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114 CLAUDIA SCANDURA Immagini di Roma nella Poesia Russa del secondo novecento L a creazione di un’Accademia Russa a Roma costituisce uno degli ultimi progetti di Josif Brodskij, il poeta russo premio Nobel per la letteratura nel 1987. Il fine che Brodskij si proponeva era di ristabilire in tal modo il rapporto naturale e spontaneo fra due cul- ture, la russa e l’italiana, che, a suo avviso, era stato bruscamente interrotto durante il periodo sovietico. «Italy was a revelation to the Russians; now it can become the source of their Renaissance.» Così scriveva il poeta nelle “note preliminari” in cui dopo un breve preambolo toccava tutti i punti cruciali del funzionamento di un’Accademia Russa a Roma in grado di ospitare artisti e letterati russi per soggiorni di formazione, sul modello delle tradizionali isti- tuzioni estere, accademia che avrebbe riportato in vita la vecchia tradizione degli scambi culturali russo-italiani e iniziato un nuovo capitolo nella storia dei rapporti fra i due paesi. L’Italia, con la sua natura pittoresca, le sue collezioni di arte di valore inestimabile e i suoi monumenti, doveva diventare di nuovo il luogo di ispirazione degli artisti e dei letterati russi. La morte prematura del poeta nel 1996, non segnò però la fine del progetto perché i suoi amici decisero di realizzarlo con la cos- tituzione della fondazione che porta il suo nome: Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund. Grazie al finanziamento di donatori, fra cui i più famosi esponenti dell’arte russa, e all’attivo sostegno del- l’Accademia Americana (American Academy) e dell’Accademia di Francia (Villa Medici), la fondazione ha iniziato la sua attività nel 2000, assegnando borse di studio della durata di tre mesi a poeti e dal 2002, a seguito di una cospicua donazione avuta proprio a questo scopo dal “Trust for Mutual Understanding”, anche ad artisti russi. Nel periodo che va dal 2000 al 2008, sono così arrivati a Ro- ma i più interessanti fra i poeti russi contemporanei: Timur Kibirov, Sergej Stratanovskij, Vladimir Strockov, Elena Schwarz, Michail Ajzenberg, Nikolaj Bajtov e Boris Chersonskij, che rappre- sentano varie correnti (postmodernismo, concettualismo, neoclas- sicismo, neosentimentalismo) e scuole poetiche (Mosca, San Pietroburgo). Vale la pena di sottolineare che la maggior parte dei premiati appartiene ad una stessa generazione che ha esordito nell’ambito 114-144 Claudia Scandura:- 18/07/13 11:31 Pagina 114

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CLAUDIA SCANDURA

Immagini di Roma nella Poesia Russa del secondo novecento

La creazione di un’Accademia Russa a Roma costituisce uno degliultimi progetti di Josif Brodskij, il poeta russo premio Nobel perla letteratura nel 1987. Il fine che Brodskij si proponeva era di

ristabilire in tal modo il rapporto naturale e spontaneo fra due cul-ture, la russa e l’italiana, che, a suo avviso, era stato bruscamenteinterrotto durante il periodo sovietico.

«Italy was a revelation to the Russians; now it can become thesource of their Renaissance.»

Così scriveva il poeta nelle “note preliminari” in cui dopo unbreve preambolo toccava tutti i punti cruciali del funzionamento diun’Accademia Russa a Roma in grado di ospitare artisti e letteratirussi per soggiorni di formazione, sul modello delle tradizionali isti-tuzioni estere, accademia che avrebbe riportato in vita la vecchiatradizione degli scambi culturali russo-italiani e iniziato un nuovocapitolo nella storia dei rapporti fra i due paesi. L’Italia, con la suanatura pittoresca, le sue collezioni di arte di valore inestimabile e isuoi monumenti, doveva diventare di nuovo il luogo di ispirazionedegli artisti e dei letterati russi.

La morte prematura del poeta nel 1996, non segnò però la finedel progetto perché i suoi amici decisero di realizzarlo con la cos-tituzione della fondazione che porta il suo nome: Joseph BrodskyMemorial Fellowship Fund. Grazie al finanziamento di donatori, fracui i più famosi esponenti dell’arte russa, e all’attivo sostegno del-l’Accademia Americana (American Academy) e dell’Accademia diFrancia (Villa Medici), la fondazione ha iniziato la sua attività nel2000, assegnando borse di studio della durata di tre mesi a poeti edal 2002, a seguito di una cospicua donazione avuta proprio aquesto scopo dal “Trust for Mutual Understanding”, anche ad artistirussi. Nel periodo che va dal 2000 al 2008, sono così arrivati a Ro-ma i più interessanti fra i poeti russi contemporanei: TimurKibirov, Sergej Stratanovskij, Vladimir Strockov, Elena Schwarz,Michail Ajzenberg, Nikolaj Bajtov e Boris Chersonskij, che rappre-sentano varie correnti (postmodernismo, concettualismo, neoclas-sicismo, neosentimentalismo) e scuole poetiche (Mosca, SanPietroburgo).

Vale la pena di sottolineare che la maggior parte dei premiatiappartiene ad una stessa generazione che ha esordito nell’ambito

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dell’underground, e che li lega l’uno all’altro non solo l’ età e illuogo di provenienza ma anche la comune storia di vita. TimurKibirov ha dedicato un’epistola sulla poesia a Michail Ajzenberg,con cui ha tenuto anche dei recital poetici; Ajzenberg ha studiatoinsieme a Semen Fajbisovic (premiato come artista nel 2004) al-l’Istituto di Architettura di Mosca e attualmente cura una collanaper la casa editrice OGI che pubblica le raccolte poetiche di Baj-tov; Nikolaj Bajtov lavora a Mosca per una galleria d’arte che haesposto opere di artisti premiati; Sergej Stratanovskij e ElenaSchwarz, i due poeti di San Pietroburgo, hanno esordito pubbli-cando i loro testi sulla stessa rivista in samizdat; quanto all’odessi-ta Boris Chersonskij, è un membro attivo della scena letterariamoscovita. Inoltre, tutti questi poeti hanno fatto parte della dissi-denza e solo dagli anni ‘90 hanno cominciato ad essere conosciutida un pubblico più vasto.

La ripresa del rapporto fra la cultura russa e quella italiana, grazieal “soggiorno di formazione” di questi poeti nel nostro paese, haprodotto una serie interessante di testi, al cui interno prevale netta-mente l’immagine di Roma, divenuta “una vera ossessione”, a dettadi molti di loro. Ma cosa rappresenta Roma per gli intellettuali russidi oggi? In tutto quello che è stato scritto su questa città da autorimolto diversi fra loro nel primo decennio del XXI secolo, ci sistupisce di trovare motivi comuni. Il continuo rapportarsi alla patrialontana si mescola ad un senso di pacificazione con la vita, con l’u-manità, come se qui subentrasse in loro una saggezza non raggiun-gibile altrove. Nelle vie di Roma si trovano ormai sulle facciate dellecase lapidi che ricordano artisti e scrittori russi che vi abitarono perun certo periodo. Dunque, oltre a una Roma antica, cristiana e ri-nascimentale, esiste anche una Roma “russa”, con la sua storia e lasua geografia. La topografia russa contemporanea si discosta però daquella tradizionale, privilegiando mercati, strade, parchi cittadini,concentrandosi sulla vita quotidiana. Il passato di Roma viene vistoin funzione del presente, coesiste insieme ad esso, rendendolo cosìvivo e attuale. Fontane, cupole e obelischi non sono più solo simbolidella “prima” Roma, quella originaria, quanto tracce concrete di unaciviltà che si sviluppa non solo nello spazio ma anche nel tempo,come se possedesse una dimensione in più. La città eterna sembraperò non aver bisogno del viaggiatore russo, lo fa sentire superfluo,poco significativo rispetto ai tanti avvenimenti della sua storia.

Al mercato di Porta Portese, Vladimir Stročkov esamina gli ogget-ti con pignoleria, osserva curioso la varia umanità che lo circonda,

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la descrive con tono tragico e ironico allo stesso tempo. Ciò cheunisce quasi tutti i suoi componimenti “italiani”, all’interno dei qualispiccano i versi su Roma, è il tentativo di sperimentazione sul versodelle lingue, italiano, russo, inglese, e la creazione di un particolarepastiche linguistico. Non disdegna nei suoi testi i tabù linguistici al-la pari di Timur Kibirov, che intitola in modo dissacratorio, Sfiga, isuoi versi italiani, facendoli inoltre precedere da un’epigrafe tratta daBaratynskij, il poeta russo del XIX secolo che sognava di vedere Ro-ma ma che morì poco prima di giungere nella città eterna. Kibirovinvece a Roma è arrivato ma da solo, senza la donna amata, cui sirivolge con struggente nostalgia. Usando la citazione nel senso piùampio, verbale, concettuale, ritmica, l’eroe lirico narra di un amoree di una città che nella sua grandezza millenaria non ha alcun biso-gno di lui e che privandolo del dono della parola gli lascia soloquello di amare e guardare. Il tema erotico dei versi di Kibirovecheggia anche in quelli di Nikolaj Bajtov che osservando gli scoiat-toli a Villa Ada, si rende conto di come l’eros sia il motore deglistrani movimenti sul tronco di un pino centenario e come dall’amoreanche in sogno sia impossibile sfuggire.

Le poesie di Michail Ajzenberg, tre in tutto, hanno carattereprevalentemente descrittivo, le chiese, le pietre, le mura romane, ilvolo degli uccelli, si soffermano sul concetto del tempo e dellamemoria e sul ruolo della città come vera e propria “macchina deltempo”, come il poeta intitola il suo diario romano. Roma esercitaun’influenza travolgente sul viaggiatore, facendolo viaggiare neltempo: non dal presente al passato, ma dall’oggi al presente storico,cioè a un presente che ha più di duemila anni.

Roma, la “patria dell’anima” di Nikolaj Gogol’, l’unica città in cuilo scrittore russo trovò una parvenza di pace interiore, compare neiversi dei due poeti pietrobughesi, Elena Schwarz e SergejStratanovskij. La Russia è “un purgatorio di anime peccatrici” e l’Italiaè la gioia: ecco le espressioni estreme del bipolarismo in cui Gogol’si dibattè per tutta la vita, riflesso anche nelle lettere scritte dallo scrit-tore russo da Roma, dalle rive del Tevere, a Pietroburgo, alle rive del-la Neva. A Roma, lo scrittore abitò in via Sistina (via Felice), pocolontano dalla scalinata di Piazza di Spagna, da cui lo vediamo scen-dere di corsa, tormentato e sfuggente. Proprio qui egli scrisse la pri-ma parte del suo “poema”, le Anime morte, galleria di tipi dai com-portamenti ridicoli, assurdi e con un protagonista, Ciečikov, che ri-flette la mancanza di moralità del suo tempo.

Fissando lo sguardo attraverso l’obiettivo della macchina fo-

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tografica, Boris Chersonskij ci restituisce nei suoi versi pezzi di realtàfermi nel tempo, siano essi statue senza occhi, pietre prive di colore,leoni di marmo, catacombe, fontane. Dopo aver osservato la realtàche lo circonda, il poeta dilata i particolari, si ferma sul volo degli uc-celli, sulle foglie bagnate, privilegiando la staticità delle immagini,simili a vecchie foto incollate su un album. Chersonskij, arrivato a Ro-ma un po’ più in là “del mezzo del cammin di nostra vita”, confessaa Dio la propria incapacità a comprendere una città «che non si puòcomprendere,// come non si può comprendere l’universo».

Parlando di Roma, i nuovi poeti russi pur allacciandosi stretta-mente alla tradizione classica, raccontano in modo compatto e la-conico la nuova società russa. Forniscono in questo modo un’esem-plificazione del fatto che la poesia russa contemporanea si è assun-ta quei compiti che tradizionalmente dovrebbero essere della prosa.La poesia appare infatti sempre più analitica e storicamente assai piùlungimirante di una prosa rifugiatasi da tempo nella memorialisticae nella biografia.

Vladimir Stročkov (1946), di professione ingegnere, ha iniziato a scrivere poesianegli anni Settanta per sopravvivere in una realtà circostante che gli era odiosa. Lesue prime pubblicazioni su riviste letterarie risalgono al 1989. Nei suoi componi-menti, il poeta esalta l’energia vitale della lingua e si riallaccia alle avanguardie, al-la sperimentazione linguistica degli anni Venti del XX secolo, rivivendola in modooriginale. La sua riflessione estetica del mondo con l’aiuto dei mezzi linguistici si realizza attraverso la polisemantica, espressione dello stile post-moderno. A partiredagli anni Novanta si occupa di editing e computer grafica e nel 1994 si è pre-sentato ai lettori con il libro Verbi di aspetto imperfettivo, di cui ha curato ancheil progetto editoriale e l’allestimento artistico e grafico. I versi scritti dal 1993 al2004 sono stati raccolti nel volume Avverbi e complementi (2006). Ha vinto nu-merosi premi letterari fra cui quello del Centro Studi ligure per le arti e le letteredi Bogliasco. Nel 2000 gli è stato assegnato il premio della Fondazione intitolataa Josef Brodskij (Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund) ed è stato ospite del-l’American Academy di Roma.

Timur Kibirov (1955) è uno dei più noti e amati poeti russi contemporanei. Dal1980 ha cominciato ad essere conosciuto come poeta nei circoli underground,nonostante i suoi componimenti, che ritraggono in modo ironico le assurdità del-la vita sovietica, la sua cattiveria e la sua insopportabile routine, non siano statipubblicati fino al 1988. Nei suoi versi il poeta indulge frequentemente allo sber-leffo, al dialogo diretto con il lettore, al tono colloquiale e diretto persino quan-do tratta argomenti «alti». Alla sua prima raccolta poetica, Luoghi comuni del 1988ne sono seguite molte altre: Calendario (1991), Poesie d’amore (1993), Sentimen-ti (1994), Quando Lenin era piccolo (1995), Via Ostrovitjanov (1999), Il giubileo

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dell’eroe lirico (2000); Chi va chissadove, e io in Russia…(2001); Versi (2005);Humpty-dumpty (2006), Ai margini di «A Shropshire lad» (2007); Tre poemi: 2006-2007 (2008) e nel 2010 il primo esperimento in prosa: Lada o la gioia. Cronacadi un amore felice e fedele. Il poema Latrine (a cura di C. Scandura) è stato tradot-to in italiano nel 2008. Primo vincitore del premio della Fondazione intitolata aJosef Brodskij (Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund) è stato ospite del-l’American Academy di Roma nel 2000. Ha vinto numerosissimi premi letterari fracui il prestigioso Premio nazionale russo «Poet» nel 2008. È stato ospite del Festi-val delle Letterature di Mantova nel 2011.

Nikolaj Bajtov (1951), poeta, prosatore, book-artista, si è laureato presso l’Is-tituto di elettronica e matematica di Mosca. Nella seconda metà degli anni Ot-tanta, insieme a Aleksandr Baraš, ha pubblicato la raccolta in samizdat Epsilonsalon. È uno dei fondatori, insieme a Sveta Litvak, del Club della performanceletteraria ed è responsabile del salotto letterario La prima. Il Club si occupa del-lo studio della “sfera del vivere” del testo letterario, in particolare dei suoi lega-mi con il gesto, con l’atto, con l’atteggiamento dell’autore. All’ambito della per-formance letteraria si collega anche la book art di cui si occupa dalla fine deglianni Ottanta. Ha pubblicato sia prosa, Quattro angoli (2005), Il passato nelle spec-ulazioni e nei documenti (1998), che poesia, Le quattro stagioni (2001), Per quan-to riguarda (2007). Ha vinto il concorso letterario on line Teneta 98 per la sezione“Racconti”. Nel 1999 è stato selezionato per la short list del Premio Andrej Belyj enel 2007 gli è stato assegnato il premio della Fondazione Iosif Brodskij.

Michail Ajzenberg (1948), poeta e saggista, architetto di professione, ha com-inciato a pubblicare i suoi versi sulle principali riviste dell’emigrazione russa a par-tire dalla metà degli anni Settanta. Ha esordito insieme a Timur Kibirov negli am-bienti underground e dal 1989 pubblica le sue opere in Russia e la letteratura èdiventata la sua occupazione principale. Nonostante sia ora uno dei poeti più noti,è rimasto un autore da camera, che utilizza un linguaggio sofisticato e allusivo. Lasua poesia predilige i toni sommessi, smorzati, dando così l’impressione di rivol-gersi ad un piccolo gruppo di ascoltatori attenti. I suoi versi sono ricchi di riferi-menti concreti, attenti ai suoni e ai movimenti impercettibili. Ha pubblicato libridi poesia, Indice dei nomi (1993), Oltre la porta rossa (2000), A un metro da noi(2004), Massa diffusa (2007), di critica, Opinione sull’artista libero (1997) e dimemorialistica Marchi di controllo (2007). Collabora con la rivista “Znamja” e dal2006 dirige una prestigiosa collana poetica per la casa editrice Novoe izdatel’stvo.Ha vinto numerosissimi premi letterari, fra cui, nel 2002, quello della FondazioneIosif Brodskij (Joseph Brodsky Memorial Fellowship Fund).

Sergej Stratanovskij (1944), poeta, lavora come bibliotecario presso la Bib-lioteca Nazionale di San Pietroburgo. Ha iniziato a scrivere versi nel 1968 ma apubblicarli dal 1977 in samizdat o all’estero e solo dal 1985 in patria. Protago-nista, insieme ad Elena Schwarz, della scena letteraria leningradese, Stratanovskijtestimonia nei suoi versi le trasformazioni avvenute nel mondo circostante, si

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serve della tradizione letteraria russa per interrogare il presente, come illustranola sua prima raccolta, Versi del 1993 e la seconda, Buio diurno del 2000 (Einau-di, 2009), prodotto di due ere diverse nella storia russa. Il poeta scruta l’assurditàdel presente attraverso il prisma del passato. Le sue ultime raccolte, Accanto allaCecenia del 2002 e Sul fiume torbido del 2005, osservano con pedanteria I malidel mondo e soprattutto di una Russia malamente americanizzata. È uno dei po-eti russi più tradotti e ha vinto numerosissimi premi, fra cui quello della Fon-dazione Brodsky (JBMFF). Frutto del soggiorno italiano sono i Versi scritti inItalia, cui è stato assegnato il priemio della rivista «Zvezda».

Elena Schwarz (1948-2010), poeta, saggista, narratrice, unisce nelle sue operela sensibilità metafisica e la tradizione cristiana con il simbolismo delle anticheculture. All’interno dell’impianto metrico della tradizione russa, Elena Schwarz esprime l’inquietudine e la ricerca morale, la fragilità dell’individuo. Secche e ner-vose, come la poetessa stessa, le sue poesie denotano grande forza emotiva eun’originale ricerca del linguaggio. Molto nota nell’ambito del samizdatleningradese, comincia a pubblicare sulla stampa ufficiale solo a partire dal 1985,prima all’estero: Davide danzante (1985), Opere e giorni della monaca Lavinia(1987) e poi dal 1989 in patria: Versi (1989); Le direzioni del mondo (1990); Il li-bro dei poemi (1993); Mundus imaginabilis (1996); Poesie e poemi (1999); La partevisibile della vita (2003); Vino del 2007 (2007). I suoi versi sono stati tradotti intedesco, inglese, serbo, italiano. Il suo libro, San Pietroburgo e l’oscurità soave(Edizioni del Leone, 2005) comprende alcuni dei versi sull’Italia. Ha vinto nu-merosissimi premi letterari fra cui quello della Fondazione Iosif Brodskij (JosephBrodsky Memorial Fellowship Fund) nel 2001.

Boris Chersonskij (1950), poeta, traduttore, professore di psicologia clinica, vivead Odessa dove si è laureato all’Istituto di medicina nel 1974. In gioventù ha fattoparte per alcuni anni della dissidenza e ha collaborato con vari organi dell’emi-grazione: “Novoe russkoe slovo”, radio “Svoboda”. Le sue prime pubblicazioni po-etiche nella stampa dell’emigrazione risalgono alla metà degli anni ‘80. Dagli anni‘90 i suoi versi sono apparsi in Russia e in Ucraina su numerose riviste letterarie esu varie antologie. Con stile sobrio e laconico, il poeta, che si serve con parsimo-nia di epiteti e metafore, racconta le sue storie. La sua è una poesia che scivola nel-la prosa, che sfoglia le pagine di un “archivio familiare” o di un “album fotografi-co”, come nel caso dei versi italiani, per far conoscere al lettore personaggi che ilpoeta, osservatore attento dei suoi simili, ha incontrato in Russia, in Ucraina, in Is-raele o in Italia. Nel 2006 ha pubblicato il primo libro di poesie in Russia, Archiviodi famiglia, a cui sono seguiti nel 2008, Area in costruzione e Fuori del recinto. Nel2009 ha raccolto i suoi versi sull’Italia in Foglio di marmo (edizione italiana a curadi C. Scandura nel 2010) e nel 2010 ha pubblicato la raccolta Spiritual. Vincitore dinumerosissimi premi letterari, fa parte dal 1998 del comitato di redazione della riv-ista “Kreš atik”. Ha vinto il premio della Fondazione Josif Brodskij nel 2008. Per lapubblicazione dell’edizione tedesca di “Familien-archiv” (Wiesel Verlag) nel 2010 gliè stato assegnato il premio speciale “Literaris” (Austria).

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В Риме как в Греции: все есть,но больше всего этого «все есть»утром в воскресенье на mercato Porta Portese1.Я видел акульи челюсти трех размеров:в первые можно было просунуть руку,во вторые ногу, а в третьи голову.Я разглядывал груды антиков – в основном, конечно, поддельных.Я видел цветную открытку с портретом Duce2 –L 25.0003, потому что настоящая, не новодел –и монеты L 204 с портретом Duce по L 5.0005,потому что новодел, не настоящие:настоящих монет с портретом Duceникогда, как я выяснил, не чеканили,что немного странно и даже достойно уважения.Зато были бюсты и бюстики Duce,бюсты и бюстики античных duce –Юлия Цезаря, Августа, Каракаллы и иже с ними –по соседству с календарями 50-х – 60-х:полураздетые girls6 в стиле Мерилин Монро,чертовски аппетитные, несмотря на почтенный возраст,не чета этим нынешним топ-моделям.Правда, это были цветные рисунки, а не фотографии,в жизни таких аппетитных, по-моему, не было и тогда,разве что только в кино.Такой календарь покупала молодая итальянка,очень похожая на этих girls – лишь немногим хуже:белокурая, гладкая, ростом под 1.90. Сказала,что подруге в подарок на день рожденья.Я решил, что лукавит: в глазах ее так и читалось:«Я похожа на них!» Наверное, все-таки парнюили даже себе – вместо зеркала или рядом повесит.Встретил там двух хохлушек – ониработают в Риме уже два года.Домработницы, разумеется.Судя по их рассказам, не рискну сказать,что они счастливы: говорят, очень много работы.Я представил себе эту их работу:акульи челюсти No 3.У араба долго разглядывал раковины –каури, конусы, маленькие, большие –вспоминал Египет, болтал с ним по-английски.

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A Roma come in Grecia: c’è tutto,ma più di tutto questo «c’è tutto»la domenica mattina al mercato di Porta Portese.Ho visto mandibole di squalo di tre misure:nella prima si poteva infilare la mano,nella seconda il piede, nella terza la testa.Ho esaminato busti antichi, nella maggior parte, ovviamente, falsi.Ho visto una cartolina a colori con il ritratto del Duceper L. 25.000, perchè era autentica, non falsatae monete da 20 lire con il ritratto del Duce a L. 5.000,perchè erano false, non autentiche:monete autentiche con il ritratto del Duce, ho scoperto che non ne hanno mai coniate,cosa un po’ strana e persino degna di rispetto.Però c’erano busti piccoli e grandi del Duce,busti piccoli e grandi dei duci antichi:Giulio Cesare, Augusto, Caracalla e via di seguito,insieme ai calendari degli anni ‘50 e ‘60:girls mezze nude in stile Marylin Monroe,appetitose da morire, nonostante l’età ragguardevole,niente a che vedere con le top model di oggi.Per la verità, erano disegni colorati e non fotografie,nella vita, di così appetitose, secondo me, non ce ne sono,se non forse solo al cinema. Uno di questi calendari lo comprava una giovane italiana,che assomigliava molto a queste girls, solo un po’ in peggio:bionda, snella, alta quasi 1,90. Diceva che eraun regalo per il compleanno di un’amica.Ho deciso che mentiva: negli occhi le si leggeva:«Assomiglio a loro!» Probabile che fosse per il suo ragazzoo per lei stessa: lo appenderà accanto o al posto dello specchio.Là ho incontrato due ucraine,lavorano a Roma da due anni.Collaboratrici familiari, ovviamente.A giudicare dai loro racconti, non mi arrischio a direche siano felici: dicono che c’ è molto da lavorare.Mi sono immaginato così il loro lavoro:mandibole di squalo N° 3.Da un arabo ho scrutato a lungo le conchiglie:cauri, coni, grandi e piccole,ricordavo l’Egitto, chiacchierando chiacchieravo con lui in inglese.

CLAUDIA SCANDURA - VLADIMIR STROCKOV

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Присмотрел винный мех из Сардинии,небольшой, кожаный, на узеньком ремешке.Вот в Сардинию я уже, видно, не попаду.И еще гондолу купил, бронзовую, на подставке.Торговался оба раза нещадно, с азартом:уходил, возвращался, опять уходил, говорил: «О, Мадонна!»,«Мамма миа!» и «Черт побери!», а потом подолгуотвечал на расспросы: про Путина, про подлодку,про Чечню и русскую мафию.А еще понравились у вьетнамцевэти вот стальные шары – пá рные, тяжелые, со звоном,есть блестящие, гладкие, есть расписные, с драконами,и наверное, все же в другой раз я их куплю.Терракоты хорошей вот только не попадалось,а хотелось бы – страсть как люблю терракоту.А один – по-моему, индонезиец –продавал все вещи по L 3.0007 –в основном поломанные: очки, зажигалки,пассатижи, фонарики, молоточки.Попадались смешные – например, зажигалкав виде трахающейся парочки: онана четвереньках, а он нависает сзади.Нажимаешь ему на спину, и он в нее входит.Входит и выходит, входит и выходит,все как надо, да только вот зажигалкане работает, трахаются без огонька.А еще такого же типа мальчикс большой пипиской, но тожене работает. Жаль, совсем еще маленький мальчик.

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Ho trovato un otre da vino sardo,piccolo, di pelle, con un cinturino stretto.Ma in Sardegna probabilmente non riuscirò ad andare.E ho comprato anche una gondola di bronzo con il supporto.Ho contrattato tutte e due le volte spietatamente, con passione:mi sono allontanato, tornato, andato via di nuovo, ho esclamato:«Oh, Madonna!», «Mamma mia!» e «Che diavolo!», e poi a lungo ho risposto alle domande: su Putin, sul sommergibile, sulla Cecenia e sulla mafia russa.E mi sono anche piaciute dai vietnamitiquelle sfere di acciaio, a coppia, pesanti, che tintinnano,ve ne sono lucide, lisce, oppure istoriate con i draghi,e sicuramente la prossima volta le comprerò.Belle ceramiche non me ne sono capitate,peccato, vado matto per le ceramiche.E un tizio, secondo me, un indonesiano,vendeva tutto a 3000 lire,per la maggior parte cose rotte: occhiali, accendini,pinze, torce elettriche, martelletti.Ce n’erano anche di buffe: per esempio, un accendinoa forma di coppia che scopava: lei stavaa quattro zampe e lui la sovrastava da dietro.Gli spingi sulla schiena e lui la penetra.Entra e esce, entra e esce,così come si deve, solo che l’accendinonon funziona, scopano senza fiammella.E dello stesso tipo c’è il ragazzinocon un gran pisello, ma pure questonon funziona. Peccato, è ancora un ragazzino…

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TIMUR KIBIROV

Образы Италии

Кипарис фалличен.Пальма - вагинальна.Пиний линии красивыи бисексуальны.

Я брожу в лесу симвó лов.Ржу, как мерин сивый.А ведь я уже немолод,я ж певец России!

Пресловутый столп Траянатоже символичен.Обелиск торчит в фонтане!А уж дупла у платановпросто неприличны.

Сублимируй, сублимируй.Сколько ж можно, донна?А по вешнему по миру -тыры-пыры во все дыры -шум гудет зеленый!

А по вешнему по Римутак весомо, грубо, зримополовая жизнь повсюдудразнится, паскуда!

Это все пример ярчайшийистины известной -надо нам встречаться чаще,чтобы быть безгрешней!

Я хожу-брожу понуро,усмехаюсь горько.В дверь гони - пролезет в форткуматушка-натура!

Сублимируючи столько,охренеть недолго!

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Immagini d’Italia

Il cipresso è fallico.La palma è vaginale.La linea del pino è bellae bisessuale.

Vago in una selva di simboli.Nitrisco come un vecchio stallone.Ma non sono più così giovane,io sono della Russia il cantore!

La famigerata colonna di Traianopure questa è simbolica.L’obelisco è ficcato nella fontana!Pure le cavità dei platanisono proprio indecenti.

Sublima, sublima, -ma fino a quando, donna?E nel mondo a primavera –bim-bum-bam in tutti i buchiecheggia il rumore boschivo!

Ma in una Roma primaverilepesante, ruvida, tangibile,la vita sessuale per ogni dovemi sfotte, che carogna!

E’ l’esempio lampantedi una arcinota verità:bisogna vedersi più sovente per essere puri e innocenti!

Vado in giro avvilito,sorrido amaramente.La cacci dalla porta, rientra dalla finestramadre natura!

A furia di sublimare,non ce la fai più!

CLAUDIA SCANDURA - TIMUR KIBIROV

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Timur Kibirov

Шаг один от платонизмак пансексуализму!

Вот ведь не было печали -Черти накачали!Вот ведь не было проблемы -бес в ребро и семя в темяударяют скопом!Божий мир сплошным секс-шопомкажется в отчаяньи!

Надо, надо нам встречатьсяпо утрам и вечерам,целоваться, миловаться,а отнюдь не разлучатьсянадо, Таша, нам!

*

Рим совпал с представленьем о Риме,что нечасто бывает со мной.Даже ярче чуть-чуть и ранимейпо сравненью с моею тоской.

Поэтический прах попираясредиземного града сего,не могу описать, дорогая,мне не хочется врать про него.

Тыщи лет он уже обходилсябез меня, обойдется и впредь.Я почти говорить разучился,научился любить и глазеть.

В полудетском и хрупком величьиРим позирует мне, но прости ‒он не литературогеничен.Как и вся эта жизнь. Как и ты.

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Claudia Scandura - Timur Kibirov

Dal platonismoal pansessualismo c’è un passo!

Andava tutto liscio mail diavolo ci mise la coda!Andava senza problemi ma -il demone nella costola, il seme in testabattono all’unisono!A un povero disperato il creatosembra un enorme sexy shop!

Bisogna che ci vediamo soventesia di mattina che di sera,che la bocca ti baci tremante che mai da te non sia diviso, Taša, cotanto amante!

*

Roma coincise con l’idea di Roma,come raramente mi accade.Persino un po‘ più viva e vulnerabilein confronto alla mia nostalgia.

Calpestando la cenere della poesiain questa città mediterrranea,non sono in grado di descriverla, non voglio mentirti, cara.

Per mille anni ha fatto a meno di me e così potrà continuare.Ho quasi disimparato a parlare,ho imparato ad amare e guardare.

Nella sua grandezza puerile e fragile,Roma mi fa da modella, scusa, ma non è letteraturogenica.Come tutta questa vita. Come te.

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Timur Kibirov

Villa Pamphili

Солнышко греет плешивое темечко.Парочки жмутся, куда ни взгляни.Охи и чмоки на каждой скамеечке.Как же мне осточертели они!

Что вытворяют! Католики, тоже мне!Савонарола не зря их клеймил.Вон синьорина под пальмой разложена.Жадно припал к ней какой-то дебил.

Злобно я щурю глаза завидущиеи, словно перст одинокий, торчу,глядя, как руки шалят загребущие,шарят повсюду. Я тоже хочу.

Эту привычку к лобзаньям и петтингунам бы не худо с тобой перенять!..Сердце скрепя, возвращаюсь я, бедненький,в келью постылую письма писать.

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Claudia Scandura - Timur Kibirov

Villa Pamphili

Un solicello scalda la nuca pelata. Dovunque guardi, coppiette si stringono.Gemiti e sussurri da ogni panchina:Ma quanto mi hanno stufato!

Che combinano! Che razza di cattolici!Savonarola non senza ragione li condannò.Ecco una signorina stesa sotto una palma.Su di lei si china avidamente un demente.

Con astio socchiudo gli occhi invidiosiE me ne sto da solo come un cane,guardando come ruzzano le mani toccando,frugando dappertutto. Voglio farlo anche io.

Questa abitudine ai baci e al petting,non sarebbe male l‘avessimo anche noi!…A malincuore, me ne torno poveretto,nella mia cella odiosa a scriver lettere.

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NIKOLAJ BAJTOV

За три часаобошёл я всювиллу Аду.Влезал на холмы,спускался в сумрачные лощины.Я видел беличью беготню- или драку? – на сером стволе столетней пинии.

Я вглядывался:что происходит? что они делят?В какой-нибудь шишкеувидели редкостную прелесть?Нет, кажется,не в уникальной шишке здесь дело.Скорей всего, это Эрос,это Эрос…

Уже дождямисбивает декабрьс тополей листья.Чернеют возле конюшникопны соломы. –Залезть в дуплои – какой там Эрос? – только мыслибессвязно вьются,в сон увлекая тёмный…

Но от любви и во сненикуда не деться. –Шипя и цокая,подобно серьёзным и цепким белкам,и под дождём, и под снегоммыслям придётсягонять соперника –без конца гонятьпо стволам и веткам.

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CLAUDIA SCANDURA - NIKOLAJ BAJTOV

In tre oreho girato tuttavilla Ada.Sono salito su alturesono sceso in valli oscure.ho visto scoiattoli ruzzare,oppure litigare? sul grigio tronco di un pino centenario.

Cercavo di capire: che succede? che stanno a dividere? In una certa pignahanno visto una rara meraviglia? No, pare, non di una pigna unica si tratti.Ma piuttosto di Eros,sì, di Eros...

A furia di pioggedicembre butta giùdai pioppi le foglie.Nereggiano presso le stallecovoni di paglia.Infilarsi in una cavità,ma che (razza di) Eros? Solo i pensierisvolazzano sconnessisollecitando a un sogno profondo....

Ma dall’amore anche in sognoè impossibile sfuggire.Sibilando e battendo,come scoiattoli seri e tenaci,sia sotto la pioggia che sotto la neve ai pensieri toccadar la caccia al rivale:cacciarlo senza fineper tronchi e per rami.

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MICHAIL AJZENBERG

Церкви, обстроенные дворцами,стены, обросшие чешуей,встретились каменными крестцами –стали одной семьей.

Так, бесконечное время празднуя,улицы спутанные, густые,сплошь покрывает загаром краснаяпыль, занесенная из пустыни.

Так же несутся, сбиваясь в тучу,ласточки на закатенад Ватиканом,над Авентином.Кто их так учит –в плотном на миг застывать охвате, взмахом кружить единым?

Ходит туман,накрывает горы,склоны с проборами боковыми,башенные селенья.

Время движеньями круговымиучит выстраивать укрепленьев воздухе без опоры.

Вилла Джулия

Что осталось?Одни черепки, дощечки.Золотые письменные пластинки,на которых галочками насечки:о победах или расходах сечкисообщают линии-невидимки.

Или бронзовые триподы.Звери, люди заглядывают в котел.Что там творится?

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CLAUDIA SCANDURA - MICHAIL AJZENBERG

Chiese circondate da palazzi,mura, ricoperte di squame,congiunte per gli ossi sacri -sono diventate un’unica famiglia.

Così, festeggiando il tempo infinito,il groviglio fitto di strade,drappeggia una polvererossa, portata dal deserto.

Da sempre girano, ammucchiate,le rondini al tramontosul Vaticano,sull’Aventino.Chi ha insegnato loro a congelarsi un attimo abbracciate,a volteggiare con un solo colpo d’ala?

Vortica la nebbiaricopre montagnependii dalla scriminatura lateralevillaggi turriti.

Il tempo con movimenti circolariinsegna a costruire fortificazioninell’aria senza sostegno.

Villa Giulia

Cos’è rimasto?solo cocci, tavolette.Lastre dorate incise,su cui tacche uncinate:di vittorie o di prezzi del granoinformano con linee-invisibili.

Oppure tripodi di bronzo.Bestie, uomini, guardano nel calderone.Che cosa succede là dentro?

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Michail Ajzenberg

Что там варится и дымится?То, что мы и теперь кладем?

Время выгорело дотла,обдавая обрядной воньювыходящие из котлашеи львиную и грифонью.

*

Рим сам в себе блуждает как в лесу,не подпуская к памяти разлому,и времени бегущую лозуон, сохраняя, вяжет, как солому.

Стоит оградой римская стена,пятнистая, поросшая коростой.И зрительная помнит глубинавеселый свет на кладке медоносной,

на вырубках, застроенных давно.Между стволов поваленных плутая,Рим поднялся, как лестница крутая,и опустился на глазное дно.

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Claudia Scandura - Michail Ajzenberg

Che cosa ribolle e fuma?Lo stesso che anche ora bolliamo?

Il tempo è bruciato senza fiamma,investendo di puzzo ritualeemanato dal calderonei colli del leone e del grifone.

*

Roma erra in sé stessa come in una selva,non facendo avvicinare alla crepa della memoria,e del tempo la vite che corre,conservando, intreccia come paglia.

Stanno come un recinto le mura romane,pezzate, ricoperte di scabbia.E la profondità visiva ricordala luce allegra sulla borsa melaria,

sulle radure, edificate tanto tempo fa.Fra i tronchi abbattuti vagando,Roma si è alzata, come una ripida scala,ed è atterrata sul fondo oculare.

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ELENA SCHWARZ

Гоголь на Испанской лестнице

А Рим еще такое захолустье…На Форуме еще пасутся козы,И маленькая обезьянка ЧичиШарманку крутит, закатив глаза.Здесь у подножья лестницы ИспанскойЕще совсем недавно умер Китс.Весенний день ‒ и с улицы СчастливойКакой-то длинноносый и сутулыйТак весело заскачет по ступенькам,Как птица королек иль гоголек.Но временами косится на теньНа треугольнуюИ с торбой за плечами.А в торбе души умерших лежатИ просятся на волю.А господин вот этот треугольный,Каких-то лет почтенных, темных,Каких-то лет совсем необозримых,Бежит, как веер, сбоку по ступенькам.И не отстанет он до смерти, нет.Навстречу подымается художникИ машет Buon giorno, Nicola!А тот в ответ небрежно улыбнется И от кого-то сзади отмахнется.А обезьянка маленькая ЧичиТак влажно смотрит, получив пятак.

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CLAUDIA SCANDURA - ELENA SCHWARZ

Gogol’ sulla scalinata di piazza di Spagna

E Roma è ancora così provinciale...Al Foro pascolano le pecore e la scimmietta Cici gira la manovelladell’organetto, strabuzzando gli occhi.Qui ai piedi della scalinata di piazza di Spagnapoco tempo fa è morto Keats.Una giornata primaverile e dalla via Feliceun tale dal naso lungo e curvoscende allegro giù per i gradini,come un uccello, scricciolo o anitra.E ogni tanto sbircia la sua ombratriangolaree con un sacco sulle spalle.E nel sacco ci sono le anime dei mortie implorano la libertà.E proprio quel signore triangolare,di certi anni rispettabili, oscuri,di certi anni del tutto smisurati,corre di sbieco giù per i gradiniE no, non si fermerà fino alla morte.Incontro viene su un pittoree lo saluta: Buon giorno Nicola!E quello per tutta risposta sorride appena e scaccia qualcuno dietro di sè.E la scimmietta Cici guardacon occhi umidi, ricevendo una moneta.

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SERGEJ STRATANOVSKIJ

Гоголь пишет второй том«Мертвых душ»

Да, Италия - радость,но Россия - не адская волостьИ не скопище харь,а чистилище душ грехопутных,Но способных покаяться:Чичиков - вкрадчивый лисСобакевич топтыжистый,Плюшка, Кубышка, Ноздря -Все готовы покаяться...Да и дельных помещиков, кажется,Стало больше, чем прежде…

Да, в Италии - свет,но Россия не хлев без оконцаВидишь: брызги от солнца...Значит близко и радость великая

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CLAUDIA SCANDURA - SERGEJ STRATANOVSKIJ

Gogol’ scrive la seconda parte delle “Anime morte”

Sì, l’Italia è una gioia,ma la Russia non è una contrada infernaleE nemmeno un ammasso di brutti ceffi,ma un purgatorio di anime peccatrici,in grado però di pentirsi:Čičikov è una subdola volpeSobakevi , un fannullone,Pljuškin, Korobo ka, Nozdrevtutti sono pronti a pentirsi…Sì, e di bravi proprietari, mi parece ne sia più di prima.

Sì, in Italia c’è la luce,ma la Russia non è un porcile senza finestra…vedi: ci sono sprazzi di sole…dunque è vicina anche una grande gioia…

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BORIS CHERSONSKIJ

фотокамера страшная вещь каждый уносит кусокреальности шесть на девять или иной размермир стерся о щелканье объективов нескончаем потокк останкам истории мумиям или обломкам вер

все это дышит еще откроешь фотоальбомувидишь стену какой-то крепости но какойвсе равно не вспомнишь хоть бейся в нее лбомназвание костью в горле стоит и на кой

эти странные древние имена душа это складпортретов мелодий номеров стихотворных строкстарая добрая сказка на новый недобрый ладлюди колонной в собор как раньше в острог

под щелканье фото вспышки то тут то тамно аппарат не слышит не видит он глух и слепрежет мир на прямоугольники и светлый надмирный храмдля него все равно что темный подземный склеп

*

Камни, лишенные цвета,среди плотной зеленивсех оттенков с намечающейся желтизной,все же осень, а есть деревьяс розовой листвой, или темно-красныйдикий виноград на оградах,совсем как у нас, в Одессе.

А краски старой живописи на досках!Таких не найдешь в многоцветной природе.Ни, тем более, в древних сооруженьях.Ни в пестрых лоскутках памяти детства,из которых шьют платья для взрослых кукол.Глаза - ни зрачков, ни радужки, как у античных статуй.

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CLAUDIA SCANDURA - BORIS CHERSONSKIJ

Tremenda cosa la macchina fotografica ognuno porta viaun pezzo di realtà sei per nove o di un’altra misurail mondo scompare allo schiocco di obiettivi infinitifluisce verso resti di storia mummie o frantumi di fede

tutto ciò lo respiri non appena apri l’album fotograficovedi il muro di non so quale fortezza ma quale non riesci a ricordarlo anche se ti scervelli il nome l’hai sulla punta della lingua e a che servono

questi strani nomi antichi l’anima è il deposito di ritratti di melodie di numeri di righe di versila vecchia buona novella alla nuova cattiva manierala gente in fila per la cattedrale come prima per il carcere

allo schioccare dei flash ora qui ora lìma la macchina fotografica non sente non vede è sorda e ciecataglia il mondo in rettangoli e il chiaro tempio ultraterrenoè per lei la stessa cosa che la scura cripta sotterranea

*

Pietre, prive di colore,in mezzo a erba foltadi tutte le sfumature con il giallo che affiora,è pur sempre autunno, ma ci sono albericon foglie rosate, o sulle recinzioni viti selvatiche rosso scure proprio come da noi, a Odessa.

E i colori della pittura vecchia sulle tavole!Quelli non li troverai nella natura multicolore.Né, tanto più, nei monumenti antichi.Né nelle variopinte pezze di ricordi infantili,con cui si cuciono abiti per bambole adulte.Gli occhi non hanno né pupille né iridi,come le statue antiche.

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Boris Chersonskij

*Земную жизнь пройдя на пять шестых,а повезет – так на четыре пятых,я тоже видел облако в пустых

проемах Колизея. На покатыхбоках живых соседних куполоввечерний свет и скопища пернатых

среди крылатых каменных головмладенческих, с припухлыми губами.Стопой скользил по мрамору полов,

робел перед огромными гробами,где на скелет приходится по пятьпрекрасных статуй. Я ходил кругами

по городу, который не понять,как не познать Вселенную, и, все же,пытаешься, хоть знаешь, что опять

потерпишь пораженье. Святый Боже,все мы рабы. Над головою плетьсвистит. Начнешь рубцы считать на коже –

не сосчитать. И надо всё успеть.Лечь статуей на мраморное ложе.Стоять колонной. Певчей птицей петь.

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Claudia Scandura - Boris Chersonskij

*Nel mezzo del cammin di nostra vita,e se va bene, ancora per un quarto, vidi pure io le nuvole nelle arcate

vuote del Colosseo. Sui tondeggiantifianchi delle vive cupole vicinela luce serale e le folle di pennuti

in mezzo a teste di pietra alatedi bambini, con le labbra turgide.Scivolai su pavimenti marmorei,

mi intimidii davanti a tombe enormi,dove per uno scheletro ci sono cinquestatue sontuose. Sono sceso per i gironi

di una città, che non si può comprendere,come non si può conoscere l’universo, mati sforzi, nonostante già sai, che di nuovo

sarai sconfitto. Santo Iddio,siamo tutti schiavi. Sopra la testa la frustasibila. Vuoi contare le cicatrici sulla pelle

ma non ci riesci. E bisogna far presto.Giacere come statue sul letto di marmo.Stare ritti come colonne. Cantare come uccelli.

Claudia Scandura, allieva di A. M. Ripellino, è professore associato di Lingua e letteraturarussa e coordinatrice del curriculum di Slavistica del Dottorato di ricerca in Scienze deltesto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Sapienza” di Roma .Dal 2000collabora con la Fondazione Brodsky di New York («Joseph Brodsky Memorial Fellow-ship Fund») e nel 2010 ha pubblicato a Mosca il volume «Rim sovpal s predstavlen’em oRime…» Italija v zerkale stipendiatov Fonda pamjati Iosifa Brodskogo (JBMFF) in cui haraccolto poesia, prosa e arte figurativa sull’Italia dal 2000 al 2008. Ha pubblicato nu-merosi saggi in italiano, tedesco e russo sulla letteratura degli anni ’20, sull’emigrazionerussa in Germania e in Italia e sui problemi della traduzione. Ha curato e tradotto operedi vari autori (V. Kaverin, Fine di una banda, 1983, Il grande gioco, 2008; A. e B. Stru-gackij, Uno scarabeo nel formicaio, 1988; I. Metter, Il quinto angolo, 1991). Studiosa dipoesia russa contemporanea, ha dedicato alle sue voci saggi e traduzioni - T. Kibirov(Latrine, 2008), B. Chersonskij (Foglio di marmo, 2011), V. Kullè, I. Volkov, M. Stepano-va, S. Gandlevskij, J. Gugolev («Poeti del LericiPea», 2010, 2011; «Poesia», 270/2012; «Testoa fronte», 47/2012). Ha curato la pubblicazione degli atti del convegno internazionale distudi La poesia russa da Puškin a Brodskij. E ora? Roma, 2012. Ha vinto il Premio «Lerici-Pea – Mosca» 2010 per la traduzione poetica.

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Bianca

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