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Disturbi del Comportamento Alimentare nell’infanzia e nell’adolescenza Il percorso socio sanitario e la rete dei servizi Il percorso socio sanitario e la rete dei servizi 14 MARZO 2015 CENTRO CONGRESSI INTERBRENNERO, VIA INNSBRUCK, 15 TRENTO

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Disturbi del Comportamento Alimentare nell’infanzia e nell’adolescenza

Il percorso socio sanitario e la rete dei serviziIl percorso socio sanitario e la rete dei servizi

14 MARZO 2015CENTRO CONGRESSI

INTERBRENNERO, VIA INNSBRUCK, 15 TRENTO

Disturbi del comportamento alimentare nell’infanzia e nell’adolescenza

il percorso socio sanitario e la rete dei servizi.

SEMINARIO promosso AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI in collaborazione con ARCASANITARI in collaborazione con ARCA

14 marzo 2015

Un sistema socio-sanitario organizzato in maniera integrata rappresenta ilpresupposto per una risposta a bisogni sempre più complessi, consentendodi evidenziare la componente più nascosta della medesima prestazionesocio-sanitaria: la relazione socio sanitaria. In questa prospettiva lasocio-sanitaria: la relazione socio sanitaria. In questa prospettiva lamultidisciplinarietà e la multidimensionalità rappresentano esigenzeineludibili per rispondere alla fragilità, alla grave esclusione sociale e allanon autosufficienza.(Direttive febbraio 2015 Provincia di Trento «Servizi socio-sanitari in area età evolutiva,…»)

l’assistenza territoriale rappresenta il livello essenziale di assistenza “chiave”, sia in termini delle acuzie e delle condizioni recidivanti che di continuità

assistenziale e presa in carico della cronicità e della fragilità le cui dimensioni , la assistenziale e presa in carico della cronicità e della fragilità le cui dimensioni , la letteratura epidemiologica ci appalesa sempre più rilevanti.

(Direttive febbraio 2015 Provincia di Trento «Servizi socio-sanitari in area età evolutiva,…»)

Privato sociale oggi in Trentino e servizi per l’infanzia, l’adolescenza ed il mondo giovanile

� Un sistema ricco di storia, esperienze e creatività .

� Distribuito a rete sui territori

� Frammentato ma allo stesso tempo duttile.

� In continuo confronto tra la specializzazione professionale e l’accoglienza umana della persona bisognosa di aiuto.

Ma in definitiva bisognoso di condividere e ricercare linee di sviluppo innovative del welfare alla luce dei continui cambiamenti sociali, economici, culturali….

Servizi socio educativi in cui è prevista una presa in carico previa valutazione ed invio da parte del

Servizio Sociale Territoriale (servizi previsti da Catalogo Provinciale)

� Centri Diurni aperti (fascia d’età 6 -14 anni)� Centri di aggregazione giovanile (dall’età di 14 anni)� Area residenzialità – Housing sociale

• Gruppi Appartamento (fino a 18 anni)• Domicili Autonomi maschili e femminili (18 – 23 anni)• Alloggi in autonomia (fino a 30 anni)

� Centri di socializzazione al lavoro (16 – 23 anni)� Servizio di Educativa Domiciliare (0 -23 anni)� Servizio di Educativa Domiciliare (0 -23 anni)� Servizio Spazio Neutro (0 – 18)

Servizi promozionali, preventivi, aperti al territorio ed alla comunità in cui le famiglie possono iscrivere

liberamente i loro figli/e alle attività

• Spazi di incontro genitori bambini (fascia età 0 – 6 anni)• Servizi di conciliazione famiglia lavoro• Servizi di conciliazione famiglia lavoro• Attività ludico-ricreative, spazi compiti (fascia età 3 – 16 anni)• Attività laboratoriali espressivo – creativi• Attività formative corsuali espressivo-creative • Attività estive (fascia età 3 – 18 anni)• Attività teatrali (fascia età 3 – 25 anni)• Servizi di babysitting a domicilio• Progetti territoriali con finanziamenti a bando

Servizi attivati dalla scuola• Servizi individualizzati• Servizi di conciliazione famiglia lavoro

Quali possibili scenari in una prospettiva di integrazione tra vari attori

Centro disturbi comportamento alimentareServizi specialistici/ medici e pediatriComunità terapeuticheComunità terapeutiche

Servizi SocialiServizi socio educativi del privato sociale

Scuola

Associazionismo e volontariato

Unità Valutativa Multidisciplinare

Una esperienza possibile di integrazione socio sanitaria :

Dal 2012 l’equipe educativa dei Domicili Autonomi femminili di Progetto 92 scs sperimenta direttamente un modello di

integrazione socio sanitaria attraverso percorsi di integrazione socio sanitaria attraverso percorsi di accoglienza, riabilitativi e di reinserimento sociale ad

integrazione e completamento dell’attività di cura svolta dall’equipe multidisciplinare del Centro Disturbi del

Comportamento alimentare di Trento

accoglienza«Le difficoltà che ho riscontrato inizialmente sono state quelle di fidarmi ed affidarmi completamente alle persone che fanno parte di questo servizio, capendo che non c’è nulla di male a farne parte e che questo non significa avere meno valore rispetto a chi non ha bisogno di aiuto.»

«La psicologa e lo psichiatra del CDCA uniti alle educatrici del domicilio autonomo mi hanno aiutato molto ed è anche grazie a loro che sono arrivata ad avere un certo grado di consapevolezza e conoscenza personale che mi permette di proteggermi nei momenti conoscenza personale che mi permette di proteggermi nei momenti bui.»

Riabilitazione«Il pensiero di dovermi staccare dalla protezione dei miei genitoriera assillante e devastante, a distanza di tempo sento di volerprovare a farcela anche da sola.»

«In realtà l’obiettivo primario di Progetto 92 è quello di aiutarmi araggiungere l’autonomia, non quello di guarirmi»

«Pian piano ho imparato anche a dedicarmi alle faccendedomestiche , che anche se sembra banale, non è una cosascontata. Ho compreso che tenere pulito il proprio ambiente divita significa volersi bene e per me non è poco.»vita significa volersi bene e per me non è poco.»

Reinserimento sociale

«Vivendo in un appartamento con altre tre ragazze è normale che ci siano discussioni anche per le cose più banali.»

«Ho imparato a dire quello che penso , anche se il pensiero disbagliare, avere una opinione contraria a quella degli altri, ancoraun po’ mi frena.»

Per la prima volta in vita mia ho instaurato dei legami in cui io non dipendo dall’altra persona, relazioni che non sono e non desidero nemmeno che siano di tipo esclusivo.

«I miei sintomi si sono ridotti ma non sono scomparsi, tuttavia adoggi ho sicuramente acquisito gli strumenti che mi permettono diessere autonoma, di gestire o prevenire i momenti di crisi e questomi consente di riuscire a vivere la vita, pur nelle difficoltà, senzarifugiarmi per forza nel mio mondo buio al riparo da tutti.»

«Per questo fra un mese circa farò il passaggio dall’appartamento semi«Per questo fra un mese circa farò il passaggio dall’appartamento semiautonomo all’appartamento in crescere, dove mi gestiròprevalentemente da sola, accompagnata dalla presenza occasionaledi una educatrice.»

«E anche se riconoscerlo e ammetterlo ancora mi terrorizza., devo direche sono cresciuta, riesco a prendermi le mie responsabilità. Ora ilpasso successivo sarà quello di portare tutto al di fuori del gruppoappartamento.»

Percorsi e traguardi.

Le ragazze/i e le famiglie in situazioni di fragilità possono spingere oggi il sistema sanitario ed il sistema sociale verso obiettivi condivisi:

� punti di contatto nei linguaggi;� punti di contatto nei linguaggi;� Confronto sulle metodologie di lavoro professionale;� Analisi e lettura dei territori e loro esigenze;� Prevenzione e informazione alle comunità territoriali;� Esperienze di innovazione del welfare;� co-progettazione e co-costruzione di servizi integrati.

«[…] A nessuno è concesso passare accanto ad un sofferente in silenzio ma tutti devono chiedere cosa gli sta succedendo».

(Erodoto, Le Storie - 440-429 a.C.)