echi su nola, in apolline project vol.1: studies on vesuvius' north slope and the bay of naples

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Apolline Project vol.1: Studies on Vesuvius’ North Slope and the Bay of Naples edited by Girolamo F. De Simone Roger T. Macfarlane UNIVERSITÀ DEGLI STUDÎ SUOR ORSOLA BENINCASA Brigham Young University

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ApollineProject

vol.1:Studies

on Vesuvius’North Slope

andthe Bay

of Naples

edited by

Girolamo F. De SimoneRoger T. Macfarlane

UNIVERSITÀ DEGLI STUDÎ SUOR ORSOLA BENINCASA Brigham Young University

Quaderni della Ricera Scientifica

Serie Beni Culturali14

diretta daGennaro Carillo, Piero Craveri, Massimiliano Marazzi

I volumi della collana sono distribuiti da

HERDER

00186 Roma piazza Montecitorio, 120tel. +39 06.6794628 / 6795304fax +39 [email protected]

isbn 978-88-96055-00-7

progetto graficoSergio Prozzillo

composizione e impaginazioneMel Thorne, Danielle Dunaway Rowan, Noelle West Perner,Taylor Rounzian, Kaitlyn Tolman, Joseph Sowa

tutti i diritti sono riservatiSuor Orsola Benincasa nell’Università il 2009Napoli via Suor Orsola, 10

table of contents

11 presentazione di francesco de sanctis13 forward by john r. rosenberg15 saluto di francesco pinto

17 girolamo f. de simone, roger t. macfarlane introduction

23 THE BAY OF NAPLES

umberto pappalardo the roman villas on the bay of naples (le ville romane nel golfo di napoli) 25

roberta belli il ninfeo di punta epitaffio: antrum cyclopis e l’ideologia di un

imperatore (the nymphaeum of punta epitaffio at baia: antrum cyclopis

and the ideology of an emperor) 49

rosaria ciardiello la villa di poppea ad oplontis: decorazioni dalla repubblica

all’impero (the villa of poppea at oplontis: decorative frescoes from

republic to the empire) 64

vincenzo franciosi pompei: lo sviluppo urbanistico (pompeii and its urban development) 77

mario grimaldi l’area suburbana sud-occidentale di pompei e la villa imperiale (the south-western suburban area of pompeii and the impe-

rial villa) 87

100 THE NORTH SLOPE OF VESUVIUS

roger t. macfarlane vesuvian narratives: collisions and collusions of man and

volcano (descrizioni vesuviane: collisioni e collusioni fra uomo e

vulcano) 103

maurizio bugno echi su nola (nolan echoes) 122

7

aniello parma l’organizzazione del territorio rurale di nola in età romana

(the roman organization of the nolan territory) 133

matteo della corte† augustus in his last visit to campania: capri and apragopolis;

octavianum and summa villa (augusto nella sua ultima visita in campania: capri ed aprago-

polis; octavianum e la summa villa) 144

antonio de simone ricerche e scavi a somma vesuviana (field research and excavations in somma vesuviana) 157

tomoo mukai, cohe sugiyama, masanori aoyagi osservazioni preliminari sulla ceramica comune del sito

romano in somma vesuviana, località starza della regina (preliminary notes on the coarse ware from the roman site of somma vesuviana, località starza della regina) 172

girolamo f. de simone pollena trocchia: archives and field survey results (pollena trocchia: risultati della ricerca d’archivio e

sul campo) 191

g.f. de simone, r.t. macfarlane, m. lubrano, j.l.bartlett, r. cannella, c.s. martucci, c. scarpati, a. perrotta

apolline project 2007: il sito romano di pollena trocchia in località masseria de carolis

(apolline project 2007: the roman site of pollena trocchia, località masseria de carolis) 207

eliodoro savino l’area vesuviana in età tardoantica: modalità insediative e

strutture produttive (the environs of vesuvius in late antiquity: modes of settle-

ment and productive structures) 240

mark johnson the constantinian churches of campania: texts and contexts (le chiese costantiniane in campania: testi e contesti) 247

gianluca del mastro belisarius’ repopulation of neapolis: troccla in landolfus sagax’

roman history (il ripopolamento di napoli dopo l’assedio di belisario. la

menzione di trocla nella historia romana di landolfo sagace) 254

giovanni abete note di toponomastica vesuviana: pollena e trocchia (notes on vesuvian place-names: pollena and trocchia) 263

claudio scarpati, annamaria perrotta, giuseppe luongo

the history of eruptions on the northern slope of somma-vesuvius

(la storia delle eruzioni sul versante settentrionale del somma-vesuvio) 271

8

annamaria perrotta, claudio scarpati vulcani come distruttori e conservatori di habitat naturali ed

antropici: il vesuvio e gli insediamenti romani (volcanic destroyers and preservers of natural and human

habitats: vesuvius and roman settlements) 279

elizabeth a.o. hunter, jeffery d. keith formation of vesicle-hosted cu-sn-co-ag alloys in young mafic

lavas: a preliminary comparison of alkaline and oib suites 287

emilia allevato, gaetano di pasquale archaeobotanical data from vesuvius region in the roman

period: state of the art and perspective (dati archeobotanici dall’area vesuviana in età romana: stato

dell’arte e prospettive future) 298

312 STUDENTS’ PAPERS

rachel e.d. lambourne the poetry of the olive: war and peace in vergil’s georgics (la poetica dell’olivo: guerra e pace nelle georgiche

virgiliane) 315

sheridan g. green villa ownership beyond d’arms: romans off the bay of naples (iromani oltre le ville costiere: note sulla teoria di d’arms) 321

jonathan r. rainey the patronage of a saint: paulinus and the cult of st. felix (sotto gli auspici di un santo: paolino ed il culto di

san felice) 328

rebecca e. romney paulinus of nola: classical poet-scholar with christian goals

(paolino di nola: letterato classico con finalità evangeliche) 337

rita j. berger facing the fire: vesuvia and the evacuation of vesuvius towns (fronteggiare il fuoco: vesuvia e l’evacuazione dei centri vesu-

viani) 346

elliott d. wise madonna dell’arco and the byzantine interface in

southern italy (la madonna dell’arco e le presenze bizantine nell’italia meri-

dionale) 354

bradley d. bacigalupi the legal processes of acquiring land for archaeological

purposes in italy: the university of tokyo’s approach at somma vesuviana

(le procedure legali per l’acquisizione di terreni per finalità archeologiche in italia: l’esempio dell’università di tokyo a somma vesuviana) 365

370 COLOR FIGURES

9

122

Maurizio Bugnoechi su Nola

Nolan Echoes: Nola’s fame, both for its rural settlement and for its agricultural production, make the land noteworthy in tradition. The most ancient literary references to Nola re-constitute fragments of a history of a center which — first inte-grated into the Etruscan world, then brought into contact with Greek culture, and at last with Roman influence — maintai-ned nevertheless traces of its own distinct nature. Along the coast, Nola held Herculaneum as its first point of communi-cation, then Neapolis and Pompeii afterwards. The richness of its land, bound to the presence of Vesuvius, seems to have been celebrated in Vergil’s second Georgic.

1. La storia, e la protostoria, anche per il popolamento e gli inse-diamenti sulla costa del Golfo di Napoli, e nell’area vesuviana, risentono molto delle possibilità interpretative di segni che, sotto forma di serie testimoniali, dal passato fanno giungere echi di pensiero e frammenti di cultura materiale che a loro volta assumono poi senso multiforme a se-conda delle potenzialità interpretative disponibili. La documentazione letteraria, da parte sua, offre dei punti di vista, vere e proprie espressioni di tradizioni stratificate e di forme intellettive di un soggetto pensante.

Non sfuggono a questa premessa metodologica le notizie che risalgono a Ecateo di Mileto, vissuto alla fine del VI secolo a.C., le cui testimonianze vanno tuttavia lette con estrema prudenza per il fatto che sono note da frammenti di tradizione indiretta. Per la Campania si dispone di tre soli frammenti1 che ricordano Nola, «città di Ausoni» (FGrHist 1 F 61), Capua, «città d’Italia» (FGrHist 1 F 62) e Kaprie-ne (o anche Kapriai: odierna Capri), «isola d’Italia» (FGrHist 1 F 63). Le citazioni, forse anche a causa della loro ristrettezza, pongono subito degli interrogativi che derivano dalla formula espressa con lo stesso sin-tagma che nondimeno per un verso differenzia Capua da Nola, benché entrambe etrusche, dal momento che l’una viene riferita all’Italia, un toponimo, e l’altra agli Ausoni, un etnico2; mentre dall’altro accomuna Capua e Capri, che etrusca non era, poiché entrambe si trovano riferite all’Italia.

Le fonti di Ecateo potevano provenire dagli ambienti ionici d’occidente e, in parte, acheo- sibariti3, anche in virtù del legame forte che esisteva tra Sibari e Mileto4; inoltre, la provenienza delle tradizioni ecataiche potrebbe garantire sulle informazioni relative agli Etruschi, ben conosciuti dal mondo ionico- occidentale e anch’essi interlocutori

1Riportati tutti dagli Ethnika di STePh. byz. s.vv. Nola; Kapua; Kapriene, vedi Apparatus (sotto).

2Sulla fondazione etrusca di Nola v. CaTo fr. 69 (Peter) apud veLL. PaT. 1, 7, 2-3; PoLyb. 2, 17, 1 ricorda come un tempo Nola e la sua piana fossero state abitate dagli Etruschi. Cfr. M. Torelli, Storia degli Etruschi (Roma-Bari: Laterza, 19902), 42; A. Mele, “Le popolazioni italiche,” in Storia del Mezzogiorno, I, 1 (Napoli: Edizioni del Sole, 1991), 249-51.

3E. Lepore, “L’ITALÍA dal ‘punto di vista’ ionico: tra Ecateo ed Erodoto,” in Philias Charin. Miscellanea di studi in onore di Eugenio Manni (Roma: Giorgio Bretschneider, 1980), 1331-44.

4V. hdT. 6, 21, 1; cfr. schol. ariSToPh. Nub. 332; TzeTz. Chil. 7, 990 – 8, 7.

123

privilegiati dei Sibariti5.Se allora la nozione geografica, greca, di Italia, poteva essere

estesa a quelle realtà indigene che erano entrate in contatto col mondo greco, perché le fonti di Ecateo distinguono tra Capua e Nola? Cosa le faceva identificare con due riferimenti diversi? Il tipo di relazioni stabilite con i Greci6? Lo statuto che i Greci avevano loro assegnato? Oppure, cambiando punto di vista, c’era qualcosa di diverso tra loro e che prescindeva dalla definizione dei Greci? È innegabile che una gerarchia poteva essersi stabilita nei centri che direttamente o indiret-tamente erano in contatto o non con i Greci, Sibariti o meno che fosse-ro. Ma riferire Nola a un etnico, e particolarmente quello degli Ausoni implica delle grosse differenze7.

L’orizzonte etnico degli Ausoni in Campania era percepito come uno stadio culturale precedente la venuta etrusca e greca; rispet-to a Capua, Nola poteva dunque aver conservato una realtà culturale, e forse anche sociale, autonoma, non del tutto assorbita nel contesto etrusco cui poteva essere anche in qualche modo subordinata, tenen-do conto di una dialettica tra città e campagna8.

La fama di Nola, del suo insediamento rurale e della produzio-ne agricola, fanno del territorio il punto di forza della tradizione, ed è dunque al territorio che occorre guardare. Di Nola gli antichi hanno tramandato la sua posizione pianeggiante, non chiusa da fiume né mare (Liv. 23, 45, 10)9, situata nella parte sud-orientale della pianura campana (PoLyb. 3, 91, 6; cfr. anche 2, 17, 1), con uno sbocco sul mare in Pompei (STrabo 5, 4, 8). Fin dove, verso la costa, si spingesse il terri-torio di Nola è più difficile dirlo, è noto comunque che il suo agro era propinquo a quello di Neapolis10. Per quanto riguarda le comunicazio-ni, il Clanis (oggi Regi Lagni) e le paludi che accompagnavano il suo tratto potevano rendere preferibile la direzione sud-occidentale che lambiva le pendici settentrionali e nord-occidentali dell’attuale Monte Somma11. Prima della fondazione di Neapolis, la presenza greca at-testatasi fino a Partenope dovette distogliere i Nolani da quel tratto di costa e orientarli piuttosto verso Ercolano in cui d’altra parte, secondo la tradizione riportata da Strabone (5, 4, 8), non è ricordata la presenza greca ma una storia insediativa simile a quella conosciuta per Nola12: una fase osca su cui si innesta il momento etrusco13 fino alla conquista sannitica14. Ma le cose cambiarono con la fondazione di Neapolis e forse anche già prima con la decadenza di Partenope15.

Al tempo di Ecateo i Cumani vivevano un momento di crisi con la vicina Capua e con tutto il mondo etrusco16, qualche decennio dopo, la controffensiva greca contro gli Etruschi e la svolta di Neapo-lis, ben presto coinvolta negli interessi ateniesi e in posizioni sempre più autonome da Cuma, dovettero dare nuovo impulso all’economia agricola dell’entroterra, favorendo processi il cui risultato potrebbe rav-visarsi nella etnogenesi dei Campani a Capua, la cui provenienza so-ciale ed etnica pare doversi riportare ai villaggî agricoli e a quel mondo non del tutto integrato nel quadro etrusco17. È nell’ambito di questo riassetto culturale che va spiegata la tradizione riportata da Silio Itali-co (12, 161) e Giustino (20, 1, 13) che fa di Nola, e di Abella, una realtà

5TiM. fr.50 (Jacoby); diod. SiC. 8, 18, 1; 20; cfr. iaMbL. V.P. 267 (Tyrsenos e Tyrse-nis fra i pitagorici sibariti).

6V. PS.-SCyMn. 228-29 e 245-46: gli Ausoni sono collocati nelle aree interne, forse quelle non direttamente in contatto con i Greci.

7Cfr. E. Lepore, Origini e strutture della Campania antica. Saggi di storia etno-sociale (Bologna: Il Mulino, 1989), 13-30.

8V. STrabo 5, 4, 3. Cfr. Lepore, Origini e strutture, 57-84; Mele, Le popolazioni italiche, 244-46; G. Colonna, “Le civiltà anelleniche,” in Storia e civiltà della Campania. L’evo antico, ed. G. Pugliese Carratelli (Napoli: Electa, 1991), 26-32 e 58-59, e L. Cerchiai, I Campani (Milano: Longanesi, 1995), 21-25 e 127-40.

9Cfr. SiL. iT. Pun. 12, 162-64.10CiC. De off. 1, 33 (inizio II sec. a.C.,

forse nel 183); Liv. 24, 13, 7-11 (anno 214); vaL. Max. 7, 3, 4.

11Cfr. M. Frederiksen, Campania (Oxford: British School at Rome, 1984), 35 (Somma e Pollena nell’antico agro nolano); Lepore, Origini e strutture, 209-212; F. Càssola, “La conquista romana. La regione fino al V secolo d.C.” in Storia e civiltà della Campania. L’evo antico, ed. G. Pugliese Carratelli (Napoli: Electa, 1991), 104; P. Sommella, “Città e territorio nella Campania antica”, ibidem, 188-89.

12Cfr. Lepore, Origini e strutture, 243-263.

13TheoPhr. Hist. Plant. 9, 16, 6 ricorda i Tirreni di Herakleia.

14V. SoPh. fr. 598 (Radt) apud dion. haL. A.R. 1, 12: risalendo da mezzogiorno, all’Oinotria segue il golfo Tyrsenikos.

15V. Lepore, Origini e strutture, 212 nota 9.

16A. Mele, “Aristodemo, Cuma e il Lazio,” in Etruria e Lazio arcaico, ed. M. Cristofani (Roma: CNR, 1988) , 155-77.

17V. anTioCh. FGrH 555 FF 4 e 7; TiM. FGrH 566 F 58; PoLyb. 2, 17, 1; 3, 91, 6; 34, 11, 7; STrabo 5, 4, 3; Liv. 4, 37, 1-2; 10, 38; diod. SiC. 12, 31, 1; dion. haL. A.R. 15, 3, 7-8. Cfr. A. Mele, “La città greca,” in Napoli antica (Napoli: Macchiaroli, 1985), 106-107; E. Lepore, “La città tra Campani e Romani”, ibidem, 109; Lepore, Origini e strutture, 85-99; Mele, Le popolazioni italiche, 266-267 e 267-273; D. Musti, Strabone e la Magna Grecia. Città e popoli dell’Ita-lia antica (Padova: Esedra, 19942), 217-234; Cerchiai, 187-194.

124

calcidese. Questa notizia pare un indizio di apertura verso il comparto greco costiero, e particolarmente verso Neapolis che ben presto ebbe contatti con Nola – come testimonia la documentazione numismati-ca18 e la produzione di ceramica a figure rosse detta “Gruppo del Pila-stro della Civetta”19 – rievocati poi nel 328, quando proprio Nola, oltre che i Sanniti e Taranto, (Liv. 8, 22-23 e 25-26; dion. haL. A.R. exc. 15, 5-10; cfr. STrabo 5, 4, 7) intervenne a favore di Neapolis contro Roma e i suoi alleati campani, Capua e Cuma; un evento questo che, al di là del privilegio e della distinzione dei rapporti di Nola con Neapolis, ripropone, nella lunga durata, una segmentazione nei rapporti tra Nola stessa e Capua20. Il foedus aequum tra Roma e Neapolis (326) dovette poi orientare Nola piuttosto verso il porto di Pompei21, mentre gradual-mente andava crescendo nell’area l’influenza romana che, all’inizio del II secolo a.C., in un arbitrato, finì per usurpare un territorio di confine disputato tra Nolani e Neapolitani22.

2. Aulo Gellio (N.A. 6, 20, 1-4: seconda metà II secolo d.C.)23 racconta di aver letto in un certo commentario che un passo scritto e recitato da Vergilio (Georg. 2, 224-225) ricordava Nola in riferimento al vicino rilievo del Vesuvio («talem diues arat Capua et uicina Veseuo / Nola iugo»), e che poi il poeta, a causa di un risentimento verso i No-lani, avrebbe cancellato la citazione di Nola sostituendola in maniera tale che un generico «ora» si trovasse collegato al Vesuvio («talem diues arat Capua et uicina Veseuo / ora iugo»). Gellio non si sforza di veri-ficare la tradizione, tuttavia apprezza – sul piano poetico – la soavità musicale dell’emendamento.

La notizia riportata da Gellio è molto importante poiché essa era già confluita in un commentario, forse quello di Giulio Igino (età augustea) che leggeva anche un liber domesticus24 di Vergilio ed era ben noto a Gellio25, o forse piuttosto quello di Probo (seconda metà I secolo) di cui Gellio stesso conosceva tradizione non solo diretta26 ma anche indiretta, per bocca dei discepoli di quello27. Il riferimento a un commentario, che oltre tutto non solo ricorda la doppia stesura scritta del verso ma anche la causa dell’emendamento, e infine il fatto che la prima versione era stata anche recitata, se non in direzione di un testi-mone diretto, orienta almeno verso una fonte molto ben informata28 dal momento che l’episodio è ben presto confluito in una tradizione scritta e che si discute di personaggi, e di luoghi, storicamente ben de-finiti. Ci sono dunque indizî per poter valutare la genuinità della tradi-zione di Gellio. Ben diverso è il valore che possono avere i commentarî più tardi di Donato (IV secolo) e Servio (IV / inizio V secolo) i quali, non solo non vanno messi sullo stesso piano di quelli più antichi, ma possono essersi aperti anche ad autoschediasmi, potendo inoltre aver risentito – per le notizie su Nola – dell’influenza esercitata da Meropio Ponzio Paolino (IV / V secolo), vescovo di Nola29.

Vergilio compose le Georgiche tra il 37 e il 29 a.C., risiedendo a Napoli30, sotto pressione di Mecenate31 con ricorrenti richiami a Ottavia-no32 al cui ritorno dall’Oriente – dopo la battaglia di Azio – esse furono lette, alternandosi Vergilio e Mecenate, ad Atella nell’estate del 2933. Il

18Cfr. R. Cantilena, “La monetazione”, in Napoli antica (Napoli: Macchiaroli, 1985), 354-58; K. Rutter, “La monetazione di Neapolis fino al 380 a.C.”, in La mone-tazione di Neapolis nella Campania antica (Napoli: Arte Tipografica, 1986), 74-83; A. Stazio, “Monetazione delle ‘poleis’ greche e monetazione degli ‘ethne’ indigeni,” in Magna Grecia. Lo sviluppo politico, sociale ed economico, ed. G. Pugliese Carratelli (Milano: Electa, 1987), 171; A. Stazio, “La Monetazione,” in Storia e civiltà della Campania. L’evo antico, ed. G. Pugliese Carratelli (Napoli: Electa, 1991), 240-43.

19Cerchiai, 191-92; A. Pontrandolfo, “L’influenza attica nella produzione coloniale in area tirrenica,” in La politica ateniese in Magna Grecia nel V sec. a.C., Ostraka VI.1 (1997): 95-107.

20Cfr. Lepore, La città, 109-15; Lepore, Origini e strutture, 212-19; Cerchiai, 195-200.

21STrabo 5, 4, 8.22CiC. De off. 1, 33 (forse nel 183); vaL.

Max. 7, 3, 4.23geLL. N.A. 6, 20, 1-4. Vedi Apparatus.

Cfr. anche Serv. ad loc.24geLL. N.A. pr. 1, 21; 1, 21, 1.25geLL. N.A. pr. 1, 21; 5, 8; 7, 6; 10, 16; 16,

6; 1, 14, 1; 1, 21, 1-4; 5, 8, 1; 5, 8, 3; 6, 1, 2; 7, 6, 1-2; 7, 6, 5; 10, 16, 1; 10, 18, 7; 16, 6, 1; 16, 6, 14-15.

26geLL. N.A. pr. 4, 7; 1, 15, 18; 3, 1, 5-6; 4, 7, 1; 6, 7, 3; 6, 9, 11-12; 6, 9, 14-15; 13, 21, 1; 13, 21, 3; 13, 21, 8-9; 15, 30, 4-6; 17, 9, 5.

27geLL. N.A. 9, 9, 12. 28Si potrebbe pensare a Vario e Tucca,

curatori dell’Eneide: cfr. Vita Vergilii Donatiana 37 ss.; Vita Vergilii Serviana.

29Contra: A. Barchiesi, “La vendetta del silenzio. Uno schema esegetico antico e una pretesa correzione d’autore in Virgilio, Georgiche, 2, 225,” Annali della Scuola normale superiore di Pisa s.III IX, 2 (1979): 527-37; L.A. Holford-Strevens, “Nola, Vergil, and Paulinus, ” Classical Quarterly n.s. XXIX (1979.2): 391-93; M. Gigante, Virgilio e la Campania (Napoli: Giannini, 1984), 26 e 53-65, che sostiene la pars destruens del Barchiesi proponendo tuttavia di intendere Ercolano (specialmente pp.63-65). Servio postula una sostituzione di Nola anche all’interno dell’Eneide (7, 740: v. Serv. ad loc.): ma è questa una interpreta-zione tendenziosa prodotta dalla notizia di Georg. 2, 224.

30verg. Georg. 4, 563-64.31Mecenate viene citato con perfetta

simmetria: verg. Georg. 1, 2; 2, 41; 3, 41; 4, 2.32verg. Georg. 1, 25; 503; 2, 170; 3, 16;

47-48; 4, 560.33Vita Vergilii Donatiana 27.

125

contesto della Georgica II è agricolo e arboricolo, con invocazione a Bacco (v. 2), contiene inoltre una allocuzione a Mecenate34 e il riferi-mento al ritorno di Ottaviano dall’Oriente35, nella parte finale dell’elo-gio dell’Italia36. Vergilio conosceva bene non solo Napoli e Atella ma forse anche la stessa Nola; sappiamo infatti dalla notizia di Gellio che frequentava un rus propincum a Nola37 verso cui i Nolani negarono un trasporto d’acqua richiesta dal poeta, episodio che provocò il risen-timento di Vergilio. C’è dunque quanto meno il sospetto che, nono-stante l’eliminazione del riferimento a Nola, Vergilio avesse composto e lasciata intatta la Georgica nella componente relativa al patrimonio culturale, mitico e agricolo, che egli aveva conosciuto per Nola e per il Vesuvio.

Nella prima stesura del verso 225, la citazione di Nola, non altri-menti nota nell’opera vergiliana, era inserita in una sezione in cui ven-gono presi in considerazione i diversi tipi di terreno, ed è bene notare che al verso 224 cade anche l’unica citazione del Vesuvio in Vergilio: Nola e il Vesuvio si sarebbero trovati pertanto, almeno nella prima re-dazione della seconda Georgica, strettamente collegati in un contesto agricolo che, oltre tutto, renderebbe meno probabile un’allusione a lo-calità costiere38. Infatti, subito dopo il passo con il riferimento a Nola e al Vesuvio, vengono citati Bacco e Cerere (Georg. 2, vv. 226 ss.) per i quali Plinio ricorda un summum certamen nell’agro campano secon-do una tradizione antica («ut veteres dixere»)39 che in tal modo decan-tava la ricchezza cerealicola e vitivinicola della regione. Inoltre, nella stessa Georgica c’è anche l’unico riferimento – almeno in quest’opera – agli Ausoni (v. 385) e all’Etruria (v. 533): a tal riguardo è interessante osservare come, sia il riferimento agli Ausoni, sia quello all’Etruria, ri-corrano nel contesto della descrizione di riti per Bacco (vv. 380-396 e vv. 527-531).

I richiami al mito e ai riti in onore di Bacco meritano grande attenzione sopra tutto dopo il rinvenimento di una villa, riadattata suc-cessivamente a tempio, in località Starza della Regina nel comune di Somma Vesuviana (NA) dove c’è un interessante quadro iconografico nel quale si impone, almeno finora, la figura di Dioniso con pantera. Va ricordato che Augusto morì, il 19 agosto del 14 d.C., nella casa in cui era morto suo padre Ottavio nel territorio di quella che era ormai la sua Colonia Felix Augusta Nola40, e nello stesso territorio Tiberio, nel 26, dedicò un tempio ad Augusto41. Come ipotesi di lavoro, sarà interessante, anche alla luce di ulteriori rinvenimenti, confrontare il programma decorativo della villa con il tempio che, nella terza Geor-gica (vv. 1-48), Vergilio descrive, nell’intenzione di volerlo dedicare a Ottaviano.

Apparatus fontium antiquarum:

Hekataios Milesios (500-400 B.C.), Periegesis — Frag-mente der griechischer Historiker (ed. Jacoby)

FGrHist 1F61: Stephanus Byzantius:

34verg. Georg. 2, 39-46.35verg. Georg. 2, 170-72.36verg. Georg. 2, 109-76.37Sulla organizzazione per pagi del

territorio di Nola, in età romana, v. G. Camo-deca, “I pagi di Nola,” in Modalità insedia-tive e strutture agrarie nell’Italia meridionale di età romana, eds. E. Lo Cascio & A. Storchi Marino (Bari: Edipuglia, 2001), 413-433.

38Gigante, 63-65, ha sostenuto l’ipotesi che il passo facesse riferimento ad Ercolano.

39PLin. N.H. 3, 60. Cfr. SoPh. Ant. 1115-1152; fr. 600 Radt apud PLin. N.H. 18, 65. Per un orientamento cronologico sulle tradizioni ‘antiche’ cfr. dion. haL. Thuc. 5.

40TaC. Ann. 1, 5; 9; SueT. Aug. 98, 5; 100, 1; veLL. PaT. 2, 123, 1; CaSS. dio 56, 29, 2.

41TaC. Ann. 4, 57; SueT. Tib. 40, 1; CaSS. dio 56, 46, 3.

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Νῶλα· πόλις Αὐσόνων. Ἑκατᾶιος Εὐπώπηι. Νώλην δὲ αὐτὴν Πολύβιός φησιν (II 17, 1).

Nola: an Ausonian city. Hecateaus discusses it under Europe in his Periegesis. Polybius spells the name with a final eta, Νώλη.

FGrHist 1F62: Stephanus Byzantius: Καπύα· πόλις Ἰταλίας. Ἑκαταῖος Εὐρώπηι. ἀπὸ Κάπνος τοῦ

Τρωικοῦ. Capua: a city of Italy. Hecateaus discusses it under

Europe in his Periegesis. Its name comes from the smoke of Troy.

FGrHist 1F63: Stephanus Byzantius: Καπριήνη· νῆσος Ἰταλίας. Ἑκαταῖος Εὐρώπηι.

λέγονται καὶ Καπρίαι. Capriene: an Italian island. Hecataeus discusses it un-

der Europe in his Periegesis. Some people call it Capri.

titus livius (59 B.C. – A.D. 17), Ab urbe condita libri

Liv. 23, 45, 10: Hannibal exorts his troops: Expugnate Nolam, campestrem urbem, non flumine, non mari

saeptam. Hinc vos ex tam opulenta urbe praeda spoliisque onustus vel ducam quo voletis vel sequar.

Take Nola by storm, a city of the plain, fenced neither by river nor by sea. From this place, a city of such wealth, either I will lead you, laden with booty and spoils, or I will follow you whithersoever you shall desire.

Liv. 24. 13. 7-11: Hannibal’s activities at Nola: Triduum ibi mora-tus Poenus ab omni parte temptato praesidio, deinde, ut nihil procede-bat, ad populandum agrum Neapolitanum magis ira quam potiundae urbis spe processit. Adventu eius in propincum agrum mota Nolana est plebs, iam diu aversa ab Romanis et infesta senatui suo. Itaque legati ad arcessendum Hannibalem cum haud dubio promisso tradendae urbis venerunt. Praevenit inceptum eorum Marcellus consul a primoribus accitus. Die uno Suessulam a Calibus, cum Volturnus amnis traiecien-tem moratus esset, contenderat; inde proxima nocte sex milia peditum, equites trecentos, qui praesidio senatui essent, Nolam intromisit. Et uti a consule omnia inpigre facta sunt ad praeoccupandam Nolam, ita Hannibal tempus terebat, bis iam ante nequiquam temptata re segnior ad credendum Nolanis factus.

There the Carthaginian tarried three days, attacking the garrison from every side; and then, having achieved no success, he set out to ravage the territory of Neapolis, rather in anger than with the hope of taking the city. His coming into a neighbouring region aroused the common people of Nola, who had long been estranged from the Romans and

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hostile to their own senate. Consequently, legates came to in-vite Hannibal, bringing a definitive promise to surrender the city. The consul, Marcellus, was summoned by the concil. In one day he marched from Cales to Suessula, though the river Volturnus delayed his crossing; in the following night he sent six thousand infantry and three hundred horse into Nola, to defend the senate. And, as earnestly as the consul strove to seize Nola first, so Hannibal delayed, for their having tried the same thing twice before made him slower to believe the Nolans.

Polybius (c. 200 – 118 B.C.), Historiae

Polyb. 3, 91, 1-6: Hannibal’s perception of Campania:Οὐ μὴν ἀλλ’ ὅ γ’ Ἀννίβας εἰκότως ἐπί τούτους

κατήντα τοὺς λογισμούς. τὰ γὰρ πεδία τὰ κατὰ Καπύην ἐπιφανέστατα μέν ἐστι τῶν κατὰ τὴν Ἰταλίαν καὶ διὰ τὴν ἀρετὴν καὶ διὰ τὸ κάλλος καὶ διὰ τὸ πρὸς αὐτῇ κεῖσθαι τῇ θαλάττῃ καὶ τούτοις χρῆσθαι τοῖς ἐμπορίοις, εἰς ἃ σχεδὸν ἐκ πάσης τῆς οἰκουμένης κατατρέχουσιν οἱ πλέοντες εἰς Ἰταλίαν. περιέχουσι δὲ καὶ τὰς ἐπιφανεστάτας καὶ καλλίστας πόλεις τῆς Ἰταλίας ἐν αὐτοῖς. τὴν μὲν γὰρ παραλίαν αὐτῶν Σενοεσανοὶ καὶ Κυμαῖοι καὶ Δικαιαρχῖται νέμονται, πρὸς δὲ τούτοις Νεαπολῖται, τελευταῖον δὲ τὸ τῶν Νουκερίνων ἔθνος. τῆς δὲ μεσογαῖου τὰ μὲν πρὸς τὰς ἄρκτους Καληνοὶ καὶ Τιανῖται κατοικοῦσι, τὰ δὲ πρὸς ἕω καὶ μεσημβρίαν Δαύνιοι … καὶ Νωλανοί. κατὰ μέσα δὲ τὰ πεδία κεῖσθαι συμβαίνει τὴν πασῶν ποτε μακαριωτάτην γεγονυῖαν πόλιν Καπύην.

Hannibal considered his decisions rationally. For the plain round Capua is the most celebrated in all Italy, both for its richness and beauty, but also because of its proximity to the sea and the consequent use of ports, at which sailors from nearly all parts of the world disembark. Inhabitants of Capua’s territory also live in Italy’s finest and most celebra-ted cities. Their coastal region has Sinuessa, Cuma, and Di-caearchea, and in addition to these Neapolis and, finally, Nuceria. The interior has on the north Cales and Teanum, and east and south Daunii [or, Caudium] and Nola, while in the very middle of the plain lies Capua, once the most esteemed city of all.

Polyb. 2, 17, 1:Πλὴν ταῦτά γε τὰ πεδία τὸ παλαιὸν ἐνέμοντο Τυρρηνοί,

καθ’ οὓς χρόνους καὶ τὰ Φλέγραιά ποτε καλούμενα τὰ περὶ Καπύην καὶ Νώλην· ἃ δὴ καὶ διὰ τὸ πολλοῖς ἐμποδὼν εἶναι καὶ γνωρίζεσθαι μεγάλην ἐπ’ ἀρετῇ δόξαν εἴληφεν.

The Etruscans inhabited this plain anciently, at the same period that they possessed also the Phlegraea — so the

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area around Capua and Nola was called. Because the region had many routes of access and because it was acknowledged as tremendously fertile, he considered it worthy of his atten-tion.

strabo (b. ca. 64 B.C.), Geographika

Strabo 5, 4, 8:Ἐχόμενον δὲ φρούριόν ἐστιν Ἡράκλειον, ἐκκειμένην

εἰς τὴν θάλατταν ἄκραν ἔχον, καταπνεομένην Λιβὶ θαυμαστῶς, ὥσθ’ ὑγιεινὴν ποιεῖν τὴν κατοικίαν. Ὄσκοι δ’ εἶχον καὶ ταύτην καὶ ἐφεξῆς Πομπηίαν, ἣν παραρρεῖ ὁ Σάρνος ποταμός, εἶτα Τυρρηνοὶ καὶ Πελασγοί, μετὰ ταῦτα δὲ Σαυνῖται· καὶ οὗτοι δ’ ἐξέπεσον ἐκ τῶν τόπων. Νώλης δὲ καὶ Νουκερίας καὶ Ἀχερρῶν, ὀμωνύμου κατοικίας τῆς περὶ Κρέμωνα, ἐπίνειόν ἐστιν Πομπηία παρὰ τῷ Σάρνῳ ποταμῷ καὶ δεχομὲνῳ τὰ φορτία καὶ ἐκπέμποντι. ὑπέρκειται δὲ τῶν τόπων τούτων ὄρος τὸ Ὀυέσουιον, ἀγροῖς περιοικούμενον παγκάλοις πλὴν τῆς κορυφῆς·

Next after Neapolis comes the Fortress of Hercules [i.e.: Herculaneum]. It occupies a promontory that juts into the sea and catches so marvelously the southwest sea-breeze that the settlement is especially pleasant. The Oscans once occu-pied this place and the next town after it, Pompeii, which the Sarno passes; after them the Etruscans and the Pelasgi; and after that, the Samnites; but they, too, were displaced from these towns. Pompeii, on the river Sarnus – a river which conveys cargo both inland and also back out to sea – is the port-town of Nola, Nuceria, and of Acherrae (a place with the same name as the settlement near Cremona). Above these places looms the mountain Vesuvius, which, save for its sum-mit, has dwellings all round, on farm-lands that are absolu-tely beautiful.

silius italicus (ca. A.D. 26 – 102), Punica

Sil. 12. 161-166: Marcellus preempts Hannibal:hinc ad Chalcidicam transfert citus agmina Nolam.campo Nola sedet, crebris circumdata in orbemturribus, et celso facilem tutatur adiriplanitiem vallo; sed, qui non turribus armadefendenda daret, verum ultro moenia dextraprotegeret, Marcellus opem auxiliumque ferebat...and then he quickly moved his army to Chalcidian

Nola. Nola sits on a plain — surrounded by a thick circuit of ramparts — and from the brestwork above she guards the fair plain. But, since Marcellus would not have infantry defended by ramparts, but rather protect the towns by his own might, he brought them aid.

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Marcus iunianius iustinus (a.d. 300?), Historiarum Philippicarum Pompeii Trogi Epitome

Iust. 20. 1. 11-15: Many Italian cities retain Greek ancestry in their names:

Sed et Pisae in Liguribus Graecos auctores habent; et in Tuscis Tarquinii a Thessalis, et Spina in Umbris; Perusini quoque originem ab Achaeis ducunt. Quid Caeren urbem dicam? quid Latinos populos, qui ab Aenaea conditi videntur? Iam Falisci, Nolani, Abellani nonne Chalcidensium coloni sunt? Quid tractus omnis Campaniae? quid Bruttii Sabinique? quid Samnites? quid Tarentini, quos Lacedaemone profectos spuriosque vocatos accipimus?

Pisa in Liguria was founded by Greeks; so, too, Tarqui-nia among the Etruscans and Spina in Umbria were founded by settlers from Thessaly. Perugia says that it was founded by Achaeans. What should I say of Caere, or of the Latin peoples who seem to have been founded by Aeneas? Were not, then, the Falerii, Nola, and Avellae were also colonized by the Chalcideans? What about the whole region of Campa-nia? Or Bruttium or the land of the Sabines? The Samnites? Or Tarentum, to which we understand exiles from Sparta and other diverse cities were summoned?

M. tullius cicero (106 – 43 B.C.), de Officiis

Cic. Off. 1. 33:Existunt etiam saepe iniuriae calumnia quadam et nimis calli-

da, sed malitiosa, iuris interpretatione. Ex quo illud ‘summum ius sum-ma iniuria’ factum est iam tritum sermone prouerbium. Quo in genere etiam in re publica multa peccantur, ut ille, qui, cum triginta dierum es-sent cum hoste indutiae factae, noctu populabatur agros, quod dierum essent pactae, non noctium indutiae. Ne noster quidem probandus, si uerum est, Q. Fabium Labeonem seu quem alium – nihil enim habeo praeter auditum – arbitrum Nolanis et Neapolitanis de finibus a senatu datum, cum ad locum uenisset, cum utrisque separatim locutum, ne cupide quid agerent, ne adpetenter, atque ut regredi quam progredi mallent. Id cum utrique fecissent, aliquantum agri in medio relictum est. Itaque illorum finis sic, ut ipsi dixerant, terminauit; in medio relic-tum quod erat, populo Romano adiudivauit. Decipere hoc quidem est, non iudicare; quocirca in omni est re fugienda talis sollertia.

Injustices also from a particular type of chicanery: i.e. from the extremely clever but malicious interpretation of the law. Thus the saying ‘the highest law is the highest injustice’ has by now become a trite proverb. In such vexatious procee-dings are many wrongs committed even under our constitu-tion. For instance, the man who, during a thirty-days’ truce struck with the enemy, laid waste their fields by night, held that the truce had been established for days, not nights. We

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must not condone, though he be our countryman (and if the story true), the behavior of Q. Fabius Labeo — or of some other person, for I know of it only from hearsay). He was assi-gned by the senate as arbiter in a dispute about the boundary between Nola and Neapolis. When he arrived, he spoke with each group separately: he urged each side to act selflessly, to avoid greed, and to choose acquiescence over aggression. When both sides had so acted, a certain parcel of land was left in the middle. Therefore Fabius Labeo determined their boundaries just as they themselves had indicated; what was left in the middle, he decreed the property of Rome. This is chicanery, to be sure, not judgement. Wherefore, such cun-ning must be shunned in every instance.

valerius MaxiMus (fl. ca. A.D. 14 – 37), Facta ac Dicta Memorabilia

Val. Max. 7. 3. 4:Quod sequitur invito, sed narrandum est. Q. Fabius Labeo, ar-

biter a senatu finium constituendorum inter Nolanos ac Neapolitanos datus, cum in rem praesentem venisset, utrosque separatim monuit ut omissa cupiditate regredi a nodo controversiae quam progredi mallent. idque cum utraque pars auctoritate viri mota fecisset, aliquantum in medio vacui agri relictum est. constitutis deinde finibus ut ipsi termina-verant, quidquid reliqui soli fuit populo Romano adiudicavit. ceterum etsi circumventi Nolani ac Neapolitani queri nihil potuerunt, secun-dum ipsorum demonstrationem dicta sententia, improbo tamen prae-stigiarum genere novum civitati nostrae vectigal accessit.

The following story, must be told, though I am hesitate to do it. Q. Fabius Labeo was assigned by the senate as ar-biter for settling the boundaries between Nola and Neapolis. Arriving on the scene, he advised both sides separately to set aside their greed but to prefer backing away from the point of dispute rather than pressing on. When either side so behaved, swayed by the man’s authority, a certain bit of vacant land was left in the middle. The boundaries were then fixed as the parties themselves had wished; but Fabius Labeo awarded whatever ground remained to the Roman people. Though tri-cked, the Nolans and Neapolitans could raise no complaint since the decision had been pronounced precisely as they had demarcated the land; a new tributary, however, accrued to our state by this base type of chicanery.

aulus Gellius, Noctes Atticae

Gell. N.A. 6, 20, 1-4: Gellius considers a line in Vergil’s Geor-gics

Quod Vergilius a Nolanis ob aquam sibi non permissam sustulit e uersu suo ‘Nolam’ et posuit ‘oram’; atque ibi quaedam alia de iucun-

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da consonantia litterarum. Scriptum in quodam commentario repperi uersus istos a Vergilio ita primum esse recitatos atque editos:

talem diues arat Capua et uicina VeseuoNola iugo;postea Vergilium petisse a Nolanis, aquam uti duceret in pro-

pincum rus, Nolanos beneficium petitum non fecisse, poetam offen-sum nomen urbis eorum, quasi ex hominum memoria, sic ex carmine suo derasisse ‘oram’ que pro ‘Nola’ mutasse atque ita reliquisse:

… et uicina Veseuo ora iugo. Ea res uerane an falsa sit, non laboro; quin tamen melius suauis-

que ad aures sit ‘ora’ quam ‘Nola’, dubium id non est. Nam uocalis in priore uersu extrema eademque in sequenti prima canoro simul atque iucundo hiatu tractim sonat. Est adeo inuenire apud nobiles poetas huiuscemodi suauitatis multa, quae appareat nauata esse, non fortuita; sed praeter ceteros omnis apud Homerum plurima.

Some notes on an anecdote — that Virgil removed Nola from one of his lines and substituted the word ora, “lan-ds,” because the inhabitants of Nola had refused him water — and also some additional notes on the agreeable euphony of vowels. I have found it noted in many commentaries that the following lines were first read and published by Virgil in this form:

Such is the soil that wealthy Capua ploughsAnd Nola near Vesuvius’ height.They say that, after Vergil asked the people of Nola for

permission to run their city water into his near-by estate, the Nolans refused to grant the favour he sought; that the poet then became angry and erased their city’s name, as if consi-gning it to oblivion, changing Nola to ora and leaving the line in this form:

The lands near Vesuvius’ height.Whether this is true or false, I do not concern myself;

but, there is no doubt that ora has a more agreeable and mu-sical sound than Nola. For if the last vowel in the first line and the first vowel in the following line being the same, the sound is prolonged by an hiatus that is at the same time me-lodious and pleasing. Indeed, it is possible to find in famous poets many instances of such melodious beauty that it seems to result from art and not by accident; but in Homer such moments are more frequent than in all other poets.

Maurizio BugnoUniversità degli Studî di Napoli “Federico II”[email protected]

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Finito di stampare in Napoli nel marzo 2009 per conto dellaImago sas di Elisabetta Prozzillo presso la Cangiano Grafica.