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 LA LETTERATURA ALLEGORICA E DIDA TTICA L'ALLEGORIA MEDIEV ALE La distinzione moderna tra simbolo e allegoria Lo studio della letteratura allegorica medievale è stato per molto tempo condizionato da definizioni arbitrarie dell'allegoria che risalgono al romanticismo e poco ha a che fare con la teoria medievale. La identificazione, esposta da Goethe, del simbolo con il poetico, e più in particolare con la poesia romantica, conduce a una svalutazione dell'allegoria, vista come un procedimento freddo e astratto, estraneo alla creazione artistica (Hegel). Huzinga, grande studio dell'allegorismo me di evale co me Lewis o Au erbach, sp ie ga : l' allego ri a è si mb olismo pr oiet ta to ve rso l'immaginazione superficiale, è l'espressione intenzionale, e con ciò anche lo svuotamento del simbolo, la riduzione di un grido appassionato ad una frase grammaticalmente corretta. Però nel medioevo l'allegoria non s'identificava con la personificazione di idee astratte, ma essa non veniva nemmeno distinta dal concetto di simbolo. Allegoria la si può definire come figura retorica che consiste nel far intendere qualcosa di diverso da ciò che si dice. Il concetto di allegoria raccoglie in se ogni forma di simbolismo. Allegoria pagana e allegoria cristiana L'allegoria cristiana si definisce per opposizione ai principi e ai metodi dell'allegoria pagana. Il filone principale di questa tradizione allegorica è costituito dall'interpretazione in chiave filosofica delle narrazioni mitologiche; il massimo esponente tardo antico di questa tradizione, Macrobio, scrive nei suoi Commentarii in somnium Scipionis che in alcune narrazioni favolose il soggetto si  basa su un solido fondo di verità che si manifesta con trovare immaginose. La scienza delle cose sacre viene enunciata sotto il velo dell'all egoria. San Paolo nella  Lettera ai Galati scrive che le due mogli di Abramo (una schiava e una donna libera) sono le due alleanze: Agar rappresenta la Gerusalemme attuale , che si trova in stato di schiavit ù; Sara è la Gerusalemme celeste, la madre dei cristiani. Compiendo un ulteriore passo si arriva a stabilire che Agar, la Gerusalemme terrestre, la Sinagoga, la L egge data sul Sinai, il V ecchio T estament o; Sara, donna libera, Gerusalemme celeste, la Chiesa, il Nuovo Testamento. Come scrive Auerbach, questa interpretazione tipologica o figurale, implica una conoscenza del significato e dei risultati ultimi della storia umana. Per spiegare il significa to di un solo fatto storico, l'interprete deve ricorrere alla proiezione verticale di questo fatto sul piano del disegno provvidenziale. Allegoria in factis e allegoria in verbis L'allegoria puramente è ampiamente usata nella Bibbia (similitud ini, immagini poetiche, parabole ecc.). Beda il Venerabile puntualizza che a volte l'allegoria è a volte nei fatti, a volte nelle parole soltanto. A differenza dell'allegoria in factis, che fa di un evento la prefigurazione di un evento successivo, l'allegoria in verbis è solo un'immagine, una metafora, una somiglianza fittizia. Nella tendenza cristiana tende a privilegiare il primo tipo di allegoria che culmina nel pensiero di San Tommaso: infima inter omnes doctrinas, egli definiva così la poesia. Giovanni Scoto, esponente del neoplatonismo cristiano, rivaluta l'allegoria in verbis identificandola al symbolon dionisiano e ricollegand ola alla concezione del cosmo come manifestazione di Dio nella quale le realtà superiori si fanno conoscere a noi sotto forma di rivelazione simbolica. L'allegoria diventa il linguaggio  proprio dello gnostico; mentre l'allegoria in factis corrisponde a un grado di conoscenza ancora  parziale e indiretto. Scotto scrive: come l'arte poetica scrive una dottrina morale o fisica per mezzo di finzioni favolose e di similitudini allegoriche, così la teologia adatta la Sacra Scrittura, per mezzo di immagini fittizie, alla perfetta conoscenza delle realtà tangibili. Il libro della Natura San Paolo insegna: ciò che Dio ha di invisibile si rende visibile all'intelletto attraverso le sue opere. Di qui la metafora corrente del libro della Natura, che divenne un vero e proprio topos a  partire dal XII sec. Tutto il mondo sensibile è come un libro scritto dalla mano di Dio, le singole creature sono come figure istituite dalla volontà di Dio. Come un analfabeta quando vede un libro, ne scorge i segni, ma non ne capisce il testo, così l'uomo animale che non capisce le cose divine e

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LA LETTERATURA ALLEGORICA E DIDATTICA

L'ALLEGORIA MEDIEVALE

La distinzione moderna tra simbolo e allegoria

Lo studio della letteratura allegorica medievale è stato per molto tempo condizionato da

definizioni arbitrarie dell'allegoria che risalgono al romanticismo e poco ha a che fare con la teoriamedievale. La identificazione, esposta da Goethe, del simbolo con il poetico, e più in particolarecon la poesia romantica, conduce a una svalutazione dell'allegoria, vista come un procedimentofreddo e astratto, estraneo alla creazione artistica (Hegel). Huzinga, grande studio dell'allegorismomedievale come Lewis o Auerbach, spiega: l'allegoria è simbolismo proiettato versol'immaginazione superficiale, è l'espressione intenzionale, e con ciò anche lo svuotamento delsimbolo, la riduzione di un grido appassionato ad una frase grammaticalmente corretta. Però nelmedioevo l'allegoria non s'identificava con la personificazione di idee astratte, ma essa non venivanemmeno distinta dal concetto di simbolo. Allegoria la si può definire come figura retorica checonsiste nel far intendere qualcosa di diverso da ciò che si dice. Il concetto di allegoria raccoglie inse ogni forma di simbolismo.Allegoria pagana e allegoria cristiana

L'allegoria cristiana si definisce per opposizione ai principi e ai metodi dell'allegoria pagana. Ilfilone principale di questa tradizione allegorica è costituito dall'interpretazione in chiave filosoficadelle narrazioni mitologiche; il massimo esponente tardo antico di questa tradizione, Macrobio,scrive nei suoi Commentarii in somnium Scipionis che in alcune narrazioni favolose il soggetto si

 basa su un solido fondo di verità che si manifesta con trovare immaginose. La scienza delle cosesacre viene enunciata sotto il velo dell'allegoria. San Paolo nella Lettera ai Galati scrive che le duemogli di Abramo (una schiava e una donna libera) sono le due alleanze: Agar rappresenta laGerusalemme attuale, che si trova in stato di schiavitù; Sara è la Gerusalemme celeste, la madre deicristiani. Compiendo un ulteriore passo si arriva a stabilire che Agar, la Gerusalemme terrestre, la

Sinagoga, la Legge data sul Sinai, il Vecchio Testamento; Sara, donna libera, Gerusalemme celeste,la Chiesa, il Nuovo Testamento. Come scrive Auerbach, questa interpretazione tipologica o figurale,implica una conoscenza del significato e dei risultati ultimi della storia umana. Per spiegare ilsignificato di un solo fatto storico, l'interprete deve ricorrere alla proiezione verticale di questo fattosul piano del disegno provvidenziale.Allegoria in factis e allegoria in verbis

L'allegoria puramente è ampiamente usata nella Bibbia (similitudini, immagini poetiche, paraboleecc.). Beda il Venerabile puntualizza che a volte l'allegoria è a volte nei fatti, a volte nelle parolesoltanto. A differenza dell'allegoria in factis, che fa di un evento la prefigurazione di un eventosuccessivo, l'allegoria in verbis è solo un'immagine, una metafora, una somiglianza fittizia. Nellatendenza cristiana tende a privilegiare il primo tipo di allegoria che culmina nel pensiero di San

Tommaso: infima inter omnes doctrinas, egli definiva così la poesia. Giovanni Scoto, esponente delneoplatonismo cristiano, rivaluta l'allegoria in verbis identificandola al symbolon dionisiano ericollegandola alla concezione del cosmo come manifestazione di Dio nella quale le realtà superiorisi fanno conoscere a noi sotto forma di rivelazione simbolica. L'allegoria diventa il linguaggio

 proprio dello gnostico; mentre l'allegoria in factis corrisponde a un grado di conoscenza ancora parziale e indiretto. Scotto scrive: come l'arte poetica scrive una dottrina morale o fisica per mezzodi finzioni favolose e di similitudini allegoriche, così la teologia adatta la Sacra Scrittura, per mezzodi immagini fittizie, alla perfetta conoscenza delle realtà tangibili.Il libro della Natura

San Paolo insegna: ciò che Dio ha di invisibile si rende visibile all'intelletto attraverso le sueopere. Di qui la metafora corrente del libro della Natura, che divenne un vero e proprio topos a

 partire dal XII sec. Tutto il mondo sensibile è come un libro scritto dalla mano di Dio, le singolecreature sono come figure istituite dalla volontà di Dio. Come un analfabeta quando vede un libro,ne scorge i segni, ma non ne capisce il testo, così l'uomo animale che non capisce le cose divine e

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vede soltanto l'aspetto esteriore, ma non capisce il reale significato. Colui che è spirituale è invecein grado di cogliere la sapienza del Creatore. Vi sono due grandi libri: quello della Scrittura e quellodella Natura. San Bonaventura ricorda che dopo il peccato di Adamo, il libro della Natura si è fattoquasi muto e indecifrabile per gli uomini, ai quali non manifesta più in tutto il suo splendorel'onnipotenza di Dio; di qui la necessità di un secondo libro, quello della scrittura, che serve dacommento del primo ormai offuscato, che ne deve rivelare i sensi occulti e metaforici restituendo la

trasparenza.

I MODELLI LATINI

L'allegorismo tardoantico

Negli scrittori cristiani emerge una viva attenzione nei confronti della vita morale, dell'interioritàumana, le cui oscure pulsioni necessitano di una rappresentazione concreta. Uno degli schemifondamentali della letteratura allegorica medievale è quello della psicomachia. La sua primarealizzazione letteraria è un poema in esametri di Prudenzio, la  Psychomachia del V secolo in cuivengono descritti combattimenti fra le virtù e vizi e tutto si conclude con l'edificazione delsimbolico tempio dell'anima. La tematica e lo stile del poema sono quelli dell'epica classica e non

mancano scene di massacri e violenza. Vi è un duplice livello interpretativo: psicologico e storico; aun primo livello si tratta del conflitto tra vizi e virtù che si combatte dentro di noi, a un secondolivello di quello fra Cristo e Satana, ossia tra fede ed eresia.

Di qualche decennio posteriore è il  De nuptiis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella, digrande fortuna in tutto il Medioevo. È un prosimetro in cui l'illustrazione delle sette arti liberali(grammatica, dialettica, retorico; geometria, aritmetica, astronomia e musica) è inclusa in unacornice allegorica di ispirazione neoplatonica: le nozze celebrate nel Palazzo di Giove tra Mercurioe Philologia. Le nozze rappresentano in realtà l'unione tra sapientia ed eloquentia.

Tra i precursori dell'allegorismo medievale va annoverato anche lo scrittore cristiano Boezio,ministro del re Teodorico, e la sua Consolatio Philosophiae (prosimetro in cinque libri). Dopo aver scacciato le Muse che lo circondavano, Filosofia lo conforta affrontando i temi della Fortuna,

 presentata in forma personificata (II libro), del bene e del male (III e IV libro) e del rapporto fralibero arbitrio e prescienza divina (V libro). Lo scritto appare come un corso di metafisica platonica.I poemi allegorici latini del XII secolo

Solo nel XII secolo la scrittura allegorica ricevette nuovo impulso da alcuni poeti-filosofi, comeBernardo Silvestre e Alano di Lilla. Rifacendosi anche sul piano formale a Marziano e Boezio, essioperano una sintesi fra allegorismo filosofico ed esegesi cristiana della Bibbia. Bernardo: l'allegoriaè una forma espressiva che in forma di narrazione storica, cela una verità diversa da quella che sicomprende esteriormente. L'integumento è una forma espressiva che racchiude una veritàcomprensibile. L'allegoria riguarda la pagina divina, l'integumento la filosofia. Dante formulerà ladifferenza tra “allegoria dei teologi” e “allegoria dei poeti”.

Opera di rilievo è la Cosmographia di Bernardo Silvestre, il quale scrive anche Commento aMarziano Capella e una spiegazione allegorica dei primi sei libri dell'Eneide. La Cosmographia èdivisa in due libri: Megacosmus e Microcosmus. Quelle di Bernardo Silvestre sono delle sempliciastrazioni filosofiche, le cui azioni illustrano le fasi del processo cosmogonico. Nei capitoli finalidel Macrocosmus il discorso allegorico si vivacizza con la variopinta descrizione delle diversespecie animali, dei fiumi, dei boschi, delle erbe: un quadro paradisiaco che si ritroverà anche inmolte allegorie romanze.

Importanti sono il  De planctu Naturae e l' Anticlaudianus di Alano di Lilla. Il primo presentafinalità essenzialmente morali, si narra di come Natura si lamenti dei vizi umani; più ricca earticolata risulta la struttura allegorica del secondo, ritratto polemico di un campione del male. Sidescrive la creazione da parte di Natura di un uomo perfetto e divino in grado di rimediare alla

depravazione del genere umano. Le forze infernali scatenano una psicomachia, uno scontro tra Vizie Virtù, con il quale si conclude il poema. Allegoria famosissima è quella del carro costruito dallesette arti liberali con il quale Prudenza guidata da Ragione, prima, e Teologia, poi, sale attraverso le

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sfere celesti per chiedere l'aiuto di Dio.

LA LETTERATURA DIDATTICA E ALLEGORICA IN FRANCESE

Ditattica religiosa e profana

Non tutta la letteratura didattica francese del Medioevo si riveste di forme allegoriche. A partire

dalla metà del XIII secolo incominciano a fiorire anche i manuali di dottrina religiosa, come  Lalumière as lais di Pierre de Peckham. Sul versante della didattica mondana presentano un notevoleinteresse le opere che trattano degli stati del mondo: i tre ordini o classi in cui si ripartiva la societàsecondo uno scema corrente del pensiero politico medievale: quelli che pregano (oratores), quelliche combattono (bellatores), quelli che lavorano (laboratore). Ben presto queste opere assumono uncarattere satirico e sempre più cresce la distanza fra realtà effettiva dai modelli. Vi è un'abbondante

 produzione trattatistica, rivolta a particolari classi o categorie sociali, che intende fornire principi dicomportamento e di morale. La trattatistica profana di maggiore interesse è sicuramente quella cheaffronta la tematica amorosa. Essa si ispira principalmente ai due poemetti teorici di Ovidio ( Ars

amandi e  Remedia amoris) e al maggior trattato medievale in materia, il  De Amore di AndreaCappellano. Le opere più originali sono i trattati sull'amore dello scrittore e scienziato piccardo

Richard de Fournival (1201 – 1260). Il Consaus d'amours descrive i vari tipi di amore e vienedescritto in particolare quello terreno; il Commens d'amours è un breve manuale di seduzione econversazione galante.I Bestiari

Nel campo della didattica scientifica spiccano i trattati dedicati alla descrizione degli animali, i bestiari. È uno dei generi emblematici della letteratura medievale. La sua origine risale ad unopuscolo greco del II o III secolo, il  Fisiologo. La conoscenza della natura nasce in funzione dellaBibbia, come viene esposto nel vero e proprio programma di cultura cristiana che il Medioevoereditò dal De doctrina christiana di sant'Agostino. Il più antico bestiario romanzo è quello in versidel poeta anglonormanno Philippe de Thaon (1121). Importante è il Bestiaire divin di Guillaume leClerc che contiene numerosi spunti allegorici, notevolmente amplificati rispetto alla fonte (ilFisiologo). In prosa sono redatte le due versioni del  Bestiaire di Pierre de Beauvais: la versione

 breve da 38 capitoli è antecedente rispetto a quella lunga di 71, quest'ultima comprende anchedescrizioni di mostri mitologici come Argo e le arpie. Da citare il brillante e raffinato  Bestiaired'amours composto nel 1250 da Richard de Fournival: le nature tradizionali sono sminuzzate ediluite in un discorso vero e autorevole che consiste in una supplica rivolta da un amante noncorrisposto alla sua dama. Richard voleva conferire al ragionamento amoroso la solidità di undiscorso vero e autorevole. Non si esclude una sottile intenzione parodistica nella proiezione dellafenomenologia amorosa bestiale nei confronti dei solenni rituali della fin'amor. Siamo in un climaanticortese come quello che si respira nella seconda parte del Roman de la Rose.Il Roman de Renart 

Indipendente da quella dei bestiari è la letteratura favolistica che ha come protagonisti gli animalie i cui modelli classici sono Esopo e Fedro. Ad essa appartengono gli  Isopet  (raccolte). Ilcapolavoro di questa narrativa è il Roman de Renart , una collezione di racconti in versi (branches)originariamente indipendenti in cui sono narrate le avventure della volpe Renart e di altri animalicome il lupo Isengrin, il leone Noble, il gatto Tibert ecc. Le storie sono unite mediante riferimentiintertestuali. Sotto certi aspetti le figure del Roman de Renart si avvicinano al modello della

  personificazione allegorica. La sua ispirazione è di carattere realistico: esso ci offre unarappresentazione della società e della psicologia umana priva di qualsiasi orpello idealistico. Lamaschera animale è specchio degli impulsi più radicali e inconfessabili che stanno alla base delleazioni umane: la fame, il sesso, la violenza. Emerge una satira nei confronti delle istituzionireligiose e sociali. Da notare la presenza di parodia di quei generi che avevano sublimato la realtà

effettiva come la canzone di gesta e il romanzo cortese.La poesia allegorica

I primi esempi di poesia allegorica in francese risalgono alla fine del XII secolo. Le opere più

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antiche sono parafrasi e commento dei testi biblici, come l' Eructavit  di Adam de Perseigne o ilCantique de Cantiques di Landri de Waben. Uno dei capolavori della poesia religiosa del Medioevosono i Vers de la mort del monaco cistercense Hélinant de Froidmont del 1197: qui la Morte, per la

  prima volta personificata, si presenta in una vertiginosa sequenza di immagini come un potentissimo sovrano feudale, un cacciatore che tende trappole ovunque, una belva che affondaspietatamente le sue zanne nella carne delle vittime.

La poesia allegorica si afferma nel XIII secolo con al fioritura di numerosi poemi allegorici e in  breve tempo la secolarizzazione dei contenuti porterà alla nascita dell'allegoria amorosa.Incominciano ad imporsi anche i nome di scrittori specializzati: Guiot de Provinsè autore di una

 Bible e di  Armeure du chevalier , figura di rilievo è il Recluso di Molliens che scrisse il  Roman de

Carité , un viaggio attraverso l'Europa alla ricerca della carità introvabile, e il Miserere, catalogo di precetti morali intrisi di allegorie simili a quelle del Roman de la Rose di Guillaume de Lorris.

Gli scrittori più importanti sono Raoul de Houdenc e Huon de Mery. Il primo è autore di unromanzo cortese, Meraugis de Portlesguez e di due poemi allegorici, il Roman des ailes e il Songe

d'enfer . Il primo descrive le due ali di Prodezza, quella della Liberalità e quella della Cortesia, conle quali il cavaliere può elevarsi nel pregio. Più importante per la storia dell'allegoria è il Songed'enfer , che inserisce una tematica satirica nella sua cornice; l'autore descrive un suo viaggio

all'inferno, attraverserà luoghi simbolici, incontra personificazioni di Vizi, arriva ad un orribile banchetto: il tavolo è di pelle di usurai, nel menù figurano grassi usurai, puttane, monaci, falsiavvocati...

Tournoiement Antechrist  è l'unica opera pervenutaci di Huon de Méry, i temi dell'allegoriareligiosa si saldano con quelli del romanzo arturiano e cortese. Il poema descrive una psicomachiatra l'esercito di Cristo e quello dell'Anticristo, ma vi include la biografia esemplare del narratore: lastoria della sua conversione e del suo rito in convento. Huon si addentra nella foresta di Brocelandia

 per visitare la fontana descritta da Troyes scatenando orribili tempeste. Durante lo scontro tra i dueschieramenti, Venere scaglia una freccia contro Verginità e colpisce l'occhio del narratore; si trattadi un'allegoria del proprio momentaneo cedimento alla tentazione amorosa. Il testo rappresenta una

 pietra miliare nell'evoluzione del poema allegorico, che si avvia sempre più decisamente verso larappresentazione di un'esemplare vicenda individuale.L'allegoria nel romanzo

  Il tema del Graal elaborato da Chrétien de Troyes ispira un ciclo di romanzi in prosa nei quali glielementi cristiani tendono a farsi dominanti. La scrittura romanzesca del XIII secolo ispira adivenire come Vangelo della cavalleria. Il primo vero romanzo allegorico è l'anonimo  Perlesvaus,nel quale le avventure sono iscritte in un disegno teologico. Questo schema narrativo è portato alla

  perfezione nel  Lancelot  in prosa e anche nella Queste del saint Graal : qui le avventurecavalleresche sono presentate come semplici semblances (apparenze) sotto le quali si nasconde una

 profonda senefiance. Il contenuto ideologico del romanzo è intimamente legato alla stratificazionedi un livello letterale ( semblance) e di uno allegorico ( senefiance) corrisponde nella Queste la

distinzione fra cavalleria terrena e cavalleria celeste. L'allegoria stabilisce una corrispondenza fra passato biblico, presente dell'avventura romanzesca e futuro della visione del Graal. Il tempo dualedella tipologia cristiana organizzato intorno alla contrapposizione tra Vecchio e Nuovo Testamento,diventa ternario: al tempo del Padre e a quello del Figlio succede il terzo di Galaad, immagine delloSpirito Santo e rappresentante della cavalleria celeste.

IL ROMAN DE LA ROSE

I due autori del “Roman de la Rose”

Il Roman de la Rose può essere considerato il capolavoro della letteratura allegorica francese delMedioevo. Sono compresi due poemi di autori diversi: il primo scritto intorno al 1230 da Guillaume

de Lorris; il secondo composto fra il 1269 e il 1278 da Jean Chopinel de Meun ed è lacontinuazione del primo poema. È possibile che l'autore della prima parte sia un'invenzione di deMeun.

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Il  Roman de la Rose narra un sogno allegorico del narratore nel quale è adombrata la storia delsuo amore per una dama, simboleggiata dalla rosa. Il narratore si accorge di dieci  ymages

rappresentanti i vizi anticortesi (Odio, Fellonia, Cupidigia, Avarizia, Invidia, Tristezza, Vecchiezza,Ipocrisia, Povertà). Una giovane Oziosa lo introduce nel giardino di Deduit (Piacere) dove incontraun gruppo di personificazioni danzanti che incarnano gli ideali della cortesia (Letizia, Cortesia,Amore, Dolce Sguardo, Bellezza, Ricchezza, Liberalità, Franchezza, Giovinezza). Il narratore

giunge alla fontana in cui è annegato Narciso e con l'aiuto di Amore riesce ad ottenere un bacio daRosa, nonostante Ragione tenti di dissuaderlo. Gelosia lo punisce costruendo un castello in cuiviene rinchiuso Bel Acueil (Bella Accoglienza). Nel mezzo dei lamenti si interrompe il primo

 poema. Jean de Meun riprende la narrazione esattamente a questo punto: facendo di Guillaume il protagonista non si identifica più con il narratore. Con l'aiuto di Natura, l'esercito di Amore riescead espugnare il castello di Gelosia e il protagonista può cogliere la Rosa tanto desiderata. Lanarrazione è interrotta continuamente da lunghi discorsi dei personaggi sui temi più svariati:filosofici e scientifici, controversie morali, polemiche su questioni di attualità; che fanno diventareil Roma de la Rose una summa delle conoscenze del tempo.Guillaume de Lorris

Nel suo poema la scrittura allegorica celebra splendidamente le sue nozze con la tematica cortese.

Il suo è una proiezione figurativa e narrativa dei topoi della fin'amor. La cornice appare come unesordio tipico del canto amoroso. Tutta l'avventura onirica è una raffigurazione allegoricadell'innamoramento. Da una parte troviamo personaggi che incarnano le condizioni e gli ideali dellavita cortese, dall'altra troviamo quelli che rappresentano le reazioni e i conflitti psicologici delladama che non compare mai sulla scena se non sotto le maschere provvisorie dei suoi sentimenti.Appaiono, incrinando la coerenza del sistema allegorico, divinità classiche come Amore e Venere.Tutto il bagaglio metaforico della tradizione lirica si materializza di Guillaume de Lorris, in un

  processo di inclusione dell'immagine nell'immagine (il muro con le dieci ymages dei vizianticortesi). La  senefiance del sogno è la reale esperienza amorosa del narratore, che in esso si

 presenta couvertement , nascosta sotto il velo della finzione. Fra il tempo dell'allegoria e quello dellaverità si stabilisce un rapporto figurale, di anticipazione o di profezia. Il romanzo si pone inoltrecome insegnamento sull'amore, una ars amandi. L'episodio della fontana, collocato alla metà del

 poema, ne costituisce il perno e lo specchio. È proprio tramite la fontana che il narratore scorge per la prima volta la Rosa, di cui si invaghisce completamente. La favola di Narciso introduce la veraquete dell'Oggetto desiderato. La vicenda reale amorosa, di cui non ci è detto nulla, si riflette nelsogno che si riflette a sua volta nella fontana di Narciso, come in un gioco di scatole cinesi. Narcisoincarna una minaccia sia per lo scrittore che per l'amante: la fascinazione dell'apparenza troppo

 bella, il compiacimento dello sguardo; solo in questo senso il Roman di Guillaume de Lorris puòessere considerato come una liquidazione degli ideali cortesi.Jean de Muen

La polemica anticortese diventa esplicita in Jean Muen. Il suo interesse non risiede nello sviluppo

allegorico, ma nelle ampie digressioni dei protagonisti, nelle quali dà prova del suo singolare talento poetico. Anche il suo Roman si presenta come un ars amandi. Non si fonda però sul modelloovidiano o cortese ma a quello enciclopedico duecentesco che aspira a fornire una somma di tutto loscibile umano. La trattazione del tema amoroso si dilata ad inglobare vere e proprie esposizioni dicosmologia, astrologia, alchimia, filosofia... sono spesso utilizzati in chiave allegorica exemplaclassici, secondo il modello platonico della Scuola di Chartres. Ragione si richiama a tale modellousando il termine di integumentum. La figura di Ragione in de Lorris e in de Muen può rivelare ladiversa cultura dei due autori e il loro diverso atteggiamento per la materia amorosa. Nel primoRagione tenta di dissuadere il protagonista dalla passione amorosa che è soltanto follia e puerilità;in Jean de Muen rappresenta invece un'articolata esposizione dei principi filosofici cui egli si ispira.Essa finisce per assomigliare alla Filosofia Boeziana, incarnazione della sapienza antica. I discorsi

di Natura e Genius si ispirano alla Scuola di Chartres. Il nuovo ideale di de Muen dipendestrettamente dalla concezione di Natura come viquere (vicaria) di Dio. Nei discorsi di Amico e laVecchia emerge una vena satirica: si intende di mettere a nudo tutta la falsità e ipocrisia dell'etica

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cortese. Della fontana di Narciso viene accentuata la natura illusionistica mediante una sorta diriscrittura parodistica della descrizione di Guillaume; dall'altra la fontana della Vita che porta ilfrutto della salvezza e si contrappone allo sterile pino di Guillaume.L'allegoria dopo il “Roman de la Rose”

Dalla metà del XIII secolo dilaga la produzione allegorica in Francia, fra gli schemi più frequentisi possono menzionare la descrizione di un oggetto, la parabola morale, la psicomachia, il viaggio

nell'aldilà... Il genere più vitale è quello dell'allegoria amorosa, dove ai personaggi e ai temisimbolici messi in auge dal Roman de la Rose se ne aggiungono altri come l'albero o la prigione.Frequenti sono le immagini animali, ad esempio nel  Dit du cerf amoureux le fasi della conquistaamorosa sono rappresentate da quelle di una caccia al cervo o anche nel   Dit de la panthère

d'amours di Nicole de Margival, una delle opere meglio riuscite, la dama è simboleggiata da una bella pantera.

LA LETTERATURA ALLEGORICA NELLE ALTRE AREE ROMANZE

La Provenza

Già in Guglielmo IX compare la triade Amor, Joi e Joven, nella quale si compendiano i più alti

valori aristocratici e cortesi. Il trovatore che fece più largo uso di personificazioni nelle sue liriche èMarcabru; lo scontro tra Joven e le forze anticortesi tende ad assumere un carattere di psicomachia.

 Nella Canso de la Crozada l'anonimo autore tende a presentare la guerra fra meridionali e crociaticome uno scontro tra Bene e Male, fra la Virtù e il Vizio. Vi è un esiguo numero di testi Occitanicidefinibili allegorici; fra questi spicca il  Boeci, un sermone incentrato sulla figura della donzella,nella quale la personificazione boeziana della Filosofia si combina con quella biblica dellaSapienza. La maggior parte delle composizioni allegoriche provenzali sono di tema amoroso.

Il genere più tipico della letteratura didattica provenzale è senza dubbio quello dell'ensenhamen,nato nelle corti della Francia meridionale, il termine designa componimenti poetici nei qualivengono dettate le principali norme di comportamento della vita cortese. Alcuni si rivolgono ad unaspecifica categoria di persone, altri sono dedicati ai principi generali della morale cortese, che sitende a conciliare con quella cristiana. Vi sono anche ensengamens destinati ai poeti o ai giullaricome il Razos de trobar di Raimon Vidal de Bezalù, dove troviamo considerazioni sulle virtù e dotinecessarie per farsi apprezzare a corte. Importante è il  Breviari d'amors di Matfre Ermengau, unavasta enciclopedia teologica destinata ai laici e incentrata sul concetto di Amore. Vi è nel Breviaril'arduo tentativo di integrare la concezione della fin'amor alla morale cristiana.L'area iberica

Vi sono nella letteratura castigliana opere didattiche di notevole rilievo, come i Castigos e

documentos di Sancho IV di Castiglia. Spicca la vasta attività di traduzione, soprattutto da testiarabi, promossa da Alfonso el Sabio; compilazioni astronomiche e astologiche come i  Libros de

 saber de astonomia, di scritti giuridici come Partidas; lo stesso Alfonso fu autore di un trattato sugli

scacchi e altri giochi. Questa produzione è di ordine essenzialmente linguistico e culturale: essa hainfatti costituito uno dei principali tramiti fra la scienza araba e quella europea.Il panorama castigliano è dominato dalla grande figura di Ramon Liull, considerato il padre della

letteratura del suo paese. Ci sono pervenute oltre duecento opere autentiche e coprono vari generiletterari, dalla lirica al romanzo e al trattato filosofico o religioso, ma in gran parte della sua

 produzione prevalgono gli intenti didattici. Il suo  Arbre de Sciència espone i principi per i quali è possibile una conversione razionale degli infedeli. I diversi aspetti del sapere sono organizzatimediante l'allegoria degli alberi: una astratta foresta nella quale crescono gli alberi corrispondentiad ogni branca del sapere; ogni albero si divide in sette parti (radici, tronco, branche, rami, foglie,fiori e frutti). La sintesi più compiuta del pensiero e degli ideali religiosi di Ramon Llull è il  Libred'Evast e Blanquerna; l'autore intende fornire un'illustrazione dei cinque estamentes in cui si

trovano gli uomini sulla terra: matrimonio, religione, prelatura, potere apostolico, vita eremitica. I protagonisti sono incarnazione esemplare della perfetta vita cristiana che offrono a Llull pretesto per ampi sviluppi didattici.