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Città di Corridonia Assessorato ai Servizi Sociali Dalle radici alle ali

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Città di CorridoniaAssessorato ai Servizi Sociali

Dalle radicialle ali

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Dalle Radici alle Ali…. Divagazioni sul mondo dell'educazione 2.0

INDICE

Pag. 3 - Prefazione 4 - Saluti del Sindaco 5 - Tracce educative per il ruolo genitoriale 14 - Sostegno alla famiglia 19 - La partecipazione dei genitori nella scuola 22 - Tossicodipendenze e alcolismo: le derive dell'adolescenza 24 - Il bullismo 30 - Impronte digitali: educare nell'era dei social media 33 - Per un uso consapevole delle nuove tecnologie 35 - Appunti per un'educazione alla rete 37 - Navigazione sicura e consapevole dei minori su internet 40 - La magia dell'A.Ge.

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PREFAZIONE Essere genitori oggi è probabilmente il mestiere più difficile. Internet, Tv, cellulari ed altri strumenti hi-tech hanno preso il posto dell'autorevolezza/autorità genitoriale. Dai tempi in cui eravamo bambini noi, fino a pochi anni fa, siamo stati bombardati da "sistemi risolutivi" di stili educativi suggeriti da psicologi o comunque "addetti ai lavori", assistendo all'affermarsi di indirizzi spesso contrastanti tra loro. Dopo l'era del permissivismo e della condiscendenza quasi senza regole per non traumatizzare i piccoli, qualcuno è tornato ad inneggiare ai vecchi sistemi di "tolleranza zero", lasciando la nostra generazione nel dubbio sempre più atroce: per non traumatizzare e, al tempo stesso, per responsabilizzare ed educare che cosa dobbiamo fare? Perché i problemi principali, come ci si accusa, traggono origine dalla famiglia? Non sappiamo più amare i nostri figli? Forse è il contrario, proprio per amore, spesso abbiamo paura di sbagliare, ci sentiamo soli, deboli, stanchi, disorientati. Così, grazie ad incontri di confronto tra genitori ed “esperti”, abbiamo imparato che disciplinare non è punire bensì insegnare a decidere, che dare il buon esempio stimola l'emulazione positiva, che il buon senso, l'attenzione costante e la disponibilità aiutano a prevenire e ad affrontare situazioni a rischio prima che diventino difficoltà reali e pericolose. Infatti, se è vero che fare il genitore è un mestiere difficile, nulla ci impedisce di impararlo. Ed è per questo che, con questa pubblicazione, abbiamo avuto l’idea di mettere “nero su bianco” le nostre esperienze formative di genitori A.Ge. di Corridonia insieme ad alcune informazioni utili alla famiglia.

I genitori dell'AGe Corridonia

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Sindaco di Corridonia

Saluti del Sindaco e dell'amministrazione comunale

L'AGE in questi anni ha dato un grande contributo alla vita

della nostra città promuovendo continui progetti formativi a sostegno della famiglia e dei figli, promuovendo iniziative ricreative e laboratori, cercando sempre di essere vicini ai bisogni delle persone senza grandi clamori, ma sempre con grande passione e competenza. Auspichiamo che sempre più persone sentano l'esigenza di unirsi a questa associazione per affrontare insieme i tanti problemi della vita quotidiana ed in modo particolare quelli legati ai nostri figli. Troppo spesso sui minori ricadono gli effetti di vite logorate da un lavoro precario, da orari frenetici, di unioni immature, di separazioni irresponsabili e di una cultura priva di valori autentici.

Invece, come ha sostenuto Papa Francesco” i bambini sono in se stessi una ricchezza per l'umanità e per la Chiesa, perchè ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci mai autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore , di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d'amore e di perdono”.

A nome di tutta l'Amministrazione Comunale e di tutti i cittadini di Corridonia ringraziamo di cuore ogni volontario dell'AGE e tutti coloro che hanno collaborato e dato un contributo nelle varie iniziative, alcune delle quali sono state riproposte in questo utilissimo opuscolo realizzato grazie anche al contributo e sostegno dei nostri Servizi Sociali cittadini, dell'Ambito Territoriale Sociale N. 15 e all'Assessorato alle Politiche Giovanile della Regione Marche.

Nelia Calvigioni

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Tracce educative per il ruolo genitoriale

Tutti sappiamo come non è facile fare il genitore. Forse più un'arte che un mestiere.

LA FAMIGLIA La famiglia potrebbe essere definita come un'entità complessa

che ha un ruolo fondamentale nella promozione del benessere di coloro che vi appartengono. I bambini in particolare tendono ad idealizzare la propria famiglia e a pensare ad essa come a qualcosa di speciale e di insostituibile. Gli adulti hanno bisogno, per il proprio benessere, di pensare alla propria famiglia come un posto in cui sono considerati 'speciali' e sono incoraggiati a perseguire le proprie aspirazioni. Di fatto oggi è assai difficile classificare la ‘famiglia’ perché ce ne sono di diverse tipologie: classica, separata, ricongiunta, composta da più famiglie. Insomma le soluzioni educative sono sempre più complesse e con minore senso della comunità. Rispetto a molti anni fa sono cambiati sia il concetto di famiglia che i ruoli che si hanno all'interno di essa. Altro dato di fatto è che oggi la famiglia è sempre più isolata .

FAMIGLIA E BENESSERE Il benessere dei figli dipende dal ruolo che il genitore riveste: il

loro benessere attuale, il benessere futuro e la loro capacità di raggiungere e mantenere il benessere nell'età adulta.

I comportamenti e gli atteggiamenti dei genitori possono influire sulla strutturazione di un adeguato senso di sé, sull’autostima, sulla capacità di creare e mantenere relazioni mature e soddisfacenti dei ragazzi.

FAMIGLIA AMBIENTE VITALE L’educazione si fonda sull’amore autentico e si realizza con

verità solo dentro ad una relazione vissuta prima tra i genitori e poi donata ai propri figli. Una sana e matura vita di coppia, vissuta nell’amore reciproco, nella stima e nell’affetto, costituisce un ambiente vitale per il bambino, e nello stesso tempo il primo esercizio dell’attività educativa dei genitori. Genitori che si

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vogliono bene, che si stimano, che si rispettano che si valorizzano reciprocamente stanno accompagnando il loro figlio in un percorso di crescita equilibrato. L’amore si esprime tramite la cura dell’altro.

C’è un limite oltre al quale il genitore non dovrebbe andare, ovvero basare il rapporto genitore-figlio su un rapporto di amicizia. Il genitore, papà o mamma, non può considerarsi amico del proprio figlio altrimenti il rapporto diventa simmetrico e diventa difficile stabilire, in una relazione di questo tipo, chi è il padre e chi il figlio. I genitori devono essere persone adulte che danno delle regole e che ti dicono dei ‘si’ e talvolta dei ‘no’, che sostengono il proprio figlio e che sanno consigliare, porre dei limiti laddove qualcosa non va. Dunque amore infinito si, amicizia no.

Soltanto quando i figli saranno degli adulti si può parlare di amicizia e confronto, ma da ragazzi e soprattutto da adolescenti, l'amicizia con i genitori non deve esistere: a ciascuno spetta il proprio ruolo.

Quando i figli hanno 12 – 14 anni, inizia il ‘conflitto fisiologico’, bisogna che il genitore si prepari e si armi di pazienza. Affetto e amore sono alla base del rapporto. Se alla base dell’educazione del ragazzo c’è una famiglia fragile, legata a fattori quali, stress, valori relativi, una famiglia costretta a fare una vita frenetica, trascinata dalla fragilità della vita quotidiana, allora anche l’amore più forte non può bastare. Occorre razionalità per farli crescere bene.

UN GENITORE QUASI PERFETTO ‘L’amore non basta’ L’amore che i genitori provano per i figli, ha bisogno di

esprimersi, ha bisogno di gesti e di parole in modo che essi non solo sappiano, ma ‘sentano’ all’interno della famiglia di essere amati, compresi e rispettati per quello che sono. Talvolta, nonostante si desideri ardentemente dare amore ai figli, i conflitti che inevitabilmente sorgono in famiglia producono tensioni, liti, incomprensioni che lasciano insoddisfatti e amareggiati coloro che se ne prende cura.

I figli non vogliono genitori perfetti. Si deve essere persone autentiche che si comportano in modo onesto e cercano di fare il meglio e riconoscere i propri limiti. Se un papà o una mamma fossero perfetti non darebbero modo ai loro figli di crescere perché

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questi non riuscirebbero a trovare delle identificazioni. È importante inoltre che il genitore sappia riconoscere i propri errori e per questo riesca a chiedere scusa. Lo sbaglio fa parte del mestiere di genitore e porre rimedio dimostra la sua maturità. Chiedere scusa, agli occhi del figlio, rappresenta un significativo gesto di maturità: il ragazzo riuscirà a rispettare maggiormente un papà e una mamma che, senza alcun timore, mostrano i propri limiti e le proprie debolezze. Questo è il modello migliore di genitore.

EDUCARE: QUALE RUOLO GENITORIALE? Per essere una famiglia ideale occorrono poche cose essenziali:

una mamma e un papà, ma anche i nonni, gli insegnanti, gli educatori. I genitori sono essenziali nel processo educativo ma possono esserci altre figure adulte in grado di aiutare in momenti di maggior difficoltà. Essere genitori significa sostenere, spronare, accompagnare, accogliere, senza mai sostituirsi all’altro, significa prendersi cura dell’altro in modo autentico, senza sollevarlo dalla fatica di crescere.

LA CURA DELLA RELAZIONE La figura materna rappresenta fin dalla ‘pancia’ l’‘ambiente

condiviso’, l’intimità, la stabilità e la dimensione interiore della relazione.

La figura paterna rappresenta, invece, l’alterità, il mondo esterno, l’ambiente non condiviso, la socialità della relazione.

Due versanti valoriali, psicologici e educativi irriducibili e, quindi, non sostituibili l’uno con l’altro.

IL VALORE DEI RUOLI La valorizzazione del ruolo materno (femminile) non significa la

svalutazione di quello paterno (maschile) che, realizzato e vissuto in piena e vera consapevolezza, fornisce al bambino prima e all’adolescente poi, elementi di costituzione, di sviluppo e di crescita irrinunciabili. E tutto questo a partire dal concepimento (ed anche prima), poi durante la gravidanza e negli anni avvenire, lungo il percorso di vita che caratterizza ogni essere umano.

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CORAGGIO Quando si delega a qualcuno l’educazione dei figli non crescono

mai bene: da grandi avranno sempre un buco nel cuore. Anche se oggi, lo stile di vita che si conduce, è molto difficile, si deve trovare del tempo ‘sano’ da trascorrere con i propri figli, lontano dalle frenesie del lavoro e della vita quotidiana. Nessuno insegna ad essere buoni padri e buone madri, occorre essere consapevoli che in momenti di difficoltà qualcuno potrebbe essere di aiuto: amici, parenti, educatori, insegnanti, ma il ruolo principale, quello di genitore, deve essere del padre e della madre, con tutte le gioie, le soddisfazioni e le fatiche che questo ‘mestiere’ comporta.

ESSERE ADULTI CHE EDUCANO VUOL DIRE: Essere genitori adulti non è semplice, ma dobbiamo farlo per i

figli e non dobbiamo arrenderci mai di fronte alle difficoltà. E se si ha bisogno di aiuto occorre chiederlo, perché nessuno è perfetto. Soprattutto le mamme non devono pensare di fare tutto da sole ma devono lasciare spazio anche ai papà, altrimenti quando i figli saranno cresciuti e se ne andranno, arriverà la paura del ‘nido vuoto’. È importante che i genitori si confrontino costantemente sul loro modo di educare, sul modo di percepire i cambiamenti dei figli. Tra genitori occorre condivisione e ascolto reciproco.

IL CORAGGIO DI SBAGLIARE E quando c’è l’errore? Avere ancora coraggio di ritornare

indietro. Educare al coraggio non significa educare a salire in modo

inarrestabile e progressivo tutti i gradini facili o difficili della scala della vita. Significa invece accettare la sosta o la discesa per rimettersi di nuovo in cammino, diventando finalmente capaci di perdono di sé e dell’altro. Il coraggio di educare deve consentire, in chi educa e in chi viene educato, il pari coraggio ad accogliere le proprie fragilità e i propri abbandoni, il peso talora di sentirsi soli, non capiti, maldestri.

Oggi nelle scuole, si può osservare che, le famiglie sono sempre dalla parte dei figli mentre a volte sarebbe importante trovare un

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accordo genitori – insegnanti, ritrovare il rispetto tra due grandi ‘ruoli educativi’.

I ventenni di oggi sono fragili e non sanno come cavarsela da soli perché a proteggerli e difenderli da ogni problema arrivano mamma e papà. Il compito del genitore è di insegnare ai loro figli la fatica per poter raggiungere gli obiettivi e superare le difficoltà. Quando sono piccoli bisogna posticipare le gratificazioni per fare avere loro un obiettivo da raggiungere che oggi può essere un gioco ma che domani sarà la laurea, un lavoro.

IL TEMPO PER EDUCARE A volte, quasi per giustificare le ‘mancanze’ dei genitori nei

confronti dei figli si dice che sia davvero importante la qualità del tempo che si trascorre con il proprio figlio. Ma non basta. È importante anche la quantità. Considerato che in particolare in adolescenza i tempi e gli spazi per comunicare sono dettati dai ragazzi, occorre che il genitore sia sempre disponibile ad ascoltare in modo sincero, profondo ed autentico quanto il figlio ha da dire. Non si può rimandare perché in quel momento troppo occupati a fare dell’altro. Ci deve essere quotidianamente un rito, un momento in cui si parla e si discute in famiglia. Anche se a volte i figli, non vogliono parlare, comunque bisogna lasciare loro lo spazio per poterlo fare: devono avere chiaro il messaggio che quando vorranno, o quando avranno bisogno, i genitori sono disponibili.

LO SPAZIO PER EDUCARE Oggi è importantissimo fare rete tra le istituzioni educative: asili

nido, scuola, parrocchie, associazioni sportive, associazioni culturali, amicizie: le regole devono essere sempre le stesse.

Sono tanti i luoghi che educano e bisogna che tutti quanti sinergicamente lavorino nell’ottica di obbiettivi comuni, per offrire al ragazzo una crescita ‘unitaria’, ‘integrata’.

Occorre creare, laddove non ancora esistente, o impegnarsi per attivare con efficienza, una rete dei sostegni per garantire una continuità educativa.

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I FINI DELL’EDUCAZIONE Si è stata una buona mamma quando, a un certo punto, i figli

vanno per la loro strada e camminano con le loro gambe. Educare un figlio alla dipendenza del genitore, non offrirgli le ali per volare verso la realizzazione del proprio progetto di vita significa educare alla non autonomia. Essere autonomi significa conquistarsi la libertà in relazione alle proprie responsabilità e ai propri doveri.

Essere coerenti non significa essere rigidi ma bisogna dimostrare con i fatti quello che si dice. I figli imparano sia da quello che i genitori fanno che da quello che i genitori dicono. I ragazzi sono molto rigidi nell’adolescenza e giudicano per quello che si fa. La flessibilità verrà con il tempo, fa parte della crescita.

È chiaro che la coerenza va dimostrata in tutti i luoghi educativi, tutta la comunità deve parlare lo stesso linguaggio.

PER UNA PEDAGOGIA IN POSITIVO Quello che è importante a livello educativo è togliere tutto ciò

che è legato al consumismo. Oggi non riflettiamo più e facciamo tutto quello che ci dicono in tv e sui media. Se i genitori non riflettono non lo fanno neanche i figli. Sono tanti i valori sbagliati: il consumismo, il successo ad ogni costo…

Spesso i nostri figli sono lasciati soli davanti al computer, senza gli strumenti necessari per poterlo usare senza cadere nella rete di chi, con i nostri figli, ne fa un business. Bisogna far capire ai giovani cosa c’è dietro a certe cose che si vedono in rete e che si trovano in giro o in tv.

CURA: PAROLA CHIAVE PER UN’ANTROPOLOGIA COMPIUTA

‘La cura’ è una canzone di Franco Battiato in cui si può ritrovare un profondo senso e significato dell’aver cura in una relazione. ‘Cura’ è la parola chiave. Prendersi cura di sé, dell’altro e del trascendente, di qualcosa che va oltre me e l’altro, sono valori importanti da offrire ai figli.

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EDUCARE: Dobbiamo imparare anche a litigare e imparare ad arrivare con

ciò ad un chiarimento: si litiga, ma poi si chiarisce e si trova un accordo.

È importante che i figli scelgano da soli, ad esempio, lo sport che vogliono fare, non si deve imporre loro di fare danza perché avremmo voluto farla noi da piccoli o perché noi siamo dei campioni di danza e vogliamo che lo siano anche loro.

Oggi i ragazzi hanno un’agenda fitta di impegni. La noia fa crescere l’ingegno, se qualcuno decide sempre per

loro, non proveranno mai la noia e non sapranno mai stimare quello che fanno se è positivo o negativo. Possono cercare da soli il modo di impegnare il tempo.

EDUCARE ALLE EMOZIONI: EDUCARE ALL’ANIMA Partire dalle emozioni non significa fermarsi alle emozioni:

altrimenti chiunque sappia emozionarci potrebbe essere il nostro educatore.

Le emozioni sono un terreno minato: se non si è in grado di trattarle in modo rigoroso e serio, se non si possiedono gli strumenti per un reale trattamento pedagogico delle emozioni, tanto meglio lasciar perdere. È importante educare a dare nome alle emozioni, specialmente quelle negative.

L’educazione sessuale oggi è fondamentale perché i ragazzi arrivano a provare certe emozioni senza neanche conoscersi fisicamente.

Ci sono persone adulte che non sanno quale è la differenza tra emozione e sentimento. L’emozione è immediata, legata a un sentire del corpo e non richiede la cura. Il sentimento richiede la cura e l’educazione alla fatica. L’aspetto del sentire è quello che oggi gioca di più sul sentimento dei ragazzi. L’educazione alle emozioni, felicità, rabbia, colpa, vergogna, smarrimento, fastidio, è ciò serve per conquistare sicurezza di sé.

I bambini hanno molte paure e tutte servono per crescere. Il pericolo è una paura fondamentale quando si è piccoli. Se non insegniamo loro la paura, non avranno mai un limite.

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- Educare ad avere cura degli altri e del mondo; - educare all’appartenenza a più identità, a più comunità, a più

interessi; - educare all’appartenenza sociale e a quella politica; - educare a differenziare tra relazioni, per essere capaci di

comportamenti adatti ad ogni situazione; - educare alla responsabilità verso la Terra; - educare ad andare oltre l’etica della prossimità spazio-

temporale.

EDUCARE AL TRASCENDENTE Non si può seguire solo la logica delle competenze da acquisire.

Occorre tempo per riflettere, per sentire dentro, per ascoltarsi. Le figure preposte all’azione educativa dovrebbero educare al

distacco, al riposo, alla contemplazione poiché questo non è funzionale solo al mondo del lavoro ma anche nella ricerca del senso della vita, per la costruzione e la scoperta di una identità personale più profonda.

Al di là di ogni esperienza, l’educazione a fermarsi per pregare e meditare insegna a trovare il momento di riposo mentale di cui tutti hanno assoluto bisogno. Il silenzio che rigenera.

‘Ma esiste una paura che sia più grande delle altre?’ ‘Eh sì,’ risposero tante voci in coro ‘esiste la Paura della Paura.

Chiunque la può incontrare sul proprio cammino, anche i grandi non solo i cuccioli.’

‘E dov’è questa paura?’ chiese spaventato Undi per prepararsi a scappare se l’avesse incontrata.

‘Non lo sappiamo, è sicuramente lungo questo canale ma nessuno di noi sa dove. La si può incontrare all’improvviso quando uno non se lo aspetta, oppure la si può non incontrare mai; ma dove si trovi nessuno lo sa!’

‘Ma allora voi siete delle cose cattive; bisognerebbe uccidervi perché fate soffrire tutti’ disse il cucciolo arrabbiato.

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Gli sembrava proprio che fosse una grande ingiustizia che ci fossero tutte queste paure e che dovessero fare così male come facevano a lui ogni volta che se le sentiva dentro.

Ma evidentemente le Paure non erano dello stesso parere perché si sentì una voce che si levò dal canale e disse: ‘È qui che sbagli, Undi’ (e il coniglietto si accorse che non era solo lui a conoscere le paure, anche loro le conoscevano, se sapevano addirittura il loro nome); ‘noi siamo necessarie per poter crescere. Se tu non vuoi cadere nella trappola di un cacciatore nel bosco, è meglio che impari a conoscerla e ad averne paura. Sarà lei che ti aiuterà a evitare la trappola quando la incontrerai. Anche noi paure serviamo ad uno scopo, come tutto quello che avviene nel bosco.’

‘Ma a cosa servite?’ chiese incredulo Undi. ‘A fare esperienza, e quindi a vivere. Ognuna di noi ha un suo

significato e se si impara a conoscerlo si impara anche a vivere.’

“Il coniglietto che aveva sempre paura” Alba Marcoli-Il Bambino Nascosto-Mondadori.

M. Letizia Capparucci pedagogista clinica

Università Europea di Roma-

www.associazionepraxis.it

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Sostegno alla famiglia

L’Amministrazione Comunale, nel tentativo di rispondere ai tanti bisogni ed alle difficoltà che riguardano una fascia sempre più ampia della popolazione, ha cercato di porre in essere una fitta rete di interventi e risposte concrete rivolte ai singoli e alle famiglie residenti. Nonostante le sempre minori erogazioni da parte di Governo e Regione e quindi nonostante le consistenti minori disponibilità nei capitoli di spesa specifici, grazie ad una attenta gestione dei costi, si è riusciti a mantenere sostanzialmente tutti i servizi preesistenti ed attivarne di nuovi senza gravare ulteriormente sul bilancio comunale e quindi sulla tassazione dei cittadini.

Un aspetto importante da evidenziare è che il Comune di Corridonia, in maniera innovativa rispetto alla media nazionale, ha recentemente approvato il regolamento sui contributi sociali al fine di fornire criteri chiari ed uguali per tutti. Regolamento che dovrà essere continuamente perfezionato per tenere conto delle nuove esigenze e aggiornato per recepire le continue modifiche normative nazionali, ma che permetterà ad ogni cittadino, in qualsiasi momento, di conoscere le agevolazioni disponibili e le condizioni economiche e familiari per averne diritto.

Nell’ambito dei servizi sociali una particolare attenzione è sempre stata rivolta alla famiglia, essendo essa stessa la principale struttura a supporto dei sui componenti, pertanto abbiamo cercato di sostenerla tramite interventi concreti e diretti come quelli riportati nello schema esemplificativo sotto riportato.

Contestualmente, dovremmo cercare di sostenere sempre di più tutte quelle organizzazioni che contribuiscono a mantenere vivi e forti i valori della famiglia ed aiutare la stessa in tutti i momenti di difficoltà. In una società sempre più priva di valori etici e morali e sempre meno consapevole della propria identità e della propria storia, il nucleo famigliare non è più in grado di affrontare autonomamente le tante difficoltà relazioni tra coniugi, tra genitori e figli, i disagi esistenziali dei componenti, i problemi economici, ecc.

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In questo contesto, è fondamentale che ci siano associazioni, enti e professionisti capaci di accompagnare i singoli individui in questi momenti di difficoltà, per evitare che le persone si trovino in balia delle loro emozioni. Grazie a Dio, nella nostra città vi sono tante persone che quotidianamente, in maniera silenziosa, ma sempre con grade passione ed amore, dedicano parte del loro tempo agli altri e testimoniano che la vita può essere bella ed interessante a prescindere dalle circostanze più o meno felici che ogni persona si trova a vivere.

Assessore ai servizi sociali Avv. Massimo Cesca

Alcune delle realtà pubbliche e private,

presenti nel nostro Comune, che in diversi ambiti forniscono importanti

servizi sociali per la collettività:

NUOVO CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE Rivolto ai giovani dai 3 ai 18 anni. Sarà operativo entro l’anno nei locali dell’ex Mercato coperto, recuperato integralmente tramite uno specifico finanziamento per la creazione di uno spazio rivolto ai giovani e che permetterà di svolgere tante iniziative sociali che potrebbero ridare anche una certa vitalità al centro storico cittadino. ASILO NIDO COMUNALE “GIROTONDO” Recentemente ristrutturato ed ampliato sia internamente che nell’area esterna del parco giochi, attualmente la struttura può ospitare fino a 42 bambini e rimane aperto per tutto l’anno (con chiusura solo nel mese di agosto). Per andare incontro alle difficoltà delle famiglie, l’Amministrazione Comunale ha ritenuto utile introdurre significative riduzioni alle tariffe applicate.

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CENTRO DIURNO IL CICLAMINO Struttura socio - educativa – riabilitativa, autorizzata ai sensi della L. R. 20/2002. Accoglie disabili, offrendo prestazioni e interventi di assistenza tutelare educativa- riabilitativa, finalizzata a migliorare la qualità della vita, favorendo l’interazione e l’integrazione sociale. CENTRO SOCIO-CULTURALE E RICREATIVO “MONS. R.VITA” Il Centro è aperto tutti i giorni dalle 14.00 alle 18.30, conta oltre 500 soci ed usufruisce di una bella e grande sede nel centro storico di Corridonia. La ricca dotazione della sede consente l’organizzazione e lo svolgimento di molte attività ed in particolare collabora con l’Amministrazione per attività sociali a favore dei bambini e degli anziani. UNIVERSITA DELLE TRE ETÀ Presso la struttura del centro socio culturale Mons. Raffaele Vita, promuove ogni anno con il patrocinio comunale, corsi di lingua (francese, inglese, spagnolo); corso di cucina; corso di pittura; corso di scrittura creativa; corso di recitazione; corso di yoga; corso di postura; corso di attività fisica; e tante altre attività. Per chi vuole frequentare i corsi dell’Università basta la maggiore età. La RONDINELLA : importate associazione che opera nel sostegno alle famiglie e persone coinvolte in problemi di dipendenza da droga o di altra natura. SCUOLA DI DISCUSSIONE: storica realtà presente in città e che offre consulenza qualificata a giovani coppie e famiglie. CARITAS, UNITALSI, AVULSS, AVIS, LA NUOVA CIVICA SCUOLA DI MUSICA E BANDA MUSICALE CITTADINA, GRUPPI E MOVIMENTI ECLESISTICI, ASSOCIAZIONI CULTURALI E SPORTIVE che, nel rispettivo ambito, svolgono importanti servizi per la vita della città. Impossibile descriverle e citarle tutte come sarebbe giusto e doveroso, ma informazioni e contatti potranno essere chiesti tutte le mattine presso gli uffici dei Sevizi Sociali o presso la segreteria Centrale.

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LEGGI DI RIFERIMENTO DEL SETTORE SERVIZI SOCIALI - COMUNE DI CORRIDONIA –

Scadenza e bandi, essendo variabili di anno in anno, possono essere consultati sul sito del comune: www.comune.corridonia.mc.it o

telefonando all’ufficio Servizi Sociali Tel. 0733.439909

MINORI E FAMIGLIA

L. R. 30/1998: "Interventi a favore della famiglia". Per chi usufruisce della mensa scolastica sono previste agevolazioni rispetto a quanto indicato nel Regolamento Comunale N. 9 del 25/03/2014. Ogni anno, nei mesi di Giugno e Luglio, viene organizzato il Centro estivo per bambini/e e ragazzi/e dai 6 ai 14 anni. Per l'iscrizione all'asilo nido comunale "Il Girotondo" le domande vengono prese nel mese di Giugno di ogni anno. Trasmissione all'INPS delle domande per l'assegno di maternità e per l'Assegno al nucleo familiare per tre figli minori. Avviso Legge n. 448/98 – Art. 27 DPCM N. 320/99 – DPCM 226/00. Fornitura gratuita o semigratuita di libri di testo agli studenti della scuola dell’obbligo e della scuola secondaria superiore.

ANZIANI

DGR n. 985 del 15 giugno 2009, domanda per l'Assegno di Cura per anziani non autosufficienti. Servizio Assistenza Domiciliare per anziani, erogato dal Comune, previa valutazione del Servizio Sociale Professionale: in base ai criteri stabiliti dal Regolamento Comunale N. 9 del 25/03/2014. Altri servizi destinati agli anziani sono stabiliti nel Regolamento Comunale N. 9 del 25/03/2014. Ogni anno vengono organizzati: servizi di trasporto gratuiti per le Terme di S. Lucia di Tolentino, per il pellegrinaggio a Loreto e per soggiorni estivi per anziani. Dal 2015 sarà attivo anche il servizio di trasporto per due settimane al mare a Civitanova Marche.

DISABILI

L. R. 18/1996: "Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone in situazione di handicap". Le domande per ottenere dei benefici di carattere economico (trasporto a carico della famiglia presso dei centri per effettuare cure riabilit ative, ecc...) vengono prese entro il mese di Gennaio di ogni anno. Altri servizi destinati ai disabili sono stabiliti nel Regolamento Comunale N. 9/2014.

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FAMIGLIE

L. 431/1998: contributi per la spesa sostenuta per il canone di locazione. L. R. 27/1997: "Norme in materia di circolazione agevolata sugli autoservizi di trasposto pubblico locale". Le domande possono essere prese durante tutto l'anno, non c'è una scadenza definita. In base al Regolamento Comunale N. 9 del 25/03/2014 sono previst i dei contribut i MINIMO VITALE e dei contributi STRAORDINARI. Avviso rimborsi tariffari utenze deboli - Fondo ATO APM Macerata - avviso del 05/05/2015 – le domande verranno prese per tutto il 2015 fino ad esaurimento dei fondi.

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La partecipazione dei genitori nella scuola

La nostra Costituzione assegna alla famiglia e alla scuola la responsabilità di educare e di istruire i giovani.

La scuola, come la società, è più forte ed efficace nel perseguimento dei propri obiettivi se è aperta, plurale e partecipata. Il rispetto di regole e di norme condivise rappresenta per ogni componente l’esercizio della convivenza democratica e della cittadinanza ed in tal senso la scuola rappresenta la sede privilegiata dove si incontrano e si tutelano diritti e doveri. Si va sempre più delineando, nella documentazione del Ministero della Pubblica Istruzione, come la scuola non è più esecutrice di un programma imposto dall'alto ma il risultato di una scelta libera e consapevole dei protagonisti dell’educazione: studenti genitori e docenti.

La scuola italiana si avvale di organi di gestione, rappresentativi delle diverse componenti scolastiche, interne ed esterne alla scuola (docenti studenti e genitori): gli Organi Collegiali.

Custodi e promotori dell'autentica autonomia scolastica sono i consigli di classe e i consigli di istituto, a condizione che non siano vissuti come semplici “tavoli di incontro e di collaborazione volontaristica” ma come “Organi istituzionali dello Stato” cui spettano le fondamentali decisioni gestionali ed educative della scuola. Negli organi collegiali si deve avere il coraggio di proporre e pretendere che al centro sia posto la qualità degli apprendimenti, il sostegno della motivazione nei più deboli, la trasparenza delle informazioni, la verifica dei risultati e la soddisfazione di tutti gli operatori ed utenti.

Gli Organi Collegiali della Scuola sono:

Consiglio di intersezione nella scuola dell'Infanzia. Consiglio di interclasse nella scuola Primaria. Consiglio di classe nella Scuola Secondaria di primo

grado e nella Scuola Secondaria superiore. Questi hanno il compito di formulare al collegio dei docenti

proposte in ordine all'azione educativa e didattica e a iniziative di

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sperimentazione nonché quello di agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti, genitori ed alunni.

Fra le mansioni del consiglio di classe rientra anche quello relativo ai provvedimenti disciplinari a carico degli studenti.

Riferimento normativo: art. 5 del Decreto Legislativo 297/1994

Consigli di circolo/istituto

Le elezioni per i consigli di circolo/istituto si svolgono ogni triennio. Il Consiglio di Istituto elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le forme di autofinanziamento della scuola; delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e stabilisce come impiegare i mezzi finanziari per il funzionamento amministrativo e didattico. Spetta al consiglio l'adozione del regolamento interno del circolo o dell'istituto, l'acquisto, il rinnovo e la conservazione di tutti i beni necessari alla vita della scuola, la decisione in merito alla partecipazione del circolo o dell'istituto ad attività culturali, sportive e ricreative, nonché allo svolgimento di iniziative assistenziali.

Fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante sull'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio, per quanto riguarda i compiti e le funzioni che l'autonomia scolastica attribuisce alle singole scuole. In particolare (da quest'anno) approva il Piano dell'offerta formativa (POF) elaborato dal collegio dei docenti. Inoltre il consiglio di circolo o di istituto indica i criteri generali relativi alla formazione delle classi e al coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe; esprime parere sull'andamento generale, didattico ed amministrativo, del circolo o dell'istituto, stabilisce i criteri per l'espletamento dei servizi amministrativi ed esercita le competenze in materia di uso delle attrezzature e degli edifici scolastici.

Riferimento normativo art. 8 del Decreto Legislativo 297/1994.

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Giunta esecutiva

Prepara i lavori del consiglio di circolo o di istituto.

Decreto Interministeriale n. 44

Collegio dei docenti

È composto da tutti gli insegnanti in servizio nell' Istituto Scolastico. Non vi sono rappresentanti dei genitori.

Riferimenti normativi: art. 7 del Decreto Legislativo 297/1994.

Comitato per la valutazione dei docenti

Una novità del ddl scuola. Comma 129 dell’art.1 della Legge n.107 del 13 luglio 2015 Inoltre, con il nuovo ddl scuola, la partecipazione dei genitori diventa “indicatore di qualità” nella valutazione del dirigente a cui si chiede “di promuovere la partecipazione e la collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica”(Art.1,93).

Ivana Staffolani - presidente AGe Corridonia e AGe Regionale Marche.

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Tossicodipendenza e alcolismo: le derive dell'adolescenza

Parlare di attività di prevenzione e di intervento contro la droga,

per genitori ed insegnanti, significa in primo luogo informazione, cioè uscire dal generico ed inutile richiamo alla droga che fa male, per impegnarsi ad apprendere, sulla base di ricerche aggiornate ed autorevoli, conoscenze specifiche in materia, e non sulla droga, ma sulle varie tipologie di droga, che hanno caratteristiche ed effetti tra di loro molto differenti.

Solo un genitore informato, o un insegnante che sa di cosa parla, è in grado infatti di trasmettere ai ragazzi giovanissimi, che oggi vanno messi in guardia sin dall’ultima classe delle elementari, messaggi precisi circa i rischi delle varie sostanze per la salute psicofisica, raccomandazioni che partano dalla conoscenza effettiva della realtà, nozioni che i ragazzi stessi potranno utilizzare nel difficile dibattito tra coetanei, nel gruppo degli amici e dei compagni di scuola o di sport.

Si sa invero che i ragazzi hanno paura, rifiutando la droga senza un motivo preciso e bene argomentato, di passare da vigl iacchi e da “sfigati” dinanzi ai loro compagni e di essere così esclusi dal gruppo dei pari. Ebbene, se essi, pur facendo finta di non ascoltare o sottovalutando le argomentazioni degli adulti di riferimento, metteranno nella loro memoria anche solo in parte le informazioni ricevute, saranno poi in grado di ribattere a fronte alta e in maniera motivata nei confronti di chi, trascurando volutamente o involontariamente i rischi e gli effetti, li invita all’uso di una qualsiasi sostanza.

Prevenzione in casa e nelle classi scolastiche significa poi non sottovalutare mai il consumo di sostanze psicoattive (e ciò vale anche per le droghe legali: alcol e tabacco) e non dare ai giovani dei messaggi contrastanti da genitore a genitore, o da insegnante ad insegnante, in particolare per quanto concerne la cannabis, sostanza apripista verso altre droghe, erroneamente ritenuta una droga leggera, che, a detta di chi non sa quanto oggi siano potenziate le “canne” nel loro principio attivo, non farebbe male, non creerebbe dipendenza e non comporterebbe problemi di sorta.

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"La Rondinella" Associazione di volontariato per il sostegno alle famiglie con problemi di disagio

giovanile legati alla tossicodipendenza e all'alcolismo

mail: [email protected] Tel: 0733-433705 Via Pier Paolo Bartolazzi, 20 Corridonia - MC

Importantissimo in famiglia ed a scuola è inoltre osservare i cambiamenti nel comportamento dei figli e degli studenti. Peggioramenti improvvisi nel rendimento scolastico e disciplinare, assenze e ritardi poco giustificati, maggior bisogno di soldi, piccoli furti in casa o in classe, difficoltà di relazione con i compagni ed i familiari, ricerca eccessiva di riservatezza e di segretezza, bugie a ripetizione, nuove amicizie, sbalzi di umore tra irritabilità eccessiva e apatia, depressione ed eccitazione, risposte elusive circa le persone ed i luoghi frequentati, perdita di motivazione e di interesse rispetto a precedenti abitudini o attività svolte, alterazioni del ciclo sonno/veglia con insonnia o particolare sonnolenza, tremori improvvisi, occhi rossi, pupille dilatate, tendenza a ridere immotivatamente, inspiegabili perdite di appetito, movimenti poco coordinati: sono tutti sintomi, riguardanti i profili emotivi, relazionali e fisici dell’adolescente, che devono far riflettere e portare ad interrogarsi, a verificare se nella vita dei nostri ragazzi c’è qualcosa che non va. Potrebbe trattarsi di malesseri e disagi adolescenziali, destinati a scomparire con il tempo e con il superamento del periodo più difficile di questa fase di passaggio, ma non è da escludere che questi cambiamenti siano indotti da sostanze psicoattive che hanno iniziato a fare danni nella testa e nel fisico dei ragazzi.

Occhi aperti, dunque, perché l’azione preventiva e di intervento contro la droga è tanto più efficace, e tanto più destinata al successo, quanto più è anticipata la scoperta dell’uso di sostanze stupefacenti, uso che, se ignorato o non contrastato, può sempre scivolare nell’abuso e poi nella dipendenza vera e propria.

Tenendo comunque presente, in linea generale, che un ambiente sereno in famiglia o a scuola, caratterizzato dalla presenza di autorevoli persone adulte di riferimento, è comunque un potente fattore protettivo contro tutte le dipendenze.

Giuseppe Bommarito Gaetano Angeletti

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IL BULLISMO

Il termine bullismo deriva dalla parola inglese “bullying”, mentre nelle lingue scandinave il termine utilizzato è “mobbing”, anch’esso entrato ormai a far parte del nostro linguaggio comune per definire le prevaricazioni tra adulti in ambito lavorativo. E’ una forma di oppressione, psicologica o fisica,ripetuta e continuata nel tempo,perpetuata da una persona - o da un gruppo di persone - più potente nei confronti di un’altra persona percepita come più debole. “Un comportamento bullo” è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi,persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare.

COSA NON E’IL BULLISMO Una prima categoria di comportamenti non classificabili come bullismo è quella degli atti particolarmente gravi, che più si avvicinano ad un vero e proprio reato. Attaccare un coetaneo con coltellini o altri oggetti pericolosi, fare minacce pesanti, procurare ferite fisiche gravi, commettere furti di oggetti molto costosi, compiere molestie o abusi sessuali sono condotte che rientrano nella categoria dei comportamenti antisociali e devianti e non sono in alcun modo definibili come “bullismo”. Allo stesso modo, i comportamenti cosiddetti “quasi aggressivi”, che spesso si verificano tra coetanei, non costituiscono forme di bullismo: i giochi turbolenti e le “lotte”, particolarmente diffusi tra i maschi,o la presa in giro “per gioco” implicano una simmetria della relazione, cioè una parità di potere e di forza tra i due soggetti implicati e una alternanza dei ruoli prevaricatore/prevaricato.

COS’È IL CYBER BULLISMO Cyberbullismo, ovvero come rovinare una persona su Internet. E’un

fenomeno di mobbing molto grave che consiste nell'invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook per molestare una persona per un lungo periodo. Viene così danneggiata la reputazione delle vittime in breve tempo in una comunità molto ampia. Spesso i

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genitori e gli insegnanti che solitamente non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. ne rimangono a lungo all'oscuro,

I «cyberbulli» (spesso un «branco»), sono persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nel quartiere o in un'associazione, ma possono essere anche persone conosciute solo via internet attraverso social networks e che si nascondono dietro profili falsi (fake) o, come nel caso dal famigerato Ask, sono anonimi. Offendono, minacciano o ricattano le loro vittime direttamente o facendo pressione psicologica su di loro attraverso minacce e offese che possono consistere in: diffusione di immagini imbarazzanti \ compromettenti, diffusione di false dichiarazioni sulla mia vita personale, esclusione da gruppi online, appropriazione ed utilizzo di password e account di posta elettronica o social network. Chi ne è vittima può subire conseguenze molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, stati di ansia e depressione, fino al suicidio come riportato ultimamente dalla cronaca giornalistica. Per il cyberbullo virtuale è più facile mantenere l'anonimato o almeno una certa distanza, può attaccare senza rivelare il proprio nome, può ferire senza dover temere una reazione.

La vittima non si sente più al sicuro da nessuna parte, poiché le offese la raggiungono via Internet persino nelle proprie mura. È inoltre difficile cancellare le offese, che quindi, una volta pubblicate in rete, possono essere rilette e riguardate ripetutamente. Per la vittima è dura dimenticare e superare le violenze subite. Il cybermobbing contribuisce in questo modo a rafforzare la sofferenza della vittima.

Le vittime, gli autori e gli spettatori di atti di cyberbullismo sono spesso omertosi, pertanto per genitori e insegnanti è difficile focalizzare il problema.

NOTE DI PREVENZIONE DEL CYBERBULLISMO

- Trattare i dati privati propri e altrui in modo critico e con la massima sensibilità

- essere consapevoli che se si forniscomo indicazioni personali o si pubblicano immagini su blog, reti sociali o forum si è potenziali bersagli

- mantenere un comportamento rispettoso (netiquette), evitando di postare dati e informazioni sensibili sul proprio profilo (p. es. foto imbarazzanti o troppo discinte)

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- curare solo amicizie personali e proteggere la sfera privata mediante criteri d'impostazione sicuri

- i genitori e le scuole possono sostenere i bambini e i giovani dando loro i consigli qui illustrati e discutendo con loro su quali conseguenze può avere il loro comportamento in rete e cosa significa il cybermobbing per le vittime. Va inoltre segnalato loro che i bulli sono perseguibili penalmente

- ricercando il proprio nome su Internet (detto «egosurfing») si ottengono informazioni sul contesto in cui appare il proprio nome e sulle immagini pubblicate di se stessi.

A casa - Instaurate con i vostri figli una comunicazione improntata alla

fiducia, interessandovi a come utilizzano i media e discutendone con loro

- Fatevi spiegare in che cosa consiste il fascino dei media per loro o quali sono le loro paure

- Di tanto in tanto controllare i contenuti postati su Internet dai vostri figli. Concordate fin dall'inizio con vostro figlio in che modo accompagnarlo nel suo utilizzo dei media digitali. Man mano che crescerà, vostro figlio vorrà decidere sempre più spesso cosa mostrarvi e cosa no. Accettate questo fatto e, un poco alla volta, date più libertà a vostro figlio. Ma allo stesso tempo segnalategli chiaramente che siete a sua disposizione se ha bisogno di voi

A scuola - Assumere un atteggiamento chiaro che incoraggia gli alunni a

segnalare un problema - Prevedere procedure standardizzate per affrontare casi concreti, in

modo che gli insegnanti siano istruiti per l’intervento.

IDEE PRECONCETTE PIÙ DIFFUSE. Il bullismo e/o il cyber bullismo:

• in fondo, è solo “una ragazzata” • fa parte della crescita, è una fase normale che serve a “rafforzarsi” • chi subisce le prepotenze dovrebbe imparare a difendersi

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• le caratteristiche esteriori della vittima rivestono un ruolo fondamentale

• è un fenomeno proprio delle zone più povere e degradate, è più diffuso nelle grandi città, nelle scuole e nelle classi più numerose

• deriva dalla competizione per ottenere buoni voti a scuola. • è manifestato da chi ha una bassa autostima e al di là delle apparenze

è ansioso e insicuro.

IN OTTICA DI PREVENZIONE Gli insegnanti e con essi tutto il personale scolastico sono chiamati a impegnarsi per: 1. prendere consapevolezza del problema; 2. elaborare una politica scolastica antibullismo, in stretta

collaborazione con i dirigenti scolastici e il personale non docente; 3. formulare una definizione condivisa di bullismo/cyberbullismo; 4. stilare una lista condivisa di indicatori che permettano di

riconoscere il fenomeno; 5. analizzare i bisogni della specifica scuola e la presenza del

fenomeno dal punto di vista quantitativo e qualitativo (diffusione,frequenza degli episodi,numero dei ragazzi coinvolti,tipologie di bullismo);

6. monitorare gli spazi di gioco libero e i momenti meno strutturati 7. intervenire tempestivamente di fronte a episodi di prepotenza (non

sottovalutarli né tollerarli); 8. dare sostegno alle vittime; 9. considerare i bulli in presenza e/o in rete come persone da aiutare

oltre che da “fermare”; 10. coinvolgere gli alunni nella ricerca di soluzioni adeguate al

problema; 11. promuovere relazioni di fiducia basate sull’ascolto e sul dialogo,

anche al fine di comprendere le cause delle azioni di prevaricazione;

12. promuovere una cultura di gruppo centrata su solidarietà, collaborazione, empatia e comportamenti prosociali;

13. creare un’alleanza educativa e un clima di collaborazione con i genitori;

14. effettuare un monitoraggio costante del fenomeno, anche con l’aiuto di qualche esperto.

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COME REAGIRE AL CYBERBULLISMO?

Misure immediate - Non rispondere assolutamente al bullo online, ma chiedere aiuto ai

propri genitori o a un altro adulto di fiducia - Gli adulti devono ascoltare attentamente e mantenere la calma: il

profilo del cyber bullo va bloccato e segnalato al network sociale o al forum

- Salvare sul computer il materiale che può fungere da prova (per esempio screenshot, conversazioni in chat e immagini) e subito dopo, se possibile, cancellare – o far cancellare dal gestore della piattaforma – tutti i contenuti in rete

- Se sono coinvolti compagni di scuola, i genitori dovrebbero rivolgersi agli insegnanti e, laddove presente, allo psicologo scolastico per valutare se sporgere denuncia presso la polizia

Misure a medio e lungo termine - Non rimproverate o colpevolizzate vostro figlio, ma segnalategli che

lo aiuterete e lo proteggerete. - Create un'atmosfera che trasmette sicurezza a vostro figlio. - Cercate di ottenere una visione d'insieme: Che cos'è successo? Chi è

coinvolto? Quale ruolo è stato assunto da vostro figlio? - Essere pazienti, le vittime hanno bisogno di tempo per raccontare

quello che è successo. Piccolo codice di strada anti-bullo 1. Parlate di sentimenti in famiglia. 2. Date importanza ai valori. 3. Fate conquistare le piccole grandi cose ai figli. 4. Lasciate che cadano a terra ogni tanto ed imparino a rialzarsi da soli. 5. Educate i figli a mettersi in gioco senza cercare per forza la vittoria. 6. Parlate dei vostri punti deboli. 7. Riprendeteli nel rispetto della loro dignita’. 8. Lodateli e date carezze. 9. Insegnate il coraggio cha fa convivere con la paura.

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10. Tenete fuori i figli dal conflitto coniugale, coinveolgeteli nel decentramento dei punti di vista.

11. Esprimete aspettative in zona prossimale senza pretendere la perfezione. 12. Prendete sul serio bisogni e idee dei figli. 13. Riflette sulla vostra coerenza e sul fatto che i figli non vi appartengono.

Per una consulenza potete consultare diversi specialisti dei seguenti servizi sociosanitari dell’Azienda Sanitaria Locale: - Pediatria - Neuropsichiatria Infantile - Servizio di Età Evolutiva - Consultorio Giovani - Consultorio Familiare - Centri per bambini e adolescenti - Psicologo presente nel contesto scolastico - E’ possibile rivolgersi anche alle linee di consulenza telefonica di:

Telefono Azzurro www.azzurro.it Centro Nazionale di Ascolto di attivo in tutta Italia 24 ore su 24 Linea

Gratuita 19696 a disposizione di tutti i bambini e gli adolescenti fino a 14 anni di età

Linea Istituzionale – 199.15.15.15 – a disposizione dei ragazzi oltre i 14 anni e degli adulti

Linea Emergenza Infanzia 114 accessibile gratuitamente da telefonia fissa 24 ore su 24 da parte di chiunque intenda segnalare situazioni di pericolo immediato per l’incolumità psico-fisica di bambini e adolescenti.

Maria Letizia Capparucci - pedagogista clinico

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Impronte Digitali: educare nell’era dei social media

Quale impronta lasciano oggi i media nella nostra vita e qual è l’impronta nostra che volontariamente o meno lasciamo nel continente digitale attraverso network sociali come Facebook, Twitter, WhatsApp… etc….?

In famiglia, a scuola o in parrocchia si tende a dare per scontato il tempo che i ragazzi “iperconnessi” dedicano allo schermo. Chat, video, musica, film, fiction, talk show, reality, spot, documentari etc… nell’alternarsi e sovrapporsi di contenuti di ogni genere frullano con estrema disinvoltura contenuti violenti, osceni o frivoli insieme ad altri potenzialmente più formativi, in un flusso costante ideato appositamente per attirare l’attenzione.

Conoscere e analizzare insieme questi contenuti è indispensabile e offrirebbe pure spunti utilissimi per impostare un’azione educativa più incisiva. Non serve chissà quale preparazione: ciò che conta inizialmente è essere disponibili all’ascolto del racconto che i ragazzi fanno delle loro esperienze “mediali”, stimolandoli con domande provocatorie e, soprattutto, senza emettere giudizi di “condanna a prescindere”.

Allora domandarsi quali siano gli effetti di questo costante flusso che insegue e “spia” tutti, pure attraverso il cellulare, diventerà naturale in ogni contesto, a scuola come in famiglia o in parrocchia. Invece spesso genitori ed educatori si preoccupano soltanto di ciò che mangiano o respirano i ragazzi senza porre la dovuta attenzione ai messaggi espliciti o subliminali che nutrono costantemente le loro menti.

È certamente sbagliato additare i media come i principali responsabili della così detta emergenza educativa: i mezzi di comunicazione sono lo specchio della realtà. Ad esempio, la superficialità delle relazioni su internet non è altro che il ri flesso dell’individualismo che affligge la vita reale per cui, per diffidenza, si tende a preferire il semplice “contatto”. Tuttavia i media, sociali e non, amplificando, diffondendo, ridimensionando o ignorando determinati contenuti possono alimentare pregiudizi, distorcere la verità, manipolare le coscienze e trasformarsi da straordinari strumenti di conoscenza ad “armi di distrazione di massa”.

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Genitori, insegnanti, catechisti e quanti hanno a cuore l’educazione delle giovani generazioni possono acquisire - anche grazie alla rete - competenze chiave per smascherare le insidie della comunicazione moderna, attingendo proprio alle risorse che oggi per tutti sono “a portata di clic”. Ma gli adulti hanno il dovere morale di riabituare le nuove generazioni allo stupore e alla contemplazione: la vita è speciale … anche senza effetti speciali! E le relazioni sul web non possono e non devono rappresentare il fine o, peggio ancora, la fine della propria vita relazionale.

Valorizzando l’opinione, oramai consolidata, secondo cui i media non vanno più considerati dei semplici strumenti bensì ambienti in cui si possono realizzare infinite esperienze, bisogna aiutare i ragazzi a riscoprire la bellezza e la ricchezza delle relazioni sociali “oltre il display”, evitando che i vari dispositivi si trasformino in una “prigione” relazionale, affettiva o culturale.

Dunque occorre osservare gli attuali fenomeni mediatici attraverso una visione convergente da due posizioni distinte ma per niente distanti: la prima tesa a smascherare comportamenti e messaggi subdoli o pericolosi per segnalarli e, se necessario, denunciarli; la seconda per valorizzare, promuovere e condividere attraverso la tecnologia il bello, il buono e il vero della vita.

Perché gli adulti non sfruttano il web per confrontarsi sui diversi modelli educativi e per conoscere meglio certe dinamiche della rete? Ad esempio WhatsApp, il social attualmente più utilizzato dagli adolescenti, ha una dinamica tendenzialmente “chiusa”: è praticamente impossibile trovarvi notizie interessanti o in qualche modo arricchenti, a meno che qualcuno non decida di condividerle con noi. Nel contesto giovanile nelle conversazioni prevalgono aspetti ludico-scherzosi che però potrebbero anche deviare in fenomeni di cyberbullismo, sexting o pornografia. Come se non bastasse la “doppia spunta” ( ), grazie a cui si può sapere in tempo reale se i nostri interlocutori abbiano o meno letto i nostri messaggi, rischia di innescare fenomeni di dipendenza che inducono l’utente a pensare «se ha letto, ora mi rispondera!» restando incollati al display in un’attesa interminabile che non sempre avrà esiti positivi. Inoltre ormai dovrebbe essere chiaro a chiunque che major come Google e Facebook guadagnano soldi con le informazioni che noi “regaliamo” durante le nostre navigazioni. Google intercetta le

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ricerche online, memorizzandole e utilizzandole per offrirci una pubblicità “su misura” mentre Facebook, registrando commenti o apprezzamenti sui vari link presenti nella piattaforma, porta in luce le domande latenti di acquisto oppure sfrutta la nostra identità per promuovere la vendita di prodotti e servizi agli “amici”. Questa attività di profiling, accettata esplicitamente al momento della registrazione necessaria per l’accesso ai vari servizi, non è esente da rischi: la privacy non sempre viene rispettata e il pericolo maggiore è rappresentato dal rischio di vivere, secondo l’azzeccata definizione di Eli Pariser, come all’interno di una “bolla filtrata”. I contenuti a noi più accessibili, a portata di link, sono quelli più vicini alla nostra personalità definita dagli algoritmi che registrano la nostra attività

online e regolano l’offerta informativa-commerciale sul web. Di conseguenza, se non si svolgeranno azioni educative adeguate, potremmo finire per essere “circondati” soltanto da pensieri omologhi al nostro, trascurando paradossalmente le infinite occasioni di confronto per cui la Rete, dopo le iniziali applicazioni in campo militare, era stata offerta al pubblico. Infatti Tim Berners-Lee, uno dei padri del world wide web (da cui l’acronimo w.w.w.), ha scritto «Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo».

È possibile, basta crederci. Ma dipende da noi!

Lorenzo Lattanzi Presidente AIART Marche

www.aiart.org - www.aiartmarche.org [email protected] Aiart Marche

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Per un uso consapevole delle nuove tecnologie: informazioni e istruzioni per l'uso

Il telefono cellulare è un emettitore di campi elettromagnetici La potenza emessa dipende dal numero di tacche di segnale: con poche tacche il cellulare ha bisogno di trasmettere segnali intensi; con molte tacche invece ha bisogno di poca potenza. Più è schermato da oggetti o vestiti, tanto maggiore sarà il segnale che trasmetterà. Il cellulare acceso dialoga continuamente con l’antenna anche quando non è in conversazione. Io lo uso evitando i rischi • Uso sempre l’auricolare a filo: il cellulare funziona ma allontano il mio corpo dalla sorgente. • Quando devo dormire non mi serve: lo spengo e basta. • Non lo tengo mai attaccato al corpo • Durante la fase di chiamata (maggiore irradiazione) non lo porto mai al’orecchio: aspetto la risposta. • Rispetto i luoghi dove il mio cellulare può disturbare o arrecare danni. • Preferisco telefonare quando sono in zone di buona copertura (minore irradiazione) ed ho pieno campo. Wi-Fi - Consigli utili per l’uso In ambiente INDOOR privilegiare sempre la connessione via cavo a quella senza fili (wireless) In ambienti con più utenti collegati alla rete wireless (ad esempio una classe scolastica con più tablet collegati), assicurarsi di stazionare ad almeno 80 cm dal dispositivo più vicino. In questo modo eviteremo esposizioni da più sorgenti. Non dormire con dispositivi wireless attivi nelle immediate vicinanze. Posizionare il router wireless ad almeno un metro di distanza dalla postazione di lavoro. Non usare dispositivi portatili collegati alla rete wireless a contatto diretto con il corpo (soprattutto sulle gambe vicino alle parti intime). Limitare le esposizioni dei bambini a dispositivi wireless come cellulari, personal computer portatili e consolle. Valutare caso per caso la possibilità di trasmissione per rete elettrica

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LO SAI CHE... Il telefono cellulare NON è UN GIOCATTOLO ma una fonte di radiazioni. Lo smog elettromagnetico oltrepassa pareti e pavimenti. Anche i cordless e i babyphone funzionanti con lo standard DECT/GAP e W-LAN irradiano di continuo onde elettromagnetiche pulsate ( vedi anche microonde e, con irradiazioni minori, altri elettrodomestici). IO IGNORO I RISCHI • Faccio lunghe telefonate in treno o in automobile senza auricolare né vivavoce (il cellulare funziona alla massima potenza per superare le barriere metalliche e perché in movimento ricerca continuamente l’antenna cui collegarsi). • Lo tengo nella tasca dei pantaloni o della camicia. • Ci dormo con la vibrazione attivata sotto il cuscino. • Lo uso per giocare o sentire la musica. • Telefono anche con poco campo • Lo tengo sempre acceso, non mi lascia mai. • è un gioco divertente per i bambini: li tiene impegnati PARERI INTERNAZIONALI

Il 18 maggio 2011 il Consiglio d’Europa ha rilasciato un parere secondo cui le tecnologie wireless rappresentano un “potenziale pericolo” per la salute pubblica.

Nelle scuole non dovrebbe essere permesso l’utilizzo di telefoni cellulari e dispositivi senza fili, ma dovrebbero venire promosse campagne per un “uso consapevole” di questi strumenti.

Molti stati membri hanno accolto l’invito per es. il Belgio dice no ai cellulari in mano ai bambini, compresi quelli giocattolo. Tra le misure previste rientrano anche il divieto di pubblicità di cellulari dirette ai minori, la fabbricazione di giocattoli che riproducono cellulari e l’obbligo per i produttori e i venditori di informare i clienti circa i livelli di irradiamento dei telefonini acquistati.

Francia e Germania hanno consigliato l’uso degli auricolari durante le telefonate.

Fonte: Polab

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Appunti per un'educazione alla Rete Cosa significa “educare alla Rete” nel 2015? Viviamo in un mondo perennemente connesso, dove le nostri azioni quotidiane sul web rischiano di essere meccaniche e poco consapevoli. I cosiddetti nativi digitali, cresciuti in una società in cui Internet era già al centro delle nostre vite, sono così tecnologicamente smaliziati da apparire in grado di orientarsi sul web in maniera rapida e intuitiva. Ma tale orientamento necessita di una bussola capace di guidare e far capire i meccanismi sociali e psicologi dietro i nostri comportamenti in Rete. La “retorica del fare” e il cyber-entusiasmo dei guru del marketing online, fanno sì la formazione digitale, estremamente necessaria in tutti i settori del nostro paese, si riduca spesso al solo insegnamento del “come si fa”. Come si fa a collezionare “Mi piace” su Facebook? Come si fa a salire in cima alla ricerche di Google? Come si fa a diventare una tweetstar? Tale approccio finisce per favorire una visione della Rete di tipo competitivo e causa un vuoto di teoria ed analisi che alimenta un uso superficiale del mezzo Internet. Non meno nocivo peraltro, è un altro tipo di atteggiamento, inverso al precedente, che vede tutto ciò che è digitale e connesso come un male da evitare. “La vita reale è per strada, non su Facebook!”. “La vera fotografia è a pellicola, non si fa su Instragram!”. “Twitter riduce il pensiero. In 140 caratteri non si può dire nulla!”. “Educare alla Rete” significa invece interrogarsi collettivamente sull'indole e sulla sintassi di ogni strumento che usiamo sul web, cogliendone limiti, rischi e possibilità. Significa provare a far convivere analogico e digitale accorgendosi delle irrinunciabili unicità di questi due forme di comunicazione. Significa capire (e far capire, da genitori e/o educatori, ai più piccoli) che la Rete non sostituisce la realtà ma è strettamente connessa ad essa. E che non esiste nessun fantomatico “popolo del web”, citato a sproposito da molti media, ma una serie di persone che vivono ogni giorno sia in strada che in Rete.

I giovani costruiscono la propria identità in un equilibrio problematico fra una realtà che è al tempo stesso dentro e fuori dalla Rete. Non si tratta di due identità diverse: è la

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maniera contemporanea di dare forma al nostro modo di essere e alla nostra cultura, di rendere compatibili in un unico flusso i rapporti, le conversazioni, i modi di comunicare, di informarsi e anche di intrattenersi.

(“Facebook per genitori”, Giovanni Boccia Artieri, 40k, 2014) “Educare alla Rete” significa conoscere le modalità con le quali Google e le altre aziende del web utilizzano i nostri dati e avere quindi la possibilità di scegliere consapevolmente cosa raccontare e non raccontare di noi. Significa inoltre trovare il modo di “curare” i nostri contenuti, renderli fruibili e ricercabili nel tempo da noi e dagli altri.

Internet è una piazza, un mercato, una fotocopiatrice sempre accesa, un ufficio postale e una biblioteca di Babele. Immersi nel flusso di dati, si corre il rischio di dare per scontata l’archiviazione e la perenne accessibilità di qualsiasi materiale grazie all’onniscienza del Dio Google. Al contrario, perché una conoscenza cosi liquida non finisca per evaporare, bisogna metterne da parte sempre qualche bottiglia, tapparla con cura, piazzare le giuste etichette, riporre tutto in ordine sugli scaffali e soprattutto stappare al momento giusto, fare corsi da sommelier per imparare quando e come servire un vino d’annata, prima che il tempo lo trasformi in aceto.

“L'archivio e la strada”, WuMing 2 in “Nuova Rivista Letteraria”, 2010.

Francesco Spè

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Navigazione sicura e consapevole dei minori su internet

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha partecipato alla stesura del Codice di autoregolamentazione “Internet e Minori” , in collaborazione con il Ministero delle Comunicazioni, dell’Innovazione e le Tecnologie e le Associazioni degli Internet Service Providers. Il Codice nasce per aiutare adulti, minori e famiglie nell’uso corretto e consapevole di Internet, fornendo consigli e suggerimenti. http://www.aiart.org/public/web/documenti/codice_internet-minori.pdf Consigli per i genitori Insegnate ai bambini più piccoli l’importanza di non rivelare in Rete la

loro identità. Spiegategli che è importante per la loro sicurezza e per quella di tutta la famiglia non fornire dati personali (nome, cognome, età, indirizzo, numero di telefono, nome e orari della scuola, nome degli amici).

Spiegate ai vostri figli come navigare sicuri anche se sapete che vostro figlio non sembra interessato a Internet. A scuola, a casa dell´amico del cuore, in un internet cafè potrebbe comunque avere voglia di navigare sulla Rete ed è bene che sia al corrente di quali semplici e importanti regole deve seguire per essere sicuro e protetto mentre si diverte.

Controllate i più piccoli affiancandoli nella navigazione in modo da capire quali sono i loro interessi e dando consigli sui siti da evitare e su quelli da visitare.

Collocate il computer in una stanza centrale della casa piuttosto che nella camera dei ragazzi. Vi consentirà di dare anche solo una fugace occhiata ai siti visitati senza che vostro figlio si senta “sotto controllo”.

Impostate la “cronologia” in modo che mantenga traccia per qualche giorno dei siti visitati.

Insegnate ai vostri figli preadolescenti e adolescenti a non accettare mai di incontrarsi personalmente, magari di nascosto, con chi hanno conosciuto in Rete.

Leggete le e-mail con i bambini più piccoli controllando ogni allegato al messaggio. Se non conoscete il mittente non aprite l´e-mail, nè eventuali allegati: possono contenere virus, troiani o spyware in grado di alterare il funzionamento del vostro computer. Date le stesse indicazioni ai ragazzi più grandi.

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Tenete aggiornato un buon antivirus e un firewall che proteggano continuamente il vostro pc e chi lo utilizza.

Dite ai bambini di non rispondere quando ricevono messaggi di posta elettronica di tipo volgare, offensivo e, allo stesso tempo, invitarli a non usare un linguaggio scurrile o inappropriato e a comportarsi correttamente in rete.

Spiegate ai bambini che può essere pericoloso compilare moduli on line e dite loro di farlo solo dopo avervi consultato.

Cercate di stare vicino ai bambini quando creano profili legati ad un nickname per usare programmi di chat.

Non lasciate troppe ore i bambini e i ragazzi da soli in Rete. Stabilite quanto tempo possono passare navigando su Internet.

Usate software "filtri" con un elenco predefinito di siti da evitare. É opportuno però verificare periodicamente che funzionino in modo corretto e tenere segreta la parola chiave

Come equipaggiare il proprio computer e usarlo in sicurezza Garantitevi una preparazione informatica quantomeno analoga a quella dei vostri figli per rispondere alle loro domande e predisporre le opportune misure di protezione del computer. Fate regolari backup dei dati più importanti. Installate un buon antivirus. Aggiornate e scaricate le nuove versioni dei

programmi per rendere permanente la protezione del computer. Usate un firewall come “gatekeeper” tra il vostro computer e Internet. I Firewall sono essenziali per chi ha una connessione ADSL o via cavo,

ma sono preziosi anche per chi utilizza la connessione telefonica. Controllare periodicamente il contenuto dell’hard disk del computer. Usare software “filtri” con un elenco predefinito di siti da evitare. Non tenete il computer allacciato alla Rete quando non lo usate: È

consigliato piuttosto disconnettere il computer, se necessario, anche fisicamente.

Non aprite gli allegati delle e-mail provenienti da sconosciuti e verificate prima il nome dei mittenti e l’oggetto.

Siate sospettosi anche di allegati inaspettati ricevuti da chi conoscete perché possono essere spediti da una macchina infettata senza che l’utilizzatore ne sia a conoscenza.

Scaricate regolarmente le “security patches” (modifiche per incrementare la sicurezza dei software) dal vostro fornitore di software.

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Uso sicuro del telefonino di tuo figlio Spiega a tuo figlio che il telefonino è un mezzo di comunicazione che

impone una cautela analoga a quella che si ha nei confronti del computer. Scegli per i più piccoli modelli semplici, quelli con telecamere e fotocamere riservali a quando sapranno utilizzarli in modo sicuro e consapevole.

Spiega a tuo figlio che foto e riprese effettuate con il telefonino sottostanno alla normativa italiana in materia di protezione dell’immagine e della privacy delle persone.

Per i telefonini che consentono la navigazione in Internet o l’accesso a community e chat, spiega a tuo figlio che i rischi in termini di adescamento da parte di pedofili on line sono i medesimi della Rete “tradizionale”.

Scegli per i tuoi figli SIM Card ricaricabili e ricarica sempre tu il credito in modo da poter monitorare la quantità di traffico telefonico effettuato.

Al momento dell’attivazione della SIM Card fornisci ai tuoi figli il PIN ma non il PUK. Con il PUK infatti potrai accedere al telefono anche se il pin è stato modificato.

Spiega ai tuoi figli che sms o mms che promettono ricariche facili o altri vantaggi immotivati sono spesso il primo contatto effettuato da chi non ha buone intenzioni.

Parla ai tuoi figli della potenziale pericolosità di richiamare col telefonino numeri sconosciuti da cui provengono squilli o chiamate mute. In passato si è trattato di una modalità con cui i pedofili adescavano i minori.

Scoraggia tuo figlio dal diffondere foto o filmati fatti con il telefonino in community o chat telefoniche. Una volta immesse in Rete foto e filmati possono continuare a essere diffusi senza controllo per lungo tempo.

Fonte: www.commissariatodips.it

Allo stesso indirizzo è possibile effettuare segnalazioni e denunce, come pure porre delle domande.

Responsabile della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Macerata tel.0733 273012 fax 273002

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La magia dell’A.Ge.

di Fabrizio Azzolini

Non posso esimermi donando queste poche righe all’A.Ge. Corridonia ed in particolare alla sua Presidente Ivana Staffolani e a tutti i soci, dal riferirmi alla costituzione dell’A.Ge..

“Era il 1968 e il punto di partenza delle molteplici motivazioni che hanno presieduto alla costituzione sono state la constatazione che nella nostra società, pur così articolata, non c’era un luogo (in senso figurato) in cui i genitori, “in quanto tali”, potessero incontrarsi per dibattere e approfondire i problemi connessi al loro impegnativo ruolo di responsabili della educazione dei figli; non c’era, soprattutto, un modo di far udire negli ambienti che contano la voce dei genitori “in quanto tali”.

Parecchi compresero che questa veniva a riempire un grave vuoto esistente nella compagine sociale e plaudirono. Altri obiettarono: ma a che serve un’associazione di genitori? La grande maggioranza delle persone adulte, dicevano, sono genitori dunque non è già, in un certo modo, una associazione di genitori tutta la società italiana? Evidentemente costoro non s’erano mai soffermati ad osservare la dinamica con cui funziona in pratica la “cosa pubblica”.

Che cosa l’A.Ge. offre ai genitori che si associano? Tanti chiedono servizi, altri di imitare altre organizzazioni associative. La risposta al fondo più vera che noi dobbiamo dare a coloro che domandano che cosa l’A.Ge: il modo di passare, nella società, dalla condizione di oggetti a quella di soggetti, da elementi passivi a elementi attivi; offre il modo di concorrere alla costruzione in continuo divenire della società in quel campo di fondamentale importanza che è la formazione delle nuove generazioni; offre il modo di non essere più tra quelli che subiscono la storia, ma essere tra quelli che fanno la storia”.

Non potevo non citare le parole del nostro Fondatore Ennio Rosini al 6° Congresso Nazionale svoltosi a Roma nel 1988, sono parole lungimiranti che toccano l’essenza dell’uomo, lo preparano per essere continuamente protagonista, per dare alla sua famiglia e alla società in generale quell’ humus di vita che porta la società a ragionare e non a funzionare arrendevolmente. I nostri figli hanno bisogno di genitori

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efficaci e preparati ma soprattutto con un cuore grande perché possano infondere loro la speranza e segnare la via per un mondo migliore.

In questi giorni tutti abbiamo parlato di scuola, di famiglia, e non ci accorgevamo di parlare della nostra condizione di genitori che attraverso la famiglia donano alla scuola i loro figli perché siano gli uomini e le donne di domani cresciuti corresponsabilmente. Perché tutto ciò avvenga è necessario che i figli mettano in pratica modalità di relazioni nuove ed i genitori riflettano a lungo sui concetti fondamentali del rispetto dell’altro come persona diversa da sé. E’ fondamentale abituarsi a un’idea d’amore come dono e non come possesso dell’affetto dell’altro, a partire dalla semplice constatazione che il figlio non è “nostro” ma della forza della vita.

Liberarsi dalla tirannia dell’avere e del perdere e abbracciare la logica del dono reciproco è la via che i genitori e i figli devono percorrere per diventare uomini e donne adulti, maturi.

Tanto dell’A.Ge. si potrebbe dire ma parlarne troppo significherebbe rompere quella “magia” per cui è stata costituita, non da un docente ma da un farmacista illuminato genitore. Ci sorregga sempre comunque il convincimento che vivere assieme, per quel nobile obiettivo che è il crescere i nostri figli, ci eleva al punto tale di essere dei fabbricatori di speranza.

Presidente Nazionale A.Ge.

www.age.it L’A.Ge. Associazione Italiana Genitori oggi è la federazione di

oltre duecento associazioni locali di genitori, rappresentative di tutte le regioni italiane. Vi sono 11 AGe locali nelle Marche, tre nella provincia di Macerata: AGe Porto Potenza, AGe Montecosaro, AGe Corridonia)

Le associazioni AGe raccolgono gruppi di genitori che, ispirandosi ai valori della Costituzione italiana, alle Dichiarazioni internazionali dei Diritti dell’Uomo e del Fanciullo e all’etica cristiana, intendono partecipare alla vita scolastica e sociale per fare della famiglia un soggetto politico, perché educare richiede “competenza” e perché associazione vuol dire superamento della solitudine, ricchezza

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progettuale, forza di intervento, partecipazione democratica, animazione sociale e capacità di incidere.

È iscritta all’Anagrafe Unica delle Onlus. È retta da un Consiglio Direttivo Nazionale, ed organizzata a livello nazionale in Uffici Uffici che curano ed assistono con un servizio qualificato le associazioni locali. Interloquisce con istituzioni politiche ed amministrative ed ha rapporti di stretta collaborazione con organizzazioni attive nel sociale ed enti locali. In particolare l’AGe fa parte del FoNaGS (Forum Nazionale dei Genitori e della Scuola) presso il MIUR, del Consiglio consultivo degli utenti radiotelevisivi presso il Garante delle Comunicazioni, del Forum delle Associazioni Familiari, della Consulta degli Esperti del Dipartimento Antidroga presso la Presidenza del Consiglio, del COPERCOM (Coordinamento per la Comunicazione, costituitosi con altre associazioni di educatori come soggetto che si confronta con gli operatori della comunicazione e con le Istituzioni), del Forum del Terzo Settore, del Tavolo interassociativo per l’Educazione presso la C.E.I., del Pidida, coordinamento promosso dall’Unicef in Italia per i diritti dei minori. Aderisce alle organizzazioni internazionali EPA (European Parenting Association) e COFACE (Confederation of Family Organisations in the European Union).

L'A.Ge. Corridonia opera prevalentemente nella formazione dei

genitori, negli organismi di partecipazione scolastica, nelle politiche della famiglia, dei media, dell’educazione, con il fine principale di promuovere quanto è necessario per il bene dei figli sotto il profilo sociale, culturale, etico, fisico e psicologico e di affiancare e sostenere i genitori nel loro difficile compito educativo.

Iscrizioni e-o informazioni: www.agecorridonia.org

[email protected] pag. FaceBook. AGe Corridonia

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