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1affie6Istituto di Studi Rinascimentali di FerraraUniversita dí Ferrara. Comune di Fèrrara

GIROLAMO SAVONAROLADA FERRARA ALIiEUROPA

G*.rou*^ilffi.tro,'ilrmccE

SISMELEDTZIOI\IIDEL GALLIJ?]Í)

Firenze2W1

Antonella Barzazr

LA MEMORIA DI SAVONAROLATesti savonaroliani nelle biblioteche dei religiosi

alla fine del Cinquecento

Obiettivo delle note che seguono è una prima verifica sulle presenze sa-

vonaroliane nelle biblioteche degli ordini religiosi, attraverso gli inventari dilibri pervenuti alla Congregazione dell'Indice da conventi e monasteri italia-ni tra il 1599 e il I 603 r.

La fonte è ben nota agli studiosi. I sessantuno codici vaticani fitti di elen-chi di titoli offrono una straordinaria testimonianza sulla cultura delle variefamiglie regolari, disegnando al contempo una mappa dettagliata del loro pa-

trimonio librario, diviso tra biblioteche conventuali stratificatesi nel tempo e

una miriade di piccole e grandi raccolte custodite nelle celle di frati e mona-ci. La ricerca di Gigliola Fragnito sui volgarizzamenti della Scrittura ha dis-solto le zone d'ombra che ancora awolgevano questo mastodonte documen-tario e ne ha ricondotto la genesi alle fasi successive dell'applicazione del-l'indice dei libri proibiti del 1596, particolarmente rigorosa e capillarez. Etuttavia, proprio per la ricostruzione della storia della censura romana, il ma-teriale della cosiddetta 'inchiesta' di Clemente VIII può risultare insidioso.Sottoposti al vaglio di una revisione senza precedenti, conventi e monasterirappresentano di fatto aree protette, di possibile impunità. E dalle comunitàregolari, ambienti di studio a volte prestigiosi, che l'Inquisizione romana eI'Indice reclutano abitualmente i propri collaboratori periferici. E saranno glistessi superiori locali degli ordini a curare la redazione degli elenchi deilibri, assumendo così la duplice ambigua veste di controllori e controllati.Un'estrema cautela è quindi d'obbligo quando si vogliano trarre valutazioni

l. Codices Vaticani Latini. Codices I I 266-l I 326. Inventari di biblioteche religiose italiane allafine del Cinquecento, a cuta di M. M. Lebreton - L. Fiorani, Città del Vaticano 1985.

2. G. Fragnito, La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della ScritturaQ 4 7 I - 1 6 0 5 ), Bologna 1997, in part. pp. 227 -27 3.

270 ANTONELLA BARZAZI

generali sull'incidenza della censura e sulla circolazione di determinate

opere a partire dalle situazionivariegate, spesso contraddittorie, rispecchiate

dagli inventari delle case religiose. A tale limite, intrinseco alla fonte, vanno

aggiunte le lacune materiali. Oltre a singole fondazioni di diversi ordini,sono assenti dai codici vaticani case e collegi di gesuiti e domenicani, iquali, pure tenuti ad ottemperare all'obbligo di consegna delle liste delle li-brerie, riuscirono alla fine a sottrarvisi3. L'inchiesta' clementina rimaneperciò irrimediabilmente muta sul ruolo di Savonarola nelle biblioteche dei

frati predicatori, proprio negli anni in cui I'atteggiamento del papa incorag-giava gli auspici dell'ordine per una canonizzazione di fra' Girolamo, spo-

gliato degli abiti del riformatore politico-ecclesiastico e venerato ormaicome modello di austerità religiosa e ispiratore di riforme conventualia.

Benché incompleto, il quadro fornito dagli inventari trasmessi a Roma -in gran parte nel corso del 1600 - si presta a numerose considerazioni. A li-vello generale esso conferma la progressiva marginalizzazione di uno degliautori più stampati tra la fine del Quattrocento e il primo Cinquecento, da

tempo verificata sulle raccolte private dei fiorentinis. Ma I'itinerario seguito

nella ricerca - attraverso le librerie veneziane e venete, quelle emiliane, ro-magnole e infine toscane - evidenzia una distribuzione estremamente ine-guale dei titoli savonaroliani superstiti, tanto per aree geografiche che perordini, e documenta momenti particolari di una vicenda di dispersioni inizia-ta con la disgrazia e la morte del domenicano ferrarese.

Prendiamo dunque le liste inviate alla Congregazione dell'Indice da Ve-nezia. Se scorriamo quelle di francescani conventuali, agostiniani, carmelita-ni, non ci imbattiamo mai nel nome di Savonarola. E altrettanto vale per al-cune famiglie di monaci come i camaldolesi, gli olivetani, i certosini.

I-?assenza - è opporhrno sottolinearlo - non è un dato univocamente in-terpretabile. Essa può, certo, segnalare maîcanza d'interesse o deliberato ri-fiuto di un testo e del suo autore. Un libro assente può però anche essere un

3. Ivi, pp. 244-245; M. Dykmans, Les bíbliothèques des religieux d'Italie en I'an 1600,"Archi-rum Historiae pontificiae", 24, 1986, pp. 397 -400.

4. Sulle reinterpretazioni della figura di Savonarola dopo la fine del movimento piagnone cfr. L.Polizzotto, The Elect Nation. The Savonarolan Movement in Florence 1494-1545, Oxford 1994, pp.438-445; M. Firpo - P. Simoncelli, l processi inquisiîoriali contro Savonarola Q558) e Carnesecchi(1566-1567): una proposta di interpretazíone, "Rivista di storia e letteratura religiosa", 18, 1982,pp.200-252.

5. Oltre a C.Bec,Les livres des Florentíns (141i-1608), Firenze 1984, adindicem, cfr. irilievie le integrazioni di A. Verde, Libri tra le pareti domestiche. Una necessaria appendice a "Lo Studio

fiorentino 1 4 7 3 - 1 5 0 3 ", "Memorie Domenicane", n. s., 1 8, 1987, ad indicem e pp. 207 -208.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA

libro distrutto, eliminato per motivi sui quali l'inventario non è in gradod'informarci: esecuzione di disposizioni censorie, soprawenuta inutilità, de-terioramento fisico. Del resto, la stessa presetza di un'opera è un elementoproblematico, che acquista senso solo in relazione ad altre presenze, nel suo

ricollegarsi adun oizzonte librario complessivo. Così, risulta per lo più dif-ficile attribuire un significato ad incontri con un unico titolo di un autore.Nella lista che riunisce alla rinfusa libri comuni e personali dei canonici re-golari veneziani di San Salvador - ad esempio - figura, di Savonarola, unDe simplicitate christianae vitae (Yenezia, Lazzaro Soardi, 1512)6. Conser-vazione legata a qualche interesse attuale o passato - culturale-religioso obibliografico - o\.vero pura sopravvivenza materiale? In un caso del genere è

dawero ardto azzardare una risposta.I contesti in cui il nome di Savonarola compare sono comunque vari. Lo

rintracciamo intanto negli elenchi dei due conventi veneziani dei serviti.Nella sua cella a San Giacomo della Giudecca il padre maestro Gabriele da

Yenezia- forse il fufuro generale Gabriele Dardano - ha una biblioteca filo-sofico-teologica di poco più di 350 opere, dall'impronta particolareT. È in-fatti costituita in gran parte da vecchie edizioni di Tommaso, di Scoto, dei

teologi nominalisti e dei predicatori del Tre e del Quattrocento. E all'internodi tale repertorio, apparentemente non toccato dagli orientamenti della Con-

troriforma, s'inserisce un Savonarola tutto latino, con i Sermones in adventu

super Archam Noe (Yenezia, Bernardino Stagnino, 1536) - gli schemi non

estesi della predicazione dell'inizio del 1494 - i Sermones super primamDivi loannis epistolam (Venezia, Pietro Nicolini, 1536)8, le Expositiones inpsalmos Qui regis Israel, Miserere mei Deus, In te Damine speravi (Yenezia,

Cesare Arrivabene, 1517). Ritroviamo il domenicano, nelle vesti non già delpredicatore, ma del maestro di filosofia, a Santa Maria dei Servi, con ilCompendium totius philosophíae, conservato nelle librerie qd usum di due

frati, uno dei quali era Paolo Sarpie. La raccolta sarpiana non ammetteva

6. Biblioteca Apostolica Vaticana (d'ora in avanti BAV), Vat. Lat. 11289, cc.87r-106v. Perquesta e le alhe librerie veneziane che verranno di seguito ricordate rinvio al mio saggio, basatosugli inventari del fondo vaticano, Ordini religiosi e biblioteche a Venezia tra Cinque e Seicento,

"Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento", 21, 1995, pp. 141-228-7. BAV, Vat.Lat. 11270, cc.349r-355v.8. In realtà I'edizione del 1536 censita dai repertori risulterebbe stampata dallo stesso Stagnino.9. Come il confratello Giovan Maria daYenezia, Sarpi possedeva la stampa veneziana di Aure-

lio Pincio del 1534. Gli inventari dei due serviti si trovano in BAV, Yat. Lat. 1 1270, rispettivamentealle cc. 376r-381r e 384r-393v; quello sarpiano è trascritto in appendice a G. L. Masetti Zannim,Libri difra Paolo Sarpi e notizie di altre biblioteche dei Servi (1599-1600), "Studi storici dell'Ordi-ne dei Servi di Maria", 20, 1970, pp. 175-200.

2',11

272 ANTONELLA BARZAZI

presenze casuali: era dominata da classici del diritto, della scienza, della teo-

logia, che tracciavano una storia delle rispettive discipline. Evidentemente ilCompendium savonaroliano era stato giudicato da Sarpi un esempio di rilie-vo nell'ambito della manualistica logico-filosofica.

Caso diverso è quello del seminario patriarcale, istituito a Venezia nel

1581 e posto sotto il governo dei somaschi. Questi avevano messo insieme

un nucleo di circa cinquecento opere, strettamente finalizzate all'insegna-

mento: edizioni di scrittori e poeti latini e italiani, glossari, manuali di stile,

di filosofia e teologia e una ricca sezione di oratoria sacral0. Qui, alle omelie

di Luis de Granada e Gaspar Sanchez, a quelle del vescovo di Bitonto Cor-

nelio Musso, largamente disponibili sul mercato, si accostavano alcune rac-

colte savonaroliane: le Prediche sopra i salmi e Sopra Ezechiele (enttanbenella stampa veneziana del Benalio del l5l7) ele Prediche quadragesimali

sopra Amos e Zaccaria (Venezia, Venturino Ruffinelli, 1544)1r. Accanto aitre titoli figurava l'indicazione 'espurgate', apposta dall'estensore dell'in-ventario, peraltro non sempre rigoroso nel segnalare la coerenza della biblio-teca con le disposizioni dell'Indice. Se infatti menzionava qua e là i taglieseguiti sui volumi owero le licenze ottenute per il possesso di singoli testicensurati, registrava poi senza problemi edizioni scolastiche a cura di Melan-tone e di Lambert Daneau e addirittura un esemplare dell'Aranei Encomiondi Celio Secondo Curione.

In una libreria non più vecchia d'una ventina d'anni, ttilizzata dai mae-

stri dei chierici veneziani, Savonarola predicatore prendeva dunque posto tra imodelli più in voga alla fine del Cinquecento: il Musso, gli spagnoli. Che lasua preserza non rispondesse ad un interesse puramente retrospettivo viene inqualche modo confermato da altre tre opere savonaroliane conservate presso

un'istituzione pure tenuta dai somaschi, I'ospedale dei Santi Giovanni e

Paelol2. Tra vari libri e libretti di carattere devozionale, c'erano qui il volga-izzamento del De simplicitate christiqnae vitae (Yenezia, Bernardino de

Viano, 1533), i Molti devotissimi trattati ad esortazione delli fideli e devotichristiani (Venezia, al segno di S. Bernardino, 1538), il Confessionalel3.

Uno scenario in parte analogo ci viene proposto dagli inventari dei nume-rosi libri esistenti nella casa del vecchio ordine ospitaliero dei crociferi, assi-

10. BAV, Vat. Lat. ll275,cc. l32r-143v.11. Ivi, c. 143v.12. Ivi, cc. 220r-23Iv.13. In un'edizione detta impressa aYenezia dai Nicolini da Sabbio nel 1521, non censita dai re-

pertori.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA

milato nel tempo alle congregazioni di canonici regolarila. Libri del primocinquecento - come le grandi raccolte di padri della chiesa e le edizioni deiclassici greci e latini - ma soprathrtto volumi di stampa recente, che attesta-vano la forte presa del clima del tempo su un ambiente periferico rispetto alvariegato mondo dei regolari: commenti teologici degli autori della secondascolastica spagnola, collezioni di bolle e privilegi pontifici, scritti di contro-versia antiprotestante, storici e geografici redatti da gesuiti. Così, nella mag-giore delle biblioteche ad uso dei religiosi - quella di tale fra' StefanoLeonirs - companvano opere di Francisco Suarez, Bellarmino e Possevino,Botero e Giovan Pietro Maffei, sermoni del Panigarola e del Fiamma. Maanche una serie di scritti di Savonarola: tre cicli di prediche - Sopra Ezechie-/e (Bologna, Benedetto Faelli, 1515); Sopra Ruth e Michea (Yenezia,Lazza-ro Soardi, 1513); Sopra Amos e Zaccaria (Yenezia, Ottaviano Scoto, 1539),elencati con I'indicazione a margine dei sermoni proibiti, tutti "deleti" - leExpositiones in psalmos (Venezia, Cesare Arrivabene, 1517) e i Moltí devo-tissimi trattati (Venezia, San Bernardino, 1538), dai quali una postilla di-chiaruva "ablati Dialogo de veritate, ut in Indice; atque Tractatu de revela-tione reformationis Ecclesiae"16. Inspiegabile a prima vista - il volume deiTrqttqti non conteneva i testi menzionati, dei quali tra I'altro il solo Dialogoera proibito dall'Indice -l'annotazione fa pensare ad un eccesso di zelo delrevisore, a meno che i due scritti in questione non fossero stati in precedenzalegati insieme al volume dei Trattati. Ad accompagnare il gruppo savonaro-liano c'era comunque il Discorso contra la dottrinq et profetie di fra Girola-mo Savonarola di Ambrogio Catarino Politi (Venezia, Giolito, 1548)17.

Più decisamente che al seminario, siamo così ricondotti ad una dimensio-ne tipica del secondo Cinquecento, cui già si accennava: il recupero di Savo-

narola alla spiritualità e all'ascesi, attraverso la rimozione delle note profeti-che più accese e della ribellione all'autorità ecclesiastica.

Spostiamoci ora tra i benedettini cassinesi dei due monasteri veneziani,San Giorgio maggiore e San NicolòI8. Più d'uno di loro ha in mano 1l Confes-

14. BAV, Vat. Lat. 11296, cc. 127r-174r.15. BAV, Yat.Lat:11296, c. I59v-170v.16.lvi, c.l67v.17. Per il significato dell'opera del Politi, sullo sfondo degli equilibi politico-religiosi italiani e

fiorentini, cfr. M. Firpo, Gli affreschi di Pontormo a San Lorenzo. Eresia, politica e cultura nellaFirenze di Cosimo I. Torino I 997. pp'.347-351.

18. Gli inventari sono rispettivamente in BAV, Yat.Lat., 11266, cc.688r-735r, e BAV, Vat.Lat. 1 1269, cc. 287 r-302v.

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2',74 ANTONELLA BARZAZI

sionale, nelle edizioni pubblicate nella seconda metà del Cinquecento, dopo

una profondaielaborazione dell'originario testo savonarolianole. La fortuna

del Confessionale,largamente diffi.rso tra i religiosi in queste stampe tardocin-

quecentesche, non è tuttavia in alcun modo assimilabile a quella delle altre

opere del domenicano e attiene piuttosto alla storia di un genere editoriale -quello dei manuali per la confessione - e di un universo di rapporti che ruota

intorno a confessori e penitenti20. Tra i libri di San Nicolo incontriamo quindi,

nuovamente, il Compendiam di filosofia, inoltre 1l Triumphus Crucis (Vene-

zia, Cesare Arrivabene, 1517) * 1o scritto apologetico savonaroliano più ri-stampato nel tempo - e le Prediche sopra il salmo Quam bonus, nell'edizione

del Brucioli (Yenezia, Brandino e Ottaviano Scoto, 1539). A San Giorgiomaggiore invece, nella cella di un "clericus" - forse uno studente dello s/a-

dium monastico - compare il Solatium itineris mei (Yenezia 1538), il più

breve trattatello apologetico di fra' Girolamo2l. Qualche tempo prima, durante

la fase iniziale della verifica sulle librerie dei religiosi, limitata alle opere

messe all'Indice, uno dei monaci di San Giorgio era stato trovato in possesso

delle raccolte savonaroliane stampate aYenezia da Giovanni Antonio Volpinitra il 1540 e il 1541: le Prediche sopra I'Esodo, Sopra Ruth e Michea e Sopra

Ezechiel, tutte contenenti sermoni censurati22. I volumi erano stati inclusi inuna lista di libri proibiti e sospesi alquanto nutrita, che comprendeva tra l'altroscritti di Pietro Ramo, il De harmonia mundi del minore veneziano Francesco

Zorzí, il De subtilitate di Girolamo Cardano, i Macaronea del Folengo, varie

copie dell'Enchiridion christianae institutionis Concilii coloniensis di Johan-

nes Gropper, ll Sommario historico della Bibbia di Crisostomo Miliani, una

delle esposizioni volgari della Scrittura definitivamente bandite dall'indiceclementino23. Anche epurate da questi titoli - riposti a quanto pare in luogo

inaccessibile - le biblioteche di San Giorgio.si sarebbero presentate, negli in-ventari completi redatti qualche tempo dopo, con un assortimento assai ricco e

vario: testi storici, letterari e filosofici, di padri della Chiesa - per lo più a cura

di Erasmo - edizioni bibliche e opere esegetiche, tra le quali spiccavano quelle

dei due confratelli Isidoro Chiari e Giovan Battista Folengo.

19. M. Turrini, La coscienza e le leggi. Morale e dirítto neí testi per la conJèssione della primaetà moderna, Bologna 1991, pp. 472-478 e ad indicem.

20. Oltre al volume appena citato di M. Turrini, il rinvio è naturalmente al libro di A. Prosperi,Tribunali della coscienza. InquisítorÌ, confessori, missionari, Torino 1996.

21. BAV, Yat.Lat.11266, c.718v (inventario di Eusebio da Padova).22. Credo vadano così identificati t Sermones omnes di Savonarola, in più tomi, attribuiti al

Volpini nell'elenco in BAV, Vat. Lat. t1286, c.34lr.23. Fragnito, La Bibbia clt., pp.290-291.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA

La relativa familiarità dei religiosi con gli scritti del domenicano s'inscri-ve qui in un orizzonte ancora differente. Savonarola, con la sua aderenzaallaBibbia, sembra integrarsi in una tradizione culturale e religiosa tipica dellacongregazione cassinese, ancoÍa fortemente ancorata all' esperien za delprimo Cinquecento, attraverso gli studi scritturali e patristici2a.

Dove le preserze savonaroliane risultano più cospicue è comunque presso

i minori osservanti di San Francesco della Vigna, all'interno cioè della mag-giore concentrazione veneziana di libri dei religiosi: circa 4000 opere suddi-vise tra le raccolte ad uso dei singoli frati e le due biblioteche comuni25. Que-ste ultime, dette - secondo un'antica terminologia - maior e minor, eranocomposte per lo più da manoscritti, incunaboli e stampe dei primi anni delCinquecento di classici della teologia scolastica, di scrittori di spiritualità e

grandi predicatori. E tra i commentatori di Tommaso e Scoto, tra Bernardinoda Siena, Leonardo da Udine, Roberto Caracciolo, Savonarola trovava unposto di grande spicco. Ben sette le edizioni dei suoi sermoni: oltre ad un vo-lume di "Prediche quadragesimali", mutilo dr colophon e "punti expurgandi",c'etano Ie Prediche sopra i Salmi (Yenezia,Lazzaro Soardi, 1515), quelle

Sopra Amos e Zaccariq (ivi, 1514)26, Sopra I'Esodo, Sopra Ezechiel (entram-be Venezia, Cesare Arrivabene, 1520), nuovamente Sopra i SalmPT. Quindi le

meno diffuse Prediche sopra il salmo Quam bonus (Yenezia, Agostino de

Zanni, 1528), un Triumphus crucis, detto impresso nel 1498, ele Expositio-nes super psalmos Qui regis Israel, Miserere, In te Domine speravi, recanti ladata di stampa, erronea ed evidentemente contraddìttoria "Brescia 1496".

Ma il domenicano non è autore relegato solo nelle vecchie librerie, che

oggi diremmo di conservazione.Il suo nome ricorre anche nell'accurato ca-

talogo alfabetico di quella che doveva costituire per i frati del convento -studenti e insegnanti, predicatori e confessori - la vera biblioteca d'uso: laraccolta di oltre 1200 titoli intestata afra'Francesco da Yicenza2s. Aggior-nata nel settore teologico-controversistico, prowista di sezioni di classici la-tini,.di strumenti lessicali e grammaticali, di opere storiche e filosofiche,questa si presentava come la tipica libreria di uno studium francescano im-

24. B. Collett, Italian Benedictine Scholars and the Reformation. Ihe Congregatíon of SantaGiustina of Padua, Oxford I 985.

25. BAV, Yat. Lat. 11304, cc. 4r-92v.26. Nell'inventario della biblioteca minor le due raccolte venivano dichiarate dell"'istessa stampa".2'7. Anche questa silloge, detta mancante dell'ultimo foglio e delle note tipografiche, fu proba-

bilmente stampata nello stesso 1520 dall'Arrivabene.28. BAV, Yat.Lat.11304, cc. 36r-64v.

276 ANTONELLA BARZAZI

portante, qual era, tra Cinque e Seicento, quello di Venezia. Il religioso che

I'aveva messa insieme e formalmente la deteneva, teologo ed ex provinciale

dell'ordine, era pure consultore dell'Inquisizione di Yicenza e incaricato

dell'espurgazione dei libri secondo le regole dell'indice del 1596. E aveva

probabilmente proweduto di persona ad adeguare i volumi a sua disposizio-

ne alle prescrizioni clementine, nei modi che - quasi in un dialogo con i car-

dinali dell'Indice - vengono scrupolosamente richiamati dall'inventario: oc-

cultamento di nomi d'autori e stampatori, eliminazione di prefazioni, dedi-

che e intere parti di testo mediante rasure, inchiostrature, forse incollaggio diblocchi di pagine, apposizione di awertenze circa l'obbligo della licenza in-quisitoriale per la lettura di determinati scritti2e. A metà Settecento l'eruditoveneziano Giovanni degli Agostini avrebbe segnalato, nella biblioteca della

Vigna, un esemplare dell'opera di Francesco Zorzi In Scripturam Sacram

Problematq con le 'cancellature' di questo frate minore che, nel puntigliodegli interventi, sembra manifestare la propria determinazione a salvare gliapporti di precedenti stagioni culturali30.

Tra le opere - di Erasmo, di Ludovico Vivés, di Sebastian Mùnster, delPetrarca - che fra' Francesco dichiarava d'aver "corretto conforme alla cen-

sura", c'erano le prediche savonaroliane Sopra Ezechiele (Venezia, Volpini,1541)31, cui s'accompagnavano i Sermones in adventu super Archam Noe

(Yenezia, Bernardino Stagnino, 1536), l'Expositio sui Salmi32, un De simpli-citate christianae vitae33, 1l Triumphus crucis (Yenezia, Lazzato Soardi,

29. "Clauso libello loannis Reuclini cum protestatione in primo folio scripta ne ullus legat ab-

sque facultate Sancte Inquisitionis", suonava la nota a margine degli Opera di Giovaruri Pico dellaMirandola (Basilea, Heinrich Petri, 1557). A proposito dei vari generi di manomissioni inferte daicensori ai volumi a stampa si veda L. Balsamo, Bibliografia e censura ecclesiastica. A propositodell'esemplare linceo della "Bibliotheca Uníversalis" di Konrad Gesner, "Gutemberg Jahrbuch",1976, pp. 298-305, ma soprathrtto S. Seidel Menchi, Sette modi di censurare Erasmo, in La censuralibraria nell'Europa del secolo W, Convegno Internazionale di Studi (Cividale del Friuli 9/10 No-vembre 1995), a cura di U. Rozzo, Udine 1997, pp.177-206, attenta riflessione sul rapporto tra in-terventi materiali sui libri e concezioni della censura afFermatesi nel corso del Cinquecento.

30. Giovanni Degli Agostini, Notizie istorico-critíche intorno la vita e le opere degli scrittori vi-niziani,Yenezia, S. Occhi, 1752-1754, voll. 2, II, p. 355. Sulle censure agli scritti dello Zorzicfr. A.Rotondò, Cultura umanistica e dfficoltà di censori. Censura ecclesiastica e díscussioni cinquecen-tesche sul platonismo, in Le pouvoir et la plume. Incitation, contríle et répression ddns I'Italie duWP siècle, Actes du Colloque intemational organisé par le Centre Interuniversitaire de recherchesur la Renaissance italienne et l'Institut Culturel Italien de Marseille, (Aix-en-Provence, Marseille,14-16 mai 1981), Paris 1982, in part. pp. 15-33. Per il definirsi dell'ideologia e della prassi dell'e-spurgazione si veda ora anche U. Rozzo, L'espurgazione deí testi letterari nell'Italía del secondo

Cinquecento, in La censura libraria cit., pp.219-271.3 1. Dalle quali risultavano "levate le proibite".32. L'edizione veneziana del Soardi era probabilmente quella del 1505, non del 1502, come si

legge nelf inventario.33. L'esemplare veniva detto privo di note tipografiche.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA 2',77

1508), il Confessionale,nell'edizione veneziana dell'Arrivabene del 1517, e

un esemplare del Processo a Savonarola34. I Compendio di rivelazioni 3s, in-fine, si collocava in un eterogeneo gruppo di testi profetici, con gli scrittidello pseudo-Gioacchino e di Ubertino da Casale, di Giovanni da Capestra-no, di Serafino da Fermo e del gesuita Francisco Ribera.

Tra i libri di fra' Francesco si coglie - mi pare - qualcosa di più di un ge-

nerico recupero controriformistico dell'eredità ascetica savonaroliana. C'èforse - come suggerisce l'incontro con il Processo - un interesse specificoper la vicenda del domenicano, da parte di un uomo inserito nell'apparatodella censura romana. Ma c'è soprattutto un Savonarola in profonda conso-nanza con la spiritualità francescana, in virtu del messaggio profetico e dellacentralità del mistero della croce.

Se da Venezia, epicentro delle fortune editoriali di fra' Girolamo, passia-

mo nelle case religiose dell'entroterra veneto, ci koviamo innanzitutto all'in-terno di un'altra geografia libraria: alle ricche biblioteche della capitale si so-

stituiscono quelle più modeste delle altre città e i piccoli nuclei di libri dei

conventi di campagna e dei centri minori, spesso simili tra loro, ridotti a

poche decine di testi. E qui quella di Savonarola diventa una presenza episo-

dica, evanescente, alle cui rare comparse l'estrema frammentazione del patri-monio librario impedisce per lo più di dare un significato. Solo a Padova, lacittà universitaria, è possibile individuare qualche scritto savonaroliano non

del tutto isolato. Così, presso i canonici regolari di San Giovanni di Verdara,

l'inventario di un religioso originario di Bologna36 elenca, tra molte opere diletteratura volgare italiana, di retorica e di poetica, le Prediche sopra i Salmi(Venezia, Arrivabene, 1520), il volganzzamento del De simplicitate christia-nae vitae31 e i Molti devotissimi trattati (Yenezia, Soardi, 1511). Nella casa

madre dei cassinesi, Santa Giustina, i Sermones quadragesimales super Ar-chqm Noe (Venezia, Pietro Nicolini da Sabbio, 1536), esenti da condanne,

erano stati invece inclusi nella lista dei libri proibiti, insieme ad un testo diMelantone, a diverse copie dell'Enchiridion Concilii coloniensis del Gropper

- sorta di catechismo ufficiale della Congregazione - e al Compendio histori-co del Vecchio e del Nuovo kstamento di Bartolomeo Dioniei da Fano38.

34. Pure in questo caso I'edizione non veniva identificata.35. Le note tipografiche "Venezia 1514" si riferiscono probabilrnente alla stampa del Soardt del 1515.

36. BAV, Vat.Lat. 11282, c.29lr.37 . L'edizione, detta impressa aYenezia, all'insegna di San Bemardino, nel I 538, non è censi-

ta dai repertori.38. BAV, Vat. Lat.11286, c.295r. Sul Compendíocfr.Fngnito,LaBibbiacit.,pp.108-109;290-291.

278 ANTONELLA BARZAZI

Se proseguiamo quindi, attraverso la bassa Padana, in direzione degli

stati estensi e dell'area emiliana e romagnola, il panorama non cambia gran-

ché. Per buona parte del percorso, anzi, Savonarola risulterebbe assente, se

non fosse per il suo nome apposto ai numerosi esemplari del Confessionale

che si affacciano qua e là, nelle recenti edizioni di Pavia, Piacenza, Brescia,

Torino. Qualche titolo del domenicano scopriamo nei conventi dei cappucci-

ni, che mancavano dal gruppo degli inventari veneziani. Così, a Piacenza, un

"sermonario" mutilo; a Parma, le Expositiones sui Salmi e ll Solatium itine'ris mei3e.I sermoni Sopra Amos e Zaccaria, in stampe diverse, compaiono

invece, sempre presso i cappuccini, a Modena e nuovamente a Bolognaao,

dove anche alla Certosa erano state registrate delle "Prediche altre volte cor-

refte nanzi l'indice nuovo"4l. Quanto mai scarsa la messe nella città d'origi-ne di Savonarola: a Ferrara, al Triumphus crucis ancora dei cappuccini del

convento "di dentro", si aggiungono soltanto le "Prediche super Job espurga-

te", in mano ad un baccelliere carmelitano del convento di San Paoloa2.

Il quadro poteva però essere stato meno povero, solo qualche tempoprima. Al momento della redazione delle liste dei libri proibiti, ad esempio, icelestini bolognesi di San Giovanni Battista avevano comunicato a Romad'aver proweduto a rimuovere dai plutei della loro biblioteca e a riporre "inscrinio clavibus obserrato" i commenti ai salmi Miserere, In te Domine, Quiregis - probabilmente in volgare - 1l Triumphus crucis e l'Expositio latinasul Miserere, accanto a scritti di Cardano, Telesio e Lullo, a libelli controLutero e Melantone, alla Monarchia di Nostro Signore Gesù Cristo di Gio-van Antonio Pantera e all' Harmonia mundi di Francesco Zorzla3 . Erano fini-te così nello stesso armadio, "ut nequaquam ab ullo legi possint", opere proi-bite, sospese e mai censurate. E, come a Santa Giustina di Padova, Savona-

rola aveva fatto le spese di un'interpretazione estensiva delle disposizionidell'Indice, che poteva portare alla denuncia, tra i libri sospetti, dello stesso

Confessionaleaa.

39. BAV, Vat. Lat. 11326, cc. 90v;30v.40. BAV, Vat. Lat. 11326, cc. l86v e l4v.41. BAV, Vat. Lat. 11276, c. 547r. La menzione del tipografo, Bemardino Benalio, suggerisce

che possa trattarsi dei sermoni Sopra Ezechiel e Sopra diversi salmi et evangeli, impressi appuntodal Benalio nel 15 17.

42.Ivi,c.2l7r;BAY, Vat. Lat. ll2'79,c. 148r.43. Cfr. I'elenco in BAV, Vat. Lat. 11286, c.256r, che non fomisce le note tipografiche dei vo-

lumi. Sulla Monarchia del Pantera, assimilata alle esposizioni volgari della Scrittura, cfr. Fragnito,La Bíbbia cit., p. 299.

44. Così, ad esempio, nella lista dei proibiti del convento agostiniano di Castelnovo in Emilia(BAV, Vat. La| 11286, c. 149r).

LA MEMORIA DI SAVONAROLA 279

Se, riprendendo il nostro itinerario, entriamo a questo punto nelle più for-nite librerie dei religiosi toscani, quello di Savonarola torna ad essere unnome relativamente familiare, nell'ambito di assortimenti librari più definiti,che consentono qualche confronto con le linee emerse dal sondaggio vene-ziano.il facile ora, scorrendo gli elenchi di biblioteche di diversi ordini, ri-trovare qualche testo savonaroliano, vestigio di una diffirsione che dovevaessere stata ben più capillare. Volumi di prediche vengono alla luce presso icertosini45, tra i cappuccinia6, dove ttÍtavia appaiono come accerehiati dallaproduzione più recente degli spagnoli, del Panigarola, del Musso, guide evi-dentemente più accette ai predicatori dell'ordine. Una serie di scritti del do-menicano s'incontra invece nella cella di un minore osservante, l'aretinoFrancesco Pitigiani, autore di commenti a Scoto destinati a qualchenotorietà47 . Tra i suoi circa duecento libri - una raccolta scelta ed aggiorna-ta, falta soprattutto di testi teologici ed esegetici - avevano preso posto lePrediche sopra Amos e Zaccaria (Venezia, Alvise Torti, 1544) e le Prediche

fatte nel dì dellefeste4s,l'Expositio sui Salmi (Venezia, Arrivabene, l5l6)4ee quella Super orationem dominicam (Yenezia, Soardi, 1504), 1l De simpli-citaîe christiqnae vítae (ivi) e 1l Compendium totius philosophiae, nellastampa veneziana del Pincio del 1534.

Ma più che verso il mondo francescano - aYenezia in primo piano nellaconservazione della memoria di Savonarola - una traccia sicura conduce inToscana verso i cassinesi.

Alla Badia fiorentina, uno dei principali centri culturali della Congrega-zione, il catalogo della "publica bibliotheca minor" esibiva ben 12 titoli difra Girolamo, tra latini e volgari50: accanto ad alcune delle più antiche stam-pe fiorentine delle prediche, si trovavano le Expositiones dei Salmi, il Desimplicitate e il Triumphus Crucis, i Trattati spirituali, 1l Confessionqle e itesti filosofici, oltre alla miscellanea impressa a Lione dal Gryphe - proibita

45. BAV, Vat. Lat. 112'16, cc.438r-471r (rnventario della certosa di San Lorenzo di Firenze).46. Cfr. gli elenchi relativi ai conventi di Siena, Pisa e Sarteano in BAV, Vat. Lat. 11322, ispet-

tivamente alle cc. 1r, 53r,69v. In quello dei cappuccini di Prato, una graffa a margine riuniva i seitesti savonaroliani presenti in libreria - prediche, ll Confessionale, il De simplíciîate volgare, i com-menti ai Salmi - sotto I'awertenza "tutti sospesi" (BAV, Vat. Lat. 11322, c.43r).

47. SulPitigiani,mortonel 1616,v.L. Wadding, ScriptoresOrdinisMinorum, editionovissima,Romae 1906, pp. 90-91. I suoi libri figurano tra quelli delle biblioteche "ad usum fratrum" della"provincia Tusciae" in BAV, Y at. Lat. 1 128 1, cc. 1 58r- 1 68r.

48. Dette prive di note tipografiche, vanno probabilmente identificate con I'edizione fiorentinadel 1496.

49. L' Expositio isulta in realtà stampata dall'Arrivabene nel I 5 1 7.50. BAV, Yat.Lat. 11266, cc. 143r-169v.

280 ANTONELLA BARZAZI

da tutti gli indici cinquecenteschi - che accostava i commenti ai Salmi del

domenicano a scritti d'intonazione protestantesl . C'era, in più, 1l Commento

sopra a più sue canzoni del savonaroliano Girolamo Benivieni (Firenze, A.Tùbini, Lorenzo di Francesco e A. Ghirlandi, 1500). Un gruppo compatto

che - a conferma di un nesso aYenezia appena accennato - s'integrava inuna libreria monastica caratteizzata dalla presenza di classici della filosofiaumanistica - da Ficino a Lefèvre d'Etaples - di collezioni patristiche, e dallaproduzione di esegeti ed espositori cinquecenteschi quali Isidoro Chiari eMarcantonio Flaminio, Johann van Kampen - il Campense - e Sante Pagni-

ni. I testi di Savonarola, per lo più nelle edizioni del ciclo veneziano, nonmancavano nelle celle di alcuni monaci. Come tal Vittorino da Firenze, che

nella sua piccola raccolta di una sessantina di titoli - in gran parte libriscientifici e musicali - custodiva tre sillogi di prediche, il Compendium phí-losophiae, \l Solatium itineris mei e \l Trqttato contrq I'astrologias2.

Nota distintiva dell'area toscana è comunque la particolare concentrazio-

ne di opere del domenicano nei conventi dei serviti. Un discreto assortimen-

to di sermoni e di altri scritti, volgari e latini, si conservava a Sant'Antoniodi Pisa, nella biblioteca affidata alle cure di fra Giacomo Tavanti - ex gene-

rale, lettore di teologia nel pubblico Studio pisano - e composta soprattutto

da edizioni del secondo Cinquecentos3. "Molt'opere del Savonarola" eranostate rinvenute ad Arezzo, all'atto del censimento dei libri proibiti e sospesi.

Dai volumi - assicurava però una nota all'elenco - risultava "stracciato tuttoquello che vi è di proibito"54. I sermoni savonaroliani erano di casa all'An-nunziata di Firenze, presso i frati maestri e il rettore provinciale dell'ordine,il quale, a sua volta, aveva lasciato nel convento d'origine, a Pistoia, le Pre-diche sopra Amos e Zaccaria (Yenezia, Alvise Torti, 1544), private della do-dicesima predica. "nominata nell' Indice"55.

5 I . Ivi, c. I 55r. L'inventario ne indicava il tipografo, ma non l'anno di stampa, né contrassegna-va in alcun modo il titolo come proibito. Sulle edizioni della DomÌnicae Precatíonis Explanatio.Cum quibusdam aliis (...), cfr. U. Rozzo, La cultura italiana nelle edizíoni lionesi di SébastíenGryphe ( 1 5 3 1 - 1 5 4 I ), "La Bibliofrlia", 90, 1 988, pp. I 88- 1 9 1.

52. BAV, Vat. Lat. 11266, c. 213r.53. BAV, Vat.Lat.1l32l,cc. l84r-217v. Cfr. anche la lista dei "libri da correggersi a Sant'An-

tonio di Pisa", in BAV, Yat. Lat. 1 1286, c. 155r, redatta dallo stesso Tavanti. Su queSt'ultimo, prioregenerale dal 1576 al 1582, promotore della riforma delle costituzioni dell'ordine, legato a Sarpi, cfr.la Nota introduttíva di G. Cozzi in P. Sarpi, Opere, a otra di G. e L. Cozzi, Milano-Napoli 1969, pp.8, 13, 25, e O. J. Dias, La preparazione delle costituzioni del I 580 in un memoriale di fra GiacomoTavanti, "Studi Storici dell'Ordine dei Servi di Maria", 19,1969, pp. 8l-114; sul ruolo dei servitinell'Università di Pisa, cfr. R. Grégoire, I maestri dei Servi all'Uníversitò di Pisa dql 1524 al 1832,"Studi Storici dell'Ordine dei Servi di Maria", 35, 1985, pp. 151-170.

54, BAV, Vat. Lat. 11286, cc. l58v-159v.55. Ivi, c. l56r; BAV, Vat. Lat. ll32l,cc.329r-406t.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA

E una preferenzamarcata - quella rilevabile nella zona del più forte radi-camento dei serviti - che meriterebbe forse indagini più approfondite. Se,

nel lungo arco di vita del movimento piagnone, un rapporto contrastato, maassai stretto, aveva legato i frati dell'Annunziata al vicino convento di San

Marco e al profetismo savonarolianos6, all'aprirsi del Seicento I'opera deldomenicano pareva imporsi come un tassello nel peculiare orizzonte intellet-tuale e spirituale dell'ordine di Sarpi, aperto a suggestioni diverse sul pianoteologico ed ecclesiologico, tutt'altro che compatto di fronte agli orienta-menti della Chiesa post-tridentinasT.

Ad avvalorare l'impressione - e ad aprire al contempo nuovi interroga-tivi - c'è uno straordinario documento, confluito tra il materiale relativo al-I'applicazione dell'Indice. Si tratta del resoconto di un sopralluogo svoltosinel novembre del 1600 nel convento lucchese dei serviti, nelle stanze dell'exprovinciale di Toscana fra' Lorenzo, già maestro in teologia e predicatore,nonché revisore dei libri per incarico del vescovo di Luccass. Scagionato due

anni prima dall'accusa di sodomia, in virfu di una sentenza dell'allora gene-

rale Angelo Maria Montorsoli, Lorenzo doveva essere incappato in una se-

conda denuncia per detenzione di testi proibiti, nel clima favorevole deter-minato dalle indagini sui libri dei religiosi e forse dalla sua stessa delicataposizione di revisore. Su mandato del nuovo generale, perciò, il reggentedello studio fiorentino dell'Annunziata Dionisio Bucarellise. assistito da unbaccelliere, aveva frugato per tre giorni tutti gli angoli della cella del fratelucchese - assente dal convento - prendendo nota di ogni fascicolo, di ognipiù minuta carta personale e di circa settecento opere, a stampa e a penna.

Tra queste figuravano tradizionali strumenti della cultura ecclesiastica:grammatiche, manuali di logica e summae di teologia, scritti devozionali e

controversistici, guide per i sacramenti. Ma il lungo verbale-inventario regi-

56. Cfr. Polizzotto, The Elect Nation, pp. 332-333. Nel 1526 il servita Cosimo Favilla si era sca-gliato contro Savonarola, falso profeta e capostipite di eretici, con un trattato Flagellum pseudo-prophetorum, rimasto manoscritlo.

57. Sull'ambiente servita e le divaricazioni inteme all'ordine tra gli ultimi decenni del Cinque-cento e l'Interdetto di Venezia restano foàdamentalila Noîa introduttÌva di Cozzi a Sarpi, Opere cit.,pp. 3-30, e il saggio di B. Ulianich, Paolo Sarpi, il generale Ferrari e I'ordine dei Sewiti durante lecontroversíe veneto-pontificie, 1n Studi in onore di Alberto Pincherle, Roma 1967, voll. 2, II, pp.582-645.

58. BAV, yat. Lat. 11286, cc.28r-47v; il fascicolo è stato a suo tempo segnalato e illustrato daM. Rosa, "Dottore o seduttor deggio appellarte": note erasmiane, "Rivista di Storia e LetteratuaReligiosa", 26,1990, pp. 30-33.

59. Sul Bucarelli, sottoscrittore nel 1607 della Difesa delle censure pubblícate da N. S. PaoloPapa V nella causa de' Signori Venetianl, che segnerà la presa di distanza ufficiale dell'ordine daSarpi, divenuto consultore della Repubblica diYenezia, cfr.Ulianich, Paolo Sarpi cit.,pp.611 e 624.

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282 ANTONELLA BARZAZI

strava pure molta produzione letteraria e poetica - con un repertorio che an-

dava dal Decameron, nell'edizione del Salviati, alle novelle del Sacchetti,

alle Satire e alla Cassaria dell'Ariosto, ai sonetti del Burchiello - qualche

tomo "in franzese o tedesco", diverse Bibbie in latino, greco ed ebraico60,

testi d'ispirazione platonica e antiaristotelica, di arte della memoria, di pro-

fezia, di magia e di "segreti", di fisiognomica e "spettanti all'astrologia giu-

ditiaria"6l. Tra questi si affacciavano anche diverse operette di Erasmo,

dall'Institutio principis christiani al De pueris statim ac liberaliter instituen-

dis, all'Encomium moriae. Inoltre volumi savonaroliani, tanti: una quantità

di raccolte di sermoni che copriva granparte dei cicli di predicazione del do-

menicano, i commenti ai Salmi, il trattato Contra I'astrologia, con in più

l'Oracolo della renovation della Chiesa di Luca Bettini.Lorenzo da Lucca era, come il frate veneziano che abbiamo già incontra-

to, un espurgatore di libri. I frontespizi "rastiati" di alcune Bibbie, 7e "Qar-

taccie stracciate, come epistole et evangeli vulgari, ofitioli della Madonna

vecchi"62, accumulati tra lo scrittoio e gli scaffali, i "piastrelli" applicatisulle pagine di vecchie edizioni, erano le tracce eloquenti del suo lavoro. E,

tra i volumi che erano stati inclusi nell'elenco, qualcuno doveva certamente

appartenere - lo confermerà un teste - a cittadini lucchesi. Nel complesso

pero i libri della sua cella non si presentano come il cumulo informe deitomi raccolti per dovere d'ufficio e in attesa di correzione. Costituiscono in-vece una biblioteca coerente nel suo genere, nella quale filoni eterodossi ti-pici della cultura del tempo s'intrecciano con note di dissenso'e opposizione

che vengono più da lontano, da Erasmo educatore e maestro di lettere, da

Savonarola profeta e fustigatore della degenerazione del papato.

Nella libreria di un servita - che Mario Rosa non ha esitato a definire li-bertino - aveva dunque trovato rifugio il più cospicuo tra i nuclei di scrittisavonaroliani individuati nel percorso daYenezia alla Toscana. Era, questa,

60. Tra queste anche quindici "librettini ebrei in 32o", stampati da "Ruberto Stefano, per I'im-presa, ché non vi è nome". Questi sarebbero rimasti misteriosi al compilatore se su ogmrno non fossestato annotato, 'per scrittura a mano", il nome di alhettanti libri del Vecchio Testamento (BAV, Vat.Lat. 11286, c.37r).

61. Durante 1"'inquisitione" condotta dal Bucarelli, un confratello dichiarerà che Lorenzo "ha-veva un libro intitolato Clavîculu Salomonís et un altro intitolato Comelio Agnppa e più libri di chi-romantia (...) e che quanto a Comelio Agnppa, egli stesso gl'e ne consegnò nelle mani, come quelloche lo havea haruto in confessione (...). Che tal libro gl'e n'ha visto poi spartitamente in quinterni insu la tavola per essere in foglio sciolto di stampa di Leone e che gl'e lo dette perché a lui si doveanoconsegnare d'ordine del vescovo" (ivi, c. 44v).

62. Ivi. c. 35v.

LA MEMORIA DI SAVONAROLA

una delle vie possibili d'una sopravvivenza di norma ancorata ad ambienticulturalmente qualificati e ai gusti di religiosi d'età matura, per quanto al-meno si può ricavare dagli inventari. Savonarola è assente dai piccoli nucleilibrari dei conventi periferici, dalle "biblioteche minime" dei frati ocomuni',

che si rivolgono ormai ad altri autori e ad altri testi. Sopravvivenza incerta,quindi, la sua, minacciata insieme dalla desuetudine e dalla censura. Esauri-to definitivamente il ciclo del savonarolismo cinquecentesco, condannati al-l'Indice fin dal 1559 quindici sermoni e il dialogo De veritate prophetica,laproduzione savonaroliana, non più ristampata, aveva subito negli anni lemassicce manomissioni e i tagli che gli inventari vaticani awebbero puntual-mente segnalato. Tra Cinque e Seicento tuttavia il semplice nome di fra' Gi-rolamo continuava a mettere in allarme i censori. Mentre trionfava la diffi-denza verso il volgare e veniva reso definitivo il bando delle versioni italianedella Scrittura, la predicazione 'biblica' di Savonarola, il fantasma della con-

testazione dell'autorità papale evocato dalla sua figura, dovevano risultaresempre più anacronistici e intollerabili. E gli incaricati dell'applicazione del-

I'Indice riservarono in genere alle sue opere un trattamento che andava al dilà delle prescrizioni dell'indice clementino, giungendo ad assimilare nellapratica a testi proibiti non solo le raccolte sospese di sermoni, ma il com-plesso degli scritti del domenicano ferrarese63. Diversi esemplari savonaro-

liani sarebbero così finiti negli armadi chiusi di conventi e monasteri, nei de-

positi dei tribunali dell'Inquisizione o addirittura bruciatis. Come a Santa

Severina, in Calabria, dove un tomo di "Conciones quadragesimales" - forse

gli ormai ben noti Sermones super Archam Noe - verrà sequestrato nel terri-torio dell'arcidiocesi6s. Dapprima tenuto da parte tra altre opere suspensae,

63. G. Fragnito, La censura ecclesiastica e Girolamo Savonarola, "Rivista di storia e letteraturareligiosa", XXV, 1999, pp. 501-529. Sulla sorte analoga di altri autori e categorie di opere e in parti-colare degli scritti di contenuto biblico, cfr. Ead., La Bibbia cit.,pp.266-273;275-313.

64. Nelle liste di libri proibiti e sospesi giacenti presso le inquisizioni locali conservate, tra variadocumentazione relativa all'applicazione dell'Indice, presso I'Archivio romano della Congregazioneper la Dottrina della Fede (Indice,XYilUl), le opere di Savonarola ricorrono più volte, sia pure con

frequeirza minore rispetto a quelle di Cardano e Telesio, agli scritti volgari d'argomento biblico, aitesti di astrologia e di duello. Presso il Sant'Uffizio di Treviso si trovavano, oltre alle edizioni sospese

delle prediche e all'Oracolo della renovation della Chiesa del Bettini, anche il Della semplicítà dellavita cristiana eílTrionfo della croce (ivi, c. l63v). IJnIndex librorum proibitorum quí reperiuntur inbiblíotheca conventus S. Mariae Novellae de Florentia ordinis praedicatorum, presettato, presumi-bilmente alla fine degli anni Venti del Seicento, alla Congregazione dell'Indice, in vista del rilasciodella dispensa per la detenzione di testi proibiti, elencherà senza ulteriori distinzioni - sette volumidi Opera di Savonarola insieme a scritti del Gelli e del Doni, di Ugo Grozio e di Alberico Gentili, a

una "Biblia rulgaris", al Universae Naturae theatrum di Bodin, al De revolutionibus orbium di Co-pemico e ad una quantità di edizioni curate da filologi protestanti (ivi, Indice,lX/|, cc. 105r-106v).

65. BAV, Yat. Lat: 11286, c. 529r-532r. Un cenno all'episodio è in R. De Maio, Eresia e mito

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284 ANTONELLA BARZAZI

il libro - apparso "vetustate fere consumpto" - sarà infine gettato in un rogo

allestito davanti alla chiesa arcivescovile, insieme ai Macaronea del Folen-

go, ad un compendio volgare della Bibbia, a uno scritto di Melantone, a di-versi opuscoli magici e alchemici. Consunzione e spiccio pragmatismo dei

censori I'avevano condannato a sparire nel fuoco.

Per un'inversione di iendenza - dalla dispersione e dall'isolamento al re-

cupero dei testi savonaroliani - occorrerà attendere I'inizio del Settecento.

Solo allora la passione erudita per incunaboli ed edizioni del primo Cinque-cento riporterà alla luce vecchi esemplari sepolti nei conventi e nelle case

private. Potranno così ricostituirsi ricche collezioni savonaroliane, che pren-

deranno posto nelle librerie di bibliofili laici ed ecclesiastici e nelle rinnova-te biblioteche degli ordini religiosi. Per la storia della fortuna di Savonarola

sarà comunque un capitolo nuovo e diverso66.

della potestà pontificía nel processo romano a Savonarola, in ld., Riforme e miti nella Chiesa delCinquecento,Napoli 1973, p. 90 nota.

66. R. Ridolfi, Yita dí Girolamo Savonarola, Firer::e 1997o, pp. 251-252. Ma si veda ora ancheil saggio di R. Campioni in questo volurne.