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Dal dissesto ideologico al dissesto idrogeologico
Catello Masullo
Periodicamente l’opinione pubblica è scossa dalle vittime delle catastrofi idrogeologiche. Come (quasi) sempre i media parlano di eccezionalità degli eventi meteorologici. Sempre più spesso si usano locuzioni e neologisimi come “bomba d’acqua”, “tropicalizzazione del clima”, “cambiamenti climatici”, “piogge mai viste prima”, “dissesto idrogeologico”, e simili.
Ogni volta, puntualmente, da una parte ci si strappano le vesti e si piangono i morti e si fanno proclami della serie “mai più!”, dall’altra si cade dalle nuvole, della serie “nessuno poteva prevederlo, “evento senza precedenti”, “tragica fatalità”, “inarrestabile furia degli elementi”, e così via cantilenando.
Che il territorio italiano sia particolarmente fragile è testimoniato dal fatto che il 68% circa delle frane in Europa avvengono nel nostro paese. Siamo una “frana” nella prevenzione. In compenso siamo degli assi negli interventi in emergenza ex-post. Abbiamo sviluppato la migliore protezione civile del mondo. E tutti imparano da noi. Ma tutto questo non è particolarmente efficiente. Perché, come numerosi studi scientifici dimostrano, spendiamo somme spropositare per riparare i danni post-evento, che si sarebbero potute evitare ove si fossero spese somme di gran lunga inferiori in prevenzione (anche di 10 o 15 volte).
Lo dice anche la saggezza popolare : “prevenire è meglio che curare”.
Ma la politica non ci sente da questo orecchio. I soldi spesi in interventi eseguiti in sperduti anfratti, letti di torrenti, versanti di colline e montagne, non si vedono e quindi non portano voti. I soldi spesi in emergenza post catastrofe, per riparazione di drammatici danni e risarcimenti a danneggiati, invece hanno un grande impatto mediatico. E quindi portano voti. Sarà cinica, e forse anche un po’ grossolana, come analisi, ma se fate due più due, vi accorgerete che non siamo troppo lontani dalla realtà. E’ il dissesto ideologico, la maggiore causa del dissesto idrogeologico.
La maggior parte dei disastri, sono disastri annunciati. E spesso si ripetono nelle stesse aree geografiche. Basta dare un’occhiata alle liste delle alluvioni ed inondazioni (si veda la appendice alla fine di questo articolo, tratta dalla sempre ben informata Wikipedia). Ci sono ad esempio zone come quelle della Liguria e della Campania meridionale ove periodicamente si contano i morti. E non è casuale. Provate a prendere una cartina del mediterraneo. Con un righello tracciate delle linee che vanno dallo stretto di Gibilterra all’Italia. Le linee di mare più lunghe, senza che siano interrotte da isole o coste, sono quelle che puntano a nord in Liguria ed a sud sulla Campania meridionale. Queste linee vengono chiamate dagli ingegneri con il termine “fetch”. E non sono altro che corridoi sul mare aperto dove più a lungo possono svilupparsi venti senza che siano interrotti da qualche ostacolo. E possono quindi caricare l’aria di grande umidità presa dal mare. E generare le più potenti perturbazioni atmosferiche. Che sono la causa delle più grandi alluvioni. Ed ecco che periodicamente si verificano eventi importanti nelle zona di Genova e della penisola Sorrentina e relativo entroterra (disastri di Sarno, Quindici, Castellammare di Stabia, ecc.).
Il 4 novembre del 2011 a Genova cadono quasi 500 mm di pioggia in 5 ore. Esondano i fiumi ed i torrenti che esondano sempre in queste occasioni, Bisagno, Fereggiano, Sturla e Scrivia. Si è , al solito, parlato di evento mai accaduto prima. Ma non è così. Il 4 ottobre dell’anno prima, la quantità di pioggia era stata praticamente la stessa. Ed alluvioni gravi ci sono state in precedenza a Genova nel ’93, nel ’92 e nel ‘70 (quando i mm di pioggia furono addirittura più di 900). I danni ed i lutti a seguito di alluvioni non sono però sempre gli stessi. Molto dipende da quello che fa e da quello che non fa l’uomo. Enormi straripamenti di fiumi nel passato più o meno recente non hanno provocato gli stessi danni e lo stesso numero di perdite di vite umane degli ultimi tempi. Semplicemente perché la aree interessate dalle esondazioni non avevano insediamenti abitativi. Negli ultimi decenni le urbanizzazioni sono state, in alcuni casi, davvero dissennate e criminali. I cosiddetti “pianificatori” urbanistici dalla licenza edilizia facile hanno dimostrato di avere la memoria sempre cortissima. Ed hanno consentito di costruire in aree dove si sapeva benissimo che prima o poi sarebbero arrivate le acque straripate. Non tutti sanno, ad esempio, che una alluvione del fiume Arno,
farebbe oggi molti più danni di quella famosissima del 1966, che è stata immortalata dai tg di tutto il mondo. Perché sulle sponde del fiume, subito dopo l’evento disastroso, si è costruito moltissimo. Ci fu una vera e propria corsa alla licenza edilizia da parte di tutti gli enti territoriali competenti, per arrivare prima dei divieti di edificazione che di lì a poco la benemerita Commissione De Marchi (dal nome del grande ingegnere idraulico che la guidava) avrebbe istituito.
Ma non tutto va così male. Prendiamo l’alluvione di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici, del 5 maggio del ’98. Un evento tremendo, 159 morti. È un argomento che conosco abbastanza bene, essendo stato aggiudicatario della gara pubblica per la progettazione di una parte non irrilevante degli interventi post-emergenza. Siamo proprio in quella zona della Campania meridionale soggetta a ricorrenti alluvioni, a cavallo tra le province di Salerno, Napoli ed Avellino, di cui dicevo prima. Con suoli particolarmente fragili. Si tratta di terreni provenienti dalle eruzioni del Vesuvio, proiettati in aria negli scorsi millenni e ricaduti sui massicci carbonatici, i calcari di base, sui quali si sono addensati. In particolari condizioni, dopo lunghi periodi di pioggia, anche non particolarmente intensa, ed in aree acclivi, con maggiore probabilità ove abbiano subito di recente un disboscamento oppure un incendio, questi strati di terreno, tecnicamente detti coltri piroclastiche, si staccano di schianto dalle rocce di base e creano le cosiddette “colate di fango superveloci”. Che vengono giù anche a 80 km all’ora. Ed hanno una potenza davvero devastante. Figuratevi che a Sarno, in quel tragico maggio, una di queste colate staccò di netto dalle fondazioni un palazzotto di tre piani, che era stato costruito, ovviamente, dove non doveva, e lo spostò, rigidamente, di oltre 300 metri. Miracolosamente i tanti giovani che stavano ballando ad una festa al secondo piano del palazzo, sono restati incolumi. Non è andata altrettanto bene ad altri 159 sventurati di quell’area. Non è di questi paesi colpiti dai lutti che voglio parlare. Ma di un altro paese. Che non è andato sulle cronache di alcun giornale o tg. Eppure si tratta di un comune che si trova proprio nella stessa area di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici. Con esattamente le stesse condizioni dei versanti. Piroclastiti su calcari, su forti pendenze. Si tratta di un paese proprio attaccato al Comune di Quindici, e cioè del comune di Forino, in provincia di Avellino. Dove quel giorno disgraziato si sono innescate colate di fango veloci del tutto simili a quelle che hanno mietuto tante vittime a pochi chilometri di distanza. Ma a Forino non c’è stato nessun morto. E nemmeno un ferito. Perché quel territorio si era dotato, negli anni precedenti, di opportune opere di prevenzione. Non di opere faraoniche. Opere flessibili anti-erosione, opere di contenimento dei versanti con tecniche di ingegneria naturalistica. E, soprattutto, una serie di piccole vasche per la raccolta delle future colate di fango. Che riprendevano la tradizione delle antiche bonifiche borboniche. Che usavano queste vasche come accumuli di detriti che venivano dai monti e come cave di sabbie per le costruzioni. Con uno splendido equilibrio. La natura ogni tanto colmava queste vasche. E gli uomini, pian piano, le svuotavano. Per lasciarle saggiamente vuote ad accogliere le prossime colate. E così è avvenuto a Forino il 5 maggio del ’98. Le colate hanno trovato le vasche vuote e le hanno colmate. Senza uccidere nessuno. Ne sono testimone diretto. Avendo personalmente curato la progettazione e la direzione dei lavori di realizzazione di tutti questi interventi a Forino. Esempio poco clamoroso. Che non ha attirato alcun cronista. Di “normale” manutenzione del territorio. Ma anche valido esempio della validità del detto di saggezza popolare già ricordato : prevenire è meglio che curare.
Provo infine a riassumere le principali cause dei lutti provocati dal dissesto idrogeologico, dando anche qualche cenno sui possibili rimedi:
1) Scelleratezza urbanistica: permettere di costruire dove i tecnici competenti sconsigliano di costruire, trattandosi di zone a rischio di alluvione o di frana o di dissesto, è da stolti o da criminali; non sarà il caso di smettere di farlo? I programmi di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, contengono parole altisonanti ed impegni solenni di lotta al dissesto idrogeologico. Ma, dopo le elezioni, i buoni propositi restano solo chiacchiere (di quelle che la antica saggezza partenopea accomunava alle tabacchiere di legno, nel novero degli oggetti non accettati dal banco dei pegni);
2) Eccessivo consumo di territorio, con disboscamenti, cementificazioni ed impermeabilizzazioni del terreno: sarebbe semplice ovviare. Da una parte vietare ulteriori consumi di territorio, permettendo nuove costruzioni solo nella zone già urbanizzate, densificando e rottamando la edilizia di scarsa qualità del dopoguerra. E dall’altra imponendo il cosiddetto criterio della “invarianza idraulica”. Se, cioè, un determinato territorio, prima di realizzare un intervento di
trasformazione, produce una certa quantità di acqua in occasione di determinate precipitazioni meteoriche, dopo la trasformazione deve mantenere costante questa quantità di acqua prodotta. Questo significa che, se si impermeabilizzano porzioni più o memo vaste di tale territorio, riducendo quindi le naturali capacità di ritenzione idrica del terreno originario, è necessario ed obbligatorio realizzare opere di cattura ed immagazzinamento delle acque di pioggia intensa, per poi restituirle alla natura solo successivamente allo scroscio di pioggia. In modo tale da evitare ogni danno da alluvione. Realizzando quindi quello che gli ingegneri idraulici definiscono la “laminazione delle piene”.
3) Mancata realizzazione di opere di manutenzione idraulica: non pochi disastri sono causati dalla incuria, dalla ridotta capacità di portata del reticolo idrografico a causa di ostruzioni, interramenti, abbandoni di rifiuti ingombranti, crollo di alberi ed arbusti, ecc. . Le operazioni di manutenzione idraulica andrebbero effettuate con regolarità, e consentirebbero, a conti fatti, di spendere meno e meglio, e, soprattutto, di evitare di piangere vite umane perdute;
4) Mancata realizzazione di opere idrauliche di accumulo e regolazione: l’acqua è elemento fondamentale di vita. Ma può causare danni e morti sia quando ce n’è troppo poca, sia quando ce n’è troppa. Occorre quindi usare la saggezza del buon padre di famiglia. Che mette da parte le risorse nei tempi grassi per i tempi delle vacche magre. E quindi ci vogliono le vituperate dighe. Che immagazzinano le acque quando scorrono impetuose e possono causare danni e vittime, per poterle restituire quando piove poco e ce n’è più bisogno, ad esempio per irrigare i campi d’estate. Basta studiare un po’ di storia, anche recente, per apprendere, ad esempio, che la città di Roma andava regolarmente sott’acqua tutti gli anni fino a pochi decenni orsono. Tanto è vero che le autorità papaline avevano organizzato un capillare servizio di barchini che percorrevano le strade romane allagate per distribuire pane agli abitanti costretti a casa dalle alluvioni, i quali lo ritiravano dalle finestre. Tutto questo è diventato solo un ricordo storico, grazie agli imponenti interventi idraulici dei cosiddetti “muraglioni”, ma anche grazie alle grandi dighe realizzate su alto e medio corso del Tevere, che consentono di “laminare” le piene del fiume stesso.
5) Mancata realizzazione di opere di presidio contro erosioni, frane e dissesti idrogeologici : gli specialisti della materia conoscono perfettamente quali sono i versanti in frana, quali sono gli alvei dei corsi d’acqua in erosione, quali sono le aree a rischio di dissesto idrogeologico, e sono perfettamente in grado di progettare gli interventi atti a scongiurare le catastrofi. L’investimento più produttivo che possiamo fare è quello nella salvaguardia del nostro capitale umano e del nostro territorio (l’unica nostra specifica risorsa non riproducibile dai nostri concorrenti diretti nell’attrarre flussi turistici) . Diamo quindi fiducia ai (pochi) decisori politici che lo hanno capito.
APPENDICE
Lista di alluvioni e inondazioni in Italia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Alluvioni e inondazioni avvenute in Italia tra il 2000 e il 2015
Data Comune Area geografica Morti Cause e/o colpevoli Note
14 settembre
2015
Alluvione in Val Nure e Val
Trebbia e in parte nel
comune di Piacenza
Emilia nord-ovest, provincia
di Piacenza 3
Nella notte fra il 13 settembre e il 14
settembre 2015 una parte della provincia di
Piacenza fu devastata dalle esondazioni
improvvise del Nure e del Trebbia, dovute al
maltempo e ad ammassi di detriti, che causarono
danni ingenti e la morte di tre persone. Le località più colpite furono Roncaglia,
Ponte dell'olio Bettola, Farini, Ferriere, Rivergaro
e Bobbio.
15 novembre
2014
Alluvione Genova in più
zone della città, Savona e
Ponente Ligure, sud della
Provincia di Alessandria e porzione nord della città di
Milano
Genova, Savonaed Imperia in
Liguria; Provincia di Alessandria;
Milano
1
Esonda il torrente Polcevera a Pontedecimo
e Bolzaneto. Esonda il torrente Cerusa creando gravi disagi a Voltri nella
zona di Fabbriche; esondano molti rii nel comune Serra Riccò,
esondano il rio Busalletta e Migliarese nel comune di Busalla, esondano il rio Ruscarolo e il rio Fegino a
Borzoli, il rio Torbella a Rivarolo. Allagamenti ingenti nei quartieri
genovesi di Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo, Certosa, Pegli, Sestri Ponente, Cornigliano,
Sampierdarena. Allagamenti anche a
Imperia e Savona. Disastri nella piana di Albenga con
molti danni alle attività agricole. Problemi e allagamenti anche a
Ceriale. Paura in Piemonte per la piena
record di Orba, Stura di Ovada nella zona
dell'ovadese e soprattutto per la Bormida gonfiata a dismisura da questi ultimi,
che ad Alessandria raggiunge il livello record
di 9,20 metri mettendo seriamente a rischio la
città e la frazione di Spinetta Marengo; vasti
allagamenti a causa dei rii minori sempre nelle
frazioni alessandrine di Spinetta Marengo, San
Michele, Valmadonna a causa dell'eccezionalità
delle piogge cadute nella zona, 238 mm nell'arco
della giornata. A Milano la parte nord della città viene
nuovamente colpita nei quartieri Niguarda e Isola dallo straripamento del
Seveso; allagamenti nelle campagne a est della città
anche per la piena del Lambro
10 novembre
2014
Alluvione di Chiavari del
2014 Liguria Tigullio[1]. 2[2]
A Chiavari esondano i torrenti Campodonico e Rupinaro allagando gran parte del centro storico e della stazione ferroviaria, mentre a Carasco esonda
il fiume Entella.[3].
5 novembre
2014
Alluvione di Carrara del
2014 Alta Toscana 1
Il fiume Carrione a seguito della rilevante ondata di piena rompe l'argine in
località Avenza, invadendo d'acqua l'abitato di Marina di
Carrara (per un totale di 20.000 abitanti circa). In definitiva, risulteranno
sfollate alcune centinaia di persone, altrettante case
e fondi commerciali inagibili. Circa un terzo del
territorio è finito sott'acqua: si sceglie di
abbattere il muro del porto per consentire il lento deflusso delle acque.
Dopo una settimana di ricovero, muore una donna che era stata trovata in casa, in
condizioni critiche, a distanza di 48 ore
dall'evento alluvionale. Le ditte che operavano lungo
il corso del fiume esondato riporteranno danni ingenti, mentre i danni complessivi dei
privati cittadini ammonterebbero,
secondo una stima a 100 milioni di euro[4].
14 ottobre 2014
Alluvione in Maremma
Grossetana, Orbetello
2
Straripamento del torrente Elsa nella zona di
Orbetello con due vittime investite dalla piena nella
loro autovettura. Vari allagamenti nelle
campagne del circondario
13 ottobre 2014
Alluvione di Parma
In seguito a temporali con forti piogge orografiche
verificatesi nell'appennino Parmense, il torrente Baganza ha tracimato rompendo gli argini nel quartiere Montanara e nella zona di via Po,
causando numerosi danni. Il ponte Navetta
(pedonale-ciclabile) è crollato, il ponte dei
Carrettieri (carrabile) è rimasto chiuso per oltre
20 giorni.
13 ottobre 2014
Alluvione nel Sud della
provincia di Alessandria
Danni ingenti[a cosa?] nei comuni di Novi Ligure,
Gavi, Castelletto d'Orba, Cassano Spinola,
Viguzzolo dove a causare molti danni sono i corsi
d'acqua minori quali Grue, Albedosa in particolare. Eccezionali piene per i torrenti Stura di Ovada,
Piota e Orba
9/10 ottobre 2014
Alluvione di Genova 1
Non fu soltanto il centro città ad essere colpito:
alcuni territori dell'entroterra e, in
particolare un piccolo paese, Montoggio, fu devastato dalle forti
piogge della serata del 9 ottobre e della mattina del 10 ottobre. Montoggio ha
potuto rialzarsi e riprendere la sua
quotidianità grazie ai numerosi aiuti, provenienti
da ogni parte d'Italia.
20 Alluvione a
settembre 2014
Imola e alta Romagna
settembre 2014
Alluvione del Gargano 2
2 agosto 2014
Alluvione di Refrontolo
valle del torrente Lierza, affluente del fiume Soligo,
presso il molinetto della
Croda
4
Un'impressionante nubifragio colpisce in
serata la valle del torrente Lierza (Provincia di
Treviso), causando una piena secolare del corso
d'acqua stesso che presso il molinetto della
Croda (comune di Refrontolo), straripa
investendo un centinaio di persone che erano riunite
sotto un ampio gazebo per festeggiare una
manifestazione locale. Tutto viene travolto dalla piena improvvisa, incluse 4 persone che sono morte nel tentativo di salvare le
proprie autovetture.
21 luglio 2014
Alluvione in Valfreddana Provincia di
Lucca
valle del torrente Freddana,
piccolo affluente di destra del
fiume Serchio
Nella notte tra il 21 e il 22 luglio un violentissimo
nubifragio si abbatte sulla valle del torrente
Freddana, situata a cavallo tra i comuni di
Camaiore e Lucca, con oltre 200 mm di pioggia: il
conseguente straripamento del corso
d'acqua causa seri danni ad abitazioni e strade, in particolare nei centri di
San Martino in Freddana e Torre; numerose anche le frane che si attivano in
valle isolando quasi completamente la zona.
8 luglio 2014
Alluvione a Milano
quartieri Niguarda e
"Isola" situati nella parte nord
di Milano
A seguito di un forte evento temporalesco il fiume Seveso straripa presso il quartiere di
Niguarda, nei pressi di via Ca' Granda, esondando dai tombini e creando
autentiche fontane d'acqua e fango che
allagano interamente viale Zara e tutto il quartiere,
già colpito con frequenza da eventi simili. Durante questo evento però la
quantità d'acqua risulta elevatissima: in molte
strade il ivello tocca anche i 50/60 cm di altezza
causando danni seri ad autovetture, esercizi
commerciali, scantinati e piani terra di molte
abitazioni; l'area coinvolta dall'esondazione si
estende molto coinvolgendo anche il
quartiere Isola, situato a pochissimi passi dal
centro storico di Milano, che vede completamente allagata piazza Minniti e strade limitrofe; in tutta la parte nord della città la
viabilità risulta paralizzata per ore.
3 maggio 2014
Alluvione di Senigallia e Chiaravalle
area nord della Provincia di
Ancona 1[5]
Forti piogge interessano tutta la parte nord delle
Marche causando piene di corsi d'acqua, allagamenti e disagi alla circolazione. Criticità elevate si hanno in Provincia di Pesaro e Urbino per la piena del
fiume Foglia e soprattutto in provincia di Ancona nel
comune di Chiaravalle dove a causa dello
straripamento del torrente Triponzio vasti
allagamenti interessano molte zone della cittadina con danni seri a strade e scantinati delle abitazioni.
Situazione di vera emergenza invece nel comune di Senigallia, interessato nella tarda
mattinata del 3 maggio da un grave evento
alluvionale: verso le ore 10 infatti presso le frazioni Bettolelle, Borgo Bicchia e
Borgo Passera cede l'argine destro del fiume Misa, riversando nelle
strade adiacenti un muro d'acqua e fango. Nelle strade l'acqua sfiora i 3
metri di altezza giungendo a lambire i primi piani
delle abitazioni). Le acque alluvionali del Misa si
estenderanno poi progressivamente verso la stessa città di Senigallia
interessando inaspettatamente quasi
tutta la porzione sud della città, che vede interi quartieri residenziali
sommersi anche da 2 m d'acqua e fango.[6].
31 gennaio
2014
Alluvione a Ponsacco
Ponsacco in Provincia di Pisa
Piogge insistenti sul bacino dell'Arno causano
la piena del fiume e di gran parte dei suoi
affluenti; la situazione diviene critica verso le
12:00 del giorno 31 gennaio 2014 in provincia di Pisa, dove a causa di
una grossa piena del fiume Era, importante
affluente di sinistra dell'Arno, si verifica
un'improvvisa rottura dell'argine sinistro dello
stesso corso d'acqua nei pressi del comune di
Ponsacco, che verrà in gran parte alluvionato,
con seri danni.
19 gennaio
2014
Alluvione di Modena
Modena, Bastiglia, Albareto,
Bomporto, Sorbara,
Camposanto, San Prospero e altre zone della
Provincia di Modena
1
Le abbondanti precipitazioni del fine
settimana determinano un'improvvisa piena del
fiume Secchia che alle ore 06:00 rompe l'argine
destro indebolito dalla scarsa manutenzione fatta
da AIPO che, come testimoniato da AIPO stessa per voce del direttore Fortunato,
denuncia un problema di mancanza di risorse.
Interrotta la Strada Statale SS12. Sommersi i vicini
comuni di Bastiglia e Bomporto. Una vittima tra
i cittadini di Bastiglia. Circa 1000 persone evacuate e sfollate. 75 km² la superficie
complessiva della zona allagata[7].
18 novembre
2013
Alluvione in Sardegna
Olbia, Nuoro, e parte della Provincia
dell'Ogliastra
16
Esondazione di fiumi, torrenti, e canali di smaltimento per le
acque piovane. In molti quartieri di Olbia le acque giungono ai
piani alti delle abitazioni.
Un fronte temporalesco dal Mar Tirreno si sposta verso la Sardegna Nord-orientale. Precipitazioni
molto intense vanno avanti per oltre 20 ore. Si
registrarono accumuli pluviometrici record,
anche superiori ai 300 millimetri. Ponti crollati,
viabilità in tilt, campagne allagate. Nel tardo
pomeriggio di lunedì 18 Novembre la tempesta si abbatte con particolare violenza su Olbia, città dove si è registrato il maggior numero di
vittime[2].
28 novembre
2012
Alluvione di Carrara e
Carrara e Ortonovo 0
Nubifragio investe la costa tra Carrara e il
comune di Ortonovo al confine tra Liguria e
Toscana.
A distanza di due settimane dall'alluvione dell'11 novembre, un
nuovo forte temporale si abbatte sulle medesime
zone, ad esclusione della parte orientale del
Massese. Esondazione dei torrenti Carrione e
Parmignola, che hanno arrecato ulteriori danni, a
zone già in sofferenza e la chiusura della Statale Aurelia tra Massa e
Sarzana. Intere zone abitate risultano allagate
da mezzo metro di acqua. Elevati gli accumuli
pluviometrici:40 mm in 15 minuti,109 mm in 45 minuti, 134 mm in 60
minuti, fino ad un complessivo accumulo di 200mm in quasi due ore.
12 novembre
2012
Alluvione della Maremma grossetana
Provincia di Grosseto 6
Nubifragio investe la città di Grosseto e i territori meridionali
Esondazione dei torrenti e del fiume Albegna. I centri
abitati di Albinia e
della Maremma. Marsiliana allagati. Piena record dell'Ombrone, ma nessun danno in città. Tre
morti a Marsiliana per il crollo di un ponte e un morto a Capalbio per la
piena del Chiarone. Quinta vittima rinvenuta a
Capalbio Scalo nelle acque del Lago di Burano tre giorni dopo l'alluvione.
Anziana di 73 anni deceduta dopo un mese
di rianimazione.
12 novembre
2012
Alluvione di Orvieto e
dell'Orvietano del novembre
2012
Umbria 0 Cloud burst su Orvieto
e i territori dell'Orvietano.
Esondazione dei fiumi Paglia e Chiani. Orvieto Scalo e Piano allagati.
Piena record del Paglia. Caserma VVFF, Polstrada, PPTT,
parcheggio FS, attività commerciali e abitazioni private sott'acqua. ASL
non accessibile. Inondato e chiuso l'unico ponte che collega la zona moderna
di Orvieto da quella storica. L'Orvieto "nuova",
Ospedale e plessi scolastici, isolati.
Interrotte, A1 (casello Orvieto chiuso) e SR Umbro-Casentinese e Amerina, crollo di una
parte del ponte Gregoriano sul Paglia nei pressi di Acquapendente.
11 novembre
2012
Alluvione di Massa e
Carrara dell'11 novembre 2012
Provincia di Massa e Carrara 1
Nubifragio investe tutto il territorio con
precipitazioni superiori ai 200 mm in due ore, dovuto ad un sistema
temporalesco V-Shaped che insistette
sulla medesima zona a lungo. Si conteranno accumuli prossimi ai 300 mm nelle colline appena retrostanti la
città.
Esondazione dei torrenti, zone sotto 1 metro di
acqua per diversi giorni, numerose frane, 5000 abitazioni colpite e 300
sfollati. Acqua non potabile in alcuni quartieri
e black out elettrici. Un morto per infarto causato
dall'onda di acqua che stava invadendo la
cantina.
22 novembre
2011
Alluvione di Barcellona
Pozzo di Gotto, Merì e
Saponara
Provincia di Messina 3
Esondazione dei torrenti a causa delle intense precipitazioni. Forti mareggiate lungo
le coste.
Tre persone, tra cui un bambino di dieci anni, sono morti travolti dal
fango a Scarcelli, frazione di Saponara.
4 novembre
2011
Alluvione di Genova
Genova e provincia 6
Esondazione/piena dei fiumi Bisagno,
Fereggiano, Sturla e Scrivia a causa delle
Ritmo: 500 mm in cinque ore.
intense precipitazioni. Forti mareggiate lungo
le coste.
25 ottobre 2011
Alluvione dello Spezzino e
della Lunigiana
Val di Vara, Cinque Terre,
Lunigiana 12
Esondazione/piena dei fiumi Vara, Magra, Taro
e altri corsi d'acqua minori, a causa delle intense precipitazioni.
Ritmo: 520 mm in meno di 6 ore.[6]
11 giugno 2011
Alluvione di Sala Baganza, Collecchio e
Fornovo di Taro
Sala Baganza, Collecchio,
Fornovo di Taro (Provincia di
Parma)
1
Esondazione del Rio Ginestra e del Torrente
Scodogna a causa delle intense
precipitazioni. Incuria nella pulizia e gestione
dei corsi d'acqua. Cementificazione.
Ritmo di pioggia orario massimo: 195,2 mm/h
(Stazione meteorologica di Fornovo di Taro-
Neviano de' Rossi). I danni ammontano a circa 7.200.000 euro per privati e aziende e circa 450.000
euro i danni pubblici. Sono 185 le famiglie e 50
le attività produttive colpite.
1 e 2 marzo 2011
Frazioni di Marina di
Ginosa del Comune di
Ginosa (versante
pugliese, la più colpita) e di
Metaponto del Comune di Bernalda (versante lucano)
Interessato il confine ovest della Puglia
nella Provincia di Taranto e il
confine est della Basilicata nella
Provincia di Matera
0
Piogge alluvionali, piena ed esondazione
dei fiumi Bradano, Agri, Galaso, sovraccarico
d'afflusso d'acqua della diga della Riserva
regionale San Giuliano in Basilicata e altri corsi
d'acqua minori, a causa delle intense
precipitazioni.
La zona più colpita è quella di Marina di Ginosa con danni ingenti a parte
della popolazione evacuata e inagibilità
permanente degli immobili, infrastrutture,
agricoltura per un valore stimato dal Comune di
Ginosa di oltre 80 milioni di euro. Nella frazione di Metaponto seri danni alla
zootecnia, con capi di bestiame annegati e
agricoltura
3 marzo 2011
La frazione di Casette d'Ete, nel comune di Sant'Elpidio a Mare, è la più
colpita
Interessate gran parte delle Marche, il
teramano e la Romagna
5
Piena ed sondazione dei fiumi Vomano,
Tronto, Ete, Chienti, Fiastra, Esino, Misa e
altri corsi d'acqua minori a causa delle
intense precipitazioni.
La zona più colpita è quella di Casette d'Ete,
frazione di Sant'Elpidio a Mare (Fermo), dove straripa l'Ete morto:
muoiono due persone, padre e figlia, travolte con la loro auto dall'acqua. A Venarotta (Ascoli Piceno) un'anziana donna perde
la vita cadendo in un fosso in piena. Altre due
persone muoiono rispettivamente a Cervia
(Ravenna) e Teramo, affogando all'interno delle loro auto bloccate in dei sottopassi allagati. Danni diffusi, soprattutto nelle
provincie di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Ancona.
1º e 2 novembre
Alluvione del Veneto
Vicenza e hinterland, aree 3 Esondazione del fiume
Bacchiglione e di altri Ritmo: 540 mm di pioggia caduti in 24 ore nel solo
2010 collinari e montane della
zona nord ovest del vicentino,
aree extraurbane a ovest e a sud-est di Padova,
Bassa Padovana sud-
occidentale, alcuni comuni tra Vicenza e
Verona
corsi d'acqua minori causata dalle fortissime
piogge nell'area prealpina e
pedemontana veneta, unite a una rapida
escursione termica con conseguente
scioglimento del manto nevoso presente in
montagna.[11]
vicentino. 200.000 animali deceduti.
500.000 persone interessate.
140 km² direttamente allagati.
Oltre 1 miliardo di Euro di danni.
5 ottobre 2010 Prato
Comune e provincia di
Prato 3 Violento nubifragio.
Un violento temporale scarica 100 mm in meno
di due ore, 3 cinesi rimangono annegate in un
sottopasso con la loro macchina, numerose case e strade allagate, diverse macchine distrutte[12][13]
4 ottobre 2010
Alluvione a Genova Sestri
Ponente, Varazze, Cogoleto
Liguria Provincia di Genova e Provincia di
Savona
1 Piogge alluvionali e dissesto idrogeologico.
A Sestri Ponente straripano il torrente
Chiaravagna, Cantarena e Molinassi dopo la caduta
di circa 400 mm di pioggia in poche ore sulle alture,
350 a Pegli, 310 a Varazze, 300 a Genova
Bolzaneto e Genova Pontedecimo, Genova e il suo hinterland sono stati
colpiti da un evento alluvionale lampo
eccezionale.
9 settembre
2010
Alluvione e colata di detrito nel comune di
Atrani
Costiera Amalfitana in Provincia di
Salerno
1 Forti piogge e dissesto idrogeologico.
A causa delle forti piogge intorno alle ore 18:30
esonda il Torrente Dragone che scorre al di sotto del centro abitato.
Danni segnalati anche nei vicini comuni di Scala, Ravello e Tramonti ove
per alcune ore è mancata la corrente elettrica.
1º ottobre 2009
Alluvione e colata di detrito
a Messina, nelle frazioni di
Giampilieri Superiore,
Altolia e Briga Superiore e nel
comune di Scaletta Zanclea
Provincia di Messina 36 Forti piogge e dissesto
idrogeologico.
A causa delle forti piogge e del dissesto idro-
geologico della zona a carattere torrentizio, si generano una serie di colate detritiche che travolgono numerose
abitazioni e automobilisti tra Giampilieri Superiore e
Scaletta Zanclea.
18 luglio 2009
Alluvione di Cancia, nel
Valboite in Provincia di 2 Piogge e dissesto
idrogeologico. una frana di sessantamila
metri cubi di acqua e
comune di Borca di
Cadore, e nei paesi di
Valesella, San Vito di Cadore, e Acquabona
Belluno ghiaia si stacca dal monte Antelao e scivola
sull'abitato di Cancia nel comune di Borca di
Cadore; uccidendo due persone.
22 ottobre 2008
Alluvione e colata di detrito nel comune di Capoterra (CA)
Capoterra (CA) 5 Forti piogge.
A causa delle forti piogge si generano diverse
esondazioni dei corsi torrentizi e colate
detritiche che travolgono le abitazioni di Poggio dei
Pini, Torre degli Ulivi e svariati altri insediamenti.
29 maggio 2008
Alluvione e colata di detrito nel comune di Villar Pellice
Villar Pellice (TO) 4 Forti piogge.
A causa delle forti piogge, nell'alveo del Rio
Cassarot, tributario del torrente Pellice, si genera
una colata detritica torrentizia che travolge
una casa e ne danneggia altre 3 in Borgata Garin.
30 aprile 2006 Frana a Ischia Provincia di
Napoli 4 Piogge, abusivismo e dissesto idrogeologico.
Muore un padre con le sue tre figlie nel crollo
della villetta colpita dalla frana. Duecento gli
sfollati.
03 luglio 2006
Alluvione di Vibo Valentia
Vibo Valentia e provincia 4 Violento nubifragio e
dissesto idrogeologico
L'evento pluviometrico eccezionale (circa 190 mm di pioggia in 2 ore
registrati al pluviometro di Vibo Valentia) causò e
l'esondazione dei torrenti nelle località di Bivona e
Vibo Marina e l'attivazione di frane, colate e valanghe
di detriti, con notevoli danni a edifici e alla viabilità del territorio.
23 settembre
2003
Alluvione di Carrara del
2003
Provincia di Massa-Carrara 2 Violentissimo
nubifragio.
29 agosto 2003
Val Canale e Canal del Ferro
Provincia di Udine 2
Piogge violente concentrate nel tempo
e nello spazio dopo un'estate molto calda.
A Pontebba caddero oltre 300 mm di pioggia in circa
6 ore. Una frana invase l'autostrada A23.
6 e 23 novembre
2000
Alluvione nella Riviera di Ponente
Province di Imperia e Savona
7 Nubifragi.
Tre morti nel primo evento alluvionale, in cui si ebbe l'esondazione, fra gli altri,
dei torrenti Verbone e Armea. 4 morti nel
secondo evento (2 a Imperia e 2 a Ceriana).
dal 13 al 16
ottobre
Alluvione in Piemonte
Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria,
Lombardia
23 e 11 dispersi, 40.000
L'evento interessò il fiume Po e gran parte dei suoi affluenti in Valle d'Aosta,
2000 sfollati. Piemonte, Liguria e Lombardia.
9 settembre
2000
Alluvione in Calabria Soverato 13 e un
disperso.
Straripamento della fiumara Beltrame: il
campeggio "Le Giare" presso Soverato è
travolto dal fango che provoca 13 morti e un
disperso
441 i millimetri di pioggia caduti sul territorio di
Soverato, 150 i chilometri di costa tra le province di
Catanzaro e Reggio Calabria colpiti e devastati
dal maltempo.[20]
Alluvioni e inondazioni avvenute in Italia fra il 1947 e il 1999
Data Comune Area geografica Morti Ca
co
5 maggio 1998 Alluvione di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici
Valle del Sarno, Vallo di Lauro in Campania
159
Causp
cond
idrog
14 ottobre 1996
Alluvione di Crotone Crotone 6 Pcon
19 giugno 1996 Alluvione della Versilia Versilia 13 e 1500
senzatetto
12 settembre Alluvione in Lombardia Lombardia
nord-1 e centinaia
di sfollati Unapert
1995 occidentale pl'eson
vad
13 marzo 1995 Alluvione a Acireale, Giarre, Riposto e Mascali Sicilia
orientale 11 e 7
dispersi
Torrema
buferinterro
autoferrov
la na"Pelhumiglia
decat
5 novembre
1994 Alluvione in Piemonte
Fiume Tanaro e
tratta basso-
piemontese del fiume
Po
70 e 2226 senzatetto
Causd
idrog
23 settembre
1993 Alluvione a Genova Genova 2 e 3 dispersi Nu
31 ottobre 1992
Alluvione di Poggio a Caiano Poggio a Caiano, Toscana
0 Caus
27 settembre
1992 Alluvione a Genova Genova 2 Caus
22 settembre
1992 Alluvione a Savona
Savona, Quiliano,
Vado Ligure3 Caus
15 novembre
1991 Alluvione di Campi Bisenzio Campi
Bisenzio 1
estate 1987 Alluvione della Valtellina Valtellina 53
Causdiss
te
19 luglio 1985 Catastrofe della Val di Stava
Stava, frazione del comune di
Tesero
268
I direminie
resposocinte
nelle la cosla cr
bacin(Mo
Industgranitdella Snamdella
PMin
respoD
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AutTre
omisei con
dis
8-9 novembre
1982 Esondazione del fiume Taro Provincia di
Parma 0 Caus
disste
7-8 ottobre 1977
Alluvione in Piemonte e Valle d'Aosta
Province di Asti,
Alessandria, Verbano-
Cusio-Ossola,
Canavese,
15 e 2 dispersi Nu
bassa Valle d'Aosta,
Valle Stura in provincia di Genova
7-8 ottobre 1970
Alluvione a Genova Provincia di Genova 44
Causdiss
te
2-3 novembre
1968 Alluvione in Piemonte Biellese,
Astigiano 72 Caus
4 novembre
1966 Alluvione nel Triveneto
Veneto, Trentino e
Friuli
18 in Trentino, 20 in Friuli, n.d. in Veneto.
Pecce
tutta lad unaume
condisg
precedca
montun f
ventoche
sversmare
me
4 novembre
1966 Alluvione di Firenze Toscana 34
Ecconma
4 novembre
1966 Alluvione di Grosseto Toscana,
Maremma 1
Rotargin
Ombra
ma
2 settembre
1965 Alluvione del Friuli
Latisana, Villa
Santina, Codroipo
11 prec
9 ottobre 1963 Disastro del Vajont
Longarone, Erto e Casso
Circa 2000 (ufficialmente
1909)
TecS
Mo
23-25 novembre
1959 Alluvione nel Metapontino Metaponto 11
Pd
idrog
5 settembre
1959 Alluvione ad Ancona Ancona 10 Caus
25-26 ottobre 1954
Alluvione di Salerno
Vietri sul Mare, Cava de' Tirreni, Salerno, Maiori, Minori,
Tramonti
318 e 250 feriti, 5.500 senzatetto
21 ottobre 1953
Reggio Calabria Reggio Calabria
51 e 100 dispersi.
Evenin
predistrat
suporogra
a
19 settembre
1953 Alluvione in val Trebbia
Genova, val Trebbia,
provincia di Piacenza
10 Nu
9 luglio 1953 Alluvione in Val Camonica
Darfo, Pisogne,
Sale Marasino,
Vello, Zone
16 Nu
14 novembre
1951 Alluvione del Polesine Polesine 84
8 novembre
1951 Alluvione a Tavernerio Tavernerio 16 F
15 ottobre 1951
Calabriahttp://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_alluvioni_e_inondazioni_in_Italia - cite_note-33
Calabria Meridionale ed orientale
70 Evenecc
4 settembre
1948 Alluvione in Piemonte
Provincia di Asti,
Albese, Chivasso, Piemonte Orientale
49
Causp
cond
idrog
Alluvioni e inondazioni avvenute nel Regno d'Italia fra il 1861 e il 1946
Data Comune Morti Area geografica Cause e/o colpevoli Note
2 novembre 1944
Alluvione di Grosseto Toscana,
Maremma
Un violento nubifragio colpì la città di
Grosseto provocando l'esondazione del fiume Ombrone.
Grossi danni in città, completamente sommersa
dalla piena.
13 agosto 1935
Disastro di Molare 111 Valle dell'Orba
Malgrado l'ineguadezza delle
misure di sicurezza, il processo si concluse con l'assoluzione di
dodici imputati.
A causa di una violenta precipitazione il lago di
Ortiglieto straripò a Molare, inondando diversi paesi e le
campagne in provincia di Alessandria.
21 febbraio 1931
Alluvione di Palermo 11 Palermo
Ondata eccezionale di precipitazioni per
cinque giorni continue, e forte vento di Tramontana.
Strariparono i principali fiumi che attraversano la città,
l'Oreto, il Kemonia e il Papireto, con una
conseguente inondazione di quasi tutti i quartieri, tale
evento per intensità ed entità dei danni, non si è più verificato a oggi, nel
capoluogo siciliano. Inoltre, crollarono mura e alti edifici.
22 novembre 1926
Alluvione di Campi
Bisenzio 1 Campi Bisenzio
1º dicembre 1923
Disastro del Gleno 356 Valle di Scalve
Dal processo, che si tenne dal gennaio
1924 al luglio 1927 e si concluse con la
condanna del titolare della società
concessionaria e del progettista della diga.
Una delle arcate centrali della diga cedette e le acque del lago artificiale si riversarono
nella vallata sottostante.
20 settembre 1920
Alluvione in Friuli Provincia di
Udine Cause naturali. Esondazione dei fiumi Corno,
Cormor, Torre, Natisone e altri.
24 ottobre 1910
Alluvione in Campania
Circa 200
Costiera Amalfitana,
Salerno, Casamicciola
sull'Isola d'Ischia
Cause naturali. Più della metà delle vittime si ebbe a Cetara (SA).
17 novembre 1908
Alluvione in Sicilia e Calabria
Costa orientale della Sicilia e
parte meridionale
della Calabria
Cause naturali. A Riposto, uno dei centri più
danneggiati, caddero 465 mm in 24 h.
26 settembre 1902
Uragano in Sicilia
Oltre 300 Sicilia Cause naturali.
Un violento uragano devasta la Sicilia uccidendo oltre 300
persone.
17 settembre 1882
Alluvione del Polesine Verona, Valli
Grandi Dissesto
idrogeologico.
Inondazione di Verona del
1882
Veronesi, Polesine
21 settembre 1868
Alluvione di Parma 21 Emilia-
Romagna
Straripamento dei torrenti Parma e
Baganza.
La città di Parma sommersa dalla piena, con numerose vittime nell'oltretorrente ad
ovest della città.
Alluvioni e inondazioni avvenute sul territorio italiano in periodi remoti
Data Comune Morti Area geografica Cause e/o colpevoli Note
1861 Tornado
della Sicilia
500 Sicilia
3 novembre 1844
Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del
fiume Arno.
1777 Alluvione di Pisa Toscana Esondazioni del
fiume Arno. Rovinosa esondazione
dell'Arno.
febbraio 1763
versante ionico della
Provincia di Messina
alcune decine Sicilia Piogge torrenziali e
tifone.
Nei giorni di carnevale la Fiumara d'Agrò, il Torrente
Savoca ed il Torrente Pagliara ruppero gli argini travolgendo alcune borgate rivierasche dei comuni di Savoca e Pagliara;
anche il Mare Ionio fece la sua parte: altissimi cavalloni
seminarono morte e distruzione.
19 maggio 1680
Alluvione di Pisa Toscana Esondazioni del
fiume Arno.
Le acque del fiume superarono di 30 cm gli argine e unite alle fogne incapaci di
scolare nel fiume allagarono le parti più basse della città.
27 settembre 1557
Alluvione di Palermo circa 7000 Conca
d'Oro
È poco nota ma resta una delle alluvioni più sterminatrici della storia italiana. L'alluvione
del 1557 uccise circa 7000 palermitani e numerosi animali
tra cavalli e buoi, le cui carcasse venivano trascinate
dalla furia del fango fino al porto della città. Una
spaventosa ondata di fango venne giù dai Monti di
Palermo, colmi di valloni e gole del maltempo e si
accumulò nella depressione sotto le mura della città fino a
toccare i quattro metri di altezza
13 settembre 1557
Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del
fiume Arno.
Una delle più disastrose alluvioni che abbiano colpito Firenze, povocò il crollo di
molti palazzi e danni alla città.
autunno 1348 Rotta della Polesine Forse la breccia fu Il Tartaro è disalveato e
Malopera aperta per motivi bellici.
l'Adige cambia letto.
4 novembre 1333
Alluvione di Firenze Toscana Esondazione del
fiume Arno.
La più catastrofica alluvione che abbia colpito Firenze,
provocò ingenti danni alla città e il crollo di tutti i ponti
compreso il Ponte Vecchio.
autunno 1167 Alluvioni di Pisa Toscana Esondazioni del
fiume Arno.
Nel corso di un piovosissimo autunno l'Arno esonda a Pisa ben nove volte fra settembre e
novembre creando innumerevoli danni e crolli.
1152 Rotta di Ficarolo Polesine Dissesto
idrogeologico.
Il corso principale Po abbandona l'antico letto, il Po di Volano, e resta disalveato per una ventina d'anni prima
di venire regolato nuovamente.
950 Rotta del Pinzone Polesine L'Adige e il Tartaro cambiano
il proprio alveo.
17 ottobre 589 Rotta della
Cucca e altri eventi
Innumerevoli Veneto, Liguria, Roma
Dissesto idrogeologico seguito
alla scarsa manutenzione dei
fiumi dopo la caduta dell'Impero Romano
d'Occidente e peggioramento
generalizzato del clima.
Strade, sentieri, campagne e interi villaggi furono distrutti. In
seguito all'alluvione ci fu un incendio a Verona e un'epidemia a Roma. Secondo la tradizione
storiografica veneta, questo evento causò anche lo
sconvolgimento del corso dei fiumi della pianura veneto-friulana; la bassa pianura Padana fu trasformata in
un'enorme palude.