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FRATE FRANCESCO rivista di cultura francescana Anno 79 - Nuova Serie - Novembre 2013 - n. 2 estratto Marco Guida LA LETTERA CLARA CLARIS DI ALESSANDRO IV PER LA CANONIZZAZIONE DI CHIARA D’ASSISI

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FRATE FRANCESCOrivista di cultura francescana

Anno 79 - Nuova Serie - Novembre 2013 - n. 2

estratto

Marco Guida

LA LETTERA CLARA CLARIS DI ALESSANDRO IVPER LA CANONIZZAZIONE DI CHIARA D’ASSISI

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LA LETTERA CLARA CLARIS DI ALESSANDRO IVPER LA CANONIZZAZIONE DI CHIARA D’ASSISI

Marco Guida

La canonizzazione di Chiara d’Assisi ha come principale pro-tagonista il papato. È Innocenzo IV, infatti, a poco più di due mesi dalla morte dell’abbadessa di San Damiano, ad avviarne il processo canonico con la lettera Gloriosus Deus, attraverso la quale affidava l’incarico di “inquisitore” al vescovo di Spoleto, Bartolomeo Accorom-bani1. A due anni da questo atto ufficiale l’iter per la canonizzazione si concludeva, e Alessandro IV, successore di papa Sinibaldo Fieschi, canonizzava Chiara ad Anagni, nella cattedrale della sua città. Sulle circostanze dell’iscrizione di Chiara nel catalogo dei santi siamo in-formati dalla Legenda ufficiale scritta da Tommaso da Celano per la nuova santa.

* Dedico il presente lavoro al caro fr. Giovanni Boccali, con affetto e gratitudine nel 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

BuCl = Lettera di canonizzazione Clara claris praeclara, in Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali: Lettera di annunzio della sua morte, Processo e Bolla di canonizzazione, introduzione, testo, note, traduzione italiana dei testi latini e indici a cura di G. Boccali (Pubblicazioni della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova – Assisi 10), Assisi 2003, 238-265; PrCa = Processo di canonizzazione di Chiara d’Assisi, in Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 75-225; LegCl = Legenda san-ctae Clarae, in Legenda Latina sanctae Clarae virginis Assisiensis, introduzione, te-sto restaurato, note e indici a cura di G. Boccali e con traduzione italiana a fronte di M. Bigaroni (Pubblicazioni della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova – Assisi 11), Assisi 2001, 86-237; BF II = Bullarium Franciscanum Romanorum Pontificum, II, studio et labore J. H. Sbaralea, Romae 1761; BFE = c. EubEl, Bullarii Franciscani Epitome, Ad Claras Aquas, Florentiae 1908; Eubel = C. EubEl, Hierarchia catholi-ca Medii Aevi, I, 2a ed., Monasterii 1913; Fontes = Fontes franciscani, a cura di E. Menestò, S. Brufani, G. Cremascoli, E. Paoli, L. Pellegrini, Stanislao da Campagnola, apparati di G. M. Boccali (Medioevo francescano. Testi 2), Assisi 1995 (di questo volu-me segnalo il numero delle pagine); Fonti = Fonti francescane. Terza edizione rivista e aggiornata. Scritti e biografie di san Francesco d’Assisi. Cronache e altre testimonianze del primo secolo francescano. Scritti e biografie di santa Chiara d’Assisi. Testi normati-vi dell’Ordine Francescano Secolare, a cura di E. Caroli, Padova 2011 (di questa silloge indico il numero marginale in grassetto).

1 innocEnzo iV, Gloriosus Deus (18 ottobre 1253), in M. Guida, La lettera Gloriosus Deus: Innocenzo IV per Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 77/2 (2011) 397-417.

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Nel prologo dell’agiografia clariana il Celanese, rivolgendosi al pontefice, così scrive: «Dio misericordioso (cfr. Sir 2, 13) suscitò la veneranda vergine Chiara ed accese in lei una chiarissima luce (cfr. Mt 5, 15; Lc 15, 8) per le donne; e tu, beatissimo papa, ponendola sul candelabro per far luce a quanti sono nella casa (cfr. Mt 5, 15), mosso dalla prova dei prodigi, l’ascrivesti nel catalogo dei santi»2. Alessan-dro IV, il cardinale Rainaldo di Jenne – vescovo di Ostia e Velletri dal 1231 – era stato eletto vescovo di Roma il 12 dicembre del 1254. Gre-gorio IX lo aveva creato cardinale nel 1227 assegnandogli la diaconia di S. Eustachio, e nello stesso anno assunse l’incarico di protettore dell’Ordine dei Frati Minori e dell’Ordine di San Damiano, incomben-za che mantenne anche durante il suo pontificato. È ancora Tomma-so da Celano a darcene conferma: «Di questi Ordini ti consideriamo padre, ti sappiamo sostegno, ti riconosciamo protettore, ti veneriamo signore; te che il governo dell’immensa nave preoccupa grandemente, ma non al punto da escludere l’impegno speciale ed abituale anche per questa navicella più piccola»3. Il pontefice, dunque, conservò il ruolo di protettore dell’Ordine francescano, indicato dall’agiografo come una piccola nave, in confronto alla grande nave che è la Chiesa4. Alessandro IV morì a Viterbo il 25 maggio del 12615. Durante il suo pontificato furono avviati solo pochi processi e l’unica canonizzazione fu quella di Chiara d’Assisi6.

2 LegCl, prologo 5-6 (Fonti 3151): «Suscitavit propterea pius Deus virginem vene-rabilem Claram, atque in ea clarissimam feminis lucernam accendit; quam et tu, papa beatissime, super candelabrum ponens, ut luceat omnibus qui in domo sunt, virtute cogente signorum, sanctorum cathalogo ascripsisti».

3 LegCl, prologo 7-8 (Fonti 3151): «Horum ordinum te patrem colimus, te nutri-cium scimus, te protectorem amplectimur, te dominum veneramur: quem sic perma-ximae navis regimen universale sollicitat, ut parvae quoque naviculae curam singula-rem et solitam non excludat».

4 In una lettera datata 8 novembre 1225, Alessandro IV – in risposta ai frati Minori che avevano chiesto per il loro Ordine un cardinale protettore, secondo il precetto della Regola – così si esprimeva: «volumus et presentium auctoritate decernimus vos ad hec, dum nobis vita comes fuerit, ex precepto huiusmodi non teneri, sed de humeris nostris protectionis vestre presidia requiratis» F. M. dElorME, Alexandre IV et le protectorat de l’Ordre, in Archivum Franciscanum Historicum 12 (1919) 593-595: 595.

5 Notizie sulla vita, il pontificato di Alessandro IV e i suoi rapporti con l’Ordine Minoritico, si possono leggere in r. MansElli, Alessandro IV, in Enciclopedia dei Papi, II, Roma 2000, 393-396; s. andrEotti, La famiglia di Alessandro IV e l’Abbazia di Subiaco, Subiaco 1987; lo. PEllEGrini, Alessandro IV e i francescani (1254-1261) (Studi e testi francescani 34), Roma 1966.

6 Durante il pontificato di Alessandro IV «in sei anni e mezzo circa, si inaugurarono pochi processi di canonizzazione, mentre raggiunse il perfezionamento solo il negozio per la santa di Assisi» r. Paciocco, Canonizzazioni e culto dei santi nella christianitas

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La canonizzazione di Chiara d’Assisi

La LegCl di Tommaso da Celano ci offre un utile resoconto delle fasi conclusive del processo canonico per Chiara d’Assisi. L’ultimo ca-pitolo della LegCl è dedicato proprio alla canonizzazione della santa. Ascoltiamo la narrazione del Celanese: «Mentre sedeva sulla sede di Pietro il clementissimo principe, signore Alessandro IV, uomo amico di ogni santità, tutela dei religiosi e ferma colonna delle religioni, mentre circolava il racconto di tutti questi prodigi, e di giorno in gior-no si spandeva largamente la fama delle virtù della vergine, il mondo stesso con impaziente desiderio aspettava la canonizzazione di questa vergine»7. Dal processo di canonizzazione celebrato ad Assisi dal 24 al 29 novembre 1253 erano passati già diversi mesi. Il 7 dicembre 1254, ad un anno di distanza, Innocenzo IV moriva a Napoli lasciando inconcluso il negotium per Chiara d’Assisi. Pertanto l’impazienza dei fedeli cresceva, così come si diffondeva la fama dei prodigi operati an-che dopo la sua morte dall’abbadessa del monastero di San Damiano. Il Celanese afferma che «il nominato papa, spinto come da un fatto insolito per sì tanti e tali prodigi, iniziò a trattare con i cardinali la canonizzazione di lei. Vengono affidati a persone scelte e di senno i miracoli per essere esaminati, e presentate anche le meraviglie del-la vita per essere discusse. Ne risulta che Chiara, durante la vita, risplendette nell’esercizio di tutte le virtù, e dopo la morte degna di essere ammirata per i veri e provati miracoli»8. Da ciò sembra che il processo alla fine del pontificato di Innocenzo IV subì una battuta d’arresto, e che fu il suo successore a sbloccare la faccenda affidando «a persone scelte e di senno» le testimonianze raccolte durante il pro-cesso affinché ne esaminassero accuratamente il contenuto e il valore. A questi atti si aggiunsero i resoconti sui miracoli che per interces-

(1198-1302) (Medioevo francescano. Saggi 11), Assisi 2006, 100; cfr. a. VauchEz, La santità nel Medioevo (Collezione di Testi e di Studi. Storiografia), Bologna 1989, 221.

7 LegCl 41, 1 (Fonti 3278): «Residente autem in sede Petri clementissimo princi-pe domino Alexandro IIIJo, viro totius sanctitatis amico, qui et religiosorum tutela et religionum firma erat columna, dum horum mirabilium relatio curreret, et de die in diem fama virtutum virginis latius insonaret, canonizationem tantae virginis ipse iam mundus cum desiderio expectabat».

8 LegCl 41, 2-5 (Fonti 3278): «Dictus denique pontifex, tantorum turba signorum quasi in rem insolitam excitatus, de canonizatione eius una cum cardinalibus coepit habere tractatum. Committuntur personis sollemnibus et discretis examinanda mi-racula, vitae quoque magnalia discutienda traduntur. Invenitur Clara, dum viveret, omnium virtutum exercitio clarissima; invenitur post transitum veris et probatis mi-raculis admiranda».

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sione di Chiara i fedeli ottennero dopo la sua morte9. Chiara, dunque, è degna di essere ammirata e venerata perché in lei risplendono la forza delle virtù e quella dei prodigi.

Pertanto «il giorno stabilito assistito dal collegio dei cardinali, ed alla presenza di una adunata di arcivescovi e vescovi, e di una grande moltitudine di clero, religiosi e di potenti, il sommo pontefice propone quell’affare salutare [a proposito della canonizzazione] e ne richiede il parere dei prelati. Tutti si mostrano subito molto favorevoli; dichia-rano che Chiara doveva essere glorificata in terra, come Dio l’aveva glorificata in cielo»10. Alessandro IV convocò un concistoro durante il quale chiese il parere dei prelati in merito alla canonizzazione di Chiara d’Assisi. L’arcivescovo di Pisa, Federico Visconti, fu uno dei prelati presenti e che presero la parola. Dal suo consilium siamo in-formati anche della presenza in concistoro del cardinale Riccardo de-gli Annibaldi, cardinale diacono di Sant’Angelo in Pescheria11, alle cui parole seguirono quelle del Visconti:

Coloro che mi mettono in luce avranno la vita eterna (Sir 24, 31). Queste parole, padre santo, convengono oggi mirabilmente a santa Chiara, perché, come sapete, ciò che è oscuro deve divenire chiaro, ciò che è chiaro deve essere messo in luce. Pertanto La spada che è affilata per dare la morte, dev’essere anche limata per risplendere (Ez 21, 9-10). Così la beata Chiara, che è già chiara in tre modi: nella coscienza, per quel che riguarda Dio, nella fama, per quel che riguarda il pros-simo, e nella realizzazione dei miracoli, per quel che riguarda i santi, ci propone queste parole: “Coloro che mi mettono in luce, cioè coloro che mi iscriveranno nel catalogo dei santi, affinché lampade faccia-no luce davanti alla mia tomba, come davanti alla tomba degli altri santi, avranno la vita eterna (Sir 24, 31)”. Perciò, padre santissimo, non soltanto concordo con le cose dette su di lei con tanta prudenza dal venerabile padre signor Riccardo, degnissimo cardinale diacono, ma umilmente vi supplico di iscriverla nel catalogo dei santi, affinché, grazie alle sue preghiere e ai suoi meriti, meritiamo di conseguire la vita eterna. Amen12.

9 A questi miracoli è dedicato il secondo opuscolo della LegCl costituito dai capitoli 31-40.10 LegCl 41, 6-7 (Fonti 3278): «Die enim ad hoc statuta, cum coetus cardinalium

convenisset, archiepiscoporum et episcoporum conventus adesset, cleri contio ac religio sapientum quoque et potentum plurima multitudo assisteret, summo pontifice illud sa-lubre negotium in medium proponente, ac praelatorum iudicium sciscitante, universi prompto favore propensius annuentes, Claram dicunt clarificandam in terris, quam Deus clarificavit in excelsis».

11 Cfr. Eubel, 49.12 «Consilium quod idem dominus [Fridericus] dedit domino Alexandro pape IIIIo

coram Cardinalibus et multis aliis Prelatis in canoniçatione sancte Clare. Qui elucidant

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Il parere dell’arcivescovo Federico fu positivo, ed immaginia-mo che altrettanto fu quello del cardinale Riccardo che aveva preso la parola prima di lui. Dopo aver ottenuto il consenso dei prelati, il papa, secondo il racconto della LegCl, procedette alla canonizzazione di Chiara: «Imminente pertanto l’anniversario della sua morte, a due anni dal transito, convocata l’assemblea dei prelati e di tutto il clero, premesso un sermone, il beato Alessandro, a cui era stata riservata da Dio questa grazia, con grandissima solennità ascrisse devotamen-te Chiara nel catalogo dei santi. E istituì la festa in suo onore da celebrarsi solennemente in tutta la Chiesa. Ed egli per primo con tut-ta la curia la celebrò con singolare solennità»13. Il pontefice, dunque, celebrato il concistoro dei consilia, nell’imminenza dell’anniversario della morte di Chiara, cioè l’11 agosto del 1255, convocati i prelati ed il clero, canonizzò solennemente la donna di Assisi. La LegCl, però, non indica la data dell’importante avvenimento, limitandosi alla sola informazione che «questo fu celebrato ad Anagni nella chiesa maggio-re, nell’anno della incarnazione 1255, anno primo del pontificato del

me vitam eternam habebunt, Eccl. XXIIII. Ista verba, Pater sancte, satis hodie congrue congruunt sancte Clare, quia, sicut nostis, quod obscurum est declaratur, et quod clarum est elucidatur. Unde Eçec. XXI: Gladius exacutus est ut cedat victimas, limatus est ut splendeat. Beata igitur Clara, cum sit clara tripliciter, scilicet conscientia quoad Deum, fama quoad proximum, et operatione miraculorum quoad sanctos, dicit et proponit hec verba qui elucidant me etc., idest sanctorum cathalogo ascribunt, ut lampades coram meo tumulo, sicut coram tumulo aliorum sanctorum luceant, vitam eternam habebunt. Propter quod, Pater sanctissime, non solum consulo propter illa que scilicet per venera-bilem patrem dominum Ricardum dignissimum diaconum Cardinalem hic de ipsa pru-dentissime recitata, sed suppliciter supplico, quatenus eam sanctorum cathalogo ascri-batis, ut ipsius precibus et meritis vitam eternam consequi mereamur. Amen» Z. lazzEri, Consilium Friderici Vicecomitis Archiepiscopi Pisani ut ad canonizationem S. Clarae deveniatur, et de eiusdem canonizationis die, in Archivum Franciscanum Historicum 11 (1918) 276-279: 277. Il testo è anche pubblicato in Les sermons et la visite pastorale de Federico Visconti archevêque de Pise (1253-1277), sous la direction de N. Bériou, édition critique par N. Bériou et I. le Masne de Chermont avec la collaboration de P. Bourgain et M. Innocenti, avant-propos de A. Vauchez et E. Cristiani (Sources et documents d’histoire du Moyen Âge 3), Roma 2001, 970, num. LXXXVII. Per la traduzione italiana cfr. M. bartoli, La santità di Chiara d’Assisi. Una lettura storica delle Fonti (La via di Chiara 2), Assisi 2012, 77-78.

13 LegCl 41, 8-10 (Fonti 3278): «Instante vero die migrationis eius ad Dominum, duobus annis ab ipsius transitu revolutis, praelatorum et totius cleri multitudine con-vocata, sermone quoque praemisso, felix Alexander, cui haec a Domino fuerat gratia reservata, cum celebritate permaxima sanctorum catalogo Claram reverenter ascrip-sit, festumque eius sollemniter, in tota Ecclesia celebrandum instituit, atque ipse pri-mus cum tota curia sollemnissime celebravit».

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signor Alessandro»14. La stessa omissione troviamo pure nella legen-da che – sulla base del testo ufficiale della LegCl – fu redatta per la memoria liturgica della festa della santa da celebrarsi ogni anno il 12 agosto, secondo la disposizione di papa Alessandro IV15:

Crescendo dunque la fama veritiera di queste cose e di altri simili fat-ti miracolosi, fu riferita la notizia al sommo pontefice, cioè al signore Alessandro, amico di ogni religiosità, il quale aveva conosciuto, per esperienza certa, la santità particolare della vergine nella sua stessa vita. Dopo la legittima indagine e l’esame diligente dei prodigi che il pio e giusto Signore aveva mostrato dall’alto nella sua sposa, la volle iscri-vere solennemente nel catalogo dei santi, per concorde consiglio e con-senso di tutti i suoi cardinali e dei prelati presenti nella curia romana16.

La data della canonizzazione

Il Lazzeri e il Boccali17, a partire dalla testimonianza tràdita dal-la LegCl e dal consilium che l’arcivescovo di Pisa pronunciò in favore della canonizzazione, indicano nel giorno 15 agosto 1255, solennità dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria, la data dell’iscri-zione di Chiara di Assisi nel catalogo dei santi. Da Alessandro de Ma-

14 LegCl 41, 11 (Fonti 3278): «Acta sunt autem haec apud Anagniam in ecclesia maiori, anno dominicae incarnationis Mo.CCo.LVo., pontificatus domini Alexandri anno primo». Per il racconto della canonizzazione redatto da Tommaso da Celano, cfr. M. Guida, Una leggenda in cerca d’autore: la Vita di santa Chiara d’Assisi. Studio delle fonti e sinossi intertestuale, préface de J. Dalarun (Subsidia hagiographica 90), Bruxelles 2010, 191-193.

15 Cfr. BuCl 108.16 Venerabilis Christi sponse Deoque dicate, 123-125, in Legende minores latine

sanctae Clarae virginis Assisiensis, testi latini con traduzione italiana a fronte a cura di P. Giovanni Boccali (Pubblicazioni della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova – Assisi 13), Assisi 2008, 188-221: 218-219: «Horum igitur et hiis similium operum mirando-rum fama crebrescente veridica, et ad summum perlata pontificem, dominum scilicet Alexandrum, totius religiositatis amicum, qui et virginis sanctitatem precipuam in vita ipsius, experientia certa cognoverat, post inquisitionem legitimam et examina-tionem diligentem virtutum, quas in sponsa sua pius ac iustus Dominus de excelso monstraverat, ipsam de omnium fratrum suorum ac prelatorum tunc in curia Romana presentium concordi consilio et assensu, duxit sanctorum cathalogo sollemniter adscri-bendam».

17 Cfr. lazzEri, Consilium Friderici Vicecomitis, 278-279; Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali: Lettera di annunzio della sua morte, Processo e Bolla di cano-nizzazione, introduzione, testo, note, traduzione italiana dei testi latini e indici a cura di G. Boccali (Pubblicazioni della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova – Assisi 10), Assisi 2003, 234-237.

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gistris, storico della città di Anagni, sappiamo che il papa Alessandro IV «nel dì otto d’agosto (1255) volle consagrare la Basilica inferiore di S. Magno coll’assistenza de’ Vescovi Cardinali Tusculano e Prenestino con altri Preti e Diaconi Cardinali, unitamente con Arcivescovi e Ve-scovi Anagnino, Alatrino e Segnino, dedicolla alla Santissima Trinità ed al S. Martire Magno»18. L’8 agosto 1255 cadeva di domenica, e il mercoledì seguente, 11 agosto, ricorreva il secondo anniversario della morte di Chiara. La domenica successiva coincideva con la solennità dell’Assunzione, giorno quanto mai significativo e adatto per canoniz-zare solennemente la nuova santa. Questa data è confermata dalla testimonianza di Marco Trivisano: «ipse (Alexander IV) canonizavit S. Claram in die Assumptionis Dominae nostrae», alla quale il Laz-zeri collega la precedente consacrazione della cattedrale: «occasionem arripiens, maioris solemnitatis gratia, praesentiae tot Praelatorum, qui ad consecrationem Basilicae Anagninae advenerant»19.

Una attenta lettura delle citazioni bibliche presenti nel consilium pronunciato dall’arcivescovo di Pisa, induce il Lazzeri e il Boccali a ri-tenere che il Visconti espose il suo parere nel giorno dell’Assunzione e dunque in occasione della canonizzazione stessa. Il prelato, infatti, esordì con le parole del Siracide 24, 31 tratte dall’epistola della Mes-sa solenne dell’Assunzione: «qui elucidant me vitam aeternam ha-bebunt», e proseguì rivolgendosi al papa dicendo: «ista verba, Pater sancte, satis hodie congrue congruunt sancte Clare». La citazione del Siracide troverebbe così conferma nell’attualizzante hodie che rende congrue a Chiara la citazione scritturistica pronunciata dal Visconti. Tuttavia il consilium del vescovo di Pisa non può essere utilizzato per confermare al 15 agosto la canonizzazione di Chiara, poiché dalle ricerche sulla procedura dei processi di canonizzazione emerge che i consilia venivano pronunciati prima della canonizzazione dei santi, per esprimere un parere favorevole o negativo in merito ad essa20. E la stessa testimonianza della LegCl sembra distinguere i due momen-ti: Alessandro IV in un giorno stabilito richiese il parere dei prelati, e poi, ottenuto il loro giudizio favorevole, nell’imminenza dell’anniver-

18 Istoria della Città e S. Basilica Cattedrale d’Anagni, Roma 1749, 92, citata in lazzEri, Consilium Friderici Vicecomitis, 278. I vescovi presenti alla consacrazione del-la cattedrale di Anagni, secondo l’ordine dato dal de Magistris, sarebbero i seguenti: Odo da Châteauroux (Eubel, 38), Stefano di Vancsa (Eubel, 37), Pandolfo o Nicola (Eubel, 86), Giovanni (Eubel, 79), Bartolomeo (Eubel, 451).

19 lazzEri, Consilium Friderici Vicecomitis, 279.20 Cfr. Paciocco, Canonizzazioni e culto dei santi, 100 e nota 4.

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sario della morte di Chiara, convocò l’assemblea dei prelati e del clero per procedere alla canonizzazione della santa21.

Dunque l’unica informazione datata sul giorno della canonizza-zione è quella di Marco Trivisano che la colloca al 15 agosto 1255, e ben si accorda con la testimonianza del de Magistris riguardante la consacrazione della cattedrale di Anagni celebrata da Alessandro IV il giorno 8 dello stesso mese. Perciò se si vuole dar credito a queste fonti dobbiamo ritenere che il papa canonizzò Chiara ad Anagni il 15 agosto, di domenica, nell’anno 1255. Se invece volessimo accogliere per buona l’ipotesi che il Visconti pronunciò il suo consilium il giorno della festa dell’Assunzione, dobbiamo credere che la canonizzazione non avvenne lo stesso giorno, ma tra il 15 agosto, giorno del concistoro dei consilia, e il 18 settembre del 1255, data più bassa tra gli esem-plari della lettera di canonizzazione a noi noti e che attesta l’avvenu-ta iscrizione di Chiara nel catalogo dei santi22. Si potrebbe formulare ancora un’altra ipotesi di datazione qualora si utilizzassero esclusi-vamente le fonti agiografiche clariane. In chiusura della lettera di canonizzazione Clara claris il pontefice Alessandro IV afferma:

noi, di comune consiglio e consenso dei nostri fratelli e di tutti i prelati presenti al momento presso la Sede apostolica, e confidando nella on-nipotenza divina, con l’autorità degli apostoli Pietro e Paolo e nostra abbiamo deciso di iscriverla [Chiara] nel catalogo delle sante vergini. Pertanto, avvertiamo tutti voi e vi esortiamo caldamente ordinandovi con lettera apostolica che celebriate con devozione e solennità il giorno 12 agosto la festa della stessa vergine, e che la facciate celebrare con ogni riverenza dai vostri sudditi, per meritare di averla presso Dio vostra pia e sollecita protettrice23.

Chiara morì il giorno dopo la festa di san Lorenzo, la sera dell’11 agosto 125324. Ad Assisi in quella data si celebrava la festa di san Rufino, patrono della città, pertanto il papa stabilì che il 12 agosto

21 Cfr. LegCl 41,1-11 (Fonti 3278).22 Per la datazione degli esemplari della lettera Clara claris si veda più avanti.23 BuCl 107-109: «Nos de communi fratrum nostrorum et praelatorum omnium,

tunc apud Sedem apostolicam existentium consilio et assensu, de omnipotentia divina confisi, auctoritate beatorum Petri et Pauli apostolorum, ac nostra, ipsam cathalogo sanctarum virginum duximus adscribendam. Ideoque universitatem vestram mone-mus et hortamur attente, per apostolica vobis scripta mandantes, quatenus secundo Idus Augusti, festum eiusdem virginis devote ac solemniter celebretis, et faciatis a vestris subditis venerabiliter celebrari, ut ipsam habere mereamini apud Deum piam et sedulam adiutricem».

24 Cfr. LegCl 29, 33 (Fonti 3254).

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in tutta la Chiesa si dovesse celebrare la festa della vergine santa Chiara. A questa essenziale informazione della BuCl fa seguito quel-la della LegCl: «il beato Alessandro, a cui era stata riservata da Dio questa grazia, con grandissima solennità ascrisse devotamente Chia-ra nel catalogo dei santi. E istituì la festa in suo onore da celebrarsi solennemente in tutta la Chiesa. Ed egli per primo con tutta la curia la celebrò con singolare solennità»25. La LegCl non dice a quale data il papa fissò la memoria liturgica di Chiara d’Assisi; dalla BuCl sap-piamo che si tratta del 12 agosto. Tommaso da Celano nella LegCl aggiunge una annotazione interessante, cioè che il papa per primo con tutta la curia celebrò la festa della santa con particolare solen-nità. Ciò consentirebbe di ipotizzare che Chiara fu canonizzata il 12 agosto 1255 e che tale giorno divenne poi quello stabilito dal papa per la celebrazione annuale della sua festa?

Un’ulteriore riflessione è opportuno riservare al tempo intercorso tra la celebrazione del processo, avvenuta nel novembre del 1253, e la solenne canonizzazione del probabile 15 agosto del 1255. Passarono infatti quasi due anni tra i due avvenimenti: come spiegare, perciò, questo ritardo, se il papa Innocenzo IV in occasione del funerale di Chiara avrebbe voluto celebrarne una “canonizzazione di fatto” con la recita dell’ufficio delle sante vergini26?

Giovanna La Grasta ha tentato di dare una spiegazione, soffer-mandosi sulla politica papale di quegli anni nei confronti dell’Ordine dei Frati Minori27. Negli ultimi mesi del pontificato di Innocenzo IV si assiste, infatti, ad un brusco cambiamento di atteggiamento del papa nei confronti dei religiosi in genere, ma soprattutto dei frati Mi-nori. Il pontefice si fece portavoce e delle lamentele del clero secolare, che si vedeva sempre più usurpato dei suoi diritti e privilegi nella cura animarum28, e di quelle dei maestri dell’Università di Parigi,

25 LegCl 41, 8-10 (Fonti 3278): «Instante vero die migrationis eius ad Dominum, duobus annis ab ipsius transitu revolutis, praelatorum et totius cleri multitudine con-vocata, sermone quoque praemisso, felix Alexander, cui haec a Domino fuerat gratia reservata, cum celebritate permaxima sanctorum catalogo Claram reverenter ascrip-sit, festumque eius sollemniter, in tota Ecclesia celebrandum instituit, atque ipse pri-mus cum tota curia sollemnissime celebravit».

26 Cfr. LegCl 30, 7-8 (Fonti 3257).27 Cfr. G. la Grasta, La canonizzazione di Chiara, in Chiara di Assisi. Atti del XX

Convegno internazionale (Assisi, 15-17 ottobre 1992), (Atti dei Convegni della Società internazionale di studi francescani e del Centro interuniversitario di studi francescani. Nuova serie 3), Spoleto 1993, 299-324: 304-305.

28 «La presenza dei Minori e dei domenicani ledeva o poteva ledere gli interessi delle parrocchie: non solo i diritti di decima e di sepoltura, che i papi cercarono sempre di salvaguardare, ma anche quegli interessi più generali e profondi, connessi alla cura

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che accusarono i frati Minori di gioachimismo29. La questione culminò nella promulgazione della Etsi animarum30 da parte di Innocenzo IV, che ridimensionò notevolmente i privilegi dei mendicanti, limitan-done anche l’attività apostolico-pastorale. Il pontefice morì qualche settimana dopo, e il suo successore Alessandro IV, a distanza di un mese dalla Etsi animarum, abrogò tutte le disposizioni a danno dei Minori31. La Grasta conclude sostenendo che «dato lo stretto legame tra Chiara e i frati minori, è probabile che proprio questa vicenda ne abbia ritardato la canonizzazione»32.

I frati Minori non furono i promotori della canonizzazione di Chiara, pertanto questo ritardo non credo possa essere attribuito alle tensioni sorte tra il papato e l’Ordine Minoritico. Al negotium per Chiara d’Assisi era evidentemente interessata più la Sede apostoli-ca che l’Ordine francescano. L’iniziativa di canonizzare Chiara senza dubbio è presa dal papato: nella lettera Gloriosus Deus di Innocenzo IV non vi è riferimento ad alcuna petitio rivolta al pontefice per l’avvio del processo canonico33.

Se nell’ultimo anno di pontificato di Innocenzo IV il processo di Chiara subì dei rallentamenti, questo probabilmente non va addebi-tato alla volontà del papa e ancora meno ai suoi rapporti con l’Ordine Minoritico, ma al moltiplicarsi dei negotia sanctitatis e alla stessa procedura canonica che proprio durante il pontificato innocenziano

d’anime, che si traducevano in offerte, influenza sociale, autorità e prestigio, inevita-bilmente minacciati dal successo travolgente dei Mendicanti» G. Miccoli, Francesco d’Assisi e l’Ordine dei Minori (Presenza di San Francesco 43), Milano 1999, 79.

29 «I maestri di Parigi, che divennero i portavoce dell’episcopato, riuscirono ad ab-binare la difesa dei diritti del clero secolare all’accusa di gioachimismo, di eterodossia e di pericolose deviazioni all’interno dell’Ordine. Si trattò di un fatto reale, penetrato profondamente tra i Minori: gli scritti autentici ed apocrifi di Gioacchino da Fiore ave-vano conquistato vasti gruppi di francescani che vedevano in essi la conferma del ruolo universale dell’Ordine» Miccoli, Francesco d’Assisi e l’Ordine, 80.

30 Etsi animarum (22 novembre 1254), in BFE, num. XXVIII, 259-261.31 Nec insolitum (22 dicembre 1254), in BFE, num. XXIX, 261-262.32 la Grasta, La canonizzazione di Chiara, 304.33 Da un sermone di Federico Visconti siamo informati che i frati Minori di Assisi

si prodigarono, anche economicamente, per la canonizzazione di Chiara: «Docti sunt Bononienses qui, quantum laboraverunt et expenderunt clerici et laici pro canoniza-tione beati Dominici, et etiam Paduani pro beato Antonio, et Mediolanenses pro beato Petro Martire, ac fratres Minores Assisinates pro beata Clara, pro qua canonizanda nos consilium dedimus» Les sermons et la visite pastorale de Federico Visconti, 968-969, citato in J. dalarun, Résilience de la mémoire. Le procès de canonisation de Claire d’Assise et ses marges, in Frate Francesco 78/2 (2012) 317-336: 319. Il vescovo di Pisa parla dei frati Minori di Assisi e non dell’Ordine dei Frati Minori, limitando questo interessamento ai frati “concittadini” di Chiara.

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

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aveva visto accrescere e formalizzare il proprio rigore34. Non dimenti-chiamo, inoltre, che alla celebrazione del processo seguì la verbalizza-zione delle testimonianze riguardanti i miracoli che avvenivano per intercessione di Chiara dopo la sua morte. Questa inquisitio dovette richiedere tempi più lunghi rispetto alla raccolta delle informazioni sulla vita, la conversione e la vita religiosa della santa che i testimo-ni al processo rilasciarono nel corso di una sola settimana, dal 24 al 29 novembre del 125335. Tutte queste testimonianze, infine, furono inviate presso la curia papale perché fossero vagliate e verificate da una commissione di esperti prelati.

La morte di Innocenzo IV ebbe certamente una ripercussione an-che sul processo di Chiara. Alessandro IV, che ben conosceva Chiara e alla quale era stato legato da intimo affetto36, portò a compimento l’iter processuale che si concluse con la canonizzazione della santa. Tutto sommato il negotium per Chiara d’Assisi si caratterizzò per «ce-lerità e tempestività»37.

Breve storia del testo della lettera

La lettera di canonizzazione Clara claris rappresenta il culmi-ne dell’iter processuale per il riconoscimento della santità di Chiara d’Assisi. È l’atto conclusivo con il quale il pontefice promulga nella Chiesa l’iscrizione del nome di Chiara nel catalogo dei santi. Diverse sono le posizioni degli studiosi circa l’autore di questa lettera: Inno-

34 Cfr. Paciocco, Canonizzazioni e culto dei santi, 79-98.35 Cfr. M. Guida, «Se non per laude de tanto sancta madre»: oltre il Processo di ca-

nonizzazione di Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 79/1 (2013) 187-205.36 Il cardinale Rainaldo in LegCl 26,13 (Fonti 3238) è detto «affectu purissimo sem-

per devotus amicus» della santa; fu lui ad approvare con la lettera Quia vos del 16 settembre 1252 la Forma vitae di Chiara e a dichiarare il suo intimo legame con lei nella lettera Largiflue paterne del 17 ottobre 1257, inviata alle sorores del Monastero di Assisi: «Largifluae paternae caritatis affectum, quem ad vestram quondam Matrem Beatissimam Claram vestri utique Ordinis praeelectam a Domino plantatricem in mi-nori constituti officio intime semper habuimus» BF II, num. CCCLXXIII, 252-253.

37 r. Paciocco, Il Papato e i santi canonizzati degli Ordini mendicanti. Significati, osservazioni e linee di ricerca (1198-1303), in Il papato duecentesco e gli Ordini men-dicanti. Atti del XXV Convegno internazionale (Assisi, 13-14 febbraio 1998), (Atti dei Convegni della Società internazionale di Studi francescani e del Centro interuniver-sitario di Studi francescani. Nuova serie 8), Spoleto 1998, 263-341: 299. Cfr. anche Paciocco, Canonizzazioni e culto dei santi, 104. È bene notare che, nonostante l’ecce-zionalità del negotium per Francesco d’Assisi, morto il 4 ottobre del 1226, la canonizza-zione del santo avvenne il 16 luglio del 1228 a poco meno di due anni dal suo transito.

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cenzo IV38, Tommaso da Celano39, Alessandro IV40. Della BuCl furono inviati diversi esemplari recanti date (18 settembre, 25 settembre, 26 settembre, 19 ottobre)41 e destinatari (a tutti i prelati, ai prelati di Francia) differenti. Riporto di seguito l’elenco di alcune edizioni della BuCl fatte a partire da diversi esemplari:

• 18 sett. 1255: copia autentica del vescovo Bertoldo di Basilea; destinata a tutti i prelati42.

• 25 sett. 1255: in Bullarium Danicum; destinata a tutti i prelati43.

• 25 sett. 1255: in Diplomatarium Norvegicum; destinata a tutti i prelati44.

• 26 sett. 1255, in BF II, 84 nota b; destinata a tutti gli arcivescovi e vescovi di Francia45.

• 19 ott. 1255, BF II, num. CXVIII, 81-84; destinata a tutti gli arci-vescovi e vescovi di Francia.

Esemplari della Clara claris, in passato, furono visti da diver-si testimoni: dal compilatore dei Firmamenta trium ordinum46, dallo

38 Cfr. M. FassbindEr, Untersuchungen über die Quellen zum Leben der hl. Klara von Assisi, in Franziskanische Studien 23 (1936) 296-335; E. Grau, Leben und Schriften der heiligen Klara, siebte neu bearbeitete und erweiterte Auflage, Werl/Westf. 1997, 27. Gli studiosi attribuiscono a Innocenzo IV il testo della lettera a motivo della sua intenzione di canonizzare Chiara durante il suo pontificato.

39 Cfr. F. casolini, Vita di S. Chiara vergine d’Assisi, Assisi 1962, 13.40 Cfr. s. chiara d’assisi, Scritti e documenti, a cura di G. G. Zoppetti, M. Bartoli,

Assisi 1994, 231; M. bartoli, La bolla Clara claris praeclara come fonte sulla vita di Chiara d’Assisi, in Chiara d’Assisi donna nuova. Atti del Convegno di studi (Anagni, 30 gennaio 1994), a cura di F. Accrocca, Assisi 1994, 19.

41 Si è commesso un errore identificando in queste date il possibile giorno della canonizzazione di Chiara, dal momento che quelle date indicano il giorno di invio della BuCl che fu più volte reiterata.

42 G. boccali, Bolla di canonizzazione di santa Chiara. Nuovi codici e redazione, in Frate Francesco 69/2 (2003) 313-332. L’esemplare della lettera di canonizzazione è in-serto in un documento del vescovo di Basilea Bertoldo (1250-1262), datato 16 febbraio 1257. Destinatari e data cronica sono elementi nuovi rispetto agli esemplari preceden-temente noti.

43 a. KraruP, Bullarium Danicum: pavelige aktstykker vedrørende Danmark 1198-1316, København 1932, 381-386.

44 c. a. lanGE - c. r. unGEr, Diplomatarium Norvegicum, IX, Christiania 1878, 26-32.45 Alla nota b di pagina 84 lo Sbaraglia fa riferimento ad un esemplare datato 26

settembre 1255.46 boniFacius a cEVa, Firmamenta trium ordinum Beatissimi Patris nostri Francisci,

II partis tractatus II, Parisiis 1512, al f. LIIIJva afferma: «Originale est Parisius».

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storiografo Gonzaga47, e dal Wadding, come afferma egli stesso nei suoi Annales Minorum48. Attualmente non si conosce nessun esem-plare originale della BuCl.

Nel XX secolo sono apparse altre edizioni della lettera Clara cla-ris. Nel 1910 Francesco Pennacchi, in appendice alla sua edizione della Legenda sanctae Clarae, pubblicò anche la BuCl, ripresa dal Bollario di Laertio Cherubini, collazionato con altre edizioni a stampa (Annales Minorum, Bullarium Romanum, Bullarium Franciscanum, Acta Sanctorum)49. Nel 1920 Zeffirino Lazzeri ritrovò quella che da lui fu considerata «minuta» della Clara claris, e non copia dell’origi-nale, presso l’archivio di Castel Sant’Angelo (ora Archivio Vaticano) con la segnatura «488. AA. Arm. C.»50. La BuCl si trova in un fasci-colo proveniente dall’archivio della cattedrale di Anagni contenente cinque lettere di canonizzazione di tre santi, redatte tra il 1246 e il 125551. L’importante scoperta del Lazzeri merita di essere descritta con le stesse parole del suo editore: «noi crediamo la Bolla di S. Chia-ra, piuttosto minuta che copia, ma anche nella prima ipotesi, e cioè che essa sia una copia, è tale nondimeno che merita tutta la fede della Bolla stessa, e non vi è dubbio che noi abbiamo nel nostro esemplare un ottimo, e starei per dire, un definitivo testo di essa [...] in ogni modo l’unico esemplare che attualmente si conosca, e che anche per questo solo, quindi, meriterebbe di essere ripubblicato»52. L’ultima edizione del testo della BuCl – utilizzata per il presente studio – è del 2002 e si deve all’encomiabile Giovanni Boccali53. Questi, riprendendo sostanzialmente la precedente edizione del Lazzeri, l’ha collazionata con altri tre codici della LegCl di Tommaso da Celano, risalenti al XV

47 Trattando De almo Parisiensi conventu afferma che in esso «Extant quoque li-terae authenticae Alexandri IIII. datae Anagniae VI. cal. Octobris, quibus B. Claram virginem refert in numerum beatarum» F. GonzaGa, De origine seraphicae Religionis Franciscanae eiusque progressibus, pars prima, Romae 1587, 125.

48 «Plures vidi ex his litteris denunciatoriis solemnis istius canonizationis, tempore discordes; et originarias habeo apud me sub plumbo, datas tamen XIV Kal. Novembris» L. WaddinG, Annales Minorum, seu trium ordinum a S. Francisco institutorum, III [1238-1255], ad an. 1255, num. V, Ad Claras Aquas, prope Florentiam 1931, 421.

49 Legenda sanctae Clarae virginis. Tratta dal Ms. 338 della Biblioteca Comunale di Assisi, edita per cura di F. Pennacchi, Assisi 1910, 108-118.

50 Z. lazzEri, Un antico esemplare della Bolla di canonizzazione di S. Chiara, in Il processo di canonizzazione di S. Chiara d’Assisi, in Archivum Franciscanum Historicum 13 (1920) 403-507: 499-507.

51 Due esemplari della canonizzazione di sant’Edmondo di Canterbury (16 dicem-bre 1246); due di santa Chiara (1255); uno di san Pietro martire (1253).

52 lazzEri, Un antico esemplare della Bolla di canonizzazione, 501.53 Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 238-265.

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secolo, che riportano anche il testo della lettera di canonizzazione54. Si deve ancora al Boccali la già citata edizione del testo della BuCl tràdito dalla lettera del vescovo di Basilea Bertoldo55. Il testo della BuCl edito dal Pennacchi, dal Lazzeri e dal Boccali, è destinato a tutti gli arcive-scovi e vescovi di Francia, e reca la data del 26 settembre 1255.

Lo stile e la struttura della lettera

Lo stile della Clara claris è quello tipico della cancelleria pontificia, in una forma letteraria solenne e ricercata, ma che supera gli schemi rigidi e talvolta freddi degli atti cancellereschi per offrire un testo enco-miastico e pieno di sincero entusiasmo per la vita e le virtù di Chiara56.

Nel suo contenuto la BuCl ripercorre i momenti più significativi della vita di Chiara, dandone una lettura non limitata alla sola storia, ma anche al loro senso più profondo e spirituale. Il redattore utilizza come schema base del suo testo quello già indicato da Innocenzo IV nella lettera Gloriosus Deus, e cioè vita, conversio, conversatio (vita religiosa) et miracula della santa di Assisi, che la BuCl associa con ricercatezza alla luminosità: «O Chiara, dotata di tali e tanti titoli di chiarezza: chiara certamente prima della tua conversione, più chiara nella con-versione, molto più chiara nella tua vita claustrale, e dopo il corso della presente esistenza risplendesti di somma chiarezza!»57. Il nome Cla-ra, infatti, si offre al pontefice come filo conduttore e tematico dell’in-

54 «Questi testimoni hanno la caratteristica di non riportare il testo intero della bolla, di spostare alcuni brani rispetto all’ordine della bolla conosciuta e di riferire dati differenti riguardanti i destinatari (praticamente a tutti gli ecclesiastici) e la data di emissione della bolla (18 sett.). Tra di loro vanno quasi perfettamente d’accordo, pur nella varietà delle lezioni e della lunghezza dei testi» Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 231.

55 Cfr. boccali, Bolla di canonizzazione di santa Chiara. Recentemente il Boccali ha segnalato un altro esemplare della BuCl inserto in una lettera del vescovo di Costanza Eberardo datata 29 novembre 1256, precedente dunque alla lettera del vescovo di Basilea Bertoldo. Il documento di Costanza è destinato a tutti i prelati e reca la data del 18 settembre 1255: cfr. G. boccali, Alcuni nuovi documenti su santa Chiara d’Assisi e le Clarisse, in Frate Francesco 77/2 (2011) 279-300: 286-287. Questi due esemplari inserti nelle lettere dei vescovi di Costanza e Basilea sono motivati dalla necessità di trasmettere il testo della BuCl «integras, in nulla sua parte vitiatas aut cancellatas»; da ciò si evince che in quelle regioni circolavano esemplari della Clara claris difettosi, con omissioni e abbreviazioni.

56 Cfr. s. bruFani, Introduzione a Bulla Canonizationis sanctae Clarae Assisiensis, in Fontes, 2328; bartoli, La bolla Clara claris praeclara, 19.

57 BuCl 10: «O Clara, multimode titulis praedita claritatis, ante conversionem tuam utique clara, in conversione clarior, in claustrali conversatione praeclara, et post decursum vitae praesentis spatium clarissima illuxisti!» (i corsivi sono miei).

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tero documento, permettendogli di presentare la santità della donna di Assisi strettamente legata al tema biblico della luce, della claritas come sinonimo di santità. Era stato Tommaso da Celano ad inaugura-re il fortunato stilema che sarà ripreso nelle fonti clariane successive: «Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù»58. Già nella lettera di annuncio della morte di Chiara il tema della luce è presente e vi troviamo diversi vocaboli ad esso semanticamente legati: circum-fulgeo (v. 28), claresco (v. 6), coruscus (v. 4), illustro (v. 13), lumen (v. 4), lux (v. 2), refulgeo (v. 14), splendesco (v. 13)59.

Nella BuCl sono utilizzati i sostantivi alabastrum (v. 26), can-delabrum (v. 50), fulgor (v. 15), illuminatio (v. 17), lucerna (v. 24), lampas (v. 51), lux (vv. 8.18), lumen (vv. 17.24.51.97.100), luminare(v. 78), radius (vv. 15.18.78), speculum (v. 11.61), splendor (vv. 2.51) e i verbi clareo (v. 2), claresco (v. 16), clarifico (v. 8), corusco (vv. 3.15), effulgeo (v. 79), emico (vv. 15.16), illucesco (vv. 3.10.15), illustro (v. 100), irradio (v. 16), luceo (v. 24), praefulgeo (v. 15), radio (v. 3), reluceo(v. 16), resplendeo (v. 98), splendeo (v. 24), riferiti alla nostra santa. È evidente che l’utilizzo degli stessi vocaboli per presentare Chiara in riferimento al tema della luce accomuna le due lettere di provenienza curiale, quella di annuncio della morte e quella per la canonizzazione.

Il documento pontificio presenta la santità della vita di Chiara nei suoi molteplici aspetti: la personalità e il carattere forte e tenace, ma nello stesso tempo sensibile e affabile; il governo e la cura delle sorel-le nella discrezione e nella carità; la vita di preghiera e di penitenza; l’amore e la costante difesa della povertà, rivendicata come peculiare caratteristica della sua sequela di Cristo; i miracoli operati in vita e dopo la morte. Chiara è presentata alle sorelle come regola e maestra di vita: «La sua vita era per le altre sorelle istruzione e dottrina: in que-sto libro di vita le une appresero la regola del modo di vivere, in questo specchio di vita le altre scoprirono i sentieri della vita»60.

58 toMMaso da cElano, Vita del beato Francesco VIII,18 (Fontes, 294; Fonti 351): «Clara nomine, vita clarior, clarissima moribus».

59 Il testo della lettera è pubblicato in Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 24-33. Cfr. M. Guida, «Decoris forma conspicua»: la Lettera di annuncio della morte di Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 77/1 (2011) 145-162: 150-151.

60 BuCl 60-61: «Huius vita erat aliis eruditio et doctrina: in hoc libro vitae ceterae vivendi regulam didicerunt, in hoc vitae speculo reliquae vitae semitas inspexere».

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Schema generale della lettera Clara claris:

Protocollo (v. 1)• Intitolazione (intitulatio): nome del pontefice.• Iscrizione (inscriptio): destinatari.• Saluto (salutatio).

tEsto (vv. 2-112)• Arenga: è un solenne elogio di Chiara, che prende le mosse dal

nome e ne esalta la santità di vita come luce che brilla nel cielo e illu-mina il mondo (vv. 2-26).

• Narrazione o parte espositiva (narratio) (vv. 27-103):- La vita nella casa paterna: si lodano di Chiara la verginità e le

opere di carità e pietà (vv. 27-30).- La conversio aiutata e favorita dai consigli di Francesco: è sot-

tolineata la scelta della povertà volontaria e dei beni dati ai poveri (vv. 31-35).

- La conversatio (la vita religiosa) in monastero: Chiara è la soli-da fondazione e la pietra primaria della nuova religione; il suo esem-pio e le sue virtù (povertà, umiltà, penitenza, prudenza, discrezione, moderazione, saggezza) illuminano la vita a San Damiano e sono un modello ideale di vita religiosa per le monache che a lei si ispirano; Chiara è la sorgente limpida della Valle Spoletana che disseta e irriga il grande terreno della Chiesa (vv. 36-77).

- I miracula: quelli operati in vita (vv. 78-92) e quelli post mortem (vv. 93-100).

- Epilogo: esprime la gioia della Chiesa nel riconoscimento e nella lode della santità di Chiara («Gaudeat itaque mater Ecclesia», v. 101 e «Laetetur et devota turba fidelium, quod rex caelorum», v. 102, richia-mano espressioni dell’Exultet della veglia pasquale) (vv. 101-103).

• Disposizione o parte dispositiva (dispositio): iscrizione di Chia-ra nel catalogo dei santi e data della sua festa (vv. 104-112).

Escatocollo (v. 113)

• Datazione (datatio): data topica e data cronica.

Questo paragrafo sullo stile e la struttura della lettera anticipa, come utile e necessaria premessa, l’ultima parte di questo lavoro de-dicata alle strutture e alle ricorrenze lessicali della Clara claris.

I contenuti e le omissioni della lettera

Gli atti del processo canonico di Chiara d’Assisi servirono come fonte per la redazione della BuCl. Il suo redattore li conosceva molto

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

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bene: infatti gran parte del testo della Clara claris dipende letteral-mente dai verbali del processo di canonizzazione. Fece la stessa cosa anche Tommaso da Celano per la scrittura della LegCl, nella quale utilizzò alla lettera anche diversi passaggi della BuCl61. Le omissioni nella BuCl di episodi narrati al PrCa sono maggiori, trattandosi di un testo molto più breve, rispetto alle omissioni che la LegCl fa della fonte processuale. Nella BuCl, tuttavia, ci sono delle omissioni degne di nota. Non è nominata la Porziuncola, indicata come una generica chiesa di campagna, e neppure il monastero di San Paolo; è del tutto omesso il riferimento alla chiesa di Sant’Angelo di Panzo:

Quando fuggì dal frastuono del mondo, si diresse ad una certa chiesa di campagna, e ricevuta lì la sacra tonsura dalle mani del beato Francesco, si trasferì ad un’altra chiesa. Ai parenti, poi, che macchinavano di strap-parla da là, ella, aggrappatasi immediatemente all’altare e afferrando le sue tovaglie, scoprì la tonsura dei capelli della sua testa. Resistette in questo con forza e costanza ai suoi parenti, perché, sentendosi già unita a Dio con incontaminato affetto, non sopportò di essere strappata dal suo servizio. Infine, fu condotta dallo stesso beato Francesco alla chiesa di San Damiano, fuori della città natale di Assisi. Lì il Signore, per amore e culto assiduo del suo nome, le associò molte altre compagne. Da Chiara, appunto, ebbe la fortunata origine il nobile e sacro Ordine di San Damiano, ora diffuso largamente per il mondo62.

Al documento papale interessa fissare l’attenzione sul monastero di San Damiano, dal quale prese il nome l’Ordine delle monache che prime fra tutte avrebbero beneficiato della canonizzazione di Chiara, e sarebbero state destinatarie degli scritti occasionati da quell’evento.

61 Cfr. LegCl, prologo 9 (Fonti 3152). Per un confronto sinottico tra PrCa, BuCl e LegCl, si rinvia a Guida, Una leggenda in cerca d’autore, 48-96.

62 BuCl 33-38: «Cumque de saeculi strepitu fugiens ad quamdam campestrem de-clinasset ecclesiam, et ab ipso beato Francisco sacra ibi recepta tonsura, processisset ad aliam, consanguineis eius ipsam exinde reducere molientibus, illa protinus am-plectens altare pannosque apprehendens ipsius, crinium sui capitis incisura detecta, eisdem consanguineis in hoc fortiter restitit et constanter, quia cum iam esset mente integra iuncta Deo, pati non poterat ab eius servitio se divelli. Denique cum ad eccle-siam Sancti Damiani extra civitatem Assisinatem, unde traxit originem, per eundem beatum Franciscum adducta fuisset, ibi ei Dominus ad amorem et cultum assiduum sui nominis, plures socias aggregavit. Ab hac siquidem insignis et sacer ordo Sancti Damiani, per orbem iam longe diffusus, salutare sumpsit exordium».

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Il ruolo di Francesco

Colpisce il fatto che la BuCl, nell’omettere i nomi delle chiese che videro Chiara “pellegrina” prima del suo definitivo approdo a San Da-miano, riconosca in modo esplicito il ruolo che Francesco ebbe nella sua conversione: «Il beato Francesco, udito l’elogio della sua fama, co-minciò subito ad esortarla e a indurla al perfetto servizio di Cristo»63, e fu lui, in seguito, a darle la tonsura e a condurla a San Damiano64, dove Chiara «per esortazione dello stesso beato Francesco, diede il via alla sequela di questa nuova e santa osservanza»65 e «dopo pochi anni [...] accettò di reggere il monastero e le sorelle, vinta dalla premuro-sa insistenza dello stesso Francesco»66. La significativa presenza di Francesco nella BuCl colloca questo documento in netta discontinuità con la lettera di annuncio della morte di Chiara e la Gloriosus Deus di papa Innocenzo IV, che tacciono del tutto il nome del santo di Assisi67. Tale discontinuità è confermata anche dal fatto che la BuCl, a diffe-renza delle altre due lettere, riconosce un valore centrale alla povertà nella vita di Chiara e delle sue sorelle.

Il valore della povertà

Nelle battute iniziali della BuCl si afferma che «a questa Chiara è stato concesso quaggiù il titolo del privilegio della somma povertà»68: Alessandro IV allude probabilmente al Privilegium paupertatis che il suo predecessore Gregorio IX concesse a Chiara e alla sua comunità nel 1228. La BuCl riconosce che la scelta della povertà volontaria in Chiara è legata alla predicazione e all’esempio di Francesco: «Ella aderendo subito ai suoi santi consigli, e desiderando di rinunziare to-talmente al mondo insieme con tutte le cose terrene e porsi al servizio solamente del Signore nella povertà volontaria, portò a compimento quanto più presto poté questo suo ardente desiderio. Così ella, final-

63 BuCl 30: «Beatus Franciscus, audito huius famae praeconio, coepit confestim hortari eam, et ad Christi perfectam inducere servitutem».

64 Per la lettura di queste testimonianze mi sia consentito rinviare a M. Guida, Chiara d’Assisi: dalla conversione alla promessa di obbedienza a Francesco, in Chiara d’Assisi: vangelo al femminile. Atti del Convegno di studio (Milano, 31 marzo 2012), a cura di A. Parmigiani e P. Canali, Milano 2013, 23-68.

65 BuCl 39: «Haec, adhortante ipso beato Francisco, huic novae sanctaeque obser-vantiae sequendum dedit initium».

66 BuCl 45: «Post aliquot vero annos ipsa beata Clara monasterii et sororum regi-men, nimia eiusdem sancti Francisci devicta importunitate, recepit».

67 Cfr. Guida, «Decoris forma conspicua», 152; Guida, La lettera Gloriosus Deus, 406.68 BuCl 4: «Huic Clarae intitulatum hic fuit summae privilegium paupertatis».

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mente, convertì in elemosina tutti i suoi beni e li distribuì a beneficio dei poveri, per poter consacrare se stessa e tutto quello che aveva in onore di Cristo»69.

Chiara è colei che «nel campo della fede piantò e coltivò la vigna della povertà»70, e la difese da chi, anche se in buona fede, avrebbe voluto attenuarne il valore ed il senso:

Fu però una innamorata particolare e zelante cultrice della povertà: vi si legò così con il suo animo, così se la strinse nei suoi desideri, che, ella sempre più salda e più ardente nell’abbraccio e nell’affetto per essa, mai per nessuna necessità si separò dalla sua stretta e piacevole unione. Né si poté, per qualche consiglio, indurla affatto ad acconsen-tire che il suo monastero avesse propri possedimenti, anche nel caso in cui il papa Gregorio, di felice memoria, nostro predecessore, consi-derando piamente a sì grande indigenza di quel monastero, avrebbe voluto dotarlo ben volentieri di sufficienti e adeguati possedimenti per il sostentamento delle sue sorelle71.

Infine la BuCl, con una felice espressione che sintetizza il ruolo di Chiara e le caratteristiche della vita a San Damiano, colloca al primo posto la povertà: «Fu lei la primicera delle povere, la guida delle umi-li, la maestra delle vergini e la badessa delle penitenti»72.

Da quanto detto, si può affermare che la centralità della pover-tà nella vita di Chiara e del suo monastero ridimensiona, nella BuCl, la caratterizzazione esclusivamente verginale e nuziale che di Chiara aveva dato la lettera Gloriosus Deus di Innocenzo IV73. In BuCl que-sta connotazione è più contenuta, e tutte le volte in cui Chiara è detta

69 BuCl 31-32: «Quae sacris illius monitis mox adhaerens, et mundum cum terrenis omnibus penitus abdicare, ac soli Domino in paupertate voluntaria famulari deside-rans, hoc suum fervens desiderium, quam cito potuit, adimplevit. Quae tandem cuncta sua bona, ut una secum quidquid etiam habebat Christi obsequio deputaret, in eleemo-synas et pauperum subsidia distribuit et convertit».

70 BuCl 52: «Haec profecto in agro fidei plantavit et coluit vineam paupertatis, de qua fructus salutis pingues et divites colliguntur».

71 BuCl 74-77: «Amatrix vero praecipua et colona sedula paupertatis, sic illam suo affixit animo, sic eam in suis desideriis alligavit, quod semper in ipsius dilectione fir-mior et ardentior in amplexu, a districta et delectabili eius copula pro nulla unquam necessitate discessit. Nec aliquibus prorsus potuit induci suasibus ad consentiendum, quod suum monasterium proprias possessiones haberet, quamquam felicis recorda-tionis Gregorius papa praedecessor noster, de multa indigentia ipsius monasterii pie cogitans, libenter illi voluerit, pro sororum eius sustentatione possessiones sufficientes et congruas deputare».

72 BuCl 55: «Haec fuit pauperum primiceria, ducissa humilium, magistra continen-tium et paenitentium abbatissa».

73 Guida, La lettera Gloriosus Deus, 406-409.

Marco Guida

462

“vergine” (virgo: vv. 98.107.108.111), il documento papale fa riferimen-to alla canonizzazione di una santa vergine – è questa la tipologia di santità a cui Chiara appartiene, e non può essere diversamente –, e dà indicazioni sulla memoria liturgica di Chiara che in tutta la Chiesa si sarebbe celebrata ogni anno. Il sostantivo “verginità” nella BuCl ricor-re solo tre volte: «lilium virginitatis» (v. 12), «pretiosum suae virginita-tis thesaurum» (v. 28), «virginitatem custodire» (v. 42). È interessante notare, inoltre, che nella BuCl i vocaboli tipici della sponsalità sono riferiti alla povertà (amplexus e copula: v. 75)74 e riguardano la formula di canonizzazione (sponsa, vv. 102.103 e nuptiae, v. 103): «Si rallegri anche la devota moltitudine delle fedeli, perché il re dei cieli e Signore ha introdotto con gloria al suo sublime e splendido palazzo la loro so-rella e compagna, che egli aveva eletto come sua sposa. Se ne rallegri insieme anche lo stuolo dei santi, perché si celebrano le nozze della novella regale sposa nella superna loro patria»75.

Gli eventi prodigiosi

Tra le omissioni della BuCl, oltre alle chiese di cui si è già detto, sono degne di nota quelle dei due episodi singolari della vita di Chiara e della sua comunità, che rimasero impressi nella memoria delle mo-nache e dei cittadini di Assisi: l’assalto dei saraceni a San Damiano e la liberazione della città dalle truppe di Vitale d’Aversa. Sebbene dieci sorelle su sedici testimoniarono questi eventi al processo76, la lettera Clara claris non li riporta perché «inserendo Chiara troppo concretamente nel contesto storico delle vicende del suo tempo, male si sarebbero conciliati con l’immagine di una Chiara nascosta, reclu-sa, ascetica, silenziosa»77. Non sarà un caso che gli stessi eventi non furono inseriti nella Pala che il Maestro di santa Chiara dipinse per la basilica della santa costruita entro le mura di Assisi. Erano troppo noti agli abitanti della città e pertanto inutile la loro raffigurazione?

74 Cfr. testo alla nota 71.75 BuCl 102-103: «Laetetur et devota turba fidelium, quod rex caelorum et

Dominus, sororem ipsorum et sociam, quam in sponsam sibi elegerat, ad suum prae-celsum et praeclarum palatium cum gloria introduxit. Nam et sanctorum congaudent agmina, quod in superna eorum patria novellae regalis sponsae nuptiae celebrantur». Che il tema della verginità e della sponsalità non sia predominante nella lettera papale è confermato anche dal fatto che nella Clara claris il Cantico dei Cantici è citato una sola volta: cfr. BuCl 46-47 (citazione di Ct 2, 3).

76 Cfr. PrCa II, 69-72; III, 55-70; IV, 46-50; VI, 32; VII, 14; IX, 4-34; X, 41-42; XII, 25-28; XIII, 26-28; XIV, 7-8.

77 Cfr. la Grasta, La canonizzazione di Chiara, 323-324.

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

463

O anche l’autore della Pala, dietro il suggerimento di qualcuno, omi-se di rappresentare Chiara come salvatrice della città per tenerla al riparo dai tumulti della storia78?

Anche la selezione dei “segni” operati da Chiara in vita non è casuale: la BuCl privilegia esclusivamente le guarigioni delle sorelle di San Damiano, cioè quelle avvenute all’interno del monastero; fa eccezione soltanto la guarigione di frate Stefano – indicato come «un certo frate dell’Ordine dei Minori» – che può essere considerato uno di famiglia dato il legame dei frati con la comunità damianea79. Scopo del documento pontificio è anche quello di evidenziare la condizione di reclusa della santa, e «si vuole perciò eliminare la percezione della realtà di San Damiano come comunità aperta, in comunicazione con l’esterno»80. La narrazione della conversatio di Chiara a San Damia-no – che nella Clara claris supera in estensione quella dei miracoli –, «rappresenta una sintesi di quell’ideale di santità femminile che la curia romana intendeva proporre come modello in quegli anni»81.

Per non concludere: a proposito dell’autore della lettera

Nella intitolazione (intitulatio) della lettera Clara claris trovia-mo il nome del pontefice Alessandro IV. La lettera pertanto è sua, e su questo non vi è alcun dubbio. Ma chi ha scritto materialmente la lettera? Il papa stesso? O qualcuno a lui vicino e coinvolto, insieme ai prelati della curia romana, nel complesso lavoro per il negotium di Chiara d’Assisi? Rispondere a queste domande è impossibile. C’è una testimonianza, tuttavia, che più che dare una risposta al quesito po-trebbe essere utile ad una semplice ipotesi di attribuzione. Tommaso da Celano nel prologo della LegCl si rivolge ad Alessandro IV, che gli aveva comandato di scrivere la legenda ufficiale, con queste paro-

78 Cfr. M. biGaroni - h.-r. MEiEr - E. lunGhi, La basilica di S. Chiara in Assisi, Perugia 1994, 164-188; V. PacE, Immagini di santità. La pala d’altare di s. Chiara a Santa Chiara d’Assisi, in Chiara d’Assisi e la memoria di Francesco. Atti del Convegno per l’VIII centenario della nascita di santa Chiara (Fara Sabina, 18-20 maggio 1994), a cura di A. Marini e M. B. Mistretta (Monografie francescane 2), Città di Castello 1995, 119-128; M. KrEidlEr-Kos - n. KustEr, La pala di s. Chiara di Assisi. Una nuova immagine di santità, in Italia Francescana 80 (2005) 393-426. La tradizionale data-zione della Pala, secondo la quale fu eseguita nel 1283, è stata messa in dubbio da c. FruGoni, Una solitudine abitata. Chiara d’Assisi (I Robinson / Letture), Roma-Bari 2006, 156-159.

79 Cfr. BuCl 78-84.80 la Grasta, La canonizzazione di Chiara, 323.81 M. bartoli, Chiara d’Assisi, introduzione di A. Vauchez, con appendice icono-

grafica a cura di S. Gieben (Bibliotheca seraphico-capuccina 37), Roma 1989, 17-18.

Marco Guida

464

le: «Così è piaciuto alla signoria vostra, ingiungere alla mia piccolez-za, dopo aver esaminato gli atti di santa Chiara, di scrivere la di lei leggenda. Incarico che faceva tremare la mia imperizia, se l’autorità pontificia, espressami oralmente, non me ne avesse spesso rinnovata l’ingiunzione»82.

Il papa, dunque, chiede di persona a Tommaso di scrivere la leg-genda di santa Chiara. Per quale motivo il Celanese ha la possibilità di incontrare il pontefice? Forse perché impegnato in qualche incarico presso la curia papale. E se Alessandro IV avesse già incaricato Tom-maso di scrivere la lettera di canonizzazione Clara claris, il cui testo, come la LegCl, è redatto a partire dagli atti del processo, e utilizzato dal Celanese per la redazione della sua leggenda83?

Un’ulteriore lavoro di accurata analisi delle fonti della canoniz-zazione di Chiara d’Assisi, PrCa, BuCl, LegCl e Legenda versificata84, credo permetterebbe di stabilire con maggiore sicurezza i rapporti di dipendenza tra queste fonti. Se Tommaso da Celano fu incaricato da Alessandro IV di scrivere la legenda di Chiara prima della canonizza-zione, e in vista di quella, è possibile che sia stato lui il redattore della BuCl, e che abbia scritto la lettera non a partire dagli atti del proces-so ma dalla redazione della LegCl cui a quel tempo stava lavorando. Forse una redazione non definitiva della leggenda in prosa che anche il compositore di quella in versi utilizzò per la sua stupenda opera clariana. Se così fosse, Tommaso nella BuCl non avrebbe utilizzato gli atti del processo ma avrebbe, con la sua provata abilità, copiato se stesso. Si tratta solo di ipotesi, suscitate da indizi e intuizioni, per continuare a ricercare.

82 LegCl, prologo 9-10 (Fonti 3152): «Sane placuit dominationi vestrae, meae par-vitati iniungere, ut, recensitis actibus sanctae Clarae, legendam eius formarem: opus certe, quod mea multum ruditas formidabat, nisi pontificalis auctoritas verbum coram posito, iterum atque iterum repetisset».

83 Ho già formulato questa ipotesi in M. Guida, La “Leggenda di santa Chiara d’Assi-si”: dalla voce delle compagne alla penna dell’agiografo. Lettura del Prologo, in Chiara di Assisi: memoria, storia e attualità, a cura di P. Maranesi (Itinera franciscana 4), Assisi 2012, 33-75: 49.

84 Il testo della leggenda in versi è edito in Legende minores latine sancte Clare, 24-154.

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

465

A. Clara v. 2clarispraeclara

in caElo claritatein tErra clare

claret

A. hic huius hic coruscat v. 3in caElo huius sursum radiatin tErra huius mortalibus illucescit

A. hic huic hic v. 4in caElo huic in excelso v. 5in tErra huic a catholicis v. 6

A. hic hanc hic insignierunt v. 7in caElo hanc in alto clarificat v. 8in tErra hanc christianis

populisdeclarant v. 9

B. Vita Clara v. 10claritatisclara ante

conversionemconVErsio clarior in conversioneconVErsatio praeclara in claustrali

conversationePost MortEM clarissima post decursum

vitae praesentis

A. hic ab hac huic saeculo v. 11in caElo ab hac inter

amoenitates caelestes

v. 12

in tErra ab hac in terris v. 13

admiranda v. 14Claraeclaritassplendidior

Strutture e ricorrenze lessicali

Marco Guida

466

B. Vita emicuit in hoc saeculo v. 15conVErsatio praefulsit in religioneVita illuxit in domo ut radiusconVErsatio coruscavit in claustro ut fulgor

A. hic emicuit in vita v. 16in caElo irradiat post mortemhic claruit in terrain caElo relucet in caelo

vehementia v. 17luminisvehemensilluminatio

C. intra manebat inclusa lux v. 18Extra emittebat foras micantes

radios

C. intra colligebatur in arcto coenobio v. 19

Extra spargebatur in amplo saeculo

C. intra servabatur intra v. 20Extra manabat extra

C. intra latebat Clara v. 21Extra patebat eius vita

C. intra silebat Clara v. 22Extra clamabat sua fama

C. intra celabatur in cella v. 23Extra noscebatur in urbibus

C. intra monastero lucerna accensa v. 24lucens

Extra chiesa splenderet in domo Dominiclarum lumen

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

467

C. intra monastero vas aromatum v. 25fragraret

Extra chiesa suavi odore dominicam mansionem

respergeret

C. intra monastero alabastrum sui corporis

in angusto reclusorio v. 26

contereretExtra chiesa odoribus Ecclesiae aula

replebatur

B. Vita in saeculum cum esset v. 27mundum fragilem et

immundumconVErsio mundum cum terrenis

omnibus v. 31

de saeculi strepitu v. 33

D. conVErsatio vv. 36-77Ordo Sancti Damiani vv. 36-42

DA. haec initium v. 39haec fundamentum v. 40haec lapis v. 41haec regula v. 42

Hortulana vv. 43-44sororum regimen* v. 45

dEscrizionE di chiara

vv. 46-64

DB. haec arbor procera v. 46in agro Ecclesiaefructum religionis

haec vena munda v. 48in territorium Ecclesiae v. 49

plantaria religionis

* Sembra spezzare il ritmo della narrazione.

Marco Guida

468

haec altum candelabrum v. 50

in tabernaculo Domini

haec in agro fidei plantavit v. 52vineam paupertatis

coluit

haec in praedio Ecclesiae

constituit v. 53

umilitatis hortum

haec in religionis districtu

fabricavit v. 54

arcem arctae abstinentiae

DC. haec pauperum primiceria v. 55

ducissa humiliummagistra continentiumpenitentium abbatissa

DD. haec sollicite in timore v. 56prudenter in servitio

(Domini)vigil in cura v. 57studiosa in ministerioattenta in exhortationediligens in admonitionemoderata in correctionetemperata in praeceptispraestabilis in compassione v. 58discreta in silentiomatura in sermoneconsueta in cunctis

opportunis

DE. humilitatis vasculum v. 63castitatis armariumcaritatis ardorbenignitatis dulcor

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

469

patientiae roburpacis nexusfamiliaritatis communio

DD. mitis in verbo v. 64lenis in factoamabilis etaccepta

in omnibus

austErità vv. 65-69

PrEGhiEra - laVoro

vv. 70-73

PoVErtà vv. 74-77

E. GuariGioni vv. 78-84soror vocem crucis signaculosoror officio linguae crucis signaculosoror aurem surdam crucis signaculosoror febre crucis signaculosoror hydropisi crucis signaculosoror fistula crucis signaculosoror aliis languoribus crucis signaculofrater ab insaniae

passione

F. Miracoli

oleum vv. 85-87panis vv. 88-89

G. VisionE

virginum coetus vv. 91-92

H. GuariGioni post mortem

vv. 93-97

morbo caduco ad sepulcrumcurvi renibus ad sepulcrummembris contracti

ad sepulcrum

praecipites furia

ad sepulcrum

Marco Guida

470

dementi furore ferales

ad sepulcrum

dextra manus ad sepulcrumdiutina caecitate

ad sepulcrum

I. Esultanza

gaudeat mater Ecclesia v. 101

laetetur devota turba fidelium

v. 102

sanctorum congaudeant agmina

v. 103

J. ProcEsso di canonizzazionE

vv. 104-106

A. in caElo Dominus exaltavit in caelo

v. 104

in tErra catholica Ecclesia veneretur in terra

K. canonizzazionE -culto - indulGEnza

vv. 107-112

L. data v. 113

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

471

Considerazioni finali

Le lettere A., B., C., D., ecc., indicano una divisione tematica del te-sto in base agli argomenti trattati e alle ricorrenze tematiche e lessicali.

Le parole in maiuscoletto non sono presenti nel testo, ma le ho scelte per indicare le diverse parti della lettera Clara claris in base al contenuto.

Le citazioni dal testo della lettera papale esplicitano quanto in-dicato nella struttura in maiuscoletto. Ho preferito evitare citazioni troppo lunghe limitandomi ai vocaboli più significativi con i quali l’autore della BuCl costruisce diverse figure retoriche (chiasmo, cli-max, metafora, antitesi, ecc.).

La Clara claris presenta al suo inizio una struttura tripartita:

• hic: Chiara è lodata per le sue virtù e per la sua vita luminosa.

• in caElo: è esaltata per la sua vita virtuosa.

• in tErra: di riflesso sulla terra i fedeli sono illuminati dal suo esempio e sostenuti dalla sua intercessione.

Questa struttura indicata con la lettera A. ricorre 7 volte: i vv. 2 e 104, che segnano in qualche modo l’inizio e la fine della lettera, pre-sentano solo lo schema in caElo/in tErra; il v. 16 non ha il riferimento ai fedeli (in tErra), ma si arricchisce della doppia ricorrenza hic/in caElo. In questa struttura tripartita sono presenti tutte le condizioni per le quali è possibile la canonizzazione: la condotta esemplare e vir-tuosa in vita, e i prodigi compiuti sulla terra dopo la morte.

Questa premessa così solenne ed insistente sulla santità di Chia-ra, anticipa e giustifica l’atto di iscrizione del suo nome nel catalogo dei santi, descritto alla fine della lettera. Infatti al v. 104, con il quale si introduce la breve sezione che parla del negotium per Chiara d’As-sisi, ricompare la struttura in caElo/in tErra.

La struttura B. ricorre 3 volte, anche se in modo differente, e rispecchia lo schema degli interrogatoria seguiti durante i processi di canonizzazione: Vita, conVErsio, conVErsatio, Miracula. Anche per Chiara fu seguito questo criterio nelle domande rivolte ai testes85:

85 innocEnzo iV, Gloriosus Deus: «ordiniamo alla tua fraternità attraverso lettere apostoliche, di indagare con diligenza e sollecitudine la verità intorno alla sua vita, conversione e vita religiosa e intorno ai predetti miracoli e a tutte le loro circostanze, secondo il questionario che ti mandiamo allegato alla nostra bolla / fraternitati tue per apostolica scripta mandamus quatinus de vita, conversione et conversatione ipsius, ac de predictis miraculis eorumque circumstantiis universis inquiras secundum interro-gatoria, que sub bulla nostra tibi mittimus interclusa, diligenter et sollicite veritatem» in Guida, La lettera Gloriosus Deus, 403, 402.

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• Vita nella casa paterna.

• conVErsio ad opera di Francesco.

• conVErsatio a San Damiano.

• Miracula in vita e post mortem.

Questo, inoltre, dimostra lo stretto legame redazionale fra la lettera di canonizzazione e la documentazione risultante dall’iter processuale.

Con la lettera C. indico la frequente antitesi intra/Extra: ricorre, infatti, per 9 volte. I membri contrari di questo binomio sono messi in parallelo. È un elemento, questo, sul quale il redattore della lettera insiste particolarmente. Come conciliare la fama di Chiara con la sua vita nascosta? Il diffondersi della sua luce con la reclusione del suo monastero? La BuCl, pur non riportando racconti che riguardano i rapporti di Chiara e della sua comunità con l’esterno, non oblitera del tutto questa caratterizzazione ad extra della vita della santa, ma cerca di conciliarla con quella che al tempo di composizione del do-cumento è la vita delle monache dell’Ordine di San Damiano. Dietro un artificio letterario si nasconde un aspetto vero dell’esperienza di Chiara, di essere cioè aperta ai bisogni della gente, a quelli della sua città, e a quelli della fraternitas dei frati Minori.

La lettera D. indica la conVErsatio di Chiara a San Damiano. Per ben 12 volte ricorre il pronome dimostrativo haec, a sottolineare che da lei prese avvio l’Ordine di San Damiano e che a lei devono guardare quelle donne che a questo Ordine appartengono o vogliono farne parte.

Ai vv. 39-42 Chiara è definita initium, fundamentum, lapis, re-gula dell’Ordo Sancti Damiani: il redattore della lettera utilizza un climax per rafforzare questa definizione della santa.

Seguono ai vv. 46-54 immagini di Chiara e del suo Ordine prese in prestito dal mondo naturale. Lei è «arbor procera» e «vena munda» che con la sua forma di vita ha piantato nel campo della Chiesa la «vineam paupertatis», l’«hortum umilitatis» e l’«arcem arctae absti-nentiae». È interessante notare l’ordine di queste “opere” di Chiara: la prima è la povertà, seguita dall’umiltà e dall’astinenza. I verbi plantavit, coluit, constituit, fabricavit, indicano la volontà di Chiara di dar vita al suo Ordine e di caratterizzarlo secondo la sua personale vocazione, come una vera “operaia” nella messe della Chiesa.

Al v. 55 segue un climax: Chiara è primiceria, ducissa, magistra, abbatissa. Potrebbe esserci un riferimento all’evoluzione istituziona-le della sua comunità. Interessante notare anche l’ordine pauperum, humilium, continentium, penitentium, a conferma che la BuCl pone

La lettera Clara claris di Alessandro IV per la canonizzazione di Chiara d’Assisi

473

la povertà «al di sopra di ogni altro elemento caratterizzante l’espe-rienza di Chiara»86.

Segue ai vv. 56-58 la descrizione del carattere di Chiara, il suo atteggiamento nel vivere e nel presiedere ai vari momenti della vita della sua comunità. Emerge l’immagine di una donna serena ed equi-librata, nella quale non ci sono eccessi ed esagerazioni.

Al v. 63 leggiamo un’efficace descrizione delle virtù di Chiara at-traverso incisive immagini che caratterizzano la santa. L’ordine inizia con l’umiltà, ma in questo elenco di 7 virtù non è presente la povertà.

Il v. 64 fa da inclusione con i vv. 56-58 racchiudendo le 7 virtù di Chiara col suo essere «amabilis et accepta in omnibus».

Segue la narrazione della conVErsatio della santa: austErità (vv. 65-69), PrEGhiEra-laVoro (vv. 70-73), PoVErtà (vv. 74-77). Il testo di questa sezione si presta meno ad una ordinata analisi lessicale e stilistica. È molto più narrativo e discorsivo; ha le caratteristiche di un testo agiografico.

I vv. 78-84 della BuCl narrano le GuariGioni operate da Chiara vivente: tutte riguardano le sorores di San Damiano, operate perciò all’interno del monastero, tranne l’ultima che riguarda frate Stefano. Chiara guarisce le sorelle «facto crucis signaculo super eas» (di frate Stefano il PrCa racconta che Chiara fece su di lui il segno della croce, e poi lo mandò a riposare nel luogo dove lei era solita pregare)87.

Anche i Miracoli (vv. 85-89) dell’olio e del pane sono interni al monastero.

Le GuariGioni (vv. 93-97) operate da Chiara post mortem sono tut-te legate al luogo della sua sepoltura.

L’Esultanza dei vv. 101-103 con le espressioni «Gaudeat itaque mater Ecclesia» (v. 101) e «Laetetur et devota turba fidelium, quod rex caelorum» (v. 102), ha un rapporto di intertestualità con l’Exultet della veglia pasquale.

Dalla lettura della BuCl, il cui filo conduttore è il tema della luce, metafora della vita e della santità di Chiara, emerge l’immagine di una donna che è fonte di luce che illumina la vita delle sue sorelle, ma anche quella di tanti che in modo misterioso sono raggiunti dalla sua luminosa santità. Nella Clara claris «la vita claustrale non è vista come impedi-mento alla manifestazione di questa luce, ma come mezzo di riverbero»88:

86 la Grasta, La canonizzazione di Chiara, 322.87 PrCa II, 47-48; III, 34. Cfr. M. Guida, «Se non per laude de tanto sancta madre»:

i frati Minori nel Processo di canonizzazione di Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 78/2 (2012) 451-475: 467.

88 bruFani, Introduzione a Bulla Canonizationis, 2328.

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474

O quanto vivida forza di questa luce,e quanto vivace luminosità di questa clarità!Questa luce rimaneva, certo,chiusa nel segreto del chiostro,ma emetteva al di fuori bagliori luminosi:si teneva raccolta in un angusto monastero,ma nel vasto mondo si diffondeva;si conservava nell’interno,e all’esterno si espandeva;Chiara, certo, si teneva nascosta,ma la sua vita era manifesta;Chiara taceva, ma la sua fama gridava;si teneva nascosta in cella,ma nelle città era ben nota89.

89 BuCl 17-23: «O quanta huius vehementia luminis, et quam vehemens istius il-luminatio claritatis! Manebat quidem haec lux secretis inclusa claustralibus, et foras micantes radios emittebat: colligebatur in arcto coenobio, et in amplo saeculo sparge-batur; servabatur intra, et extra manabat; latebat namque Clara, sed eius vita pate-bat; silebat Clara, sed sua fama clamabat; celabatur in cella, et in urbibus noscebatur».