la passio dei ss. lucia e geminiano

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'Prblrrt IYéu Riuista dí ricerche bizantinistiche (zoo8) l=l \7 Roma Università degli Studi di Roma <TorVergara> zoo8

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'PrblrrtIYéu

Riuista dí ricerche bizantinistiche

(zoo8)

l=l\7Roma

Università degli Studi di Roma <TorVergara>zoo8

LA P,4SSIO DEI SS. LUCIA E GEMINTANO (BHC 224r).

INTRODUZIONE, EDIZIONE DEL TESTq

TRADUZIONE E NOTE"

SouruaRro: [INrnoouzroNn] , t.La trarna, p.75. - z. II genere, p.79. - 3. I1 dio Arpas,p.84. - 4.Una traduzíone d"l latino?, p. 89. - S. Genesi e trasformazione della leg-genda: un'ipotesi, p. 95. - 6. La lingua, p. ro2. - 7. Criteri di edizione, p. rro. -

[Tesro cn-eco r rnaouzrosr], p. n6. - Nort Dr coMMENTo, p. r42. - Ixorce orrNoMf pRopzu IREsENTI NEL TEsro cR-Eco, p. r45. - IsorcE AGtocRAFIco, p. 14ó.

r. La trama

Durante I'ottavo consolato di Diocleziano, settimo di Massimiano, ha

inizio a Roma una feroce persecuzione contro i cristiani. La settantacin-

quenne Lucia, vedova da trentasei anni, cerca di convertire il figlio

Euprepio; quest'ultimo, però, denuncia la madre agli imperatori. Con-

dotta in presenza di Diocleziano, Lucia rifiuta di sacrificare agli dèi e

viene imprigionata. In carcere la futura martire riceve la visita miracolo-

sa del Sigrrore. Dopo soli quattro giorni, un'inondazione distrugge il

pùazzo di Diocleziano, che ritiene Lucia responsabile dell'accaduto; per

* '\bbreviazioni bibliogra6che: ,ASS = Acta Sanctorum, Anwerpiae-Bruxellis-Tongerloe-Parisiis ró43 - r94o.BHG = F Har,rnr, Bibliotheca hagiographica Graeu, l-IIl, Bruxelles r957r (Subsidia

hagiographica, 8").BHG Nou. Auet. = F Flauars, Nouum Auctarium Bibliothecae hagiographicae Graecae,

Bru:<elles 1984 (Subsidia hagiographica, 65).BHL = Socu norrawotlol, Bibliotheca hagiogtaphica Latina antíquae et mediae aetatis,

I-II, Bruxelles r898-r9or, rist. r99z (Subsidia hagiographica, ó).BHL Nou. Suppl. = H. Fnos, Bibliotheca hagiographíca Iatina antiquae et mediae aetatis.

Novum Supplementum, BrwelTes r98ó (Subsidia hagiographica, 7o).BS = Bíbliotheca Sandorum,I-XII, Roma tg6r-t969.ODB = The Oxford Dictionary oJ Byzantium, ed. A.P. KaznoaN ftr n.], I-III, New

York-Oford r99r.PG = J.-P. Mtcxp, Patrologiae cursus completus. Series Graeca, I-CLXI, Parisiis 1857-

r8óó.Synax. Eccl. Cp.= fl. Drrpnavn, Synaxaium Ecclesiae Constantínopolitanae e codice Sir'

mondiano, adiectis synaxaríis selectis, Bruxellis rgoz (Propylaeam ad Acta SanctorumNovembris).

' /(,

( lucst( ) nrot iv( ) , ( ) r ( l i l r ; r r - l tc l : t tLr r r r r ; l v( 'nHir l i rs t ig : r t : r . Mrt ccr 'o t ' l rc co l r r ic l tc dovcvu t :o lp i rc [ ,uc: ia r i r r r :urc pur i r l izzr to; : r r t ' l r t ' I ' i r r rpcratorc r isc l r i ltì i rrrorirc. Sarà la stcssa Lucia a risartttrkl. |) ioclczilrrrrl, tuttavia, rrttribuisccfr sua guarigione a Zeus e si reca al tenrpio dcl dio pcr ringraziarlo, lnaurr itrrprowiso, devastante terremoto distrugge completanr.ente il tempio.L'itlperatore è furioso e ordina di mettere a morte Lucia. Il tentativo fal-liscc, nonostante la santa venga lasciata per tre giorni e tre notti dentroun rccipiente infuocato, colmo di pece, piombo e resina. Lempio tirannolr()n sa più cosa fare. Ordina, allora, che Lucia attraversi Roma e vengaDuovamente sottoposta a tortura ($$ r-to).

Mentre la santa viene condotta attraverso la città, il corteo passadavanti alla casa di un uomo, di nome Geminiano, fervente idolatra. (Jn

evento miracoloso - una colombabianca con il suo volo disegna per trevolte il segno della croce sulla testa dell'uomo - conduce alla conver-sione Geminiano. Costui raggiunge Lucia, che gli ordina di digiunare per

tre giorni; al sabato Dio stesso prowederà al suo battesimo. [Jn sacerdotedi nome Protasio, divinamente ispirato, si reca nel carcere del Campido-glio (qui sono stati rinchiusi i due futuri martiri): Geminiano riceve ilbattesimo e dal quel momento i due santi diventano un solo spirito euna sola anima. Trascorsi tre giorni, Lucia e Geminano sono convocatidall'imperatore. La santa rimane in silenzio, mentre Geminiano risponde,con atteggiamento sprczzante, alle domande di Diocleziano, sofferman-dosi sulla sua miracolosa conversione. ll carcere e nuovi tormenti sonoil frutto dell'interrogatorio, ma I'improwisa scomparsa di Dioclezlano,morto annegato nel Tevere insieme a tutto il suo seguito, pone tempora-nearnente fine alla persecuzione ($$ rr-ra).

Tiascorsi tre mesi, un certo Pirropogone, giunto a Roma dalla Pan-filia, comanda che tutta la popolazione renda i dovuti onori agli dèi.Lucia, lllora, si reca di corsa in Laterano, non lontano dal luogo in cuisorro t:ustoclite le spoglie dei martiri Giovanni e Paolo, per proclamarepr.rlrlrlitrrrrrcnte il suo disprezzo per gli idoli. Pirropogone, allora, decidetli r:otrvocare i santi di Dio nel Foro, ma un nuovo improwiso terremotoprovocî la rnorte del tiranno e di quaranta uomini del suo seguito. Dopoun alìlìo, Lucia e Geminiano sono trasportati da quattro angeli in Sicilia,sullir sonrurità del monte chiamato Taormina. Urr altro intervento ange-lic:o corrsente ai due santi di scendere dal nr<lntc c rrggiungere il distrettochirrrrrirto Alisino. Qui guariscono la figlia rt i un ('crto Hucarpione, tor-tìrcnt.rtrr clu urro spirito inrpuro. I l giortto iu('( 'r$riv(), (l()1r() îvc're attravcr-suto r t r i r : r t 'o los l ln( ' r ì tc i l f ìur r re Si r r tc t ro, lg i t l t rgotro r McnrLl l r t , pr< lvoc:ar t r lo

l A l l ' 1 , \ , \ / ( ) l ) l r l S S , l ( l ( l l A l i ( ; l i M l N l ^ N ( ) ( l , l l ( ì " l : l , l l ) 77

I ' irrrnrctl i l t, l f irgr in rrrassa cli demoni e spirit i immondi. Lucia e Genr.i-

niano, in rlr.rcsto lucrgo, opcrano numerosi prodigi (SS tS-tZ).

La fanra di questi awenimenti spinge un certo Apofrasio a recarsi a

Mcrrdola, dopo avere lasciato Catania. Avendo chiesto invano notizie sui

due santi, Apofrasio decide di mettere a morte coloro che aveva interro-

gato, in tutto settantanove persone. Ma la punizione divina non tarda, e

lo stesso carnefice, trascinato dal suo cavallo, muore dopo essersi schian-

tato contro una rupe. Ma un nuovo pericolo si profila. Megasio, giunto

da Siracusa, prepara nuove torture per Lucia e Geminiano. I due allora si

nascondono all'interno di una cavità miracolosamente apertasi in una

montagna; dopo tre giorni, oppressa dal gran caldo, Lucia prega e una

sorgente d'acqua - nuovo prodigio - scaturisce in quel luogo arido. Ma

la santa è stanca e, dopo un'ultima preghiera, muore. Geminiano custo-

disce per tre giorni la santa spoglia; al quarto giorno, uscito dall'antro del

monte, trova la morte per mano di un assassino lì appostato. I due corpi

saranno seppelliti da una pia donna, Massima, originaria di un luogo

chiamato Plinthias.Vicino alla sorgente, la cui acqua possiede poteri tau-

maturgici, viene edificata una chiesa. La memoria dei santi Lucia e Ge-

miniano si celebra il ró settembre ($$ r8-zo).

Questa, in estrema sintesi, la trama del Martyrium dei santr Lucia e

Geminiano, secondo il racconto della recensione greca tràdita dal solo

Vat. gr. 8óó (inizi sec. XI, sigla V)', ff. 5óv-óov, qui edita per la prima

volta. La memoria dei due martiri figora, rna aI t7 settembre, nei testi-

moni delle varie famiglie del Sinassario, come si evince dalla sezione dei

synaxaria selecta che correda I'edizione di Hippolyte Delehaye del codice

r Il codice, un Menologio per tutto I'anno molto noto ai paleografi e agli stu-diosi di rgiografia italogreca, è un prodotto della cosiddetta scuola niliana: cf. S.LvcÀ., Scritture e libri della <scuola niliana>, in Suitture, Iibri e testi nelle aree provinciali iliBisanzio.Atti del seminario di Erice (t8-25 settembre ry88),I, a cura di G. Cavarro - G.Ds GREGoRTo - M. MaruncI, Spoleto r99r (Biblioteca del Centro per il Collega-mento degli Studi Medievali e Umanistici nell'(Jniversità di Perugia, i), I, pp. 3r9-3871 343-344; I. Hur:ren, La décoration et la mise en page des manusuits grecs de I'Italieméridionale. Quelques obseruations, in Histoire et culture dans I'Italie byzantine. Acquis etnouuelles recherches, sous la direction de A.Jacon -J.M. Manrw - G. NovÉ, Romezooó (Oollcct ion de l 'École Frangaise de Rome,3ó3), pp.69-93: 85-8ó. Cf. ancheRcpertorium dcr ,griechischen Kopisten 8oo-t6oo,lll: Handschriften aus Bibliotheken Romsmit dcm Vatikan,l): Palàographkche Charakteristika, erstellt von H. HuNcen, Wien 1997(()sterrcir:hisc:hc Akrrdernie der

'Wissenschaften. Veróffentlichungen der Komrnission

fìr l fyzrrrrt i rr ist ik, l l l l r l ì ) , p. r9r.Va corretta la dzrazíone al secolo XI-XII che silegge nel (îtîl()H() di l\. l)rrvntilrssn, (lodlrc's Vaticani (ìrot'ri, lll: Codices 6o4-tl6ó, irtl l ibl iothc'r ' ;r Vlt ictrra lq. jo, p. 4r4, c rrcl lr t 1lH(ì.

' /t1

I l r r o l i r t . l , l t i l l . t r t t z ( r ro to r ' o r r r c S r r r , r s r ' , r r i o S i t t t r o t r r l i r r r r o , s i g l l t S ) ' . l , ; r r r o t i -

z i r r rc lut ivr r l t Luci î c ( icr r r i r r i ; r r ro t r ' ì r l i t ; r t l ; r S t lcr iv : r t 'o t t cv i t lc t tz l t t l l t

BI IO zz4rr .Al d i là c l i a lcurr i 1r : r r t i t 'o l ; r l i s t ' r 'or t t lu t ' i ' r , I 'o l t t iss io l t t : p i ì r r - i lc -

vurrtc chc in essa si riscoutra rigulrdu I 'cl l isoclio fìrrl lc clcl ritrovatttctrto

dci corpi da parte della pia Massinra c lit succcssiva costruzione della

chiesa nel luogo del martirio (S zo).

Se della versione greca si conserva un solo codice, articolata e ricca

cli testimoni risulta la ftadizione manoscritta della Passío latina (BHL e

BHL Nou. Suppl. 4g85-4ggoc).La recensione BHL 4985 venne pubbli-

cata, da fbnte imprecisata, dal Mombrizio e la si può leggere nella nuova

edizione curata dai monaci di Solesmes nel I9ro, corredata delle varianti

di tre codici parigini (Par. lat. r322o, A; 3z\g,B; t5437, C)t. Ottavio

Gaetani ripubblica la Passio6, ricavandola da numerosi manoscritti, ma

" Synax. Eccl. Cp., coll 5r-54. Cf. E. MonrNt, Sicilia, Roma e ltalia suhurbicaria

nelle tradizioni del sinassario costantinopolitano,ín Sicilia e ltalia suburbicaria tra IV eVIIIsecolo.Atti del Convegno di Studi (Catania, z4-27 ottobre ry89),a cura di S' Pzucoco - E

Rrzzo Nsnvo - T. SanoErra, Soveria Mannelli r99r, pp. tzg-t84'. rJ4-r55- Sul Sinas-

sario e sulle sue varie recensioni si vedano h. Luzzt, Studi sul Sinassario di Costanti-

nopoli,korna 1995 (Testi e studi bizantino-neoellenici, 8); m., Status quaestionis stri

sinassari italogreci, ín Histoire et culturc cit., pp. r55-r75.3 Synax. Eul. Cp., coll. 53-54. Essa occupa i. terzo posto nelle commemorazioni

del giorno.Ancora più sintetica Il-notizia del Sinassario B (il cosiddetto Menologio di

Basilio II), che sembra dipendere da quella di S: cf. PG, CXVII, coll. 55-56, ît.479.

Sullt recensio B* si veda il recente contributo dr A. Lvzzr, Edizione di alcuni sinassariÈ assenti rel Menologium Graecorum, ín Néa'Pópry 3 (zoo6), pp. 207-222.

4 Non sono ricordati, ad esempio, i vari personaggi che compaiono nella

sezione <siciliana> del Martyrium (Eucarpione, Apofrasio, Megasio, Pascasio). Inoltre, il

fìglio di Lucia è chiamato Eutropio e non Euprepio; forse l'errore potrebbe essere

st;to provocato dalla forma scorretta EútqénloE, con cui il nome compare per laprinra volta nel racconto secondo la lezione diV (cf. inJra,p. rró, app. crit. a $ z.r).

Si noti che arrche nella notizia del Sinassario B (cf. nota precedente) il nome del

fìglio di Lr-rcia è Eutropio.5 lJ. Mtrvttlr.trls, Sanctuarium seuVitae Sanctorum, novam hanc editionem cura-

vcrtrrrt tluo ntonachi Solesmenses, II, Parisiis r9ro, pp. ro9-rr4, 626-628 (<Correctio-

lcs, vurirc lcctiones et notae)). Su Bonino Mombrizio e sulla sua opera si veda S.Sr,,rnir Mnrrrrrunrrr, Bonino Mombrizio e gli albori della scienza agiografica,in Erudizione

r tlruoxittrtc, Le Raccolte di Vite di santi ín età moderna e contemporanea, a cura dt G.[,utrN(;tr, lloma zooo (Sacro/santo, n.s. 4), pP. 3-r8. IJedizione originaria del Sanc'tuaritun fu stampata a Milano intorno aJ t478. Per la nraggior parte dei testi inseriti

ncl *mctuaríum il Mombrizio non indicò le ftrnti.r' O. (ìaernNr, Vitae Sanctorum Siculorurn, l, I)rtttorrtti ll)57, PP. ro3-ro5. Dal testo

c {ullc indicazioni forlite nelle <Aninradvefsiplcsr (pp. 7ll-tt.z) sc,mbra che la recen-

si<r1c ccl i tu clal dotto gcsuita corr isportt lr t : t t t t ' l t 'elr t , t l l l l l ,49tl5. I l testo del Gaetani

i 'strrt<r di r(:( 'cntc r icdito in F.l) . l {rzzo, Sh' l lh ' i t t i t t t t , t i , i l Lr l l / srolo, l l l t -2, l \onta

l r r r r r r (S t rpp lcnrcn t i : r Kó f ta /os , t7 i ' l b r t i t t to l l l , t S t t t l ta r A t t l i t ; t t ; t , l , t$ , l l / z : ' l i s thuon i t ,

l A l l l , \ ! l r ) l ) l 1 l S \ l l l ( l l A l i ( l l l M l N l A N r ì ( l l l l ( l . l . l . l l ) 7\)

rlnrcttcrrtl<l prrrcr'clri cpisotl i giuclicati (nugite) ccl entcndatrclo quc'i passi

ritcrnuti bisogrrosi cli correzione (<Nenr.o miretur quaedam refecta a me,

alia iurc enìcndata)) 7. ll bollandista lJrbain de Sticker riprende le consi-

clcrazioni del Gaetani e del cardinale Baronio e, condannando senza

appello fli Acta Luciae et Ceminianí in quanto <fabulosa> e attinti (ex

fonte putido>, decide di non pubblicarli, limitandosi a riportare la noti-

zia tràdira dal Martirologio di Adone (BHL a98)8.

z. Ll genere

L intreccio nel suo complesso, come riassunto nel paragrafo prece-

dente, e I'insieme delle soluzioni narrative di BHC 224r rierrtîano a pie-

no titolo nell'ambito delle cosiddette passioni epiche, le cui caratteristiche

sono state ben illustrate dal p. Delehayee. I numerosi eventi prodigiosi, i

ripetuti confronti con l'imperatore (in cui le vittime fanno uso di un lin-

guaggio spregiudicato, spesso offensivo),la figura del delatore proveniente

dalla stessa {amigha della futura martire, le accuse di magia, la straordinaria

ferocia delle torture (sempre, peraltro, inefficaci) e altri espedienti narrarivi

zìttestano la volontà dell'autore di uniformarsi ad un modello ben ricono-

scibile e ampiamente documentato a partire dalla fine dell'era delle perse-

cuzioniro. Lattendibilità dei riferimenti storici, come è noto, non rientrava

negli obiettivi del genere. Almeno due passi del Martyrium Lucíae et Gemi-

niani dirnostrano che il nostro agiografo non fa eccezione.

Proprio all'inizio (S t, r-:) leggiamo che Roma venne sconvolta da

una violenta persecuzione durante l'ottavo consolato di Diocleziano e il

a cura di A. Pncrrana, pp. 4g-s2. Linformazione fornita dalla n. rz, do"J si legge cheil Gaetani ricavò il testo ex pluibus mss graecis, è inesatta. Il dotto gesuita parla, infatri,di pluribus codicibus mss.,cettafireÍrte latini. Ugualmente è errato quanto srlegge ibíd.,ll/ t: k fonti agiograjche, p.74, dove si parla di <parecchi manoscritti greci del sec. X>.

7 GAETANT, Vitae cít., <Animadversiones>, p. 78.'r Cf. ,'tSS Septembrís,Y, pp. 286-z9z: 286-289. Sull'importanza delfa testimo-

rriarrza dei martirologi latini si veda infra, pp. 95-ro2.e H. Drt-sHnyn, lts passions des martyrs et les genres littéraires, Bruxelles r9óó'z (Sub-

sidia hagiographica, 13 B), pp. t7r-zzó. Cf. anche R. Atcn arN, Ilhagiographie. Ses sour-n,s, ses méthodes, son histoire, Paris 1953 [rist. con Complément bibliographique a cura di R.(ìonnrN<;, Bruxelles zooo (Subsidia hagiographica, 8o), pp. r4o-r55]; F. Sconza Ban-crif.r.()NA, Agli inizi dell'agiograja occidentale,in Hagiographies. Histoire internationale ile Ialittlratwt hagiographique latine et uernaculaire en Occident des origines à r55o, sous la direc-tiorr dc (ì. l)rrrr.rt't,,cttt', lll,'Iìrrnhout zoor (Corpus Christianorum. Hagiographies, 3),p1't. t7-97i 4ct-44 (vi si ribldisce la validità della terminologia introdotta dal Delehaye).

rr, l)rir,r1r rAyri, l1'.r prr.r.sions cit., pp.224, sottolinea che già prima della fine delre cokr lV rlovcvrttto csst:rr: giiì $tîtc (:()î'rìPoste varíe passioni epithc.

li

s ( . t . t i p l ( ) r l i Muss i r r r i l l t ( ) , l l t u ro ( t t ' t l i t t ' s i t t t t r t l c l l o r r l r c l { t ì ( ) r r . ( l < l r t l c i ' t t o to ,

i l pr i r r ro cc l i t to c :ontro i t : r ' is t i r rn i prr l rut t lgut t l th I ) io t : lcz i : t t to r is l t lc : r l t i 'b-

l lr l i t l 3o3,,, iìullo in ctri, cflctt ivurtrcntc, cgli fb cottsolc pcr l 'ott lv:r volta

c Massirrriano per la settima. Ma il totale degli anni del l<lro rcgrlo è

errato. l)iocleziano ascese al trono nel novembre del 284, Massimiano

nell'aprile del z8ó. Il 3o3 corrisponde al loro diciassettesimo anno di

regno congiunto (diciannovesimo per Diocleziano).

Alla fine del $ 14 si legge che il medesimo imperatore, accecato dal

diavolo, cerca di abbandonare Roma, ma, per decisione divina, annega nel

Tevere insieme a tutto il suo seguito. I- agiografo precisa che i morti

furono in tutto trecentoquarantasei13. Questa nuga (per dirla con Gaetani)

relativa alla morte di Diocleziano, il quale, come è noto, concluse la sua

esistenza in modo naturale, dopo avere abdicato insieme a Massimiano iI

ro maggio 3o5, ha suscitato inevitabilmente le perplessità degli studiosi del

passato14; e non è un caso, probabilmente, che nell'edizione del Mombri-

zio tùe episodio non figuri, mentfe lo si legge in tutti e tre i codici col-

lazionati dai monaci di Solesmes: sospettare che il dotto umanista abbia

censurato I'episodio, piuttosto che esso mancasse nel manoscritto da lui

uttirizzato, appare più che legittimo's. Altri, invece' come Pietro Natali,

preferirono ritoccare I'episodio, aggiungendo che I'imperatore riuscì a

scampare al naufragio'ó. Forse I'episodio non è tanto frutto della fantasia

rr Sulle incongruenze cronologiche del passo in questione si esercitò lt crítíca

dello Sticker, anchè per respingere la tesi del Gaetani, secondo il quale si doveva

accettare come esatta I'indicazione del tredicesimo anno di regno: cf. .4SS Septembtis,

l)r ir ,r i rravu, I ts passions cit . , pp. t t lo-t l l r .'+ ( l f . ,4SIi Srytemhris,V, p. zStl ( \$ z t t) .rJ lrr dubbio tr ir l t t dttc ipoteni l i t t tott t l l t t St i t kt ' r , i / t i r , . ( \ Z).,h ( ' ,1. ibi l . ( \ l l ) : nipsc (.sr i l . l ) ior ' let i i r t t t tr) vix ( tr lrr [r ;r tr( ' is evasitD.

t A i r l \ \ l ( ) l ) l i l 5 : i l l i ( l A l , ( ; l r M l N l A N ( ) ( / i l l ( ; l ; l l l ) ò l

t l t . l l ' : r r r t r l rc , ( lu l l r t ( ) t lc l l r t t ' t l t t f i ts io t t t : t ra l ) ioc lcz iano e Massenzio. Narr t

l irrscbio tl i ( lt 'srrrcl 'r r: ltc clopo la famosa battaglia di ponte Milvio nel-

l 'ott<lbrc 3r2 Ma$scrlzio tentò la fuga attraverso un ponte di barche, che

tuttîviî uolt res$e il peso delle truppe dell'awersario di Costantino. Mas-

scrnzio, insietnc a ntolti soldati, morì annegando nel Tevere.(ìome notato, tra gli altri, da Francesco Lanzoni'8 e dai bollandisti

cclitori del Martirologio romanoto, Ll Martyrium Lucíae et Geminíani pre-

scrrta nrolte analogie con quello dei ss. Vito, Modesto e Crescenzía. Gli

stucliosi citati fanno riferimento alle versioni latine edite, le sole (parzial-

rììente) pubblicate,o. Per quanto riguarda le recensioni greche del Marti-

rlrr di s.Vito, se ne conoscono quattro (BHG t876-t876c), per un totale

cli cinque testimoni manoscritti. Si prenderà qui in considerazione la

rcrclazione BHC t8764 a mio parere la più antica tra quelle trarnandatezt.

Dal confronto tra i due testi emerge, in effetti, una generale somi-

gli.tnza, ma si tratta quasi sempre di passi o episodi per i quali è agevole

trovare numerosi riscontri in altre passioni epiche. Tralascianòo topoi

comunissimi, come il crollo degli idoli provocato da terremoti o da altri

fcnomeni, la luce miracolosa che circonda lUla protagonista in alcune

,t Eusèbe de Césarée, Histoire Ecclésiastique, liures WII-X et les Martyrs en Palestine,

tcxt(ì grec, traduction et notes par G. Baruv,Paùs t967 (Sources chrétiennes,55), p.

ó2 ( l x , e , 5 ) .'s F LaNzosr, lt diocesi d'Italla dalle origini al principio del secolo VII (an. 6o4),

F'tcnzt rgzT (Studi e test i , 35), pp.32r-322.,v Martyrologium Romanum ad Jormam editionis typicae scholiis historicis instructum,

ccliderunt H. DertF{,{vE - P. PEn'rBns - M. CorNs - B. De Gatrrmn - P. GnosinaN -

[ì l-lnr.r<rx, Bruxellis r94o (Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris),p.399.'o Con riferimento solo alle diverse recensioni della Passio antica cf- BHL e

hqgío.qraphinrutn ()raecorum BibliothecaeVaticanae, ediderunt HacIocRcpFII BottaNoI.q.Nt

ct ll Ftrnu<:t tt uu' Cav,rL.tunt, Bruxelles 1899, P. 9z (nr. gg). La regione della Licia

lifttcstatî anc:lre da alcune recensioni latine, cf. BHL 8Vz e 87t3) è diventata così()ilit:ia, <cla leggcrc Sicilia>. l)al repertorio curato da Frangois HaIcin I'errore si è

tlrrrlrrrrl:rto in S. l)trtt:txxl,Monaci e santi di Sicilia,into.,Monaci,flosofi e santi. Sagli

dì sloritr tldla tilturu tanhantica, Sovcria Mannelli rggz (Armarium. Biblioteca di storia

c' .rr l t trr ;r rcl igiosa, r),1t.244, n. tó; e inkrzz<>, Sici l ia oist iana cít . , I l / t , p.95' n.93

(tltri f rr f czionc tlcl codicc vlrtit:rrro è divcrrtata tout court èv Ènog1í,g xur,e)'i,cc). Convieno

rl i i tu. l i rc t l re ncl lc n,r 'crrsiorr i grcche i l nonrc dcrl la Sici l ia non fìgttr ir i r t nessulr luogo.

H . t N l A l r l ' | | l I

s i t l ; r z i o t t i ( ) , ; t t t ( ' ( ) t ; r , l t t t r , r r l i Z i o t t : t l , ' : t , . t t s ; t t l i r r r l r g i : r r i v o l t i l s i l l i l V r t o t l r c

: r l ,u ( ' i i r ' ' ' ' , r ' i s i s t l f ìL ' r r t t c rà s t t l t l ( ' t l l t i 1 t : t ss i ' t :

- Mt.,(; , \ 4. Gcbal, scrvit t>rc di l ) ioclczi lrro, si rec:r cla Lttc: ia c lc chici lc

scr è lei <quella che venera il Crocifìsso>. Alla risposta afferrn:rtivl della

santa. Gebal sostiene che la donna <è uecessaria all'imperatore>. Lucia

risponde: <Andiamo>. In MV (f. :S8", col. II, linn. z3-33) si legge che i

soldati di Diocleziano vanno in cerca del fanciullo per ordine dell'im-

peratore. Anche qui si svolge un dialogo simile' I soldati chiedono: <Sei

tu Vito?>. Il santo, richiamandosi all'esempio di Gesù (Mt. 26, z),

risponde: <Voi l'avete detto, non io>. Ancora i soldati: <Sei necessario

alf imperatore>. Ma il santo fanciullo replica: <In cosa posso essere ne-

cessario all'imperatore io, uomo dappoco>. Risposta dei soldati: <Il

figlio del sovrano'4 è tormentato da un demone>. Allora Vito dice:

<Andiamo>'r. Lo schema di fondo dei due episodi è identico, anche se

in MV il dialogo risulta più ampio; diverso, tuttavia, è il motivo per cui

si va alla ricerca dei due protagonisti. Lucia deve comparire davanti agli

imperatori perché è stata denunciata dal figlio, mentre Vito è stato

<richiesto> dallo spirito impuro che afiligge il presunto figlio di Diocle-

ziano (<Se non vieneVito, non uscirò da qui>).- MLG, $ 9. I-imperatore ha dato I'ordine di fustigare a morte Lucia.

Il carnefice, però, all'atto di colpire la santa, rimane pietrificato

(ónelr0óOq). Lo stesso Diocleziano rimane quasi come morto. In MV (f.

357v, col. II, linn. :,6.4) la medesima punizione colpisce le braccia dei

servitori diValeriano che avevano ricevuto l'ordine di colpire il fanciullo

(oi Bpclíoveg crúróv è[r1qcívowo). Anche Valeriano subisce la stessa sorte e

sarà poi sanato daVito. Si riconosce, qui, uno degli episodi preferiti dagli

agiografi,la paralisi che colpisce chi osa tentare di colpire il santo'ó. Ma,

zz $s questi temi cf. DErrnwE, Its passions cit., pp. r87-r88, zr5-2t6.,r Con MLG si indicherà I Martirio di Lucia e Geminiano, con MV quello di

Vito secondo la recensione BHG r876a, specificando tra parentesi foglio, colonna e

l inee del Vat. gr.866.24 Come tutti sanno, Diocleziano non ebbe una discendenza maschile' Negli

Acta di s. Marcello papa (BHL 54$ si legge che il medesimo imperatore, morendo,

lascia eredi del trono-i suoi figli: cf. H. DnreHAYE, Etude sut le légendier romain. Its

saints de nouembre et de décembre, Bruxelles r93ó (Subsidia hagiographica,2ù,p- 27.2j Si trascrive qui I'intero passo: Oi òò otgcT r,ótcr ncrgelÉvovto èv t(r tónrp xci 1óqov

aritòv ngooeulópevov nol einov aúrQ. <Mrltrye BitoE eí;>. 'o dyroS Ég1' <'YpeiE eincte, or)1i

èyó>. Ksi oi otpcttóto,t ei*ov' <TQ Bcrolleî &volxoio< (cod. dvayxc[og) eí oÚ>. 'O dylog

Itncxqiol. <'E1ò rorctroE civoqtonoE, elq t[ dvoyxalóc rrip,r (c:ocl. dvclxoioE eipi) trir Bcoúre[;>.ol, òÀ t'hov <'O utòE nùtoú ùnò òcf,povoq ivollut'Íto ('rir' cod.)>. Tóte óxoÚooE ó óytoE einev'

< floqerorirpe0c Èv t(r òv<5pcltr,'lrloot Xqrrntrtl>.ró Of. l. l)r-rlirrv, Lu rnano /r,l/ir.rs,rssi1rr, Iltr nolilrt ttowllistito nella agiografa e nella

lútudlut(r (otnlrdtdtil, irr lly^-rrrrliao-,\iuh, ll: fitixtll,ura li srritti in memttria ili Ciweppc

I t r r . r . r l ' l i i l r / r i . l l ; r l c r rp , , r ( r7 t ( l s t i t r r to S i r ' i l r . r r r , t r l r S t r r , l i l l i z : r r r t i r r i c Neoc l l cn ic i . ( l t r r t -

( l i l l ( , I r I I )

nr( 'nt l( ' l ' t 'vt ' rr to prorl igioso rì irrr:r t() in MV ricrrtr l pr:rf i ' t tatnetrtc nel l tr

sr lr t ' rrr ;r tr l r t l iz iorr:r lr ' , or igirr:r lc r istr l t :r l l variantc' p()posta clal l 'autore cl i

Ml,( l : lu rrurrro r 'hc stî pcr colpirc r inrane <di carne>, nlentre tutto i l

r ,rrpo t lcl cur-rrctìcc cl ivcnta <di pictra>. Si tornerà più avanti sul l 'episodiot Ir t ' t orr l ic 'nc lrrrchc trrr ' i rr tcrcssante indicazione topografica.

Ml,(;, \ 9. l)ioilcziano, rimasto paralizzato, invoca Zeus. Ma la statua

rlt'l rlio i' crollata (lo si legge nel paragrafo precedente) e, dunque, I'im-

lì('r'iìt()r(' rrorr pu<) ottenere alcun aiuto. A questo punto si svolge un

lìtto tli;rlogo tra Lucia e Diocleziano, alla fine del quale la santa, che ben('()n()ri(ìc I'iuganno del sovrano, lo risana ugualmente. Ma questi, pur

;rvt'rìrkr l)ronrcsso che in caso di guarigione avrebbe creduto nel Dio di

l,ut'i:r, grida: <Ti ringrazio, dio Zeus, perché rni hai risanato!> (lin. 18:

lirlrrqrrrrnir rrol, 0eò Zeú,6rl" Ènoi4oóE pe óyrrl). Lepisodio è concluso dal

t nrllo tkrl tcnrpio di Zeus. In MV (f. 358r, II col., tin. 34- f. 358v, I col.,

lirr. 19) rrrr episodio simile ha per protagonisti il padre diVito, pagano,

t', ovviurrrcnte, Io stesso santo. Ila è stato colpito da cecità per avere

grr;rrtluto nella stanza del figlio durante un'apparizione angelica. Anche

irr rlrrcsto caso, la promessa di abbandonare la venerazione degli idoli in

t;rrrrlri<r rlclla guarigione non viene mantenuta. Ila, grazie alIa preghiera

rli Vito (:rrrch'egli, come Lucia, sa che le promesse del padre non sono

r'r't'tlibili), recupera la vista, ma grida a gran voce: <Ringrazio i miei dei,

r ' l r t ' rrr i l rarrno r isanato!> (f . 358v, I col. , l inn. 13-15: eú1agr,oró roig 0eoîg

;rorr, ol,rr,vrq úyviryzt pr énoiqocv). Inutilmente Vito gli fa notare che il

rrrinrt'olo è opera di Cristo: Ila medita di sottoporre il figlio a crudeli

trrrrrcrrti. I due episodi sono abbastanza vrcini, ma non meno simile è

rllr 1)rìsso clel Martirio dei ss. Cirico (Quirico) e Giulitta, in cui il giu-

tlitc, risarrato dal martire, che non ha ancora compiuto tre anni, si mette

:r rirrgrrzilre i suoi dei, perché è da loro che ha ricevuto la grazia's. Si

tr:rttu, irr realtà, di soluzioni narrative care agli autori di passioni epiche.

rlt,r'rri, lì), pp 193-2c'7 (alle pp. 2or-2o4 sr analizza proprio l'episodio del Matirio drVilrr, rrcllc verrsioni greche, latina e slava; il testo di BHG r876a è riportato alla n..rr7). Si vcdrrrr<r nrrcora E. ForuEnt, I santi dell'Italia greca,rn Riuista di studi bizantini errol lut ir i , n s 34 (r997), pp. 3-3ó: rr (r ist. in Histoire et culture cit . , pp. 95-tz6: roz)l S.( )nrustr, I.t yripl ùuAwóv nell'agiograja storíca italo-greca,Palenno zoo4 (Pan. Studi del| )rlr:rrtirrrcrto di Civiltà Euro-Mediterranee e di Studi Classici, Cristiani, Bizantini,Mcrlicv.rli, Urnrnistici. Quaderni, r), p. 33 î. r32, che aggiunge altri due episodi,rll't'lt'nto dcl I)ujciev, tratti dal úlos di s. Elia lo Speleota (BHC 58r) e da quello dis (ìirrrgio (lhozibita (BHC 66); 'L Pnarscri, Der hagiographische Tbpos Griechischellrili,grrtrtitt'tt iu mitttlhyzantinischer Zeit, Berlin-NewYork zoo5 (Millennium-Studien,rr), pp. :rlrlr-zfra. Al già nutrito elenco aggiungo l'analogo episodio deI Martirio dei ss.Alfìo, l- i l rrdclf tr c ( l i r ino (BHG e BHG Nou.Auct. 57): cf. ,4SS Maii , \ p.78rF.

'''l Sufl':rr:<:usrrtivo riytrlv, forma propria della koinè tarda, cf. F. Brass - A.f ) t i tr tr t tNrutir t , ()runtmntirn dd,grero del NuouoTestamento, nuova edizione a cura di FItr ir rr<olr, , t . t l iz iont: i tr l iarra a cura di G. Prsr, Brescia 1982, p. ro5, $ 46, t , n z. InI l l l { ) t t176.r t .ssrl r i t 'orrc îcc:urto :r l classico úy{.

,rH ( l l . l )r l r i r rnvt i , / ,r ' . r yr, lssiolr.s ci t . , p. zrt l . Nrrnrerosc lc vct 'siotr i grec:hc ( l lH(ì

i'i J

8 ,1

A l l c : r r r l l o g i t ' r i s t : o r t t r l t c I t c i 1 r : r s s t l i r r r ; r r r , r t t ; r l i z z : r t i , s i p r r i r l l r ( ' ( ) r i l: rggi t t r rgcrc l 'osscrv lz ione che s i l l , r r t i i r . l rc Vi to t torr t r r r ro ior to pcr r ì r :u ì ( )

clcl carnefice'r, rna dopo avere invoctto i l Signort', t ' tr i clt icdorto cli acco-gliere la propria anima. Geminiano, invccc, sr-rbirì il nrartirio pcr opera diun non meglio precisato è10qóE (S lS).Ma ancora una volta non man-cano confronti con altre passioni epiche. Ad esempio, nella Passio me-tafrastica del centurione Cornelio:o è il protagonista, uscito vincitore(come Lucia e Vito) dal confronto con I'imperatore, ad invocare Dio perrimettere a lui il suo spirito. Le stesse modalità si rintracciano nel modo

in cui l7 puer senex (corneVito) s. Mamante abbandona la vita terrena3'.Non sembrerebbe, in definitiva, che le somiglianze tra i due testi

vadano al di là del repertorio comune alle leggende agiografi.che. Mamanca ancora all'appello un particolare che costringe a rivedere il quadrofin qui prospettato. Si tratta di un nome, il nome di un dio misterioso.

3. Il dio Arpas

Trascorsi quattro giorni dal momento in cui Lucia viene condotta in

carcere per la prima volta, un'inondazione originatasi dalle fondamentastesse della prigione provoca la distruzione della casa di Diocleziano,Limperatore, che si trovava fuori Roma, al suo rientro apprende l'acca-duto e considera la santa responsabile. Le chiede, allora, dov'è il suopùazzo e che fine hanno fatto le statue dei suoi dèi: "Sl gcgpcxeútgrc,,

noú èotì.v tò nal,útr,óv p,ou; IIoú é lguoòg rol é dqyugog; IIoú Zeì:E ó OeóE g,ou;

floú èodv é 0eoE 'Hgcrxl.{g; floú èotlv é Oeòg 'EepiS; flot èodv f1 Oeo

3r3y-2, 3t4; BHG e BHG Nov. Auct. 3r8e) e soprattutto latine (BHL e BHL Nou.Suppl úoz-r8o8m) di questa Passlo. Si vedano le osservazioni di F Sconza BancEr-roNrt, InJanzia e martirio: la testimonianza della più antica letteratura cristiana, in Bambínisanti. Rappresentazíoni dell'inJanzia e modelli agiograjci, a cura di A. BlNwNurt PapI -

E. GraNNanErrr,Torino r99r (Sacro/santo, J), pp. 59-83:66-67.2e Nel caso diVito, considerata la mutilazione del Vat.gr.866, si deve fare rife-

rimento alle altre recensioni (BHG 1876, r87ób-c), concordi (come le versionilatine) nell'attribuire la fine del santo fanciullo ad una sua volontaria richiesta.

:o BHG e B-F/G Nou. Auct. 37r, in PG CXIV coll. r2g3-r3r2i r3o4-r3o5 ($ lr).Cf. F Har-rrN, Un abrégé inédit de laVie ancienne et dispane da Corneílle le Centuion,inRiukta di stuili bizantini e neoellenici, n.s. r (r9ó4), l')p. 3r-.39 [rist. in to., Recherches etdocuments d'hagiographie byzantine, llruxelles r97r (Subsidir hagiographica, 5r), pp.z5r -2591.

l t BH(; c t i l l ( i Nou.Aurt. totg; cf ' .A, l l t t t tr ; t t tr . , I) i r i l t tnVitendesheil igenMamasuon Kústn'ia. Mil únu lidition der l/ltt llll(i rrrr0, in ,4tnluta lSollandiana tzo (zooz\,pp . 24r -1 ro : 3o l ì ( \ r4 ) .

l A l 1 t . i \ , { ' l ) t t : r \ l l | ( t A I ( ; t f v i l N t A N ( ) ( l t r r ( ; Ì f , t t )

Mr,vr'glkr; llrru tÌ:otì,v Aqniiq ir 0rtiE U,ou; r'. Nclla vcrsione latina edita dalMorrrl l l izio, sc<:orrtlo la concorde lezione dei tre codici collazionati dairrrorr:tt ' i t l i Solcsrncstt, i l passo è i l seguente: <Malefica, ubi est palatiumnrcunr, rrbi rnrruru ct argentum? Ubi est deus lupiter? Ubi deus Hercu-lcs? Ubi t lcus Zcnon? Ubi est dea Minerva, ubiArpa deus meus?>r+.

Al di là clclla forma Mr.veqBo su cui ci soffermerà più avanti, colpiscetlri lrr prcscrrzl dcllo sconosciuto dio Arpas, il cui nome, tuttavia, ricorre;rrrt'lrc in nltri dr-re dossíers agiografici. Uno di questi è cosriruito dallevlrric rcclîzioni latine del7a Passio di s. Potito (BHL e BHL Nou. Suppl.lx;olì-óorz) r, di cui il Dufourcq sospettava una originaria redazionegret'rr tr'; I'altro ò rappresentato proprio dal Martirio di s.Vito BHG t876ac tfrr rrlcrrrrc dcllc recensioni latine della medesirna Passio. Le leggenderclrttivc r Vito e l)otito, peraltro, fatta asftazione delle varianti riscontrabi-li rrcllc divcrsc redazioni, presentano una così notevole somiglianza (virotto intcri passi che si corrispondono quasi ad verbum; sia Potito cheVitolorro fìrrrc:iulli perseguitati da un padre che si chiama Ila; entrambi sonot'hi;rttrltti a l\onra per esorcizzare il figlio dell'imperatore) che occorreatrtfu(:ttcrr(ì la clipendenza di una delle due da17'altratl.

Nellir llls.rio Potiti BHL ó9o3:r il nome del misterioso dio ricorre trevoltt. ()uirsi rll'inizio, il protagonista chiede al padre Ila, che lo incalza;rflìrrr'fri' srrcrifìchi agli dei, il nome di questi dei. Il padre risponde; nonti; lìli, lruru cssc louem et Arpam et Mineruam? Potito risponde di nonavert' rrlri scrrtito dire che costoro sono dèirs. La medesima situazione sirilrctc lriir avarrti, ma di fronte all'imperatore4o, mentre in un episodior'lrc lrrt'r'cdc di poco il martirio lo stesso Antonino Pio, guarito da Potito,rirrgmzil i suoi dei: <gratias tibi ago, deus Apollo et deus Arphe et

tr t l l . $ t l , l i rur.8-rr. Per I 'accentazione del le encl i t iche, in questo e nei casi( r l r r f p i i r ; rv ln t i , c f . i , l f ro ,pp . r14- r rJ .

| | ( : f , .{ , ,r , /rr , l ) . J.14 M()Mllrt ' t ' tus, Sanctuarium cit . , I I , p. rrr, l inn. r5-16; p. 677, col. I , l inn. 33-35.lr ( l f . l rs, X, col l . rc72-ro74.ln A. f )rl()r,lr<',t7, Etude sur les Cesta Martyrum romains,Il, Paris rgo7,p. r74.l'l f .o rrvcv;r già evidenziato lo stesso Dufourcq, ibid.,a parere del quale la pre-

rrrfcrfz;r v:r llsscgtìittit alla,Passlo Potiti.Si tenga presente che lo studioso ha esaminatornlo r<'r luziorr i l l t inc dcl dossier di s.Vito.

lx zf ,\S Iunuurii, I, pp. lS+-ZSZ.tr ll,id., p.7j4 (S r). Nella risposta del martire la sequenza è mutata in Arpa,

,'lrittn (sh; rrcllrr rcclaziouc BHL 69rr si trova Arianus) e Minerva. Come si dirà tralrrcve. I'elrisotlro si lcggc prcssochí. identico nel Martirio di s.Vito BHC t876a.

4" ll,il,, p. 7ió ($ t4): <lnrpc'rlt<>r dixit: Non scis Iovem esse deum et Arpan ctAr t , r r r . r t t t c t M i r tc rvunr?>

i J5

H f r N l / \ l r l r I l r I

At ' l - i r t t t c r ' t M in r ' t ' v ; r , ( l t t i r r r c I i I r c r - ; r s t i s t l t ' l t o t r r ( ' t , t l ( ) ) ) ' l ' . S i r r o t i , ( , t l t i l s sd t t l ,lu sorr r ig l i l r rzu c()n g l i l r r tk lg l t i cp isor l i s( )pr i r cs iuui r r l t i rc : l l r t iv i l r l l l r g t r r r r i -

g iorrc d i l ) ioc lcz i ruro c d i l la r rc l opcra, r ispct t iv i ln ìcntc, d i Lucia cVi to.

Nel Martirio di s. Vito BH() t876a il nonre del misterioso dio si

incontra due voltea', mentre non fìgura nelle altre redazioni greche43.

Nel primo caso la situazione è identica a quella già esaminata della Passío

Potiti:Yito chiede al padre a quali dèi deve sacrificare; Ila risponde: Ti yàq

où yr,vóorer,E, tÉxvov, toùg OeoùE [...] iilouv tòv Aícrv, Aqnov te xoì, tù1v'Paxl.iov, r{v "Hgo,v xaì, m1v fla}"i'.oòicrvr+; Il secondo passo precede la gua-

rigione di Ila cieco, il quale, come sopra ricordato, ùngrazierà. poi i suoi

dèi.Vito invita il padre ad abbandonare il culto degli idoli: Anógvqocu.rov

Aíov, Agnov re rlv 'Hgoxl,íov zol Ilol,traòícrvas. lJna prima osservazione

si impone: i due passi sembrano mostrare chiari segni di corruttela. La

curiosa forma floì.l.cròícrv, che non mi risulta attestata altrove, almeno

con riferimento alla 4.x+0, si riferisce certamente a Pallade, mentre t{v'Po,zl.iov e rlv 'Hgcxl.íov fanno presupporre un originario ròv'Hgcx),éo,

forse anche con ny finale come in Aicrv, per un fenomeno di metaplasmo

già attestato nel Nuovo Testamento e frequente nel greco medievale+2.

Inoltre, I'assenza dell'articolo in entrambe le occorrenze di Agnov può

far sospettare che esso possa essere stato considerato attributo, ma lo

stesso fenomeno si nota per la seconda occorreîza di Ilo),}.aòúcrv. Si

potrebbe ipotízzare, infi.ne, che nel secondo passo la lezione dgnclvte

derivi per corruzione da dnóqvrlocrr, ma, al di là della sua plausibilità,

+' Ibid., p. 757 (S zr). Nella redazione BHL 6gtt la forma del nome del dio èsempre Arpha: ibid.,pp.7Sg ($ to), 7óo ($ r8), 7óz ($ 36).

a2 I due passi saranno riportati secondo la lezione del codice, senza correzioniche non rizuardino le consuete banali anortografre.

a3 È q"uesto uno dei morivi che mi fannó ritenere la redazicne BHG r876a lapiù antica tra le versioni greche. Appare più verosimile, infatti, che un nome cosìinusuale sia stato eliminato da un redattore successivo, piuttosto che introdotto in unsecondo temoo.

+t Vat. gr. 866,f. 357r, coI.Il,linn. z9-32.45 lbid., f. :S8v, col. I,linn. z-4.4ó lJîà donna di nome floÀl.oòío frgura, come prima miracolata, nel Blos dei

sarrti arrargiri Cosma e Damiano BHG e BHG Nou. Auct. 372: cf. L. DrunNrn,Kttsmas und Damian.Tèxte und Einleitung,Leipzig und Berlin rgo7,p.88 ($ z, lin. z).

47 Cf. S.B. PsRnrs, Crammatik der Byzanlinischm Chroniken, Gòttingen r9r3 (rist.(ìiittingen tg74), p. r5o, $ 267; G. (ìarrt't"t tt., l)ututtrtrls pour l'étude du liure d'Aga-tha4qc,C.ittù tJcl Vrticrno r94ó (Studi c tcsti. rr,7), p. tó13 (nr rz); K. MIrsar.ts, TheI.ztlgila,(, tf' Romanos tfu Mdodist, Miirrcltcrr t9o7 (llyz;rrrrirrisches Archiv, tr), p. 25,\ . j r ; l t r ,nss - l ) t i t r t ruNNt i t r , ( l r t tnna l in t c i t . , p , to5 , \ 4o , r , r r . t . l \ cs te rebbe da cap i re ,tu t t l v i l , i l pc rch i ' t l c l n t t l t r t t t t c t t to t l i gc t tc tc s r r l r ì l , r r l ; r l t to t t t t ' dc l d io .

l ^ / ! . i . i t ( ) t ) t t t 5 i l r ( t A l l ( l t l M t N t A N ( ) ( l r t t r ; Ì t . l l ) 87

( l t t ( 's ( ; t ipot t 's i t to t t rc t t t lc c( ) l ì t ( ) ( l ( r l l î prcs( :nzî dc l la rucdesinra lez i< l l rc nc l

l ) l r n ( ) t l c i r l r r t ' b r : u t i cs : r r r r i n : r t i .l);rss;urtkl ;r l lc vcrsiorri latine del Martirio di s.Vitols, va innanzi tutto

t' i t:rt:r frr rctlrrziorrc I3III- 87r3b, pubblicata da Guido Kappel dal Vindoh.Irtl . 1t6, tlcl scctlkr Xlll, con il corredo delle varianti del Monacensis lat.;::4r (sct:. Xll)+,. La sequenza degli dei citati, in entrambi i passi cor-risporrdcrrti ulh versione greca sopra esaminata, è la seguente: <Iovem,Arfìrrn, l- lcrculcnr, Iunonem et Minervamr, ma il codice di Monaco recaMtrtrnt îl posto di Arfams". La lezione Martem ricorre anche in BHLli7t.l ' ' , in ctri inorni degli dèi sono gli stessi dallarcdazione precedentec rit'rrrrrrno uel nredesimo ordine, con la sola aggiunta finale dt Apolli-rttnr. lt rcclazione pubblicata da Mombrizio (BHL 8Zt+), presenta il

;rrirrro pitss() con la stessa sequenza di BHL 87t3,ma qui manca proprioil ttotttt' tlcl dio che in quella si colloca tra Giove ed Ercole (Marte oArp;r/Arfi) st. ll secondo passo, invece, nell'edizione del dotto umanisratton si lcggc, a causa di un'ampia lacuna che interessa la parte centralerfcl tcsto, nru ncl Bruxell. ó4 (sec. XI), che tramanda la stessa recensione,l;t sttt'r'cssiorrc degli dèi è la seguente: <Iovem, Apram, Flerculem, Iuno-ttcttt, Mittcrvànr atque Apoll inem> sl.

( lorrrc spicgare la presenza del nome di questo dio altrimenti ignoto?I ;r pritrrl ilrotcsi da prospettare è che ci si trovi in presenza di un errorettrrrtcliult' di trascrizione intervenuto ad un certo punto della tradizione

'lt ltcr tttt quadro di insieme cf. G. Pnrrrppanr,(JnePassio SanctiViti inédite (BHLi'7til) l,uN rrtt nmnustit de Régimbert de Reichenau (f e+A,in Septuaginta Paulo Sytunaryhlttt (7rt + z), ód.J. i{troupa, Prague zooo, pp. 38-ii. Ho avuro la possibilità di leggerel',tttir olo gruzic ad una copia cortesemente inviatami dall'autore, che ringrazio.

'lu (1. f(nll'tit., I)ie slauischeVituslegende und ihr lateinisches Original,in Wiener sla-l i t t iv ln' t . lul tr lnu'h zo (r974), pp. 73-85.

" ' l l , i l . , p .7ó , l inn . 2g-3o ;p .78 , l inn .3r -32 .,r Si tr:rttl di urra recensione inedita, per la quale mi sono servito del più antico

tlt'i (rc Lcstitttorti segnalati nella banca dati dei Bollandisti consultabile sul loro sito(lrlrlrrrs.fltr.rrcl.[rc), owcnr i Par. lat. j593, ff. 69-77r,datato alla prima metà del secolo XI.

\r M()Mlr(t trus, Sanctuarium cit . , l l , pp. ó34-ó38.\ t l l t i l . , p . ( r3s , l i r r r r . Ió - r7 .\'r Ii toJv. l{irrgrazio ancora una volta il prof. Guy Philippart, che ha cortese-

rrrcrll(' rrlcss() rr rrria disp<tsizione la sua trascrizione dal codice di Bruxelles della parter rrlr.irlrorrtlcntc ;rllrr lac;una dcll'edizione di Mombrizio. La constatazione che rn essalip,rrri l;r ti.rnn Apram lni fa ritenere che questa si trovasse anche nella prinuric{ luclrz;r c clrc si:r st i t t î cspurìt î dl Mombrizio.Al lo stesso umanista, e non al rra-troslriitrr tll lrri utilizz:rto, si dcvc inrlrutare, con ogni probabiltà, I'omissioncr dcllulr, t t le tctt lnt lc: t ' f . lc osscrvrtzioni t lci curatori del l 'edizione del rr;ro irr Mouurrr lrus,, \ tuh l tku iu i l t t - i t . . l l . p ,754

l lH

Dr i i l r ( ) s ( ' r i t t ; r t l i r r r r o t l c i t cs t i i r t r l t t c s t i r l r r< ' , ( ) i i l r ( l r c r l i r r r r : t l ( r ( ) t cs t ( ) l ì c r -t l t t to o I r ( ) r t l r t ( ' ( ) r : r r to to. l )a quar ì t ( ) cs[ ) ( )s t ( ) in pr t ' tc t lc t tz i t , r r r : r l r r tc l rc d l tr r ro l t i l l t r i cscnrpi chc potrebbero esscrc c i t : r t i , cr r rcrgc ( ' ( )ntc i r r r l r r r ipropri siano soggetti a frequenti fraintendinrentirs. Sc I'ipotizzato erroredovesse riguardare un'originaria forrna greca, potrebbc trattarsi del nomedel dio Agqg, il cui accusativo Ageo, forse anche Ageov alla maniera del-I'ampiamente attestato Aio,v, potrebbe avere dato vita alla lezione Aqnovdi BHG t876a. Lipotesi trova conforto in alcune delle recensioni latinedel Martirio di s.Vito. In esse, infatti, come si è visto in precedenza,neTTasequenza degli dei al posto di Arpam/Arpham ricorre Martem, ciò che fasupporre nel testo greco di riferimento Agecr/Aqeav. Ma è possibileugualmente pensare ad errore nato nella tradizione latina, secondo unaipotetica sequenza Martem ---> Artem + Artam - Arpam, così come nonsi può escludere che un copista/redattore latino, di fronte ad un incom-prensibile Arpam/Arpham,abbia ritenuto di dovere correggere in Martem;o, ancora, che quest'ultima lezione sia frutto di un intervento normaliz-zatorc di un traduttore latino só.

Altre ipotesi possono essere formulate. Si può pensare ad una formaderivata (per adattamento o per errore di trascrizione) dall'epiteto Agnugriferito ad Eros in un frammento di Partenio di Nicea tramandato dal-I'Etymologicum Magnum e connesso al verbo &gnóf<or7, anche se, at di là

ri Si pensi ad Aríanus, che figrrra come dio nelTa Passio Potiti (supra, n. 39), formaper la quale lo Heskens pensava ad un originario Adrianus, dal nome dell'imperatorere la tus indeos(c f .ASSIanuar i i , l ,p .ZSS,n .d) ; oppurea l la lez ione Zenon inBHL4gS5(cf. supra, p. 8).

5ó Si tenga presente che i rapporti tra recensioni greche e larine del Martirio drs. Vito attendono ancora di essere indagate. Alcune osservazioni si leggono in Pm-coco,Monaci e santi cit.,p.244e n. ró,in cui si sostiene una originaria redazione ingreco. Tuttavia, dallo studio condotto in vista dell'edizione annunciata supra, n. zr, èemersa una situazione assai complessa, che impone valutazioni problematiche. Peral-tro, per le versioni latine si è fatto finora riferimento all'edizione degli ,,4SS (BHL87rr), che, come sottolineato da Guy Philippart (si veda lo studio citato supra,n.48)reca un testo meno affidabile di altre redazioni, molte delle quali ancora inedite. Milimito qui a segnalare che, con ogni probabilità, questo tesó, che ebbe un grandesuccesso soprattutto nel medioevo larino, subì più di una traduzione, con modifichee adattamenti prodotti dalle vicende del culto. Ad esempio, non ci sono dubbi cheIa redazione BHG t876c sia una traduzione dal latino; basti segnalare che i nomedegli dèi nei passi sopra esaminati hanno forma latina: 'I<oBt1p,'Eqxol,rlv e Mr,veqBdv. Ilrnodello di questa traduzione va individuato in BHL ll7r3 (o altra recensione stret-tàîncnte apparentata a quest'ultima).

st litymokt,gitum Magnum seu uerius l.exirtttr..rarpis.rilrt' t,t ftlbulorum originem indagansm plurihus luicis srholiastis et grammaîicis anonynrl rintrhnu oynt concinnatum, ad codd.Mss. t ìr lcrrr rcccrrstr i t ct notis variurrt t tr i rrrtruxi l ' l l ( i . ( i i rrsr,t l rr ,D, Oxford r84tl (r ist.

l A l i l ' ; t , l o l r l l ' , ' , l t r ( t A I r ; t r M t N l A N ( ì ( t t l t ( ; - t f . l l )

t'lrc un ncsso, secondo una delle possibilità sopra prospettate, con il nomerlcl di. Arcs (Marte) rimanga I'ipotesi più probabile. La soluzione dellrrolrk'rrra potrebbe essere facilitata da un'indagine di tutti i testimonitf cf f c rrumerose redazioni latine dei fte dossíers esaminati e dalla possibi-liti r'lrc future edizioni consentano di fissare cronologie relative utili peripotizz:rrc rapporti di dipendenza tra questi testiie.

'1. I ltt,t traduzione dal latino?

ii .prrrione comune che tJ. martyrion BHG zz4r costituisca una tra-tlrrzi.rrc clal latinoóo; tuttavia, anche per I'assenza di una edizione deltcs[() grcrco, tale giudizio non è stato a tutt'oggi sottoposto a verifica,rr(', irr vcrità, sono stati segnalati argomenti a sostegno di esso. prima di;llitrtrtrrrr: la questione occorre premettere che, per quanto riguarda levcrsirrri frtine, si dispone solo dell'edizione del Mombrizio (BHL a9g5)..rr I'upporto delle varianti segnalate nella ristampa del r9ro. ora, di([rqitir rcccllsrone sono stati individuati cinquantuno testimoni6', alcunirlci rlrrrrl i , corrre i l Bruxell. 14 (seconda metà del sec. IX) e 1l vat. pal.lat.ll4rr (lrrinr'metà del sec.X),più antichi di quelli atlltzz*j dai monaci dis.lcsrrc's pcr la riedizione dell'opera di Mombrizio. Inedite, poi, riman-Hrrrltr lc rrltre recensioni BHL e BHL Nou. Suppl.49gó-49gg, 4g9o_4g9oc.l.c trss.rvuzioni che seguiranno, dunque, frutto del confrontp tra BHcJJ4 r c f

'cdizione mombriziana di BHL 49gi, non possono che essere

n,' ( )l . Mr rrrru t, Sirilia,. Ronn c .ltalia 9it., p. r54; F'*lnnr, I santi cit., p. g.Í ' l l , ;r l ist;r ì 'c ' .rrstr l t lbi lc on I irc sul si t . ' dei Bol landist i (banca dai i BHLns),

regr r l l l to J t , l , f r r ! p . [ J7 t r . Sr .

8()

parziali c i l ì îttcsî di future corrfl 'rnrc, t:orrcziotti () slììcl lt i tc, t ltt l tt l t l tr

I'intero corpus della tradizione latina sarà adeguatarttcnte indagato in ttrtti

i suoi testimoni.Dal confronto emerge, innanzi tutto, una quasi perfetta corrispon-

denza tra i due testi, che non lascia dubbi sul fatto che I'uno è una tra-

duzione ad verbum dell'altro. A fronte di poche differenze, le parole si

succedono per lo più nel medesimo ordine, soprattutto se si tiene conto

delle varianti deI Par. lat. r3zzo (cod. A). Qualche passo milita, in effetti,

a favore di una priorità della versione latina. Come notato nel paragrafo

precedente, nel brano in cui Diocleziano nomina i suoi dèi figura la

forma latina Mrvéqpo (S 8, ro). Il. passo più interessante, tuttavia, si leg-

ge poco dopo, a proposito del miracolo del carnefice <pietrificato>,

anch'esso anahzzato in precedenza (S s, z-).tagiografo, dopo aver pre-

cisato che soJo la mano di colui che si accingeva a colpire la santa è

rimasta di carne <fino ad oggi>, afferma: noi òrà roúto xézLqtor. é tónoE

èxeivoE Éog to0 ncrgówoE Aò g,úvoup nóqveop,, ó èol.v 'Enì ù1v oagxít'qv

yelga. La traduzione in greco del toponimo sembra la glossa esplicativa

(assente, come è owio, nel testo latino) ó' di un traduttore che, per scru-

polo di precisione, si è limitato a traslitterare I'espressione latina anziché

tradurla tout court. Ma ci si può chiedere, anche se è ipotesi cómunque

meno plausibile, se I'autore, per quello stesso desiderio di precisione ora

richiamato, non abbia deliberatamente lasciato la forma latina del nome

con cui il luogo, a suo dire, era noto al suo tempo, fornendone poi una

traduzíone per i suoi lettori gteci. La vicenda, lo si ricordi, è in questa

prima parte del racconto ambientata a Roma ed è dunque naturale che

un toponimo avesse forma latina.

Altro passo interessante al $ ro, 14, ove si incontra I'espressione p,ù1

OeLe,&g^yelv, cui corrisponde nel testo latino noli vacare63, uno dei modi

più frequenti con cui si rende I'imperativo negativo, mentre in greco la

frase risulta inusuale. Aggiungo, infine, la forma qógou, genitivo da qógov

(o qóqog), 'Foro', un latinismo, certo, ma già attestato nel Nuovo Te-

stamento (Act., 28, r5) e in vari autori greci (Strabone, Gregorio di

Nazianzo, Giovanni Malala) o+ e in testi agiografici di età tardoantica

6, Mougn:uus, Sanctuarium cit., II, p. rrr,linn. zz-24, dove si legge cornea/cor-

neam in luogo del corretto carnea/carneam dei codici collazionati dai monaci di Sole-

srnes (ibid., p. 677, col. t, linn. +:-++).q Ibid., p. rrr, lin. J4 e p' 677, col. I, lin. ó4. No/j è lezione del solo codice A

(Mombrizio legge nolite), il più vicino al testo greco'ó4 G.W:H. Lrrrapn, A Patrktic Greek Lexicon, Oxford r9ó8, p' 1488; C. Du CRNcn,

I A l i l \ \ l ( r l ) l l " r l l l ( l A l " l \ l l r l A l t r ( r l , l r . . ' r ' l l )

(I),rrsirr grccrr tk:i srrrrt i Lorcnzo, Sisto c lppolito ISHG g77c)"s; c i l clativtl

l ivòor,qr' ' ' ($$ rZ, r; rl l , ro; lat. idibus), con I 'osservazione che i termini dcl

t .r lcrrrl,rrio K)nrano solto attestati anche in greco sin dalle più antiche

l r ; tss iot t i ór ,

l)iìr rtunrerosi e di maggior peso mi sembrano gli argomenti a favore

tli rrru priorità del testo greco. Accenno solo brevemente ai toponimi,

r lrc nclla versione latina appaiono spesso sfìgurati, in quanto è impossi-

hilc stabilire se si è in presenza di fraintendimenti di un traduttore o di

crr()ri ilìtervenuti nella tradizione manoscritta. Ad esempio, il nome del

fìrrnrc Tevere, in greco @úBqw ($ r4, ro), diventa Thein68, mentre ad dnò

Kurr'rvq< ($ 18, r) corrisponde ab urbe (urheMom.bl) cathiaensium6e.MaE-

Hi()r(' îttcnzione meritano i casi seguenti:

- S (r, z-g. Lucia, condotta in presenza di Diocleziano che ha fatto rife-rinrcnto alla denuncia di Euprepio definendolo (nostro figlio>, replicairll'irnperatore: Ai"rl0er,cv l.éyetg, ótl Eúngénr,og téxvov ópóv èotiv, èruer.òr1 èotr,vulòq roú oxótoug' ópe( yap èotò oxótog xcrì téxvov ópóv éotìv é totrcr nóv-ro drvnyleil,ag úgiv. Il testo latino corrispondente risulta, invece, menot:hiaro: <Verum dicis, quia Euprepius filius vester est, qui haec vobisirurotuit, quoniam filius tenebrarum est>7o. Manca, di fatto, il passo cor-risponclente a ópeIE yóq èotè oxótoE; di conseguenza risulta implicito quellcgar.ne di <parentela> tra Euprepio e gli imperatori che nel passo grecoviene chiaramente espresso. Ho il sospetto, peraltro, che la sequenza(:()nlpresa tra Èner,òq e I'ultimo Èorlv possa essere stata omessa per omo-tclcuto in un primo momento da un eventuale traduttore, il qualeluvrcbbe poi recuperato solo la proposizione causale introdotta da èrler,ò{.Ma si tratta di congettura destinata a rimanere tale, mentre si potrebbero

( )lossaium ail Scriptores mediae et infmae Graecitafrs, Lugduni ró88" [rist. Graz tg54],r.ol, tól l9 (s.z qóqog).

ó5 (ìf. P. Fnaxcut pn' CevarInru, Dove furono sepolti í santi Cipriano, Giustína e'ld'rrr'/i.rfrr?,

in ttr., No/e agiograjche,Ylfi, Città delVaticano 1935 (Studi e testi, ó5), pp'

.tJJ-lS4: 338-34I. Si veda anche H,trIs, Ugendes grecques de <martyres romaines>,Btrt-xcllcs r973 (Subsidia hagiographica, ii), pp. r7o-r7r, ry8 (Martirio di s.Anastasia ver-girre l lH(ì c BHG Nov. Auct.76zd).

r'r' (]ues!a è la forma del codice, che a mio parere va mantenuta (cî. infra, p. rIz),irr crrtnrnrbe le occorrenzc.

ó7 lfasti citare la Passio Pionii della seconda metà del secolo III (BHG e BHGNou Auct. r54ó): cf. It Martyre de Pionios prétre de Smyrne, édité, traduit et comrnenté

f r;rr 1,. f,{rrunwr', Washington, D.C. t9g+, capp. rg e 23.ófl MoMulrtrtus, Sanctuaium cit., p. 677, col. II, lin. 42.re lhid., p. t t4, l in. t .' r " Ih id , ,p . t to , l inn .39-40.Nonvengonosegna la tevar ian t ia lpasso íb íd . ,p .677,

t o l . L

s( ' l l l l ì l c i l l v r t r , t t r ' l r ( ) r r l l ) t l t l r t r t l c r r t r t le l l ; r ( r : rs ln iss ion t ' n r i rnosr ' t ' i t . [ : r i r r t c r -vc l t t t t i i t I ' t ' t r t l t ' r c r r r t 'no esP l r t t ( ( ) i l t ( . s l ( ) l ; t t t in ( ) .- $ ó, ro. I l cl ist:orso r ivolto t l ;r l ,rr t ' i ; r ;r l ) iot: lcziuno si concluclc corì Ll laprofessione di fèdc. Ll srrutl ribltlist:c lu sua fcclcltà a (lristo: èv dr Èoopcr,òr,apévouoa. Si è qui in prcscuza clcll;r r:ostruzione perifrastica costituirada un participio unito ad una voce del verbo eipi, tipica del greco post-classicoT'. Il passo è reso in latino con la sola inversione tra futuro delverbo <essere> e participio: <in quo permanens ero>72, sintagma chesembra un calco dell'espressione grecaT3.IJgualmente la perifrasi di $r, i-ó frv ... pévouoc è resa in latino con (erat ... permanens))74.- $ 8, r4-r5: ei frocv Oeoí, oóx óqeú,ovzs ónoléo0ar,. Nella versione latina silegge: <si dii fuerunt, perire non debuerunt>zó. Mentre nel testo greco ilperiodo ipotetico dell'irrealtà è reso in modo pienamente conformealle regole, quello latino sembra una traduzione infelice del primo.- S 9, r:. In questo passo figura la parola xewqvcrqútov, cui corrispondein latino centenariorum. Il termine xewqvdprov, che indica un valore dicento libbre d'oro, è sì un latinismo, ma molto frequente nel grecobizanttnoTz, mentre il latino centenarium è segnalato come assai raro daun esperto di traduzioni medievali come Paolo Chiesazs.- S r+, r5. Diocleziano, accecato dal diavolo, parte da Roma ènl ròvnówov lal,crtícrE. Nella versione latina si legge che f imperatore <iter arri-puit ab urbe romana ad pontem galatiurl;zo. Ora, oltre alla considera-zione che di un <ponte Galazio> o <di Galazio non si ha alcuna noti-zia, sembra dawero poco logico (per quanto la logica dell'agiografo

7r BL,\ss - DrnnuNNnn, Grammatica cit., pp. 42g-43r, $ 353, dove si sottolineache la perifrasi al futuro può servire ad indicare azione durativa, ciò che mi sembrail caso del passo in questione.

7, MorvrBRrrrus, Sanctuarium cit., II, p. rro, lin. 4r.z: In verità anche il latino conosce costrutti di questo tipo, anche per il tramite

del greco neotestamentario. Negli Acta dr s. Martina (BHL 5538), ad esempio, silegge erís compafiens, ma si tratta di un testo che sembra dipendere da un originalegreco: cf. P. FnaNcHr oE'CavarrEnr, S. Martina,inro., Scritti agíografici, II, Città delVaticano r9óz (Studi e testi, 222), pp. 49-62:52-53. Si veda anche \a Passío s. Caeci-liae (BHL e BHL Nou. Suppl. 1495), dove si trova la perifrasi erat exaestuant cf. Derr-l:Avr-, Etude sur le légendier cit., p. r9ó ($ 3, lin. a).

7a MoÀasR.rrrus, Sanctuaium cit., II, p. rog,ltnn. 3617.ts Per Ia ÍnàÍrclnza di aumento cf. infra, pp. ro5-ro6.7ó Morrmnrrrus, Sanctuarium cit., II, p. rrr, lin. r9.77 Numerose attestazioni in Du CaNcB, Clossarium cit., col. 633. Cf. ODB, II, p.

rrzr. Si vedano anche J.VocEsnv., Zur Sprache der griechischen Heiligenlegender, Mùn-chen rgo7, p. 4r; Psarrrs, Grammatik cit., p. rr3, $ zz4.

z8 P Ctirns,c, Vita e morte di Giouanní Calibita e Giouanni l'Elemosiniere. Due testi<amalftani> íntditi, ()'dva dei Tirreni r99J, p. 22. Si ttetta di attestazioni dcl tcrrninelatino in traduzi<lrri dal greco.

7e M()Mut{l ' r ' lus, Sanúuarium cit , , l l , p. 677, col. I I , l inn. 4o*4r ,

l A r l l , \ , \ l r ) l ) l i l t i s t l t ( l A I r . t t \ i l ! t ^ t ! ( ) t l i l l ( , . Ì . t . l l )

possir irrrlulrbiarucrrtc non coinciclcrc cor] quella nostra) che la rrretlfrrralc cli urr viaggio venga individuara nel raggiungimento di un ponte.Credo, dunque, che I'espressione latina contenga un'errata traduzionedel greco róvtov, sebbene sia possibile ipotizzare ancora una voka unacorruttela nel testo latino finora noto. Occorre, però, chiedersi cosa siintenda con nówoE lcraricg. Sono possibili diverse interpretazioni:r) I'agiografo, ignorando che la Galazia, regione centrale dell'Anatolia, èpriva di sbocco al mare, intendeva indicare il <Mare di Galazio, cioè ilPonto Eusino. Come rilevato ù par. z, nelle passioni epiche errori diognr genere non sono eccezionali e la scarsa competenza in campo sto_rico del nostro a'tore è stata già segnalata in precedenza; forse anche ingeografia aveva idee alquanto confuse; z) nelle fonti anriche la Gallia èspesso chiamata Galazia, in quanto, come è noto, quelli che i Romanichiamavano Galli erano detti anche celti o Galati. In particorare, ner Demundo pseudo-aristotelico si cita il lcrl,atr,xòv nél"ayog, owero il trattodel Mediterraneo setrentrionale in cui sfocia il Rodano (Golfo delLeone)8o;3) I'espressione potrebbe riferirsi al ponto Galatico, eparchiadella provincia di Galazia e Cappadocia al tempo dell'imperatoreAdrianos'.Tale unità amrninistrativa, tuttavia, non ebbe lunga durata. Ladenorninazione di Ponto Galatico non figura più dopo la riforma dio-clezianea, quando la Galazia viene integrata nella diocesi ponticasz; 4)rimane sempre possibile, infine, I'ipotesi di una corruttela nel testo; lalezione originaria potrebbe essere stata énì ròv flówov xal (d1v) latrc.río,v,che sarebbe accertabile. Fra le possibilità qui prospettare, la prima misembra preferibile. Apparirebbe singolare, infatti, che l,agiografo avessememoria di denominazioni geografiche o amministrative da vari secoliin disuso, né sarebbe opportuno correggere il testo sulla base di unasemplice congettura.- S rZ, z-4. Lucia e Geminiano, giunti in Sicilia, devono attraversare ilfiume Simeto: xoÌ 1ógov ròv notcpòv airlppugoúvro xc,l però no),Ioú fi1ouQéovta eig tqv Oriraooav, xcrì oóx {òúvcvro nepcOfrvar. Il passo latino corri-spondente8: risulta poco perspicuo: (et invenerunt fluvium plenum etredeuntes ad mare et quo fit ut non possent transire>. Naturalmente,anche in questo caso, all'origine possono essersi verificati errori nel-Ia tradizione manoscritta latina (ad esempio reileuntes potrebbe essere

9.ì

M A I { l ( ) l { 1 ,1)4

lezione corrotta di redeuntem).]{imane il fatto, ttlttavia, che Ia vcrsiotrc

greca è qui, a differenza di quella latina, del tutto chiara.- S rZ, r3-r4. I due santi hanno raggiunto Mendola, nel siracusano,

luogo infestato da spiriti impuri: xci éxgalov tò òctpóvr,c dnò tóv ógÉov

èxeí,vtov. I1 testo edito da Mombriziosa reca: uclamabantque daemonia a

finibus iJlis>. Quiy'aibus mi sembra errata fteduzione di òqécrlv, <monti,r,

probabilmente confirso con 6gov, genitivo di 69o9 (-ou), <limite>, (con*

fine>, cui il termine latino corrispondess.- S zo, z. Si incontra qui l'espressione &nò èpnoqíou. Il codice Par' lat'

r3z2o, con il quale BHG zz4r concorda nella maggior parte dei casi,

reca qui ile im7terio86, chiaro fraintendimento del greco. Gli altri testi-

moni latini, più recenti, tramandanosT, invece, de territorio, probabile cor-

rezione della lezione precedente.

Ho lasciato per ultimo il passo seguente (S tS, s)t éog rotr tónou toÚ

l,eyop,évou z\ategavqE. In latino si legge: (usque ad locum qui appellatur

Lateranis>88. Entrambe le forme del toponimo appaiono singolari: ci si

aspetterebbe, rispettivamente, ^crreeúvou (o, anche, u\crteqtrvoE/-ov, consi-

derato che a volte in casi del genere si può trovare il nominativo) 8e

e Laterani. Forse va ipoAzzata una originaria espressione htina corne in

locis lateranis, da cui il termine greco, mentle nel testo del Mombri-

zio avremmo una traduzione di quest'ultimo. Peraltro, non è chiaro se

Aoreqóvr.1g debba essere considerato, come sembrerebbe, genitivo di una

sorprendente forma femminile o nominativo maschile in -qE, come

sarebbe più logico, sebbene, per quanto mi risulti, si tratterebbe dr hapax.

Nel complesso, la documentazione qui faccolta fornisce elementi

conrraddittori. Gli indrzi a favore di una priorità del testo greco mi sem-

brano, tuttavia, più consistenti. Ma i pochi casi individuati che spingono

nella direzione opposta potrebbero trovare una spiegazione se si amrnette

una prima redazione latina che non si è conservata. In favore di questa

ipotesi milita la concorde testimonianza dei Martirologi latini'

84 lbid., p. rr3, I in. 52.as Per ui casà analogo, in cui un traduttore latino sembra avere fatto confusione

tra óqoE (-o!g) e óqos cou), si veda P FnrNcHr ur'cavarmnl, I-,a <Passio> di s. Filippo

,ruoìo di Emrlea,in rp., Múa agiografche, IX, Città delVaticano 1953 (Studi e testi,

17 i , pp . i3 - ró5 : 60-ór .88

-Movrzurlus, Sanctuarium cit', II, p. ó78, col' II' Iin. 15.

87 lbid., p. rr4, l in.29.88 lbid., p. r13, l in. rr.8e GARrtrB, Documents cit.,p. t74 (nr. 5z).

I A l 1 l . \ , s l ( ' l ) l . l \ \ . I t r ( . t A I r , t N i l t J t A N ( ) ( l , r / ( ; . 1 . ' . l l ) 9 5

-5. (ìcnc.sl c lruslbrrnazionc della legenda: un'ipotesi

Ncl pubblicare 7a notizia del Martirologio di Adone relativa ai santi

Lucia e Geminiano (BHL a98g), il bollandista Sticker notava che in essarrorr si fa alcun cenno alla transuectio dei martiri in Sicilia, ipotizzando chegli Acta al tempo di Adone (lSS-\li non fossero stati ancora interpo-

latico. I Martirologie', in effetti, sembrano avere attinto ad una tradizione

irrteramente (romana) della leggenda ed occorre, di consegt)errza, esarni-

llarli con attenzione.Nei codici più antichi del Martirologio Geronimiano la memoria di

Lucia e Geminiano è assente; come semplice annuncio è stata introdotta

nei manoscritti della classe R al ró settembre, che sembrano risalire ad un

modello della prima metà del sec. IXe'. Curiosamente, nei codici i nomi

clei due martiri sono separati dalla memoria della vergine Eufemia (in un

caso divenuta Eugenia): <Romae, Luciae, Euphemiae virg. et Geminiani>.

Alla medesima data, nei manoscritti della seconda famiglia del Martirolo-

gio di Beda (f 735),nel|'Anonimo diLyon (ante 8oó) e nel Martirologio

di Floro (secondo quarto del sec. IX) alla breve notizia per Eufemia

scgue: <Ipsa die natale sanctorum Luciae et Geminiani>qr. Ma è nell'opera

di Adone, composta intorno all'855e+, che ai due martiri viene dedicata

rrrra lunga notizia che pressuppone la conoscenza da parte dell'autore di

una Passio. Essa è stata ripresa e ridotta in poche righe da lJsuardoer,

vo u{SS Septembris,Y, pp.288-289 (SS S-tr).eI Informazioni essenziali sui martirologi in H. QuENTIN, lts martyrologes histo-

riques du moyen óge. Étudt tu, Ia formation dl martyrologe romain,París r9ò8; AIcnaIN,I "'hagiogruphie cit., pp. rr-ó8; Dom J. Dunots, Its martyrologes du moyen àge latin,Twn-lr()r.rt 1978 (Typologie des sources du moyen àge occidental, zó). '

e, J.B. DE Rossr - L. DucHEsNp, Martyrologium Hieronymianum ad jdem codicum,,uliutis prolegomenis, Bruxellis 1894 [4SS Novembris,ll/r),p. rzr (pp. xxxru-xxxv perl;r descrizione dei codici della classe R); H. DnEHavr, Commentarius perpetuus inMutyrologium Hieronymianum ad recensionem H. Quentin, Bruxellis r93r (,,4SS Nouem-lvi: , I I /z), pp. 5ro-J12.

er Dom J. Dunors - G. RrNauo, Eilition pratique des martyrologes de Béde, de I'A-ttottytfle lyonnais et de Florus, Paris 1976 (Institut de Recherche et d'Histoire des' I i'xtcs. Ilibliographies, Colloques, Travaux préparatoire$, p. rZr.

'r4 Edita da Dom J. Dunors - G. RrNauo, It Martyrologe d'Adon, ses ileux famil-/r'.r, sc.t lrois recensions. Texte et commentaire, Paris 1984 (Sources d'Histoire médiévalepubliées par I'Institut de Recherche et d'Histoire des Textes). Per la notizia relativa;r l,ucir c Geminiano cf.inJra,n.97. Come già ricordato (supra,n.8), essa era già stataptrbbl icata negl i , ,{SS.

u-r l)<rrn J. I)uuors, k Martyrologe d'Usuard.Texte et commentaire, Bruxelles 1965(Srrlrisidia hagiographica,40), p. 3o4.La notizia di (Jsuardo è stata accolta nel Marti-rolortio lfotwtno: t:f. Martyroktgium Romanum cit., p. 399: (Romae sanctorum martyrum

( r l I

1 l c 1 t r r , 1 1 , t s i t t t r ' s l l ì l i l . l l l l l ) l i l s r l c g g t ' i t t t t t t t l t r t l o M r t r t i r o l t l g i o d i t l r i g i r r c

tcclqscu, (: l lc rc( ' i r l rr :r rr. t l l rziottc 'r l i l ìcth f ìrrtctt tcl t t tc i t t tc:rpolrt lr ' ' rr ' . l )cr

I ' i rnportanza chc lrr rrot izi tr di Adttrrc îsstì l ì le pcr I ' ipcttcsi chc si intende

formulare, la si ripubblica sccottdtl I'cdizione Dubois - Retlaudez'

Eodem die, Romae, natalis sanctorum Luciae, et Geminiani, imperatore

Diocletiano, iudicibus Apofrasio et Megasio. Manserat beata Lucia in

viduitate annos triginta sex. Totius autem vitae eius fuerunt anni sep-

tuaginta quinque. Quae accusata a filio suo Euprepio quod christiana

esseì, iussit eam Diocletianus sibi adduci, et dixit ei: <Audio quia reum

illum crucifixum confiteris, et deos nostros derides. Nunc ergo si parata

es vivere, parati sunt dii omnipotentes, ur eis afferas thura, ut possint tibi

esse propitii, et vivasD. Sancta Lucia respondit: <Nec sibi sunt propitii,

nec iultàribus suis; nam mihi propitiabitur Dominus meus Iesus Chri-

stus pro cuius amore parata sum ignem, vincula, et quas volueris

poenas, sufferre. Audiens Diocletianus constantiam fidei eius, iussit eam

irahi ad carcerem, ubi consolationem divinam promeruit. Reducta

autem iterum ante Diocletianum sedentem pro tribunali, extensa est

gloriosa femina, et fustibus diutissime verberata. Et ecce terrae motus

subito factus est, et templum Iovis ita subrutum, ut nec lapis super

imperatori, quod absque ulla laesione sana viveret. Tunc impius, tanto

miraculo nullo modo ad credendum Christo incitatus, iussit ut onerata

ferro et plumbo per civitatis plateas duceretur. Pervenit autem ante

domum hominis praepotentis, nomine Gerniniani, in cuius domum [slc]

daemonum innumera simulacra erant. Dumque sancta Lucia domum

ipsam pertransisset, subito columba alba velut nix descendit de caelo, et

*p., i"pot Geminiani, tertio figurans crucem, resedit' Geminianus

respiciens, vidit sibi patere coelum, er statim arripiens cursum <perve-

Luciae nobilis matronae et Geminiani, quos Diocletianus imperator, Poerus graussl-

mis afflictos diuque tortos tandem posi laudabilem martyrii victoriam gladio ani-

l A I ' l ' i \ l r , l ' l . l \ 5 l l i r l A I i , t \ i l i l . \ l " r / l l l , . I ' l l ) ()7

nit.="N rrrl l .rr ' trrrr trbi i:rur sanctt l)ci t<lrclurrlratur. Et prosternar]s scìpctlibus cius, cocpit nàrrare quod viderat, et baptismi lavacrutn expe-tcrc. l\cducta est igitur beata Lucia in carcerem. Erat vero quidamsrccrtlos l)rotasius nomine, cui nocte apparens angelus Domini monuitut irct ad carcerem, et Geminianum, qui fontem salutis requirebat, bap-tizaret. Qui cum evigilasset, festinatus abiit, et beatum virum aqua salu-tari lavit. Post diem tertium exhibita est sancta Lucia Diocletiano, etcum ipsa Geminiano, de quo iam imperator audierat. Quos ille poenisgravissime afllictos, diuque tortos, tradidit cuidam perversissimo iudiciut, quod deerat poenarum, ipse suppleret. Qui primo iussit cerviceseorum fustibus contundi, et mox terrae motu facto, camera domusiucliciariae cecidit, et iudicem impium oppressit. Deinde sancti martyresexhibiti sunt Apofrasio. sub quo et septuaginta quinque martyriumimplevere, qui visis miraculis, quae circa sanctos suos Dominus operaba-tur, crediderant. Hic iudex impiissimus, post sanctorum horum marry-rum necem, a diabolo equum eius incitante, de lapideo ponte praecipi-tatus in flumen est. Corpus eius postea nullo loco repertum. Deindebeata Lucia et sanctus Geminianus, a Megasio viro consulari arctati, postlaudabilem victoriam marryrii gladio animadverti sunt sub die XVIKal. Oct. Quorum corpora rapuit quaedam mulier christiana, nomineMaxima, et, ut decuit, marryres sepelivit.

La notizia di Adone sintetizza in modo dettagliato il contenuto della

lcrggenda che qui si pubblica fino al momento in cui Diocleziaîo abban-

tlorra Roma e muore annegato. Questo particolare manca in Adone, così('onìe non viene fatto il nome di Pirropogone che prende il posto del-

I'iurperatore nel perseguitare i santi (si parla genericamente di un giudice

crupio); e, soprattutto, come già anticipato, non si fa cenno al miracoloso

trlsfcrimento in Sicilia di Lucia e Gerniniano. I due, dopo essere stati

sottoposti al giudizio e alla torture del giudice Apofrasio, vengono con-

drrrrrrati a morte dal uir consularis Megasio: <gladio animadversi sunt). I

tluc: ultimi personaggi citati figurano anche nel racconto del nostro agio-

grafo, ma come siciliani e senza alcuna qualifica: I'uno è fatto giungere a

Mcndola da Catania, I'altro da Siracusa ($$ r8-r9); e di Megasio si dice

clrc era padre dell'únanxóE Pascasio, personaggio di cui non v'è traccía

rrcll l notizia di Adone.

Le differenze tra il testo del Martirío (e, owiamente, anche della

lll.s.sítr latina) e quello di Adone riguardano, dunque, esclusivamente Ia

prrrtc finale del racconto. A parte le diverse modalità della morte di Apo-

')N ll vr.rbo r-nanca nell'edizione citata, probabilmente per una svista. Lo si leggeirr cl trcl l i r stînrpirt î i rr z4I i$ Septenbris,Y, p. z88E ($ tr).

( )ò

f i us i< l ' ' ' , , i f ì r t t i t l ; r t ' v i t l t . r r z t ; r r t . r ì ( ) t r r ) ( l u ( ' : l r t ' l l c s to t l i A t l o r r c ' s i l r l , r r c i l c l r cGcnriniancr subisctlno i l rrt irrt i l io p('r dccupitítzi<>nc (gladitL), rrrc:rrtrc nc:l lalràrcazione dell 'agiografb Luc:i;r, t:olrrc sottolinea lo Sticker',,,,, <placideemrsit spiritum>; ed anche Gerniniano viene fatto morire non per ordinedi una autorità competente, ma ad opera di un generico nnemico> (pro-babilmente un sicario). Inoltre, lo si ribadisce ancora una volta, in AdoneI'intera vicenda (seppellimento per le cure di Massima incluso), sembrasvolgersi a Roma, e comunque alla Sicilia non si fa alcun riferimento.Credo, dunque, che I'ipotesi già formulata di una originaria redazioneinteramente ((romana))ror, in cui entrambi i santi subivano il martirioinsieme. vada senz''aJtro accolta.

La composizione del Martirologio di Adone (metà del sec. IX) costi-tuisce un sictro termínus ante quem per la datazione di questa originariaversione del Martirio.Ijestremo cronologico più alto, già da tempo indi-cato dagli studiosi'o', si ricava dall'epoca della costruzione al tempo dipapa Onorio I (625-638) di una chiesa sull'Esquilino in onore dellaLucia siracusana, nota come S. Lucía in Silíce o in Orphea (per la vici-nanza del cosiddetto l-acus Orphel, in realtà una fontana)'o:. La data delladedicazione dell'edificio era, appunto, il ró settembre. Questa circostanzapuò aver favorito lo sdoppiamento della martire siracusana, celebratacome è noto il 13 dicembre, nella vedova romana, nell'intento di creareuna leggenda ad hoc per la titolare della chiesa sull'Esquilino. La data-zione probabile per la stesura della originaria leggenda è, dunque, la

gs ltreI Martirio Apofiasio muore schiantandosi con il suo cavallo su una rupe($ r8). Forse la modalità della sua morte come Írartata inAdone è all'origine dell'a-nalogo episodio che, nel Martirio, ha per protagonista Diocleziato (supra, pp. 8o-8r).

roo 1SS Septembris,Y, p. 289 ($ rz).ror Oltre alle osservazioni del bollandista lJrbain de Sticker (cf. nota precedente),

cf. A. Arraonr, Note agiogrujche sul calendario perpetuo della chiesa uniuersale, in Antonianum39 G96ù, pp. 18-53:4j-48; ro., Lucia e (kminiano,in BS, Vm, col l , .z6o-262.

ro2 A quanto scrive Amore (cf. nota precedente) si aggiunga: F. LaNzoNr, Iz dlo-cesi cit.,pp.3zr-3zz;Y.Mntzzo - F Rrzzo Nrnvo, Lucia tra Roma e Bisanzio: itinera-rio di un culto, in Storia della Sicilia e tradizione agiograjca. Atti del Conuegno dí Studi(Catania, zo-zz maggio t986),a cura di S. Pnrcoco, Soveria Mannelli 1988,pp.95-135:rz 4- tz6; ktzzo, Sicilia cristi ana cit., II / t, pp. 7 4-7 S.

ro3 La notizia è tramandata dal Liber Pontfrcalis: cf. L. DucnnsNp, It Liber Pontí-f;calk.Tèxte, introduction et commentaire,I, Paris r98r (reimpression conforme à l'éditiondu 1955), p. 324, linn. 9-ro: <Fecit ecclesiam beatae Luciae in urbe Roma, iuxraSanctunr Silvestrunr, qu:ull ct dedicavit et dona multa obtulit>. Sulla chiesa e sulLants ()rphLi cÍ'. hxiton 'litpttgrrtphicun

Ilrhis Romae, III, a cura di E.M. S'r'lrr..rnv,l{olyr rt)9ó, pp. | 7l , 19 | .

I A / l l \ , l f r ) l ) l i l S I t J ( l A I r i t i \ l l t l t A t t o ( l | / f r t f l . l l )

sr ' ( on( l i r r r rc t i t lc l sct :o lo VI I , anche sc l r ( )n s i può escludere una c lata p iùl r , rssrr , t l r t ' i r rd i t :hcrc i nc l la pr ima metà del secoloVI I I , epoca in cui for-sr' si t'r:r pcrdutn ruemoria del collegamento tra la chiesa edificata da( )rrrrri. c In martire siciliana; e non è improbabile, come ipotizzato daVirrccrrzu Mrlazzo e Francesca Rizzo Nervo'oa, che la nascita della leg-gt'ntlrr possa essere stata determinata dall'awenuto allontamento dellaSit rlil bizantina da Roma. Quasi certamente, poi, non è un caso che solo;r p:rrtirc dal sec.vIII fonti liturgiche latine associano Geminiano, del cuit trlt<l non rimangono altre tracce, a Lucia'os. Ne consegue che questasupp()sta prima redazione sarà stata composta a Roma, come provato da;rl.rrrrc precise indicazioni topografiche presenti nel testo. al $ 15, ad('s('nrpio, leggiamo che Lucia corre attraverso la piazza della città fino all.rrtcrano; I'agiografo precisa che si tratta di luogo non lontano da quelloirr cui sono conservate le spoglie dei santi martiri Giovanni e paolo. Ilrifòrinrento è alla nota basilica celimontana, un tempo Titulus pammachíi,tlrrgli inizi del secolov intitolata ai leggendari martiri (BHc 2r9r),06, checflcttivamente non dista molto dal Laterano. A1 $ rz, poi, viene ricord.atoil t:arcere capitolinoroT, dove il sacerdote protasio si reca a battezzare( icrniniano; e sono da ricordare, infine, per quanto banali, le citazioni dellìuttre Tevere (S r+) e del Foro (S rS)-t.

to4 MrLAzzo - P.rz,. Nenvo, Lucia tra Roma e Bisanzio cit., pp. r34_r35, ove siPrrr'lrr.di (murata,percezione che si ha a Roma della Sicilia. p."b"Èil-errte l;isola, inctri l'elemento bizantino.è ormai dominagte, può essere ormai sentita non più:rl)partenente all'area occidentale>. La tesi delle studiose è ripresa da D. Morra, per_rcrci dell'agiografa. Socieù e cultura nella Sicilia tardoanÍica e bizantina,.Catania zoo4('Icsti e studi di sroria antica, +),pp.+o-+2.

lo5 AMoRE, Lucia e ceminiano cit.; Martyrologíum Romanum cit., p. 399. Il fatto che,torne ricordato suptd, p.9j, in alcuni manoscritti della famiglia k d,el Martirologio( )uonimiano la memoria de1 dye sanri risulti separara tramite llnserzione di quella-dis. Eufemia, credo dimostri che il collegamenìo tra i due martiri fu fatto in unsccondo momento e che, di conseguenza, la leggenda prese corpo dopo un certolasso dì tempo successivamente alla dedicazione della chiÉsa da parie di p'rp" onorio.loó Su di essa cf. I_exícon.Topographicum (Jrbís Romae, III, cit.,pp. ro5_ro7 (vi siscgnala che la prima attestazione del titolo sotro i sanri Giovanni è p"óto risale al.53.s). Sulla leggenda si veda P FRcNcrrr or'cavarrEnr, DeI testo dellapassio ss. Iohan-ris ct Pauli, 1î tD.,.Note"agiografche,y, Roma r9r5 (Studi e testi, z7),pp. 4r_óz; D*r_lnyr, Etude sur le légendier cit., pp. t24-r3o.

.. -':t Il passo in questione viene citato da p. FnaNcnr oE'cavarun:, Della <custo-tlit Marnutinit e della <Passio ss. Processi et Martiniani>,in ro., A,Iofe agiografche,IX, cit.,pp. .S-sz: r5, che ne sottolinea I'interesse topografico.

.1"8 ll, tcrrrine putì riferirsi, com,tnquè, à qualunque piazza o area adorna dilrrrrt ici : r : f . f"rrnNr;r rr nn' ( ìnvnl, lr i :rrr, Dove Jurono sepolt i ci i . , p. '339.

Qucl la r :hc r l t r i s i prr rporr t ' r l i t 'ons ic lcntrc l i r rcchzionc or ig i t r t r r i l c lcvc

avere subìto una profi)lìclrt rist:ritttrrlt in Sicilia. Talc operazione ò chiara-

mente da mettere in relaziope con la costruzione di un luogo di culto a

Mendola (o Mende) nel siracusano, tra Noto e Palazzolo Acreide, dedr-

cato a S. Lucia. Il Martirio,infatti, si chiude proprio con il ricordo della

edificazione di un oenròg voóE ($ zo) nel luogo in cui una fonte, miraco-

losamente scaturita, aveva dissetato la santa ($ r9)- Nella contrada di

Mendola, in epoca normanna, fu edificata una basilica romanica, divenuta

priorato agostiniano e sottoposta nel rro3 al monastero calabrese di S.

Maria di Bagnara, poi distrutta dal sisma del ró93'oe. Scavi archeologici

anche recenti hanno riportato alla luce i resti di due piccole basiliche, la

prima ricaveta in una cavità naturale, la seconda, rupestre, collegata ad

una sorgente che ancora oggi sgorga dalla roccia'ro. Questo secondo edi-

ficio è comunemente identificato con il santuario costruito sul luogo del

martirio di Lucia e Geminianorri. Non si conosce una datazione certa

per le costruzioni precedenti la basilica romanica, ma si ritiene che la

chiesa rupestre risalga ad epoca preislamica"". La cadtta di Siracusa in

mano araba nell'878 può dunque essere assunta come probabile terminus

ante quemrrt per la composizione della nuova redazioîe, I'attuale BÉfG

ros A. MEssIN.{ , <Ecclesiam ubi est Fons in Crypta>. S. Lucia di Mendola, un piorato

agostiniano nella Sicilia normanna,ín Ia cristianizzazione in Italia tuaThrdoantico ed Alto-

medioevo. Atti del IX Congresso Nazionale di Archeología Cristiana (Agrigento, zo-25

nouembre zool,Il, Palermo 2oo7, pp. r729-r74ri r729-V3r.ro Cf. S.L. AcNrrro, Scaui e scoperte a S. Lucía di Mèndola. Relazione preliminare,

in Atti del I Congresso Nazionale di Archeologia Cùstiana (Siracusa, t9-24 settembre t95o)'

Roma 1952, pp. 49-i8; A. Mrssrr.ra, It chiese rupestri ilel Siracusano' Palermo 1979 (Isti-

tuto Sicilianò-di Studi Bizantini e Neoellenici. Monumenti,2), PP.rr9-rz3; S.

Grcuo, Sicilia bízantina. I-larchitettura religiosa in Sicilia dalla tarda antichità all'anno mille,

Acireale-Roma 2oo3,pp.54-57; MlsstNa, <Ecclesiam ubi est Fons ín Crypta>, cit.' pp'

1733-1734.rrr MESSINA, <Ecclesiam ubí est Fons ín Crypta>, cit',p. 1734. Lo studioso ritiene

che l'edificio <in realtà doveva fungere da battistero e insieme da vasca per abluzioni

nelle acque salutifere della cavità sotterranea, portate in superficie mediante un

sistema di sollevamento>.

I A ' f l , \ \ l ( ) l ) l 1 t s s I l J ( l A | ( ; l l \ l l l l l A l l ( l ( l l l l ( l . l . l , l l )

lJ4l, s('r itt:t irr grcrco a partire dalla prcccdente versione latina di atlr-

lrit.rrtuz,iottc r()lììalta, quando si volle mettere in relazione il nuovo luogo

tli t'rrlto c()tt la Lucia vedova piuttosto che con la vergine martire siracu-

riiut:t rt4. La presenza in questa nuova (secondo I'ipotesi qui Prospettata)rcd:lzi()ne della fìgura del consolare Pascasio mi sembra significativa.( lrrrue segnalato in precedenza, nella notízia di Adone questo nome

nrinìca, mentre sono citati gli altri due protagonisti del supplizio finale di

l,rrc:ir, Apofrasio e Megasio. In BHC zz4t e nella versione Iatína BHL

49tJ.S "r si precisa invece che Megasio era i1 padre dell'úncrtr.xóg (consularis)

f);rst:asio. Ora, come è noto, 1l consularis Pascasio è il persecutore della

l,rrt:il vergine"ó; mi sembra più che probabile, allora, che I'assenza di

tltrcst<r nome inAdone non sia dovuta ad omissione,ma al. fatto che esso

rrrrrr fìgurava nella leggenda utlhzzata dal dotto arcivescovo di Verona.

l,'lgiografo siciliano cui si deve il testo che leggiamo avrà rítenuto op-

p()rtuno inserire un nuovo personaggio, notoriamente legato alla realtà

siruc:nsana, come Pascasio, famigerato persecutore della Lucia del 13

rficcrrnbre, per dare maggiore credibilità alla riambientazione siciliana

tlclfr parte finale del Martirio; e, facendo di Megasio il padre di Pascasio,

irr tlualche modo si postulava I'anteriorità del martirio della Lucia ro-

nrrrrrrr rispetto alla vergine siracusana. Il testo greco BHG 224r, da c1rí

lìr trrtta la notizia del Sinassarierr7, Vsrre infine tradotto in latino e i

rrrrrrrcrosi manoscritti delle varie recensioni di questa traduzione oggi

riltl)crstiti attestano la popolarità di cui essa godette Per tutto il medioevo.

rfrrto irr campo storico, doveva sapere bene che gli eventi che îàrÍava erano da

r orrrc, rrel nostro caso, l'intera sezione <siciliana> del racconto.llr M()MuRlrIus, Sanctuarium cit., p. ]l.4, linn. rr-rz: <Flaec audiens Megasius

lr,rtcl l)rschasii consularis>.ltó (\f. I'edizione de! Martirio BHG e B.FIG Nov. Auct. 995 curata da G- Rosst

'l'ntnr, Martirio di santa Lucia.Wta di santa Marina.Testí greci e traduzioni, Palermo

sr1,5e (lstitukr Siciliano di Studi Bizantini e Neollenici.Testi,6)' pP.rr-77; ristampa

,lcl tcsto dcl l\<lssiThibbi in Rrzzo, Sicilia cristiana cít.,lI/2,pp.44-48. Si veda anche

f i f (rzzrr Ngrrvo, 'Iiadizione narrativa e mutamenti semantici nella letteratura agiografica sici-

li'utrt, itr Sililirr l ltalia suburbicaria cír., pp. 2 49-26t.t t ' t ( ' , [ , : i l lvd, p. 7lì ntì . 2-4.

La r . i r :ost r t rz iorr t . t l r r r l ì l ' ( )s l r ( ' t t i r t ; r r lc l lc t r ; rs l ì l r r r r lz i ( ) t ì i s t tb i tc t lc l tcr t t -

po dalla leggeucla, clrc pcnrltro fortt ircbllc picnl giustifìcuiolrc c{cllc

tracce di una originaria versiglc l;rtina ilr BHC zz4t segnalate al par. 4,

è certamente in buona parte ipotetica, anche se non mancano elementi

che la supportano, come si è cercato di dimostrare nelle pagine prece-

denti. Essa attende conferme, modifiche o smentite da una indagine

sistematica dei numerosi manoscritti latini delfa Passio'

6. La lingua

Il Martírio dei santi Lucia e Geminiano, come già ricordato, si con-

serva nel solo Vat. gr. 866. Manca, dunque, la possibilità di verifica nel

caso di forme problematiche attestate dal manoscritto. Come criterio

generale, si è cercato di conservare, per quanto possibile, la lezione del

codice, anche se non manca qualche caso per il quale continuo a nutrire

dubbi sull'opporturutà o meno di apportare emendamenti.Va segnalato,

comunque, che nel complesso le situazioni <dificili> si riducono a pochi

casi, che verranno, si spera, adeguatamente commentati.

La veste linguistica del testo qui edito mostra a livello morfologico-

sintattico la sua dipendenza dalla koiné e dal greco neotestamentario. Si

tratta di una lingua semplice, di basso livello, che sdlizza un lessico co-

mune, privo di termini rari, e che si presenta lineare nella costruzione

del periodo, con moderata prevalenza di strutture paratattiche, in cui è

frequente il ricorso alla coordinaztone tramite polisindeto.Anche quando

costruisce periodi più complessi, I'agiografo si mostra in genere in grado

di padroneggiare la sintassi, evitando I'anacoluto. Poche sono le figure

retoriche individuabili "8.È

".t.ot" usato I'ottativo, ma le cinque occorrenze individuate, se si

fa eccezione per I'espressione stereotipata p{ yévor.ro (S 3, tr; 5, ro) che

Sopravvive nel greco moderno come forma lessicale "e, Si trovano tutte

all'interno di un unico discorso diretto di Lucia (S +)'-. In un paio di

"8 Saranno segnalate nelle note di commento al testo.ue R. BRowNlsc, Medieval and Modern Greek, Carrrbridge 1983, p. 3é. Lespres-

sione 6 pr1 ̂yévor.to è registrata nel Dizionario Greco moderno - Italiano, a cura del Comi-

tato di Redazione dello ISSBI, Roma rgg3,p'236, s.u. 1ívopcr.r2o Il breve discorso della santa assume quasi la forma di una preghiera, contesto

in cui, come segnalato da F D'Aruro, Iz Passio di símeone dmtello del signore> (BHG

2rc8) nel codice-di Patmos, Movì1 toú Ayínu'Iaóuyou roú @ed,óyou, 254, in vaticana et

Meiieualia. Étudtt ,n l'honneur de Louis Duval-Arnould. réunies par J.M. MnnrtN - B.

MennN-Htsetrp - A. Pnu,cvlctNI BacrtRsl, Firenze zoo8, pp' 65-9I: 9r, I'ottativo

risulta usato con frccluenza in età bizantina, sia in ambito agiograficn t:he inttografìco.

t ; rs i I 'o t t : r t ivo r \ s<ls t i t t r i to c la l congi t t t t t ivo ' ' ' (S$ 5, ó: Yévt l r ( r t , ; l -5 , r .5 : Yó-vrrrvrru). Non c:rcclo, poi, che possa essere segnalata conle fornla colta

l';rggcttivo iil.t:rug ($ 5, l) che, unico residuo della cosiddetta declinazio-

rrt' rrttir:l presente nel Nuovo Testamento"', è ampiamente attestato nei

lrrrpiri di età tolemaica"s e nella letteratura greca medievale"a.

Lc caratteristiche della grecità tarda sono, nel complesso, numerica-

nrcntc limitate.A livello morfologico, oltre all'accusativo Aiov ($ 5, ro) che

ù gii rrel greco neotestamentariorzs,an'altra forma dovuta a metaplasmo

potrcbbe essere 1ger,óòtl (S +, 3), nominativo singolare femminile che pre-

supp()ne un aggettivo di prima classe a tre uscite al posto della forma

r'lrrssica it -tlE, -eE. Ho esitato a lungo prima di decidere se mantenere o

rrrcrro in questo caso la lezione del codice, poiché nessuno degli esempi

rrttcstanti il fenomeno di cui ho conoscenzat2í si riferisce ad aggettivi

t:orr terminazione in -óòtls, se non eù<oòóg (da eùóòqE) a27, caso un po'

rlivcrso, sia per il passaggio ad accentazione ossitona, sia perché la forma

fi'rrrrninile non risulta attestata. lJn errore di trascrizione o un intervento(n()nnalizzatore> del copista mi sembra probabile, considerato peraltro

<'lrc lggettivi di questo tipo sono sconosciuti al Nuovo Testamento e rari

trl MrrsAKrs, The I-anguage cit.,p.7z, $ roz; VoclsEx, Zur Sprache cit., p. 36.lrr lJLAss - DrsnuNNrn, Grummatica cit., p. ro3, $ 44.trr E. MAysER, Grummatik d.er griechischen Papyri aus der Ptolomiierzeit, l/z,Berltn

trrrr l Leipzig 1938 (r ist. Berl in r97o), p. 5i, S 68, I I , rd.,,+ Cf., ex. gratia, Mrrsexrs, The language cit., pp. 3i-36, S ó5; DeunNrn-, Kosmas

nnl Damian cit., p. r99, $ 4o, lin. z9; Cregorii Presbytei Vita Sanctí Cregorii Theologi,t;rrlrrr edidit et gelli5s reddidit X. LrquEux,Turnhout-Leuven 2oor (Corpus Chri-stiirf rorum, Series Graeca, 44; Corpus Nazianzenum, rr), P. rz8, S 3, hn. 3t (cf. ibid.,

1r. r7), Laggettivo è usato anche nella italogreca Vita di s. Bartolomeo il Giovane dia;rott:ìferrata, scritta nella seconda metà del secolo XI: cf. E. Partdrr, I'a Víta di sanllutolomeo di GrottaJerrata pHG e Novum Auctarium BHG zjj), Roma zooS(( )onritato Nazionale per le Celebrazioni del Millenario della Fondazione dell'Ab-lr;rzirr di S. Nilo a Grottaferrata), p. rz6, $ r4, lin. z5 @f . íbid., p. y).

l2j BLASS - DrsnuNNen, Grammatim cit., p. ro5, S +ó, r. Cf. anche supra, p. 86 ei . 4 7 .

12ó MAysER, Grammatik., I/2, cit.,pp. s6-s7, S ó8, II, zb; MIrsarIs, The l-anguager it., pp. 33-3j, S ó3; Gantrrr, Documents cit., p. ró8 (nr. r9); DsusNnn, Kosmas undl)ttttian cit., p. 28, hnn- z7-28: Cf. A.N. JaNNanrs, An Hístorical Greek Grammar{ )hi(Iy of the Attic Díalect, London 1897 (rist. Hildesheim-Zùrich-NewYork t987), p.r.t.s, S 43o.Di solito il passaggio alla categoria degli aggettivi della prima classe dàIrrogo a forme a due uscite.

,t7 Lexileon zur byzantinischen Criizitàt besonders des g.-tz.Jahrhunderts, erstellt vonli.

'l'trrt,p, III, Wien 1999 (Ósterreichische Akademie der 'Wissenschaften.

Philoso-

lrlrisr:h-Historische Klasse. Denkschriften, 27í;Yeróffendichungen der Kommissionlì ir l lyz:rnt inist ik, ó/ l) , p. 61.S.

I 0 4 M A l t l r ) l { l r

nella l ingua dei cnlrristi ' '8. lft l prcfi 'r i t<1, t lurrrprc, scrivcrc lgtuóòqE. l)a

segnalare ancora il nurncralc truqúxuvr<l ($ r4, rtt), variante del bizantino

ocrprózowo"e attestata in documenti dell'ltalia rneridionale':u.Passando alla morfologia del verbo, vanno segnalate due forme proprie

del greco tardo e neotestamentario: iitrrqv ($ 13, zo), prima persona singo-

lare dell'imperfetto del verbo'essere"3', e I'imperativo iòe al posto dl iòé (S

7,6)4'. Sulla stessa linea si collocano il futuro passivo qopqOrloercr, (S ó, t:)

con valore mediale'33, gli aoristi passivi di verbi deponenti, come i comu-

nissimi &nexgi0q (SS ,, o; 2,g; S, rr etc.; anche al participio &nongÉeig, $ 3,rr) e 1eqOr]tto (S 2, ro) 'r+, in sostituzione della forma media (peraltro rego-

larmente utlhzzata dall'agiografo), secondo un processo che porterà all'e-

stinzione nel neogreco dell'aoristo (e del futuro) medio'3i; o, ancora, il

ricorso a forme dell'aoristo debole con verbi che nel greco classico pre-

sentano un aoristo forte':ó: èvexoté?.eurcrS (S Z, z3) - notevole sia per la

presenza di un doppio aumentor3z, sia perché nelTa koiné e nel greco tardo

si incontra di norma la desinenza di aoristo sigmatico (È?,,er"rlro, di solito in

composti)r38 - e eihore ($ to, r4), einav ($ 15,26), forme già proprie della

r28 Cf. PsAxrEs, Grammatík cit., p. 3or, $ 445; Mrrsarcs, The Lnnguage cit., p. 34,S ó lc .

r2e JANNARTs, An Historical cit., p. r73, $ 645.':o Cf. G. CaRacausr, l*ssico Greeo della Sicilia e dell'Italia meidionale (secoli X-

XIV), Palerrno r99o (Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani. Lessici Sici-liani, 6), p. 3r9. Si noti che

"l S tS, z9 si trova la forma più comune reooegóxowo.r3r BLAss - DmnuxNsn , Grammatíca cit., p. r5r, $ 98. Si tratta di forma docu-

mentata anche prima: cf. MItsarts, The Language cit., p. 78, $ rrz.r:z BLAss - DmntrNlrsn, Grummatica cit., p. róo, $ ror, ó2. Si veda anche Mrrsa-

rrs, The Language cit., p. ro, $ r3.r33 BLASS - DesnuNNBn, Grammatica cit., p. r38, $ 79.r3a Laoristo medio di yívopcr, è comunque regolarmente e ampiamente usato,

sempre come aoristo secondo (SS 0,:; 8,4;9,5 ecc.).45 BLASS - DennuNNrn, Grammatica cit., pp. r37-r38, $ 78;JaNNanrs, An Histori-

cal cit., p. r79, SS 6Z+-6ZS; G.N. Harzroarrs, Einleítung ín die neugríchische Grammatik,Leipzig r89z @ibliothek indogermanischer Grammatiken, j), pp. r93-r95.

4ó BLAss - DsnnuNNrn, Grummatica cit., pp. r38-r4o, $$ 8o-8r; Psxtns, Gram-matík cít.,pp.2og-2rr, $ 328; Mrrsaxrs, The I-anguage cit., pp. ó:-ó8, SS q+-gS.

r37 Fenomeno frequente con i verbi composti con due preposizioni: cf. VocB-sne,, Zur Sprache cit.,p.7; Br,ass - DnnnuNvrn, Crammatiea cit., p. rz8, S óS, :.

r:8 Burss - DrnnuuNnn, Grammatiea cit., p. r34, S ZS, z; Mtrsaxrs, The Languagecit., p. óó, $ 95; Psutns, Crammatik cít.,p. zzo, S fló. Si vedano i molti esempi rac-colti in Vocrsen, Zur Sprache cit., p. r3.Alla luce di queste osservazioni si potrebbepensare, nel nostro caso, ad una forma nata da confusione con il pcrfettcl lóltor,noE. Ilperfetto, in effctti, non sarebbe fuori luogo nel passo in qucstione,

I A l t . t s , \ l ( ) | ) l i l s s I I l ( : t ^ t r ( ; t t \ , ' i l l . l t A N ( | ( , i l 1 ( ; . 1 , 1 4 l )

lingrra lttic:arrr; cli contro, I'imperativo xaOógete ($ ro, ro) presertta Lrn:ì

tlcsincrrza di aoristo forter4o. Uaoristo secondo è comunque ampiamente

tfoc:urrrcntato nel Martírío e per lo stesso )'eíno è la coniagazione comune-

nr(lrìte utllizzata (SS Z, to [in citazione]; tt, z). Da segnalare anche il parti-

t:ipio yvóoo,oo ($ zo, 4), da Èpoos, aoristo debole la cui formazione è

lttribuita a influsso del futuro tardo yvóoo awertito come congiuntivo

rr<rristo'a'. Di yr,vóontrr, tuttavia, sono di norma st:itzzate le forme dell'ao-

risto atematico ($$ 5, rr: ènuyvóvdr; ro,9: èwr.yvoúg; rr, rr: Èyvov etc.)

sccondo I'uso classico. In eù1ogr,otóoo ($ 7,24) si nota la confusione tra i

paradigmi dei verbi in -éol e -<i<o'q'.

lJna forma particolare è nwi, che si incontra proprio alla fine del rac-

c<rrrto ($ 20, rri eov tr,E nr,e[). IJaccentazione del codice, che corrisponde a

tltrella del neogreco, potrebbe anche essere mantenuta, considerato che una

filrura analoga, einó, è attestata in un contacio di Romano il Meloder+:. Si

tratta di forme che si affermeranno più tardi (ad esempio nei poemi pro-

tlrornici) r44 e che, come è noto, danno vita ai congiuntivi aoristi moderni

dcl tipo nó, òó (oggi privi di accento in seguito all'introduzione nel r98z

<lcl sistema monotonico). Difficile dire, nel nostro caso, se nreî sia da attri-

buire all'autore o al copista, che potrebbe avere accentato secondo I'uso

dc:lla lingua parlata del suo tempo. Per prudenza, preferisco scrivere ni1, ma

rìrantengo i mei dubbi sull'opportunità della correzione.

Quattro sono i casi chiari di forme verbali senza aumento'+s: écroev

t:v Cf. Brass - DrsnuNNnn, Grammatica cit., pp. r38-r39, $ 8o; Mrrsars, Thelnrguage cit., p. ó3, $ 94.

r+o Non mi è sembrato necessario correggere la lezione def codice, poiché,scppur rare, forme del genere sono attestate anche nel Nuovo Testamento e neiprpiri: cf. Brass - DnnnuNNrn, Grummatica cit., p. r4r, S 8:, z; Mavsen, Grcmmatikl/z cit., pp. 8I-82, S Zr, l; Psarrrs, Grummatik cit., p. zrz, $ 329.

r4r MIrsAKIs, The Language cit., pp. ó5-66, $ 95; Psarrrs, Crammatik cit., p. zzo,

\ rló. Cf. anche JaNNans, An Historical cit., p. zSó, S qqó (nr. 38).'42 JANNARTS, An Historieal cit., pp. zr6-2t7, $ 85o; PsartEs, Grammatik cit., pp.

ù33-234, $ 347; Brass - DrsnuNNBn, Grcmmatiu cit., p. r44, $ 9o; MrrsarIs, The lan-

,qf/r{gc cit., pp. i8-ór, $ 89, che recà tr?- gli esempi (p. SS) u.t eù1agr,otóoa attestato inMrhla. Contrariamente al nostro caso, la tendenza prevalente è quella dell'afferma-ziorre della coniugazione in -é<o: cf. Psarrus, Grammatik cit., p. 3rz, $ 456.

t43 Roman le Mélode, Hymnes, introduction, texte critique, traduction et notes

lrrrr J. (ìnrrsutDlER DE MaroNs, IV Paris r9ó7 (Sources chrétiennes, tz8), pp. r74(XXXV rr, 3: Ètr, éinafi dv einó), r75, n. 3; cf. MIrsans, The Language cit., p. ro, $ r3.

144 H.ToNNET, Histoi.re du grec moderne. I-aformatíon d'une langue, Paris 1993, p. 63.r4r MlrsAKIS,

'fhe language cit., pp. sJ-Jó, S 8ó; PsarrBs, Crammatik cit., pp. zoo-

.1o4. \ ì \ î ró-3 r9.

I ( ) 5

($ ro, zr)'+n, rtvcòÉfunr (\ r.s,7), nrrqrryÉvovr., (\ t7, n) c rivrr,rn/rv<rfov (\rg, 6); ad essi vanno aggiunt(Ì tuttc lc oc(;orrcnzc all'ilrrperfetto o all'ao-risto indicativo dei verbi inizianti per omicron (tranne dvoíy<,r, le cuiforme con aumento presentano sempre omega),la cui grafia, senza ecce-zioni, attesta I'assenza di aumento; in particolare, I'aoristo di &nól,l,upr, (o&ro1,)"úo) si incontra più volte, scritto sempre con omicron ($$ 8, z, ra; 9,25; l.4, r7). Si è dunque ritenuto opportuno non mutare la grafia delcodice, anche se gli scambi o/ro sono in esso frequenti, come è consuetonei manoscritti medievali. In xotqozeuaopévov ($ ro, r9) rrlanca il rad-doppiamento, mentre I'aoristo con radcloppiamento èxézgcrfcrv, che oc-corre a S 17, 4, è di uso comune già nel Nuovo Testamento r+2.

Passando alla sintassi, va rilevato un caso di concordanza anomafa aI

$ 17, 17: ei eùóqeoróv èorr,v orltoú ó rónog èzeivog, dove I'aggettivo del pre-dicato è al neutro, mentre il soggetto è maschile'rt.A1 S g, zz si legge1"í0ov Év, ma, mentre sono attestate varie occorrenze di évo pro Évr+s, pre-ludio alla trasformazione in neutro dell'originaria forma maschle del-I'accusativo, non risulta documentato il fenomeno inverso. È possibileche I'agiografo abbia considerato neutro il sostantivo l,i0oE, ma, poiché a

S ró, s si trova l"í0or,, indiscutibilmente maschile, ho ritenuto opportunocorreggere év in évq,.

Nulla di eccezionale ha I'uso di é Oeóg come vocarivo per indicare ilDio dei cristiani ($$ r, ro; 7, r8; ro,7 etc.) 'so, laddove Diocleziano ricorrea 0eé per invocare Zeus ($ 9, ó, zo).Altro nominarivo ytro vocatívo è pú"nga S r+, 4. Di un'altra caratteristica del greco tardo e medievale, owero lasostituzione del dativo con il genitio.6rsr, si rint'raccia un solo caso ($ 17,

raó Per èúto numerosi esempi in Vocrsrn, Zw Sprache cit., p. ó. Cf. anche Psar-rYs, GrammatiÉ cit., p. zor, $ 3r8.

'47 BLAss - DrnnuNxrn, Grammatica cit., p. r34, S ZS, z; Mrrsarrs, The l-anguagecit., 57, $ 88a; Psarrrs, Grammatík cit., p. zz4, $ 339.

r+8 t\lcuni esempi nel greco neotestamentario: cf. Brass - DrsnuNNrR., Cramma-tica cit., p. zor, $ r3r, r.

r4e Quattro casi, ad esempio, nelfa Vita di s. Filareto il Misericordioso (BHG eBHG Nou. Auct. r5lrz): cf. L. RyoÉN, The Life of St. Philaretos the Mercful written byhís Grandson Niketas, a Critical Edirion with Introducrion, Translarion, Notes, andIndices, Uppsala zooz (Acta lJniversitatis lJpsaliensis. Studia Byzantina (Jpsaliensia,8), p. rz5. Cf. anche PsanEs, Grammatík cit., p. rr5, $ z7r, e p. r9r, S 3o5; P Scunrr-Nen, Díe byzantínischen Keinenchroniken, III: Teilíibersetzungen, Addenda et Corrigenda,Indices,Wien 1979 (Corpus Fontium Historiae Byzantinae, rz / 1, p. 23 4.

r5o E tratto tipico già del greco dei Settanta e del Nuovo Testamento: cf. Brass- DBnnuNNBn, Grammatica cit., pp. zr7-2r8, S r+2, ,.

I5I GARrrrE, Documents cit., pp. 17s-r77 (nrr. 64-65); Mrrserrs, The l.anquqgc cir.,pP.93-94, s r40.

l A l r ' l \ , \ l ( ) l ) t i t s s , l i l ( t A I r i t l \ , 1 l t . i l A N ( t \ | u ( i - , , ; , , 1 l l ) t 0 7

r '7). l l lrc c dcl tutto banali sono le cccczioni alla normativa classica rela-tiv:rnrcrrtc ull 'accorclo delle preposizioni. Si incontrano solo due casi del-I'ipcrc:orrcttisrno di èv con dativo per il moto a luogo (SS t+, 16; 16, 3) rsz

c duc di èrí con accusativo in frasi senza idea di movimento ($$ r, r3:Èxrr0é[owo... èni roùg Ogóvoug; 17, B-g: ívo ènrx],4Ofr... èru'arltóv)",. Unavoltl il complenrento di argomento è reso con neqi e accusativo (S r:,,/) 'r4. Notevole, seppur in citazione veterotestamentaria, è I'uso di nqívcorr genitivo ($ 7, ro: nqlv 1evéoe<og), raro nel greco classico e attestatosrrl<r come uaria lectío nel Nuovo Testamento'ss.

Alcune costruzioni meritano di essere segnalate. Ai $$ ro, 12 e rj, rj(rrcl secondo passo in citazione da Ps. rr3, come da variante, fra gli altri,dcl cttdex Alexandrinus) I'aggettivo 6pror,oE regge il genitivo (ma a $ 13, zot\ scguito dal dativo), uso raro nel greco classico, eccezionale in quelloncotestamentario, ma più frequente in epoca ellenisfica'só. Il perfettonlrnor,0o, è seguito da èni e accusativo nell'espressione nÉnol0cr èni ròvKútry,ov (S ó, S), secondo una costrutto frequente nei Settanta e nelNrr<rvo Testamentortt. A S 2,7 1l participio dell'aoristo passivo di nod(orrcgge I'accusativo della cosaris, mentre òoqéo, costruito altrove regolar-ruLlrte con I'accusativo ($ 13, zz), al $ zo, ro-rr: èr roú úòorog oóneg é Kúgrogiòrrrqrloo,ro, regge il genitivo del pronome relativo, molto probabilmentepcr attrazione del nome cui esso si riferisce'so. flogoòíò<opr, è costrui-

rr2 BL,\ss - DEnmrNNnn, Grammatica cit., p. z9r, $ zr8.'r3 Con lo stesso xc0é(opcr, un esempio nel7a, Vita di s. Pietro di Atroa (B.FIG

r1ó4): cf.V LaunrNr, LaVie merueilleuse de saint Pierre il'Atroa (f U1),Bruxelles 1956(Srrbsidia hagiographica, zg), p. 245.

'5a. Ma sia poco prima che poco 9op" (S 13, 4, r9), sempre con il medesimosostlntivo (o<oqqic), si ricorre al normale rleqi con genitivo.

' i5 BLASS - DrnnuNNEn, Grammatica cit . ,p.479, S :SS, +.La stessa espressionerr,plv yr:véoe<og si legge ad es. nella Vita s. Euphrosynae BHG 625, cf. A. Boucsnnrc, Z-lù sLtnctae Euphrosynae (...), i" Analecta Bollandiana z (1883), pp. 196-zo5 r97 bn. y.

ra lbid., p.ó2, SS S,î.23,e pp.21o-25r, $ r82,4;Jar.rNar-rs,z{n Historical ci t . ,p.f4j, $ r3j7; Mrrsarrs, The Language cit.,pp. r2r-r22, $ z4r. Gli studiosi pensano in(f rf csto caso ad un infusso della costruzione dell'aggettívo latino similis.

:nrnor0óteE èn'cútoig.lr8 BLASS - DsnnuNNrn, Grammatica cit., pp. 228-229, $ r59. All'accusativo di

relrfzirrne si lega anche il passivo di tépv<,r (SS r8, Z; t9,zt),ma si trarta di costruzionepropriir già del greco classrco.

's,t lhid., pp. 37s-377, S 294.

r oll MAtU( ) [ , t i

to una volta con doppio accusativo (S ty, rH), sccoudo uua rrrodalità

documentata per i verbi che significano <dare>, <concedere>'r'o. Al $ t9, r

il participio dell'aoristo passivo di ylvóotr'r è costruito con il dativo(<essendo divenuto noto o)'ó'. Luso dell'aggettivo numerale in funzionedi awerbio (SS t, t; rr,5) è frequente nella lingua tarda e medievale'ó'.

Di norma tempi e modi del verbo sono usati correttamente'ó:. In unpasso ($ rr, z3i òrooreÀ)uer.) il presente indicativo ha valore di futuro'6a,

mentre va segnalata una proposizione finale con íva e il futuro'6s (S 8, tz),in questo caso àveÀei, forma postclassica documentata anche nel greco

neotestamentario'óó.Va notato, ancora, un caso di d,v con il fururo indica-

tivo in una proposizione relativa eventuale ($ ó, rz-r3)'óz: énoíov &v Oel.rioerepe Bcroúvov rr.poqr]ooo0or,, oú goBl0rloetol f {rupj trr,ou. Qui il genitivo del

'óo MrrsAKrs, The Language cit., pp. 98-99, S r5z; cf., ad esempio, h Passio diSofia e delle sue tre figlie BHG e BHG Nou. Auct. r637zt òòE únoprovlv rò térvov pou(HarrrN, Légendes grecques cit.,p. zz3); o quella di s. Giovanni in puteo (BHG e BHGNou Auet. 8942), in to., Inédits byzantins d'Ochrida, Candie et Moscou, Bruxelles r9ó3(Subsidia hagiographica, 38), p. 266: é.òaxrr cútòv l.óyov. Si veda anche la già citataVita di s. Filareto il Misericordioso: RvoÉN, The Life of St. Philaretos cit., p. rz8. (Jn

caso con dnoòíòopr si legge nelJa Vita dell'imperatore Costantino BHG Nov. Auct.

3ó5n, edita da E HaxIN, Une nouuelle Víe de Constantin dans un légendier de Patmos,in Analecta Bollandiana 77 GgSù, pp. g-ro7, 37c.-372 [rist. in to., Études d'épigraphiegrecque et d'hagiographie byzantine, London 1973, nr. xrn]: 82, hnn. z6-27, app. crit.:ònoòiòoo0or. roùg róv eiòó)rov vooùE toùE t(r Xprt(r &qr.eqopévorg (il dotto bollandista,che qui si rivela più <purista> rispetto alle edizioni successive, corregge con il dativo,come in un caso precedente, p. 75, lin. 27, in cuí figura òíòopr). Non ho trovatoesempi certi con noqcòíòorpr. (negl:, Acta di s. Anastasio Persiano [B.FIG 84], perl'espressione ncgéòonev cúrQ tòv òoù}rov, tre codici recano come variante cúròv: B.FrusrN, Saint Anastase le Perse et I'histoíre de la Palestine au debut du WI" siècle, l: Itstextes,París rgg2, p.j3, app. crit. al $ rr, 8). IJaccusativo in luogo del dativo, comun-que, è tratto comune al greco medievale: cf. Brass - DpnnuNNrn, Grammatica cit.,pp. zzz-223, $ r5z; Mtrsarrs, The Lnnguage cit., pp. 98-99, S r5z; Lr,vn'sNr, La Wemerueilleu.se cit., p. z4z, S C, zf.

16r E costruzione del greco neotestamentario: cf. Brass - DsnR-uNNEn, Crumma-tica cit . ,pp. z6o-26r, $ r9r, z e n. 5.

ró2 VocESER, Zur Sprache cit., pp. z4-25; Mtrsarus, The Language cit., p.5o, $ 82.Per tqitov (S tt, +) nel significato di <per tre volte) cf. anche E. Forrmru, IiWta di s.Fantino il Ciouane,Bruxelles 1993 (Subsidia hagiographica,TT),pp. r54 n. r3o, r89.

tó: Naturalmente, quando congiuntivo aoristo e futuro indicativo coincidononella pronuncia, si rimane incerti su quale sia la forma decisa dall'autore; cf. alriguardo Ga-rurru, Documents cit., pp. r88-r89 (nr. rz8); Mrrsaxrs, The l-anguage cit.,p . 6 2 , $ 9 2 .

ró4 BLASS - DBnnuNNsn, Grammatica cit., pp. 4o5-4o6, $ 323.rcs lbid.,pp. 445-446, S 369. z; Vocnsnn, Zur Sprache cit., pp. 34-35.róó BLAss - DsuRuNNen, Grummatica cit., pp. r33-r34, S Z+, l; J,rruNnrrrs, .,42

Historical ci t . , p.253, S g,)fr, +; Mnsexrs, The language cit , , p.63, $ 03.toz Of. l ì ,nss - l) lsrrururuHrr, ()rammatiru cit . , pp. 457-4|t l . $ 3l lo. 3.

I A l 1 4 , \ , { l ( ) l ) l i l S S , I t , ( l l A l 1 ( ; l l M l N l A N ( | ( l t , l ( ; l 2 4 l ) t ( )9

lìr'()ll()ntc rclativo-indefinito si può spiegare come genitivo struntentalc

lrro dutivo'('8 (con attrazione di poo<ivov); oppure si deve ritenere che

lklrx5tvrrrv sia retto da goBeopar,, secondo una costruzione rara, ma atte-st:rtu'r"), c che ha attratto nel suo caso il pronome in posizione prolettica.

ll verbo rei'eúo, molto frequente (quindici occorrenze), è sempret:ostrurito con accusativo e infinito aoristo (solo una volta con infinitoprcscnte passivo), attivo o passivo; in questo secondo caso, in cui non èslrclcificata la persona cui è rivolto il comando, segue una costruzione,bcn documentata nel Nuovo Testamento, propria più del latino che delgreco classico'7o. Solo una volta ($ 18, ó-7) ze),eúco è costruito con dativorlclla persona e 6fitrl5 e congiuntivo aoristo. Nel greco neotestamentario,irr cfletti, con i verbi curandi, postulandi e imperandi (ma non zel"eúco) I'in-fìrritiva è non di rado sostituita da una proposizione volitiva introdotta dailnroq o, più spesso, da ívo (quest'ultima congiunzione tende a soppiantarelr prima)I7r. Questa costruzione con xe)reúco si afferma più tardi, anche serirrrane a lungo prevalente il ricorso all'infinito con accusativo (o ancher'ou dativo e infinito) '7,. Il genitivo assoluto è costruito di solito secondolu norma classica; in un paio di casi ($$ r, rr; rr, r) esso è costituito dalsof o participio, mentre il soggetto sottinteso è lo stesso della proposízíone

l)rincipalerT3. In un altro passo il soggetto, costituito da un pronorne, è

'óE GARITTE, Documents cit., p. r8r, S ZS. Un caso nella Vita dr s. Leone di Cata-rri;r BHG 98r: cf. A. AccoNcra LoNco, la Vita di s. Itone uesmvo di Catania e glíitnmtesimi ilel mago Eliodoro,in Ríuista di studí bizantiní e neoellenicí, n.s. zó (1989), pp.j rltt: ./{.

f r,e Precisamente in Arato: cf. H.G. Lroonr - R. Scorr, A G\eek-English ltxicon,Ncw Edition revised by H.-St. Jor.ns, Oxford ry4o, p. 1946, s.u. qoBéor, B, 7.

l7o BLASS - DEsnuNNrn, Grummatíca cit., pp. 47r-475, S :Sz, +, e nn. r3-r4.'t' Ibid., p. 47r, S 3gz, r e p. 473 n.5;JANNARIS, An Historical cit., pp. 253, $ r7óz

(lrrcvalenza di ívc su 6noE); 487, $ zo88; 574, Appendíx VI, $ ró, in cui si sortolineat ltc questo tipo di costruzioni diventano comuni in epoca tardoantica soprattutto intcsti non letterari. Nei papiri di età tolemaica il verbo è sempre seguito da accusa-tivrr c infìnito: Mavsrt, Grammatik cit.,Il/2, Berlin-Leipzig 1934 (rist. Berlin r97o),p . r .52 , \ 9 r , 4 .

172 Ho trovato esempi solo con Íva: cf.'W Bausn, Griechisch-deutsches Wòrterbuch:n dm Schriften des NeuenTèstaments und derJrùhchristlichen Literatur, Berlin-NewYorktgtlll, p. 869 (Tèstamentum Jobi,39, 8); Laurr, A Patristic cit., p. 74r; E.A. SoeHocrns,()ntk Lexicon of Roman and Byzantine Periods from B.C. t46 to A.D. lloo), NewYorkl8 t l7 ,p .ó -ST.Duecas ine ig iàc i ta t i Ac tadr s .Anastas ioPers iano: FrusrN, Sa in tAnas-/rrrr r:it., p.7r, SS 27,5;28, ó. Per la costruzione con dativo e infinito cf. Vocrstn,Zrtr Sprarhe cit . , pp. 3o-3r.

171 Br,Rss - DrnnuNNnn, Grammatica cit., pp. SÍ2-5r4, $ 423; Mrrsexs, The Lan-,( l ,rr(r, ci t . , p. róo, $ 3o7.

riprcso rtcllrt prirrr: i l lr lc irr r-rrr t:us<l o[rl i t l trrt ($ r.t, 3-4: nqr.<x11(hiltr4q òtìoúr{E, perù qorviE qqlztfiE eínev ngoE ur}t{v) tr,t.

Altro tratto tipico del greco neotesramentario e tardo-mcdievale è ilricorso alla costruzione perifrastica con una voce del verbo eipú e il par-ticipio, presente o perfetto. Sono state già segnalate le perifrasi frv...pévouoc (S r, s-0) ed éooproròr,op,évouoa ($ ó, ro)'7i. In altri casi ($$ ó, rz:èror4"roopévq eipí; rr, zo: &nqgqpévog èotív; 13, zoi dnolotròg iipqv) si trattadi perifrasi solo apparenti in quanto il participio equivale ad un agget-tivo'zó. lJn'altra costruzione perifrastica è quella dell'imperfetto 6qer,),ovseguito da infinito ($ 8, 15: oúx ógelì.ov àno).éoOcu,), atrestata in età elleni-stica e nel greco neotestamentario'zz. A $ ro, ro-rr: nogeuOévreg xo,0úgereròv rónov èv Q èxxcuOff { xozoúqyog èzeívq, appare singolare, invece, ilricorso al congiuntivo aoristo laddove ci si aspetterebbe un indicativo. Sipuò pensare, comunque, ad una sfumatura eventuale della frase, poichécon essa Diocleziano invita i suoi servitori a pulire il luogo in cui Luciadourebbe essere stata arsa (la santa, in effetti, è in realtà miracolosamentescampata al rogo). Comune a tutto il greco medievale, infine, è I'uso del-I'infinitiva sostantivata preceduta da una preposizione seguita dall'arti-co lo '78 (SS S, t ; 7 , r3-r4; 13,2o-2r ; rS,2r ; rg, r r , r5-ró) .

7. Criteri di edizione

Il copista del Vat. gr. 866, almeno per la sezione relativa al testo chequi si pubblica, si rivela, come gran parte dei suoi colleghi, non moltoaccurato nel rispetto delle norme ortografiche. Gli errori dovuti ad ita-cismo e gli scambi tra o e to sono relativamente frequenti, così come laconfusione ffa accento circonflesso e acuto o tra spirito aspro e dolce.Non mancano omissioni di accento o di spirito. In questi casi sono stateripristinate tacitamente le forme corrette, registrando in apparato soloquelle lezioni del codice suscettibili di interpretazione diversa da quellaproposta nel testo (ad esempio, SS S, s, &fróo1, cod. d[r,óoer,; 9, ro: nroreúnE,cod. nroteúe4). Lo iota rfirto, sempre omesso nel codice, è stato restituito

'74 BLAss - DrntuNxnn, Crammatica cit.,p.5tz, S 423, ..\7s Cf. supra, p. 92 e î. 7r.tz6 Cf. Ganrrtn, Doruments cit., pp. r72-r73.r77 BLAss - DpsnuNrNen, Grammatica cit.,p.434, S :S8, n. z; BnowNrNc, Medieual

crt., p. 34.r78 Br,,orss - DeunuNusn, Grammatica cit., pp. 484.4gr, SS gS8-+o+; Mrrsnxrs, Tfte

I-anguage cit . , pp. r,5o-r j2, SS zgf-zS+.

l A l l l S , \ , ( , 1 ) l i l j i s l l l r l A I r , | \ i l | t A | | r r t , t , l ( , f . l , l t )

r r t ' l l t ' t t ' r t t t i r t l tz io t t i , r rc l lc dcs inenzc c r rc l lc f ì l rnre vcrbal i corr îL l lncnt( )tclrrpontlc, luclttrc si è scritto Àr1otóv (S z, S), oólouorv (S :, S) e o<ít[,ovrag(\ ls, J),sc1;uendo un uso che va consolidandosi nelle recenti edizionj,tv.Llgrrrrlrrrente, è stata accolta la grafta xóv ($ 13, r3) e rcrpé ($ 8, r3) senzat.rorridclso. Nel manoscritto lo spirito aspro su rho iniziale è stato ver-g:rt' nclla metà circa delle occorrenze (8 su 17 casi complessivi). Lo si èripristinato, pertanto, anche nelle parole che ne sono sprowiste'8'. euasisclrìprc yt iota iniziale (a volte su eta=iota) è posta la dieresi, che horcgolarmente omesso, mantenendola solo su Mroùo{g (S rZ, s).Al contra-rir, I'apostrofo è solo eccezionalmente presente; lo si è ripristinato dove(x'correva. Il rcy efelcistico, laddove presente nel codice, è stato comun-(l lrc mantenuto.

Alcune parole sono state scritte secondo la grafia unitaria del codice; sitr:rtta, peraltro, di forme ormai da tempo accolte dagli editori: òlcrno,vróg'8,(\\ z, rr; 13, r4), ngoroú (S Z, t:) r83, òrqrí (S rS, tz) ra+; ad esse va aggiunta lagrlfìa èvóoq (S rr, :), ancora in uso nel neogreco'ss. Diversamente, èv péorp($$ 't, r; r{, rr) risulta scritto separatamente (e come tale è stato accoltorrcf testo), laddove la grafra con agglutinazione e assimilazione (éppréorg) èficqrrente nei codici medievali'8ó. Notevole la grafra èpècrùtòv di $ ro, rs.

t1e Anonymi auctoris Theognosrte (saec. IX/X), Díssertatio contra Iuilaeos, cuius edi-

\t;unpato senza iota sottoscritto.,8o Cf. Anonymi auctoris cit., p. uv; Vita sancti Auxibii cit., p. r7o; Eustratii presby-

Itri... De statu animarum cit., p. rur; Eustralii Presbyteri Constantinoltolitaní,Vita EutychiiIhtriarchae Constantinopolitani, qu'arn edidit C. Laca, Tirrnhout-Lèuven r99z (Coipus( lhr:istianorum. Series Graeca, z5), p. xrv.

,8, Cf. Anonymi auctoris cit., p. xrvr.'E2 HALKTN, Légendes grecques cit.,p. r57 (metafrasi anonima delTa passio di s.Ana-

sr:lsia la vedova, BHG e BHc Nou. Auct. 9za); Anonymi auctoris cit., p. xlrrr; EustratiiI'rtsbyteú... De statu animarum cit., p. uv. Cf. E.V Mamesr, Ortografa d,autore e regoleIr l l 'di tore:gl iautograjbizantini, inRiuístadistudibizantiníeneoell inici ,n.s.3z (r9f5),l ) [ ) . g t -12r : r14 .

trf.r HALKTN, Ugendes greques cit., pp. 2o2, 2to.tE4 Anonymi auctoris cit., p. xlrrr; Parorr, LaYita di san Bartolomeo cit.,p. ror. Cf.

Mnt;ttisn, Ortografa cit., p. rr9.185 E. KRTARAs, Ae[mò tfiE peoatattmfiE il,Lqamfig òqptítòoug ypappareíag, ttoo-t66g,

Vf , (ùrrr<rol,ov{,x\ 1978,p.66; Dizionario Greco moderno-Italiano cit., p. 338.._

t8ó HrLKtN, Ugendes grccques cit., p. zro; to., La Passion de saínt:e parascèue parJeanI'lithh:, in n>., Recherches et documents cit., pp. z7o-z8r: 277, n. So.

M A t t

Non sono state nlutate, owiaurctttc, lc fì lrntc tl i indicativt) a()risto

iòov e iòev, molto frequenti, come da tempo segnalato, in epoca bizan-

tina'87. lJgualmente, è stata mantenuta la gtaîra &ruo,tatóv pro ùnanethv

(S 9, ts), già altrove documentata'88, e I'accentazione parossitona di orú1"og

N z, ,l) '8q e ztleúEot (S 15, o;'eo, così come del dativo píg, che occorre

due volte (SS rz, ró; r8, 4)'q'. Le forme del genitivo e del dativo del pro-

nome 6orug sono attestate nel codice semPre con accentazrone proparos-

sitona e sono state accolte nel testo senza interventi normalizzatoti'e".

lJn esame più approfondito merita la forma ivòotE (lat. idibus) che è

scritta così nel codice nelle due sole volte in cui la parola è usata (SS rZ'

z; 18, ro). Due casi sono forse pochi perché si possa qui applicare il cri-

terio adottato da Michiel Hostens per le forme <anomale> attestate in

opere tramandate da un unico testimonersr. Ma questa apparentemente

insolita grafia con epentesi della nasale trova conferma in due codici

del7a Passio di s. Anastasia la vedova (BHG e BHG Nou. Auct' 8r-8ra) 'r+.

Parole, per lo più nomi propri, che presentano il fenomeno in questione

sono state segnalate dallo Psaltes'ss:'IvòQoÙE per 'YògoÚ9, Avògravóv per

Aògr.ovóv, flvògúvoq per [ògúv0r1. Altri esempi sono stati raccolti da Peter

Schreiner nella sua edizione delle Keinchroníken'có- Nel caso di ívòor,g,

con accentazione parossitona rispetto alla usuale forma ossitona, credo

che il gruppo vò renda il suono /d/ del latíno idus, di cui il terrnine

greco è un calco'e7.

'82 Anonymi auctoris cit., p. xrrv; Vita sancti Auxibii cit., p. ró8 e n. 5. Solo una

volta il copista scrive oíòev per eíòev, ma nell'ambito di una citazione neotestamen-taria. In questo caso ho lasciato la grafra tradizionale-

'88 Anonymí awtoris cìt . ,p.xr .r8e BAUER, Criechisch-deutsches Wórterbuch cit., col. r54o; cf. Anonymi auctoris cit',

p. XI.IX.reo Brass-DrnnuNrurn , Crammat icac í t . ,p .7 r ,S t3 , t t .3 ;V i tasanc t iAux ib i i c í t - ,

cit., p. rt4, $ 8, lin. 3.i% Anófiymi auctoris cit., p. xrtl: <Quand le manuscrit témoigne uniquement, et de

manière répetéè, d'we graphie "anormale", nous avons le plus sovent adopté ce der-

nière>.Ie4 HALKTN, Ugeniles grecques cit., p. r3r, app. crit., nr' 53 (lvòóv)'rer PsArrEs, Gramnatik cit . , p. 79, $ ró3.'eó ScrrrrnrNnrr, l ) ic byzantinisrhen,l l l , ci t . , p. z3o.'ry È rr.)t( , r ,hc ncl nc() l4re(ìo vr, r ' l rc irr rrroltc: prnrlc deriva t lc vò, l i lcgge /d/,

I A l l l , \ , l f ( ) l ) l i l s s I l l ( l A | ( i | N i l i l t A N l ( ) i l r / / r l . t . t ' l l )

l)<'r t lultnto rigr-rarcla la punteggiaturà'e8, si riscontrano nel codicc it.rrrrsrrcti scgrri di interpunzione: punto in alto, in mezzo e, più rara-nrcntc, in basso; due punti (solo nei primi fogli), con valore equivante al

lìunto irì alto; virgola, spesso in forma angolare; punto e virgola per ilrrostro punto interrogativo (quasi sempre presente dove occorre; lo si èlipristinato nei pochi casi in cui manca). In realtà, la distinzione tra i variscl4rri non è sernpre chiara, poiché ambigua risulta spesso la loro posi-zirruc e di conseguenzal'interpretazione della loro funzione'ss. In gene-lirlc, il punto in alto indica, come di consueto, la pausa lunga; ciò risultat'orr cvidenza quando esso è tracciato ben spaziato, con la prima letterarf cllr lirrea successiva in ekthesis"oo. A volte, tuttavia, può anche equivalere,rlll pausa media. Il punto mediano può corrispondere ora al nostro

lrrnrto in alto, ora ad una virgola, mentre il punto in basso risulta per lopiir trascurabile e sembra avere I'esclusiva funzione di segnalare una breveplusa nell'emissione fonica (cioè con valore non grarnmaticale),o'.Acco-glic:rrdo il suggerimento di Jacques Noret2o', si è valutato con attenzioneogrri segno di interpunzione e, come criterio generale, si è rispettata la

lrrrrrtcggiatura del codice,o3, tranne quando essa non risultasse del tuttoirrrrr:c:cttabile al lettore moderno (ad esempio, nel caso in cui una virgolao un punto mediano separano i1 soggetto dal suo predicato o l'articolotlrrl ttorne cui appartiene).In pochi passi, invece, si è introdotto un segnorli irrterpunzione (una virgola, di solito) mancante nel manoscritto.

oltrcché ad inizio parola, anche in corpo di parola se trattasi di termine di originestr;rrricrr (ncrqvri, vrcw<i): cf. Dizionario Creco moderno-Italiano cit., p. xxvr.

re8 Sul sistema di interpunzione nel mondo bizantino cf. I.A. Lrvrn-rNr, Su/tislt'ua di interpunzione in Eustazio di Tèssaloniu, in Medíoeuo grem t (zoor), pp. r87-rr7, con ampia bibliografia precedente.

,ee Si tratta di situazione molto frequente nei codici: cf., ad esempio, Parr-orr, LaYin di san Bartolomeo cit., pp. 98-99.

r"o In questi casi lo si è reso senz'altro con il punto fermo.ror Che la punteggiatura nelle edizioni moderne debba rispondere a una logica

csscrtzialemente grammaticale e non indicare <signaux de fatigue, de respiration> èsliflo di recente sottolineato, con importanti riflessioni, da C. Laca, I-n ponctuationllortî on ne doit pas se soucier), rn Phílomathestatos. Sttlilies in Greek Patistic anil Byzan-tirrt'litxts Presented to Jacques Noretfor his Sixty-Fifth Birthday, edited by B.JaNssrNs -f f. fì.ooseN - PVaN DtuN, Leuven-Paris-Dudley, Ma zoo4 (Orientalia LovaniensiaAnrlccta, r37), pp. 359-375.

r"2 J. NoltnT, Notes de punctuation et d'accentuation byzantínes, in Byzantion 65( r,ruj), pp. 69-88: 69-79.

'(til ltt alcuni passi si potrà awertire di conseguenza una eccessiva presenza dellavitgoll dlvlnti alla congiunzione xcù, ma spesso essa ha la funzione, in realtà (cf.Nrrrrlì'r', Nrrtr:.r cit., pp.7r-n), di distinguere i singoli cola di un periodo, agevolando,r l fcttrrrc lrr cr lnrprcnsione inmúiata del testo.

I t . l

I t 4 M A I ( t ( I l r I

Ijaccentazione dclle cosiddette ettcliticlrc rrcl codicc. vaticauo, conrcsi verifica di frequente, è spesso in contraddizione con le regole fissatedalla trattatistica antica"o+. ci si soffermerà sul pronome indefinito tr,g esulle voci del presente di eipí, poiché i pronomi personali pou, por, p€ eoou, oor,, oe sono trattati secondo la normativa tradizionale (g1oí e re nonsono attestati).

Il pronome rrs occorre sette volte. Tre casi rientrano nell'ambito del-le regole tradizionali (SS ro, rr, 12; 12, t). Al S 7, \-r4i é nqoroú rr,vòènr.zoitéocoOaí oe eioczoúov oúroú, rr,v<í è tonico in quanto soggetto del-I'infinitiva introdotta da ngoroú.Al $ rr, r-z: fli,eev ènr oiníov &vòqòg rr,vogl,eyoplévou lepqv.o,voú, la forma tonica può essere mantenuta, perchéspesso rr,E, quando è bisillabico, non è enclitico. Al $ zo, r-z: nogeglopévr1yuv{ ríg òvópatr, Md[r.po, per quanto l'accento grave su yuv{ potrebbe sug_gerire che ríE sia tonico, mi sembra che esso si leghi strettamente alsostantivo precedente. Infine in è<iv dg nin (S zo, n),I'accento acuto suèóv rivela la naítra enclitica del pronome, su cui l'accento sarà statoposto per una svista.

I casi che riguardano il presente di eipi sono owiamente molto piùnumerosi. Ci si è regolati nel modo seguente:

- quando la lezione del codice è conforme alle regole tradizionali essaè stata senz'altro accolta;- poiché una parola perispomena è sempre seguita dalla forma tonicadel verbo, questa è stata conseguentemente mantenuta, a meno che I'ac-cento circonflesso non vada mutato in acuto (così, a $ 4, z l'èydr eiprù delcodice è stato mutato in èyó eipr);- I'espressione noú èmiv occorre sei volte e, tranne in un caso, éotív èsempre tonico. Di conseguenza L'unica eccezione è stata <normaliz_zàta>>2o5. Sembra evidente che in questo caso il verbo si leghi più al sog_getto che segue, che non al pronome precedente20ó.

2o4 Come è noto, il problema del trattamento delle encliriche nei codici medie-vali è stato sollevato, da più di una ventina d'anni circa, soprattutto dai curatori divarie edizioni del corpus christianorum series Graeca,e affroniato in una serie di con-

t A , | t \ , \ t ( ) t ) t l l S S , l t t { l A I r i t r t v l t r . { A N ( t ( B t t ( : . ) ) , 4 t ) f t S

oxóroE nella pronuncia). Davanti ar secondo passo, $ r3, rg-r9: òcrípovegyòq eioì,v oi Oeoi ópóv, si rimane più incerti: eioiv potrebbe appoggiarsi alsoggetto seguente, ma anche, e meglio, tramite yríe, al ,predicato cheprecede. Ho optato per la seconda soluzione.

va notato, infine, che nel complesso le forme toniche prevalgono sutluclle enclitiche. Nei casi in cui I'accentazione di una forma tradizional_nrcnte enclitica è stata in qualche modo mutata rispetto a quella tràditatld codice, quest'ultima è stata registrata in apparato.

Le citazioni bibliche letterali (o quasi letterali) sono state evidenziatecon il corsivo. Nell'apparato relativo ci si è awalsi delle abbrevi azionifillizzate ne7la Grammatica dr Blass e Debrunner. Le note di commento altcsto, oltre a rinviare il lettore alle pagine introduttive per argomenti dirilievo, contengono ulteriori informazioni su aspetti secondari. Nella divi-sione in paragraft si è cercato di rispettare le sequenze narrative del testo.

Matro RE

,,'z Nrlui"l: Quanil donr cit., p. r94, n. ó; Maximi Confessoris cit., p. cxr,.

IO

Mr1vi, olnrr 'pr l lglr lr r , ! ' . prrqrrírqr,ov tt ' lc r i l i , r tq Arl txf,rrq t t ' lc l f lqrrrqx(f i , î(rú t lyl ,rnt I h1r,r lvt,rrvoti .

K úqlr,ri tnìl,tiy'rlrxrv.

E cod. Vat gr.866, ff. 5óv-(rov

I . Ar.ozl.qtr,ovoú pèv tò óyòoov, Mcrftplavoú òè ro épòopov, érer tqlg zo,i

òezórrp r{g Boor.IeíoE oútóv, èv tfl Booú,iòr. 'Póp1

Xolenov òuo1pòv ouvéBt1

1evéoOcn, óore prlte dg,qoòov, p,rite oixúcv ncral"er,q0flvcn, ei g,{ Íòguocrv tòeíòolì,ov roú Ar,òg oi eiòolì.o1.órqcl, ngooróyporoE oóv ngoteOévtog, óote roùEòvopólovtag rov Xgr.oròv nor,xíl.olg únoB)'q0ffvcr, u,trro4ia6. "Hv oóv f pror,cgíopúqtug Aor-rzia, èv lqgeíg prévouoo ènl Èn1 tqróxovto É1, froov òè novra to t{g

[<o{g aút{g ètq éBòopr]zovtq névte. Anoúqo,os òè f rugoeqqpévq óyúcr Aou-rio negi roú òuooeBoùg róv Boor,?iéov rrQooróylrcrrog, Qirpooa èout{v ènlngóoonov, ngooqúlcrro tQ @eQ },éyouoo' <'E{eLoú pe èx róv èy1pdtv pou,

ò @eó9, xaì éx rdtv ènavntapévav èd épè 7úqaoaí pe' Qúoaí pe éx tdtvÉpyalopévov ù1v àuopíav xaì èl àvòqdtv aipúrov odtoóv pe>. fli'qgtooúo4g òètlv ngooeulriv, íigfioro pr,eqr.pvdv tà negl toú @eoú' èzoOélovto òè o[ poori'eig

èv rQ Bouì,eur1gíq èni roùE 0qóvoug oúróv, Éqyalóg,evor rù Ègycr rflg &oeBeíag,

Baoóvoug ngo0évreE zcrro róv d,1crnóvrov tòv Kúgr.ov {póv'Iqooúv Xgr,oróv.

z. Tóte fl poxagía pógrug Aouxía, nqog ròv uiòv orkflg Eóngénrcv égq'<TÉxvov, iòoù xor,gòg étor,pog ngòg BgoBeiov, iòoù cpóg òròópevov eig torlvoióvlov' èyxcrral.eínopev oóv ra eiòol,a róv òo,lpóvov, oirrveg dnol,éoal pèv

òúvo,vrau, oóoor. òè oùx io1úouow, xai èvòuoótrreOa tòv Kúgr,ov 'Iqooúv

Xgr.otóv, rov òuvópevov xo,l r1v rl-ru1{v oóoal, ltcri, rò oótrr,o èx tóv Bcro<ivtovl"urgóocro0cr,>. Er3ngénlog ùnexgíOr1' <flcrgocpgovelg, épol.oyoùoa èxelvov ròvpc,omyo0évto, nol &xóvOor,g orecpovto0évro, zo,i òloE nol 1ol,{v nou.oOéwc, x,olpeto lqotóv otc,ugoOévta, xol óno róv éoutoú po0r1róv èz roú pvrlpotog

x).onogogq0Évtc>. flqoE óv { &yío toú @eoú prúgtug z\ouxía dnezgíOq' <"Q

réxvov, yevl0rit<o oor xqrù rov nqogrltqv rov l,éyov:uo' Zxotto?ílmtoau oíòcp?a).poì aút6v toú pl BLénew, xaì ròv udnov aúrdtu oúyxaptpou ònnan'róg,óotrg roroúrcr l,crl.eig nctù roú @eoú roú nlúoavróg oe>.

r.9-rr Ps. 58, z-3 r.r2 lr€Qrpvdv .. . @eoú: cf. I Cor. 7,32-34 2.4-5 évòuoópe0o .. .Xprróv: cf. Rom. 13, 14 2.6-8 cf. Mí z7-z\ èneivov ... otcugorOéwo z.ro-rl Ps.68, z4 @f. Rom. rr, ro)

Tit. I-bpqvravoii: fbprvr<rvoii c:od. 2.1oteqravurOóvrtr: Crxúv0rcrrxptrvoOówc c<ld,

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lìrÌnqónrov: li'ùtqénluv r'od, :,.7 Crxdv0ar,g

l i \ l ' l ' , ; l o l r l l , , " l l r r l A I r , t A i l i l A l t r ' ( l t , l ( , ' | | j

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l N t z , t o | ) r i t I A t , t i t r s t i ( l r l , t ( ) N t i n l { o i v n

l ) t t r l tn [e ' I ' o Í t t rvo t 'o r rso lu t< l t l i l ) ioc lcz iu r ro c i l sc t t i r r ro t l i Mr rss i -

t t t i r t t to , l l t rcc l i< :cs i rn() ru ln() r lc l lonr r ( rguo, a l {onra, c : lp i ta lc t lc l l ' l r r rpcr t l ,si cbbe una dttra pcrsccr.lziouc, al punto che rrorr rinrasc cluarticrc cr lìcrp-pure una casa dovc gli idolatri lìorì crcssero ulta statua di Zcus, clalnromento che fu notifìcato un editto che imponeva di sottoporrc a svit-riati tormenti coloro che pronunciassero il nome di Cristo. Allora lal'leata martire Lucia era vedova da trentasei anni, la sua età era, invcce, disettantacinque anni. La succitata santa Lucia, dopo aver avuto notizia del-I'empio editto degli imperatori, prostratasi a terra rivolse a l)io la se-guente preghiera: <Saluami, Dio, dai mieí nemici e dai míeí assalítori dammiscampo;liberami da coloro che compiono il male e dai sanguinari salvami>>. f)opoavere ultimato la sua preghiera, iniziò ad rivolgere il proprio pensiero allecose divine; gli imperatori, invece, sedevano in curia sui loro troni, com-

;riendo opere empie e stabilendo tormenti contro coloro che amavano ilSignore nostro Gesù Cristo.

Lucra paRra,\L Frclro EupRrpro

z. Allora la beata martire Lucia disse al proprio figlio Euprepio:<Figlio, ecco il momento propizio per il premio, ecco la luce data pet lavita eterna; abbandoniamo, dunque, gli idoli dei demoni, i quali possonocondurre alla perdizione, ma non sono in grado di salvare, e rivestiamociclel Signore Gesù Cristo, che ha il potere sia di salvare l'anima che diliberare il corpo dai tormenti>. Euprepio rispose: <Tu sei folle a confes-sare quell'uomo che fu flagellato e cinto di una corona di spine, cui die-dero da bere aceto e fiele, che fu crocifisso insieme a dei ladroni e chefu trafugato dal sepolcro dai suoi discepoli>. A lui la santa m.artire di DioLucia rispose: <Figlio, si verifichi per te il detto del profeta: Siano accecatii loro occhí ffinché non uedano e piega per sempre le loro spalle; per te, chepronunci tali ingiurie contro i1 Dio che ti ha creato).

i l t i M A t { t ( ) l U ì

3. Tóte Eùnqém,og &n1et ògopaitog òr,rì r{E n},utt:f'trg t{E ntlleruE éurg

oó éyéveto eiE rò nol.o,rr,ov Malr,plcrvoú xai Ar,oxl.qrlavoÚ, Kal otitolE fiqEq-

ro l,éyer.v' <EùoeBéotorot Bcror,i'eiE, ripeig rgoteoeúxate ruqóoÍdYl'rq' íva rdE

civoqtonog oixóv t{v pooúriòa 'Póp1v nqooevé1xq }'ípo.vov toÌg novto-

xpótoqorv oeolg toig oófouor,v tov xóopov, òr.'óv d oinoupévq dv0ei'

Toútoug toívuv toùg rowoxgútoqog 0eoùg fl èprt pú"ng &rogvqoclpév1,

ròv nl.óvov èxelvov oéperor, Xqr.otóv>. Tóte Ar,or,c,l.lrr,crvòg èxéÀ,euoev crrltòv

eioeloelv eig ròv nolróvo aùroÚ, xol xo,oeoo{vcru èn òelr,óv c,ùtoÚ, xol

ngooétafev aùrQ l.eyow' <Téx,vov Eúnqénr,e, {pteig ntoteúopev dlv pqtégo

ooo oépeooar. roùg oeoùg èv &1.10eíg. vÚv òè nóg yvooótrreocr ei &),î0fi eiolv tù

noqò ooú l,e1ópevo;>. Eùngénr.oE ,ùnoxgr,0elE iinev' <EùoeBéotcrte poor,i'etr,

óroluopBovelg pe l.É1er,v nqòg oè rpeuòrl Qtlpclro; Mlì yévortó por' rpeúocro0or'

èvónr,ov ópóv>. Tóre Ar,ox),1rr,cvòg èxél.euoev lepatr rov éoutoÚ oÚveògov nqog

qv &yícrv roú @eoú Aouxíov étnel,oeiv xal onouòcríog &ycryeiv crútlv ngòg

crritoúE.

4. Ane),Oòv oóv IeBúi', ngog crútlv Èpq' <)ù ei f )"otgeúouoa rQ

èoraup<oprévrp;>. .H dlio u\ouzia dnexqi0l' <Noí, èyó eig,u. IeBo)' einev' <TQ

Baoulei lqer,tbòqg eì>. 'H ó{cr z\ounio épq' <Anei'oop€vD. 'O òè IePàI LòqÚooto

tò eíòol,ov toú Ar,òg èv tQ oíxrp crri{g. 'Eleqlopevrl òè f óyío Aounía èx t\E

oixíog oùtflg, einev' <@epté),uor. fig èpiS oiníoE, xol óòol t{g eioóòou oùt{g, òr'o

tò eíòoi.ov roú aróg, ro èv úplv úno toÚ poor.l.éoE &voreoév, néoolre oùv oùtQ'

xal núwo rcr eiòoi,o róv òcu.póv<ov tò iòqug,évcr Èv tfr aó?'er. &nóÀor,wo dnò

npooónou toú @eoú. &nól.or,vro òè noì oi oeBópevor, aútd, ívo 1vóolv nÓvreg

6tr, où eí @eòE g,óvog ó nor,óv Ooupúor.cr èni t{E y{g. @epéi'.r'or' xal óòol rig èpiS

oizioE, ptl pe òefuooe &nò t{g vúv flpégag, &},r'- dlr,ooeiqv xatcrtcry{var' èv rQ

loqQ róv úyíov tóv úrèg toÚ Xgr,oroÚ &0).qoóvttov>. Kal tcrÙrcr einoÚoo

&rfli'0ev.

5. Mercl òè tò nogayevéoOor, crúd1v nqòg tòv pcor"l'éo, fiqloto é Bo'or'-

)reùg l,éyer,v ngòg aùrrlv' <'HroÚocrpev 6rr. èx,eivov ròv èvo1ov oeper'E tòv è-

otougopévov, róv òè flperéqov oeóv zotcrqgoveiE' ei oé)ter,g oóv f{ocrr,, Étor,poú

eior.v oi ncrvrozgórogeg oeol nqooòéfao0cu, nogù ooÚ l,iBcvov, 6rtoE yév<ovtoi

oor eúpeveig, xol p{ èlo}"o0qeu0flg roÚ Bíou foÚfouD.'H óyio z\ourícr ùrexqí0q'

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r5

IO

3.g An alt. xci post cúroú delendum? cf. MoNasnltrus, sanctuaium cit,, p. rro, Iinn.

f-+:Tunc Diociytianus imperator iubet eum ingredi in cubiculum suum et r dextris

iuis sedere praeóepit .li.:en,s. l,12 únoi,appdver,g: {rno}uup[Ìdvcr c:ot'|.. 4.r ò1ó ul'pr.r èyó

ol,pl, cod. 4.3 xQsrdròrìs: lqur,riròr1 r:0r1. 4,ó núuor,trr e nótnrte.ipre 'librrriurr

corr. 5.3flpordqruv: {pótrrrlov cocl, 5.3-4 dtor4r,trl, rrl,orv: Hrolpo( rrl'rrl'v r:od,

t A 1 1 4 , \ , \ l ( , l ) l i l s s , I I l ( l l A l t ( l l l M l N l A N ( ) ( 1 , , , ( ; . l : 1 1 l )

Eu t , t < t i t , t t l l ) t iNLJN( : lA LA MAI ) l (E

3. A qucl punto Euprepio uscì e attraversò di corsa la piazzr tlcllrr

città fìnché arrivò al pùazzo di Massimiano e Diocleziano; e così inizitì a

dire: <Piissimi imperatori, voi avete emanato un editto, affìnché chiunquc

abiti nella città imperiale di Roma offra incenso agli dèi onnipotenti sal-

vatori del mondo, grazie ai quali la terra prospera. Ma uria madre, di-

sprczzando questi dèi onnipotenti, venera quell'ingannatore di Cristo>.

Allora Diocleziano gli comandò di entrare nella sua camera e gli diede

I'ordine di sedersi alla sua destra, dicendo: <Euprepio, figlio, noi credianro

che tua madre veneri sinceramente gli dèi: ora, invece, conle potremo

sapere se le tue parole corrispondono al vero?>. Euprepio rispose così:

<Piissimo imperatore, tu sospetti che io ti dica il falso? Non sia mai chc

io menta dinanzi a voil>.Allora Diocleziano ordinò al suo servo Gebal di

recarsi dalla santa di Dio Lucia e di condurla in fretta da loro.

Gssnr sI RrcA DA LuctA

4. Gebal, dunque, recatosi da lei, disse: <Sei tu colei che venera il

Crocifisso?>. Santa Lucia rispose: <Sì, sono io>. Gebal disse: <Limperatore

ha bisogno di te>. Santa Lucia disse: <Andiamo>. Allora Gebal eresse una

statua di Zeus nella casa di lei. \Jscendo, dunque, dalla sua casa' santa

Lucia disse: <Fondamenta della mia casa e soglie del suo ingresso, per

colpa della statua di Zetx fatta collocare tra voi dall'imperatore, possiate

crollare con essa, e scompaiano dal cospetto di Dio tutti gli idoli dei

demoni costruiti in città, e scompaiano anche coloro che li venerano, itt

modo che tutti sappiano che tu sei il solo Dio che compie prodigi sulla

terra. Fondamenta e soglie della mia casa, da oggi non accoglietenli più,

ma possa essere io degna di essere annoverata nel coro dei santi chc

hanno sostenuto il combattimento per Cristo>' Detto ciò, andò via'

Lucn ar. cosPETTo oI Dtocrrzlrso

5. Dopo che Lucia giunse davanti all'imperatore, costui inizi<ì a

dirle: <Ci è stato riferito che ttr veneri quel reo, che è stato crocifìsso, e

che disprezzi, invece, i nostri dèi. Se vuoi continuare a vivere, dunque, gli

dèi onnipotenti sono pronti a ricevere da te I'incenso, così che siano a tc

propizi e tu non debba perdere la vita. Santa Lucia rispose: <(lhe essi

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l \ ' l A l l r r l r I

<'lirrrrroiq iftrttrxrrrv rrù1urvr'l,q xrri, rxrl, rr[r À,utqrn'rovl, rrùtrii,q' È1r,oi, trr\ iil,turrc ytlvrlrru

ó Kúgr,óg pou 'lryrtrflc Xql,orric, trlirlvoq únr'rq rt]< dryúnrlE Èyrìr lip,<rrrrdlv rrrigpcoo,vor,g Èxòíòtopru cúròv Ènr,xtrl,o0pcr ttrv Kúgr,óv pou 'lrlootrv Xqr,otóv, {lnog

dllóog pre òoúl,qv o,úrot dl.q0r,v{v yevéo0ou. Ar,oxl,qtr,cvòg eirev' <Agvrlocru

ròv Xqr,otóv, ròv òè Aícrv cígfiar, oéBeo0cu,, ívc rflg ltoflg oou nor,rloqral

rqóvor.ov>. 'H &yícr z\ouxia, &nexgíOq' <Ei ò90óg ii0el,eg ròv @eòv Ènryvóvar,

ra1éoE èyúv<oozeg pqòèv eívcr, toùg Oeoùg oig ?'otgeúelg. M{u, é Zeùg toùg

oùqovoòE ènoiqoev, íi rlv y{v èni tóv ùòótov è0epre}.iooev; Mù é Zeùg 6gr,n tff

0c).úoo1 é0eto, í] tòv cívOgonov éx toú nqiroú rflE y{E èni'coev;>. AloxÀr1u.crvòEèqq' <Où11 é Zeì:g núwa rcrúrcr eigyúooro;>. 'H oyia z\ouxia dnezgíOq' <Mr1

yévor.ro roùg éppgovog roúro nroreúerv. 'O @eog é novrozgúrog ó ncrrqq

rot Kugíou {próv 'Iqooú Xgloroú, tQ Qrlpcm, toú otóporog crrSroù navrcr

ouv€orúoaro, 6E xoi ròv dvOgonov èz toú nrli'oú t{g y{E èn},croev' óvtlva

dv0gonov flnóqoev é òlóBol.oE òr.ù r{E nogczo{E crútoú' oótog tQ rpeúòer zal

rff prorcnótr1rr, rùg xogòícrE róv dvOgónov finút1oev, óote ctl.o1 xol l,íOoug

fyr]oooOar, Oeoúg, xcri, p{ énr,[rp{oau ròv òÀ.10r,vov @eóv, zo,OòE l.e1er. é

ngogrjqg' Mótant oí uioì útu àv?pónav, peuòeîE oí uioì róu àu9qcónau,pagrugoúvroE ópoí<og nqì, toú Xo)'opóvtog, 6S éqn' EíE àoúvercu xaqòíav

oo cp ía oùx eío ú'eú o et at >.

ó. Alonl.4tr,avòg finev' <Oú pereoreúrópqv oe, [vcr èx róv ngoqqtóv

ònl,e1Offg por,, ùi'i',à toîg Oeoîg Ouoiav ngooevéyx1g. Kcl 1ag ngoxo0e(opr,év<ovflpóv oùv rQ norgl fpóv Mofr.pravQ, nagcrlevópr,evoE é típr.oE flpóv uÍ,òE

Eúngénuog dvrlyyer.l,ev fp[v èpoxévcn oe tòv Xgr,oròv épo].oyoúocrv' xaì rotrro

ngoenqívapev, 6ore ónopv{ooi qe Ouoío,v nqooevéyxol tolg ncrwoxqórogol

0eolE, Ívo p{ è[ol.o0geu0frE èx y{E [óvrov>. 'H óyío Aouxío &rexgíOq'

<Al,{Oer,cv },.éyer,E, 6m Eùngénr,oE réxvov úpóv èori,v, èner.òri èorw uiòg toúoxótoug' úprelg yàq èorè ozóroE ral réxvov úpóv èoriv ó rcrúro núvro

d,voyyeú)'oE úpiv. 'Eyò òè nénor,0o ènl rov Kúgr,óv pou Trlootv Xgr.orov rov

ègcrodlv r{g ópeioE, ròv trpóvto t{v ooggooúvqv, èv S éoopcu, òrrpévouocr,

6tr, oùr èfiol.eíqer, pe èz BiBIou !óvrov, oùòè ànol,oúpror èrt tóv èwol'óv arltoú.

Núv oóv éror,pcopévq eípi nqòE rúg, rgòg òeopoúE' énoíov àv 0e?'r;oeré pepaoóvov rr,poqriooOaq où poBrl0rioercrl f1 rpu1rl trr,ou>.

5.zz Ps. ór, ro 5.23-24 Sap. r, 4: eig *crxóte;6vov rlrufiv oúx eioelueúoetcr ooqíc ó.rr oún- !ówov: cf . Ps.68, z9

5,9 drlróog: dlr,óoel cod. 5.23 d,oúvetov: ou supra lineanr cod,ó.7 Èner,òri Èotrv: èneúfl to'rl,v cod.

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ó,4 to0to: toút<rl cod.

l , \ t , l ' ; ' ; l o l ì l l ' , : , l l l r i t \ i r , t t \ 1 i l [ / \ t t o l | / l i , l , t l ì

si l t t to pro l r iz i ; r s t s t r 'ss i c i r tc r : l rc l i vcrrcr i . A t r rc , i r tvct 'c , s iu l rcr rcvolo i lS igr torc t t t io ( ìcs i t ( l r is to, f )cr înr( ) rc t lc l c lu l lc sono t r ) ro l ì t í l u sot top<lrur irt l lc t<lrtr,rrcr; io lo irtvoco, i l Signorc ruio (ìcsù Cristo, aflìrrc:hó si t lcgrri r l ifirmi divcntare sua autentica servitrice,r. Diocleziancl dissc: <l{irrrrcga il(lristo e comincia a venerare Zeus, perché egli abbia cura clella tua vita>.Santa Lucia rispose: <Su tu fossi dawero disposto a riconoscere l)io,subito capiresti che gli dèi che veneri non sono nulla: forse Zeus hacreato i cieli o ha fondato la terra sopra le acque? Forse Zeus ha posto iconfini al mare o ha plasmato I'uomo dal fango della terra?>. Dioclezianodisse: <Non sono tutte queste cose opera di Zeus?>. Santa Lucia ribatté:<Non sia mai che le persone assennate credano ciò. Dio onnipotente, ilPadre del Signore nostro Gesù Cristo, con la parola della sua bocca hacreato tutto. Egli ha creato anche I'uomo dal fango della terra, ma il dia-volo ha tratto in inganno I'uomo a causa della sua disobbedienza. Costuiha ingannato i cuori degli uomini servendosi della menzogna e dellavanità, cosicché essi hanno considerato dèi boschi e pietre e non hannocercato il vero Dio, come dice il profeta: Vani i fgli deglí uomíni, bugiardii figli degli uomini. Lo attesta allo stesso modo anche Solomone, che hadetto: la sapienza non entrera in un cuore stolto>>.

DrocrEzraNo oRDTNA A LucrA Dr sACRTFTcARE AGLr DÈI.

RrEruro Dr LucrA

6. Diocleziano disse: <Non ti ho convocata perché tu discutessi conme citando i profeti, ma per sacrificare agli dèi. lnfatti, mentre ero sedutoinsieme al padre rnio Massimiano, giunse il nostro venerabile figlioloEuprepio a riferirci di essere a conoscenza che tu veneri il Cristo. Equesto abbiamo deciso, di awertirti di sacrificare agli dèi onnipotenti,affinché tu non scompaia dalla terra dei vivi>. Santa Lucia rispose: <Diciil vero quando affermi che Euprepio è figlio vostro, poiché è fìglio dellatenebra: voi, infatti, siete tenebra ed è figlio vostro colui che vi ha datotutte queste informazioni. Io, invece, credo nel Signore mio Gesù Cristo,colui che arrra la purezza e che apprezza la temperînza a lui rimarròfedele, perché non mi cancellerà dal libro dei vivi, né io perirò seguendoi suoi comandamenti. Ora, dunque, sono pronta a sopportare il fuoco ele catene: quali che siano i tormenti con cui vorrete punirmi, la miaanima non ne avrà paura>.

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7- 'liriltrr rilttrt'rrrrrq ó iívt4t,oq Ar,1lxirrlrr1rvdrq Èxrll,rlrqriv rrrild;v rr1lrilrrq 1ì:ni, xiy

òeoprrrrrlgr.ov cr,n*10flvru' 'lrp,fì),r;0trf.rrqc òrì trúti'lg iinl r<\ òt:opurtrlgr,ov, fioQ(rxQflu,G

&nexl,eúo01 f Oúqo roù òetrpurrqqiou' xal iòoù è[críqvqE tcr 0epré],uo, roúòeoporqgíou èoal"eú0qoav.'H òè &yía, Aouxio, Qírpo,oo éo,uqv ènl ngóoonovngoor;ú1ero Boóoo xal ).Éyouoo,. <loxípaoóv pe, Kúgrc, xaì neípaoóv pe,núqanou rcùg vccppoúg pou xaì ù1v uaqòíau pou, xai"íòe ei Èorr.v &òr,xúo èv èpoí,xaL óòriyqoóu pe ènì ù1v à),rj1eúv oou>. fll.lgro0eío1g òè r{E ruqooeu1flS, iòoùèficíqvqg óopr; eú<oòíog Ènveuoev, nol govrl èv re òeopr,orqgíq {zoúofu l.éyouoc.<Xoîge èv Kuqírg nówore, núl"r,v 1críge, 6rr. ngooeòé10qoov o[, nqooeuloí oou, ?r,oi,flhóqg )wgú,v ónep òE1a).pòg oúx eí,òeu xaì ohE oòx ìixouoev xaì ènì xapòíauàu1qónou oòx àvéBq, à rjtoípaoev ó @eòg roîg àyanóoru aùróy>>. Taú:ca&xoúoooo f parcgío pdgrug ^r\ouxicr, rl,ívoocr yóvu ngooqúX€ro re Xqr,oteizereúouoq xcù ),.éyouoo. <Eú1o,g,oró oor,, Kúgr.e ,Iqooú Xgr,oré, é ngotoú tlvcènr,zcrl.éoao0o,í oe eioaxoúcov oóroú x,crì, peBcrróv to él,eóE oou ènì, roig oeBopévor.goe. Koù vúv, Kúg.e é @eoE é nowoxqúraq, ò uîtv npuntÚv yuóotr1g, ó ywdtoxautà núyra nqìu yevéoeag aúr6v, pri pe èyxam),íny1E gcoE ú)"oug, pqòè ànóo,71 peànò tóu èt'ro)"dt, oou, à),7à òíòafóv pe tà òmauítpatú oou>>. Te].eróooocr òè d;vngooeulrlv crù{g, iiq[ato rlr<í],]"euv ròv go]"pov roútov. <Eìoaxouoov, ó @eóE, fiEòerjouitE pou èv tQ il,íBeo?aí pe, ànò cpóBou èy\qoú ègt)"oú ù1u lluyrjv pou.'Eoxénaoó.g pe ànò ouorqoqfig nourlqeuopévan xaì à.nò nUrigouE Épyalopévautrlv àuopíav>>. fll.qgo0éwog òè roú rfo)"poú, èn{}.0ev oúrff ónvoE. zai ngooe},Oòvé Kúgng èveòuvóptooev qv'úroú òoú),qv èv fi qùòóxqoev ).éyov' <Ener6q òr.oqv èpr1v &yónqv èvexqrél.e'[ag rù eiòo],o, róv òarpóvorv, nor.rloo oe orú].ov èvrQ voQ pou>. Toúto d,noúoo,oa, òr,unvíoO4 oùv logQ pe1ó1,1 eú1cqr.oróoa teKugírp'Iqooú Xgr,otQ.

8. Metc òò réooagaE ipégoE, è[aíqvr1E norcrplòg &véBi.uoev èn róvOepe),íov toú òeopuotrlgíou, xo,ì dnói,.ero tò {plou pregoE r{g nó}.etoE. xai é oíxogto0 Ar.ozirqrr,avoú èz Oepe}"úov xo,renóOr;, óote prite ),íOov cpo,v{vcn èv re tónqèv S flv.'O òè Ar,oni,,ltr,ovòE róre oùr frv èv.pó;_rg 6re roúra ouvépqoov, d?,},operà réoocrgcg úpégag no,goyevópevoE r<,o,ì, droúoag ra yeyovóta, è0upó0r1

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7,2 àpflirq()rftq< cx òpfllrqt)l{oc< ipse librarius (:orr.òrn'ilr'r1 <'otl. ll.3 prlrl supnr linelrrr cotl.

7. 13 ò: l i6 cod, 7.ze òtx l l .qv:

l \ \ l ( ) l r l l l S h I l , r l ^ l r , l N i l Í . i t A N r | ( i l l l ( ; . t , . t , . | t ) t : t

l ) t i r r orrDt t r t t i t r t l ) to t ; t . t iz tANo L(r r ; rA i i < : r lNn<i l ' t ,A IN ( :Ar(c l i r ( r i .

EvnN't 't t,tt()t )tGt()sl

7. Dopo aver ascoltato queste parole, I'iniquo Diocleziano .rclirr<ìche venisse prontamente condotta in carcere. Gettata in carcere, vcnncimmediatamente sbarratala porta; ed ecco che all'improwiso le ftrrrcla-menta del carcere furono scosse. Santa Lucia, allora, gettatasi col volto perterra, pregava e gridando diceva: <Esaminami, sígnore, e mettimi aila proua,scruta al crogiuolo le míe reni e íl mio cuore e vedi se c'è ingiustizia in nre. Eguidami alla tua veríta>>. Lrltimata la preghiera, ecco che all'improwiso sidiffuse un odore soave e nel carcere si udì una voce che diceva: <Rallc-grati sempre nel Signore, rallegrati, lo ripeto, dal momento che le tucrpreghiere sono state accolte e tu sei stata ritenutadegna di ricevere ciò chcocchio non uíde e orecchío non udì e non entrò in cuore d'uomo, quello che Díoha preparato per coloro che lo amano>. Avendo udito queste parole, la bcatamartire Lucia, inginocchiatasi, rivolse una preghiera a cristo, diccnclonella sua supplica: <Ti ringrazio, signore Gesù cristo, tu che, ancor prlnrache qualcuno ti invochi, esuadisci la sua richiesta e assicuri la tua miseri-cordia a coloro che ti venerano. Anche adesso, Signore Dio onnipotente,tu che conoscí cíò che è nascosto, tu che sai tutto ancor Ttrima che ogni cosa accada,non mi abbandonarefino allafine, non lasciare che io deuií dai tuoi comandi, ma

(JNa rNoxnazroNE DTsTRUGGE LA c,\sA Dr DrocrEzrar.Io

8. Dopo quattro giorni, all'improwiso un fiume sgorgò dalle fon_damenta del carcere e distrusse ffrezza città. Anche la casa di Dioclezianofu inghiottita dalle fondamenta, tanto che neppure una pietra rimase visi-bile nel luogo in cui sorgeva. Diocleziano, quando si verificarono questifatti, non si trovava a Roma, ma tornato dopo quattro giorni ed avendoappreso I'accaduto, si adirò molto e si precipitò al carcere, trovandolo

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I'f<rv, xrrì, tlqlpr;rrrv hnl, rdr òrroy,rrrr'/;gr,ov nrrl, rliiqrrrv rnìrdr ùvtrpypdivov, x<rl, qróq@eoú òtr;úyo[ev èv uùtril f| òr\ <lyf,rr Atruxftr r'fl nqo<nr.r1{l ntrlorllttrqrrétr1er,.'f'írre ócÍvopog Alorirqrr,crvog pero, qcovflE rpgr.xd'lg Èpóo ),éytov. <'e qcqponeútgr,o, noúèorìv ro nc),.úrr,óv pou; IIoú é lguooE xoì, é cigyugo E;flofr Zeì:gé Oeóg pou; floúèorlv é Oeòg 'Hgczl{g; floú èoriv é 0eog 'Egp{g; floú èorlv { Oecr Mr.vegB<r;floú éorlv Aqndg é Oeóg pou; "Q d,vefrncr,zío Oeóv ènatve'1 róv pr]no oot&noòeòt,lzótov>. 'H òè óyío Aouxío &nexgíOq. <Ei floov èno,uveroi, zq,l oè òvénío<o orltóv èról,eoav dnel,Oeiv>. Ar,onl,qrr,avòg eínev. <Tí oóv zopè d,no},éocu,Oé)'er.g, 6oneg x,o,l róv Oeóv ro eíòolrcr &nó)rovro;>. 'H d1ío z\ounío eÌnev. <Ei

fioov Oeoi, oùx óger,l,ov &noL.éo0au>. Ar,ox,?,,qrr,avog épq. <'Eyó oe orlpreqovdnol,éotp xaxitE>>. Tóte èxé]reuoev QdBòoug ève1O{vor, x,ai ngooércrlev cúr{vèfeve10flvor, é[or {E nó}leoE, íva èrceí cùd1v dveltei oqoògcriE rr.parpíor,g.

9. KcOeo0eì,g oúv é Bo,oú.eùg ènl roú prjparog, èxél.euoev cúd1v ro0{-vdr rrQoE púou,yoE, ívo tcîg ódpòor,g dvar,qeOfr. Koì, iòoù é rúnr<ov oúd1vónell0óOq, { òè leiq criroù oo,qxívr1 ,&nétrr,er,vev Éog {E or;peqov ipégog. no,ì, òr,àroùro xéxl,r1rar, é rónoE éxelvoE Éog toù nagówog Aò púvoup xógveap,6 èotr,v'Enì qu oaqxíur1v yúqa. AÍnòg òè é Booú"eùg o1eòòv Oavórg ngooopí),qoev,[qqoE yevópevog, zai Èxgclev govfr preyú],g i,é1<ov. <<@eè Zeú, oóoóv u€).

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òè Zeùg xq,réneoev d,no t{g iòíog póoeog xoi ouvergíBq, zaì, oúòèv oúr(rèBo{Oqoev.'H òè dlia z\ouxÍ,a únoper.òr,úoo,oa einev. <flo.qoaror oe ó Oeóg oouZeùE úyr,{>. Ar,oz},qrr,o,vòg eÌnev' <Tí oóv, où òúvaoo,r úyli lru noufloar;>. .H à1ícrAouzío &nexgíO1' <'Eùv nloreúpg eiE rov Kúgr,óv pou 'Ir;oo0v Xqr,oróv, noq-oo oe úy{>. Ar,ox},qrr,cvòg &rexqíO1. <'Eav pe iúop, nr,oreúoo ro0òg lé1e6>."H óyío z\ouxícr Èqq' <'Eav nroreúogg, ncgolgflpla oog{o1>. Ar,ox}"rlrr,avoEdruengíOq' <fIóE nr,oreúo@;). 'H &yícr Aounio eînev. <Anórofor. roig eiòó?.or.g>.Arozl,qtnvòg eiruev' <...> uOù pú ool nwreúoor, òtórrcr roú Kuqíou pou 'Ir;ooú

Xgr,oroú, dnaror,òv rpulóv, òrórl núvrote rpeúoqg èyévou, xqi níorr.v oún È1er,g>.Ar,ozlrqtr,ovòg &nezgíOq' <Mà rov otougrrlOévro, èúv g,e i,óop, nr,oreúoro, óonegnoì ),,éyer,g>. 'H ó1ío z\oux,ia einev' <T,níorapar, dp dnúrqv oou, à?ti- èneó{ ròvèotougopévov óvópo,oog, nor,rloo perù oo0 Èl,eog, xcl ióoeraí oe é KúguóE pouxorò rqv níorr,v t{E òoú}'r1g cùroó>. Kol ncrqolg{po ióOq, x,ai èBóqoev qovfrpeyúl,p i 'éyov'<Eúlcrqroró oor,,0eè Ztú,órt ènoíqoóg p€ óyrq).xol oòv rú1er,ruol,l,(r ènoqeúero èni ròv vqòv roú Ar,óE. Kaì, iòoù È[críqvqg èyévero o€r,opospéycrE xcri èo1ioOq f1 yf,, ncl xqtenóO1 é vaóE, óore p{te },íOov èv d,nope[vcu.

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tì.to rlt. no{l àrnl,v: nrr0 ètnrv cocl. 9.r xtr0ro0ul,g; rrr0trrnflg crxl. 9.4 Aò prfvoupxdgvlr4n: Al l 'p,rtvrrt lpxrlQvrrr l l r t :od. r,1, lonrotefr l6: nrrrrrrr ' rnrgeorl, g.t I lú(r l l : Lttorrr,cod.q, l4 lr t ' rrrr;rrrr i rrdicavi 9. ró lr to11: l ,r [rpr corl .

1 | , \ t l r ) t ) l i l 5 5 l i l ( t A | ( ; t i t u l t N l A N ( ) ( l i l r ( ; ; l ; t . l l ) l . l {

apcìrto. [,] h'rt:c di I)io risplcttdcvl irt csso, urcntrc santu Lucia ctlr]t irr(rlvua pregarc. Allora I'crupio Diocleziano con voce terribile griclava dicc'd':<o rnaga, dov'è il nrio palazzo? Dove I'oro e l'argento? bove il r'io dioZeus? I)ov'è il dio Eracle? Dov'è il dio Ermes? Dov'è la dea Mincrva?Dov'è il mio dio Arpas? o lodevole pazienza degli dèi che ancora nonti hanno punito!>. Santa Lucia rispose: oSe fossero stati dawero degni dilode, avrebbero chiamato anche te ad andartene via appresso a loro>.Diocleziano disse: <Vuoi, dunque, che anche io muoia, .àrì co*. ,oroandate distrutre le statue degli dèi?>. Santa Lucia disse: <se fossero statidèi, non avrebbero dovuto perire>. Diocleziano disse: <Io oggi ti faròmorire in malo modo!>. ordinò, allora, di portare delle verghe ecomandò che Lucia venisse condotta fuori città, per farvela morire concrudeli tormenti.

L'urprRanoru .RDTNA Dr FUSTIGAR' LucrR, MA RTMANE pARALrzzATo.La sRNra Lo RISANA

g- Dunque I'imperatore, assiso sulla tribuna, diede I'ordine di fadadistendere per fusrigarla, in modo che morisse per i colpi di verga. Maecco che colui che doveva colpirla rimase piàtrificato, mentre la suamano rimase di carne fino ad oggi; e per questo quel luogo è chiamatofino al tempo presente Ad manum ,ornro*,cioè <Alla *"rrJdi carne>. Lostesso imperatore, allora, sperimentò quasi la morte, essendo rimastoparalizzato, e gridò a gta'' voce dicendo: <Dio Zeus, salvami!>. Ma Zeusera crollato dal suo piedistallo, si era frantumato e non poté offrirglialcun aiuto. Santa Lucia, allora, sorridendo disse: <Ti risani il tuo dioZe.os!r>- Diocleziano disse: <puoi tu, dunque, risanarmi?>. Santa Luciarispose: <Qualora tu creda nel Signore mio Gesù cristo, tr risaneròr.Diocleziano rispose: <Se mi guarisci, crederò come tu dici>. Santa Luciadisse: <Se crederai, subito sarai sarvato>. Diocreziano replicò: <rn chemodo crederò?>. Santa Lucia disse: <Rinnega gri idoli>. Diocleziano disse:<<Prima salvami e poi li rinnegherò>. santa Lucia replicò>: <Ma certo ionon ti crederò, persecutore del Signore mio Gesù cìisto, ingannatore dianime, perché sei sempre stato bugiardo e non hai fede>. l)ioclezianorispose: <Per il crocifisso, se mi guarirai, crederò come tu dici>. SantaLucia disse: <Io conosco il tuo traneno, ma dal momento che hai nomi-nato il crocifisso, avrò pietà di te e il Signore mio ti guarirà grazie allefede della sua serva). E subito fu guarito e a gran voce gridò dicendo:<Ti ringtazio, dio Zeus, perché mi hai risanato>, e si recava in tutta frettaal tempio di Zeus' Ma ecco che all'improwiso ci fu un gran terremoto,la terra si aprì e il tempio sprofondò, tanto che non rimaJe in piedi nep-

25

irv iixr|vrp t(r rdrnrp' rtlv òù f1 xrrrrlrxrlt'11 trtlt vtrtt{l xttvrrlvttql,trtv lqrrrtrtr[t ti-

pòoprlxovtc nd:vtfi. 'lòrìrv òtl ttillflr t5 flutn,Ir{rE, Èfltîrlotrv tolE iòf.tlr,E 'únqqét<ru5

iuéycov' <Anói'eto Zd:E 6 OeóE, x<rl ndrvtcg o[ 0tol, è[oi'.o0geÚ04oav>.

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ni,qgor0{vcu, nLoaqg tcrì, pol.Úpòou nal Qltívr;5' xol wgooétcfiev r]'{0og [ú].ov

ocoQeueqvqr négu[ toú i'épqtog, xoi èxé]'euoev r{v &licv Aouxiov lupvo0eiocrveig aùtòv èg,B1.r;0flvcu, nai èri tgelg fplégog xal ènl tgeÎE vÚxtcrg rogeox,eÚcoev

únoxsíeo0al. TTI òè tetógq1 ipéeS, f pèv gLòl ènqúoato, f1 òè dfcr toÚ @eoÚ

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Aronl.qtr,crvòE òè p{ ywóozov p1òè èaryvoùE tòv @eóv, éi'eyev tolg iòíor,E

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Tóre ènavel,OóweE oi únqgércu, d,vriyleli'crv tQ Boor,l.ei ndwo rù Qrlporo oúr{E.

Tóre Arozl.qrtqvòE Ètuntev tò ot{OoE oritoù léyov' <Oipor., nóoaE prcryeíoE

eigyúoato oúrq' tò òeop,otriqlov eig noropòv pr,erépcl.ev, xal aúq or)òèv

èpfúB1' tòv pcrotr.yóocrvrcr oùrùv &nel,í0trroev, èpè oútòv eig Oóvatov Ìi1o"1ev,

&1.1," é oeóg p,ou Zeùg kiostó ps' rov vaòv róv oeóv xqtooxeuoopévov èx i'í0ov

npitov xcl lguoíou èn 0epe)'íov zatonoO{vol naqeoxeúaoev, toÚ nuqoE

rr€ercyévsro, níoocrv xol pól,uBòov eig úòog petéBo).ev, Oeóv pol oúx Ècroev' ti

nor.rlool, oin{rogeg tflg nó}'eog;>. Kql èftétreuoev cr)d1v negr,e}r0elv d1v nói.r,v zai

pooovr.oO{vcu,.

rr. Ayopévr1E òè òlà {5 nó},,eo4, fri'eev èni oixiav &vògòg tuvòE }'e1opévou

Iepr,qvr,ovoú, 6E xcrl aùròE eí1ev èv ,[,n oixíg cr}toú iògupévs nire[ov í] tgr,o1íIuq'

òronóolo eíòol)"o,. 'Evóoql òè oóv òr,à {g oixícrg oútoú { úyíc Aouxía pletò

onouòflg Ìiyero, iòoù neguotega l,eux{ óoei, 1r,òv xoteqlopr,évr; èx toÚ oùga-

voú ènl rfiv zegal"{v toú lepqvr,avoú rqítov ròv tÚnov toÚ otaugoÚ ènoiloev.

ro.7 Èòóxr,pooóg pe ... dBylgr,ov: cf. Ps. ó5, ro ro'8 Ps.65, rz

9.23 xewqvoql,rov: xtvtrlvdgtutv cod.

1óv1 cod,

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lo.lo îid.r(o0QTo6: xúxougyog cod, Io.t2 1óvqtcr:

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l )urc u l l i r p ic t r : r i r r tpr r ' l l t rogo. l l tcr r rp io ( ' r ' i ì s t i r t ( ) t 'ost l t t i t t l ( ' ( )n r i ( ' t t t r ( 'u t -(luc: ccrìtcllîr i t l 'onr e rluutrdo I ' i trrpcrutorc viclc cltrc:lkl c:lìc crî i lvvcrìut(),grit lò ai suoi scrvi diccnclo: <ll dio Zeus è andato in rovina c tutti gli dòisono stati distrutti!>.

VaNo tsNrATrvo Dr FAR MoRTRE LucrR

ro. Arrivato, dunque, al carcere, ordinò che venisse portata una cal-claia di bronzo e che fosse riempita di pece, piombo e resina; e diedcordine di accumulare intorno ad essa una gran quantità di legna e di get-tarvi dentro Ltcia, dopo che la stessa fosse stata denudata, e la fece starcil fuoco per tre giorni e tre notti. Al quarto giorno la fìamma si spensc,rrra la santa serva di Dio Lucia non aveva subito alcun danno,anzi can-tava un salmo al Signore Dio dicendo: <Mi hai messo alla prova, o Dio,come il fuoco saggia I'argento. Ed ecco, siamo passati attraoerso il fuoco cI'acqua, ma tu ci traesti al refrigerio>. Ma Diocleziano, che non conosceva nériconosceva Dio, diceva ai suoi servitori: <Andate e pulite il luogo in cuidovrebbe essere stata arsa quella malvagia, affinché non resti neppure unaparticella di cenere del rogo del suo corpo e qualcuno, passando per quelluogo, la calpesti e diventi come lei>. Messisi in cammino i servitori, eccoche santa Lucia si fece incontro a loro e disse: <Andate dall'imperatore editegli: <Non rimanere inoperoso: è giunto, infatti, il momento dellafat\ca>>. I servitori, allora, tornarono indietro e riferirono alf imperatoretutto quanto aveva detto Lucia. Allora Diocleziano iniziò a battersi ilpetto dicendo: <Ahimè, quante magie ha compiuto costei! Ha trasfor-mato il carcete in fiume e non ha subito alcun danno; ha pietrificato chila colpiva, ha portato persino me in punto di morte, ma il mio dio Zeusmr ha salvato; ha fatto crollare dalle fondamenta il tempi.o degli dèicostruito con pietre preziose e oro, è scampata al fuoco, ha trasformatoin acqua pece e piombo, mi ha lasciato senza dèi. Che farò, abitanti dellacittà?>. Ordinò, allora, che fosse condotta in giro per la città e fosse sot-toposta a tortura.

CoNvERsroNr rr GBurNrRNo

rr. Mentre Lucia veniva condotta attraverso la città, giunse davantialla casa di un uomo di nome Geminiano, il quale teneva anche lui incasa propria pitì di tremiladuecento idoli. l\4entre, dunque, santa Luciavcniva trascinata in fretta per strada davanti la casa di costui, ecco chetrna colomba bianca conre la neve scendendo dal ciclo cliscgnò per tre

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<Xè Èyvov prltégc tflg <rlo-rvf,ou 1úgnog, flv por, ó Kúgr,og únéòer,[ev' ooú yoq

ncrgeqlopévr1g òrd, to0 nuiuóvog rfS èpfg oixí,o,g, otpvr,òí<oE oi òq0olpoi pou

&ve(210qocv xo[ iòov dyyei'ov @eo0 zareqlópevov Èx toú origovoú èv

éplordlpcru, regr,oregdE i'eux{g, xal &véB},erpo eiE tòv oriqavóv, xol íòov èxeívov

eiE óv éòer, pe nloreúoor.. N0v oóv lxeteú<rr oe rt,qrq toú criorviou xol d0qvótou

@eoú eig óv nloreúeug, einé por, rí èotr,v é Xglotóg>. 'H óyicr u\ouxío &rexgí0q'

<'O Xgr.oròE èotùv póg, [o1 xoì, &vóotcor,g' é nr,oreúorv eig oritov é1er, [o{vcrióvrcv>. 'O óyr.og lepqvravoE einev' <Oútog nloteúo eivor., xoOòg crúd1

pagrugeiE' óg,<oE òe, eíné por, riE èou,v é Xqr.otóg>. 'H dyio Aouxúq eínev' <Avògl

oovetQ, veúpcr óq0o)'proú ),"óyog &nqgqg,évoE èotív>. 'O úyr,og leplvr.ovò5 einev'

<IIó0ev por, oúveor.E dya0{ xcrù yvóor,E; flóOev pol xcgòicr {tor,poop,évq nqog

èníyvoor,v Kugíou toú @eoú;>. 'H ó1ía z\ounio dnexgí01' <Ei 0é)'er,g yvóvor, ríE

èorw é Xgroróg, vr]oteuoov &no t{g or]pegov Éog rgír1g ftpéqos, xol &nooréi'}.el

ó @eog ròv xcOo,qí(ovtú oe r(r ooBBótrg>. Koi èneréÀeoov vqoteí,av tgr,rlpeqov,

ouvúntoweE d,plqóteqor tfi vqoteíg ra ouweívovro fiQoE eúoéBer.av.

12. 'Hv òé u.g l,egeùg òvóplatt flqotdor,og porri(ov núvrog toÙg nr.-

oreúowog eiE ròv Kúqr.ov {póv 'Iqooúv Xgr.oróv' xol iòoù neql d1v péoqv t{g

vurròg 6qov, ciyye),.og Kugiou naqeléveto È1ov èv { lerqi o,titoú otéqcrvov,

xc,i firl-roto aúroú )'éyov' <flgotóorc, èyeq0eig nogeúou ènL rò òeqr,oltr]gr,ov tò

Kc,nerol.íou, xol xoOogwov èxeivov tov ó[ 6]'qg t{E lr,crgòí,ag èxflroúwó pe>.

Tirúta &noúoag é &yr.og flqotóor,og yéyovev élunvog oùv laqQ peyd)'f iivOer

yaq fl 1óg',g rflg óy.ooúqg aútoú, zaì, onouòoiroE &nt'1er, eiE to òeoptorrigr,ov.

Ilogoyevopévou òè aúroú ènl d1v núiqv toú òeop,totqgíou, nóvtcr tcr xl,eí0go

roú òeoplorrrlqíou ouvetgíBqoov, zol tù Oepeirr,c aùtoú èosl,eúO1oov, xoì, góg

@eoú ngoewogeúeto toú &yiou ùvògóg, r,al èyévero eú<rròio &gopattov no-

i,udpov xol rqyt1 úòotog &veB}.uoev. 'O óyr,og o6v toú @eoú flqotóor,oE

èreré?'eoev tù fig eùoeBeúog puom]gr,cr, r,tol ÈBóntr.oev aùtóv' rlu,vr, po,nrlo0évtr,

f1 úyio Aouxiq prltnq &rrò roú Bo,ntíopotog dveòeú1Oq, xcrl digficrwo eivot èv

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l A l t . l , \ \ l r ) l r l i t l i s i l t r l A | ( i t l M t t . J l A N r ) ( f t r l r ; . t . t . l l )

vt l l tc i l scgt to t lc l l l r t : ro t : t : su l la tcst l t l i ( lcnr in iauo. Al loru ( ìgrr r i r r i r r r r6volse lo sguarclo vcrso il cicrlo e vidc le porte del cielo apcrtc c prcìpa-ratcl il trono di l)io. A quel punto, abbandonate case, oro, argentr>, servie serve, attraversò di corsa la piazza della città e raggiunse il luogo dovesanta Lucia veniva torrurata. Giunto lì, si gettò ai piedi di santa Luciagridando e dicendo: <Ti ho riconosciuto come madre della gtazia eterna,che Dio mi ha mostraro. Infatti, mentre tu passavi davanti alle porte dicasa mia, all'improwiso i mrei occhi si sono aperti e ho visto un angelodi Dio che scendeva dal cielo nelle sembianze di una colomba bianca, hoguardato in direzione del cielo e ho visto colui nel quale era necessarioche io credessi. Ora ti imploro, dunque, nel nome del Dio eterno eimmortale, nel quale tu credi: dimmi cos'è Cristo)). Santa Lucia rispose:<cristo è luce, vita e resurrezione: chi crede in Lui, ha la vita eterno. Ilsanto Geminiano disse: <così io credo che sia, come testimoni tu stessa.Tuttavia, dimmi chi è cristoD. santa Lucia disse: <per un uomo dotato disenno un cenno degli occhi equivale ad un discorso compiuto>. Il santoGeminiano disse: <Da dove posso ottenere intelletto buono e cono-scenza? Da dove un cuore pronto per conoscere il Signore Dio?>. SantaLucia rispose: <Se vuoi sapere chi è Cristo, digiuna da oggi per tre giornie Dio sabato ti manderà chi ti purificherò. E per tre giorni digiunarono,aggiungendo entrambi al digiuno le pratiche della pietà.

Ir sRcsRDots PRorRSro, pER rspIRAZroNE DIVINA, BNrrEzzA GniuINraNo

rz. c'era un sacerdote di nome Protasio che battezzava tutti coloroche credevano nel Signore nostro Gesù cristo. Ed ecco che a mezzanotteun angelo del Signore giunse da lui tenendo in mano una corona e lotoccò dicendo: <Protasio, svegliati e recari al carcere del Campidoglio epurifica colui che mi cerca con tutto il cuore>. Udite queste parole, ilsanto Protasio si risvegliò in preda ad una grande gioia: splendeva, infatti,la grazia della sua santità e in tutta fretta andò al carcere. Arrivato davantialla porta del carcere, tutti i chiavistelli si ruppero e le fondamenta furonoscosse, mentre una luce mandata da Dio precedeva il santo uomo; e sipercepì un odore soave di aromi preziosi e una sorgente d,acqua zam-pillò. I santo di Dio Protasio, quindi, portò a compimenro i santi riti elo battezzò. Santa Lucia dal momento del battesimo divenne madre percolui che era stato battezzato e iniziarono a diventare un solo soirito eun'anima sola in Cristo, portando avantila stessa lotta per Cristo.

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l . ì. Mrtrl r\rr lUl,t l lv i l l t l l0(tv, ir i ivolr,oq Ar,oxì,1111,11yi1q fÌxriÀ,nrrl iv rìr 'v 1r,úrx1r r, i iqùy<ru(iq 6tor,;r,rur0'|]'vru rrùtíir 0grivov x(rl, 7,((r0l,o(rq ùnì rtrir òr,<rl3o},r,xrrii Oprivorr,fiQooértrEcv tdlv <iyi,rrv Arrtrnirtv tlvrírnr,ov rrirnrtt nrrerrrrrt'lvru,. llgtxxrlOrií,tlr1q òÈaritflg, pero polvqE gqr?{r'ilg tiínrv nqrirq rrulr';v. <'l'í, òuì rtxxrÍrrou XQd)vou neeúrfig iòícg èBoui'eúoo otrrr1QioE;). 'H úyiu Aouri<r, rlouírnu xol oùòèv rl,nezpívcrto.Ilqog Íiv nól.r,v é &oeB1g Ar,oxl.ltr,o,vog elnev. <'H tfl dtner,Oeig òeòou),topévq, rièBoul.eúoto neqì, dlv iòíov ooxqgicrv;>. Tóre é óyr.oE lepqvr,ovóg, oùv aúrffèxBl"l0elg èx toú òeoplotrlqíou, nolrlocg ròv rúnov roù otougoú roú Xgroroùxcrì, rov 0ógaro rflg níoreog neqr.loroúpevog, fivor,lev rò orópo oútoú l,é1<ov'<'O roîg èvéògatg roú òr.oBól"ou teruqopévog nqì, èv oxórer ?.rcrì, oltq Oavótou?{ororl.cóv, óE oùz È1er.g qgowíòo otoqgiog, tí negì, t{g ooqgioE róv è1ówovorotrlgiov ègeuvdg; "Ev0ev f d,qqooúq oou xo,ì { túq},<oor.g t{g xo,gòio,g oouywóoreror, óg oúrog doepóg zcri d,pgóvory l.ol.eîE. zùv écutòv oùz oiolúv1;'HpreIE yaq Xor{ga È1opev, oÚfroE to o<rrulglov negì, flpdg èorì.v òr,ono,wóg. d,nòooú òè g,oxgàv néqeuy€v f ooqgíc. oùòe 1àg òúvaro,r. góE @eoú zcrolzeîvèv oxoríq, oúòè eiòo},otrórgor, òúvowau petc tóv ì,otgeuóvtorv te Xqr,ot(ll,oyr,o0{vou. Aror,}"qrr,ovòg eínev' <Tíg oe è1ógr.oev dno rfrg ,&yónqg róv Oeóv,ré%vov;>. Ietrqvr.o,vòE dnexqíO4' <M4 l.eye Oeóv, &),ì.à òcrr.póvov. òaí1.roveE yúqeior.v oi 0eoi óp,óv, dnol,éoor pèv òuvó;revor., l.urgóoaoOar, òe pl io1úoweg. Kalyàg 'tlvo pó0îS, ópotóg oor. d,nol,ol.òE ipîv, xcrl roîE yl,unrotE ì,crrqeúov. xcri èvrQ nqooeyliler,v pe rfr &ntol,eig, ècprorioO4v òlo róv ngooeulóv rflg nveuplo,rr.nflgpou pqtqóg, fiv por, é Kúqr.og 'Iqooúg Xglotòg èòogrlooto, fiouvog oúq fiv fieú1t1, 6nog pI póvî dno t{g [o{E raúqE rrQoE rov ènougóvr,ov @eòv nogeuOfi,d],,},'íva 14oì, xdQfiòv ènlr1òercv nol"ùv negr,nor,qoapévq, xol cÍl.l.r1v rpul{v re@e(r to,ig legolv aúr{g nqoocyúyn, òriflg èyò ènéyv<ov tòv Kúqr,óv pou'IqooùvXgrorov eívol @eòv fóvtc xal òl.r1Or.vóv>.

r.4. Tirúro, d,noúocg Ar,onl.qtr.crvòg ÈBqu[ev óg ].eov, xai èxé].euoev oùtoùgeig oxotetvòv òeopotrjgr,ov èplpl,q0{vcu,, zc,i trlera raúra tiqlcto ncrwoíar.Exononomîv Booúvor,g. Tóre é &yr,og le;.r,qvr,avòg ngòE rlv óyíav r\ouzío,v Èqq.<'Q úyr,otórq púrlS, llrl ntoqOfrg èv roózcrrg roig po,oúvor,g, íva yvóolv oi roigòoí1,r,oor.v ),orgeúovreg, 6tr. xarù tòv òoú)lov toú @eoú oóòèv io1úer, Bóocrvogoúróv>. Tcúro dzoúoooo { &yío z\ounio qr}1ogíotqoev re Kuqíe }"é1ouoa.

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t3. t . t i t t t r tòv: 0otr tóv t ot l . t3,14 otut l lptov: r r1 ( t r t rx l , ) sr tpr l l ineart r cor l . | ì . t j ( r ( r ì î r l -ght : r r ( ' r r r l )pr r 'or l . t .1. t l l t12 yr tq r , l r r rv: yr \q rhr l ,v tot l t_1. . r t ngrxrely i , l r rv : n1ror, .y cod.

25

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13. l)oprl trc gi.rrri I 'c:urpir> l)ioclczilno ordinò chc gli si ulk'stis-sc un trollo iu rrrczzo alla piazza e sedendo su quel tr<>no diabolic:oconrandò che santa Lucia venisse in sua presenza. Dopo che costci fucondotta da lui, con voce terribile le disse: <cosa hai deciso durantertutto questo tempo riguardo alla tua salvezza?>. santa Lucia taceva e nonrispose nulla. Nuovamente I'empio Diocleziano le disse: <schiava delladisubbidienza, cosa hai deciso riguardo alla tua safvezza?>.A quel puntoil santo Geminiano, che era stato condotto fuori dal carcere insreme alei, fatto il segno della croce di cristo e cintosi deila conzza della fede,aprì la bocca e disse: <Tu che hai la visra annebbiata dagli agguati del dia-volo e vivi nell'oscurità e all'ombra della morte, dal momento che nonti curi della tua selvezza, come puoi indagare sulla salvezza di chi la pos-siede? Da questo si riconosce la tua stoltezza e I'accecamento del tuocuore, dal fatto che parli in modo così empio e stolto. E non ti vergognidi te stesso? Noi, infatti, abbiamo un Salvatore, la cui azione salvifica neinostri confronti dura in eterno, mentre da te la salvezza è fuggita lon-tano: la luce di Dio, infatti, non può risiedere nelle tenebre, né gli idola-tri possono essere annoveruti fra coloro che adorano cristo>. Dioclezianodisse: <Chi ti ha allontanato dall'amore per gli dèi, figlio?>. Geminianorispose: <Non dall'amore di dèi, ma di demoni; demoni, infatti, sono ivostri dèi: sono in grado di condurre alla rovina, ma non possono pro-curare la salvezza. Infatti, perché tu lo sappia, io ero simile a te ed eroperduto, venerando delle statue; ma quando ero ormai vicino alla fine, fuiilluminato grazie il7e preghiere della mia madre spirituale, che il SignoreGesù cristo mi ha concesso in dono, la cui preghiera era questa, di nonpartire da questa terra per il Dio dei cieli da sola, ma, dopd avere rac-colto un abbondante e idoneo frutto, portare con le sue rnani ancheun'altra anjma al Signore Dio. Grazie a lei ho riconosciuto che il Signoremio Gesù Cristo è Dio vivo e vero)).

FrNE or DrocrrzrnNo

14. Diocleziano, ascoltato questo discorso, si mise a ruggire come unleone e ordinò che essi fossero gettati in un carcere oscuro, e dopo di ciòcominciò a torturarli con svariati tormenti. Allora il santo Geminianodisse a santa Lucia: <Santissima madre, non temere queste torture, affìn-ché sappiano coloro che venerano i demoni che la loro tortura non haalcun potere contro chi è servo di Dio>. udite queste parole, santa Lucia

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15. Mqvi òè rQ tqítrp petà rlv ònó)'er,av Aroz),r1tr.crvoi, óvqg t{E ànro}.eíaE

òvópcrr, flugqonóyaw, è)'.0òv &nò llcrpcputrícrE eig'Pópqv, èzéIeuoev ècrurQ Év rQpeorp t{g &yogdE fuor4-r,co0{vo,r, 0qóvov' xci xoOíoog èni toú BrlpotoE, èxé},euoev

tòv xrlguxa, x1qú[,ar. À,é1ovtc' <flóvreg oi ],ool nol nówa tà é0vr1, è],0óweg

ngooxuv{oore roùE oúronqórogoE 0eoùg toùg oólovtcg tòv zóopov, òr,'óv é

xóopog &v0ei>. Tóre { &,yía Aourícr oùv rQ u.prortórrg aút{g uiQ lepqvr,av(r, òv

&nò roú pcrndoporog ,&vcròéfaro, ènr.Oupoúoo ènì, ro Bqcpeiov è).Oeîv ro0pogtuqíou, roúta, &,xoúooocr, Èòqopev oùv aórQ òr.o r{E ni"ateícrg tflE nó},e<oE

éog roú rónou roú lelopévou A.crtegóvqg, ori poxqàv ówog ,ù,nò toú tónou èv fixoténerwo rù óyr,o ),,eírpavo tóv pcrgtúgov'Ioówou zol lloúì,ou,óvtr,volv { &yía

z\oozí.o dlv òròofiv ei1ev. 'EI0óvreE òè eiE tòv ngoer.qrlpÉvov tónov, iigficrwo

ruegÉq1eoOo,r. òla tflg nl"cneíog rflg nóÀetoE BoóweE xol l.éyoweE' <Tà eíòú.a

útu é?vdtv àqyúqrcv xaì ypuoíov, éqya yeq6u àu9pónon' orópa iyouotu xaì

oú ).alrioouout, òE1ú'poùE 'éyouotv xaì oùx ótpowa; ?ora éyouotu xaì oòx

àxoúoot,tat^ "Opotot aitrÚv yévoutat oí notoúvtq aúrà xaì nóvrtg oí nenoúó-

rcg éafaúroí.g>. Taúro òxoúocrE ó fluqgonó1ov, èxél.euoev ar3roùg xotà tóv

où1évov túnreoOor., l,é1ov o,úroiE' <Ar,qtí B)'oopqpelte toùg 0eoùg toÙg ncrv-

tonqo,roqog, roùg [o{v úpiv logqyoúvroE;). 'O óyroE lepqvr,ovòg &rexqiOr1'

15.rz-16 Ps. rr3, rz-t4, 16 (ubi pro crritdrv yévtovtor legitur <rrlroîE yóvtxvto)

t4.7 eù{ionlc: si t : cod., cf. Nrts' t t , t*At,arun, Not, l t l t ' l i ' r | i l i lúttun, ()rutr ù lr t f i t tc, r1-rp.t:r i t . rrd l ,c..r . r4 r.J. ló (r i l roTc ex trùtt lc ipse l i l rr :rr irrs torr.

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r iugrr rz i i r i l S igrrorc t l i t . ' r r tkr : <<() lor i t r t i l l ' , i l1o l t i d t l i t l ) io t l t t t t ' in t . ' r r r t ,

, ry l i uomini l t lu t tuol rn^- , r ( l i l ) io) , pcr t ' l r i ' . rg l i u l t i r r r i c :< l r tc* lc l r t r 'ono-sccuz:t clol lruon (:()nsigli(), pcrché coklro chc erauo ritcrruri st()lt i ()r:t

sono saggi. Vicni, cluncluc, ora iu lìostro aiuto e invia ulr tu() ;ìngclo îfortificarci, o Dio clel cielo e della terra)). E quando la preghicra fu rrlti-mata, ecco che un angelo del Signore apparve in mezzo a loro e pose suiloro capi delle corone dicendo: <Sono già pronte per voi le portc delcielo, in modo che entriate in paradiso, come il Signore vi ha annun-ciato>. Allora I'imperatore Diocleziano, accecato dal diavolo, lasciò la cittàdi Roma in direzione del Mare di Galazia, ma giunto presso il fiur-nechiamato Tevere ed entrato in esso, per giudizio di Dio morì dentro ilfiume insieme a tutto il suo seguito. Coloro che annegarono con luierano in tutto milletrecentoquarantasei. Questo awenimento fece cre-scere la paura a Roma e tutti i Romani veneravano santa Lucia insiemeal santo Geminiano.

PrRropocoNE pRosEGUE LA pERSECUZToNE. SUA scoNFITTA

15. Tie mesi dopo la fine di Diocleziano, un uomo di perdizione, dinome Pirropogone, giunto dalla Panfilia a Roma, ordinò che gli si pre-parasse un trono al centro delTa piazza e sedutosi sulla tribuna ordinò chel'araldo diffondesse il seguente annuncio: <Uomini tutti e genti tutte,venite ad adorare gli dèi onnipotenti che salvano il mondo, grazie aiquali il mondo prospera). Allora santa Lucia con il venerabile figlio suoGeminiano, che lei aveva accolto da quando era stato battezzato, deside-rosa di ottenere il premio del martirio, avendo ascoltato I'annuncio, attra-versò di corsa la piazza della città fino al luogo chiamato Laterano, chenon dista molto dal luogo in cui erano custodite le spogliè dei martiri

Giovanni e Paolo, dai quali Lucia era stata arnmaestrata. Giunti nel sud-detto luogo, cominciarono ad andare intorno alla piazza della città gri-

dando e dicendo: <Cli ídoli delle genti sono argento e oro, opera delle marti dcl-I'uomo. Hanno la bocca e non parlano, hanno gli occhi ma non uedonq hanno leorecchie ma non sentono. Diuentino come loro coloro che li fabbricano e tutti quúli

che credono in essi>>. Pirropogone, sentito questo discorso, comandò chcfossero bastonati sulle spalle, dicendo loro: <Perché bestemmiate gli cleìi

onnipotenti, che vi concedono la vita?>. Il santo Gerniniano rispose: <Tu

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fluqgonóy<ov Èrél"euoev éoure óruozóro rflE órpiòog roú cpógou érolpooOfivor,Ogóvov' noù xc0íoag èni roù òr,crpol.r,zo0 0góvou Èv te prlpcrr,, toug &yúoug roú@eoú nqooérafiev ngoool0fivcu oírr.veE naqoor<iweg èvónrov aùroú perù gtrlvÍSqqr.zr{g elnqv' <"eJ uiè roú òr,oBór.ou, zorà rívoE r.,úto. v,c\adoxeu<i[er.g;>. Kal

16. Eyévero òè pera èvr,aoròv Éva èl"Oeiv ngòE cúroòg réooo,qag dyyeiroug,è[ óv, òúo trrèv rflg ó1íoE z\ouzí'g, òúo òè toù óyíou letrrr;vr,ovoù ènr,].cBópevor,,peréorr;oov oúroùE èv )lzel.ig eig óqog xol.oúpevov Tougopr,évr,ov. Anore0év_teg òè èneî úrco róv &yyél.orv o[, óyr,or roú @eoù, rrlv éòov flyvóouv òrifrgaoqeuOóolv' dv òè ro òqog roú Taugopeviou rqa,1ù xoi oi l,í0or, arlroú nóvuóleiE. Tòóweg oóv oi óyror, toù @eoú, é4crfio,v ,rQoE Kúqr,ov i,éyoweg. <Kúqr.e é@eog é novrorqúrorg, où yevoú Qúoqg {póv, xcì, po{0qoov f1pív òr,* tò óvop<íoou, Ívc 1t'\ eínaotu tà i0ur1' Iroú èorìv ó @eòg anirdtu>>. Kar iòoò nol,l,óvOecrrgoúvrorv, ciylel,oE Kugíou zsrel,0òv èx roú oúq'voú, éòriyer, oúroùE ),,éyov.<{H óòòg tdtv òmaíart eò1eîó èwtu, f1 eíBog aúróv &oípq èotív>.'ore òe

17. Tn òè è[r1g {peqg &ndgovreg dnò A}.lor.vóv, d}.0ov énl ròv norcr_pov tòv )te1ópevov Vúpqtov, ivòor,E ic,wouo,gíor.E. x,o,l r|ógov ròv norapòvn?r"qpp,ugoúvro ncl perà nol,l,oú iilou Qéovrc eiE rlv 0dl,aooav, r,o,i orlx

t6 .8 Ps . r r3 , ro ló . ro c f . I s .26 ,7

I S. I 9 finvîQor{Qrltoqdg rrlln,v: ncvtgoxqtttogcg cft llv corl.<:rttl. irol,;t; irnl,v: lttrl,prl órnrv t:ocl.

tó,ro rfr(JeJrl ètnrv: uri0r,lrr i,rnrv

t A l t . t , l , s l ( ) t ) t ì t l i s t U ( 1 ^ t i ( ; t l M t N t A N l ( ) ( l , l t ( ; 2 2 4 t ) | 3 . 5

hai detto che i tuoi dèi sono onnipotenti. Rendano anche te, allora,uguale ad essi, affinché anche tu diventi di pietra insieme a loro e lagloria del Signore nostro Gesù cristo risplenJa per avere condannaro ree i tuoi dèi a rimanere nelle renebre, perché il Dio dei cristiani è porenree non esiste altro dio all'infuori di Lui>. Allora pirropogone ordinò chegli si preparasse un trono sotto la volta der Foro ., dopolrr.rsi seduto suquel diabolico trono sulla tribuna, ordinò che fossero condotti i santi diDio' Essi, fermatisi davanti a lui, dissero con voce terribile: <o figlio deldiavolo, contro chi prepari tali cose?>. euando ebbero pronunciatequeste parole, si verificò un improwiso terremoto: parte della città fuscossa, crollò la volta del Foro, sorto il quale era stato allestito il tribunaledel diavolo, e colpì Pirropogone e quaranta carnefici. I santi di Dio.invece, rimasero incolumi.

MrnRcoroso TRASFERTMENIo tN Srcttn

16. Dopo un anno giunsero da loro quattro angeli, dei quali duesollevarono santa Lucia, due il santo Geminiano, . ri tr"rporàrono inSicilia sul monte chiamato Taormina. Depositati lì dagli

"rrg.li, i santi di

Dio non conoscevano la strada per la quale incamminarsi; infatti ilmonte di Taormina era aspro e le sue rocce molto ^gtrzze.Veduto ciò,dunque, i santi di Dio gridarono rivolti ar Signore: uSìgnore Dio onni-potente, salvaci e aiutaci nel tuo nome, affinché non dicino le genti: Dou,èil Dio loro?>. Ed ecco che, sotto lo sguardo di molte p..rorr"],r' angelodel Signore sceso dai cielo li guidava dicendo: <Ia via dei giusti è diriia, ílloro cammino è agevole>. Dopo che furono portati giù dar, monte dalapoteruza angelica, giunsero nel distretto chiamato Alisino e furono accolticon grande onore da un uomo di nome Eucarpione. La fiflia di costuiera tormentata da uno spirito impuro da diciotto anni. Nel momcnto incui i santi di Dio Lucia e Gerniniano entrarono in casa sua, il diav.l<>andava gridando e diceva: <o incendio eterno, perché mi perscguiti?>.Subito santa Lucia cacciò all'isranre lo spirito implro e la fi$ìa di Er.rcar-pione fu guarita.

AlRlvo a MnruoorR.Arrnr ESoRCrsMr

17. Il giorno successivo, partiti dal (disrrerto) di Alisa, giunsero prcssoil fiume chiamato Simeto alle idi di gennaio e trovarono il fiur'c inpiena e che scorreva verso il mare con gran frastuono: non eran. in

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flòúvovto negoOflvo,r, xo,ì, èxÉxgo[ov nqòE Kúqmv i'élovteE' <"O Quoóg'evog év

q1 QóBòrg t{v xirqgovopicrv oou, fiv òeòolxcrg M<oÙoei t(l 0eqónovtí oou, ívcr òlò

tflE òuvtipeo5 oùrflE òucxórp1 tlv'Equopùv @<íi'crsoctv, xoi èIeuoegóo11 toùE

ui.oùg Togo{}. èx 1{E Aiyúntou èlt 1eqòg òouiueí'ag, xcrì {pdg QÚoor' toùE

òoúi.oug oou nal éò{^ytloov ftp,dg eig tónov eùógeolóv ool, íva ènln}'q0fr

tò óvopó oou rò ó1r,ov èrt'oritóv>. Kal rcrgalgflpa tò Úòog tò oqoògóg

zo,reqlópevov eíg d1v Oúl,oooqv éncruocrto qS égpig qùroÚ, xol òlfl)'Oov

o.r, &yr.ol toú @eoù nequncrroúvreE èni róv úòorov óE ènl nétqag xal nogalé-

vowo eiE tónov x,al.oÚpevov M4vòÚl.clE. 'Hv òè é tónog róv Mqvòul'óv

neni,rlgcopévog nveupúrrov &zo0ógrorv, zoi Èxga(ov rà òo,lpóvr,o &nò rÓv

òpéov Èxeívtov l.éyowo' <Tò réÀog fpóv Èp0aoev' Avalolqrioopev dnò

nqooónou tóv ó"1íov róv èvraÚocr únò @eoÚ ùnootal"éwov>' TqÚfo dftoú-

oovrsg oi d^yr.or, toú @eoú, pig épovoig xoì, èvi nveÚpo'tt', ngooqúfovto tQ

@eQ qoveqóoor, o,útoiE ei er3ógeoróv èotr,v orlroÚ é tónoE èxe1voE' Koì' povrl

drò roú oùpovoú {xoúo04 },.é1ouoc. <'EwoÚoci èorr.v f| xotoixtlolg ópóv.'Ewoú04 xataoxqvóocne eiE toùE aióvclg. Kal Bepar'ooévreg ónò roÚ @eoÚ'

èotrloov èv oútQ rQ tónrg, noi iiqfcrvto èqyú[eoOclr 0qupóor.cr nqtà tò eior0og

a,úroig' &o0eveig ióvro, rup)roòg Ègórr.[ov, ndoav vóoov òr'à tflE ngooeulflg

oùróv &neòí,onov.

18. Tcrúrq, &ltoúocE Anoqgóor,og ènoqeÚOr1 dnò Kotóvr1g ek Mlvòú-

),ag, lvcr trr,ó01 noíg ré1v1 eiqyó[owo tà Oaupóor'o toÚ @eoÚ o[ óyr'or"

floqcrlevópevoE oóv òr,eqeÚvqoev énoicr frv f &vaotgogl oótóv' Tóte núvteE

oi ocooévteg òr.'sútóv èBóqoav ptovfi píg l.éloweg' <Tfl tóv doéov àoeBeíq

oòx éleotrv tlv róv &yiov eùoéBerov èferúler,v ii ègeuvdv>. "oneq dzoÚoog

Anoqgóor,og èxéireuoev toiE iòíor,g únqgétcrr'5, ónog rlv folv oùtóv or'òr1q<g

re),eróqooLv. "Ote òè dnetp{0r1ocv tòg xeqo'i'óE, è[oiqqg èqóq &yye]'oE

Kugíou, èn1écov ènl tà oóparo oútóv cpr,ól,qv nen)'1gopévqv &'golptút<ov' "Hoctv

òè cívòqeg zol "luvo,ixeg oi pogtugriooweg tòv dgr'Opòv épòoptlxovta èwéc'

ènwel.eircrr, òè f d01,1oa C[ùróv 1vòor,E oenteg'Bgiou' 'H òè &1úo toÚ @eoÚ

z\oux,ícr qrilagíoqoev rQ Kuqup flpóv'IqooÚ XgumQ"Enoveglopévou òè toÚ

Anoqgcroiou, é ihnoE qùtoú dfiò toÚ òupól,ou ouvcrgncrooeí6, éqqtrpev éoutòv

:r7.4-7 |QuodpevoE ... òoutreiag: cf. Ex. 14, rJ-3I , 17'ro-rl òl(?tOov "' nétqaE: cf' Mt'

r4,2s r7.rg xolts,ol1'\vóoate ... alóvcg: cf. z Chron' ó, z

r7.4 ,feQdoîvor,: negoo{vcr, r:od. t7,6 ònxórp1: ónnórpel cod, . à}*au(kgdrc4: À},rnr0tq<iroer,

.óa. ì7,iff t*uòet àorr,v: èwa08a amlv cod. r8,ó (lr)t(Dv: oùtd c6d. tll.ll qrr,rilrrlv:

Er,cl{v *rtl.

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grado di attraversarlo e rivolti al Siglore gridarono: <Tu che hai salvattr

l" t,r" discendenza con la verga che hai dato a Mosè, affinché con la

potenza di essa aprisse il Mar Rosso e liberasse i figli di Israele dalla lorcr

condizione di schiavi in terra d'Egitto, salva anche noi, tuoi servi, e gui-

daci in un luogo a te gradito, in modo che ii tuo nome santo venga

invocato in esso>. E subito l'acqua, che con violenza si riversava in mare,

placò il suo impeto e i santi di Dio passarono camminando sulle acque^.o-.

,. queste fossero pietra e arrivarono nel luogo chiamato Mendola.

Il sito di Mendola era pieno di spiriti impuri e i demoni gridavano da

quelle montagne, dicendo: <È giunta la nostra fine. Allontaniamoci dalla

vista dei santi mandati qui da Dio>. Udite queste parole i santi di Dio, in

totale concordia e con un solo spirito, pregarono Dio di rivelare loro se

quel luogo gli era gradito. E si udì una voce dal cielo che diceva: <Qui

,ì ,rorr" la vostra dimora. Fissatela qui per sempre). Così rassicurati da

Dio, rimasero proprio in quel luogo e cominciarono ad operare prodigi'

secondo il loro costume: guarivano malati, ridavano la vista ai ciechi,

facevano cessare ogni malattia con la loro preghiera'

Alruvo E MoRTE lt APornaslo

rg. Avendo sentito parlare di questi awenimenti, Apofrasio si mise

in camrnino da Catania in direzione di Mendola' per sapere in virtù di

quale arte i santi di Dio operavano i loro miracoli' Una volta giunto,

.hi.r. quale fosse la loro condotta di vita. Allora tutti coloro che erano

stati salvati dai santi all'unisono gridarono: <Non è lecito agli atei enrpi

esaminare o fare domande sulla pietà dei santi>. Udita questa risposta,

Apofrasio ordinò ai suoi servitori di metterli a morte. Quando furono

decapitati, all,improwiso apparve un angelo del Signore e versò sui loro

.orpi il contenuto di una fiala colma di aromi. Coloro che subirono il

maitirio, tra uomini e donne, erano in tutto settantanove; il loro nrarti-

rio è commemorato alle idi di settembre. La santa di Dio Lucia ringra-

ziò il Signore nostro Gesù Cristo. Mentre Apofrasio tornave indictro, il

,rro .".r"11o, rapito dal diavolo, andò a schiantarsi contro una ruPe e fìno

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xorù fiÍire(rq zrrl. rvùòù rir rrtÌr1rc rrùr<rtr Èrprlvrl frrrrq rflq (n'lFrìeov f1p,r!prrq. Krrìè[r1],0ev ri qúfrn cútoú ciE 6]"qv t4v Xlxe].f,<rv.

19. fvoo0évtoE òè roúrou t(r Meycroiq te ncrtgì, flaolaoíou roúúnctuxoú, oútoE nl.qoOelg do1Érou ògy{g nogeléveto d,aò Xuqcrxouoí<rrv eigMqvòú},'oE''E1,0òv òè iig[oro pc,oóvoug ncrgoox,eucílerv rorà róv óyítov roú@eoú òoúi,'tov. 'Iòoúoa òè f óyía Aounía rò pgúcrypo róv Baoóvov xai,rtoqOeloo, èquyev oùv te ó1írp repr4vuave xol oúx eî1ov roú écuroùE&nozgúriroouv' zqi d,vsorévc[ev f óyíc Aouzío ngòE Kúqr,ov, xoi iòoùoíqvr,òío,E rò péoov roú ógouE òr,eo1ío04 nal dnéxgurfev roùg dyíoug roú @eoúènl rgeîE ftpÉSoE zcri vúnrog ra€G.Tfl òè rerógq1 {péqg èyevero zoúocov péyog,zcl ò*pr]ococ f ùyío Aounía qú[ato, xol èz roo ;réoou roú òr,agqoyévroE óqougn4y1 úòcrog ngo{},Oev 60ev oi dyr,or, énr.ov. frv òè é rónoE a,ùpr1gòg zol úòogèv aúrQ où1 qógíorcro. Mercr òè to n.eiv c,ùroúE, nqooqúfoto { &{c z\ouxicMlouoc' <'O èv dq1fr rov oùqavòv zcl qv yqv re Q{patí oou ouotqoópevog, é&nò toú nql,oú r{E y{E rov d,vOgonov nirúocE nol nveúpo lo{E èpguorlocEotit(r, oè izeteúco, Kúgr,e, ngóoòe[ar. rrlv q,u1úv pou dnò riS EoliS raúrr1Extvòuveúouoov' xol éòriyqoóv pre ènl ròv ir.r,péva r{g citovíoo Eoliso. Kai perà tònl,qgóoor, d;v erilr;v eig òó[ov roù Kugíou fpóv

,Iqooú Xproroú, dnéòoxev ronveúpo.'Iòòv òè é dyr,og repr;vr,a,vòg, peré0qxev crúqv dnò toú rónou èxeivou&sl oúr, {òúvato criqv rapqv ncgcòoúvcr.. 'Epú},,cr[ev oóv rò d,yr,ov eùr{El.eírpavov ÉtoE r{g rgíqE fipéqcrE. Tfr òè rerúqr1 {pégg óveg1ópevoE dnò roúo1úoploroE ro0 ógouE, é óyr.og lepqvuo,vòE èv oùre te orol"lirg to0 o1Í.opo,roE únòè10qoú aogcxc0qpévou aúró0r,líqel dry zepal.{v d,norpq0eúE, fiv èvOóòe (où1vèrel,eirrroev, xql dvtoOev zórro 60ev d,véBa,r,vev, xcrléneoev rò &yr.ov oúroúireír1ravov.

20. AvolcogrloovroE òè roú rgóoawog crúróv, ncgeglopévq yuv{ tr,Eòvópcrrr, Mrí[ryc lgr,orr,ov{ },i*v, flmg úr{q1ev dnò èp*ogíou i,eyopévourlrÎv0r,óòog, xci òop{E eúcoòicrg óopqcvOeîoo, Ìigfaro Égeuvdv nógev cútq fòop{ dvoòiòotcu {r4 yvóoc,oc xcrl xoreirOotoc eiE rò 1óopc roú 6gouE, qúpevèxeí ra dyr,c ?'eírpcvc. xcrl óvoífiaoq rò oxeúog èv ó tà [4,]óruc aút{g, xcrlètBcl,oúoc { cùr{ xugíc M<i[r4-la ncivro ròv itrrcru.opòv ócut{E ròv noi,,urelfl,èverapúooev ra &yua oùróv l,eír1rcva. Kol iòoù cíyyel,ou, zcreirOóvreg èz roúoúgovoú È1oweg oregcivoug róv wgoeqqpévcov &1ftov po,grúgov Aouxíog ltal

tg'r rQ.Msltroklr: ro0 (supra lineam) Mr.yaol,orr cod. t9,2 drrydnrxr: rlr.rlrlttxr r:od.tg. to a{r1pr1eòq: d1plqr\g cod. zo. r yrvrt 14: yrvll r( corl.

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acl oggi r rorr ò 's t î t ( ) r i t r ( )v : r to nc[ ) l ) r r rc i l suo c:orpo. l ,u f ì r r r r ; r t l i t ; r rcst r ravvcnilncnto si cliffusc in tuttr la Sicil ia.

Monrn r)r LucrA. Mnrrnro Dr GEMTNTAN()

19. Venuto a conoscenza di questi awenimenti Megasio, padrc dclconsolare Pascasio, in preda ad un'ira irrefrenabile, si recò da Siracusa aMendola. Giuntovi, iniziò a preparare le torture per i santi servi di l)io.Ma Lucia, essendosi accorta del fervore con cui venivano allcstitigli strumenti di tortura ed essendosi spaventata, fuggt insieme al santoGeminiano, ma i due non sapevano dove nascondersi. Lucia rivolse,allora, i suoi lamenti al Signore ed ecco che alf improwiso la montagnasi aprì nel mezzo e nascose i santi di Dio per tre giorni e tre notti. Alquarto giorno ci fu un grande caldo e Lucia, oppressa dalla sete, si miseapregare; e dal centro della montagna che si era aperta, scaturì una fonted'acqua, da cui i santi bewero: infatti il luogo era arido e non si trovavaacqua in esso. Dopo che ebbero bevuto, santa Lucia pregò con questeparole: <O tu che in principio hai creato il cielo e la terra con la tuaparola, tu che hai plasmato I'uomo col fango della terra e hai soffiato inlui lo spirito vitale, ti prego, Signore, accogli da questa vita la mia animache è in pericolo e guidami verso il porto della vita eterna>. E dopo averconcluso la preghiera in gloria del Signore nostro Gesù Cristo, spirò. Ilsanto Geminiano, allora, avendo visto I'accaduto, la portò via da quelluogo, ma non poteva seppellirla. Custodì, dunque, la santa reliquia delcorpo di Lucia per tre giorni, ma al quarto giorno, mentre risaliva dallafenditura del monte, il santo Geminiano fu decapitato proprio all'in-gresso dell'antro da un sicario che era appostato giusto in quel punto ccosì concluse la sua vita terrena. La santa reliquia del suo corpo caddedall'alto in basso, da dove era salito.

RrrRovarvuNTo E sEpoLTURA DEr coRpr. FoxoazroNs Dr UNA cFrnsA

zo. Dopo che I'omicida si fu allontanato, giunse una donna di nornr,Massima, fervente cristiana, originaria dell'emporio chiamato Plinthias, crraggiunta da un soave profumo, iniziò a cercare da dove esso provcntssc.Avendo notato I'apertura del monte e avendola raggiunta, trovò lì lc:sacre spoglie. Questa signora Massima aprì, allora, la borsa che contencvale sue vesti e, dopo aver tirato fuori ogni suo mantello più prezioso, sep-pellì le sacre spopfie dei santi. Ed ecco degli angeli che scendono dalcielo con le corone dei suddetti martiri Lucia e Geminiano, per cui le

r4rr MAt \ l ( | t { H

r5

lbpqvnvo0, 6€av rql, tò dyla crtrttDv l',el,rfavc Èqovegó0qocv tc,[ peteréOqocrvèv tQ Avotégq tónqr èv r$ xal ó oertòg voòg oútóv Èrt{,o0q, 'Ex to0 {lòotoEoúneg ó Krlprog Èòtugtlocro órA tÒv ngooeul0v tflg &yúcg AouxúaE, Èóv rr,E nf,11,r1g'olaoó{note do0eveúag Èodv 0voliuorlpevog, rlyu{E rq0f,oratau'Enurei.e1tq,u òèt tpóCa tflE dr0l,tloeoE róv &yfov pogttlgurv Aour[cE ral fbpqvr,crvo6 pqvloe*teppgtq 0l xcl òenút1, Èv òvópotr zal ntorer ro0 Kugf,ou r]pd:v 'Iqooú

Xgro"ro0, r[ { òóla elE roùE c,L[vag t6v olóvov, ú,prjv,

l0,It ldv 116l èúv tl4 eod, nl41: rut eod,

t , ^ , ?1 , \ , $ r ( ) l ) l i l s s , l . LJ ( : lA l i ( i l iM lN lAN( ) ( l J r r ( ì 224 1 ) t 4 l

sacre reliquie furono scoPerte e firrono trasportate nel luogo più alto, in

cui fu anche edificata la venerabile chiesa ad essi dedicata. Se qualcuno

beve I'acqua donata dal Signore in gtazia delle preghiere di santa Lucia,

qualunque sia la malattia che I'opprime, viene risanato. Il giorno del

martirio dei santi martiri Lucia e Geminiano è celebrato il 16 settembre,

nel nome e nella fede del Signore nostro Gesù Cristo, al quale la gloria

nei secoli dei secoli. arnen.

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N ( ) ' , t ' t i | ) t ( ] ( ) M M t i N ' t , ( )

l l ' t l l At , , tn l \ r l r t , tvoi l .

t t1t t r tQl , r11,q; l ' i t t tcr-pr i l rz i t l r rc i r r t l rcsto pr i r r r< l pcr io<Io mi òst î t i t s t tggcr i t ; t s i r r r l l l col r is tu. c l rc p11rrc 11: t l ) i tgs i l f t r r tc , cotr I i r pr i t r ra let tcra i le l lalirrcrr srrcccssivu irr r,fr/Írri.r, d.p. rr4ir,41r<u< (vai ,qr. Bt/.t, f. 5(rq col. i, tin. zz;, sia dallavcrsiorrc lirtirrl (Morvrurrllrus, sarrraariunr cit., p. ro9, linn. 33-.37: <lmperanie Diocly-t l îno... slcvu porsccr.rt io lclvcrr i t , i ta ut non civi t ls.. . rcmaneret, ubi non idolumlovis crigeretrrr cdicto proposito, ut qui inventus esset nominare christum diversispoenis interficeretur. Erat ergo beatissima marryr Lucia...>).

[l.r-zl ar,on].qtr<rvoú - pcod.eíaE oùróv: su[a incongruenza dei dati cronologicipresenti nel passo cf. supra, pp. 79-80. Lindicazione delgli anni di consolato non èllfrjquente nelle passionì_antiche, sia greche che latine: óf. p Fn^*cH, or,cavaurnr,.5,

n.upl2,^i1 Note,agiografche,Vll, Roma r9z8 (Studi e testi,49), pp.r_54: 3;ro., DellaPassio SS. Marcelli rribuni, Petri militis et ariorum mm., in-1o.,-snitíi'ogrografci, ll,cit-, pp. rr7-r4o'. rzr-rzz.Nel nostro passo è sottinteso úaoreuóworv (o rinó"to"v)l comenel Mar.tirio di s. Euplo BHc e BHc Nou. Auct. 63ob (Fnar.rcgr re' cavarirnr, s.Euplo crt-' p. 48, s z,linn- t-z; úno.rot"g è integrazione deli'editore). Anche nella ver-sione. Iatina BHL 4985 (Movlnrrrus, Sanctuarium cit., p. ro9, lin. ::) manca l,artesoconsulibus.

- [z.z] drdv0crE oreqo,v<o0évrc: la lezione del codice d.nóvOeorsgovoOévtc potrebbefar pensare ad un composto, che sarebbe tn ,hapax. L ipotesi, tuttavia, è da respingere,sia per,la presenza dell'accento_sul secondo alpha,ita, soprattutto, perché^in taleforma il primo elemento dovrebbe terminare iri-o, come tutti i vaii'composti noti(dnovOoqoqéor, dxcvOoguéo etc.), oppure in -q.

. Q.a-/ floqcqqoveîg - zl'onopoqq'Évto: si noti il parallelismo del periodo, i cuisíngori cola terminano tutti con l'accusativo di un pariicipio aoristo paisivo._ [:.rl] repó]": il nome del servo di Diocrezianà potèbu..rr...'rr"to suggerrro

all'agiografo da quello di una delle tribù ricordate irrps. gz, unite in una coalizionecontro il Dio di Israele (oltre a Gebal, anche Agareni e Ismaeliti): cf. Dittionnaire deIa Bible, III/r, Paris rgrz, coll. r4r-r42.

^ls.zz-z+] Eig doúverov - eioel.eúoeror: nel citare Sap. r, 4 probabilmente l'agio-grafo si è ricordato di Rom. r, zr: èonorúoOî t doúvetog criróv xagòíc. Nella versronelatina (Movr*rcrus, sanctuarium cit., p. rro, linn. 34-3j) si trova, invece, la citazione(corretta): In maliuolam anímam non introibit saltíentia, secondo ìl testo dei Senanta edclla, Vetus: cf. Wtus I-atina. Die Reste der altlaîeinischi'en Bibel,XI/r: Sapientía Salomo-nls, herausgegeben von'Wi Tr:rErr, Freiburg rg77, pp. z4g_25o.

l7.r9l èv r(r O)"íBeo0ai pe: la variante ol,ípeooalpl nela citazione di ps. 63,2 (lat.tum tribulor, cf. Mounnlrus, sanctuarium cit., p. rrr, lin. r) si accorda co., l;origìneoccicleutale della Passlo. Essa, infatti, è attestataìel Salterio greco-latino della Biblio-tcca (ì:rpitolirrc di Verona (sigla R) e nel codice paris. rat. 11947, entrambi del secoloVf , rirpprcscntanti dtl cosiddetto <abendlàndisches Text>: cf. septuaginta. vetus Tèsta_tilutluilt (ìrtrcun, auctoritrte Academiae Scientiarum Góttingeniis àitrr-, x: psalmitt t t tr odit , cdit l i t A. l{nt rr,r ,s, Gii t t iugen r97<13,p. tgz

f l f . t t l hqni lg ó Oru'rq lrrnr: sul l 'err igr lat i<:o r. . | i , , Arp,rs cf. supra,pp. $4_$9.I r r . r4 l l l n lv ' ' . . . ' : la rn rdr rz ionc pK)pos ta r i l r , r i l ,p . r . l s . ' t ì r i f i . r i r r i c r r ig r l la vc r -

r io r r6 ' 11111, r , t l re cor rscn te t l i i r r tegr i r r r l r la r . r r r r . r de l ' t cs to g rer .o : t . f , Movr r r r l r rus ,' \ r t t . t r tnúrnn r i l , l l , t t t , l i t r r r , . ì r - j r , : | ) io r ' l i t i i r r r rn t l i x i t : u | r i rn r i re la lv . r c l l i r ' : r r r r .c r r r ,u r -r ia l roE. S t r r r l . r l ,u t i ; r le r i |o r r t l i t : { rNo l r l ib r ( . t c ( l J t l . , ) .

| / \ , l l , s \ l r I l ) l i l 5 5 | l l ( l A | ( ; l l \ l l t . l l A l ' . 1 ( , ( l l l l ( ; , l f l l )

l rr .7l ròv 0pr'rvrw -- f l torp,rrrrp,r 'rvov: I ' i t trr t l tgirtc dcl <trotto di l ) io plcp:rr ir t()) nnvr: llul l l r lpprcscrrtîzionc sinrbol icir , f i r :cpt:rrtc sirr dal la prirrra ctà rrrcrr l icvrr lc in rrros;r ir ' r ,eflieschi, minieturc c sarcofagi, nota con il nome di hetoimasia: un trono sorrìì()rtut()da una croce coruc prefìgurazione del giorno del Giudizio. C[. Dictionnaire d'urt:hh-ktgie chrétienne et de liÍurgie,V, P'tris tgzz, coll. 67 t -67 3; ODB, Il, p. 926.

[rr.16] tú èo"rr,v ó Xqr,otóE: ho mantenuto qui rí sulla base del confronto con laversione latina secondo la lezione del Par. lat. r322o (cod. A), che, come più voltericordato, è il testimone maggiormente vicino a BHG zz4r: <quid est Christus))(Mournrrrus, Sanctuarium cit., p.677,II col., lin. 9); nel testo (ibid., p. rrz, lin. 16) silegge, invece, <quis sit Christus>. Si può immaginare che I'ancora pagano Geminiano,non sapendo nulla della natura del Cristo, usi nella sua prima domanda il neutro.Solo dòpo h prima risposta di Lucia, passa al maschile. Mà è sempre possibile, natu-ralmente, che si sia in presenza di un banale errore di copia.

ftz.+-Sl rò òeoportiiprov toi Kcnetolríor-r: sul carcere capitolino e I'interesse dellatestimonianza del nostro testo cf. supra, p. gg rr. ro7.

[rz.r4] Èv nveipc xal rpul{ pio: si noti qui il chiasmo.

[r3.ro-r7] 'O tcig èvéòga6 - ],oylo0flvar: il discorso di Geminiano costitursce uno

dei brani più elaborati deI Martirio.Il campo semantico prevalente è quello delìa sal-vezza, enÎattzzato attraverso il ricorso al poliptoto (linn. rr-rz) e alla figura etimologica(lin. r4). Il ragionamento del santo si fonda essenzialmente sulle opposiziom, comequella tra eiòo)"oì.dtqar e trcrqeúovteE di Cristo (lin. t6) o tra luce e tenebra. Si noti,ancora, nella replica successiva, I'uso dell'anadiplosi con poliptoto (lin. 18: òcpóv<ov /òoipoveE).

[r4.r] éBqu[ev ós léov: nelle passioni epiche formule del tipo éBqufiev (peúEaE) òsIéov sono attribuite di frequente ai persecutori: cf. DernHave,Les passions cit.,p. r78.I l modello è in Ps. zt, l .4:rbg l .éov... òguóg,evoE (da cui r Petr.5,8).

[r4.7] eùòoxío: per la traduzione ho tenuto presente I'analisi del termine propo-sta da G. Schrenk in Cnnde Izssico del Nuouo Tèstamento, edizione italiana a cura diP. MoNracNrNr - G. Scan.par - O. SoEEnIrrr, III, Brescia 1967, coll. rr3z-rr4z.

[r+.8-S] tiqqoveE... qQovoúor,v: attraverso il gioco etimologico è evidente ilrichiamo al legame di matrice cristiana tra follia apparente e vera saggezza, come inz Cor. tt-tz.

[r4.15] ftóvtov la],ctícrE: sull'espressione e sulla sua traduzione cf. supra,pp.gz-93.

[r4.17] òaó],eto - cótQ: sul preteso annegamento di Diocleziano cf. supra,pp. 8o-8r.

[r5.9-ro] toú tónotr - Toówou rci flcrú].ou: si fa qui riferimento, senza dubbio,alla basilica celimontana dei ss. Giovanni e Paolo (cf. supru, p.99 e n. roó), protago-nisti di una fantasiosa Passlo (se ne conserva anche una versione greca, BHC ztgt),che li vuole martiri sotto Giuliano l'Apostata. Il nostro agiografo, invece, facerrdoligià martiri al tempo in cui Lucia è ancora in vita, implicitamente ne anticipa il mlr-tirio almeno al tempo di Diocleziano, confermando un'ipotesi formulata da alcunistudiosi: cf. BS VI, coll. ro4ó-ro4g (notizia a cura di G. Dr, SaNcrts). Concludcrncche egli fosse a conoscenzt dí una diversa tradizione della leggenda dei due sarrtinon è, tuttavia, affatto scontato, considerate le <lacune> in materia storica altr<lvcrdimostrate. In altre parole, non si può essere certi che egli sapesse che (liuliarroregnò vari decenni dopo Diocleziano. Sulla forma Acreq<Í.rng cf. supra, p. 94.

[r5.r5] 'Oporor cúTóv yév<owcrr: mentre la variante aù:"iw pro cútoig è ampiamcntc

documentata, <rútóv ̂ yévowcr è attestato solo nel Commentario aí Salni di Esichio cliGerusalemme (sec. V): cf. Septuaginta cit., X, p. 28r. Trarne la conclusione chc ilnostro agiografo conoscesse in qualche modo I'opera di Esichio sarebbe, tuttavi?ì,ipotesi affrettata. Le variante yévovrcr potrebbe essere stata introdotta nel passobiblico, volontariamente o meno (un difetto di memoria è sempre possibile), perbanale sostituzione dell'ottativo con una forma più cottturre.

l , l . t

r , l . l

plena.

Ir, l . t r l l l rrrryntr l ,orr tof l únqrrxrr0: lr lscltsiu è i l nortre t lcl Perriq,1.11g1;1.c clel la I .uciavelgitrc Éir i l ( 'ul i lu: r ' f . r t t /rrrr, p. tot,

. l tU.. l l l ún.r 'r l l rgrrtot lr l (r ,v l l ,g Mrlvftrt l rrrC: 1rr. irrr;r r l i ) j lqurorrckrrv tr i l iuò r i( ' i l i l t tcn_dnl ' t . nr lÀ,errrq.

l A l ' l \ \ , r , l r l l ' , i , l l l ( l A l t ; l l \ l l l . . l l A l I i l , l l l l ' ; l - r ' l l ) r 4 i

rarium Antoninl si veda anche Rtzzo, Sicilia cristiana cít.,Il/t, p. r95 e tav. nl; e ll).,

Cli albori cit., p. roó.

[2o.7] fct íòoù ciyyeloq xcrtel0óweg...: nel testo greco I'ellissi del verbo prirrci-

pale conferisce vivacità al7'azìone, annullando quasi Ia distanza temporale ,che intcr-

èorre rra il seppellimento ad opera di Massima e la miracolosa inuentio delle reliquic

all'origine della fondazione della chiesa.

INorcp DEI NOMI pRoPRI PRESENTI NEL TESTO cRECox

Aò ptúvoopr, xúqveop (ocalità vicino Ro- Kot<ivq: r8, r

Alroívr'1 / Alroívar (località in Sicfia): ró, Mclrpr,cvóg (imperatore): r, r; 3, z;6, 312; 17, r Me^yóorog (persecutore dei cristiani, padre

AaoqgóoroE (persecutore dei cristiani): di Pascasio): 19, r

fìa)i 9, 4Níysnrog: r'7,7

18 , r , ó , 12ApndE (dio): 8, rr

'Egp(s: 8, ro'Egu0qò @óloooc: r7, óEúxagwíorv (padre di una posseduta): ró,

12, 17

EúnqénroE (figlio di Ltcia): z, r,6; 3, r,9,

t ; 6 , 4 , 7Zeúg : t , 4 ; 4 , + ,6 ; 5 , r o , 12 , 13 , 15 ; 8 , 9 ; 9 ,

6 , 7 , 9 , z o , 2 r , 2 5 ; r o , 1 9'Hqcxl.flE: 8, ro@úpqr,E: r4, 16'Ioqoritr: r7, 7'loówqg (martire): 15, ro

Kanr:róLlov: r2, 5

* Aorlnla e ftp,qvr,trvr5E cst:ltrsi.

Aategóvqg (-r ì ?) : 15,9

Md[4rc (p ia donna): 20, 2,6

Mqvòúl.cr (ocalità in Sicilia): 17, rz; 18, \;19, 3

flcúIog (martire): 15, ro

fll,r1v0r,óg (località in Sicilia): zo, 3flówoE lal.ct[trE: 14, 15

flporoor,oE (sacerdote): 12, r, 4,6, 12

flugponó^yorv (persecutore dei cristiani):

1 5 , 2 , 1 6 , 2 3 , 2 9'Póp r ; : r , 2 ; 3 , 4 ; 8 , 4 ; 14 , r s , ( ) ; t 5 , 2

xrnel , lq: ró, 3; r8, 14

)o),opóv: 5, z3

Xupaxotoiov (nóI6): r9, z

Tcupopévlov: ró,3, 5ÌIrlrlrog (fiume in Sicilia): r7, z

IeBóI (servo di Diocleziano); 3, 13; 4, r, Mrvéqpo (dea): 8, ro2, 3 MoiioiE: 17, 5

Aroxl .qtr ,avóE: r , \ 3,2,7, 13; 5, g, 14;6, r i f lcpgul . íc : 15, z

7, r;8, 3,4, 8, 13, 15;9, g, rt, rz, t4, 16; Ilool<ioroE (consolare, figlio di Megasio):r o , 8 , r ó ; 13 , r , ó , 17 ; 14 , r , 14 ; r 5 , r 19 , r

l f

l r u l r l r r l , A ( i l ( x ; t { A t r t ( t ( ) i t

I \rssio Alphi i , I4t i l t tdt lplr i t ' l sor. lJl l ( , ' t :l J l l ( l Noz Aur t .57 ' . pp . l l r , r t . 26 : t44

- BHO 6ze: p. r44Passio Anastasiae viduae tsHG e 13HG

Nou. Auct. 8r-8ra: p. rrz- BHGe BLIGNou.Auct . Sza:p . r r r ,n .

r 8 zPassio Anastasiae uiryink BHG e BHG

Nou. Auct. 76zd: p. gr, n. 65Passio Caeciliae BHL e BHL Nou. Suppl.

14951 p. 92, rL. 73I)assio Cornelii centurionis BHG e BHG

Nov. Auct. 37r: p. 84 e n. 30Passio Cyrici et Iulittae BHG e BHG

Nou. Auct. 3n y-2, 3r4, 3r8e; BHL eBHL Nou. Suppl. t8oz-r8o8m: p. 84,n . 28

Passio Eupli BHG e BHG Nou. Auct.63ob: p. r4z

Passio Ioannis et Pauli BHG ztgr: pp. 99e n. roó; r43

Passio Ioannis in puteo BHG e BHG Nou.Auct.8g4z: p. ro8, n. 160

Passio Luciae et Geminiani BHL 4985: pp.

78 e nn. J-ó; 8J; 88, n. 55; 89-94; ror;rr8, app. cr i t . a $ 3,8; r42-r44

- BHL e BHL Nov. Suppl. 4986-4988,499o-499oc'. pp.78; 89

- BHL 4989: pp. 79,95-97Passio Luciae Syracusanae BIIG e BHG

Nou.Auct.995: p. ror e n. 116Passio Mamantis BHG e BHG Nou. Auct.

rorg: p. 84 e n. 3rPassio Marcelli papae et soc. BHL 5234: p.

82, n. 24Passio Martinae BHL 5588: p. 92, î. 73Passio I'ioníi BHG e BHG Nou. Auct.

| 54ó: p . 91 , n . 67

l\ tssio l \ t t i t i I l l IL. c l3ftL Nou. Suppl.(rgot1-(tgt2: pp. tJs-ttó, nn. 36-4I; 88,r1 . J5

Passio Sophiac at fliarum BHG e BHGNou. Auct. 16372: p. ro8, n. róo

Passio Wti, Modesti et Crescentiae BHG1876, t876b-c: pp. 8r; 84, n z9; 88, n.

Só- BHG t876a: pp .8r -84 e n î . 2 r ,23 ,

z5 ; z6 ; 85-88 e nn .39 ,43- BHL e BHL Nov. Suppl. 87tt,8V3b-

8715: pp . 8 r , n . zo ; 88 , n . 5ó- BHL e BHL Nou. Suppl. STrz: pp. 8r,

ttft. 20-21- BHL 8713: pp . 8 r . nn . zo-z r ; 87 e n .

5 r- BHL e BHL Nov. Suppl.8714: pp. 8r,

n. zo;87 e rrî . 52-54Vita Bartholomei ab. Cryptae Ferratae

BHG e BHG Nou. Auct. 233'. p. ro3,n. t2L

Vita Constantini imp. BHG e BHG Nou.Auct. 365n'. p. ro8, n. 16o

Vita Eliae Spelaeotis BHG 58r: p. 83, n. zóVita Euphrosynae BHG 625;p. ro7,n.45.Wta Georyii mon. Chozibae BHG 669: p.

83 , n . z6Vita Gregorii Agrigentini BHG e BHG

Nou. Auct. 7o7: pp. r44; r4SVíta ltonis ep. Catan. B.FIG 98r: p. ro9,

n . 168Wta Petri Atroensis BHG 2364: p. ro7, n.

r53Víta Philarctí BHG e BHG Nov. Auct.

rsrrz'. p. ro8, n. 16oWta et Miracula Cosmae et Damiani BHG

e BHG Nou. Auct. 372: p.86, n. 46Vita et Passío Anastasii Persae BHC 8a;

pp. ro8, î. 160; ro9, rr. r7z

* l l r \ \ i r r I . t r r i , r r l ( l r n t i t t i r u t i l l l l ( ) t l , t I c r t l t t s . t

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