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CRITERI GENERALI DA OSSERVARSI NELLA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI STAGIONALI DI
RIPASCIMENTO DEGLI ARENILI (testo coordinato di cui alla DGR 1209 del 20/12/2016 ed alla DGR 95 del 08/02/2017) Sommario
- Premessa - Parte I: Principi generali - Parte II: Relazione tecnica - Parte III: Valutazione della compatibilità - Parte IV: Campionamento ed analisi - Allegato 1: Metodologia per la valutazione dell’indice di rilascio mediante
microscopia elettronica a scansione - Allegato 2: Metodologia per la valutazione della concentrazione di amianto in
peso mediante microscopia elettronica a scansione - Allegato 3: Verbale di campionamento (materiale per il ripascimento) - Allegato 4: Verbale di campionamento (sito da ripascere)
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Premessa
La Regione Liguria, ai sensi dell’art. 2, c.5 della L.R. n. 13/99 è chiamata a svolgere l’attività di indirizzo e di coordinamento in materia di protezione ed osservazione della costa e ripascimento degli arenili: in particolare tale funzione è volta a coordinare l’attività degli Enti locali relativamente alle funzioni loro attribuite dall'art. 5, comma 1, lettere a) e b) della L.R. n. 13/99 in materia di approvazione degli interventi di ripascimento stagionale degli arenili. Nell’esercizio di tali funzioni la Regione Liguria, al fine di fornire ai Comuni le necessarie indicazioni, ha emanato i “Criteri generali da osservarsi nella progettazione degli interventi stagionali di ripascimento degli arenili” approvati con D.G.R. n 1553 del 20/12/2001; tali criteri hanno individuato sia le caratteristiche dell’intervento stagionale di ripascimento sia il contenuto della relazione tecnica da allegare, a cura del proponente, all’istanza di approvazione dell’intervento stesso da parte del Comune, nonché i criteri per la valutazione della compatibilità ambientale e chimica del materiale. I criteri sono stati integrati ed aggiornati con D.G.R. n. 1176 del 2002, con D.G.R. n. 253 del 2005, con D.G.R. 173 del 2006 e con D.G.R. 1446 del 2009. In sede di applicazione di detti criteri, e alla luce dell’evoluzione della normativa nazionale e regionale, è emersa la necessità di:
chiarire l’ambito di applicazione dei criteri in merito alla definizione di ripascimento stagionale e armonizzarlo con le norme del Piano di Tutela dell’Ambiente Marino Costiero previsto dalla Legge regionale n. 20 del 2006 e con il Regolamento ministeriale di cui al D.M. n. 173/2016 “Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini”;
aggiornare l’elenco dei parametri chimici da ricercare nei sedimenti destinati ai ripascimenti stagionali ed armonizzare i valori di compatibilità ambientale assunti precedentemente rispetto a quelli stabiliti dal D.lgs. n. 172/2015 e dal Regolamento di cui al D.M. n. 173/2016, al fine di favorire il conseguimento dell’obiettivo di qualità chimica sulle acque marine costiere;
rendere la trattazione più chiara e concisa, con gli argomenti suddivisi in tre sole sezioni: stesura della relazione tecnica, criteri di valutazione della compatibilità degli interventi, modalità di campionamento e analisi dei materiali;
semplificare alcuni aspetti progettuali della relazione tecnica;
approfondire l’individuazione dei tratti di costa sensibile in funzione degli obiettivi di salvaguardia degli habitat marini e dei siti della Rete Natura 2000;
I presenti criteri, pertanto, sostituiscono integralmente quelli precedentemente emanati.
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PARTE I - PRINCIPI GENERALI 1. Campo di applicazione
I presenti criteri si applicano alla progettazione degli interventi stagionali di ripascimento degli arenili, come definiti dalla legge regionale n.13/1999, e forniscono le indicazioni necessarie a valutare gli stessi ai fini della loro approvazione da parte dei Comuni nell’ambito della procedura di cui al Regolamento Regionale n. 6/2002 “Disciplina del procedimento relativo all’approvazione degli interventi stagionali di ripascimento degli arenili”.
2. Definizioni
Ai fini dell’applicazione dei seguenti criteri si intende per:
Barra di foce
L’accumulo di materiale depositato alla foce di un corso d’acqua in continuità con la spiaggia alimentata dal corso d’acqua stesso. Fa parte a tutti gli effetti della spiaggia.
Fondale marino
Il fondale che si estende oltre la profondità di chiusura della spiaggia sommersa.
Fanno eccezione i fondali portuali.
Fondale portuale
Il fondale situato all’interno di bacino portuale, in zona non interessata dalla modellazione dei sedimenti dovuta all’azione del moto ondoso.
Si assume come limite esterno del bacino portuale l’imboccatura portuale.
Presso spiagge adiacenti al molo di sottoflutto di bacini per la nautica o altre opere di protezione dal moto ondoso la spiaggia sommersa può raggiungere il piede di tali strutture; la sussistenza di tale condizione deve essere adeguatamente oggettivata.
Interventi stagionali di ripascimento degli arenili
Gli interventi a carattere manutentivo, necessari a ricostruire il profilo esistente della spiaggia dopo eventi meteomarini particolarmente intensi o comunque in seguito alla naturale azione di trasporto trasversale e longitudinale del moto ondoso. L’intervento di ripascimento è di natura stagionale quando il volume di materiale impiegato non è superiore a 10 m3/m lineare di spiaggia, riferiti alla lunghezza della cella litorale.
Sono considerati ripascimenti stagionali le “operazioni di ripristino degli arenili”, come definite all’art. 2 del D.M. 173/2016 “Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini”, se limitate a quantitativi non superiori a 10 m3/m lineare di spiaggia.
E’ considerato quale ripascimento stagionale lo spostamento e il livellamento di materiale di spiaggia da una cella litorale ad un’altra, nell’ambito dello stesso paraggio costiero.
Non è considerato ripascimento stagionale lo spostamento di materiale di spiaggia all’interno della stessa cella litorale, nell’ambito esclusivo della spiaggia emersa e per quantitativi non superiori a 10 m3/m lineare di spiaggia; in questo caso l’intervento non è soggetto ai criteri ed è sottoposto alla approvazione ai soli fini demaniali dell’ente territorialmente competente.
Interventi di ripascimento strutturali
Gli interventi finalizzati all’ampliamento e/o alla creazione di nuove spiagge. L’intervento di ripascimento è di natura strutturale quando il volume di materiale impiegato è superiore a 10 m3/m lineare di spiaggia.
Profondità di chiusura
E’ il limite lato mare della spiaggia sommersa; è funzione della pendenza della spiaggia, della granulometria e dell’onda incidente. Nel territorio coperto dagli stralci del PTAMC (vedi definizione) esso corrisponde con la fascia dinamica della spiaggia per onde con tempo di
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ritorno annuale. Negli altri settori di costa, data la morfologia prevalente delle spiagge liguri ed in considerazione delle caratteristiche degli interventi di ripascimento stagionale, si assume come profondità di chiusura ai fini dei ripascimenti stagionali la profondità di 5 metri ed una distanza dalla costa inferiore a 100 metri; tali criteri devono essere contemporaneamente soddisfatti.
PTAMC
Piano di Tutela dell’Ambiente Marino Costiero: Il piano di tutela dell'ambiente marino e costiero, previsto dalla legge regionale n.20 del 2006, è lo strumento di pianificazione che si occupa della difesa della costa dall’erosione in sinergia con gli obiettivi di tutela e valorizzazione della qualità ambientale della zona costiera e delle sue risorse.
Il Piano viene redatto per unità fisiografica e per stralci. Tutte le norme e delimitazioni territoriali degli stralci approvati sono pubblicate via web nel portale dell’ambiente ligure.
Sedimenti fluviali d’alveo attuale
I sedimenti fluviali che si trovano all’interno della fascia di “alveo attuale”, come individuata nei Piani di Bacino.
Spiaggia
L’accumulo di sedimenti sciolti modellati dall’azione del moto ondoso. La spiaggia comprende una spiaggia emersa (al di sopra del livello medio del mare) ed una spiaggia sommersa (al di sotto del livello medio del mare), che costituiscono un'unica entità morfologica in quanto il sedimento passa naturalmente dall’una all’altra in funzione degli eventi meteomarini.
Il limite inferiore della spiaggia sommersa coincide con la profondità di chiusura della stessa.
Presso spiagge adiacenti al molo di sottoflutto di bacini per la nautica o altre opere di protezione dal moto ondoso la spiaggia sommersa può raggiungere il piede di tali strutture; la sussistenza di tale condizione deve essere adeguatamente oggettivata.
Tratti di costa sensibile
I tratti di costa compresi in aree marine protette;
I tratti di costa che presentano habitat marini, individuati quali SIC, entro l’isobata dei 50 metri;
I tratti di costa che presentano particolari popolamenti di pregio di substrato duro (beach-rock, biocostruzioni, grotte).
Tali tratti sono identificati nella sezione dedicata dei presenti criteri
Tratti di costa particolarmente sensibile
I tratti di costa sensibile ove la vicinanza di habitat sensibili alla spiaggia sommersa e meritevoli di particolare salvaguardia impone particolare cautela nella valutazione ambientale dell’intervento di ripascimento stagionale.
Tali tratti sono identificati nella sezione dedicata dei presenti criteri.
Unità fisiografiche – Paraggi Costieri – Celle litorali - Spiagge
L’ unità fisiografica (U.F.) è l’area litorale all’interno della quale i sedimenti di spiaggia (emersa e sommersa) sono confinati e non vi sono interscambi di materiale con le U.F. limitrofe. I limiti delle U.F. sono costituiti dalle strutture naturali (promontori, canyon) o artificiali (pennelli, porti, ecc.) che raggiungono profondità paragonabili alla profondità di chiusura della spiaggia ovvero che invertono il senso della deriva sedimentaria, costituendo un punto di divergenza della deriva dei sedimenti lungo la costa.
All’interno di un’unità fisiografica si possono distinguere settori di costa, definiti paraggi costieri, che possono essere considerati indipendenti per mareggiate ordinarie, ovvero con tempi di ritorno dell’ordine di 1 anno.
Un paraggio costiero può a sua volta essere suddiviso, in genere da strutture artificiali, in celle litorali che costituiscono tratti di spiaggia indipendenti in condizioni di mare calmo o con
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agitazioni ondose medie.
Alcune celle litorali contigue di uno stesso paraggio, separate da strutture artificiali quali tipicamente piccoli pennelli, possono essere ricondotte ad un unico sistema geomorfologico originale, che costituisce una particolare spiaggia, in genere riconosciuta storicamente dalla toponomastica locale.
L’elenco e la cartografia delle unità fisiografiche, dei paraggi costieri, delle celle litorali e delle spiagge a cui deve fare riferimento la progettazione dei ripascimenti stagionali sono quelli pubblicati ed aggiornati nella cartografia relativa ai criteri di progettazione dei ripascimenti pubblicata via web nel portale Ambiente in Liguria – Sito ufficiale della Regione Liguria per l’Ambiente.
3. Fonti del materiale
Si indicano di seguito le tipologie e le fonti di materiale che possono essere utilizzate per la realizzazione degli interventi stagionali di ripascimento, nonché le condizioni alle quali tali fonti possono essere utilizzate:
trasferimento di materiale di spiaggia;
vagliatura e/o macinazione di materiale già presente sulla spiaggia;
barra di foce di un corso d’acqua;
sistemazione idraulica, riprofilatura, rimozione sovralluvionamenti, disalvei dei corsi d'acqua;
cava terrestre;
attività di scavo terrestre in roccia o in sedimenti sciolti;
escavo di fondali portuali;
escavo di fondali marini.
Il PTAMC, negli stralci territoriali approvati, indica a livello locale le condizioni di utilizzo dei sedimenti costieri ai fini di ripascimento.
Per i ripascimenti stagionali valgono inoltre le seguenti condizioni:
Il trasferimento di materiale di spiaggia (ad esclusione di quello proveniente da barra di foce) potrà avvenire solo all’interno di uno stesso paraggio e non dovrà superare lo spessore di 50 cm nel sito di prelievo.
Nel caso di materiale proveniente dalla barra di foce o dalla sistemazione idraulica, riprofilatura, rimozione sovralluvionamenti, disalvei di corsi d'acqua tirrenici, lo stesso dovrà essere prioritariamente impiegato per ripascimenti nella stessa unità fisiografica ove sfociano i corsi d’acqua di origine; laddove la barra di foce sia localizzata al confine tra due comuni, gli interventi che utilizzino tale fonte dovranno essere concordati.
L’utilizzo ai fini di ripascimento in altre unità fisiografiche è ammesso nei casi in cui l’unità fisiografica di pertinenza non comprenda spiagge, ovvero le spiagge presenti non abbiano necessità di ripascimento; quest’ultima condizione dovrà essere avallata dal nulla osta dei comuni o delle Autorità Portuali territorialmente competenti.
Spesso le strutture portuali costituiscono limite di paraggio. Il materiale proveniente dall’escavo dello specchio acqueo portuale, che andrà di norma riportato nell’ambito del paraggio sottoflutto al porto rispetto al verso della deriva litoranea netta, potrà essere totalmente o parzialmente impiegato per ripascimenti nel paraggio sopraflutto esclusivamente nel caso in cui quello di pertinenza non comprenda spiagge ovvero le spiagge presenti non siano in grado di ricevere tutto o parte del materiale; tale condizione dovrà essere avvallata dal nulla osta dei comuni o delle Autorità Portuali territorialmente competenti.
4. Banca dati regionale e monitoraggio di efficacia dei criteri La banca dati “Ripascimenti delle Spiagge” pubblicata sul Portale Ambiente della Regione Liguria all’indirizzo www.ambienteinliguria.it costituisce lo strumento di archiviazione dei principali dati
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tecnici messi a disposizione dai Comuni, dalla Regione e da Arpal sugli interventi di ripascimento realizzati.
Sulla base delle informazioni sui ripascimenti stagionali trasmesse dai comuni e delle informazioni sullo stato di qualità delle acque e degli habitat marini, la Regione provvede a verificare gli effetti conseguenti all’applicazione dei presenti criteri, anche in vista di un loro eventuale aggiornamento, utilizzando, quali indicatori, le praterie di Posidonia oceanica e le misure di trasparenza delle acque.
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PARTE II - RELAZIONE TECNICA Le domande per l’approvazione dei progetti stagionali di ripascimento degli arenili devono essere corredate da una relazione tecnica contenente indicazioni relative al sito di intervento, al materiale che si intende utilizzare per il ripascimento e alle modalità di realizzazione dell’intervento, finalizzata ad individuare e giustificare le scelte progettuali. Le informazioni contenute nella relazione tecnica devono essere integrate successivamente da una documentazione fotografica che testimoni lo stato del sito di intervento prima e immediatamente dopo l’intervento e all’inizio della stagione balneare.
Ogni Comune deve raccogliere, organizzare e conservare le informazioni sugli interventi stagionali di ripascimento effettuati sul proprio litorale, riferiti ad ogni singola cella litorale, e inviarne copia alla Regione Liguria – Settore Ecosistema Costiero e Acque, anche tramite l’inserimento nella banca dati regionale “Ripascimenti delle Spiagge”, che costituisce una base di riferimento oggettiva per valutare la compatibilità ambientale degli interventi su base pluriennale e per l’analisi statistica dei dati. La relazione tecnica descrive, anche attraverso una documentazione cartografica di adeguato dettaglio, gli aspetti di seguito specificati. Le analisi dei materiali utilizzati per il ripascimento e di quelli già presenti nella spiaggia devono essere effettuati nei casi e con le specifiche tecniche indicate nella parte IV “Campionamento ed Analisi”.
1. Sito d’intervento
1.1 Inquadramento territoriale
a) unità fisiografica a cui appartiene il tratto di litorale oggetto dell’intervento;
b) il/i paraggio/i costiero/i oggetto dell’intervento;
c) la/e cella/e litorale/i oggetto dell’intervento e il relativo sviluppo lineare in metri;
d) verso prevalente del trasporto dei sedimenti;
Per i punti a), b) c) utilizzare le informazioni geografiche relative a unità fisiografiche, paraggi e celle litorali disponibili sul repertorio cartografico del Portale Ambiente della Regione Liguria all’indirizzo www.ambienteinliguria.it
1.2. Caratteristiche granulometriche della/e spiaggia/e oggetto di intervento
Per quanto riguarda il materiale costituente le celle litorali oggetto di intervento è prevista la caratterizzazione granulometrica e non quella chimica e microbiologica.
Le caratteristiche granulometriche devono essere valutate secondo le modalità tecniche indicate nella parte IV dei presenti criteri.
Occorre allegare alla relazione tecnica tutti i risultati delle analisi eseguite sui campioni.
Le analisi granulometriche della spiaggia hanno validità di 5 anni.
1.3. Colore del materiale della/e spiaggia/e oggetto di intervento
La valutazione del colore del materiale costituente la spiaggia, da effettuare a livello descrittivo e con l’ausilio di immagini fotografiche, concorre alla stima della compatibilità dei materiali utilizzati per il ripascimento con l’uso turistico-ricreativo e l’aspetto paesaggistico dell’arenile.
1.4. Caratteristiche naturalistiche del sito di intervento
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Tale valutazione riguarda la presenza di habitat marino-costieri potenzialmente vulnerabili e comporta la valutazione delle biocenosi presenti da 0 a –50 metri nel tratto antistante l'intervento, compresa una fascia di rispetto adeguata alla corrente marina dominante responsabile della diffusione dei materiali fini.
La seguente tabella 1.4 indica i tratti di “costa sensibile” e, all’interno di ciascun tratto, la presenza eventuale di tratti di “costa particolarmente sensibile”.
Tale individuazione è stata effettuata sulla base della cartografia “Atlante degli habitat marini della Liguria” e delle attuali conoscenze sullo stato di conservazione degli ecosistemi costieri disponibili nel sistema informativo regionale.
I tratti di costa sensibile sono tratti di costa ove la presenza di habitat sensibili a scala di area vasta rende necessario applicare lo standard granulometrico più restrittivo per il parametro “pelite” nel materiale da ripascimento, come indicato nella parte III dei criteri.
I tratti di costa particolarmente sensibile sono tratti di costa ove la presenza di habitat sensibili particolarmente vicini alla costa o in contesti particolari, quali baie, o in stato di conservazione non soddisfacente, rende opportuna anche l’obbligatorietà della valutazione della stabilità del materiale da ripascimento, come indicato nella parte III dei criteri.
Sulla base della tabella 1.4 occorre indicare a quale categoria di interesse naturalistico appartengono le celle interessate dall’intervento di ripascimento stagionale.
Nei casi in cui il ripascimento stagionale utilizzi quale fonte la spiaggia sommersa è necessario verificare sulla base della cartografia regionale “Atlante degli Habitat Marini”, nella versione più aggiornata disponibile sul portale dell’ambiente ligure, la presenza di habitat sensibili: nel caso in cui l’indagine bibliografica abbia evidenziato la presenza, entro 30 metri di distanza dal sito di prelievo, di habitat caratterizzati da Posidonia oceanica (anche su roccia e in formazioni a mosaico) è necessario provvedere ad una verifica di campo eseguita da idoneo professionista che permetta di individuare e documentare con sufficiente precisione aree di prelievo prive di interferenze con i target ambientali.
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Tabella 1.4. - Tratti di “costa sensibile” e “costa particolarmente sensibile” lungo il litorale ligure
Tratti costa sensibile Comuni interessati note Tratti costa particolarmente sensibile
da confine di Stato a Porto Ventimiglia Ventimiglia Da confine di stato a Capo Beniamin
da Porto Bordighera a molo ovest Imperia
Bordighera, Ospedaletti, S.Remo, Arma di Taggia, Riva Ligure, S. Stefano, Cipressa, Costarainera, S.Lorenzo al Mare, Imperia
esclusa la spiaggia interna del porto di S.Remo
dal Porto Santo Stefano a Punta Torre dei Marmi
cella litorale UF_05010401 in Comune di S. Lorenzo al Mare
Da molo est Imperia a Porto Loano
Imperia, Diano Marina, San Bartolomeo, Cervo, Andora, Laigueglia, Alassio, Albenga, Ceriale, Borghetto Santo Spirito, Loano
compresa l’isola Gallinara
da Punta Murena a Punta Cippo
Da Foce Maremola a Capo Caprazoppa Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Finale Ligure
Da Porto Finale a Punta Predani Finale Ligure, Noli, Spotorno, Bergeggi
compresa l’Isola di Bergeggi da Capo Noli a confine Noli-Spotorno
Da Foce Sansobbia a Punta Aspera Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze
Da Punta Mola a Punta S. Martino Varazze, Cogoleto, Arenzano da foce T. Arrestra a Foce T. Lerone
da Foce T. Lerone a Punta S. Martino
Da Punta Vagno a Confine Sori-Recco Genova, Bogliasco, Pieve Ligure, Sori
Da Porto Camogli a Punta Delle Grazie
Camogli, Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari
da Punta Pagana a Punta Langon
da Baia Portofino a Punta Bagno delle Donne
Da Punta Sestri a Punta San Pietro
Sestri Levante, Moneglia, Deiva Marina, Framura, Bonassola. Levanto, Monterosso, Vernazza, Riomaggiore, Portovenere
comprese Isole Spezzine
Baia del Silenzio
Isola Palmaria: da Punta Secca a Seno del Terrizzo
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2. Descrizione del materiale da utilizzare per il ripascimento
2.1. Origine
Nel caso di materiale prelevato da cava terrestre la relazione tecnica deve indicare la ragione sociale e l’ubicazione della cava utilizzata; i comuni che attuano direttamente interventi di ripascimento stagionali possono integrare tali informazioni anche dopo la sua approvazione.
Negli altri casi (prelievo in spiaggia, in alveo, scavi, fondali marini e fondali portuali) le aree di prelievo e gli eventuali punti di campionamento devono essere individuati cartograficamente ad una scala di sufficiente dettaglio; ciò al fine di distinguere ciascuna porzione dal punto di vista della quantità (metri cubi), delle analisi granulometriche, chimiche e microbiologiche (quando previste) e consentire, così, di caratterizzare il materiale nel suo complesso attraverso medie pesate potendone prevedere utilizzi e/o trattamenti differenziati.
In ogni caso il campionamento dovrà essere seguito conformemente alle specifiche della Parte IV dei presenti criteri.
Il prelievo, il trasporto e la conservazione del materiale devono essere effettuati in modo da mantenere l’identità di ciascuna porzione di sedimento.
2.2. Caratteristiche chimiche e microbiologiche
Il materiale deve essere caratterizzato dal punto di vista chimico e microbiologico indipendentemente dalle sue caratteristiche granulometriche, nei casi e secondo le modalità tecniche previste nella parte IV dei criteri.
Occorre allegare alla relazione tecnica tutti i risultati delle analisi chimiche e microbiologiche; per ogni campione occorre indicare il quantitativo, espresso in metri cubi, del materiale da questo rappresentato.
2.3. Caratteristiche granulometriche
Il materiale deve essere caratterizzato dal punto di vista granulometrico nei casi e secondo le modalità tecniche previste nella parte IV dei criteri
I risultati della caratterizzazione granulometrica del materiale d’apporto devono consentire di evidenziare i contributi di ciascun campione, come specificato nella seguente tabella 2.3.
Tabella2.3. - Caratteristiche qualitative e quantitative del materiale disponibile per il ripascimento
Campione Quantità (m3)
D50 % ghiaia % sabbia % pelite
TOTALE *
* % cumulata
Nel caso di macinatura di materiale già presente in spiaggia deve essere effettuata una caratterizzazione granulometrica preventiva del materiale a valle del trattamento, da eseguire per volumi ridotti anche in loco.
2.4. Caratteristiche tessiturali
Il materiale deve essere caratterizzato dal punto di vista tessiturale nei casi e secondo le modalità tecniche previste nella parte IV dei criteri.
La conoscenza delle caratteristiche tessiturali del materiale è utile alla stima della compatibilità
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dello stesso con l’uso turistico-ricreativo e l’aspetto paesaggistico dell’arenile.
2.5. Colore
Il materiale deve essere caratterizzato dal punto di vista del colore nei casi e secondo le modalità tecniche previste nella parte IV dei criteri.
La valutazione del colore del materiale d’apporto concorre alla stima della compatibilità dei materiali utilizzati per il ripascimento con l’uso turistico-ricreativo e l’aspetto paesaggistico dell’arenile.
2.6. Modalità di sversamento
La relazione tecnica deve esplicitamente indicare le modalità di sversamento del materiale che si intendono adottare (impiego di mezzi terrestri o marittimi, di pennelli imbonitori, spandimento diffuso, fronti di alimentazione sopraflutto, etc...).
Lo spandimento del materiale nella spiaggia deve essere limitato alla fascia dinamica annuale: la presenza nella spiaggia emersa di vegetazione spontanea (piante vive e radicate, non ci si riferisce pertanto a residui vegetali marini o terrestri) indica il limite di tale fascia dinamica; la vegetazione spontanea presente a tergo di tale limite non deve essere interessata dal trasporto, dallo stoccaggio e dallo spandimento del materiale.
In caso di impiego di piste di cantiere, la relazione tecnica deve:
motivarne la scelta, allegando cartografia in scala adeguata riportante le aree, a mare e a terra, che possono essere interessate dal percorso della pista di cantiere.
valutare l’opportunità di realizzare le piste di cantiere con materiale destinato al completamento dell’intervento;
ove si dimostri che non sia tecnicamente possibile realizzare le piste di cantiere con materiale destinato al completamento dell’intervento:
prevedere l’asportazione totale del materiale al termine della fase di cantiere che prevede l’utilizzo della pista (i costi relativi devono essere previsti nel quadro economico dell’opera);
prevedere l’utilizzo di materiali tali da limitare il più possibile fenomeni di torbidità persistente e infangamento dei fondali del paraggio/cella;
contenere precise indicazioni circa l’origine, la tipologia, i quantitativi e le caratteristiche granulometriche (con particolare riferimento alla percentuale di pelite) del materiale che si intende utilizzare;
In ogni caso il percorso delle piste di cantiere deve essere individuato in modo da non comprendere aree caratterizzate dalla presenza di beach-rock e Posidonia oceanica nei fondali e vegetazione psammofila nella spiaggia emersa.
2.7. Descrizione dell’intervento
Occorre predisporre una cartografia in scala adeguata con l’evidenziazione della/e cella/e litorale/i oggetto dell’intervento, della/e zona/e di sversamento, dei punti di alimentazione e/o pennelli imbonitori previsti.
Sulla base della caratterizzazione del materiale da utilizzarsi per il ripascimento occorre indicare i quantitativi previsti, così come indicato nella tabella 2.7. :
Tabella 2.7. : Dati quali-quantitativi relativi all’intervento di ripascimento
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Cella litorale
Lunghezza cella litorale
(m)
Quantità materiale
(m3)
m3
materiale /m
lineare
D50 %
ghiaia %
sabbia %
pelite
2.8. Efficacia dell’intervento
La valutazione dell’efficacia dell’intervento, di competenza del Comune, è prevista solo nei casi in cui siano effettuate, sulla base dei criteri di cui alla parte IV, le analisi granulometriche del materiale di apporto e del materiale già presente in spiaggia.
Tale valutazione può essere effettuata attraverso i seguenti indici, i cui valori dipendono dai dati granulometrici relativi al materiale presente nel sito di intervento e a quello d’apporto: a) Fattore di riempimento (come definito dallo Shore Protection Manual ed. 1984): numero
stimato di metri cubi di materiale di ripascimento richiesto per produrre un metro cubo di materiale di spiaggia, nell’ipotesi che la distribuzione granulometrica del materiale di ripascimento e il materiale di spiaggia sia log-normale.
A titolo di esempio, un fattore di riempimento pari a 2 significa che occorrono 2 metri cubi di materiale di ripascimento per ottenere un metro cubo di nuova spiaggia.
b) Fattore di ripascimento, definito come rapporto tra il quantitativo di materiale di ripascimento eroso e l’analogo quantitativo di materiale di spiaggia.
A titolo di esempio un fattore di ripascimento pari a 2 significa che bisognerà provvedere ad un ripascimento due volte più frequente che se si fosse utilizzato materiale identico a quello di spiaggia.
Il fattore di riempimento ed il fattore di ripascimento possono essere valutati graficamente, utilizzando gli abachi proposti dallo Shore Protection Manual (mostrati nella parte III dei criteri), sulla base dei quali è possibile anche valutare l’efficacia dell’intervento.
Il calcolo degli indici di efficacia è obbligatorio nel caso in cui le celle litorali interessate dall’apporto di materiale ricadano all’interno di tratti di costa particolarmente sensibile, così come individuati nella tabella 1.4. della parte II dei criteri, ai fini dell’espressione del parere di compatibilità ambientale a cura di Arpal.
In alternativa al calcolo del fattore di riempimento e del fattore di ripascimento l’efficacia dell’intervento può essere valutata anche con metodi di maggiore dettaglio e approfondimento, adeguatamente documentati da idoneo professionista.
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PARTE III - VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ La valutazione della compatibilità degli interventi stagionali di ripascimento deve essere effettuata sulla base degli aspetti quantitativi (metri cubi per metro lineare di spiaggia) e qualitativi (granulometria, parametri chimici e microbiologici, quando richiesti) del materiale utilizzato e degli aspetti qualitativi (granulometria, emergenze naturalistiche) del sito da ripascere.
La valutazione della compatibilità degli interventi stagionali di ripascimento si articola complessivamente nei seguenti aspetti tecnici:
1. Valutazione dell'efficacia dell'intervento La valutazione dell’efficacia dell’intervento, in termini di effettivo consolidamento delle celle litorali, è di competenza dell’Amministrazione Comunale; tale valutazione comporta la stima:
del rendimento del materiale d’apporto, in termini di volume di spiaggia prodotta per volume di materiale di ripascimento impiegato (Fattore di riempimento – Shore Protection Manual ed.1984);
della tendenza all’erosione della spiaggia in rapporto alle caratteristiche granulometriche del materiale da ripascimento (Fattore di ripascimento – Shore Protection Manual ed.1984).
La discussione discrezionale di tali indici può essere effettuata sulla base degli abachi proposti dallo Shore Protection Manual.
Sono fatti salvi i casi in cui l’efficacia dell’intervento sia stata documentata da idoneo professionista con metodi di maggiore dettaglio e approfondimento.
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Figura 1.1. Diagramma per il fattore di riempimento
Figura 1.2. Diagramma per il fattore di ripascimento
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2. Valutazione dell'assenza di impatti significativi
2.1. Compatibilità del materiale di apporto per trasparenza delle acque ed habitat marini
La valutazione di compatibilità del progetto con la trasparenza delle acque e con la salvaguardia degli habitat marini si basa sulla esclusione di fenomeni di torbidità persistente delle acque dovuta a fenomeni di diffusione e risospensione di materiali fini nei fondali e di fenomeni di diffusione dei sedimenti. La valutazione, relativamente a questo profilo, è di competenza di ARPAL.
Per materiali fini sono da intendersi quelli appartenenti alla frazione passante al setaccio con maglia 0,0625 mm, definibile granulometricamente come “pelite”.
Ai fini di una parametrizzazione che permetta un approccio semplificato ed oggettivo a tale aspetto si propongono i criteri quantitativi di cui alla seguente tabella 2.1.
Tabella 2.1 – Valori limite degli apporti di pelite in relazione alla presenza di emergenze biologico-naturalistiche
costa sensibile altre aree
% massima di pelite nel materiale utilizzato 5% 8%
Nei tratti di costa particolarmente sensibile l’efficacia e la stabilità dell’intervento assume rilevanza sostanziale anche per la valutazione della compatibilità ambientale, in quanto è a garanzia che il materiale versato non sia trasportato eccessivamente al di fuori della spiaggia e che l’intervento non debba essere ripetuto troppo spesso; in questo caso la valutazione di Arpal, vincolante ai fini ambientali, è effettuata attraverso il Fattore di riempimento ed il Fattore di ripascimento: la compatibilità dell’intervento è verificata per valori numerici di entrambi i fattori situati nel quadrante della stabilità.
Sono fatti salvi i casi in cui l’efficacia dell’intervento sia stata documentata da idoneo professionista con metodi di maggiore dettaglio e approfondimento.
Nei casi in cui il ripascimento stagionale utilizzi quale fonte la spiaggia sommersa e l’indagine bibliografica sulle caratteristiche naturalistiche abbia evidenziato la presenza entro 30 metri di distanza dal sito di prelievo di habitat caratterizzati da Posidonia oceanica (anche su roccia e in formazioni a mosaico) Arpal valuta le risultanze dell’approfondimento naturalistico di campo richiesto in questo caso; la compatibilità dell’intervento richiede che i siti di prelievo risultino effettivamente distanti almeno 30 metri dai target ambientali.
2.2. Valutazione della compatibilità chimica dei sedimenti da utilizzare per il ripascimento
Le seguenti indicazioni non valgono nei casi in cui il materiale destinato a ripascimento provenga da fondali portuali o fondali marini; in questo caso le attività di campionamento, di analisi e di valutazione della compatibilità devono essere conformi a quanto stabilito dal Regolamento Ministeriale recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini di cui al Decreto 15 luglio 2016 n. 173.
Negli altri casi la compatibilità chimica del materiale d’apporto viene valutata sulla base dei seguenti criteri.
2.2.1. Valutazione della compatibilità chimica in relazione alla presenza di metalli
Si deve tenere in considerazione il back-ground naturale dei sedimenti fluviali dovuto alla natura geochimica dei bacini versanti.
Il tenore in metalli pesanti non deve essere superiore a quello che naturalmente può essere rilevato nei sedimenti fluviali di alveo attuale dei bacini afferenti l’unità fisiografica, ove sono
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localizzate le spiagge oggetto dell’intervento.
A tal fine si deve fare riferimento alla “valori limite per i metalli” allegata ai presenti criteri e disponibile nella cartografia “Ripascimenti – criteri di progettazione” pubblicata sul Portale Ambiente della Regione Liguria.
In presenza di superi è ammesso, a spese del proponente, ripetere l’analisi sulla frazione compresa tra 2 e 64 mm, da ritenersi rappresentativa di tutta la frazione superiore ai 2 mm, e calcolare la concentrazione dell’intero campione, attraverso la seguente formula:
Ctot= C2mm * %2mm + CG * %G
Ove
Ctot = concentrazione nel campione totale
C2mm = concentrazione nella frazione passante i 2 mm
CG = concentrazione nella frazione superiore ai 2 mm
%2mm = percentuale (valore da 0 a 1) in peso della frazione passante i 2 mm
%G = percentuale (valore da 0 a 1) in peso della frazione superiore a 2 mm
Sono ammessi i valori di Ctot inferiori o uguali ai valori di riferimento.
Per la porzione di territorio attualmente non coperta si deve fare riferimento a dati di letteratura e alla litologia del bacino o ai dati sulla composizione delle spiagge oggetto dell’intervento.
2.2.2. Valutazione della compatibilità chimica in relazione alla presenza di sostanze d’origine antropica
Si fa riferimento alla tabella 2.2.2., basata sui seguenti standard di qualità proposti dalla normativa nazionale:
D.lgs. 172/2015: standard di qualità ambientale per i sedimenti marini di cui al decreto legislativo n.152 del 3 aprile 2006
D.M. 173/2016: Regolamento recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini
Per gli idrocarburi totali, non presenti nella citata normativa, è stato assunto il valore della colonna A della tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V del D.Lgs.152/06
Tabella 2.2.2. – Valori soglia per la valutazione della compatibilità chimica in relazione alla presenza di sostanze di prevalente origine antropica
Valori soglia g/kg peso secco
Fonte
Metalli
Cromo VI 2.000 D.M. 172/2015
Organometalli
Tributilstagno 6 D.lgs. 172/2015
PCB
PCB totali * 9,6 D.M. 172/2015
Idrocarburi
Idrocarburi totali 60.000 D.lgs. 152/06
Idrocarburi Policiclici Aromatici
Fenantrene 87 D.M. 173/2016
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Antracene 29 D.lgs. 172/2015
luorantene 130 D.lgs. 172/2015
Benzo(k)fluorantene 24 D.lgs. 172/2015
Benzo(a)antracene 75 D.M. 173/2016
Benzo(b)fluorantene 48 D.lgs. 172/2015
Benzo(ghi)perilene 66 D.lgs. 172/2015
Crisene 108 D.M. 173/2016
Benzo(a)pirene 36 D.lgs. 172/2015
Indeno(1,2,3-cd)pirene 84 D.lgs. 172/2015
Pirene 153 D.M. 173/2016
IPA totali** 900 D.M. 173/2016
Pesticidi e fitofarmaci
DDT 1,2 D.lgs. 172/2015
DDE 2,1 D.lgs. 172/2015
DDD 1,0 D.lgs. 172/2015
HCH alfa 0,2 D.lgs. 172/2015
HCH beta 0,2 D.lgs. 172/2015
HCH gamma 0,2 D.lgs. 172/2015
Esaclorobenzene 0,5 D.lgs. 172/2015
Aldrin 0,2 D.lgs. 172/2015
Dieldrin 0,2 D.lgs. 172/2015
Endrin 2,7 D.M. 173/2016
* PCB da ricercare: 28,52,77,81,101,118,126,128,138,153,156,169,180.
** IPA da ricercare: Naftalene, Acenaftene, Acenaftilene, Fenantrene, Fluorantene, Benzo(a)antracene, Crisene,
Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantente, Benzo(a)pirene, Dibenzo(ah)antracene, Antracene, Pirene, Benzo (ghi)perilene, Indeno(1,2,3-cd)pirene, Fluorene
Il tenore delle sostanze sopra indicate (da intendersi come concentrazione media, per ciascun composto o gruppo di congeneri, dell’intera massa destinata al ripascimento) non deve essere superiore ai valori soglia indicati.
2.3. Indicazioni per la valutazione della compatibilità del materiale con le finalità balneari
Le informazioni relative alle caratteristiche tessiturali e al colore del materiale d’apporto e del sito di intervento sono funzionali a tale valutazione, insieme a quelle relative alle analisi microbiologiche.
Le valutazioni espresse da Arpal relativamente alle caratteristiche tessiturali del materiale destinato al ripascimento nonché del suo colore rispetto a quello della spiaggia di destinazione costituiscono un supporto istruttorio che il Comune potrà tenere in considerazione in sede di autorizzazione dell’intervento.
Qualora il materiale da ripascimento proveniente da cava o processi di macinazione presenti spigoli vivi, dovrà essere valutata l’esistenza di potenziali rischi per l’utenza balneare ovvero disagi legati al calpestio di materiale spigoloso. Sulla base del parere espresso in merito da Arpal, il Comune, in sede di rilascio dell’autorizzazione, potrà prevedere modalità e tempistiche di sversamento opportune (ad es. sversamento a mare del materiale in tempi utili al suo smussamento da parte del moto ondoso, stesura sul sito destinato a ripascimento al di sotto del materiale già esistente in loco).
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Nel caso di materiali provenienti da aree caratterizzate da “pietre verdi”:
per campioni in cui l’aliquota di granulometria inferiore a 2 cm è presente in quantità inferiore all’1% in peso, è necessario verificare che l’indice di rilascio per il parametro amianto sia inferiore a 0,1;
per campioni in cui l’aliquota a granulometria inferiore a 2 cm è presente in quantità superiore all’1% in peso, è necessario verificare che il contenuto in amianto sia inferiore a 1000 ppm.
Per quanto concerne la valutazione della compatibilità microbiologica dei materiali oggetto di ripascimento, in assenza di riferimenti normativi, Arpal valuterà, sulla base delle risultanze delle indagini microbiologiche eseguite sui parametri elencati nella tabella 3.1., la necessità o meno di prescrivere un trattamento teso a favorire il decadimento microbico, basandosi sulle risultanze del progetto “Studio per la verifica sperimentale del decadimento microbico sui sedimenti di origine fluviale per esposizione di agenti atmosferici”, del 1998.
La metodologia di abbattimento degli inquinanti microbici si basa sulla distribuzione (ove possibile) del materiale di ripascimento su di una superficie piuttosto estesa rispetto al volume del materiale contaminato, in modo da permettere una buona esposizione alle radiazioni solari e all’atmosfera; nel caso in cui ciò non sia fattibile per motivi logistici o di spazio, il cumulo può essere disposto a un lato della spiaggia e opportunamente segnalato.
Il sedimento, prima dell’utilizzo, andrà quindi lasciato in tale situazione favorevole all’abbattimento della carica batterica, per un periodo di tempo da determinarsi a cura di Arpal, a seconda della carica batterica iniziale rilevata. A titolo esemplificativo si riportano nella successiva tabella 2.3. i risultati dello studio citato.
Tabella 2.3. – Tempi di abbattimento carica batterica
TIPO DI INQUINAMENTO
PARAMETRO CARICA
ORIGINALE TEMPO DI
ABBATTIMENTO CARICA RESIDUA
BASSO
Coliformi Tot. (MPN/g s.s.)
2.090 30-40 gg <20
Coliformi F. (MPN/g s.s.)
2.090 30-40 gg <20
Streptococchi F. (MPN/g s.s.)
2.090 20-30 gg <20
Salmonelle (MPN/g s.s.)
143 10 gg <0,9
Miceti (UFC /g s.s.)
4.680 40-50 gg <50
Clostridi solfitor. (UFC /g s.s.)
910 50 gg <5
INTERMEDIO
Coliformi Tot. (MPN/g s.s.)
650.400 60 gg 20
Coliformi F. (MPN/g s.s.)
650.400 60 gg 20
Streptococchi F. (MPN/g s.s.)
156.000 60 gg 20
Salmonelle (MPN/g s.s.)
1.320 20 gg <0,9
Miceti (UFC /g s.s.)
108.000 60 gg 50
Clostridi solfitor. (UFC g s.s.)
3.720 60 gg <5
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TIPO DI INQUINAMENTO
PARAMETRO CARICA ORIGINALE
TEMPO DI ABBATTIMENTO
CARICA RESIDUA
ELEVATO
Coliformi Tot. (MPN/g s.s.)
1.641.836 60 gg 272
Coliformi F. (MPN/g s.s.)
1.641.836 60 gg 141
Streptococchi F. (MPN/g s.s.)
936.734 60 gg 90
Salmonelle (MPN/g s.s.)
19.387 30 gg <0,9
Miceti (UFC /g s.s.)
24.489 60 gg 50
Clostridi solfitor. (UFC /g s.s.)
12.244 30 gg <5
*si riferisce ai casi peggiori tra quelli considerati, per fornire un’indicazione cautelativa. N.B. I risultati sono stati
ottenuti dalla analisi di sedimenti provenienti da zone differenti e caratterizzate da contaminazione bassa, media ed elevata; come si può vedere, in riferimento al singolo parametro “miceti” il sito a media contaminazione presentava una carica superiore a quello caratterizzato da una contaminazione elevata. Tuttavia, come si può notare, la carica residua dopo un opportuno periodo di esposizione risulta essere identica
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PARTE IV- CAMPIONAMENTO ED ANALISI
Le seguenti indicazioni non valgono nei casi in cui il materiale destinato a ripascimento provenga da fondali portuali o fondali marini; in questo caso le attività di campionamento ed analisi devono essere conformi a quanto stabilito dal Regolamento Ministeriale recante modalità e criteri tecnici per l’autorizzazione all’immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini di cui al Decreto 15 luglio 2016 n. 173.
In tutti i casi in cui il materiale utilizzato per il ripascimento sia già funzionalmente connesso con la spiaggia delle celle litorali oggetto di ripascimento non occorre procedere ad alcuna caratterizzazione dei sedimenti: rientrano in tale caso il materiale già presente nella spiaggia e nella barra di foce, quest’ultimo se movimentato nell’ambito della stessa unità fisiografica; sono fatti salvi i casi in cui il sito di prelievo sia interessato da fonti di possibile contaminazione quali ad esempio spiaggia sommersa in continuità con bocche portuali o barre di foce di corsi d’acqua interessati da particolari eventi di contaminazione; tali eventualità dovranno essere valutate da Arpal che potrà prescrivere le analisi di cui alla tabella 4b ritenute necessarie al caso in questione . Il campionamento e le analisi necessari sono schematicamente indicati nella seguente tabella sinottica, sulla base della fonte di provenienza del materiale di apporto. Tipo di fonte analisi sulla spiaggia da ripascere analisi sul materiale di apporto
Spiaggia emersa nessuna nessuna
Spiaggia sommersa nessuna solo in caso di presenza di fonti di contaminazione: tabella 4b
Barra di foce solo in caso di materiale proveniente da altra U.F.: analisi granulometrica, colore
solo in caso di presenza di fonti di contaminazione: tabella 4b*;
solo in caso di utilizzo in altra U.F.: tabella 4a, tessitura
Alveo analisi granulometrica, colore Tabella 4b, tessitura
Cava terrestre analisi granulometrica, colore Tabella 4a, tessitura **
Scavo analisi granulometrica, colore Tabella 4b, tessitura
* il Comune può derogare alle analisi esclusivamente in caso di urgenti e inderogabili necessità di ordine idraulico correlate alla pubblica incolumità; in tal caso è ammessa la movimentazione dei sedimenti della barra di foce, a condizione che la movimentazione avvenga nell’ambito delle celle litoranee contigue alla barra di foce e comunque entro 100 metri dal sito di prelievo. ** per quanto riguarda la concentrazione in metalli e amianto di tabella 4a, Arpal potrà valutare anche certificati di analisi forniti dalla cava fornitrice, purchè le metodiche analitiche siano ritenute adeguate e le analisi non siano antecedenti a 2 anni rispetto alla data di richiesta del parere di compatibilità ambientale.
Per quanto riguarda la tessitura, si intende la descrizione della forma e della dimensione dei granuli, con particolare riferimento al grado di spigolosità e con l’ausilio di immagini fotografiche.
La valutazione del colore è da effettuare a livello descrittivo e con l’ausilio di immagini fotografiche.
1. Campionamento del materiale da utilizzare per il ripascimento Il campionamento del materiale da usare per ripascimento deve essere condotto in modo tale da ottenere campioni rappresentativi del materiale da utilizzarsi nel suo complesso.
Per lo svolgimento delle analisi di laboratorio chimiche e granulometriche è necessario prelevare un campione di circa 5 Kg, raccolto in contenitori di vetro o plastica.
Per determinazioni particolari quali PCB, pesticidi ed IPA devono essere impiegati contenitori di vetro per le aliquote di campione necessarie. Tutti i contenitori devono essere ben chiusi e sigillati.
Nel caso in cui siano richieste analisi microbiologiche è necessario prelevare una aliquota di circa 200 g da conservarsi in adeguato contenitore sterile e refrigerato.
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Se il materiale utilizzato per il ripascimento deve subire, prima dello sversamento nel sito da ripascere, trattamenti quali macinazione, vagliatura, lavaggio, il campionamento deve avvenire a valle dei trattamenti previsti.
1.1. Corsi d’acqua – alveo fluviale
Il prelievo di materiale dai corsi d’acqua interessa di solito tratti dell’alveo quasi completamente secchi, meandri o anse del letto fluviale dai quali emerge una quantità di materiale sfruttabile.
La difficoltà principale, per il soggetto che esegue il campionamento, consiste nel riuscire a prelevare un campione fino alla profondità alla quale sarà attinto il sedimento (in alcuni casi può superare il metro).
Gli strumenti ideali sono: il carotatore o l’escavatore a cucchiaio. In alternativa, possono essere utilizzati pala e piccone.
Il numero totale di campioni da analizzare sarà definito sulla base dell'estensione del sito e comunque non meno di un campione medio composito ogni 3000 m2.
Se il sedimento è disposto principalmente in una direzione (es. lingua di sabbia in un’ansa o tratto di alveo), lungo la striscia di materiale si individua la linea mediana (o più di una se la larghezza della striscia supera i 10 m). Tali linee devono essere suddivise, con continuità, in tratti di circa 30 m ciascuno.
I punti di campionamento sono individuati lungo ogni linea mediana, a circa metà di ciascun tratto. In ogni punto di campionamento così individuato saranno prelevate più aliquote in funzione della profondità alla quale si prevede di attingere il sedimento.
Il campione da sottoporre ad analisi risulterà composto dalle aliquote, prelevate in tutti i punti di campionamento individuati su di un’area di non più di 3000 m2, miscelate fra loro in un recipiente di opportuna capienza e adeguatamente omogeneizzate.
Nel caso in cui dall’analisi visiva del sito risultino evidenti in esso differenze in termini di omogeneità dei sedimenti presenti (sotto il profilo litologico, granulometrico, tessiturale) queste dovranno essere rappresentate da uno specifico campione raccolto secondo le indicazioni sopra fornite.
Nel caso in cui si rilevasse la presenza di eventuali materiali estranei presenti superficialmente (rifiuti, vegetazione...) si dovrà prevedere l’asportazione degli strati superficiali interessati dalla presenza di tali materiali, sia in fase di campionamento sia in fase di escavo.
1.2. Barra di foce
In presenza di possibili fonti di contaminazione che, a giudizio di ARPAL, ne rendano necessaria la caratterizzazione chimico microbiologica, la barra di foce deve essere suddivisa in un reticolo al massimo di 25 m di lato. Al centro di ciascun quadrato così ottenuto dovrà essere raccolta una aliquota prelevando il sedimento fino alla profondità di prelievo indicata nel progetto.
Se la barra di foce presenta una forma irregolare, ad esempio tende a cambiare in prossimità di un pennello in cui aumenta di estensione, il reticolo e quindi il campionamento dovranno essere adattati in modo da ottenere contributi da ogni porzione della barra stessa.
Dovrà essere ottenuto un campione composito per ogni 2.500 m2 di superficie della barra.
In ogni caso il campione rappresentativo di una barra di foce non potrà essere ottenuto da meno di tre aliquote differenti omogeneizzate tra loro e raccolte in modo da offrire la massima rappresentatività del sito secondo la valutazione tecnica dell'operatore.
Nel caso in cui si rilevasse la presenza di eventuali materiali non idonei presenti superficialmente (come ad esempio rifiuti o materiali vegetali) si dovrà prevedere l’asportazione degli strati superficiali interessati dalla presenza di tali materiali sia in fase di campionamento sia in fase di escavo.
1.3. Spiaggia sommersa
In presenza di possibili fonti di contaminazione che, a giudizio di ARPAL, ne rendano necessaria la caratterizzazione, la spiaggia sommersa deve essere suddivisa in un reticolo al massimo di 50 m di lato. Al centro di ciascun quadrato così ottenuto dovrà essere raccolta una aliquota prelevando il
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sedimento superficiale con benna o prelievo manuale.
Dovrà essere ottenuto un campione composito per ogni 10.000 m2 di superficie.
In ogni caso il campione rappresentativo di spiaggia sommersa non potrà essere ottenuto da meno di tre aliquote differenti omogeneizzate tra loro e raccolte in modo da offrire la massima rappresentatività del sito secondo la valutazione tecnica dell'operatore.
1.4. Terre e rocce da scavo
Si rimanda a quanto previsto dalla normativa specifica in materia.
1.5. Dragaggio di fondali portuali e di fondali marini
Si rimanda a quanto previsto dal regolamento ministeriale di cui al Decreto n. 173 del 15 luglio 2016.
1.6. Materiale derivante dalla macinatura di materiale di spiaggia
Al fine di valutare l’idoneità del materiale dopo il trattamento, è opportuno eseguire delle prove preliminari su piccole porzioni di macinato, prodotto anche in loco. Per il campionamento dei cumuli fare riferimento al successivo punto 1.7.
1.7. Cumuli
Qualora il materiale si presenti sotto forma di cumulo, supportato o meno da una parete, poiché il materiale a granulometria maggiore sarà presumibilmente disposto nella parte più bassa e centrale del cumulo, al fine di ottenere un campione rappresentativo il campionamento deve riguardare il materiale all’interno, sulla cima, e alla base del cumulo e, a seconda delle dimensioni, ad altezze diverse lungo la verticale, facendo sempre in modo di non compromettere la stabilità della struttura.
Per permettere operazioni di prelievo rappresentative dovrà essere prevista, a carico del richiedente, la presenza di strumentazioni idonee allo scopo quali escavatori o pale meccaniche nei pressi del cumulo.
Il numero totale di campioni da effettuare deve essere definito in base alle dimensioni del cumulo e alle valutazioni tecniche degli operatori, effettuate anche in base allo spazio disponibile per le attività; in ogni caso andrà prodotto, indicativamente, non meno di un campione rappresentativo ogni circa 6000 m3 di volume.
Sono di seguito illustrati alcuni scenari possibili, con indicazione delle modalità di campionamento da seguire:
Qualora lo spazio a disposizione lo consenta, dovranno essere predisposti cumuli di volume non superiore a 2000 m3 ciascuno. Si procederà quindi al prelievo di aliquote di materiale da ciascun cumulo. Le aliquote prelevate da più cumuli, fino al raggiungimento del volume di 6000 m3, dovranno essere riposte in un contenitore di idonea capienza e omogeneizzate accuratamente al fine di costituire un campione da sottoporre ad analisi.
Se il materiale è stoccato in un cumulo molto grande, dovrà essere prevista la stesura del materiale, mediante escavatore, in uno strato di altezza opportuna per il suo campionamento, tale da poter suddividere il materiale in celle mediante sovrapposizione di una maglia tale da generare celle di non più di 6000 m3. Ciascuna cella verrà sottoposta a campionamento, individuando più punti di campionamento sull’area interessata, prelevando per ciascun punto aliquote di materiale a diverse profondità, avendo cura di non mescolare il materiale di celle diverse.
E’ possibile procedere al campionamento di materiale durante la fase di costituzione del cumulo stesso, prelevando aliquote di materiale ad intervalli. Resta inteso che il materiale che ha generato un campione da sottoporre ad analisi (rappresentativo di un cumulo di volume di circa 6000 m3) non deve essere mescolato ad altro materiale rappresentativo di altri cumuli.
Nel caso in cui il cumulo sia interamente costituito da materiale lapideo proveniente da cava terrestre e sia stato sottoposto a processi di lavaggio e vagliatura certificati, può essere eseguito un solo campione che si intenderà rappresentativo di tutto il cumulo
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indipendentemente dalle sue dimensioni. Se il materiale così preparato risulta idoneo al ripascimento al quale è destinato, ulteriori cumuli di materiale preparati con le stesse modalità ed utilizzati per il medesimo ripascimento devono essere sottoposti almeno alla caratterizzazione granulometrica.
2. Campionamento del sito d’intervento Ai fini della caratterizzazione granulometrica del sito d’intervento deve essere ottenuto un campione rappresentativo di ogni cella mediante una serie di prelievi lungo la linea di battigia e lungo tutta la cella litorale.
Il prelievo va effettuato in condizioni di mare calmo, in corrispondenza del livello medio marino, possibilmente al centro di ogni falcatura minore presente sulla spiaggia. Nel caso di presenza di morfologie cuspidate il prelievo va effettuato al centro della concavità.
Vanno prelevati solo i primi 2-3 cm di spessore, campionando, pertanto, le lamine di sedimento espressione del moto ondoso in atto al momento del prelievo.
All’interno della cella oggetto dell’intervento di ripascimento dovranno essere prelevate almeno due aliquote su entrambi i lati della cella ed una al centro. Nel caso di celle molto lunghe o con porzioni della spiaggia che presentino caratteristiche chiaramente diverse dal resto, il campione può essere integrato con altre aliquote cosicché nella valutazione complessiva, a seguito dell’omogeneizzazione dei diversi prelievi, non si perdano informazioni.
3. Verbale di campionamento La fase di campionamento deve essere descritta tramite la redazione di apposito verbale di campionamento, impiegando i modelli di cui agli Allegati 3 e 4, riferiti rispettivamente al materiale per il ripascimento e al sito da ripascere. Il verbale deve essere accompagnato dalla cartografia del sito, in scala adeguata e comunque non superiore a 1:5.000, e da un disegno del sito con indicazione dei punti campionati.
4. Analisi
I parametri da ricercare sono elencati nelle tabelle di seguito riportate che distinguono due casi:
materiale proveniente da cava terrestre
materiale di diversa origine. Per quanto riguarda i metodi analitici occorre fare riferimento ai metodi di prova pubblicati da Arpal sul suo sito istituzionale; l’utilizzo di metodi alternativi dovrà garantire analoga efficacia.
Tabella 4.a. : parametri obbligatori da determinare sul materiale proveniente da cava terrestre.
Provenienza da cava
Parametri unità di misura
Granulometria %
Colore N.D.
Odore N.D.
Amianto* *
Mercurio mg/Kg s.s.
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Cadmio mg/Kg s.s.
Piombo mg/Kg s.s.
Arsenico mg/Kg s.s.
Cromo totale mg/Kg s.s.
Rame mg/Kg s.s.
Nichel mg/Kg s.s.
Zinco mg/Kg s.s.
* in base alle specifiche del paragrafo 4.1.
Tabella 4.b. : Parametri obbligatori da determinare sul materiale di provenienza generica
Provenienza non da cava
Parametri unità di misura
Granulometria %
Colore N.D.
Odore N.D.
Amianto* *
Mercurio mg/Kg s.s.
Cadmio mg/Kg s.s.
Piombo mg/Kg s.s.
Arsenico mg/Kg s.s.
Cromo totale mg/Kg s.s.
Cromo esavalente mg/Kg s.s.
Rame mg/Kg s.s.
Nichel mg/Kg s.s.
Zinco mg/Kg s.s.
Coliformi totali MPN/g s.s.
Coliformi fecali MPN/g s.s.
Streptococchi fecali MPN/g s.s.
Salmonelle MPN/g s.s.
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Spore clostridi solfitoriduttori
UFC/g s.s.
Ifomiceti UFC/g s.s.
Tributilstagno
µg/Kg s.s.
Policloridifenili
PCB
µg/Kg s.s.
Congeneri da ricercare
PCB 28
PCB 52
PCB 77
PCB 81
PCB 101
PCB 118
PCB 126
PCB 128
PCB 138
PCB 153
PCB 156
PCB 169
PCB 180
Idrocarburi totali µg/Kg s.s.
Idrocarburi Policiclici Aromatici
µg/Kg s.s.
Congeneri da ricercare
Naftalene
Acenaftene
Acenaftilene
Fenantrene
Fluorantene
Benzo(a)antracene
Crisene
Benzo(b)fluorantene
Benzo(k)fluorantene
Benzo(a)pirene
Dibenzo(ah)antracene
Antracene
Pirene
Benzo(ghi)perilene
Indeno(1,2,3-cd)pirene
Fluorene
Pesticidi organo-clorurati µg/Kg s.s.
Pesticidi da ricercare
Aldrin
alfa esaclorocicloesano
beta esaclorocicloesano
gamma esaclorocicloesano
DDT (isomeri 2,4 e 4,4)
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DDD (isomeri 2,4 e 4,4)
DDE(isomeri 2,4 e 4,4)
Dieldrin
Esaclorobenzene
Endrin
* in base alle specifiche del paragrafo 4.1.
Le caratteristiche granulometriche devono essere valutate mediante setacciatura a secco con preventiva separazione della frazione pelitica ad umido, secondo la scala di Wenthworth; oltre alle singole classi granulometriche dovranno essere calcolate le frazioni granulometriche ghiaia, sabbia, pelite.
I parametri di tabella 5.a. e tabella 5.b. devono essere tutti ricercati. Solo in caso di comprovata evidenza ambientale o tecnico-scientifica, potrà essere presa in considerazione l’eventuale scelta di non analizzare determinati parametri ritenuti non significativi. Arpal potrà validare la proposta o richiedere di effettuare, in parte o interamente, le altre analisi previste dalla tabella.
In casi particolari, ad integrazione della documentazione presentata, Arpal potrà richiedere di effettuare analisi aggiuntive relative ai parametri che riterrà significativi per l'area di indagine anche se non compresi tra quelli previsti nelle tabelle 5.a. e 5.b.
4.1. Specifiche per il parametro amianto
Relativamente al parametro amianto lo stesso è da ricercare solo nel caso in cui il materiale provenga da aree caratterizzate dalla presenza di “pietre verdi”: tali aree possono essere individuate riferendosi alla cartografia regionale denominata “Pietre Verdi” pubblicata sul Sito Ufficiale della Regione Liguria per l’Ambiente.
In tal caso l’analisi si effettua seguendo le procedure di seguito riportate a seconda delle caratteristiche granulometriche del materiale in esame:
4.1.1. Campioni in cui l’aliquota con granulometria < 2 cm sia presente in quantità inferiore all’1% in peso.
Si assimila il materiale al substrato roccioso, e si seguono i criteri di analisi previsti dall’Allegato 4 del Decreto Ministero Sanità 14 Maggio 1996 considerando contaminato il materiale con Indice di Rilascio > 0.1 (valutazione dell’amianto in fibra liberabile dal materiale); in questo caso l’analisi sarà eseguita previa setacciatura del materiale e recupero della pezzatura tra 5 e 50 mm.
Si veda a tal proposito, come riferimento, la metodologia riportata in Allegato 1.
4.1.2. Campioni in cui l’aliquota con granulometria < 2 cm sia presente in quantità superiore all’1% in peso.
Si assimila il materiale ad un suolo e si seguono i criteri di analisi previsti dall’allegato 1 al Decreto Ministero della Sanità 6 settembre 1994 (conteggio fibre e successiva valutazione del peso) considerando contaminato il materiale con contenuto in amianto superiore ai limiti previsti dalla tabella 1 dell’allegato 5 del Titolo V della parte quarta del D.Lgs. 152/06 (1000 ppm); in questo caso dovrà essere scartata in campo la frazione superiore a 2 cm; l’analisi di laboratorio sarà eseguita sulla frazione inferiore a 2 mm ottenuta tramite setacciatura.
Si veda a tal proposito, come riferimento, la metodologia riportata in Allegato 2.
4.2. Specifiche per i metalli pesanti
Le analisi per la determinazione del tenore in metalli pesanti devono essere eseguite su di un’aliquota del passante ai 2 mm, le concentrazioni così ottenute si intendono rappresentative dell’intero campione.
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Qualora la frazione inferiore ai 2 mm così ottenuta sia insufficiente per l’effettuazione delle analisi, la determinazione dei metalli andrà condotta sulla frazione inferiore ai 20 mm.
4.3. Specifiche per inquinanti diversi dai metalli pesanti
Poiché la contaminazione del materiale da parte degli inquinanti di prevalente origine antropica presi in considerazione ai fini dei presenti criteri avviene attraverso un meccanismo di assorbimento/adsorbimento superficiale, le analisi per la determinazione della loro presenza devono essere eseguite esclusivamente sulla frazione di campione passante ai 2 mm; in fase di elaborazione dei risultati dell’analisi, il valore della concentrazione riscontrata in tale frazione deve essere rapportato al peso originale del campione.
Pertanto nel caso in cui la frazione passante ai 2 mm sia minore o uguale all’1%, tali determinazioni possono non essere effettuate.
4.4. Referti analitici
I referti analitici, indipendentemente dal loro layout, dovranno essere su carta intestata dell'Ente o della Ditta incaricata di effettuare le analisi, ed essere firmati singolarmente dal responsabile del laboratorio che ha effettuato le analisi: in ogni caso dovranno contenere inderogabilmente almeno le seguenti informazioni: Identificazione del campione
Riferimento al verbale di campionamento
Risultato analitico
Percentuale della frazione passante ai 2 mm
Unità di misura
limite di rilevabilità strumentale (che deve essere inferiore, possibilmente di almeno un ordine di grandezza, rispetto ai valori soglia previsti per i parametri chimici).
Metodica di riferimento adottata
Data di analisi
Identificazione del laboratorio che ha effettuato le analisi
Firma del responsabile
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Allegato 1
Metodologia per la valutazione dell’indice di rilascio mediante microscopia elettronica a scansione
Riferimenti:
1) D.M. 14/05/96 (G.G.U.U., suppl. ord. 25 ottobre 1996, n. 251). Allegato 4B1 “Valutazione del contenuto di amianto nei materiali estratti – materiali in breccia”.
2) M. Marabini, F. Paglietti, P. Plescia: Amianto in materiali lapidei: suggerimenti per una procedura di indagine e di controllo. GEAM marzo-giugno 1997.
3) D.M. 06/09/94 (G.G.U.U. 20 settembre 1994, n. 220, suppl. ord. e 10 dicembre 1994, n. 288, suppl. ord.).Allegato 1B “Microscopia elettronica analitica a scansione”.
FASI ESSENZIALI DELLA PROCEDURA 1. Setacciatura (rif. 1 e 2) : setacciare il materiale usando step da 5 e 50 mm e recuperare la
frazione compresa tra i due setacci. 2. Pesata (rif.1): pesare 500 g di campione secco e introdurlo nel cilindro per l’automacinazione
riportando il numero di campione. 3. Automacinazione (rif.2): procedere con il metodo dell’automacinazione facendo rotolare il
cilindro per 4 ore ad una velocità di 50 giri/min. 4. Recupero (rif. 1) : raccogliere la frazione fine (< 2mm) così prodotta e pesarla. 5. Preparazione per l’analisi in SEM (rif. 3) della polvere: pesare tra 5g e 10g della frazione fine
(< 2 mm) , disperderla in soluzione con acqua distillata e tensioattivo allo 0.1%, filtrarne un’aliquota su un filtro in policarbonato per amianto, successivamente far aderire il filtro sul porta-campioni del SEM (stub) e completare con la metallizzazione.
6. Analisi al SEM (rif. 3) della polvere: sondare un numero di campi microscopici adeguato al limite di rilevabilità richiesto. E' consigliabile lavorare a 1000 ingrandimenti per poter analizzare fino ad 8mm2 di filtro. Individuare ogni aggregato di fibre d'amianto e valutarne il volume approssimandone la morfologia a cilindri aventi altezza pari alla lunghezza e diametro pari alla larghezza misurati. Nel caso di aggregati complessi, suddividerli opportunamente in più fasci in modo da ridurre al minimo l’errore di stima del diametro. Valutare la massa delle fibre utilizzando una densità di 2.6g/cm3 per il crisotilo e 3.0 g/cm3 per gli anfiboli.
7. Determinazione della concentrazione in peso di amianto (rif 3) nella polvere: Nel DM la formula della concentrazione C espressa in ppm è riportata con l’esponente negativo, si ritiene invece corretta la seguente espressione: C = concentrazione dell'amianto nel campione in ppm; A = area effettiva del filtro (mm2) n = campi esaminati sul filtro; pa e pc = peso dell’amianto identificato negli n campi (mg); a = area di un campo all’ingrandimento di lettura utilizzato (mm²); P= peso totale del campione depositato sul filtro (mg).
8. Valutazione della densità relativa (rif.1 e rif. 2):
La densità relativa è definita come: densità relativa = densità apparente/densità assoluta
610
Pan
ppAC ac
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cautelativamente si può utilizzare, come densità apparente, il valore di 1.45 tonn/m3 (valore comunemente utilizzato dalle Ditte che commercializzano pietrisco).
9. Calcolo dell’Indice di Rilascio (rif.1 e rif. 2):
Essendo:
% amianto = la concentrazione C di amianto nel polverino espressa in %.
ativadensitàrel
amiantoRI
%
%..
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Allegato 2
Metodologia per la valutazione della concentrazione di amianto in peso mediante microscopia elettronica a scansione
Riferimenti:
1) D.M. 06/09/94 (G.G.U.U. 20 settembre 1994, n. 220, suppl. ord. e 10 dicembre 1994, n. 288, suppl. ord.).Allegato 1B “Microscopia elettronica analitica a scansione”.
FASI ESSENZIALI DELLA PROCEDURA 1. Essiccazione: lasciare il campione in termostato a 50°C fino ad ottenere un’umidità residua
inferiore al 3%. 2. Setacciatura e pesata: pesare l’intera aliquota, setacciarla a 2mm, recuperare e pesare la
frazione sottostante. 3. Preparazione per l’analisi in SEM: pesare tra 5g e 10g della frazione fine (<2mm),
disperderla in soluzione con acqua distillata e tensioattivo allo 0.1%, filtrarne un’aliquota su un filtro in policarbonato per amianto, successivamente far aderire il filtro sul porta-campioni del SEM (stub) e completare con la metallizzazione.
4. Analisi al SEM: sondare un numero di campi microscopici adeguato al limite di rilevabilità richiesto. E' consigliabile lavorare a 1000 ingrandimenti per poter analizzare fino ad 8mm2 di filtro. Individuare ogni aggregato di fibre d'amianto e valutarne il volume approssimandone la morfologia a cilindri aventi altezza pari alla lunghezza e diametro pari alla larghezza misurati. Nel caso di aggregati complessi, suddividerli opportunamente in più fasci in modo da ridurre al minimo l’errore di stima del diametro. Valutare la massa delle fibre utilizzando una densità di 2.6g/cm3 per il crisotilo e 3.0 g/cm3 per gli anfiboli.
5. Determinazione della concentrazione in peso di amianto nella frazione<2 mm: Nel DM la formula della concentrazione C espressa in ppm è riportata con l’esponente negativo, si ritiene invece corretta la seguente espressione: C = concentrazione dell'amianto nella frazione fine< 2mm, (ppm); A = area effettiva del filtro (mm2) n = campi esaminati sul filtro; pa e pc = peso dell’amianto identificato negli n campi (mg); a = area di un campo all’ingrandimento di lettura utilizzato (mm²); P= peso totale del campione depositato sul filtro (mg).
6. Determinazione della concentrazione in peso di amianto nel campione totale: Ctot = concentrazione dell'amianto libero nel campione totale; C = concentrazione dell'amianto nella frazione < 2mm, in ppm; P2mm = peso della frazione < 2mm; Ptot= peso del campione totale.
610
Pan
ppAC ac
tot
mmtot
P
PCC 2
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Allegato 3
VERBALE DI CAMPIONAMENTO
Materiale per il ripascimento
CODICE CAMPIONE ___________________
DESCRIZIONE MATERIALE
Origine:
____________________________
____________________________
____________________________________
____________________________
____________________________
Colore ____________________________
Odore: ____________________________
Volume materiale totale stimato (m3): _____________________
DESCRIZIONE METODOLOGICA (Specificare la metodica con la quale sono stati individuati i campioni medi da analizzare) _________________________________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________________________________________________
Disegno del sito di prelievo con indicazione dei punti di prelievo delle aliquote
e stralcio planimetrico scala non superiore a 1:5000 con indicazione del sito di campionamento.
NOTE _______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Data e ora del campionamento:
Richiedente:
Prelevatore:
Comune e ubicazione materiale da ripascimento :
alveo barra fociva
marino portuale
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PARAMETRI DA DETERMINARE
Granulometria Metalli TBT Piombo PCB Totali Rame Idrocarburi totali Zinco
Idrocarburi Policiclici Aromatici Nichel Naftalene Mercurio Acenaftene Cromo Cromo VI Acenaftilene Cadmio Fenantrene Arsenico Fluorantene Parametri microbiologici Benzo(a)antracene Coliformi Totali Crisene Coliformi Fecali Benzo(b)fluorantene Streptococchi Fecali Benzo(k)fluorantene Salmonelle Benzo(a)pirene Miceti Dibenzo(ah)antracene Clostridi solfitoriduttori Pirene Parametri aggiuntivi Benzo(ghi)perilene
Indeno(1,2,3-cd)pirene
Fluorene
Pesticidi e fitofarmaci
Aldrin
HCH alfa
HCH beta
HCH gamma
DDT
DDD
DDE
Dieldrin
Esaclorobenzene
Endrin
Firma Prelevatori Data consegna
___________________________________ _______________
___________________________________
* PCB da ricercare: 28,52,77,81,101,118,126,128,138,153,156,169,180.
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Allegato 4
VERBALE DI CAMPIONAMENTO
Sito da ripascere
CODICE CAMPIONE ___________
DESCRIZIONE SPIAGGIA
Superficie stimata (m2): _______________________________________________________
Colore: _____________________________________________________________________
Odore: _____________________________________________________________________
DESCRIZIONE METODOLOGICA (Specificare la metodica con la quale sono stati individuati i campioni medi da analizzare)
________________________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________________________
DISEGNO DEL SITO DI PRELIEVO con indicazione dei punti di prelievo delle aliquote. (e stralcio
planimetrico scala almeno 1:5000 con indicazione dei punti di prelievo delle aliquote.)
PARAMETRI DA DETERMINARE
Granulometria
Altri parametri aggiuntivi
_______________________ _______________________
_______________________ _______________________
_______________________ _______________________
_______________________ ______________________________________________ _______________________
_______________________ _______________________
NOTE
Data e ora del campionamento:
Richiedente:
Prelevatore:
Comune e ubicazione punto campionamento :
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_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Firma Prelevatori Data consegna
___________________________________ _______________
___________________________________