acque violate: il caso dei canali tardo-arcaici di pontecagnano

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I riti del costruire nelle acque violate

Atti del Convegno Internazionale

Roma, Palazzo Massimo 12-14 giugno 2008

a cura di

Helga Di Giuseppe e Mirella Serlorenzi

Scienze e Lettere Roma

I riti del costruire nelle acque violate a cura di

Helga Di Giuseppe e Mirella Serlorenzi

Enti organizzatori:

Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA)

Associazione Internazionale di Archeologia Classica (AIAC)

Dipartimento di Studi Storico Religiosi Sapienza Università di

Roma

Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici

(SSBAR)

Il convegno e il volume sono stati realizzati con il sostegno di:

Comitato scientifico e organizzativo:

Angelo Bottini - Andrea Carandini - Helga Di Giuseppe - Adriano La Regina

Giulia Piccaluga - Mirella Serlorenzi - Maurizio Zerbini

Coordinamento e direzione scientifica:

Helga Di Giuseppe - Mirella Serlorenzi - Maurizio Zerbini

Redazione e impaginazione:

Helga Di Giuseppe

In copertina: particolare della colonna traiana (rielaborazione grafica di Andrea De Tommasi)

© 2010 Scienze e Lettere dal 1919 S.r.l. - già Bardi Editore. Via Piave, 7 – 00187 Roma – Tel. 064817656 – Fax 0648912574 www.scienzeelettere.com – email: [email protected] ISBN 978-88-88620-83-1

INDICE

PREMESSA p. 11

A. LOCCHI, Le acque insidiose: laghi e paludi nello scenario mitico greco 21

F. CALISTI, Sacralità dell'acqua e "sacrifici di riscatto" 31

G. FACCHINETTI, Offrire nelle acque: bacini e altre strutture artificiali 43

H. DI GIUSEPPE, Acheloo e le acque deviate 69

F. DIOSONO, Pratiche cultuali in relazione a porti fluviali e canali 91

S. BOTTA, Ordinare le acque e il mondo: ponti, vie e barricate nella laguna di Texcoco 107

G. CRIFÒ, A proposito di Pontifices 115

D. SEGARRA CRESPO, Giunchi giù dal ponte. A proposito di un materiale asciutto anche in acqua

127

L. MANCINI, Pietas e Superstitio nella decorazione dei ponti romani 139

G. PICCALUGA, Cesare e il controllo sacrale delle acque 161

A. DELFINO, I riti del costruire nel Foro di Cesare 167

M. ZERBINI, Quando il Vir Dei costruisce sulle acque 183

M. SCHRAVEN, I depositi votivi di Ponte Sisto. Ponti, pontefici e rituali di fondazione nella Roma rinascimentale 193

F. MIELE, Aree sacre connesse a culti di divinità femminili e maschili presso fonti, sorgenti e punti di guado nella media valle del fiume Volturno

209

D. CAIAZZA, Le «fontane dei bambini» e altri culti e tabù delle acque in Terra di Lavoro. Cenni sulla natura e motivazione delle offerte votive

245

A. RIBERA I LACOMBA, Depositos rituales de Valentia (Hispania). De la primera fundación republicana (138 a.C.) A la segunda augustea

269

M. ANTICO GALLINA, Sistemi ad anfore per la bonifica dei terreni di fondazione: una sacralità disattesa? 295

A. CINQUE, Attualità del tema “acque violate”, tra dissesto idrogeologico e rimpianto del rispetto sacrale

317

CASE STUDIES

J. DE GROSSI MAZZORIN, C. MASCIONE, Populonia, acropoli: un deposito rituale dalla cisterna pubblica

325

P. FRAMARIN, Un templum in effossa terra ad Augusta Praetoria 335

M.A. DE LUCIA BROLLI con appendice di E. CERILLI, Un culto ctonio nell’hinterland di Falerii

343

A. ROSSI, Acque violate: il caso dei canali tardo-arcaici di Pontecagnano 359

S. MODICA, Azioni rituali di compensazione/integrazione: il caso di località Campoverde (LT) 367

B. PORTULANO, G. FACCHINETTI, Soiano del Lago, luogo di culto delle acque 379

M. DENTI, Pratiche rituali all’Incoronata nel VII secolo a.C. I grandi depositi di ceramica orientalizzante

389

ACQUE VIOLATE: IL CASO DEI CANALI TARDO-ARCAICI DI PONTECAGNANO

Amedeo Rossi

Regione: Campania Provincia: Salerno Comune: Pontecagnano Nome del Sito: Picentia Località: Autostrada Salerno-Reggio Calabria, Trincee 19 ter e 20bis Tipo di infrastruttura: canale Inquadramento topografico

La infrastruttura si localizza a nord-est dell’abitato antico di Pontecagnano nella fascia sub-urbana a circa m. 40 all’esterno della fortificazione (fig. 1, nn. 1 e 2).

L’insediamento antico1 sorge su un lieve pianoro fisicamente definito da alvei naturali che ne segnano i limiti: a ovest si riconosce un sistema di alvei che delimitano l’area sacra di loc. Pastini2; a est, sul versante opposto dell’insediamento e in modo quasi corrispondente, il corso di un alveo definisce i limiti3.

Con la fine del VI sec. a.C. i corsi d’acqua diventano marche significative nella riorganizzazione del contesto ambientale prossimo all’insediamento.

A ovest dell’abitato, in seguito alla riorganizzazione del santuario di loc. Pastini, che in questo periodo sembra assumere tratti ‘monumentali’, gli alvei, alimentati da una o più sorgenti, sono irregimentati per gestire le attività santuariali e controllare il complesso reticolo idrografico con specifiche opere di regolarizzazione dei deflussi delle acque sorgive sia nello spazio a nord-ovest dell’area sacra che in quello prossimo all’abitato. In questo settore, quindi, si mantiene un assetto ambientale in cui l’elemento acqua, opportunamente regolato, è parte integrante delle attività dell’area sacra, divenendo funzionale alle pratiche cultuali, in un paesaggio liminare che costituisce la cornice naturale più appropriata alla natura del culto4. 1 Sull’abitato e il suo contesto ambientale vd. ROSSI 2004-2005 con bibliografia, da ultimo CERCHIAI 2008 con bibliografia precedente. L’infrastruttura che si presenta in questa scheda è parte di un più ampio complesso di evidenze in corso di studio e pubblicazione da parte di un’équipe di studiosi coordinati da L. Cerchiai, a loro va il mio ringraziamento per le continue discussioni e le informazioni inerenti lo studio in corso. Lo scavo è stato condotto dall’autore, i materiali sono stati analizzati, oltre da chi scrive, da M. D’Andrea e C. Pellegrino. I rilievi topografici sono dell’autore e degli architetti O. Voza e P. Vitti. L’olla di cui si parlerà è stata restaurata dal sig. R. Basso del laboratorio di restauro del Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano (SA). Ringrazio la direttrice del Museo, dott.ssa A. Iacoe, per la disponibilità che ha avuto durante tutte le fasi di studio. 2 Sul santuario di loc. Pastini si veda BAILO MODESTI 1984, pp. 215-245; ID. 2001, pp. 102-105; BAILO MODESTI et al. 2005a, pp. 197-205; EAD. 2005b, pp. 575-595; EAD. 2005c, pp. 37-60; BAILO MODESTI 2005d, pp. 8-9. Sul contesto ambientale si veda BAILO MODESTI et al. 2005a, pp. 197-198. Colgo l’occasione per ricordare Gianni Bailo Modesti e Serenella De Natale, a loro un caro pensiero. 3 Vd. ROSSI 2004-2005. 4 Gli scavatori sostengono che il santuario “fosse dedicato ad una divinità femminile, con una valenza ctonia connessa alla sfera della fertilità e legata ai passaggi di status” (BAILO MODESTI et al. 2005a, p. 200); G. Bailo Modesti propende per assegnare a Demetra un ruolo importante nell’area sacra pur non escludendo la presenza di altre divinità, anche maschili (BAILO MODESTI et al. 2005c, p. 38).

360 Amedeo Rossi

Il settore a est dell’abitato, dove è collocata la infrastruttura og-getto di questa scheda, è contrad-distinto da caratteri di instabilità idrografica dovuti ad un paleo-alveo alimentato da una sorgente posta poco più a monte.

Sembra che il corso fluviale, oltre ad aver prodotto nel tempo un paesaggio dominato da condizioni ambientali instabili, abbia costituito un limite naturale dell’insediamento arcaico e abbia servito in località S. Antonio un’area artigianale che, allo stato attuale delle conoscenze, si esaurisce nel corso della prima metà del V sec. a.C. (fig. 1, n. 3)5.

Questo assetto ambientale si modifica tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. quando si attua una opera di diversione idrica imperniata su due ampi fossati orientati nord-ovest/sud-est larghi ca. m. 106 che, tagliando un dosso naturale, devia il corso del paleoalveo7 (fig. 2). I fossati sembrano avere origine a nord da un unico punto di alimentazione e restano attivi almeno per la prima metà del V sec. a.C., come mostra la manutenzione della sponda occidentale del canale 20106 munita di un muro di sostegno dopo il crollo della sponda naturale provocato dallo scorrimento delle acque. Da questo momento i canali sono progressivamente colmati da strati travertinosi e placche di travertino che ne segnano la dismissione8.

Le modalità di realizzazione e la breve durata dei canali segnalano un intervento di vera e propria bonifica da connettere al programma di pianificazione urbana e di sistemazione dello spazio agrario per mettere in ‘sicurezza’ un settore che sarà occupato ex novo dalla città e dal suo sistema difensivo. Il canale 19ter057

Ai fini del tema proposto dal convegno appare significativo il canale 19ter057 individuato durante le operazioni di scavo archeologico condotte prima della realizzazione della terza corsia dell’autostrada A39. Lo scavo è stato condotto per trincee parallele alla corsia nord dell’A3; in particolare le trincee dalla n. 1 alla 20 hanno restituito evidenze significative per una proposta di ricostruzione del paesaggio agrario ed extraurbano del centro antico di Pontecagnano.

5 Sull’area artigianale di prop. ECI, attiva dalla fine del VII alla metà del V sec. a.C. si veda DE NATALE 1992, p. 3. 6 I canali sono stati scavati nelle trincee 20, 20bis e 19 ter: il canale delle trincee 20 e 20bis è stato denominato CN20106 – (orientamento nord 24° ovest) mentre quello tra le trincee 20bis e 19ter è stato denominato CN19ter057 (orientamento nord 36° ovest). 7 La deviazione di corsi fluviali è attestata dalle fonti antiche. In particolare si ricorda per questo periodo quanto fatto dai Crotoniati alla città di Sibari che fu sommersa dal fiume Crati dopo che quest’ultimo era stato deviato artificialmente (STRAB. Geogr. 6, 1, 13). Molto scarse, invece, le informazioni archeologiche, vd. FRASSINE 2008. Di diversa opinione è G. Traina (TRAINA 1988, p. 112) che crede poco a opere di bonifica integrali o a deviazioni di fiumi come nel caso di Sibari affermando che si tratta di una interpretazione ex post di un fenomeno naturale. 8 Non è escluso che da questo momento in poi le acque sorgive possano essersi ricanalizzate nel fossato difensivo. 9 Notizie dello scavo lungo l’autostrada A3 sono negli atti dei convegni di Taranto vd. TOCCO SCIARELLI 2003, pp. 631-638, EAD. 2006, pp. 566-567 e EAD. 2007, pp. 391-396.

Fig.1. Pontecagnano (SA). Stralcio aerofotogrammentrico 1:5000. In grigio l’area dell’abitato antico; n. 1 le fortificazioni, n. 2 i canali, n. 3 località S. Antonio - area artigianale.

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Fig. 2. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Planimetria con i canali e il fossato difensivo. Fig. 3. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Il canale 19ter057. In grigio scuro le tombe di IV-III sec. a.C., in grigio i saggi di approfondimento.

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L’infrastruttura idraulica, emersa nella trincea 19ter, è stata realizzata ta-gliando un lieve pianoro di travertino che costituisce una sorta di ostruzione naturale verso sud-est al deflusso delle acque superficiali. Essa è composta da un fosso principale più ampio largo m. 8 ca. e da una canaletta larga m. 0,75 e profonda max. m. 0,40 posta a ridosso della sponda nord-est del canale più ampio e a essa parallela. Nel complesso il sistema di drenaggio, orientato nord-ovest/sud-est (N 36° W) e intercettato per un’estensione massima di m. 48,50 ca., ha una larghezza ricostruibile di m. 10 ca. Il profilo complessivo del taglio è stato ricostruito grazie a tre saggi10 (fig. 3): il fosso principale, nel punto in cui è stato intercettato nella sua intera pro-fondità, presenta un margine rettilineo, con pareti inclinate e fondo piattocon-cavo, mentre la canaletta, posta oltre la sponda nord-est del fosso principale, ha margini irregolari, pareti lievemente in-clinate e fondo leggermente concavo ca-ratterizzato da irregolarità dovute alla conformazione del travertino (fig. 4). La direzione del flusso di scorrimento delle acque è da nord-ovest verso sud-est.

Agli strati di uso del canale prin-cipale, composti da un deposito dello spessore di cm. 5 ca., formato da sabbia travertinosa di colore beige, ricca di pic-coli ciottoli e di concrezioni calcaree11, si sovrappongono, soprattutto nella parte sud-est, livelli alternati di limi e sabbie ricche di inclusi e concrezioni calcaree che documentano flussi idrici a bassa energia.

La meccanica di riempimento denuncia la presenza di una sorgente di acque ricche di carbonato di calcio che hanno formato, nella parte più vicina alla sorgente, un potente livello di travertino12 originato dallo scorrimento di acque. La superficie del deposito di travertino presenta una forte pendenza da nord-

10 Due sono stati praticati lungo la sponda nord-est del canale (saggio I: m. 5,50x3,50; saggio II: m. 3x3,50-4); il terzo è stato effettuato verso il settore occidentale della trincea (saggio III: m. 9x6). 11 US 19ter080. Lo strato d’uso è stato individuato nel saggio II. 12 US 19ter090.

Fig. 4. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Trincea 19ter-saggio 1. Il canale 19ter057 visto da sud-est.

Fig. 5. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Trincea 19ter-saggio 3. Il canale 19ter057 visto da sud-est con le ‘cascatelle’.

363 Acque violate: il caso dei canali tardo-arcaici di Pontecagnano

ovest verso sud-est e un profilo con tre salti di quota principali caratterizzati da formazioni calcaree aggettanti del tipo “a cascatelle” (fig. 5). Queste conformazioni naturali formavano piccole grotticelle con ristagni d’acqua nei quali nella fase di abbandono sono crollate parte delle volte aggettanti.

Nei pressi di una di queste è stato rinvenuto (fig. 6), inglobato da uno strato di travertino successivo, un apprestamento vo-lontario composto da un’olla da fuoco13 de-posta verticalmente e, poco più a sud, da una punta di lancia di ferro14 (fig. 7). Il fondo dell’olla presentava nella parte centrale un foro praticato dopo la cottura dal diametro di cm 0.9. La caratteristica dei vasi forati è comune a Pontecagnano nei contesti santuariali, come attestato nel santuario di loc. Pastini, e in quelli funerari come recentemente sottolineato15. La loro funzione sembra legata, secondo le inter-pretazioni più diffuse, a culti di tipo ctonio. Nel nostro caso specifico sembra richiamare un utilizzo per liba-gioni nei pressi di una sorgente canalizzata artificialmente16.

Successivamente il canale sembra non essere più in fun-zione e viene ricolmato, forse anche in modo intenzionale in alcune sue parti, da un terreno17 compatto a matrice limosabbiosa, con diffusi inclusi e concrezioni calcaree, di colore grigio-beige; al tetto lo strato si pedogenizza acquistando una maggiore frazio-ne argillosa e assumendo una co-lorazione tendente al marrone scuro.

La realizzazione del canale può essere fissata tra la fine del

13 L’olla in ceramica da fuoco rientra in un tipo molto diffuso a Pontecagnano e datato dal VI al IV sec. a.C. vd. LUPIA 2002-2003, pp. 39-40 Tipo 100 C3, tav. 19. Dimensioni: h. cm. 16,7, diam. orlo cm. 13, diam. fondo cm. 6,8. Per posizione stratigrafica l’olla potrebbe datarsi nel corso del V sec. a.C. 14 Rispettivamente da US 19ter078 e US 19ter083. 15 Per i santuari vd. BAILO MODESTI 2005c, per le necropoli vd. PELLEGRINO 2004-2005. Altri contesti santuariali in Italia Meridionale presentano questo tipo di vasi forati vd. ad esempio PARRA 2005, pp. 39-40. 16 Un caso in cui sono stati rinvenuti recipienti forati presso una sorgente è segnalato per Pantanello da CARTER 1994, pp. 187-188. 17 US 19ter055.

Fig. 6. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Trincea 19ter-saggio 3. Planimetria con la localizzazione dell’olla e della punta di lancia. I numeri 1 e 2 indicano i bacini di ristagno.

Fig. 7. Pontecagnano (SA). Scavo dell’autostrada A3. Trincea 19ter. L’olla in corso di scavo

364 Amedeo Rossi

VI e gli inizi del V sec. a.C. in base ai frammenti ceramici rinvenuti nel deposito connesso alla più antica fase di scorrimento18, tra i quali si distingue un frammento di coppa a vernice nera del tipo ‘etrusco-arcaico’. Materiali databili entro i primi decenni del V sec. a.C. sono presenti anche negli strati successivi, fino all’US 19ter056, che ha restituito frammenti pertinenti a due kylikes tipo Bloesch C, a una coppa monoansata a bande e a una coppa carenata di bucchero. Lo strato successivo19 può essere collocato nella prima metà del IV sec. a.C. in base a un frammento di coppa monoansata a vernice nera Morel 1981, serie 6123.

Un forte elemento di discontinuità si ha a partire dalla seconda metà del IV sec. a.C. quando sul vecchio canale abbandonato sono scavate alcune tombe appartenenti ad un ampio nucleo di necropoli (fig. 3).

Amedeo Rossi [email protected]

SCIOGLIMENTI BIBLIOGRAFICI BAILO MODESTI G., 1984, Lo scavo nell’abitato antico di Pontecagnano e la coppa con l’iscrizione AMINA[…], in

AA.VV., La ricerca archeologica nell’abitato di Pontecagnano, in AnnAStorAnt 6, pp. 215-245. BAILO MODESTI G., 2001, Pontecagnano (Salerno), in E. PELLEGRINI, R. MACELLARI (a cura di), I lingotti con

il segno del ramo secco – considerazioni su alcuni aspetti socio-economici nell’area etrusco-italica durante il periodo tardo arcaico, Pisa-Roma, pp. 102-105.

BAILO MODESTI G., CERCHIAI L., AMATO L., LUPIA A., MANCUSI M., NEGRO D., ROSSI A., VISCIONE M., 2005a, I santuari di Pontecagnano: paesaggio, azioni rituali e offerte, in M.L. NAVA, M. OSANNA (a cura di), Lo spazio del rito. Santuari e culti in Italia meridionale tra indigeni e greci, Atti delle giornate di studio (Matera 28-29 giugno 2002), Siris Suppl. I, pp. 193-214.

BAILO MODESTI G., BATTISTA A., CERCHIAI L., LUPIA A., MANCUSI M., 2005b, I santuari di Pontecagnano, in A. COMELLA, S. MELE (a cura di), Depositi votivi e culti dell’Italia antica dall’età arcaica a quella tardo-repubblicana, Atti del convegno di studi (Perugia 1-4 giugno 2000), Bari, pp. 575-595.

BAILO MODESTI G., FREZZA A., LUPIA A., MANCUSI M., 2005c, Le acque intorno agli dei: rituali e offerte votive nel santuario settentrionale di Pontecagnano, in M. BONGHI JOVINO, F. CHIESA (a cura di), Offerte dal regno vegetale e dal regno animale nella dimensione del sacro, Atti del convegno (Milano 26-27 giugno 2003), Roma, pp. 37-64.

BAILO MODESTI G., 2005d, Pontecagnano - Lavori di ampliamento dell’autostrada A3 SA-RC, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni archeologici di Salerno, AV, BN 1, pp. 8-9.

CARTER J.C., 1994, Sanctuaries in the chora of Metaponto, in S.E. ALCOCK, R. OSBORNE (a cura di), Placing the Gods. Sanctuaries and Sacred Space in Ancient Greece, Oxford, pp. 160-198.

CERCHIAI L., 2008, La Campania: i fenomeni di colonizzazione, in AnnFaina 15, pp.401-421. DE NATALE S., 1992, Pontecagnano. 2.2 La necropoli di S. Antonio: prop. ECI. 2. Tombe della Prima Età del Ferro,

in AnnAStorAnt, Quad. 8, Napoli. FRASSINE M., 2008, Assetti territoriali romani in aree umide, Tesi dottorato di Ricerca Università di Padova. LUPIA A., 2002-2003, Proposta per una tipologia della ceramica d’uso comune a Pontecagnano (SA), Tesi di

Specializzazione in Archeologia, ‘Sapienza’ Università di Roma. PARRA M. C., 2005, Riflessioni e novità intorno al Santuario di Punta Stilo (Kaulonia). Campagne di scavo 1999-

2001, in M.L. NAVA, M. OSANNA (a cura di), Lo spazio del rito. Santuari e culti in Italia meridionale tra indigeni e greci, Atti delle giornate di studio (Matera 28-29 giugno 2002), Siris Suppl. I, pp. 27-42.

18 US 19ter080. 19 US 19ter055.

365 Acque violate: il caso dei canali tardo-arcaici di Pontecagnano

PELLEGRINO C., 2004-2005, Ritualità e forme di culto funerario tra VI e V sec. a.C., in AnnAStorAnt 11-12 (n.s.), pp. 167-216.

ROSSI A., 2004-2005, Contesto ambientale e dinamiche insediative tra l’età del Ferro e l’età Arcaica, in AnnAStorAnt 11-12 (n.s.), pp. 225-234.

TOCCO SCIARELLI G., 2003, L’attività archeologica della Soprintendenza delle province di Salerno, Avellino e Benevento nel 2002, in Ambiente e paesaggio nella Magna Grecia, Atti del XLII convegno di studi sulla Magna Grecia (Taranto 2002), Taranto, pp. 631-650.

TOCCO SCIARELLI G., 2006, L’attività archeologica della Soprintendenza delle province di Salerno, Avellino e Benevento nel 2005, in Velia, Atti del XLV convegno di studi sulla Magna Grecia (Taranto-Ascea Marina 2005), Taranto, pp. 673-722.

TOCCO SCIARELLI G., 2007, L’attività archeologica della Soprintendenza delle province di Salerno, Avellino e Benevento nel 2006, in Passato e futuro dei convegni di Taranto, Atti del XLVI convegno di studi sulla Magna Grecia (Taranto 2007), Taranto, pp. 379-403.

TRAINA, G., 1988, Paludi e bonifiche nel mondo antico, Roma.

366 Amedeo Rossi