dai bambini nasce cosa

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"Se s'impara ad affrontare piccoli problemi si può pensare di risolvere poi i problemi più grandi" B.Munari

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A CC A D E M I A D I

B E L L E A R T I D I

U R B I N O , G I U G N O 2 0 1 0

D i p l o m a A c c a d e m i c o

d i P r o g e t t a z i o n e

M u l t i m e d i a l e

RELATORE

Marcello Signorile

A L L I E VA

Bonavera Sabrina

Page 5: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Page 6: Dai bambini nasce cosa

Ai bambini di domani, fagioli o gamberetti che siano

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INDICE

Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Piaget , lo svi luppo infanti le . . . . . . 15 Gli stadi 17Lo stadio operatorio concreto 21Il mondo esterno e il pensiero magico 24

Munari, creatività e metodo. . . . . . . . . . . . 27

Dov’è la Fantasia? 29Imparare giocando 33

Rodari, le parole. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

Un sasso nello stagno 41Il binomio fantastico 45

Lo SQuaderno, il progetto. . . . . . . . . . . . . . . . . 51

Ricerche & Bozzetti 53Design & Contenuti 56

Schede.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

Immagine 65Materiali 67Misure 68

Appendice........................................... 73NOTE 75AUTORI 76BIBLIOGRAFIA 80

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Prefazione

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Nasce un progetto

Ancora non lo sai, ma leggere un libro o fare l’amore è assolutamente la stessa cosa. Dentro di te qualcosa prende vita. Una sinapsi, una cellula.L’utero è un po’ più in alto, ma la gestazione è quasi identica, al posto dei mal di schiena hai mal di testa, ma poi è comunque tuo figlio.

Sono sempre stata attratta dall’editoria in

genere, specie quella dedicata al giovane

pubblico, ma le mie prime passioni rimangono

l’illustrazione e il design. Resa mentalmente feconda

dall’incontro con il buon Bruno Munari e dalla

sua progettazione semplice, in particolar modo

dal lavoro svolto nei confronti della didattica e

del gioco, ho cercato di far vedere la luce al mio

progetto, qualcosa che racchiudesse in sé il design,

l’editoria e l’illustrazione, per dedicarlo a quelli che

verranno.

11

Page 12: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Ho avuto modo di conoscere il lavoro di Munari sin

dai primi anni di scuola secondaria. Avevo simpatia

per la “collezione” di forchette, quelle che salutano

o fanno l’autostop, ma dal capirne la filosofia ero

ancora lontana. È stato leggere “ Fantasia” e vedere

la mostra al Palazzo Ducale di Urbino, nella sala

del Castellare nel 2008, ad avvicinarmi davvero

alla ricerca di questo Maestro, passione suggellata

definitivamente nel Natale in cui qualcuno mi

regalò “ Le macchine di Munari”. Sono due i motivi

che avvicinano il mio pensiero a quello di Bruno:

Il metodo, le regole secondo le quali ognuno

esercita il libero arbitrio, «applicare un metodo non

blocca la personalità di un artista», diceva. Mettersi

in gioco significa sovvertire repentinamente le

regole che da soli ci si impone, trovare nuove

soluzioni, ovvero scoprire come migliorarsi.

La seconda ragione sono i Libri.

“Una giusta memorizzazione di dati al momento opportuno, aiuta a vivere

meglio, dà le informazioni utili al momento giusto. Un individuo creativo

è un individuo completo, non ha bisogno di molti esperti per risolvere i suoi

problemi.” I

B. Munari

Page 13: Dai bambini nasce cosa

Vivo a Urbino dal 2006, ed essendo una città

universitaria, libri me ne ha proposti tanti, sotto

qualsiasi forma.

Ho partecipato a corsi di rilegatoria e cartotecnica,

ho assistito a lezioni di grafica artistica

all’Accademia di Belle Arti, sono stata un’imbucata

nei laboratori dell’ISIA, ho visitato tutte le librerie

e tutte le biblioteche e, ovviamente ho passato ore a

leggere di tutto.

Avevo letto anche un capitolo di “Da cosa nasce

cosa” dove maestro Munari scriveva:

«Il libro come oggetto, indipendentemente dalle

parole stampate può comunicare qualcosa? E che

cosa?»

Mentre cercavo di capire cosa intendesse, incontrai

“Nella notte buia” che aveva più buchi che parole e

cominciai a intuire.

13

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Page 15: Dai bambini nasce cosa

P i a g e t , l o s v i l u p p o i n f a n t i l e

Page 16: Dai bambini nasce cosa
Page 17: Dai bambini nasce cosa

Gli stadi

Il pensiero di Piaget, nonostante le numerose

critiche continua a rimanere un punto fermo

per la comprensione dello sviluppo mentale del

bambino. Secondo questo studioso il bambino

nasce con un patrimonio genetico che costituisce

la base dello sviluppo sia fisico che mentale. La

crescita avviene nell’incontro di strategie innate e

rapporto con la realtà: da questo incontro, sulla base

delle esperienze, le strategie non solo cambiano, ma

diventano sempre più complesse.

Tale cambiamento si avvale della coesione

17

Page 18: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

tra il sistema polisensoriale e quattro processi

continuamente interagenti tra loro, quali

adattamento, organizzazione, assimilazione e

accomodamento.

I primi due processi considerano il soggetto attivo

come un esploratore, l’assimilazione è l’assorbimento

di nuove informazioni adattate alla struttura

già esistente, e l’accomodamento è il processo

fondamentale che comporta la modificazione

delle strategie a seguito delle nuove esperienze. Si

costituiscono così gli schemi mentali.

18

Page 19: Dai bambini nasce cosa

Questi sono gli stadi fondamentali dello sviluppo

individuati da Piaget durante i suoi studi.

Stadio senso-motorio (0-2 anni)

Piaget paragona lo sviluppo mentale del bambino

alla sua crescita organica: entrambi tendono verso

un progressivo equilibrio.

Stadio pre-operatorio (2-6 anni)

A questa età il bambino ha la piena consapevolezza

di se e riesce a vedersi con gli occhi degli altri.

Immagine acquisita con la corretta concezione dello

spazio, ma non ancora del tempo.

Stadio operatorio-concreto (6-12 anni)

Lo stadio operatorio-concreto è secondo Piaget ed

altri studiosi, una delle fasi più importanti per la

quantità e la qualità delle sue operazioni.

L’età dei sei anni coincide con l’inizio della

19

Page 20: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

scolarizzazione. Tutto ciò conduce a un profondo

cambiamento nella vita sociale, intellettiva e

affettiva del bambino.

Ed è proprio su questo stadio che la mia ricerca

si approfondisce descrivendone i particolari in

seguito.

Stadio operatorio - formale (12 anni in su)

Tale stadio è caratterizzato dalla nascita della logica

formale. Il soggetto comincia ad “utilizzare” il

proprio pensiero come prima utilizzava gli oggetti,

fondamentale differenza è che le prime sono molto

più flessibili e manipolabili dando luogo a sintesi o

a ipotesi nuove: le idee.

19

Page 21: Dai bambini nasce cosa

Lo stadio operatorio - concreto

Nel periodo pre-operatorio, la funzione

del linguaggio non ha come obbiettivo la

comunicazione. In altre parole, i bambini piccoli

parlano tra loro, ma non si ascoltano, non sono in

grado di collaborare.

Nel periodo operatorio - concreto, al contrario,

si rimane colpiti dalla reale collaborazione nello

svolgere un attività comune. Dopo i sette anni

il bambino è in grado di collegare, coordinare

e dissociare le sue azioni da quelle degli altri,

tentando vere discussioni tra più soggetti.

“I bambini si spiegano con le loro azioni, ma anche con le proprio idee. Essi sono in grado di riflettere in modo critico su di se e su gli altri, scompare l’egocentrismo del pensiero cognitivo e la condotta impulsiva.” II

Page 22: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Le conversazioni diventano effettivi scambi di

informazioni. Alla fine del primo periodo l’oggetto

per il fanciullo è diventato permanente, ossia è

concepito come identico a se stesso, qualunque

siano le trasformazioni subite. Intorno ai 7-8 anni,

il bambino scopre un principio nuovo, chiamato

da Piaget conservazione. Se mostriamo a un

bambino due sfere di creta uguali e lo invitiamo a

soppesarle, egli conclude che la quantità di sostanza

in entrambe è uguale. Se schiacciamo una delle due

sfere fino a deformarla completamente, a differenza

degli stadi precedenti, affermerà che la quantità

di materia è rimasta invariata. La reversibilità

del pensiero, propria del pensiero operatorio,

ha permesso al bambino di ricostruire l’oggetto.

Questa è al forma più evoluta del concetto di

permanenza. La permanenza permette anche

l’acquisizione della relazione tra le classi, sempre più

ampie e complesse. Tutto ciò è possibile se l’oggetto

“E’ su queste basi che nel periodo operatorio - concreto il bambino comincia

a comprendere i concetti di numero e lettera e delle altre materie scolastiche.” III

Page 23: Dai bambini nasce cosa

di discussione è direttamente fruibile dal bambino,

Infatti in questa fase ricopre un ruolo ancora

fondamentale tutta la sfera sensoriale. Esperimenti

svolti in questo ambito dimostrano chiaramente

che lo sviluppo cognitivo è graduale tanto quanto

quello fisico. A dimostrarlo è la complessità

del periodo, composto da molteplici fasi, ad

esempio l’acquisizione di una nuova capacità, sia

mentale che fisica, viene messa in discussione dal

soggetto prima di raggiungere la stabilità della fase

successiva. Oltre all’inclusione delle sopracitate

classi, il bambino in questo stadio acquisisce anche

la capacità di ordinare in serie, ad esempio mettere

in ordine oggetti dal più grande al più piccolo, dal

più scuro al più chiaro e riconoscere i contrasti. Ai

nostri occhi può sembrare un’operazione semplice,

ma in realtà questa capacità implica un maggior

distacco dalla realtà, e comporta un livello di

astrazione maggiore.

“Grazie a queste capacità adesso è possibile sviluppare e apprendere il metodo, che insieme all’astrazione sono la base delle soluzioni personali (creatività)” IV

Page 24: Dai bambini nasce cosa

Il mondo esterno e il pensiero magico

Questo stadio viene nominato magico: noi

facciamo muovere le nuvole camminando.

Animismo e pensiero magico, rappresentano la

concezione infantile della casualità e del suo ruolo

nel mondo esterno. Il pensiero animistico è magico.

Tale concezione infantile del reale, rimane a

lungo nel bambino, anche quando questi spiega

il movimento della natura, attraverso la natura

stessa, ossia generato da un agente interno e uno

esterno, dove il primo è la volontà degli oggetti, ed

il secondo è costituito dalla somma dei corpi che

24

Page 25: Dai bambini nasce cosa

attirano o respirano l’oggetto in movimento.

Si tratta semplicemente, di un prolungamento

dell’atteggiamento animista, ma l’artificialismo è

trasferito agli oggetti esterni.

«… per un verso noi diamo degli ordini alle cose (il

sole e la luna, le nuvole e il cielo ci obbediscono)

per un altro queste cose si sottomettono ai nostri

desideri perché se stesse desiderano farlo

[...]

il corpo in movimento mantiene l’iniziativa e più

utilizzare la forza esterna oppure sottrarsi alla sua

influenza. Così il sole è trascinato dalle nuvole, ma

nello stesso tempo ci segue e utilizza il vento per i

suoi fini».

Tutto ciò sembra faccia parte di una attività fantastica

da parte dei bambini, ma vedremo cosa significa in

modo più approfondito nel prossimo capitolo.

25

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M u n a r i ,

c r e a t i v i t à e m e t o d o

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Dov’è la Fantasia?

L’importanza dell’infanzia, le sue potenzialità,

il suo fascino, sono gli aspetti da cui

inevitabilmente prende spunto questa riflessione,

spesso disturbata da un luogo comune, cioè, di

pensare alla creatività come una sorta di qualità

intrinseca dei bambini e che quindi caratterizza in

modo privilegiato questa fase della crescita.

Allo stesso modo non ha alcun fondamento la

convinzione che pone lo sviluppo della fantasia

come precedente a quello della ragione durante i

primi anni di un individuo.

“La creatività pertanto non risulta essere una terza funzione, bensì una partico-lare modalità per sviluppare un attività cognitiva razionale.” V

G. Petter

Page 30: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Creatività e fantasia interessano ogni età e

ogni ambito della vita, ma secondo il pensiero

occidentale sarebbero la padronanza delle tecniche

espressive e la conoscenza delle correnti artistiche

che avrebbero il compito di stimolare la produzione

fantastica nei bambini. Si è ormai consolidato

così un concetto errato di creatività, inteso come

Arte, quella emotiva e illogica, un processo quindi

contrapposto alla razionalità.

Il modo di pensare comune considera la razionalità

più importante della fantasia, ciò si riflette anche

nella scuola e nella formazione degli insegnanti, le

cui competenze educative sono sopratutto centrate

sullo sviluppo del pensiero razionale e sulle nozioni

relative al mondo fisico.

Al contrario non esiste una corrispondente

attenzione verso lo sviluppo della fantasia, della

creatività e dell’immaginazione; che in seguito

“Gli studenti, salvo poche eccezioni mancano di una propedeutica scolastica decente. A questo vuoto si può sopperire

con una grande passione” VI

E. Mari

Page 31: Dai bambini nasce cosa

alla poca consapevolezza sull’educabilità di tali

attitudini, vengono spesso associate a dei momenti

opzionali o considerate pura evasione. Stare con i

piedi per terra o avere la testa fra le nuvole?

La psicologia cognitiva chiarisce questi diffusi

quanto fuorvianti stereotipi, spiegandoci che

esistono due forme di attività cognitiva -razionale e

fantastica- complementari tra loro all’interno dello

stesso “discorso mentale” di un soggetto.

L’elemento che più trae in inganno è la grande

apertura mentale dei bambini, non essendo il loro

pensiero ancora contaminato dalle convenzioni

socio-culturali; va detto inoltre che le osservazioni

di un infante possono sembrare fantasiose,

ma spesso sono frutto di una logica che non

possiede ancora i mezzi appropriati per decifrare

correttamente la realtà, atteggiamento che da

origine al già citato pensiero magico.

31

Page 32: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Secondo questa teoria è possibile individuare

le operazioni svolte dalla memoria mettendo in

relazione i dati noti come atti creativi. Pare che

il più elementare atto di fantasia sia quello di

rovesciare una situazione, pensare al suo contrario,

all’opposto o alla distruzione della situazione

precedente. Così Munari definisce la fantasia nel

suo complesso: «La fantasia è quella facoltà umana

che permette di pensare a cose totalmente nuove o

mai esistite prima, è libera di pensare a suggestioni

mai viste e non si preoccupa di controllare se ciò

che pensa è veramente inedito».

Bruno Munari è, a parer mio , l’uomo ( designer,

artista, illustratore, studioso, scrittore, insegnate )

che meglio di tutti ha saputo chiarire il concetto

di Fantasia rendendolo facilmente comprensibile

anche a chi non ha mai avuto a che fare con Piaget,

Petter o Montessori.

32

Page 33: Dai bambini nasce cosa

Imparare giocando

L’equivoco degli adulti, ormai condizionati e

bloccati nella loro età, di credere alla grande

fantasia dei bambini viene ripreso da Munari, che

spiega quanto il fanciullo compia un’operazione

semplice proiettando su di se tutto ciò che conosce

in quanto privo di altri mezzi per interpretare il

mondo esterno. Per lui che non conosce il mondo,

qualunque cosa ha le sue stesse qualità: «la palla

grande sarà la mamma della palla piccola», citando

un passo del saggio “Fantasia”.

“La fantasia quindi sarà più o meno fervida se l’individuo avrà più o meno possibilità di fare relazioni”. VII

Page 34: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Questa non è fantasia, ma proiezione di se stessi.

Abbiamo appena visto come il prodotto della

fantasia, come quello della creatività e

dell’invenzione, nasce da relazioni che il pensiero

fa con ciò che conosce. Munari immagina la

conoscenza non come una struttura verticale,

ma come un reticolo di informazioni e dati

continuamene modificabili, e crede che per

facilitare lo sviluppo della creatività si debbano

creare le condizioni adatte alla memorizzazione

di più dati possibili (sempre entro un limite) per

permettere ai bambini le conseguenti relazioni.

Bruno Munari ha saputo sfruttare un canale sempre

aperto nei bambini, quello della curiosità, per far

conoscere quante più relazioni senza tante parole

ne costrizioni. Attraverso la dimensione del Gioco,

compreso di regole e stimoli, ai bambini rimane

sopratutto un metodo per capire le connessioni

“Ogni volta che si spiega qualcosa a qualcuno gli si impedisce di scoprirla da

solo” VIII J. Piaget

Page 35: Dai bambini nasce cosa

imparate durante le attività ludiche proposte.

Nell’opinione comune il concetto di gioco è spesso

associato ad un espressione spontanea ed infantile di

istinti primari, assente di scopi precisi se non il puro

divertimento o l’attività fine a se stessa, così come

per l’adulto invece è sempre considerato un’inutile

e colpevole regressione. Sono anni ormai che la

psicologia ha dimostrato quanto sia indispensabile il

gioco come attività per lo sviluppo, sia nelle prime

fasi di crescita sia nell’età matura.

Quello che ormai viene chiamato “ Metodo Bruno

Munari ©” ha saputo dimostrare come il gioco sia

un attività cognitiva a pieno titolo, e in quanto tale

serva come qualsiasi altra strategia di ricerca volta

alla conoscenza di ciò che ci circonda.

Il gioco, allora apparentemente così libero e

spontaneo è guidato da regole precise, ovviamente

basate sulle possibilità del giocatore.

34

Page 36: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

«La ricerca è sempre una cosa intrinsecamente

divertente e il gioco è una cosa seria» i laboratori

di Munari, lasciando decidere al bambino cosa

sia serio e cosa no, tentano di trovare il più tardi

possibile un significato a quelli che sembrano gesti

“artistici”, perchè non appena esso appare distrugge

la ricerca creativa con un conseguente arresto

dell’attività fantastica.36

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Rodari, le parole

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Page 41: Dai bambini nasce cosa

Un sasso nello stagno

Gianni Rodari nel suo favoloso

testo “La grammatica della fantasia”

paragona le parole a sassi gettati in uno stagno, non

diversamente una parola, gettata nella mente a caso,

produce onde di superficie e profondità diverse a

seconda del suo peso, provoca una serie infinita di

reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta

suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e

sogni, esperienza e memoria, stimolando per inerzia

la fantasia.

Prendiamo ad esempio la stessa parola «sasso».

41

Page 42: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Secondo il maestro Rodari cadendo nella mente

essa si trascina dietro, o urta o evita, insomma,

variamente si mette in contatto:

con tutte le parole che cominciano con la s ma

non continuano con la a, come semina, silenzio,

sistole;

con tutte le parole che cominciano con sa, come

santo, salame, salsa, sarabanda, sarto, salamandra;

con tutte le parole che finisco per asso, come basso,

masso, contrabbasso, tasso, grasso;

con tutte le parole che le stanno accanto, nel

deposito lessicale, per via di significato: pietra,

marmo, mattone, roccia, tufo, travertino;

eccetera.

Queste sono le associazioni più pigre, una parola

urta l’altra per inerzia. È difficile che ciò basti a

far scoccare la scintilla, ma non si può mai dire.

“Le parole sono come la pellicola superficiale su un acqua profonda, le

storie si cercano nuotando” IX

L. Wittgenstein

Page 43: Dai bambini nasce cosa

Bisogna prendere dunque atto di come una parola

qualsiasi, scelta a caso, possa funzionare come

parola magica per disseppellire campi della memoria

latenti. Non diversamente agiva il sapore della

«madeline» per il buon Proust.

Come insegna Proust anche con i bambini, di

quando in quando , sarà divertente e utile fare il

gioco della memoria. Qualsiasi parola potrà aiutarli

a ricordare «quella volta che …», a scoprirsi nel

tempo che passa, a misurare la distanza tra oggi e

ieri, sebbene i loro ieri siano ancora poco distanti.

La ricerca del fantastico parte dalle parole, nasce

quando si creano accostamenti strani, interferenze

capricciose, si fa luce su parentele imprevedibili,

tra parole e parole o parole e immagini. Relazione

e gioco sono ancora le parole chiave, il gioco della

relazione è quello che il linguista Jakobson chiama

«asse della selezione», non è altro che una ricerca

delle parole vicine lungo la catena del significato.

43

Page 44: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Nella poesia o nella narrativa, chiarisce Jakobson,

l’«asse della selezione» si proietta sull’«asse della

combinazione», può essere un suono (una rima)

a evocare un significato, un’analogia verbale a

suscitare la metafora. Quando un bambino inventa

una storia succede la stessa cosa. È un operazione

creativa, non artistica.

Questo è uno dei motivi per cui bisogna avere cura

a selezionare i binomi (un termine che ha molta

importanza) di parole e parole o parole e immagini.

Ad esempio è difficile supporre cosa un bambino

può captare da uno stimolo come quello della

televisione. Non bisogna mai sottovalutare la

sua capacità di reagire creativamente al visibile,

almeno finchè non interviene la censura esercitata

dal modello culturale, alla quale arriverà la mente

stessa codificando parole, immagini, suoni e ricordi,

governandoli con il contributo dell’appena nata

personalità.

44

Page 45: Dai bambini nasce cosa

Il binomio fantastico

Adesso, che abbiamo definito la fantasia,

e successivamente menzionato la parola

binomio, possiamo capire cosa intende Gianni

Rodari per binomio fantastico.

Anche Rodari sostiene che l’immaginazione non

è qualche facoltà separata dalla mente: è la mente

stessa, nella sua interezza, la quale, applicata ad un

attività piuttosto che un’altra, si serve sempre degli

stessi procedimenti.

L’autore concilia anche con la teoria di Henry

Wallon, esposta nel libro “Le origini del pensiero

nel bambino”, che il pensiero si formi per coppie.

“ La mente nasce nella lotta, non nella quiete” X

Page 46: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

Ricordiamo in proposito un paragrafo del capitolo

su Munari: un concetto e il suo contrario è il

binomio fantastico più elementare che esista, ma è

comunque in grado di far nascere una storia nelle

menti fertili degli infanti appena scolarizzati.

Se a comporre un binomio sono parole (ma

anche sensazioni, suoni, odori, colori) occorre che

esse siano sufficientemente estranee tra di loro

e che l’accostamento sia discretamente insolito,

perché l’immaginazione sia costretta a cercare una

relazione, mettendo in moto il processo creativo

precedentemente descritto. Tutto questo aiuterà

il bambino a non bloccarsi in certe fissazioni che

i libri didattici lasciano sulle menti pigre, figlie

di genitori ancora più pigri che non hanno mai

raccontato una favola al rovescio. Lo sviluppo dei

processi mentali è un dialogo, fatto di parole e

stimoli, tra il bambino e i genitori.

“Pare che il più elementare atto di fantasia sia quello di rovesciare una situazione, pensare al suo contrario,

all’opposto o alla distruzione della situazione precedente” XI

B. Munari

Page 47: Dai bambini nasce cosa

Le madri soprattutto non si stancano mai di parlare

al bambino, fin dalle prime settimane di vita, come

per tenerlo in un grembo di parole, avvolto in un

contatto caldo e stimolante. Quelle più pazienti,

poi hanno modo di constatare l’efficacia della

“fantastica casalinga” in momenti simili a quello

del giocare a… pretesto collaudato da ogni genitrice

allo scopo di insegnare a… nascono così storie per

piccolissimi animando gli oggetti che si trovano in

tavola per far mangiare i propri figli.

Giocare con le cose serve a conoscerle meglio e non

c’è motivo di negare la libertà al gioco o limitarla se

la sua funzione è puramente conoscitiva.

La prima avventura/ricerca del bambino è quella

vissuta nell’ambiente casalingo, mentre esplora

lo spazio o la mobilia non smette di giocare con

essi, formulando ipotesi sul loro conto. Durante

l’esplorazione si potrà usare un tavolo come un

capanna per giocare agli “indiani e cowboy”, e lo

47

Page 48: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

si potrà picchiare malignamente dicendo «brutto

tavolo, cattivo!» se ci si sbatte la testa contro,

uscendo dalla rifugio.

I bambini sono scienziati, ma allo stesso tempo

animisti, in proporzioni mutevoli in base all’età,

pongono la loro attenzione nei confronti delle

situazioni, degli oggetti, degli stimoli e dalle realtà

attraverso un continuo lavoro di scelta.

È per questo che ho deciso di inserire all’interno

del mio lavoro parole e immagini senza una reale

narrazione. Possono essere lette dai bambini o dai

genitori dei più piccoli trovando una relazione al

segno di quella pagina o al taglio che vi si trova in

quella precedente, possono rimanere sospese per

un po’ nella testa o associate a quelle che verranno.

Per chi si crede capace, le mie parole sono disposte

a farsi ricopiare al contrario o a sposarsi con le più

antipatiche.

“L’immaginazione è funzione dell’esperienza, e l’esperienza del bambino di oggi è più estesa di quella del bambino

di ieri.” XII

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Lo SQuaderno, il progetto

Page 52: Dai bambini nasce cosa
Page 53: Dai bambini nasce cosa

Ricerche & Bozzetti

Seguendo le ricerche e i consigli di guide come

Munari, Piaget, Rodari e altri, sono arrivata

alla mia conclusione progettuale. Un libro-oggetto,

un oggetto-gioco, un gioco-regalo. Come ogni

gioco ha le sue regole, come ogni regalo ha più

senso se condiviso.

Lo SQuaderno è solo un supporto, vincolante poco

meno di un normale quaderno, per mantenere

anche nei bambini la sintassi semplice propria degli

infanti nella fase dell’intuizione (gioco, parole,

segno). Vorrei che questo oggetto diventasse uno

stimolo il meno sgrammaticato possibile, senza la

presunzione di sommarsi a quelli già eccessivi che i

“Se s’impara ad affrontare piccoli problemi si può pensare di risolvere poi problemi più grandi” XIII

B. Munari

Page 54: Dai bambini nasce cosa

D A I B A M B I N I N A S C E C O S A

bambini ricevono nei primi anni di scuola.

Ho cercato la soluzione in un progetto che ponga

i bambini di fronte ai problemi, che stimoli le

domande, che li induca a fermare le proprie risposte

e a creare il proprio modello narrativo insieme a

quello contenuto all’interno del quaderno.

Si domanderà come gli piacerebbe che fosse la

copertina e senza accorgersene ne progetterà

l’aspetto più consono al ruolo che avrà il proprio

SQuaderno. Le domande sono l’obbligo di un

designer, ma in questo caso verranno affrontate con

molta più leggerezza, rapidità ed esattezza.

Immaginazione e Creatività si mescolano alle regole

(formato, colore della pagina, materiali, texture),

ponendo il bambino di fronte alla ricerca del

proprio metodo. L’intenzione è quella di mantenere

i pensieri elastici, pronti a modificarsi secondo

l’esperienza, la conoscenza e , che sia benedetta, la

Fantasia.

Page 55: Dai bambini nasce cosa

Alcuni dei lavori di Bruno Munari consultati, da sinistra verso destra: ABC con Fantasia, Le Mac-chine di Munari, La Favola delle Favole.

Bozzetto dell’aspetto definitivo del-lo SQuaderno. Nella pagina affi-anco dall’alto verso il basso: schizzi delle font da utilizzare per il logo, packagin e misure della copertina.

Page 56: Dai bambini nasce cosa

Design & Contenuti

La fascia di età al quale è rivolto questo lavoro

è compresa dai 4 ai 8 anni, ma in realtà

lo SQ può essere proposto a qualsiasi infante

particolarmente intuitivo e giocoso o anche a chi

non è mai stato abbandonato dalla scoperta.

Il diario è di formato quadrato, non ha verso e

l’apertura è a totale discrezione del bambino. Si

presenta come un blocco di fogli eterogenei (carta

bianca, colorata, stoffa, cartone zigrinato, acetato,

carta da geometra, velina, a righe, a quadri o a

pois), spiralati e fustellati e una copertina di tela

bianca che si spera faccia venire voglia di colorare.

I fogli, che dopo un uso prolungato o anche per

“Non bisogna vivere nella paura bisogna pur inventare qualcosa!” XIV

L. Lionni

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scelta arbitraria si staccheranno, sono riposizionabili

attraverso una molletta da cancelleria, rendendo

possibile la totale personalizzazione del diario.

Come abbiamo già visto, la stimolazione sensoriale

in questa fascia di età, ma sopratutto in quella

precedente che va dai 2 ai 4 anni, è fondamentale

per prendere coscienza del Se attraverso gli stimoli

esterni.

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Il tatto e la vista in primis stimolati dalle diverse

carte o dalle stoffe, che a loro volta sono bucate,

strappate, tagliate in tutti i sensi, colorate, zigrinate

o dai bordi pelosi.

L’olfatto, oltre ai diversi odori delle carte, che può

essere divertente riconoscere, il libro per essere

personalizzato è soggetto all’uso di colla, stoffa,

gomma, colori a tempera o acrilici. L’udito è

stimolato dai diversi fruscii creati dalle carte e dai

diversi rumori che la matita fa sulle svariate texture

del blocco.

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qualsiasi genere, sensate, fuoriposto, sconosciute

o familiari al lessico infantile, o meta-illustrazioni

quasi incomplete, anch’esse da “leggere”, io stessa

ricordo quanto adorassi ripassare contorni, cambiare

i lineamenti ai protagonisti dei miei libri di fiabe,

rendere campiture a righe in quadri e quelle a pois

in cuori.

All’interno di questo favoloso oggetto c’è anche

qualcosa da leggere, ma non troppo, non si pensi

che questo sia un libro noioso!

Può capitare, una tantum, di trovarci quelli che

Rodari chiama i “sassi nello stagno” parole di

Da un quaderno se ne possono ricavare

due, da tre uno e così via in modo

infinito. Il procedimento non considera

l’uso di cutter, forbici o aghi, ma di fili di

lana, stoffa, pennarelli, foglie e squame di

pesce.

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Quando il bambino era bambino, braccia appese.Voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza il mare.Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino.Per lui tutto aveva un’anima, e tutte le anime erano tutt’uno.Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione.Non aveva abitudini. Sedeva spesso a gambe incrociate, e di colpo sgusciava via.Aveva un vortice tra i capelli, e non faceva facce da fotografo.Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande:Perché io sono io, e perché non sei tu? Perché sono qui, e perché non sono lí?Quando é cominciato il tempo, e dove finisce lo spazio? La vita sotto il sole, é forse solo un sogno? Non é solo l’apparenza di un mondo davanti a un mondo, quello che vedo, sento e odoro? Cé veramente il male? E gente veramente cattiva?

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Da leggere veramente, un solo foglio, una poesia,

non è certo indirizzata ai piccoli e pastrocchiosi

clienti ma ai loro genitori, i grandi. Con l’augurio

che la si possa capire e sentirsi un po’ più bambini.

È tratta dai primi minuti del film “ Il cielo sopra

Berlino” (Wim Wenders, 1987), la poesia fa parte

di una raccolta di Peter Handke .

La trovo adatta a ricordare che prima di essere

genitori si è stati bambini, e certe volte si sentiva di

non essere stati ascoltati, ed è ancora così.

Come puó essere che io, che sono io, non c’ero prima di diventare?E che un giorno io, che sono io, non saró piú quello che sono?Quando il bambino era bambino, per nutrirsi gli bastavano pane e mela, ed é ancora cosí.Quando il bambino era bambino, le bacche gli cadevano in mano, come solo le bacche sanno cadere. ed é ancora cosí.Le noci fresche gli raspavano la lingua, ed é ancora cosí.A ogni monte, sentiva nostalgia di una montagna ancora piú alta, e in ogni cittá, sentiva nostalgia di una cittá ancora piú grande.E questo, é ancora cosí.sulla cima di un albero, prendeva le ciliegie tutto euforico, com’é ancora oggi.Aveva timore davanti ad ogni estraneo, e continua ad averne.Aspettava la prima neve, e continua ad aspettarla.Quando il bambino era bambino, lanciava contro l’albero un bastone, come fosse una lancia.E ancora continua a vibrare.

Lied Vom Kindsein — Peter Handke

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Schede

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Immagine

Questa è l’immagine che ha ispirato la mia ricerca grafica, alcune lettere sono

ritagli, mentre altre sono state disegnate a mano direttamente da Munari.

Alcune delle ipotesi formulate durante la fase di ricerca ispirate dalle opere di Munari consultatie durante la progettazione dello SQuaderno.

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Un’altra immagine utile per concepire il percorso di ricerca, le parole sono composte da ritagli.

Questo è l’aspetto finale, il nome del prodotto è SQuaderno. Il marchio è stato

ottenuto da una scansione di ritagli, in seguito vettorializzati . La “N” è quella

che Munari progettò per “ABC con Fantasia” , qui nel suo colore originale.

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZabcdefghiijklmnopqrstuvwxyz

0123456789:;=?@!"#&'()+,-./\_« ±

La font di “design by Mayonese” con la quale sarà scritta anche la poesia all’interno dello SQuaderno è l’ IQfont ed è stata progettata dalla Toyota.

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Materiali

carta pastello ruvida 160 g/m2

tela bianca

carta a quadri

carta a righe

velluto stampato

tessuto rete sintetica

carta bianca liscia 160 g/m2

carta mozzarella 82,5 g/m2

carta colorata “ bristol” 200 g/m2 film da lucido

cartone da imballaggio

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Misure

copertina

girotondo

In queste schede tecniche, le misure in scala delle principali pagine dello SQuaderno, i segni delle fustelle e le piegature.

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casa

prigione

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maschera

pagina semplice

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Appendice

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NOTE

I e XIII Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Laterza, 2009

II. Emilio Gattico, Jean Piaget, Mondadori, 2001

III e IV. Nicola Lalli, Piaget, Sintesi di una teoria complessa, www.nicolallalli.it , 2005

V. Guido Petter citato da Piero Sacchetto in Incontro con l’arte-Appunti di viaggio con i bambini di 3, 4 e 5 anni, Edizioni Junior 2000

VI. Enzo Mari, Lezioni di disegno, Rizzoli, 2008

VII e XI. Bruno Munari, Fantasia, Laterza, 2009

VIII. Jean Piaget citato da Alberto Munari, figlio di Bruno, nella prefazione del volume di Beba Restelli, Giocare con tatto, Franco Angeli/Le Comete, 2002

IX. Ludwing Wittengestein, Tractatus philosophicus e quaderni del 1914-1916, Einaudi 2009

X e XII. Gianni Rodari, La grammatica della fantasia, Einaudi, 1997

XIV. Leo Lionni, Guizzino, Babalibri, 1992

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AUTORI

Jean Piaget Neuchâtel, 9 agosto 1896

Ginevra, 16 settembre1980

Psicologo e pedagogista svizzero. È considerato il

fondatore dell’epistemologia genetica, ovvero dello

studio sperimentale delle strutture e dei processi

cognitivi legati alla costruzione della conoscenza

nel corso dello sviluppo. La più grande critica fatta

a Piaget è quella di pensare, forse in modo troppo

semplicistico, che ci fosse una correlazione tra

ciò che raccontavano i bambini e le loro strutture

cognitive.

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Bruno Munari Milano, 24 ottobre 1907

Milano, 30 settembre 1998

È stato uno dei massimi protagonisti dell’arte,

del design e della grafica del XX secolo, dando

contributi fondamentali in diversi campi

dell’espressione visiva e non, con una ricerca

poliedrica sul tema del movimento, della luce,

dello sviluppo della creatività e della fantasia

nell’infanzia attraverso il gioco.

Bruno Munari è la figura leonardesca più importante

del novecento italiano.

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Gianni Rodari Omegna, 23 ottobre 1920

Roma, 14 aprile 1980

Scrittore e giornalista famoso per la sua fantasia

e originalità, attraverso racconti, filastrocche e

poesie, ha contribuito a rinnovare profondamente la

letteratura per l’infanzia. Tra le sue opere maggiori

si ricordano Filastrocche in cielo e in terra, Il libro

degli errori, Favole al telefono. Nel 1970 vinse

l’Hans Christian Andersen Award.

Non tutti sanno che il buon Gianni si cimentasse

anche nell’illustrazione.

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BIBLIOGRAFIA

Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, Laterza, 2009

Fantasia, Laterza, 2009I laboratori tattili, Corraini, 2008

Le macchine di Munari, Corraini, 2008La favola delle favole, Corraini, 2008

Gianni Rodari, Favole al telefono, Einaudi, 1993

La grammatica della fantasia, Einaudi, 1997

Italo CalvinoLezioni Americane, Mondadori, 2002

Enzo MariLezioni di disegno, Rizzoli, 2008

Beba RestelliGiocare con tatto, Franco Angeli/Le Comete, 2002

Maria Perosino (a cura di),ABC e altri giochi di Bruno Munari, Mondadori, 2008

Roberta Pucci, Laboratorio creativo con la carta, Erickson, 2003

Nicola Lalli, Piaget, Sintesi di una teoria più complessa, www.nicolallalli.it, 2005

Emilio Gattico, Jean Piaget, Mondadori, 2001

Adrian Frutiger,Segni & Simboli, Stampa Alternativa, 1998

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