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Dicembre 2017 Tra i brani dei Vangeli che ascoltiamo celebrando il Natale risuonano le parole intense con cui Giovanni, nel prologo del suo Vangelo (Gv 1,1-18), descrive il mistero del Figlio di Dio, Gesù, fatto uomo per noi. Sono le parole che possono accompagnarci in questo Natale. Sono parole che, a differenza dei racconti di Matteo e Luca, non ci descrivono la scena di Betlemme e, quindi, non toccano immediatamente la nostra sensibilità e non suscitano l’emozione che tante volte invade il Natale e rischia di svuotarlo della sua vera ricchezza. Anche la misericordia a volte viene intesa come “sentimento” e così spesso non trova posto nei nostri cuori: quanto ci è difficile perdonare chi ci ha fatto del male o anche semplicemente “chiedere scusa” può diventare una parola lontana da ciò che sentiamo in noi, volendo ribadire le nostre ragioni e cercando di accusare l’altro dei suoi sbagli. Per Giovanni contemplare Gesù che nasce per noi significa riconoscere che Egli è il “Verbo”, cioè quella Parola con cui Dio continua a parlare al nostro cuore, una Parola che non è vuota ed inutile, ma capace di rinnovarci: è una Parola che dice vita e dà vita. Per Giovanni il Verbo è “luce” che splende in questo mondo e che le tenebre non possono spegnere. Tutto il Natale è un gioco di tante luci e tra di esse rischiamo di perdere di vista proprio quella luce che è Gesù. Il rischio, ci dice Giovanni, è di non essere più capaci di riconoscere il Signore e, quindi, di non saperlo accogliere. Eppure Gesù ha scelto di farsi “carne”, farsi uomo povero e fragile come noi, per abitare in mezzo a noi: solo così possiamo non solo riconoscerlo e accoglierlo, ma essere a nostra volta resi figli di Dio, capaci di vivere la vita stessa di Dio. Dove e come vivere la misericordia in modo che essa segni questo Natale e dia gusto e bellezza a questa festa? Per vivere un Natale illuminato dalla misericordia, penso che dovremmo davvero cercar e una luce nuova nei nostri gesti, nelle nostre parole, una luce che non nasca solo dal desiderio di essere buoni e migliori per qualche momento, ma una luce che sia una novità e abbia radice nel profondo del nostro cuore, una luce che può donarci solo il Signore. Cercare quella luce significa cercare ancora e sempre un volto umano, il volto di chi ci è accanto, il volto di chi è piccolo, il volto di chi ha bisogno. Se Dio si è fatto carne, nella carne nostra e in quella di ogni uomo e donna di oggi dobbiamo poter cercare lui. La misericordia allora non è una scelta astratta di bene, ma la volontà di fare un passo verso l’altro, verso quelle persone concrete che ho accanto, che possono sbagliare o da cui sono stato ferito. Allo stesso modo, cercare misericordia per la mia vita è accettare che tutta la

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Dicembre 2017

Tra i brani dei Vangeli che ascoltiamo celebrando il Natale risuonano le parole intense con cui

Giovanni, nel prologo del suo Vangelo (Gv 1,1-18), descrive il mistero del Figlio di Dio, Gesù,

fatto uomo per noi. Sono le parole che possono accompagnarci in questo Natale. Sono parole

che, a differenza dei racconti di Matteo e Luca, non ci descrivono la scena di Betlemme e,

quindi, non toccano immediatamente la nostra sensibilità e non suscitano l’emozione che tante

volte invade il Natale e rischia di svuotarlo della sua vera ricchezza. Anche la misericordia a

volte viene intesa come “sentimento” e così spesso non trova posto nei nostri cuori: quanto ci è

difficile perdonare chi ci ha fatto del male o anche semplicemente “chiedere scusa” può

diventare una parola lontana da ciò che sentiamo in noi, volendo ribadire le nostre ragioni e

cercando di accusare l’altro dei suoi sbagli.

Per Giovanni contemplare Gesù che nasce per noi significa riconoscere che Egli è il “Verbo”,

cioè quella Parola con cui Dio continua a parlare al nostro cuore, una Parola che non è vuota ed

inutile, ma capace di rinnovarci: è una Parola che dice vita e dà vita.

Per Giovanni il Verbo è “luce” che splende in questo mondo e che le

tenebre non possono spegnere. Tutto il Natale è un gioco di tante luci e

tra di esse rischiamo di perdere di vista proprio quella luce che è Gesù.

Il rischio, ci dice Giovanni, è di non essere più capaci di riconoscere il

Signore e, quindi, di non saperlo accogliere. Eppure Gesù ha scelto di

farsi “carne”, farsi uomo povero e fragile come noi, per abitare in mezzo a noi: solo così

possiamo non solo riconoscerlo e accoglierlo, ma essere a nostra volta resi figli di Dio, capaci

di vivere la vita stessa di Dio.

Dove e come vivere la misericordia in modo che essa segni questo Natale e dia gusto e

bellezza a questa festa?

Per vivere un Natale illuminato dalla misericordia, penso che dovremmo davvero cercar

e una luce nuova nei nostri gesti, nelle nostre parole, una luce che non nasca solo dal desiderio

di essere buoni e migliori per qualche momento, ma una luce che sia una novità e abbia radice

nel profondo del nostro cuore, una luce che può donarci solo il Signore.

Cercare quella luce significa cercare ancora e sempre un volto umano, il volto di chi ci è

accanto, il volto di chi è piccolo, il volto di chi ha bisogno. Se Dio si è fatto carne, nella carne

nostra e in quella di ogni uomo e donna di oggi dobbiamo poter cercare lui.

La misericordia allora non è una scelta astratta di bene, ma la volontà di fare un passo verso

l’altro, verso quelle persone concrete che ho accanto, che possono sbagliare o da cui sono

stato ferito. Allo stesso modo, cercare misericordia per la mia vita è accettare che tutta la

mia umanità, il mio carattere anche spigoloso, i miei errori, possano ricevere non solo una

sguardo di semplice compassione da parte di Dio, ma uno slancio di vita nuova.

Posso accogliere e vivere la misericordia solo se ne sento il bisogno e solo se accetto di essere

amato, di essere figlio, di avere un Padre da cui posso rifugiarmi non per avere ragione, ma per

gustarne l’abbraccio accogliente e il volto luminoso.

Nel bambino di Betlemme, nella povertà del presepe, nell’emozione che possiamo gustare

contemplando il Dio infinito che si è fatto piccolo, possiamo trovare un riflesso di luce che ci

permetta di gustare per noi il dono di misericordia che Dio ha voluto farci.

E potremo davvero vivere un Natale nella luce della misericordia se sapremo anche noi farci

attenti a ciò che è piccolo e spesso insignificante, se sapremo dedicare tempo a chi amiamo, se

sapremo prenderci cura della fragilità di chi ci è vicino, se sapremo agire e scegliere non

partendo dalle nostre ragioni, ma facendoci custodi del bene dell’altro.

Non si tratta di compiere grandi gesti, ma di seminare parole e gesti di luce, perché ci sia

meno buio in noi, nel nostro sguardo e nel nostro cuore, e di riflesso attorno a noi, perché

Gesù sia ancora Parola che dice e realizza misericordia e prende carne nella nostra carne.

Sarà davvero vita nuova!

Buon Natale! In amicizia Gianfranco – Assistente Nazionale CPM

Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria

Famiglia domani è … un’amicizia!!

Questo può essere lo slogan di Famiglia Domani, rivista

per la famiglia e per le comunità che lavorano con le

famiglie, curata dai CPM italiani e

pubblicata da “Gazzetta d’Asti srl”,

l’editrice del settimanale della Diocesi di

Asti. La rivista ha un’uscita trimestrale ed

ogni numero sviluppa un tema inerente la

famiglia sotto diverse angolature:

teologica, sociale, familiare, relazionale; vengono

offerti spunti di riflessione personale, di formazione e

di confronto. E’ un’opportunità di crescita e di

arricchimento anche spirituale. E tutto questo

vogliamo tenerlo per noi, facendo o rinnovando solo il

nostro abbonamento? Pensiamo proprio di no!! In

questo periodo siamo spesso in difficoltà su cosa

regalare ad amici e conoscenti: un abbonamento

annuale a Famiglia domani è la risposta.

L’abbonamento 2018 costa € 23,50 (meno di una cena

per 2 in pizzeria) da versare sul conto corrente postale

n. 1014947939 intestato a Gazzetta d’Asti srl - Via

Monsignor Umberto Rossi 6 – 14100 Asti (bollettino

allegato) oppure sul conto corrente bancario (sempre

intestato a GAZZETTA D’ASTI s.r.l) IBAN IT 82C 06085

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E’ possibile abbonarsi anche dal sito www.cpm-italia.it

NATALE 2017

A chi ama

dormire ma si sveglia sempre di buon

umore. A chi saluta ancora con un bacio. A

chi lavora molto e si diverte di più. A chi va in fretta in auto, ma non suona ai semafori. A chi arriva

in ritardo ma non cerca scuse. A chi spegne la televisione per fare due chiacchiere. A chi è

felice il doppio quando fa a metà. A chi si alza presto per aiutare un amico. A chi ha l'entusiasmo di un bambino ma pensieri da uomo. A chi vede nero solo quando è buio.

A chi non aspetta Natale per essere più buono.

A tutti voi, amici abbonati e lettori di Famiglia domani… BUON NATALE E FELICE 2018

LETTERALETTERALETTERALETTERA DAL CO DAL CO DAL CO DAL CONSIGLIO CENTRALENSIGLIO CENTRALENSIGLIO CENTRALENSIGLIO CENTRALE

Carissimi cipiemmini,

ci è gradita l’occasione dell’imminenza del Natale per farvi pervenire i nostri più fervidi auguri per

un sereno Natale.

Stiamo vivendo il tempo di Avvento e cogliamo la parola che Dio rivolge al suo popolo in esilio

per mezzo del profeta: “Ecco, io faccio una cosa nuova” (Is 43,19). Anche noi desideriamo

guardare avanti e alle novità che il Signore sta preparando per la sua Chiesa.

Nei tre anni trascorsi alla guida del CPM, abbiamo impiegato tempo e risorse per ascoltare e

conoscere i singoli segretariati, cercando di condividerne le esperienze.

L’anno scorso abbiamo tutti svolto un cammino di formazione, riflettendo sulla Amoris Laetitia di

papa Francesco: è stata un’occasione non solo di crescita personale e di coppia, ma anche di

comunione all’interno del CPM; il percorso e l’obiettivo comuni sono stati utili per rafforzare

un’unione che desideriamo tutti mantenere viva.

Il momento conclusivo della “Due Giorni” di Cagliari ha permesso di

ritrovarci insieme, nella preghiera e nella riflessione, attorno alle parole del

papa: è stata un’esperienza molto bella, di gioia e di festa e che ci ha

permesso di sperimentare quanto dice il salmista: “Ecco, com’è bello e

com’è dolce che i fratelli vivano insieme” (Sal 133,1).

Al Consiglio Centrale di Cagliari è stata approvata la scelta, per il nuovo anno, di accentuare, nella

formazione, la dimensione spirituale, in modo da ritrovare motivazioni profonde e nuovo slancio nel

nostro impegno di servizio ecclesiale acquisendo sempre più uno stile di vita e di servizio

modellato sul Vangelo.

Il cammino proposto prevede la riflessione sulla tematica del servizio, avendo come sfondo la

Evangelii Gaudium di papa Francesco. Saranno proposti progressivamente dei testi di riflessione,

accompagnati da provocazioni e domande per un esame di coscienza individuale e per la revisione

di vita in équipe.

Tenendo conto di quanto esposto sopra, desideriamo rinnovare a tutti i cipiemmini l’invito a

partecipare all’assemblea straordinaria del CPM, che si terrà a Sestri Levante (Genova) nei giorni 16

e 17 marzo 2018. L’invito viene esteso a tutti coloro che possono essere comunque interessati, in

quanto simpatizzanti od operatori pastorali a servizio dei fidanzati.

Nel nostro intendimento si tratta di vivere un momento importante di confronto, nella preghiera e

nella comunione reciproca, per cogliere le sfide a cui siamo chiamati come CPM, come équipe,

come coppie e come singoli battezzati.

Vorremmo tutti insieme fare il punto sulla situazione attuale del CPM, in modo da verificare che

anche per la nostra associazione il Signore “sta facendo una cosa nuova”.

Desideriamo rinnovare i nostri auguri: il Natale sia un momento di preghiera, di arricchimento nella

fede, nella speranza e nella carità. Gesù è nato per servire e desideriamo che anche il nostro

servizio sia modellato sul suo.

In fraternità ed amicizia vogliate accogliere il nostro abbraccio sincero.

Buon Natale! Molinero, Girola, MantelliMolinero, Girola, MantelliMolinero, Girola, MantelliMolinero, Girola, Mantelli

Ritrovare il NataleRitrovare il NataleRitrovare il NataleRitrovare il Natale Non siamo più abituati ad aspettare…tutto va di corsa, non ci sono tempi morti, il mondo vola, con o senza di noi. Prima prendiamo, poi paghiamo; spesso entriamo in possesso di qualcosa ancora prima di averlo desiderato. Anche i nostri figli fanno fatica a desiderare qualcosa; in qualche occasione siamo arrivati a chiederci in regalo non degli oggetti, ma il tempo, la possibilità di stare insieme, l’occasione di condividere un’esperienza, un momento. Presi come siamo dal non annegare nel presente, facciamo fatica ad accettare di doverci preparare a ciò che ancora deve arrivare, a quanto richiede di percorrere un cammino per raggiungere la meta. Eppure, l’attesa del Natale ci riempie ancora di trepidazione, con la suggestione delle luci che si accendono, delle caselle del calendario che si aprono, del presepe che si popola, dell’albero che si arricchisce ogni giorno di addobbi. Riusciamo persino ancora a fare silenzio, per sentire dentro di noi ogni volta una gioia crescente. Non è questo un segno di speranza? L’Avvento ci ricorda che alla fine dell’attesa la gioia sarà grande, Maria si presenta a noi come una madre che si prepara ad accogliere il Figlio. Fare silenzio, fare vuoto dentro per accogliere gioiosamente: è il nostro augurio più caloroso di un Natale capace davvero di rinnovarci. Lo diciamo con la preghiera attraverso le parole di don Tonino Bello:

SantaSantaSantaSanta Maria,Maria,Maria,Maria, VergineVergineVergineVergine dell'attesa,dell'attesa,dell'attesa,dell'attesa, donacidonacidonacidonaci deldeldeldel tuotuotuotuo olioolioolioolio perchéperchéperchéperché lelelele nostrenostrenostrenostre lampadelampadelampadelampade sisisisi spengono.spengono.spengono.spengono. Vedi:Vedi:Vedi:Vedi: lelelele riserveriserveriserveriserve sisisisi sonosonosonosono consumate.consumate.consumate.consumate. NonNonNonNon cicicici mandaremandaremandaremandare adadadad altrialtrialtrialtri venditori.venditori.venditori.venditori. RiaccendiRiaccendiRiaccendiRiaccendi nellenellenellenelle nostrenostrenostrenostre anianianianimemememe gligligligli antichiantichiantichiantichi fervorifervorifervorifervori chechecheche cicicici bruciavanobruciavanobruciavanobruciavano dentrodentrodentrodentro quandoquandoquandoquando bastavabastavabastavabastava unununun nonnullanonnullanonnullanonnulla perperperper farcifarcifarcifarci trasaliretrasaliretrasaliretrasalire didididi gioia:gioia:gioia:gioia: l'arrivol'arrivol'arrivol'arrivo didididi unununun amicoamicoamicoamico lontano,lontano,lontano,lontano, ilililil rossorossorossorosso didididi seraseraserasera dopodopodopodopo unununun temporale,temporale,temporale,temporale, ilililil crepitarecrepitarecrepitarecrepitare deldeldeldel ceppoceppoceppoceppo chechecheche d'invernod'invernod'invernod'inverno sorvegliavasorvegliavasorvegliavasorvegliava iiii rientririentririentririentri inininin casa,casa,casa,casa, lelelele campanecampanecampanecampane aaaa storstorstorstormomomomo neineineinei giornigiornigiornigiorni didididi festa,festa,festa,festa, ilililil sopraggiungeresopraggiungeresopraggiungeresopraggiungere delledelledelledelle rondinirondinirondinirondini inininin primavera,primavera,primavera,primavera, l'acrel'acrel'acrel'acre odoreodoreodoreodore chechecheche sisisisi sprigionavasprigionavasprigionavasprigionava dalladalladalladalla strettastrettastrettastretta deideideidei frantoi,frantoi,frantoi,frantoi, lelelele cantilenecantilenecantilenecantilene autunnaliautunnaliautunnaliautunnali chechecheche giungevanogiungevanogiungevanogiungevano daidaidaidai palmenti,palmenti,palmenti,palmenti, l'incurvarsil'incurvarsil'incurvarsil'incurvarsi tenerotenerotenerotenero eeee misteriosomisteriosomisteriosomisterioso deldeldeldel grembogrembogrembogrembo materno,materno,materno,materno, ilililil profumoprofumoprofumoprofumo didididi spigospigospigospigo chchchcheeee irrompevairrompevairrompevairrompeva quandoquandoquandoquando sisisisi preparavapreparavapreparavapreparava unaunaunauna culla.culla.culla.culla.

SeSeSeSe oggioggioggioggi nonnonnonnon sappiamosappiamosappiamosappiamo attendereattendereattendereattendere più,più,più,più, èèèè perchéperchéperchéperché siamosiamosiamosiamo aaaa cortocortocortocorto didididi speranza.speranza.speranza.speranza. SeSeSeSe nenenene sonosonosonosono disseccatedisseccatedisseccatedisseccate lelelele sorgenti.sorgenti.sorgenti.sorgenti. SoffriamoSoffriamoSoffriamoSoffriamo unaunaunauna profondaprofondaprofondaprofonda crisicrisicrisicrisi didididi desiderio.desiderio.desiderio.desiderio. E,E,E,E, ormaiormaiormaiormai paghipaghipaghipaghi deideideidei millemillemillemille surrogatisurrogatisurrogatisurrogati chechecheche cicicici assediano,assediano,assediano,assediano, rischiamorischiamorischiamorischiamo didididi nonnonnonnon aspettarciaspettarciaspettarciaspettarci piùpiùpiùpiù nullanullanullanulla neppureneppureneppureneppure dadadada quellequellequellequelle promessepromessepromessepromesse ultraterreneultraterreneultraterreneultraterrene chechecheche sonosonosonosono statestatestatestate firmatefirmatefirmatefirmate colcolcolcol sanguesanguesanguesangue daldaldaldal DioDioDioDio dell'alleanza.dell'alleanza.dell'alleanza.dell'alleanza.

SantaSantaSantaSanta Maria,Maria,Maria,Maria, VergineVergineVergineVergine dell'attesa,dell'attesa,dell'attesa,dell'attesa, donacidonacidonacidonaci un'animaun'animaun'animaun'anima vigilvigilvigilvigilanteanteanteante.... SentinellaSentinellaSentinellaSentinella deldeldeldel mattino,mattino,mattino,mattino, ridestaciridestaciridestaciridestaci nelnelnelnel cuorecuorecuorecuore lalalala passionepassionepassionepassione didididi giovanigiovanigiovanigiovani aaaannuncinnuncinnuncinnunci dadadada portareportareportareportare alalalal mondo,mondo,mondo,mondo, chechecheche sisisisi sentesentesentesente giàgiàgiàgià vecchio.vecchio.vecchio.vecchio. Portaci,Portaci,Portaci,Portaci, finalmente,finalmente,finalmente,finalmente, arpaarpaarpaarpa eeee cetra,cetra,cetra,cetra, perchéperchéperchéperché conconconcon tetetete mattinieramattinieramattinieramattiniera possiamopossiamopossiamopossiamo svegliaresvegliaresvegliaresvegliare l'aurora.l'aurora.l'aurora.l'aurora.

DiDiDiDi frontefrontefrontefronte aiaiaiai cambicambicambicambi chechecheche scuotonoscuotonoscuotonoscuotono lalalala storia,storia,storia,storia, donacidonacidonacidonaci didididi sentiresentiresentiresentire sullasullasullasulla pellepellepellepelle iiii brividibrividibrividibrividi deideideidei cominciamenti.cominciamenti.cominciamenti.cominciamenti. FacciFacciFacciFacci capicapicapicapirererere chechecheche nonnonnonnon bastabastabastabasta accogliere:accogliere:accogliere:accogliere: bisognabisognabisognabisogna attendere.attendere.attendere.attendere. AccogliereAccogliereAccogliereAccogliere talvoltatalvoltatalvoltatalvolta èèèè segnosegnosegnosegno didididi rassegnazione.rassegnazione.rassegnazione.rassegnazione. AttendereAttendereAttendereAttendere èèèè sempresempresempresempre segnosegnosegnosegno didididi speranza.speranza.speranza.speranza. Rendici,Rendici,Rendici,Rendici, perciò,perciò,perciò,perciò, ministriministriministriministri dell'attesa.dell'attesa.dell'attesa.dell'attesa. EEEE ilililil SignoreSignoreSignoreSignore chechecheche viene,viene,viene,viene, VergineVergineVergineVergine dell'avvento,dell'avvento,dell'avvento,dell'avvento, cicicici sorprenda,sorprenda,sorprenda,sorprenda, ancheancheancheanche perperperper lalalala tuatuatuatua maternamaternamaternamaterna complicità,complicità,complicità,complicità, conconconcon lalalala lampadalampadalampadalampada inininin mano.mano.mano.mano.

BUON NATALE

Giuliana e Giacomo Mussino

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezzaAnnunciate di giorno in giorno la sua salvezzaAnnunciate di giorno in giorno la sua salvezzaAnnunciate di giorno in giorno la sua salvezza In mezzo alle genti narrate la sua gloriaIn mezzo alle genti narrate la sua gloriaIn mezzo alle genti narrate la sua gloriaIn mezzo alle genti narrate la sua gloria a tutti i popoli dite le sue meraviglie.a tutti i popoli dite le sue meraviglie.a tutti i popoli dite le sue meraviglie.a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

IN MEMORIA Noi non leggiamo mai i necrologi, non so perché… forse per scaramanzia, ma il 30 novembre scorrendo il

giornale il nostro occhio è stato attirato da un nome familiare che evoca buoni cammini percorsi, come se il

nostro amico fosse passato per caso e ci volesse salutare in semplicità e cordialità.

Si è spento sperando nel Signore PIPPO PEYRON

recitava l’annuncio e a far corona il nome della sua sposa, dei suoi figli e dei suoi molti nipoti con l’essenzialità

che ha sempre contraddistinto lui e Paola, portandoli a camminare sempre con tanta umanità nella FEDE,

insieme a chiunque avesse la fortuna di accompagnarsi con loro per un tratto più o meno lungo di cammino.

Grazie per aver camminato anche insieme alle giovani coppie, testimoniando l’Amore e la Fedeltà

Sperando nel Signore diciamo

ARRIVEDERCI PIPPO.

Marinella ed EnricoMarinella ed EnricoMarinella ed EnricoMarinella ed Enrico

Il 9 e 10 settembre, a Quartu S. Elena, il CPM italiano ha dato appuntamento ai suoi associati, agli amici e simpatizzanti e a tutti coloro che operano in questa pastorale per riflettere, confrontarsi e trovare

nuove vie per accogliere ed accompagnare al sacramento del matrimonio le coppie di oggi che si avvicinano alla Chiesa, per lo più dopo anni di assenza. Lo spunto è partito dall’esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia, con particolare riferimento al capitolo IV, L’amore nel matrimonio, e il titolo dato al convegno è stato: “IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO”. La partecipazione è stata numerosa, con una ricca presenza di coppie delle varie

diocesi della Sardegna, più quelle nelle quali sono presenti i CPM. I lavori si sono aperti con la lettura della lettera inviata da mons. Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Famiglia nazionale, che ha sottolineato l’invito a portare avanti una pastorale che abbia come obiettivo quello di “prevenire le rotture, costruendo assieme una Chiesa fatta di mattoni della gioia, uscendo dalle sacrestie per portare la buona notizia a chi è sfiduciato”. Padre Andrea Mura ha poi dato il via ai lavori con un’introduzione all’Esortazione Amoris Laetitia, partendo con un excursus sui precedenti documenti del magistero. Ha poi evidenziato alcuni punti fondamentali sottolineati da Papa Francesco in merito alla famiglia e all’amore nella coppia; il primo fra tutti è che, pur attraverso itinerari diversi, ognuno si deve sentire parte della Chiesa. Da questa apertura derivano le altre riflessioni: la letizia del titolo è quella gioia capace di esprimersi anche nella sofferenza e nel rifiuto, tenendo presente che non c’è sempre un amore ideale; l’amicizia da tenere sempre viva nelle relazioni di coppia, l’accompagnamento e il discernimento, con la necessità di una direzione spirituale che aiuti a crescere insieme, oltre alla superiorità del tempo sullo spazio: si deve favorire il tempo che comporta una priorità paziente per iniziare processi inclusivi piuttosto che spazi escludenti ed elitari. Padre Andrea si è poi inoltrato nella riflessione sul IV capitolo che inizia con una lettura in chiave familiare dell’inno alla carità (1 Cor 13ss), dove si sottolinea particolarmente il tema del perdono all’interno della famiglia e della coppia, il sapersi accogliere reciprocamente e il valorizzare il positivo che ogni persona porta in sé: «La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sé…» (Martin Luther King). Il papa afferma poi che il matrimonio è come un’icona dell’amore di Dio per noi, tuttavia, “non è bene confondere piani differenti: non si deve gettare sopra due persone limitate il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa”. Al termine del capitolo il papa ricorda che “ci si innamora di una persona intera con una identità propria, non solo di un corpo, sebbene tale corpo … non finisca mai di esprimere in qualche modo quell’identità personale che ha conquistato il cuore.”. Ed ancora

“Il vincolo trova sempre nuove modalità ed esige la decisione di riprenderlo, non solo per conservarlo, ma per farlo crescere”. Tuttavia “nulla di questo è possibile se non si invoca lo Spirito Santo”.

Sono poi seguite le relazioni articolate sui quattro sotto-capitoli del quarto capitolo. “IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO”“IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO”“IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO”“IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO” a cura del segretariato CPM di Genova. Amare significa non essere centrati su noi stessi, essere umili, amabili. Ciò non esclude il rimprovero, ma attraverso parole che consolino, rafforzino, stimolino. Una relazione che si chiude in se stessa muore, l’ascolto invece apre al futuro e alla speranza. “CRESCERE NELLA CARITA’ CONIUGALE”“CRESCERE NELLA CARITA’ CONIUGALE”“CRESCERE NELLA CARITA’ CONIUGALE”“CRESCERE NELLA CARITA’ CONIUGALE” a cura del segretariato CPM di Torino. Sono stati esaminati alcuni verbi-chiave: camminarecamminarecamminarecamminare: il matrimonio non è un traguardo ma una partenza; crescerecrescerecrescerecrescere: la relazione d’amore investe tutta la vita; speraresperaresperaresperare: avere fiducia, credere nel futuro; comunicarecomunicarecomunicarecomunicare: dialogare, allenarsi ad ascoltare, riconoscere la verità. “AMORE APPASSIONATO”“AMORE APPASSIONATO”“AMORE APPASSIONATO”“AMORE APPASSIONATO” a cura del segretariato CPM di Cagliari. Il documento consente la riscoperta di una bellezza nascosta: il papa ci dice che nella sessualità matrimoniale non c’è colpa, anche se per anni c’è stato il rifiuto della carne, dimenticando che la salvezza è arrivata proprio attraverso di essa. Siamo invitati a riscoprire la sessualità come modalità di relazione che va accolta e trasformata in autentico amore per realizzare il progetto di Dio. È necessario promuovere incontri di crescita sulla sessualità come espressione del corpo che è intima relazione con Dio “LA TRASFORMAZIONE DELL’AMORE”“LA TRASFORMAZIONE DELL’AMORE”“LA TRASFORMAZIONE DELL’AMORE”“LA TRASFORMAZIONE DELL’AMORE” a cura del segretariato CPM di Pisa. La nostra vita è inserita nel tempo che ci cambia e ci trasforma continuamente. La vita matrimoniale è come una palestra dove la coppia deve esercitarsi a superare le crisi che si presentano e che fanno parte della sua “bellezza”, perché tener fede, con l’aiuto della grazia, ad una promessa così impegnativa esalta. Paola Bassani aveva affermato che la relazione della coppia è come il suo primo figlio e come tale deve essere aiutata a maturare.

Gli interventi si sono alternati a momenti di lavoro a gruppi, in cui i partecipanti hanno avuto occasione di conoscersi e condividere esperienze partendo dai temi proposti dai relatori. Ne è seguita una messa in comune delle cose emerse e padre Andrea ne ha fatto la sintesi, riassumendola con la frase di Paola Bassani:

la relazione della coppia è come il loro primo figliola relazione della coppia è come il loro primo figliola relazione della coppia è come il loro primo figliola relazione della coppia è come il loro primo figlio da aiutare a creda aiutare a creda aiutare a creda aiutare a crescere e da coccolare ogni giorno del nostro cammino sacramentalescere e da coccolare ogni giorno del nostro cammino sacramentalescere e da coccolare ogni giorno del nostro cammino sacramentalescere e da coccolare ogni giorno del nostro cammino sacramentale.

Il sabato sera nella celebrazione eucaristica, il Vescovo di Cagliari, Mons. Arrigo Miglio, ha evidenziato che gli sposi e la comunità cristiani sono chiamati ad essere segno sacramentale, visibile e sensibile della presenza reale del Signore attraverso il perdono e la correzione fraterna. Un vero percorso di riconciliazione ha bisogno del dono della chiarezza e della verità, oltre a quello della tenerezza, spesso citata da papa

Francesco.

Le giornate si sono concluse con un spettacolino da parte dei bambini presenti che sono stati seguiti con amorevole giocosità da una vivacissima suor Barbara.

Alle giornate erano anche presenti i Presidenti della Federazione Internazionale dei CPM, Thérèse e Jan Steenbergen di Marsiglia, che hanno molto apprezzato il lavoro svolto e sono stati particolarmente colpiti dallo spirito di condivisione che unisce la Chiesa universale. (Nel sito www.cpm-italia.it trovate i testi di tutte le relazioni)

Alcuni flash dalla Commissione Regionale per la Famiglia

Il 25 novembre si è riunita a Villa Lascaris la Commissione Regionale per la Famiglia che si è

confrontata su come si stia evolvendo la pastorale a seguito dell’esortazione apostolica Amoris

Laetitia.

Le varie realtà presenti (tutte le diocesi del Piemonte) hanno illustrato le diverse iniziative

messe in atto per conoscere e approfondire questo documento. I capitoli più sviluppati sono

stati il IV (L’amore nel matrimonio) e l’VIII (Accompagnare, discernere e integrare le

fragilità), principalmente attraverso incontri di informazione, formazione ed esercizi

spirituali per i sacerdoti e gli animatori della pastorale familiare, specie quella relativa alla

preparazione al matrimonio. Molta attenzione è stata posta sulla situazione dei separati e dei

divorziati risposati, sia a livello di formazione degli operatori che di accompagnamento delle

situazioni di fragilità. Per questa pastorale dovrebbe uscire a breve un testo semplificato e

unico per tutte le diocesi del Piemonte (farà riferimento al documento di Dionigi Tettamanzi

“Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito”).

La sintesi del confronto si può riassumere in “Quanto si è maturi per volersi bene”, non è

obbligatorio il contrario “ci vogliamo bene quindi siamo maturi”. Marianna e RinaldoMarianna e RinaldoMarianna e RinaldoMarianna e Rinaldo

Vi voglio raccontare la vera storia di Babbo Natale.

Babbo Natale nacque in un giorno freddo, molto freddo ed è per questo che ha il cappello. Dopo le

scuole andò a lavorare in una bottega di falegnameria. Costruiva pupazzi di legno con il naso lungo

che lentamente prendevano forma e diventavano bambini veri. No! Non ditemi che non è vero! Mi

volete fare credere che questa è la storia di Geppetto e Pinocchio! Boh, se lo dite voi!

Ah! sì, è vero, mi sono sbagliato. Babbo Natale non costruiva pupazzi, ma faceva il corridore su

auto sportive. Sfrecciava ai 300 all’ora nei circuiti di tutto il mondo vincendo gare. Successe ad

una gara in un circuito ovale in America, che nel bel mezzo della

competizione si ruppe la vettura. Lui si fermò di fianco alla pista, aprì

il cofano, prese il cric e incomincio ad alzare la vettura. Intanto i bolidi

continuavano a sfrecciare veloci e il megafono annunciava “10 giri alla

fine della gara”. Babbo Natale incominciò a smontare pezzi, togliere le

viti e i bulloni, intanto il megafono annunciava “6 giri alla fine della gara”. Trovò il guasto, lo riparò

e incominciò a rimontare il motore, intanto il megafono annunciava “4 giri alla fine della gara”.

Chiuse il cofano e delicatamente rimise il cric nella propria sede. Intanto il megafono annunciava “2

giri alla fine della gara”; si infilò nuovamente il casco, i guanti, si pulì la visiera. Intanto il megafono

annunciava “1 giro alla fine della competizione”, mise in moto il motore e viaaaaaaaaa vrooom a

velocità supersonica sorpassò tutti i concorrenti e vinse la gara.

Babbo Natale pensò che il modo migliore di chiudere la carriera fosse quello di ritirarsi dalle

competizioni da vincitore. Decise così di ritirarsi vittorioso e si mise a fare il meccanico, visto che

era così bravo ad aggiustare vetture.

Ma, ahimè, nel suo paese non esistevano così tante vetture da poter sopravvivere con le

riparazioni; smise allora di fare il meccanico e incominciò a costruire le slitte da neve. Ne fece così

tante da occupare tutto il magazzino.

Dovette così smettere e cambiare nuovamente lavoro e si mise a fare il ciabattino. Il ciabattino

era un mestiere che lo riempiva di soddisfazione. Aggiustava scarpe e scarponi, ma soprattutto

zoccoli, in particolare quelli di legno. Era talmente bravo che un bel giorno aprì la porta e di fronte

si trovò una famiglia di renne, naturalmente con gli zoccoli rotti, e lui si mise subito con grande

pazienza a risistemare gli zoccoli a tutta la famiglia. Di renne.

Ma il mestiere di ciabattino dopo un po’ incominciò a stancarlo: il martello era pesante, le mani si

screpolavano. E le renne? Ah, quelle rimasero sempre nel suo cuore. Decise

allora di entrare nel mondo della logistica. Logistica è una parola difficile da

capire, ma vuole semplicemente dire trasporti.

Entrò così nel mondo dei TRACO. La popolazione ordinava su internet oggetti,

Oggi la luce risplende su di noi. Il Signore regna, esulti la terraOggi la luce risplende su di noi. Il Signore regna, esulti la terraOggi la luce risplende su di noi. Il Signore regna, esulti la terraOggi la luce risplende su di noi. Il Signore regna, esulti la terra

vestiti, ecc e lui li recapitava in tutto il mondo, a seconda da dove venivano le richieste via web.

Purtroppo o per fortuna, gli ordini furono talmente tanti, ma soprattutto gli ordini di giocattoli furono tanti, da non poter soddisfare la richiesta. Fu allora che decise di mettersi a produrli

personalmente.

Si mise a costruire giocattoli. Tanti, tantissimi, dei generi più svariati, dai trenini, alle tartarughe

telecomandate, alle bambole con capelli lunghi, corte racchette da ping-pong ed anche libri di

fiabe.

Sfortunatamente, i viaggi erano tanti e in luoghi lontani e troppo costosi: doveva trovare una

soluzione a tale problema. Incominciò a pensare giorni e notti, giorni e notti, ed ecco l’uovo di

Colombo: consegnare i pacchi gratuitamente, senza compenso. Fantastico, la soluzione sembrava

eccezionale e unica. Decise inoltre, per stare nei costi, di fare la consegne

personalmente.

Ma come muoversi nel mondo senza spese aggiuntive? Ecco che in una chiara giornata

gli venne l’illuminazione: alcune giovani renne stavano giocando sfidandosi a chi

riusciva a eseguire il salto più lungo, utilizzando quei meravigliosi zoccoli rigenerati

dal ciabattino. Si accorse che riuscivano a fare sobbalzi lunghissimi, talmente lunghi

che una renna prese la rincorsa e finì dall’altra parte del mondo, dalla Groenlandia sino all’Africa.

Ecco l’idea: attaccò una slitta da neve (in magazzino ne aveva tantissime) a 4 e a volte anche a 6

renne e con dei lunghi balzi recapitò i pacchi gratis nel mondo. E così fece. Si cambiò il vestito

mettendosi quello da camionista, o meglio da rennista, e partì per le consegne.

Nacque un grosso problema! Una vecchietta di 100 anni, che stava seduta serenamente sulla sua

sedia a dondolo con la pipa, una canna da pesca in una mano e nell’altra una bottiglia di whisky, si

vide recapitare dall’alto un pacco con dentro una nuova dentiera. Stupita si

interrogò su chi avesse potuto fargli un regalo così inaspettato e andò in

confusione: pescò con la bottiglia, bevve la pipa e fumò il whisky e questo non

va bene. Un altro furfantello fece il birbante e subito gli arrivò una

macchinina telecomandata. E questo non è giusto.

Decise allora di recapitare i pacchi regalo solo a chi se lo fosse meritato e in un giorno speciale: il

giorno più magico del mondo: il 25 Dicembre, giorno di Natale.

Luca e SilvanaLuca e SilvanaLuca e SilvanaLuca e Silvana

Grazie … in anticipo Ogni anno, tutte le associazioni, oltre a fare il bilancio di quanto è stato fatto, iniziano a pensare ai

progetti da realizzare l’anno successivo. Come dice un sagace modo di dire “tutti i salmi finiscono in gloria”, così tutti i progetti (di formazione, di partecipazione per le giovani coppie e famiglie, di diffusione …) necessitano anche di fondi per essere sviluppati e concretizzati. Come è noto a tutti, il CPM vive esclusivamente dei contributi dei soci e dei simpatizzanti e senza questo sostegno, anche piccolo, non sarebbe possibile proseguire alcuna attività. Confidiamo nella vostra generosità malgrado la crisi economica che non molla la presa e le tante richieste di aiuto che stanno arrivando a tutti in questo periodo dell’anno. Ringraziamo

sinceramente tutti coloro che vorranno sostenere il CPM anche finanziariamente. I contributi sono da versare sul bollettino di ccp allegato intestato a Gualchi Enrico Gualchi Enrico Gualchi Enrico Gualchi Enrico ---- cpp 21970108cpp 21970108cpp 21970108cpp 21970108

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17-18 marzo 2018 Assemblea straordinaria e Consiglio Centrale a Sestri Levante