la figura del restauratore di dipinti nel regno di napoli. federico anders, restauratore di corte...
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Capitolo I
Napoli borbonica. Scoperte archeologiche e prime forme di
tutela
Nel Regno di Napoli avvenne nel 1734 il passaggio dal
dominio dell’Austria, cui era stato assegnato nel 1707-
nell’ambito della guerra di Successione spagnola- alla
Spagna, a causa della guerra di Successione polacca.1 In
realtà era un ritorno al dominio spagnolo perché per due
secoli (dal 1503 al 1707) Napoli e Sicilia erano stati due
viceregni spagnoli. Elisabetta Farnese, madre di Carlo di
Borbone, intessendo sottili tele diplomatiche indusse la
Spagna a rendere autonomi i due regni dell’Italia
meridionale, affidandone la corona al primo dei suoi figli,
Carlo, nato nel 1716. Le mire di Elisabetta si rivolsero
1G. CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp. 52 a 66; E. CHIOSI, IlRegno dal 1734 al 1799, in GALASSO, R. ROMEO (a cura di), Storia delMezzogiorno, Roma, Vol. IV, t. II 1986, p. 374; TOURING CLUB ITALIANO,Guida d’Italia, Napoli e Dintorni, Milano, 1976, pp. 37 a 42
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verso l’Italia, dove la regina vantava diritti di
discendenza su Parma e Piacenza e sulla Toscana.2
Per ottenere questi territori Carlo di Borbone venne in
Italia con un folto esercito, nel dicembre del 1731, dopo
la morte di Antonio Farnese, divenendo Duca di Parma e
Piacenza, titoli che ancora possedeva quando nel 1734
scoppiò la guerra di Successione polacca, che vedeva le
potenze borboniche, Francia e Spagna, coalizzate contro
l’Impero austriaco.
Carlo vinse e il 10 maggio del 1734 fece il suo ingresso
trionfante a Napoli3, in seguito gli Austriaci furono
definitivamente sconfitti a Bitonto.
Nel luglio dell’anno successivo Carlo fu incoronato a
Palermo re di Sicilia.4
L’aspetto più noto e sicuramente assai caratterizzante del
regno di Carlo fu il rinnovamento monumentale del regno
stesso, il desiderio di affermare la dignità regale della
2 G. CONIGLIO, I Borboni…cit., pp. 57, 58; E. CHIOSI, Il Regno …cit. p. 373.3 Ibidem.4 TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 37 a 42. H. ACTON, I Borboni diNapoli ( 1734 – 1825 ), Firenze, 1985, p. 10.
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nuova dinastia e il prestigio della nazione, appartenendo
egli a una famiglia che, in Francia come in Spagna, si era
distinta per una passione quasi maniacale per le grandiose
residenze reali; il bisogno di dotare la corona e la corte
di strutture adeguate ai numerosi festeggiamenti, agli
sfarzosi ricevimenti, ai divertimenti preferiti, spinsero
Carlo a far costruire, in particolar modo nella capitale e
nelle sue vicinanze, regge, teatri, ville, parchi, riserve
di caccia e altri siti reali; un’opera molto meritoria,
perché dava al regno alcune delle migliori espressioni
dell’architettura e dell’arte del XVIII secolo e perché
conferiva a Napoli il volto di capitale, contribuendo a
determinarne gli aspetti peculiari, destinati a perdurare
nei secoli successivi.
Innanzitutto fu costruito nel 1737 il Teatro San Carlo5, su
progetto di Giovanni Antonio Medrano, posto accanto al5 Costruito in pochi mesi, dal marzo all’ottobre del 1737, fu eretto daAngelo Carasale su disegno di Antonio Medrano, Ferdinando Fuga nel1767 ne rinnovò la decorazione interna rifatta poi nel 1797 daDomenico Chelli. Antonio Niccolini vi aggiunse la facciata nel 1810-12. Nel 1816 fu distrutto da un incendio e ricostruito dallo stessoNiccolini. Fra i suoi direttori ebbe Gioacchino Rossini e GaetanoDonizzetti; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 118, 119.
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seicentesco Palazzo Reale, che Carlo contemporaneamente
fece restaurare.6 Negli anni successivi furono iniziati i
lavori di due sontuose residenze reali, entrambe dotate di
estesi parchi, dove il re poteva cavalcare, cacciare e in
uno dei due casi pescare: la Reggia di Capodimonte7 nel
1738 e la Reggia di Portici8 nel 1737; progettate
rispettivamente dal Medrano e da Antonio Canevari.
Terminate o comunque in stato già avanzato queste due già
grandiose residenze, il re si dedicò a un progetto ancora
più prestigioso: la Reggia e il parco di Caserta9, che
imitassero e rivaleggiassero con le analoghe costruzioni6 Ibidem, pp. 37 a 42.7 Rimando al sotto paragrafo 1.2.28 Una dimora fatta costruire come palazzo reale per la dinastia deiBorbone di Napoli in linea con quella tendenza tutta aristocratica dicostruire ville suburbane ai piedi del Vesuvio, fu fatta costruireprima della costruzione della più imponente Reggia di Caserta. Ilavori furono iniziati da Antonio Medrano secondi il progetto diAntonio Canevari e terminai da Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga;TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 462, 463.9 La Reggia di Caserta fu fatta costruire, sia per continuare ilprogramma di abbellimento e riorganizzazione del Regno voluto daCarlo, sia per creare una sede più sicura per il re, rispetto a Napoliche invece minacciava di essere bombardata dagli Inglesi nel 1742 comeincitamento a rimanere neutrali nella guerra di Successione austriaca.Il feudo casertano fu acquistato nel 1751 e il re dopo aver ottenutoil permesso dal Papa Benedetto XIV di esonerare l’architetto LuigiVanvitelli dal restauro del santuario della Santa Casa di Loreto,potette farlo giungere a Caserta dove pose la prima pietra subito dopoil 20 gennaio 1752; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 633 a 642.
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dei suoi progenitori: la Versailles del bisnonno Luigi XIV
e la Granja del padre Filippo V. L’esecuzione del progetto
di Luigi Vanvitelli iniziò nel 1752 e fu portato a
compimento nel 1845, dopo la morte del grande architetto di
origine olandese, sotto il regno di Ferdinando IV.10
L’ultimo dei grandi interventi pubblici promossi da Carlo
non fu, come gli altri, un’opera di rappresentanza per la
monarchia e la sua corte, ma si pose lo scopo di ospitare
la parte più misera della popolazione della capitale, farla
dormire ma anche consentirle di lavorare in molteplici
appositi laboratori. Nasceva così l’enorme Albergo dei
poveri11, il più esteso edificio del Meridione, progettato
da Ferdinando Fuga e iniziato nel 1751.12
Questo è solo un breve elenco delle opere più grandiose che
Carlo di Borbone compì a Napoli, molte altre ve ne furono e
tutte indicative a delineare la figura di un sovrano
10 Ibidem. p. 32; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 38.11 Sito in Piazza Carlo III, che prende il nome proprio da Carlo III diBorbone, l’edificio doveva ospitare i poveri di tutto il mondo, ma fucompletato solo per un terzo, ospitando istituti assistenziali fino al1980; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., p. 337.12 Ibidem; p. 32; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 38
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interessato a qualificare il proprio regno con grandi opere
ma anche promotore della cultura e dell’arte.
È noto che Carlo giunto a Napoli predispose l’arrivo dalle
sedi di Parma e Roma della Collezione Farnese13, collezione
di opere d’arte appartenuta alla sua famiglia e arricchita
nel corso di ben due secoli.14
Così come è altrettanto noto che Carlo si guadagnò il
titolo di sovrano “Archeologo” grazie alla promozione sotto
la sua corona degli scavi, prima di Ercolano nel 1738 e poi
di Pompei nel 1748.15
Ed è in questo clima di promozione culturale, come vedremo
che verranno mossi i primi interventi tesi alla tutela,
13 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni,Napoli, 1972, p. 1; P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione di una pinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e GallerieNazionali di Capodimonte. Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e postunitarie, Napoli, 1999, p. 11; P. D'ALCONZO, L'anello del re. Tutela del patrimoniostorico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999, p. 19; TOURING CLUBITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo di Capodimonte, Milano, 2002,p. 23. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli e nelRegno nel XIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi, Napoli, Museo diCapodimonte, 14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p. 17.14 Rimando al sotto paragrafo 1.2.115 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 1, 2. P. D'ALCONZO,L'anello del re... cit., p. 19.
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alla salvaguardia e in alcuni casi al recupero del
patrimonio artistico.
Negli anni successivi alle scoperte di Ercolano e Pompei in
una situazione di totale assenza di una normativa di tutela
i ritrovamenti archeologici furono oggetto di prelievo,
vendita e smembramento sfrenati ad opera di privati in
un’azione di depauperamento devastante del patrimonio
storico-artistico napoletano. Il Sovrano in funzione di un
maggiore controllo istituì nel 1755 la Reale Accademia
Ercolanese16 ai cui appartenenti fu fatto divieto di
16Per interpretare ed illustrare i monumenti, nel 1747 fu chiamatomonsignor Ottavio Antonio Bayardi che accettò il difficile incarico esi trasferì nel Regno l'anno stesso. Ma il Bayardi si accinse ascrivere un'opera immensa la cui descrizione partiva dalle epoche piùremote di Ercolano tanto che, dopo cinque anni di lavoro, pubblicòsolo parte della vita di Ercole (Prodromo delle antichità diErcolano). Nell'ultimo volume di quanto pubblicato il Bayardiprometteva che con i volumi successivi avrebbe completato la vita diErcole, avrebbe raccontato della fondazione di Ercolano e infineavrebbe parlato delle antichità rinvenute. Ma il mondo letterario e lo stesso re Carlo desideravano conimpazienza l'esposizione delle opere rinvenute. Sotto tale pressione,il Bayardi pubblicò un semplice catalogo dei monumenti dissotterratima privo di spiegazioni. Nello stesso egli scrisse che avrebbe avutobisogno di un altro paio di anni se non di più per completare il suoprodromo di cui sopra. Fu allora che il re, infastiditodall'allungarsi dei tempi, su suggerimento del marchese BernardoTanucci che allora era segretario di stato della casa reale, decise difondare un'accademia unicamente incaricata di illustrare i monumentirinvenuti dagli scavi: era il 13 dicembre 1755 e così nasceva laRegale Accademia Ercolanese; F. CASTALDI, Della Regale Accademia Ercolanese
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pubblicare le proprie scoperte singolarmente, diritto che
invece era prerogativa dello Stato. Gli oggetti rinvenuti
dagli scavi quindi, poiché investivano direttamente
l’interesse del Sovrano, erano tutelate da rigidissimi
sistemi di controllo delle maestranze che prevedevano dure
pene per l’ipotesi di trafugamento dei reperti. Il problema
riguardava invece gli scavi privati che determinavano
spesso la dissoluzione dei reperti in paesi per lo più
stranieri , questa situazione appena descritta, dovette
essere così seria da allarmare il re stesso e spingerlo
all’emanazione delle Prammatiche LVII e LVIII nel 175517.
In queste Prammatiche assunse posizione prioritaria la
condanna dell’arricchimento dei Paesi stranieri ai danni
del patrimonio storico del regno il quale «[…] non vada
dalla sua fondazione sinora con un cenno biografico de' suoi soci ordinari, Napoli, 1840,pp. 123, 144; M. SCHIPA, Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, 1923, p.235; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 19. 17 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova Collezione delle Prammatiche del Regno diNapoli, Napoli, 1803/8, pp. 201 a 204; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., pp. 4, 5; W. CORTESE, Lezioni di legislazione dei Beni Culturali, Padova,1997, pp. 56, 57; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 25 a 30; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17; G.CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale di Diritto dei beni culturali, Napoli, 2008, p. 6.
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sempre più impoverendosi di ciò che abbonda, per farsene abbondanti l’altre
Province d’Europa, che ne sono povere da loro stesse. »18
In sostanza si vietò lo scavo - subordinato al permesso
reale -, l’uscita per conto di paesi stranieri e si venne a
creare quello che con un termine moderno si può definire
Ufficio di esportazione, inoltre si istituì una commissione
tecnica, che si occupava del rilascio delle autorizzazioni,
fissando anche pesanti sanzioni atte a colpire coloro che
non rispettavano la legge.19 La commissione era composta da
tre esperti in base alla classificazione degli oggetti,
Alessio Simmaco Mazzocchi20, Giuseppe Bonito e Giuseppe
Canart21. Questi editti andarono a colmare un vuoto
18 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 4.19 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova Collezione … cit., 201 a 204; F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 4, 5. W. CORTESE, Lezioni…cit., 56, 57; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 25 a 30; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17; G.CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale…cit., p. 6.20 Biblista ed epigrafista (S. Maria Capua Vetere 1684 - Napoli 1771),fu prof. di S. Scrittura e teologia nell'università di Napoli; èautore d'importanti studî filologici, archeologici (tra l'altro, sulletavole di Eraclea) e storici. Particolarmente notevoli i suoicontributi nel campo dell'esegesi veterotestamentaria F. LUISE inDizionario biografico degli Italiani (a cura di Istituto della EnciclopediaItaliana fondata da G. Treccani ), Roma, 2009, v. 72, pp. 612 a 614.21 M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, la nascitadel servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 36, 37.
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legislativo significativo, con essi Carlo di Borbone si
inserì nel solco dei sovrani illuminati europei del tempo
dimostrando una moderna consapevolezza dell’importanza del
legame tra patrimonio culturale e luogo di provenienza, e
il valore economico, turistico e di prestigio annessi ad
esso. Inoltre è interessante sottolineare che il patrimonio
dello Stato non poteva non identificarsi con il patrimonio
personale del sovrano ed è difficile non pensare che la
volontà che partorì le stesse prammatiche non sia stata
spinta almeno in parte da questi interessi; ne derivarono
limitata accessibilità agli scavi e anche agli stessi musei
in cui i reperti venivano conservati e nel peggiore dei
casi distruzione dei reperti che non erano ritenuti degni
delle collezioni reali. Medesima concezione sarà
ravvisabile nel 1799 e ancora nel 1806, stavolta ad opera
di un altro Borbone, il figlio di Carlo, Ferdinando, che
minacciato prima dagli eventi della rivolta partenopea e
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poi dall’arrivo delle truppe francesi porterà parte delle
sue collezioni con sé.22
1.1 Puliture e ridipinture a Napoli, nel XVII e XVIII
secolo.
Tra Seicento e Settecento, a Napoli, nell’ambito del
problema del restauro delle opere d’arte, si intrecciavano
tendenze volte all’intervento per aggiornamento devozionale
finalizzato alla conservazione della freschezza originaria
dell’opera, con atteggiamenti critici volti invece a
proteggere l’originalità dei dipinti.
Tra le testimonianze riguardanti lavori di restauro o
meglio definiti come “puliture” e “ridipinture” a Napoli, ci
giunge quella de Le vite de’ pittori , scultori ed architetti, di Bernardo
De Dominici, del 1742- 43.23 Con molta probabilità il
motivo per cui il De Dominici scrisse con un certo
22 Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 31, 32.23 A. CONTI, Storia del restauro e della conservazione delle opere d’arte, Milano, 1988,p. 64.
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interesse, anche di stampo critico a proposito del panorama
del restauro è attribuibile alla tesi del Giannone che, nel
1941, definisce il De Dominici stesso “un accomodatore di
quadri antichi”.24
Erano due i fattori principali che determinavano la
necessità di intervenire sulle pitture a Napoli; il clima
marittimo e le ridipinture per aggiornamento devozionale.
Un culto molto forte delle immagini, infatti, causava una
continua necessità di ridipinture, puliture e ritocchi che
contribuivano a preservare l’integrità dell’opera o ad
adeguarla al gusto corrente, a eventuali nuove necessità
stilistiche o semplicemente legate al gusto del
proprietario. 25
Il De Dominici a riguardo riporta numerosi casi; uno tra
questi è identificabile nella vita di Francesco di Maestro
Simone, pittore trecentesco, legato in particolar modo alla
sua produzione nella chiesa di Santa Chiara, dove la regina
Sancia Di Maiorca intorno al 1340, - datazione, che il De24 O. GIANNONE, Giunte sulle vite de’ pittori napoletani, Napoli, 1941, p. 95.25 A. CONTI, Storia…cit. p. 64.
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Dominici riferisce alla fioritura della pittura di
quest’artista - gli commissionò di “colorire devote immagini”
per gli altari della Croce di Palazzo, che essendo state
spostate nei corridoi, a causa dell’umidità, si erano
consumate.26
Leggiamo poi nella “vita del famosissimo Antonio Solario detto
volgarmente il Zingaro, pittore ed architetto”27 che il De Dominici
attribuendo al pittore i dipinti per la Cappella del
Noviziato della chiesa di Monteoliveto, ci dà
testimonianza, in merito alla volontà del padre abate Don
Lionardo Capuano di far pulire e perfezionare le opere
dello Zingaro nel monastero, da Nicolò di Liguoro per
“conservarle se possibile in eternità”28. In realtà le attribuzioni e
le notizie pervenuteci dagli scritti del De Dominici non si
possono ritenere del tutto affidabili, la stessa vita di
Antonio Solario è un insieme d’invenzione e realtà atta a
convalidare le tesi dell’autore che attribuisce a questo
26 B. DE DOMINICI, Le vite de’ pittori, scultori ed architetti ( a cura di) F.SRICCHIASANTORO, A. ZEZZA , Napoli, 2009, p. 21227 Ibidem.28 Ibidem.
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pittore opere che la critica d’oggi lega al nome di
Colantonio. Egli infatti ci presenta un dettagliato prologo
in cui Antonio Solario si rivela innamorato follemente
della figlia del Colantonio e con questo pretesto
giustificherà la sua maniera “fiamminga” assegnando al
pittore altri dipinti come “Il San Francesco che consegna la regola”
- in quegli anni già staccato dal “San Girolamo”- o il
“Polittico di San Vincenzo Ferrer” sempre attribuito a Colantonio.29
Ulteriori testimonianze riguardo la cosiddetta umidità del
clima napoletano sono presenti nella “vita di Giovan Battistello
Caracciuolo così volgarmente appellato, pittore e di Giacomo di Castro suo
discepolo.” De Dominici descrivendo la grande influenza che
Caravaggio ebbe sulle opere del Caracciolo cita una delle
prime opere di quest’ultimo dipinta alla caravaggesca,
ossia un quadro esposto nella chiesa di San Pietro a
Maiella dai monaci celestini, in una cappella del canto del
Vangelo, che raffigurava la “Vergine col Bambino e Santi”. Questo
29 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., pp. 279 a 281.
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quadro fu consumato dall’umidità del muro su cui era
posizionato e ridipinto da “un moderno professore”.30
De Dominici scrive poi di una tavola di Silvestro Buono, in
“Vita di Buono de’ Buoni e di Silvestro suo figliuolo pittori”, - due
personaggi mai esistiti-, la quale si trovava in San
Gregorio Armeno, e afferma che non gli fu possibile vederla
supponendo che fosse stata spostata per essere ritoccata da
Giovan Bernardo Lama, come succedeva a quelle che stavano a
San Pietro ad Aram, ed alla Santissima Annunziata e San
Niccolò alla Dogana.31
In alcuni passi delle Vite è percepibile una critica del De
Dominici nei confronti dei ritocchi compiuti sulle opere di
grandi maestri, che, essendo ridipinte da altri, perdevano
inevitabilmente il loro pregio. Il concetto di restauro su
cui si basava ancora il De Dominici faceva riferimento al
valore relativo delle opere d’arte, nel senso che, la30 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 972.31 Nel edizione delle vite di De Dominici commentata da F. SricchiaSantoro e A. Zezza del 2009 si scrive che la citazione di suddettiritocchi fu probabilmente attribuita volontariamente al Lama percolmare la discontinuità di tempi e modi tra le opere a cavallo tra400 e 500 del Silvestro. In B. DE DOMINICI, Le vite…cit. 387; A. CONTI,Storia…cit. p. 64.
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sostituzione diventava lecita nel momento in cui il nuovo
dipinto tendeva a migliorare con essa. Il problema di
Napoli quindi era che per lo più “molte pitture dei mentovati
artefici, venerande per loro antichità, sian modernate da’ più sciocchi pittori
(che guasta mestieri da noi vengono nominati) più tosto che da’ valenti uomini
rifatte”32
Ma in realtà non tutti i restauri furono compiuti da quei
“guastamestieri ” di cui parla De Dominici, infatti gli
autori di restauri o di adattamenti pittorici erano spesso
fra i migliori pittori attivi a Napoli.33
Primo fra tutti Giovanni Battista Caracciolo detto il
Battistello, che quando affrescò la cappella dedicata a
San Michele Arcangelo in S. Maria la Nova, intorno al
162434 si trovò ad aggiornare e ad ampliare la tavola
raffigurante appunto, il San Michele Arcangelo, per
renderla adeguata alla nuova sistemazione sull’altare. Il32 B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 199.33 A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65.34 Si tratta della prima cappella a destra in S. Maria La Nova, nellaquale oggi sono visibili i resti di ciò che dipinse il Carraciolonella cupola negli arconi e sulle pareti; L. DI MAURO in Napoli Sacra (acura della) Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, Napoli,1993,vol. 4, p. 246.
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pittore vi aggiunse una fascia inferiore con figure di
dannati e per omogenizzare ma anche per adeguare l’opera al
gusto corrente, passo una mano di patina bruna su tutta la
tavola.35
E’ già nel 600, proprio in relazione con la figura di
Battistello, che possiamo riconoscere una prima presa di
coscienza autonoma della professione del restauratore.
Giacomo di Castro, allievo del Battistello, sarà, infatti,
protagonista del distacco della figura del restauratore da
quella del pittore.36
Di questa notizia scrive già a suo tempo il De Dominici che
lo inserisce, appunto, nella vita di Battistello Caracciolo
come suo allievo, anche se riferisce che nell’ambito delle
discordie nate tra Battistello e il suo maestro Bellisario
Corenzio contro il Domenichino egli abbia deciso di
35 La notizia è stata reperita da A. CONTI, Storia …cit. pp.64, 65 e da, IIImostra di restauri, Napoli, 1953 – 54, pp. 12, 13, i quali attribuiscono latavola a Marco Pino, ulteriori fonti in L. DI MAURO in Napoli Sacra…cit., p. 246, invece la attribuiscono a Dirk Hendricksz, conosciutoanche come Teodoro d'Errico (Amsterdam, 1544 – Amsterdam, 1618),pittore olandese che lavorò a Napoli tra il 1574 e il 1610, la tavolasi trova attualmente nella Cappella Severino in Santa Maria la Nova.36 A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65.
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avvicinarsi a quest’ultimo dopo essere venuto a conoscenza
dei torti che aveva subito.37
Giacomo di Castro nacque nel 1597 a Piano di Sorrento e
morì nel 1697.38, il De Dominici scrive che si dedicò
relativamente poco all' attività di pittore, essendo molto
portato nel rimodernare quadri antichi o danneggiati. Ed è,
infatti, nel 1670 che è attestata una sua “pulitura dei
quadri antichi” della chiesa del Pio Monte della
Misericordia.39 Egli fu così portato da avere anche presso
di sè degli allievi; Nicola di Liguoro morto nel 1724, di
cui abbiamo parlato a proposito della pulizia dei dipinti
di Antonio Solario nella chiesa di Monteoliveto e al quale
Michelangelo Cagiano de Azevedo attribuisce il restauro dei
quadri di casa Laurenzana venuti a Napoli per la morte di
Mons. Gaetano d’Aragona e Antonio di Simone, morto nel
37Le notizie riguardo invidie e disaccordi tra i pittori sono moltofrequenti nelle vite del De Dominici e sono utilizzate spesso comegiustificazioni nella fantasiosa interpretazione che fa della storiadell’arte; B. DE DOMINICI, Le vite…cit., p. 972 a 981.38 S. CAUSA, Battistello Caracciolo, l’opera completa, Napoli, 2000, p.112.39 R. CAUSA, Opere d’arte del Pio Monte di Misericordia, Cava dei Tirreni, 1970,pp.36- 37; A. CONTI, Storia…cit. pp. 64, 65; S. CAUSA, Battistello Caracciolo…cit., p.112.
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1727, il quale era stato allievo di Luca Giordano e del cui
personaggio esiste una presentazione, proprio nella vita di
Luca Giordano del nostro De Dominici. 40
1.2 Il trasferimento dei dipinti della collezione Farnese.
Tra degrado e primi interventi di restauro.
Rientrando nell’ambito degli interessi culturali di Carlo
di Borbone è d’obbligo analizzare un altro campo di azione
della conservazione che tocca stavolta quella che si può
definire la Quadreria reale borbonica e che è da intendersi
in senso maggiormente tecnico in quanto si riferisce alle
opere di restauro messe in atto con l’arrivo del suddetto
sovrano a Napoli e il sopraggiungere della sua numerosa
collezione, la Collezione Farnese.41
40 M. CAGIANO DE AZEVEDO, Una scuola napoletana di restauro nel XVII e nel XVIII secolo,in “Bollettino dell’Istituto Centrale di Restauro”, n. 1, 1950, pp.44- 45; A. CONTI, Storia…cit. p. 68.41 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 1; P. LEONE DE CASTRIS,Il contributo…cit., p. 19. P. D'ALCONZO, L'anello del re... cit., p. 19. TOURINGCLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 23; M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17.
19
1.2.1 Cenni sulla storia della collezione Farnese prima del suo
spostamento a Napoli.
La nascita della collezione Farnese si deve ad Alessandro
Farnese, poi Papa Paolo III nel 1534, egli elevò una
piccola famiglia nobile del Lazio al rango delle più
potenti d’Europa, e fu anche come anticipato l’iniziatore
di una collezione che nell’arco di due secoli sarà una
delle più importanti e varie d’Europa.42 Egli commissionò
ritratti e sculture ai più importanti artisti del tempo tra
i quali Raffaello, Sebastiano del Piombo, Tiziano ecc. E
contemporaneamente si impegnò nel promuovere la costruzione
del grande palazzo di famiglia in Campo de’ Fiori, oltre
ovviamente a sostenere i cantieri vaticani attivi in quegli
42 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario delle raccolte farnesiane attraverso le fonti e gliinventari in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. La collezione Farnese (a curadi) N. SPINOSA, Napoli, 1995, p. 27.
20
anni, e quelli in Castel Sant’Angelo. Fu quindi una Papa
attento e propulsore dell’attività artistica nello Stato.
Ma fu in realtà con un altro Farnese che la collezione
assunse carattere veramente imponente, ossia il Cardinale
Alessandro Farnese, nato nel 1520 e morto nel 1589, egli
terminò i lavori del palazzo a Roma e decise di far
abbellire quello a Caprarola, fu un grande mecenate e
commissiono alcuni dei capolavori più importanti della
storia dell’arte, come la “Danae” di Tiziano e il celebre
“Cofanetto” Farnese esposto nel Museo di Capodimonte.43 Ma il
suo merito risiede anche nell’aver reso questa Collezione
una raccolta di antichità a tutti gli effetti, arricchita
con i reperti degli scavi archeologici, collezioni di
monete antiche, medaglie, manoscritti, gemme incise e ad
aver legato questa prestigiosa raccolta al palazzo romano
dei Farnese in cui era conservata, con un vincolo nel
proprio testamento nel 1587.44 Un altro importante
protagonista le cui sorti furono strettamente legate a
43 Ibidem.44 Ibidem.
21
questa Collezione fu il bibliotecario e consigliere
artistico di Alessandro, Fulvio Orsini45 che oltre a
condizionare l’aspetto della raccolta e del palazzo romano,
alla sua morte lasciò un suo personale fondo che infoltì
ancora di più le gallerie farnesiane, composto da antichità
greche e latine ma che non difettava di oggetti, disegni e
dipinti moderni.46
Intorno agli anni 40 del Seicento una difficile situazione
politica, l’attrito con i papi Urbano VIII e Innocenzo X e
le due guerre di Castro47 determinarono lo spostamento del
45 Erudito, bibliofilo e collezionista nato a Roma 1529 e morto nel1600, figlio naturale di un Orsini del ramo di Mugnano. Canonico di S.Giovanni in Laterano; bibliotecario di Ranuccio e del card. A.Farnese, ne curò l'arricchimento della biblioteca e delle collezionidi oggetti antichi e d'arte; ma raccolse anche per sé libri,manoscritti greci, latini e volgari, pietre incise, medaglie, quadri,ecc., che lasciò parte alla Biblioteca Vaticana (tra cui il Canzoniereautografo e il codice degli abbozzi di Petrarca), parte al cardinaleO. Farnese (Napoli, Museo nazionale). Fu uno dei massimi esponentidella filologia antiquaria italiana, nonché abile epigrafista. Lasciòanche scritti di filologia, elogi, studî di iconografia antica e curòedizioni di classici antichi; A. VENTURI in Enciclopedia…cit., vol. XXV,pp. 607, 608.46 Ibidem; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 23.47 La guerra di Castro fu un conflitto del Seicento fra lo StatoPontificio e la famiglia Farnese a causa delle mire del papa, UrbanoVIII, sul ducato laziale di Castro, suddiviso in due fasi; G. MORONI,Dizionario di erudizione storico- ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Roma, 1844,pp. 281, 282.
22
baricentro degli interessi politici dei Farnese lontano da
Roma, verso Parma. Il pesante clima anti- farnesiano
creatosi a Roma causò lo svuotamento del palazzo Farnese
della sua Collezione e lo spostamento di maggior parte di
essa verso questo nuovo polo, appunto Parma. Parma e
Piacenza passarono sotto il controllo della famiglia
Farnese nel 1545, ma il consolidamento e la creazione di
una situazione pacifica in questi feudi necessitò il
trascorrere di molti anni, tanto che le prime tracce della
formazione di una raccolta d’arte a Parma risalgono alla
seconda metà inoltrata del secolo XVI, in particolare
grazie all’interessamento di Ranuccio Farnese, che nel 1587
resse il ducato al posto del padre Alessandro.48
Quando Ranuccio divenne Duca di Parma era appena
diciottenne e la sua collezione derivava con molta
probabilità dal nonno Ottavio, duca dal 1547 al 1586, e
comprendeva una quarantina di dipinti e un discreto numero
di argenti, cristalli, porcellane, medaglie, camei, pietre
48 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p. 31.
23
dure e gioielli. Egli fu, inoltre, protagonista di un altro
evento fondamentale per l’accrescimento della collezione,
ossia il sequestro dei beni, e in particolare delle opere
d’arte nel 1611 delle famiglie di feudatari che si erano
ribellati alla famiglia farnese. Quest sequestri permisero
l’acquisizione di capolavori del calibro della “Madonna
della gatta” di Giulio Romano e il “Ritratto di Leone X” creduto di
Raffaello.49 Queste opere erano spesso spedite nel palazzo
di Roma che ancora in quegli anni si configurava come il
principale polo della Collezione Farnese; sarà con l’arrivo
da Roma di svariate centinaia di quadri che il nuovo duca
Ranuccio II dovrà pensare a una nuova sistemazione
espositiva nella sede parmense del Palazzo del Giardino50.
A cavallo fra XVII e XVIII secolo la Collezione nella sede
parmense si scisse, con la creazione di una galleria in
Palazzo della Pilotta in cui furono esposti i quadri più
importanti, nel frattempo questa si era arricchita ancora
di più alla morte della principessa Maria Maddalena nel
49 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p. 32.50 Ibidem.
24
1693, sorella nubile di Ranuccio II51. La collezione nel
Palazzo Pilotta è un ulteriore merito da attribuire a
Ranuccio perché segna il distacco fra una concezione di
opere d’arte intesa esclusivamente come arredo e invece un
interesse ad allestire una galleria farnesiana che avesse
dei lineamenti di carattere “museale”. La visita della
Ducale Galleria la cui nascita si inserisce in anni non
anteriori al 1693 divenne ben presto tappa obbligata del
Grand Tour a Parma e in quanto tale avveniva con la guida
del custode e responsabile del museo stesso, Stefano Lolli
che poi cedette il suo posto al figlio Bernardino Lolli il
quale, come sappiamo, si trasferirà a Napoli con la
collezione nel 1735.52
Alla morte di Ranuccio nel 1694 i suoi successori i duchi
Francesco e Antonio regnarono debolmente su Parma nei
successivi trentacinque anni, ma non per questo il
mecenatismo dei Farnese si estinse, anzi a questo periodo
risalgono molti documenti relativi a numerosi acquisti che
51 Ibidem, p. 37.52 Ibidem,
25
andarono a costituire un nuovo nucleo espositivo, il
cosiddetto “Appartamento dei quadri” nel vecchio Palazzo
Ducale.
Alla morte del duca Antonio nel 1731, Carlo di Borbone
figlio di Elisabetta Farnese, a sua volta, nipote dei duchi
Antonio e Francesco, potette finalmente succedergli.53
Carlo regnò su Parma e Piacenza per un periodo molto breve;
entrato in possesso del ducato nel 1732, già agli inizi del
’34 aprì la sua personale campagna contro gli Austriaci e
in pochi mesi conquistò Napoli e il Viceregno meridionale.
Già in questi anni l’intenzione di Carlo fu quella di
salvare le raccolte farnesiane e spedirle a Genova, da lì
dopo la vittoria di Carlo sarebbero poi giunte a Napoli e
con esse il loro custode Bernardino Lolli54, non senza
furti intervenuti per strada, e prive comunque di una certa
53 TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., , pp. 37 a 42; G. CONIGLIO, IBorboni…cit., pp. 56 a 66; H. ACTON, Borboni…cit.,
p. 10; E. CHIOSI, Il Regno..cit., P. 374.54 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p.1; A. FITTIPALDI, Tutela,conservazione e legislazione dei Beni culturali a Napoli nel secolo XVIII in Musei, tutela elegislazione dei beni culturali a Napoli tra 700 e 800, Quaderni del Dipartimento diDiscipline Storiche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”,Napoli, 1995, p. 9, 10; P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p.38.
26
parte di mobili e dipinti di minor valore che ancora nel
1736 erano fermi a Piacenza.
Ma la sorte di questa Collezione una volta giunta a Napoli
non fu delle migliori; essa dovette fare i conti con
l’assenza di una tradizione museografica, che aveva visto
solo dominatori stranieri e mai una dinastia, come, ad
esempio, quella dei Medici che identificasse la propria
collezione artistica, in un certo senso, con quella dello
Stato.55
In attesa di una adeguata sistemazione fu quindi,
ammassata, letteralmente, nei depositi di Palazzo Reale e
molte prestigiose testimonianze ne descrivono lo stato
impietoso in cui versava. Una delle più rilevanti è quella
del presidente del Parlamento di Borgogna Charles de
Brosses, testimonianza risalente al 1739, anno in cui i
quadri erano ancora in deposito nel Palazzo Reale,
abbandonati sotto una scalinata dove tutti andavano ad
55 P. LEONE DE CASTRIS, Breve itinerario…cit., p.32
27
orinare.56 Del resto «Come poteva Carlo di Borbone interessarsi della
Quadreria Farnese e del Museo se l’orizzonte politico era oscuro, la guerra
lunga e incerta, minacciosa ( 19 agosto 1742) la squadra navale inglese nel
golfo di Napoli? ».57
La regalità di Carlo e l’indipendenza del regno furono
infatti messe in discussione nei primi anni quaranta della
guerra di Successione austriaca.58 Napoli partecipò
svogliatamente, perché il governo riteneva la pace più
utile per il consolidamento interno della nuova monarchia,
ma fu trascinata dagli Spagnoli, desiderosi di assicurare
al secondo figlio di Elisabetta Farnese il ducato di Parma.
La difesa del regno ebbe successo, l’esercito di Carlo
insieme all’esercito spagnolo, sconfisse gli imperiali a
Velletri nell’agosto del 1744, ma la partecipazione
napoletana alla guerra (1734 – 1746) rallentò il
mecenatismo del re a favore delle arti.59
56 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 7; H. ACTON, I Borboni…cit., p. 53; A. FITTIPALDI, Tutela…cit., p. 10.57Cfr. nota n. 9; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 6.58 Ibidem; TOURING CLUB ITALIANO, Guida …cit., pp. 37 a 42; H. ACTON, IBorboni…cit., p. 13.59 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 19.
28
Anche Luigi Vanvitelli testimoniò lo stato della Quadreria,
quando visitò il Palazzo Reale per sistemarvi i Reali
Infanti nel 1753. Scrisse: «Ho veduto quadri della Galleria di Parma
che sono spaventi».60
Insomma ci vorranno ancora degli anni affinché la
Collezione trovi definitiva sistemazione. Esattamente nel
1755 quando dopo vent’anni di lavori a rilento finalmente i
quadri verranno disposti nelle dodici sale del piano
nobiliare della Reggia di Capodimonte e verranno sottoposti
ai primi interventi di restauro.
1.2.2. Cenni sulla Reggia di Capodimonte e la Galleria farnesiana
Facendo un passo indietro negli anni, sappiamo che nel 1738
Carlo di Borbone fece porre la prima pietra per la
costruzione della Reggia di Capodimonte, a nord della
città.61Incaricato dei lavori fu Giovanni Antonio Medrano
60 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 7.61 Ibidem p. 1. A. FITTIPALDI, Tutela…cit., p. 10, 12; P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 19. TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) MariellaUtili, Museo… cit., pp. 9, 10, 50.
29
nel maggio del 173762 a cui venne associato Antonio
Canevari, entrambi architetti di estrazione romana, ma la
collaborazione durò poco a causa degli screzi fra i due
architetti e il campo fu lasciato libero al Medrano che
sottopose al re un progetto definitivo approvato il 7
febbraio del ’38.63 La decisione di costruire una nuova
residenza di Corte coincideva con la passione del re per la
caccia e con l’esigenza di dare una collocazione adeguata
al formidabile patrimonio artistico ereditato dalla madre.
A pochi mesi dall’inizio della fabbrica, sotto la direzione
di Giovanni Antonio Medrano una commissione di esperti già
si occupava di definire la disposizione degli ambienti che
avrebbero ospitato la Galleria. Come vedremo la fabbrica
si mosse molto a rilento.
Alla sistemazione del parco fu chiamato Ferdinando
Sanfelice (1742 - 43), mentre Ferdinando Fuga nel 1765 si
dedicò ai lavori nel Palazzo ancora incompiuto. Durante il
Decennio francese divenne dimora preferita di Gioacchino
62 B. MOLAJOLI, Notizie su Capodimonte, Napoli, 1957, p. 10.63 Ibidem.
30
Murat, e dopo la restaurazione fu utilizzato dai sovrani
solo per brevi soggiorni o come foresteria.
Come abbiamo visto passerà un ventennio dall’inizio del
cantiere perché possa ritenersi ultimato, almeno nella
parte che riguardava le sale d’allestimento della
collezione.
È interessante constatare la presenza tra gli esecutori e i
progettisti di questa prestigiosa opera, di Bernardino
Lolli che da trent’anni era Custode delle Collezioni
Farnesiane a Parma e che fu chiamato già nel 1735 dal re
per mantenere una continuità che non spezzasse il legame
tra il soprintendente e i beni a lui affidati, un altro
esempio, questo, della validità e della modernità delle
idee del re Carlo.64
Tra il 1755 e il 1759 fu costituita la “Galleria farnesiana
di Capodimonte” nella Reggia che Carlo si era ormai
convinto non soddisfacesse le sue esigenze di residenza. Fu
incaricato del suo ordinamento nella nuova sede Padre
64 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 1; A. FITTIPALDI,Tutela...cit., pp. 9, 10.
31
Giovanni Maria della Torre65, il quale successe a Lolli
nella carica di Custode del Museo Farnesiano.66 Ed è
proprio con la creazione di questa Galleria che si impose
per la prima volta il problema urgente del restauro dei
dipinti. Le fonti riguardanti le prime opere di questo
genere sono incerte, è probabile che per primo si occupò
dei restauri il Pittore di Camera Clemente Ruta67, che tra
l’altro fu il primo a realizzare un inventario, perduto,
dei quadri farnesiani e che risultava stipendiato da Carlo
di Borbone per “Sopraintendere e invigilare alla conservazione dei quadri
di S.M.”.68 Nella Reggia fu allestito un vero e proprio65 Fu un naturalista italiano nato a Roma nel 1712 e morto a Napoli il7 marzo 1782, insegnava filosofia e matematica in varie città italianee in particolare a Venezia. Membro di numerose società scientifiche,era autore di un corso di fisica in latino e italiano, pubblicò nel1755 un libro sul Vesuvio, intitolato “Storia e fenomeni del Vesuvio”; U.BALDINI in Dizionario…cit., v. 37, pp. 573 a 576.66 N. DEL PEZZO, Siti reali. Capodimonte, in "Napoli Nobilissima", XI, 1902,pp. 65 a 67; 170 a 173; 188 a 192. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio...cit., p. 7. A. FITTIPALDI, Tutela...cit., p. 13.67 Nacque a Parma nel 1685. Nella sua carriera artistica, collocabiletemporalmente nel primo quarto del XVIII secolo, troviamo la maggiorparte delle opere prodotte nella provincia natia (Parma). Vannoricordate però, anche alcune opere, come gli affreschinell'appartamento di Carolina Bonaparte situate a Portici. Il pittoreparmigiano morì, alla veneranda età di 82 anni, nel 1767 ; DizionarioEnciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, Torino, 1975, v. 10, p. 82.68 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo… cit., p. 11. P. D'ALCONZO, L'anello delre,... cit., p. 20; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili,Museo…cit., p. 12; M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a
32
laboratorio di restauro affidato dapprima a Ruta e poi come
vedremo in seguito ad un’importantissima figura di
restauratore, Federico Anders.69 In seguito vi sarà
Francesco Liani70 che dopo la morte di Ruta, dal 1754 sarà
destinato “ad accomodare e porre in ordine” la Quadreria reale.
Liani come Ruta era un pittore alla corte del re, che
realizzava opere pittoriche ma si occupava anche di compiti
di restauro e nello stesso tempo di vigilanza.
Napoli…,cit., p. 17.69 E. MELE, Un pittore tedesco alla corte di Napoli in "Napoli Nobilissima" VI,1897, p. 34; A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria Nazionale di Napoli(Documenti e ricerche), in Le Gallerie Nazionali Italiane, Roma, 1902, pp. 225, 226,229; A. BORZELLI, Un inventario di quadri nel Quarto del Priore alla Certosa di SanMartino, Napoli, 1913, p. 13; F. DE FILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi aNapoli nel settecento, Napoli, 1943, pp. 23 a 56; F. STRAZZULLO, Cultura ed artea Napoli nella seconda metà del 700 (Documenti) in Lettere di Luigi Vanvitelli della BibliotecaPalatina di Caserta, Galatina, 1977, p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert. Lavita, (a cura di ) M. NOVELLI RADICE, Napoli, 1988, pp. 61 a 117. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.70 Nacque a Fidenza e sono scarse le notizie riguardo la sua vita, lasua attività è documentata a Napoli nella seconda metà del 700, qui ècon sicurezza attestato nel 1755 quando fu pagato 120 ducati per unritratto di “Sua Maestà”, non si conosce però la data del suotrasferimento che molto probabilmente avvenne al seguito del ParmenseClemente Ruta chiamato a Napoli come pittore di corte nel 1741. La suaproduzione è legata principalmente alla ritrattistica di corte, tra leprime opere sono citati ritratti equestri di Carlo di Borbone e diMaria Amalia di Sassonia, ora al Museo di Capodimonte e icontemporanei otto piccoli ritratti dei loro figli oggi conservati nelMuseo Campano di Capua: M. GIANANDREA in Dizionario…cit., V.65, PP.8, 9.
33
Un altro importante protagonista di queste vicende sarà il
pittore di Camera Giuseppe Bonito71, pittore di Corte dopo
il 1750 che aveva anche il compito di sovrintendere ai
lavori di restauro dei dipinti reali.72
Tutte queste testimonianze, che derivano principalmente
dagli Archivi della Segreteria di Casa Reale, che si
71 Nato a Castellammare di Stabia nel 1707e morto a Napoli il 19 maggio1789, è stato un pittore italiano del periodo rococò. Fu uno deimaggiori pittori di genere napoletani, le sue numerosissime tele dicarattere popolaresco ne fanno uno dei migliori rappresentanti delgenere, forse il più importante dell'Italia meridionale delSettecento. Ebbe molto riscontro tanto che alcune tele di altripittori suoi contemporanei e conterranei gli furono per lungo tempoattribuite. Il caso più eclatante fu quello del napoletano GaspareTraversi al quale soltanto nel Novecento, grazie agli studi dellostorico dell'arte Roberto Longhi, fu riconosciuta la paternitàdell'intera sua opera fino a quel momento attribuita a Bonito. Fuallievo di Francesco Solimena, pittore tardo barocco di grandi paled'altare, Bonito imparò dal suo maestro l'uso dei chiaroscuri cheapplicò in maniera personale sia ai grandi quadri di tema religiososia ai piccoli quadri di genere popolare. Bonito rappresentò la suacittà, anche negli aspetti più folcloristici e ovvi, con la presenzadi "scugnizzi" e l'immancabile Pulcinella, ma la sua pittura non fumoraleggiante o dai significati oscuri; quanto un ritratto, alle volteedulcorato altre volte spietato, della sua città e del suo tempo. Trail 1736 e il 1742 Bonito lavorò per i Borboni per la decorazione afresco della Reggia di Portici. Come ritrattista fu molto ricercatodalla nobiltà napoletana, celebre il ritratto di Maria Amalia diSassonia moglie del re di Napoli Carlo VII. Una delle sue ultimeopere: L'Immacolata Concezione del 1789 fu dipinta da Bonito per laCappella Palatina della Reggia di Caserta; A. DE RINALDIS inEnciclopedia…cit., vol. VII, p. 426. 72 A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria…cit., p. 225. F. STRAZZULLO, Culturaed arte a Napoli…cit., pp. 641 a 643. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia delrestauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 17.
34
occupava di amministrare i beni allodiali del sovrano, ci
aiutano a determinare quale fu in questo primo periodo il
ruolo del restauratore e se si poteva intendere come una
figura autonoma in ambito professionale.
In realtà da questi dati risulta che il restauratore viveva
in questi anni e in questo contesto in una condizione di
subalternità rispetto al Pittore di Corte che aveva, come
abbiamo visto, sia il ruolo di sorvegliare lo stato della
Quadreria Reale che di sovraintendere ai lavori di restauro
su di essa, oltre ovviamente alla principale mansione di
artista. Egli curava la compilazione dell’inventario e
interveniva anche nel dare consigli riguardo eventuali
opere da acquistare per conto del sovrano. Lo testimonia
anche la scarsità di fonti riguardanti questo primo periodo
che non riescono a delineare una situazione generale e
dettagliato delle figure operanti nel campo, perché i
pittori quando e se erano citati in attività di “accomodo”
delle tele, in realtà, svolgevano principalmente compiti di
direzione perché la parte artigianale e quindi, prettamente
35
meccanica, della sistemazione dei supporti, degli strati
preparatori e simili, era legata ad altri operatori che
perlopiù restano ancora nell’anonimato.73
Sarà solo con l’arrivo a Napoli, nel 1787 del restauratore
tedesco Federico Anders che si rivoluzionerà la visione del
restauro che acquisirà caratteristiche pienamente
moderne.74
1.3 La Reggenza. Continuità di intenti e contraddizioni.
Nel 1759, il re di Napoli era divenuto Carlo III di Spagna
e sui troni dell’Italia meridionale gli succedeva un
bambino di soli otto anni, il terzo figlio maschio
Ferdinando. Il governo del Paese fu, quindi, affidato ad un
Consiglio di Reggenza, in cui ebbero un ruolo di primissimo
piano il precettore del giovane re, Domenico Cattaneo,73 Cfr. M. I. CATALANO, Telaiuoli…cit., pp. 107, 108.74 E. MELE, Un pittore…cit., p. 34. A. FILANGIERI DI CANDIDA, La GalleriaNazionale…cit., pp. 225, 226, 229; A. BORZELLI, Un inventario…cit., p. 13. F. DEFILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 23 a 56. F. STRAZZULLO,Cultura ed arte a Napoli…cit., p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert…cit.,. pp. 61 a117. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.18.
36
principe di San Nicandro, e Bernardo Tanucci. Quest’ ultimo
concentrò su di sé un potere enorme, in quanto era anche
l’esponente di maggior spicco del governo che Carlo aveva
lasciato e il corrispondente privilegiato con Madrid,
filtro della volontà del re di Spagna.75
Al giovane Ferdinando non fu impartita una educazione
valida, con nozioni e impegno confacenti ai successivi
compiti di governo. Ne venne fuori un re dedito pressoché
esclusivamente agli svaghi, anche di tipo plebeo, che,
uniti ai modi rozzi e chiassosi, scandalizzarono molti
contemporanei e contribuirono a classificarlo come il “re
lazzarone”. Anche Carlo non era fornito di grande cultura e
si era troppo dedicato alla caccia, ma ebbe intuito e senso
dello Stato, al punto da assecondare con convinzione le
riforme che i suoi collaboratori gli proponevano.
Ferdinando invece non si interessò affatto
dell’amministrazione del regno di Napoli: non solo – com’è
75 G. CONIGLIO, I Borboni…cit., pp.172 a 177. E. CHIOSI, Il Regno…cit.,p.418.TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a 42. P. D'ALCONZO, L'anello delre,... cit., p. 45.
37
ovvio – durante gli otto anni della Reggenza, ma anche dopo
aver compiuto i sedici anni e aver acquistato i pieni
poteri, divenendo Ferdinando IV, come re di Napoli, e III,
come re di Sicilia. Fu Tanucci ad avere ancora in mano
prevalentemente le sorti del regno, essendo stato nominato
nel 1767 primo ministro, una carica che d’altra parte già
esercitava di fatto.76
La Reggenza operò una politica di continuità con le
precedenti disposizioni di Carlo, anche per quello che
riguarda il settore specifico della promozione,
conservazione e tutela del patrimonio storico - artistico,
Carlo, infatti, anche se lontano «continuò ad essere il perno
intorno a cui ruotò, per circa due decenni, la vita politica delle Sicilie».77
Così, se da un lato la continuità di una politica atta ad
esercitare un principio di tutela del patrimonio culturale
determinò un’ evoluzione della coscienza comune riguardo il
concetto di patrimonio pubblico, dall’altra persistevano
76 Ibidem.77 R. AJELLO, La civiltà napoletana del settecento, Napoli, 1979 – 80, vol. I,p. 19; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 44.
38
ancora le contraddizioni che avevano caratterizzato anche
il periodo carolino. Negli anni di Ferdinando, infatti, non
solo le opere d’arte ritenute di scarso rilievo
continuavano ad essere distrutte, perché considerate
indegne di appartenere alle collezioni reali, ma il mercato
nero delle antichità si era continuato a dilatare in
maniera esponenziale dimostrando che le leggi del 1755 non
erano riuscite nel loro originario intento. Numerosi sono
gli episodi che dimostrano la scarsa efficacia delle
Prammatiche, uno fra tutti le medaglie antiche che Sir
Hamilton, inviato di S. M. Britannica, riuscì a farsi
spedire in patria nonostante gli fosse stato negato il
permesso. Unico tentativo da parte della Reggenza di
risolvere la situazione fu la Prammatica LIX emanata da
Tanucci nel 176678 che non era in realtà nulla d’innovativo
perché ribadiva ciò che già la Prammatica LVII aveva
stabilito, l’intenzione fu, quindi, di riproporre la legge
78 L. GIUSTINIANI (a cura di), Nuova … cit., p. 206 a 210.
39
quasi a voler ricordare la sua avvenuta promulgazione, ma
anche questo sforzo non diede alcun risultato.79
1.4 Alla Corte di Ferdinando IV. Federico Anders
Restauratore di Corte.
Durante il regno di Ferdinando IV la Quadreria reale dopo
le prime sistemazione nella Reggia di Capodimonte -
approntate nello stesso anno della partenza di Carlo per la
Spagna- continuò ad ampliarsi con ulteriori arrivi da Roma,
da Palazzo Farnese ma anche nuove acquisizioni, che
perdurarono per tutti gli anni Sessanta del secolo. Queste
acquisizioni andarono a sommarsi ai numerosi ritrovamenti
delle opere di scavo archeologico tanto che cominciò a
prendere forma l’idea di trasferire la Collezione in un
luogo più ampio ed idoneo, nella fattispecie il Palazzo dei
Regi Studi,80 che ospitava in quegli anni l’Università di
79 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 50, 5180 La costruzione dell'edificio fu iniziata nel 1586 come Caserma dicavalleria; questa era situata subito al di fuori della cinta murariadi Napoli (che correva dove oggi si trovano i porticati antistanti la
40
Napoli. Nel 1777 fu, quindi, dato l’incarico all’architetto
Ferdinando Fuga di elaborare un progetto per la
risistemazione del palazzo in questione.81 Intanto la
costruzione della Reggia a Capodimonte continuava a
procedere a rilento; al 1783 risale la testimonianza di
Tommaso Puccini82, che qualche anno dopo sarebbe stato
nominato direttore degli Uffizi, la sua visita alla
Galleria Principe di Napoli). La Cavallerizza era molto più piccoladell'attuale palazzo museale ed il suo ingresso principale si aprivasul lato occidentale, sull'attuale via Santa Teresa. I lavori tuttaviaproseguirono a rilento anche per la mancanza di acqua in zona. Nel1612 il viceré don Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos decise ditrasferire nell'edificio incompiuto l'Università di Napoli, che era aSan Domenico Maggiore. I lavori di ristrutturazione furono affidati aGiulio Cesare Fontana. Benché non fosse ancora completo, l'edificio fuinaugurato nel 1615; ma già l'anno dopo i lavori erano statiinterrotti per la partenza del Fontana da Napoli. Tra il 1670 e il1688, a seguito di cedimenti e soprattutto dei gravi terremoti checolpirono la città, furono chiuse le arcate dei porticati che davanosui cortili per sostenere maggiormente il corpo centrale, e murateanche le finestre dell'aula absidata. Con l'avvento dei Borbone, reCarlo incaricò già nel 1735 Giovanni Antonio Medrano a riparare idanni subiti dal palazzo. Nel 1742 l'architetto Ferdinando Sanfelicecominciava a costruire l'ala orientale del palazzo, ma i lavorivennero interrotti 17 anni dopo per la partenza del re Carlo per iltrono di Spagna; TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 242, 243.81 G. FINATI, Il Regal Museo Borbonico, Napoli, 1819/23, pp. 7 a 13. F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 7, 8. TOURING CLUB ITALIANO,(a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., p. 11.82 Fu Direttore delle Gallerie fiorentine, Sovrintendente alle BelleArti, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. Fu coinvoltoin prima persona durante l'occupazione francese del 1799 nella difesadel patrimonio artistico di Firenze. Grazie a lui la Galleria degliUffizi rimase intatta, senza subire depredazioni;A. DE RINALDIS inEnciclopedia Italiana Treccani, Roma, 1932, vol. VI, p. 112.
41
Galleria Farnesiana a Capodimonte ci lascia traccia, non
solo descrittiva e minuziosa di tutti i dipinti esposti, ma
in particolare della loro condizione pessima e delle
condizioni pessime anch’esse, del museo che li ospitava.83
Probabilmente lo stato del museo poteva essere imputato al
disinteresse del Sovrano che ormai a quella data, come
abbiamo detto, aveva già deciso di spostare le collezioni
nella sede del Palazzo dei Regi Studi. E ne è testimonianza
il dispaccio inviato al Cappellano Maggiore dal Marchese di
Sambuca che dichiara, appunto, le intenzioni e le
disposizioni del Sovrano riguardo questo trasferimento.84
Fu determinante in questa situazione la presenza, alla
corte di Napoli di Jakob Philipp Hackert, pittore prussiano
attivo a Napoli dal 1782.85 Egli giunse nel regno borbonico
per compiere alcuni studi per commissioni per
l’arciduchessa di Russia, era, infatti, un artista già
83 G. FINATI, Il Regal…cit., pp. 7 a 13; P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit.,p. 62. 84 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., pp. 7, 8. P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 62.85 J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita…cit., pp. 61 a 117; M. I. CATALANO,G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., pp. 17, 18.
42
molto affermato il cui genere era la pittura di paesaggio.
Hackert, già quarantacinquenne, aveva alle sue spalle un
copioso bagaglio di esperienze, che comprendevano
commissioni per il re Adolfo Federico di Svezia, viaggi a
Parigi dove aveva avuto l’amicizia e la protezione del
grande vedutista francese Claude Joseph Vernet, e una lunga
permanenza a Roma dove aveva studiato all’Accademia
francese.
Era già stato sporadicamente nella Capitale borbonica
chiamato da Sir. Hamilton e aveva girato tutta l’Italia
spinto dalle numerose committenze di sovrani e nobili che
amavano circondarsi di paesaggi italiani. Fu il conte
Andreas Rasumovsky, che era ministro russo a Napoli in
quegli stessi anni, a presentare Hackert al re, il conte
«appassionato d’arte faceva ogni mattina una passeggiata dove Philipp
Hackert disegnava»86 e il re incuriosito dall’operato
dell’artista chiese di vederne i lavori, quattro anni dopo
Hackert sarebbe stato nominato Pittore di Corte e avrebbe
86 J.W. GOETHE, Philipp Hackert… cit., p. 61.
43
influenzato in maniera determinante la politica culturali
di Ferdinando IV, soggiornando nel famoso Palazzo
Cellammare, allora, Francavilla.87
Nello stesso anno della nomina di Hackert, il 1786, la
situazione della Quadreria di Capodimonte era ancora
critica, a denunciarne lo stato fu il custode Mattia87 Il palazzo Cellamare sito in Via Chiaia, risale al XVI sec. quandofu fatto costruire per l’abate Giovanni Francesco Carafa a ridossodella murazione vicereale. Benedetto Croce riguardo l’anno diedificazione riferisce che la casa dell’abate sicuramente già esistevanel 1533 perché vi si riunirono gli Eletti della città e Don Pedro diToledo coi “deputati della pecunia” per decidere un modo per trovare ildenaro necessario all’ampliamento edilizio della città che proprio ilCarafa aveva il compito di disegnare. Da questa riunione derivòovviamente la decisione di tassare ulteriormente il popolo e ciòdeterminò la rivolta popolare. Il palazzo fu ampliato e restaurato nel1722 dalla famiglia Giudice, in particolare da Antonio Giudice che poidivenne , principe di Cellamare. Ma la famiglia del Giudice si estinserelativamente presto, Antonio Giudice ebbe due figli, il maschio morìe la femmina andò in sposa a Francesco Caracciolo Principe di Villa.Quindi nel 1733, anno di morte di Antonio Giudice, il palazzo passò aun ramo della famiglia Caracciolo che riuscì tuttavia a ottenere iltitolo di Principi di Cellamare. Per un lungo periodo del XVIII secoloil palazzo non fu abitato dai Caracciolo bensì dai Francavilla che sierano imparentati con i Caracciolo, grazie al matrimonio tra AndreaFrancavilla e Anna Caracciolo del 1717, da cui deriva anche laconsuetudine di chiamare questo palazzo, appunto palazzo Francavilla.Quando nel 1782 la famiglia si estinse senza eredi il palazzo ricaddeal fisco e fu preso in affitto dalla Corte borbonica, fu sede dimemorabili feste e accolse anche una parte della collezione d’artereale. Lo ricordiamo con interesse perché ospitò molti artistiforestieri tra cui Angelika Kauffmann nel 1784 e in particolarePhilipp Hacker con il fratello Georg che vi abitò dal 1786 al 1799; B.CROCE, Il palazzo Cellamare, in “Napoli Nobilissima”, X, 1901, pp. 49 a 53;TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 287, 288; S. SAVARESE, PalazzoCellamare. La stratificazione di una dimora aristocratica (1540-1733), Napoli, 1996, pp.36, 37.
44
Zarrillo che «definiva quei dipinti ormai bisognosi di un vero maestro che
avesse potuto formare anche una scuola di restauro».88 Fu proprio il
pittore prussiano a consigliare al re di far venire a
Napoli il restauratore Federico Anders, e Goethe che era in
stretti rapporti con Hackert e ne revisionò gli appunti
scrivendone la biografia, racconta questo episodio come
l’ennesimo litigio fra il re e il suo Pittore di Corte
Hackert.89
Anders giunse a Napoli nel 178790 e Hackert consigliò al re
di testare la sua tecnica nel laboratorio della Reggia di
Caserta91 su alcuni quadri della Galleria di Capodimonte;
88 F. STRAZZULLO, Cultura ed arte…cit., p. 644; M. I. CATALANO, G. PRISCO,Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., pp. 17, 18.89 J.W. GOETHE, Philipp Hackert…cit., pp. 85.90E.MELE, Un pittore…cit., p. 34; A. FILANGIERI DI CANDIDA, La GalleriaNazionale…cit., pp. 225, 226, 229; A. BORZELLI, Un inventario di quadri nelQuarto del Priore alla Certosa di San Martino, Napoli,1913, p.13; F.DE FILIPPIS,O.MORISANI, Pittori…cit., pp. 23, 56. F.STRAZZULLO, Cultura…cit., p. 644.J.PH.HACKERT, La vita…cit., pp. 226 a 229. M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storiadel restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 18.91 F. DE FILIPPIS, O. MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 21 a 26, 56, 57.La relazione originale firmata da Hackert è distrutta, ne restanoalcuni tratti riportati nel testo citato a p. 56, nota n. 11. Daquesta si evince che « ad Anders verrà concesso di abitare con la moglie e cinque figligrandi a Capodimonte, nelle stanze dell’archivio farnesiano, che viene perciò spostato,aggiungendovi altri due locali ove si trovano macchine fisiche ed orologi, le prime delle qualivengono inviate ai Regi Studi ed i secondi a ornare i corridoi della Reggia di Capodimonte. »;Cfr. B. MOLAJOLI, Il Museo di Capodimonte, Napoli, 1961, pp. 25, 47.
45
nella fattispecie: la “Danae” di Tiziano, la “Pietà” di
Annibale Carracci, una “Sacra Famiglia” di Schedoni, la
“Madonna della gatta” di Giulio Romano e il re vi volle
aggiungere anche la “Deposizione di Cristo” del Ribera della
Certosa di San Martino, sulla quale «un imbrattatele napoletano
aveva ridipinto»,92 riconoscibile in Giovanni d’Episcopo, che
poi nonostante la sua cattiva fama entrerà a lavorare come
aiutante nel laboratorio di restauro diretto da Anders nel
Museo di Capodimonte. 93
Goethe così riferisce riguardo l’esito:
«L’operazione fu portata a termine con la completa soddisfazione del
re e di tutti i veri conoscitori d’arte. Quando i dipinti furono terminati
il re li fece esporre nella sua anticamera di Napoli e si rallegrò del
buon acquisto che aveva fatto con Anders. Questi ricevette uno
stipendio di seicento ducati all’anno come ispettore della galleria di
Capodimonte e seicento ducati all’anno per il restauro finché tutti i
dipinti furono terminati ma alla condizione di tenere due allievi
92 Ibidem. pp. 84, 85.93 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 18.P. D’ALCONZO, Da “imbrattatele” a “uomo di merito nella restaurazione”. Giovannid’Episcopo, restauratore di dipinti del Real Museo di Napoli traantico regime e Decennio francese in P. D’ALCONZO (a cura di), Gli uominie le cose. Figure di restauratori e casi di restauro in Italia tra XVIII e XX sec., Atti del convegnoNazionale di studi. Napoli, 18 – 20 Aprile 2007, Napoli, 2007, pp.119 a 125.
46
napoletani, ai quali il re dette dodici ducati al mese per il loro
mantenimento, e di insegnare loro l’arte.»94
Anders fu, inoltre, investito del ruolo di “Custode della
Quadreria Farnesiana di Capodimonte” un compito, come abbiamo già
visto precedentemente, in stretta connessione con quello
del Pittore di Corte.95 Ed è proprio questo il merito da
attribuire al nostro, quello di aver dato autonomia
professionale al ruolo del restauratore che entrava a Corte
ed era a capo di un laboratorio e che, quindi, entrava a
far parte dei ruoli fondamentali di Casa Reale. Con
Federico Anders si riconoscerà la carica di Restauratore di
Corte e Napoli entrerà all’interno di un vivace clima
culturale che comprenderà anche polemiche e discussioni
riguardo le tecniche del restauro. Come ad esempio la
querelle iniziata dalla “Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton
inviato estraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica” riguardo l’uso
94 J.W. GOETHE, Philipp Hackert…. cit., p. 85.95 E. MELE, Un…cit., p. 34. A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Galleria…cit. pp.225, 226, 229. A. BORZELLI, Un inventario…cit., p.13.. F. DE FILIPPIS, O.MORISANI, Pittori tedeschi…cit., pp. 23 a 56. F. STRAZZULLO, Cultura ed arte aNapoli…cit., p. 644. J.W. GOETHE, Philipp Hackert….cit., pp. 61 a 117. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.
47
della vernice scritta da Hackert a William Hamilton, in cui
il Pittore di Corte elogiava il lavoro di Anders e spiegava
le motivazioni dell’uso della vernice per il restauro,
tecnica che a Napoli «o non s’intende, o si trascura[…] ».96
L’effetto della vernice su un colore oleoso era
perfettamente descritto nella “Teorica della pittura” di Antonio
Franchi del 1739. In cui si scrive che la vernice
impregnando una superfice porosa ne modifica le
caratteristiche fisiche e di conseguenza anche il colore,
ridonando ad esso luminosità.97 Ma nel periodo in cui
imperversa questa polemica, è chiaro, che l’uso di questa
vernice non era diffuso tra tutti e anzi, molti pittori
utilizzavano metodi alternativi per preservare le loro
opere, come la chiara d’uovo, i quali venivano denunciati
proprio da Hackert come dannosi.98
96 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton inviatoestraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica ... di Filippo Hackert sull'uso della vernicenella pittura, Perugia, 1788, p. 9.97 A. CONTI, Storia…cit., pp. 150 a 153.98 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza il sig. cavaliere Hamilton inviato estraordinario e ministro plenip. di S.M. Britannica ... di Filippo Hackert sull'uso della vernice nella pittura, Perugia, 1788, p. 9.
48
La vernice di cui si parlava era quella a base di mastice
ed acqua ragia che fin dalle prime decadi del 700 era
materia di diffuse sperimentazioni. La polemica suscitata
dalla lettera di Hackert è molto interessante anche perché
affonda le proprie radici in un secolo che vede il continuo
tramutarsi della meccanica della pittura in un’ ottica che
non è più di stampo artigianale e praticistico ma accoglie
la scienza e la fisica come basi fondamentali di conoscenza
per comprendere i materiali utilizzati ed è così che il
restauro si libera dai caratteri di semplice manutenzione
abbracciando lo sperimentalismo scientifico.99
A partire da questi anni la ricostruzione dell’operato di
Anders e del suo laboratorio è ricomponibile grazie ai
documenti conservati negli Archivi di Casa Reale,
nell’Archivio Farnesiano e anche del Ministero degli Affari
Esteri.100 Come l’arrivo del Polidoro da Caravaggio
proveniente dalla chiesa dell’Annunziata dei Catalani di
99 A. CONTI, Storia…cit., pp. 150 a 153.100 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p.18.
49
Messina, “La Madonna dello Spasimo”, acquistata da Ferdinando
di Borbone nel 1789 affidata alle cure di Anders e dopo il
restauro collocata nella Quadreria Reale a Capodimonte.101
Oppure l’arrivo a Napoli proveniente da Palermo
dell’“Angelo custode” del Domenichino, acquistato invece nel
1792.102 Proprio quest’ultimo è uno degli esempi più
apprezzabili dell’operato di Anders.
1.5 Restauro dell’”Angelo Custode” del Domenichino.
L’opera è firmata e datata 1615 da Domenico Zampieri detto
il Domenichino103, fu realizzata per la cappella Vanni nella
chiesa di San Francesco a Palermo e presenta lo stemma dei
101 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Ministero degli affari esteri, Fasc.4626. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit.,p. 18.102 ASN, Casa Reale Amministrativa, III Inv. serie MaggiordomiaMaggiore, Fasc. 41: Documenti del 9 agosto e 30 agosto 1798. M. I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p. 18.103 Nato a Bologna nel 1581, morto a Napoli nel 1641. Protagonista dellapittura bolognese, fu uno dei promotori del classicismo secentescoeuropeo. Allievo prima di D. Calvaert poi dei Carracci, fu artista deipiù colti, elaborando in un eclettismo raffinato le esperienze formalidei grandi maestri del 16° secolo. Lavorò a Roma per la decorazione diPalazzo Farnese e, dopo un'intensa attività autonoma, a Napoli, doveinfluenzò largamente la produzione locale; I Maestri del Colore, Domenichino,Milano, 1993, n° 153, pp.3,4.
50
committenti- un levriero rampante- sul rilievo dell’altare
a sinistra. Fu donato nel 1792 a Ferdinando di Borbone, e
dopo la Repubblica Napoletana, il quadro fu trasferito a
Roma dai Francesi. 104
Il restauro dell’Angelo custode del Domenichino compiuto da
Federico Anders e presumibilmente terminato prima della sua
morte nel 1800105, è significativo per la sua modernità di
concezione e per la sua durevolezza nel tempo.106 Un
ritrovamento di un documento nell’Archivio di Stato di
Napoli ha consentito il recupero di una testimonianza di
una commissione che negli anni trenta dell’ottocento si
riunì per valutare le condizioni delle opere nella Real
Quadreria di Capodimonte. Il restauro veniva ricordato come
esemplare per la vernice adottata e la qualità
104 Attualmente il quadro si trova nella sala 27 del primo piano delMuseo Nazionale di Capodimonte, TOURING CLUB ITALIANO, ( a cura di)Mariella Utili, Museo…cit., p. 141.105 M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 20,107.106 Questo intervento di restauro è stato preso in considerazione inmodo particolare durante il convegno internazionale di studi tenutosial Museo di Capodimonte dal 16 al 16 ottobre del 1999.
51
dell’integrazione, già allora visualizzata nella sua
diversità materica.107
Le notizie riguardanti la presenza di Anders a Napoli sono
abbastanza numerose e concordanti.108, sono invece più
difficili da reperire notizie riguardo la sua formazione in
Germania e in seguito, riguardo il suo soggiorno a Roma. M.
I. Catalano fa riferimento ad alcune fonti poco conosciute
del Michiel e a una lettera integrale dell’Archivio Segreto
Vaticano. Nato a Dresda109, soggiornò a Roma, prima presso
Mengs e poi con Christoph Unterberger110. Riguardo i
rapporti tra Anders e Mengs Giovan Gherardo De’ Rossi111
narrava ad Hackert durante il periodo della polemica
sull’utilizzo della vernice, che il restauratore stava
lavorando a un quadro del Domenichino, raffigurante
107 Ibidem, pp.107, 114 n.1108 Per le notizie riguardanti l’arrivo a Napoli di Federico Andersrimando a ciò che è stato scritto precedentemente con riferimento allanota. 82.109 Cfr. M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., pp.115, 116 note n. 7, 8.110 Ibidem.111 Nato a Roma nel 1754, morto nel 1827, cultore delle belle arti,viene nominato presidente dell'Accademia di belle arti del Portogalloe direttore dell'Accademia reale di Napoli con sede a Roma.
52
l’Angelo Custode, al quale aveva ridipinto un intero
braccio per riempire una lacuna. Il Mengs vedendo
quest’aggiunta credette che facesse parte del dipinto
originale,così, Anders per dimostrare il contrario lo pulì
via con dello spirito, con molta facilità e il Mengs si
dimostrò, a quel punto, indeciso sul lodare o condannare
una così perfetta imitazione112. Questo episodio mette in
evidenza l’importanza che concetti come falso , imitazione
e copia, molto cari all’estetica neoclassica, stavano
assumendo nell’ottica del restauro.
Federico Anders, nell’”Angelo Custode” dovette integrare
un’area molto vasta della tavola rifacendo buona parte
della zona superiore con cielo e nuvole e un’intera mano
dell’angelo. Ed in questo intervento è già possibile notare
come fosse presente nell’agire del restauratore,
un’intenzione nel voler diversificare il restauro
112 J. PH. HACKERT, Lettera a sua eccellenza…cit., pp. 1 a 23; A. CONTI,Storia…cit., pp. 150, 153; J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita…cit., pp. 61 a117; M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napol…cit., p. 18.
53
dall’opera originale per renderla riconoscibile e evitare
di creare un falso.
Secondo una testimonianza del Bellori113 il dipinto doveva
avere una composizione diversa e prevedere l’immagine
dell’Alto Padre in alto. Anders quando si trovò difronte
alla problematica di dover ricostruire una parte che era
stata evidentemente più volte manomessa nel tempo e
potendosi riferire alla testimonianza del Bellori, con
molta probabilità decise di eseguire una semplificazione,
per non incedere in eccessive invenzioni, dimostrando anche
in questo caso una sensibilità molto moderna rispetto alla
problematica del falso. Una sensibilità, inoltre,
riscontrabile, come abbiamo osservato, nella distinzione
che operò tra integrazione e opera originale, Anders,
infatti, scelse per l’innesto una tela a trama molto più
fitta rispetto a quella usata dal Domenichino e per gli
strati preparatori adottò la presenza di biacca.114
113 P. BELLORI, Le vite de’ pittori scultori et architetti moderni, Roma, 1672, p. 352.114 M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p. 112.
54
Capitolo II
Tra Rivoluzione e Decennio francese.
Negli anni novanta del 700 ci fu un cambiamento politico
dovuto alla grave crisi interna e internazionale collegata
alla Rivoluzione francese del 1789, che indusse i sovrani e
i ministri napoletani prima ad assicurarsi una
pacificazione con la Chiesa e poi a cercare pieno appoggio
nell’aristocrazia; si allargò il divario tra borghesia e
intellettualità progressiste da un lato e monarchia,
governo e nobiltà dall’altro. Il tutto andò a peggiorare in
seguito alla scelta di una linea di politica repressiva nei
55
confronti dei dissensi interni. Nel frattempo i rapporti
con la Francia si andavano inasprendo (1793).115
Quando si creò la coalizione dell’Inghilterra, della
Russia, dell’Austria e del Portogallo contro la Francia,
Ferdinando IV vi accedette ( 1798). Ma la mossa si rivelò
avventata, a un iniziale successo seguì subito la disfatta
più assoluta e la fuga della corte in Sicilia. Il generale
francese Championnet assalì il Regno, il popolo insorse (15
– 20 gen. 1799) e dopo tre giorni di lotta venne
sopraffatto dai Francesi intorno ai quali si raccolsero i
liberali e i maggiori rappresentati del patriziato e della
cultura napoletana, proclamando la Repubblica Partenopea.
Questa ebbe vita breve ma intensa, non incontrando però mai
il favore popolare essendo i suoi esponenti intellettuali,
molto lontani dalla conoscenza delle necessità reali del
popolo. Essa, inoltre, sebbene non riconosciuta dalla
Francia, fu di fatto sottoposta a una “dittatura di guerra”
115 G. CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp.223 a 250. E. CHIOSI,Il Regno dal 1734 al 1799, in GALASSO, R. ROMEO (a cura di), Storia delMezzogiorno, Roma, Vol. IV, t. II 1986, pp. 455, 456.
56
francese che ne limitò di molto l’autonomia e la costrinse
a sostenere le ingenti spese causate principalmente dalle
richieste dell’esercito francese costantemente in armi sul
suo territorio. La Repubblica fu comunque spazzata via dopo
pochi mesi dall’armata “sanfedista” del cardinale laico
Fabrizio Ruffo, appoggiato dalla flotta inglese e formata
in gran parte dai cosiddetti “lazzari” ( i popolani
napoletani filoborbonici).116
Il patrimonio artistico di Napoli fu profondamente
danneggiato da questi eventi, a causa dell’opera di
spoliazione compiuta dai Francesi che videro nella
proclamazione della Repubblica il pretesto per ottenere le
opere d’arte che ancora mancavano nelle gallerie del
neonato museo del Louvre, che già dal 1792 si andava
allestendo.117 La Quadreria reale farnesiana, dalla quale116G.CONIGLIO, I Borboni…cit., pp.244 a 250; TOURING CLUB ITALIANO, Napoli
e Dintorni, Milano, 1976, pp. 37 a 42. H. ACTON, I Borboni di Napoli ( 1734 –1825 ), Firenze, 1985, pp. 67 a 89. 117 Nel 1794 In Francia l’Assemblea Costituente per porre fine a tuttele distruzioni di vario genere e entità di chiese, castelli e edificicivili avvenute durante la rivoluzione del 1789 e negli annisuccessivi proclamò il principio della conservazione dei monumenti, iquali erano da considerarsi come proprietà di tutti i cittadini, maanche testimonianza storica e artistica con valore didattico. Venne
57
Ferdinando era riuscito a portare via con sé solo
quattordici capolavori, all’epoca era ancora nel Real Museo
di Capodimonte e il generale Championnet poté scegliere tra
collezioni praticamente quasi complete. Il danno sarebbe
potuto essere anche maggiore se la richiesta del
commissario Faypoult di rendere patrimonio della Francia
tutti i beni di Ferdinando IV fosse andata in porto, fu
invece lo stesso Championnet a impedirlo guadagnandosi
anche il favore dei Napoletani118, ma i danni furono
sancito in sostanza il principio di appropriazione popolare di tutti ibeni culturali che perdevano la loro connotazione privata in favoredella fruizione pubblica. I due organi operanti della Convenzionefurono dal 1790 la “Commissione dei Monumenti” e la “Commissionetemporanea delle Arti” che si impegnarono in un’ opera prima diinventariazione e poi di conservazione, operazioni che non furonoaffatto facili da compiere ma che determinarono in periodorivoluzionario un’ effettiva prima azione di tutela che determinò lanascita delle prime collezioni pubbliche e dell’idea di monumentonazionale, in quanto proprio per preservare le opere d’arte si tese araccoglierle in depositi che divennero le prime forme embrionali dimusei pubblici. Al 1791 risale infatti l’apertura del primo museo nel suo genere il“Museo dei Monumenti francesi” nel ex convento dei Petits Augustins,il cui guardiano fu Alexandre Lenoir. In questo museo, in ordinecronologico furono esposti più di un migliaio di monumenti, tombereali , statue e altre opere d’arte restaurate in maniera del tuttoarbitraria, che portarono però alla luce un nuovo interesse per l’artemedievale che non mancò di essere criticato dai contemporanei; A. M.DI STEFANO, Viollet le Duc. Un architetto nuovo per conservare l’antico, Napoli, 2002,pp. 11, 12; Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re..cit., p. 87.118 C. DE NICOLA, Diario Napoletano (dicembre 1798- dicembre 1800), a cura di P.RICCI, Milano, 1963, pp. 58 a 63; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio
58
comunque devastanti. Grazie a una memoria anonima
dell’agosto del 1799 sappiamo che:
«Il numero della Quadreria di Capo di Monte era di 1783, di
questi ne mancano 325. Quelli per la Repubblica Francese non
furono, che 30. Sicché 295 sono stati presi dai Generali e più di
ogni altro dai Commissari.
Due Commissarj Romani diedero più gran Sacco degli altri.
Questi si chiamavano uno Valadier119 Architetto del Papa, e
ch’era figlio di M. Luigi, che era argentiere del Pontefice, l’altro si
chiamava Giacomo Stella.
Tutt’i Quadri grandi, si crede, che sono rimasti in Roma; quelli
che anno potuto andar via in Francia sono i piccioli Quadri, che
potevano o involtare, o mettere nei Bauli. Si crede, che molti si
artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni, Napoli, 1972, p. 10; P. D'ALCONZO,L'anello del re. Tutela del patrimonio storico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999,P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione di unapinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte.Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e post unitarie, Napoli, 1999, pp.12, 13.119 Giuseppe Valadier nacque a Roma, 14 aprile 1762 e morì il 1febbraio 1839 è stato un architetto, orafo e argentiere italiano, unodei più importanti del periodo neoclassico. Figlio dell'orafo LuigiValadier, si dedicò allo studio dell'architettura in precocissima età:vinse a soli tredici anni il primo premio di seconda classed’architettura al concorso Clementino del 1775 bandito dall'Accademiadi San Luca, nelle cui scuole avrebbe più tardi insegnato architetturapratica. Ebbe un'attività molto intensa e prolifica di opere eprogetti. La sua più celebre opera è quella della sistemazioneurbanistica di Piazza del Popolo, per la quale redatto e pubblicato unprogetto fin dal 1794, il cui progetto definitivo, elaborato durantegli anni napoleonici, fu approvato nel 1816 e realizzato entro il1722; N. PEVSNER, J. FLEMING, H. HONOUR, Dizionario di architettura, voceValadier, Giuseppe, Torino, 1981, PP. 58. 59.
59
sono venduti anche in Napoli, perché è troppo grande il numero
che manca di 295. »120
L’autore della testimonianza, il quale fu accompagnato
da Federico Anders nel suo
sopralluogo, ci fa comprendere come le opere solo in minima
parte andarono ad arricchire le gallerie del Louvre perché
per la maggior parte andarono ad alimentare un mercato
privato che si spinse alla vicina Roma ma arrivò anche
all’estero.
Dopo il breve periodo della Repubblica, mentre i reali
erano a Palermo, si instaurò un governo provvisorio con a
capo il Cardinale Ruffo che affidò la politica di
ricognizione e recupero del patrimonio della corona al
Marchese Vivenzio121, così mentre il Pittore di Corte
Hackert lasciava Napoli con il fratello122, fu determinante
120 A. FILANGIERI DI CANDIDA, Vicende della Quadreria di Capodimonte nel 1799 in“Napoli Nobilissima” VII, 1898, p. 95.121 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli e nel Regno nelXIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi, Napoli, Museo di Capodimonte,14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p. 19.122 J.W. GOETHE, Philipp Hackert. La vita, (a cura di )M. NOVELLI RADICE,Napoli, 1988, pp. 115, 116, 117.
60
in questo contesto il contributo del Restauratore di Corte
Federico Anders che anche in questo caso dimostrò
l’importanza della propria carica.
2.1 Il ruolo di Anders durante e dopo il 1799.
Prima degli eventi del ’99 Federico Anders si esprimeva in
maniera positiva riguardo lo stato della quadreria: «[…]
essendo molto avanzata la restorazione dei Quadri della Real Galleria
Farnesiana non occorrono più Ajutanti […]».123
Dopo la fuga di Ferdinando e i suddetti avvenimenti Anders
restò a Napoli fino alla sua morte, nel 1800, e il suo
apporto fu molto importante perché, non solo si occupò,
come abbiamo riferito, della ricognizione e del recupero
delle opere ma si impegnò anche a redigere un esatto
catalogo delle opere presenti a Capodimonte visto che
quello precedente era andato perduto e basò molto del suo
123 ASN, Casa Reale Amministrativa, III inv., serie MaggiordomiaMaggiore, fascio 41. M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipintia Napoli…,cit., p. 19.
61
lavoro sulla memoria che aveva della Quadreria. Divenne,
quindi, egli stesso memoria storica degli antichi fasti di
un immenso patrimonio artistico e con la sua morte si creò
un vuoto incolmabile nella cerchia dei restauratori a
Napoli.
Il 17 luglio del 1800, Federico Anders morì, dopo tredici
anni al servizio della Corte di Napoli, di lui rimasero a
Capodimonte le opere restaurate e un laboratorio, oltre
all’inventario rinvenuto nell’Archivio di Stato, compilato
dopo i fatti del ’99 e sottoscritto dal figlio Ignazio.124
Egli fu allievo del padre fin dal 1792 e lo aveva quasi del
tutto sostituito negli anni in cui Federico era in età
ormai troppo avanzata per svolgere il suo lavoro, aveva
collaborato tra l’altro anche lui a salvare la Quadreria
nel ’99 e si era occupato di ordinare i quadri.
Ignazio alla morte del padre fu nominato “Custode e
Restauratore della Quadreria di Capodimonte”, in un dispaccio del 19
luglio 1801, era dunque subentrato a tutti gli effetti al124 (in Appendice); ASN, Casa Reale Amministrativa, III inv., serieInventari, fascio 1.
62
padre svolgendo i compiti di Restauratore e Custode in
quegli anni ancora complementari e svolti all’unisono.125
Dopo quasi tre anni di assenza il re fece ritorno a Napoli
da Palermo (1802) .126
Ferdinando IV mostrò subito di essere fortemente
intenzionato a recuperare il suo patrimonio artistico
rubato dai Francesi e anzi di volerlo arricchire
ulteriormente. Per questo motivo incaricò il Cav. Domenico
Venuti di recuperare le opere sottratte e di acquistarne di
altre per accrescere la collezione reale.127
Al 1802, dopo le devastanti requisizioni napoleoniche,
risale il Chirografo di Pio VII128 , redatto a Roma da Carlo
Fea, Commissario alle Antichità, studioso di archeologia e
125 M. I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…,cit., p.20.126 G.CONIGLIO, I Borboni …cit., p. 252. TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit.,pp. 37 a 42.127 A. FILANGIERI DI CANDIDA, La Pinacoteca Nazionale di Napoli e il suoriordinamento, in “Napoli Nobilissima”, X, 1901, p. 33. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 18; TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili,Museo di Capodimonte, Milano, 2002, p. 12.128 G. CLEMENTE DI SAN LUCA, Manuale di Diritto dei beni culturali, Napoli, 2008,p.4.
63
grande difensore della conservazione e della tutela dei
beni storico – artistici. Il Chirografo Chiaromonti definì
l’obiettivo dell’utilità sociale e formativa del patrimonio
culturale e in linea con queste disposizioni irrigidì il
controllo sul mercato antiquariale introducendo l’obbligo
di compilare un elenco dettagliato dei possedimenti dei
privati, sottoponendo questi ultimi a controlli periodici,
per evitare appunto l’alienazione illegale di oggetti
artistici.129
Nel Regno di Napoli, nel frattempo, gli scavi archeologici
andavano nel 1800 molto a rilento e non si era riusciti a
dare alcuna soluzione al problema dei furti, continuava
inoltre, la consuetudine di fare doni come quello fatto a
Napoleone nel 1803 di numerosi reperti provenienti dagli
scavi ercolanesi tra cui un affresco raffigurante Apollo e
le Muse.130
129M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, la nascitadel servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 30 a 36.130 Cfr. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 90, 91.
64
2.2 La tutela a Napoli durante il periodo di dominazione
francese.
Nel 1803 la ripresa della guerra tra Francia e Inghilterra
indusse Napoleone a rioccupare le coste orientali del Regno
di Napoli. Due anni dopo si venne a creare una Terza
coalizione antifrancese tra Austria, Inghilterra e Russia.
Ferdinando non seppe o non volle fermare Maria Carolina,
che stipulava accordi segreti con le potenze della terza
coalizione, mentre il suo ambasciatore, firmava
contemporaneamente a Parigi un trattato di neutralità.
Inevitabile e inarrestabile fu la seconda invasione
francese, per punire il tradimento, a cui fece seguito la
65
seconda ingloriosa fuga del re e della sua corte in
Sicilia, nel gennaio del 1806131, il quale anche questa
volta portò con sé ben settantuno quadri a Palermo che si
aggiunsero ai quattordici già presenti, lo stesso Ignazio
Anders sarà incaricato di scegliere 25 quadri tra i
maggiori insieme al pittore Girgenti, in una collezione
che oramai si divideva tra il R. Museo di Capodimonte e la
Galleria Francavilla che ospitava i quadri recuperati dalle
soppressioni dei monasteri del ’99.132
A Napoli dal 1806 al 1815 si parla di Decennio francese;
ossia quel periodo in cui il Regno di Napoli fu appunto
sotto la dominazione francese.133 Il 15 febbraio del 1806,
infatti, fece il suo ingresso a Napoli il fratello maggiore
dell’imperatore, Giuseppe Bonaparte. Il Decennio non131 P. VILLANI, Il decennio francese, in G. GALASSO, R. ROMEO (a cura di),Storia del Mezzogiorno, Vol. IV, t. II, Roma, 1986, pp. 577 a 579. TOURINGCLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a 42.132 I quadri scelti da Ignazio Anders sono riportati in A. FILANGIERIDI CANDIDA, Vicende…cit., pp. 94, 94; A. FITTIPALDI, Tutela, conservazione elegislazione dei Beni culturali a Napoli nel secolo XVIII, in Musei, tutela e legislazione deibeni culturali a Napoli tra 700 e 800, Quaderni del Dipartimento di DisciplineStoriche, Università degli Studi di Napoli "Federico II", Napoli,1995,pp. 24, 25; F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12. P. LEONEDE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 11.133 P. VILLANI, Il decennio…cit., pp. 580 a 584.
66
rappresentò soltanto un periodo di occupazione militare,
come avveniva negli altri paesi conquistati da Napoleone,
significò anche «l’estensione a quei territori delle istituzioni e delle leggi,
che erano il risultato delle esperienze della Rivoluzione e delle successive
rielaborazioni e revisioni napoleoniche. »134
In pochi anni fu edificata una moderna monarchia
amministrativa, attraverso alcuni importanti provvedimenti
di riforma e l’estensione al regno di Napoli del Codice
civile napoleonico.
Per quanto concerne la tutela e la conservazione del
patrimonio storico – artistico fu un periodo tormentato,
dovuto principalmente alle vaste spoliazioni di opere
d’arte da chiese e monasteri della capitale e del regno
dopo l’abolizione della Compagnia del Gesù (3 luglio 1806)
e il conseguente piano di soppressione dei monasteri.135
In questo clima non bisogna necessariamente pensare che vi
fu una carenza in termini di legislazione di tutela e
134 Ibidem, p. 583.135 A. FITTIPALDI, Tutela…cit., pp. 24, 25. F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio... cit., p. 12. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., pp. 93, 94. P. LEONEDE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 11.
67
conservazione, infatti derivanti proprio dalla necessità di
gestire l’ingente patrimonio dei monasteri soppressi
vennero emanati fin dal settembre del 1806 decreti atti
alla salvaguardia dei dipinti appartenenti ad essi, come
quello del 15 settembre del 1806 in cui si disponeva che
tutti i quadri fossero inventariati, i migliori disposti
nella Pinacoteca reale e gli altri conservati fino a nuova
disposizione.136
Anche nel campo degli scavi archeologici per frenare scavi
clandestini e alienazioni abusive si ordinò la sospensione,
con decreto del 7 aprile 1807, e al Cavalier Arditi137 fu
affidato il compito di redigere un regolamento in materia,
136 Bollettino delle leggi del regno di Napoli, testo integrale in App. in P.D'ALCONZO, L'anello del re…cit., p. 151.137Nato a Presicce nel 1746, morto a Napoli nel 1838 era già membrodell’Accademia Ercolanese, con decreto del 18 marzo 1807 vennenominato Direttore Generale del Museo di Napoli e Soprintendente degliScavi d’Antichità. Egli si dedicò allo studio del Diritto eall’attività forense, gli scavi di Ercolano e Pompei suscitarono inlui un interesse per l’archeologia e già nel 1787 entrò a far partecome membro dell’Accademia Ercolanese; F.STRAZZULLO, Tutela delpatrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni. Napoli,1972, p. 12; M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti eistituzioni, la nascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 37, 38; P. CUFINO, Società Reale Borbonica eAccademia di Belle Arti in R. SPADACCINI (a cura di), ARCHIVIO DI STATO DINAPOLI, Civiltà dell'Ottocento a Napoli. Antichità e belle arti. Le istituzioni, Napoli,1996, pp. 32 a 45
68
il quale tra l’altro nel marzo dello stesso anno fu
nominato direttore del Real Museo e degli Scavi di
Antichità.138
In questi stessi anni, precisamente nel 1807 Giuseppe
Napoleone Bonaparte istituì la Società Reale nel quale
erano fuse le due Accademie di Scienze e Belle Lettere e
l’Ercolanese che aveva sede nel Palazzo degli Studi, atta
a incoraggiare lo studio delle antichità del Regno e della
sua storia. 139
Nel 1808 Giuseppe Bonaparte fu nominato re di Spagna, a lui
successe Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte.
Questo avvicendamento segnava una svolta nella conduzione
del regno di Napoli e nei rapporti con la Francia. Il nuovo
re puntava decisamente all’autonomia dell’impero
napoleonico: si appoggiò perciò quasi esclusivamente su
ministri napoletani e contrastò con tutti i mezzi
138 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12. P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a 45.139 Ibidem.
69
diplomatici possibili la politica di Napoleone, che vedeva
nel paese una colonia della Francia.140
Uno dei primi atti di questa nuova amministrazione riguardò
l’antico progetto borbonico riservato al Palazzo dei Regi
Studi. Nel quale con decreto del 26 marzo 1806 si dispose
che venissero collocati i quadri del Museo di Capodimonte e
di Palazzo Francavilla.141 Protagonista di questo
avvenimento sarà Michele Arditi che come abbiamo visto nel
1807 diverrà direttore del Real Museo142, con il quale
tramonterà il modello settecentesco e borbonico di museo
enciclopedico in favore di un museo universale della arti e
del bello, che potesse concentrare al suo interno tutta
l’evoluzione delle arti. Questo nuovo Real Museo sarà il
luogo in cui si andranno a concentrare le opere d’arte già
possedute ma anche in particolar modo quelle acquisite dai
monasteri soppressi; è interessante constatare che il
movente principale di queste acquisizione fosse in realtà
140 TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., p. 33.141 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 11. P. D'ALCONZO,L'anello del re,... cit., p. 94. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.142 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio ... cit., p. 12.
70
dichiarato come un modo per sopperire ai quadri che erano
stati portati via da Ferdinando IV a Palermo. Questa
intenzione è testimoniata da una memoria dello stesso
Arditi che scrive:
«Tutti questi Quadri, Eccellenza, ed altri che via via mi darò l’onere
di indicarle, mi sarebbe assai caro, che senza dilazione passassero
al Museo; onde si riparasse in qualche modo la perdita di que’
molti, che la Corte di Palermo, a grave nostro danno, menò con
seco nella Sicilia: potendosi nelle Chiese non ancora soppresse
sostituire ed esporre alla Religion de’ Fedeli ugual numero di pitture
di pennello non nobile, che al Museo per disgrazia non
mancano.»143
È da questi presupposti che nasce il progetto di più
ampio respiro della Galleria di pittori napoletani.
Gioacchino Murat decise di riunire a Napoli i migliori
quadri dell’antica Scuola napoletana, così firmò un
progetto il 18 dicembre 1809 a Parigi per la fondazione di
una Galleria di Pittori Napoletani da stabilire sempre nel
Palazzo degli Studi.144 Questo progetto se da un lato può
143 V. SPINAZZOLA, Note e documenti sulla fondazione, i riordinamenti e gli inventariidella R. Pinacoteca del Museo Nazionale, in “Napoli Nobilissima”, VII, 1898, p.46. P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 95.144 F. STRAZZULLO, Un progetto di Murat per una galleria di pittori napoletani in
71
essere analizzato in maniera positiva perché è fondato su
principi come la didattica, ma anche l’interesse al
restauro e alla conservazione delle opere in un luogo
adatto quale il museo, dall’altro è importante anche
sottolineare che l’impatto della vicenda non fu del tutto
positivo; tutte le forze dell’apparato statale, infatti,
furono convertite alla realizzazione di questa galleria e
questo non fece altro che incrementare la spirale delle
spoliazioni in chiese e monasteri di Napoli e Regno. Le
stesse opere ne risentirono, essendo state spostate dal
loro contesto originario e sottratte alla pubblica
fruizione.
La Galleria dei pittori Napoletani non vide mai una propria
definizione, e Gioacchino Murat non poté assistere al
compimento di nessuno dei propositi del decreto del 1809.145
Ciò nonostante, il fallimento della Galleria dei Pittori
non deve far giudicare male ciò che fu fatto nel Decennio
“Napoli Nobilissima”, serie III, vol. II, 1962, pp. 29. F. STRAZZULLO,Tutela del patrimonio ... cit., p. 13. P. CUFINO, Società Reale…cit., pp. 32 a45. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.145 P. D'ALCONZO, L'anello del re,... cit., p. 97.
72
nel Museo stesso. Infatti, mentre si andavano accumulando
quadri della Scuola napoletana, la Direzione lavorava ad
estendere il piano superiore del Museo costruito già nel
1807 e stabiliva anche altre importanti disposizioni e
migliorie. Fu, inoltre, disposta un’importante campagna di
restauri dal 1807 al 1817 affidata a Giovanni d’Episcopo,
Costanzo Angelini e Antonio Noja; nomi legati alla scuola
di Federico Anders come suoi diretti discepoli.
Fu progettato un catalogo periodico delle opere, stabilito
un regolamento di visita, ci si preoccupò
dell’illuminazione e fu inoltre aperta al pubblico la
quadreria (1812 – 1813).146
146 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.
73
Capitolo III
Il laboratorio di restauro dei dipinti dal 1822 al 1826.
Il ritorno dei Borbone a Napoli fu dovuto non a una
riconquista attiva del trono bensì al riassetto degli
equilibri internazionali, che videro Napoleone sconfitto e
le conseguenti decisioni a cui si giunse tramite il
Congresso di Vienna (1814 - 15), tradotte nel principio di
restaurazione dei sovrani legittimi e del loro potere
assoluto. Nonostante ciò grazie ai consigli della
diplomazia internazionale e la considerazione che troppo
grande era stata l’adesione della borghesia al programma di
Napoleone, e che punirla o allontanarla significava
bloccare il paese, Ferdinando comprese che era meglio
rinunciare a una feroce repressione e a un radicale ritorno
al passato.147 Ferdinando, quindi, sbarcato a Portici il 7
147 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio artistico nel regno di Napoli sotto i Borboni,Napoli, 1972, pp. 15, 16; TOURING CLUB ITALIANO, Napoli e Dintorni, Milano,1976, pp. 37 a 42.
74
giugno del 1815, trovò la città migliorata, poiché in dieci
anni i Francesi erano riusciti a farne una delle più belle
capitali d’Europa e decise di non abolire di colpo il nuovo
ordinamento amministrativo instaurato dal regime francese.
Tra il 1815 e il 1820 assistiamo perciò a un periodo di
assestamento. Questi anni furono caratterizzati dalla
promozione ,da parte del re, di un grande numero di opere
pubbliche quasi a voler sfidare le realizzazioni francesi,
che lasciarono sbalordito lo stesso figlio del re, Leopoldo
il quale affermò in tono ironicamente spietato: «Oh, caro
padre! Se tu fossi soltanto rimasto lontano per un’altra decina d’anni! ».148
Tra le tante opere una delle maggiori fu sicuramente la
ricostruzione del teatro San Carlo, distrutto in un
incendio il 12 febbraio del 1816, che venne affidata nello
stesso anno all’architetto Antonio Niccolini. Il teatro
realizzato in tempi brevissimi fu ultimato solo un anno
dopo e destò la meraviglia di tutti i suoi visitatori che
148 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 16.
75
ne diffusero testimonianza anche all’estero.149 La data del
decreto per la ricostruzione del San Carlo, ossia il 22
febbraio del 1816 è importante anche per un altro motivo,
poiché il re lo stesso giorno istituì anche il Real Museo
Borbonico.150 In realtà, oltre all’aggiunta della
definizione “borbonico”, si potrebbe pensare che non sia
stato apportato alcun tipo di cambiamento nella sostanza
del Museo, ma un’analisi attenta può intravedere in quella
intenzionale conferma l’interesse del Sovrano, ormai
dichiarato negli anni, di sottolineare l’identificazione
del patrimonio storico- artistico con i suoi possedimenti
personale. E a specificare questo interesse gli articoli
successivi del decreto:
«Art. 1. I monumenti antichi di qualunque natura, che durante
l’occupazione militare si erano riuniti nel nostro Real palazzo di
Napoli, e che sono divenuti di nostra particolare pertinenza,
resteranno depositati nell’edifizio de’ regj studj, che da ora
innanzi porterà il titolo di Real museo Borbonico, e riuniti a’149 Ibidem, pp. 15, 16, 17. TOURING CLUB ITALIANO, Guida…cit., pp. 37 a42.150 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 17; P. D'ALCONZO, L'anello delre. Tutela del patrimonio storico-artistico nel regno di Napoli, Firenze, 1999, pp. 123,124. P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo…cit., p. 14.
76
monumenti antichi, alla biblioteca, a’ papiri ed al museo
Borgiano, per tenersi esposti all’osservazione degli amatori e de’
dotti.
Art. 2. I cavamenti di Pompei e di ogni altro antico sito […],
saranno continuati secondo i regolamenti che daremo: e tutto
quello che sarà ordinato di togliersi senza detrimento degli
edifizi, sarà trasportato e conservato nel Real museo Borbonico.
Art. 3. Dichiariamo che tutto quello che contiensi attualmente nl
Real museo Borbonico, e tutto quello che di nostro ordine vi sarà
in avvenire depositato, è di nostra libera proprietà allodiale,
indipendente da’ beni della Corona. Riserbiamo a Noi la facoltà
di disporre. »151
Il R. Museo Borbonico in quegli anni conteneva anche
tutte le opere derivanti dalla spoliazione delle chiese, le
collezioni di antichità e mobili che Carolina Murat
fuggendo non era riuscita a portar via, e quindi il
suddetto patrimonio personale del re grazie a questa
attenta precisazione si arricchì esponenzialmente.
Nel frattempo nel 1817 tornarono anche le opere portate a
Palermo nell’ultima fuga e gli scavi di Pompei e Ercolano
furono riaperti con la conseguente dichiarazione che tutto
151 Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie, Napoli, 1816 –24, pp. 154, 155.
77
il materiale proveniente da questi fosse libera proprietà
allodiale di Casa Reale.152
Queste fonti di affluenza di opere d’arte, come vedremo,
caratterizzeranno le successive decisioni in merito
all’assetto organizzativo del Real Museo, influenzando
anche le future opere di restauro.
Nel dicembre del 1816 il re Ferdinando IV era diventato
sovrano del Regno delle Due Sicilie e in quanto primo
monarca del nuovo regno divenne Ferdinando I, il suo
interesse fu mediato da una relativa continuità
amministrativa con il precedente dominio francese e un
interesse a ristabilire la dominanza borbonica.153
Ferdinando istituì la Società Reale Borbonica con il
decreto del 2 aprile 1807.154 Questa ereditava le competenze
della Società Reale francese che a sua volta incorporava
152 P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., pp. 123, 124.153 G.CONIGLIO, I Borboni di Napoli, Varese, 1981, pp. 86, 87, 88.154 F. STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 21. P. CUFINO, Società RealeBorbonica e Accademia di Belle Arti in R. SPADACCINI (a cura di), ARCHIVIO DISTATO DI NAPOLI, Civiltà dell'Ottocento a Napoli. Antichità e belle arti. Le istituzioni,Napoli, 1996, pp. 32 a 45; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro deidipinti a Napoli e nel Regno nel XIX sec. Napoli: Atti del Convegno Internazionale di studi,Napoli, Museo di Capodimonte, 14-16 ottobre 1999, Roma, 2003, p 145, 146.
78
l’Accademia di Storia e Antichità. La documentazione
relativa a questa Società è organizzata in una delle serie
che compongono l’Archivio del Ministero della Pubblica
Istruzione, ma è presente anche nel Ministero degli affari
esteri nonché in altri fondi.
Venne così tracciata una continuità con le istituzioni
settecentesche ma vi fu anche il richiamo esplicito agli
organismi sorti nel periodo francese, rispetto ai quali la
impostazione metodologica e l’organizzazione interna della
Società Reale Borbonica appare infatti molto simile.
Come è stato scritto il regno di Ferdinando I vide un
grande afflusso di opere d’arte nel Real Museo Borbonico,
perché in esso confluivano tutte le opere sottratte al
Regno dai Francesi, che comprendevano anche quelle
provenienti dai monasteri soppressi e in più tutti i
reperti che provenivano dagli scavi archeologici, ciò
determinò la necessità di dare una nuova organizzazione al
Museo, così come un migliore allestimento alle opere
stesse.
79
Uno dei protagonisti indiscussi di queste vicende, così
come la R. Società Borbonica fu sicuramente Michele Arditi
che già nel 1807 era stato designato da Giuseppe Bonaparte
come Direttore del Real Museo e degli Scavi e aveva avuto
riconfermata la propria carica anche dopo la Restaurazione
borbonica nel 1817155. Con lui si svolse un’intensa opera di
riorganizzazione delle collezioni, fu abbandonata l’idea
della Galleria dei pittori Napoletani e fu adottata invece
un tipo di organizzazione unitaria per scuole pittoriche.
Inoltre, grazie ad Arditi si cominciò a provvedere alla
compilazione di un inventario, poi detto “Inventario
Arditi”, delle opere presenti nel Real Museo Borbonico
concluso poi alla fine del 1821.156
Ed proprio in vista di questa organizzazione che si rese
ovvia la necessita di avviare un’opera di restauro.
155 M. BENCIVENNI, R. DALLA NEGRA, P. GRIFONI, Monumenti e istituzioni, lanascita del servizio di tutela dei monumenti in Italia 1860- 1880, Firenze, 1987, pp. 37,38; M.I.CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.145.156 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p145.
80
3.1 Michele Arditi e un Piano per il restauro dei quadri.
Durante i primi decenni dell’ 800 gli addetti al restauro
erano pochi, alcuni dei quali appartenevano alle prime leve
formatesi sotto Anders, tra cui Giovanni D’Episcopo, il
famoso “imbrattatore di tele” e Giacomo Milano, ed altri
nuovi allievi che si erano già distinti nel progetto
murattiano della Galleria napoletana, come Antonio Noja.157
Era consuetudine che fosse il Direttore del Museo a
decidere quali quadri dovessero essere restaurati con
maggiore urgenza, in questo caso Michele Arditi, fatta
eccezione per alcuni casi particolari in cui la decisione
era presa dalla Real Società Borbonica e quindi nel caso
specifico dai professori delle Accademie di Belle Arti. Fu
proprio il contrasto tra il Direttore e questi ultimi che
157 F. STRAZZULLO, Un progetto di Murat per una galleria di pittori napoletani in“Napoli Nobilissima”, serie III, vol. II, 1962, pp. 29 a 39. M.I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 142.
81
caratterizzò i primi anni circa le decisioni sui lavori di
restauro, circoscritto sempre alla Pinacoteca Reale.
All’inizio di marzo del 1818 dal Ministero dell’Interno
arrivò una comunicazione al Direttore del R. Museo, su
parere della Società Reale Borbonica, che riferiva la
decisione di riaprire una campagna di restauro dei quadri
appartenenti alla Galleria Regia.158 La proposta avanzata da
Costanzo Angelini, pittore dell’Accademia, era già vecchia
di cinque anni e investiva un quadro dello Zingaro
proveniente dalla chiesa di San Pietro ad Aram. Questo
quadro che rappresenta una “Madonna con Bambino e Santi” era
attribuito dalle antiche guide napoletane ad Antonio
Solario, ma fu poi restituita ad Antonio Rimpatta, attivo a
Napoli nella prima metà del XVI secolo.159
158 P. LEONE DE CASTRIS, Il contributo d'età borbonica e post-unitaria alla formazione diuna pinacoteca napoletana: un primo profilo, in Museo e Gallerie Nazionali diCapodimonte. Dipinti dal XIII al XVI secolo. Le collezioni borboniche e post unitarie, Napoli,1999, pp. 74 a 76; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti aNapoli…cit., p 142.159 La tavola ora è conservata nel Museo di Capodimonte. TOURING CLUBITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo di Capodimonte, Milano, 2002,p. 275. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p142.
82
Questa proposta fu fortemente osteggiata da Arditi il quale
riteneva la tavola meno meritevole di restauro rispetto ad
altri quadri che invece, secondo lui, lo erano, ma
soprattutto vi si oppose perché la decisione mostrava un
evidente scavalcamento della sua carica in favore di
un’istituzione di cui faceva parte, ma alla quale non
riconosceva nessuna competenza specifica in materia. Egli
difese le sue ragioni in un rapporto del 15 marzo160, nel
quale propose altri due dipinti che a suo parere meritavano
un restauro più urgente; La “Madonna della Gatta” di Giulio
Romano e L’“Ulisse” di Guido Reni ossia l’“Ulisse e Nausica”
oggi attribuito a Michele Desubleo, entrambi attualmente
esposti al Museo di Capodimonte.161 Non a caso la scelta di
Arditi ricadde su dipinti che appartenevano alla collezione
Farnese, dipinti che anche dal punto di vista dei nuovi
allestimenti che si operavano nel Museo, erano160 ARCHIVIO STORICO DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI NAPOLI, XXI B5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal Museo Borbonico. M.I.CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 143.161 TOURING CLUB ITALIANO, (a cura di) Mariella Utili, Museo…cit., pp.58, 130. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit.,p 142.
83
privilegiati, sicuramente per compiacere il Sovrano che
aveva con essi un legame molto stretto, come aveva
dimostrato, portandone in gran numero con sé in varie
occasioni di fuga nel corso del secolo. È certamente molto
interessante osservare come il Direttore del Museo nel
momento in cui riteneva di essere l’unico a poter scegliere
i dipinti da restaurare dimostrasse che il suo intento non
era di tipo tecnico scientifico ma era un intento di tipo
museografico perché i suoi criteri di scelta non erano
basati tanto su un’effettiva conoscenza storica e artistica
derivata da uno studio accademico ma su ciò che negli anni
grazie ai suoi lunghi incarichi aveva imparato.162
Un altro documento rilevante da analizzare e annesso al
rapporto del 15 marzo era un progetto personale di Arditi
per la riorganizzazione delle attività di restauro.
Il «Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal Museo Borbonico »163
del 1818 era suddiviso in dieci articoli, ed è una
162 Ibidem.163 ASSAN, XXI B 5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal MuseoBorbonico; M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p143.
84
testimonianza storica essenziale anche perché ricca di nomi
di restauratori e informazioni loro riguardanti, ma
soprattutto necessaria per l’analisi dell’impostazione data
al problema della conservazione e del restauro.
Già dal primo articolo è evidente il ruolo portante che
Arditi stesso in quanto Direttore del Real Museo Borbonico
si attribuisce nell’ambito della scelta delle opere da
restaurare:
«Il Direttore Generale de’ depositi letterarj, antiquarj e di belle Arti
farà la scelta de’ quadri da commettersi al restauro; poiché niuno al
pari di lui può sapere i quadri che ne han bisogno fra quelli, che
serbansi tanto nella Regal Quadreria […] »164
Il terzo articolo invece è fonte di una notizia riguardo
la costruzione di un laboratorio di restauro nel Palazzo
degli Studi, tant’è vero che lo stesso Arditi specificherà
che una delle motivazioni della redazione di questo piano è
proprio la conclusione dell’allestimento di suddetto
laboratorio secondo le direttive disposte da lui stesso;
164 ASSAN, XXI B 5, fasc. I. Piano pel restauro de’ quadri depositati nel Regal MuseoBorbonico.
85
«Il locale pel restauro de’ quadri sarà all’interno dell’Edificio del
Regal Museo, ma fuori della Regal Quadreria, non convenendo alla
decenza della medesima di essere imbarazzata da’ restauratori, e
dagli utensilj loro necessarj, e non potendo i restauratori medesimi
travagliare in mezzo alle continove distrazioni, originate dalle
frequenti visite de’ nazionali e degli Stranieri, i quali dal momento
che si apre lo Stabilimento, sino a che si chiude, vengono ad
osservare i preziosi oggetti quivi serbati. Meno anche conviene, che i
quadri si restaurino fuori dell’edificio stesso; come improvvidamente
da molto tempo di è fatto.»165
Arditi riteneva che tutti i restauratori dovessero
entrare a far parte dell’organico del Museo, ponendoli in
questo modo sotto la sua giurisdizione, questo era
sicuramente un modo per controllarli ma delinea anche una
definizione di restauratore che sembra retrocedere al rango
di mero operaio artigianale o di pittore meno dotato che,
quindi, è più adatto a lavori di restauro piuttosto che di
artista. Una condizione quella riportata che era molto
lontana dall’attribuire al restauratore una carica
professionale autonoma.166
165 Ibidem.166 Ibidem.
86
Arditi nel suo piano riduceva, inoltre, in linea con le
sue più chiare convinzioni, il ruolo degli Accademici a
quello di controllo tecnico delle opere sempre sottoposti
all’invito del Direttore.
Arditi scrive nell’articolo:
«Il Direttore Generale nel corso del restauro de’ quadri inviterà uno
o più Professori dell’Accademia di Belle Arti, o delle Scuole del
disegno, affinché costoro possano comunicare a’ restauratori le loro
osservazioni, e consigliargli ancora nel caso di bisogno, onde il
restauro riesca esatto, ed il servizio del Re ben adempito. »167
Non esiste nessuna testimonianza riguardo l’approvazione
di questo piano, si suppone, che quindi, non sia mai stato
messo in atto, anche perché è del 1818 una nuova
comunicazione in cui si chiederà ad Arditi di scegliere i
dipinti da restaurare principalmente allo scopo di non
lasciare inoperoso Antonio Noja a cui era già stato
approntato un pagamento.168
Arditi scelse, dunque, la “Madonna della Gatta” di Giulio
Romano e “Il Naufragio di Ulisse” di Desubleo affidati ad Antonio167 Ibidem.168 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 144.
87
Noja citato, tra l’altro, anche nel Piano come successore
di D’Episcopo prematuramente scomparso.
3.2 Una nuova Commissione per i restauri nel 1822.
Nel 1822 , mentre si provvede ancora all’allestimento della
Quadreria nel Museo dei Regi Studi, il Ministro Cardinal
Ruffo, Vicario generale di Ferdinando I affidò
all’architetto Antonio Niccolini, l’incarico di redigere la
riforma dell’ordinamento didattico e amministrativo della
Scuola delle Arti e del Disegno. Con una riforma fu mutato
il nome in Reale Istituto di Belle Arti e venne
ripristinata la carica di direttore, affidata allo stesso
Niccolini. L’istituto continuava ad essere sotto il
controllo della Società Reale Borbonica e fu diviso in
dieci studi.169 Ed è proprio il ruolo degli accademici che,
in questi anni, fu di fondamentale importanza in quanto
169 P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a 45.
88
divenne voce portante delle decisioni in merito alla scelta
dei quadri da restaurare, dimostrando un evidente
scavalcamento dell’autorità di Arditi. Questo accadde
perché, in seguito a una prima revisione dei quadri fatta
da Arditi, egli prenderà una decisione autonoma, quindi,
senza il previo consulto del re e verrà per questo
duramente ripreso. La nuova commissione istituita il 14
maggio dello stesso anno era interamente composta da
Pittori dell’Accademia di Belle Arti.170
La commissione durante i primi due anni non fu molto attiva
tranne che per alcune fonti riguardo indicazioni di metodo
di restauro; ne è un esempio la direttiva ministeriale con
la quale si deliberava che «le giunte di diverso pennello» fossero
rimosse solo se «insignificanti», dimostrando un tipo di
rispetto per le forme di documentazione storica dei
dipinti, la cui modernità teorica è quasi associabile al
pensiero contemporaneo.
170 P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., pp. 123, 124. M.I. CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 145, 146.
89
A causa del continuo aumento del numero di quadri da
restaurare si sentì la necessità di aprire il campo ad
altri operatori del settore e il 21 agosto del 1822 il
Giornale del Regno delle Due Sicilie pubblicò il bando di
concorso pubblico per restauratori del Real Museo
borbonico171. Non essendoci documenti relativi allo
svolgimento del concorso, bisogna affidarsi a un documento
del gennaio del 1824 nel quale il ministro di Casa Reale,
marchese Ruffo, scrive a Michele Arditi, in riferimento al
concorso del 1822 per restauratori di quadri, ribadendo che
«senza limitarsi la scelta ad un solo Restauratore siano adoperati or l’uno or
l’altro[…] »172 e che vengano usati a seconda della loro
specifiche peculiarità. Da questo documento si evince che
il concorso ebbe luogo e che vi parteciparono restauratori
i cui nomi diventeranno comuni negli anni successivi;
171Direttiva di un’ innovazione e di una modernità tale da non trovarealcun corrispettivo in nessun’altro paese d’Europa soprattutto se siconsidera poi che ancora in questi anni, il patrimonio storico -artistico è da intendersi come proprietà privata del re; F.STRAZZULLO, Tutela del patrimonio…cit., p. 21. P. CUFINO, Società…cit., pp. 32 a45. M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 145,146.172 ASSAN, XXI B 7, FASC 15 ( In Appendice in ) M.I. CATALANO, G.PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 161.
90
Vincenzo Saja, Giuseppe Amodio, Giuseppe Mazzia, Raffaele
Provisiero e Ferdinando Castiglia.
Un anno dopo in un ulteriore documento che riporta il
diverso rendimento dei restauratori attivi nel R. Museo
borbonico, ritroveremo gli stessi nomi già citati l’anno
precedente e, inoltre, verrà redatto un «Prospetto generale de’
Quadri del Museo Reale Borbonico restaurati dall’anno 1825 innanzi »173 in
cui le notizie giungono fino al 10 agosto del 1827.
Frattanto si provvedeva, sotto la direzione dell’architetto
Pietro Bianchi, alla costruzione dell’ala orientale
dell’edificio dei Regi Studi; gli ambienti sarebbero stati
destinati al nuovo allestimento della Quadreria e furono
terminati nel 1823.174 Nel momento in cui fu terminata si
cominciò a pensare al suo allestimento per il quale si
proponeva di chiamare da Roma Vincenzo Camuccini, pittore
neoclassico impegnato per la Corte pontificia tra la fine
173ASSAN, XXI B 5, fasc. 4 In Appendice in M.I. CATALANO, G. PRISCO,Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p 162.174V. SPINAZZOLA, Note e documenti sulla fondazione, i riordinamenti e gli inventarii dellaR. Pinacoteca del Museo Nazionale, in “Napoli Nobilissima”, VII, 1898, pp. 61,62. P. D'ALCONZO, L'anello del re…cit., p. 123.
91
del 700 e l’inizio dell’ 800, ma la venuta di Camuccini
che, tra l’altro, segna una vasta campagna di restauri a
Napoli, si protrarrà fino al 1826 quando fu nominata una
nuova Commissione incaricata dei restauri. A partire da
questa data i dettagli verbali delle sedute permettono di
ricostruire due anni di intensa attività della Commissione,
al termine dei quali fu sciolta perché si riteneva avesse
compiuto a pieno il proprio incarico.175
175 M.I. CATALANO, G. PRISCO, Storia del restauro dei dipinti a Napoli…cit., p.155.
92
Inventario de Quadri Farnesiani Esistenti nel Real Palazzo di Capodimonte Fatto
da Ignazio Anders Custode maggiore di questa Real Galleria Che umilia a Sua
Eccellenza Il Signor Marchese di Pescara e Vasto Maggiordomo Maggiore di S.
M. D. G.
Discrizione de Quadri
Stanza Prima
1. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci:
combattimento di Mario Spolverino
2. Quadro alto pal: dieci, largo pal: quattro:
combattimento del Cavalier Drago
3. Quadro simile al n° due
4. Quadro largo pal: cinque, alto pal: quattro:
Battaglia di Donherhein De Villeers
5. Altro simile al due: Battaglia di Odenaid
6. Quadro largo pal: cinque, alto pal: quattro:
Battaglia di Sangiavia Incognito
7. Battaglia di Luzzaria di grandezza simile al n° sei
8. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e tre
quarti: Trionfo di un Principe del Cavalier Drago
94
9. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e tre
quarti: Incontro di Alessandro Farnese col suo
Generale del Cavalier Drago
10. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci e mezzo:
Accampamento sulle sponde di un fiume Ignazio Spolverino
11. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto: frutta e
fiori Incognito
12. Quadro largo pal: cinque ed un quarto alto pal:
tre: Battaglia
13. Simile
14. Simile
15. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto e mezzo:
Campagna Incognito
16. Simile
17.
18. Simili al n°: dodici
19.
20. Simile al n°: undici
21. Quadro largo pal: dieci e tre quarti, alto pal:
sette e tre quarti: Campagna
22.Quadro largo pal: tre ed un quarto, alto pal: due ed
un quarto: Un cane con caccia Giacomo Nani
23. Quadro largo pal: sette, alto pal: quattro e
mezzo : Campagna Incognito
24. Simile a (sopra)
95
25. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
Campagna di Giacomo Nani
26. Simile a (sopra)
27. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: verdume
e frutti
28. Simile a (sopra)
Stanza Seconda
29. Quadro alto pal: due, largo pal: quattro: riposo
di Soldati Incognito
30. Quadro alto pal: qattro e mezzo, largo pal: sei e
mezzo: Paesi Incognito
31. Quadro alto once: sette e mezzo, largo pal: uno
ed once quattro, sopra rame: veduta di Puzzuoli di
Gianventoure
32. Simile a (sopra)
33. Simile
34. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal: due
ed once tre: la veduta del molo di Gianventoure
35. Quadro alto pal: once sette, largo pal: dieci
once due: Paesi con veduta di mare con varie barche e
figura Scuola Napolitana
36. Simile
37. Quadro alto pal: uno, largo pal: due: la Figlia
di Faraone che riceve Moije
96
38. Quadro in rame alo pal: uno ed once quattro,
largo pal: due: Campagnia con veduta di Paesi
39. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno: frutti e
fiori Scuola di Brughel
40. Simile al n° trentotto
41. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal: due:
Trionfo di Bacco di Giovanni Sanserila
42. Simile an n° trentaquattro
43. Simile al n° trentuno
44. Simile
45. Simile
46. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque e mezzo: Paese Incognito
47. Quadro alto once nove, largo pal: due ed once
otto: veduta di Paesi con fiume e figurine Scuola
Napolitana
48. Simile a (sopra)
49. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal. Uno
ed un quarto: stampa colorita Incognito
50. Quadro in rame: veduta di mare al lume di luna:
simile al n° trentuno
51. Quadro in rame veduta d’una città a Mare: simile
al n° trentuno
52. Quadro in rame simile al trentuno
53. Simile
97
54. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque e mezzo : Paese Incognito
55. Simile al n° quarantasette
56. Simile
57. Otto piccioli tondi rappresentanti caccia Giovanni
Nani
58. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:
ventisei ed once tre: Un Duca di Parma in Funzione a
cavallo sotto un Baldacchino con numerosi
accompagnatori Mario Spolverino
59. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro: una
figura con fiori di Gaspero
60. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
frutti e fiori dello Spadino
61. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque
ed un sesto: Battaglia Scuola di Borgognone
62. Simile
63. Simile
64. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
frutti e fiori dello Spadino
65. Simile al n° cinquantanove
66. Simile al n° ventinove
67. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei
e mezzo : Paese Incognito
98
68. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sei e mezzo:
Paesi con veduta di Città in lontananza con Pastori
ed armenti Scuola Brunghel
69.Quadro alto pal: cinque e mezzol largo pal: cinque e
mezzo Atalonne trafitto da Gioabbo Mario Spolverino
70. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque e mezzo Paese Incognito
71. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei: fiori e
frutti
72. Quadro alto pal: nove, largo pal: undici e mezzo:
Battaglia Scuola Fiamenga
73. Simile al n° settantuno
74. Simile al n° settanta
75. Quadro alto pal: due, largo pal: tre e mezzo:
orato: rappresentante un Generale che da il Comando
ad una flotta di mare Cavalier Drago
76. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
varia caccia e Stigli di cucina Giovanni Nani
77. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: caccia
con volpe di Battista De Caro
78. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque
ed un sesto: Battaglia Scuola di Borgognone
79. Simile
80. Simile
99
81. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre : Caccia
di Battista De Caro
82. Simile al n° settantasei
83. Simile al n° settantacinque
Stanza Terza
84. Al 95 = Gli dodici Cesari in mezze figure: copie
fatte presso Tiziano da Michelino Ranieri
96. Al 101 = sei quadri rappresentanti figure
simboliche cioè, la Fecondità, la Religione, la
Fedeltà, la Bellezza, la Nobiltà e la Maestà, larghe
pal: due ed once sette, alti pal: quattro ed once
quattro di Settimo Riccio
102. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: quattro:
molte figure che fanno omaggio ad un Principe Cavalier
Drago
103. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo Piesi Incognito
104. Quadro alto pal: undici, largo pal: ventidue ed
once nove: Il campo distrutto dall’Angelo in una
notte Mario Spolverino
105. Quadro Ritratto di Famiglia Reale Incognito
106. Quadro il ritratto di Luigi Decimo quarto Re di
Francia Appresso Giacinto Rigo
107. Simile al n° cento e cinque
100
108. Quadro alto pal: due ed once undici, largo pal:
due ed once una: Ritratto del Papa Lambertino Incognito
109. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once dieci: S. Carlo Boromeo Incognito
110. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
due e mezzo: Ritratto di un Uomo con corazza Scuola del
Mazzola
111. Quadro rappresentante un Comandante che ordina
alli suoi Soldati di passare il fiume del Cavalier Drago
112. Quadro: Un ritratto di un Giovinetto vestito
turchino e cappello con piuma sotto il braccio
Incognito
113. Quadro alto pal: tre, largo pal: cinque
rappresentante robba da mangiare di Giovanni Nani
114. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:
cinque ed once nove: Mare con veduta di monti e
casamenti vari Bastimenti che fanno un imbarco di
Truppe Scuola di Borgognone
115. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque :
veduta di un Ponte con sopra combattimento Autore
Mediocre
116. Quadro Ritratto di una Principessa Incognito
117. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre
e once otto: Un Pontefice a sedere appoggiato colla
101
sinistra su d’un tavolino, che riguarda una tavola di
Disegno Settimo Ricci
118. Simile a (sopra)
119. Quadro alto pal: due ed un quarto, largo pal: tre
e tre quarti: battaglia Scuola del Borgognone
120. Ritratto di una Principessa Reale Incognito
121. Ritratto di un Principe Reale con [Saz..] fatto a
pastelli del Cavalieri [Merz]
122. Ritratto di Principessa con [l’astra] fatto a
pastelli
123. Quadro ovato: rappresentante un accampamento del
Cavalier Drago
124. Simile al n° centodiecinnove Incognito
125. Ritratto di un Principe Reale Incognito
126. Ritratto di Carlo Terzo Borbone nella sua
infanzia
127. Ritratto di Principessa Reale
128. Ritratto di un Principe Reale
129. Quadro alto pal: due ed once cinque, lago pal:
due ed once undici: Ritratto Augusto terzo Elettore
di Sassonia, Re di Polonia di N. Silvestro
130. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: due
ed once una, Ritratto con cristalli avanti d’una
piccola Principessa Nicola Silvestro
102
131. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal:
ventitrè e mezzo: Battaglia di Gesuè che fermò il sol
Mario Spolverino
132. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once
una: ritratto di Filippo quinto Re di Spagna
133. Quadro alto pal: due ed un quarto, largo pal:
due : ritratto della Regina di Polonia Incognito
134. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
due: Ritratto d’una Principessina a sedere, colla
destra mano, in un vaso di Fiori, e la sinistra nel
petto
135. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once dieci: Ritratto di Elisabetta Farnese, Regina di
Spagna Incognito
136. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once
una: Ritratto di Luigi Decimo quarto, Re di Francia
Appresso Giacinto Rigo
137. Ritratto d’una Principessa, simile di misura
Incognito
138. Quadro simile di misura: viaggio di varie Carozze
con accampamento di varie figure a mezzo de monti
Mario Spolverino
139. Quadro alto pal: quattro, largo pal: uno ed once
dieci, un vaso con fiori Scuola Napolitana
103
140. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo
Nominato Signore Gesù Cristo che inginocchiatosi
riceve la benedizione dalla Santissima Vergine ed
altre figure Incognito
141. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:
quattro : Madonna con Bambino in braccia
142. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e
once nove: vaso di fiori e pappagallo Scuola Napolitana
143. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed
once nove: vari soldati ed il tempo con falce in
mano, Puttino che tiene parte d’una sfera Celeste con
tre segni descritti, in Aria la fame che suona la
Tronmba, nella sinistra tiene una pianta di
fortificazione con veduta di Citta in lontano Mario
Spolverino
144. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed
once nove: un Re che addita una Bandiera con
l’impresa del Lione tenuta da un Guerriero
inginocchiato e vari Signori in intorno
145. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:
sei ed once tre: Veduta di Paesi con campagna Incognito
146. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro ed
once nove simile al n° centoquaratanove
147. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:
quattro ed once tre: Ritratto di un uomo con
104
capigliera e baffi neri con un cane fianco Replica di
Francesco Den[y]
Stanza Quarta
148. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre:
Ritratto di donna vestita di nero, con ricami di
fioretti d’oro, e collane al collo di Perle, colla
mano destra tiene un paio di guanti colla sinistra
appoggia sopra un tavolino tappeto verde di Mirr[y]
149. Quadro alto pal: due e tre quarti, largo pal:
due e un quarto in ovato: Ritratto di Filippo quinto
Re di Spagna di Francesco Solimena
150. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:
tre: Ritratto dell’Infante Carlo di Borbone da
fangiullo Incognito
151. Quadro alto once undici, largo pal: uno: fiori e
frutti
152. Simile
153. Quatro alto pal: undici e mezzo, largo pal: otto:
Duca Antonio farnese a Cavallo, ultimo della Casa
Farnese, Zio della Regina di Spagna Elisabetta
Farnese Molinaretti Genovese
154. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: due
ed once cinque, Ritratto di una Principessa Reale
della Casa di Sassonia, fatto a pastelli Mario Silvestro
105
155. Simile Ritratto di una Principessa
156. Altro simile : Ritratto di una Principessa con
ventaglio in mano
157. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due e
tre quarti: veduta di mare Scuola di Vernè
158. Quadro alto pal: undici, largo pal: sei: Re
Alessandro e Regina Estera Scuola di G. Crespi
159. Quadro alto pal: dieci ed once nove, largo pal:
diecinnove ed once nove: Il Giudizio di Salomone di G.
Crespi
160. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo
pal: sei e mezzo :Ingresso di Carlo Borbone Re di
Napoli, che sta nella Chiesa di S. Pietro di P. Pannini
161. Ovato alto pal: due ed once tre, largo pal: uno
ed once undici: Festa di S. Rocco del Moriglio
162. Quadro alto pal: due, largo pal: cinque: frutti e
fiori Scuola Napolitana
163. Quadro simile di misura al n° cento sessanta
parte interna del Caffeus del Palazzo [Pont] in
monte, Cavallo, dove Carlo Borbone si porta a
visitare il Papa Lambertini di P. Panini
164. Simile al n° centocinquantaquattro
165. Simile al n° centocinquantacinque
a Pastello
166. Simile al (sopra)
106
167. Simile al n° centocinquantasette: Burrasca di
mare
168. Quadro alto pal: sei e tre quarti, largo pal:
cinque: Copia del Ritratto del Re Nominato Sigla
appresso l’originale di Mery
169. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:
Ritratto della Regina di Sardegna
170. Altro simile di misura: Ritratto del Re di
Sardegna
171. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:
tre: Ritratto di una Principessa, con testa di morte
in mano Francesco Deny
172. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:
tre: Ritratto del Duca Ranucci Farnese circonscritto
in ovato con colvatta bianca di pizzi fittuccia
Forchina riccamente vestito di Mombelli
173. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: due
e mezzo: Ritratto di Giovine Duca di Savoja
174. Quadro alto pal: dodici e mezzo, largo pal: nove:
Evangelista che scrive e indietro re altre teste con
Paese di Lanfranco
175. Sopraporta alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
dieci ed once nove: Battaglia Incognito
176. Quadro alto pal: due ed once sette e mezza, largo
pal: uno ed once nove e mezza: S. Benedetto
107
accompagnato con altri Religiosi della Scuola Bolognese
177. Quadro alto once: undici, largo pal: uno: frutti
e fiori Incognito
178.
179. Simili Incognito
180. Quadro alto pal: quattro e mezzo , largo pal: sei
ed once nove, La Vergine col Bambino in Gloria Scuola
di Parma
181. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette ed once
nove: Campagna con veduta di monti e case Scuola di
Gaspare Catina
182. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: quattro:
Ritratto di Principessa che osserva un mezzo busto di
Carlo Quinto Scuola di Parma
183. Quadro alto pal: sei , largo pal: quattro ed once
tre: Ritratto all’impiedi di una Giovinetta vestita
di rosso con pizzi bianchi Incognito
184. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei:
Ritratto all’Impiedi di Elisabetta Farnese Regina di
Spagna
185. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:
tre e mezzo: Ritratto di una Fanciulla Principessa di
Baviera a sedere sopra un cuscino, che scherza con un
cagnolino
186. Frutti Simili al n° cento sessantadue
108
187. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo pal: sei
ed once sette: Ritratto all’impiedi di Filippo quindi
Re di Spagna
188. Quadro alto pal: cinque ed once sette, largo pal:
quattro ed once due: Giuditta con la testa di
Oloferne, nella sinistra una vecchia accanto Scuola di
Caravaggio
189. Quadro alto pal: tre, largo pal: due meno un
quarto, testa con fiori Incognito
190.
191. Frutti e fiori simili al n°
centocinquantuno
192.
193. Sopraporta simila al n° centosettantacinque
Stanza Quinta
194. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
attacco di una battaglia avanti di una Città Mario
Spolverino
195. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo
pal: due ed once nove: una cavalcata di Cardinali,
veduta di Città in lontano ed in aria un mercurio
196. Quadro alto pal: cinque ed once nove, alto pal:
sette ed once sette: Pastore che dorme ed armenti di
Rosa de Tivoli
109
197. Quadro alto pal: nove, largo pal: venticinque :
assedio di Vienna, veduta di grande accampamento che
battono la Città Incognito
198. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: quindici
e mezzo: il Ratto delle Sabine
199. Ovato Simile al n° centonovantaquattro: esterno
di un Palazzo con varie figure M. Spolverino
200. Simile al n° centonovantasei: pastore con Armenti
in una Campagna di Rosa di Tivoli
201. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:
ventisei la Principessa Elisabetta che va a nozze di
Filippo quinto Re di Spagna con accampamento di
Grandissimo popolo Spolverino
202. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:
quattro e mezzo: una Battaglia con veduta di
Montagna
203. Quadro alto pal: sei ed once due, largo pal:
quindici: la Vergine col Bambino in seno, S. Giuseppe
alla sinistra, S. Carlo inginocchiato e Clerico con
croce Scuola Lombarda
204. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro e tre
quarti: Una Battaglia Spolverino
205. Quadro alto pal: due, largo pal: tre ed once
quattro: Battaglia Borgognona
110
206. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:
tre ed once cinque: Un Guerriero con scettro in mano
li viene rappresentato con un cimero posto in un
bacile Spolverino
207. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: tre ed
once dieci: Battaglia Scuola di Borgononi
208. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal: sei
ed once quattro: la Regina di Spagna che riceve al
baciamano i Grandi del Regno Mario Spolverino
209. Quadro alto pal: due, largo pal: sei: frutti e
fiori di Gaetano Cusato
210. Quadro alto pal: nove, largo pal: ventuno e once
tre, la disfatta de Turchi colla liberazione
dell’Assedio di Vienna Incognito
211. Quadro alto pal: sette e nezzo, largo oak:
sedici: Battaglia Navale alla riva di Alessandro
Farnese col seguito de Cavalieri del Cavaliere Drago
212. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: tre
e once undici: figura studio del nudo: Rappresentante
un fiume di Caracci
213. Ovato alto pal: quattro e tre quarti, largo pal:
due ed once undici e mezza: un Cardinale a sedere ed
un architetto che li mostra una pianta di fortezza
Mario Spolverino
111
214. Quadro simile al numero ducento ed oto: La Regina
di Spagna che riceve al baciamano le Dame di Corte
215. Quadro simile al numero, duecento e nove: fiori e
frutti con un Pappagallo
216. Sopraporta alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
dieci e mezzo: una Battaglia Incognito
217. Quadro alto pal: dodici, largo pal: otto ed once
tre: Battaglia dell Amalachiti, con Mosè sopra il
monte sostenuto sotto le braccia di fiorri e frutti
Spolverino
218. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: sette ed
once sette: Armata Navale Cavalier Drago
219. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo
pal: cinque e mezzo, Alesandro Magno che vede
prendere una fortezza, sopra un monte dai suoi
soldati Bresciano
220. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:
cinque e mezzo: attacco di una fortezza con Truppa
Campale Cavalier Drago
221. Sopraporta simile al n° duecento e sedici
Stanza Sesta
222. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto ed once
quattro: Due Soldati in figura principale del Cavaliere
Drago
112
223. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto ed once
due: Cristo in mezzo agli Ebrei di Lanfranco
224. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo
pal: otto e mezzo: Giuditta Artemisia Gentileschi
225. Quadro alto pal: Cinque ed once dieci, largo pal:
otto ed once cinque: Cristo con gli Ebrei che li
mostrano la moneta Scuola di Michelangelo da Caravaggio
226. Sopraporta alto pal: cinque, largo pal: sette:
caccia di volatili e quadrupedi Battista de Caro
227. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo
pal: sei e mezzo: Miracolo del martirio di S.
Caterina Cesare Nebbia
228. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei ed
once sette: Un paese con due Eremiti Incognito
229. Quadro alto pal: otto e once quattro, largo pal:
dieci e once nove: Battaglia delle amazzoni sopra di
un Ponte con veduta di fiume sotto e figure in
lontano Scuola di Pietro da Cortona
230. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici:
Borasca di mare con vari bastimenti e veduta di Paesi
da lontano del Tempestino di Genova
231. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei e mezzo:
ingresso della Regina Elisabetta Farnese in una
Chiesa Mario Spolverino
113
232. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once
dieci: S. Maria Maddalena di Leonello Spada
233. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due
e mezzo: un Gesuita col crocifisso in mano che mette
in fuga vari soldati con veduta di campagna Rosa da
Tivoli
234. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:
tre ed once tre: accampamento di truppa Mario Spolverino
235. Quadro in tavola alto pal: dodici, largo pal:
otto: la Madonna dello Spasimo di Polidoro da Caravaggio
236. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:
due ed once dieci: S. Pietro Penitente Leonello Spada
237. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo: truppa di Cavalleria Mario Spolverino
238. Quadro alto pal: quattro e tre quarti, largo pal:
quattro ed once una: Una figura simbolica con le Ali
e due Trombe che tiene nelle mani sotto uno scettro
di morte Cavalier Drago
239. Quadro alto largo ed Autore simile al n°
duecentotrentuno
240. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: dieci
ed once dieci: veduta di Babilonia, Semiramide a
cavallo che con spada sguainata va a sedare un
tumulto popolare Scuola di Pietro da Cortona
114
241. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci ed once
deci: Burasca di mare con vari Bastimenti Tempestino di
Genova
242. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: tre
ed once tre: Mercurio e la Ninfa Aglauso Bertoja
243. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei
e tre quarti [J]aulle che viene trattenuto e Davide
con l’arpa del Nebbia
244. Simile al n° duecentoventiotto
245. Sopraporta alto pal cinque, largo pal: sette:
camia morita e cani che si riposano di Battista de Caro
246. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo pal:
due ed once dieci: Saturo che tiene attaccata una
Ninfa sopra un cavallo bianco ed una figura che esce
dalla Terra
Stanza Settima
247. Quadro alto pal: cinque, largo pal:
quattro: Ritratto del Duca Ranucci con una mano
poggiata sopra alla testa di un cane barbone di Denise
248. Quadro alto pal: uno ed once dieci,
largo pal: tre ed once dieci: Il ratto di proserpina
con la Ninfa aveti[za] Bertoja
249. Quadro alto pal: due ed once nove,
largo pal: sette: Mosè che unisce il mar rosso con la
115
distruzione dell’Esercito di Faraone Scuola Bresciana
250. Quadro alto pal: tredici ed once tre,
largo pal: otto ed once tre: Bottega di S. Giuseppe
opera classica di Bartolomeo Schidone
251. Quadro alto pal: tre ed once quattro,
largo pal: due e mezzo: L’Angelo Custode che conduce
le Anime ed il demonio da un lato che prende le altre
Scuola Moderna
252. Quadro simile di misura, al n° duecento
quaranta nove: Mosè che fa scatorire l’acqua dal
monte Scuola Bresciana
253. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre
e mezzo: Madonna, Bambino e S. Giuseppe che legge un
libro Scuola di Caracci
254. Quadro alto pal: uno ed once nove,
largo pal: tre ed once nove; Un Ratto del Bertoja
255. Quadro alto pal: cinque, largo pal:
quattro: Ritratto di una Giovine Signora di Casa
Farnese, nelle mani tiene un orologio vestita
[f]orchino Francesco Deny
256. Quadro alto pal: quattro ed once
undici, largo pal: sei ed once undici: Cani e caccia
d’Annibale Carro
257. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo
pal: cinque e mezzo: Battaglia con ruscello d’acqua,
116
veduta di Paesi Scuola di Borgognone
258. Quadro alto pal: cinque ed once cinque,
largo pal: tre e mezzo: Il Figliol Prodigo con
ghiande in mano che medita la sua miseria di Schidone
259. Quadro alto pal: cinque ed once sette,
largo pal: sette ed once dieci: Ciminia colle armi di
Clorinta che trova il Pastore con tre fanciulle di
Lanfranco
260. Simile di misuria : Erminia e Uffrino
che trovano Tancredi semivivo
261. Quadro alto pal: sei, largo pal: tre e
mezzo: ritratto di un Principe Giovine all’impiedi
con la destra mano appoggiata nel fianco del Campo
262. Quadro alto pal: undici ed once tre con
semicerchio, largo pal: sei e mezzo: S. Giorgio a
cavallo che uccide il Drago, Donzella con Agnello in
braccio Iordan[s]
263. Quadro sopraporta di misura e soggetto
simile al numero duecento cinquanta sette
264. Quadro alto pal: cinque, largo pal:
sette: Bosco con sfuggita di campagna e due Gatti
selvaggi Bartolomeo de Caro
265. Quadro in tavola alto pal: quattro,
largo pal: tre ed once cinque: La Vergine mezza
figura che con la sinistra mano tiene il Bambinello a
117
giacere sopra d’un lettucciolo da un lato un
canestrino, con fiori la destra mano della Vergine
tiene un velo che va per sotto al Bambino, S.
Giuseppe che guarda il Bambino S. Giovanni che lo
stesso, con le mani unite al petto di Perino del Vaga
266. Quadro alto pal: uno ed once nove,
largo pal: uno e mezzo : Ritratto di un Giovine del
Mazzola
267. Quadro alto pal: sei, largo pal: tre:
Due Angioli volanti con un libro in mano di Lionello
Spada
268. Quadro alto pal: due ed once dieci,
largo pal: sei: Davide a Cavallo che porta la Spada
di Golia Mario Spolverino
269. Quadro alto pal: dodici e mezzo in
tavola, largo pal: dieci e mezzo: L’Adorazione de
Maggi, la Vergine col Bambino in seno a sedere
indietro una Magnifica Architettura, dietro le spalle
della Vergine un Re maggio Genuflesso adora il
Bambino, l’altri due in ammirazione in lontano Paese,
a Mano destra sic espresso Cesare da Milano, il suo
Ritratto con berrettone rosso in testa, seguita il
Ritratto di Leonardo da vingi suo Maestro appresso
nella persona del Re Maggio a mano dritta a espresso
118
il ritratto di Alibienti Cesare Magro da vesto, di
Milano
270. Quadro alto pal: due ed once otto,
largo pal: due ed once sei: Fatto d’Armi Incognito
271. Simile al n° duecentosessantotto
272. Simile al n° duecentosessantasette
273. Quadro alto pal: uno ed once otto,
largo pal: uno ed once tre: S. Giovanni Battista
Giovinetto Scuola di Parma
274. Quadro in tavola alto pal: quattro ed
once quattro, largo pal: tre ed once cinque: Madonna
che tiene un velo nelle mani, il bambino disteso
sopra un lettino bianco in dietro S. Giuseppe con
bastone in mano, Copia di Raffaele d’Urbino fatta da Perino del
Vaga
275. Simile al n° duecentosessantaquattro
276. Quadro alto pal: dieci ed once tre,
largo pal: sei ed once nove: la Vergine coil Bambino
in aria con due Angioli nel Basso, S. Francesco altro
Santo e due altri Angioli che tengono in mano una
iscrizione di Lanfranco
277. Quadrosimile di misura al detto
rappresentante gli stimi di S. Francesco d’Assisi
278. Quadro alto pal: sei, largo pal:
undici: la Nunziazione di Maria Vergine Scuola
119
Parmigiana
279. Quadro Sopraporta Simile al numero
duecentocinquantasei
Stanza Ottava
Primo Gran Salone
280. Quadro alto pal: tre ed once quattro,
largo pal: tre: la Vergine che regge S. Giovanni in
ginocchioni il Bambino che sta seduto in terra,
sostenuto da un Angiolo inginocchioni in lontananza,
Pastori con Armenti e veduta di Paesi Appresso
Leonardo da Vinci
281. Quadro in tavola alto pal: due ed once
una, largo pal: uno ed once otto: la Madonna col
Bambino S. Giovanni Battista e Giorolamo di Leonardo da
Vinci
282. Quadro in tavola alto pal: tre ed once
tre, largo pal: due ed once otto: Ritratto di una
Donna con marito rosso, creduto il Ritratto della
Madre di Battista d’Urbino Rafaele d’Urbino
283. Quadro in tavola alto pal: due ed once
una, largvo pal: una ed once otto: la Vergine col
Bambino in braccio P. Pirugino
284. Quadro alto pal: tre ed once una, largo
pal: uno e mezzo: la vergine col Bambino S. Giovanni
120
con l’Agnello in un Paese Nicolò Pusino
285. Quadro alto pal: otto, largo pal:
cinque ed once dieci: un Angelo che tiene incatenato
il Demonio in lontano un Tempio colle figure di
Lanfranco
286. Quadro alto pal: sei ed once dieci,
largo pal: quattro ed once undici: Ritratto del
nostro Sovrano Giovinetto con scettro in mano del
Cavalier Mens
287. Quadro alto pal: sette ed once dieci,
largo pal: cinque ed once una: La Vergine in Gloria
nel basso due Santi uno in ginocchione e l’altro
all’impiedi di Lanfranco
288. Quadro sopraporta alto pal: dodici e
mezzo, largo pal: nove e mezzo: Nostro Signore in
Gloria un schettro nella sinistra ed Angioletti:
Studio della Cupola di Parma del Correggio
289. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo
pal: sette ed once quattro: S. Giovanni Battista, con
molti Puttini ed Angiolini Studio del Correggio
290. Quadro alto pal: undici, largo pal:
sette S. Giovanni Evangelista, con molti Puttini some
sopra
291. Quadro alto pal: dodici e mezzo, largo
pal: dieci: la Vergine in Gloria: Studio come sopra
121
292. Quadro in tavola alto pal: tre ed once
dieci, largo pal: tre ed once una, la Vergine,
Bambino e S. Giuseppe Scuola Vasari
293. Quadro in tavola alto pal: tre ed once
tre, largo pal: due e mezzo: la Vergine col Bambino
impiedi e il S. Giuseppe Scuola di Andrea del Sarto
294. Quadro in tavola alto pal: quattro,
largo pal: tre ed once dieci: la Vergine col Bambino
in seno e S. Giovanni che abbraccia la croce del Francia
295. Quadro in tavola alto pal: quattro,
largo pal: tre e mezzo: S. Paolo in estasi portato
dagli Angioli al Terzo Cielo di Lanfranco
296. Quadro in tavola con fondo dorato alto
pal: cinque e mezzo, largo pal: dueed once undici: la
Vergine seduta con manto bianco stellato, colle Mani
giunte in atto di adorazione, Sopra l’Eterno Padre e
circondati di Angioli del Giottino
297. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo
pal: tre e mezzo: Ritratto di una donna Giovine con
maritara sulla spalla dritta con quanto del Parmigianino
298. Quadro alto pal: quattordici, largo
pal: otto e once tre: figura Simbolica Gigantesca del
Mazzola
299. Quadro alto pal: nove, largo pal:
sette: S. Pietro Piangendo di Sebastiano Ricci
122
300. Quadro alto pal: tre ed once due, largo
pal: tre: Puttino volante con libro in mano di Lionello
Spada
301. Quadro in lavagna alto pal: due ed once
una, largo pal: uno ed once sette: Ritratto di un
Giovine vistito di nero con collarietto bianco di
Sebastiano del Piombo
302. Quadro alto pal: due ed once dieci,
largo pal: quattro ed once tre: la Circoncisione del
Bambino di Giovanni Bellino
303. Quadro sopra lavagna alto pal: uno ed
once dieci: largo pal: uno ed once tre: Ritratto di
Cardinale con barba e Corona di Capelli di Sebastiano del
Piombo
304. Simile al n° trecento
305. Quadro alto pal: sette ed once quattro,
largo pal: cinque ed once tre: Rinaldo ed Ermida di
Agostino Caracci
306. Quadro alto pal: sei ed once sette,
largo pal: sette ed once cinque: il Riposo della
Vergine col Bambino che scherza con S. Giovanni in un
Paese di Pietro da Cortona
307. Quadro alto pal: sette ed once tre,
largo pal: quattro ed once otto: S. Girolamo
123
inginocchioni avanti un Crocifisso che si perguote il
petto con un sasso di Agostino Caracci
308. Quadro alo pal: dieci ed once dieci,
largo pal: quindici e mezzo. Elisabetta Farnese che
va’ per lo sposalizio nel Domo di Parma, preceduta
dalle Religioni e Clero Mario Spolverino
309. Quadro alto pal: nove, largo pal:
sette: un Santo armato in ginocchioni sopra un
Cascione cremesi con bandiera di Sebastiano Ricci
310. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed
once dieci: Un Vecchio che appoggia la testa sulla
mano destra e medita un libro dello Spagnoletto
311. Quadro alto pal: due e mezzo in tavola,
largo pal: uno ed once dieci: S. Giovanni in mezza
figura Copia di Leonardo da Vinci
312. Quadro alto pal: due e mezzo, largo
pal: tre ed once sette: riposo in Eggitto di
Lanfranco
313. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed
once due, la Vergine col Bambino in braccio che dorme
involto in un Pannolino bianco nella mano tiene un
Pomo di Annibale Caracci
314. Quadro in tavola alto pal: treed once
tre, largo pal: due ed once sette: Saqcra Famiglia
con altra Santa Scuola Lombarda
124
315. Quadro alto pal: sette ed once dieci,
largo pal: cinque ed once due: la Vergine addolorata
con nostro Signore Marito e S. carlo li bacia la mano
del Vanni
316. Quadro alto pal: cinque ed once undici,
largo pal: quattro e once nove, Sposalizio di S.
Caterina di Lodovico Caracci
317. Quadro in Tavola alto pal: sette e
mezzo, largo pal: cinque ed once otto e mezzo: la
Vergine col Bambino in seno che dorme, S.Francesco e
S. Antonio con Giglio, S. Giuseppe e S. Giovanni
Evangelista Scuola Genovese
318. Quadro simile al n° trecento ed otto:
Sposalizio di Elisabetta Farnese Spolverino
319. Quadro alto pal: nove, largo pal:
sette: S. Giovanni Battista deserto di Sebastiano Ricci
320. Quadro alto pal: quattro in tavola,
largo pal: tre: Nostro Signore disceso dalla Croce in
mezza figura, la Vergine Svenuta, S. Giovanni e S.
Nicodemo di Federico Barocci
321. Quadro alto pal: tre ed once nove in
tavola, largo pal: due ed once nove; Santissima
Vergine in mezza figura seduta col Bambino in braccio
e due Angioletti accanto di Masaccio
125
322. Quadro alto pal: quattro in tavola,
largo pal: tre ed once tre: Cristo che porta la Croce
Scuola di Michelino
323. Quadro in tavola alto pal: due ed once
tre, largo pal: uno ed once nove: Ritratto di un
Pontefice di Raffaele d’Urbino
324. Quadro alto pal: cinque , largo pal:
quattro ed once due, S. Girolamo che scrive colla
Tromba vicino dello Spagnoletto
325. Quadro in tavola alto pal: due ed once
una e mezza, largo pal: uno ed once nove: la Vergine
col Bambino all’Impiedi Scuola Antica Bolognese
326. Quadro alto pal: dodici ed once tre,
largo pal: sette e mezzo: S. Filippo Neri in estasi
circondato da varj Angioloni, col Padre Eterno che
l’incontra Scuola di Caracci
327. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo
pal: dodici ed once due, due Angioletti che sonano
Violini, e Voloncella, Copia della Cuppola di Parma
Fatta da Caracci
328. Quadro alto pal: due ed once cinque,
largo pal: due: Ritratto
329. Quadro alto pal: due e mezzo, largo
pal: due ed once otto e mezzo: Ritratto di Raffaele ,
Pietro Peruggino con un altra testa di Raffaele d’Urbino
126
330. Quadro in tavola alto pal: due ed once
nove, largo pal: due ed once tre: Ritratto di
Raffaele fatto da lui medesimo vestito di nero
331. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo,
largo pal: due Bramante che insegna al suo Figlio
l’Architettura
332. Quadro in tavola alto pal: due ed once
quattro e mezza, largo pal: uno ed once dieci:
Ritratto di Andrea del Sarto di Andrea del Sarto
333. Quadro in tavola alto pal: due ed once
dieci, largo pal: uno ed once quattro e mezza: S.
Bartolomeo di Fra Bartolomeo dal Marco
334. Quadro alto pal: due ed once nove,
largo pal: due ed once due: Amorino che dorme con
brace accesa di Annibale Caracci
335. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo
pal: dodici e mezzo: Venere nuda che dorme con vari
scherzi di Amorini di Annibale Caracci
336. Quadro alto pal: due ed once nove,
largo pal: due ed once due: Amorino che dorme con un
Arco seduto sopra un cuscino
337. Quadro in tavola, alto pal: tredici,
largo pal: nove ed once nove: la Giustizia che
incorona l’innocenza, Varie figure simboliche de vizi
127
che sono collocate sotto li piedi della Medesima di
Giorgio Vasari.
338. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo
pal: dodici ed once due: due Angioloni che Sonano il
liuto e chitarra Copia di Caracci appresso la Cuppola
di Parma
339. Quadro in tavola alto pal: due ed once
dieci, largo pal: uno ed once quattro: Un monaco
vestito di bianco di Fra Bartolomeo S. Marco
340. Quadro alto pal: due ed once undici,
largo pal: due ed once una e mezzo: la Vergine con il
Bambino in seno e S. Giovanni Scuola di Parma
341. Quadro in tavola alto pal: uno ed once
cinque, largo pal: uno ed once tre: la Vergine che
tiene il Bambino in braccia ed un Angiolo che sta in
atto di Baciare la sinistra del Bambino Bozzetto del
Parmigianino
342. Quadro in tavola, alto pal: tre e
mezzo, largo pal: due ede once cinque in semicerchio:
La Madonna col Bambino e il S. Giovanni Battista di
Pietro Pirugino
343. Quadro in tavola alto pal: uno ed once
nove, largo pal: uno ed once tre: la Vergine col
Bambino ,S. Giuseppe con Bove ed Asinello di Federico
Barocci
128
344. Quadro in tavola alto pal: tre, largo
pal: due ed once due: la Vergine col Bambino in seno
di Andrea di Cosimo
345. Quadro alto pal: due ed once tre e
mezza, largo pal: due ed once nove: Lazzaro
risuscitato di Giacomo da Porto di Bassano
346. Quadro alto once dieci, largo pal: uno:
Un Paese con fiume Incognito
347. Simile
348. Quadro alto pal: cinque, largo pal:
otto: Nostro Signore condotto al calvario di Jordano
349. Quadro alto pal: dodici ed once
quattro, largo pal: otto ed once quattro: la Vergine
Fanciulla con S. Anna e S. Giovacchino, in aria il
Padre Eterno di Bartolomeo Ferrarese
350. Quadro alto pal: nove e largo pal:
sette: un Santo Vescovo di Sebastiano Ricci
351. Quadro alto pal: uno ed once nove,
largo pal: uno ed once quattro: Sacra Famiglia con S.
Margherita di Agostino Caracci
352. Quadro alto pal: tre, largo pal: due:
la Vergine col Bambino in seno Incognito
353. Quadro in rame alto pal: uno ed once
tre, largo pal: uno: la Madonna della scudella di
Annibale Caracci
129
354. Quadro in tavola alto pal: due ed once
una, largo pal: tre ed once quattro: Madonna col
Bambino in seno, con la mano sopra S. Giovanni e S.
Pietro Martire
355. Quadro alto pal: uno ed once sette,
largo pal: uno ed once tre: Sacra Famiglia di Caracci
356. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo
pal: due ed once dieci: La Santissima Vergine col
Bambino che dorme, S. Giuseppe e vari Angioli di Nicola
dell’Abbate
357. Quadro alto pal: uno , in tavola ed
once dieci, largo pal: uno ed once quattro: Santa
Caterina con segno del martirio di Giorolamo Sermoneta
358. Quadro alto pal: sette ed once tre,
largo pal: cinque ed once nove: La Flagellazione di
Nostro Signore di Bernardo Gatti
359. Quadro alto pal: sei in tavola, largo
pal: cinque ed once quattro: Sposalizio di S.
Giuseppe di Cosimo Rosselli
360. Quadro alto pal: sette ed once cinque,
largo pal: sei ed once sette in tavola ovata: Un
Cristo in Croce di Marco di Siena
361. Quadro alto pal: dieci ed once quattro,
largo pal: tredici ed once dieci: la Battaglia de
Sabbini contro i Romani, per vendicarsi del ratto
130
fatto delle loro donne, le quali s’interpongono con i
loro Bambini di Girolamo Mircoli
362. Quadro alto pal: otto, largo pal:
sette: Un S. Marco che scrive ed un Leone alato di
Sebastiano Ricci
363. Simile al n° trecento
364. Un Ottangolato, alto pal: tre ed once
otto, largo pal: tre ed once otto: Cena di Nostro
Signore di Marco di Siena
365. Quadro alto pal: due ed once quattro e
mezza, largo pal: tre ed once cinque e mezza:
Ritratto di Giulio Clovio con barba, colla destra fa
cenno ad un libro miniato di Giulio Clovio
366. Quadro tondo in tavola, di diametro
pal: tre ed once otto e mezza: La Vergine col Bambino
in seno, colla mano sinistra accarezza S. Giovanni e
tre Angioletti di Domenico Ghirlandaijo
367. Simile al n° trecento
368. Quadro alto pal: sei ed once cinque,
largo pal: quattro ed once nove: Cristo morto in seno
della Vergine colle Marie di Filippo Mazzola
369. Quadro alto: pal sei ed once dieci,
largo pal: sei e mezzo: la Sibilla cumana che addita
ad Ottaviano Augusto, ka Santissima Vergine col
Bambino in braccio in aria Scuola di Vasari
131
370. Quadro alto pal: sei ed once cinque,
largo pal: quattro ed once nove: Rappresentante la
Vergine e due Santi, che inginocchioni adorano il
Bambino di Filippo Mazzola
371. Quadro alto pal: dieci, largo pal:
sette ed once cinque: Copia fatta da Caracci appresso
Raffaello d’Urbino di Caracci
372. Simile a (sopra)
373. Quadro alto pal: nove, largo pal:
sette: un Santo Vescovo di Sebastiano Ricci
374. Quadro alto pal: tre, in tavola, largo
pal: due e mezzo: la Vergine col Bambino, S. Giuseppe
e S. Caterina di Bagnacavallo
375. Quadro alto pal: tre ed once quattro,
largo pal: tre ed once undici: Sacra Famiglia di Raffael
del Colle
376. Quadro alto pal: sei ed once nove,
largo pal: quattro ed once sei: S. Orsola Scuola
Bolognese
377. Quadro in tavola alto pal: cinque e
mezzo, largo pal: due ed once undici, confondo
dorato: Un Pontefice che colla Zappa in mano
descrive il fondamento di S. Maria Maggiore del Giottino
378. Quadro alto pal: cinque ed once nove,
largo pal: quattro: la Santissima Vergine col Bambino
132
in seno che sta abbracciando S. Margherita Scuola di
Caracci
379. Quadro Simile al n° duecentonovantotto
Stanza Nona
380. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo pal:
quattro: S. Girolamo mezza figura con le
mani unite sotto la barba meditante avanti un
Crocifisso e a lato un Libro aperto del
Guercino
381. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pal: uno e mezzo: La Vergine seduta in
profilo e tiene alla destra il Bambino in seno, alla
Sinistra S. Giuseppe che sta leggendo un libro ed un
Angioletto che lo sostiene di Bartolomeo Schidone
382. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
tre ed once quattro: S. Girolamo che scrive
suo un libro, in atto di meditare verso il Cielo
con un Crocifisso da un lato del Gurcino
383. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once sette: la Vergine seduta accarezzata
dal Bambino S. Giuseppe che sta guardando seduto alla
destra della Vergine, S. Giovanni seduto in terra
con un Angnello dello Schidone
133
384. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre
ed once undici: S. Pietro Piangente in
mezza figura del Guercino
385. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro ed once
nove: la Vergine col Bambino che dorme di
Guido
386. Quadro alto pal: nove ed once otto, largo pal:
otto ed once tre: l’Angelo Gabriele al
impiedi che scende dalla Gloia con giglio nella mano
sinistra, accompagnato da molti Angioli di Annibale
Caracci
387. Quadro alto pal: sei, largo pal: cinque e mezzo:
[Iette] che incontrato dalla Figlia s’affligge
perché si ricorda il Giuramento del Moriglio
388. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
sei ed once una: sopraporta: vaso di fiori
Scuola Napolitana
389. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:
uno ed once nove: Testa di una Vergine
colle mani unite Scuola di SassoFerrato
390. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due
ed once due: Amorino che dorme con
brace accesa sotto la destra coricato sopra una pelle
di Leone di Annibale Caracci
134
391. Quadro sopraporto simile al n° trecento ed
ottantotto
392. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:
cinque ed once una; Satira di Agostino
Caracci conto il Caraggio di Agostino Caracci
393. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque:
i tre Giocatori di carte Copia di
Caravaggio
394. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque: due
Zingare che indovinano l’avventura ad un
Uomo del Caravaggio
395. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
due ed once dieci: Amorino volante con fiori
di Caracci
396. Simile a (sopra)
397. Quadro alto pal: sei ed once quattro, largo pal:
nove: Rinaldo ed Armida nel Giardino
incantato, il medesimo tiene in mano lo Specchio in
seno di Armida che s’acconcia le treccie: Carlo ed
Ubaldo in lontano: Paese con varj Uccelli di Annibale
Caracci
398. Quadro simile al n° trecentonovantacinque
399. Simile a (sopra)
400. Quadro sopraporto simile al n° trecento e3d
ottantotto
135
401. Quadro in tavola alto pal: tre e donce tre, largo
pal: due ed once otto: L’Ecceomo con
Pilato che lo dimostra Francia [Biggi]
402. Quadro in tavola alto pal: uno ed once undici,
largo pal: uno ed once quattro: ritratto del
Cardinal Sant Angelo con baretta rossa in testa di
Tiziano
403. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:
testa del Filosofo Eraclito Scuola di Caracci
404. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro:
Testa di Una Vergine del Mazzola
405. Quadro alto pal: cinque, largo pal: cinque ed
once dieci: Madonna con Bambino in braccio
un S. Vescovo, che li rappresenta un Giovinetto che
sta genuflesso, S. Giuseppe ed altri Santi di Bonifacio
406. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno
ed once tre: Testa di S. Pietro che piange
di Caracci
407. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:
Testa del Filosofo Democrito Scuola di
Caracci
408. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno
ed once due: Ritratto di un Giovine con
un panno d’armellino intorno le spalle Scuola di
Correggio
136
409. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo
pal: tre e mezzo: Sacra Famiglia
Incognito
410. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette e mezzo:
Nostro Signore che esaurisce le preghiere
della Cananea di Annibale Caracci
411. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette: Un San
Carlo Borremeo inginocchioni avanti un
Crocifisso Incognito
412. Quadro alto pal: nove, largo pal: sei ed once
dieci Circoncisione del Signore
413. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sette e
mezzo: la Vergine col Bambino in seno,
con Gloria d’Angeli e due Santi Lanfranco
414. Quadro alto pal: quattro ed once dieci: Una
Nascita con molti Pastoric he vengono ad
offrire doni al Bambino, Gloria d’Angioli ed
Architettura di Domenico Spadaro
415. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:
tre ed once quattro: la Vergine col
Bambino e S. Giovanni di Perin del Vaga
416. Quadro alto pal: dieci ed once tre, largo pal:
sedici ed once tre: allegoria attinente alla casa
Farnese del Cavalier Drago
137
417. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due
ed once otto: deposizione della Croce con
otto figure del Correggio
418. Quadro in tavola alto pal: due ed once nove,
largo pal due ed once una: La Vergine col
Bambino all’impiedi Scuola Fiorentina
419. Quadro sopraporta simile al n° trecento ed
ottantotto
Stanza Decima
420. Quadro altro pal: tre, largo pal: due ed once
quattro: Paradiso di Antonio Cicale
421. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:
due: Testa di una Vergine colle mani unite
in atto di contemplate Scuola di SassoFerrato
422. Quadro in tavola alto pal: tre ed once otto,
largo pal: quattro e mezzo: La Nascita di
Nostro Signore con molti pastori ed un Angiolo in
Gloria di Marco di Siena
423. Quadro in tavola, simile di misura al n°
quattrocentoventidue: la Visitazione de Maggi
424. Quadro alto pal: undici ed once nove, largo pal:
otto S. Ignazio a cui comparisce Cristo
con la Croce ed il Padre Eterno in Gloria Leonello
Spada
138
425. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:
due ed once sette: S. Girolamo che sta con
la mano sopra un libro ed accanto un Angiolo che
suona la Trompa di Caracci
426. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:
tre: Una Sacra Famiglia Copia del Coreggio
fatta da Sisto Battalorchi
427. Quadro alto pal: tre ed once sei, largo pal: due
ed once dieci: Madonna con manto
torchino che tiene fra le braccia il Bambino ed in
dietro S. Giuseppe di Carlo Maralla
428. Quadro in tavola alto pal: quattro, largo pal:
tre ed once due: la Vergine col Bambino e
due Puttini Scuola d’Andrea del Sarto
429. Quadro in tavola, alto pal: quattro, largo pal:
due ed once sei: la Vergine a sedere che
tiene il Bambino in seno al Inpiedi che riceve da S.
Giuseppe una tazza Scuola di
Raffaele
430. Quadro alto pal: nove e mezza, largo pal: sette
ed once nove: La Cananea di Caracci
431. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sette e
mezzo: la Visitazione della Vergine con
S. Elisabetta e varie figure del Procaccino
139
432. Quadro alto pal: quattro e mezzo: largo pal: sei
ed once otto: Il Sacrifizio di Abramo
Scuola del Caravaggio
433. Quadro alto pal: dieci, largo pal: sei ed once
tre: Il Martirio di Sant Orsola con la
Vergine e Compagnia del Fontana
434. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:
due ed once sei e mezza: Testa di un Uomo
che ride vestito di pelliccia sopra Incognito
435. Quadro alto pal: due ed once cinque, largo pal:
due: Una Civetta che poggia sopra ad uno
scoglio
436. Quadro sopraporta: simile al n°
duecentocinquantasei
437. Quadro alto pal: quattro ed once sette largo pal:
tre e mezzo: Ritratto di una Ragazza
all’impiedi con fiori nella mano destra, al di
dietro uno specchio ed un Cagnolo che tiene in
bocca metà della veste vicino una figura a chiaro
scuro vi è discrizione: Diana Eleonora SanVitali
1452- Anni 4= di sua età di Girolamo Mazzola
438. Quadro alto pal: quattro ed once undici, largo
pal: tre ed once undici: Amore che dorme
sopra un drappo bianco col capo sopra un cuscino
cremisi Tiene alla destra quattro Puttini che
140
scherzano uno de quali li cava l’Arco
439. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:
quindici ed once nove: La Fama che incide
sopra uno Scudo il nome di Alessandro Farnese, la
detta Figura e mancante nella Testa Spalle ed Ali
come d’un Puttino che è anche mancante varj quelli
con corone, Una Donna incatenata figurata la Fiandra
sogiocata e sotto un Leone di Annibale Caracci
440. Quadro sopraporta simile al n°
duecentocinquantasei
441. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due:
la Vergine col Bambino in seno che
scherza con S. Giovanni Imitazione del Parmigianino
442. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once
quattro: Bozzo di un sottinsù di Giacomo del
Po’
443. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once otto: Ecce Homo in mezza figura
presentato da Pilato Scuola Moderna
444. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei
ed once otto: Un Vecchio maestoso cieco
riceve da una Giovine una bevanda in una tazza,
avanti mezza figura di un Giovinetto con un vaso ed
un'altra Giovinetta che alza una portiera Scuola di
Caravaggio
141
445. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: sei in
semicerchio: Lannunziazione della
Vergine con Puttini uno di essi con un Giglio e
Colomba che cala di Parmiggianino
446. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: ciaccia
di Lepri di Giacomo Nani
447. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:
quattro: la Flaggellazione di Nostro
Signore di Caravaggio
448. Simile al n° quattrocentoquarantasei
449. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo: Nostro Signore in Croce con S.
Francesco inginocchioni avanti di Prete Genovese
450. Quadro alto pal: dieci ed once otto, largo pal:
sette ed once una, la Vergine in Glora col
Bambino in seno colla mano sinistra tira a se un
Anima liberata dal Demonio nel basso Santa Polonia e
dall’altro lato S. Girolamo di Lanfranco
451. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo:
Testa di Madonna con sotto iscrizione:
Vero Ritratto della Madonna de Servi Incognito
452. Quadro alto pal: dieci ed once tre, largo pal:
sette e mezzo, La Vergine col Bambino in
seno in Gloria, S. Carlo da Cardinale additando la
Vergine altro Santo e due Puttini di Lanfranco
142
453. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
tre, l’Anima di Santa Maria Maddalena
portata in Cielo dagli Angioli del Lanfranco
454. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: tre : S.
Maria Maddalena in meditazione avanti un
Crocifisso con testa di morte in mano e libro aperto
Scuola Genovese
455. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: tre
ed once nove: la Vergine col Bambino che
fa carezze a S. Antonio ed un Santo che tiene la
mitra in testa di Simone Cantarino
456. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici: S.
Abramo visitato dai tre Angioli che andavano
a distruggere Sodoma e sono da lui trattati con
l’ospizio Ludovico Caracci
457. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due
ed once due: Nostro Signore
inginocchiato in mezzo ad una quantità di Croci ed
un Angelo che vola con un Calice in
mano Scuola Fiorentina
458. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:
tre: la Vergine Elevata col Bambino in
braccia Un Santo ed una Santa Scuola di Raffaele
459. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo
pal: due: la Conversione di S. Paolo
143
Incognito
460. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once
quattro: S. Sebastiano di Leonello Spada
461. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due: La
Visitazione de maggi del Mazzola
462. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal:
quattro e mezzo: La Resurrezione di Nostro
Signore dal Sepolcro di Sisto Badalochio
463. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo: la
Testa di S. Francesco di Annibale
Caracci
464. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once una:
la Vergine piangente sopra un Cristo
deposto di Annibale Caracci
465. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once nove: S. Chiara che tiene con la
mano sinistra l’ ostensorio di Girolamo Mazzola
466. Quadro alto pal: otto ed once tre, largo pal: due
ed once nove: tre Puttini volanti con libri
di Leonello Spada
467. Quadro alto pal: undici ed once due, largo pal:
sette ed once otto: la Vergine che ha dato
il Bambino in braccio a S. Felice che lo tiene
inginocchioni con un Angiolo accanto di Guercino
144
468. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: due
ed once undici: S. Sebastiano Scuola di
Schidone
469. Simile al numero quattrocentosessantasei
Stanza Undecima
470. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:
tre ed once una: S. Matteo Evangelista che
sta scrivendo con un Angelo che lo detta di Giovanni
Miele
471. Mezzo cerchio alto pal: due ed once cinque, largo
pal: cinque ed once cinque: Un Angelo
sopra le Nubbi con incensiere in mano quattro
Angelotti che reggono due vasi di Annibale Caracci
472. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: uno ed
once undici: Ritratto di una donna con
Testa adonata di Perle Copia di Tiziano
473. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo
pal: tre ed once quattro: in pietra la Madonna
che alza un velo di sopra al Bambino che nudo sta
coricato dormendo alla dritta di S, Giuseppe es alla
sinistra un Angelo di Fra Sebastiano del Piombo
474. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once undici: Ritratto d’Anna Bolena con
iscrizione sotto Incognito
145
475. Quadro alto pal: otto ed once due, largo pal:
dieci l’Ingendio di Troja Imitazione di
Barocci
476. Quadro sopraporto alto pal: cinque, largo pal:
cinque ed once undici: Istrumenti e
composizioni musicali di Giacomo Nani
477. Quadro alto pal: sei ed once quattro, largo pal:
tre ed once tre: S. Antonio dipinto a
tempera di Michelino Buonarota
478. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette ed once
tre: S. Bartolomeo in atto di ricevere il
martirio e tre figure di Lanfranco
479. Quadro alto pal: sei ed once tre, largo : tre ed
once quattro: S. Chiara dipinta a tempera di
Michele Buonarota
480. Quadro sopraporta simile al n°
quattrocentosettantasei
481. Quadro alto pal: quattro ed once cinque, largo
pal: cinque e mezzo: uno de sette peccati
mortali di Fiamengo ne Tempi di Vasari
482. Quadro dipinto sopra carta e tirata sopra tavola
alto pal: uno ed once una, largo once nove
e mezza: Testa Putto che legge del Parmigianino Copia del
Caravaggio
483. Simile al n° quattrocento ed ottantuno
146
484. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: dieci ed
once una: Giacobbe che alza la lapide
della Cisterna per dare a bere agli Armenti di
Rachele che accompagnata da altre Pastorelle e
fanciulli di Carlo Cignani
485. Quadro alto pal: cinque ed once undici: Un
Sacrificio con un ariete, un giovinetto che due
Colombe, con figure in seconda linea Scuola di Pietro di
Cortona
486. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sei: la
deposzione di Nostro Signore dalla
Croce in seno alla Vergine con S. Maria Maddalena,
S. Giovanni, S. Giuseppe e S. Nicodemo di Marcello
[Venitsti]
487. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque ed
once due: S. Pietro Penitente di Carlo
Maralla
488. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
nove: Una donna che tiene un Bambino in
braccio dipinta a chiaro scuro circondata da una
cornice dipunta ornata di bellissimi fiori di Legers
Fiamingo
489. Quadro alto pal: quattro ed once cinque, largo
pal: cinque ed once tre: Nostro Signore
nell’Orto con l’Angelo confortatore Scuola di Barocci
147
490. Quadro sopraporto alto pal: tre ed once nove3,
largo pal: cinque: Erbaggi, rape e fiori
Scuola Napolitana
491. Quadro alto pal: sei ed once due, largo pal:
quattro: Accademia in figura di Bacco
492. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette, la
Madonna con il Bambino in braccio con santo
Monaco inginocchioni Incognito
493. Quadro alto pal: cinque ed once quattro, largo
pal: tre ed once quattro: deposizione della
Croce di Fiamingo
494. Simile al n° quattrocento novanta Sopraporto :
frutti e fiori
Stanza Dodicesima
495. Quadro alto pal: due, largo pal: uno ed once
dieci: la Vergine col Bambino in seno con S.
Maddalena e S. Apolonia del Parmigianino
496. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: uno
ed once nove e mezza: S. Girolamo in
mezza figura colle mani giunte poggiate sopra un
sasso guardando in Cielo di Schidone
497. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno
ed once sei: Una testa di Guerriero di
Annibale Caracci
148
498. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:
cinque ed once una: Apollo in aria che suona
la Lira
499. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei
ed once due: S. Antonio che va a trovare
S. Paolo primo Eremita in mezze figure del Massari
500. Quadro alto pal: sei ed once tre, largo pal:
cinque: la Vergine col Bambino in una culla
che dorme con S. Giovanni e S. Giuseppe in distranza
in una Campagna a tempera del Parmigianino
501. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:
cinque ed once dieci: Sopraporta ratto
d’Europa Incognito
502. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: due ed
once cinque: S. Giovacchino con mandello
e baretta in mano, pianelli neri e discrizione
M:D:XXVIIII a tempera Correggio
503. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once sette: Ritratto con sciarpa Bianca al
collo, la mano destra appoggiata sopra un libro e la
sinistra ad una spada di Girolamo Mazzola
504. Quadro in tavola alto pal: otto ed once tre,
largo pal: cinque ed once cinque: L’Assunta in
Cielo con li Apostoli in Ammirazione ed una Santa
Inginocchioni: il di sopra del quadro e in mezzo
149
cerchio posto in quadro del Correggio
505. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due:
Ritratto del Duca Ranucci primo: armato
tiene la destra sopra il fianco e la sinistra sopra
l’Elmo del Campi
506. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pa: due ed
once cinque: Una figura che tiene le
braccia unite sopra un Bastone: rappresentante S.
Giuseppe con iscrizione: Dic VI= JV li a Tempera del
Correggio
507. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque
ed once sette: Sopraporto: Burasca di
Mare eda una parte uno scoglio del Tempesta
508. Quadro in tavola alto pal: due ed once tre: largo
pal: uno ed once otto: testa del Salvatore
Scuola di Leonardo da Vinci
509. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once tre: figura allegorica Scuola di
Parma
510. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pal: uno e mezzo: Sacra Famiglia
Scuola di Raffaele
511. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:
due ed once una: S. Sebastiano medicato
dalla Donna Cristiana del Parmigianino
150
512. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once sette: Ritratto di Uomo vestito di
bianco, con baretta bianca in testa di Andrea del Sarto
513. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once otto: una Sacra famiglia di Pietro
Peruggino
514. Quadro in tavola alto pal: due ed once due, largo
pal: uno ed once dieci: Cristo nell’Orto
Maniera di Correggio
515. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: uno
ed once noe: Ritratto di Sofonisba e Putti
che sona un Spinetto di Sofonisba
516. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una e
mezza, largo pal== Once dieci e mezza: la
Vergine col Bambino e San Giuseppe di Girolamo Corsi
517. Quadro in tavola altgo pal: uno, largo pal== Once
Dieci: Testa d’un Santo che guarda in
Cielo del Parmigianino
518. Quadro in tavola alto pal: uno ed once cinque:
largo pal: uno: San Rocco all’impiedi di
Alessandro Mazzola
519. Quadro in rame, alto pal: uno ed once tre, largo
pal: uno: la Nascita del Signore e due
Angioli in dietro al Bambino, quattro Pastori con un
cane ed Agnello di Francesco Albani
151
520. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:
uno ed once nove e mezza: Un Uomo in
un Paesino che scopre in lontano un tesoro, alcune
figurine e dall’altro lato due bovi Incognito
521. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:
quattro ed once cinque: Un Santo Abbate
Benedettino con framento d’una gamba e testa di
Putto del Correggio
522. Quadro alto pal: sei ed once una, largo pal:
quattro ed once cinque: S. Benedetto con un
Angiolo avanti che tiene il Baston pastorale e mitra
523. Quadro in rame alto once dieci, largo once setta:
S. Giuseppe con gli occhi al Cielo, la
destra al petto con la sinistra tiene un baston
fiorito di Sisto Badalocchio
524. Quadro in tavola alto once otto e mezza, largo
once sei e mezza: Un ritratto vestito di
rosso del Mazzola
525. Quadro in tavola, alto pal: uno ed once quattro,
largo once nove: Ritratto di Giovine con
pelliccia del Parmigianino
526. Quadro alto pal: due ed once una, largo pal: uno
e mezzo: Ritratto d’Anna Bolena con
manto scuro in testa Scuola Fiorentina
152
527. Quadro alto once undici e mezza, largo pal: uno
ed once una: Frutti e fiori ed un Pavone
Incognito
528. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo
pal: uno ed once mezza: Nostro Signore al
Sepolcro con San Nicodemo e la Maddalena Scuola
Bolognese
529. Sopraporto: Quadro alto pal: quattro e mezzo,
largo pal: cinque ed once dieci: S. Pietro
liberato dalle Carceri dall’Angelo Scuola di Caracci
530. Quadro in tavola alto pal: due ed once due, largo
pal: uno ed once dieci: lo Sposalizio di
Santa Caterina del Mazzola
531. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo, largo
pal: due: la Vergine col Bambino e S.
Caterina Scuola di Parma
532. Quadro in tavola alto pal: due ed once quattro,
largo pal: uno ed once undici: la Vergine
col Bambino, S. Giuseppe con tre Putti intorno al
Bambino Michelino Anselmi Senese
533. Quadro alto pal: due ed once otto, largo pal:
due: Ritratto d’un Giovinetto in mezza
figura, il quale tiene una gabbia con l’uccello
dendro di Francesco Denis Fiamingo
153
534. Quadro in rame alto pal: uno ed once undici,
largo pal: uno ed once cinque: la Vergine
seduta col Bambino in seno che tiene un pomo nella
mano destra due Angioli accanto vi è una culla con
panno bianco sopra: Alla sinistra della Vergine S.
Girolamo con una Santa accanto figurina che porge li
pomi al Bambino, S. Giuseppe con Asinello, tre
Angioli in Gloria, che buttano fiori di Giulio Campi
535. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo
pal: uno ed once sette: la Madonna con
Bambino e S. Girolamo di Benvenuto Garofalo
536. Quadro in tavola, alto pal: due e mezzo, largo
pal: cinque ed once una: Gesù Cristo morto
sopra un lenzuolo del Correggio
537. Quadro alto pal: uno ed once tre in tavola, largo
once dieci: Testa di S. Francesco
d’Assisi in profilo Imitazione di Corregio
538. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pal: uno
ed once sette e mezza in tavola: Nostro
Signore con le mani legate alla Colonna di Palma il
Vecchio
539. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo pal: due
ed once quattro in tavola: S. Anna
Scuola di Michelino Buonarota
154
540. Quadro alto pal: uno ed once otto, largo pal: uno
ed once una: testa di un Vecchio Scuola
di Raffaele
541. Quadro alto pal: due ed once due e mezza, largo
pal: uno ed once nove, S. Girolamo con
libro in mano Scuola Antica
542. Quadro alto pal: uno ed once sette, largo pal:
uno ed once tre, una Giovinetta con coona
in testa e pugnale in petto del Mazzola
543. Quadro alto pal: dieci, largo pal: sei ed once
tre: la Vergine col Bambino in Gloria
circondata da Angioli, S. Sebastiano legato Impiedi
ad un Albero Copia del Correggio
544. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: uno
ed once quattro e mezza, in tavola : la
Vergine col Bambino S. Giovanni e S. Giuseppe Scuola
del Parmigianino Trasportato in Francavilla
545. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:
Nostro Signore in mezza figura clla mano
sinistra si tiene il suo manto torchino del Cavalier
Vanni
546. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo: S.
Giovanni in mezza figura Scuola di
Caracci
155
547. Quadro in tavola alto pal: sei ed once nove,
largo pal: due ed once cinque: S.
Giovacchino con l?agnello tra le mani Scuola di
Michelino Buonarota
548. Quadro sopraporta, alto pal: quattro, largo pal:
cinque ed once cinque: due Angioli con
croce in spalla che volano di Zuccari
549. Quadro in tavola alto pal: uno ed once sette,
largo pal: uno ed once tre: la Vergine col
Bambino in seno, S. Giuseppe colla colomba in
braccio ed agnello a canto tre angioli uno de quali
inginocchiato con un libro con iscrizione Scuola del
Parmigianino
550. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once tre: Un Presepe di Michelino
Anselmi Senese
551. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno ed
once sei: Una Giovime con cortello nel
petto vestita di rosso del Mazzola
552. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque ed once cinque: le tre Parche Scuola
Veneziana
553. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo
pal: tre ed once tre Sacra Famiglia di
Andrea del Sarto
156
554. Quadro in tavola alto pal: uno ed once sette,
largo pal: uno ed once quattro: Ritratto di
Uomo vestito di scuro, con baretta in testa di
Giambellini
555. Quadro alto pal: cinque ed once nove, largo pal:
quattro e mezzo: Ritratto del Duca
Alessandro Giovine vestito da marte siede sopra un
Globbo abbracciato da Donna Armata con un Elmo in
testa, nella sinistra mano un Scudo nel quale ci è
l’Arma Farnese di Girolamo Mazzola
556. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pa: uno e mezzo: la Vergine col
Bambino in seno e condestra mano accarezza la testa
di S. Giovanni Immitazione dello Schidone
557. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once
due: Ritratto di Pier Luigi armato con
bastone di comando in mano , Un Soldato armato con
bantiera di Tiziano
558. Quadro in rame alto pal: uno ed once una, largo
once dieci e mezza: la Vergine
addolorata di Carlino Dolce
559. Quadro in rame alto once dieci, largo once otto:
Testa di Ecce Homo Appresso Correggio
560. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: cinque
ed once due: S. Giovanni Battista
157
l’Evangelista con colomba in alto di Bombonio Alegri
561. Quadro alto pal: otto ed once otto, largo pal:
cinque ed once otto: la Vergine in Gloria col
bambino in seno, con S. Crispino e Crispiniano Scuola
Lombarda
562. Quadro alto pal: sette ed once sette, largo pa:
cinque: Nostro Signore deposto dalla Croce,
poggiato sopra un sasso con la Vergine da dietro che
lo sostiene con un lenzuolo sotto le braccia con le
tre Marie avanti all’impiedi di Palma Giovine
563. Quadro alto pal: quattro e quattro: Sposalizio di
S. Caterina Copia del Correggio
Stanza Tredicesima
Secondo Gran Salone
564. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: de ed
once sette: Ritratto mezza figura d’un
Maestro di Cappella vestito di nero, un tavolino ed
un libro di Musica aperto con la penna in mano e
levata dal calamaro in atto che aspetta l’estero
per comporre di Annibale Caracci
565. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
sei ed once nove: Rebecca incontrata da
Servo d’Abramo di Albano
158
566. Quadro alto pal: tre ed once quattro e mezza,
largo pal due ed once sei e mezza: Ritratti
in mezza figura vestito scuro che accorda un Liuto
di Agostino Caracci
567. Quadro in tavola alto pal: sette ed once cinque,
largo pal: cinque: la Vergine in Gloria
con il Bambino in seno all’impiedi che porge una
chiave a S. Pietro accanto vi è S. Giovanni che
addita la Vergine e con la sinistra tiene la Croce
alla sinistra una S. Vergine Scuola Lombarda
568. Quadro alto pal: sei ed once quattro largo pal:
quattro ed once sei e mezza: Caino che
ammazza Abele di Leonello Spada
569. Quadro alto pal: sette ed once due e mezza, largo
pal: cinque ed once una: S. Sebastiano
nudo disteso sopra una pietra in scurcio, una donna
che vuol medicarlo ed altre Bozzo
di Schidone
570. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal: sei e
mezzo Olindo e Sofiona legati al
patibolo per ssere crucciati, Clorinta che
sopragiunge a liberarli con varie figure e
Guerriero principale Imitazione di Schidone
571. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal: sei:
Figura di Donna Giovine vestita di
159
sopraveste verde e manto rosso, una spinetta nella
sinistra misurandolo col combasso Scuola del
Parmigianino
572. Quadro in tavola alto once nove, largo once sette
e mezza: la Vergine col Bambino, S.
Giuseppe e S. Giovanni che tiene un piccione in
mano Scuola Veneziana lo stile di
Giorgione
573. Quadro in tavola alto once undici, largo once
otto: Ritratto in profilo con barretta e
manto rosso di Giovanni Bellino
574. Quadro in tavola alto once otto, largo once
dieci: Putto che dorme Imitazione del
Correggio
575. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno
ed once una: S. Francesco di Pavola con
sacco sopra le spalle Incognito
576. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:
tre ed once una: Donna vestita di
Gridellino colla destra tiene una perla che pende
da un cordone d’oro di Tiziano
577. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:
tre e mezzo: il bambino che dorme con
teschio di morte a piedi di Guido Reni
160
578. Quadro alto pal: tre ed once quattro, largo pal:
due ed once nove: Ritratto del sarto di
Paolo Terzo che nella destra tiene una mezza Canna,
e la sinistra le forbice con tavola sulla quale un
drappo di broccata di Tiziano
579. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
otto: Ritratto di Donna vestita di nero,
con la mano destra appoggiata sopra d’un tavolino
un fazzoletto bianco ed un guanto alla sinistra in
dietro due figure di chiaroscuro di basso rilievo
580. Quadro alto pal: due ed once sette in tavola,
largo pal: due ed once tre: Un Uomo con
barba vestito di bianco con barretta simile di
colore e nella sinistra mano tiene una carta di
musica Scuola di Parma
581. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
Ritratto di Uomo vestito di nero con Croce
rossa sul petto, la spada ed il braccio destro
appoggiato ad una tavola, sopra della quale vi è un
Ercole a chiaroscuro di Girolamo Mazzola
582. Quadro in tavola alto pal: undici ed once una,
largo pal: sette e mezzo: S. Girolamo, S.
Ambrogio, S. Agostino, S. Gregorio e la Vergine nel
mezzo che quarda in Cielo con le mani unite in atto
161
di adorare: Arcitettura con tre Angioli che calano
da sopra una Nuvola di Michelino Anselmi Senese
583. Quadro sopraporto, alto pal: sei, largo pal:
nove: Paesaccio, fiume nel quale vi bevono
alcuni Armenti Incognito
584. Quadro alto pal: tre ed once undici, largo pal:
quattro ed once dieci: Cristo nel Deserto
che li viene dall’Angiolo Ammistiato il cibbo di
Lanfranco
585. Quadro alto pal: cinque ed once due, largo pal:
sei ed once dieci: il Battesimo del
Nostro Signore nel fiume Giordano con molte figure
ed il Padre Eterno in Gloria di Francesco Albano
586. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque ed once tre: la Vergine che
contempla il Bambino che dorme con la mano destra
tiene un pannolino a coprirlo con
due Angioletti di Leonello Spada
587. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo
pal: cinque ed once quattro: tavola con
tappeto ricamato sopra un bacile con confetti ed
altri dolci accanto una Donna con un Puttino in
braccio il quale prende alcuni dolci, un cagnolo
che sta sopra un cuscino, un vaso con fiori e due
figurine in lontano di Benedetto Castiglione
162
588. Quadro alto pal: tre e once otte, largo pal:
cinque: un cane a caccia Incognito
589. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal: sei:
S. Cicilia, S. Valeriano e altro Santo
coronato di ghirlante di fiori da un Angelo del
Gavedoni
590. Quadro alto pal: otto e once nove, largo pal:
quattordici e mezzo: Mosè ed Aronne
immezzo al Popolo Egiziane con Faraone assistente
il quale Mose converte l’acqua in sangue di Palma
Giovine
591. Quadro sopraporto: simile al n°
cinquecentottantatre
592. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo
pal: tre ed once otto: Ritratto del
Cardinal Bambo, seduto sopra una sedia di Appoggio
quale nella sinistra mano tiene un Ufficio di Tiziano
593. Quadro in tavola alto pal: due ed once otto,
largo pal: uno ed once undici: Ritratto d’una
Donna nobilmente vestita, con libro in mano Scuola
di Leonardo da Vinci
594. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro: Gesù
posto nel Sepolcro accompagnao dalle
marie con San Giovanni, S. Giuseppe e S. Nicodemo
di Federico Barocci
163
595. Quadro alto pal: due ed once undici, largo pal:
due ed once tre: Ritratto di un Giovine
vestito di necro con barettone con Citia in testa
del Bronzini
596. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once
ed once due: Ritratto di Paolo Terzo
Farnese seduto con carta nella Mano destra di Tiziano
597. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque: S.
Giovannino nel deserto seduto Scuola
Bolognese
598. Quadro alto pal: quattro ed once dieci, largo
pal: tre ed once sette: Una Pittrice in atto di
dipingere un profilo in una tela, sopra un tavolino
alcuni studj di Pittura Incognito
599. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei: Istoria
del centurione con nostro Signore
accompagnato da numerose figure di Paolo Veronese
600. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo pal:
quattordici e mezzo: Mosè immezzo al
Popolo Ebreo che fa scaturire l’acqua dal monte di
Palma Giovine
601. Quadro sopraporto, simile al n° cinquecento e
ottantatre
602. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:
tre: Ritratto del Cardinal S. Angiolo, con
164
baretta in testa, tiene nella sinistra i guanti di
Tiziano
603. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due
ed once una: Nostro Signore
all’Impiedi vicino ad esso si appoggia un Uomo nudo
nella sinistra spalla di Tintoretto
604. Quadro alto pal: tree mezzo, largo pal: tre ed
once una: Ritratto di Errigo Quarto vestito
di necro con poca barba, collana d’oro, alla fine
della quale vi è una Croce: colla mano sinistra
appoggiata sopra il Pomo della Spada e barretta
necra in testa con penna bianca in lontano un
cammino con foco acceso Fiamingo
605. Quadro in tavola alto pal: sette e mezzo, largo
pal: cinque ed once una: Ritratto di Paolo
Terzo a sedere e Pier Luigi in piedi con Spada
Appresso Tiziano
606. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pal:
quattro ed once otto: Santa Cicilia a sedere
che suona l’organo a piedi vi sono varj stumenti
Musicali alla sinistra un Angiolo con
flauto alla mano e con violoncello avanti di Ludovico
Caracci
607. Quadro alto pal: undici, largo pal: sette ed once
tre: la Rappresentazione al Tempio, la
165
Vergine con il Bambino in braccio, inginocchioni e
viene incontrata dal Vecchio Simeone vicino
all’Altare, varie figure e veduta d’Archidettura
nell’interno del Tempio di Antonio Campi Cremonese
608. Quadro alto pal: undici ed once tre, largo pal:
cinque ed once nove, sopraporta: Orfeo
seduto che suona la lira con Animali che stanno ad
udirlo Scuola di Parma
609. Quadro alto pal: otto ed once sette, largo pal:
sette ed once tre: Donne che offrono avanti ad un
Ritratto alcuni doni Incognito
610. Quadro alto pala. Otto ed once nove, largo pal:
sei ed once nove: Un presepe
611. Quadro alto pal: sedici e mezzo, largo pal:
dodici: la Crocifissione di nostro Signore
colli dueLadroni in terra la Vergine svenuta
assistita dalle tre marie, S. Giovanni dietro ad
essa, Lungino a Cavallo contemplando nostro Signore
morto dopo la lanciata di Bernardo Gatti di [illorati]
612. Quadro sopraporta simile di Grandezza ed Autore
al numero seicento ed otto, due figure
a sedere una di esse colla destra mano sopra uno
spinetto e varj strumenti e libro di
musica in terra Scuola di Parma
166
613. Quadro in tavola alto pal: tre ed once otto,
largo pal: due e mezzo Annunciazione della
Vergine di Marco di Siena
614. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
tre e mezzo: una donna con una tazza in
mano che li viene data da un Soldato alla sinistra
altra Donna con puttino di Nicola
dell’Abbate
615. Quadro in tavola alto pal: tre ed once nove,
largo pal: due ed once sette: la Circoncisione di
Nostro Signore di Marco di Siena
616. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: la
Vergine seduta col Bambino in seno, S.
Giuseppe che li fa mostra un libro aperto di
Borgononi
617. Quadro in tavola alto pal: quattro e mezzo, largo
pal: tre e mezzo: Ritratto di Giovine
con coppola nera in testa, la sinistra nel fianco,
avanti tavolino con tappeto del Parmigianino
618. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal: tre
Santa Maria Maddalena con Crocifisso in
mano testa di morte da un lato Scuola Genovese
619. Quadro alto pal: quindici, largo pal: dieci ed
once quattro, la Vergine in Gloria col
167
Bambino in seno che porge un giglio ad un Santo il
quale sta inginocchiato come anche un Pontefice che
con ambi le mani presenta il disegno di Sebastiano Flori
allievo di Vasari
620. Sopraporto simile al n° cinquecento ottantatre
621. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:
tre ed once tre: Ritratto di Uomo vestito di
nero baretta nera e nella mano destra una carta di
Tiziano
622. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: tre
ed once due e mezza: Ritratto di una
Donna che s’accomoda le treccie vicino ad un
tavolino sopta del quale è una testa di morte
Incognito
623. Quadro alto pal: tre ed once una, largo pal: due
e mezza: Ritratto di donna in mezzo
busto con turbante in testa collana d’oro, destra
al petto di Giulio Romano
624. Quadro in tavola alto pal: tre ed once dieci,
largo pal: tre ed once tre: Ritratto di uomo
con barretta necra in testa, piuma con la sinistra
tiene un libro aperto ed altra mezza figura di
schiena del Parmigianino
625. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:
tre e mezzo: Ritratto Vecchio che
168
poggia la destra sopra un poggiolo con lettera in
mano ove vi è scritto Francescus Iurbidus dictus
il moro V. Faciebat di Francesco Iorbido
626. Quadro alto pal: cinque ed once sette, largo pal:
quattro ed once dieci: la Vergine in
Gloria con manto bianco, in testa, e Bambino
all’impiedi e Angioli Paolo Veronesi
627. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto, ed once
tre: Nostro signore portato al sepolcro, la Vergine
da un lato seduta. Accompagnato di varie figure, ed
in lontananza il montecalvario del Bassano
628. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal
cinque: Giovanni Battista alla sinistra, S.
Girolamo inginocchioni avanti di esso, un fanciullo
che tiene un libro aperto di Paolo Veronese
629. Quadro alto pal: nove, largo pal: sedici.
Allegorigo alla Casa Farnese del Cavalier Drago
630. Quadro sopraporta simile al n°
cinquecentottantatrè
631. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo
S. Giovanni Battista: decollato figura intiera con
manicoldo, che lo dimostra di Schidone
632. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due ed
once quattro: S. Francesco con libro nelle mani di
Annibale Caracci
169
633. Quadro alto pal: tre, ed once dieci, largo pal:
tre ed once una. S. Antonio in mezza figura che
medita sopra un libro aperto dove vi scorge il
Bambino di Schidone
634. Quadro alto pal: due, ed once tre, largo pal: uno
ed once otto. Un vecchio mezza figura con le mani
giunte, appoggiato sopra un bastone
635. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo.
S. Lorenzo inginocchiato con le mani giunte e
guarda in Cielo Puttino alla destra che tiene una
Graticola
636. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo.
S. Giovanni Battista nel deserto nella sinistra
tiene una canna, con la destra addita Nostro
Signore che viene dal Giordano
637. Quadro alto pal: uno, ed once nove, largo pal:
due, ed once nove. Vulcano e Minerva del Bertoja
638. Quadro alto pal: quattro, ed once sette, largo
pal: tre ed once nove. S. Maria Maddalena
inginocchiata avanti un Crocifisso Scuola Lombarda
Antica
639. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:
la Croce con sotto teschio di morte e cinque
Puttini, ed uno di essi la sostiene Schidone
640. Simile al n° seicentotrentasette
170
641. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:
S. Sebastiano legato alla Colonna, alla destra un
soldato che sta guardando
642. Quadro alto, e largo, e tutto simile al n°
seicentoventinove
643. Simile al n° cinquecentottantatrè sopraporta
644. Quadro in tavola alto pal: due, ed once sette,
largo pal: due, ed once due. S. Pietro mezza figura
che porge la moneta a Nostro Signore il quale li
dice che porti a sodisfare il tributo di Schidone
645. Quadro alto pal: due ed once sette, largo pal:
quattro, ed once otto: Sposalizio di Santa
Caterina, colla Vergine, il Bambino, S. Giuseppe,
S. Pietro e Gloria d’Angioli Copia del Correggio fatta
dall’Amitano
646. Quadro in tavola alto pal: tre, largo pal: due e
mezzo: Nostro Signore incoronato di Spine, con
canna in mano schermito dagli Giudei di Schidone
647. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo,
S. Pavolo seduto, colla destra tiene un libro, con
la sinistra rivolge le [carti],e spada sulla dritta
648. Quadro alto pal: tre, ed once otto, largo pal:
due, ed once dieci. San Paolo colla spada sulla
dritta, e libro sulla sinistra, con un Angelo di
spalla che lo sostiene
171
649. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:
S. Pietro seduto sopra un sasso, colle mani
incrociate sopra un libro, che tiene sù delle
Ginocchia , alla dritta il Disegno, [Pisita,
sottana] e Mitra, ed alla sinistra le Chiavi
650. Quadro alto pal: dicei ed once tre, largo pal:
sette e mezzo . Rappresentazione al Tempio, la
Vergine inginocchioni che ha dato il Bambino al
Vecchio Simeone: S. Giuseppe anche inginocchioni,
offre con ambi le mani una canestra con due Palombe
ed altra figura intiera del Cavalier Vanni
651. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una, largo
pal: uno e mezzo: una Venere che dorme con due
amorini di Schidone
652. Quadro in rame di diametro pal: uno, ed once due:
Giocatori Scuola di Caravaggio
653. Quadro in tavola, alto pal: uno, ed once tre,
largo once dieci, testa di una Signora con panno
fianco, sopra il capo, e sopra le Spalle
Immitazione del Caravaggio
654. Quadro alto pal: uno, ed once tre, largo pal:
uno, ed once una: S.Francesco Saverio Moribondo
Incognito
655. Quadro alto pal: undici e mezzo, largo pal: sei:
donna Giovine che guarda la sfera Celeste; tiene
172
nella sinistra una tavoletta, con varie figure, e
colla destra disegna a piedi una sfera armillaia
Scuola del Parmigianino
Stanza Quattordicesima
656. Quadro alto pal: due, ed once tre, largo pal: tre
ed once cinque, in tavola, Una Marina con figura:
Scuola di Vernè
657. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: uno, ed
once otto: Erodiade con la testa sopra di un
baucile di San Giovanni Battista di Francesco Venni
658. Quadro alto pal: uno, ed once sette, largo pal:
uno e once tre in rame, deposito della Croce di
Nostro Signore del Sepolcro Immitazione del Correggio
659. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:
due ed once tre mezze figure Scuola di Parma
660. Simile al n° seicentocinquantasei: Burasca di
Mare
661. Quadro alto pal: quattro, largo pal: due e mezzo
trasfigurazione di nostro Signore con li Apostoli
Scuola Genovese
662. Quadro alto pal: tredici, ed once nove, largo
pal: undici e mezzo, una figura seduta in Trono,
nella destra tiene il ladugeo, una figura impiedi,
173
accanto un altro giù a basso che storce una corona
di lauro, e tre figure, una di esse tiene un fieno,
nella destra mano, e nella sinistra un asta, un
soldato che tiene una bantiiera, ed una Giovinetta
che presenta un emblema di Provincia Paolo Veronese
663. Quadro alto pal: tre ed once nove, largo pal: due
e mezzo: Una Santa Vergine all’impiedi, con palma
in mano Incognito
664. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo pal:
uno ed once dieci: Bosco Allegorico Scuola di Altani
665. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo pal:
uno ed once nove: Testa d’un Vecchio con barba: in
Arazzo Incognito
666. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo pal:
uno ed once dieci: Bozzetto
667. Quadro alto pal: due e ezzo, largo pal: uno ed
once dieci: la Vergine addolorata in profilo Scuola
Fiorentina
668. Simile al n° quattrocentottantuno
669. Quadro in tavola alto pal: quattro, largo pal:
tre e mezzo, la Vergine col Bambino
670. Simile al n° seicentosessantotto
671. Quadro, alto pal: tre ed once quattro, largo pal:
due e mezzo Madonna con Bambino in seno, S.
174
Giuseppe ed un Santo inginocchioni con Mitra in
testa, in un Paese Incognito
672. Quadro alto pal: tre, largo pal: due, ed once
tre, Giovane con un Piccione in mano
673. Quadro alto pal: undici e mezzo in Quadro: Mosè
preso alla riva del Nilo, dalle seguaci della
figlia di Faraone, che sta seduta circondata da
Damigelle di Sebastiano Ricci
674. Quadro alto pal: tre, largo pal: due, ed once
tre, la Madonna col Bambino in seno Incognito
675. Quadro alto pal: due, ed once nove, largo pal:
due ed once due: figura rappresentante una Pezzente
676. Simile al n° quattrocento, e ottantuno
677. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei, ed once
undici, fiera in un mercato con numerose figure di
Leandro Bassano
678. Simile al n° quattrocentottantuno
679. Quadro alto pal: cinque, ed once nove e mezzo,
largo pal: quattro ed once nove. Coronazione, e
schernito Cristo dagli Ebrei Scuola Cremonese
680. Simile al n° quattrocentottantuno
681. Quadro alto, pal: cinque, ed once sette, largo
pal: quattro e mezzo: S. Martino che si taglia la
metà del Mantello per covrire il Demonio in figura
di Povero Scuola del Cavalier Arpino
175
682. Quadro alto pal: due, largo pal: tre: Campagna
con figura ed Armenti Incognito
683. Quadro alto pal: dodici ed once due, largo pal:
undici ed once nove: S. Giovanni di Dio che assiste
all’Ammalati nell’Ospedale di Paolo Veronese
684. Quadro alto pal: nove, largo pal: quindici,
Battaglia Navale tra Turchi e Cristiani Incognito
Stanza Decimaquinta
685. Quadro alto pal: quattro, ed once tre, largo pal:
quattro, ed once nove: Un Accademia Copia di Caracci
686. Quadro alto pal: cinque, ed once due, largo pal:
sette e mezzo: Venere con Amorino che la bacia di
Michelangelo
687. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: due; Un
Soldato a Cavallo in una Campagna del Bresciano
688. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: undici
la Regina de Sciti Tamiri, che fa immergere la
testa recisa di Ciro, in una conga di Sangue:
Popolo e veduta di accampamento di Sebastiano Ricci
689. Simile al n° seicentottantasette
690. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei:
rappresentante molti generi di pranzo di Giacomo
Nani
176
691. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto, Uomo a
sedere con gamba alzata e colla mano destra il
grembo di una donna che li sta accanto, un cesto di
fiori e volatili Giovanni Bassano
692. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
due ed once tre: Bozzetto di una volta con molte
figure di Giacomo del Po’
693. Quadro alto pal:sei, largo pal: otto, una donna
vestita di rosso, presso una tavola, sopra di essa,
e all’intorno sono molti pesci al naturale, alla
destra un tonno, ed in lontano altre donne di
Giovanni Bassano
694. Simile al n° seicentonovanta
695. Quadro alto pal: due ed once due, largo pal: due;
Un Paese con due figure in lontano Incognito
696. Quadro alto pal: dodici, largo pal: cinque, ed
once quattro: Battaglia del Bresciano
697. Quadro alto pal: dieci, largo pal: venti;
Battaglia degl’Epiroti, parte dell’Esercito si vide
in lontano che salva il Bambino Fanciullo Pigro
698. Simile al n° seicentonovantasei
699. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei: Paese
Incognito
700. Quadro in tavola alto pal: tre ed once due, largo
pal: due e mezzo; la Vergine assedere col Bambino
177
in seno Scuola di Raffaello
701. Simile al n° seicentonovantanove
702. Quadro alto pal: due, largo pal: due e mezzo: la
Coronazione di spine, con varie figure intorno
Scuola Forestiera
703. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo
pal: tre ed once quattro: Davide con un liuto in
mano Scuola di Caracci
704. Quadro alto pal: due, largo pal: due e once nove:
Una testa di un Uomo con barretta rossa in capo e
donna che tiene alcune carti da giuogo Scuola
Veneziana
705. Quadro alto pal: sette e mezzo largo pal: nove e
mezzo: l’Annunzio ai Pastori del Castiglione
706. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
dieci: Una Monaca con Crocifisso in mezzo Scuola di
Parma
707. Quadro alto pal: due, largo pal: due, ed once
nove, studio di due teste Scuola Veneziana
708. Quadro alto pal: tre, ed once otto, largo pal:
sei, ed once due; una Venere che dorme sotto un
Padiglione, un Satiro che la discopre in lontano,
ratto di Satiri, ed in Aria Venere con Amore del
Bertoja
178
709. Quadro semicerchio, alto pal: quattro, ed once
cinque, largo pal: cinque e mezzo, mezza figura di
donna colle mani giunte, ed un puttino del
Parmigianino
710. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: dieci
e mezzo, Battaglia in una Valle, da un lato sopra
un monte, Fanciulli condotti davanti soldati, in
una culla a vista dell’Azione Bresciano
711. Quadro alto pal: otto, largo pal: dodici, Campo
di Battaglia a fine della medesima parte de soldati
che conducono Bambino Fanciullo Pirro in Trionfo, e
veduta di monti
Stanza Decimasesta
712. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo
pal: cinque ed once due: Piazza
di Mercato veduta di Varj Palazzi avanti un Uomo
che vuol baciare una donna da un lato un'altra
donna seduta che tiene due Polli in seno,
dall’altra parte molti canestri pieni di frutti ed
in terra molta verdura Fiammingo
713. Quadro alto pal:cinque, largo pal: sei ed once
tre: un mercato con molte donne con cesta
179
di robba diversa con lepri anatre ed altro di
Giovanni Balzano Fiammingo
714. Simile al settecento edodici
715. Quadro alto pal: dieci ed once nove, largo psl:
quindici: la Regina Estera si presenta
avanti il Trono di [Assero] e sviene il Re va a
soccorrerla di Giuseppe Crespi
716. Sopraporto alto pal: quattro e mezzo largo pal:
cinque ed once tre: la Regina Estera
seduta sopra un tappeto con aman che se li butta a
suoi piedi ed il Re asuero che lo sorprende
717. Quadro alto pal: cinque e mezzo largo pal: sette
ed once sette: Una vecchia vestita di
rosso che vende pesce di Giovanni Bassano
718. Tondo di diametro pal: uno ed once undici: vaso
con fiori Scuola Napolitana
719. Quadro alto pal: uno ed once quattro e mezza,
largo pal: uno ed once dieci: Vaso con
fiori
720. Tondo simile al n° settecento dieciotto
721. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal: sette
ed once dieci: Macelleria Giovanni
Bassano Fiamingo
722. Simile al n° settecentodieciotto
723. Simile al n° settecentodiecinnove
180
724. Simile al n° settecentodieciotto
725. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal: sette
ed once otto: Uomo che tiene la destra
mano sopra il petto di donna alto Uomo e donna con
diversi frutti erbagio e caccia di Giovanni Bassano
Fiamingo
726. Quadro alto pal: tre ed once otto, largo pal:
tre: rappresentante il nolimetangere Scuola
di Vanni
727. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo
pal: venti: Battaglia dell’Amazzoni con
veduta di un Ponte ove si sta compattendo ed
ingendio in lontano del Bresciano
728. Simile al n° settecentoventisei
729. Sopraporto simile al n° seicentonovanta
730. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo pal:
tre e mezzo: S. Cicilia in un Paese che
suona l’Organo alle parti del quale vi sono due
Angioli di Giovanni Fiamengo
731. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette ed once
oto: Una Donna con cesto di Persiche
che tiene in mano un Vecchio ed una Donna con filia
di Uccelli Giovanni Bassano
732. Quadro simile di misura ed autore al n°
settecentotrenta: il Battesimo di Cristo con tre
181
Angioli
733. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pa:
quindici: Martocho portato in Trionfo
sopra il Cavallo del Re e condotto da Amane Giuseppe
Crespi
734. Sopraporto simile al n° seicento novanta
735. Quadro in tavola alto pal: tre e mezzo, largo
pal: cinque e mezzo: Nostro Signore che
benedice i bambini degl’Ebrei con numero sei figure
Dionisio Cavalcanti
736. Quadro alto pal: tredici ed once nove, largo pal:
sette e mezzo: Allegorico alla Casa
Farnese del Cavalier Drago
737. Quadro alto pal: quattro ed once nove, largo pal:
quattro ed once nove: la Predicazione
di Sant Antonio con molto popolo Incognito
738. Quadro alto pal: quattro, largo pal: quattro e
mezzo: Un frammento di un Quadro
tagliato con quattro teste abbasso ed alcuni
Angioli che alzano il lempo del Padiglione da letto
Scuola Perugina
739. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto: Ritratto
di Giacomo Nani che sta dipingendo un
Paese di Giacomo Nani
740. Sopraporta simile al n° settecento e sedici
182
Stanza Decimasettima
741. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
cinque ed once nove: tre figure ed una
donna vestita di rosso tina con molti pesci di
Giovanni Bassano Fiamingo
742. Quadro alto pal: dieci ed once dieci, largo pal:
sette ed once una: S. Maria maddalena in
Gloria di Sebastiano Ricci
743. Quadro alto pal: sei ed once dieci, largo pal:
cinque: S. Carlo Borromeo con altri santi e
Vergine in Gloria Incognito
744. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo pal:
cinque: figura di donna all’impiedi involta
ad un manto giallo ed indietro due piccole figure
Incognito
745. Quadro alto pal: uno ed once otto, largo pal: due
ed once quattro e mezza: la Donna
Caninea che si presenta al Nostro Signore Scuola
Veneziana
746. Quadro alto pal: sette, largo pal: quattro e
mezzo: Paese con S. Giovanni ed avanti una
Pecora grande di Benedetto Castiglione
183
747. Quadro alto pal: uno ed once sette, largo pal:
due ed once quattro: il Centurione che sta
a presentarsi a Nostro Signore Scuola medesima
Veneziana
748. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due ed
once sette: S. Sebastiano Incognito
749. Quadro altgo pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo: la Vergine col bambino e S.
Giuseppe Scuola di Badalocchi
750. Quadro alto pal: dieci ed once quattro, largo
pal: undici e mezzo: la Circoncisione di
Nostro Signore di Giulio Campi
751. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque ed once sette e mezza: la Madonna
Scuola di Pietro di Cortona
752. Quadro alto pal: undici ed once dieci, largo pal:
sette ed once quattro: S. Maria
Maddalena con Nostro Signore Gesù Cristo in Gloria
con Angioli Incognito
753. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
sei ed once quattro: Paese Sopraporto
754. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre ed once
una e mezza:Uomo vestito di rosso e
nella dritta mano una lepre di Giovanni Bassano
184
755. Ottangolo alto pal: sei ed once sette e mezza,
largo pal: cinque: ratto d’Europa di
Sebastiano Ricci
756. Quadro alto pal: quattro ed once tre e mezza,
largo pal: tre e donce otto: la Vergine in
Gloria col Bambino e nel basso S. Girolamo con
altri Santi Scuola di Guido
757. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: tre:
figura simbolica a sedere nella sinistra tiene
un cornucopio e nella destra un mazzetto di Grano
di Sebastiano Ricci
758. Quadro alto pal: dieci, largo pal: otto: la
negazione di S. Pietro nel Pretorio di Valentino
759. Simile al n° settecentocinquantasette
760. Simile al n° settecentocinquantasette
761. Simile a (sopra)
762. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre e mezzo:
Donna seduta avanti un telaro Scuola
Genovese
763. Quadro simile di misura ed Autore al n°
settecentotrentasei
764. Quadro sopraporto, alto pal: tre e mezzo, largo
pal: cinque ed once tre: Romolo e Remo
colla lupa Incognito
185
Stanza Decimaottava
765. Quadro alto pal: nove, largo pal: cinque ed once
nove, la Vergine col Bambino in
braccia nel basso due Santi Dominicani sopra tavola
Incognito
766. Quadro alto pal: otto, largo pal: cinque ed once
tre: Nostro Signore colla Vergine in
Gloria Scuola Lombarda
767. Quadro centinato, lato pal: sette, largo pal:
quattro ed once cinque, veduta di notte con
Luna ed Archidettura Scuola Napolitana
768. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
cinque: una figura alata seduta con grillanda
in testa di Sebastiano Ricci
769. Quadro alto pal: cinque ed once tre, largo pal:
tre ed once otto: la Bambina Marcherita
Scuola di Carlo Maratti
770. Sopraporto alto pal: quattro, largo pal: cinque:
Archidettura Scuola Moderna
771. Simile a (sopra)
772. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:
sette e mezzo: Giulio Cesare che li
viene presentata la testa di Pompeo in un bacile
Scuola di Caravaggio
186
773. Quadro alto pal: sette, largo pal: undici:
Spoglio di un Campo di Battaglia di Mario
Spolverino
774. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pal:
dodici: Battaglia con veduta di una
Fortezza di Spolverino
775. Sopraporto simile al n° settecentosessanta
776. Simile a (sopra)
777. Quadro centinato alto pal: sette, largo pal:
quattro ed once cinque: Paese con varie
figure Scuola Napolitana
778. Quadro alto pal: quattro ed once quattro, largo
pal: cinque ed once quattro: Viaggio
della Famiglia di Giacobbe Scuola Moderna
779. Quadro alto pal: cinque ed once quattro, largo
pal: quattro: S. Giovanni Battista nel
deserto che abbraccia l’Agnello Scuola Napolitana
780. Disegno alto pal: quindici, largo pal: undici ed
once due: il sacco che diece Carlo
Borbone in Roma Creduto di Giulio Romano
781. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: frutti
Scuola Napolitana
782. Quadro alto pal: due, largo pal: tre: Un Gatto di
Giacomo Nani
187
783. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro: frutti
Scuola Napolitana
Stanza Decimanona
784. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once
dieci: San Francesco di Paola con testa di
Cherubino di Giovando Scuolaro dello Spagnoletto
785. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
due ed once quattro: testa di Un Vecchio
dello Spagnoletto
786. Quadro alto pal: tre, largo pal: due e mezzo:
Erudiade colla Testa di S. Giovanni
Battista in un baile di Luca Giordano
787. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:due
ed once due: testa di Vecchio di
Cesare Fracanzani
788. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: due
ed once dieci: Un filosofo che scrive
dello Spagnoletto
789. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pal: sei ed
once dieci: San Bartolomeo
Martirizzato di Calabrese
790. Quadro alto pal: cinque, largo pal: quattro:
Nostro Signore che incontra li Gabbellieri e
188
li dimandano a chi si debba pagare il Tribbuto
791. Quadro alto pal: otto ed once otto, largo pal:
sette ed once una: San Luca che pinge la
Vergine col Bambino in Gloria di Luca Giordano
792. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due
ed once tre: Ritratto d’un Cardinale
con carta nella mano e baretta in testa Incognito
793. Quadro in tavola alto pal: sette, largo pal:
quattro: Una nicchia ornata con varie sculture
di chiaroscuro con la Vergine all’impiedi e Bambino
in braccio Scuola di Zuccarri
794. Quadro alto pal: undici in quadro: un soggetto
allegorico dinotante la Giustixia impedita
dall’ignoranza che la trattiene figura d’un genio
alla sinistra che anche la trattiene, un
puttino in aria con flaggello in mano e tre mezze
figure in lontano di Luca Giordano
795. Quadro alto pal: otto ed once cinque, largo pal:
quattro ed once quattro: la Vergine col
Bambino San Giovanni Battista e S. Giuseppe Scuola di
Parma
796. Quadro alto pal: otto ed once due, largo pal:
otto ed once dieci, Sopraporta: una furia in
Aria che tiene le faci in Ambi le mani che accende
il petto di due Ebbrei del Cavalier Drago
189
797. Quadro alto pal: cinque e mezzo, largo pal:
quattro ed once quattro: la Maddalena
Scuola Napolitana
798. Quadro alto pal: quattro, largo pal: tre: Diogene
che tiene una lanterna con lume acceso
nella sinistra tiene una catya dove è scritto :
Hominem Verticum quero Scuola di Spagnoletto
799. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: cinque
ed once due: Una Battaglia del
Bresciano
800. Quadro di diametro pal: due ed once sette: la
Crocifissione del Signore di Mario
Spolverino
801. Quadro di figura centinata, alto pal: sei e
mezzo, largo pal: quattro: S. Giovacchino a
sedere colla Vergine in braccio di Paolo de Matteis
802. Quadro alto pal: quattro ed once dieci, largo
pal: due ed once otto: uno studio del nudo
di Caracci
803. Quadro alto pal: sette, largo pal: tre e mezzo:
Copia del bacco de Caracci fatta da
Francesco Maria Bedi
804. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto e mezzo,
sopraporto: la Vergine a sedere in terra
190
con il bambino in seno che dorme, S. Giovanni alla
sinistra, S. Giuseppe di Giuseppe Ribera detto lo
Spagnoletto
805. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: tre: il
fine di una Battaglia con Soldato
principale che piglia per la briglia un Cavallo ed
altro Soldato con bantiera di Bresciano
806. Ovato alto pal: due ed once dieci, largo pal: due
ed once quattro: alcune Ninfe alla Riva
del Mare in sopra figura di una Ninfa che tiene un
Cavallo d’Aurelio del Po
807. Quadro alto pal: quattordici e mezzo, largo pa:
tre ed once sette: mezza figura seduta di
Schiena rappresentata con fiume in lontano un
ingendio in una fortezza in aria una figura
simbolica Cavalier Drago
808. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
otto: San Girolamo inginocchioni ed
appoggia la sinistra sopra alcuni libri Scuola
Bolognese
809. Quadro alto pal: quattro, largo pal: sei e mezzo:
Cristo morto disteso illuminato da una
candela Scuola Veneziana
810. Quadro alto pal: quattro ed once sette, largo
pal: quattro: San Girolamo mezza figura
191
avanti un Crocifisso Scuola dello Spagnoletto
811. Simile al n° ottocento e cinque
812. Simile al n° ottocento e sei
813. Quadro simile di misura ed autore al n° ottocento
e sette: un Capitano di schiena con un
altro armato in Aria che li porge una carta
814. Quadro alto pal: dieci ed once una, largo pa: sei
e mezzo: Sopraporta la Vergine in
Gloria col Bambino in seno, nel basso Santa Brigida
e Santa Marcherita di Sirani
815. Quadro alto pa: tre, largo pal: due ed once
quattro: Ovato: la Vergine colle mani giunte
di Giuseppe Passaro
816. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal: tre :
una marcia di Soldati a Cavallo del
Bresciano
817. Quadro alto pal: sette ed once nove, largo pal:
sei: Caccia ad un cane di Bartolomeo de
Caro
818. Quadro alto pal: otto ed once tre, largo pal:
cinque: Zuffa di Cavalleria del Bresciano
819. Quadro alto pal: otto, largo pal: sette,
soprafinestra Ovata a traverso: il Signore Portato
dagli Angioli che Crea la Terra Scuola Moderna
Parmigiana
192
820. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:
Santa Maria Maddalena di Nicola Vaccaro
821. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once
otto: Un S. Francesco in mezza figura con le
mani tiene la Croce in petto del Caravaggio
822. Quadro alto pal: tre, largo pal: tre ed once
quattro: Una Donna con Alcuni frutti avanti
ed un Puttino Scuola Napolitana
823. Quadro in tela sopra tavola, alto pal: due ed
once sette, largo pal: tre e mezzo: una
donna vestita di rosso che appoggia la destra sopra
una cesta con varie cose del Fiamingo
824. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:
otto: Quattro Evangelisti del Calabrese
825. Quadro alto pal: quindici in quadro: Allegoria
Appresso Alessandro Farnese del
Cavalier Drago
826. Quadro alto pal: sette, largo pal: otto, ovato:
Il Sinore che divide la luce dalle Tenebre
Scuola Moderna Parmigiana
827. Simile al n° ottocentodiecisette
828. Quadro alto pal: sette ed once due, largo pa: tre
ed once nove: Un fanciullo che tiene
una bandiera del Cavalier Drago
193
829. Quadro alto pal: sette ed once nove, largo pal:
cinque ed otto: Una Statua di una Venere
sopra una base con Satiro colorito di Paolo de Matteis
830. Quadro alto pal: nove, largo pal: quattro: S.
Paolo, con la destra tiene un libro aperto e
la Sinistra sopra una Spada di Fracanzano
831. Sopra finestra ovata simile di misura al n°
ottocentodiecinnove: Creazione dell’Uomo e
della donna Scuola Parmigiana
832. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque:
Giuditta che presenta al Popolo Ebreo la
Testa di Oloferne di Solimena
833. Quadro alto pal: quattr ed once otto, largo pal:
tre ed once nove: San Sebastiano legao
con alcuni manigolti di Luca Giordano
834. Quadro simile di grandezza ed Autore al n°
ottocentotrentadue : la Profetessa d’Ebora
che ordina all’Esercito che s’incamini
835. Quadro alto pal: quattro, largo pal: otto: il Re
Salomone che incenza l’Idoli del
Calabrese
836. Quadro alto pal: quattro, largo pal: otto: Apelle
che fa il Ritratto a Campasse
837. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo: San Giuseppe con giglio in mano
194
Scuola di Francanzano
838. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
due ed once quattro: S. Giacomo
Incognito
839. Quadro alto pal: sedici, largo pal: dodici:
battesimo di S. Francesco Saverio agli indiani,
S. Ignazio inginocchioni con gloria d’Angeli Luca
Giordano
840. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: due e
mezzo: un Santo con barba bianca e mano
giunte Scuola di Fracanzano
841. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once due
simile al n° ottocentoquaranta
842. Quadro ovato simile di misura al n° ottocento
diecinnove: uno de giorni della Creazione
del Mondo, Creazione degli Animali Scuola Parmigiana
843. Quadro ovato, alto pal: due ed un quarto, largo
pa: uno: testa d’un Vecchio del Moriglio
844. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo, largo
pal: uno ed once nove: Testa di S. Pietro
di Lanfranco
845. Quadro in tavola ovato alto pal: due ed un
quarto, largo pal: uno ed once dieci: Testa di
Sant Antonio Abbate del Moriglio
195
846. Quadro ovato in tavola, alto pal: due ed un
quarto, largo pal: uno ed once dieci: Testa di
Apostolo del Moriglio
847. Simile a (sopra)
848. Quadro alto pal: dieci ed once cinque, largo pal:
sette: S. Antonio con giglio in mano,
dall’altro lato S. Francesco d’Assisi con Croce in
Gloria sostenuto da Angioli, sopra il Padre Eterno
di Francesco Solimena
849. Quadro simile di grandezza ed autore al n°
ottocentotrenta rappresentante S. Pietro
850. Quadro semicerchio alto pal: nove ed once dieci,
largo pal: sei: la Madonna e Bambino
seduta sopra le nuvole una corona in mano e S.
Domenico ch la riceve inginocchioni Scuola Napolitana
851. Quadro alto pal: sette, largo pal: tre e mezzo:
figura rappresentante un fiume
852. Soprafinestra alto pal: nove ed once dieci, largo
pal: nove ed once dieci, largo pal: nove e mezzo:
Alessandro Farnese che da Udienza del Cavalier Drago
Arcovo
853. Disegno alto pal: uno, largo pal: uno ed once
sette e mezza: veduta d’un Ponte con
molte figure sopra Scuola di Raffaele
196
854. Disegno alto pal: uno, largo once otto e mezza:
frammento di studio nudo Scuola di
Caracci
855. Disegno alto once undici, largo once sei:
lapidazione di S. Stefano del Zuccari
856. Disegno alto pal: uno, largo once nove: figura
all’impiedi Scuola di Parma
857. Disegno alto once undici, largo pal: uno ed once
una e mezza: varj pezzi di Archidettura
sotto iscrizione in lode di Carlo Borbone
Dell’Abbate S. Pellegrino
858. Disegno alto pal: uno, largo once otto e mezza:
la vergine col Bambino in seno di
Barocci
859. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:
tre figurine toccate a penna del
Parmigianino
860. Disegno alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno ed
once sette e mezza: due fanciulle una
a sedere e l’altra all’Impiedi con panarino di
Artemisia Gentileschi
861. Disegno alt o pal: uno e mezzo, largo pal: uno:
la Nascita di Nostro Signore con
accompagnamento di pastori e Gloria di Angioli
Scuola Parmigiana
197
862. Disegno Incognito
863. Disegno in due alto once otto e mezza nel primo:
putto toccato a penna, nel secondo : la
venuta dello Spirito santo del Perin del Vaga
864. Disegno alto once otto, largo pal: uno ed once
sette: Un Arma conduce Satiri a sedere in
mezzo un ovato e due festoni che lo circondano di
Cristofaro Cherardi
865. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:
Un genio alato a sedere del Zuccari
866. Disegno alto pal: uno ed once due, largo pal: uno
ed once sette: una Figura a sedere ed
altre figure sopra una scalinata Scuola di Michelangelo
867. Cartone alto pal: cinque, largo pal: cinque ed
once cinque: Moisè al Rogo da pastore che
si copre il volto di Raffaele d’Urbino
868. Disegno alto once quattro, largo once cinque e
mezza: due Venerine che abbracciano
gl’amori di Agostino Caracci
869. Disegno alto once otto, largo pal: uno: una
figura a sedere Scuola di Parma
870. Disegno alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno:
Cristo in Gloria accompagnato da molti
Angioli di Tintoretto
198
871. Disegno alto pal: uno ed once oto, largo pal: uno
ed once mezza: quattro figure
rappresentanti meleacre e compagni di Giuseppe d’Arpino
872. Disegno alto pal: uno, largo pal: uno ed once
sette: Giove seduto sotto tiene un Aquila e
la destra sopra le spalle di Giunone dell’Abbate
Primaticcio
873. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno ed
once mezza: Santa Cicilia al impiedi e
due Angioli Vicini di Caracci
874. Disegno alto once sette, largo pal: uno ed once
quattro: Una figura di Giovine su dorso
d’un grifo, finisce colla corda inorata sopra di un
Capitello con Aquila che contrasta col
medesimo di Raffaele
875. Disegno alto once sette, largo pal: uno ed once
una: porzione con tre Donne sedute in
mezzo un Putto all’impiedi che tiene un
cornocopio , Nel ultimo l’Angelo Gabriele di Tadeo
Zuccari
876. Disegno alto pal: uno ed once sette, largo pal:
uno ed once una e mezza: La scala di
Giacobbe con gli Angeli del Parmigianino
877. Disegno alto once nove e mezza, largo pal: uno ed
once due: varie figure con due pezzi
199
di ornati Scuola di Michelangelo
878. Disegno alto once otto, largo pal: uno: studio di
figure di Parmigianino
879. Cartone alto pal: cinque, largo pal: sette:
Venere con un Puttino che la bacia di
Michelangelo
880. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno
Incognito
881. Disegno alto once otto e mezza, largo pal: uno:
figure in due disegni: nel primo: venere
ed amorino nel secondo Giovine a sedere che sona un
liuto del Correggio
882. Disegno in due alto once otto e mezza, largo pal:
uno: nel primo una leda nell’altro un
Apollino di Zuccaro
883. Disegno diviso in tre, alto once otto e mezza,
largo pal: uno: uno di essi toccato a penna
e due altri Schizzati di Parmigianino
884. Disegno alto pal: uno ed once sette, largo pal:
uno ed once una e mezza: l’adorazione de
Maggi di Girolamo Carpi
885. Quadretto in miniatura alto pal: uno e mezzo,
largo pal: uno ed once due e mezza:
interno di una Chiesa di Peterneif
200
886. Disegno alto pal: uno ed once cinque: largo pal:
uno: la Vergine seduta co Bambino in
seno, alla sinistra un Santo colle mani giunte di
Bernardino Gatti
887. Disegno alto pal: uno, largo once nove e mezza:
S. Giovanni che si abbraccia con
Sant’Elisabetta Scuola Fiorentina
888. Disegno alto pal: uno, largo once: otto:
Ritratto d’Errico Quarto Incognito
889. Disegno alto pal: uno, largo once otto, una
donna a sedere con libro nella sinistra del
Parmigianino
890. Disegno alto pal: due, largo pal: due ed once
mezza: veduta di Archidettura con colonne
sopra il cornicione due figure agrappate con due
Putti in mezzo l’entrata di Nostro
Signore in Gerusalemme di Tadeo Zuccari
891. Disegno alto pal: uno ed once una, largo once
nove: una donna seminuda Scuola di
Parma
892. Disegno alto pal: uno, largo once nove: figura
seduta con violoncella appoggiata sul
Ginocchio di Girolamo Mazzola
893. Disegno alto pal: uno, largo once otto:: tre
testine di donna Incognito
201
894. Disegno alto pal: uno, largo once otto: due
Uomini che lottano del Mazzola
895. Disegno alto pal: uno ed once una e mezza, largo
once dieci: la presentazione de Maggi
del Parmigianino
896. Disegno alto pal: uno, largo once nove: Venere ed
Amore
897. Disegno sopra cartone alto pal: tre ed once due e
mezza, largo pal: cinque ed once otto:
un Sacrifizio di Polidoro da Caravaggio
898. Cartone alto pal: dieci, largo pal: cinque ed
once nove: tre figure di Schiena di
Michelangelo Buonarota
899. Quadro alto pal: quattro, largo pal: cinque:
prospetto di Archidettura di Antonio
Parmegiano
900. Simile a (sopra)
901. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
dieci: la Vergine a sedere con il Bambino,
S. Domenico che riceve il Rosario e S. Rosa alla
sinistra Francesco Solimena
902. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo pal:
otto: il Paradiso Incognito
903. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre ed once
dieci: la Nascita Scuola Napolitana
202
904. Quadro alto pal: quattro ed once due, largo pal:
quattro ed once dieci: Battaglia di
Marco Spolverino
905. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
quattro e mezzo: sacrificio d’un Giovine
che sta sopra ilRogo con Vecchio accanto Incognito
906. Sopraporta alto pal: tre ed once due, largo pal:
quattro e mezzo: Battaglia
907. Quadro simile al n° ottocentonovantanove
908. Quadro alto pal: sei, largo pal: sette ed once
deci: Un fiume e molti Uccelli di Angiolo
M. Crivelli
Stanza Ventesima
909. Quadro in tavola tondo di diametro un palmo:
Paesi con figurine Incognito
910. Quadro in tavola alto pal: uno ed once cinque,
largo pal: uno ed once dieci: bambocciata
di varie persone che sono a tavola a bere Scuola
Olandese
911. Simile al n° novecento e nove
912. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: due
ed once tre: Paesese con cacciatore e
cani di Fiamengo
203
913. Simile a (sopra)
914. Quadro alto pal: tre ed once sette, largo pal:
cinque: Orfeo che suona la lira ed animali
Scuola Fiaminga
915. Quadro alto pal: sei, largo pal: cinque: Cristo
tra Giudei
916. Quadro tondo di diametro pal: uno ed once tre:
Caccia morta Incognito
917. Simile a (sopra)
918. Quadro sopraporto alto pal: tre ed once otto,
largo pal: cinque ed once dieci: Battaglia di
Ferraro
919. Simile Battaglia di Cassano
920. Quadro alto pal: sei in quadro Archidettura
veduta di campagna una piramide e figura
921. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro e mezzo:
la Vergine col Bambino in braccio che
dorme, Sqan Giovanni un Angiolo con un vaso in mano
in dietro San Giuseppe Scuola
di Parma
922. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo pal:
tre ed once dieci: Paese con fiume
Casamento a lume di luna Incognito
923. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal: uno
e mezzo: bambocciata Del Signor Majer
204
Olandese
924. Ovato alto pal: quattro ed once dieci, largo pal:
due e mezzo: Una figura Simbolica che
rappresenta la Chiesa, una Statua di un Pontefice
in lontano di Sebastiano Ricci
925. Quadro alto pal: tre, largo pal: due ed once
quattro: Ritratto di donna vestita di necro
con collana di perle Scuola di Merisi
926. Quadro alto pal: tre ed once tre, largo pal: tre:
Ritratto d’un Giovine vestito di rosso con
sciarpa al collo Incognito
927. Quadro alto pal: tre ed once due, largo pal: due
ed once nove: donna nuda che colla
destra mano tiene un libro aperto
928. Simile al n° novencentoventi
929. Quadro alto pal: tre ed once due, largo pal:
quattro ed once quattro, Campagnaq con
figure che ballano Scuola di Paolo Brilli
930. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e mezzo:
ritratto di donna riccamente vestita con
cagnolino Incognito
931. Quadro alto pal: cinque ed once nove, largo pal:
quattro ed once due: Paese con
Eremitaggio
205
932. Quadro alto pal: uno largo once sette e mezza:
Paese di Martorella
933. Quadro alto pal: uno, largo once sette e mezza
Paese
934. Simile a (sopra)
935. Simile all' altri tre (sopra)
936. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal: cinque
ed once due: Paese con varie figure che
ballano Scuola di [Zucca] Belli
937. Quadro alto pal: cinque ed once due, largo pal:
tre e donce dieci: S. Giuseppe seduto nel
deserto del Caracciuolo
938. Sopraporto simile al n° novecentodieciotto:
Battaglia di Predervaradino
939. Simile a (sopra) Battaglia di Magonza
940. Simile al n° novecentotrentatrè
941. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno ed
once una: bambocciata di cinque figure
in caricatura Scuola Fiaminga
942. Simile al n° novecentotrentatrè
943. Quadro alto once undici, largo pal: uno ed once
tre: Paese con Lago in lontano una
donna a cavallo Scuola Moderna
944. Simile al n° novecentotrentatrè
206
945. Quadro alto pal: due ed once nove, largo pal: tre
ed once otto: Battaglia del Borgognini
946. Simile a (sopra)
947. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: due:
Ritratto di Contadino con pippa in bocca e
capello con penna in testa di Fiamingo
948. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo pal:
quattro: Paese con figure Incognito
949. Simile a (sopra)
950. Sopraporta alto pal: quattro, largo pal: cinque:
Battaglia e veduta d’una fortezza sopra
d’un Monte Scuola Fiamenga
Stanza Ventunesima
951. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: due in
rame: Arianna Abbandonata di Carlo
Cignani
952. Simile d’Autore e di misura al n° (sopra)= Icaro
moto che si pone al sepolcro
953. Simile al n° novecentocinquantuno
954. Quadro in rame alto once dieci, largo once otto:
Un Sonatore di violino che canta di
David Fenierj
207
955. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal: uno ed
once quattro: Diana nuda con durdo in
mano, un cane alla destra e pavone nella sinistra
di Civetta
956. Quadro in tavola alto once undici, largo once
otto: Sonatore di Violino che studia di
David Fenierj
957. Simile al n° novecentocinquantuno: il ratto
canimede
958. Simile a (sopra)
959. Simile al n° novecentocinquantuno: Dedelo ed
Icaro in atto di cadere
960. Quadro in tavola alto pal: due ed once una, largo
pal: due ed once nove: la donna
adultera di Luca d’Olanda
961. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,
largo pal: uno: Ritratto di Vincenzo
Catena
962. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo
pal: due: San Girolamo inginocchioni
avanti al Corcifisso Scuola Antica Veneziana
963. Quadro alto pal: tre ed once cinque, largo pal:
cinque e mezzo: la parabola di Nostro
Signore cecus cecum ducit Buvegule
208
964. Qadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo pal:
due ed once tre: una nevigata con
veduta di paese Olandese fiume gelato nel mezzo con
figure che vanno sopra di esso del
Molinaro
965. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo, largo
pal: uno: Ritratto di Giovine con coppola
necra in testa con gioiello
966. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: due ed
once dieci: Cristo morto colla
Maddalena ed altre figure
967. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una, largo
pal: uno ed once otto: un seno di mare
tra monti ed isole con Vascelli altri legni e
piccole figure di Civetta
968. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo pal:
uno ed once una: Paese con casamento e
tre figure che giocano di Fiamengo
969. Quadro alto pal: uno ed once dieci e mezza, largo
pal: uno ed once quattro, veduta di
monti con ponte di legno e fiume casa rurale con
figurine di Benedetto Ludi
970. Quadro alto pal: due, largo pal: uno e mezzo:
Gesù nell’Orto con l’Angelo confortatore
ed Apostoli dormendo Scuola Antica Veneziana
209
971. Quadro alto pal: uno e mezzo ed once quattro,
largo pal: uno ed once quattro: Paese con
contadini a Cavallo di Michelino delle Bambocciate
972. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal: uno ed
once quattro: Campagna con veduta di
mare, con figura di Nostro Signore che chiama S.
Pietro del Civetta
973. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pa: tre ed
once una: canestra di frutti e fiori e
bellettissmi ed uccelleti Fiamengo
974. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pa: uno ed once una e mezza: Estratto
di donna in profilo con panno bianco in testa Scuola
Fiorentina
975. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pal: due ed once cinque: Paese con
figura Scuola di Paolo Brilli
976. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal: uno e
mezzo: Ritratto di una Giovine con
sciarpa al collo gioie in testa Scuola Fiamenga
977. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo pal: due
ed once una e mezza: Veduta di
Campagna con casamenti e figure nel mezzo e fiume
del Bescheri
210
978. Quadro in tavola alto pal: uno ed once dieci,
largo pa: uno ed once tre: Un Ecce Homo
di Luca d’Olanda
979. Simile al n° novecentosessantatrè
980. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro e mezzo:
Un Bambino che dorme con croce al
petto, e fettuccia turchina Incognito
981. Simile a (sopra)
982. Quadro alto pal: sette e mezzo, largo pa: nove ed
once dieci: Vaso di fiori fronde e frutti
ed erbaggi e Cani di Gaetano Casati
983. Simile al n° novecentoottantadue Gemelli
984. Simile al n° novecentottanta
985. Quadro alto pal: uno ed once tre e mezza, largo
pal: uno ed once nove e mezza:
Campagna con veduta di Casamento ed un Pastore che
conduce due Vacche Scuola
Francese
986. Quadro alto once quattro e mezza, largo once
noce: Paesotto e varie figurine di
Fiamingo
987. Quadro in rame alto once sei, largo once sette:
tavola con due bacili di frutta di Brughel
988. Quadro in rame alto pal: uno ed once cinque,
largo pal: uno ed once otto: mercato con
211
veduta di mare del Bruccoli
989. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,
largo pal: uno: Giovine pastore che
monce una capra ed altri armenti di Fiamengo
990. Quadro in tavola alto pal: uno, largo once dieci:
Paese con fiume e cavalli di [Wuermes]
991. Quadro in tavola alto pal: uno ed once quattro,
largo pal: uno: la Flagellazione di Cristo
nel Basso S. Girolamo con sassi in mano, S.
Francesco fra le spine di Luca Olandese
992. Quadro in rame simile al n° novecentottantuno:
Una Battaglia in Aria con Leita in un
Carro tirato da Leoni di Brucoli
993. Simile al n° novecentottantasei
994. Simile al n° novecentottantasette
995. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo pal:
uno ed once otto: Campagna con pastori
ed Armenti Scuola Fiamenga
996. Sino al n° 1016= Ventuno Ritrattini attinenti
alla casa Farnese Copie fatte presso
Tiziano
1017. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una,
largo pal: uno ed once cinque: Il Salvatore
tentato dal Demonio sopra il monte, veduta di mare
e Paese con Città in lontano del Civetta
212
1018. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo
pal: uno ed once quattro: Bambocciata
Presso Michelangelo da Caravaggio
1019. Quadro in tavola alto pal: uno ed once nove,
largo pal: uno ed once quattro: Testa di
Vecchio Scuola di Paolo Rubens
1020. Tondo in quadro alto pal: tre ed once
quattro, largo pal: tre ed once quattro: Un
Ippogrifo ed un Uomo dentro un cerchio che rubba
una borsa di danaro con veduta di
Paese con iscrizione di Brugele
1021. Quadro in tavola alto pal: uno ed once nove,
largo pal: uno ed once quattro: Testa di
Vecchio di Rubens
1022. Quadro in tavola alto pal: uno ed once trè,
largo pal: uno ed once mezza: un basso con
veduta di campagna e figure di P. Britti
1023. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal:
uno ed once nove: campagna con
casamenti Scuola Francese
1024. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo
pal:uno ed once nove: Campagna con Pastori
Scuola Fiamenga
1025. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo
pal: due: Campagna con vari cacciatori e
213
Cani che bevono in un Osteria Copia antica presso
[W]
1026. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo
pal: due e mezzo: Battaglia di Aniello
Falcone
1027. Quadro in tavola semicerchio alto pal: uno e
mezzo, largo pal: uno: le Tentazioni di
Sant’Antonio Abbate di Civetta
1028. Quadro alto once cinque, largo pal: uno ed
once quattro: Paese Incognito
1029. Quadro alto once nove, largo pal: uno: vaso
con fiori e frutti
1030.
1031.
1032. Simile al n° mille e ventotto
1033.
1034. Simile al n° mille e ventinove
1035. Simile al n° mille e ventuno: Paese
1036. Quadro alto pal: sette ed once tre, largo
pal: dieci e mezzo: Paese con molte figure
Scuola Fiamenga
1037. Quadro sopraporto alto pal: quattro ed once
nove, largo pal: otto ed once tre: Pezzi
d’Archidettura fiume con ponte e figure Incognito
214
1038. Quadro in tavola alto pal: due ed once otto
e mezza: Paese con Mosè a sedere che si
cava le scarpe del Civetta
1039. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno ed once
una: Bambocciata Scuola Fiamenga
1040. Quadro in rame alto once nove, largo once
sette: la Vergine col Bambino in mezzo ad
una grillanta di Fiori Bruchel de Fiore
1041. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:
due ed once nove: Piazza di commerci con
molte figure Bruchel de Fiore
1042. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo
pal: sei: Pontefice a sedere con una figura
allegorica a accanto che fa vedere in spirito un
concistoro di Vescovi di Sebastiano
Ricci
1043. Quadro alto pal: otto, largo pal : cinque ed
once tre: Ritratto intiero d’un Guerriero con
corazza ricami Adornato Incognito
1044. Quadro alto pal: ddue ed once otto, largo
pal: sei: sopra [stipone] frutta e fiori
1045. Quadro in tavola alto pal: uno ed once una,
largo pal: uno ed once otto: Paese con
monti case ed albori fiume col fatto della
Samaritana e altre figure del Civetta
215
1046. Quadro in tavola alto once otto, largo pa:
uno: Paese
1047. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal: tre
e mezzo: Bosco con l’Eramo di Santa
Maria Maddalena mentre viene incontrata da S.
Paolo primo: Eremita di [Svanereli]
1048. Quadro in tavola alto once otto, largo pal:
uno ed once tre: Paese con alcune figure del
Civetta
1049. Quadro alto pal: uno largo pal: uno ed once
cinque: Paese con la Predicazione nel
Nostro Signore Gesù Cristo
1050. Quadr4o in tela sopra tavola alto pal: uno e
mezzo, largo pal: uno ed once due: la
Vergine con Bambino e S. Giuseppe del Parmigianino
1051. Quadro in rame alto once nove e mezza, largo
pal: uno ed once tre: veduta del Visuvio
infiammato Incognito
1052. Simile a (sopra)
1053. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno
ed once due: estratto di un Ragazzo con
sciarpa al collo e corona di coralli del Parmigianino
1054. Quadro in tavola alto pal: uno ed once
quattro, largo once undici Replica del Mazzola
216
1055. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo
pal: uno: Donna a sedere che fa fiscelle
unitamente ad un Vecchio Scuola Fiamenga
1056. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno
ed once undici: Nevigata con fiume
gelato Bastimenti ed altre figure di Molinari
1057. Quadro in tavola alto pal: uno ed once tre,
largo pal:uno ed once undici: Paese con
molti casamenti, la Carità del Samaritano del Civetta
1058. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo
pal: uno: Un Maestro che fa un Cavallo ed
uno scolaro Scuola Fiamminga
1059. Quadro in tavola alto pal: uno ed once due,
largo pal: undici: Il Salvatore Incognito
1060. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo
pal: nove: la fuga in Egitto
1061. Quadro alto pal: cinque, largo pal: nove e
mezzo: congistoro d’un Pontefice con molti
Cardinali di Sebastiano Ricci
1062. Sopra stipone simile al n° mille e
quarataquattro
1063. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:
uno mezzo: ritratto d’un Cardinale che colla
destra tiene una carta invollata del Fiamengo
217
1064. Quadro alto pal: tre e mezzo, largo pal:
due: la Vergine col Bambino in seno in gloria,
S. Vitale inginocchiato, S. gregorio e l’Anime del
Purgatorio di Sebastiano Ricci
1065. Quadro alto pal: due, largo pal: uno ed once
cinque in tavola: Nostro Signore che porta
la Croce varie figure armate del Civetta
1066. Quadro in tavola alto pal: uno ed once
cinque, largo pal: uno ed once una e mezza:
Ritratto col Cappello in testa e piuma bianca di
Gentil Bellini
1067. Quadro in tavola alto pal: uno ed once
undici, largo pal: uno ed once tre: un ritratto
vestito di rosso e maniche gialle con collaretto
bianco del Wanden
1068. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:
quattro e mezzo: la Sacra Famiglia Scuola di
Andrea del Sarto
1069. Quadro alto pal: quattro ed once otto, largo
pal: cinque ed once quattro: Allegoria
Incognito
1070. Quadro alto pal: due ed once quattro, largo
pal: uno ed once undici: S. Gregorio che
trafigge il Drago di Francesco Mazzola
218
1071. Quadro alto pal: uno ed once quattro e
mezza, largo pal: uno ed once dieci: scherzi di
Putti e Satiretti di Nicola Vaccaro
1072. Quadro in tavola centinato alto pal: uno ed
once cinque, largo once undici:
deposizione di Nostro Signore di Gentil Bellini
1073. Simile al n° mille e sessantuno
1074. Quadro in tavola alto pal: due e mezzo,
largo pal: uno ed once nove: la Vergine col
Bambino ed altre Sante con libro in mano con gran
prospettiva di Gotica di Luca
d’Olanda
1075. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal:
uno e mezzo: parte interna d’una casa
Olandese con varie figure di Bro. Fiamingo
1076. Quadro alto pal: uno ed once nove, largo
pal: uno e mezzo: Paese con quattro figure
che mangiano maccheroni di Martorello
1077. Quadro in tavola alo oal: uno ed once
undici, largo pal: due ed once nove e mezza: la
Santa Vergine col Bambino in seno alla destra, S.
Giovanni Battista alla sinistra altro santo con
veste rossa e panno verde con altre due teste una
di Giovini ed un'altra di Vecchio con barba di
Tiziano della prima maniera
219
1078. Simile al n° mille e settantasei: Paese
1079. Quadro alto pal: uno ed once due, largo pal:
uno e mezzo: Parte interna di una casa
Olandese con molte figure che scherzano di Bro.
Fiamingo
1080. Quadro sopra pietra di Genova alto pal: due,
largo pal: due: due figure allegoriche
indietro altra figurina con Putto che si scaldano
al fuoco Incognito
1081. Quadro alto pal: cinque ed once tre, largo
pal: sette ed once tre: Nostro Signore morto
con due Angioli di Caracciuoli
1082. Quadro alto pal: due, largo pal: due ed once
tre: Paese con varie figure Incognito
1083. Quadro in tavola alto pal: uno e mezzo,
largo pal: uno e mezzo: Bambocciata Molto
Mediocre
1084. Simile a (sopra)
1085. Quadro in tavola alto pal: uno ed once otto,
largo pal: uno ed once tre: Ritratto di
donna con veste necra e coppola rossa in testa
Incognito
1086. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo
pal: sette ed once dieci: Nostro Signore
220
che benedice il pane con tre Apostoli al lume di
Candela di Gherardo della Notte
1087. Quadro alto pal: uno e mezzo, largo pal: uno
ed once quattro: Testa d’un Giovine che
ride Scuola Fiamenga
1088. Quadro in tavola, lato pal: uno ed once tre,
largo pal: uno ed once una: quadro molto
antico testa di Salvatore Incognito
1089. Quadro in tavola alto once: dieci, largo
pal: uno ed once tre: rappresentante stregonerie
del Civetta
1090. Quadro in tavola alto pal: uno, largo once
nove: Testa di Salvatore Scuola di
Giorgione
1091. Quadro in rame alto once undici, largo pal:
uno ed once quattro: Campagna al Lume di
luna, ove si vede il costume de monaci della
trappa Scuola Fiamenga
1092. Quadro in tavola alto pal: due ed once nove,
largopal: due ed once due: L’Apparizione
di Nostro Signore al un Cardinale in figura di
Ecce Homo di Masaccio
1093. Quadro in tavola alto pal: due, largo pal:
quattro: Baccanali all’uno Olandese con varj
scherzi di moltissime figure Incognito Fiamengo
221
1094. Quadro alto pal: due ed once tre, largo pa:
tre ed once tre: convito di molte Pastorelle
con Paese Incognito
1095. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo
pal: tre e mezzo: la falgellazione di Nostro
Signore Scuola Veneziana
1096. Quadro sopraporto alto pal: tre, largo pal:
cinque: cestino di caccia morta
1097. Simile a (sopra) di Giacomo Nani
Stanza Ventiduesima
1098. Quadro alto pal: tre, largo pal: sei: Paese
di [Rec]
1099. Simile a (sopra)
1100. Quadro alto pal: quattro ed once dieci,
largo pal: sei ed once dieci: Battaglia con
veduta di monte
1101. Simile a (sopra) di Borgognoni
1102. Quadro alto pal: due ed once undici, largo
pal: uno ed once undici: vaso con fiori
Scuola Napolitana
1103. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo
pal: otto ed once otto: Notte con Luna ingendio
di Castello Incognito Mediocre
222
1104.
1105. Simili al n° mille cento e
due
1106.
1107. Ovato alto pal: tre, largo pal: quattro:
Accampamento di molta truppa del Cavalier
Drago
1108. Quadro in rame alto pal: uno ed once
quattro, largo pal: due: Paese con Marina Scuola
Napolitana
1109. Simile a (sopra) Cavalier Drago
1110. Quadro alto once nove, largo pal: uno,
frutti e fiori Incognito
1111. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro:
cesta con agrumi e frutti di Giacomo Nani
1112. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal:
tre: Caccia di Cingnali
1113. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:
caccia di Volatili di Battista de Caro
1114. Quadro alto pal: quattro ed once quattro,
largo pal: due ed once otto: Vaso con fiori
Incognito
1115. Sopraporto alto pal: quattro e mezzo in
quadro: Un Pontefice con due Cardinali di
Sebastiano Ricci
223
1116. Simile al n° mille cento e quattordici
1117. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:
Simile al n° mille cento e tredici
1118. Simile di misura al n° millecentododici: un
tocco di Carne di Giacomo Nani
1119. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro,
una scimia ed un Cane
1120. Quadro alto pal: uno, largo pal: uno ed once
cinque: Campagna con figure Scuola
Napolitana
1121. Quadro alto pal: cinque, largo pal: tre e
mezzo: S. Maria Maddalena Incognito
1122. Ovato a traversa alto pal: tre, largo pal:
tre ed once nove: una favola allegorica
1123. Simili di Mario Spolverino
1124.
1125.
1126.
1127. Tondi di diametro alto
pal: uno ed once tre, in tavola: Frutti e ucellame
1128. Scuola Napolitana
1129.
1130.
1131. Quadro alto pal: sette, largo pal: dieci:
Notte con Luna, accampamento sulle sponde
224
d’un fiume di Mario Spoverino
1132. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo
pal: otto ed once otto: Paese con Armenti e
varie figure Incognito Mediocre
1133.
1134.
1135. Tondi simili di misura e
Soggetti al n° Mille cento venticinque
1136.
1137.
1138.
1139. Quadro alto pal: uno ed once dieci, largo
pal: uno ed once quattro: Veduta di
Campagna con Ponti e figurine Scuola Napolitana
1140. Quadro alto pal: uno ed once quattro, largo
once undici: caricatura di otto teste che
ridono in un lato vi è scritto; Sieli, Meine,
Brideri Incognito
1141. Simile al n° mille cento trentanove
1142. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:
quattro ed once nove: stimate di S. Francesco
con altro Monaco di Nicola Vaccaro
1143. Quadro alto pal: otto, largo pal: quattro ed
once nove: Apollo colla lira Copia
d’Annibale Caracci
225
1144. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal:
quattro: Zuffa di varj soldati Scuola del
Bresciano
1145. Quadro alto pal: due ed once dieci, largo
pal: quattro: Un Gatto che si mancia una
coratella di Giacomo Nani
1146. Simile al n° mille cento tredici
1147. Simile al n° mille cento e due
1148. Simline al n° cento e quindici
1149. Simile al n° mille cento e due: vaso con
fiori Scuola Napolitana
1150. Simile al n° mille cento e tredici
1151. Quadro alto pal: due ed once undici, largo
pal: quattro: caccia morta Battista de Caro
1152. Quadro alto pal: due ed once otto, largo
pal: due: la Vergine col Bambino in seno
Incognito
1153. Quadro alto pal: due ed once otto, largo
pal: tre ed once cinque: veduta di Campagna
con varie figure di Fiamengo
1154. Quadro alto pal: due e mezzo, largo pal:
due: Lucrezia che si trafigge Incognito
1155. Quadro in tavola alto pal: due ed once sei,
largo pal: due ed once una: simile soggetto
del (sopra)
226
1156. Quadro alto pal: cinque ed once undici,
largo pal: cinque ed once quattro: la
Samaritana al pozzo Scuola Napolitana
1157. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo
pal:cinque; cane di caccia con caccia morta di
Battista de Caro
1158. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal:
quattro ed once nove: Ingendio di Troja
Incognito
1159. Simile al n° mille cento e due
1160. Sopraporta alto pal: quattro ed once cinque,
largo pal: sei Un Baccanale
1161. Quadro simile al n° mille cento e due
Stanza Oscura
1162. Quadro alto pal: sei, largo pal: otto: Una
donna colla mano sinistra tiene un Canestro
di fiori e colla destra prende da sopra un vaso di
Gaetano Cusati
1163. Quadro alto pal: cinque ed once dieci, largo
pal: sette ed once nove: composizione di
frutti e fiori
1164. Quadro alto pal: undici ed once tre, largo
pal: dieci e mezzo: Battaglia Navale, con
227
esercito in terra e veduta di Fortezza di Mario
Spoverino
1165. Quadro alto pal: dieci ed once due, largo
pal: uno ed once sette: Battaglia del
Bresciano
1166. Quadro sopraporto centinato alto pal:
quattro, largo pal: sei: Veduta di Paesi Scuola
Napolitana
1167. Quadro alto pal: sei, largo pal: quattro:
vaso grande con fiori Scuola Napolitana
1168. Quadro alto pal: sette, largo pal: quattro
ed once quattro Centinato: Tempesta di Mare
Scuola Napolitana
1169. Quadro alto pal: due ed once nove, largo
pal: quattro ed once undici: Ragazzo con
ciufoletto in bocca in mezzo fiori e frutti
1170. Quadro alto pal: uno ed once tre, largo pal:
uno ed once tre: volto santo Incognito
1171. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
tre: Un Pontefice a sedere sopra un Trono
con varj Cardinali di Sebastiano Ricci
1172. Ovato alto pal: cinque, largo pal: quattro:
Battaglia di Mario Spolverino
1173. Quadro in tavola alto pal: sei, largo pal:
quattro: Vergine Seduta in Gloria con
228
Bambino e quattro Angeli Scuola di Zuccari
1174. Ovato alto palmi quattro ed once sette,
largo pal: tre: un Pontefice con statuetta della
Vergine in mano di Sebastiano Ricci
1175. Ovato simile al n° millecento settantadue
1176. Quadro alto pal: due ed once nove, largo
pal: quattro ed once nove, frutti, fiori e
puttino al impiedi di Gaetano Cusati
1177. Quadro centinato alto pal: sette, largo pal:
quattro e mezzo, veduta d’un Paese Scuola
Napolitana
1178. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo
pal: quattro ed once nove: Maddalena Scuola
di Caravaggio
1179. Sopraporto simile al n° mille cento sessanta
Delli quadri esistenti nella prima Stanza del Moseo
1180. Quadro alto pal: quattro, largo pal: due ed
once undici: vaso con fiori Imitazione del
Padre Legers
1181. Quadro alto pal: due, largo pal: due ed once
undici: frutti dello Spadino
1182. Quadro alto pal: sette, largo pal: nove:
Paese con fiume Scuola Oltramontana
229
1183. Quadro alto pal: due, largo pal: quattro ed
once due: veduta di Città con ponte fiume e
figure Scuola Napolitana
1184. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo
pal: sei e mezzo: Alesandro farnese
inginocchiato riceve la spada della Religione di
Francesco Denis
1185. Sopraporto alto pal: tre e donce undici,
largo pal: quattro ed once undici: frutti e fiori
dello Spadino
1186. Quadro alto pal: sette ed once due, largo
pal: nove ed once due: Paese Archidettura di
Pietro Cappelli
1187. Simile a (sopra)
1188. Quadro alto pal: tre, largo pal: quattro:
frutti diversi dello Spadino
1189. Quadro alto pal: due, e mezzo, largo pal:
tre, e mezzo: Giuseppe giusto venduto
all'Ismaeliti di Incognito.
1190. Quadro alto once undici, largo pal: uno:
Frutti e Fiori di Scuola Napolitana.
1191. Simile al n° mille cento,ottantacinque.
1192. Quadro alto pal: nove, ed once cinque, largo
pal: sei, ed once tre: Alessandro Farnese
che comanda un Armata Navale in Battaglia di
230
Francesco [Denis]
1193. Simile al n°mille, cento ottantasei.
1194. Simile al n°mille, cento ottantatre.
1195. Simile al n°mille, cento ottantadue.
1196. Simile al n°mille, cento ottanta.
1197. Simile al n°mille, cento ottantacinque.
1198. Simile al n°mille, cento ottantasei.
1199. Simile (sopra)
1200. Simile al n°mille, cento ottantotto.
1201. Quadro alto pal: due, e mezzo, largo pal:
tre e mezzo: Madonna con donna
inginocchioni avanti di Incognito.
1202. Simile al n° mille, cento ottantacinque
Seconda Stanza del Detto
1203. Quadro alto pal: quattro e mezzo, largo pal:
Sette: Paese con riposo di Cacciatori di
Domenico Brandi
1204. Quadro alto pal: sei, largo pal: sette ed
once dieci: frutti e fiori con Pavone di Cusati
1205. Due vasi di fiori sopra bergamena
miniati alti pal: uno ed once cinque, larghi
1206. pal: uno Incognito
231
1207. Quadro in tavola alto pal: uno, largo pal:
uno ed once dieci: Rabeschi
1208. Quadro sopra pietra di Genova alto pal: uno
ed once due, largo pal: tre: uno scherzo di
figure
1209. Simile al n° mille cento ed ottantatrè
1210. Quadro alto pal: undici, largo pal: venti:
assalto di Città con ponte e grande Esercito di
Mario Spolverino
1211. Simile al n° mille cento ottantatrè
1212. Lavagna simile al n° mille duecento ed otto
1213. Quadro alto pal: tre ed once sette largo
pal: cinque e mezzo: accampamento Lontano
Città attaccata Borgognone
1214. Simlie a (sopra)
1215. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:
dieci ed once cinque: gran convitto
solennizandosi lo sposalizio di Filippo V ed
Elisabetta Farnese Spoverino
1216. Sopraporto alto pal: quattro ed once tre,
largo pal: sei d once tre: Paese Incognito
1217. Quadro alto pal: tre ed once dieci, largo
pal: cinque: Battaglia
1218. Simile di misura: Battaglia di Belbrada
232
1219. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo
pal: quindici: Viaggio della Principessa
Elisabetta Spolverino
1220. Simile al n° mille duecento e sedici
1221. Quadro sopra pietra orientale largo once
cinque, alto once sette: Una Vergine seduta
col Bambino e S. Giovanni Scuola di P. Borgognoni
1222. Ovato alto once sette, largo once cinque:
l’avviso alla Vergine dall’Angiolo fuggire in
Egitto in miniatura Incognito
1223. Quadro alto once undici, largo once otto:
Epocalisse di S. Giovanni con Paese sopra
pietra Scuola di Caracci
1224. Quadro alto once undici, largo once otto:
Madonna con Bambino in seno e San
Francesco d’Assisi inginocchioni di Caracci
1225. Quadro alto pal: uno ed once cinque, largo
once nove: S. Gennaro che benedica la
Città di Napoli Incognito
1226. Ovato alto pal: tre, largo pal: quattro e
mezzo: Attacco di una Fortezza di Spolverino
1227. Quadro alto pal: nove ed once due, largo
pal: dieci ed once quattro: veduta di pianura
con Città che fa festa con sparo d’Artiglieria
veduta di Gran Popolo
233
1228. Simile al n° mille duecento e nove
1229. quadro alto pal: unidici ed once tre, largo
pal: ventuno: veduta di mare con Armata
navale e sbarco d’Artiglieria
1230. Simile al n° mille duecento e nove
1231. Simlie al n° mille duecento e tre
1232. Simile al n° mille duecento e quattro
1233. Simile al n° mille duecento e sedici
1234. Quadro alto pal: nove ed once tre, largo
pal: quindici: Viaggio della Duchessa di
Parma Spolverino
1235. Simile al n° mille duecento e sedici
Due Stanza dell’Archivio
1236. Quadro alto pal: dieci e mezzo, largo pal :
sette ed once otto: due Soldati principali
uno che dimostra una Fortezza con marcia
d’Artiglieria e l’altro seduto fumando del
Cavalier Drago
1237. Quadro alto pal: undici, largo pal: otto e
mezzo, marcia d’Artiglieria in lontano con
due Soldati presenti e vari attrezzi militari
1238. Sopraporto alto pal: quattro, largo pal:
nove e mezzo: Approvazione della Religione de
234
Cappuccini avanti un Pontefice con Cardinali
assistenti ed altre figure di Sebastiano
Ricci
1239. Quadro alto pal: otto, largo pal: sei e
mezzo: Allegoria alla Casadi Parma del Cavalier
Drago
1240. Quadro alto pal: nove e mezzo, largo pal:
sette: Alessandro Farnese col Bastone di
Comando in mano con due altre figure presenti ed
in lontano grande accampamento
1241. Quadro alto pal: undici, largo pal: sette:
Alessandro Farnese ammalato in atto di
ricevere medicamenti ed latre figure che
l’assistono
1242. Quadro alto pal: nove, largo pal: sette:
Marcia di Soldati con varj attrezzi d’artiglieria
sotto una fortezza con veduta di fiume
1243. Ovato alto pal: cinque, largo pal: nove: un
Soldato seduto e dietro un accampamento
formato
1244. Quadro alto pal: dieci, largo pal: otto: un
Soldato all’impiedi con libarda in mano del
Cavalier Drago
1245. Quadro alto pal: otto ed once due, largo
pal: tre ed once otto: Incontro dell’Imperatore
235
Leopoldo con Giovanni Lubreschi ed altri preti
veduta d’Accampamento dopo la
liberazione di Vienna Incognito
1246. Quadro alto pal: quattro e mezzo in quadro :
varj Animali
1247. Quadro ottangolato alto pal: otto in giro un
Genio alato Allegoria alla Casa Farnese di
Sebastiano Ricci
1248. Quadro alto pal: sette e mezzo in quadro:
varj soldati del Cavalier Drago
Altra Stanza addetta al Moseo
1249. Quadro alto pal: sei ed once nove, largo
pal: dieci ed once nove: Campo di Battaglia di
Mario Spolverino
1250. Quadro alto pal: undici, largo pal: dodici:
Battaglia Navale con veduta di Città in
lontano
1251. Quadro alto pal: otto, largo pal: sedici: la
vita Umana Scuola Bolognese
1252. Quadro alto pal: dieci, largo pal:
diecinnove ed once cinque: Alessandro Farnese
nell’etera con due figure Simboliche Cavalier Drago
1253. Quadro alto pal: sei ed once otto, largo
pal: dieci ed once otto: veduta di Città con
236
fiume accanto: veduta di un gran Carro: Donna
nobilmente vestita inginocchiata che presenta una
Chiave ad un Comandante di Mario Spolverino
1254. Quadro alto pal: otto, largo pal: dieci ed
once dieci: Armenti con figure e veduta di
Paese del Castiglione
1255. Quadro alto pal: cinque, largo pal: sette:
Paese con diverse figure ed Armenti di
Domenico Brandi
1256. Quadro alto pal: quattro ed once tre, largo
pal: sei: Spoglio d’un Campo di Battaglia di
Spolverino
1257. Quadro alto pal: otto e mezzo, largo pal:
cinque ed once otto: un fangiullo sostenuto da
due Ninfe
1258. Quadro alto pal: venti, largo pal:
diecisette e mezzo: la caduta degli Angioli Incognito
1259. Quadro alto pal: sei e mezzo, largo pal: sei
ed once dieci: Romolo e Remo nitriti dalla
lupa nel fiume Tevere Scuola Napolitana
1260. Ovato alto pal: cinque e mezzo, largo pal:
quattro: Marcia d’un Campo di Mario
Spolverino
1261. Simile di misura al (sopra) : un Pontefice
con una persona che s’inginocchia avanti ed
237
un'altra figura
1262. Quadro alto pal: dieci ed once quattro,
largo pal: diecisette: gran Battaglia ed in
seguito si vede un Re che fugge sopra un Carro del
Bresciano
1263. Sino al n° 1289 Ventisette Tondi di chiaro
scuro di niun merito rattrovati chiusi in un
stipo
1290. Sino al n° 1476 Numero cento e ottantasette
pezzi di Quadri non attaccati esser
totalmente scarto di varie grandezze e soggetti
Ignazio Anders
Fine
238
FONTI DOCUMENTARIE
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Immagine 2; B. CROCE, Il palazzo Cellamare, in “NapoliNobilissima”, X, 1901, p. 67.
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247