderisio e per lui a Paolo Emilio Mayno

BPV 659 20/XII/169

0

1213 «Al dottor Ludovico de Luca […] cioe’ duc. 1200 di essi per tanti li

mesi passati da detto Ludovico improntati tanto a’ lui, quanto al dottor

Anfrea Sarnello per diversi banchi, e da essi promessili restituire fra’

22

giorni otto senz’interesse, e quelli elassi fra’ anni sei con l’interesse alla

ragione di sei per cento importante annui duc. 72; e pro faciliori

esatione tantum di detto interesse da detto signor Conte se li fe’

assignamento di simil summa d’annui duc. 72 precipui, et effettivi su

l’annui duc. 220 che lui possiede col S. Monte della Pieta’ di Napoli

[…]».

BAN 622 31/III/1691 2 «All’Illustrissimi Signori Cinque della Illustrissima Piazza di Nido, e

sono per tanti che l’hanno tassati nell’ultima Tassa delle liti fatta

nell’anno 1689 per servizio di detta Illustrissima Piazza […]».

BAN 624 23/III/1691 7.2.10 A G.B. Bronzino, e per lui a Domenico Arivillo e per lui a Salvatore

Sanges.

BAN 624 7/IV/1691 10 A G.B. Bronzino.

BPV 712 9/IX/1695 48 A Pietro Folliero «per una carrozza ad esso venduta».

BPV 709 5/XII/1695 50 Prelievo.

BPV 710 9/XII/1695 10 A Beatrice e Caterina Marchese per disposizione testamentaria di Don

Eligio Sersale.

BAN 673 3/IX/1697 40 Ad Antonio Tommaso carrozziere a compimento di duc. 80.

BAN 673 30/X/1697 10 A Domenico Sorrentino.

BAN 673 27/XI/1697 25 A Nicola Villaccio, Giuliano Pacitto, Nicola de Pino.

BAN 673 12/XII/169

7

20 A Gennaro d’Avella.

BAN 673 20/XII/169

7

66.3.6 A G.B. Alderisio.

BAN 686 21/I/1699 11.3.5 A G.B. Alderisio.

BAN 687 24/I/1699 5 Ad Eleonora Procaccino per disposizione testamentaria di Eligio

Sersale.

BAN 686 7/II/1699 15 A Domenico Parriano.

BAN 686 23/III/1699 66.3.6 A Domenico Trapani.

BAN 686 13/V/1699 16.3.6 Ad Orazio Gabriello.

BAN 687 21/V/1699 10 A Beatrice e Caterina Marchese, per disposizioni testamentarie di Eligio

Sersale.

BAN 693 16/X/1699 50 Prelievo.

BAN 693 24/X/1699 6.3.6 a Giacomo Tavan come beneficiato per un anno di censo sulla Cappella

dei Caracciolo.

BAN 693 3/XI/1699 24.4.19 A G.B. Alderisio.

BAN 693 2/XII/1699 5 Ad Eleonora Procaccino per disposizione testamentaria di Eligio

Sersale.

BAN 698 22/I/1700 50 A Cardamomo.

BAN 698 22/I/1700 16.3.6 Prelievo.

BPV 754 6/VII/1700 19.1.15 A D. Sessa.

BPP 669 9/IX/1700 9 Al Monastero di S. Gaudioso.

BPP 667 20/IX/1700 6.3.6 A Iacomo.

BPP 666 25/IX/1700 50 A Mauro.

BPP 669 13/X/1700 50 A Iorio.

BPP 669 26/X/1700 10.1 A D. Marchese.

BAN 711 29/X/1700 20 A Stefano.

BAN 706 30/X/1700 66.3.6 A Palma.

BAN 709 8/XI/1700 66.3.6 A D. Rispo.

BAN 710 20/XI/1700 50 A D. Cinquegrana.

BAN 720 11/I/1701 16.3.6 A Eligio Sersale..

BAN 719 28/I/1701 66.3.6 A Donato Antonio Sausto.

BAN 719 18/II/1701 25 A D. A. Basile.

BPP 671 18/VI/1701 16.3.6 Al Martinelli.

BPP 671 18/VI/1701 50 Al Mariconda.

BPP 674 22/VI/1701 50 Al Mariconda.

BPP 672 19/VII/1701

50 A D. Rispolo.

BAN 727 11/X/1701 6.3.6 A G. Tavan.

BAN 729 3/XI/1701 10 A D. Marchese.

23

BAN 725 10/XII/170

1

9 Al Monastero di S. Gaudioso.

BPT 1218 2/I/1708 2 A Eleonora Sersale.

BPT 1218 28/III/1708 550 A Nicola Daniele (la somma e’ pervenuta dai Governatori del

Conservatorio di Santa Maria Succurre Miseris).

BPT 1218 7/IV/1708 4.-.2 Ad Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi a compimento di duc. 48 per

accomodi alla casa da lui affittata.

BPT 1231 18/VIII/17

08

9.4.19 A Francesco de Bellis.

BPT 1226 21/VIII/17

08

25 A Maria Rosa Sersale.

BPT 1225 5/X/1708 73.4 A Pietro de Cardenas.

BPT 1230 12/X/1708 101.-.14 A Filippo Angopoli.

BPT 1231 13/X/1708 50 Al Collegio dei Nobili per conto di Donato Antonio Sausto e Maria

Mastrilli.

BPT 1226 17/X/1708 30 A Caterina De Simone.

BPT 1226 17/X/1708 4.-.13 Al Notaio G.B. Riccardo per il testamento di Sausto.

BPT 1226 17/X/1708 25 A Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino.

BPT 1226 17/X/1708 26.3.6 A Nicola Spinelli.

BPT 1230 23/X/1708 43 A Tommaso Imparato mobiliere per conto del Conte dell’Acerra.

BPT 1231 24/X/1708 30 A Cesare Ferro per conto di Sausto e Maria Mastrilli.

BPT 1225 25/X/1708 30 A Faustina e Vittoria de Cardenas, monache professe nel Venerabile

Monastero dei SS. Marcellino e Festo.

BPT 1225 25/X/1708 17 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1226 26/X/1708 4.1 A Santo de Rogatis.

BPT 1228 29/X/1708 100 A Francesco de Bellis.

BPT 1229 30/X/1708 21.1.18 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1229 30/X/1708 210 A Giovanni Carignani.

BPT 1225 5/XI/1708 25 Per Eleonora e Camilla Sausto.

BPT 1228 8/XI/1708 100 A G.B. Buonacquisto a compimento dei duc. 200, sempre in rapporto alle sue prestazioni in margine alla Serenata del 9/X/1707 in casa del

Marchese di Laino.

BPT 1228 8/XI/1708 30 A Domenico de Concilijs.

BPT 1229 10/XI/1708 210 A Giovanni Carignani.

BPT 1231 14/XI/1708 1 A Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino.

BPT 1231 14/XI/1708 134.3.19 Al Conte della Cerra.

BPT 1226 16/XI/1708 47.2.1 Al Monastero di Bettalem (sic) per conto dei 90 duc. dovuti dal Marchese di Laino. Il pagamento e’ effettuato in nome di Maria

Mastrilli.

BPT 1228 19/XI/1708 22.4 A Diego de Faso procuratore della Chiesa dei SS. Apostoli, per conto di

Sausto e di Maria Mastrilli.

BPT 1231 23/XI/1708 14.-.7 A Francesco de Bellis.

BPT 1225 24/XI/1708 7.-.8 A Pietro de Cardenas.

BPT 1226 26/XI/1708 30 A G.B. Buonacquisto.

BPT 1226 26/XI/1708 63.2 Al Monastero di S. Andrea del Monte a compimento di duc. 123.2.

BPT 1228 29/XI/1708 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1229 1/XII/1708 30 A Teresa de Cardenas.

BPT 1230 5/XII/1708 25 A Nicola Spinelli.

BPT 1230 5/XII/1708 34.2.5 Al Monastero dei Domenicani per conto del Marchese di Laino e di

Sausto.

BPT 1231 7/XII/1708 150 A G.B. Buonacquisto a compimento di duc. 200, per conto del

Marchese di Laino e di Sausto: nell’elenco delle prestazioni rese si citano una cassetta di campagna «di diversi ordigni per servigio di Don

Ferrante de Cardines valutata a duc. 10 la libbra e duc. 100 per fattura di

indoratura et prezzo d’un piatto d’argento fatto per Don Michele

Capecelatro, per altro suo piatto perdutogli nella Serenata fatta in Casa

alli 9 ottobre 1707, e duc. 100 prezzo di tre fruttiere d’argento regalati

dal detto Marchese de Layno alle Cantarine della suddetta Serenata, e

duc. 100 prezzo d’una tabbacchiera regalata dal detto Marchese ad un

24

musico».

BPT 1225 10/XII/170

8

210 A Giovanni Carignani.

BPT 1226 11/XII/170

8

10 A Domenico di Martino.

BPT 1228 15/XII/170

8

150 Al Monastero dei SS. Apostoli.

BPT 1229 17/XII/170

8

75 Al Monastero di S. Pietro e Sebastiano a compimento di duc. 150, per

conto di Sausto e di Maria Mastrilli.

BPT 1225 22/XII/170

8

30 A Caterina De Simone, in margine ad una vertenza conclusa..

BPT 1241 5/I/1709 100 «A Nicola Serino fu affittatore del Teatro de Fiorentini disse a

complimento di duc. 200 attesi l’altri cento li ha ricevuti per il

medesimo nostro banco […] sono per l’intero affitto di due palchetti

tenuti nel detto Teatro dal presente Marchese di Layno nel passato

Carnevale e affitto di palchetti volanti e sedie date in conto del

medesimo Marchese […] e per esso all’herede del quondam Nicola

Tancredi, disse sono in conto di quello li deve l’affitto […] l’ultima

annata finita a ultimo Settembre 1708».

BPT 1240 9/I/1709 8.4.10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1240 9/I/1709 1.4.16 Alla Marchesa di Laino per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1238 15/I/1709 40 Agli eredi di F. Barone per conto di Maria Mastrilli e di Donato Antonio

Sausto.

BPT 1238 15/I/1709 40 Agli eredi di F. Barone per conto di Maria Mastrilli e di Donato Antonio Sausto.

BPT 1238 15/I/1709 31 Al Conservatorio dei Poveri di Gesu’ Cristo per Eligio e Giulio De Simone.

BPT 1240 18/I/1709 2.1.1 A Pietro de Cardenas.

BPT 1235 21/I/1709 210 A Govanni Garignani.

BPT 1235 21/I/1709 101 Al Monte dei Nobili della Compagnia di Gesu’ per conto di Maria Mastrilli e Donato Antonio Sausto.

BPT 1236 22/I/1709 39.3.5 A Francesco de Bellis.

BPT 1239 26/I/1709 12 A Francesca Spinelli Marchesa di Laino.

BPT 1234 29/I/1709 10 A Nicola Daniele.

BPT 1235 30/I/1709 2 A Rocco Conte per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1235 30/I/1709 3.-.12 A`Pietro de Cardenas per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1236 14/II/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1240 19/II/1709 440 A Giovanna Caracciolo Duchessa di Seminara; pagamento per conto del

Conte dell’Acerra e di Maria Mastrilli.

BPT 1239 26/II/1709 1.3.13 A Pietro de Cardenas. Sono stati pagati Colombi, Giovanna Picuti,

Domenico de Luca, Nicola Francia, Domenico Antonio Morante

carrozziere, Nicolo’ delle Fontane, Carlo Martucci, Felice Parente. Il tutto per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1236 2/III/1709 226.4 A Giovanni Carignani per 504 doble di Spagna «delle quali il detto

Carignani ne ha’ dato l’ordine per Barcellona […] pagabili a don

Ferdinando de Cardenas fratello del Conte dell’Acerra», in nome e per

conto di Maria Mastrilli.

BPT 1238 5/III/1709 50 Alla Congrega del SS. Sacramento alla Chiesa del Gesu’ Nuovo per

conto del Conte dell’Acerra e di Donato Antonio Sausto.

BPT 1239 6/III/1709 10 A Pietro de Cardenas.

BPT 1240 8/III/1709 8 A Fortunata Jovene abbadessa nel Monastero di S. Maria del Soccorso

per la rata trimestrale dovuta dalle figlie di Sausto.

BPT 1236 13/III/1709 36 Ai Governatori della Casa Santa dell’Annunziata per messe alla

famiglia dei Marchesi di Laino.

BPT 1234 21/III/1709 101 Al Venerabile Collegio dei Nobili, per conto del Conte dell’Acerra e di

Maria Mastrilli.

BPT 1235 23/III/1709 323.2.1 A Giovanni Garignani.

BPT 1235 23/III/1709 4.1.7 A Pietro de Cardenas.

BPT 1236 26/III/1709 40 A Nicola Serino in conto di duc. 80 «in virtu’ di bollettino di simil

25

summa fatto a suo beneficio dal Conte dell’Acerra diretto agl’eredi del

quondam Don Donat’Antonio Sausto».

BPT 1237 27/III/1709 20 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1237 27/III/1709 20 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1237 27/III/1709 20 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1240 3/IV/1709 86.3.6 A Nicola Spinelli per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1236 16/IV/1709 19 A G. B. Buonacquisto.

BPT 1236 16/IV/1709 3.3.1 A Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino, a compimento di duc.

100, in nome e per conto di Donna Maria Mastrilli.

BPT 1240 20/IV/1709 226.4 A Giovanni Garignani per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1237 27/IV/1709 40 A G.B. Buonacquisto a compimento di duc. 559.4.11 2/3 in virtu’ di

polizze del Marchese di Laino in data del 18/XII/1707 pagabili dal

quondam Donato Antonio Sausto «ed esplico’ nel bollettino che detti

duc. 559.4.11 2/3 erano cioe’ duc. 349 per prezzo d’argento di una

cascetta di campagna di diversi ordigni per servitio di Don Ferdinando

de Cardenas valutata a duc. 13 la libra e duc. 100 per fattura ed

indoratura di detta cascetta e prezzo di un piatto d’argento fatto per don

Michele Capecelatro per altro suo piatto perdutogli nella serenata fatta

in casa a 9 ottobre 1707 e duc. 100 prezzo di tre fruttiere d’argento

regalate dal detto Marchese di Laino alle Cantarine della suddetta

serenata e per lo prezzo di una tabacchiera regalata dal suddetto Marchese ad un musico […]». Il pagamento avviene in nome e per

conto di Donna Maria Mastrilli.

BPT 1238 2/V/1709 30 A Domenico Laprovisola.

BPT 1238 2/V/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1238 2/V/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1238 2/V/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1239 6/V/1709 2.3.19 A Pietro de Cardenas. Sono stati pagati Agostino Sporticello, Giuseppe

Fontana, Giuseppe Albarano, Giovanni Cicatiello, Giuseppe de Geronimo, Nicola delle Fontane, Sabato Basilio, Carluccio de Valle,

«Monsu’» Giovanni, Pietro Martone, Basilio Cuomo, Cuomo Amoroso,

per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1240 7/V/1709 24 A Francesco de Bellis.

BPT 1239 4/VI/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1239 4/VI/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1239 4/VI/1709 10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1234 7/VI/1709 226.4 A Giovanni Carignani per l’ordine di Spagna diretto a Dalmases.

BPT 1239 14/VI/1709 226.4 A Giovanni Carignano.

BPT 1234 17/VI/1709 2.1.13 A Pietro de Cardenas. Sono pagati Pietro Montone, Nicola Zevola, Ignatio Pintauro, Francesco Amoruso, Davide de Liguoro, Bartolomeo

Gratiano.

BPT 1234 17/VI/1709 4.2 A Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino, a compimento di duc.

50 (pagati Giuseppe Izzo, Berardino Guttone, Cuomo Amoruso,

Francesco Controne, Ignatio Pintauro, Giacomo Antonio d’Elia,

Gabriele Bono, Francesco Amoruso - «carlini sei per mozzarelle»), per

conto del Cardenas e di Maria Mastrilli.

BPT 1239 22/VI/1709 29.4.19 A Nicola Daniele, a Domenico Macerelle, a Tommaso Giordano.

BPT 1235 8/VII/1709 34.14 A Francesco de Bellis.

BPT 1240 24/VII/170

9

22.3.6 A Nicola Spinelli.

BPT 1240 24/VII/170

9

30 A Luigi de Cardenas per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1240 24/VII/170

9

3 A Biase Ursomanno per conto di Donato Antonio Sausto.

BPT 1234 27/VII/170

9

5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1243 8/VIII/170

9

53.4 A Giovanni Carignano per l’ordine per Barcellona.

BPT 1243 8/VIII/170

9

5 Ad Antonio Attingendo.

26

BPT 1243 8/VIII/170

9

3.2.5 A Cesare Ferro.

BPT 1244 9/VIII/170

9

226.4 A Giovanni Garignano per l’impresa di Barcellona.

BPT 1245 12/VIII/17

09

10 Al Notaio G.B. Riccardi per scritture.

BPT 1246 13/VIII/17

09

7 Alla figlia Maria Eleonora Sersale.

BPT 1246 13/VIII/17

09

4.3.1 Al Conte dell’Acerra.

BPT 1246 13/VIII/17

09

2.1.3 A Pietro de Cardenas.

BPT 1246 13/VIII/17

09

25 Alle figlie di Sausto, monache professe.

BPT 1247 14/VIII/17

09

31.2.18 A Francesco Spinelli Marchese di Laino.

BPT 1244 21/VIII/17

09

25 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1245 22/VIII/17

09

5 A Giuseppe Nastri per conto di Sausto.

BPT 1245 22/VIII/17

09

3 Al «cositore» Stefano d’Eliseo per conto di Sausto.

BPT 1249 27/VIII/17

09

1 A Domenico de Guido per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1245 31/VIII/17

09

126.4 A Giovanni Carignani per l’impresa di Barcellona.

BPT 1247 3/IX/1709 31 Al Marchese di Laino a compimento di duc. 50.

BPT 1243 6/IX/1709 5.2.3 A Pietro de Cardenas a scomputo degli annui duc. 1800.

BPT 1245 9/IX/1709 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1246 11/IX/1709 5 A Domenico Antonio Morante maestro carrozziere, ad estinzione di un

debito del Sausto con il Conte dell’Acerra.

BPT 1244 25/IX/1709 3.2.7 A Pietro de Cardenas.

BPT 1245 26/IX/1709 25 Al Conservatorio dei Poveri di Gesu’ Cristo per i figli De Simone di

Caterina de Simone alias Aragona.

BPT 1245 3/X/1709 226.4 A Giovanni Carignani.

BPT 1245 3/X/1709 34.2.5 Al Monastero di S. Severo per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1243 9/X/1709 12 A F. Maria Di Costanzo.

BPT 1245 11/X/1709 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1243 24/X/1709 40 A Nicola Spinelli.

BPT 1246 2/XI/1709 10 Al Notaio G.B. Riccardi.

BPT 1244 5/XI/1709 25 Al Monastero del Soccorso.

BPT 1244 5/XI/1709 6.3.6 «Al Reverendo Don Filippo Guarracino, sono per una intiera annata di

censo terminata all’ultimo del caduto mese d’Agosto 1709, che il detto

si esigge come Beneficiato della Cappella de Caraccioli sita a’ Santa

Maria della Nova di questa citta’, sopra il suo palazzo sito al Vicolo

della Lava […]».

BPT 1249 9/XI/1709 3.4.18 A Pietro de Cardenas.

BPT 1245 14/XI/1709 226.4 A Giovanni Carignani.

BPT 1245 14/XI/1709 226.4 A Giovanni Carignani.

BPT 1245 22/XI/1709 61 Al Collegio dei Nobili della Compagnia di Gesu’, per conto di Maria

Mastrilli e del Conte dell’Acerra.

BPT 1245 20/XII/170

9

100 A Marcello Figliola a beneficio dei legatari del quondam Marcello

Mastrilli.

BPT 1253 30/XII/170

9

226.4 A Giovanni Carignani e quindi a Ferdinando de Cardenas, fratello del

Conte dell’Acerra, per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1255 3/I/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1256 21/I/1710 10 Al notaio Nicola Graziano e per lui a Maria Rosa Sersale monaca nel

Conservatorio di Santa Maria del Soccorso.

BPT 1255 27/I/1710 7.-.15 A Donna Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino.

27

BPT 1258 30/I/1710 3.1 Al Monastero di S. Marcellino per il vitalizio di Suor Dianora

Procaccini secondo le disposizioni del prozio Eligio Sersale.

BPT 1254 1/II/1710 21 A Francesco de Bellis.

BPT 1255 4/II/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1254 17/II/1710 7.4 A Pietro de Cardenas a compimento di duc. 300, in margine all’affitto

fatto dal Sausto della citta’ dell’Acerra.

BPT 1255 18/II/1710 10 A Giuseppe Romano.

BPT 1256 19/II/1710 100 A Marcello Figliolo «Secretario del Sacro Regio Consiglio» per il

decreto interposto a beneficio «delli legatarij del quondam Don

Marcello Mastrilli Duca di Marigliano».

BPT 1258 21/II/1710 16 Al Marchese di Liccardi, terza del pigione della sua casa.

BPT 1255 26/II/1710 9 Al Monastero di S. Gaudioso «per il preteso censo suppone detto

Monastero tenere sopra una sua Casetta sita al Vicolo di Santa Maria

d’Agnone». Il pagamento e’ fatto viribus praeturae compulsus, con

decreto del 9/I/1710.

BPT 1258 12/III/1710 40 A Giacomo Barlac per i suoi favori nella causa.

BPT 1253 13/III/1710 400 A Giovanna Caracciolo «Duchessa di Seminara, Madre, e Tutrice delli

Figli, et heredi del quondam Don Giovanni Battista Spinelli Savelli suo

marito, dette pagarl’in conto di duc. 586.3.6, della qual summa li fu’

fatto bollettino del Conte dell’Acerra diretto a’ gl’heredi del quondam

Donato Antonio Sausto pagabile, cio’ e’ duc. 400 alla fine del prossimo

caduto Febbraio, e duc. 186.3.6 alla fine del corrente mese, e detti duc.

186.3.6 sono per terze decorse dalli 23 settembre 1708 per tutti li 22 Gennaro 1710 dell’annui duc. 440, che dal detto Conte dell’Acerra se li

corrispondono per capitale di detti ottomila alla raggione del cinque e

mezzo per cento; Dichiarando pero’ far detto pagamento in nom’,e parte

di Donna Maria Mastrilli Vedua, et herede usufruttuaria del detto

quondam Don Donat’Antonio Sausto, e Madre, e Tutrice delle sue

Figlie, per doverseli detta signora ritenere dall’affitto della Citta’

dell’Acerra […]».

BPT 1256 17/III/1710 30 A Bartolomeo Positano «per li favori compartiti per la causa».

BPT 1256 17/III/1710 20 A Giuseppe Aivora.

BPT 1257 18/III/1710 30 All’ex procuratore Nicola Daniele.

BPT 1255 24/III/1710 100 Ad Ignazio Rama per i suoi favori nelle cause.

BPT 1254 31/III/1710 66 A Francesco de Bellis.

BPT 1254 31/III/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1254 31/III/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1253 7/IV/1710 100 «All’Eredi del quondam Nicola Tangredi (sic) a conto di duc. duecento

de quali ce n’e’ stato fatto bollettino dal Conte della Cerra per l’affitto

di due Balchetti (sic) tenuti dal detto nell’anni 1708, e 1709 nel Teatro

de Fiorentini, che quantunque spettavano all’appaldatore che fu’ in quel

tempo, si pagano pero’ a’ detti Eredi del quondam Nicola Tangredi

come assignatarij del detto appaldatore, dichiara pero’ al detto

pagamento in nome, e parte di Donna Maria Mastrilli affittatrice della

Citta’ dell’Acerra, per doverseli ritenere dall’affitto suddetto, e per

girate di Olimpia de Angelis, e Gioseppa Tangredi (sic) a Francesco Badarach per altrettanti; Fa’ fede Notar Filippo Reale, come dette

Olimpia, e Gioseppa son’eredi, cioe’ detta Olimpia erede Usufruttuaria

per la meta’ dell’Usufrutto, e l’altra meta’ tanto dell’Usufrutto, quanto

della proprieta’ la detta Gioseppa sin come per decreto di preambolo di

detta fede dal quale per esso si conserva».

BPT 1255 9/IV/1710 50 Ad Andrea Ruffo per i suoi favori nelle cause.

BPT 1255 9/IV/1710 30 A Domenico Caravita per i suoi favori nelle cause.

BPT 1256 10/IV/1710 50 A Giuseppe de Angelis per i suoi favori nella causa.

BPT 1257 12/IV/1710 30 All’ex procuratore Nicola Daniele.

BPT 1257 12/IV/1710 186.3.6 A Giovanna Caracciolo.

BPT 1258 14/IV/1710 13.3.4 A Rocco Conte.

BPT 1258 2/V/1710 5 Ad Antonio Attingendo, per credito del Sausto..

BPT 1256 9/V/1710 99.1.10 Prelievo.

BPT 1257 10/V/1710 100 Agli eredi di Nicola Tancredi per l’affitto tenuto del Signor Conte

28

dell’Acerra di due palchetti nel Teatro dei Fiorentini «per le Comedie

dell’Inverno dell’anni passati 1708, e 1709». Il totale e’ di 200 duc.

BPT 1258 27/V/1710 15 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1258 27/V/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1258 27/V/1710 70 Al Notaio Domenico de Concilijs per conto del Sausto in merito

all’affitto della ciitta’ dell’Acerra.

BPT 1256 2/VI/1710 20 A Caterina de Simone alias Aragona, per i figli Don Giulio e Don

Eligio, perche’ la donna non abbia piu’ nulla a pretendere.

BPT 1256 11/VI/1710 313.1.15 Al Conte dell’Acerra.

BPT 1256 11/VI/1710 7.1.12 A Pietro de Cardenas.

BPT 1253 16/VI/1710 93.1.10 A Giovanni Bergamo per una causa relativa ad una partita di vini.

BPT 1255 28/VI/1710 36.3.6 A Don Nicola Spinelli.

BPT 1255 28/VI/1710 5 Al procuratore Felice d’Addeo.

BPT 1255 28/VI/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1255 28/VI/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1253 4/VII/1710 16 Ad Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi per la terza rata dell’affitto di casa.

BPT 1257 9/VII/1710 5.2.1 A Don Alfonso de Cardenas Marchese di Laino e Conte della Cerra.

BPT 1255 14/VII/1710

447.2.13 Al Conte dell’Acerra a compimento di duc. 1400.

BPT 1258 18/VII/171

0

11 Per Maria Rosa Sersale, monaca nel Monastero di S. Maria del

Soccorso.

BPT 1253 19/VII/171

0

10 A Giovan Battista Palma per i suoi favori nella causa con la Duchessa di

Marigliano.

BPT 1257 28/VII/171

0

9 A Domenico de Guida a compimento di duc. 20.

BPT 1253 30/VII/171

0

6 Al notaio Biase Riccardo.

BPT 1262 8/VIII/171

0

50 A Ignazio Rama a compimento di duc. 150 «per li favori conpartiti,

cosi’ ad esso, come a donna Maria Mastrilli nella causa con la Duchessa

di Marigliano».

BPT 1262 8/VIII/171

0

13.2.12 A Pietro de Cardenas a compimento di duc. 300 per «mesate» maturate

ad Agosto «per l’assegnamento fattoli dal Marchese di Laino»

sull’affitto della citta’ dell’Acerra.

BPT 1262 8/VIII/171

0

517.4.5 Ad Alfonso de Cardenas Marchese di Laino e Conte dell’Acerra; il

pagamento e’ effettuato a nome di Maria Mastrilli.

BPT 1263 9/VIII/171

0

200 A G.B.Buonacquisto «argentiero».

BPT 1262 18/VIII/17

10

7.2.10 Ad Alfonso de Cardenas.

BPT 1265 21/VIII/17

10

15 A Cesare Fano a compimento di duc. 30, per conto degli eredi del

Sausto.

BPT 1262 12/IX/1710 376.2.5 Ad Alfonso de Cardenas.

BPT 1265 16/IX/1710 105 A Giacomo e Nicola Salerno per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1262 20/IX/1710 3.1.15 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1262 20/IX/1710 4.1.10 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1265 24/IX/1710 20 A Nicola Daniele a compimento di duc. 200 per una causa superata.

BPT 1266 25/IX/1710 6.3.6 A Don Filippo Guarracino per un’intera annata di censo come

beneficiario della Cappella dei Caracciolo sita in Santa Maria della

Nova, sopra il palazzo del Vicolo della Lava.

BPT 1263 30/IX/1710 8 A Francesco de Bellis.

BPT 1267 7/X/1710 90 A Francesco de Bellis.

BPT 1263 9/X/1710 7.2.10 A Pietro de Cardenas.

BPT 1264 11/X/1710 500 Al procuratore Giuseppe Fiani per il superamento di una causa.

BPT 1264 11/X/1710 8 A Luigi de Cardenas.

BPT 1264 11/X/1710 2 A Domenico Berlingiero in saldo di un debito del Sausto.

BPT 1266 14/X/1710 8 A Francesco Maria di Costanzo a compimento di duc. 48.

BPT 1267 16/X/1710 25 A Giuseppe Fiani per una causa vinta.

BPT 1262 17/X/1710 5 A Suor Caterina Marchese, secondo disposizioni dello zio Eligio

29

Sersale.

BPT 1264 20/X/1710 16 Ad Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi per affitto di casa.

BPT 1264 20/X/1710 7.2.5 A Francesco de Bellis.

BPT 1264 20/X/1710 50 A G.B. Buonacquisto argentiero a saldo di 700 duc. per conto di Maria

Mastrilli.

BPT 1264 20/X/1710 64.3.5 Ad Alfonso de Cardenas Marchese di Laino e Conte dell’Acerra per

conto di Maria Mastrilli con una serie di impegni per creditori.

BPT 1264 20/X/1710 100 Ai Monasteri di S. Marco e Teresa della citta’ di Trani e di S. Gennaro

di Torre del Greco.

BPT 1255 22/X/1710 531.-.4 A Don Alfonso de Cardenas, Marchese di laino e Conte della Cerra, «in

nome e parte di Donna Maria Mastrillo, Vidua del quondam Donato

Antonio Sausto […] a compimento di duc. mille, e quattrocento». Tra i

pagamenti di compensazione e’ menzionato il debito di 200 duc.

«all’heredi del quondam Nicola Tancredi».

BPT 1263 25/X/1710 25 All’Abbazia del Venerabile Monastero di Santa Maria del Soccorso per

conto di Camilla ed Eleonora Sausto.

BPT 1264 6/XI/1710 25 A Pietro Antonio Filingiero.

BPT 1265 7/XI/1710 258.1.13 A Salvatore Torre per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1265 7/XI/1710 260 A Salvatore Torre in conto di duc. 1560.

BPT 1265 7/XI/1710 400 A Salvatore Torre.

BPT 1265 7/XI/1710 400 A Salvatore Torre.

BPT 1267 10/XI/1710 70 A Francesco de Bellis.

BPT 1267 10/XI/1710 6 A Luigi de Cardenas.

BPT 1262 12/XI/1710 3.3.10 A Pietro de Cardenas a compimento di duc. 150.

BPT 1265 15/XI/1710 50 A G.B. Buonacquisto a compimento di duc. 150.

BPT 1262 19/XI/1710 296.3.8 Al Conte dell’Acerra.

BPT 1267 27/XI/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1263 29/XI/1710 3.-.6 A Maria Francesca Spinelli Marchesa di Laino a compimento di duc.

150, per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1267 5/XII/1710 16.3.6 A Luigi de Cardenas.

BPT 1267 5/XII/1710 100 Ai Monasteri di S. Marco e Teresa della citta’ di Trani e di S. Gennaro

di Torre del Greco.

BPT 1262 9/XII/1710 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1263 10/XII/171

0

88.1.4 A Maria Francesca Spinelli.

BPT 1273 2/I/1711 6 Vitalizio per la figlia Eleonora monaca nel Monastero di S. Maria del

Soccorso.

BPT 1273 2/I/1711 6 Vitalizio per la figlia Eleonora monaca nel Monastero di S. Maria del

Soccorso.

BPT 1272 9/I/1711 100 A Giovanni Battista Buonacquisto argentiero a compimento di duc. 150,

parte di una spesa di duc. 750 «per un bollettino di simil summa fattogli

dal Conte dell’Acerra diretto agl’heredi del quondam Dottor Donato

Antonio Sausto […]».

BPT 1272 9/I/1711 100 A G.B.Buonacquisto a compimento di duc. 150 nell’ambito delle

transazioni con il Conte dell’Acerra.

BPT 1276 14/I/1711 2.1.13 A Francesco Spinelli Marchese di Laino.

BPT 1273 26/I/1711 119.1.7 Ad Alfonso de Cardenas Marchese di Laino e Conte dell’Acerra in

nome di Maria Mastrilli per il quondam Donato Antonio Sausto, a

compimento di duc. 1400 per l’affitto dell’Acerra.

BPT 1273 26/I/1711 50.1.14 Ad Alfonso de Cardenas Marchese di Laino e Conte dell’Acerra in

nome di Maria Mastrilli.

BPT 1273 4/II/1711 20 Al Notaio Nicolo’ Antonio Collocola per le scritture fatte fino al

6/VIII/1710.

BPT 1273 4/II/1711 5 A compimento di duc. 45 in saldo della somma di duc. 1700, per un

prestito fatto dal Conte dell’Acerra al Sausto nel 1707.

BPT 1274 13/II/1711 30 A Grazia Galdieri «dovutele dal Signor Conte dell’Acerra».

BPT 1276 16/II/1711 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1271 18/II/1711 193.1.13 A Scipione Caracciolo Duca di Seminara. Per conto del Conte

dell’Acerra.

30

BPT 1271 18/II/1711 100 A Giovanna Caracciolo Duchessa di Seminara madre e tutrice dei figli

ed eredi del quondam Giovanni Battista Spinelli Savelli suo marito. Per

conto del Conte dell’Acerra.

BPT 1271 18/II/1711 193.1.13 A Don Scipione Caracciolo Duca di Seminara a compimento di duc.

293.1.13.

BPT 1271 18/II/1711 100 A Donna Giovanna Caracciolo Duchessa d Seminara madre e tutrice dei

figli ed eredi del quondam Don Giovan Battista Spinelli Savelli in conto

di duc. 293.1.13 «della qual summa gl’e’stato fatto bollettino dal Signor

Conte della Cerra per quello gli deve». Il pagamento e’ fatto in nome e

parte di donna Maria Mastrilli vedova ed erede usufruttuaria del

quondam dottor Donato Antonio Sausto.

BPT 1272 19/II/1711 105 A Giacomo e Nicolo’ Salerno per la seconda terza «del piggione delle di

loro case affittate al Conte dell’Acerra» per ducati 315 l’anno «per

doverseli dette ritenere dall’affitto della Citta’ dell’Acerra».

BPT 1272 19/II/1711 100 Ad alcuni monasteri presso Torre del Greco.

BPT 1276 4/III/1711 12 Ad Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi «per l’intiera mesata del

pigione».

BPT 1276 12/III/1711 83 A Grazia Galdieri.

BPT 1271 13/III/1711 60 Ai Venerabili Monasteri dei Santi Marco e Teresa della citta’ di Trani e

di S. Gennaro di Torre del Greco.

BPT 1271 13/III/1711 25 Vitalizio per Camilla Sausto nel Monastero di S. Maria del Soccorso.

BPT 1271 13/III/1711 60 Ai Monasteri di S. Marco e Teresa della citta’ di Trani e di S. Gennaro

di Torre del Greco.

BPT 1271 13/III/1711 25 Al Venerabile Consigliere di Santa Maria del Soccorso per il semestre di donna Camilla Sausto.

BPT 1272 14/III/1711 115.4.14 Ai Monasteri di Santa Maria Maggiore di Napoli e di Santa Maria delle Grazie di Salerno.

BPT 1272 14/III/1711 30 A Nicola Spinelli, parte delle terze maturate di un capitale del Marchese

di Laino.

BPT 1275 18/III/1711 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1272 23/III/1711 60 A Francesco de Bellis.

BPT 1273 24/III/1711 10 A Francesco de Bellis.

BPT 1273 24/III/1711 12 A Francesco de Bellis.

BPT 1274 26/III/1711 7 Ad Angela d’Amelio creditrice di Grazia Galdieri.

BPT 1274 26/III/1711 60 Alla Venerabile Casa di S. Paolo per conto di Maria Mastrilli.

BPT 1271 18/IV/1711 5 Ad Antonio Attingendo a compimento di duc. 90 per saldo di 1890 duc.

per il Conte dell’Acerra.

BPT 1271 18/IV/1711 5 Ad Antonio Attingendo.

BPT 1274 9/V/1711 26.4 A Giovanne Grignani in saldo di un debito di Maria Mastrilli.

BPT 1274 9/V/1711 20 A Giacomo Recco a compimento di duc. 70 per «diecisette giornate

vacate in Nola come esaminatore per la sua causa contro la Duchessa di

Marigliano».

BPT 1274 9/V/1711 50 A Nicola Daniele.

BPT 1275 11/V/1711 105 A Giacomo e Nicola Salerno «a compimento di duc. 315 […] sono per l’intiero prezzo del piggione della loro Casa affittata al Conte

dell’Acerra […] in nome e per conto di Donna Maria Mastrilli».

BPT 1276 26/VI/1711 13.2.10 A Gregorio d’Aniello.

BPT 1274 3/VII/1711 45.1.16 All’universita’ della terra di Marigliano da parte di Maria Mastrilli, che

li ha percepiti dalla Duchessa di Marigliano e dagli affittatori del bosco

di Marigliano.

BPT 1284 9/IX/1711 10 A Filippo Guarracino «per un’intera annata di censo che il detto esige

come beneficiato della Cappella de Signori Caraccioli sita dentro Santa

Maria della Nuova [sic] sopra il suo Palazzo sito nel Vicolo della

Lava».

BPT 1284 9/IX/1711 8 A Cesare Ferro a compimento di duc. 30 per questioni ereditarie di Don

Donato Antonio Sausto.

BPT 1281 16/IX/1711 22 A Felice d’Adeo a compimento di duc. 30 per la sua provisione «come

procuratore cosi’ suo come di donna Maria Mastrilli».

BPT 1280 12/XI/1711 5 A Caterina Marchese «Monaca Professa nel Venerabile Monastero di

San Francesco d’Aversa», da corrispondersi per disposizione

31

testamentaria di Don Eligio Sersale. Coerede e’ il Principe di

Castelfranco.

BPT 1280 23/XI/1711 75 A Beatrice Sanfelice.

BPT 1285 10/XII/171

1

13 A Francesco de Bellis.

BPT 1281 12/XII/171

1

10 Al nuovo procuratore Nicola Daniele.

BPT 1285 19/XII/171

1

77 A Don Scipione Teodoro.

BPT 1285 19/XII/171

1

24 A Maria Rosa Sersale monaca nel Venerabile Monastero del Soccorso

«per l’intiera annata del suo Vitalitio».

BPT 1285 19/XII/171

1

40 A Rocco Conte.

BPT 1285 19/XII/171

1

37.2.10 Al Monastero di S. Maria del Soccorso per nove mesi di stanza e vitta di

Camilla Sausto, figlia del quondam Don Donato Antonio.

BPT 1280 22/XII/171

1

17 A Domenico Antonio Morante

BPT 1281 23/XII/171

1

25 A Giuseppe Fiani per annate di terza.

BPT 1281 23/XII/171

1

55 A Donato Colavino.

BPT 1281 23/XII/171

1

50 A Nicola Daniele e per lui a Ferdinando Buonocore.

BPT 1281 23/XII/171

1

25 A Giuseppe Fiani

BPT 1281 23/XII/171

1

55 A Donato Colavino

BPT 1292 12/I/1712 9 «per esso all’Illustre Monastero di Santissime Monache di San

Gaudioso, e paga viribus praeturae compulsus, e sono per un’intiera

annata terminata a detto Agosto […] per il preteso censo suppone detto Monastero havere sopra una sua casetta sita al Vicolo di Santa Maria

d’Agnone […]».

BPT 1293 13/I/1712 10 A Francesco de Bellis.

BPT 1289 15/I/1712 10 A Francesco de Bellis.

BPT 1291 2/IV/1712 19.4.19 A Francesco de Bellis.

BPT 1291 2/IV/1712 106.4.15 «A Don Francesco Caracciolo Odierno Duca di Miranda E per esso a Don Vincenzo Maria Caracciolo Marchese di Villamayna suo Balio e

Tutore e li paga tanto in suo nome quanto in nome e parte di donna

Maria Mastrilli, e delle figlie et heredi del quondam Don Donato

Antonio Sausto […]».

BPT 1290 12/V/1712 93.3.9 A Francesco de Bellis.

BPT 1290 30/V/1712 14.6.2/3 «per lui a Don Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi dette sono a

complimento e final pagamento della terza del piggione maturata alli 4

gennaio 1712 cosi’ del quarto grande della sua casa, come delle due

altre camere contigue a detto quarto nel Vicolo della Lava a’ lui

affittate, come delle cautele, atteso il di piu’ importante della terza,

come il residuo dell’altra terza del mese di settembre si e’ da lui parte in

varie accomodationi necessarie, ed altre spese di scrittura, e parte pagati

di contanti […]».

BPT 1290 18/VII/171

2

20.1.16 2/3 «per lui a Don Antonio Mastrilli Marchese di Liccardi dette sono per la

terza maturata a 4 maggio 1712 per causa dell’affitto del suo quarto

inferiore contiguo alla sua casa al Vico della Lava, e di due altre camere contigue a detto quarto […] Pero’ non facessero detto pagamento se non

inteso l’Ospedale della Misericordia, ad Instanza del quale tiene ordine

[…] dal Regio Consigliero Don Flavio Gurgo appresso lo Scrivano del

Sacro Regio Consiglio Montella di far deposito di quello andava

dovendo per detto piggione; E per lui al suddetto Ospedale della

Misericordia eretto fuori la Porta di S. Gennaro nel bogo de Vergini

[…] e duc. 4 sono per tanti accomodati con detti odierni Governatori per

causa di tutte le spese sin a 27 maggio 1712 fatte nel Sacro Consiglio

32

appresso il Scrivano Montella per causa di sequestro, et altro fatto, tanto

sopra alcuni Arrendamenti nel banco del Popolo, come alli Pigioneri

delle Case d’esso suddetto don Antonio site, e poste nel Vicolo della

Lava […]»