emigrazione e traduzione si concordano al femminile: "gente conmigo" di syria poletti e la...

33
EMIGRAZIONE E TRADUZIONE SI CONCORDANO AL FEMMINILE: GENTE CONMIGO DI SYRIA POLETTI E LA METAFORA ROVESCIATA DELLA DONNA-TRADUTTRICE Raffaella Tonin Università di Padova e di Bologna Preambolo (personale) Due sono i pretesti che mi permettono di parlare di Syria Poletti in una so- glia che concilia traduzione e studi di genere; entrambi hanno però troppo di privato per assumere una veste scientifica. Tuttavia li citerò a mo' di captatio benevolentiae qualora l'eccessivo coinvolgimento in questo contributo potes- se in qualche modo minarne l'attendibilità. Uno riguarda quella porzione fina- le di un percorso formativo che mi vide, un po' di tempo fa, studentessa pres- so la facoltà dove attualmente svolgo corsi di traduzione dallo spagnolo all'italiano, la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì. In quegli anni acerbi, mal digerivo l'ancor oggi molto dibattuto con- cetto di «invisibilità» e cercavo con accanimento, in quelli che per me erano specchi fedeli della realtà, i romanzi, testimonianze di questa professione così spesso ignorata. Ma la finzione, che a volte usa figure di traduttori come mere pedine (penso a La traduzione di Pablo De Santis, cupo giallo di borgesiana ambientazione, o all'ipnotica e fatale immedesimazione tra scrittore e tradut- tore in N.P. di Banana Yoshimoto, o all'ascetico distacco della traduttrice pro- tagonista di Cani neri di Ian McEwan, per citarne alcuni) 1 sembrava non poter esplorare a fondo un mestiere che per me era reale e tangibile. Solo da neo laureata, nel 1998, leggendo un Gente con me fresco di stampa nella sua tra- duzione in italiano, ebbi l'impressione che chi scriveva si fosse chiesto ciò che anch'io mi chiedevo riguardo all'etica profonda di questo lavoro. L'altro, coinvolge un'altra «vieja del extraño oficio», 2 non la nonna di No- ra Candiani - la protagonista di Gente conmigo - vale a dire colei che le inse- 1 Per ulteriori riferimenti bibliografici su traduttori/interpreti raccontati in opere di narrativa si veda la sezione «I traduttori nei libri» consultabile al sito di Biblit (http://www.biblit.it/) 2 Dalla dedica di Gente conmigo («A la vieja del extraño oficio y a los que estuvieron conmigo») 267

Upload: unibo

Post on 20-Jan-2023

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

EMIGRAZIONE E TRADUZIONE SI CONCORDANO AL FEMMINILE: GENTE

CONMIGO DI SYRIA POLETTI E LA METAFORA ROVESCIATA DELLA DONNA-TRADUTTRICE

Raffaella Tonin Università di Padova e di Bologna

Preambolo (personale)

Due sono i pretesti che mi permettono di parlare di Syria Poletti in una so-glia che concilia traduzione e studi di genere; entrambi hanno però troppo di privato per assumere una veste scientifica. Tuttavia li citerò a mo' di captatio benevolentiae qualora l'eccessivo coinvolgimento in questo contributo potes-se in qualche modo minarne l'attendibilità. Uno riguarda quella porzione fina-le di un percorso formativo che mi vide, un po' di tempo fa, studentessa pres-so la facoltà dove attualmente svolgo corsi di traduzione dallo spagnolo all'italiano, la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì. In quegli anni acerbi, mal digerivo l'ancor oggi molto dibattuto con-cetto di «invisibilità» e cercavo con accanimento, in quelli che per me erano specchi fedeli della realtà, i romanzi, testimonianze di questa professione così spesso ignorata. Ma la finzione, che a volte usa figure di traduttori come mere pedine (penso a La traduzione di Pablo De Santis, cupo giallo di borgesiana ambientazione, o all'ipnotica e fatale immedesimazione tra scrittore e tradut-tore in N.P. di Banana Yoshimoto, o all'ascetico distacco della traduttrice pro-tagonista di Cani neri di Ian McEwan, per citarne alcuni)1 sembrava non poter esplorare a fondo un mestiere che per me era reale e tangibile. Solo da neo laureata, nel 1998, leggendo un Gente con me fresco di stampa nella sua tra-duzione in italiano, ebbi l'impressione che chi scriveva si fosse chiesto ciò che anch'io mi chiedevo riguardo all'etica profonda di questo lavoro.

L'altro, coinvolge un'altra «vieja del extraño oficio»,2 non la nonna di No-ra Candiani - la protagonista di Gente conmigo - vale a dire colei che le inse-

1 Per ulteriori riferimenti bibliografici su traduttori/interpreti raccontati in opere di narrativa si veda la sezione «I traduttori nei libri» consultabile al sito di Biblit (http://www.biblit.it/)

2 Dalla dedica di Gente conmigo («A la vieja del extraño oficio y a los que estuvieron conmigo»)

267

gnò la dignità della scrittura al servizio della povera gente costretta a lasciare la terra nativa o a lasciar partire i propri cari. Si tratta di una donna di pochi anni più grande della Poletti, anch'ella divisa tra le Dolomiti e le Americhe (gli Stati Uniti in questo caso) che abbandonò il Nuovo Mondo all'età di otto anni, con tutta la famiglia, per tornare in un'Italia che ancora non conosceva (percorso inverso a quello della scrittrice italo-argentina). Qui, nell'Italia degli anni '20, questa donna verrà sradicata a forza da una lingua-cultura nella qua-le si muoveva con fluidità, tanto da scatenare l'insofferenza di insegnanti ottu-si ogniqualvolta si esprimeva in americano con la sorella. In un clima cultura-le - o meglio nel suo riflesso scolastico - che mal sopportava la diversità, do-po aver subito il rogo dei pochi libri in inglese posseduti, acquisirà, rapida ed efficiente, la lingua italiana. L'italiano che, come vedremo in seguito, Syria Poletti abbandona volontariamente per potersi esprimere letterariamente in castigliano, per mia nonna invece diventerà, tra un figlio e l'altro, lo strumen-to di quel suo strano mestiere: scrivere le miserie di chi resta, di chi non parte, a chi, arrivato, già non le vuole ricordare più, e leggere per chi non ha gli strumenti per capirle - non solo linguistici - tutte quelle novità dalla Merica che chi se n'è andato descrive per i parenti increduli. Tenere la corrisponden-za tra due mondi uniti dalla fame e dalla voglia di riscatto. Tradurre, in fondo, per chi resta e chi non tornerà quell'abisso umano che, una volta attraversato, li rende stranieri gli uni agli altri, nonostante la condivisione della lingua. D'altro canto l'analfabetismo e la distanza sono solo le espressioni più evi-denti di quell'incomunicabilità. Ma forse fu proprio l'esperienza della traver-sata dell'Atlantico, della «Grande Pozza», come ci ricorda Rigoni Stern3 - an-che se a ritroso nel caso della madre di mia madre - a permettere a queste due donne di comprendere quell'abisso: anomala competenza traduttiva acquisita con merito sul campo.

Syria Poletti e l'«autobiografia in funzione dell'arte»

Il presente contributo vuole proporre una lettura in chiave traduttologica di Gente conmigo (Buenos Aires, 1962), il primo romanzo di Syria Poletti (1917?-1991),4 scrittrice veneto-friulana che tuttavia scelse di esprimere la

3 Si veda la prefazione a Franzina (2000: 7). Per ulteriori approfondimenti sul ruolo della corrispondenza tra emigranti veneti in America Latina e le loro famiglie, sulle modalità di reda-zione e le tipologie delle stesse (lettera di saluto, di chiamata, ecc.) e sui motivi e le conseguen-ze socio-culturali dell'emigrazione (disgregazione del nucleo familiare, tensioni classiste, spun-ti ribellistici, ecc.) si veda ibid. : 34-53.

4 Sull'esatta data di nascita e quella di arrivo in Argentina esistono numerose discordanze tra i critici (si veda a tale riguardo Rocco in Serafin, 2005: 13).

268

propria creatività solo in lingua spagnola. Nata a Pieve di Cadore (BL) da ge-nitori sacilesi ivi trasferitisi in cerca di migliori condizioni di vita, nel 1922 viene affidata ancora bambina dalla madre, diretta in Argentina per ricon-giungersi col marito nuovamente emigrato, prima alle cure della nonna a Saci-le e successivamente agli zii a Venezia.5 Solo molti anni più tardi e al secondo tentativo riuscì a raggiungere la famiglia in Argentina e proprio in questa terra decise di abbandonare la sua lingua materna - la lingua di quella madre che ritorna spesso negli abbandoni letterari delle figlie protagoniste degli scritti polettiani - per essere compresa nella nuova realtà linguistica e culturale che la riceve.6

In varie interviste Poletti ribadisce questa necessità di essere accolta da immigrata anche come parlante competente del castigliano, appreso per ne-cessità ma scelto con determinazione come strumento espressivo:

Cambiar de idioma fue como cambiar de alma. Creo que fue lo más difícil; lo más doloroso y, quizá, lo más hermoso. Al radicarme en Argentina y al pretender escribir para los argentinos, quise asumir toda la realidad del país y me preparé para escribir como el mejor de los escritores (Poletti in Serafín, 2004b: 16).

E ancora:

Yo nací y me formé en Italia; pero como escritora [...] soy argentina [...] porque uno, como escritor, pertenece al área en cuyo idioma se expresa. El instrumento con que yo me expreso es el idioma de los argentinos [...]. El castellano me cautivó. Lo incorporé por amor admirativo. Traté de asimilarlo en toda su corrección, fluidez y expresividad [...] yo trato de reflejar el habla de los argentinos, inclusive en el aspecto coloquial (Poletti in Londero, 2005: 85).

Poletti non acquisì una lingua matrigna, piuttosto potremmo sostenere, tra-slando un parallelo sulle affezioni linguistiche dei traduttori, che scelse una «lingua paterna»7 e non tanto per il mestiere di tradurre, che esercitò breve-

5 Per un approfondimento dettagliato sui dati biografici dell'autrice si veda l'introduzione di Maria Balliana all'edizione italiana di Linea di Fuoco di Syria Poletti.

6 In realtà mantiene la lingua italiana per la corrispondenza privata e usa lo spagnolo per la propria produzione letteraria, in una situazione che Londero (2005: 84) definisce «diglossica», accentuata, se vogliamo, dal fatto che la lingua italiana ritorna indirettamente nei suoi scritti principali che narrano le vicende di emigranti italiani in Argentina.

7 Sembra infatti avvicinarsi maggiormente questa metafora paterna rispetto a quella che comunemente viene usata in ambito anglosassone per riferirsi a scrittori post-coloniali che a-dottano - e poi adattano - la lingua inglese per la loro produzione letteraria, vale a dire quella che vede la lingua inglese come una stepmother tongue o «lingua matrigna». Viene definita tale in contrapposizione alla lingua-cultura materna per la conflittualità che si innesca tra le due forme espressive: quella d'origine nella quale risulta difficile esprimere appieno la propria crea-

269

mente solo all'inizio della sua nuova vita professionale, quanto per ciò che precede l'esercizio traduttivo, cioè la scrittura, in altre parole la traduzione dal non linguaggio al linguaggio:

Cuando llegué a Buenos Aires traía mi vocación, nada más. Pensé que si quería publicar en castellano, debía hacerlo lo mejor posible. Era el tributo mínimo que debía pagar como extranjera. Había observado, con pena, que los que escriben en dos idiomas similares simultáneamente, acaban, confundiendo matices o imponiéndose cierta rigidez. Entonces, opté por desterrar el italiano; renuncié a traducciones; dejé de leer y de hablar en mi idioma natal (Poletti in Ragazzoni, 2004: 68).

Tornando ai dati biografici, dopo un breve periodo con la famiglia a Gua-leguay, Syria Poletti si trasferì a Rosario dove insegnò italiano; successiva-mente studiò letteratura all'Università di Córdoba e infine si trasferì a Buenos Aires. Qui inizialmente trovò lavoro come traduttrice per una rivista culturale (Historium) e collaborò con altri giornali e riviste come La Nación, Clarín, La Prensa, ecc.; divenne poi redattrice bilingue al SIRA (Servicio Internacional de Radiodifusión Argentina al Exterior), e capo redattrice al RAE (Radiodif-fusione Argentina all'Estero). Approdò alla scrittura, prima con un breve rac-conto pubblicato dalla stessa rivista per la quale traduceva, poi finalmente con il romanzo Gente conmigo che le valse riconoscimenti e fama oltre che in Ar-gentina, anche in molti altri paesi, tranne che in Italia.

La sua vasta produzione letteraria si inserisce appieno nella narrativa ar-gentina al femminile avviata da Silvina Ocampo e caratterizzata dallo scon-tro tra i generi e dal rifiuto del modello socio-culturale che vede la donna relegata ad un piano secondario. Le protagoniste di Gente conmigo ed Ex-traño oficio, ad esempio, sono due donne ribelli che attraverso l'esperienza dell'emigrazione riescono ad opporsi ad una cultura patriarcale e a speri-mentare, non senza il dolore della scelta radicale, la libertà di decidere del loro destino.8

tività ma che si ritrova spesso come fonte di ispirazione, talvolta anche nel contagio linguistico verso la lingua veicolare, e quella acquisita o imposta dalla società verso la quale si proiettano sentimenti di ostilità legati ad una situazione coatta ma che tuttavia, proprio grazie al conflitto interculturale che si viene a generare, è spesso alla base della creazione letteraria. A tale riguar-do si veda Skinner (1998: 1-27). Nel caso della Poletti, invece, ci si avvicina maggiormente all'idea di una lingua scelta per passione e non imposta, quindi priva di elementi conflittuali, un po' come capita ai traduttori letterari che, se è vero che sono forzati nella resa solo verso la propria lingua materna, possono invece acquisire e approfondire con sempre maggior compe-tenza l'altra lingua, quella cioè di partenza, a tal punto da farla divenire una sorta di «lingua paterna». A tale riguardo si veda l'intervista a Ilide Carmignani in Mambrini (2007).

8 La produzione letteraria di Syria Poletti comprende i romanzi Gente Conmigo, ed Extraño oficio. (Crónicas de una obsesión), raccolte di racconti (Línea de fuego - recentemente pubblicato in italiano con il titolo La linea del fuoco da Biblioteca dell'immagine, Historias en

270

A questo punto, il vissuto di Syria Poletti, segnato dalla scrittura, intrisa a sua volta di elementi biografici, si interseca senza soluzione di continuità con le memorie di Nora Candiani, l'io narrante di Gente conmigo. Ed è la stessa autrice ad autorizzare questa illazione autobiografica che ci introduce al ro-manzo sostenendo che

[...] si por autobiográfico se entiende una manera de narrar, un estilo que nace de lo íntimo, que convierte las vivencias personales en símbolos válidos para todos, entonces sí, toda mi obra es autobiográfica. Autobiografía en función de arte. Y el arte para mí es la única posibilidad de rescate con la que cuenta el hombre (in Paravati, 2005: 99-100).

Gente conmigo: manuale etico ad uso del traduttore

In Gente conmigo, romanzo che valse alla Poletti il premio Losada,9 si nar-rano le vicende di una giovane donna emigrata dalle Dolomiti all'Argentina: ripercorrendo in prima persona gli eventi della propria esistenza - dalla con-vivenza con la nonna-maestra nell'«extraño oficio» della scrittura, fino all'integrazione nella quotidianità della capitale argentina e al lavoro che la porta a confrontarsi con altri esseri in cerca di riscatto sociale e libertà - la protagonista cerca di comprendere le motivazioni che la vedono scrivere que-ste memorie dall'isolamento del carcere. Inoltre, come sottolinea Serafin, in quest'opera, improntata alla dualità - tra passato e presente, tra Italia e Argen-tina, tra verità e finzione, ecc. - i due personaggi che dialogano dall'inizio alla fine nei ricordi della protagonista ormai adulta non a caso sono due donne, la nonna e la bambina:

La prima incarna l'intelligenza intuitiva, la saggezza acquisita con l'esperienza [...] e costituisce l'unico e imprescindibile punto di riferimento per lo sviluppo fisico ed in-tellettivo della bimba che assorbe oltre allo "strano mestiere", il sapere delle antiche

rojo, Taller de imaginería, ecc.) e la copiosa produzione di fiabe e racconti per l'infanzia. Per l'elenco completo delle opere, si veda Serafin (2004b: 20-21). Per approfondire il ruolo di Syria Poletti nella produzione letteraria argentina al femminile, si veda Rocco (2005: 12-28), mentre per approfondire l'alienazione artistica e femminile nella scrittura polettinana si veda Londero (19993: 47-ss).

9 La prima edizione è del 1962. Dal romanzo che vinse il prestigioso Premio Internacional Losada furono tratti un film e una versione televisiva, oltre che le varie traduzioni in inglese, tedesco, russo, cecoslovacco, portoghese, francese, ebraico e solo nel 1998 in italiano, anche se, come ci testimonia Londero (2005: 97), «del romanzo [...] esisteva, fin dagli anni Settanta, una versione italiana compiuta, a cura di Isabella Baccetti, che Poletti aveva invano cercato, con appassionato accanimento, di vedere accolta da editori della sua patria d'origine».

271

contadine, le storie affascinanti di un passato mitico cui aggrapparsi con nostalgia (Serafin, 2004a: 78).

Ma Gente conmigo narra anche la traduzione, ne traccia i limiti umani prima ancora che linguistici, delinea la profonda vocazione alla pietas di chi la esercita e costruisce attorno al personaggio di Nora Candiani, traduttrice giurata accusata di aver gravemente falsificato alcuni documenti, una sorta di demitizzante manuale deontologico di questo mestiere, la traduzione, che ine-vitabilmente si concorda al femminile. In questa opera prima della Poletti l'esercizio traduttivo è anche preludio alla creazione letteraria, a quella scrit-tura autoriale che Nora traduttrice tradita, alter ego di Syria, sperimenta pro-prio nella ricostruzione dei fatti che la coinvolgono in questa sorta di giallo psicologico. In esso Syria Poletti sembra voler dar spessore ad alcune delle immagini figurate (che di seguito elencheremo) che rinviano ad aspetti di que-sta professione in modo riduttivo, circoscrivendone la complessità delle abilità coinvolte ad un insieme di metafore senza dubbio evocative, ma talvolta di-stanti dalla realtà della traduzione come veicolo di integrazione. Il romanzo racconta, invece, la quotidianità del mestiere di chi traduce per vivere - e far vivere meglio - e la piega a pretesto per parlarci d'altro: è la traduzione, allo-ra, che diventa metafora della complessità della vita dell'emigrante, della no-stalgia di chi lascia un paese - e una lingua, e a volte una famiglia - ed è co-stretto ad abbracciare un nuovo complesso sistema lingua-cultura. E colei che traduce, che trasporta tra il prima e il dopo le identità di esseri che non sono più italiani e non sono ancora argentini, è come se mettesse al mondo, al nuo-vo mondo, individui "rinati", prima sprovvisti di quegli "anticorpi" che solo l'atto della traduzione fornisce loro per renderli adatti al nuovo sistema rice-vente (pensiamo al necessario atto di riscrivere documenti e certificati che parlino delle nostre identità usando i parametri delle culture riceventi, ad e-sempio). È cosi che la genitrice-traduttrice crea nuovi cittadini in una società che non sempre è pronta e desiderosa di accoglierli, qualora, ad esempio, le loro condizioni fisiche o economiche non si conformino alle esigenze presta-bilite. E come una madre mentirebbe per il bene dei figli, anche la madre-traduttrice sa ingannare con le armi della lingua che plasma nuovi cittadini.

Come vedremo, in Gente conmigo, trascurando affascinanti teorie tradutto-logiche spesso lontane dalla realtà della vita e completando semmai il reperto-rio di immagini quotidiane assimilate all'esercizio traduttivo, si trova un va-demecum del traduttore-mediatore, di chi si scontra con le difficoltà concrete di un'umanità complessa e che grazie alla duttilità della lingua tradotta e a un profondo senso di solidarietà restituisce ai propri "committenti" un'umana forma di giustizia.

272

Divagazioni metaforiche sul mestiere di tradurre

Prima di passare in rassegna i passaggi fondamentali dell'opera si rende necessario riflettere brevemente sull'immagine comune del traduttore. Riper-correndo il repertorio di equazioni semplificative della pratica traduttiva, tro-viamo sia numerose metafore d'autore, sia conii di traduttori stessi o addirittu-ra di esperti dell'una e dell'altra scrittura creativa, come ben consiglia Ortega y Gasset.10 Si tratta di metafore che rispondono all'esigenza di riscattare que-sto mestiere dalla nota e scomoda paronomasia «traduttore-traditore», perver-so gioco di parole quasi omofone, nella quale la «bella infedele»11 ha trascina-to da tempi ormai remoti il traduttore letterario. D'altronde, dal caos provoca-to da Pandora fino al mito di Malinche, mediatrice-traditrice del proprio popolo al servizio dei conquistadores, il concetto di slealtà in traduzione è spesso stato associato alla figura femminile, e solo recentemente gli studi di genere hanno contribuito a riscattare tale visione.

Tuttavia, come abbiamo già anticipato, nel caso di Nora Candiani è chi traduce e non chi scrive o parla a venire malinterpretato nell'intento di essere leale, non verso le parole ma verso gli individui che da esse dipendono. Par-tiamo, pertanto, dalla mancata fedeltà e tentiamo di ricostruire brevemente l'identikit di chi invece, generalmente, viene additato come reo.

Le professioni alle quali il traduttore spesso viene assimilato sono pesanti mestieri maschili: dall'imballatore di Valerio Magrelli12 che sposta e trasloca oggetti non suoi, in scatole fragili e dal contenuto spesso ignoto, al semplice «autista dell'autore, o poco più» nonché «servo di due padroni» secondo il malinconico Franco Nasi,13 al secondino che si occupa di spostare colui che è destinato all'isolamento:

10 «Todo escritor debería no menospreciar la ocupación de traducir y complementar su obra personal con alguna versión de lo antiguo, medio o contemporáneo. Es preciso renovar el prestigio de esta labor y encarecerla como un trabajo intelectual de primer orden. Si se hiciese así, llegaría a convertirse el traducir en una disciplina sui generis que cultivada con continuidad, segregaría una técnica propia que aumentaría fabulosamente nuestra red de vías inteligentes» (Ortega y Gasset in Vega, 1994: 307).

11 Questa metaforizzazione femminile della traduzione proposto da Perrot d'Ablancourt semplifica l'atto traslativo in una dicotomia che vede le traduzioni fedeli al testo originale asso-ciate ad una donna brutta e quelle infedeli ad una bella amante. Gli studi di genere rifiutano questa prospettiva non solo per l'evidente svilimento della figura femminile, ma anche per la facile associazione tra testo originale e purezza e testo tradotto e immoralità. A tale riguardo si veda D'Arcangelo (2005: 61-83).

12 Poesia consultata al seguente sito: http://www.italian-poetry.org/Magrelli.htm 13 Nasi (2008: 41) riprende il paragone classico del «servo di due padroni: autore e lettore;

[che] a volte scontenta l'uno a volte l'altro. Buona norma comunque è che sia leale (non fedele, perché essere fedeli a due padroni contemporaneamente è impossibile) mentre si può essere leali, a patto che si dichiari che cosa si fa» (Ibid.: 103) e «per chi si è voluto tradurre, che cosa

273

Traduzione è anche un termine carcerario. È lo spostamento di un detenuto da un isti-tuto all'altro. Approfitto della coincidenza per ribadirla: le traduzioni vanno fatte co-me quando si sposta un detenuto: in ceppi, da scomodi. Il detenuto tradotto sta con le mani legate, deve obbedire a qualcuno. La traduzione non è un passaggio libero, ma un trasporto sorvegliato.14

E come se già scontasse la sua condanna ancor prima di ultimare il misfat-to, ugualmente lo si associa al prigioniero volontario recluso in una fortezza, ivi entrato, a differenza dell'autore, da «un'umile porta di servizio» (dalla quale entrano anche le provvigioni, vale a dire le parole, la grammatica, le re-gole, ecc.),15 oppure destinato agli «arresti domiciliari»16 e pertanto all'isolamento, al silenzio e alla solitudine, vale a dire alla stessa condizione che, secondo Paul Auster, genera il libro. Traduttore e scrittore, infatti, sono uniti dalla stessa solitudine:

A. siede nella sua stanza a tradurre il libro di un altro, ed è come se entrasse nella soli-tudine di quell'uomo facendola propria. Ma questo è irrealizzabile perché quando si apre una falla nella solitudine, quando di una solitudine si impossessa qualcun altro, non è più solitudine, ma una specie di compagnia. Anche se nella stanza c'è una per-sona sola, in realtà ce ne sono due. A. si immagina come uno spettro dell'altro indivi-duo, che a un tempo è e non è presente, e il cui libro è a un tempo identico e differente da quello che lui sta traducendo. Dunque, dice fra sé, è possibile essere e non essere soli nello stesso momento (Auster, 1997: 137).

Ma se passiamo dal silenzio all'ascolto troviamo anche che «il traduttore, invece di essere una sorta di facchino delle valigie degli dèi, è più, se voglia-mo metaforizzare, un telefono».17 Per alcuni, tra i suoi passatempi troviamo proprio «il gioco del telefono senza fili»; a volte invece finge di essere una

si è perso e che cosa si è guadagnato, dove e se si sono compensate le perdite inevitabili: ma il tradimento è invitabile» (Ibid.: 47).

14 Di seguito si citeranno brani tratti da quattro sillogi sul mestiere del traduttore letterario a cura di Bernascone (1994), Carmignani (2008b), Manfrinato (2008) e Nasi (2001) che riportano opinioni e impresioni di autorevoli traduttori (e in alcuni casi anche scrittori) rispettivamente in forma di riflessioni e aforismi, interviste, racconti brevi e brevi saggi. Per non appesantire la prosa del contributo si è scelto di riportare le indicazioni bibliografiche, comprensive del nome dell'autore, in nota e non nel corpo del testo, rinviando alla bibliografia per ulteriori dati. In questo caso si tratta dello scrittore e traduttore Erri De Luca (in Nasi, 2001: 31-35), il quale sembra ispirarsi alla polisemia del termine traduzione che molti dizionari racchiudono in una stessa entrata, anche se tra di loro i vari significati sembrano più omonimici che polisemici, se tralasciamo, ovviamente le ragioni dell'etimo comune.

15 Si veda Bonacorsi in Manfrinato (2008: 149-ss). 16 Si veda Bortoli in Carmignani (2008b: 57). 17 Aforisma di Mauro Iannotti in Bernascone (1994: 98).

274

«cassa di risonanza», 18 o addirittura lo troviamo impegnato ad eseguire una musica altrui, secondo Javier Marías, il quale distingue tra partiture musicali -i testi originali - e «le esecuzioni o gli adattamenti di ciò che senza di essi ta-ce», 19 le traduzioni.

Passando ad indagare nel suo vissuto intimo, vediamo che vi è chi conside-ra il suo mestiere alla stessa stregua dell'amore: «un gioco in cui non si può, né si deve vincere - il massimo risultato cui si può aspirare è un pareggio».20

Chi addirittura parla di atto creativo, «come fare l'amore e procreare [...] che richiede due soggetti anche se, a differenza di quello, non si è quasi mai fisi-camente vicini, separati dalla distanza del tempo e dello spazio, della lin-gua...».21 Per quanto riguarda i rapporti familiari, se da un lato troviamo una rassicurante figura di madre-interprete

[...] las madres como primeras tanteadoras y traductoras del mundo, que interpretan y luego formulan lo que ni siquiera es lengua, también los gestos y los aspavientos y los diferentes significados del llanto, cuando el llanto es inarticulado y no equivale a palabras, o las excluye, o las traba (Marías, 1996: 21),

scavando più a fondo possono emergere, però, torbidi retroscena:

Non è la bigamia, ma l'incesto al centro dell'impresa traduttiva. Attraverso la lingua straniera rinnoviamo la nostra relazione d'amore e odio con la madre lingua. Ci acca-niamo contro le sue articolazioni sintattiche e la carne semantica e non le perdoniamo di non offrirci tutte le parole di cui abbiamo bisogno. Nella traduzione, le frustrazioni quotidiane della scrittura assumono forma esplicita, proiettata verso l'estremo. Se siamo impotenti è perché la madre è inadeguata.22

Il traduttore ha anche un lato spirituale che lo assurge a «gozoso pontífi-ce»23 perchè presidia il culto agli dei, traendone profondo godimento, o a «profeta di verità» per chi come Laura Bocci azzarda il paragone con il Messia, ispirata dai teorici più mistici della traduzione - Hölderlin, Benja-min, ecc. - che «tendono a sottrarre il traduttore al ruolo tradizionalmente "materno", attribuendogli invece funzioni ben più ampie».24 D'altronde, Su-sanna Basso paragona l'atto di tradurre alla preghiera «per la devozione che

18 Entrambe le immagini sono riprese da Aceto in Manfrinato (2008: 20-ss). 19 Tratto dal discorso pronunciato da Marías (1999: 320) in occasione della consegna del

Premio Nelly Sachs, intitolato Una debole fiammella. 220

1 Duranti in Manfrinato (2008: 88). 21 Bernascone in Carmignani (2008b: 128) 22 Aforisma di Johnson in Bernascone (1994: 99) 23 Avendaño-Inestrillas (2000: 75) 24 Bocci (2004: 162)

275

richiede».25 Ma soffre, secondo Rega (2001: 43) di «una "nostalgia" per l'originale e [per] il rammarico di non essere un "clone" dell'autore nella lingua e cultura d'arrivo».

Inoltre, tra "spaesamento", "straniamento", "interferenze" e "attrito" da sovraesposizione alla lingua altra26 è inevitabile che soffra di crisi di identità: oscilla tra «il camaleonte che si posa sopra un libro e ne assume il colore»,27 e «la casalinga della letteratura»;28 tra «l'esploratore che cerca qualcosa che non sa ancora cos'è»29 e l'imbroglione che «deve essere imbrogliato come lettore, imbrogliarsi da solo, e imbrogliare gli altri».30

Dietro a tutte queste evocative raffigurazioni sembra però non esserci un individuo, bensì la sua immagine stilizzata, una rappresentazione bidimen-sionale epurata dagli eventi a volte poco edificanti della quotidianità scar-samente letteraria, propria invece di chi esercita questo lavoro per vivere. Sono traslati, per l'appunto, che evidenziano, sintetizzano e convertono, per chi non la frequenta da vicino, l'uno o l'altro aspetto di questa professione in oggetti, persone, situazioni ben più noti. Se ne serve la stessa Poletti: la Nora traduttrice di Gente conmigo si racconta dall'"isolamento" del "carce-re" dove attraversa anche una fase "mistica", soffre per un "amore impari", si lascia segnare da una "maternità" interrotta, subisce il "tradimento" per ingenuità dall'uomo che ama ma che abusa della sua fiducia, e racconta del-lo "straniamento" proprio e di quei molti emigrati che richiedevano i suoi servigi di mediatrice.

Tuttavia, in questo romanzo si narrano soprattutto quegli strumenti umani dei quali si serve il traduttore, quelle facoltà indispensabili per interpretare le esigenze dei propri destinatari: la solidarietà e l'immedesimazione con chi è sprovvisto di punti di riferimento, non solo di strumenti linguistici. È proprio nella complessa prosa polettiana, intesa come biografia ed etica di un mestiere al contempo, dove la figura della donna-mediatrice si delinea e nella quale convergono vocazione, formazione, istinto, errori e conseguenze di una vita, come tante, di una emigrante traduttrice.

25 Basso in Carmignani (2008b: 41) 26 Per quanto riguarda la traduzione come forma di attrito linguistico si veda Cardinaletti

(2005: 59-83) la quale assimila l'attrito che si genera nel parlato di parlanti quasi nativi rispetto ad una lingua straniera alle interferenze linguistiche che si manifestano in traduzione dovute alla modificazione parziale della grammatica mentale del traduttore nella sua lingua madre. E la mente del traduttore è il luogo dove si manifesta il contatto linguistico durante il processo di traduzione.

27 Mioni in Manfrinato (2008: 49) 28 Morino in Carmignani (2008a). 29 Melaouah in Carmignani (2008b: 125). 30 Nori in Carmignani (2008b: 64).

276

Uno strano mestiere: la traduttrice

Poiché è sua convinzione che se c 'è una voce della verità - ammettendo che una cosa come la verità esista,

e che possa parlare - essa proviene dalle labbra di una donna. [...]

Una voce che parla, la voce di una donna che parla, una voce che narra storie di vita e di morte,

ha il potere di dare la vita. Paul Auster

Indizi della vocazione femminile all'affabulazione e alla mediazione Poletti ce li racconta anche nel primo capitolo ("Horóscopo") di Extraño oficio (Cróni-cas de una obsesión), l'altro romanzo autobiografico nel quale, a detta di Sera-fin (2005: 29) si sottolinea «la creazione artistica come prerogativa femminile». L'io narrante che ripercorre l'infanzia per fissare il momento della scoperta del-la scrittura, ereditata dalla nonna, racconta con modalità metalinguistiche e me-taletterarie come ciò che è inintelleggibile, estraneo, alieno fosse in quegli anni fonte di ispirazione nella costruzione di storie affascinanti:

Fue en esa época, la de los primeros grados, cuando abrí mi club del cuento y traduje los relatos más famosos de la literatura infantil-juvenil. Fue la época en la que inventé mis mejores cuentos en alemán, en francés, en inglés y vaya uno a recordar en cuantos otros idiomas más [...] Pero, en cuanto a los libros para niños, escritos en idiomas extranjeros, leerlos significaba interpretarlos. [...] Era fácil entonces imaginar los cuentos velados por el enigma de esos idiomas bárbaros y exóticos a la vez en los que estaban escritos por simple juego. [...] Yo comenzaba a leer a mi modo, impertérrita, pronunciando las letras tal cual estaban escritas, pero con énfasis, con ademanes, plenamente identificada con la historia. Y después traducía. Traducía inventando personajes que las ilustraciones volvían patentes. Los chicos escuchaban fascinados (Poletti, 1971: 19-20).

E ancora: la fascinazione per le parole e la difficoltà di ricordarle - seman-ticamente integre e pronte all'uso - nonché l'escamotage che la narratrice-bambina trova, con tenera arguzia, per non disperdere quel raro sapere, tutto ciò evoca quelle infinite liste o glossari che chi apprende una nuova lingua e una nuova terminologia per esercitare le professioni della mediazione lingui-stica, redige con maggiore o minor cura:

En aquel momento yo ignoraba la existencia de los diccionarios. Y comenzó a inquietarme el terror de olvidar las palabras, de perderlas. Las palabras, esas extrañas fulguraciones que se necesitaban para el sortilegio de los cuentos, a veces huían de la

277

memoria. Desaparecían, no acudían al llamado. O volvían rotas, desfiguradas, alargadas, empobrecidas. [...] Había que atraparlas, fijarlas, guardarlas en un lugar seguro. Y saber bien qué querían decir para combinar esos juegos secretos tan apasionantes. Preocupada por la constante erosión de palabras que se producía en todo momento, comencé a copiar las más difíciles y misteriosas. En mis bolsillos, o dentro de los cuadernos aparecían siempre papelitos con palabras sueltas, palabras raras y sin nexo. [...] Entonces inventé mi buen diccionario (ibid.: 16).

La memoria degli inizi dello strano mestiere ricorre anche in Gente conmigo3 romanzo nel quale l 'apprendistato della bambina-traduttrice si svolge nel paese dove le donne restavano «afferrate a capre e monti: [...], tanto inamovibili quanto loro» (9) al fianco della nonna che scrive «lettere per gli ignoranti» (8). Con il monito della sua maestra sempre presente («Il tuo mestiere è di interpretare la gente, vedere dentro e dire la verità», 291), Nora bambina impara a leggere i segni delle donne e a decodificare i loro silenzi:

Cuando venían a casa para que les escribiéramos las cartas -en un italiano desconocido-, de pie ante nosotras repetían: - "Dígales que aquí estamos bien... Que esperamos que nos escriban... Que nos manden ." Y se interrumpían avergonzadas. Callaban. Al rato, descubrían los cuencos sin fondo de sus ojos y volvían a repetir a borbotones: [...] Yo sabía que la verdad era ésta: "La cosecha fue escasa. Todo aumenta. Sigo lavando ropa ajena. Tengo várices, reuma." . Pero ellas no lo decían. [ . ]

31 A partire da ora si è deciso di citare il testo sia in italiano sia in spagnolo con le seguenti modalità: nelle citazioni brevi e medie inserite nel corpo del testo è stata impiegata la traduzio-ne italiana di Claudia Razza (Poletti, 1998), mentre per le citazioni lunghe separate dal corpo del testo si è optato per la versione originale in spagnolo (Poletti, 1976) e per entrambe si è de-ciso di indicare solo il numero della pagina, omettendo la continua reiterazione del nome dell'autrice e dell'anno (1976 per lo spagnolo, 1998 per l'italiano). I motivi che ci hanno indot-to all'impiego anche della versione tradotta sono dettati non solo dalla coerenza con la lingua di stesura dell'intervento, quanto dalla volontà di accogliere, anche se con notevole ritardo, l'istanza dell'autrice che si è sempre battuta per vedere le proprie opere tradotte e diffuse in lingua italiana. Tuttavia, per motivi di spazio si è deciso di non riportare in nota la traduzione delle citazioni lunghe ma di segnalare solo il numero della pagina dove reperire il brano in que-stione nel testo italiano, tranne in un caso, cioè alla nota 39. In questo caso - ma ve ne sono numerosi - si nota come la traduzione di C. Razza interpreti la situazione diglossica tra l'italiano e le sue varianti regionali parlate in Argentina. Così facendo la traduttrice rende vero-simili le menzioni implicite ai dialetti che l'autrice, nel redigere il testo in castigliano, può so-lamente citare metalinguisticamente, ma non impiegare. La menzione al dialetto di provenienza è uno strumento che l'autrice usa (pur senza usarlo) per caratterizzare i personaggi, la loro pro-venienza geografica e l'empatia tra immigrati di condizioni simili.

278

Si abuela o yo preguntábamos: "¿Y ahora qué les decimos? ¿Que manden dinero?", las traicionaba un sacudimiento vivaz súbitamente reprimido (11).32

Nora cresce nell'apprendistato di un mestiere, in parte ereditato («[t]u hai nel sangue il tuo mestiere» (17), considerato sacro («[i] mestieri sono di Dio» (30), più complesso della semplice scrittura («il mestiere raro di ricomporre la vita con inchiostro e carta, come si rifanno le cellule di un tessuto» (22), e che ha a che fare con le miserie umane, tanto quanto con la grammatica:

El oficio me entraba por lo dedos, como quien dice. Abuela hacía tomar asiento a las clientas y las dejaba hablar sin interrumpirlas. Que desembucharan. Luego aclaraba la cuestión y me mandaba escribir la carta sintetizándolo todo sin tergiversar las intenciones (13).33

Il mestiere è effettivamente strano, non solo per la varietà delle abilità in-terpretative che richiedeva quali, ad esempio, la conoscenza delle varianti dia-lettali («scrivevo anche le lettere che i soldati mandavano ai loro famigliari. Era difficile capirli; quasi tutti erano siciliani, ed era peggio che se fossero sta-ti tirolesi o cecoslovacchi», 13), quanto per la diffidenza che generava anche in coloro che erano preposti all'educazione:

Eran cartas de Australia, de Alsacia, del Paraguay, del Canadá, de Tokio. Era como tener el mundo en las manos y escrudiñarlo con nuestros cuencos. [...] Las maestras desconfiaban de mis conocimientos caseros, que no siempre coincidían con los programas oficiales. Entonces yo me debatía entre dos mundos. Pero el de la escuela era remoto, formal. El de las cartas, el verdadero: el mío (13-14).34

È tuttavia da adulta, nell'esercizio professionale, che Nora coglie la portata del coinvolgimento emotivo del mestiere di tradurre. Prima, esercitato solo nella sua variante intralinguistica al fianco della nonna; ora, in Argentina, in-tegrato da nuove competenze linguistiche, diviene pratica interlinguistica. E proprio quella forte immedesimazione che normalmente si crea tra autore e traduttore in ambito letterario, nell'ambito professionale della protagonista prende la forma di un inscindibile legame materno: quello tra la traduttrice giuridica e i committenti di quelle traduzioni di certificati e documenti vari che rendono possibile il loro ingresso nel nuovo paese. È il legame di sempre, quello tra la bambina abbandonata dalla madre emigrante e la donna a sua

32 10. 33 12. 34 13-14.

279

volta emigrata che accoglie altri come lei, ancora sospesi in quella soglia in-certa tra il prima e il dopo, tra la terra lasciata e quella trovata:

No podía distinguir el límite humano entre los dos continentes. ¿Cuándo dejaban de ser europeos y cuándo comenzaban a ser americanos los seres que me proyectaban sus dramas a través de los documentos? Allá, al escribir cartas para América, vivía en tensión de América. Acá, al traducir documentos de emigrados, volvía a hundirme en la marejada de Europa. Era como si para mí el cordón umbilical no se hubiese roto, sino retorcido hacia dentro (18).35

Nora stessa prova a spiegare la natura ambigua del suo mestiere a coloro che non colgono questa simbiosi né comprendono la necessaria pietas che muove la mano di colei che traduce quotidianamente le miserie umane, e lo fa paragonando il suo lavoro a quello del radiologo verso il quale si può provare disagio se, come nel suo caso, si hanno malformazioni fisiche - la scoliosi che tanto osteggiò la Poletti nel suo primo tentativo di traversata dell'Atlantico -delle quali provare vergogna:

[...] yo soy como la radióloga de los documentos. A los médicos y a los abogados, la gente les confía todo. Hasta sus crímenes. Y les parece lógico. En cambio, yo veo el esqueleto de la gente; pero, por mecanismos forzosos; técnico, digamos. Por eso me aborrecen (48).36

D'altronde, il racconto della quotidianità di chi svolge questo mestiere ri-vela una certa distanza anche tra la prassi quotidiana del mestiere e le sue a volte sterili teorizzazioni: «[i] problemi degli immigrati furono il pane quoti-diano che il mestiere mi procurò. Su quella realtà umana i libri non mi aveva-no anticipato nulla» (59). La narratrice ci rivela dettagli a volte triviali, trala-sciati indubbiamente nei manuali o nei testi teorici; confessa spesso la morosi-tà dei clienti, ad esempio, o la mancata corrispondenza tra lavoro di prestigio e adeguata remunerazione, come nella seguente ironica risposta ad un ordina-rio affronto:

- Usted es la traductora más prestigiosa que hay en Buenos Aires. Y sin embrago gana una miseria. No tiene coche..., ¿verdad? - No. Creo que todavía no se ha inventado un volante para traducir... (41).37

Oppure si interroga sull'opinione superficiale della gente comune rispetto a questa professione («la traduttrice è un'impiegata con un grado tecnico su-

35 22. 36 64. 37 55.

280

periore a quello della dattilografa», 249), spesso considerata un'attività pura-mente tecnica:

[...] él solo me había visto como una máquina de traducir. Y no pude evitar el deseo de que él me sintiera como un ser humano; desconcertante, pero vivo. ¿O qué soy? ¿Un diccionario italiano-castellano? (54).38

È certamente complesso tradurre fedelmente quando ci sono di mezzo le sventure umane, quando si è costretti a «tacere le [proprie] opinioni» (68): questo, ad esempio, sembra raccontarci Poletti nella vicenda del finto principe francese Zedir, il pianista Antonio Croatti che aspira ad acquisire la nazionali-tà argentina occultando non solo la sua origine italiana, perché poco prestigio-sa, ma anche il grave problema di salute fisica che potrebbe impedirglielo. In questa circostanza Nora commetterà un'infedeltà di forma (cambiando la data di nascita al fine di fargli avere una pensione) per mantenersi leale sia verso il mestiere insegnatole dalla «vecchia del mestiere raro», sia verso il vero fruito-re umano del testo (il committente, Antonio Croatti), piuttosto che un astratto destinatario istituzionale (l'autorità argentina):

- Antonio Croatti le hablo en su dialecto. Esto debe quedar entre nosotros, Usted no nació en 1907. Nació en 1905. No lo olvide. El me miró sin parpadear y asintió con la cabeza. [...] A nadie se le ocurriría sospechar que una traducción de Nora Candiani no es copia fiel del texto original. Convertí el siete en cinco. Abuela hubiera hecho lo mismo (60).39

In questo caso le due parti (l'immigrato e le Istituzioni) sono su piani di pote-re diversi e ciò evoca nella mediatrice un vissuto personale ugualmente dolo-roso. Ella è ben consapevole che «la negoziazione non è sempre una trattativa che distribuisce equamente perdite e vantaggi tra le parti in gioco» (Eco, 2003: 94) e perciò sceglie di alterare il testo a beneficio della più debole delle due:

Recuerdo que una vez alteré la edad... Otra vez suprimí un término superfluo... Otra vez "olvidé" la palabra "contagioso".

38 73. 39 - Antonio Croatti: le parlo nel suo dialetto. El restes tra noter. Lú l'è nasít nel 1905 e

mía nel 1907. E desmenteghel mía. Lui mi guardò senza batter ciglio e assentì con la testa. [...]

A nessuno verrà in mente di sospettare che una traduzione di Nora Candiani non sia copia fede-le del testo originario. Trasformai il sette in cinque. La nonna avrebbe fatto lo stesso. (81-82)

281

Sin embargo, así y todo, siempre dejé abierta una escapatoria lógica y jurídica. O porque en el texto original el término estaba borroneado; porque podía prestarse a dos intereptaciones; o porque su omisión no alteraba el sentido. Las leyes siempre me inspiraron miedo; desconfiaba de su inflexible y elaborada frialdad (43).40

Oppure accade che la solidarietà con una palese vittima di un inganno, perpetrato grazie all'ignoranza della lingua, prenda il sopravvento sulla con-sueta imparzialità di chi si presta a fare da interprete di trattativa. Il passaggio al quale ci riferiamo (capitolo VIII), forse uno dei più toccanti del libro, è cen-trato sulle vicende di una ingenua sposa per procura che ci ricorda l'indimenticabile Claudia Cardinale nel film di Luigi Zampa.41 La giovane Valentina, nel giorno del suo matrimonio religioso, al cospetto del marito che non conosce, ma che le ha pagato il viaggio dalla Sicilia, decide di non spo-sarsi, grazie anche al coraggio infusole dall'interprete Nora Candiani. La tra-duttrice (qui interprete), alla stregua di un mercenario sui generis che passa da una parte all'altra non per futili motivi venali, ma per una ineluttabile imme-desimazione con la parte più debole, si lascia guidare dall'umana, seppur arbi-traria, empatia verso la sofferenza. Principio guida superiore anche alla fedeltà al committente. Nora sembra persino essere mossa da una ribellione nei con-fronti di un sistema («[le leggi] si fanno in difesa della gente. E qualche volta si rivoltano contro la gente», 170) che non ammette il «peccato di superbia» (163) della traduttrice. Ma in questo testo la traduttrice è colei che sa usare le armi della lingua, come un officiante che celebra un cerimoniale («mi misi a tradurre. [...] mi osservavano ammirati, come se stessi compiendo un rito sa-cro», 175), un rito di ingresso nel paese delle grandi opportunità a beneficio di uno dei tanti esclusi:

Traduje nuevamente las partidas de Rafael y alteré el texto del diagnóstico. Suprimí toda referencia a enfermedades crónicas y contagiosas. Hice figurar al menor como afectado de leve deformación física que no disminuiría en absoluto su idoneidad para el desempeño de tareas útiles. Naturalmente suprimí también "esa foto" (151).42

Numerosi sono ancora gli episodi di questo testo che ci parlano di un mestie-re poroso nel quale la sofferenza si insinua attraverso gli inneschi morfologici, sintattici e semantici contaminando la consueta e lineare corrispondenza che la mente del traduttore esperto sa trovare. In Gente conmigo, diversamente da quanto si centellina con cautela nella pratica della moderna traduzione e con una libertà tutta romanzesca, "infedeltà", "omissioni", "soppressioni", "alterazioni"

40 57. 41 Il film del 1971 è Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata. 42 177.

282

al limite della "falsificazione" - ancora sostantivi di genere femminile! - vengo-no messe in pratica da un'abile traduttrice per "trasportarci oltre", per "condurci oltre" l'esattezza semantica, oltre la simmetria delle grammatiche, oltre l'integrità del messaggio. La lingua diventa un duttile strumento di integrazione nelle sue mani prive di scrupoli deontologici, governate da istinti naturali come l'umanità, la dignità e la pietas. Questo "oltre" è in realtà un ritorno al di qua del-la linea di confine già superata, a un doloroso "prima" del processo migratorio. Allora chi traduce, chi si lascia penetrare dalle miserie umane, come una madre che genera non senza dolore, diventa, o torna ad essere, nel contatto quasi epi-dermico con la sofferenza, parte di quel passaggio - non privo di conseguenze (quelle giudiziarie di Nora ne sono solo una metafora) - alla nuova vita:

Por las huellas de mi oficio penetraron en mis entrañas seres y acontecimientos. Sus ansias y sus temblores se precipitaron en mí como aludes. Yo los acogí y ellos grabaron en mí su instante de trepidación y de vértigo. Me transmitieron su miedo y su pasión. Columpié su peso humano, tan cálido y tierno en la desnudez. Todavía gravitan en mí y me poseen. La vida que me escurrieron por descuido aún engendra ideas, reacciones actitudes. De esta cópula fortuita brotan criaturas llenas de confusión: criaturas matricidas . Quisiera lavarme de la memoria que me ata a los demás; pero temo que no quede nada. Temo disolverme. O tal vez ya no pueda; los recuerods se fundieron en mi sangre (165).43

Conclusioni

Nora Candiani, protagonista di Gente conmigo, opera prima di Syria Polet-ti, vive la traduzione attraverso i pori della sua pelle di donna, emigrata, ma-dre delle creature alle quali offre, assieme alla nuova identità, la dignità che chi fugge dalla miseria spera di trovare nel nuovo mondo che lo accoglie. La traduzione diventa la rappresentazione della sua vita, dal viaggio verso una nuova lingua, alla quotidianità della professione, all'isolamento del carcere fino all'amara consapevolezza di essere stata tradita dal proprio mestiere. For-se il personaggio più simile a Syria Poletti che Syria Poletti potesse immagi-nare non poteva che essere una donna emigrata. E una traduttrice.

43 239.

283

BIBLIOGRAFIA

AA.VV. (1968). Il libro dei bambini terribili per adulti masochisti. Milano: Feltrinelli. AA.VV. (1996). La coeducación, ¿transversal de los transversales? Vitoria-Gasteiz:

Emakunde. Aceto, F. (2008). "Il gioco del telefono (ovvero dell 'utile e del bello)". Il mestiere di ri-

flettere, ed. C. Manfrinato. 19-25. Acosta Bustamante, L. (1996). "«Érase una vez una niña...». La importancia de la

ideología en los cuentos para niños". Actas de las I Jornadas de Literatura Infantil y Juvenil. 375-382.

Actis, W. (2006). "Inmigración y género en la escuela: discursos y posiciones del profesorado". La mujer en la perspectiva intercultural, ed. E. Soriano Ayala. 267-311.

A.G.I. Contratación, Leg. 5536 L. I Fol. 475. CATALOGO de Pasajeros a Indias. L. I. E. 2431.

Aguaded Gómez, J.I. (2003). Luces en el laberinto audiovisual. Edu-comunicación en un mundo global. Huelva: Universidad y Grupo Comunicar.

Aguilar Ródenas, C. (2000). "Currículo oculto: textos e imágenes". Mujeres: Mediar para comunicarnos y encontrarnos desde otros lugares, eds. A. Gil Gómez / D. Sales Salvador. 11-27.

Agustini, D. (1944). Poesías completas. Buenos Aires: Losada Alarcos Llorach, A. (1994). Gramática de la lengua española. Madrid: Espasa-Calpe. Alario, C. / Bengoechea, M. / Lledó, E. / Vargas, A. (1995). NOMBRA. La representación

del femenino y el masculino en el lenguaje. Madrid: Instituto de la mujer. Alsina, J. / Ozanam, V. (eds.) (2001). Los trigos ya van en flores. Studia in Honorem Mi-

chette Débax. Toulouse: Université de Toulosue-Le Mirail. Alvar, M. (2006). Contrapunto a unas canciones sefardíes:

www.cervantesvirtual.com/servlet/Sirve0bras/hisp/12472743333494839765657/p000 0001.htm#I_0_

Alvarado, M. (2001). "Apuntes sobre violencia televisiva, mujer y melodrama". Anuario ININCO /Investigaciones de la comunicación, 13, I: 77-103.

Álvarez de Cánovas, J. (1942). Mari-Sol. Libro de lectura para niñas. Madrid: Magisterio Español.

Álvarez de Cánovas, J. (1944). Mari-Luz. Libro de lectura para niñas. Madrid: Magisterio Español.

285

Ambadiang, T. (1999). "La flexión nominal. Género y número" . Gramática descriptiva de la lengua española, eds. I. Bosque / V. Demonte. 4843-4914.

Anderson, J.M. (1961). "The Morphophonemics of Gender in Spanish Nouns". Lingua, 10: 285-296.

Arrojo, R. (1994). "Fidelity and the Gendered Translation". TTR: traduction, terminolo-gie, redaction, 7, 2: 147-163.

Auster, P. (1997). L'invenzione della solitudine. Torino: Einaudi. Avendaño-Inestrillas, J. (2000). "Sociedad, traducción y cultura". Panace@, I, 2: 73-75:

www.medtrad.org/panacea/IndiceGeneral/n2_SociedadAInestrillas.pdf Baccolini, R. (2005). "Leggere da donne, leggere le donne". Le prospettive di genere. Di-

scipline Soglie Confini, ed. R. Baccolini. 27-46. Baccolini, R. (ed.) (2005). Le prospettive di genere. Discipline Soglie Confini. Bologna:

Bononia University Press. Badinter, E. (2004). La strada degli errori. Milano: Feltrinelli. Baldry, A. / Thibault, P.J. (2006). Multimodal transcription and text analysis. Londra:

Equinox. Ballarín, P. (2001). La educación de las mujeres en la España contemporánea (siglos

XIX-XX). Madrid: Síntesis. Balliana, M. (2007). "Introduzione". La linea del fuoco, S. Poletti. 9-13 Barbieri, D. (1998). I linguaggi del fumetto. Milano: Bompiani. Barceló Morte, L. (2006 ). "Los estereotipos de género en los manuales de ELE. Estudio

de las representaciones de varones y mujeres en cuatro libros de texto publicados en España entre 2003-2004". RedELE, 6: www.mepsyd.es/redele/Biblioteca2006/LolaBarcelo.shtml

Bassnett, S. / Lefevere, A. (eds.) (1990). Translation, History and Culture. London: Pin-ter.

Basso, S. (2008). "Sulla punta della mia lingua materna". Gli autori invisibili: incontri sulla traduzione letteraria, ed. I. Carmignani. 38-41.

Baviera, M. et al. (2007). "Le inserzioni pubblicitarie sulle riviste italiane del medico pe-diatra". R&P, XXIII: 236-251.

Beaugrande, R. de / Shunnaq, A. / Heliel, M. H. (eds.) (1994), Language, Discourse and Translation in the West and Middle East. Amsterdam: John Benjamins.

Bello, A. (1990 [1847]). Gramática de la lengua castellana. Buenos Aires: Sopena. Beltrán Ruget, C. (2003). "Colombia: contribuciones importantes al género":

www.tvmasmagazine.com/febrero-marzo2003/portada11.html Bengoechea, M. (2009). "Embodying the sexed subject in Virginia Woolf s A Room of

One's Own". European Journal of Women's Studies, 16, 2: 185-190. Berman, A. (1995). Pour une critique des traductions: John Donne. Paris: Gallimard. Bernascone, R. (1994). ABC della traduzione letteraria. Torino: Tirrenia Stampatori. Bernascone, R. (2008). "Che cos'è la traduzione". Gli autori invisibili: incontri sulla tra-

duzione letteraria, ed. I. Carmignani. 127-131. Berruto, G. (1997). Corso elementare di linguistica generale. Torino: Utet. Bertocchi, D. / Quartapelle, F. (eds.) (2002). Consiglio d'Europa. Quadro comune di rife-

rimento europeo per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. Milano: RCS Scuola-La Nuova Italia-Oxford [ed. or. Council for Cultural Co-operation, Council of Europe (2001). Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A Common European Framework of Reference, Strasbourg: www.coe.int].

286

Birckel, M. "Inquisición en América". Inquisición española: www.vallenajerilla.com/berceo/florilegio/inquisicion/inquisicioenamerica.htm

Blanco, P. (2006) "Feas por doquier": www.eluniversal.com/estampas/anteriores/051106/encuentros2.shtml.

Bocci, L. (2004). Di seconda mano. Milano: Rizzoli. Bonacorsi, E. (2008). "La voce di là dal muro". Il mestiere di riflettere: storie di tradutto-

ri e traduzioni, ed. C. Manfrinato. 149-164. Bonkevitz, von, T. (1995). "Lingua, genere e sesso: sessismo nella grammaticografia e in

libri scolastici della lingua italiana". Donna e linguaggio. Convegno Internazionale di Studi (Sappada/Plodn), ed. G. Marcato. 99-110.

Borges, A. (1972). "La mujer pobladora en los orígenes americanos". Anuario de Estudios Americanos, 29: 389-444.

Borges, J. L. (1974). "Pierre Menard, autor del Quijote". Obras Completas, 1923-1972. (Edición de Carlos V. Frías ). Buenos Aires: Emecé Editores.

Bortoli, S. (2008). "Un grande piacere quotidiano". Gli autori invisibili: incontri sulla traduzione letteraria, ed. I. Carmignani: 42-60.

Bosque, I. / Demonte, V. (eds.) (1999). Gramática descriptiva de la lengua española. Madrid: Espasa Calpe.

Boyd-Bowman, P. (1985). Indice geobiogràfico de más de 56 mil pobladores de la América Hispana I. 1493-1519. México: Fondo de Cultura Económica.

Bravo-Villasante, C. (1994). El tesoro engañoso. Hadas, princesas, brujas, curiosas, caprichosas, compasivas, madrastras, protectoras, guerreras, valientes... y otras heroínas de Calleja. Palma de Mallorca: Olañeta Editor.

Bronte, C. (1996). Villette. Madrid: Rialp. [Trad. Miguel Martín]. Bronte, C. (2005). Villette. Barcelona: Alba. [Trad. Marta Salís]. Burr, E. (1995). "Agentivi e sessi in un corpus di giornali italiani". Donna e linguaggio.

Convegno Internazionale di Studi (Sappada/Plodn). ed. G. Marcato. 141-157. Businaro, C. (2009). "La figura materna nelle pubblicità italiane del latte artificiale. Una

riflessione a partire da due case study". Madre de-genere. La maternità tra scelta, de-siderio e destino, ed. S. Chemotti. 519-548.

Businaro, C. / Santangelo, S. / Ursini, F. (2006). Parole rosa, parole azzurre. Bambine, bambini e pubblicità televisiva. Padova: Cleup.

Businaro, C. / Santangelo, S. / Ursini, F. (2007). "Pubblicità televisiva per bambine e bambini e costruzione di genere". Dall'antenna alla parabola. Modelli di ricezione e fruizione della tv dei ragazzi oggi, eds. R. Sardo / M. Centorrino. 207-246.

Businaro, C. / Capanaga, P. (2008). "La publicidad de la leche artificial y la imagen femenina". Comunicación, Identidad y Género - Volumen II, eds. R. Pérez-Amat García / S. Núñez Puente / A. García Jiménez. 621-636.

Butler, J. (2006). Deshacer el género. Barcelona: Paidós. Calero Fernández, M.A. (1992). "Términos y expresiones sexistas en español: los duales

aparentes y los tacos". Actas do XIX Congreso Internacional de Lingüística e FiloloxíaRománicas, ed. R. Lorenzo. 371-380.

Calero Fernández, M.A. (1994). "La relación género gramatical-sexo biológico desde Nebrija hasta 1771". Nebrija V centenario. Actas del Congreso Internacional de Historiografía Lingüística, eds. R. Escavy / J.M. Hernández Terrés / A. Roldán. 121-140.

287

Calleja Fernández, S. (1910). Lecciones de una madre: principios de lectura. Segunda parte: La buena Juanita. Método declarado de utilidad para escuelas por el Consejo de Instrucción Pública. Madrid: Editorial Saturnino Calleja.

Capanaga, P. (2003). La salsa probiótica. La lengua de la publicidad alimentaria. Zaragoza: Pórtico Libros.

Capel Martínez, R. (1995). "Mujer , sociedad y literatura en el Setecientos español". Cuadernos de historia moderna, 16: 103-119.

Carbonell, N. (2003). La Dona que no existeix: de la Il lustració a la Globalització. Vic: Eumo.

Carbonell i Cortés, O. (1997). "Del 'conocimiento del mundo ' al discurso ideológico. El papel del traductor como mediador entre culturas". El papel del traductor, eds. E. Morillas / J. P. Arias. 59-74.

Carbonell i Cortés, O. (1999). Traducción y cultura. De la ideología al texto. Salamanca: Ediciones Colegio de España.

Cardinaletti, A. (2005). "La traduzione: un atto di attrito linguistico". L'italiano delle tra-duzioni, eds. A. Cardinaletti / G. Garzone. 59-83.

Cardinaletti, A. / Garzone, G. (2005). L'italiano delle traduzioni. Milano: FrancoAngeli. Carmignani, I. (2008a). "Intervista a Angelo Morino". Artifara, VIII:

www.leparoledeglialtri.com/trovatingiro/intervista_morino_biblit.pdf Carmignani, I. (ed.) (2008b). Gli autori invisibili: incontri sulla traduzione letteraria.

Lecce: Besa. Castro, A. "Anarquismo e Inquisición". Inquisición española:

www.vallenajerilla.com/berceo/florilegio/inquisicion/anarquismo.htm Castro, A. / Marchand-Lucas, L. (2000). "Does authoritative knowledge in infant feeding

nutrition lead to successful brest-feeding? A critical perspective". Global Health Pol-icy, Local Realities: the Fallacy of the Level Playing Field, eds. L. Whiteford / L. Manderson. 233-236

Català Gonzálvez, A.V. / García Pascual, E. (1995). Ideología sexista y lenguaje. Valencia-Barcelona: Galaxia d'ediciones-Octaedro.

Cavarero, A. / Restaino, F. (1999). Le filosofie femministe. Torino: Paravia. Chacón, D. (2002). La voz dormida. Madrid: Alfaguara. Chamberlain, L. (1988). "Gender and the Metaphorics of Translation", Signs, 13: 454-

472. [Reproducido en Rethinking Translation. Discourse, Subjectivity, Ideology , ed. L. Venuti. 57-74].

Chambers, J.K. / Trudgill, P. (1980). Dialectology. Cambridge: Cambridge University Press.

Cherotti, S. (ed.) (2009). Madre de-genere. La maternità tra scelta, desiderio e destino. Padova: Il Poligrafo.

Conde, C. (firmado Florentina del Mar) (1943). Los enredos de Chismecita. Madrid: Al-hambra.

Cortelazzo, M. (1995). "Perché non si vuole la presidentessa?". Donna e linguaggio. Convegno Internazionale di Studi (Sappada/Plodn), ed. G. Marcato. 49-52.

Cortese, A.J. (1999). Provocateur: images of women and minorities in advertising. Lanham: Rowman & Littlefield.

Coseriu, E. (1981). Lecciones de Lingüística General. Madrid: Gredos. Courtney, A.E. / Whipple, T.W. (1983). Sex stereotyping in advertising. Toronto: Lexing-

ton Books.

288

Cruz, J. / Zecchi, B. (2004). "Más que evolución, involución: a modo de prólogo". La mujer en la España actual. ¿Evolución o involución?, eds. J. Cruz / B. Zecchi. 7-24.

Cruz, J. / Zecchi, B. (2004). La mujer en la España actual. ¿Evolución o involución? Barcelona: Icaria.

Davis, K. (2001). Deconstruction and Translation. Manchester: St. Jerome. D'Arcangelo, A. (2005). "Traduzione e genere: prospettive teoriche e applicative". Le

prospettive di genere. Discipline soglie confini, ed. R. Baccolini. 61-83. De Andrés Castellanos, S. (2002a). "Amos de casa, azafatos, encajeros, prostitutas, 'psicópatas',

'telefonistas'...". Cajetín de la lengua. Espéculo: www.ucm.es/info/especulo/cajetin/amocasa.html De Andrés Castellanos, S. (2002b). "Arquitectas, ingenieras, ministras, obispas, toreras...". Cajetín

de la lengua, Espéculo: www.ucm.es/info/especulo/cajetin/arquite2.html De Andrés Castellanos, S. (2002c). "¿Violencia de género?". 'Género', sexo, discurso,

eds. A. M. a Vigara Tauste / R. M.a Jiménez Catalán. 21-45. De Andrés Castellanos, S. (2003). "¿Poeta o poetisa?". Cajetín de la lengua. Espéculo:

www.ucm.es/info/especulo/cajetin/poetisa.html De Beauvoir, S. (1961.). Il secondo sesso. Milano: Il Saggiatore. Del Amo E. (2003). "La memoria de los españoles se conserva en Tombuctú". El mundo:

www.el-mundo.es/magazine/2003/195/1056120804.html Del Saz Rubio, M.M. (2000). La cortesía lingüística en el discurso publicitario. Valen-

cia: Sell Monographs. Dettwyler, K.A. (1995). "Beauty and the breast: The cultural context of breastfeeding in

the United States". Breastfeeding: Bioculturalperspectives, ed. K.A. Dettwyler. 167-215.

Dettwyler, K.A. (ed.) (1995). Breastfeeding: Biocultural perspectives. N e w York: Aldine de Gruyter.

Dettwyler, K.A. (2006). "When to wean". Applying Cultural Anthropology: An Introduc-tory Reader, eds. A. Podolefsky / P.J. Brown. 266.

Díaz-Gómez, N.M. / Lasarte Velillas, J.J. (eds.) (2006). Actas del IV Congreso Español de Lactancia Materna. Madrid: Ergon.

Díaz-Mas, P. (2001). "Corresponsales de Ángel Pulido e informantes de Menéndez Pidal: dos mundos sefardíes". Los trigos ya van en flores. Studia in Honorem Michelle Débax, eds. J. Alsina / V. Ozanam. 103-116.

Díaz-Mas, P. (2005). "Cómo hemos llegado a conocer el romancero sefardí". Acta Poética, 26, 1-2: 241-259.

Díaz Ronner, M.A. (2001). Cara y cruz de la literatura infantil. Buenos Aires: Lugar Editorial.

Domínguez Ortiz, A. "El problema judío". Inquisición española: www.vallenajerilla.com/berceo/florilegio/inquisicion/problemajudio.htm

Ducrot, O. (1978). "Enunciazione". Enciclopedia Einaudi, V: 495-522. Ducrot, O. (1979). Dire e non dire. Roma: Officina. Duranti, R. (2008). "Contro-riflesso". Il mestiere di riflettere: storie di traduttori e tradu-

zioni, ed. C. Manfrinato. 83-88. Easlea, B. (1983). Fathering the Unthinkable. Masculinity, Scientists and the Nuclear

Arms Race. London: Pluto Press. Eco, U. (1979). Lector in fabula. Milano: Bompiani. Eco, U. (2003). Dire quasi la stessa cosa: esperienze di traduzione. Milano: Bompiani. Ehrenreich, B. (1999). The Real Truth About The Female Body:

www.time.com/time/magazine/article/0,9171,20616-3,00.html

289

Ehrenreich, B. / English, D. (1977). Le streghe siamo noi. Il ruolo della medicina nella repressione della donna. Milano: La Salamandra.

Elola, B. (2004). "Universo Mafalda": www.elmundo.es/elmundo/2004/07/30/cultura/1091208162.html]

Escavy, R. / Hernández Terrés, J.M. / Roldán, A. (1994). Nebrija V centenario. Actas del Congreso Internacional de Historiografía Lingüística. Murcia: Universidad de Murcia, Secretariado de Publicaciones e Intercambio Científico.

Fernández, Y. (2001). "Entrevista con Isabel Álvarez de Toledo, Duquesa de Medina Sidonia": www.webislam.com/?idt=2247

Fernández Ascarza, V. (s.a.). La niña instruida: nociones de fisiología e higiene con aplicación a economía, medicina y farmacia domésticas, dispuestas para la lectura y estudio en las Escuelas y Colegios de niñas de Primera Enseñanza. Madrid: El Magisterio Español.

Fernández Méndez, F. (2009). "¿Qué tiene que ver la literatura infantil con el sexismo?":www.muchachadesal.com

Fernández, R. (2008). "El humor sirve para sobrellevar un poco mejor la vida":www.publico.es/culturas/073162/quino/aventura/comer24.04.2008

Fildes, V.A. (1986). Breasts, bottles, and babies: A history of infant feeling. Edinburgh: Edinburgh Universty Press.

von Flotow, L. (1991). "Feminist Translation: Contexts, Practices, and Theories". TTR: Études sur le texte et ses transformations, 4, 2: 69-84.

Forbes G.B. et al. (2003). "Perceptions of the Woman Who Breastfeeds: The Role of Erotophobia, Sexism, and Attitudinal Variables". Sex Roles, IL, 7/8: 379-388.

Fortún, E. (1932). Celia en el colegio. Madrid: Aguilar. Foucault, M. (2002). El orden del discurso. Barcelona: Tusquets. Franzina, E. (2000). Merica! Merica! Emigrazione e colonizzazione nelle lettere dei con-

tadini veneti e friulani in America Latina 1876-1902. Verona: Cierre Edizioni. Friedan, B. (1964). La mistica della femminilità. Milano: Edizioni di Comunità. [Trad. it.

di L. Valtz Mannucci]. Fuertes, G. (1978). Las tres reinas magas. Madrid: Escuela Española. Gaitán O., C.F. (2000). "¿Quién viste a Betty la Fea?", Suplemento La Revista de El Espectador, 17 de

septiembre: www.colarte.com/recuentos/Modas/CabalRosita/recuento.htm?nomartista=Roi Gálvez, L. (1990). Mujeres de la Conquista. Buenos Aires: Planeta Argentina S.A.I.C. García Cárcel, R. (1982). "Brujería o brujerías". Historia 16:

www.vallenajerilla.com/berceo/florilegio/inquisicion/brujerias.htm García Meseguer, Á. (1988). Lenguaje y discriminación sexual. Barcelona: Montesinos. García Messeguer, A. (1994). ¿Es sexista la lengua española? Una investigación sobre el

género gramatical. Barcelona: Paidós. García Moutón, P. (2000). Cómo hablan las mujeres. Madrid: Arco/Libros. García Moutón, P. (2002). "Género como traducción de gender: ¿anglicismo

incómodo?". 'Género', sexo, discurso, eds. A.M.a Vigara Tauste / R.M.a Jiménez Catalán. 133-150.

García Navarro, C. / López Martínez, M.J. (2006). "El tratamiento del género en secundaria desde la práctica de la educación intercultural". La mujer en la perspectiva intercultural, ed. E. Soriano Ayala. 339-375.

García Padrino, J. (1992). "Tradición e innovación en la narrativa infantil". Estudios de Filología y su Didáctica. Vol. II. 65-82.

García Padrino, J. (2000). "Libros y lectores en el fin de siglo". Literatura infantil y lectura en el fin de siglo (1898 - 1998): www.cervantesvirtual.com/servlet/Sirve0bras/23586288763403851165679/index.htm

290

García Surrallés, C. / Moreno Verdulla, A. (1996). Actas de las I Jornadas de Literatura Infantil y Juvenil. Cádiz: Universidad de Cádiz.

García Yebra, V. (1983). En torno a la traducción. Madrid: Gredos. García Yebra, V. (1989). Teoría y práctica de la traducción. Madrid: Gredos. Gil Gómez, A. / Sales Salvador, D. (eds.) (2000). Mujeres. Mediar para comunicarnos y

encontrarnos desde otros lugares. Castelló: Fondo Social Europeo-Universitat Jaume. Godard, B. (1984). "Translating and Sexual Difference". Resources for feminist Re-

search, XIII, 3: 13-6. Godard, B. (1990). "Theorizing feminist discourse/translation". Translation, History and

Culture, eds. S. Bassnett, S. / A. Lefevere. 87-96. Godard, B. (1995). "Translating (as) Woman". Essays in Canadian Writing, 55: 71-82. Goffman, E. (1976). Gender advertisements. Cambridge: Harvard University Press. Gómez Galán, A. (ed.) (1992). Estudios de Filología y su Didáctica. Madrid: Pablo

Montesino. Gómez Torrego, L. (1993). Manual de español correcto. Madrid: Arco/Libros. Govan, F. (2008). "Curious case of the sex changes". The Telegraph:

www.telegraph.co.uk/news/worldnews/1584020/Curious-case-of-the-sex-changes.html.

Grijelmo, Á. (2000). La seducción de las palabras. Madrid: Taurus. Guelbenzu, J.M. (2005). "En dos palbras". El País: 11. GUNS (Guisado Domínguez, M.A. / Coca Galán, C. / Aparicio Aparicio, C. / Guerrero

Salazar, S.) (2007). Guía para uso no sexista del lenguaje administrativo. Córdoba: Ayuntamiento de Córdoba: www2.ayuncordoba.es/portal/servlet/noxml? id=turcanaContenido%20M0120540767 7484~S239219~NGUIA%20N0%20SEXISTA.pdf&mime=appl icat ion/pdf

Haddon, M. (2008). Curioso incidente do can a media noite. Cangas de Morrazo (Pontevedra): Rinoceronte.

Hakim Quick, A. / Shabbas, A. (2004). "Evidencias de musulmanes en el nuevo mundo antes que Cristóbal Colón": http://boards4.melodysoft.com/khalid/evidencias-de-musulmanes-en-el-nuevo-9661.html

Halliday, M.A.K. (1983). Il linguaggio come semiotica sociale. Bologna: Zanichelli. Halliday, M.A.K. (1992). Linguaparlata e lingua scritta. Firenze: La Nuova Italia. Harris, James W. (1991). "The Exponence of Gender in Spanish". Linguistic Inquiry, 22,

1: 27-62. Hernández Alonso, C. (1986). Gramática funcional del español. Madrid: Gredos. Herrero Suárez, H. (2007). "La guerra de papel. Adoctrinamiento en Flechas y Pelayos

entre 1938 y 1945". Recull de conferencies: 47-60. Herweg, R.M. (1994). La yidishe mame: storia di un matriarcato occulto ma non troppo.

Da Isacco a Philip Roth. Genova: ECIG. Hjelmslev, L. (1976). Principios de Gramática general. Madrid: Gredos. Hommel, D. (1990). "Lise Gauvin astutely explains Québec to Outsiders". The Gazette. Horney, K. (1967). Feminine psychology. N e w York: Norton. Hurtado Albir, A. (2001). Traducción y traductología. Madrid: Cátedra. Iglesias Casals, I. (1990). "El género femenino o la discriminación a través del

lenguaje". Actas del Congreso de la Sociedad Española de Lingüística XX Aniversario. Madrid: Gredos. 555-562.

Iglesias Kuntz, L. (2000). "Quino, el humor libre": www.unesco.org/courier/2000_07/sp/dires.htm

291

IMOP Encuestas (2000). La transmisión de los modelos femenino y masculino en los libros de la enseñanza obligatoria. Madrid: Instituto de la Mujer.

Instituto Cervantes (2007). Plan Curricular del Instituto Cervantes. Niveles de Referencia para el español. Madrid: Biblioteca Nueva-Edelsa.

Instituto de la Mujer (2007). Usos del tiempo, estereotipos, valores y actitudes: www.migualdad.es/MUJER/publicaciones/docs/Usos%20del%20Tiempo%20Est%20 101.pdf

Ivanovici, V. (2003). "Sem Tob de Carrión: un poeta "sefardí" en la España medieval". Cátedra, I: 1-23: http://investigadores.uncoma.edu.ar/cecym/catedra/v1/index.htm

Jiménez Catalán, R.M.a (2002). "La representación del factor sexo/género en manuales y revistas en la lingüística aplicada". 'Género ', sexo, discurso, eds. Vigara Tauste, A. M. a / R. M.a Jiménez Catalán. 229-258.

Jones, M.A. / Kitetu, C. / Sunderland, J. (1997). "Discourse roles, gender and language textbook dialogues: Who learns what f rom John and Sally". Gender and Education, 9, 4: 469-490.

Kamen, H. "Sexualidad e Inquisición". Inquisición española: www.vallenajerilla.com/berceo/

florilegio/inquisicion/sexualidadinquisicion.htm Katz, E. 'El ideal del estudio de la Torá y la mujer judía en el período medieval". La mujer en el judaismo.

Entre el pasadoy el despertar: www.shalomhaverim.org/capitulo_3_2a_parte.htm Kimmel, M.S. (2000). The Gendered society. N e w York: Oxford University Press. Konetzke, R. (1945). "La emigración de mujeres españolas a América durante la época

colonial". Revista Internacional de Sociología, III, 9: 123-150. Kress, G. / Van Leeuwen, T. (1996). Reading images. The grammar of visual design.

London: Routledge. Kress, G. / Van Leeuwen, T. (2002 ). "Colour as a semiotic mode: notes for a grammar of

color". Visual Communication, I, 3: 343-369. Labov, W. (1972). Sociolinguistics Patterns. Philadelphia: University of Pennsylvania

Press. Lavado, J. S. (Quino) (2007). Todo Mafalda. Barcelona: Lumen. Lavado, J.S. (Quino) (2009). Tutto Mafalda. Milano: Salani. Lepri, S. (1987). "Ammissione di colpa e chiamata di correo". Il sessismo nella lingua i-

taliana, A. Sabatini. 21-36. Levine, S. J. (1983). "Translation as (Sub)version: On Translating Infante 's Inferno".

Sub-stance, 42: 85-93. Levine, S. J. (1991). The Subversive Scribe: Translating Latin American Fiction. Saint

Paul: Graywolf Press. Lledó Cunill, E. (2002). "Ministras, arrieras y azabacheras. De la feminización de tres lemas en el

DRAE (2001)". Cajetín de la lengua. Espéculo: www.ucm.es/info/especulo/cajetin/lledo.html Londero, R. (1993). "La scrittura della marginalità: Extraño oficio di Syria Poletti". Studi

di letteratura ispano-americana, XXIV: 47-65. Londero, R. (2005). "Alla ricerca del contatto: la mimesi dell 'oralità nei racconti di Syria

Poletti", Ancora Syria Poletti: Friuli e Argentina due realtà a confronto, ed. S. Serafin: 83-98.

López Salamero, N. / Cameros Sierra, M. (2009). La cenicienta que no quería comer perdices. Barcelona: Planeta.

López, A. / R. Morant (1991). Gramática femenina. Madrid: Cátedra.

292

Lorenzo, R. (ed.) (1992). Actas do XIX Congreso Internacional de Lingüística e Filoloxía Románicas. Santiago de Compostela: Universidade de Santiago de Compostela.

Lotbinière-Harwood, S. de (1989). "Preface to the translation of Lise Gauvin 's" Letters from Another. Toronto: The Women ' s Press.

Lotbinière-Harwood, S. de (1991). The Body Bilingual. Translation as a Rewriting in the Feminine. Toronto: The Women ' s Press.

Lozano Domingo, I. (1995). Lenguaje femenino, lenguaje masculino: ¿condiciona nuestro sexo la forma de hablar? Madrid: Minerva.

Lozano Estivalís, M. (2000). Las imágenes de la maternidad. El imaginario de la maternidad en Occidente desde sus orígenes hasta la cultura de masas. Alcalá de Henares: Ayuntamiento, Centro Asesor de la Mujer.

Lozano, P. (2005). "Seducidos por Betty la fea" , Eindexamen Spaans vwo 2005-I: www. havovwo. nl/vwo/vsp/be standen/vsp0 5 it2 .pdf

Luraghi, S. / Olita, A. (2006). "Introduzione". Linguaggio e Genere. Grammatica e usi, eds. S. Nuraghi / A. Olita: 13-41.

Luraghi, S. / Olita, A. (2006). Linguaggio e Genere. Grammatica e usi. Roma: Carocci. Maalouf, A. (1999). Identidades asesinas. Alianza editorial: Madrid. Manfrinato, C. (ed.) (2008). Il mestiere di riflettere: storie di traduttori e traduzioni. Ro-

ma: Azimut. Marcato, G. (1995). "Donna e linguaggio. Un rapporto difficile?". Donna e linguaggio.

Convegno Internazionale di Studi (Sappada/Plodn), ed. G. Marcato. 21-45. Marcato, G. (ed.) (1995). Donna e linguaggio. Convegno Internazionale di Studi (Sappa-

da/Plodn). Padova: CLEUP. Marías, J. (1996). Mañana en la batalla piensa en mí. Madrid: Alfaguara. Marías, J. (1999). Un cuore così bianco. Torino: Einaudi. Martín-Barbero, J. / Rey, G. (1999). Los ejercicios del ver. Hegemonía audiovisual y

ficción televisiva. Barcelona: Gedisa. Martín Ruano, Ma R. (2004). "Lenguaje, (conciencia de) género y traducción. Modelos

establecidos, nuevas realidades". Cultura, lenguaje y traducción desde una perspectiva de género, ed. A. Martínez García. 235-268.

Martinet, A. (1955). Economía de los cambios fonéticos. Madrid: Gredos. Martínez, J.L. (1983). Pasajeros de Indias. Madrid: Alianza. Martínez García, A. (ed.) (2004). Cultura, lenguaje y traducción desde una perspectiva

de género. Málaga: Servicio de Publicaciones Universidad de Málaga. Mason, I. (1994). "Discourse, Ideologie and Translation". Language, Discourse and

Translation in the West and Middle East, eds. R. de Beaugrande / A. Shunnaq / M. H. Heliel. 23-34.

Maura, J.F. (2002), "Adelantadas, virreinas y aventureras en los primeros años de la conquista de América": http://parnaseo.uv.es/Lemir/Revista/Revista6/Maura/emigracion.htm

Mazziotti, N. (1996). La industria de la telenovela. La producción de ficción en América Latina. Buenos Aires: Paidós SAICF.

Medina Guerra, A.M. (coord.) (2002). Manual de lenguaje administrativo no sexista. Má-laga: Ayuntamiento de Málaga.

Melaouah, Y. (2008). "Come un'esploratrice". Gli autori invisibili: incontri sulla tradu-zione letteraria, ed. I. Carmignani. 123-126.

Meléndez Malavé, N. / Vera Balanza, M.T. (2003). "Educando a las nuevas cenicientas: valores y mitologías cotidianas en «Betty la fea»". Luces en el laberinto audiovisual. Edu-comunicación en un mundo global, ed. J.I. Aguaded Gómez.

293

Megale, F. (2008). Teorie della traduzione giuridica. Fra diritto comparato e "Transla-tion Studies". Napoli: Editoriale Scientifica.

Merchant, C. (1988). La morte della natura. Donne, ecologia e rivoluzione scientifica. Milano: Garzanti

Meri, T. (2005). Pippi Calzaslargas: rebelde sueca y ejemplo en el movimiento feminista: www.sweden. se

Merlo, C. (1952). "Le langage des femmes. Enquête linguistique à l 'échelle mondiale". Orbis, I: 12-27.

Meschonnic, H. (1993). "Poétique de la traduction". Pour la Poétique II. Paris: Galli-mard.

Millet, K. (1977). SexualPolitics. London: Virago. Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales (1999). En femenino y en masculino. Madrid:

Ministerio de Trabajo y Asuntos Sociales, Instituto de la Mujer: www.inmujer.migualdad.es/mujer/.. ./Nombra%20en%20red.pdf

Mioni, A. (2008). "Il camaleonte e la verità". Il mestiere di riflettere: storie di traduttori e traduzioni, ed. C. Manfrinato. 49-57.

Money, J. (1955). "Hermaphroditism, Gender, and Precocity in Hyperadrenocorticism". Bulletin of the Johns Hopkins Hospital, 96: 253-264.

Morales Padrón, F. (ed.) (2000). XIII Coloquio de Historia Canario-Americana. VIII Congreso Internacional de Historia de America (AEA) (1998). Las Palmas de Gran Canaria: Cabildo de Gran Canaria

Moreno Fernández, F. (1998). Principios de sociolingüística y sociología del lenguaje. Madrid: Ariel.

Moreno Fernández, F. (ed.) (1990). Estudios sobre variación lingüística. Alcalá de Henares: Universidad de Alcalá de Henares.

Morillas, E. / Arias, J.P. (eds.) (1997). El papel del traductor. Salamanca: Ediciones Colegio de España.

Muñoz, P. (2009). "Sobre niños de la guerra y la memoria de los españoles": http://notascordobesas.blogspot.com/2009/08/ninos-despues-de-la-guerra-estudiando.html.

Murphy, E. (1999). "Breast is best: infant feeding decisions and maternal deviance". So-ciology of Health andIllness, XXI: 187-208.

Nadiani, G. (2000). "La critica della traduzione letteraria nell'epoca della letteratura digi-tale. Alcuni spunti a partire dal «metodo Berman»". InTRAlinea, 3: www.intralinea. it/volumes/eng_more.php? id=192_0_2_0

Nasi, F. (2008). La malinconia del traduttore. Milano: Medusa. Nasi, F. (ed) (2001). Sulla traduzione letteraria: figure del traduttore, studi sulla tradu-

zione, modi del tradurre. Ravenna: Longo. Nebrija, A. de (1492). Gramática de la lengua castellana. [Edición crítica de P. Galindo

Romeo y L. Ortiz Muñoz, Madrid: CSIC, 1946]. Negri, P. (2005). Tutte le mamme hanno il latte. Torino: Il leone verde. Niedzwiecki, P. (1993). "Donne e linguaggio". I quaderni di donne d'Europa, 40: 3-69. Nikolaidou, I. / López-Villalba, M. (1997). "Re-belle et infidéle o el papel de la

traductora en la teoría y práctica de la traducción feminista". El papel del traductor, eds. E. Morillas / J. P. Arias. 75-102.

Nori, P. (2008). "Il traduttore come imbroglione". Gli autori invisibili: incontri sulla tra-duzione letteraria, ed. I. Carmignani. 61-64.

294

Nystedt, J. (1999). "L'i taliano nei documenti della CEE. Il progetto di Stoccolma: presen-tazione e sommario di dati stilolinguistici, statistici e quantitativi". Forskningsrap-porter. Cahiers de la Recherche, 10. Stockholm: Stockholms Universitet, Institutio-nem für franska och italienska.

Nystedt, J. (2002). "Un 'Europa per le donne - Le donne per l 'Europa: Problemi linguisti-ci di credibilità". Romansk Forum, 16: 933-940: www.duo.uio.no/roman/Art/Rf-16-02-2/ita/Nystedt.pdf.

Oñate, M. P. (1936.). Victoria. Madrid : Editorial Magisterio Español. Padilla Carmona, T. / Sánchez García, M. / Martín Berrido, M. / Moreno Sánchez, E.

(1999 ). "Análisis de los estereotipos sexistas en una muestra de estudiantes de CC. de la Educación". RIE: Revista de Investigación Educativa, XVII: 127-147.

Paravati, C. (2005). "Syria Poletti: sus obsesiones reveladas a través de estructuras lingüísticas". Ancora Syria Poletti: Friuli e Argentina due realtà a confronto, ed. S. Serafin. 99-114.

Paricio Talayero, J.M. (2006). "Lactancia materna, colecho y sueño. Revisión bibliográfica". Actas del IV Congreso Español de Lactancia Materna, eds. N.M. Díaz-Gómez / J.J. Lasarte Velillas. 32-36.

Pèninou, G. (1976). Semiótica de la publicidad. Barcelona: Gustavo Gili. Peña, S. (1997). "El traductor en su jaula: hacia una pauta de análisis de traducciones". El

papel del traductor, eds. E. Morillas / J. P. Arias. 19-57. Pereda López, A. (2000). "La mujer burgalesa en la América del s. XVI". XIII Coloquio

de Historia Canario-Americana. VIII Congreso Internacional de Historia de America (AEA) (1998), ed. F. Morales Padrón. 1152-1161.

Pérez Fernández, K. (2004.). "Apell idos moriscos en Perú": http://identidadandaluza.wordpress.com/2010/02/10/apellidos-moriscos-en peru/

Pérez Merinero, C. (1981). Días de guardar. Barcelona: Bruguera. Pérez Vázquez, M.E. (2007). "Indefinidos en diccionarios bilingües". Perfiles para la

historia y crítica de la lexicografía bilingüe del español, ed. F. San Vicente. 239-261. Pérez Vázquez, M.E. (2008). "Sin enseñar el neutro". RedELE, 13: 1-13:

www.mec.es/redELE Pérez-Amat García, R. / Núñez Puente, S. / García Jiménez, A. (2008). Comunicación,

Identidad y Género. Madrid: Editorial Fragua. Peri Rossi, C. (2005). Poesía Reunida. Barcelona: Lumen. Peri Rossi, C. (2008). Playstation. Madrid: Visor Libros. Podolefsky, A. / Brown, P.J. (eds.) (2006). Applying Cultural Anthropology: An Introduc-

tory Reader. Mountain View, CA: Mayfield Publishing. Poletti, S. (1971). Extraño oficio (crónica de una obsesión). Buenos Aires: Losada. Poletti, S. (1976). Gente conmigo. Buenos Aires: Losada. Poletti, S. (1998). Gente con me. Venezia: Marsilio. Poletti, S. (2007). La linea del fuoco. Pordenone: Edizioni Biblioteca dell ' Immagine. Porto Dapena, J. Á. (1999). "Género arroba, neutralización masculino, femenino y

síndrome antimachista". Español actual: revista de español vivo, 72: 5-14. Porzio Serravalle, E. (ed.) (2000). Saperi e libertà. Maschile e femminile nei libri, nella

scuola, nella vita. Vademecum I. Milano: Associazione Italiana Editori. (Progetto Po-lite, Pari opportunità e libri di testo)

Porzio Serravalle, E. (ed.) (2001). Saperi e libertà. Maschile e femminile nei libri, nella scuola, nella vita. Vademecum II. Milano: Associazione Italiana Editori. (Progetto Po-lite, Pari opportunità e libri di testo).

295

Pumar Martínez, C. (1988). Españolas en Indias. Mujeres soldado, adelantadas y gobernadoras. Madrid: Biblioteca Iberoamericana.

Ragazzoni, S. (2004). "Escribir y vivir es lo mismo: esperienza esistenziale/motivo lette-rario in Syria Poletti". Immigrazione friulana in Argentina: Syria Poletti racconta, ed. S. Serafin. 63-74.

Ramírez, J.A. (1975). El cómic femenino en España: arte sub y anulación. Madrid: Edicusa.

Real Academia de la Lengua Española (1973) [1989]. Esbozo de una nueva gramática de la lengua española. Madrid: Espasa-Calpe.

Real Academia de la Lengua Española, Banco de datos (CREA) [en línea]. Corpus de referencia del español actual: www.rae.es

Real Academia Española (1992) [2001]. DRAE: Diccionario de la Real Academia Española. Madrid: Espasa Calpe.

Rega, L. (2001). La traduzione letteraria. Torino: UTET Reyes, G. (1998). El abecé de la pragmática. Madrid: Arco Libros. Reyzábal, Ma .V. (2006). "Mujer, educación de calidad y protagonismo social". La mujer

en la perspectiva intercultural, ed. E. Soriano Ayala. 205-265. Rich, A. (1996). Nato di donna. Milano: Garzanti. Rincón, O. (2006). Narrativas mediáticas. O cómo se cuenta la sociedad del

entretenimiento. Barcelona: Gedisa. Rivera-Garretas, Ma.M. (1994a). Nombrar el mundo en femenino. Pensamiento de las

mujeres y teoría feminista. Barcelona: Icaria. Rivera-Garretas, Ma M. (1994b). "Feminismo de la diferencia. Partir de sí". El Viejo

Topo, 73: 31-35. Robelo A. (2004). ' L o s mestizos y las castas". Artehistoria:

www. artehistoria. j cy l. e s/historia/contexto s/1535. htm Robles Fernández, G. (2006). "La mujer en los manuales de E/LE: del estereotipo al personaje

real e histórico". RedELE, 5: www.mepsyd.es/redele/Biblioteca2006/GorettyRobles.shtml Robustelli, C. (2000). "Lingua e identità di genere". Saperi e libertà: maschile e femminile

nei libri, nella scuola, nella vita. Vademecum I, ed. E. Porzio Serravalle. 53-68. Robustelli, C. (2007). "Ministro o Ministra? Proposta per un uso della lingua italiana rispettoso

della dignità di genere": www.noidonne.org/articolo/ php?ID=01383, ult. cons. 22/04/2010. Rocco, F. (2005). "Produzione letteraria argentina tra gli anni '40 e gli anni '90". Ancora

Syria Poletti. Friuli e Argentina due realtà a confronto, ed. S. Serafin. 13-28. Rodrigo Alsina, M. (2000). "Prólogo. Identidades de género". Las imágenes de la

maternidad. El imaginario de la maternidad en Occidente desde sus orígenes hasta la cultura de masas, ed. M. Lozano Estivalís. 9-12.

Rodríguez Almodóvar, A. (2005). El bello durmiente. Sevilla: Algaida Editores. Rodríguez Freyle, J. (1926 [1636]). El carnero. Bogotá: Ediciones Colombia. Rodríguez Monroy, A. (1999). El saber del traductor. Barcelona: Montesinos. Roth, P. (1972). The Breast. N e w York: Vintage. Ruiz Berrio, J. (2002). La editorial Calleja, un agente de modernización educativa en la

Restauración. Madrid: UNED. Ruspini, E. (2003). Le identità di genere. Roma: Carocci. Saba, U. (1975). Ernesto. L. Saba (ed.). Torino: Einaudi. Saba, U. (1987 e 1995). Ernesto. Barcelona: La Magrana. (Trad. R. Arqués). Saba, U. (1990). Ernesto. Barcelona: Ultramar. (Trad. F. Amella). Saba, U. (1995). Ernesto (edizione critica di M. A. Grignani). Torino: Einaudi.

296

Saba, U. (2005). Ernesto. Valencia: Pre-Textos. (Trad. I. Verdejo). Sabatini, A. (1986). Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. Ro-

ma: Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sabatini, A. (1987a). Il sessismo nella lingua italiana. Commissione nazionale per la rea-

lizzazione della parità tra uomo e donna. Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dire-zione generale delle informazioni della editoria e della proprietà letteraria, artistica e scientifica. Roma: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Sabatini, A. (1987b). Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. E-stratto di Il sessismo nella lingua italiana: www.innovazionepa. gov.it/media/277361/linguaggio_non_sessista.pdf, pp. 97-122.

Sáiz Ripol, A. (2001). "Memoria de los años 60": www.islabahia.com/arenaycal/2001/05mayo/anabel.htm

Sáiz Ripoll, A. (2004). "La literatura infantil española en el siglo XX". Primeras Noticias. Revista de Literatura, 205:17-24.

Sala, M. (1965). "La organización de una "norma" española en el judeo-español". AHI. Actas II. Centro Virtual Cervantes: http://cvc.cervantes.es/obref/aih/aih_ii.htm.

Salgado, D. (2008). "María Raimóndez acusa a una editorial de "traducción sexista". El País:

www.elpais.com/articulo/Galicia/Maria/Reimondez/acusa/editorial/traduccion/sexista/elpe piautgal/20080402elpgal_18/Tes

San Vicente, F. (ed.) (2007). Perfiles para la historia y crítica de la lexicografía bilingüe del español. Monza: Polimetrica International Scientific Publisher.

Santaemilia, J. (ed.) (2003). Género, lenguaje y traducción: actas del primer seminario internacional sobre género y lenguaje (El género de la traducción - La traducción del género). Valencia: Universidad de Valencia.

Sardo, R. / Centorrino, M. (eds.) (2007). Dall'antenna alla parabola. Modelli di ricezione e fruizione della tv dei ragazzi oggi. Roma: Bonanno.

Sau, V. (1996). "Construcción de la identidad personal y la influencia del género". La coeducación, ¿ transversal de los transversales?, AA. VV. 11-20.

Sbisà, M. (1984). La mamma di carta. Per una critica dello stereotipo materno. Milano: Emme Edizioni.

Sbisà, M. (ed.) (1987). Gli atti linguistici. Milano: Feltrinelli. Schapire, A. (2003). "Se avla espanyol. Entrevista a Haim Vidal Sephiha". Página 12:

www.pagina12.com.ar/diario/suplementos/libros/10-503-2003-03-27.html Scheper Hughes, N. (1992). Death without weeping: the violence of everyday life in Bra-

zil. Berkeley: University of California Press. Schopp, J.F. (2002). "Typography and Layout as a Translation Problem". Translation:

New Ideas for a New Century. Proceedings of the XVIFIT World Congress, ed. FIT (International Federation of Translators). 271-275.

Secretaría confederal de la mujer (Ministerio de trabajo y asuntos sociales) (2007). GBP: Guía de buenas prácticas para el uso de un lenguaje no sexista en la negociación colectiva, guía para delegadas y delegados. Madrid: Paralelo Edición.

Semprini, A. (1997). Analizzare la comunicazione. Come analizzare la pubblicità, le im-magini, i media. Milano: FrancoAngeli.

Serafin, S. (ed.) (2004). Immigrazione friulana in Argentina: Syria Poletti racconta. Ro-ma: Bulzoni.

297

Serafín, S. (2004a). "Donne e emigrazione in Gente conmigo: simboli di una duplice pro-scrizione". Immigrazione friulana in Argentina. Syria Poletti racconta, ed. S. Serafin. 75-90.

Serafin, S. (2004b), "Syria Poletti: biografia di una passione". Immigrazione friulana in Argentina: Syria Poletti racconta, ed. S. Serafin. 11-24.

Serafin, S. (ed.) (2005). Ancora Syria Poletti. Friuli e Argentina due realtà a confronto. Roma: Bulzoni.

Serafin, S. (2005). "Extraño Oficio: il potere salvifico dell 'arte". Ancora Syria Poletti. Friuli e Argentina due realtà a confronto, ed. S. Serafin. 29-46.

Showalter, E. (1978). A Literature of Their Own: British Women Novelists from Bronte to Lessing. London: Virago.

Silveira, S. (2000). La dimensión de género en la formación y en las relaciones laborales: www.cinterfor.org.uy/public/spanish/region/ampro/cinterfor/publ/sala/silv/rellab/inde x.htm

Simon, S. (1996). Gender in Translation: Cultural Identity and the Politics of Transmis-sion. London: Routledge.

Skinner, J. (1998). The stepmother tongue: an Introduction to New Anglophone Fiction. N e w York: St Mart in 's Press.

Small, M.F. (v). "Our babies, ourselves". Applying Cultural Anthropology: An Introduc-tory Reader, eds. A. Podolefsky / P.J. Brown. 261-267.

Solana, E. (1952). Lecturas infantiles. Madrid: Editorial Escuela Española. Soriano Ayala, E. (ed.) (2006.). La mujer en la perspectiva intercultural. Madrid:

Editorial la Muralla. Sotomayor Sáez, M.V. (2007). "El humor en la literatura infantil del franquismo". Anales

de Literatura Española, XIX: 237-251. Spina, S. (1995). "Lessico, donne e mondo del lavoro: i nomi femminili di mestieri nella

letteratura italiana". Donna e linguaggio. Convegno Internazionale di Studi (Sappa-da/Plodn), ed. G. Marcato. 129-140.

Steams, C.A. (1999). "Breasting and the good maternal body". Gender and Society, XIII, 3: 308-325.

Steiner, G. (1975). After Babel. Aspects of Language and Translation. Oxford: Oxford University Press.

Sunderland, J. (2000). "New understandings of gender and language classroom research: texts, teacher talk and student talk". Language Teaching Research, 4, 2: 149-173.

Talbot, M. (1998). Language and Gender. An introduction. Cambridge: Polity Press. Torres, M. (2009). "Amada Cenicienta. Prólogo a La cenicienta que no quería comer

perdices": www.lacenicientaquenoqueriacomerperdices.com/docs/cenicienta-prologo-1.pdf

Turin, A. (1995). Los cuentos siguen contando. Madrid: Editorial Horas y Horas. Turin, A. / Curti, A. (1988). La chaqueta remendada. Barcelona: Lumen. Ulchur Collazos, I. (2000). "Betty la fea: la suerte de la inteligencia". Chasqui:

http://chasqui.comunica.org/ulchur71.htm Medina Guerra, A.M. (coord.) (1990). Uso no sexista del lenguaje administrativo.

«Manual de estilo de lenguaje administrativo». Madrid: MAP. 155-161. Van Esterik, P. (2002). "Contemporary Trends in Infant Feeding Research". Annual Re-

view of Anthropology, XXXI: 257-278.

298

Van Esterik, P. (2004). "Are Media Putting Infants at Risk? Environmental Risks, Breast Feeding and the Media". Women & Environments International Magazine, LXII/ LXIII: 42-43.

Vega, M.A. (1994). Textos clásicos de teoría de la traducción. Madrid: Cátedra. Venuti, L. (1995). The Translator's Invisibility: A History of Translation. London:

Routledge. Vera, G.C. / Martín, C.J. (2000). "Lactancia materna en España. Resultado de una

encuesta de ámbito estatal". Revista Pediatría de atención Primaria, II, 7: 21-35. Vertele (2006). "Con Betty, rompimos moldes sin pretenderlo". Vertel:

www.vertele.com/noticias/detail.php?id=2949 Vidal Claramonte, C.Á. (1998). El futuro de la traducción. Últimas teorías. Nuevas

aplicaciones. Valencia: Institució Alfons el Magnànim. Vigara Tauste, A.M./ Jiménez Catalán, R.M. (eds.) (2002). Género, sexo, discurso.

Madrid: Ediciones del Laberinto. Vilches, L. (2005). "Betty la Fea, entre Telenovela y Sitcom. Entrevista con Fernando Gaitán". La

revista del guión: Guionactualidad. http://guionactualidad.uach.cl/spip.php?article981 Vilches, L. (comp.) (2007). "Culturas y mercados de la ficción televisiva en

Iberoamérica". Anuario OBITEL 2007. Barcelona: Gedisa. Visa, L. (1998). "Quino afirma que Mafalda le facilitó una relación intensa con el

público": www.elpais.com/articulo/cultura/Quino/afirma/Mafalda/le/facilito/relacion/intensa/pu

blico/elpepicul/19980119elpepicul_5/Tes Volli, U. (2005a). Manuale di semiotica. Bari: Laterza Volli, U. (2005b). Semiotica della pubblicità. Bari: Laterza. Weimer, J.P. (1999). "Breastfeeding: Health and Economic Issues". FoodReview, XXII,

2: 31-35 Whitaker, E.D. (1998). "Ancient Bodies, Modern Customs and Our Health". Applying

Cultural Anthropology: An Introductory Reader, eds. A. Podolefsky / P.J. Brown. 58-67.

Whitaker, E.D. (2000). Measuring Mamma's Milk: Fascism and the Medicalization of Maternity in Italy. Ann Arbor: University of Michigan Press.

Whiteford, L. / Manderson, L. (eds.) (2000). Global Health Policy, Local Realities: the Fallacy of the Level Playing Field. Boulder: Lynne Rienner.

Woolf, V. (1929). A Room of One's Own. London: Harcourt Brace. Woolf, V. (1935-1936). Un cuarto propio. Traducción de Jorge Luis Borges. Sur (Buenos

Aires): n° 15, diciembre 1935: 8-29; n° 16, enero 1936: 26-58; n° 17, febrero 1936: 41-61; n° 18, marzo 1936: 46-81. (Trad. J.L. Borges) [Reproducida en formato libro: Buenos Aires: Sur, 1936; reproducida en edición de Carlos Meneses. Gijón: Júcar. Biblioteca de Traductores, 1991. Reimpreso: Madrid: Alianza, 2003].

Woolf, V. (1966). Collected Essays. Four volumes. London: The Hogarth Press. Woolf, V. (1967). Una habitación propia. Barcelona: Seix Barral. (Trad. L. Pujol). Woolf, V. (2003). Un cuarto propio. Madrid: Editorial horas y horas. (Trad. Ma M.

Rivera-Garretas). Yalom, M. (1997). A History of the Breast. N e w York: Alfred A. Knope. Zoja, L. (2000). Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre. To-

rino: Bollati Boringhieri. Zum Felde, A. (1967). Proceso intelectual del Uruguay. Montevideo: Ediciones del

Nuevo Mundo.

299