l'immagine di maometto nei media italiani

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L'immagine di Maometto nei media italiani Indagine sulla stampa ed i mass media italiani Hussein Mahmoud Facoltà di Lettere - Università di Helwan Riassunto: Lo studio esplora i metodi di trattamento della figura di Maometto nei vari mezzi di comunicazione in Italia , che vanno dai quotidiani e attraverso la televisione e la rete internazionale di informazione (Internet) e copre un'area di tempo limitato del primo decennio del secolo attuale. Lo studio seleziona questioni specifiche evidenziate in questi media, soprattutto quelli che danno luogo a controversie o diffondono informazioni sbagliate. Tuttavia, si fa riferimento anche alle fonti che cercano di risanare l'immagine del Profeta al pubblico destinatario. Si sottolineano, anche, le questioni sollevate dalle recenti accuse, formulate da una parlamentare italiana di destra, al profeta, seconda le quali il profeta dell'islam sarebbe stato pedofilo, per essersi sposato con una ragazza di nove anni. In un tempo precedente vi era la problematica pubblicazione dei fumetti blasfemi, così come un

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L'immagine di Maometto nei mediaitaliani

Indagine sulla stampa ed i mass media italiani

Hussein Mahmoud

Facoltà di Lettere - Università di Helwan

Riassunto: Lo studio esplora i metodi ditrattamento della figura di Maometto nei varimezzi di comunicazione in Italia , che vanno daiquotidiani e attraverso la televisione e la reteinternazionale di informazione (Internet) e copreun'area di tempo limitato del primo decennio delsecolo attuale. Lo studio seleziona questionispecifiche evidenziate in questi media,soprattutto quelli che danno luogo a controversieo diffondono informazioni sbagliate. Tuttavia, sifa riferimento anche alle fonti che cercano dirisanare l'immagine del Profeta al pubblicodestinatario. Si sottolineano, anche, lequestioni sollevate dalle recenti accuse,formulate da una parlamentare italiana di destra,al profeta, seconda le quali il profetadell'islam sarebbe stato pedofilo, per essersisposato con una ragazza di nove anni. In untempo precedente vi era la problematicapubblicazione dei fumetti blasfemi, così come un

film considerato anche esso irrispettoso neiconfronti del Profeta. Di solito, in circostanzenormali, i media non forniscono tanteinformazioni sulla biografia del Profeta , madiventano molto più attivi in situazioni dicrisi.

Introduzione: Questa ricerca appartiene alcampo degli studi culturali, interessata allostudio dell'immagine in particolare, il chesignifica che non ha come obiettivo lo studiodottrinale o religioso, ma cerca, invece, diesaminare i fattori specifici che contribuisconoalla formazione, mentale e intellettuale, dellacoscienza collettiva di una nazione per quantoriguarda un'altra nazione, utilizzando un metodocomparatistico.

I media italiani non affrontano laBiografia del Profeta né con esposizioni né concommenti e spiegazioni, ma possono utilizzarealcuni discorsi e eventi della vita del Profetain modo inappropriato per caricarli di obiettivipolitici, in primo luogo, e spesso vienepresentata in modo negativa che corrisponde aipreconcetti che formano l'immagine di base delProfeta nella tradizione culturale italiana, dalmomento in cui l'ha stigmatizzato il poetaitaliano Dante Alighieri mettendolo tra idissidenti e gli istigatori di discordia e divergogna, e prima e dopo di lui gli scrittori,

filosofi e pensatori italiani che possiamoprendere conoscenza delle loro idee in moltidegli scritti sul "Medio Evo in Italia" apparsiin diversi saggi di Mahmoud Salem el-Sheikh1.

Negli ultimi anni l'uso negativodell'immagine del profeta Maometto è ritornato adessere frequente in televisione, sui giornali enel Web che rappresenta fedelmente la realtàdegli altri media, aggiungendo più fervoretramite i blog che possono rappresentare anchel'opinione pubblica.

Questo studio vuole mettere in rilievo comehanno trattato i media italiani la personalità diMaometto su due livelli, negativo e positivo. Allivello negativo, ci si riferisce all'influenzadi due personaggi che ben presto divennero famosiper il loro antislamismo di cui divennerosimboli nella stampa italiana. Il primo èl'italiana Oriana Fallace (Firenze 1929 - Firenze2006), mentre il secondo è l'egizianoitalianizzato Magdi Cristiano Allam, così come siriferisce alla posizione della stampa italiana ela sua reazione alla pubblicazione dellevignette blasfemi al Profeta, mentre siriferisce al programma televisivo in cui era1 L'autore di questo saggio era presente in due conferenza in cuiha partecipato M. S. El-Sheikh, una a Roma, Università di TorVergata, l'altra in una delle chiese di Napoli, ambedue nel corso di2006, in cui El Sheikh ha dato una rassegna di riferimentisull'immagine di Maometto nella tradizione letteraria italiana,oltre alle altre lezioni e conferenze tenute in diverse sedi e cittàitaliane. Si vede inoltre : Quando la cammella di Maometto indicò la primamoschea, in "Il Tempo", mercoledì 21 giugno 1995. " Quando "Maometto"era un cardinale, in "Confronti", 11 (novembre 1998), pp. 39-41 " .

apparsa Daniela Santanche, e sfacciatamente haespresso una visione senza precedenti dellapersonalità del Profeta. Sul lato positivocercheremo di rintracciare i molti sforzi deglistudiosi di islamismo, sia gli arabisti italiani"nobili" sia gli arabi di origine, che stannotuttora cercando di correggere l'immagine, o difornire un quadro diverso, anche se alcuni diloro, di buona fede, cade nelle trappole deipreconcetti che richiedono almeno una revisione.Si allude anche ad qualche programma televisivointerrotto che cercava di recuperare l'immaginecivile dell'Islam in generale.

Aspetti negativi: A portare la bandiera dell'attacco contro il Messaggero dell'islam nellastampa italiana negli ultimi dieci anni era MagdiCristiano Allam, oggi deputato al Parlamentoeuropeo, che mirava anche a vincere le regionalicome governatore di Basilicata nel 2010, ilAllam che in origine era una giornalista, è statonominato vice direttore del Corriere della Sera,anche se ora si è ritirato per occuparsi solo dipolitica, alleandosi con tanti movimenti italianicon il suo partito e movimento (Io amo l'Italia),battezzato da Papa Benedetto XVI nel 2007,sposato nello stesso con l'arabista ValentinaColombo nello stesso anno.

Nel Corriere della Sera Magdi Cristiano Allamha commentato, nel 6 Febbraio 20062, la

2 Magdi Allam, Non raffigurare Maometto: il tabù immaginario ,Corriere della Sera

pubblicazione delle vignette danesi blasfemi allapersonalità del Profeta dicendo che "raffigurareMaometto è un tabù immaginario", perché dal suopunto di vista i musulmani intransigenti –secondo lui tutti i musulmani sono intransigentie che non esiste il cosiddetto islam moderato -di molti musulmani, che, da terroristi cheassaltano le ambasciate e le chiese, cheaggrediscono gli occidentali e i cristiani - c'èil convincimento che Mohammad (Maometto) sia unafigura sovrumana. Che sia assolutamente proibitoraffigurarlo e che, pertanto, le vignetteincriminate sarebbero doppiamente blasfeme, siaperché lo ritraggono sia perché lo diffamano.Allam dice che tutto questo è falso e cita undetto di Maometto «Sono solo un essere umano,sono di buono o di cattivo umore come ogni altrapersona» e versetti del Corano: «Tanto strano èdunque per gli uomini che Noi abbiam rivelato aun uomo come loro di ammonire il suo popolo?»(Sura X, 2). Lui subito dopo sostiene che ilrigido monoteismo su cui si basa l'islam è ciòche lo porta a disconoscere il mistero cristianodella Trinità e a riconoscere a Gesù la solanatura umana. Lo stesso vale per Maometto che ilvolerlo immaginare un essere sovrumano serve aifanatici islamici a ridurre o eliminare il ruolodella ragione e della critica umananell'interpretazione del testo sacro (il Corano).Ritornando alle arti figurative affermando che

6 febbraio 2006.

l'Islam lo vieta citano detti di Maometto eversetti del Corano come prove di questo divieto,ma nello stesso tempo alludendo a certi studiosicome Al Hassan bin Ahmad, noto come Abu AliAlfarisi, morto nel 987, Mohammad Abduh (1849-1905), che fu il mufti d'Egitto, che hannosostenuto che il divieto delle arti figurativenon è assoluto e che «le immagini e le statuesono lecite fintantoché non intaccano lasacralità del culto di Allah». Ha citato anchel'attegiamento dell'Egitto e dell'Arabia Sauditanei confronti del film «Il messaggio», realizzatonel 1976 dal regista siriano Mostafa Aqqad,vietato in queste due nazioni perché raffigura lapersona di Hamza, lo zio di Maometto ,interpretato da Anthony Quinn. Alla fine del suoarticolo incita l'Europa d non rassegnarsi agliestremista interpretazione dell'islam e nonsottomettersi all'arbitrio dei predicatori d'odioe dei burattinai del terrore, ma mandare intribunale i fautori di questi vignette.

Si nota che Magdi Cristiano Allam è statocauto in questo articolo, non dando l'impressionedi chi difende le vignette blasfemi, e sembravacome se fosse uno teologo musulmano, predicandoa perseguimento dei pittori giuridicamente invecedelle di aggressioni contro le chiese e controi cristiani. La verità è che in quell'anno eraancora un musulmano, ha cambiato il tonocompletamente due anni dopo nel 2008 quando ha

pubblicato un libro "Grazie Gesù: la miaconversione dall'islam al cristianesimo)3.

Tra le complicazioni di questo tipo diaffermazioni quello che possiamo leggere neicommenti dei lettori, compreso l'articolo scrittoda Suor Maria Gloria Riva, nella rivista "ilTimone"4 in cui descrive le fasi attraverso lequali Magdi Cristiano Allam si è convertito alcristianesimo criticando lo Stato italiano la suaindifferenza nei riguardi delle comunitàislamiche e chiedendo lo studio dell'Islam perrispondere alle "sfide" islamiche alla societàoccidentale.

Marcello Stanzioni, in occasione del libro diMagdi Cristiano Allam, ha scritto un articoloapparso nel sito Pontifex.Roma5, che porta unadenominazione non priva di senso, in cui chespiega l'Islam e le varie tappe della Vita delProfeta .

In questo articolo, l'autore fa unconfronto tra Maometto e Gesù, rintracciandoun'affinità tra l'Islam e la comunità deitestimoni di Geova in Italia nel non riconoscerele credenze del cristianesimo di cui da MagdiAllam ha parlato nel suo libro e nei suoi

3 Magdi Cristiano Allam, Grazie Gesù. La mia conversione dall'Islam al cattolicesimo, Mondadori, Milano: 2008.4 Maria Gloria Riva, le tappe della conversione al Cattolicesimo di Magdi Allam, “il Timone", maggio 2009.5 http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/70-magdi-allam-da-gesu-a-maometto-le-differenze-tra-il-cristianesimo-e-lislam

articoli , aggiungendo la negazione dei musulmanidella divinità di Gesù e la santità della chiesa.Per quanto riguarda il Profeta ha detto che eranato alla Mecca e ha sposato una ricca vedova, edi mezza età si ritirò nella grotta dove, secondola tradizione mussulmana, ebbe la visione persvariati anni dell’angelo Gabriele e ci fu ladiscesa della parola di Dio che il testo delCorano riferisce puntualmente. Il termine Coranosignifica “recitazione” e per i mussulmani è laLegge (Sharia), che è discesa dal cielo, ed è nonsoltanto un codice religioso ma anche civile. Poil'autore racconta l'annuncio di Maometto aiMeccani della sua nuova rivelazione, ma furespinto e dovette fuggire a Medina dove furiconosciuto da quegli abitanti come loro guida(giugno 622). Nei dieci anni in cui visse aMedina, Maometto diede norme sul matrimonio,sull’eredità, sui contratti e combatté la guerrasanta contro i nemici dell’islam, in modoparticolare gli ebrei ed i politeisti. L'autoreconclude la sua esposizione affermando cheMaometto nel 630 si impadronì della Meccadiventando il padrone dell’Arabia.

secondo l'autore: "… il periodo medinese, , fufondamentale, perché in quegli anni nacque l’islam come religioneavente dei caratteri propri e distinti da quelli dell’ebraismo e delcristianesimo eretico nestoriano, e quindi non quellodottrinalmente ortodosso".

L'autore presenta l'islam come una religioneche si basa su cinque pilastri come l'unicità di

Dio e che il suo Messaggero è Mohammad, lapreghiera, l’elemosina, il digiuno e ilpellegrinaggio. L'autore si ferma un po'sull'unicità di Dio che considera la professionedi fede con la quale si entra nell’islam consistenel pronunciare la formula: “Non vi è altro Dioche Allah e Maometto è l’inviato di Dio”e che perdiventare ufficialmente mussulmani basta recitaresinceramente questa formula dinnanzi a testimoniqualificati, che questa professione di fede vienefatta decine di volte nella giornata e dominatutto il mondo islamico. Della differenza fraCristianesimo ed Islam l'autore sottolinea che ilrapporto tra Dio e l’uomo nell'Islam consiste nelfatto che l'uomo sia un servo ed il suo compito èadorarlo e sottomettersi, mentre lo stessorapporto nel Cristianesimo è quello di “Padre-figlio”. Un mussulmano, come dice lui, nonpotrebbe mai dire “Padre nostro”, perché perl’islam "Dio è troppo alto e l’uomo troppobasso".

L'autore poi spiega come si prega in Islam equante volte al giorno, cosìcome la purificazioneche si realizza per le impurità minori e per leimpurità maggiori. Poi l'affinità tra cristiani emusulmani nell’elemosina. Ma per ilpellegrinaggio alla Mecca, indica che ognimussulmano adulto e sano deve fare, almeno unavolta nella vita.

Dopo questa rapidissima panoramica l'autorededuce che l’islam è una religione molto

semplice, consistente in poche cose essenziali eprobabilmente anche per questo, rispetto alcristianesimo, più complesso e più esigente, hauna maggiore possibilità umana di diffusione, ilfatto che spiega la progressiva islamizzazionedell’Africa, appunto perché esso è moltosemplice, nella sua formulazione teologica, e siadatta più facilmente ai costumi locali africanie, soprattutto non esige, come il cristianesimo,che chi si converte, resti con una sola moglie erinvii le altre, che l’islam, rispetto alcristianesimo, sembra offrire l’impressione diuna certa povertà, specialmente per il fatto chenon dà risposta ad alcuni grandi problemi umani,come quelli del male e della sofferenza. L’islampoi sembra essere eccessivamente indulgente versola debolezza umana, specialmente nel campo dellamorale sessuale. L'autore critica inoltre ilcarattere interista e totalizzante dell’islam chesecondo lui porta a confondere il temporale e lospirituale, la religione e la politica che spingetaluni paesi islamici a negare ai cittadini nonmussulmani i diritti civili e la libertàreligiosa, al contrario dell'Europa che l'autoresostiene che fa molto per gli immigratimussulmani e si preoccupa delle condizionimateriali dei mussulmani (abitazione,scolarizzazione, lavoro e retribuzione,assistenza sanitaria, ecc.), ma si preoccupaanche della loro vita religiosa e spessopraticano gesti di cortesia in occasione delle

feste mussulmane mettendo talora a disposizione ilocali parrocchiali per le riunioni ed il cultoislamico, mentre nel mondo islamico se qualcunosi converte al cristianesimo, viene condannatoalla pena di morte.

Malgrado che l'autore esalta il dialogopositivo tra l'Islam e il Cristianesimo, eglipropone la difficoltà di questo dialogo dovutoalla mancanza di rappresentate vero dellareligione islamica.

L'autore quindi fa riferimento ai testicoranici che parlano con stima di Gesù e diMaria, ma si ferma alquanto quando interpreta unversetto che dice "(Cristo) è mandato da Dio comesuo messaggero agli israeliti a confermadell’Antico Testamento, a dichiarare lecitealcune cose che erano state proibite, adannunziare il lieto messaggio di un inviato-profeta che verrà dopo di lui e il cui nome saràAhmad [Maometto cioè Maometto ossia illodato ]". Lui descrive questo versetto comeun’interpretazione assai curiosa del passo delVangelo di San Giovanni 16, 7: “Se non me nevado, non verrà a voi il Consolatore; ma quandome ne sarò andato, ve lo manderò”, affermando cheIl termine greco “consolatore” sarebbe unacorruzione fatta dal cristianesimo primitivodella parola “lodato”. Gesù sarebbe stato dunqueil precursore di Maometto.

L'autore afferma che l'Islam distingueMaometto e la rende migliore di Gesù, e Gesù nonha ricevuto una rivelazione "sigillo", ricevutoda Maometto, così come la negazione diappartenenza a Dio, e la negazione dellaSantissima Trinità, che concepisce come triteismo, e spiega la filiazione di Gesù a Dio, comefiliazione fisica. Lui afferma inoltre che ilprofeta dell'Islam non sapeva il cristianesimo,né i cristiani veri, ma conosceva alcuni deglieretici che vivevano nella penisola arabica, ealcuni monaci che li lodava e la loro vitasolitaria. Ha discusso il concetto della Trinitàe ha negato che riflette il culto di tre dèi, oche sia contro il monoteismo. Alla fine del suoarticolo ha chiesto il rafforzamento del dialogoislamo-cristiano, al fine di combattere ilsecolarismo e ateismo e promuovere la pace e lagiustizia sociale.

Possiamo dedurre da questo articolopubblicato sul sito di cristiano e di peso comesegue:

1 – I'autore italiano non è stato trascinatodietro le visioni mediocri di Magdi CristianoAllam ma si era limitato solo ad esporre ilpunto di vista e la situazione attuale relativaall'Islam visto dalla maggioranza degli italiani,ed il cristianesimo visto dalla maggioranza deimusulmani che vivono in Italia.

2. Non ha sostenuto la visione delgiornalista italo-egiziano che Maometto era unprofeta di guerra e di violenza, secondo lostereotipizzato concetto del jihad.

3. Si osserva che gli scrittori mettono infuoco gli elementi di differenza per attirarel'opinione pubblica schierare i loro lettore afavore dello scontro.

4. Si osserva nella presentazione del profetanel articolo il tentativo dell'autore italiano,di riferire ciò che ha portato la sharia islamicaper organizzare la vita al Profeta stesso, manon si tratta di una legislazione divina.

Così come altre questioni di fede e didottrina che gli specialisti possono discutere edarne risposte.

Va detto anche che la personalità di MagdiCristiano Allam, non ha avuto un consenso totaleda tutti gli italiani, e che la maggioranza nonrispetta le sue opinioni, anche se vi è unafazione di loro, specialmente nei livelli diistruzione più bassi, e che la destra con tuttele sue sfumature lo strumentalizza per motivipolitici interni: lo testimonia i commenti dellastramaggioranza dei lettori e dei blogers.

Lo stesso si può dire per la giornalistaitaliana Oriana Fallace, che ha suscitato unsacco di punti interrogativi in un primo momento,poi un sacco di disgusto e schifo dei suoi

connazionali, e soprattutto a Firenze, per le sueposizioni di razzismo in generale e contro imusulmani in particolare. Il suo atteggiamentoverso l'Islam é diventato classico, e provocaspesso il cinismo, tanto più che il razzismoesplicito, non solo contro i musulmani ma anchecontro i messicani. Ma ciò che ci interessa qui èil suo modo nel trattare la biografia delProfeta.

Il 22 febbraio 2006 la Regione di Toscana leha insignito la medaglia d'oro in qualità diuna delle bandiere della cultura toscana nel mondo.

Durante la premiazione, avvenuta a New York,la scrittrice ha raccontato del suo tentativo dicreare una vignetta su Maometto, in risposta allamontante polemica sulle vignette apparse suigiornali francesi e olandesi, che raffiguravanoMaometto. A proposito ha dichiarato: «DisegneròMaometto con le sue nove mogli, fra cui la bambina che sposò a70 anni, le sedici concubine e una cammella col burqa. La matita,per ora, si è infranta sulla figura della cammella, ma il prossimotentativo probabilmente andrà meglio» . La verità è chenessuno in quel periodo ha preso le sue parolesul serio, ma ciò che si considera"complicazioni" delle sue parole è ilconsolidamento dell'immagine tipico di Maomettoche, senza dubbio, avrà effettonell'immaginazione del pubblico italiano, econtribuirà a falsare ulteriormente l'immagineche era stata stabilita fin dal passato remoto

nella tradizione letteraria e culturaleitaliana6.

E 'la stessa operazione effettuata da unaltro scrittore, pubblicando un libro intitolato"Chi è Gesù a Maometto"7 si tratta del sacerdoteRoberto Tassi. Il libro, pubblicato da MIR, è di516 pagine che contengono 350 disegni eincisioni, ed è costoso ( 50 euro/copia), ma èstato promosso su larga scala nei mezzi dicomunicazione, presentato dallo stesso autore suInternet, con una sintesi in cui ha spiegato chelo scopo del libro è di fare un confronto traGesù e Maometto e che ha utilizzato centinaia diiscrizioni islamiche che mettono in risalto lasuperiorità di Maometto rispetto a Gesù, che eraconsiderato solo un profeta "E guai a coloroche consideravano un dio", dice l'autore. Hacitato il versetto 30 della sura 9 che dichiara"infedele colui che dice: il figlio di Maria èDio. Allah li annienta". Lui, inoltre, citaversetti del Corano negando che sono rivelati daDio, ma è invenzione per dominare l’uomo in contrasto con ilmessaggio di Gesù, non solo religioso ad anche politico, morale.Ha detto che Maometto non solo si è servito della spada oltreper razziare, si è fatto una sua morale per soddisfare i suoidesideri , e come prova ha citato un detto diMaometto riportato dal Al-Buhari8: "le cose che6 Vedi: Giacomo Galeazzi, Museo Fallaci in Vaticano, La Sampa, 30 aprile 2004.7 P. Roberto Tassi, Chi è Gesù per Maometto , M.I.R., Firenze 2009.8 cf. Al-Buhari, Detti e Fatti del dell'Islam Profeta, Utet, Torino, 2003 pp. 494-497

amo di più al mondo sono le donne e i profumi; maciò che mi riconforta l’anima è la preghiera" eche non solo impedisce ai ai suoi amici disposarsi con le donne che hanno già avutorapporti sessuali e le vedove ma incita e dice”non preferisci forse le ragazzine e le lorocarezze?”

Se la realtà culturale italiana è sconvoltada questo tipo di idee, che trovano un suolofertile soprattutto nelle classi meno istruiti,culturalmente parlando, non troverei stranoche una parlamentare di destra, DanielaSantanché in un popolare programma televisivo,tra applausi del pubblico presente in studio ela rabbia da alcuni musulmani, che erano ospitatidallo stesso programma, "Dominica 5" su canale 5che fa parte del gruppo Mediaset, proprietà diBerlusconi, mentre commentava la decisione dellaCorte europea che criticava l'utilizzo dellacroce nelle scuole pubbliche in Italia, lei hadetto una sola frase: "Maometto aveva nove mogli,l'ultima era una bambina di nove anni. Maomettoera un poligamo e un pedofilo!" poi si è messa aripetere " per noi è un pedofilo.. unpedofilo". Il rappresentante dei musulmani, ilcapo del Centro islamico di Milano, Lombardia AliAbu Shwaima, agitato, cercava, invano, di fermarele onde susseguenti delle diffamazioni diSantanché, mentre, stranamente, vediamo VittorioSgarbi in studio, sorrideva felice di questolitigio tra i due. Rendendo conto che Sgarbi si

considera uno degli intellettuali ben noti inItalia, si accorge subito che l'atteggiamentodegli intellettuali italiani è abbastanzaindifferente in questo campo. La presentatriceBarbara D'Urso ha finito la trasmissioneprecocemente rilasciando nota nella stessa serache dice: "Io e il mio staff ci dissociamo dallefrasi offensive pronunciate nei confronti dellareligione islamica".

Questi è proprio uno degli aspetti negativiche affezionano l'immagine del profeta nei mediaitaliani, cioè gli intellettuali si limitano aguardare passivamente e non intervengono in modoefficace e decente con i mezza che possiedono eche consistono di analisi intelligente ecritica oggettiva. Purtroppo gli intellettualioggigiorno, al massimo, si accontentano dicondannare gli impropri senza tentare dicorreggerli. La prova maggiore dell'effettoimmenso di tali programmi sull'opinione pubblicaè l'indice della visione, basta pensare che ilnumero di telespettatori di "Dominica 5" haraggiunto 3,3 milioni di telespettatori che hannovisto questo litigio tra le religioni.

Nelle riviste italiane anche si può trovareun cumulo di argomenti che hanno a che fare conl'Islam in generale, come la storia di copertinadella rivista Panorama (il numero del 10 dicembre2009), che ha finanziato un sondaggio risultantecontro la non-costruzione di minareti in Italia,sullo sfondo del referendum svizzero famoso.

Ci sono anche recensioni di libri che parlanodi Maometto , come nel caso del libro "La viteantiche di Maometto"9, uno dei libri, che hainiziato a pubblicare la casa editrice italianaMondadori in una serie di libri intitolata"Islamica", dopo essersi realizzato il grandeinteresse dell'Islam dal momento in cuil'influenza islamica sulla situazione politicamondiale ha avuto il suo impatto sulle societàeuropee. al livello politico vi è ilcoinvolgimento italiano in Libano e inAfghanistan, che ha dato luogo a una rafficaintensa contro la politica estera del governo diProdi. All'interno dell'Europa, invece, c'èstato, tuttora presente, una crescente presenzadegli immigranti di religione musulmana con ilegati problemi di integrazione dovuto ad unadiversità di base religiosa. Il primo libro dellaserie intitolato "Vite antiche di Maometto" (392pagine di grande formato), che è una lettura ditesti storici religiosi islamici che riguardanola biografia di Maometto. Il libro è di taleimportanza che ha spinto Rutelli, il vice primoministro italiano e ministro della Cultura, che èstato anche il sindaco di Roma, a coinvolgersicon altri studiosi nella presentazione del libroin un centro di congressi di Roma, unapresentazione nella quale ha partecipato lapremio Nobel l'iraniana Shirin Ebadi e con leiGian Arturo Ferrari, Alberto. Ventura e Mons.9 Le vite antiche di Maometto, autore non specificato, Mondadori,Milano: 2007 .

Vincenzo Paglia . La repubblica ha inoltrededicato due pagine intere per la recensione dellibro. Mondadori, da parte sua, propone questanuova serie come strumento per svelare laricchezza, le luci e ombre e la diversità delpatrimonio islamico.

Ma il libro è ricco di storie e aneddoti,immagini, miti, idee e parole, che sono statiraccolti nel corso dei secoli, intorno allafigura di Maometto. L'introduzione e le note dellibro sono scritte dall'Israeliano MichaelLeckerv e le storie selezionate da RobertoTottoli tradotte in un stile italiano di unadolcezza chiara.

Ci fermiamo un po' con questo libro per quelloche ha suscitato nei media italiani, specialmentei giornali più diffusi in Italia (La Repubblica eIl sole 24 ore per esempio). Il libro constaall'inizio che per la sira (biografia diMaometto) gli studiosi occidentali negli scorsicinquanta o sessanta anni non avevano tantafiducia trattata da parte loro come favole obugie, e negli ultimi anni, da quando lostudioso tedesco Josef Van Ess ha pubblicato unlibro di sei volumi sulla fede islamica neisecoli ottavo e nono10, la situazione ècompletamente cambiata. Molti dei racconti sonostati restituiti alle date più antiche di quelleche erano citate dalla tradizione islamica. Così10 Josef van Ess: Theologie und Gesellschaft im 2. und 3. Jahrhundert

Hidschra، Band 1-6، Berlin New York، 1991-1997.

sono tornati ai primi musulmani tante opere chesono state sempre riferite ai posteriori. Non èpiù come in passato, cercare una origineebraica o cristiana per le idee, teologiche omistiche, che appartengono in verità al primoIslam. Nessuno crede più nelle banalità di alcuniorientalisti sul Profeta che vorrebbero metterein discussione la sua autenticità e onestà, ocome si soleva dire tra di loro, a volte, cheera immerso nei piaceri tra le donne ed iprofumi. Cosi il libro cerca di convincere ilettori che si tratta della vera sira diMaometto. Invece questa era solo pretesi perarrivare alla fine ad una biografia simile aquella condannata dall'autore: cioè piena dibugie e banalità.

Il contenuto del libro si può sempre leggerlo, main questa sede ci limitiamo a citare lo flashrilasciato dal editore per promuovere il librosul internet:

Le "Vite antiche di Maometto" sono formate da un intarsio di molte tradizioni deiprimi secoli islamici. Nella storia del mondo non esiste, probabilmente, figura piùcomplessa di quella di Maometto. In primo luogo, Maometto è la creatura che Dioforgia agli inizi dell'universo: composta di terra pura, immersa nelle acque delParadiso e trasformata in perla radiosissima, che illumina gli angeli, Adamo e iprofeti della Bibbia. Dopo molto tempo, nasce il Maometto "reale". Egli riceve larivelazione divina da parte dell'angelo Gabriele, un episodio solenne che possiamoavvicinare soltanto alle grandi rivelazioni bibliche. Maometto teme di essereposseduto dai demoni: la moglie lo convince che è posseduto dalla parola di Dio.Appena Maometto, in questa nuova veste, entra nell'esistenza quotidiana, trovacompagni, elabora leggi, comincia la conquista dei paesi arabi. Eppure proprio ora,mentre diventa il Profeta di un popolo, la sua figura perde l'elemento sacro chel'aveva avvolta. Ci sembra un uomo incerto, dubbioso, che cerca compromessi,sbaglia, desidera donne, governa un harem, combatte, commette razzie. Come dice

meravigliosamente, "io sono soltanto un uomo con occhi che piangono e un cuoreche soffre".

Maometto incerto, dubbioso, che governa un harem,commetto razzie, sbaglia, desidera donne ècertamente un Maometto che corrispondeall'immagine già avuta, già stabile nellatradizione letteraria come abbiamo dimostratoprima.

Si nota che questo libro sottolinea anche tanticoncetti che fanno parte dei preconcetti cheriguardano l'Islam in generale e Maometto inparticolare, come per esempio che lui ha tentatodi commettere il suicidio due volte, un concettoche chiaramente allude al concetto dei cosiddettiattacchi suicida attribuiti ad alcune fazioni diresistenza nazionale (palestinese per esempio).Lo stesso vale per la comparazione tra Cristo eMaometto per quanto riguarda la violenza,attribuita in modo esplicito a Maometto. IlCorano, in questo libro, è una rivelazione pienadi contraddizioni, castiga tutti, colpevoli edinnocenti.

Il lato positivo - ci sono aspetti positivi neimezzi di comunicazione è in alcuni programmi chestanno cercando di trasmettere un'immagine piùvicina alla verità, come alcuni programmi cheospitano personaggi di sufficiente qualificazioneche appartengono al mondo islamico ed al mondooccidentale. Un esempio di questi personaggi èKhaled Fouad Allam, sociologo algerino integratonella società italiana, un parlamentare italiano

per un un certo period. Khaled Fouad Allam, èparticolarmente interessato dei fenomeni cheriguardano l'Islam in Europa, con i libri: Lo spazioeuropeo dell'Islam, (in collaborazione con CaterinaLattes), Milano, 1994; Islam, (con Claudio LoJacono, Alberto Ventura ; a cura di GiovanniFiloramo), Roma, 1999, L'Islam globale, Milano 2002.

La posizione di principio di Khaled Fouad Allam ècontro l'estremismo religioso e viene spessochiamato in fretta nei media per esprimere un suoparere sulle questioni critiche. Lui ha un certoeffetto tra i cattolici italiani. Tra icontributi più importanti di Khaled Fouad Allam èla sua risposta alla famosa lezione di BenedettoXVI a Ratisbona appogiando l'idea proposta dalsudanese Mohamed Taha11, che assume che il Profetase avesse visto il Corano dopo la sua raccoltaavrebbe prorogato i versetti medinesi, invitandogli islamisti ad appoggiare i versetti chesottolineano più la pace e la tolleranza,piuttosto che autoproclamarsi "unico detentoredella verità", e di imporre le proprie visioni.Lui è forse una delle poche voci tolleranti neiconfronti della lezione del Papa.

Il secondo commento è di un teologo e filosofoarabo, Aref Ali Nayed, che considera "la violenza eintolleranza sono invece estranee all’islam. E il papa offendequesta religione quando le chiede di sposare non la violenza ma laragione".

11 Mohammed Mohamed Taha, La seconda missione del l'Islam, Khartoum 1967.

Anche Nayed è conosciuto e ascoltato dentro laChiesa cattolica. Nato in Libia, attualmentemanaging director di un’azienda tecnologica consede negli Emirati Arabi Uniti, ha studiatofilosofia della scienza ed ermeneutica negliStati Uniti e in Canada, ha seguito corsi allaPontificia Università Gregoriana di Roma e hatenuto lezioni al Pontificio Istituto di StudiArabi e d’Islamistica. È consulenteall’Interfaith Program dell’università diCambridge. È musulmano sunnita osservante e siqualifica “di scuola Asharita in teologia,Malikita in giurisprudenza e Shadhilita-Rifainell’orientamento spirituale”.

A Benedetto XVI Nayed rimprovera, tra l’altro, diaffidarsi ad esperti di islam troppo “ostili” neiconfronti di tale religione. E tra questi cita igesuiti Christian Troll e Samir Khalil Samir,chiamati dal papa a introdurre il seminario distudi con i suoi ex allievi a Castel Gandolfo nelsettembre del 2005, sul concetto di Dionell’islam.

Piuttosto che a costoro, Nayed suggerisce aBenedetto XVI di chiedere lumi a “orientalisticattolici” da lui ritenuti più ben disposti conl’islam, tipo Maurice Borrmans, Michel Lagarde,Etienne Renault, Thomas Michel, come pure agliarabocristiani Michel Sabbah, patriarca latino diGerusalemme, e Georges Khodr.

Nayed lamenta inoltre che Benedetto XVI abbiarimosso l’arcivescovo Michael L. Fitzgerald dallapresidenza del pontificio consiglio per ildialogo interreligioso.

Ma le critiche più radicali – teologiche,filosofiche e storiche – Nayed le rivolge controBenedetto XVI là dove analizza punto per punto lalezione di Ratisbona a partire dalla citazionefatta dal papa di un testo medievaledell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo.Al contrario, Khaled Fouad Allam, troviamo che illibico Aref Ali Nayed, anche lui ha una voceascoltata nel campo cattolico italiano, agendonello stesso modo di Mahmoud Salem El Sheikh (isuoi articoli in questo riguardo sono statipubblicati in Akhbar el Adab al momento), hasottolineato in particolare l'interpretazione delversetto "Non c'è costrizione nella religione" eche in giudizio del papa il Profeta l'ha adottatonel periodo in cui il privo di ogni potere. I duecommentatori (El Sheikh e Nayed) hannosottolineato che nessuno degli studiosi di Islamaveva emesso una fatwa che permetta l'imposizionedell'islam su altri popoli. Nayed ha focalizzatoche vi siano preconcetti su Maometto in Italiaper escono fuori ogni volta che sorga unproblema di rottura tra Occidente e Islam, tracui uno secondo il quale Maometto cambiava iprincipi della religione e della legge a secondodella condizione di debolezza o di forza. Secondoil Nayed il papa presenta un'immagine di Maometto

come un opportunista che dice qualcosa nella suadebolezza e il contrario nella sua forza, equesta immagine ferisce i sentimenti deimusulmani, che la considerano un insulto. Lui harivelato l'errore della citazione del Papa di unbrano estratto della "cultura dell'odio" in cuidiceva l'imperatore bizantino: "Mostrami pure ciòche Maometto ha portato di nuovo, e vi troveraisoltanto delle cose cattive e disumane, come lasua direttiva di diffondere per mezzo della spadala fede che egli predicava" .

Oltre a questo ci sono stati sempre tentativiseri da orientalisti italiani che hannopubblicato su quotidiani e riviste italianiarticoli su Profeta dell'Islam, in cui le veritàdominano gli errori di buona fede, che senzadubbio hanno contribuito alla lotta control'immagine anomala che è stata creata dai media.Ricordiamo, per esempio, gli articoli coraggiosidi Clelia Sarnelli, Giovanni Oman e FrancescoGabriele.

È opportuno qui ricordare due studi approfonditiche mirano a gettare luce sull'immaginedell'Islam in Italia, attraverso i media, anchese non si interessano di Maometto direttamente,ma stanno contribuendo a scoprire lecontraddizioni nelle informazioni pubblicateriguardanti la religione islamica e discutere ipregiudizi rigidi frequenti sull'Islam, anche inrelazione alla biografia del Profeta.

Il primo studio pubblicato nel 1995 dal titolo"Televisione e Islam : immagini e stereotipidell' Islam nella comunicazione italiana, diCarlo Marletti . Questa ricerca si considera unodegli sforzi seri in Italia per monitorare ilcontenuto diffuso e comunicato dalla televisionela stampa italiane tra immagini, credenze eculture quando parla al pubblico italianosull'Islam.

Lo studio copre il periodo dal primo ottobre 1992fino alla fine di maggio 1993, in cui sono statiesaminati programmi televisivi nei sette canalinazionali italiani (tre pubbliche e quattroprivate ), si sono esaminati inoltre gli articolidei dieci giornali, tra cui gli otto quotidianied i due settimanali distribuiti al livellonazionale. Questa ricerca è uno dei tentativi piùconsistenti e sistematici sinora compiuti nonsolo in Italia di sottoporre a osservazione lacomunicazione televisiva e a stampa perevidenziare quali immagini e stereotipi i mediadiffondono di quel complesso di credenze, genti,culture e nazioni a cui ci si riferisce quando siparla di Islam.

Dal 1° ottobre 1992 al 31 maggio 1993 sono statiosservati tutti i programmi di una interastagione televisiva sulle sette reti nazionali(tre del servizio pubblico e quattro commerciali)e si sono anche raccolti ed analizzati gliarticoli più interessanti comparsi sull'argomento

in otto testate quotidiane e su due settimanalinazionali.

Il materiale schedato e videoregistrato è statoanalizzato e studiato da una équipe composta dauno specialista di comunicazioni di massa, CarloMarletti (che ha coordinato la ricerca) ; daClara Gallini per la parte antropologica e per ifilm e la fiction, con cui ha collaborato EnricoSarnelli per spot pubblicitari, varietà e talkshow ; e da Khaled Fouad Allam islamista esemiologo. Lo studio è introdotto da FrancescoGabriele.

Il secondo studio, pur essendo più critico, prosegue il primo tentativo di Marletti ed è stato condotto da Giulio Soravia, dal titolo: "L'IMMAGINE DELL'ISLAM NEI MEDIA ITALIANI", pubblicato nel 1999, in un working paper - Dipartimento per gli affari sociali – Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il saggio, come afferma Soravia nell'introduzione, mira ai "giovani che hanno non soloil diritto a un’informazione corretta e disinteressata, ma anche a credere nel mondo del loro futuro e nelle istituzioni dell’Italia in cuivivono".

Soravia nel suo studio accusa la cultura italianadi formare "cattiva coscienza nei confronti dell’Islam (che) nonè che uno dei tanti aspetti del provincialismo di una cultura che

rifiuta, solo perché ne ha paura e stenta a mettersi a confronto, lavarietà che si offre nel villaggio globale".

Soravia va in disaccordo con Marletti, sul peso che hanno gli stereotipi (negativi sull'Islam checominciano già dal Rinascimento) nell’immaginariodegli italiani di oggi. Mentre Marletti vede che abbiano un poco peso Soravia afferma che hanno radici lontane e i mai rimossi nei confronti del del musulmano e "alimentano con luoghi comuni e false informazioni le immagini che servono a corroborare una sorta di avversione che finisce con l’essere quasi istintiva".

Tra i tanti che riguardano il mondo islamico Sorvia cita solo che è un mondo guerresco, che ledonne musulmane sono chiuse in harem come in uno zoo, che il fanatismo religioso è “medievale”. Lui accusa inoltre il comporta mento coloniale europeo ottocentesco e la propaganda sionista a sostegno di Israele, ( come la trasformazione deldeserto in giardini da parte dei coloni israeliani) di rafforzare questi stereotipi. Soravia spiega l'effetto della propaganda sionistica sulla causa palestinese dicendo:

(…) La causa palestinese ha perso molto più terreno con questotipo di propaganda, che si basava su antichi pregiudizi, di quantonon abbia fatto con le guerre arabo-israeliane, che comunquesono sempre state presentate come aggressioni pure e semplicidel mondo arabo contro l’avamposto della civiltà europearappresentato appunto da Israele.

Negli ultimi decenni altri fattori hanno contribuito a maggior aggravare di questi

stereotipi che formano l'immagine mentale del mondo islamico, come la crisi del petrolio, la crisi algerina, l'immagine arretrata degli sceicchi del petrolio ed altri avvenimenti di cronaca.

Ma il fatto più importante, a parere di Soravia,era la caduta del muro di Berlino che mette in luce la nozione “comune” che il mondo islamico non possa trovare soluzioni ai suoi problemi se non nel fare delle guerre, attribuendo così a questo mondo il terrorismo internazionale.

In questo modo, come afferma Soravia, - e gli condivido quest'opinione – è stata creata una confusione tra l'Islam ed il mondo islamico, considerando i musulmani, nazioni e individui, credenze e legge, come un tutto unico rigido.

Soravia sottolinea anche che l'emergere di Islamstoricamente nel VII secolo, non eraeurcentristico né contro l'Islam, che Maomettonon rappresenta frattura nella tradizioneprofetica di Abramo, ma conclude la rivelazionedivina, come nel versetto: "Oggi ho reso perfettaper Voi la mia religione..." e anche: "Non sonovenuto a innovare tra gli Inviati". E aggiunge:

Se intendiamo con Islam non solo una religione, ma una cultura,che si modella su un’etica e su costumi (la sunna) a partire dalmessaggio religioso, non dobbiamo dimenticare chel’islamizzazione è anche un fatto di civiltà, che non solo crea nuoveforme di espressione…

Soravea riassume le cause della divergenza tratra i mondi, islamici e non islamici, inparticolare l'Occidente, in tre motivi:

1. La crisi di olio,

2. Il conflitto arabo-israeliano,

3. Il fenomeno dell'immigrazione musulmana inEuropa.

Questi tre fattori sono anche abbinati i con ilproblema dell'identità musulmana in relazione almondo esterno.

Ci sono anche tentativi seri nei media italianiper dare un'immagine giusta dell'Islam, che sonopurtroppo abortiti da un certo fanatismo, comequel programma di Mahmoud Salem El Sheikh, "lacultura e la civiltà islamica", che andava inonda su Rai per 5 anni dal 1997 al 2002. Inquesto caso si intendeva dare una cultura modernadel cosiddetto mondo islamico e corregge moltiequivoci e luoghi comuni diffuso tra il pubblico,colto e non. Salem ospitava esperti "sapienti"che erano in grado di rispondere alle esigenzedel pubblico, trattando anche questioni cheriguardano la vita di Maometto quando era il casodi parlare di uno degli elementi biografici delProfeta. Ma il programma fu sospeso dietro un"press" insistente da una delle autorità arabe.

Altri elementi che contribuiscono a formarel'immagine positiva sono i giornalisti. Alcunigiornalisti, infatti pubblicano articoli

occasionali per correggere idee deformate odistorte, come si legge sul quotidiano "l'Unita",un quotidiano di sinistra , in un articolo diFilippo De Giacomo, un prete-giornalista, che hamolti scritti negli affari cristiani o cheriguardano la politica del Vaticano. L'articolodi cui qui è intitolato "Se il cristiano insulta Maometto,chi insulta?" E pubblicato "Unita", il 11 novembre2009, in cui lo scrittore ha concluso chequalsiasi cristiano insulta Maometto insultainfatti la sua chiesa. Ma al tempo stesso, haindicato che Maometto ha acquistato le sue ideesul Cristianesimo dai preti eretici, daicristiani in Siria o dai copti d'Egitto.

Conclusione: Nonostante i tentativi seri dicorreggere l'immagine di Maometto, il profetadell'Islam nei media italiani, ma si ha bisognodi maggiore attenzione e sostegno, inparticolare in termini di promozione delle giustedirezioni e fornire informazioni preciseattraverso la creazione dei canali televisivi inlingua italiana, coordinare gli sforzi arabi edislamici per facilitare il conseguimento diquesto obiettivo da parte degli italianiinteressati di i musulmani d'Italia, così comesiti Internet che garantisce l'accesso deiricercatori italiani alle informazioni giuste, equindi si può combattere i pregiudizigradualmente , invece di protestare e contestarebruscamente: tali proteste non sono in grado di

spegnere la fiamme, ma accresconol'infiammazione..

Hussein Mahmoud