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1 MODALITA' DI ACQUISIZIONE LINGUISTICA: SVILUPPO TIPICO E ATIPICO IL DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO (DSL) E IL BILINGUISMO

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MODALITA' DI ACQUISIZIONE LINGUISTICA: SVILUPPO TIPICO E ATIPICO

IL DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO (DSL) E IL BILINGUISMO

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INDICE

Introduzione

I. La neuropsicologia: Disturbi del Linguaggio

I.1 Disturbi patologici: AFASIA

I.2 Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL)

II. La produzione verbale nel Bilinguismo

III. I mercatori di Disturbo Specifico del Linguaggio nella Lingua Italiana

III.1 La produzione dei pronomi clitici oggetto

III.2 La Ripetizione di non-Parole

Conclusione

Bibliografia

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Introduzione

La distribuzione delle lingue parlate nel mondo mette in evidenza che la

maggior parte della popolazione mondiale parla due lingue1, mentre in alcuni

Paesi, a causa del fenomeno migratorio, la popolazione è plurilingue.

Recenti statistiche mostrano che in Europa il 56% della popolazione usa

almeno due lingue nella vita quotidiana, in alcuni stati dell’Unione Europea

questa percentuale raggiunge quasi il 100% (come ad esempio in

Lussemburgo: 98%)2.

Il termine Bilinguismo indica la capacità di parlare e comprendere due lingue;

il Bilinguismo viene distinto in Bilinguismo precoce e Bilinguismo tardivo,

prendendo come punto di riferimento il momento in cui una o entrambe

lingue sono state acquisite.

1 Tucker G.R., 1998, «A Global Perspective on Multilingualism and Multilingual

Education», in Cenoz J., Genesee F. (a cura di), Beyond Bilingualism: Multilingualism and Multilingual Education, Clevedon, Multilingual Matters, pp. 3-15. 2 I dati sono presi da Bialystok et al., 2012, Nella stesura, l’introduzione è una produzione personale.

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Nei bambini bilingui si osserva una prestazione ricettiva e un vocabolario

inferiori rispetto a quello dei monolingui, e tempi di reazione di

interpretazione e produzione più lunghi, soprattutto nella seconda lingua.

Queste caratteristiche della capacità linguistica dei bilingui appaiono simili a

quelle osservate nei bambini con Disturbo Specifico del Linguaggio, per cui le

due condizioni possono non essere facilmente distinte.

Ci sono strumenti diagnostici che possano farci distinguere identificare i

bambini affetti realmente da Disturbo Specifico del Linguaggio? La scarsa

quantità dei dati rende la missione molto più difficile.

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I. La neuropsicologia: i Disturbi del Linguaggio

La neuropsicologia distingue, nei bambini bilingui, due tipi di Disturbo del

processo dello sviluppo tipico del linguaggio: il disturbo del funzionamento del sistema

linguistico sotto forma di afasia e il Disturbo Specifico del Linguaggio.

I.1 Disturbi patologici: AFASIA

L’afasia è un disturbo del funzionamento del sistema linguistico causato dalla

perdita delle aree deputate allo sviluppo del linguaggio, dovuta a eventi come

traumi cranici, tumori cerebrali o ictus.

L’ afasia si può manifestare attraverso differenti disturbi delle capacità

linguistiche: subito dopo l’esordio, i bambini presentano una marcata

riduzione del loro eloquio fino ad arrivare a mutismo, ma dopo qualche

settimana si osserverà invece un recupero della capacità linguistica.

I.2 Disturbo specifico del linguaggio (DSL)

La diagnosi di Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) viene posta nei

bambini che non sviluppano correttamente le loro capacità linguistiche in

assenza di ritardo mentale, disturbi cognitivi o neurologici. Il ritardo nello

sviluppo delle capacità linguistiche non migliora con il tempo.

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Questo tipo di Disturbo è causato da una insufficiente esposizione alle lingue

acquisite: ciò determina sia una riduzione del vocabolario che un minore

sviluppo della capacità linguistica.

II. La produzione verbale nel Bilinguismo

Per molto tempo si è ritenuto che il bilinguismo peggiorasse i segni del

disturbo specifico del linguaggio; uno studio condotto da Paradis e

collaboratori all’inizio del secolo ha negato questa ipotesi.

L’esperimento è stato effettuato coinvolgendo bambini monolingui e bilingui

chiedendo loro di effettuare compiti di produzione verbale contenenti

morfemi flessivi.

I risultati di questo esperimento hanno mostrato che i bambini monolingui e

bilingui commettono un simile numero di errori (cfr. Paradis et al. , 2004): la

conclusione di Paradis è quindi che il bilinguismo non incide sulla produzione

verbale. Inoltre nello studio è stato osservato che il DSL tende a presentarsi in

maniera simile nelle lingue alle quali sono esposti i bambini che hanno

partecipato allo studio3.

3 Paradis J. et al., 2003, «French-English Bilingual Children with sli: How They

Compare with Their Monolingual Peers?», Journal of Speech, Language, and

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III. I marcatori del Disturbo Specifico del Linguaggio nella Lingua Italiana

L’identificazione del disturbo specifico del linguaggio resta ancora difficoltoso a

causa dello scarso numero di studi specifici e di conseguenza di strumenti

diagnostici appropriati.

Nella ricerca di strumenti diagnostici per identificare il DSL nei bilingui, alcuni dati

molto interessati sono stati ottenuti confrontando le prestazioni dei bilingui con

quelle dei monolingui quando vengono usati marcatori clinici.

I marcatori particolarmente sensibili nella lingua italiana utilizzati a scopo

diagnostico sono la produzione dei pronomi clitici e la ripetizione di non-parole.

III.1 La produzione dei pronomi clitici oggetto

I pronomi clitici, detti anche pronomi atoni, sono dei pronomi che non possono

apparire da soli, non marcati, e che si appoggiano al verbo che li segue o che li

precede (Renzi, 1988).

Scrivo un libro > LO scrivo.

La produzione di pronomi clitici oggetto in Italiano richiede una competenza

linguistica sofisticata, poiché presuppone conoscenze di tipo sintattico, morfologico

e pragmatico.

Hearing Research, 46, pp. 113-127.

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Nella norma i bambini monolingui italiani producono i primi pronomi clitici oggetto

intorno ai due anni di età, non commettono errori di posizionamento e li utilizzano

al posto appropriato. Fanno eccezione alcuni bambini che li omettono fino ai 4 anni

di età, ma che presentano un miglioramento nel corso della crescita.

Al contrario, nei bambini con DSL, la produzione dei clitici sembra difficoltosa;

manifestano una tendenza persistente ad omettere il clitico producendo frasi come:

la nonna bacia la bambina > * BACIA LEI.

I risultati degli esperimenti condotti da alcuni studiosi (Bortolini e colleghi)

mostrano che i bambini con DSL utilizzano i pronomi clitici solo nel 19% dei casi,

mentre i bambini senza un disturbo producono frasi corrette nel 91% dei casi.

L’analisi di regressione logistica ha mostrato che la produzione di clitici oggetto è un

mercatore per il DSL in italiano con eccellente grado di sensitività (91,91%) e

specificità (100%).

III.2 La Ripetizione di non Parole

Nel test di ripetizione di non parole è stato chiesto ai bambini di ripetere stringhe di

suoni pronunciabili ma privi di significato.

Questo test viene effettuato per valutare l’abilità di immagazzinare e recuperare

informazioni dalla memoria prosodica.

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L’analisi del secondo marcatore clinico ci ha fornito risultati interessanti, perché ha

mostrato che:

- la ripetizione di non parole è severamente compromessa nei bambini con DSL

rispetto ai coetanei con sviluppo linguistico tipico, a causa della difficoltà nel

concentrare l’attenzione sull’aspetto fonologico dello stimolo da ricordare;

- i bilingui hanno un comportamento simile a quello dei monolingui con

sviluppo linguistico nella norma.

Il test della ripetizione di non parole ha mostrato valori di sensibilità e specificità

superiori all’80% [Bortolini e colleghi (2006)]: viene quindi considerato un buon

marcatore clinico del DSL in italiano.

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Conclusione

I risultati ottenuti dagli studi fino ad ora condotti ci indicano che con i test dei due

marcatori clinici è possibile distinguere le caratteristiche del bilinguismo dal

Disturbo Specifico del Linguaggio.

Con studi successivi potrà essere verificato se anche nei bilingui con DSL siano

presenti omissioni significative nella produzione di clitici e difficoltà nella

ripetizione di non parole.

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Bibliografia

Tucker G.R., 1998, «A Global Perspective on Multilingualism and Multilingual Education», in Cenoz J.,

Genesee F. (a cura di), Beyond Bilingualism: Multilingualism and Multilingual Education, Clevedon,

Multilingual Matters, pp. 3-15.

Vargha-Khadem F. et al., 2000, «Ontogenetic Specialization of Hemispheric Function», in Oxbury J.M.,

Polkey C.E., Duchovny M. (a cura di), Intractable Focal Epilepsy, London, Saunders, pp. 405-418.

Paradis J. et al., 2003, «French-English Bilingual Children with sli: How They Compare with Their

Monolingual Peers? », Journal of Speech, Language, and Hearing Research, 46, pp. 113-127.

BORTOLINI, U., CASELLI, M.C., DEEVY, P. & LEONARD, L.B, (2002), Specific language impairment in

Italian: first steps in the search of a clinical marker. International Journal of Language and

Communication Disorders, 37, 77–93.

BORTOLINI, U., ARFÉ, B., CASELLI, M. C., DEGASPERI, L., DEEVY, P. & LEONARD, L.B. (2006), Clinical

marker for specific language impairment in Italian: the contribution of clitics and non-word repetition.

International Journal of Language and Communication Disorders, 41(6), 695-712.