la figura del restauratore di dipinti nel regno di napoli. federico anders, restauratore di corte...

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Capitolo I Napoli borbonica. Scoperte archeologiche e prime forme di tutela Nel Regno di Napoli avvenne nel 1734 il passaggio dal dominio dell’Austria, cui era stato assegnato nel 1707- nell’ambito della guerra di Successione spagnola- alla Spagna, a causa della guerra di Successione polacca. 1 In realtà era un ritorno al dominio spagnolo perché per due secoli (dal 1503 al 1707) Napoli e Sicilia erano stati due viceregni spagnoli. Elisabetta Farnese, madre di Carlo di Borbone, intessendo sottili tele diplomatiche indusse la Spagna a rendere autonomi i due regni dell’Italia meridionale, affidandone la corona al primo dei suoi figli, Carlo, nato nel 1716. Le mire di Elisabetta si rivolsero 1 G. CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp. 52 a 66; E. CHIOSI, Il Regno dal 1734 al 1799, in GALASSO, R. ROMEO (a cura di), Storia del Mezzogiorno, Roma, Vol. IV, t. II 1986, p. 374; TOURING CLUB ITALIANO, Guida d’Italia, Napoli e Dintorni, Milano, 1976, pp. 37 a 42 1

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Capitolo I

Napoli borbonica. Scoperte archeologiche e prime forme di

tutela

Nel Regno di Napoli avvenne nel 1734 il passaggio dal

dominio dell’Austria, cui era stato assegnato nel 1707-

nell’ambito della guerra di Successione spagnola- alla

Spagna, a causa della guerra di Successione polacca.1 In

realtà era un ritorno al dominio spagnolo perché per due

secoli (dal 1503 al 1707) Napoli e Sicilia erano stati due

viceregni spagnoli. Elisabetta Farnese, madre di Carlo di

Borbone, intessendo sottili tele diplomatiche indusse la

Spagna a rendere autonomi i due regni dell’Italia

meridionale, affidandone la corona al primo dei suoi figli,

Carlo, nato nel 1716. Le mire di Elisabetta si rivolsero

1G. CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp. 52 a 66; E. CHIOSI, IlRegno dal 1734 al 1799, in GALASSO, R. ROMEO (a cura di), Storia delMezzogiorno, Roma, Vol. IV, t. II 1986, p. 374; TOURING CLUB ITALIANO,Guida d’Italia, Napoli e Dintorni, Milano, 1976, pp. 37 a 42

1

verso l’Italia, dove la regina vantava diritti di

discendenza su Parma e Piacenza e sulla Toscana.2

Per ottenere questi territori Carlo di Borbone venne in

Italia con un folto esercito, nel dicembre del 1731, dopo

la morte di Antonio Farnese, divenendo Duca di Parma e

Piacenza, titoli che ancora possedeva quando nel 1734

scoppiò la guerra di Successione polacca, che vedeva le

potenze borboniche, Francia e Spagna, coalizzate contro

l’Impero austriaco.

Carlo vinse e il 10 maggio del 1734 fece il suo ingresso

trionfante a Napoli3, in seguito gli Austriaci furono

definitivamente sconfitti a Bitonto.

Nel luglio dell’anno successivo Carlo fu incoronato a

Palermo re di Sicilia.4

L’aspetto più noto e sicuramente assai caratterizzante del

regno di Carlo fu il rinnovamento monumentale del regno

stesso, il desiderio di affermare la dignità regale della

2 G. CONIGLIO, I Borboni…cit., pp. 57, 58; E. CHIOSI, Il Regno …cit. p. 373.3 Ibidem.4 TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 37 a 42. H. ACTON, I Borboni diNapoli ( 1734 – 1825 ), Firenze, 1985, p. 10.

2

nuova dinastia e il prestigio della nazione, appartenendo

egli a una famiglia che, in Francia come in Spagna, si era

distinta per una passione quasi maniacale per le grandiose

residenze reali; il bisogno di dotare la corona e la corte

di strutture adeguate ai numerosi festeggiamenti, agli

sfarzosi ricevimenti, ai divertimenti preferiti, spinsero

Carlo a far costruire, in particolar modo nella capitale e

nelle sue vicinanze, regge, teatri, ville, parchi, riserve

di caccia e altri siti reali; un’opera molto meritoria,

perché dava al regno alcune delle migliori espressioni

dell’architettura e dell’arte del XVIII secolo e perché

conferiva a Napoli il volto di capitale, contribuendo a

determinarne gli aspetti peculiari, destinati a perdurare

nei secoli successivi.

Innanzitutto fu costruito nel 1737 il Teatro San Carlo5, su

progetto di Giovanni Antonio Medrano, posto accanto al5 Costruito in pochi mesi, dal marzo all’ottobre del 1737, fu eretto daAngelo Carasale su disegno di Antonio Medrano, Ferdinando Fuga nel1767 ne rinnovò la decorazione interna rifatta poi nel 1797 daDomenico Chelli. Antonio Niccolini vi aggiunse la facciata nel 1810-12. Nel 1816 fu distrutto da un incendio e ricostruito dallo stessoNiccolini. Fra i suoi direttori ebbe Gioacchino Rossini e GaetanoDonizzetti; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 118, 119.

3

seicentesco Palazzo Reale, che Carlo contemporaneamente

fece restaurare.6 Negli anni successivi furono iniziati i

lavori di due sontuose residenze reali, entrambe dotate di

estesi parchi, dove il re poteva cavalcare, cacciare e in

uno dei due casi pescare: la Reggia di Capodimonte7 nel

1738 e la Reggia di Portici8 nel 1737; progettate

rispettivamente dal Medrano e da Antonio Canevari.

Terminate o comunque in stato già avanzato queste due già

grandiose residenze, il re si dedicò a un progetto ancora

più prestigioso: la Reggia e il parco di Caserta9, che

imitassero e rivaleggiassero con le analoghe costruzioni6 Ibidem, pp. 37 a 42.7 Rimando al sotto paragrafo 1.2.28 Una dimora fatta costruire come palazzo reale per la dinastia deiBorbone di Napoli in linea con quella tendenza tutta aristocratica dicostruire ville suburbane ai piedi del Vesuvio, fu fatta costruireprima della costruzione della più imponente Reggia di Caserta. Ilavori furono iniziati da Antonio Medrano secondi il progetto diAntonio Canevari e terminai da Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga;TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 462, 463.9 La Reggia di Caserta fu fatta costruire, sia per continuare ilprogramma di abbellimento e riorganizzazione del Regno voluto daCarlo, sia per creare una sede più sicura per il re, rispetto a Napoliche invece minacciava di essere bombardata dagli Inglesi nel 1742 comeincitamento a rimanere neutrali nella guerra di Successione austriaca.Il feudo casertano fu acquistato nel 1751 e il re dopo aver ottenutoil permesso dal Papa Benedetto XIV di esonerare l’architetto LuigiVanvitelli dal restauro del santuario della Santa Casa di Loreto,potette farlo giungere a Caserta dove pose la prima pietra subito dopoil 20 gennaio 1752; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 633 a 642.

4

dei suoi progenitori: la Versailles del bisnonno Luigi XIV

e la Granja del padre Filippo V. L’esecuzione del progetto

di Luigi Vanvitelli iniziò nel 1752 e fu portato a

compimento nel 1845, dopo la morte del grande architetto di

origine olandese, sotto il regno di Ferdinando IV.10

L’ultimo dei grandi interventi pubblici promossi da Carlo

non fu, come gli altri, un’opera di rappresentanza per la

monarchia e la sua corte, ma si pose lo scopo di ospitare

la parte più misera della popolazione della capitale, farla

dormire ma anche consentirle di lavorare in molteplici

appositi laboratori. Nasceva così l’enorme Albergo dei

poveri11, il più esteso edificio del Meridione, progettato

da Ferdinando Fuga e iniziato nel 1751.12

Questo è solo un breve elenco delle opere più grandiose che

Carlo di Borbone compì a Napoli, molte altre ve ne furono e

tutte indicative a delineare la figura di un sovrano

10 Ibidem. p. 32; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 38.11 Sito in Piazza Carlo III, che prende il nome proprio da Carlo III diBorbone, l’edificio doveva ospitare i poveri di tutto il mondo, ma fucompletato solo per un terzo, ospitando istituti assistenziali fino al1980; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., p. 337.12 Ibidem; p. 32; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 38

5

interessato a qualificare il proprio regno con grandi opere

ma anche promotore della cultura e dell’arte.

È noto che Carlo giunto a Napoli predispose l’arrivo dalle

sedi di Parma e Roma della Collezione Farnese13, collezione

di opere d’arte appartenuta alla sua famiglia e arricchita

nel corso di ben due secoli.14

Così come è altrettanto noto che Carlo si guadagnò il

titolo di sovrano “Archeologo” grazie alla promozione sotto

la sua corona degli scavi, prima di Ercolano nel 1738 e poi

di Pompei nel 1748.15

Ed è in questo clima di promozione culturale, come vedremo

che verranno mossi i primi interventi tesi alla tutela,

13 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni,Napoli, 1972, p. 1; P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione di una pinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e GallerieNazionali di Capodimonte. Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e postunitarie, Napoli, 1999, p. 11; P. D'ALCONZO, L'anello del re. Tutela del patrimoniostorico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999, p. 19; TOURING CLUBITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo di Capodimonte, Milano, 2002,p. 23. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli e nelRegno nel XIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi, Napoli, Museo diCapodimonte, 14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p. 17.14 Rimando al sotto paragrafo 1.2.115 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 1, 2. P. D'ALCONZO,L'anello del re... cit., p. 19.

6

alla salvaguardia e in alcuni casi al recupero del

patrimonio artistico.

Negli anni successivi alle scoperte di Ercolano e Pompei in

una situazione di totale assenza di una normativa di tutela

i ritrovamenti archeologici furono oggetto di prelievo,

vendita e smembramento sfrenati ad opera di privati in

un’azione di depauperamento devastante del patrimonio

storico-artistico napoletano. Il Sovrano in funzione di un

maggiore controllo istituì nel 1755 la Reale Accademia

Ercolanese16 ai cui appartenenti fu fatto divieto di

16Per interpretare ed illustrare i monumenti, nel 1747 fu chiamatomonsignor Ottavio Antonio Bayardi che accettò il difficile incarico esi trasferì nel Regno l'anno stesso. Ma il Bayardi si accinse ascrivere un'opera immensa la cui descrizione partiva dalle epoche piùremote di Ercolano tanto che, dopo cinque anni di lavoro, pubblicòsolo parte della vita di Ercole (Prodromo delle antichità diErcolano). Nell'ultimo volume di quanto pubblicato il Bayardiprometteva che con i volumi successivi avrebbe completato la vita diErcole, avrebbe raccontato della fondazione di Ercolano e infineavrebbe parlato delle antichità rinvenute. Ma il mondo letterario e lo stesso re Carlo desideravano conimpazienza l'esposizione delle opere rinvenute. Sotto tale pressione,il Bayardi pubblicò un semplice catalogo dei monumenti dissotterratima privo di spiegazioni. Nello stesso egli scrisse che avrebbe avutobisogno di un altro paio di anni se non di più per completare il suoprodromo di cui sopra. Fu allora che il re, infastiditodall'allungarsi dei tempi, su suggerimento del marchese BernardoTanucci che allora era segretario di stato della casa reale, decise difondare un'accademia unicamente incaricata di illustrare i monumentirinvenuti dagli scavi: era il 13 dicembre 1755 e così nasceva laRegale Accademia Ercolanese; F. CASTALDI, Della Regale Accademia Ercolanese

7

pubblicare le proprie scoperte singolarmente, diritto che

invece era prerogativa dello Stato. Gli oggetti rinvenuti

dagli scavi quindi, poiché investivano direttamente

l’interesse del Sovrano, erano tutelate da rigidissimi

sistemi di controllo delle maestranze che prevedevano dure

pene per l’ipotesi di trafugamento dei reperti. Il problema

riguardava invece gli scavi privati che determinavano

spesso la dissoluzione dei reperti in paesi per lo più

stranieri , questa situazione appena descritta, dovette

essere così seria da allarmare il re stesso e spingerlo

all’emanazione delle Prammatiche LVII e LVIII nel 175517.

In queste Prammatiche assunse posizione prioritaria la

condanna dell’arricchimento dei Paesi stranieri ai danni

del patrimonio storico del regno il quale «[…] non vada

dalla sua fondazione sinora con un cenno biografico de' suoi soci ordinari, Napoli, 1840,pp. 123, 144; M. SCHIPA, Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, 1923, p.235; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 19. 17 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova Collezione delle Prammatiche del Regno diNapoli, Napoli, 1803/8, pp. 201 a 204; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., pp. 4, 5; W. CORTESE, Lezioni di legislazione dei Beni Culturali, Padova,1997, pp. 56, 57; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 25 a 30; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17; G.CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale di Diritto dei beni culturali, Napoli, 2008, p. 6.

8

sempre più impoverendosi di ciò che abbonda, per farsene abbondanti l’altre

Province d’Europa, che ne sono povere da loro stesse. »18

In sostanza si vietò lo scavo - subordinato al permesso

reale -, l’uscita per conto di paesi stranieri e si venne a

creare quello che con un termine moderno si può definire

Ufficio di esportazione, inoltre si istituì una commissione

tecnica, che si occupava del rilascio delle autorizzazioni,

fissando anche pesanti sanzioni atte a colpire coloro che

non rispettavano la legge.19 La commissione era composta da

tre esperti in base alla classificazione degli oggetti,

Alessio Simmaco Mazzocchi20, Giuseppe Bonito e Giuseppe

Canart21. Questi editti andarono a colmare un vuoto

18 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 4.19 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova Collezione … cit., 201 a 204; F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 4, 5. W. CORTESE, Lezioni…cit., 56, 57; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 25 a 30; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17; G.CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale…cit., p. 6.20 Biblista ed epigrafista (S. Maria Capua Vetere 1684 - Napoli 1771),fu prof. di S. Scrittura e teologia nell'università di Napoli; èautore d'importanti studî filologici, archeologici (tra l'altro, sulletavole di Eraclea) e storici. Particolarmente notevoli i suoicontributi nel campo dell'esegesi veterotestamentaria F. LUISE inDizionario biografico degli Italiani (a cura di Istituto della EnciclopediaItaliana fondata da G. Treccani ), Roma, 2009, v. 72, pp. 612 a 614.21 M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, la nascitadel servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 36, 37.

9

legislativo significativo, con essi Carlo di Borbone si

inserì nel solco dei sovrani illuminati europei del tempo

dimostrando una moderna consapevolezza dell’importanza del

legame tra patrimonio culturale e luogo di provenienza, e

il valore economico, turistico e di prestigio annessi ad

esso. Inoltre è interessante sottolineare che il patrimonio

dello Stato non poteva non identificarsi con il patrimonio

personale del sovrano ed è difficile non pensare che la

volontà che partorì le stesse prammatiche non sia stata

spinta almeno in parte da questi interessi; ne derivarono

limitata accessibilità agli scavi e anche agli stessi musei

in cui i reperti venivano conservati e nel peggiore dei

casi distruzione dei reperti che non erano ritenuti degni

delle collezioni reali. Medesima concezione sarà

ravvisabile nel 1799 e ancora nel 1806, stavolta ad opera

di un altro Borbone, il figlio di Carlo, Ferdinando, che

minacciato prima dagli eventi della rivolta partenopea e

10

poi dall’arrivo delle truppe francesi porterà parte delle

sue collezioni con sé.22

1.1 Puliture e ridipinture a Napoli, nel XVII e XVIII

secolo.

Tra Seicento e Settecento, a Napoli, nell’ambito del

problema del restauro delle opere d’arte, si intrecciavano

tendenze volte all’intervento per aggiornamento devozionale

finalizzato alla conservazione della freschezza originaria

dell’opera, con atteggiamenti critici volti invece a

proteggere l’originalità dei dipinti.

Tra le testimonianze riguardanti lavori di restauro o

meglio definiti come “puliture” e “ridipinture” a Napoli, ci

giunge quella de Le vite de’ pittori , scultori ed architetti, di Bernardo

De Dominici, del 1742- 43.23 Con molta probabilità il

motivo per cui il De Dominici scrisse con un certo

22 Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 31, 32.23 A. CONTI, Storia del restauro e della conservazione delle opere d’arte, Milano, 1988,p. 64.

11

interesse, anche di stampo critico a proposito del panorama

del restauro è attribuibile alla tesi del Giannone che, nel

1941, definisce il De Dominici stesso “un accomodatore di

quadri antichi”.24

Erano due i fattori principali che determinavano la

necessità di intervenire sulle pitture a Napoli; il clima

marittimo e le ridipinture per aggiornamento devozionale.

Un culto molto forte delle immagini, infatti, causava una

continua necessità di ridipinture, puliture e ritocchi che

contribuivano a preservare l’integrità dell’opera o ad

adeguarla al gusto corrente, a eventuali nuove necessità

stilistiche o semplicemente legate al gusto del

proprietario. 25

Il De Dominici a riguardo riporta numerosi casi; uno tra

questi è identificabile nella vita di Francesco di Maestro

Simone, pittore trecentesco, legato in particolar modo alla

sua produzione nella chiesa di Santa Chiara, dove la regina

Sancia Di Maiorca intorno al 1340, - datazione, che il De24 O. GIANNONE, Giunte sulle vite de’ pittori napoletani, Napoli, 1941, p. 95.25 A. CONTI, Storia…cit. p. 64.

12

Dominici riferisce alla fioritura della pittura di

quest’artista - gli commissionò di “colorire devote immagini”

per gli altari della Croce di Palazzo, che essendo state

spostate nei corridoi, a causa dell’umidità, si erano

consumate.26

Leggiamo poi nella “vita del famosissimo Antonio Solario detto

volgarmente il Zingaro, pittore ed architetto”27 che il De Dominici

attribuendo al pittore i dipinti per la Cappella del

Noviziato della chiesa di Monteoliveto, ci dà

testimonianza, in merito alla volontà del padre abate Don

Lionardo Capuano di far pulire e perfezionare le opere

dello Zingaro nel monastero, da Nicolò di Liguoro per

“conservarle se possibile in eternità”28. In realtà le attribuzioni e

le notizie pervenuteci dagli scritti del De Dominici non si

possono ritenere del tutto affidabili, la stessa vita di

Antonio Solario è un insieme d’invenzione e realtà atta a

convalidare le tesi dell’autore che attribuisce a questo

26 B. DE DOMINICI, Le vite de’ pittori, scultori ed architetti ( a cura di) F.SRICCHIASANTORO, A. ZEZZA , Napoli, 2009, p. 21227 Ibidem.28 Ibidem.

13

pittore opere che la critica d’oggi lega al nome di

Colantonio. Egli infatti ci presenta un dettagliato prologo

in cui Antonio Solario si rivela innamorato follemente

della figlia del Colantonio e con questo pretesto

giustificherà la sua maniera “fiamminga” assegnando al

pittore altri dipinti come “Il San Francesco che consegna la regola”

- in quegli anni già staccato dal “San Girolamo”- o il

“Polittico di San Vincenzo Ferrer” sempre attribuito a Colantonio.29

Ulteriori testimonianze riguardo la cosiddetta umidità del

clima napoletano sono presenti nella “vita di Giovan Battistello

Caracciuolo così volgarmente appellato, pittore e di Giacomo di Castro suo

discepolo.” De Dominici descrivendo la grande influenza che

Caravaggio ebbe sulle opere del Caracciolo cita una delle

prime opere di quest’ultimo dipinta alla caravaggesca,

ossia un quadro esposto nella chiesa di San Pietro a

Maiella dai monaci celestini, in una cappella del canto del

Vangelo, che raffigurava la “Vergine col Bambino e Santi”. Questo

29 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., pp. 279 a 281.

14

quadro fu consumato dall’umidità del muro su cui era

posizionato e ridipinto da “un moderno professore”.30

De Dominici scrive poi di una tavola di Silvestro Buono, in

“Vita di Buono de’ Buoni e di Silvestro suo figliuolo pittori”, - due

personaggi mai esistiti-, la quale si trovava in San

Gregorio Armeno, e afferma che non gli fu possibile vederla

supponendo che fosse stata spostata per essere ritoccata da

Giovan Bernardo Lama, come succedeva a quelle che stavano a

San Pietro ad Aram, ed alla Santissima Annunziata e San

Niccolò alla Dogana.31

In alcuni passi delle Vite è percepibile una critica del De

Dominici nei confronti dei ritocchi compiuti sulle opere di

grandi maestri, che, essendo ridipinte da altri, perdevano

inevitabilmente il loro pregio. Il concetto di restauro su

cui si basava ancora il De Dominici faceva riferimento al

valore relativo delle opere d’arte, nel senso che, la30 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 972.31 Nel edizione delle vite di De Dominici commentata da F. SricchiaSantoro e A. Zezza del 2009 si scrive che la citazione di suddettiritocchi fu probabilmente attribuita volontariamente al Lama percolmare la discontinuità di tempi e modi tra le opere a cavallo tra400 e 500 del Silvestro. In B. DE DOMINICI, Le vite…cit. 387; A. CONTI,Storia…cit. p. 64.

15

sostituzione diventava lecita nel momento in cui il nuovo

dipinto tendeva a migliorare con essa. Il problema di

Napoli quindi era che per lo più “molte pitture dei mentovati

artefici, venerande per loro antichità, sian modernate da’ più sciocchi pittori

(che guasta mestieri da noi vengono nominati) più tosto che da’ valenti uomini

rifatte”32

Ma in realtà non tutti i restauri furono compiuti da quei

“guastamestieri ” di cui parla De Dominici, infatti gli

autori di restauri o di adattamenti pittorici erano spesso

fra i migliori pittori attivi a Napoli.33

Primo fra tutti Giovanni Battista Caracciolo detto il

Battistello, che quando affrescò la cappella dedicata a

San Michele Arcangelo in S. Maria la Nova, intorno al

162434 si trovò ad aggiornare e ad ampliare la tavola

raffigurante appunto, il San Michele Arcangelo, per

renderla adeguata alla nuova sistemazione sull’altare. Il32 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 199.33 A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65.34 Si tratta della prima cappella a destra in S. Maria La Nova, nellaquale oggi sono visibili i resti di ciò che dipinse il Carraciolonella cupola negli arconi e sulle pareti; L. DI MAURO in Napoli Sacra (acura della) Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Napoli,1993,vol. 4, p. 246.

16

pittore vi aggiunse una fascia inferiore con figure di

dannati e per omogenizzare ma anche per adeguare l’opera al

gusto corrente, passo una mano di patina bruna su tutta la

tavola.35

E’ già nel 600, proprio in relazione con la figura di

Battistello, che possiamo riconoscere una prima presa di

coscienza autonoma della professione del restauratore.

Giacomo di Castro, allievo del Battistello, sarà, infatti,

protagonista del distacco della figura del restauratore da

quella del pittore.36

Di questa notizia scrive già a suo tempo il De Dominici che

lo inserisce, appunto, nella vita di Battistello Caracciolo

come suo allievo, anche se riferisce che nell’ambito delle

discordie nate tra Battistello e il suo maestro Bellisario

Corenzio contro il Domenichino egli abbia deciso di

35 La notizia è stata reperita da A. CONTI, Storia …cit. pp.64, 65 e da, IIImostra di restauri, Napoli, 1953 – 54, pp. 12, 13, i quali attribuiscono latavola a Marco Pino, ulteriori fonti in L. DI MAURO in Napoli Sacra…cit., p. 246, invece la attribuiscono a Dirk Hendricksz, conosciutoanche come Teodoro d'Errico (Amsterdam, 1544 – Amsterdam, 1618),pittore olandese che lavorò a Napoli tra il 1574 e il 1610, la tavolasi trova attualmente nella Cappella Severino in Santa Maria la Nova.36 A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65.

17

avvicinarsi a quest’ultimo dopo essere venuto a conoscenza

dei torti che aveva subito.37

Giacomo di Castro nacque nel 1597 a Piano di Sorrento e

morì nel 1697.38, il De Dominici scrive che si dedicò

relativamente poco all' attività di pittore, essendo molto

portato nel rimodernare quadri antichi o danneggiati. Ed è,

infatti, nel 1670 che è attestata una sua “pulitura dei

quadri antichi” della chiesa del Pio Monte della

Misericordia.39 Egli fu così portato da avere anche presso

di sè degli allievi; Nicola di Liguoro morto nel 1724, di

cui abbiamo parlato a proposito della pulizia dei dipinti

di Antonio Solario nella chiesa di Monteoliveto e al quale

Michelangelo Cagiano de Azevedo attribuisce il restauro dei

quadri di casa Laurenzana venuti a Napoli per la morte di

Mons. Gaetano d’Aragona e Antonio di Simone, morto nel

37Le notizie riguardo invidie e disaccordi tra i pittori sono moltofrequenti nelle vite del De Dominici e sono utilizzate spesso comegiustificazioni nella fantasiosa interpretazione che fa della storiadell’arte; B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 972 a 981.38 S. CAUSA, Battistello Caracciolo, l’opera completa, Napoli, 2000, p.112.39 R. CAUSA, Opere d’arte del Pio Monte di Misericordia, Cava dei Tirreni, 1970,pp.36- 37; A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65; S. CAUSA, Battistello Caracciolo…cit., p.112.

18

1727, il quale era stato allievo di Luca Giordano e del cui

personaggio esiste una presentazione, proprio nella vita di

Luca Giordano del nostro De Dominici. 40

1.2 Il trasferimento dei dipinti della collezione Farnese.

Tra degrado e primi interventi di restauro.

Rientrando nell’ambito degli interessi culturali di Carlo

di Borbone è d’obbligo analizzare un altro campo di azione

della conservazione che tocca stavolta quella che si può

definire la Quadreria reale borbonica e che è da intendersi

in senso maggiormente tecnico in quanto si riferisce alle

opere di restauro messe in atto con l’arrivo del suddetto

sovrano a Napoli e il sopraggiungere della sua numerosa

collezione, la Collezione Farnese.41

40 M. CAGIANO DE AZEVEDO, Una scuola napoletana di restauro nel XVII e nel XVIII secolo,in “Bollettino dell’Istituto Centrale di Restauro”, n. 1, 1950, pp.44- 45; A. CONTI, Storia…cit. p. 68.41 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 1; P. LEONE DE CASTRIS,Il contributo…cit., p. 19. P. D'ALCONZO, L'anello del re... cit., p. 19. TOURINGCLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 23; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17.

19

1.2.1 Cenni sulla storia della collezione Farnese prima del suo

spostamento a Napoli.

La nascita della collezione Farnese si deve ad Alessandro

Farnese, poi Papa Paolo III nel 1534, egli elevò una

piccola famiglia nobile del Lazio al rango delle più

potenti d’Europa, e fu anche come anticipato l’iniziatore

di una collezione che nell’arco di due secoli sarà una

delle più importanti e varie d’Europa.42 Egli commissionò

ritratti e sculture ai più importanti artisti del tempo tra

i quali Raffaello, Sebastiano del Piombo, Tiziano ecc. E

contemporaneamente si impegnò nel promuovere la costruzione

del grande palazzo di famiglia in Campo de’ Fiori, oltre

ovviamente a sostenere i cantieri vaticani attivi in quegli

42 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario delle raccolte farnesiane attraverso le fonti e gliinventari in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. La collezione Farnese (a curadi) N. SPINOSA, Napoli, 1995, p. 27.

20

anni, e quelli in Castel Sant’Angelo. Fu quindi una Papa

attento e propulsore dell’attività artistica nello Stato.

Ma fu in realtà con un altro Farnese che la collezione

assunse carattere veramente imponente, ossia il Cardinale

Alessandro Farnese, nato nel 1520 e morto nel 1589, egli

terminò i lavori del palazzo a Roma e decise di far

abbellire quello a Caprarola, fu un grande mecenate e

commissiono alcuni dei capolavori più importanti della

storia dell’arte, come la “Danae” di Tiziano e il celebre

“Cofanetto” Farnese esposto nel Museo di Capodimonte.43 Ma il

suo merito risiede anche nell’aver reso questa Collezione

una raccolta di antichità a tutti gli effetti, arricchita

con i reperti degli scavi archeologici, collezioni di

monete antiche, medaglie, manoscritti, gemme incise e ad

aver legato questa prestigiosa raccolta al palazzo romano

dei Farnese in cui era conservata, con un vincolo nel

proprio testamento nel 1587.44 Un altro importante

protagonista le cui sorti furono strettamente legate a

43 Ibidem.44 Ibidem.

21

questa Collezione fu il bibliotecario e consigliere

artistico di Alessandro, Fulvio Orsini45 che oltre a

condizionare l’aspetto della raccolta e del palazzo romano,

alla sua morte lasciò un suo personale fondo che infoltì

ancora di più le gallerie farnesiane, composto da antichità

greche e latine ma che non difettava di oggetti, disegni e

dipinti moderni.46

Intorno agli anni 40 del Seicento una difficile situazione

politica, l’attrito con i papi Urbano VIII e Innocenzo X e

le due guerre di Castro47 determinarono lo spostamento del

45 Erudito, bibliofilo e collezionista nato a Roma 1529 e morto nel1600, figlio naturale di un Orsini del ramo di Mugnano. Canonico di S.Giovanni in Laterano; bibliotecario di Ranuccio e del card. A.Farnese, ne curò l'arricchimento della biblioteca e delle collezionidi oggetti antichi e d'arte; ma raccolse anche per sé libri,manoscritti greci, latini e volgari, pietre incise, medaglie, quadri,ecc., che lasciò parte alla Biblioteca Vaticana (tra cui il Canzoniereautografo e il codice degli abbozzi di Petrarca), parte al cardinaleO. Farnese (Napoli, Museo nazionale). Fu uno dei massimi esponentidella filologia antiquaria italiana, nonché abile epigrafista. Lasciòanche scritti di filologia, elogi, studî di iconografia antica e curòedizioni di classici antichi; A. VENTURI in Enciclopedia…cit., vol. XXV,pp. 607, 608.46 Ibidem; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 23.47 La guerra di Castro fu un conflitto del Seicento fra lo StatoPontificio e la famiglia Farnese a causa delle mire del papa, UrbanoVIII, sul ducato laziale di Castro, suddiviso in due fasi; G. MORONI,Dizionario di erudizione storico- ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Roma, 1844,pp. 281, 282.

22

baricentro degli interessi politici dei Farnese lontano da

Roma, verso Parma. Il pesante clima anti- farnesiano

creatosi a Roma causò lo svuotamento del palazzo Farnese

della sua Collezione e lo spostamento di maggior parte di

essa verso questo nuovo polo, appunto Parma. Parma e

Piacenza passarono sotto il controllo della famiglia

Farnese nel 1545, ma il consolidamento e la creazione di

una situazione pacifica in questi feudi necessitò il

trascorrere di molti anni, tanto che le prime tracce della

formazione di una raccolta d’arte a Parma risalgono alla

seconda metà inoltrata del secolo XVI, in particolare

grazie all’interessamento di Ranuccio Farnese, che nel 1587

resse il ducato al posto del padre Alessandro.48

Quando Ranuccio divenne Duca di Parma era appena

diciottenne e la sua collezione derivava con molta

probabilità dal nonno Ottavio, duca dal 1547 al 1586, e

comprendeva una quarantina di dipinti e un discreto numero

di argenti, cristalli, porcellane, medaglie, camei, pietre

48 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p. 31.

23

dure e gioielli. Egli fu, inoltre, protagonista di un altro

evento fondamentale per l’accrescimento della collezione,

ossia il sequestro dei beni, e in particolare delle opere

d’arte nel 1611 delle famiglie di feudatari che si erano

ribellati alla famiglia farnese. Quest sequestri permisero

l’acquisizione di capolavori del calibro della “Madonna

della gatta” di Giulio Romano e il “Ritratto di Leone X” creduto di

Raffaello.49 Queste opere erano spesso spedite nel palazzo

di Roma che ancora in quegli anni si configurava come il

principale polo della Collezione Farnese; sarà con l’arrivo

da Roma di svariate centinaia di quadri che il nuovo duca

Ranuccio II dovrà pensare a una nuova sistemazione

espositiva nella sede parmense del Palazzo del Giardino50.

A cavallo fra XVII e XVIII secolo la Collezione nella sede

parmense si scisse, con la creazione di una galleria in

Palazzo della Pilotta in cui furono esposti i quadri più

importanti, nel frattempo questa si era arricchita ancora

di più alla morte della principessa Maria Maddalena nel

49 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p. 32.50 Ibidem.

24

1693, sorella nubile di Ranuccio II51. La collezione nel

Palazzo Pilotta è un ulteriore merito da attribuire a

Ranuccio perché segna il distacco fra una concezione di

opere d’arte intesa esclusivamente come arredo e invece un

interesse ad allestire una galleria farnesiana che avesse

dei lineamenti di carattere “museale”. La visita della

Ducale Galleria la cui nascita si inserisce in anni non

anteriori al 1693 divenne ben presto tappa obbligata del

Grand Tour a Parma e in quanto tale avveniva con la guida

del custode e responsabile del museo stesso, Stefano Lolli

che poi cedette il suo posto al figlio Bernardino Lolli il

quale, come sappiamo, si trasferirà a Napoli con la

collezione nel 1735.52

Alla morte di Ranuccio nel 1694 i suoi successori i duchi

Francesco e Antonio regnarono debolmente su Parma nei

successivi trentacinque anni, ma non per questo il

mecenatismo dei Farnese si estinse, anzi a questo periodo

risalgono molti documenti relativi a numerosi acquisti che

51 Ibidem, p. 37.52 Ibidem,

25

andarono a costituire un nuovo nucleo espositivo, il

cosiddetto “Appartamento dei quadri” nel vecchio Palazzo

Ducale.

Alla morte del duca Antonio nel 1731, Carlo di Borbone

figlio di Elisabetta Farnese, a sua volta, nipote dei duchi

Antonio e Francesco, potette finalmente succedergli.53

Carlo regnò su Parma e Piacenza per un periodo molto breve;

entrato in possesso del ducato nel 1732, già agli inizi del

’34 aprì la sua personale campagna contro gli Austriaci e

in pochi mesi conquistò Napoli e il Viceregno meridionale.

Già in questi anni l’intenzione di Carlo fu quella di

salvare le raccolte farnesiane e spedirle a Genova, da lì

dopo la vittoria di Carlo sarebbero poi giunte a Napoli e

con esse il loro custode Bernardino Lolli54, non senza

furti intervenuti per strada, e prive comunque di una certa

53 TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., , pp. 37 a 42; G. CONIGLIO, IBorboni…cit., pp. 56 a 66; H. ACTON, Borboni…cit.,

p. 10; E. CHIOSI, Il Regno..cit., P. 374.54 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p.1; A. FITTIPALDI, Tutela,conservazione e legislazione dei Beni culturali a Napoli nel secolo XVIII in Musei, tutela elegislazione dei beni culturali a Napoli tra 700 e 800, Quaderni del Dipartimento diDiscipline Storiche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”,Napoli, 1995, p. 9, 10; P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p.38.

26

parte di mobili e dipinti di minor valore che ancora nel

1736 erano fermi a Piacenza.

Ma la sorte di questa Collezione una volta giunta a Napoli

non fu delle migliori; essa dovette fare i conti con

l’assenza di una tradizione museografica, che aveva visto

solo dominatori stranieri e mai una dinastia, come, ad

esempio, quella dei Medici che identificasse la propria

collezione artistica, in un certo senso, con quella dello

Stato.55

In attesa di una adeguata sistemazione fu quindi,

ammassata, letteralmente, nei depositi di Palazzo Reale e

molte prestigiose testimonianze ne descrivono lo stato

impietoso in cui versava. Una delle più rilevanti è quella

del presidente del Parlamento di Borgogna Charles de

Brosses, testimonianza risalente al 1739, anno in cui i

quadri erano ancora in deposito nel Palazzo Reale,

abbandonati sotto una scalinata dove tutti andavano ad

55 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p.32

27

orinare.56 Del resto «Come poteva Carlo di Borbone interessarsi della

Quadreria Farnese e del Museo se l’orizzonte politico era oscuro, la guerra

lunga e incerta, minacciosa ( 19 agosto 1742) la squadra navale inglese nel

golfo di Napoli? ».57

La regalità di Carlo e l’indipendenza del regno furono

infatti messe in discussione nei primi anni quaranta della

guerra di Successione austriaca.58 Napoli partecipò

svogliatamente, perché il governo riteneva la pace più

utile per il consolidamento interno della nuova monarchia,

ma fu trascinata dagli Spagnoli, desiderosi di assicurare

al secondo figlio di Elisabetta Farnese il ducato di Parma.

La difesa del regno ebbe successo, l’esercito di Carlo

insieme all’esercito spagnolo, sconfisse gli imperiali a

Velletri nell’agosto del 1744, ma la partecipazione

napoletana alla guerra (1734 – 1746) rallentò il

mecenatismo del re a favore delle arti.59

56 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 7; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 53; A. FITTIPALDI, Tutela…cit., p. 10.57Cfr. nota n. 9; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 6.58 Ibidem; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 37 a 42; H. ACTON, IBorboni…cit., p. 13.59 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 19.

28

Anche Luigi Vanvitelli testimoniò lo stato della Quadreria,

quando visitò il Palazzo Reale per sistemarvi i Reali

Infanti nel 1753. Scrisse: «Ho veduto quadri della Galleria di Parma

che sono spaventi».60

Insomma ci vorranno ancora degli anni affinché la

Collezione trovi definitiva sistemazione. Esattamente nel

1755 quando dopo vent’anni di lavori a rilento finalmente i

quadri verranno disposti nelle dodici sale del piano

nobiliare della Reggia di Capodimonte e verranno sottoposti

ai primi interventi di restauro.

1.2.2. Cenni sulla Reggia di Capodimonte e la Galleria farnesiana

Facendo un passo indietro negli anni, sappiamo che nel 1738

Carlo di Borbone fece porre la prima pietra per la

costruzione della Reggia di Capodimonte, a nord della

città.61Incaricato dei lavori fu Giovanni Antonio Medrano

60 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 7.61 Ibidem p. 1. A. FITTIPALDI, Tutela…cit., p. 10, 12; P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 19. TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) MariellaUtili, Museo… cit., pp. 9, 10, 50.

29

nel maggio del 173762 a cui venne associato Antonio

Canevari, entrambi architetti di estrazione romana, ma la

collaborazione durò poco a causa degli screzi fra i due

architetti e il campo fu lasciato libero al Medrano che

sottopose al re un progetto definitivo approvato il 7

febbraio del ’38.63 La decisione di costruire una nuova

residenza di Corte coincideva con la passione del re per la

caccia e con l’esigenza di dare una collocazione adeguata

al formidabile patrimonio artistico ereditato dalla madre.

A pochi mesi dall’inizio della fabbrica, sotto la direzione

di Giovanni Antonio Medrano una commissione di esperti già

si occupava di definire la disposizione degli ambienti che

avrebbero ospitato la Galleria. Come vedremo la fabbrica

si mosse molto a rilento.

Alla sistemazione del parco fu chiamato Ferdinando

Sanfelice (1742 - 43), mentre Ferdinando Fuga nel 1765 si

dedicò ai lavori nel Palazzo ancora incompiuto. Durante il

Decennio francese divenne dimora preferita di Gioacchino

62 B. MOLAJOLI, Notizie su Capodimonte, Napoli, 1957, p. 10.63 Ibidem.

30

Murat, e dopo la restaurazione fu utilizzato dai sovrani

solo per brevi soggiorni o come foresteria.

Come abbiamo visto passerà un ventennio dall’inizio del

cantiere perché possa ritenersi ultimato, almeno nella

parte che riguardava le sale d’allestimento della

collezione.

È interessante constatare la presenza tra gli esecutori e i

progettisti di questa prestigiosa opera, di Bernardino

Lolli che da trent’anni era Custode delle Collezioni

Farnesiane a Parma e che fu chiamato già nel 1735 dal re

per mantenere una continuità che non spezzasse il legame

tra il soprintendente e i beni a lui affidati, un altro

esempio, questo, della validità e della modernità delle

idee del re Carlo.64

Tra il 1755 e il 1759 fu costituita la “Galleria farnesiana

di Capodimonte” nella Reggia che Carlo si era ormai

convinto non soddisfacesse le sue esigenze di residenza. Fu

incaricato del suo ordinamento nella nuova sede Padre

64 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 1; A. FITTIPALDI,Tutela...cit., pp. 9, 10.

31

Giovanni Maria della Torre65, il quale successe a Lolli

nella carica di Custode del Museo Farnesiano.66 Ed è

proprio con la creazione di questa Galleria che si impose

per la prima volta il problema urgente del restauro dei

dipinti. Le fonti riguardanti le prime opere di questo

genere sono incerte, è probabile che per primo si occupò

dei restauri il Pittore di Camera Clemente Ruta67, che tra

l’altro fu il primo a realizzare un inventario, perduto,

dei quadri farnesiani e che risultava stipendiato da Carlo

di Borbone per “Sopraintendere e invigilare alla conservazione dei quadri

di S.M.”.68 Nella Reggia fu allestito un vero e proprio65 Fu un naturalista italiano nato a Roma nel 1712 e morto a Napoli il7 marzo 1782, insegnava filosofia e matematica in varie città italianee in particolare a Venezia. Membro di numerose società scientifiche,era autore di un corso di fisica in latino e italiano, pubblicò nel1755 un libro sul Vesuvio, intitolato “Storia e fenomeni del Vesuvio”; U.BALDINI in Dizionario…cit., v. 37, pp. 573 a 576.66 N. DEL PEZZO, Siti reali. Capodimonte, in "Napoli Nobilissima", XI, 1902,pp. 65 a 67; 170 a 173; 188 a 192. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio...cit., p. 7. A. FITTIPALDI, Tutela...cit., p. 13.67 Nacque a Parma nel 1685. Nella sua carriera artistica, collocabiletemporalmente nel primo quarto del XVIII secolo, troviamo la maggiorparte delle opere prodotte nella provincia natia (Parma). Vannoricordate però, anche alcune opere, come gli affreschinell'appartamento di Carolina Bonaparte situate a Portici. Il pittoreparmigiano morì, alla veneranda età di 82 anni, nel 1767 ; DizionarioEnciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, Torino, 1975, v. 10, p. 82.68 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo… cit., p. 11. P. D'ALCONZO, L'anello delre,... cit., p. 20; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili,Museo…cit., p. 12; M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a

32

laboratorio di restauro affidato dapprima a Ruta e poi come

vedremo in seguito ad un’importantissima figura di

restauratore, Federico Anders.69 In seguito vi sarà

Francesco Liani70 che dopo la morte di Ruta, dal 1754 sarà

destinato “ad accomodare e porre in ordine” la Quadreria reale.

Liani come Ruta era un pittore alla corte del re, che

realizzava opere pittoriche ma si occupava anche di compiti

di restauro e nello stesso tempo di vigilanza.

Napoli…,cit., p. 17.69 E. MELE, Un pittore tedesco alla corte di Napoli in "Napoli Nobilissima" VI,1897, p. 34; A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria Nazionale di Napoli(Documenti e ricerche), in Le Gallerie Nazionali Italiane, Roma, 1902, pp. 225, 226,229; A. BORZELLI, Un inventario di quadri nel Quarto del Priore alla Certosa di SanMartino, Napoli, 1913, p. 13; F. DE FILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi aNapoli nel settecento, Napoli, 1943, pp. 23 a 56; F. STRAZZULLO, Cultura ed artea Napoli nella seconda metà del 700 (Documenti) in Lettere di Luigi Vanvitelli della BibliotecaPalatina di Caserta, Galatina, 1977, p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert. Lavita, (a cura di ) M. NOVELLI RADICE, Napoli, 1988, pp. 61 a 117. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.70 Nacque a Fidenza e sono scarse le notizie riguardo la sua vita, lasua attività è documentata a Napoli nella seconda metà del 700, qui ècon sicurezza attestato nel 1755 quando fu pagato 120 ducati per unritratto di “Sua Maestà”, non si conosce però la data del suotrasferimento che molto probabilmente avvenne al seguito del ParmenseClemente Ruta chiamato a Napoli come pittore di corte nel 1741. La suaproduzione è legata principalmente alla ritrattistica di corte, tra leprime opere sono citati ritratti equestri di Carlo di Borbone e diMaria Amalia di Sassonia, ora al Museo di Capodimonte e icontemporanei otto piccoli ritratti dei loro figli oggi conservati nelMuseo Campano di Capua: M. GIANANDREA in Dizionario…cit., V.65, PP.8, 9.

33

Un altro importante protagonista di queste vicende sarà il

pittore di Camera Giuseppe Bonito71, pittore di Corte dopo

il 1750 che aveva anche il compito di sovrintendere ai

lavori di restauro dei dipinti reali.72

Tutte queste testimonianze, che derivano principalmente

dagli Archivi della Segreteria di Casa Reale, che si

71 Nato a Castellammare di Stabia nel 1707e morto a Napoli il 19 maggio1789, è stato un pittore italiano del periodo rococò. Fu uno deimaggiori pittori di genere napoletani, le sue numerosissime tele dicarattere popolaresco ne fanno uno dei migliori rappresentanti delgenere, forse il più importante dell'Italia meridionale delSettecento. Ebbe molto riscontro tanto che alcune tele di altripittori suoi contemporanei e conterranei gli furono per lungo tempoattribuite. Il caso più eclatante fu quello del napoletano GaspareTraversi al quale soltanto nel Novecento, grazie agli studi dellostorico dell'arte Roberto Longhi, fu riconosciuta la paternitàdell'intera sua opera fino a quel momento attribuita a Bonito. Fuallievo di Francesco Solimena, pittore tardo barocco di grandi paled'altare, Bonito imparò dal suo maestro l'uso dei chiaroscuri cheapplicò in maniera personale sia ai grandi quadri di tema religiososia ai piccoli quadri di genere popolare. Bonito rappresentò la suacittà, anche negli aspetti più folcloristici e ovvi, con la presenzadi "scugnizzi" e l'immancabile Pulcinella, ma la sua pittura non fumoraleggiante o dai significati oscuri; quanto un ritratto, alle volteedulcorato altre volte spietato, della sua città e del suo tempo. Trail 1736 e il 1742 Bonito lavorò per i Borboni per la decorazione afresco della Reggia di Portici. Come ritrattista fu molto ricercatodalla nobiltà napoletana, celebre il ritratto di Maria Amalia diSassonia moglie del re di Napoli Carlo VII. Una delle sue ultimeopere: L'Immacolata Concezione del 1789 fu dipinta da Bonito per laCappella Palatina della Reggia di Caserta; A. DE RINALDIS inEnciclopedia…cit., vol. VII, p. 426. 72 A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria…cit., p. 225. F. STRAZZULLO, Culturaed arte a Napoli…cit., pp. 641 a 643. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia delrestauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17.

34

occupava di amministrare i beni allodiali del sovrano, ci

aiutano a determinare quale fu in questo primo periodo il

ruolo del restauratore e se si poteva intendere come una

figura autonoma in ambito professionale.

In realtà da questi dati risulta che il restauratore viveva

in questi anni e in questo contesto in una condizione di

subalternità rispetto al Pittore di Corte che aveva, come

abbiamo visto, sia il ruolo di sorvegliare lo stato della

Quadreria Reale che di sovraintendere ai lavori di restauro

su di essa, oltre ovviamente alla principale mansione di

artista. Egli curava la compilazione dell’inventario e

interveniva anche nel dare consigli riguardo eventuali

opere da acquistare per conto del sovrano. Lo testimonia

anche la scarsità di fonti riguardanti questo primo periodo

che non riescono a delineare una situazione generale e

dettagliato delle figure operanti nel campo, perché i

pittori quando e se erano citati in attività di “accomodo”

delle tele, in realtà, svolgevano principalmente compiti di

direzione perché la parte artigianale e quindi, prettamente

35

meccanica, della sistemazione dei supporti, degli strati

preparatori e simili, era legata ad altri operatori che

perlopiù restano ancora nell’anonimato.73

Sarà solo con l’arrivo a Napoli, nel 1787 del restauratore

tedesco Federico Anders che si rivoluzionerà la visione del

restauro che acquisirà caratteristiche pienamente

moderne.74

1.3 La Reggenza. Continuità di intenti e contraddizioni.

Nel 1759, il re di Napoli era divenuto Carlo III di Spagna

e sui troni dell’Italia meridionale gli succedeva un

bambino di soli otto anni, il terzo figlio maschio

Ferdinando. Il governo del Paese fu, quindi, affidato ad un

Consiglio di Reggenza, in cui ebbero un ruolo di primissimo

piano il precettore del giovane re, Domenico Cattaneo,73 Cfr. M. I. CATALANO, Telaiuoli…cit., pp. 107, 108.74 E. MELE, Un pittore…cit., p. 34. A. FILANGIERI DI CANDIDA, La GalleriaNazionale…cit., pp. 225, 226, 229; A. BORZELLI, Un inventario…cit., p. 13. F. DEFILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 23 a 56. F. STRAZZULLO,Cultura ed arte a Napoli…cit., p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert…cit.,. pp. 61 a117. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.18.

36

principe di San Nicandro, e Bernardo Tanucci. Quest’ ultimo

concentrò su di sé un potere enorme, in quanto era anche

l’esponente di maggior spicco del governo che Carlo aveva

lasciato e il corrispondente privilegiato con Madrid,

filtro della volontà del re di Spagna.75

Al giovane Ferdinando non fu impartita una educazione

valida, con nozioni e impegno confacenti ai successivi

compiti di governo. Ne venne fuori un re dedito pressoché

esclusivamente agli svaghi, anche di tipo plebeo, che,

uniti ai modi rozzi e chiassosi, scandalizzarono molti

contemporanei e contribuirono a classificarlo come il “re

lazzarone”. Anche Carlo non era fornito di grande cultura e

si era troppo dedicato alla caccia, ma ebbe intuito e senso

dello Stato, al punto da assecondare con convinzione le

riforme che i suoi collaboratori gli proponevano.

Ferdinando invece non si interessò affatto

dell’amministrazione del regno di Napoli: non solo – com’è

75 G. CONIGLIO, I Borboni…cit., pp.172 a 177. E. CHIOSI, Il Regno…cit.,p.418.TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a 42. P. D'ALCONZO, L'anello delre,... cit., p. 45.

37

ovvio – durante gli otto anni della Reggenza, ma anche dopo

aver compiuto i sedici anni e aver acquistato i pieni

poteri, divenendo Ferdinando IV, come re di Napoli, e III,

come re di Sicilia. Fu Tanucci ad avere ancora in mano

prevalentemente le sorti del regno, essendo stato nominato

nel 1767 primo ministro, una carica che d’altra parte già

esercitava di fatto.76

La Reggenza operò una politica di continuità con le

precedenti disposizioni di Carlo, anche per quello che

riguarda il settore specifico della promozione,

conservazione e tutela del patrimonio storico - artistico,

Carlo, infatti, anche se lontano «continuò ad essere il perno

intorno a cui ruotò, per circa due decenni, la vita politica delle Sicilie».77

Così, se da un lato la continuità di una politica atta ad

esercitare un principio di tutela del patrimonio culturale

determinò un’ evoluzione della coscienza comune riguardo il

concetto di patrimonio pubblico, dall’altra persistevano

76 Ibidem.77 R. AJELLO, La civiltà napoletana del settecento, Napoli, 1979 – 80, vol. I,p. 19; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 44.

38

ancora le contraddizioni che avevano caratterizzato anche

il periodo carolino. Negli anni di Ferdinando, infatti, non

solo le opere d’arte ritenute di scarso rilievo

continuavano ad essere distrutte, perché considerate

indegne di appartenere alle collezioni reali, ma il mercato

nero delle antichità si era continuato a dilatare in

maniera esponenziale dimostrando che le leggi del 1755 non

erano riuscite nel loro originario intento. Numerosi sono

gli episodi che dimostrano la scarsa efficacia delle

Prammatiche, uno fra tutti le medaglie antiche che Sir

Hamilton, inviato di S. M. Britannica, riuscì a farsi

spedire in patria nonostante gli fosse stato negato il

permesso. Unico tentativo da parte della Reggenza di

risolvere la situazione fu la Prammatica LIX emanata da

Tanucci nel 176678 che non era in realtà nulla d’innovativo

perché ribadiva ciò che già la Prammatica LVII aveva

stabilito, l’intenzione fu, quindi, di riproporre la legge

78 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova … cit., p. 206 a 210.

39

quasi a voler ricordare la sua avvenuta promulgazione, ma

anche questo sforzo non diede alcun risultato.79

1.4 Alla Corte di Ferdinando IV. Federico Anders

Restauratore di Corte.

Durante il regno di Ferdinando IV la Quadreria reale dopo

le prime sistemazione nella Reggia di Capodimonte -

approntate nello stesso anno della partenza di Carlo per la

Spagna- continuò ad ampliarsi con ulteriori arrivi da Roma,

da Palazzo Farnese ma anche nuove acquisizioni, che

perdurarono per tutti gli anni Sessanta del secolo. Queste

acquisizioni andarono a sommarsi ai numerosi ritrovamenti

delle opere di scavo archeologico tanto che cominciò a

prendere forma l’idea di trasferire la Collezione in un

luogo più ampio ed idoneo, nella fattispecie il Palazzo dei

Regi Studi,80 che ospitava in quegli anni l’Università di

79 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 50, 5180 La costruzione dell'edificio fu iniziata nel 1586 come Caserma dicavalleria; questa era situata subito al di fuori della cinta murariadi Napoli (che correva dove oggi si trovano i porticati antistanti la

40

Napoli. Nel 1777 fu, quindi, dato l’incarico all’architetto

Ferdinando Fuga di elaborare un progetto per la

risistemazione del palazzo in questione.81 Intanto la

costruzione della Reggia a Capodimonte continuava a

procedere a rilento; al 1783 risale la testimonianza di

Tommaso Puccini82, che qualche anno dopo sarebbe stato

nominato direttore degli Uffizi, la sua visita alla

Galleria Principe di Napoli). La Cavallerizza era molto più piccoladell'attuale palazzo museale ed il suo ingresso principale si aprivasul lato occidentale, sull'attuale via Santa Teresa. I lavori tuttaviaproseguirono a rilento anche per la mancanza di acqua in zona. Nel1612 il viceré don Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos decise ditrasferire nell'edificio incompiuto l'Università di Napoli, che era aSan Domenico Maggiore. I lavori di ristrutturazione furono affidati aGiulio Cesare Fontana. Benché non fosse ancora completo, l'edificio fuinaugurato nel 1615; ma già l'anno dopo i lavori erano statiinterrotti per la partenza del Fontana da Napoli. Tra il 1670 e il1688, a seguito di cedimenti e soprattutto dei gravi terremoti checolpirono la città, furono chiuse le arcate dei porticati che davanosui cortili per sostenere maggiormente il corpo centrale, e murateanche le finestre dell'aula absidata. Con l'avvento dei Borbone, reCarlo incaricò già nel 1735 Giovanni Antonio Medrano a riparare idanni subiti dal palazzo. Nel 1742 l'architetto Ferdinando Sanfelicecominciava a costruire l'ala orientale del palazzo, ma i lavorivennero interrotti 17 anni dopo per la partenza del re Carlo per iltrono di Spagna; TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 242, 243.81 G. FINATI, Il Regal Museo Borbonico, Napoli, 1819/23, pp. 7 a 13. F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 7, 8. TOURING CLUB ITALIANO,(a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 11.82 Fu Direttore delle Gallerie fiorentine, Sovrintendente alle BelleArti, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. Fu coinvoltoin prima persona durante l'occupazione francese del 1799 nella difesadel patrimonio artistico di Firenze. Grazie a lui la Galleria degliUffizi rimase intatta, senza subire depredazioni;A. DE RINALDIS inEnciclopedia Italiana Treccani, Roma, 1932, vol. VI, p. 112.

41

Galleria Farnesiana a Capodimonte ci lascia traccia, non

solo descrittiva e minuziosa di tutti i dipinti esposti, ma

in particolare della loro condizione pessima e delle

condizioni pessime anch’esse, del museo che li ospitava.83

Probabilmente lo stato del museo poteva essere imputato al

disinteresse del Sovrano che ormai a quella data, come

abbiamo detto, aveva già deciso di spostare le collezioni

nella sede del Palazzo dei Regi Studi. E ne è testimonianza

il dispaccio inviato al Cappellano Maggiore dal Marchese di

Sambuca che dichiara, appunto, le intenzioni e le

disposizioni del Sovrano riguardo questo trasferimento.84

Fu determinante in questa situazione la presenza, alla

corte di Napoli di Jakob Philipp Hackert, pittore prussiano

attivo a Napoli dal 1782.85 Egli giunse nel regno borbonico

per compiere alcuni studi per commissioni per

l’arciduchessa di Russia, era, infatti, un artista già

83 G. FINATI, Il Regal…cit., pp. 7 a 13; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit.,p. 62. 84 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 7, 8. P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 62.85 J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita…cit., pp. 61 a 117; M. I. CATALANO,G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., pp. 17, 18.

42

molto affermato il cui genere era la pittura di paesaggio.

Hackert, già quarantacinquenne, aveva alle sue spalle un

copioso bagaglio di esperienze, che comprendevano

commissioni per il re Adolfo Federico di Svezia, viaggi a

Parigi dove aveva avuto l’amicizia e la protezione del

grande vedutista francese Claude Joseph Vernet, e una lunga

permanenza a Roma dove aveva studiato all’Accademia

francese.

Era già stato sporadicamente nella Capitale borbonica

chiamato da Sir. Hamilton e aveva girato tutta l’Italia

spinto dalle numerose committenze di sovrani e nobili che

amavano circondarsi di paesaggi italiani. Fu il conte

Andreas Rasumovsky, che era ministro russo a Napoli in

quegli stessi anni, a presentare Hackert al re, il conte

«appassionato d’arte faceva ogni mattina una passeggiata dove Philipp

Hackert disegnava»86 e il re incuriosito dall’operato

dell’artista chiese di vederne i lavori, quattro anni dopo

Hackert sarebbe stato nominato Pittore di Corte e avrebbe

86 J.W. GOETHE, Philipp Hackert… cit., p. 61.

43

influenzato in maniera determinante la politica culturali

di Ferdinando IV, soggiornando nel famoso Palazzo

Cellammare, allora, Francavilla.87

Nello stesso anno della nomina di Hackert, il 1786, la

situazione della Quadreria di Capodimonte era ancora

critica, a denunciarne lo stato fu il custode Mattia87 Il palazzo Cellamare sito in Via Chiaia, risale al XVI sec. quandofu fatto costruire per l’abate Giovanni Francesco Carafa a ridossodella murazione vicereale. Benedetto Croce riguardo l’anno diedificazione riferisce che la casa dell’abate sicuramente già esistevanel 1533 perché vi si riunirono gli Eletti della città e Don Pedro diToledo coi “deputati della pecunia” per decidere un modo per trovare ildenaro necessario all’ampliamento edilizio della città che proprio ilCarafa aveva il compito di disegnare. Da questa riunione derivòovviamente la decisione di tassare ulteriormente il popolo e ciòdeterminò la rivolta popolare. Il palazzo fu ampliato e restaurato nel1722 dalla famiglia Giudice, in particolare da Antonio Giudice che poidivenne , principe di Cellamare. Ma la famiglia del Giudice si estinserelativamente presto, Antonio Giudice ebbe due figli, il maschio morìe la femmina andò in sposa a Francesco Caracciolo Principe di Villa.Quindi nel 1733, anno di morte di Antonio Giudice, il palazzo passò aun ramo della famiglia Caracciolo che riuscì tuttavia a ottenere iltitolo di Principi di Cellamare. Per un lungo periodo del XVIII secoloil palazzo non fu abitato dai Caracciolo bensì dai Francavilla che sierano imparentati con i Caracciolo, grazie al matrimonio tra AndreaFrancavilla e Anna Caracciolo del 1717, da cui deriva anche laconsuetudine di chiamare questo palazzo, appunto palazzo Francavilla.Quando nel 1782 la famiglia si estinse senza eredi il palazzo ricaddeal fisco e fu preso in affitto dalla Corte borbonica, fu sede dimemorabili feste e accolse anche una parte della collezione d’artereale. Lo ricordiamo con interesse perché ospitò molti artistiforestieri tra cui Angelika Kauffmann nel 1784 e in particolarePhilipp Hacker con il fratello Georg che vi abitò dal 1786 al 1799; B.CROCE, Il palazzo Cellamare, in “Napoli Nobilissima”, X, 1901, pp. 49 a 53;TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 287, 288; S. SAVARESE, PalazzoCellamare. La stratificazione di una dimora aristocratica (1540-1733), Napoli, 1996, pp.36, 37.

44

Zarrillo che «definiva quei dipinti ormai bisognosi di un vero maestro che

avesse potuto formare anche una scuola di restauro».88 Fu proprio il

pittore prussiano a consigliare al re di far venire a

Napoli il restauratore Federico Anders, e Goethe che era in

stretti rapporti con Hackert e ne revisionò gli appunti

scrivendone la biografia, racconta questo episodio come

l’ennesimo litigio fra il re e il suo Pittore di Corte

Hackert.89

Anders giunse a Napoli nel 178790 e Hackert consigliò al re

di testare la sua tecnica nel laboratorio della Reggia di

Caserta91 su alcuni quadri della Galleria di Capodimonte;

88 F. STRAZZULLO, Cultura ed arte…cit., p. 644; M. I. CATALANO, G. PRISCO,Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., pp. 17, 18.89 J.W. GOETHE, Philipp Hackert…cit., pp. 85.90E.MELE, Un pittore…cit., p. 34; A. FILANGIERI DI CANDIDA, La GalleriaNazionale…cit., pp. 225, 226, 229; A. BORZELLI, Un inventario di quadri nelQuarto del Priore alla Certosa di San Martino, Napoli,1913, p.13; F.DE FILIPPIS,O.MORISANI, Pittori…cit., pp. 23, 56. F.STRAZZULLO, Cultura…cit., p. 644.J.PH.HACKERT, La vita…cit., pp. 226 a 229. M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storiadel restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 18.91 F. DE FILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 21 a 26, 56, 57.La relazione originale firmata da Hackert è distrutta, ne restanoalcuni tratti riportati nel testo citato a p. 56, nota n. 11. Daquesta si evince che « ad Anders verrà concesso di abitare con la moglie e cinque figligrandi a Capodimonte, nelle stanze dell’archivio farnesiano, che viene perciò spostato,aggiungendovi altri due locali ove si trovano macchine fisiche ed orologi, le prime delle qualivengono inviate ai Regi Studi ed i secondi a ornare i corridoi della Reggia di Capodimonte. »;Cfr. B. MOLAJOLI, Il Museo di Capodimonte, Napoli, 1961, pp. 25, 47.

45

nella fattispecie: la “Danae” di Tiziano, la “Pietà” di

Annibale Carracci, una “Sacra Famiglia” di Schedoni, la

“Madonna della gatta” di Giulio Romano e il re vi volle

aggiungere anche la “Deposizione di Cristo” del Ribera della

Certosa di San Martino, sulla quale «un imbrattatele napoletano

aveva ridipinto»,92 riconoscibile in Giovanni d’Episcopo, che

poi nonostante la sua cattiva fama entrerà a lavorare come

aiutante nel laboratorio di restauro diretto da Anders nel

Museo di Capodimonte. 93

Goethe così riferisce riguardo l’esito:

«L’operazione fu portata a termine con la completa soddisfazione del

re e di tutti i veri conoscitori d’arte. Quando i dipinti furono terminati

il re li fece esporre nella sua anticamera di Napoli e si rallegrò del

buon acquisto che aveva fatto con Anders. Questi ricevette uno

stipendio di seicento ducati all’anno come ispettore della galleria di

Capodimonte e seicento ducati all’anno per il restauro finché tutti i

dipinti furono terminati ma alla condizione di tenere due allievi

92 Ibidem. pp. 84, 85.93 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 18.P. D’ALCONZO, Da “imbrattatele” a “uomo di merito nella restaurazione”. Giovannid’Episcopo, restauratore di dipinti del Real Museo di Napoli traantico regime e Decennio francese in P. D’ALCONZO (a cura di), Gli uominie le cose. Figure di restauratori e casi di restauro in Italia tra XVIII e XX sec., Atti del convegnoNazionale di studi. Napoli, 18 – 20 Aprile 2007, Napoli, 2007, pp.119 a 125.

46

napoletani, ai quali il re dette dodici ducati al mese per il loro

mantenimento, e di insegnare loro l’arte.»94

Anders fu, inoltre, investito del ruolo di “Custode della

Quadreria Farnesiana di Capodimonte” un compito, come abbiamo già

visto precedentemente, in stretta connessione con quello

del Pittore di Corte.95 Ed è proprio questo il merito da

attribuire al nostro, quello di aver dato autonomia

professionale al ruolo del restauratore che entrava a Corte

ed era a capo di un laboratorio e che, quindi, entrava a

far parte dei ruoli fondamentali di Casa Reale. Con

Federico Anders si riconoscerà la carica di Restauratore di

Corte e Napoli entrerà all’interno di un vivace clima

culturale che comprenderà anche polemiche e discussioni

riguardo le tecniche del restauro. Come ad esempio la

querelle iniziata dalla “Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton

inviato estraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica” riguardo l’uso

94 J.W. GOETHE, Philipp Hackert…. cit., p. 85.95 E. MELE, Un…cit., p. 34. A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria…cit. pp.225, 226, 229. A. BORZELLI, Un inventario…cit., p.13.. F. DE FILIPPIS, O.MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 23 a 56. F. STRAZZULLO, Cultura ed arte aNapoli…cit., p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert….cit., pp. 61 a 117. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.

47

della vernice scritta da Hackert a William Hamilton, in cui

il Pittore di Corte elogiava il lavoro di Anders e spiegava

le motivazioni dell’uso della vernice per il restauro,

tecnica che a Napoli «o non s’intende, o si trascura[…] ».96

L’effetto della vernice su un colore oleoso era

perfettamente descritto nella “Teorica della pittura” di Antonio

Franchi del 1739. In cui si scrive che la vernice

impregnando una superfice porosa ne modifica le

caratteristiche fisiche e di conseguenza anche il colore,

ridonando ad esso luminosità.97 Ma nel periodo in cui

imperversa questa polemica, è chiaro, che l’uso di questa

vernice non era diffuso tra tutti e anzi, molti pittori

utilizzavano metodi alternativi per preservare le loro

opere, come la chiara d’uovo, i quali venivano denunciati

proprio da Hackert come dannosi.98

96 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton inviatoestraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica ... di Filippo Hackert sull'uso della vernicenella pittura, Perugia, 1788, p. 9.97 A. CONTI, Storia…cit., pp. 150 a 153.98 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton inviato estraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica ... di Filippo Hackert sull'uso della vernice nella pittura, Perugia, 1788, p. 9.

48

La vernice di cui si parlava era quella a base di mastice

ed acqua ragia che fin dalle prime decadi del 700 era

materia di diffuse sperimentazioni. La polemica suscitata

dalla lettera di Hackert è molto interessante anche perché

affonda le proprie radici in un secolo che vede il continuo

tramutarsi della meccanica della pittura in un’ ottica che

non è più di stampo artigianale e praticistico ma accoglie

la scienza e la fisica come basi fondamentali di conoscenza

per comprendere i materiali utilizzati ed è così che il

restauro si libera dai caratteri di semplice manutenzione

abbracciando lo sperimentalismo scientifico.99

A partire da questi anni la ricostruzione dell’operato di

Anders e del suo laboratorio è ricomponibile grazie ai

documenti conservati negli Archivi di Casa Reale,

nell’Archivio Farnesiano e anche del Ministero degli Affari

Esteri.100 Come l’arrivo del Polidoro da Caravaggio

proveniente dalla chiesa dell’Annunziata dei Catalani di

99 A. CONTI, Storia…cit., pp. 150 a 153.100 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p.18.

49

Messina, “La Madonna dello Spasimo”, acquistata da Ferdinando

di Borbone nel 1789 affidata alle cure di Anders e dopo il

restauro collocata nella Quadreria Reale a Capodimonte.101

Oppure l’arrivo a Napoli proveniente da Palermo

dell’“Angelo custode” del Domenichino, acquistato invece nel

1792.102 Proprio quest’ultimo è uno degli esempi più

apprezzabili dell’operato di Anders.

1.5 Restauro dell’”Angelo Custode” del Domenichino.

L’opera è firmata e datata 1615 da Domenico Zampieri detto

il Domenichino103, fu realizzata per la cappella Vanni nella

chiesa di San Francesco a Palermo e presenta lo stemma dei

101 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Ministero degli affari esteri, Fasc.4626. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit.,p. 18.102 ASN, Casa Reale Amministrativa, III Inv. serie MaggiordomiaMaggiore, Fasc. 41: Documenti del 9 agosto e 30 agosto 1798. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.103 Nato a Bologna nel 1581, morto a Napoli nel 1641. Protagonista dellapittura bolognese, fu uno dei promotori del classicismo secentescoeuropeo. Allievo prima di D. Calvaert poi dei Carracci, fu artista deipiù colti, elaborando in un eclettismo raffinato le esperienze formalidei grandi maestri del 16° secolo. Lavorò a Roma per la decorazione diPalazzo Farnese e, dopo un'intensa attività autonoma, a Napoli, doveinfluenzò largamente la produzione locale; I Maestri del Colore, Domenichino,Milano, 1993, n° 153, pp.3,4.

50

committenti- un levriero rampante- sul rilievo dell’altare

a sinistra. Fu donato nel 1792 a Ferdinando di Borbone, e

dopo la Repubblica Napoletana, il quadro fu trasferito a

Roma dai Francesi. 104

Il restauro dell’Angelo custode del Domenichino compiuto da

Federico Anders e presumibilmente terminato prima della sua

morte nel 1800105, è significativo per la sua modernità di

concezione e per la sua durevolezza nel tempo.106 Un

ritrovamento di un documento nell’Archivio di Stato di

Napoli ha consentito il recupero di una testimonianza di

una commissione che negli anni trenta dell’ottocento si

riunì per valutare le condizioni delle opere nella Real

Quadreria di Capodimonte. Il restauro veniva ricordato come

esemplare per la vernice adottata e la qualità

104 Attualmente il quadro si trova nella sala 27 del primo piano delMuseo Nazionale di Capodimonte, TOURING CLUB ITALIANO, ( a cura di)Mariella Utili, Museo…cit., p. 141.105 M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 20,107.106 Questo intervento di restauro è stato preso in considerazione inmodo particolare durante il convegno internazionale di studi tenutosial Museo di Capodimonte dal 16 al 16 ottobre del 1999.

51

dell’integrazione, già allora visualizzata nella sua

diversità materica.107

Le notizie riguardanti la presenza di Anders a Napoli sono

abbastanza numerose e concordanti.108, sono invece più

difficili da reperire notizie riguardo la sua formazione in

Germania e in seguito, riguardo il suo soggiorno a Roma. M.

I. Catalano fa riferimento ad alcune fonti poco conosciute

del Michiel e a una lettera integrale dell’Archivio Segreto

Vaticano. Nato a Dresda109, soggiornò a Roma, prima presso

Mengs e poi con Christoph Unterberger110. Riguardo i

rapporti tra Anders e Mengs Giovan Gherardo De’ Rossi111

narrava ad Hackert durante il periodo della polemica

sull’utilizzo della vernice, che il restauratore stava

lavorando a un quadro del Domenichino, raffigurante

107 Ibidem, pp.107, 114 n.1108 Per le notizie riguardanti l’arrivo a Napoli di Federico Andersrimando a ciò che è stato scritto precedentemente con riferimento allanota. 82.109 Cfr. M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., pp.115, 116 note n. 7, 8.110 Ibidem.111 Nato a Roma nel 1754, morto nel 1827, cultore delle belle arti,viene nominato presidente dell'Accademia di belle arti del Portogalloe direttore dell'Accademia reale di Napoli con sede a Roma.

52

l’Angelo Custode, al quale aveva ridipinto un intero

braccio per riempire una lacuna. Il Mengs vedendo

quest’aggiunta credette che facesse parte del dipinto

originale,così, Anders per dimostrare il contrario lo pulì

via con dello spirito, con molta facilità e il Mengs si

dimostrò, a quel punto, indeciso sul lodare o condannare

una così perfetta imitazione112. Questo episodio mette in

evidenza l’importanza che concetti come falso , imitazione

e copia, molto cari all’estetica neoclassica, stavano

assumendo nell’ottica del restauro.

Federico Anders, nell’”Angelo Custode” dovette integrare

un’area molto vasta della tavola rifacendo buona parte

della zona superiore con cielo e nuvole e un’intera mano

dell’angelo. Ed in questo intervento è già possibile notare

come fosse presente nell’agire del restauratore,

un’intenzione nel voler diversificare il restauro

112 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza…cit., pp. 1 a 23; A. CONTI,Storia…cit., pp. 150, 153; J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita…cit., pp. 61 a117; M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napol…cit., p. 18.

53

dall’opera originale per renderla riconoscibile e evitare

di creare un falso.

Secondo una testimonianza del Bellori113 il dipinto doveva

avere una composizione diversa e prevedere l’immagine

dell’Alto Padre in alto. Anders quando si trovò difronte

alla problematica di dover ricostruire una parte che era

stata evidentemente più volte manomessa nel tempo e

potendosi riferire alla testimonianza del Bellori, con

molta probabilità decise di eseguire una semplificazione,

per non incedere in eccessive invenzioni, dimostrando anche

in questo caso una sensibilità molto moderna rispetto alla

problematica del falso. Una sensibilità, inoltre,

riscontrabile, come abbiamo osservato, nella distinzione

che operò tra integrazione e opera originale, Anders,

infatti, scelse per l’innesto una tela a trama molto più

fitta rispetto a quella usata dal Domenichino e per gli

strati preparatori adottò la presenza di biacca.114

113 P. BELLORI, Le vite de’ pittori scultori et architetti moderni, Roma, 1672, p. 352.114 M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 112.

54

Capitolo II

Tra Rivoluzione e Decennio francese.

Negli anni novanta del 700 ci fu un cambiamento politico

dovuto alla grave crisi interna e internazionale collegata

alla Rivoluzione francese del 1789, che indusse i sovrani e

i ministri napoletani prima ad assicurarsi una

pacificazione con la Chiesa e poi a cercare pieno appoggio

nell’aristocrazia; si allargò il divario tra borghesia e

intellettualità progressiste da un lato e monarchia,

governo e nobiltà dall’altro. Il tutto andò a peggiorare in

seguito alla scelta di una linea di politica repressiva nei

55

confronti dei dissensi interni. Nel frattempo i rapporti

con la Francia si andavano inasprendo (1793).115

Quando si creò la coalizione dell’Inghilterra, della

Russia, dell’Austria e del Portogallo contro la Francia,

Ferdinando IV vi accedette ( 1798). Ma la mossa si rivelò

avventata, a un iniziale successo seguì subito la disfatta

più assoluta e la fuga della corte in Sicilia. Il generale

francese Championnet assalì il Regno, il popolo insorse (15

– 20 gen. 1799) e dopo tre giorni di lotta venne

sopraffatto dai Francesi intorno ai quali si raccolsero i

liberali e i maggiori rappresentati del patriziato e della

cultura napoletana, proclamando la Repubblica Partenopea.

Questa ebbe vita breve ma intensa, non incontrando però mai

il favore popolare essendo i suoi esponenti intellettuali,

molto lontani dalla conoscenza delle necessità reali del

popolo. Essa, inoltre, sebbene non riconosciuta dalla

Francia, fu di fatto sottoposta a una “dittatura di guerra”

115 G. CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp.223 a 250. E. CHIOSI,Il Regno dal 1734 al 1799, in GALASSO, R. ROMEO (a cura di), Storia delMezzogiorno, Roma, Vol. IV, t. II 1986, pp. 455, 456.

56

francese che ne limitò di molto l’autonomia e la costrinse

a sostenere le ingenti spese causate principalmente dalle

richieste dell’esercito francese costantemente in armi sul

suo territorio. La Repubblica fu comunque spazzata via dopo

pochi mesi dall’armata “sanfedista” del cardinale laico

Fabrizio Ruffo, appoggiato dalla flotta inglese e formata

in gran parte dai cosiddetti “lazzari” ( i popolani

napoletani filoborbonici).116

Il patrimonio artistico di Napoli fu profondamente

danneggiato da questi eventi, a causa dell’opera di

spoliazione compiuta dai Francesi che videro nella

proclamazione della Repubblica il pretesto per ottenere le

opere d’arte che ancora mancavano nelle gallerie del

neonato museo del Louvre, che già dal 1792 si andava

allestendo.117 La Quadreria reale farnesiana, dalla quale116G.CONIGLIO, I Borboni…cit., pp.244 a 250; TOURING CLUB ITALIANO, Napoli

e Dintorni, Milano, 1976, pp. 37 a 42. H. ACTON, I Borboni di Napoli ( 1734 –1825 ), Firenze, 1985, pp. 67 a 89. 117 Nel 1794 In Francia l’Assemblea Costituente per porre fine a tuttele distruzioni di vario genere e entità di chiese, castelli e edificicivili avvenute durante la rivoluzione del 1789 e negli annisuccessivi proclamò il principio della conservazione dei monumenti, iquali erano da considerarsi come proprietà di tutti i cittadini, maanche testimonianza storica e artistica con valore didattico. Venne

57

Ferdinando era riuscito a portare via con sé solo

quattordici capolavori, all’epoca era ancora nel Real Museo

di Capodimonte e il generale Championnet poté scegliere tra

collezioni praticamente quasi complete. Il danno sarebbe

potuto essere anche maggiore se la richiesta del

commissario Faypoult di rendere patrimonio della Francia

tutti i beni di Ferdinando IV fosse andata in porto, fu

invece lo stesso Championnet a impedirlo guadagnandosi

anche il favore dei Napoletani118, ma i danni furono

sancito in sostanza il principio di appropriazione popolare di tutti ibeni culturali che perdevano la loro connotazione privata in favoredella fruizione pubblica. I due organi operanti della Convenzionefurono dal 1790 la “Commissione dei Monumenti” e la “Commissionetemporanea delle Arti” che si impegnarono in un’ opera prima diinventariazione e poi di conservazione, operazioni che non furonoaffatto facili da compiere ma che determinarono in periodorivoluzionario un’ effettiva prima azione di tutela che determinò lanascita delle prime collezioni pubbliche e dell’idea di monumentonazionale, in quanto proprio per preservare le opere d’arte si tese araccoglierle in depositi che divennero le prime forme embrionali dimusei pubblici. Al 1791 risale infatti l’apertura del primo museo nel suo genere il“Museo dei Monumenti francesi” nel ex convento dei Petits Augustins,il cui guardiano fu Alexandre Lenoir. In questo museo, in ordinecronologico furono esposti più di un migliaio di monumenti, tombereali , statue e altre opere d’arte restaurate in maniera del tuttoarbitraria, che portarono però alla luce un nuovo interesse per l’artemedievale che non mancò di essere criticato dai contemporanei; A. M.DI STEFANO, Viollet le Duc. Un architetto nuovo per conservare l’antico, Napoli, 2002,pp. 11, 12; Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re..cit., p. 87.118 C. DE NICOLA, Diario Napoletano (dicembre 1798- dicembre 1800), a cura di P.RICCI, Milano, 1963, pp. 58 a 63; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio

58

comunque devastanti. Grazie a una memoria anonima

dell’agosto del 1799 sappiamo che:

«Il numero della Quadreria di Capo di Monte era di 1783, di

questi ne mancano 325. Quelli per la Repubblica Francese non

furono, che 30. Sicché 295 sono stati presi dai Generali e più di

ogni altro dai Commissari.

Due Commissarj Romani diedero più gran Sacco degli altri.

Questi si chiamavano uno Valadier119 Architetto del Papa, e

ch’era figlio di M. Luigi, che era argentiere del Pontefice, l’altro si

chiamava Giacomo Stella.

Tutt’i Quadri grandi, si crede, che sono rimasti in Roma; quelli

che anno potuto andar via in Francia sono i piccioli Quadri, che

potevano o involtare, o mettere nei Bauli. Si crede, che molti si

artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni, Napoli, 1972, p. 10; P. D'ALCONZO,L'anello del re. Tutela del patrimonio storico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999,P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione di unapinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte.Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e post unitarie, Napoli, 1999, pp.12, 13.119 Giuseppe Valadier nacque a Roma, 14 aprile 1762 e morì il 1febbraio 1839 è stato un architetto, orafo e argentiere italiano, unodei più importanti del periodo neoclassico. Figlio dell'orafo LuigiValadier, si dedicò allo studio dell'architettura in precocissima età:vinse a soli tredici anni il primo premio di seconda classed’architettura al concorso Clementino del 1775 bandito dall'Accademiadi San Luca, nelle cui scuole avrebbe più tardi insegnato architetturapratica. Ebbe un'attività molto intensa e prolifica di opere eprogetti. La sua più celebre opera è quella della sistemazioneurbanistica di Piazza del Popolo, per la quale redatto e pubblicato unprogetto fin dal 1794, il cui progetto definitivo, elaborato durantegli anni napoleonici, fu approvato nel 1816 e realizzato entro il1722; N. PEVSNER, J. FLEMING, H. HONOUR, Dizionario di architettura, voceValadier, Giuseppe, Torino, 1981, PP. 58. 59.

59

sono venduti anche in Napoli, perché è troppo grande il numero

che manca di 295. »120

L’autore della testimonianza, il quale fu accompagnato

da Federico Anders nel suo

sopralluogo, ci fa comprendere come le opere solo in minima

parte andarono ad arricchire le gallerie del Louvre perché

per la maggior parte andarono ad alimentare un mercato

privato che si spinse alla vicina Roma ma arrivò anche

all’estero.

Dopo il breve periodo della Repubblica, mentre i reali

erano a Palermo, si instaurò un governo provvisorio con a

capo il Cardinale Ruffo che affidò la politica di

ricognizione e recupero del patrimonio della corona al

Marchese Vivenzio121, così mentre il Pittore di Corte

Hackert lasciava Napoli con il fratello122, fu determinante

120 A. FILANGIERI DI CANDIDA, Vicende della Quadreria di Capodimonte nel 1799 in“Napoli Nobilissima” VII, 1898, p. 95.121 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli e nel Regno nelXIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi, Napoli, Museo di Capodimonte,14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p. 19.122 J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita, (a cura di )M. NOVELLI RADICE,Napoli, 1988, pp. 115, 116, 117.

60

in questo contesto il contributo del Restauratore di Corte

Federico Anders che anche in questo caso dimostrò

l’importanza della propria carica.

2.1 Il ruolo di Anders durante e dopo il 1799.

Prima degli eventi del ’99 Federico Anders si esprimeva in

maniera positiva riguardo lo stato della quadreria: «[…]

essendo molto avanzata la restorazione dei Quadri della Real Galleria

Farnesiana non occorrono più Ajutanti […]».123

Dopo la fuga di Ferdinando e i suddetti avvenimenti Anders

restò a Napoli fino alla sua morte, nel 1800, e il suo

apporto fu molto importante perché, non solo si occupò,

come abbiamo riferito, della ricognizione e del recupero

delle opere ma si impegnò anche a redigere un esatto

catalogo delle opere presenti a Capodimonte visto che

quello precedente era andato perduto e basò molto del suo

123 ASN, Casa Reale Amministrativa, III inv., serie MaggiordomiaMaggiore, fascio 41. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipintia Napoli…,cit., p. 19.

61

lavoro sulla memoria che aveva della Quadreria. Divenne,

quindi, egli stesso memoria storica degli antichi fasti di

un immenso patrimonio artistico e con la sua morte si creò

un vuoto incolmabile nella cerchia dei restauratori a

Napoli.

Il 17 luglio del 1800, Federico Anders morì, dopo tredici

anni al servizio della Corte di Napoli, di lui rimasero a

Capodimonte le opere restaurate e un laboratorio, oltre

all’inventario rinvenuto nell’Archivio di Stato, compilato

dopo i fatti del ’99 e sottoscritto dal figlio Ignazio.124

Egli fu allievo del padre fin dal 1792 e lo aveva quasi del

tutto sostituito negli anni in cui Federico era in età

ormai troppo avanzata per svolgere il suo lavoro, aveva

collaborato tra l’altro anche lui a salvare la Quadreria

nel ’99 e si era occupato di ordinare i quadri.

Ignazio alla morte del padre fu nominato “Custode e

Restauratore della Quadreria di Capodimonte”, in un dispaccio del 19

luglio 1801, era dunque subentrato a tutti gli effetti al124 (in Appendice); ASN, Casa Reale Amministrativa, III inv., serieInventari, fascio 1.

62

padre svolgendo i compiti di Restauratore e Custode in

quegli anni ancora complementari e svolti all’unisono.125

Dopo quasi tre anni di assenza il re fece ritorno a Napoli

da Palermo (1802) .126

Ferdinando IV mostrò subito di essere fortemente

intenzionato a recuperare il suo patrimonio artistico

rubato dai Francesi e anzi di volerlo arricchire

ulteriormente. Per questo motivo incaricò il Cav. Domenico

Venuti di recuperare le opere sottratte e di acquistarne di

altre per accrescere la collezione reale.127

Al 1802, dopo le devastanti requisizioni napoleoniche,

risale il Chirografo di Pio VII128 , redatto a Roma da Carlo

Fea, Commissario alle Antichità, studioso di archeologia e

125 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p.20.126 G.CONIGLIO, I Borboni …cit., p. 252. TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit.,pp. 37 a 42.127 A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Pinacoteca Nazionale di Napoli e il suoriordinamento, in “Napoli Nobilissima”, X, 1901, p. 33. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 18; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili,Museo di Capodimonte, Milano, 2002, p. 12.128 G. CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale di Diritto dei beni culturali, Napoli, 2008,p.4.

63

grande difensore della conservazione e della tutela dei

beni storico – artistici. Il Chirografo Chiaromonti definì

l’obiettivo dell’utilità sociale e formativa del patrimonio

culturale e in linea con queste disposizioni irrigidì il

controllo sul mercato antiquariale introducendo l’obbligo

di compilare un elenco dettagliato dei possedimenti dei

privati, sottoponendo questi ultimi a controlli periodici,

per evitare appunto l’alienazione illegale di oggetti

artistici.129

Nel Regno di Napoli, nel frattempo, gli scavi archeologici

andavano nel 1800 molto a rilento e non si era riusciti a

dare alcuna soluzione al problema dei furti, continuava

inoltre, la consuetudine di fare doni come quello fatto a

Napoleone nel 1803 di numerosi reperti provenienti dagli

scavi ercolanesi tra cui un affresco raffigurante Apollo e

le Muse.130

129M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, la nascitadel servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 30 a 36.130 Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 90, 91.

64

2.2 La tutela a Napoli durante il periodo di dominazione

francese.

Nel 1803 la ripresa della guerra tra Francia e Inghilterra

indusse Napoleone a rioccupare le coste orientali del Regno

di Napoli. Due anni dopo si venne a creare una Terza

coalizione antifrancese tra Austria, Inghilterra e Russia.

Ferdinando non seppe o non volle fermare Maria Carolina,

che stipulava accordi segreti con le potenze della terza

coalizione, mentre il suo ambasciatore, firmava

contemporaneamente a Parigi un trattato di neutralità.

Inevitabile e inarrestabile fu la seconda invasione

francese, per punire il tradimento, a cui fece seguito la

65

seconda ingloriosa fuga del re e della sua corte in

Sicilia, nel gennaio del 1806131, il quale anche questa

volta portò con sé ben settantuno quadri a Palermo che si

aggiunsero ai quattordici già presenti, lo stesso Ignazio

Anders sarà incaricato di scegliere 25 quadri tra i

maggiori insieme al pittore Girgenti, in una collezione

che oramai si divideva tra il R. Museo di Capodimonte e la

Galleria Francavilla che ospitava i quadri recuperati dalle

soppressioni dei monasteri del ’99.132

A Napoli dal 1806 al 1815 si parla di Decennio francese;

ossia quel periodo in cui il Regno di Napoli fu appunto

sotto la dominazione francese.133 Il 15 febbraio del 1806,

infatti, fece il suo ingresso a Napoli il fratello maggiore

dell’imperatore, Giuseppe Bonaparte. Il Decennio non131 P. VILLANI, Il decennio francese, in G. GALASSO, R. ROMEO (a cura di),Storia del Mezzogiorno, Vol. IV, t. II, Roma, 1986, pp. 577 a 579. TOURINGCLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a 42.132 I quadri scelti da Ignazio Anders sono riportati in A. FILANGIERIDI CANDIDA, Vicende…cit., pp. 94, 94; A. FITTIPALDI, Tutela, conservazione elegislazione dei Beni culturali a Napoli nel secolo XVIII, in Musei, tutela e legislazione deibeni culturali a Napoli tra 700 e 800, Quaderni del Dipartimento di DisciplineStoriche, Università degli Studi di Napoli "Federico II", Napoli,1995,pp. 24, 25; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12. P. LEONEDE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 11.133 P. VILLANI, Il decennio…cit., pp. 580 a 584.

66

rappresentò soltanto un periodo di occupazione militare,

come avveniva negli altri paesi conquistati da Napoleone,

significò anche «l’estensione a quei territori delle istituzioni e delle leggi,

che erano il risultato delle esperienze della Rivoluzione e delle successive

rielaborazioni e revisioni napoleoniche. »134

In pochi anni fu edificata una moderna monarchia

amministrativa, attraverso alcuni importanti provvedimenti

di riforma e l’estensione al regno di Napoli del Codice

civile napoleonico.

Per quanto concerne la tutela e la conservazione del

patrimonio storico – artistico fu un periodo tormentato,

dovuto principalmente alle vaste spoliazioni di opere

d’arte da chiese e monasteri della capitale e del regno

dopo l’abolizione della Compagnia del Gesù (3 luglio 1806)

e il conseguente piano di soppressione dei monasteri.135

In questo clima non bisogna necessariamente pensare che vi

fu una carenza in termini di legislazione di tutela e

134 Ibidem, p. 583.135 A. FITTIPALDI, Tutela…cit., pp. 24, 25. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 12. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 93, 94. P. LEONEDE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 11.

67

conservazione, infatti derivanti proprio dalla necessità di

gestire l’ingente patrimonio dei monasteri soppressi

vennero emanati fin dal settembre del 1806 decreti atti

alla salvaguardia dei dipinti appartenenti ad essi, come

quello del 15 settembre del 1806 in cui si disponeva che

tutti i quadri fossero inventariati, i migliori disposti

nella Pinacoteca reale e gli altri conservati fino a nuova

disposizione.136

Anche nel campo degli scavi archeologici per frenare scavi

clandestini e alienazioni abusive si ordinò la sospensione,

con decreto del 7 aprile 1807, e al Cavalier Arditi137 fu

affidato il compito di redigere un regolamento in materia,

136 Bollettino delle leggi del regno di Napoli, testo integrale in App. in P.D'ALCONZO, L'anello del re…cit., p. 151.137Nato a Presicce nel 1746, morto a Napoli nel 1838 era già membrodell’Accademia Ercolanese, con decreto del 18 marzo 1807 vennenominato Direttore Generale del Museo di Napoli e Soprintendente degliScavi d’Antichità. Egli si dedicò allo studio del Diritto eall’attività forense, gli scavi di Ercolano e Pompei suscitarono inlui un interesse per l’archeologia e già nel 1787 entrò a far partecome membro dell’Accademia Ercolanese; F.STRAZZULLO, Tutela delpatrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni. Napoli,1972, p. 12; M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti eistituzioni, la nascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 37, 38; P. CUFINO, Società Reale Borbonica eAccademia di Belle Arti in R. SPADACCINI (a cura di), ARCHIVIO DI STATO DINAPOLI, Civiltà dell'Ottocento a Napoli. Antichità e belle arti. Le istituzioni, Napoli,1996, pp. 32 a 45

68

il quale tra l’altro nel marzo dello stesso anno fu

nominato direttore del Real Museo e degli Scavi di

Antichità.138

In questi stessi anni, precisamente nel 1807 Giuseppe

Napoleone Bonaparte istituì la Società Reale nel quale

erano fuse le due Accademie di Scienze e Belle Lettere e

l’Ercolanese che aveva sede nel Palazzo degli Studi, atta

a incoraggiare lo studio delle antichità del Regno e della

sua storia. 139

Nel 1808 Giuseppe Bonaparte fu nominato re di Spagna, a lui

successe Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte.

Questo avvicendamento segnava una svolta nella conduzione

del regno di Napoli e nei rapporti con la Francia. Il nuovo

re puntava decisamente all’autonomia dell’impero

napoleonico: si appoggiò perciò quasi esclusivamente su

ministri napoletani e contrastò con tutti i mezzi

138 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12. P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a 45.139 Ibidem.

69

diplomatici possibili la politica di Napoleone, che vedeva

nel paese una colonia della Francia.140

Uno dei primi atti di questa nuova amministrazione riguardò

l’antico progetto borbonico riservato al Palazzo dei Regi

Studi. Nel quale con decreto del 26 marzo 1806 si dispose

che venissero collocati i quadri del Museo di Capodimonte e

di Palazzo Francavilla.141 Protagonista di questo

avvenimento sarà Michele Arditi che come abbiamo visto nel

1807 diverrà direttore del Real Museo142, con il quale

tramonterà il modello settecentesco e borbonico di museo

enciclopedico in favore di un museo universale della arti e

del bello, che potesse concentrare al suo interno tutta

l’evoluzione delle arti. Questo nuovo Real Museo sarà il

luogo in cui si andranno a concentrare le opere d’arte già

possedute ma anche in particolar modo quelle acquisite dai

monasteri soppressi; è interessante constatare che il

movente principale di queste acquisizione fosse in realtà

140 TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., p. 33.141 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 11. P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 94. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.142 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12.

70

dichiarato come un modo per sopperire ai quadri che erano

stati portati via da Ferdinando IV a Palermo. Questa

intenzione è testimoniata da una memoria dello stesso

Arditi che scrive:

«Tutti questi Quadri, Eccellenza, ed altri che via via mi darò l’onere

di indicarle, mi sarebbe assai caro, che senza dilazione passassero

al Museo; onde si riparasse in qualche modo la perdita di que’

molti, che la Corte di Palermo, a grave nostro danno, menò con

seco nella Sicilia: potendosi nelle Chiese non ancora soppresse

sostituire ed esporre alla Religion de’ Fedeli ugual numero di pitture

di pennello non nobile, che al Museo per disgrazia non

mancano.»143

È da questi presupposti che nasce il progetto di più

ampio respiro della Galleria di pittori napoletani.

Gioacchino Murat decise di riunire a Napoli i migliori

quadri dell’antica Scuola napoletana, così firmò un

progetto il 18 dicembre 1809 a Parigi per la fondazione di

una Galleria di Pittori Napoletani da stabilire sempre nel

Palazzo degli Studi.144 Questo progetto se da un lato può

143 V. SPINAZZOLA, Note e documenti sulla fondazione, i riordinamenti e gli inventariidella R. Pinacoteca del Museo Nazionale, in “Napoli Nobilissima”, VII, 1898, p.46. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 95.144 F. STRAZZULLO, Un progetto di Murat per una galleria di pittori napoletani in

71

essere analizzato in maniera positiva perché è fondato su

principi come la didattica, ma anche l’interesse al

restauro e alla conservazione delle opere in un luogo

adatto quale il museo, dall’altro è importante anche

sottolineare che l’impatto della vicenda non fu del tutto

positivo; tutte le forze dell’apparato statale, infatti,

furono convertite alla realizzazione di questa galleria e

questo non fece altro che incrementare la spirale delle

spoliazioni in chiese e monasteri di Napoli e Regno. Le

stesse opere ne risentirono, essendo state spostate dal

loro contesto originario e sottratte alla pubblica

fruizione.

La Galleria dei pittori Napoletani non vide mai una propria

definizione, e Gioacchino Murat non poté assistere al

compimento di nessuno dei propositi del decreto del 1809.145

Ciò nonostante, il fallimento della Galleria dei Pittori

non deve far giudicare male ciò che fu fatto nel Decennio

“Napoli Nobilissima”, serie III, vol. II, 1962, pp. 29. F. STRAZZULLO,Tutela del patrimonio ... cit., p. 13. P. CUFINO, Società Reale…cit., pp. 32 a45. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.145 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 97.

72

nel Museo stesso. Infatti, mentre si andavano accumulando

quadri della Scuola napoletana, la Direzione lavorava ad

estendere il piano superiore del Museo costruito già nel

1807 e stabiliva anche altre importanti disposizioni e

migliorie. Fu, inoltre, disposta un’importante campagna di

restauri dal 1807 al 1817 affidata a Giovanni d’Episcopo,

Costanzo Angelini e Antonio Noja; nomi legati alla scuola

di Federico Anders come suoi diretti discepoli.

Fu progettato un catalogo periodico delle opere, stabilito

un regolamento di visita, ci si preoccupò

dell’illuminazione e fu inoltre aperta al pubblico la

quadreria (1812 – 1813).146

146 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.

73

Capitolo III

Il laboratorio di restauro dei dipinti dal 1822 al 1826.

Il ritorno dei Borbone a Napoli fu dovuto non a una

riconquista attiva del trono bensì al riassetto degli

equilibri internazionali, che videro Napoleone sconfitto e

le conseguenti decisioni a cui si giunse tramite il

Congresso di Vienna (1814 - 15), tradotte nel principio di

restaurazione dei sovrani legittimi e del loro potere

assoluto. Nonostante ciò grazie ai consigli della

diplomazia internazionale e la considerazione che troppo

grande era stata l’adesione della borghesia al programma di

Napoleone, e che punirla o allontanarla significava

bloccare il paese, Ferdinando comprese che era meglio

rinunciare a una feroce repressione e a un radicale ritorno

al passato.147 Ferdinando, quindi, sbarcato a Portici il 7

147 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni,Napoli, 1972, pp. 15, 16; TOURING CLUB ITALIANO, Napoli e Dintorni, Milano,1976, pp. 37 a 42.

74

giugno del 1815, trovò la città migliorata, poiché in dieci

anni i Francesi erano riusciti a farne una delle più belle

capitali d’Europa e decise di non abolire di colpo il nuovo

ordinamento amministrativo instaurato dal regime francese.

Tra il 1815 e il 1820 assistiamo perciò a un periodo di

assestamento. Questi anni furono caratterizzati dalla

promozione ,da parte del re, di un grande numero di opere

pubbliche quasi a voler sfidare le realizzazioni francesi,

che lasciarono sbalordito lo stesso figlio del re, Leopoldo

il quale affermò in tono ironicamente spietato: «Oh, caro

padre! Se tu fossi soltanto rimasto lontano per un’altra decina d’anni! ».148

Tra le tante opere una delle maggiori fu sicuramente la

ricostruzione del teatro San Carlo, distrutto in un

incendio il 12 febbraio del 1816, che venne affidata nello

stesso anno all’architetto Antonio Niccolini. Il teatro

realizzato in tempi brevissimi fu ultimato solo un anno

dopo e destò la meraviglia di tutti i suoi visitatori che

148 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 16.

75

ne diffusero testimonianza anche all’estero.149 La data del

decreto per la ricostruzione del San Carlo, ossia il 22

febbraio del 1816 è importante anche per un altro motivo,

poiché il re lo stesso giorno istituì anche il Real Museo

Borbonico.150 In realtà, oltre all’aggiunta della

definizione “borbonico”, si potrebbe pensare che non sia

stato apportato alcun tipo di cambiamento nella sostanza

del Museo, ma un’analisi attenta può intravedere in quella

intenzionale conferma l’interesse del Sovrano, ormai

dichiarato negli anni, di sottolineare l’identificazione

del patrimonio storico- artistico con i suoi possedimenti

personale. E a specificare questo interesse gli articoli

successivi del decreto:

«Art. 1. I monumenti antichi di qualunque natura, che durante

l’occupazione militare si erano riuniti nel nostro Real palazzo di

Napoli, e che sono divenuti di nostra particolare pertinenza,

resteranno depositati nell’edifizio de’ regj studj, che da ora

innanzi porterà il titolo di Real museo Borbonico, e riuniti a’149 Ibidem, pp. 15, 16, 17. TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a42.150 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 17; P. D'ALCONZO, L'anello delre. Tutela del patrimonio storico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999, pp. 123,124. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.

76

monumenti antichi, alla biblioteca, a’ papiri ed al museo

Borgiano, per tenersi esposti all’osservazione degli amatori e de’

dotti.

Art. 2. I cavamenti di Pompei e di ogni altro antico sito […],

saranno continuati secondo i regolamenti che daremo: e tutto

quello che sarà ordinato di togliersi senza detrimento degli

edifizi, sarà trasportato e conservato nel Real museo Borbonico.

Art. 3. Dichiariamo che tutto quello che contiensi attualmente nl

Real museo Borbonico, e tutto quello che di nostro ordine vi sarà

in avvenire depositato, è di nostra libera proprietà allodiale,

indipendente da’ beni della Corona. Riserbiamo a Noi la facoltà

di disporre. »151

Il R. Museo Borbonico in quegli anni conteneva anche

tutte le opere derivanti dalla spoliazione delle chiese, le

collezioni di antichità e mobili che Carolina Murat

fuggendo non era riuscita a portar via, e quindi il

suddetto patrimonio personale del re grazie a questa

attenta precisazione si arricchì esponenzialmente.

Nel frattempo nel 1817 tornarono anche le opere portate a

Palermo nell’ultima fuga e gli scavi di Pompei e Ercolano

furono riaperti con la conseguente dichiarazione che tutto

151 Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie, Napoli, 1816 –24, pp. 154, 155.

77

il materiale proveniente da questi fosse libera proprietà

allodiale di Casa Reale.152

Queste fonti di affluenza di opere d’arte, come vedremo,

caratterizzeranno le successive decisioni in merito

all’assetto organizzativo del Real Museo, influenzando

anche le future opere di restauro.

Nel dicembre del 1816 il re Ferdinando IV era diventato

sovrano del Regno delle Due Sicilie e in quanto primo

monarca del nuovo regno divenne Ferdinando I, il suo

interesse fu mediato da una relativa continuità

amministrativa con il precedente dominio francese e un

interesse a ristabilire la dominanza borbonica.153

Ferdinando istituì la Società Reale Borbonica con il

decreto del 2 aprile 1807.154 Questa ereditava le competenze

della Società Reale francese che a sua volta incorporava

152 P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., pp. 123, 124.153 G.CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp. 86, 87, 88.154 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 21. P. CUFINO, Società RealeBorbonica e Accademia di Belle Arti in R. SPADACCINI (a cura di), ARCHIVIO DISTATO DI NAPOLI, Civiltà dell'Ottocento a Napoli. Antichità e belle arti. Le istituzioni,Napoli, 1996, pp. 32 a 45; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro deidipinti a Napoli e nel Regno nel XIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi,Napoli, Museo di Capodimonte, 14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p 145, 146.

78

l’Accademia di Storia e Antichità. La documentazione

relativa a questa Società è organizzata in una delle serie

che compongono l’Archivio del Ministero della Pubblica

Istruzione, ma è presente anche nel Ministero degli affari

esteri nonché in altri fondi.

Venne così tracciata una continuità con le istituzioni

settecentesche ma vi fu anche il richiamo esplicito agli

organismi sorti nel periodo francese, rispetto ai quali la

impostazione metodologica e l’organizzazione interna della

Società Reale Borbonica appare infatti molto simile.

Come è stato scritto il regno di Ferdinando I vide un

grande afflusso di opere d’arte nel Real Museo Borbonico,

perché in esso confluivano tutte le opere sottratte al

Regno dai Francesi, che comprendevano anche quelle

provenienti dai monasteri soppressi e in più tutti i

reperti che provenivano dagli scavi archeologici, ciò

determinò la necessità di dare una nuova organizzazione al

Museo, così come un migliore allestimento alle opere

stesse.

79

Uno dei protagonisti indiscussi di queste vicende, così

come la R. Società Borbonica fu sicuramente Michele Arditi

che già nel 1807 era stato designato da Giuseppe Bonaparte

come Direttore del Real Museo e degli Scavi e aveva avuto

riconfermata la propria carica anche dopo la Restaurazione

borbonica nel 1817155. Con lui si svolse un’intensa opera di

riorganizzazione delle collezioni, fu abbandonata l’idea

della Galleria dei pittori Napoletani e fu adottata invece

un tipo di organizzazione unitaria per scuole pittoriche.

Inoltre, grazie ad Arditi si cominciò a provvedere alla

compilazione di un inventario, poi detto “Inventario

Arditi”, delle opere presenti nel Real Museo Borbonico

concluso poi alla fine del 1821.156

Ed proprio in vista di questa organizzazione che si rese

ovvia la necessita di avviare un’opera di restauro.

155 M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, lanascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 37,38; M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.145.156 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p145.

80

3.1 Michele Arditi e un Piano per il restauro dei quadri.

Durante i primi decenni dell’ 800 gli addetti al restauro

erano pochi, alcuni dei quali appartenevano alle prime leve

formatesi sotto Anders, tra cui Giovanni D’Episcopo, il

famoso “imbrattatore di tele” e Giacomo Milano, ed altri

nuovi allievi che si erano già distinti nel progetto

murattiano della Galleria napoletana, come Antonio Noja.157

Era consuetudine che fosse il Direttore del Museo a

decidere quali quadri dovessero essere restaurati con

maggiore urgenza, in questo caso Michele Arditi, fatta

eccezione per alcuni casi particolari in cui la decisione

era presa dalla Real Società Borbonica e quindi nel caso

specifico dai professori delle Accademie di Belle Arti. Fu

proprio il contrasto tra il Direttore e questi ultimi che

157 F. STRAZZULLO, Un progetto di Murat per una galleria di pittori napoletani in“Napoli Nobilissima”, serie III, vol. II, 1962, pp. 29 a 39. M.I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 142.

81

caratterizzò i primi anni circa le decisioni sui lavori di

restauro, circoscritto sempre alla Pinacoteca Reale.

All’inizio di marzo del 1818 dal Ministero dell’Interno

arrivò una comunicazione al Direttore del R. Museo, su

parere della Società Reale Borbonica, che riferiva la

decisione di riaprire una campagna di restauro dei quadri

appartenenti alla Galleria Regia.158 La proposta avanzata da

Costanzo Angelini, pittore dell’Accademia, era già vecchia

di cinque anni e investiva un quadro dello Zingaro

proveniente dalla chiesa di San Pietro ad Aram. Questo

quadro che rappresenta una “Madonna con Bambino e Santi” era

attribuito dalle antiche guide napoletane ad Antonio

Solario, ma fu poi restituita ad Antonio Rimpatta, attivo a

Napoli nella prima metà del XVI secolo.159

158 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione diuna pinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e Gallerie Nazionali diCapodimonte. Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e post unitarie, Napoli,1999, pp. 74 a 76; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti aNapoli…cit., p 142.159 La tavola ora è conservata nel Museo di Capodimonte. TOURING CLUBITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo di Capodimonte, Milano, 2002,p. 275. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p142.

82

Questa proposta fu fortemente osteggiata da Arditi il quale

riteneva la tavola meno meritevole di restauro rispetto ad

altri quadri che invece, secondo lui, lo erano, ma

soprattutto vi si oppose perché la decisione mostrava un

evidente scavalcamento della sua carica in favore di

un’istituzione di cui faceva parte, ma alla quale non

riconosceva nessuna competenza specifica in materia. Egli

difese le sue ragioni in un rapporto del 15 marzo160, nel

quale propose altri due dipinti che a suo parere meritavano

un restauro più urgente; La “Madonna della Gatta” di Giulio

Romano e L’“Ulisse” di Guido Reni ossia l’“Ulisse e Nausica”

oggi attribuito a Michele Desubleo, entrambi attualmente

esposti al Museo di Capodimonte.161 Non a caso la scelta di

Arditi ricadde su dipinti che appartenevano alla collezione

Farnese, dipinti che anche dal punto di vista dei nuovi

allestimenti che si operavano nel Museo, erano160 ARCHIVIO STORICO DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI NAPOLI, XXI B5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal Museo Borbonico. M.I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 143.161 TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., pp.58, 130. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit.,p 142.

83

privilegiati, sicuramente per compiacere il Sovrano che

aveva con essi un legame molto stretto, come aveva

dimostrato, portandone in gran numero con sé in varie

occasioni di fuga nel corso del secolo. È certamente molto

interessante osservare come il Direttore del Museo nel

momento in cui riteneva di essere l’unico a poter scegliere

i dipinti da restaurare dimostrasse che il suo intento non

era di tipo tecnico scientifico ma era un intento di tipo

museografico perché i suoi criteri di scelta non erano

basati tanto su un’effettiva conoscenza storica e artistica

derivata da uno studio accademico ma su ciò che negli anni

grazie ai suoi lunghi incarichi aveva imparato.162

Un altro documento rilevante da analizzare e annesso al

rapporto del 15 marzo era un progetto personale di Arditi

per la riorganizzazione delle attività di restauro.

Il «Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal Museo Borbonico »163

del 1818 era suddiviso in dieci articoli, ed è una

162 Ibidem.163 ASSAN, XXI B 5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal MuseoBorbonico; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p143.

84

testimonianza storica essenziale anche perché ricca di nomi

di restauratori e informazioni loro riguardanti, ma

soprattutto necessaria per l’analisi dell’impostazione data

al problema della conservazione e del restauro.

Già dal primo articolo è evidente il ruolo portante che

Arditi stesso in quanto Direttore del Real Museo Borbonico

si attribuisce nell’ambito della scelta delle opere da

restaurare:

«Il Direttore Generale de’ depositi letterarj, antiquarj e di belle Arti

farà la scelta de’ quadri da commettersi al restauro; poiché niuno al

pari di lui può sapere i quadri che ne han bisogno fra quelli, che

serbansi tanto nella Regal Quadreria […] »164

Il terzo articolo invece è fonte di una notizia riguardo

la costruzione di un laboratorio di restauro nel Palazzo

degli Studi, tant’è vero che lo stesso Arditi specificherà

che una delle motivazioni della redazione di questo piano è

proprio la conclusione dell’allestimento di suddetto

laboratorio secondo le direttive disposte da lui stesso;

164 ASSAN, XXI B 5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal MuseoBorbonico.

85

«Il locale pel restauro de’ quadri sarà all’interno dell’Edificio del

Regal Museo, ma fuori della Regal Quadreria, non convenendo alla

decenza della medesima di essere imbarazzata da’ restauratori, e

dagli utensilj loro necessarj, e non potendo i restauratori medesimi

travagliare in mezzo alle continove distrazioni, originate dalle

frequenti visite de’ nazionali e degli Stranieri, i quali dal momento

che si apre lo Stabilimento, sino a che si chiude, vengono ad

osservare i preziosi oggetti quivi serbati. Meno anche conviene, che i

quadri si restaurino fuori dell’edificio stesso; come improvvidamente

da molto tempo di è fatto.»165

Arditi riteneva che tutti i restauratori dovessero

entrare a far parte dell’organico del Museo, ponendoli in

questo modo sotto la sua giurisdizione, questo era

sicuramente un modo per controllarli ma delinea anche una

definizione di restauratore che sembra retrocedere al rango

di mero operaio artigianale o di pittore meno dotato che,

quindi, è più adatto a lavori di restauro piuttosto che di

artista. Una condizione quella riportata che era molto

lontana dall’attribuire al restauratore una carica

professionale autonoma.166

165 Ibidem.166 Ibidem.

86

Arditi nel suo piano riduceva, inoltre, in linea con le

sue più chiare convinzioni, il ruolo degli Accademici a

quello di controllo tecnico delle opere sempre sottoposti

all’invito del Direttore.

Arditi scrive nell’articolo:

«Il Direttore Generale nel corso del restauro de’ quadri inviterà uno

o più Professori dell’Accademia di Belle Arti, o delle Scuole del

disegno, affinché costoro possano comunicare a’ restauratori le loro

osservazioni, e consigliargli ancora nel caso di bisogno, onde il

restauro riesca esatto, ed il servizio del Re ben adempito. »167

Non esiste nessuna testimonianza riguardo l’approvazione

di questo piano, si suppone, che quindi, non sia mai stato

messo in atto, anche perché è del 1818 una nuova

comunicazione in cui si chiederà ad Arditi di scegliere i

dipinti da restaurare principalmente allo scopo di non

lasciare inoperoso Antonio Noja a cui era già stato

approntato un pagamento.168

Arditi scelse, dunque, la “Madonna della Gatta” di Giulio

Romano e “Il Naufragio di Ulisse” di Desubleo affidati ad Antonio167 Ibidem.168 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 144.

87

Noja citato, tra l’altro, anche nel Piano come successore

di D’Episcopo prematuramente scomparso.

3.2 Una nuova Commissione per i restauri nel 1822.

Nel 1822 , mentre si provvede ancora all’allestimento della

Quadreria nel Museo dei Regi Studi, il Ministro Cardinal

Ruffo, Vicario generale di Ferdinando I affidò

all’architetto Antonio Niccolini, l’incarico di redigere la

riforma dell’ordinamento didattico e amministrativo della

Scuola delle Arti e del Disegno. Con una riforma fu mutato

il nome in Reale Istituto di Belle Arti e venne

ripristinata la carica di direttore, affidata allo stesso

Niccolini. L’istituto continuava ad essere sotto il

controllo della Società Reale Borbonica e fu diviso in

dieci studi.169 Ed è proprio il ruolo degli accademici che,

in questi anni, fu di fondamentale importanza in quanto

169 P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a 45.

88

divenne voce portante delle decisioni in merito alla scelta

dei quadri da restaurare, dimostrando un evidente

scavalcamento dell’autorità di Arditi. Questo accadde

perché, in seguito a una prima revisione dei quadri fatta

da Arditi, egli prenderà una decisione autonoma, quindi,

senza il previo consulto del re e verrà per questo

duramente ripreso. La nuova commissione istituita il 14

maggio dello stesso anno era interamente composta da

Pittori dell’Accademia di Belle Arti.170

La commissione durante i primi due anni non fu molto attiva

tranne che per alcune fonti riguardo indicazioni di metodo

di restauro; ne è un esempio la direttiva ministeriale con

la quale si deliberava che «le giunte di diverso pennello» fossero

rimosse solo se «insignificanti», dimostrando un tipo di

rispetto per le forme di documentazione storica dei

dipinti, la cui modernità teorica è quasi associabile al

pensiero contemporaneo.

170 P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., pp. 123, 124. M.I. CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 145, 146.

89

A causa del continuo aumento del numero di quadri da

restaurare si sentì la necessità di aprire il campo ad

altri operatori del settore e il 21 agosto del 1822 il

Giornale del Regno delle Due Sicilie pubblicò il bando di

concorso pubblico per restauratori del Real Museo

borbonico171. Non essendoci documenti relativi allo

svolgimento del concorso, bisogna affidarsi a un documento

del gennaio del 1824 nel quale il ministro di Casa Reale,

marchese Ruffo, scrive a Michele Arditi, in riferimento al

concorso del 1822 per restauratori di quadri, ribadendo che

«senza limitarsi la scelta ad un solo Restauratore siano adoperati or l’uno or

l’altro[…] »172 e che vengano usati a seconda della loro

specifiche peculiarità. Da questo documento si evince che

il concorso ebbe luogo e che vi parteciparono restauratori

i cui nomi diventeranno comuni negli anni successivi;

171Direttiva di un’ innovazione e di una modernità tale da non trovarealcun corrispettivo in nessun’altro paese d’Europa soprattutto se siconsidera poi che ancora in questi anni, il patrimonio storico -artistico è da intendersi come proprietà privata del re; F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 21. P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a45. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 145,146.172 ASSAN, XXI B 7, FASC 15 ( In Appendice in ) M.I. CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 161.

90

Vincenzo Saja, Giuseppe Amodio, Giuseppe Mazzia, Raffaele

Provisiero e Ferdinando Castiglia.

Un anno dopo in un ulteriore documento che riporta il

diverso rendimento dei restauratori attivi nel R. Museo

borbonico, ritroveremo gli stessi nomi già citati l’anno

precedente e, inoltre, verrà redatto un «Prospetto generale de’

Quadri del Museo Reale Borbonico restaurati dall’anno 1825 innanzi »173 in

cui le notizie giungono fino al 10 agosto del 1827.

Frattanto si provvedeva, sotto la direzione dell’architetto

Pietro Bianchi, alla costruzione dell’ala orientale

dell’edificio dei Regi Studi; gli ambienti sarebbero stati

destinati al nuovo allestimento della Quadreria e furono

terminati nel 1823.174 Nel momento in cui fu terminata si

cominciò a pensare al suo allestimento per il quale si

proponeva di chiamare da Roma Vincenzo Camuccini, pittore

neoclassico impegnato per la Corte pontificia tra la fine

173ASSAN, XXI B 5, fasc. 4 In Appendice in M.I. CATALANO, G. PRISCO,Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 162.174V. SPINAZZOLA, Note e documenti sulla fondazione, i riordinamenti e gli inventarii dellaR. Pinacoteca del Museo Nazionale, in “Napoli Nobilissima”, VII, 1898, pp. 61,62. P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., p. 123.

91

del 700 e l’inizio dell’ 800, ma la venuta di Camuccini

che, tra l’altro, segna una vasta campagna di restauri a

Napoli, si protrarrà fino al 1826 quando fu nominata una

nuova Commissione incaricata dei restauri. A partire da

questa data i dettagli verbali delle sedute permettono di

ricostruire due anni di intensa attività della Commissione,

al termine dei quali fu sciolta perché si riteneva avesse

compiuto a pieno il proprio incarico.175

175 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.155.

92

Appendice

93

Inventario de Quadri Farnesiani Esistenti nel Real Palazzo di Capodimonte Fatto

da Ignazio Anders Custode maggiore di questa Real Galleria Che umilia a Sua

Eccellenza Il Signor Marchese di Pescara e Vasto Maggiordomo Maggiore di S.

M. D. G.

Discrizione de Quadri

Stanza Prima

1. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci:

combattimento di Mario Spolverino

2. Quadro alto pal: dieci, largo pal: quattro:

combattimento del Cavalier Drago

3. Quadro simile al n° due

4. Quadro largo pal: cinque, alto pal: quattro:

Battaglia di Donherhein De Villeers

5. Altro simile al due: Battaglia di Odenaid

6. Quadro largo pal: cinque, alto pal: quattro:

Battaglia di Sangiavia Incognito

7. Battaglia di Luzzaria di grandezza simile al n° sei

8. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e tre

quarti: Trionfo di un Principe del Cavalier Drago

94

9. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e tre

quarti: Incontro di Alessandro Farnese col suo

Generale del Cavalier Drago

10. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci e mezzo:

Accampamento sulle sponde di un fiume Ignazio Spolverino

11. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto: frutta e

fiori Incognito

12. Quadro largo pal: cinque ed un quarto alto pal:

tre: Battaglia

13. Simile

14. Simile

15. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto e mezzo:

Campagna Incognito

16. Simile

17.

18. Simili al n°: dodici

19.

20. Simile al n°: undici

21. Quadro largo pal: dieci e tre quarti, alto pal:

sette e tre quarti: Campagna

22.Quadro largo pal: tre ed un quarto, alto pal: due ed

un quarto: Un cane con caccia Giacomo Nani

23. Quadro largo pal: sette, alto pal: quattro e

mezzo : Campagna Incognito

24. Simile a (sopra)

95

25. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

Campagna di Giacomo Nani

26. Simile a (sopra)

27. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: verdume

e frutti

28. Simile a (sopra)

Stanza Seconda

29. Quadro alto pal: due, largo pal: quattro: riposo

di Soldati Incognito

30. Quadro alto pal: qattro e mezzo, largo pal: sei e

mezzo: Paesi Incognito

31. Quadro alto once: sette e mezzo, largo pal: uno

ed once quattro, sopra rame: veduta di Puzzuoli di

Gianventoure

32. Simile a (sopra)

33. Simile

34. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal: due

ed once tre: la veduta del molo di Gianventoure

35. Quadro alto pal: once sette, largo pal: dieci

once due: Paesi con veduta di mare con varie barche e

figura Scuola Napolitana

36. Simile

37. Quadro alto pal: uno, largo pal: due: la Figlia

di Faraone che riceve Moije

96

38. Quadro in rame alo pal: uno ed once quattro,

largo pal: due: Campagnia con veduta di Paesi

39. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno: frutti e

fiori Scuola di Brughel

40. Simile al n° trentotto

41. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal: due:

Trionfo di Bacco di Giovanni Sanserila

42. Simile an n° trentaquattro

43. Simile al n° trentuno

44. Simile

45. Simile

46. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque e mezzo: Paese Incognito

47. Quadro alto once nove, largo pal: due ed once

otto: veduta di Paesi con fiume e figurine Scuola

Napolitana

48. Simile a (sopra)

49. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal. Uno

ed un quarto: stampa colorita Incognito

50. Quadro in rame: veduta di mare al lume di luna:

simile al n° trentuno

51. Quadro in rame veduta d’una città a Mare: simile

al n° trentuno

52. Quadro in rame simile al trentuno

53. Simile

97

54. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque e mezzo : Paese Incognito

55. Simile al n° quarantasette

56. Simile

57. Otto piccioli tondi rappresentanti caccia Giovanni

Nani

58. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:

ventisei ed once tre: Un Duca di Parma in Funzione a

cavallo sotto un Baldacchino con numerosi

accompagnatori Mario Spolverino

59. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro: una

figura con fiori di Gaspero

60. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

frutti e fiori dello Spadino

61. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque

ed un sesto: Battaglia Scuola di Borgognone

62. Simile

63. Simile

64. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

frutti e fiori dello Spadino

65. Simile al n° cinquantanove

66. Simile al n° ventinove

67. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei

e mezzo : Paese Incognito

98

68. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sei e mezzo:

Paesi con veduta di Città in lontananza con Pastori

ed armenti Scuola Brunghel

69.Quadro alto pal: cinque e mezzol largo pal: cinque e

mezzo Atalonne trafitto da Gioabbo Mario Spolverino

70. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque e mezzo Paese Incognito

71. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei: fiori e

frutti

72. Quadro alto pal: nove, largo pal: undici e mezzo:

Battaglia Scuola Fiamenga

73. Simile al n° settantuno

74. Simile al n° settanta

75. Quadro alto pal: due, largo pal: tre e mezzo:

orato: rappresentante un Generale che da il Comando

ad una flotta di mare Cavalier Drago

76. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

varia caccia e Stigli di cucina Giovanni Nani

77. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: caccia

con volpe di Battista De Caro

78. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque

ed un sesto: Battaglia Scuola di Borgognone

79. Simile

80. Simile

99

81. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre : Caccia

di Battista De Caro

82. Simile al n° settantasei

83. Simile al n° settantacinque

Stanza Terza

84. Al 95 = Gli dodici Cesari in mezze figure: copie

fatte presso Tiziano da Michelino Ranieri

96. Al 101 = sei quadri rappresentanti figure

simboliche cioè, la Fecondità, la Religione, la

Fedeltà, la Bellezza, la Nobiltà e la Maestà, larghe

pal: due ed once sette, alti pal: quattro ed once

quattro di Settimo Riccio

102. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: quattro:

molte figure che fanno omaggio ad un Principe Cavalier

Drago

103. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo Piesi Incognito

104. Quadro alto pal: undici, largo pal: ventidue ed

once nove: Il campo distrutto dall’Angelo in una

notte Mario Spolverino

105. Quadro Ritratto di Famiglia Reale Incognito

106. Quadro il ritratto di Luigi Decimo quarto Re di

Francia Appresso Giacinto Rigo

107. Simile al n° cento e cinque

100

108. Quadro alto pal: due ed once undici, largo pal:

due ed once una: Ritratto del Papa Lambertino Incognito

109. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once dieci: S. Carlo Boromeo Incognito

110. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

due e mezzo: Ritratto di un Uomo con corazza Scuola del

Mazzola

111. Quadro rappresentante un Comandante che ordina

alli suoi Soldati di passare il fiume del Cavalier Drago

112. Quadro: Un ritratto di un Giovinetto vestito

turchino e cappello con piuma sotto il braccio

Incognito

113. Quadro alto pal: tre, largo pal: cinque

rappresentante robba da mangiare di Giovanni Nani

114. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:

cinque ed once nove: Mare con veduta di monti e

casamenti vari Bastimenti che fanno un imbarco di

Truppe Scuola di Borgognone

115. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque :

veduta di un Ponte con sopra combattimento Autore

Mediocre

116. Quadro Ritratto di una Principessa Incognito

117. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre

e once otto: Un Pontefice a sedere appoggiato colla

101

sinistra su d’un tavolino, che riguarda una tavola di

Disegno Settimo Ricci

118. Simile a (sopra)

119. Quadro alto pal: due ed un quarto, largo pal: tre

e tre quarti: battaglia Scuola del Borgognone

120. Ritratto di una Principessa Reale Incognito

121. Ritratto di un Principe Reale con [Saz..] fatto a

pastelli del Cavalieri [Merz]

122. Ritratto di Principessa con [l’astra] fatto a

pastelli

123. Quadro ovato: rappresentante un accampamento del

Cavalier Drago

124. Simile al n° centodiecinnove Incognito

125. Ritratto di un Principe Reale Incognito

126. Ritratto di Carlo Terzo Borbone nella sua

infanzia

127. Ritratto di Principessa Reale

128. Ritratto di un Principe Reale

129. Quadro alto pal: due ed once cinque, lago pal:

due ed once undici: Ritratto Augusto terzo Elettore

di Sassonia, Re di Polonia di N. Silvestro

130. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: due

ed once una, Ritratto con cristalli avanti d’una

piccola Principessa Nicola Silvestro

102

131. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal:

ventitrè e mezzo: Battaglia di Gesuè che fermò il sol

Mario Spolverino

132. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once

una: ritratto di Filippo quinto Re di Spagna

133. Quadro alto pal: due ed un quarto, largo pal:

due : ritratto della Regina di Polonia Incognito

134. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

due: Ritratto d’una Principessina a sedere, colla

destra mano, in un vaso di Fiori, e la sinistra nel

petto

135. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once dieci: Ritratto di Elisabetta Farnese, Regina di

Spagna Incognito

136. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once

una: Ritratto di Luigi Decimo quarto, Re di Francia

Appresso Giacinto Rigo

137. Ritratto d’una Principessa, simile di misura

Incognito

138. Quadro simile di misura: viaggio di varie Carozze

con accampamento di varie figure a mezzo de monti

Mario Spolverino

139. Quadro alto pal: quattro, largo pal: uno ed once

dieci, un vaso con fiori Scuola Napolitana

103

140. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo

Nominato Signore Gesù Cristo che inginocchiatosi

riceve la benedizione dalla Santissima Vergine ed

altre figure Incognito

141. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:

quattro : Madonna con Bambino in braccia

142. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e

once nove: vaso di fiori e pappagallo Scuola Napolitana

143. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed

once nove: vari soldati ed il tempo con falce in

mano, Puttino che tiene parte d’una sfera Celeste con

tre segni descritti, in Aria la fame che suona la

Tronmba, nella sinistra tiene una pianta di

fortificazione con veduta di Citta in lontano Mario

Spolverino

144. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed

once nove: un Re che addita una Bandiera con

l’impresa del Lione tenuta da un Guerriero

inginocchiato e vari Signori in intorno

145. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:

sei ed once tre: Veduta di Paesi con campagna Incognito

146. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed

once nove simile al n° centoquaratanove

147. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:

quattro ed once tre: Ritratto di un uomo con

104

capigliera e baffi neri con un cane fianco Replica di

Francesco Den[y]

Stanza Quarta

148. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre:

Ritratto di donna vestita di nero, con ricami di

fioretti d’oro, e collane al collo di Perle, colla

mano destra tiene un paio di guanti colla sinistra

appoggia sopra un tavolino tappeto verde di Mirr[y]

149. Quadro alto pal: due e tre quarti, largo pal:

due e un quarto in ovato: Ritratto di Filippo quinto

Re di Spagna di Francesco Solimena

150. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:

tre: Ritratto dell’Infante Carlo di Borbone da

fangiullo Incognito

151. Quadro alto once undici, largo pal: uno: fiori e

frutti

152. Simile

153. Quatro alto pal: undici e mezzo, largo pal: otto:

Duca Antonio farnese a Cavallo, ultimo della Casa

Farnese, Zio della Regina di Spagna Elisabetta

Farnese Molinaretti Genovese

154. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: due

ed once cinque, Ritratto di una Principessa Reale

della Casa di Sassonia, fatto a pastelli Mario Silvestro

105

155. Simile Ritratto di una Principessa

156. Altro simile : Ritratto di una Principessa con

ventaglio in mano

157. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due e

tre quarti: veduta di mare Scuola di Vernè

158. Quadro alto pal: undici, largo pal: sei: Re

Alessandro e Regina Estera Scuola di G. Crespi

159. Quadro alto pal: dieci ed once nove, largo pal:

diecinnove ed once nove: Il Giudizio di Salomone di G.

Crespi

160. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo

pal: sei e mezzo :Ingresso di Carlo Borbone Re di

Napoli, che sta nella Chiesa di S. Pietro di P. Pannini

161. Ovato alto pal: due ed once tre, largo pal: uno

ed once undici: Festa di S. Rocco del Moriglio

162. Quadro alto pal: due, largo pal: cinque: frutti e

fiori Scuola Napolitana

163. Quadro simile di misura al n° cento sessanta

parte interna del Caffeus del Palazzo [Pont] in

monte, Cavallo, dove Carlo Borbone si porta a

visitare il Papa Lambertini di P. Panini

164. Simile al n° centocinquantaquattro

165. Simile al n° centocinquantacinque

a Pastello

166. Simile al (sopra)

106

167. Simile al n° centocinquantasette: Burrasca di

mare

168. Quadro alto pal: sei e tre quarti, largo pal:

cinque: Copia del Ritratto del Re Nominato Sigla

appresso l’originale di Mery

169. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:

Ritratto della Regina di Sardegna

170. Altro simile di misura: Ritratto del Re di

Sardegna

171. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:

tre: Ritratto di una Principessa, con testa di morte

in mano Francesco Deny

172. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:

tre: Ritratto del Duca Ranucci Farnese circonscritto

in ovato con colvatta bianca di pizzi fittuccia

Forchina riccamente vestito di Mombelli

173. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: due

e mezzo: Ritratto di Giovine Duca di Savoja

174. Quadro alto pal: dodici e mezzo, largo pal: nove:

Evangelista che scrive e indietro re altre teste con

Paese di Lanfranco

175. Sopraporta alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

dieci ed once nove: Battaglia Incognito

176. Quadro alto pal: due ed once sette e mezza, largo

pal: uno ed once nove e mezza: S. Benedetto

107

accompagnato con altri Religiosi della Scuola Bolognese

177. Quadro alto once: undici, largo pal: uno: frutti

e fiori Incognito

178.

179. Simili Incognito

180. Quadro alto pal: quattro e mezzo , largo pal: sei

ed once nove, La Vergine col Bambino in Gloria Scuola

di Parma

181. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette ed once

nove: Campagna con veduta di monti e case Scuola di

Gaspare Catina

182. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: quattro:

Ritratto di Principessa che osserva un mezzo busto di

Carlo Quinto Scuola di Parma

183. Quadro alto pal: sei , largo pal: quattro ed once

tre: Ritratto all’impiedi di una Giovinetta vestita

di rosso con pizzi bianchi Incognito

184. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei:

Ritratto all’Impiedi di Elisabetta Farnese Regina di

Spagna

185. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:

tre e mezzo: Ritratto di una Fanciulla Principessa di

Baviera a sedere sopra un cuscino, che scherza con un

cagnolino

186. Frutti Simili al n° cento sessantadue

108

187. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo pal: sei

ed once sette: Ritratto all’impiedi di Filippo quindi

Re di Spagna

188. Quadro alto pal: cinque ed once sette, largo pal:

quattro ed once due: Giuditta con la testa di

Oloferne, nella sinistra una vecchia accanto Scuola di

Caravaggio

189. Quadro alto pal: tre, largo pal: due meno un

quarto, testa con fiori Incognito

190.

191. Frutti e fiori simili al n°

centocinquantuno

192.

193. Sopraporta simila al n° centosettantacinque

Stanza Quinta

194. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

attacco di una battaglia avanti di una Città Mario

Spolverino

195. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo

pal: due ed once nove: una cavalcata di Cardinali,

veduta di Città in lontano ed in aria un mercurio

196. Quadro alto pal: cinque ed once nove, alto pal:

sette ed once sette: Pastore che dorme ed armenti di

Rosa de Tivoli

109

197. Quadro alto pal: nove, largo pal: venticinque :

assedio di Vienna, veduta di grande accampamento che

battono la Città Incognito

198. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: quindici

e mezzo: il Ratto delle Sabine

199. Ovato Simile al n° centonovantaquattro: esterno

di un Palazzo con varie figure M. Spolverino

200. Simile al n° centonovantasei: pastore con Armenti

in una Campagna di Rosa di Tivoli

201. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:

ventisei la Principessa Elisabetta che va a nozze di

Filippo quinto Re di Spagna con accampamento di

Grandissimo popolo Spolverino

202. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:

quattro e mezzo: una Battaglia con veduta di

Montagna

203. Quadro alto pal: sei ed once due, largo pal:

quindici: la Vergine col Bambino in seno, S. Giuseppe

alla sinistra, S. Carlo inginocchiato e Clerico con

croce Scuola Lombarda

204. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro e tre

quarti: Una Battaglia Spolverino

205. Quadro alto pal: due, largo pal: tre ed once

quattro: Battaglia Borgognona

110

206. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:

tre ed once cinque: Un Guerriero con scettro in mano

li viene rappresentato con un cimero posto in un

bacile Spolverino

207. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: tre ed

once dieci: Battaglia Scuola di Borgononi

208. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal: sei

ed once quattro: la Regina di Spagna che riceve al

baciamano i Grandi del Regno Mario Spolverino

209. Quadro alto pal: due, largo pal: sei: frutti e

fiori di Gaetano Cusato

210. Quadro alto pal: nove, largo pal: ventuno e once

tre, la disfatta de Turchi colla liberazione

dell’Assedio di Vienna Incognito

211. Quadro alto pal: sette e nezzo, largo oak:

sedici: Battaglia Navale alla riva di Alessandro

Farnese col seguito de Cavalieri del Cavaliere Drago

212. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: tre

e once undici: figura studio del nudo: Rappresentante

un fiume di Caracci

213. Ovato alto pal: quattro e tre quarti, largo pal:

due ed once undici e mezza: un Cardinale a sedere ed

un architetto che li mostra una pianta di fortezza

Mario Spolverino

111

214. Quadro simile al numero ducento ed oto: La Regina

di Spagna che riceve al baciamano le Dame di Corte

215. Quadro simile al numero, duecento e nove: fiori e

frutti con un Pappagallo

216. Sopraporta alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

dieci e mezzo: una Battaglia Incognito

217. Quadro alto pal: dodici, largo pal: otto ed once

tre: Battaglia dell Amalachiti, con Mosè sopra il

monte sostenuto sotto le braccia di fiorri e frutti

Spolverino

218. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: sette ed

once sette: Armata Navale Cavalier Drago

219. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo

pal: cinque e mezzo, Alesandro Magno che vede

prendere una fortezza, sopra un monte dai suoi

soldati Bresciano

220. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:

cinque e mezzo: attacco di una fortezza con Truppa

Campale Cavalier Drago

221. Sopraporta simile al n° duecento e sedici

Stanza Sesta

222. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto ed once

quattro: Due Soldati in figura principale del Cavaliere

Drago

112

223. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto ed once

due: Cristo in mezzo agli Ebrei di Lanfranco

224. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo

pal: otto e mezzo: Giuditta Artemisia Gentileschi

225. Quadro alto pal: Cinque ed once dieci, largo pal:

otto ed once cinque: Cristo con gli Ebrei che li

mostrano la moneta Scuola di Michelangelo da Caravaggio

226. Sopraporta alto pal: cinque, largo pal: sette:

caccia di volatili e quadrupedi Battista de Caro

227. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo

pal: sei e mezzo: Miracolo del martirio di S.

Caterina Cesare Nebbia

228. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei ed

once sette: Un paese con due Eremiti Incognito

229. Quadro alto pal: otto e once quattro, largo pal:

dieci e once nove: Battaglia delle amazzoni sopra di

un Ponte con veduta di fiume sotto e figure in

lontano Scuola di Pietro da Cortona

230. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici:

Borasca di mare con vari bastimenti e veduta di Paesi

da lontano del Tempestino di Genova

231. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei e mezzo:

ingresso della Regina Elisabetta Farnese in una

Chiesa Mario Spolverino

113

232. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once

dieci: S. Maria Maddalena di Leonello Spada

233. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due

e mezzo: un Gesuita col crocifisso in mano che mette

in fuga vari soldati con veduta di campagna Rosa da

Tivoli

234. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:

tre ed once tre: accampamento di truppa Mario Spolverino

235. Quadro in tavola alto pal: dodici, largo pal:

otto: la Madonna dello Spasimo di Polidoro da Caravaggio

236. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:

due ed once dieci: S. Pietro Penitente Leonello Spada

237. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo: truppa di Cavalleria Mario Spolverino

238. Quadro alto pal: quattro e tre quarti, largo pal:

quattro ed once una: Una figura simbolica con le Ali

e due Trombe che tiene nelle mani sotto uno scettro

di morte Cavalier Drago

239. Quadro alto largo ed Autore simile al n°

duecentotrentuno

240. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: dieci

ed once dieci: veduta di Babilonia, Semiramide a

cavallo che con spada sguainata va a sedare un

tumulto popolare Scuola di Pietro da Cortona

114

241. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci ed once

deci: Burasca di mare con vari Bastimenti Tempestino di

Genova

242. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: tre

ed once tre: Mercurio e la Ninfa Aglauso Bertoja

243. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei

e tre quarti [J]aulle che viene trattenuto e Davide

con l’arpa del Nebbia

244. Simile al n° duecentoventiotto

245. Sopraporta alto pal cinque, largo pal: sette:

camia morita e cani che si riposano di Battista de Caro

246. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo pal:

due ed once dieci: Saturo che tiene attaccata una

Ninfa sopra un cavallo bianco ed una figura che esce

dalla Terra

Stanza Settima

247. Quadro alto pal: cinque, largo pal:

quattro: Ritratto del Duca Ranucci con una mano

poggiata sopra alla testa di un cane barbone di Denise

248. Quadro alto pal: uno ed once dieci,

largo pal: tre ed once dieci: Il ratto di proserpina

con la Ninfa aveti[za] Bertoja

249. Quadro alto pal: due ed once nove,

largo pal: sette: Mosè che unisce il mar rosso con la

115

distruzione dell’Esercito di Faraone Scuola Bresciana

250. Quadro alto pal: tredici ed once tre,

largo pal: otto ed once tre: Bottega di S. Giuseppe

opera classica di Bartolomeo Schidone

251. Quadro alto pal: tre ed once quattro,

largo pal: due e mezzo: L’Angelo Custode che conduce

le Anime ed il demonio da un lato che prende le altre

Scuola Moderna

252. Quadro simile di misura, al n° duecento

quaranta nove: Mosè che fa scatorire l’acqua dal

monte Scuola Bresciana

253. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre

e mezzo: Madonna, Bambino e S. Giuseppe che legge un

libro Scuola di Caracci

254. Quadro alto pal: uno ed once nove,

largo pal: tre ed once nove; Un Ratto del Bertoja

255. Quadro alto pal: cinque, largo pal:

quattro: Ritratto di una Giovine Signora di Casa

Farnese, nelle mani tiene un orologio vestita

[f]orchino Francesco Deny

256. Quadro alto pal: quattro ed once

undici, largo pal: sei ed once undici: Cani e caccia

d’Annibale Carro

257. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo

pal: cinque e mezzo: Battaglia con ruscello d’acqua,

116

veduta di Paesi Scuola di Borgognone

258. Quadro alto pal: cinque ed once cinque,

largo pal: tre e mezzo: Il Figliol Prodigo con

ghiande in mano che medita la sua miseria di Schidone

259. Quadro alto pal: cinque ed once sette,

largo pal: sette ed once dieci: Ciminia colle armi di

Clorinta che trova il Pastore con tre fanciulle di

Lanfranco

260. Simile di misuria : Erminia e Uffrino

che trovano Tancredi semivivo

261. Quadro alto pal: sei, largo pal: tre e

mezzo: ritratto di un Principe Giovine all’impiedi

con la destra mano appoggiata nel fianco del Campo

262. Quadro alto pal: undici ed once tre con

semicerchio, largo pal: sei e mezzo: S. Giorgio a

cavallo che uccide il Drago, Donzella con Agnello in

braccio Iordan[s]

263. Quadro sopraporta di misura e soggetto

simile al numero duecento cinquanta sette

264. Quadro alto pal: cinque, largo pal:

sette: Bosco con sfuggita di campagna e due Gatti

selvaggi Bartolomeo de Caro

265. Quadro in tavola alto pal: quattro,

largo pal: tre ed once cinque: La Vergine mezza

figura che con la sinistra mano tiene il Bambinello a

117

giacere sopra d’un lettucciolo da un lato un

canestrino, con fiori la destra mano della Vergine

tiene un velo che va per sotto al Bambino, S.

Giuseppe che guarda il Bambino S. Giovanni che lo

stesso, con le mani unite al petto di Perino del Vaga

266. Quadro alto pal: uno ed once nove,

largo pal: uno e mezzo : Ritratto di un Giovine del

Mazzola

267. Quadro alto pal: sei, largo pal: tre:

Due Angioli volanti con un libro in mano di Lionello

Spada

268. Quadro alto pal: due ed once dieci,

largo pal: sei: Davide a Cavallo che porta la Spada

di Golia Mario Spolverino

269. Quadro alto pal: dodici e mezzo in

tavola, largo pal: dieci e mezzo: L’Adorazione de

Maggi, la Vergine col Bambino in seno a sedere

indietro una Magnifica Architettura, dietro le spalle

della Vergine un Re maggio Genuflesso adora il

Bambino, l’altri due in ammirazione in lontano Paese,

a Mano destra sic espresso Cesare da Milano, il suo

Ritratto con berrettone rosso in testa, seguita il

Ritratto di Leonardo da vingi suo Maestro appresso

nella persona del Re Maggio a mano dritta a espresso

118

il ritratto di Alibienti Cesare Magro da vesto, di

Milano

270. Quadro alto pal: due ed once otto,

largo pal: due ed once sei: Fatto d’Armi Incognito

271. Simile al n° duecentosessantotto

272. Simile al n° duecentosessantasette

273. Quadro alto pal: uno ed once otto,

largo pal: uno ed once tre: S. Giovanni Battista

Giovinetto Scuola di Parma

274. Quadro in tavola alto pal: quattro ed

once quattro, largo pal: tre ed once cinque: Madonna

che tiene un velo nelle mani, il bambino disteso

sopra un lettino bianco in dietro S. Giuseppe con

bastone in mano, Copia di Raffaele d’Urbino fatta da Perino del

Vaga

275. Simile al n° duecentosessantaquattro

276. Quadro alto pal: dieci ed once tre,

largo pal: sei ed once nove: la Vergine coil Bambino

in aria con due Angioli nel Basso, S. Francesco altro

Santo e due altri Angioli che tengono in mano una

iscrizione di Lanfranco

277. Quadrosimile di misura al detto

rappresentante gli stimi di S. Francesco d’Assisi

278. Quadro alto pal: sei, largo pal:

undici: la Nunziazione di Maria Vergine Scuola

119

Parmigiana

279. Quadro Sopraporta Simile al numero

duecentocinquantasei

Stanza Ottava

Primo Gran Salone

280. Quadro alto pal: tre ed once quattro,

largo pal: tre: la Vergine che regge S. Giovanni in

ginocchioni il Bambino che sta seduto in terra,

sostenuto da un Angiolo inginocchioni in lontananza,

Pastori con Armenti e veduta di Paesi Appresso

Leonardo da Vinci

281. Quadro in tavola alto pal: due ed once

una, largo pal: uno ed once otto: la Madonna col

Bambino S. Giovanni Battista e Giorolamo di Leonardo da

Vinci

282. Quadro in tavola alto pal: tre ed once

tre, largo pal: due ed once otto: Ritratto di una

Donna con marito rosso, creduto il Ritratto della

Madre di Battista d’Urbino Rafaele d’Urbino

283. Quadro in tavola alto pal: due ed once

una, largvo pal: una ed once otto: la Vergine col

Bambino in braccio P. Pirugino

284. Quadro alto pal: tre ed once una, largo

pal: uno e mezzo: la vergine col Bambino S. Giovanni

120

con l’Agnello in un Paese Nicolò Pusino

285. Quadro alto pal: otto, largo pal:

cinque ed once dieci: un Angelo che tiene incatenato

il Demonio in lontano un Tempio colle figure di

Lanfranco

286. Quadro alto pal: sei ed once dieci,

largo pal: quattro ed once undici: Ritratto del

nostro Sovrano Giovinetto con scettro in mano del

Cavalier Mens

287. Quadro alto pal: sette ed once dieci,

largo pal: cinque ed once una: La Vergine in Gloria

nel basso due Santi uno in ginocchione e l’altro

all’impiedi di Lanfranco

288. Quadro sopraporta alto pal: dodici e

mezzo, largo pal: nove e mezzo: Nostro Signore in

Gloria un schettro nella sinistra ed Angioletti:

Studio della Cupola di Parma del Correggio

289. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo

pal: sette ed once quattro: S. Giovanni Battista, con

molti Puttini ed Angiolini Studio del Correggio

290. Quadro alto pal: undici, largo pal:

sette S. Giovanni Evangelista, con molti Puttini some

sopra

291. Quadro alto pal: dodici e mezzo, largo

pal: dieci: la Vergine in Gloria: Studio come sopra

121

292. Quadro in tavola alto pal: tre ed once

dieci, largo pal: tre ed once una, la Vergine,

Bambino e S. Giuseppe Scuola Vasari

293. Quadro in tavola alto pal: tre ed once

tre, largo pal: due e mezzo: la Vergine col Bambino

impiedi e il S. Giuseppe Scuola di Andrea del Sarto

294. Quadro in tavola alto pal: quattro,

largo pal: tre ed once dieci: la Vergine col Bambino

in seno e S. Giovanni che abbraccia la croce del Francia

295. Quadro in tavola alto pal: quattro,

largo pal: tre e mezzo: S. Paolo in estasi portato

dagli Angioli al Terzo Cielo di Lanfranco

296. Quadro in tavola con fondo dorato alto

pal: cinque e mezzo, largo pal: dueed once undici: la

Vergine seduta con manto bianco stellato, colle Mani

giunte in atto di adorazione, Sopra l’Eterno Padre e

circondati di Angioli del Giottino

297. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo

pal: tre e mezzo: Ritratto di una donna Giovine con

maritara sulla spalla dritta con quanto del Parmigianino

298. Quadro alto pal: quattordici, largo

pal: otto e once tre: figura Simbolica Gigantesca del

Mazzola

299. Quadro alto pal: nove, largo pal:

sette: S. Pietro Piangendo di Sebastiano Ricci

122

300. Quadro alto pal: tre ed once due, largo

pal: tre: Puttino volante con libro in mano di Lionello

Spada

301. Quadro in lavagna alto pal: due ed once

una, largo pal: uno ed once sette: Ritratto di un

Giovine vistito di nero con collarietto bianco di

Sebastiano del Piombo

302. Quadro alto pal: due ed once dieci,

largo pal: quattro ed once tre: la Circoncisione del

Bambino di Giovanni Bellino

303. Quadro sopra lavagna alto pal: uno ed

once dieci: largo pal: uno ed once tre: Ritratto di

Cardinale con barba e Corona di Capelli di Sebastiano del

Piombo

304. Simile al n° trecento

305. Quadro alto pal: sette ed once quattro,

largo pal: cinque ed once tre: Rinaldo ed Ermida di

Agostino Caracci

306. Quadro alto pal: sei ed once sette,

largo pal: sette ed once cinque: il Riposo della

Vergine col Bambino che scherza con S. Giovanni in un

Paese di Pietro da Cortona

307. Quadro alto pal: sette ed once tre,

largo pal: quattro ed once otto: S. Girolamo

123

inginocchioni avanti un Crocifisso che si perguote il

petto con un sasso di Agostino Caracci

308. Quadro alo pal: dieci ed once dieci,

largo pal: quindici e mezzo. Elisabetta Farnese che

va’ per lo sposalizio nel Domo di Parma, preceduta

dalle Religioni e Clero Mario Spolverino

309. Quadro alto pal: nove, largo pal:

sette: un Santo armato in ginocchioni sopra un

Cascione cremesi con bandiera di Sebastiano Ricci

310. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed

once dieci: Un Vecchio che appoggia la testa sulla

mano destra e medita un libro dello Spagnoletto

311. Quadro alto pal: due e mezzo in tavola,

largo pal: uno ed once dieci: S. Giovanni in mezza

figura Copia di Leonardo da Vinci

312. Quadro alto pal: due e mezzo, largo

pal: tre ed once sette: riposo in Eggitto di

Lanfranco

313. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed

once due, la Vergine col Bambino in braccio che dorme

involto in un Pannolino bianco nella mano tiene un

Pomo di Annibale Caracci

314. Quadro in tavola alto pal: treed once

tre, largo pal: due ed once sette: Saqcra Famiglia

con altra Santa Scuola Lombarda

124

315. Quadro alto pal: sette ed once dieci,

largo pal: cinque ed once due: la Vergine addolorata

con nostro Signore Marito e S. carlo li bacia la mano

del Vanni

316. Quadro alto pal: cinque ed once undici,

largo pal: quattro e once nove, Sposalizio di S.

Caterina di Lodovico Caracci

317. Quadro in Tavola alto pal: sette e

mezzo, largo pal: cinque ed once otto e mezzo: la

Vergine col Bambino in seno che dorme, S.Francesco e

S. Antonio con Giglio, S. Giuseppe e S. Giovanni

Evangelista Scuola Genovese

318. Quadro simile al n° trecento ed otto:

Sposalizio di Elisabetta Farnese Spolverino

319. Quadro alto pal: nove, largo pal:

sette: S. Giovanni Battista deserto di Sebastiano Ricci

320. Quadro alto pal: quattro in tavola,

largo pal: tre: Nostro Signore disceso dalla Croce in

mezza figura, la Vergine Svenuta, S. Giovanni e S.

Nicodemo di Federico Barocci

321. Quadro alto pal: tre ed once nove in

tavola, largo pal: due ed once nove; Santissima

Vergine in mezza figura seduta col Bambino in braccio

e due Angioletti accanto di Masaccio

125

322. Quadro alto pal: quattro in tavola,

largo pal: tre ed once tre: Cristo che porta la Croce

Scuola di Michelino

323. Quadro in tavola alto pal: due ed once

tre, largo pal: uno ed once nove: Ritratto di un

Pontefice di Raffaele d’Urbino

324. Quadro alto pal: cinque , largo pal:

quattro ed once due, S. Girolamo che scrive colla

Tromba vicino dello Spagnoletto

325. Quadro in tavola alto pal: due ed once

una e mezza, largo pal: uno ed once nove: la Vergine

col Bambino all’Impiedi Scuola Antica Bolognese

326. Quadro alto pal: dodici ed once tre,

largo pal: sette e mezzo: S. Filippo Neri in estasi

circondato da varj Angioloni, col Padre Eterno che

l’incontra Scuola di Caracci

327. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo

pal: dodici ed once due, due Angioletti che sonano

Violini, e Voloncella, Copia della Cuppola di Parma

Fatta da Caracci

328. Quadro alto pal: due ed once cinque,

largo pal: due: Ritratto

329. Quadro alto pal: due e mezzo, largo

pal: due ed once otto e mezzo: Ritratto di Raffaele ,

Pietro Peruggino con un altra testa di Raffaele d’Urbino

126

330. Quadro in tavola alto pal: due ed once

nove, largo pal: due ed once tre: Ritratto di

Raffaele fatto da lui medesimo vestito di nero

331. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo,

largo pal: due Bramante che insegna al suo Figlio

l’Architettura

332. Quadro in tavola alto pal: due ed once

quattro e mezza, largo pal: uno ed once dieci:

Ritratto di Andrea del Sarto di Andrea del Sarto

333. Quadro in tavola alto pal: due ed once

dieci, largo pal: uno ed once quattro e mezza: S.

Bartolomeo di Fra Bartolomeo dal Marco

334. Quadro alto pal: due ed once nove,

largo pal: due ed once due: Amorino che dorme con

brace accesa di Annibale Caracci

335. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo

pal: dodici e mezzo: Venere nuda che dorme con vari

scherzi di Amorini di Annibale Caracci

336. Quadro alto pal: due ed once nove,

largo pal: due ed once due: Amorino che dorme con un

Arco seduto sopra un cuscino

337. Quadro in tavola, alto pal: tredici,

largo pal: nove ed once nove: la Giustizia che

incorona l’innocenza, Varie figure simboliche de vizi

127

che sono collocate sotto li piedi della Medesima di

Giorgio Vasari.

338. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo

pal: dodici ed once due: due Angioloni che Sonano il

liuto e chitarra Copia di Caracci appresso la Cuppola

di Parma

339. Quadro in tavola alto pal: due ed once

dieci, largo pal: uno ed once quattro: Un monaco

vestito di bianco di Fra Bartolomeo S. Marco

340. Quadro alto pal: due ed once undici,

largo pal: due ed once una e mezzo: la Vergine con il

Bambino in seno e S. Giovanni Scuola di Parma

341. Quadro in tavola alto pal: uno ed once

cinque, largo pal: uno ed once tre: la Vergine che

tiene il Bambino in braccia ed un Angiolo che sta in

atto di Baciare la sinistra del Bambino Bozzetto del

Parmigianino

342. Quadro in tavola, alto pal: tre e

mezzo, largo pal: due ede once cinque in semicerchio:

La Madonna col Bambino e il S. Giovanni Battista di

Pietro Pirugino

343. Quadro in tavola alto pal: uno ed once

nove, largo pal: uno ed once tre: la Vergine col

Bambino ,S. Giuseppe con Bove ed Asinello di Federico

Barocci

128

344. Quadro in tavola alto pal: tre, largo

pal: due ed once due: la Vergine col Bambino in seno

di Andrea di Cosimo

345. Quadro alto pal: due ed once tre e

mezza, largo pal: due ed once nove: Lazzaro

risuscitato di Giacomo da Porto di Bassano

346. Quadro alto once dieci, largo pal: uno:

Un Paese con fiume Incognito

347. Simile

348. Quadro alto pal: cinque, largo pal:

otto: Nostro Signore condotto al calvario di Jordano

349. Quadro alto pal: dodici ed once

quattro, largo pal: otto ed once quattro: la Vergine

Fanciulla con S. Anna e S. Giovacchino, in aria il

Padre Eterno di Bartolomeo Ferrarese

350. Quadro alto pal: nove e largo pal:

sette: un Santo Vescovo di Sebastiano Ricci

351. Quadro alto pal: uno ed once nove,

largo pal: uno ed once quattro: Sacra Famiglia con S.

Margherita di Agostino Caracci

352. Quadro alto pal: tre, largo pal: due:

la Vergine col Bambino in seno Incognito

353. Quadro in rame alto pal: uno ed once

tre, largo pal: uno: la Madonna della scudella di

Annibale Caracci

129

354. Quadro in tavola alto pal: due ed once

una, largo pal: tre ed once quattro: Madonna col

Bambino in seno, con la mano sopra S. Giovanni e S.

Pietro Martire

355. Quadro alto pal: uno ed once sette,

largo pal: uno ed once tre: Sacra Famiglia di Caracci

356. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo

pal: due ed once dieci: La Santissima Vergine col

Bambino che dorme, S. Giuseppe e vari Angioli di Nicola

dell’Abbate

357. Quadro alto pal: uno , in tavola ed

once dieci, largo pal: uno ed once quattro: Santa

Caterina con segno del martirio di Giorolamo Sermoneta

358. Quadro alto pal: sette ed once tre,

largo pal: cinque ed once nove: La Flagellazione di

Nostro Signore di Bernardo Gatti

359. Quadro alto pal: sei in tavola, largo

pal: cinque ed once quattro: Sposalizio di S.

Giuseppe di Cosimo Rosselli

360. Quadro alto pal: sette ed once cinque,

largo pal: sei ed once sette in tavola ovata: Un

Cristo in Croce di Marco di Siena

361. Quadro alto pal: dieci ed once quattro,

largo pal: tredici ed once dieci: la Battaglia de

Sabbini contro i Romani, per vendicarsi del ratto

130

fatto delle loro donne, le quali s’interpongono con i

loro Bambini di Girolamo Mircoli

362. Quadro alto pal: otto, largo pal:

sette: Un S. Marco che scrive ed un Leone alato di

Sebastiano Ricci

363. Simile al n° trecento

364. Un Ottangolato, alto pal: tre ed once

otto, largo pal: tre ed once otto: Cena di Nostro

Signore di Marco di Siena

365. Quadro alto pal: due ed once quattro e

mezza, largo pal: tre ed once cinque e mezza:

Ritratto di Giulio Clovio con barba, colla destra fa

cenno ad un libro miniato di Giulio Clovio

366. Quadro tondo in tavola, di diametro

pal: tre ed once otto e mezza: La Vergine col Bambino

in seno, colla mano sinistra accarezza S. Giovanni e

tre Angioletti di Domenico Ghirlandaijo

367. Simile al n° trecento

368. Quadro alto pal: sei ed once cinque,

largo pal: quattro ed once nove: Cristo morto in seno

della Vergine colle Marie di Filippo Mazzola

369. Quadro alto: pal sei ed once dieci,

largo pal: sei e mezzo: la Sibilla cumana che addita

ad Ottaviano Augusto, ka Santissima Vergine col

Bambino in braccio in aria Scuola di Vasari

131

370. Quadro alto pal: sei ed once cinque,

largo pal: quattro ed once nove: Rappresentante la

Vergine e due Santi, che inginocchioni adorano il

Bambino di Filippo Mazzola

371. Quadro alto pal: dieci, largo pal:

sette ed once cinque: Copia fatta da Caracci appresso

Raffaello d’Urbino di Caracci

372. Simile a (sopra)

373. Quadro alto pal: nove, largo pal:

sette: un Santo Vescovo di Sebastiano Ricci

374. Quadro alto pal: tre, in tavola, largo

pal: due e mezzo: la Vergine col Bambino, S. Giuseppe

e S. Caterina di Bagnacavallo

375. Quadro alto pal: tre ed once quattro,

largo pal: tre ed once undici: Sacra Famiglia di Raffael

del Colle

376. Quadro alto pal: sei ed once nove,

largo pal: quattro ed once sei: S. Orsola Scuola

Bolognese

377. Quadro in tavola alto pal: cinque e

mezzo, largo pal: due ed once undici, confondo

dorato: Un Pontefice che colla Zappa in mano

descrive il fondamento di S. Maria Maggiore del Giottino

378. Quadro alto pal: cinque ed once nove,

largo pal: quattro: la Santissima Vergine col Bambino

132

in seno che sta abbracciando S. Margherita Scuola di

Caracci

379. Quadro Simile al n° duecentonovantotto

Stanza Nona

380. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo pal:

quattro: S. Girolamo mezza figura con le

mani unite sotto la barba meditante avanti un

Crocifisso e a lato un Libro aperto del

Guercino

381. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pal: uno e mezzo: La Vergine seduta in

profilo e tiene alla destra il Bambino in seno, alla

Sinistra S. Giuseppe che sta leggendo un libro ed un

Angioletto che lo sostiene di Bartolomeo Schidone

382. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

tre ed once quattro: S. Girolamo che scrive

suo un libro, in atto di meditare verso il Cielo

con un Crocifisso da un lato del Gurcino

383. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once sette: la Vergine seduta accarezzata

dal Bambino S. Giuseppe che sta guardando seduto alla

destra della Vergine, S. Giovanni seduto in terra

con un Angnello dello Schidone

133

384. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre

ed once undici: S. Pietro Piangente in

mezza figura del Guercino

385. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro ed once

nove: la Vergine col Bambino che dorme di

Guido

386. Quadro alto pal: nove ed once otto, largo pal:

otto ed once tre: l’Angelo Gabriele al

impiedi che scende dalla Gloia con giglio nella mano

sinistra, accompagnato da molti Angioli di Annibale

Caracci

387. Quadro alto pal: sei, largo pal: cinque e mezzo:

[Iette] che incontrato dalla Figlia s’affligge

perché si ricorda il Giuramento del Moriglio

388. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

sei ed once una: sopraporta: vaso di fiori

Scuola Napolitana

389. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:

uno ed once nove: Testa di una Vergine

colle mani unite Scuola di SassoFerrato

390. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due

ed once due: Amorino che dorme con

brace accesa sotto la destra coricato sopra una pelle

di Leone di Annibale Caracci

134

391. Quadro sopraporto simile al n° trecento ed

ottantotto

392. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:

cinque ed once una; Satira di Agostino

Caracci conto il Caraggio di Agostino Caracci

393. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque:

i tre Giocatori di carte Copia di

Caravaggio

394. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque: due

Zingare che indovinano l’avventura ad un

Uomo del Caravaggio

395. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

due ed once dieci: Amorino volante con fiori

di Caracci

396. Simile a (sopra)

397. Quadro alto pal: sei ed once quattro, largo pal:

nove: Rinaldo ed Armida nel Giardino

incantato, il medesimo tiene in mano lo Specchio in

seno di Armida che s’acconcia le treccie: Carlo ed

Ubaldo in lontano: Paese con varj Uccelli di Annibale

Caracci

398. Quadro simile al n° trecentonovantacinque

399. Simile a (sopra)

400. Quadro sopraporto simile al n° trecento e3d

ottantotto

135

401. Quadro in tavola alto pal: tre e donce tre, largo

pal: due ed once otto: L’Ecceomo con

Pilato che lo dimostra Francia [Biggi]

402. Quadro in tavola alto pal: uno ed once undici,

largo pal: uno ed once quattro: ritratto del

Cardinal Sant Angelo con baretta rossa in testa di

Tiziano

403. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:

testa del Filosofo Eraclito Scuola di Caracci

404. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro:

Testa di Una Vergine del Mazzola

405. Quadro alto pal: cinque, largo pal: cinque ed

once dieci: Madonna con Bambino in braccio

un S. Vescovo, che li rappresenta un Giovinetto che

sta genuflesso, S. Giuseppe ed altri Santi di Bonifacio

406. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno

ed once tre: Testa di S. Pietro che piange

di Caracci

407. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:

Testa del Filosofo Democrito Scuola di

Caracci

408. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno

ed once due: Ritratto di un Giovine con

un panno d’armellino intorno le spalle Scuola di

Correggio

136

409. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo

pal: tre e mezzo: Sacra Famiglia

Incognito

410. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette e mezzo:

Nostro Signore che esaurisce le preghiere

della Cananea di Annibale Caracci

411. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette: Un San

Carlo Borremeo inginocchioni avanti un

Crocifisso Incognito

412. Quadro alto pal: nove, largo pal: sei ed once

dieci Circoncisione del Signore

413. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sette e

mezzo: la Vergine col Bambino in seno,

con Gloria d’Angeli e due Santi Lanfranco

414. Quadro alto pal: quattro ed once dieci: Una

Nascita con molti Pastoric he vengono ad

offrire doni al Bambino, Gloria d’Angioli ed

Architettura di Domenico Spadaro

415. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:

tre ed once quattro: la Vergine col

Bambino e S. Giovanni di Perin del Vaga

416. Quadro alto pal: dieci ed once tre, largo pal:

sedici ed once tre: allegoria attinente alla casa

Farnese del Cavalier Drago

137

417. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due

ed once otto: deposizione della Croce con

otto figure del Correggio

418. Quadro in tavola alto pal: due ed once nove,

largo pal due ed once una: La Vergine col

Bambino all’impiedi Scuola Fiorentina

419. Quadro sopraporta simile al n° trecento ed

ottantotto

Stanza Decima

420. Quadro altro pal: tre, largo pal: due ed once

quattro: Paradiso di Antonio Cicale

421. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:

due: Testa di una Vergine colle mani unite

in atto di contemplate Scuola di SassoFerrato

422. Quadro in tavola alto pal: tre ed once otto,

largo pal: quattro e mezzo: La Nascita di

Nostro Signore con molti pastori ed un Angiolo in

Gloria di Marco di Siena

423. Quadro in tavola, simile di misura al n°

quattrocentoventidue: la Visitazione de Maggi

424. Quadro alto pal: undici ed once nove, largo pal:

otto S. Ignazio a cui comparisce Cristo

con la Croce ed il Padre Eterno in Gloria Leonello

Spada

138

425. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:

due ed once sette: S. Girolamo che sta con

la mano sopra un libro ed accanto un Angiolo che

suona la Trompa di Caracci

426. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:

tre: Una Sacra Famiglia Copia del Coreggio

fatta da Sisto Battalorchi

427. Quadro alto pal: tre ed once sei, largo pal: due

ed once dieci: Madonna con manto

torchino che tiene fra le braccia il Bambino ed in

dietro S. Giuseppe di Carlo Maralla

428. Quadro in tavola alto pal: quattro, largo pal:

tre ed once due: la Vergine col Bambino e

due Puttini Scuola d’Andrea del Sarto

429. Quadro in tavola, alto pal: quattro, largo pal:

due ed once sei: la Vergine a sedere che

tiene il Bambino in seno al Inpiedi che riceve da S.

Giuseppe una tazza Scuola di

Raffaele

430. Quadro alto pal: nove e mezza, largo pal: sette

ed once nove: La Cananea di Caracci

431. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sette e

mezzo: la Visitazione della Vergine con

S. Elisabetta e varie figure del Procaccino

139

432. Quadro alto pal: quattro e mezzo: largo pal: sei

ed once otto: Il Sacrifizio di Abramo

Scuola del Caravaggio

433. Quadro alto pal: dieci, largo pal: sei ed once

tre: Il Martirio di Sant Orsola con la

Vergine e Compagnia del Fontana

434. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:

due ed once sei e mezza: Testa di un Uomo

che ride vestito di pelliccia sopra Incognito

435. Quadro alto pal: due ed once cinque, largo pal:

due: Una Civetta che poggia sopra ad uno

scoglio

436. Quadro sopraporta: simile al n°

duecentocinquantasei

437. Quadro alto pal: quattro ed once sette largo pal:

tre e mezzo: Ritratto di una Ragazza

all’impiedi con fiori nella mano destra, al di

dietro uno specchio ed un Cagnolo che tiene in

bocca metà della veste vicino una figura a chiaro

scuro vi è discrizione: Diana Eleonora SanVitali

1452- Anni 4= di sua età di Girolamo Mazzola

438. Quadro alto pal: quattro ed once undici, largo

pal: tre ed once undici: Amore che dorme

sopra un drappo bianco col capo sopra un cuscino

cremisi Tiene alla destra quattro Puttini che

140

scherzano uno de quali li cava l’Arco

439. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:

quindici ed once nove: La Fama che incide

sopra uno Scudo il nome di Alessandro Farnese, la

detta Figura e mancante nella Testa Spalle ed Ali

come d’un Puttino che è anche mancante varj quelli

con corone, Una Donna incatenata figurata la Fiandra

sogiocata e sotto un Leone di Annibale Caracci

440. Quadro sopraporta simile al n°

duecentocinquantasei

441. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due:

la Vergine col Bambino in seno che

scherza con S. Giovanni Imitazione del Parmigianino

442. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once

quattro: Bozzo di un sottinsù di Giacomo del

Po’

443. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once otto: Ecce Homo in mezza figura

presentato da Pilato Scuola Moderna

444. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei

ed once otto: Un Vecchio maestoso cieco

riceve da una Giovine una bevanda in una tazza,

avanti mezza figura di un Giovinetto con un vaso ed

un'altra Giovinetta che alza una portiera Scuola di

Caravaggio

141

445. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei in

semicerchio: Lannunziazione della

Vergine con Puttini uno di essi con un Giglio e

Colomba che cala di Parmiggianino

446. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: ciaccia

di Lepri di Giacomo Nani

447. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:

quattro: la Flaggellazione di Nostro

Signore di Caravaggio

448. Simile al n° quattrocentoquarantasei

449. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo: Nostro Signore in Croce con S.

Francesco inginocchioni avanti di Prete Genovese

450. Quadro alto pal: dieci ed once otto, largo pal:

sette ed once una, la Vergine in Glora col

Bambino in seno colla mano sinistra tira a se un

Anima liberata dal Demonio nel basso Santa Polonia e

dall’altro lato S. Girolamo di Lanfranco

451. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo:

Testa di Madonna con sotto iscrizione:

Vero Ritratto della Madonna de Servi Incognito

452. Quadro alto pal: dieci ed once tre, largo pal:

sette e mezzo, La Vergine col Bambino in

seno in Gloria, S. Carlo da Cardinale additando la

Vergine altro Santo e due Puttini di Lanfranco

142

453. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

tre, l’Anima di Santa Maria Maddalena

portata in Cielo dagli Angioli del Lanfranco

454. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: tre : S.

Maria Maddalena in meditazione avanti un

Crocifisso con testa di morte in mano e libro aperto

Scuola Genovese

455. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre

ed once nove: la Vergine col Bambino che

fa carezze a S. Antonio ed un Santo che tiene la

mitra in testa di Simone Cantarino

456. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici: S.

Abramo visitato dai tre Angioli che andavano

a distruggere Sodoma e sono da lui trattati con

l’ospizio Ludovico Caracci

457. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due

ed once due: Nostro Signore

inginocchiato in mezzo ad una quantità di Croci ed

un Angelo che vola con un Calice in

mano Scuola Fiorentina

458. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:

tre: la Vergine Elevata col Bambino in

braccia Un Santo ed una Santa Scuola di Raffaele

459. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo

pal: due: la Conversione di S. Paolo

143

Incognito

460. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once

quattro: S. Sebastiano di Leonello Spada

461. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due: La

Visitazione de maggi del Mazzola

462. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal:

quattro e mezzo: La Resurrezione di Nostro

Signore dal Sepolcro di Sisto Badalochio

463. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo: la

Testa di S. Francesco di Annibale

Caracci

464. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once una:

la Vergine piangente sopra un Cristo

deposto di Annibale Caracci

465. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once nove: S. Chiara che tiene con la

mano sinistra l’ ostensorio di Girolamo Mazzola

466. Quadro alto pal: otto ed once tre, largo pal: due

ed once nove: tre Puttini volanti con libri

di Leonello Spada

467. Quadro alto pal: undici ed once due, largo pal:

sette ed once otto: la Vergine che ha dato

il Bambino in braccio a S. Felice che lo tiene

inginocchioni con un Angiolo accanto di Guercino

144

468. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: due

ed once undici: S. Sebastiano Scuola di

Schidone

469. Simile al numero quattrocentosessantasei

Stanza Undecima

470. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:

tre ed once una: S. Matteo Evangelista che

sta scrivendo con un Angelo che lo detta di Giovanni

Miele

471. Mezzo cerchio alto pal: due ed once cinque, largo

pal: cinque ed once cinque: Un Angelo

sopra le Nubbi con incensiere in mano quattro

Angelotti che reggono due vasi di Annibale Caracci

472. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: uno ed

once undici: Ritratto di una donna con

Testa adonata di Perle Copia di Tiziano

473. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo

pal: tre ed once quattro: in pietra la Madonna

che alza un velo di sopra al Bambino che nudo sta

coricato dormendo alla dritta di S, Giuseppe es alla

sinistra un Angelo di Fra Sebastiano del Piombo

474. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once undici: Ritratto d’Anna Bolena con

iscrizione sotto Incognito

145

475. Quadro alto pal: otto ed once due, largo pal:

dieci l’Ingendio di Troja Imitazione di

Barocci

476. Quadro sopraporto alto pal: cinque, largo pal:

cinque ed once undici: Istrumenti e

composizioni musicali di Giacomo Nani

477. Quadro alto pal: sei ed once quattro, largo pal:

tre ed once tre: S. Antonio dipinto a

tempera di Michelino Buonarota

478. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette ed once

tre: S. Bartolomeo in atto di ricevere il

martirio e tre figure di Lanfranco

479. Quadro alto pal: sei ed once tre, largo : tre ed

once quattro: S. Chiara dipinta a tempera di

Michele Buonarota

480. Quadro sopraporta simile al n°

quattrocentosettantasei

481. Quadro alto pal: quattro ed once cinque, largo

pal: cinque e mezzo: uno de sette peccati

mortali di Fiamengo ne Tempi di Vasari

482. Quadro dipinto sopra carta e tirata sopra tavola

alto pal: uno ed once una, largo once nove

e mezza: Testa Putto che legge del Parmigianino Copia del

Caravaggio

483. Simile al n° quattrocento ed ottantuno

146

484. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: dieci ed

once una: Giacobbe che alza la lapide

della Cisterna per dare a bere agli Armenti di

Rachele che accompagnata da altre Pastorelle e

fanciulli di Carlo Cignani

485. Quadro alto pal: cinque ed once undici: Un

Sacrificio con un ariete, un giovinetto che due

Colombe, con figure in seconda linea Scuola di Pietro di

Cortona

486. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sei: la

deposzione di Nostro Signore dalla

Croce in seno alla Vergine con S. Maria Maddalena,

S. Giovanni, S. Giuseppe e S. Nicodemo di Marcello

[Venitsti]

487. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque ed

once due: S. Pietro Penitente di Carlo

Maralla

488. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

nove: Una donna che tiene un Bambino in

braccio dipinta a chiaro scuro circondata da una

cornice dipunta ornata di bellissimi fiori di Legers

Fiamingo

489. Quadro alto pal: quattro ed once cinque, largo

pal: cinque ed once tre: Nostro Signore

nell’Orto con l’Angelo confortatore Scuola di Barocci

147

490. Quadro sopraporto alto pal: tre ed once nove3,

largo pal: cinque: Erbaggi, rape e fiori

Scuola Napolitana

491. Quadro alto pal: sei ed once due, largo pal:

quattro: Accademia in figura di Bacco

492. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette, la

Madonna con il Bambino in braccio con santo

Monaco inginocchioni Incognito

493. Quadro alto pal: cinque ed once quattro, largo

pal: tre ed once quattro: deposizione della

Croce di Fiamingo

494. Simile al n° quattrocento novanta Sopraporto :

frutti e fiori

Stanza Dodicesima

495. Quadro alto pal: due, largo pal: uno ed once

dieci: la Vergine col Bambino in seno con S.

Maddalena e S. Apolonia del Parmigianino

496. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: uno

ed once nove e mezza: S. Girolamo in

mezza figura colle mani giunte poggiate sopra un

sasso guardando in Cielo di Schidone

497. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno

ed once sei: Una testa di Guerriero di

Annibale Caracci

148

498. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:

cinque ed once una: Apollo in aria che suona

la Lira

499. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei

ed once due: S. Antonio che va a trovare

S. Paolo primo Eremita in mezze figure del Massari

500. Quadro alto pal: sei ed once tre, largo pal:

cinque: la Vergine col Bambino in una culla

che dorme con S. Giovanni e S. Giuseppe in distranza

in una Campagna a tempera del Parmigianino

501. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:

cinque ed once dieci: Sopraporta ratto

d’Europa Incognito

502. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: due ed

once cinque: S. Giovacchino con mandello

e baretta in mano, pianelli neri e discrizione

M:D:XXVIIII a tempera Correggio

503. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once sette: Ritratto con sciarpa Bianca al

collo, la mano destra appoggiata sopra un libro e la

sinistra ad una spada di Girolamo Mazzola

504. Quadro in tavola alto pal: otto ed once tre,

largo pal: cinque ed once cinque: L’Assunta in

Cielo con li Apostoli in Ammirazione ed una Santa

Inginocchioni: il di sopra del quadro e in mezzo

149

cerchio posto in quadro del Correggio

505. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due:

Ritratto del Duca Ranucci primo: armato

tiene la destra sopra il fianco e la sinistra sopra

l’Elmo del Campi

506. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pa: due ed

once cinque: Una figura che tiene le

braccia unite sopra un Bastone: rappresentante S.

Giuseppe con iscrizione: Dic VI= JV li a Tempera del

Correggio

507. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque

ed once sette: Sopraporto: Burasca di

Mare eda una parte uno scoglio del Tempesta

508. Quadro in tavola alto pal: due ed once tre: largo

pal: uno ed once otto: testa del Salvatore

Scuola di Leonardo da Vinci

509. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once tre: figura allegorica Scuola di

Parma

510. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pal: uno e mezzo: Sacra Famiglia

Scuola di Raffaele

511. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:

due ed once una: S. Sebastiano medicato

dalla Donna Cristiana del Parmigianino

150

512. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once sette: Ritratto di Uomo vestito di

bianco, con baretta bianca in testa di Andrea del Sarto

513. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once otto: una Sacra famiglia di Pietro

Peruggino

514. Quadro in tavola alto pal: due ed once due, largo

pal: uno ed once dieci: Cristo nell’Orto

Maniera di Correggio

515. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: uno

ed once noe: Ritratto di Sofonisba e Putti

che sona un Spinetto di Sofonisba

516. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una e

mezza, largo pal== Once dieci e mezza: la

Vergine col Bambino e San Giuseppe di Girolamo Corsi

517. Quadro in tavola altgo pal: uno, largo pal== Once

Dieci: Testa d’un Santo che guarda in

Cielo del Parmigianino

518. Quadro in tavola alto pal: uno ed once cinque:

largo pal: uno: San Rocco all’impiedi di

Alessandro Mazzola

519. Quadro in rame, alto pal: uno ed once tre, largo

pal: uno: la Nascita del Signore e due

Angioli in dietro al Bambino, quattro Pastori con un

cane ed Agnello di Francesco Albani

151

520. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:

uno ed once nove e mezza: Un Uomo in

un Paesino che scopre in lontano un tesoro, alcune

figurine e dall’altro lato due bovi Incognito

521. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:

quattro ed once cinque: Un Santo Abbate

Benedettino con framento d’una gamba e testa di

Putto del Correggio

522. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:

quattro ed once cinque: S. Benedetto con un

Angiolo avanti che tiene il Baston pastorale e mitra

523. Quadro in rame alto once dieci, largo once setta:

S. Giuseppe con gli occhi al Cielo, la

destra al petto con la sinistra tiene un baston

fiorito di Sisto Badalocchio

524. Quadro in tavola alto once otto e mezza, largo

once sei e mezza: Un ritratto vestito di

rosso del Mazzola

525. Quadro in tavola, alto pal: uno ed once quattro,

largo once nove: Ritratto di Giovine con

pelliccia del Parmigianino

526. Quadro alto pal: due ed once una, largo pal: uno

e mezzo: Ritratto d’Anna Bolena con

manto scuro in testa Scuola Fiorentina

152

527. Quadro alto once undici e mezza, largo pal: uno

ed once una: Frutti e fiori ed un Pavone

Incognito

528. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo

pal: uno ed once mezza: Nostro Signore al

Sepolcro con San Nicodemo e la Maddalena Scuola

Bolognese

529. Sopraporto: Quadro alto pal: quattro e mezzo,

largo pal: cinque ed once dieci: S. Pietro

liberato dalle Carceri dall’Angelo Scuola di Caracci

530. Quadro in tavola alto pal: due ed once due, largo

pal: uno ed once dieci: lo Sposalizio di

Santa Caterina del Mazzola

531. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo, largo

pal: due: la Vergine col Bambino e S.

Caterina Scuola di Parma

532. Quadro in tavola alto pal: due ed once quattro,

largo pal: uno ed once undici: la Vergine

col Bambino, S. Giuseppe con tre Putti intorno al

Bambino Michelino Anselmi Senese

533. Quadro alto pal: due ed once otto, largo pal:

due: Ritratto d’un Giovinetto in mezza

figura, il quale tiene una gabbia con l’uccello

dendro di Francesco Denis Fiamingo

153

534. Quadro in rame alto pal: uno ed once undici,

largo pal: uno ed once cinque: la Vergine

seduta col Bambino in seno che tiene un pomo nella

mano destra due Angioli accanto vi è una culla con

panno bianco sopra: Alla sinistra della Vergine S.

Girolamo con una Santa accanto figurina che porge li

pomi al Bambino, S. Giuseppe con Asinello, tre

Angioli in Gloria, che buttano fiori di Giulio Campi

535. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo

pal: uno ed once sette: la Madonna con

Bambino e S. Girolamo di Benvenuto Garofalo

536. Quadro in tavola, alto pal: due e mezzo, largo

pal: cinque ed once una: Gesù Cristo morto

sopra un lenzuolo del Correggio

537. Quadro alto pal: uno ed once tre in tavola, largo

once dieci: Testa di S. Francesco

d’Assisi in profilo Imitazione di Corregio

538. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: uno

ed once sette e mezza in tavola: Nostro

Signore con le mani legate alla Colonna di Palma il

Vecchio

539. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo pal: due

ed once quattro in tavola: S. Anna

Scuola di Michelino Buonarota

154

540. Quadro alto pal: uno ed once otto, largo pal: uno

ed once una: testa di un Vecchio Scuola

di Raffaele

541. Quadro alto pal: due ed once due e mezza, largo

pal: uno ed once nove, S. Girolamo con

libro in mano Scuola Antica

542. Quadro alto pal: uno ed once sette, largo pal:

uno ed once tre, una Giovinetta con coona

in testa e pugnale in petto del Mazzola

543. Quadro alto pal: dieci, largo pal: sei ed once

tre: la Vergine col Bambino in Gloria

circondata da Angioli, S. Sebastiano legato Impiedi

ad un Albero Copia del Correggio

544. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno

ed once quattro e mezza, in tavola : la

Vergine col Bambino S. Giovanni e S. Giuseppe Scuola

del Parmigianino Trasportato in Francavilla

545. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:

Nostro Signore in mezza figura clla mano

sinistra si tiene il suo manto torchino del Cavalier

Vanni

546. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo: S.

Giovanni in mezza figura Scuola di

Caracci

155

547. Quadro in tavola alto pal: sei ed once nove,

largo pal: due ed once cinque: S.

Giovacchino con l?agnello tra le mani Scuola di

Michelino Buonarota

548. Quadro sopraporta, alto pal: quattro, largo pal:

cinque ed once cinque: due Angioli con

croce in spalla che volano di Zuccari

549. Quadro in tavola alto pal: uno ed once sette,

largo pal: uno ed once tre: la Vergine col

Bambino in seno, S. Giuseppe colla colomba in

braccio ed agnello a canto tre angioli uno de quali

inginocchiato con un libro con iscrizione Scuola del

Parmigianino

550. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once tre: Un Presepe di Michelino

Anselmi Senese

551. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed

once sei: Una Giovime con cortello nel

petto vestita di rosso del Mazzola

552. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque ed once cinque: le tre Parche Scuola

Veneziana

553. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo

pal: tre ed once tre Sacra Famiglia di

Andrea del Sarto

156

554. Quadro in tavola alto pal: uno ed once sette,

largo pal: uno ed once quattro: Ritratto di

Uomo vestito di scuro, con baretta in testa di

Giambellini

555. Quadro alto pal: cinque ed once nove, largo pal:

quattro e mezzo: Ritratto del Duca

Alessandro Giovine vestito da marte siede sopra un

Globbo abbracciato da Donna Armata con un Elmo in

testa, nella sinistra mano un Scudo nel quale ci è

l’Arma Farnese di Girolamo Mazzola

556. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pa: uno e mezzo: la Vergine col

Bambino in seno e condestra mano accarezza la testa

di S. Giovanni Immitazione dello Schidone

557. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once

due: Ritratto di Pier Luigi armato con

bastone di comando in mano , Un Soldato armato con

bantiera di Tiziano

558. Quadro in rame alto pal: uno ed once una, largo

once dieci e mezza: la Vergine

addolorata di Carlino Dolce

559. Quadro in rame alto once dieci, largo once otto:

Testa di Ecce Homo Appresso Correggio

560. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: cinque

ed once due: S. Giovanni Battista

157

l’Evangelista con colomba in alto di Bombonio Alegri

561. Quadro alto pal: otto ed once otto, largo pal:

cinque ed once otto: la Vergine in Gloria col

bambino in seno, con S. Crispino e Crispiniano Scuola

Lombarda

562. Quadro alto pal: sette ed once sette, largo pa:

cinque: Nostro Signore deposto dalla Croce,

poggiato sopra un sasso con la Vergine da dietro che

lo sostiene con un lenzuolo sotto le braccia con le

tre Marie avanti all’impiedi di Palma Giovine

563. Quadro alto pal: quattro e quattro: Sposalizio di

S. Caterina Copia del Correggio

Stanza Tredicesima

Secondo Gran Salone

564. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: de ed

once sette: Ritratto mezza figura d’un

Maestro di Cappella vestito di nero, un tavolino ed

un libro di Musica aperto con la penna in mano e

levata dal calamaro in atto che aspetta l’estero

per comporre di Annibale Caracci

565. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

sei ed once nove: Rebecca incontrata da

Servo d’Abramo di Albano

158

566. Quadro alto pal: tre ed once quattro e mezza,

largo pal due ed once sei e mezza: Ritratti

in mezza figura vestito scuro che accorda un Liuto

di Agostino Caracci

567. Quadro in tavola alto pal: sette ed once cinque,

largo pal: cinque: la Vergine in Gloria

con il Bambino in seno all’impiedi che porge una

chiave a S. Pietro accanto vi è S. Giovanni che

addita la Vergine e con la sinistra tiene la Croce

alla sinistra una S. Vergine Scuola Lombarda

568. Quadro alto pal: sei ed once quattro largo pal:

quattro ed once sei e mezza: Caino che

ammazza Abele di Leonello Spada

569. Quadro alto pal: sette ed once due e mezza, largo

pal: cinque ed once una: S. Sebastiano

nudo disteso sopra una pietra in scurcio, una donna

che vuol medicarlo ed altre Bozzo

di Schidone

570. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sei e

mezzo Olindo e Sofiona legati al

patibolo per ssere crucciati, Clorinta che

sopragiunge a liberarli con varie figure e

Guerriero principale Imitazione di Schidone

571. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal: sei:

Figura di Donna Giovine vestita di

159

sopraveste verde e manto rosso, una spinetta nella

sinistra misurandolo col combasso Scuola del

Parmigianino

572. Quadro in tavola alto once nove, largo once sette

e mezza: la Vergine col Bambino, S.

Giuseppe e S. Giovanni che tiene un piccione in

mano Scuola Veneziana lo stile di

Giorgione

573. Quadro in tavola alto once undici, largo once

otto: Ritratto in profilo con barretta e

manto rosso di Giovanni Bellino

574. Quadro in tavola alto once otto, largo once

dieci: Putto che dorme Imitazione del

Correggio

575. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno

ed once una: S. Francesco di Pavola con

sacco sopra le spalle Incognito

576. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:

tre ed once una: Donna vestita di

Gridellino colla destra tiene una perla che pende

da un cordone d’oro di Tiziano

577. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:

tre e mezzo: il bambino che dorme con

teschio di morte a piedi di Guido Reni

160

578. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:

due ed once nove: Ritratto del sarto di

Paolo Terzo che nella destra tiene una mezza Canna,

e la sinistra le forbice con tavola sulla quale un

drappo di broccata di Tiziano

579. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

otto: Ritratto di Donna vestita di nero,

con la mano destra appoggiata sopra d’un tavolino

un fazzoletto bianco ed un guanto alla sinistra in

dietro due figure di chiaroscuro di basso rilievo

580. Quadro alto pal: due ed once sette in tavola,

largo pal: due ed once tre: Un Uomo con

barba vestito di bianco con barretta simile di

colore e nella sinistra mano tiene una carta di

musica Scuola di Parma

581. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

Ritratto di Uomo vestito di nero con Croce

rossa sul petto, la spada ed il braccio destro

appoggiato ad una tavola, sopra della quale vi è un

Ercole a chiaroscuro di Girolamo Mazzola

582. Quadro in tavola alto pal: undici ed once una,

largo pal: sette e mezzo: S. Girolamo, S.

Ambrogio, S. Agostino, S. Gregorio e la Vergine nel

mezzo che quarda in Cielo con le mani unite in atto

161

di adorare: Arcitettura con tre Angioli che calano

da sopra una Nuvola di Michelino Anselmi Senese

583. Quadro sopraporto, alto pal: sei, largo pal:

nove: Paesaccio, fiume nel quale vi bevono

alcuni Armenti Incognito

584. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:

quattro ed once dieci: Cristo nel Deserto

che li viene dall’Angiolo Ammistiato il cibbo di

Lanfranco

585. Quadro alto pal: cinque ed once due, largo pal:

sei ed once dieci: il Battesimo del

Nostro Signore nel fiume Giordano con molte figure

ed il Padre Eterno in Gloria di Francesco Albano

586. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque ed once tre: la Vergine che

contempla il Bambino che dorme con la mano destra

tiene un pannolino a coprirlo con

due Angioletti di Leonello Spada

587. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo

pal: cinque ed once quattro: tavola con

tappeto ricamato sopra un bacile con confetti ed

altri dolci accanto una Donna con un Puttino in

braccio il quale prende alcuni dolci, un cagnolo

che sta sopra un cuscino, un vaso con fiori e due

figurine in lontano di Benedetto Castiglione

162

588. Quadro alto pal: tre e once otte, largo pal:

cinque: un cane a caccia Incognito

589. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei:

S. Cicilia, S. Valeriano e altro Santo

coronato di ghirlante di fiori da un Angelo del

Gavedoni

590. Quadro alto pal: otto e once nove, largo pal:

quattordici e mezzo: Mosè ed Aronne

immezzo al Popolo Egiziane con Faraone assistente

il quale Mose converte l’acqua in sangue di Palma

Giovine

591. Quadro sopraporto: simile al n°

cinquecentottantatre

592. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo

pal: tre ed once otto: Ritratto del

Cardinal Bambo, seduto sopra una sedia di Appoggio

quale nella sinistra mano tiene un Ufficio di Tiziano

593. Quadro in tavola alto pal: due ed once otto,

largo pal: uno ed once undici: Ritratto d’una

Donna nobilmente vestita, con libro in mano Scuola

di Leonardo da Vinci

594. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro: Gesù

posto nel Sepolcro accompagnao dalle

marie con San Giovanni, S. Giuseppe e S. Nicodemo

di Federico Barocci

163

595. Quadro alto pal: due ed once undici, largo pal:

due ed once tre: Ritratto di un Giovine

vestito di necro con barettone con Citia in testa

del Bronzini

596. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once

ed once due: Ritratto di Paolo Terzo

Farnese seduto con carta nella Mano destra di Tiziano

597. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque: S.

Giovannino nel deserto seduto Scuola

Bolognese

598. Quadro alto pal: quattro ed once dieci, largo

pal: tre ed once sette: Una Pittrice in atto di

dipingere un profilo in una tela, sopra un tavolino

alcuni studj di Pittura Incognito

599. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei: Istoria

del centurione con nostro Signore

accompagnato da numerose figure di Paolo Veronese

600. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo pal:

quattordici e mezzo: Mosè immezzo al

Popolo Ebreo che fa scaturire l’acqua dal monte di

Palma Giovine

601. Quadro sopraporto, simile al n° cinquecento e

ottantatre

602. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:

tre: Ritratto del Cardinal S. Angiolo, con

164

baretta in testa, tiene nella sinistra i guanti di

Tiziano

603. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due

ed once una: Nostro Signore

all’Impiedi vicino ad esso si appoggia un Uomo nudo

nella sinistra spalla di Tintoretto

604. Quadro alto pal: tree mezzo, largo pal: tre ed

once una: Ritratto di Errigo Quarto vestito

di necro con poca barba, collana d’oro, alla fine

della quale vi è una Croce: colla mano sinistra

appoggiata sopra il Pomo della Spada e barretta

necra in testa con penna bianca in lontano un

cammino con foco acceso Fiamingo

605. Quadro in tavola alto pal: sette e mezzo, largo

pal: cinque ed once una: Ritratto di Paolo

Terzo a sedere e Pier Luigi in piedi con Spada

Appresso Tiziano

606. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pal:

quattro ed once otto: Santa Cicilia a sedere

che suona l’organo a piedi vi sono varj stumenti

Musicali alla sinistra un Angiolo con

flauto alla mano e con violoncello avanti di Ludovico

Caracci

607. Quadro alto pal: undici, largo pal: sette ed once

tre: la Rappresentazione al Tempio, la

165

Vergine con il Bambino in braccio, inginocchioni e

viene incontrata dal Vecchio Simeone vicino

all’Altare, varie figure e veduta d’Archidettura

nell’interno del Tempio di Antonio Campi Cremonese

608. Quadro alto pal: undici ed once tre, largo pal:

cinque ed once nove, sopraporta: Orfeo

seduto che suona la lira con Animali che stanno ad

udirlo Scuola di Parma

609. Quadro alto pal: otto ed once sette, largo pal:

sette ed once tre: Donne che offrono avanti ad un

Ritratto alcuni doni Incognito

610. Quadro alto pala. Otto ed once nove, largo pal:

sei ed once nove: Un presepe

611. Quadro alto pal: sedici e mezzo, largo pal:

dodici: la Crocifissione di nostro Signore

colli dueLadroni in terra la Vergine svenuta

assistita dalle tre marie, S. Giovanni dietro ad

essa, Lungino a Cavallo contemplando nostro Signore

morto dopo la lanciata di Bernardo Gatti di [illorati]

612. Quadro sopraporta simile di Grandezza ed Autore

al numero seicento ed otto, due figure

a sedere una di esse colla destra mano sopra uno

spinetto e varj strumenti e libro di

musica in terra Scuola di Parma

166

613. Quadro in tavola alto pal: tre ed once otto,

largo pal: due e mezzo Annunciazione della

Vergine di Marco di Siena

614. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

tre e mezzo: una donna con una tazza in

mano che li viene data da un Soldato alla sinistra

altra Donna con puttino di Nicola

dell’Abbate

615. Quadro in tavola alto pal: tre ed once nove,

largo pal: due ed once sette: la Circoncisione di

Nostro Signore di Marco di Siena

616. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: la

Vergine seduta col Bambino in seno, S.

Giuseppe che li fa mostra un libro aperto di

Borgononi

617. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo

pal: tre e mezzo: Ritratto di Giovine

con coppola nera in testa, la sinistra nel fianco,

avanti tavolino con tappeto del Parmigianino

618. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal: tre

Santa Maria Maddalena con Crocifisso in

mano testa di morte da un lato Scuola Genovese

619. Quadro alto pal: quindici, largo pal: dieci ed

once quattro, la Vergine in Gloria col

167

Bambino in seno che porge un giglio ad un Santo il

quale sta inginocchiato come anche un Pontefice che

con ambi le mani presenta il disegno di Sebastiano Flori

allievo di Vasari

620. Sopraporto simile al n° cinquecento ottantatre

621. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:

tre ed once tre: Ritratto di Uomo vestito di

nero baretta nera e nella mano destra una carta di

Tiziano

622. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: tre

ed once due e mezza: Ritratto di una

Donna che s’accomoda le treccie vicino ad un

tavolino sopta del quale è una testa di morte

Incognito

623. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: due

e mezza: Ritratto di donna in mezzo

busto con turbante in testa collana d’oro, destra

al petto di Giulio Romano

624. Quadro in tavola alto pal: tre ed once dieci,

largo pal: tre ed once tre: Ritratto di uomo

con barretta necra in testa, piuma con la sinistra

tiene un libro aperto ed altra mezza figura di

schiena del Parmigianino

625. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:

tre e mezzo: Ritratto Vecchio che

168

poggia la destra sopra un poggiolo con lettera in

mano ove vi è scritto Francescus Iurbidus dictus

il moro V. Faciebat di Francesco Iorbido

626. Quadro alto pal: cinque ed once sette, largo pal:

quattro ed once dieci: la Vergine in

Gloria con manto bianco, in testa, e Bambino

all’impiedi e Angioli Paolo Veronesi

627. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto, ed once

tre: Nostro signore portato al sepolcro, la Vergine

da un lato seduta. Accompagnato di varie figure, ed

in lontananza il montecalvario del Bassano

628. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal

cinque: Giovanni Battista alla sinistra, S.

Girolamo inginocchioni avanti di esso, un fanciullo

che tiene un libro aperto di Paolo Veronese

629. Quadro alto pal: nove, largo pal: sedici.

Allegorigo alla Casa Farnese del Cavalier Drago

630. Quadro sopraporta simile al n°

cinquecentottantatrè

631. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo

S. Giovanni Battista: decollato figura intiera con

manicoldo, che lo dimostra di Schidone

632. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due ed

once quattro: S. Francesco con libro nelle mani di

Annibale Caracci

169

633. Quadro alto pal: tre, ed once dieci, largo pal:

tre ed once una. S. Antonio in mezza figura che

medita sopra un libro aperto dove vi scorge il

Bambino di Schidone

634. Quadro alto pal: due, ed once tre, largo pal: uno

ed once otto. Un vecchio mezza figura con le mani

giunte, appoggiato sopra un bastone

635. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo.

S. Lorenzo inginocchiato con le mani giunte e

guarda in Cielo Puttino alla destra che tiene una

Graticola

636. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo.

S. Giovanni Battista nel deserto nella sinistra

tiene una canna, con la destra addita Nostro

Signore che viene dal Giordano

637. Quadro alto pal: uno, ed once nove, largo pal:

due, ed once nove. Vulcano e Minerva del Bertoja

638. Quadro alto pal: quattro, ed once sette, largo

pal: tre ed once nove. S. Maria Maddalena

inginocchiata avanti un Crocifisso Scuola Lombarda

Antica

639. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:

la Croce con sotto teschio di morte e cinque

Puttini, ed uno di essi la sostiene Schidone

640. Simile al n° seicentotrentasette

170

641. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:

S. Sebastiano legato alla Colonna, alla destra un

soldato che sta guardando

642. Quadro alto, e largo, e tutto simile al n°

seicentoventinove

643. Simile al n° cinquecentottantatrè sopraporta

644. Quadro in tavola alto pal: due, ed once sette,

largo pal: due, ed once due. S. Pietro mezza figura

che porge la moneta a Nostro Signore il quale li

dice che porti a sodisfare il tributo di Schidone

645. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:

quattro, ed once otto: Sposalizio di Santa

Caterina, colla Vergine, il Bambino, S. Giuseppe,

S. Pietro e Gloria d’Angioli Copia del Correggio fatta

dall’Amitano

646. Quadro in tavola alto pal: tre, largo pal: due e

mezzo: Nostro Signore incoronato di Spine, con

canna in mano schermito dagli Giudei di Schidone

647. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo,

S. Pavolo seduto, colla destra tiene un libro, con

la sinistra rivolge le [carti],e spada sulla dritta

648. Quadro alto pal: tre, ed once otto, largo pal:

due, ed once dieci. San Paolo colla spada sulla

dritta, e libro sulla sinistra, con un Angelo di

spalla che lo sostiene

171

649. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:

S. Pietro seduto sopra un sasso, colle mani

incrociate sopra un libro, che tiene sù delle

Ginocchia , alla dritta il Disegno, [Pisita,

sottana] e Mitra, ed alla sinistra le Chiavi

650. Quadro alto pal: dicei ed once tre, largo pal:

sette e mezzo . Rappresentazione al Tempio, la

Vergine inginocchioni che ha dato il Bambino al

Vecchio Simeone: S. Giuseppe anche inginocchioni,

offre con ambi le mani una canestra con due Palombe

ed altra figura intiera del Cavalier Vanni

651. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una, largo

pal: uno e mezzo: una Venere che dorme con due

amorini di Schidone

652. Quadro in rame di diametro pal: uno, ed once due:

Giocatori Scuola di Caravaggio

653. Quadro in tavola, alto pal: uno, ed once tre,

largo once dieci, testa di una Signora con panno

fianco, sopra il capo, e sopra le Spalle

Immitazione del Caravaggio

654. Quadro alto pal: uno, ed once tre, largo pal:

uno, ed once una: S.Francesco Saverio Moribondo

Incognito

655. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal: sei:

donna Giovine che guarda la sfera Celeste; tiene

172

nella sinistra una tavoletta, con varie figure, e

colla destra disegna a piedi una sfera armillaia

Scuola del Parmigianino

Stanza Quattordicesima

656. Quadro alto pal: due, ed once tre, largo pal: tre

ed once cinque, in tavola, Una Marina con figura:

Scuola di Vernè

657. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: uno, ed

once otto: Erodiade con la testa sopra di un

baucile di San Giovanni Battista di Francesco Venni

658. Quadro alto pal: uno, ed once sette, largo pal:

uno e once tre in rame, deposito della Croce di

Nostro Signore del Sepolcro Immitazione del Correggio

659. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:

due ed once tre mezze figure Scuola di Parma

660. Simile al n° seicentocinquantasei: Burasca di

Mare

661. Quadro alto pal: quattro, largo pal: due e mezzo

trasfigurazione di nostro Signore con li Apostoli

Scuola Genovese

662. Quadro alto pal: tredici, ed once nove, largo

pal: undici e mezzo, una figura seduta in Trono,

nella destra tiene il ladugeo, una figura impiedi,

173

accanto un altro giù a basso che storce una corona

di lauro, e tre figure, una di esse tiene un fieno,

nella destra mano, e nella sinistra un asta, un

soldato che tiene una bantiiera, ed una Giovinetta

che presenta un emblema di Provincia Paolo Veronese

663. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: due

e mezzo: Una Santa Vergine all’impiedi, con palma

in mano Incognito

664. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo pal:

uno ed once dieci: Bosco Allegorico Scuola di Altani

665. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:

uno ed once nove: Testa d’un Vecchio con barba: in

Arazzo Incognito

666. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo pal:

uno ed once dieci: Bozzetto

667. Quadro alto pal: due e ezzo, largo pal: uno ed

once dieci: la Vergine addolorata in profilo Scuola

Fiorentina

668. Simile al n° quattrocentottantuno

669. Quadro in tavola alto pal: quattro, largo pal:

tre e mezzo, la Vergine col Bambino

670. Simile al n° seicentosessantotto

671. Quadro, alto pal: tre ed once quattro, largo pal:

due e mezzo Madonna con Bambino in seno, S.

174

Giuseppe ed un Santo inginocchioni con Mitra in

testa, in un Paese Incognito

672. Quadro alto pal: tre, largo pal: due, ed once

tre, Giovane con un Piccione in mano

673. Quadro alto pal: undici e mezzo in Quadro: Mosè

preso alla riva del Nilo, dalle seguaci della

figlia di Faraone, che sta seduta circondata da

Damigelle di Sebastiano Ricci

674. Quadro alto pal: tre, largo pal: due, ed once

tre, la Madonna col Bambino in seno Incognito

675. Quadro alto pal: due, ed once nove, largo pal:

due ed once due: figura rappresentante una Pezzente

676. Simile al n° quattrocento, e ottantuno

677. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei, ed once

undici, fiera in un mercato con numerose figure di

Leandro Bassano

678. Simile al n° quattrocentottantuno

679. Quadro alto pal: cinque, ed once nove e mezzo,

largo pal: quattro ed once nove. Coronazione, e

schernito Cristo dagli Ebrei Scuola Cremonese

680. Simile al n° quattrocentottantuno

681. Quadro alto, pal: cinque, ed once sette, largo

pal: quattro e mezzo: S. Martino che si taglia la

metà del Mantello per covrire il Demonio in figura

di Povero Scuola del Cavalier Arpino

175

682. Quadro alto pal: due, largo pal: tre: Campagna

con figura ed Armenti Incognito

683. Quadro alto pal: dodici ed once due, largo pal:

undici ed once nove: S. Giovanni di Dio che assiste

all’Ammalati nell’Ospedale di Paolo Veronese

684. Quadro alto pal: nove, largo pal: quindici,

Battaglia Navale tra Turchi e Cristiani Incognito

Stanza Decimaquinta

685. Quadro alto pal: quattro, ed once tre, largo pal:

quattro, ed once nove: Un Accademia Copia di Caracci

686. Quadro alto pal: cinque, ed once due, largo pal:

sette e mezzo: Venere con Amorino che la bacia di

Michelangelo

687. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: due; Un

Soldato a Cavallo in una Campagna del Bresciano

688. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: undici

la Regina de Sciti Tamiri, che fa immergere la

testa recisa di Ciro, in una conga di Sangue:

Popolo e veduta di accampamento di Sebastiano Ricci

689. Simile al n° seicentottantasette

690. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei:

rappresentante molti generi di pranzo di Giacomo

Nani

176

691. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto, Uomo a

sedere con gamba alzata e colla mano destra il

grembo di una donna che li sta accanto, un cesto di

fiori e volatili Giovanni Bassano

692. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

due ed once tre: Bozzetto di una volta con molte

figure di Giacomo del Po’

693. Quadro alto pal:sei, largo pal: otto, una donna

vestita di rosso, presso una tavola, sopra di essa,

e all’intorno sono molti pesci al naturale, alla

destra un tonno, ed in lontano altre donne di

Giovanni Bassano

694. Simile al n° seicentonovanta

695. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: due;

Un Paese con due figure in lontano Incognito

696. Quadro alto pal: dodici, largo pal: cinque, ed

once quattro: Battaglia del Bresciano

697. Quadro alto pal: dieci, largo pal: venti;

Battaglia degl’Epiroti, parte dell’Esercito si vide

in lontano che salva il Bambino Fanciullo Pigro

698. Simile al n° seicentonovantasei

699. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei: Paese

Incognito

700. Quadro in tavola alto pal: tre ed once due, largo

pal: due e mezzo; la Vergine assedere col Bambino

177

in seno Scuola di Raffaello

701. Simile al n° seicentonovantanove

702. Quadro alto pal: due, largo pal: due e mezzo: la

Coronazione di spine, con varie figure intorno

Scuola Forestiera

703. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo

pal: tre ed once quattro: Davide con un liuto in

mano Scuola di Caracci

704. Quadro alto pal: due, largo pal: due e once nove:

Una testa di un Uomo con barretta rossa in capo e

donna che tiene alcune carti da giuogo Scuola

Veneziana

705. Quadro alto pal: sette e mezzo largo pal: nove e

mezzo: l’Annunzio ai Pastori del Castiglione

706. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

dieci: Una Monaca con Crocifisso in mezzo Scuola di

Parma

707. Quadro alto pal: due, largo pal: due, ed once

nove, studio di due teste Scuola Veneziana

708. Quadro alto pal: tre, ed once otto, largo pal:

sei, ed once due; una Venere che dorme sotto un

Padiglione, un Satiro che la discopre in lontano,

ratto di Satiri, ed in Aria Venere con Amore del

Bertoja

178

709. Quadro semicerchio, alto pal: quattro, ed once

cinque, largo pal: cinque e mezzo, mezza figura di

donna colle mani giunte, ed un puttino del

Parmigianino

710. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: dieci

e mezzo, Battaglia in una Valle, da un lato sopra

un monte, Fanciulli condotti davanti soldati, in

una culla a vista dell’Azione Bresciano

711. Quadro alto pal: otto, largo pal: dodici, Campo

di Battaglia a fine della medesima parte de soldati

che conducono Bambino Fanciullo Pirro in Trionfo, e

veduta di monti

Stanza Decimasesta

712. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo

pal: cinque ed once due: Piazza

di Mercato veduta di Varj Palazzi avanti un Uomo

che vuol baciare una donna da un lato un'altra

donna seduta che tiene due Polli in seno,

dall’altra parte molti canestri pieni di frutti ed

in terra molta verdura Fiammingo

713. Quadro alto pal:cinque, largo pal: sei ed once

tre: un mercato con molte donne con cesta

179

di robba diversa con lepri anatre ed altro di

Giovanni Balzano Fiammingo

714. Simile al settecento edodici

715. Quadro alto pal: dieci ed once nove, largo psl:

quindici: la Regina Estera si presenta

avanti il Trono di [Assero] e sviene il Re va a

soccorrerla di Giuseppe Crespi

716. Sopraporto alto pal: quattro e mezzo largo pal:

cinque ed once tre: la Regina Estera

seduta sopra un tappeto con aman che se li butta a

suoi piedi ed il Re asuero che lo sorprende

717. Quadro alto pal: cinque e mezzo largo pal: sette

ed once sette: Una vecchia vestita di

rosso che vende pesce di Giovanni Bassano

718. Tondo di diametro pal: uno ed once undici: vaso

con fiori Scuola Napolitana

719. Quadro alto pal: uno ed once quattro e mezza,

largo pal: uno ed once dieci: Vaso con

fiori

720. Tondo simile al n° settecento dieciotto

721. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal: sette

ed once dieci: Macelleria Giovanni

Bassano Fiamingo

722. Simile al n° settecentodieciotto

723. Simile al n° settecentodiecinnove

180

724. Simile al n° settecentodieciotto

725. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal: sette

ed once otto: Uomo che tiene la destra

mano sopra il petto di donna alto Uomo e donna con

diversi frutti erbagio e caccia di Giovanni Bassano

Fiamingo

726. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:

tre: rappresentante il nolimetangere Scuola

di Vanni

727. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo

pal: venti: Battaglia dell’Amazzoni con

veduta di un Ponte ove si sta compattendo ed

ingendio in lontano del Bresciano

728. Simile al n° settecentoventisei

729. Sopraporto simile al n° seicentonovanta

730. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:

tre e mezzo: S. Cicilia in un Paese che

suona l’Organo alle parti del quale vi sono due

Angioli di Giovanni Fiamengo

731. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette ed once

oto: Una Donna con cesto di Persiche

che tiene in mano un Vecchio ed una Donna con filia

di Uccelli Giovanni Bassano

732. Quadro simile di misura ed autore al n°

settecentotrenta: il Battesimo di Cristo con tre

181

Angioli

733. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pa:

quindici: Martocho portato in Trionfo

sopra il Cavallo del Re e condotto da Amane Giuseppe

Crespi

734. Sopraporto simile al n° seicento novanta

735. Quadro in tavola alto pal: tre e mezzo, largo

pal: cinque e mezzo: Nostro Signore che

benedice i bambini degl’Ebrei con numero sei figure

Dionisio Cavalcanti

736. Quadro alto pal: tredici ed once nove, largo pal:

sette e mezzo: Allegorico alla Casa

Farnese del Cavalier Drago

737. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:

quattro ed once nove: la Predicazione

di Sant Antonio con molto popolo Incognito

738. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e

mezzo: Un frammento di un Quadro

tagliato con quattro teste abbasso ed alcuni

Angioli che alzano il lempo del Padiglione da letto

Scuola Perugina

739. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto: Ritratto

di Giacomo Nani che sta dipingendo un

Paese di Giacomo Nani

740. Sopraporta simile al n° settecento e sedici

182

Stanza Decimasettima

741. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

cinque ed once nove: tre figure ed una

donna vestita di rosso tina con molti pesci di

Giovanni Bassano Fiamingo

742. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:

sette ed once una: S. Maria maddalena in

Gloria di Sebastiano Ricci

743. Quadro alto pal: sei ed once dieci, largo pal:

cinque: S. Carlo Borromeo con altri santi e

Vergine in Gloria Incognito

744. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:

cinque: figura di donna all’impiedi involta

ad un manto giallo ed indietro due piccole figure

Incognito

745. Quadro alto pal: uno ed once otto, largo pal: due

ed once quattro e mezza: la Donna

Caninea che si presenta al Nostro Signore Scuola

Veneziana

746. Quadro alto pal: sette, largo pal: quattro e

mezzo: Paese con S. Giovanni ed avanti una

Pecora grande di Benedetto Castiglione

183

747. Quadro alto pal: uno ed once sette, largo pal:

due ed once quattro: il Centurione che sta

a presentarsi a Nostro Signore Scuola medesima

Veneziana

748. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed

once sette: S. Sebastiano Incognito

749. Quadro altgo pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo: la Vergine col bambino e S.

Giuseppe Scuola di Badalocchi

750. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo

pal: undici e mezzo: la Circoncisione di

Nostro Signore di Giulio Campi

751. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque ed once sette e mezza: la Madonna

Scuola di Pietro di Cortona

752. Quadro alto pal: undici ed once dieci, largo pal:

sette ed once quattro: S. Maria

Maddalena con Nostro Signore Gesù Cristo in Gloria

con Angioli Incognito

753. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

sei ed once quattro: Paese Sopraporto

754. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once

una e mezza:Uomo vestito di rosso e

nella dritta mano una lepre di Giovanni Bassano

184

755. Ottangolo alto pal: sei ed once sette e mezza,

largo pal: cinque: ratto d’Europa di

Sebastiano Ricci

756. Quadro alto pal: quattro ed once tre e mezza,

largo pal: tre e donce otto: la Vergine in

Gloria col Bambino e nel basso S. Girolamo con

altri Santi Scuola di Guido

757. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: tre:

figura simbolica a sedere nella sinistra tiene

un cornucopio e nella destra un mazzetto di Grano

di Sebastiano Ricci

758. Quadro alto pal: dieci, largo pal: otto: la

negazione di S. Pietro nel Pretorio di Valentino

759. Simile al n° settecentocinquantasette

760. Simile al n° settecentocinquantasette

761. Simile a (sopra)

762. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre e mezzo:

Donna seduta avanti un telaro Scuola

Genovese

763. Quadro simile di misura ed Autore al n°

settecentotrentasei

764. Quadro sopraporto, alto pal: tre e mezzo, largo

pal: cinque ed once tre: Romolo e Remo

colla lupa Incognito

185

Stanza Decimaottava

765. Quadro alto pal: nove, largo pal: cinque ed once

nove, la Vergine col Bambino in

braccia nel basso due Santi Dominicani sopra tavola

Incognito

766. Quadro alto pal: otto, largo pal: cinque ed once

tre: Nostro Signore colla Vergine in

Gloria Scuola Lombarda

767. Quadro centinato, lato pal: sette, largo pal:

quattro ed once cinque, veduta di notte con

Luna ed Archidettura Scuola Napolitana

768. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

cinque: una figura alata seduta con grillanda

in testa di Sebastiano Ricci

769. Quadro alto pal: cinque ed once tre, largo pal:

tre ed once otto: la Bambina Marcherita

Scuola di Carlo Maratti

770. Sopraporto alto pal: quattro, largo pal: cinque:

Archidettura Scuola Moderna

771. Simile a (sopra)

772. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:

sette e mezzo: Giulio Cesare che li

viene presentata la testa di Pompeo in un bacile

Scuola di Caravaggio

186

773. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici:

Spoglio di un Campo di Battaglia di Mario

Spolverino

774. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pal:

dodici: Battaglia con veduta di una

Fortezza di Spolverino

775. Sopraporto simile al n° settecentosessanta

776. Simile a (sopra)

777. Quadro centinato alto pal: sette, largo pal:

quattro ed once cinque: Paese con varie

figure Scuola Napolitana

778. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo

pal: cinque ed once quattro: Viaggio

della Famiglia di Giacobbe Scuola Moderna

779. Quadro alto pal: cinque ed once quattro, largo

pal: quattro: S. Giovanni Battista nel

deserto che abbraccia l’Agnello Scuola Napolitana

780. Disegno alto pal: quindici, largo pal: undici ed

once due: il sacco che diece Carlo

Borbone in Roma Creduto di Giulio Romano

781. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: frutti

Scuola Napolitana

782. Quadro alto pal: due, largo pal: tre: Un Gatto di

Giacomo Nani

187

783. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: frutti

Scuola Napolitana

Stanza Decimanona

784. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once

dieci: San Francesco di Paola con testa di

Cherubino di Giovando Scuolaro dello Spagnoletto

785. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

due ed once quattro: testa di Un Vecchio

dello Spagnoletto

786. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:

Erudiade colla Testa di S. Giovanni

Battista in un baile di Luca Giordano

787. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:due

ed once due: testa di Vecchio di

Cesare Fracanzani

788. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due

ed once dieci: Un filosofo che scrive

dello Spagnoletto

789. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: sei ed

once dieci: San Bartolomeo

Martirizzato di Calabrese

790. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:

Nostro Signore che incontra li Gabbellieri e

188

li dimandano a chi si debba pagare il Tribbuto

791. Quadro alto pal: otto ed once otto, largo pal:

sette ed once una: San Luca che pinge la

Vergine col Bambino in Gloria di Luca Giordano

792. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due

ed once tre: Ritratto d’un Cardinale

con carta nella mano e baretta in testa Incognito

793. Quadro in tavola alto pal: sette, largo pal:

quattro: Una nicchia ornata con varie sculture

di chiaroscuro con la Vergine all’impiedi e Bambino

in braccio Scuola di Zuccarri

794. Quadro alto pal: undici in quadro: un soggetto

allegorico dinotante la Giustixia impedita

dall’ignoranza che la trattiene figura d’un genio

alla sinistra che anche la trattiene, un

puttino in aria con flaggello in mano e tre mezze

figure in lontano di Luca Giordano

795. Quadro alto pal: otto ed once cinque, largo pal:

quattro ed once quattro: la Vergine col

Bambino San Giovanni Battista e S. Giuseppe Scuola di

Parma

796. Quadro alto pal: otto ed once due, largo pal:

otto ed once dieci, Sopraporta: una furia in

Aria che tiene le faci in Ambi le mani che accende

il petto di due Ebbrei del Cavalier Drago

189

797. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:

quattro ed once quattro: la Maddalena

Scuola Napolitana

798. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: Diogene

che tiene una lanterna con lume acceso

nella sinistra tiene una catya dove è scritto :

Hominem Verticum quero Scuola di Spagnoletto

799. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: cinque

ed once due: Una Battaglia del

Bresciano

800. Quadro di diametro pal: due ed once sette: la

Crocifissione del Signore di Mario

Spolverino

801. Quadro di figura centinata, alto pal: sei e

mezzo, largo pal: quattro: S. Giovacchino a

sedere colla Vergine in braccio di Paolo de Matteis

802. Quadro alto pal: quattro ed once dieci, largo

pal: due ed once otto: uno studio del nudo

di Caracci

803. Quadro alto pal: sette, largo pal: tre e mezzo:

Copia del bacco de Caracci fatta da

Francesco Maria Bedi

804. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto e mezzo,

sopraporto: la Vergine a sedere in terra

190

con il bambino in seno che dorme, S. Giovanni alla

sinistra, S. Giuseppe di Giuseppe Ribera detto lo

Spagnoletto

805. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: tre: il

fine di una Battaglia con Soldato

principale che piglia per la briglia un Cavallo ed

altro Soldato con bantiera di Bresciano

806. Ovato alto pal: due ed once dieci, largo pal: due

ed once quattro: alcune Ninfe alla Riva

del Mare in sopra figura di una Ninfa che tiene un

Cavallo d’Aurelio del Po

807. Quadro alto pal: quattordici e mezzo, largo pa:

tre ed once sette: mezza figura seduta di

Schiena rappresentata con fiume in lontano un

ingendio in una fortezza in aria una figura

simbolica Cavalier Drago

808. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

otto: San Girolamo inginocchioni ed

appoggia la sinistra sopra alcuni libri Scuola

Bolognese

809. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei e mezzo:

Cristo morto disteso illuminato da una

candela Scuola Veneziana

810. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo

pal: quattro: San Girolamo mezza figura

191

avanti un Crocifisso Scuola dello Spagnoletto

811. Simile al n° ottocento e cinque

812. Simile al n° ottocento e sei

813. Quadro simile di misura ed autore al n° ottocento

e sette: un Capitano di schiena con un

altro armato in Aria che li porge una carta

814. Quadro alto pal: dieci ed once una, largo pa: sei

e mezzo: Sopraporta la Vergine in

Gloria col Bambino in seno, nel basso Santa Brigida

e Santa Marcherita di Sirani

815. Quadro alto pa: tre, largo pal: due ed once

quattro: Ovato: la Vergine colle mani giunte

di Giuseppe Passaro

816. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: tre :

una marcia di Soldati a Cavallo del

Bresciano

817. Quadro alto pal: sette ed once nove, largo pal:

sei: Caccia ad un cane di Bartolomeo de

Caro

818. Quadro alto pal: otto ed once tre, largo pal:

cinque: Zuffa di Cavalleria del Bresciano

819. Quadro alto pal: otto, largo pal: sette,

soprafinestra Ovata a traverso: il Signore Portato

dagli Angioli che Crea la Terra Scuola Moderna

Parmigiana

192

820. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:

Santa Maria Maddalena di Nicola Vaccaro

821. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once

otto: Un S. Francesco in mezza figura con le

mani tiene la Croce in petto del Caravaggio

822. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once

quattro: Una Donna con Alcuni frutti avanti

ed un Puttino Scuola Napolitana

823. Quadro in tela sopra tavola, alto pal: due ed

once sette, largo pal: tre e mezzo: una

donna vestita di rosso che appoggia la destra sopra

una cesta con varie cose del Fiamingo

824. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:

otto: Quattro Evangelisti del Calabrese

825. Quadro alto pal: quindici in quadro: Allegoria

Appresso Alessandro Farnese del

Cavalier Drago

826. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto, ovato:

Il Sinore che divide la luce dalle Tenebre

Scuola Moderna Parmigiana

827. Simile al n° ottocentodiecisette

828. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pa: tre

ed once nove: Un fanciullo che tiene

una bandiera del Cavalier Drago

193

829. Quadro alto pal: sette ed once nove, largo pal:

cinque ed otto: Una Statua di una Venere

sopra una base con Satiro colorito di Paolo de Matteis

830. Quadro alto pal: nove, largo pal: quattro: S.

Paolo, con la destra tiene un libro aperto e

la Sinistra sopra una Spada di Fracanzano

831. Sopra finestra ovata simile di misura al n°

ottocentodiecinnove: Creazione dell’Uomo e

della donna Scuola Parmigiana

832. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque:

Giuditta che presenta al Popolo Ebreo la

Testa di Oloferne di Solimena

833. Quadro alto pal: quattr ed once otto, largo pal:

tre ed once nove: San Sebastiano legao

con alcuni manigolti di Luca Giordano

834. Quadro simile di grandezza ed Autore al n°

ottocentotrentadue : la Profetessa d’Ebora

che ordina all’Esercito che s’incamini

835. Quadro alto pal: quattro, largo pal: otto: il Re

Salomone che incenza l’Idoli del

Calabrese

836. Quadro alto pal: quattro, largo pal: otto: Apelle

che fa il Ritratto a Campasse

837. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo: San Giuseppe con giglio in mano

194

Scuola di Francanzano

838. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

due ed once quattro: S. Giacomo

Incognito

839. Quadro alto pal: sedici, largo pal: dodici:

battesimo di S. Francesco Saverio agli indiani,

S. Ignazio inginocchioni con gloria d’Angeli Luca

Giordano

840. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e

mezzo: un Santo con barba bianca e mano

giunte Scuola di Fracanzano

841. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once due

simile al n° ottocentoquaranta

842. Quadro ovato simile di misura al n° ottocento

diecinnove: uno de giorni della Creazione

del Mondo, Creazione degli Animali Scuola Parmigiana

843. Quadro ovato, alto pal: due ed un quarto, largo

pa: uno: testa d’un Vecchio del Moriglio

844. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo, largo

pal: uno ed once nove: Testa di S. Pietro

di Lanfranco

845. Quadro in tavola ovato alto pal: due ed un

quarto, largo pal: uno ed once dieci: Testa di

Sant Antonio Abbate del Moriglio

195

846. Quadro ovato in tavola, alto pal: due ed un

quarto, largo pal: uno ed once dieci: Testa di

Apostolo del Moriglio

847. Simile a (sopra)

848. Quadro alto pal: dieci ed once cinque, largo pal:

sette: S. Antonio con giglio in mano,

dall’altro lato S. Francesco d’Assisi con Croce in

Gloria sostenuto da Angioli, sopra il Padre Eterno

di Francesco Solimena

849. Quadro simile di grandezza ed autore al n°

ottocentotrenta rappresentante S. Pietro

850. Quadro semicerchio alto pal: nove ed once dieci,

largo pal: sei: la Madonna e Bambino

seduta sopra le nuvole una corona in mano e S.

Domenico ch la riceve inginocchioni Scuola Napolitana

851. Quadro alto pal: sette, largo pal: tre e mezzo:

figura rappresentante un fiume

852. Soprafinestra alto pal: nove ed once dieci, largo

pal: nove ed once dieci, largo pal: nove e mezzo:

Alessandro Farnese che da Udienza del Cavalier Drago

Arcovo

853. Disegno alto pal: uno, largo pal: uno ed once

sette e mezza: veduta d’un Ponte con

molte figure sopra Scuola di Raffaele

196

854. Disegno alto pal: uno, largo once otto e mezza:

frammento di studio nudo Scuola di

Caracci

855. Disegno alto once undici, largo once sei:

lapidazione di S. Stefano del Zuccari

856. Disegno alto pal: uno, largo once nove: figura

all’impiedi Scuola di Parma

857. Disegno alto once undici, largo pal: uno ed once

una e mezza: varj pezzi di Archidettura

sotto iscrizione in lode di Carlo Borbone

Dell’Abbate S. Pellegrino

858. Disegno alto pal: uno, largo once otto e mezza:

la vergine col Bambino in seno di

Barocci

859. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:

tre figurine toccate a penna del

Parmigianino

860. Disegno alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno ed

once sette e mezza: due fanciulle una

a sedere e l’altra all’Impiedi con panarino di

Artemisia Gentileschi

861. Disegno alt o pal: uno e mezzo, largo pal: uno:

la Nascita di Nostro Signore con

accompagnamento di pastori e Gloria di Angioli

Scuola Parmigiana

197

862. Disegno Incognito

863. Disegno in due alto once otto e mezza nel primo:

putto toccato a penna, nel secondo : la

venuta dello Spirito santo del Perin del Vaga

864. Disegno alto once otto, largo pal: uno ed once

sette: Un Arma conduce Satiri a sedere in

mezzo un ovato e due festoni che lo circondano di

Cristofaro Cherardi

865. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:

Un genio alato a sedere del Zuccari

866. Disegno alto pal: uno ed once due, largo pal: uno

ed once sette: una Figura a sedere ed

altre figure sopra una scalinata Scuola di Michelangelo

867. Cartone alto pal: cinque, largo pal: cinque ed

once cinque: Moisè al Rogo da pastore che

si copre il volto di Raffaele d’Urbino

868. Disegno alto once quattro, largo once cinque e

mezza: due Venerine che abbracciano

gl’amori di Agostino Caracci

869. Disegno alto once otto, largo pal: uno: una

figura a sedere Scuola di Parma

870. Disegno alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno:

Cristo in Gloria accompagnato da molti

Angioli di Tintoretto

198

871. Disegno alto pal: uno ed once oto, largo pal: uno

ed once mezza: quattro figure

rappresentanti meleacre e compagni di Giuseppe d’Arpino

872. Disegno alto pal: uno, largo pal: uno ed once

sette: Giove seduto sotto tiene un Aquila e

la destra sopra le spalle di Giunone dell’Abbate

Primaticcio

873. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno ed

once mezza: Santa Cicilia al impiedi e

due Angioli Vicini di Caracci

874. Disegno alto once sette, largo pal: uno ed once

quattro: Una figura di Giovine su dorso

d’un grifo, finisce colla corda inorata sopra di un

Capitello con Aquila che contrasta col

medesimo di Raffaele

875. Disegno alto once sette, largo pal: uno ed once

una: porzione con tre Donne sedute in

mezzo un Putto all’impiedi che tiene un

cornocopio , Nel ultimo l’Angelo Gabriele di Tadeo

Zuccari

876. Disegno alto pal: uno ed once sette, largo pal:

uno ed once una e mezza: La scala di

Giacobbe con gli Angeli del Parmigianino

877. Disegno alto once nove e mezza, largo pal: uno ed

once due: varie figure con due pezzi

199

di ornati Scuola di Michelangelo

878. Disegno alto once otto, largo pal: uno: studio di

figure di Parmigianino

879. Cartone alto pal: cinque, largo pal: sette:

Venere con un Puttino che la bacia di

Michelangelo

880. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno

Incognito

881. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:

figure in due disegni: nel primo: venere

ed amorino nel secondo Giovine a sedere che sona un

liuto del Correggio

882. Disegno in due alto once otto e mezza, largo pal:

uno: nel primo una leda nell’altro un

Apollino di Zuccaro

883. Disegno diviso in tre, alto once otto e mezza,

largo pal: uno: uno di essi toccato a penna

e due altri Schizzati di Parmigianino

884. Disegno alto pal: uno ed once sette, largo pal:

uno ed once una e mezza: l’adorazione de

Maggi di Girolamo Carpi

885. Quadretto in miniatura alto pal: uno e mezzo,

largo pal: uno ed once due e mezza:

interno di una Chiesa di Peterneif

200

886. Disegno alto pal: uno ed once cinque: largo pal:

uno: la Vergine seduta co Bambino in

seno, alla sinistra un Santo colle mani giunte di

Bernardino Gatti

887. Disegno alto pal: uno, largo once nove e mezza:

S. Giovanni che si abbraccia con

Sant’Elisabetta Scuola Fiorentina

888. Disegno alto pal: uno, largo once: otto:

Ritratto d’Errico Quarto Incognito

889. Disegno alto pal: uno, largo once otto, una

donna a sedere con libro nella sinistra del

Parmigianino

890. Disegno alto pal: due, largo pal: due ed once

mezza: veduta di Archidettura con colonne

sopra il cornicione due figure agrappate con due

Putti in mezzo l’entrata di Nostro

Signore in Gerusalemme di Tadeo Zuccari

891. Disegno alto pal: uno ed once una, largo once

nove: una donna seminuda Scuola di

Parma

892. Disegno alto pal: uno, largo once nove: figura

seduta con violoncella appoggiata sul

Ginocchio di Girolamo Mazzola

893. Disegno alto pal: uno, largo once otto:: tre

testine di donna Incognito

201

894. Disegno alto pal: uno, largo once otto: due

Uomini che lottano del Mazzola

895. Disegno alto pal: uno ed once una e mezza, largo

once dieci: la presentazione de Maggi

del Parmigianino

896. Disegno alto pal: uno, largo once nove: Venere ed

Amore

897. Disegno sopra cartone alto pal: tre ed once due e

mezza, largo pal: cinque ed once otto:

un Sacrifizio di Polidoro da Caravaggio

898. Cartone alto pal: dieci, largo pal: cinque ed

once nove: tre figure di Schiena di

Michelangelo Buonarota

899. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque:

prospetto di Archidettura di Antonio

Parmegiano

900. Simile a (sopra)

901. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

dieci: la Vergine a sedere con il Bambino,

S. Domenico che riceve il Rosario e S. Rosa alla

sinistra Francesco Solimena

902. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:

otto: il Paradiso Incognito

903. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once

dieci: la Nascita Scuola Napolitana

202

904. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:

quattro ed once dieci: Battaglia di

Marco Spolverino

905. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

quattro e mezzo: sacrificio d’un Giovine

che sta sopra ilRogo con Vecchio accanto Incognito

906. Sopraporta alto pal: tre ed once due, largo pal:

quattro e mezzo: Battaglia

907. Quadro simile al n° ottocentonovantanove

908. Quadro alto pal: sei, largo pal: sette ed once

deci: Un fiume e molti Uccelli di Angiolo

M. Crivelli

Stanza Ventesima

909. Quadro in tavola tondo di diametro un palmo:

Paesi con figurine Incognito

910. Quadro in tavola alto pal: uno ed once cinque,

largo pal: uno ed once dieci: bambocciata

di varie persone che sono a tavola a bere Scuola

Olandese

911. Simile al n° novecento e nove

912. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due

ed once tre: Paesese con cacciatore e

cani di Fiamengo

203

913. Simile a (sopra)

914. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:

cinque: Orfeo che suona la lira ed animali

Scuola Fiaminga

915. Quadro alto pal: sei, largo pal: cinque: Cristo

tra Giudei

916. Quadro tondo di diametro pal: uno ed once tre:

Caccia morta Incognito

917. Simile a (sopra)

918. Quadro sopraporto alto pal: tre ed once otto,

largo pal: cinque ed once dieci: Battaglia di

Ferraro

919. Simile Battaglia di Cassano

920. Quadro alto pal: sei in quadro Archidettura

veduta di campagna una piramide e figura

921. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro e mezzo:

la Vergine col Bambino in braccio che

dorme, Sqan Giovanni un Angiolo con un vaso in mano

in dietro San Giuseppe Scuola

di Parma

922. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:

tre ed once dieci: Paese con fiume

Casamento a lume di luna Incognito

923. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno

e mezzo: bambocciata Del Signor Majer

204

Olandese

924. Ovato alto pal: quattro ed once dieci, largo pal:

due e mezzo: Una figura Simbolica che

rappresenta la Chiesa, una Statua di un Pontefice

in lontano di Sebastiano Ricci

925. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once

quattro: Ritratto di donna vestita di necro

con collana di perle Scuola di Merisi

926. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: tre:

Ritratto d’un Giovine vestito di rosso con

sciarpa al collo Incognito

927. Quadro alto pal: tre ed once due, largo pal: due

ed once nove: donna nuda che colla

destra mano tiene un libro aperto

928. Simile al n° novencentoventi

929. Quadro alto pal: tre ed once due, largo pal:

quattro ed once quattro, Campagnaq con

figure che ballano Scuola di Paolo Brilli

930. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:

ritratto di donna riccamente vestita con

cagnolino Incognito

931. Quadro alto pal: cinque ed once nove, largo pal:

quattro ed once due: Paese con

Eremitaggio

205

932. Quadro alto pal: uno largo once sette e mezza:

Paese di Martorella

933. Quadro alto pal: uno, largo once sette e mezza

Paese

934. Simile a (sopra)

935. Simile all' altri tre (sopra)

936. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque

ed once due: Paese con varie figure che

ballano Scuola di [Zucca] Belli

937. Quadro alto pal: cinque ed once due, largo pal:

tre e donce dieci: S. Giuseppe seduto nel

deserto del Caracciuolo

938. Sopraporto simile al n° novecentodieciotto:

Battaglia di Predervaradino

939. Simile a (sopra) Battaglia di Magonza

940. Simile al n° novecentotrentatrè

941. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno ed

once una: bambocciata di cinque figure

in caricatura Scuola Fiaminga

942. Simile al n° novecentotrentatrè

943. Quadro alto once undici, largo pal: uno ed once

tre: Paese con Lago in lontano una

donna a cavallo Scuola Moderna

944. Simile al n° novecentotrentatrè

206

945. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: tre

ed once otto: Battaglia del Borgognini

946. Simile a (sopra)

947. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:

Ritratto di Contadino con pippa in bocca e

capello con penna in testa di Fiamingo

948. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:

quattro: Paese con figure Incognito

949. Simile a (sopra)

950. Sopraporta alto pal: quattro, largo pal: cinque:

Battaglia e veduta d’una fortezza sopra

d’un Monte Scuola Fiamenga

Stanza Ventunesima

951. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due in

rame: Arianna Abbandonata di Carlo

Cignani

952. Simile d’Autore e di misura al n° (sopra)= Icaro

moto che si pone al sepolcro

953. Simile al n° novecentocinquantuno

954. Quadro in rame alto once dieci, largo once otto:

Un Sonatore di violino che canta di

David Fenierj

207

955. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal: uno ed

once quattro: Diana nuda con durdo in

mano, un cane alla destra e pavone nella sinistra

di Civetta

956. Quadro in tavola alto once undici, largo once

otto: Sonatore di Violino che studia di

David Fenierj

957. Simile al n° novecentocinquantuno: il ratto

canimede

958. Simile a (sopra)

959. Simile al n° novecentocinquantuno: Dedelo ed

Icaro in atto di cadere

960. Quadro in tavola alto pal: due ed once una, largo

pal: due ed once nove: la donna

adultera di Luca d’Olanda

961. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,

largo pal: uno: Ritratto di Vincenzo

Catena

962. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo

pal: due: San Girolamo inginocchioni

avanti al Corcifisso Scuola Antica Veneziana

963. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:

cinque e mezzo: la parabola di Nostro

Signore cecus cecum ducit Buvegule

208

964. Qadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo pal:

due ed once tre: una nevigata con

veduta di paese Olandese fiume gelato nel mezzo con

figure che vanno sopra di esso del

Molinaro

965. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo

pal: uno: Ritratto di Giovine con coppola

necra in testa con gioiello

966. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: due ed

once dieci: Cristo morto colla

Maddalena ed altre figure

967. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una, largo

pal: uno ed once otto: un seno di mare

tra monti ed isole con Vascelli altri legni e

piccole figure di Civetta

968. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo pal:

uno ed once una: Paese con casamento e

tre figure che giocano di Fiamengo

969. Quadro alto pal: uno ed once dieci e mezza, largo

pal: uno ed once quattro, veduta di

monti con ponte di legno e fiume casa rurale con

figurine di Benedetto Ludi

970. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo:

Gesù nell’Orto con l’Angelo confortatore

ed Apostoli dormendo Scuola Antica Veneziana

209

971. Quadro alto pal: uno e mezzo ed once quattro,

largo pal: uno ed once quattro: Paese con

contadini a Cavallo di Michelino delle Bambocciate

972. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal: uno ed

once quattro: Campagna con veduta di

mare, con figura di Nostro Signore che chiama S.

Pietro del Civetta

973. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pa: tre ed

once una: canestra di frutti e fiori e

bellettissmi ed uccelleti Fiamengo

974. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pa: uno ed once una e mezza: Estratto

di donna in profilo con panno bianco in testa Scuola

Fiorentina

975. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pal: due ed once cinque: Paese con

figura Scuola di Paolo Brilli

976. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno e

mezzo: Ritratto di una Giovine con

sciarpa al collo gioie in testa Scuola Fiamenga

977. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: due

ed once una e mezza: Veduta di

Campagna con casamenti e figure nel mezzo e fiume

del Bescheri

210

978. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,

largo pa: uno ed once tre: Un Ecce Homo

di Luca d’Olanda

979. Simile al n° novecentosessantatrè

980. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro e mezzo:

Un Bambino che dorme con croce al

petto, e fettuccia turchina Incognito

981. Simile a (sopra)

982. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pa: nove ed

once dieci: Vaso di fiori fronde e frutti

ed erbaggi e Cani di Gaetano Casati

983. Simile al n° novecentoottantadue Gemelli

984. Simile al n° novecentottanta

985. Quadro alto pal: uno ed once tre e mezza, largo

pal: uno ed once nove e mezza:

Campagna con veduta di Casamento ed un Pastore che

conduce due Vacche Scuola

Francese

986. Quadro alto once quattro e mezza, largo once

noce: Paesotto e varie figurine di

Fiamingo

987. Quadro in rame alto once sei, largo once sette:

tavola con due bacili di frutta di Brughel

988. Quadro in rame alto pal: uno ed once cinque,

largo pal: uno ed once otto: mercato con

211

veduta di mare del Bruccoli

989. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,

largo pal: uno: Giovine pastore che

monce una capra ed altri armenti di Fiamengo

990. Quadro in tavola alto pal: uno, largo once dieci:

Paese con fiume e cavalli di [Wuermes]

991. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,

largo pal: uno: la Flagellazione di Cristo

nel Basso S. Girolamo con sassi in mano, S.

Francesco fra le spine di Luca Olandese

992. Quadro in rame simile al n° novecentottantuno:

Una Battaglia in Aria con Leita in un

Carro tirato da Leoni di Brucoli

993. Simile al n° novecentottantasei

994. Simile al n° novecentottantasette

995. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo pal:

uno ed once otto: Campagna con pastori

ed Armenti Scuola Fiamenga

996. Sino al n° 1016= Ventuno Ritrattini attinenti

alla casa Farnese Copie fatte presso

Tiziano

1017. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una,

largo pal: uno ed once cinque: Il Salvatore

tentato dal Demonio sopra il monte, veduta di mare

e Paese con Città in lontano del Civetta

212

1018. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo

pal: uno ed once quattro: Bambocciata

Presso Michelangelo da Caravaggio

1019. Quadro in tavola alto pal: uno ed once nove,

largo pal: uno ed once quattro: Testa di

Vecchio Scuola di Paolo Rubens

1020. Tondo in quadro alto pal: tre ed once

quattro, largo pal: tre ed once quattro: Un

Ippogrifo ed un Uomo dentro un cerchio che rubba

una borsa di danaro con veduta di

Paese con iscrizione di Brugele

1021. Quadro in tavola alto pal: uno ed once nove,

largo pal: uno ed once quattro: Testa di

Vecchio di Rubens

1022. Quadro in tavola alto pal: uno ed once trè,

largo pal: uno ed once mezza: un basso con

veduta di campagna e figure di P. Britti

1023. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal:

uno ed once nove: campagna con

casamenti Scuola Francese

1024. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo

pal:uno ed once nove: Campagna con Pastori

Scuola Fiamenga

1025. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo

pal: due: Campagna con vari cacciatori e

213

Cani che bevono in un Osteria Copia antica presso

[W]

1026. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo

pal: due e mezzo: Battaglia di Aniello

Falcone

1027. Quadro in tavola semicerchio alto pal: uno e

mezzo, largo pal: uno: le Tentazioni di

Sant’Antonio Abbate di Civetta

1028. Quadro alto once cinque, largo pal: uno ed

once quattro: Paese Incognito

1029. Quadro alto once nove, largo pal: uno: vaso

con fiori e frutti

1030.

1031.

1032. Simile al n° mille e ventotto

1033.

1034. Simile al n° mille e ventinove

1035. Simile al n° mille e ventuno: Paese

1036. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo

pal: dieci e mezzo: Paese con molte figure

Scuola Fiamenga

1037. Quadro sopraporto alto pal: quattro ed once

nove, largo pal: otto ed once tre: Pezzi

d’Archidettura fiume con ponte e figure Incognito

214

1038. Quadro in tavola alto pal: due ed once otto

e mezza: Paese con Mosè a sedere che si

cava le scarpe del Civetta

1039. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno ed once

una: Bambocciata Scuola Fiamenga

1040. Quadro in rame alto once nove, largo once

sette: la Vergine col Bambino in mezzo ad

una grillanta di Fiori Bruchel de Fiore

1041. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:

due ed once nove: Piazza di commerci con

molte figure Bruchel de Fiore

1042. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo

pal: sei: Pontefice a sedere con una figura

allegorica a accanto che fa vedere in spirito un

concistoro di Vescovi di Sebastiano

Ricci

1043. Quadro alto pal: otto, largo pal : cinque ed

once tre: Ritratto intiero d’un Guerriero con

corazza ricami Adornato Incognito

1044. Quadro alto pal: ddue ed once otto, largo

pal: sei: sopra [stipone] frutta e fiori

1045. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una,

largo pal: uno ed once otto: Paese con

monti case ed albori fiume col fatto della

Samaritana e altre figure del Civetta

215

1046. Quadro in tavola alto once otto, largo pa:

uno: Paese

1047. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: tre

e mezzo: Bosco con l’Eramo di Santa

Maria Maddalena mentre viene incontrata da S.

Paolo primo: Eremita di [Svanereli]

1048. Quadro in tavola alto once otto, largo pal:

uno ed once tre: Paese con alcune figure del

Civetta

1049. Quadro alto pal: uno largo pal: uno ed once

cinque: Paese con la Predicazione nel

Nostro Signore Gesù Cristo

1050. Quadr4o in tela sopra tavola alto pal: uno e

mezzo, largo pal: uno ed once due: la

Vergine con Bambino e S. Giuseppe del Parmigianino

1051. Quadro in rame alto once nove e mezza, largo

pal: uno ed once tre: veduta del Visuvio

infiammato Incognito

1052. Simile a (sopra)

1053. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno

ed once due: estratto di un Ragazzo con

sciarpa al collo e corona di coralli del Parmigianino

1054. Quadro in tavola alto pal: uno ed once

quattro, largo once undici Replica del Mazzola

216

1055. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo

pal: uno: Donna a sedere che fa fiscelle

unitamente ad un Vecchio Scuola Fiamenga

1056. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno

ed once undici: Nevigata con fiume

gelato Bastimenti ed altre figure di Molinari

1057. Quadro in tavola alto pal: uno ed once tre,

largo pal:uno ed once undici: Paese con

molti casamenti, la Carità del Samaritano del Civetta

1058. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo

pal: uno: Un Maestro che fa un Cavallo ed

uno scolaro Scuola Fiamminga

1059. Quadro in tavola alto pal: uno ed once due,

largo pal: undici: Il Salvatore Incognito

1060. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo

pal: nove: la fuga in Egitto

1061. Quadro alto pal: cinque, largo pal: nove e

mezzo: congistoro d’un Pontefice con molti

Cardinali di Sebastiano Ricci

1062. Sopra stipone simile al n° mille e

quarataquattro

1063. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:

uno mezzo: ritratto d’un Cardinale che colla

destra tiene una carta invollata del Fiamengo

217

1064. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal:

due: la Vergine col Bambino in seno in gloria,

S. Vitale inginocchiato, S. gregorio e l’Anime del

Purgatorio di Sebastiano Ricci

1065. Quadro alto pal: due, largo pal: uno ed once

cinque in tavola: Nostro Signore che porta

la Croce varie figure armate del Civetta

1066. Quadro in tavola alto pal: uno ed once

cinque, largo pal: uno ed once una e mezza:

Ritratto col Cappello in testa e piuma bianca di

Gentil Bellini

1067. Quadro in tavola alto pal: uno ed once

undici, largo pal: uno ed once tre: un ritratto

vestito di rosso e maniche gialle con collaretto

bianco del Wanden

1068. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:

quattro e mezzo: la Sacra Famiglia Scuola di

Andrea del Sarto

1069. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo

pal: cinque ed once quattro: Allegoria

Incognito

1070. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo

pal: uno ed once undici: S. Gregorio che

trafigge il Drago di Francesco Mazzola

218

1071. Quadro alto pal: uno ed once quattro e

mezza, largo pal: uno ed once dieci: scherzi di

Putti e Satiretti di Nicola Vaccaro

1072. Quadro in tavola centinato alto pal: uno ed

once cinque, largo once undici:

deposizione di Nostro Signore di Gentil Bellini

1073. Simile al n° mille e sessantuno

1074. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo,

largo pal: uno ed once nove: la Vergine col

Bambino ed altre Sante con libro in mano con gran

prospettiva di Gotica di Luca

d’Olanda

1075. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal:

uno e mezzo: parte interna d’una casa

Olandese con varie figure di Bro. Fiamingo

1076. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo

pal: uno e mezzo: Paese con quattro figure

che mangiano maccheroni di Martorello

1077. Quadro in tavola alo oal: uno ed once

undici, largo pal: due ed once nove e mezza: la

Santa Vergine col Bambino in seno alla destra, S.

Giovanni Battista alla sinistra altro santo con

veste rossa e panno verde con altre due teste una

di Giovini ed un'altra di Vecchio con barba di

Tiziano della prima maniera

219

1078. Simile al n° mille e settantasei: Paese

1079. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal:

uno e mezzo: Parte interna di una casa

Olandese con molte figure che scherzano di Bro.

Fiamingo

1080. Quadro sopra pietra di Genova alto pal: due,

largo pal: due: due figure allegoriche

indietro altra figurina con Putto che si scaldano

al fuoco Incognito

1081. Quadro alto pal: cinque ed once tre, largo

pal: sette ed once tre: Nostro Signore morto

con due Angioli di Caracciuoli

1082. Quadro alto pal: due, largo pal: due ed once

tre: Paese con varie figure Incognito

1083. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo,

largo pal: uno e mezzo: Bambocciata Molto

Mediocre

1084. Simile a (sopra)

1085. Quadro in tavola alto pal: uno ed once otto,

largo pal: uno ed once tre: Ritratto di

donna con veste necra e coppola rossa in testa

Incognito

1086. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo

pal: sette ed once dieci: Nostro Signore

220

che benedice il pane con tre Apostoli al lume di

Candela di Gherardo della Notte

1087. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno

ed once quattro: Testa d’un Giovine che

ride Scuola Fiamenga

1088. Quadro in tavola, lato pal: uno ed once tre,

largo pal: uno ed once una: quadro molto

antico testa di Salvatore Incognito

1089. Quadro in tavola alto once: dieci, largo

pal: uno ed once tre: rappresentante stregonerie

del Civetta

1090. Quadro in tavola alto pal: uno, largo once

nove: Testa di Salvatore Scuola di

Giorgione

1091. Quadro in rame alto once undici, largo pal:

uno ed once quattro: Campagna al Lume di

luna, ove si vede il costume de monaci della

trappa Scuola Fiamenga

1092. Quadro in tavola alto pal: due ed once nove,

largopal: due ed once due: L’Apparizione

di Nostro Signore al un Cardinale in figura di

Ecce Homo di Masaccio

1093. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:

quattro: Baccanali all’uno Olandese con varj

scherzi di moltissime figure Incognito Fiamengo

221

1094. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pa:

tre ed once tre: convito di molte Pastorelle

con Paese Incognito

1095. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo

pal: tre e mezzo: la falgellazione di Nostro

Signore Scuola Veneziana

1096. Quadro sopraporto alto pal: tre, largo pal:

cinque: cestino di caccia morta

1097. Simile a (sopra) di Giacomo Nani

Stanza Ventiduesima

1098. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei: Paese

di [Rec]

1099. Simile a (sopra)

1100. Quadro alto pal: quattro ed once dieci,

largo pal: sei ed once dieci: Battaglia con

veduta di monte

1101. Simile a (sopra) di Borgognoni

1102. Quadro alto pal: due ed once undici, largo

pal: uno ed once undici: vaso con fiori

Scuola Napolitana

1103. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo

pal: otto ed once otto: Notte con Luna ingendio

di Castello Incognito Mediocre

222

1104.

1105. Simili al n° mille cento e

due

1106.

1107. Ovato alto pal: tre, largo pal: quattro:

Accampamento di molta truppa del Cavalier

Drago

1108. Quadro in rame alto pal: uno ed once

quattro, largo pal: due: Paese con Marina Scuola

Napolitana

1109. Simile a (sopra) Cavalier Drago

1110. Quadro alto once nove, largo pal: uno,

frutti e fiori Incognito

1111. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro:

cesta con agrumi e frutti di Giacomo Nani

1112. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal:

tre: Caccia di Cingnali

1113. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:

caccia di Volatili di Battista de Caro

1114. Quadro alto pal: quattro ed once quattro,

largo pal: due ed once otto: Vaso con fiori

Incognito

1115. Sopraporto alto pal: quattro e mezzo in

quadro: Un Pontefice con due Cardinali di

Sebastiano Ricci

223

1116. Simile al n° mille cento e quattordici

1117. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:

Simile al n° mille cento e tredici

1118. Simile di misura al n° millecentododici: un

tocco di Carne di Giacomo Nani

1119. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro,

una scimia ed un Cane

1120. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno ed once

cinque: Campagna con figure Scuola

Napolitana

1121. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e

mezzo: S. Maria Maddalena Incognito

1122. Ovato a traversa alto pal: tre, largo pal:

tre ed once nove: una favola allegorica

1123. Simili di Mario Spolverino

1124.

1125.

1126.

1127. Tondi di diametro alto

pal: uno ed once tre, in tavola: Frutti e ucellame

1128. Scuola Napolitana

1129.

1130.

1131. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci:

Notte con Luna, accampamento sulle sponde

224

d’un fiume di Mario Spoverino

1132. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo

pal: otto ed once otto: Paese con Armenti e

varie figure Incognito Mediocre

1133.

1134.

1135. Tondi simili di misura e

Soggetti al n° Mille cento venticinque

1136.

1137.

1138.

1139. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo

pal: uno ed once quattro: Veduta di

Campagna con Ponti e figurine Scuola Napolitana

1140. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo

once undici: caricatura di otto teste che

ridono in un lato vi è scritto; Sieli, Meine,

Brideri Incognito

1141. Simile al n° mille cento trentanove

1142. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:

quattro ed once nove: stimate di S. Francesco

con altro Monaco di Nicola Vaccaro

1143. Quadro alto pal: otto, largo pal: quattro ed

once nove: Apollo colla lira Copia

d’Annibale Caracci

225

1144. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal:

quattro: Zuffa di varj soldati Scuola del

Bresciano

1145. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo

pal: quattro: Un Gatto che si mancia una

coratella di Giacomo Nani

1146. Simile al n° mille cento tredici

1147. Simile al n° mille cento e due

1148. Simline al n° cento e quindici

1149. Simile al n° mille cento e due: vaso con

fiori Scuola Napolitana

1150. Simile al n° mille cento e tredici

1151. Quadro alto pal: due ed once undici, largo

pal: quattro: caccia morta Battista de Caro

1152. Quadro alto pal: due ed once otto, largo

pal: due: la Vergine col Bambino in seno

Incognito

1153. Quadro alto pal: due ed once otto, largo

pal: tre ed once cinque: veduta di Campagna

con varie figure di Fiamengo

1154. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal:

due: Lucrezia che si trafigge Incognito

1155. Quadro in tavola alto pal: due ed once sei,

largo pal: due ed once una: simile soggetto

del (sopra)

226

1156. Quadro alto pal: cinque ed once undici,

largo pal: cinque ed once quattro: la

Samaritana al pozzo Scuola Napolitana

1157. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo

pal:cinque; cane di caccia con caccia morta di

Battista de Caro

1158. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:

quattro ed once nove: Ingendio di Troja

Incognito

1159. Simile al n° mille cento e due

1160. Sopraporta alto pal: quattro ed once cinque,

largo pal: sei Un Baccanale

1161. Quadro simile al n° mille cento e due

Stanza Oscura

1162. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto: Una

donna colla mano sinistra tiene un Canestro

di fiori e colla destra prende da sopra un vaso di

Gaetano Cusati

1163. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo

pal: sette ed once nove: composizione di

frutti e fiori

1164. Quadro alto pal: undici ed once tre, largo

pal: dieci e mezzo: Battaglia Navale, con

227

esercito in terra e veduta di Fortezza di Mario

Spoverino

1165. Quadro alto pal: dieci ed once due, largo

pal: uno ed once sette: Battaglia del

Bresciano

1166. Quadro sopraporto centinato alto pal:

quattro, largo pal: sei: Veduta di Paesi Scuola

Napolitana

1167. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:

vaso grande con fiori Scuola Napolitana

1168. Quadro alto pal: sette, largo pal: quattro

ed once quattro Centinato: Tempesta di Mare

Scuola Napolitana

1169. Quadro alto pal: due ed once nove, largo

pal: quattro ed once undici: Ragazzo con

ciufoletto in bocca in mezzo fiori e frutti

1170. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal:

uno ed once tre: volto santo Incognito

1171. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

tre: Un Pontefice a sedere sopra un Trono

con varj Cardinali di Sebastiano Ricci

1172. Ovato alto pal: cinque, largo pal: quattro:

Battaglia di Mario Spolverino

1173. Quadro in tavola alto pal: sei, largo pal:

quattro: Vergine Seduta in Gloria con

228

Bambino e quattro Angeli Scuola di Zuccari

1174. Ovato alto palmi quattro ed once sette,

largo pal: tre: un Pontefice con statuetta della

Vergine in mano di Sebastiano Ricci

1175. Ovato simile al n° millecento settantadue

1176. Quadro alto pal: due ed once nove, largo

pal: quattro ed once nove, frutti, fiori e

puttino al impiedi di Gaetano Cusati

1177. Quadro centinato alto pal: sette, largo pal:

quattro e mezzo, veduta d’un Paese Scuola

Napolitana

1178. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo

pal: quattro ed once nove: Maddalena Scuola

di Caravaggio

1179. Sopraporto simile al n° mille cento sessanta

Delli quadri esistenti nella prima Stanza del Moseo

1180. Quadro alto pal: quattro, largo pal: due ed

once undici: vaso con fiori Imitazione del

Padre Legers

1181. Quadro alto pal: due, largo pal: due ed once

undici: frutti dello Spadino

1182. Quadro alto pal: sette, largo pal: nove:

Paese con fiume Scuola Oltramontana

229

1183. Quadro alto pal: due, largo pal: quattro ed

once due: veduta di Città con ponte fiume e

figure Scuola Napolitana

1184. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo

pal: sei e mezzo: Alesandro farnese

inginocchiato riceve la spada della Religione di

Francesco Denis

1185. Sopraporto alto pal: tre e donce undici,

largo pal: quattro ed once undici: frutti e fiori

dello Spadino

1186. Quadro alto pal: sette ed once due, largo

pal: nove ed once due: Paese Archidettura di

Pietro Cappelli

1187. Simile a (sopra)

1188. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro:

frutti diversi dello Spadino

1189. Quadro alto pal: due, e mezzo, largo pal:

tre, e mezzo: Giuseppe giusto venduto

all'Ismaeliti di Incognito.

1190. Quadro alto once undici, largo pal: uno:

Frutti e Fiori di Scuola Napolitana.

1191. Simile al n° mille cento,ottantacinque.

1192. Quadro alto pal: nove, ed once cinque, largo

pal: sei, ed once tre: Alessandro Farnese

che comanda un Armata Navale in Battaglia di

230

Francesco [Denis]

1193. Simile al n°mille, cento ottantasei.

1194. Simile al n°mille, cento ottantatre.

1195. Simile al n°mille, cento ottantadue.

1196. Simile al n°mille, cento ottanta.

1197. Simile al n°mille, cento ottantacinque.

1198. Simile al n°mille, cento ottantasei.

1199. Simile (sopra)

1200. Simile al n°mille, cento ottantotto.

1201. Quadro alto pal: due, e mezzo, largo pal:

tre e mezzo: Madonna con donna

inginocchioni avanti di Incognito.

1202. Simile al n° mille, cento ottantacinque

Seconda Stanza del Detto

1203. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:

Sette: Paese con riposo di Cacciatori di

Domenico Brandi

1204. Quadro alto pal: sei, largo pal: sette ed

once dieci: frutti e fiori con Pavone di Cusati

1205. Due vasi di fiori sopra bergamena

miniati alti pal: uno ed once cinque, larghi

1206. pal: uno Incognito

231

1207. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal:

uno ed once dieci: Rabeschi

1208. Quadro sopra pietra di Genova alto pal: uno

ed once due, largo pal: tre: uno scherzo di

figure

1209. Simile al n° mille cento ed ottantatrè

1210. Quadro alto pal: undici, largo pal: venti:

assalto di Città con ponte e grande Esercito di

Mario Spolverino

1211. Simile al n° mille cento ottantatrè

1212. Lavagna simile al n° mille duecento ed otto

1213. Quadro alto pal: tre ed once sette largo

pal: cinque e mezzo: accampamento Lontano

Città attaccata Borgognone

1214. Simlie a (sopra)

1215. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:

dieci ed once cinque: gran convitto

solennizandosi lo sposalizio di Filippo V ed

Elisabetta Farnese Spoverino

1216. Sopraporto alto pal: quattro ed once tre,

largo pal: sei d once tre: Paese Incognito

1217. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo

pal: cinque: Battaglia

1218. Simile di misura: Battaglia di Belbrada

232

1219. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo

pal: quindici: Viaggio della Principessa

Elisabetta Spolverino

1220. Simile al n° mille duecento e sedici

1221. Quadro sopra pietra orientale largo once

cinque, alto once sette: Una Vergine seduta

col Bambino e S. Giovanni Scuola di P. Borgognoni

1222. Ovato alto once sette, largo once cinque:

l’avviso alla Vergine dall’Angiolo fuggire in

Egitto in miniatura Incognito

1223. Quadro alto once undici, largo once otto:

Epocalisse di S. Giovanni con Paese sopra

pietra Scuola di Caracci

1224. Quadro alto once undici, largo once otto:

Madonna con Bambino in seno e San

Francesco d’Assisi inginocchioni di Caracci

1225. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo

once nove: S. Gennaro che benedica la

Città di Napoli Incognito

1226. Ovato alto pal: tre, largo pal: quattro e

mezzo: Attacco di una Fortezza di Spolverino

1227. Quadro alto pal: nove ed once due, largo

pal: dieci ed once quattro: veduta di pianura

con Città che fa festa con sparo d’Artiglieria

veduta di Gran Popolo

233

1228. Simile al n° mille duecento e nove

1229. quadro alto pal: unidici ed once tre, largo

pal: ventuno: veduta di mare con Armata

navale e sbarco d’Artiglieria

1230. Simile al n° mille duecento e nove

1231. Simlie al n° mille duecento e tre

1232. Simile al n° mille duecento e quattro

1233. Simile al n° mille duecento e sedici

1234. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo

pal: quindici: Viaggio della Duchessa di

Parma Spolverino

1235. Simile al n° mille duecento e sedici

Due Stanza dell’Archivio

1236. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo pal :

sette ed once otto: due Soldati principali

uno che dimostra una Fortezza con marcia

d’Artiglieria e l’altro seduto fumando del

Cavalier Drago

1237. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto e

mezzo, marcia d’Artiglieria in lontano con

due Soldati presenti e vari attrezzi militari

1238. Sopraporto alto pal: quattro, largo pal:

nove e mezzo: Approvazione della Religione de

234

Cappuccini avanti un Pontefice con Cardinali

assistenti ed altre figure di Sebastiano

Ricci

1239. Quadro alto pal: otto, largo pal: sei e

mezzo: Allegoria alla Casadi Parma del Cavalier

Drago

1240. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:

sette: Alessandro Farnese col Bastone di

Comando in mano con due altre figure presenti ed

in lontano grande accampamento

1241. Quadro alto pal: undici, largo pal: sette:

Alessandro Farnese ammalato in atto di

ricevere medicamenti ed latre figure che

l’assistono

1242. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette:

Marcia di Soldati con varj attrezzi d’artiglieria

sotto una fortezza con veduta di fiume

1243. Ovato alto pal: cinque, largo pal: nove: un

Soldato seduto e dietro un accampamento

formato

1244. Quadro alto pal: dieci, largo pal: otto: un

Soldato all’impiedi con libarda in mano del

Cavalier Drago

1245. Quadro alto pal: otto ed once due, largo

pal: tre ed once otto: Incontro dell’Imperatore

235

Leopoldo con Giovanni Lubreschi ed altri preti

veduta d’Accampamento dopo la

liberazione di Vienna Incognito

1246. Quadro alto pal: quattro e mezzo in quadro :

varj Animali

1247. Quadro ottangolato alto pal: otto in giro un

Genio alato Allegoria alla Casa Farnese di

Sebastiano Ricci

1248. Quadro alto pal: sette e mezzo in quadro:

varj soldati del Cavalier Drago

Altra Stanza addetta al Moseo

1249. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo

pal: dieci ed once nove: Campo di Battaglia di

Mario Spolverino

1250. Quadro alto pal: undici, largo pal: dodici:

Battaglia Navale con veduta di Città in

lontano

1251. Quadro alto pal: otto, largo pal: sedici: la

vita Umana Scuola Bolognese

1252. Quadro alto pal: dieci, largo pal:

diecinnove ed once cinque: Alessandro Farnese

nell’etera con due figure Simboliche Cavalier Drago

1253. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo

pal: dieci ed once otto: veduta di Città con

236

fiume accanto: veduta di un gran Carro: Donna

nobilmente vestita inginocchiata che presenta una

Chiave ad un Comandante di Mario Spolverino

1254. Quadro alto pal: otto, largo pal: dieci ed

once dieci: Armenti con figure e veduta di

Paese del Castiglione

1255. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette:

Paese con diverse figure ed Armenti di

Domenico Brandi

1256. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo

pal: sei: Spoglio d’un Campo di Battaglia di

Spolverino

1257. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal:

cinque ed once otto: un fangiullo sostenuto da

due Ninfe

1258. Quadro alto pal: venti, largo pal:

diecisette e mezzo: la caduta degli Angioli Incognito

1259. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: sei

ed once dieci: Romolo e Remo nitriti dalla

lupa nel fiume Tevere Scuola Napolitana

1260. Ovato alto pal: cinque e mezzo, largo pal:

quattro: Marcia d’un Campo di Mario

Spolverino

1261. Simile di misura al (sopra) : un Pontefice

con una persona che s’inginocchia avanti ed

237

un'altra figura

1262. Quadro alto pal: dieci ed once quattro,

largo pal: diecisette: gran Battaglia ed in

seguito si vede un Re che fugge sopra un Carro del

Bresciano

1263. Sino al n° 1289 Ventisette Tondi di chiaro

scuro di niun merito rattrovati chiusi in un

stipo

1290. Sino al n° 1476 Numero cento e ottantasette

pezzi di Quadri non attaccati esser

totalmente scarto di varie grandezze e soggetti

Ignazio Anders

Fine

238

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