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N. 4 - APRILE 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE - AutORIzzAzIONE tRIb. PERugIA N° 660 dEL 7/03/1983 CRISTIANI: GIOIOSI, GIOVANI E INSIEME

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N. 4 - APRILE 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE - AutORIzzAzIONE tRIb. PERugIA N° 660 dEL 7/03/1983

CRISTIANI:GIOIOSI, GIOVANI

E INSIEME

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2 Chiesa Insieme APRILE 2016

UN LIBRO PER CAMMINARE

Un libro si legge. Oggi, in ve-rità, sempre di meno. Internet la fa da padrone. E il linguag-gio diventa sempre più “twitter”.Ma ci sono libri che sono fatti per resistere a questa rivoluzione. Il primo, il più importante, è sen-za dubbio la Parola di Dio. Magari la si legge-rà da uno smartphone, ma non la si potrà ar-chiviare. Pena perdere l’orientamento, come quando, sull’auto, va in tilt il navigatore.Il libro di cui sto parlan-do in questo editoriale è ancora in cantiere. Ma ormai alle ultime battu-te. Aspetto solo gli esiti di un’ultima consultazione, e poi via alle stam-pe. È il LIBRO DEL SINODO.Ho promesso che lo conse-gnerò, a Dio piacendo, il 14 maggio, vigilia di Pentecoste.Già, perché non vuol essere un “libro”. Vuol essere un fuoco ac-ceso, un impulso di vita, una ta-bella di marcia. Tutte cose che solo lo Spirito di Dio sa donare.Abbiamo lavorato per tre anni: pre-gando, discutendo, approvando…

Le proposizioni sinodali sono ormai un fatto. Espressione di una Chie-sa che si è interrogata, alla luce di Dio, e ha tracciato un itinerario.Ora tocca a me, come pastore, dare al tutto il tocco della deci-sione. Per camminare più spe-ditamente. Sulla stessa strada. Non anticipo: i tredici capitoli (ma non ci si spaventi: i primi lettori mi dicono che si legge bene…) sa-ranno oggetto, nel prossimo anno

pastorale, mese per mese, parrocchia per parrocchia, di una as-similazione comunita-ria. Non si cammina se non si conosce la stra-da, se non si ha ben chiara la meta, se non si è sufficientemente motivati. Il libro si propone questo. Ed è fatto per tutti: preti,

religiosi, laici… Anticipo solo, per solletica-re il palato, tre slogan, che ca-ratterizzano i primi tre capito-li. Si riferiscono a dimensioni fondamentali dell’esistenza cristia-na. In questi termini: «Cristiani, cioè gioiosi». «Cristiani, cioè gio-vani». «Cristiani, cioè insieme…».Una triade programmatica. Posta nel fuoco della Pentecoste. Vieni, Spirito Santo!

+ Domenico, vescovo

LA PAROLA DEL VESCOVO

EditorialeSOMMARIO

EditorialE dEl vEscovo Un libro pEr camminarE - pag. 2

FocUsil vEscovo canta alla camEra - pag. 3

primo pianosEttimana santa in assisi pag. 4-5 pasqUa a nocEra E GUaldo pag. 6

attUalitàmEssaGGio dEl vEscovo pEr lE

ElEzioni amministrativE 2016 - pag. 7

vita consacrata

sUorE svEdEsi in assisi - pag.11

FamiGliE dEl vanGElo

FormazionE dEllE cmFv comUnità di valFabbrica - pag.12

FormazionE

il ciclo di incontri dElla crEsU - pag. 13

parrocchiEsan rUFino / san Facondino

san pEllEGrino - pag. 14

nEws

notiziE nEws - pag.15

appUntamEnti aprilE/maGGio 2016 - pag.12

Notiziario della diocesi diAssisi - Nocera U. - Gualdo T.Direttore responsabile: Vittorio Peri

In redazione: Marina Rosati - Marco Fortebracci

Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg)

Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : [email protected] -

Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento

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3Chiesa Insieme APRILE 2016

Focus

Marina Rosati

ROMA – Il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta-dino monsignor Domenico Sorrentino canta nella Sala della Regina del Par-lamento italiano il testo del Cantico delle Creature. Questo è quanto av-venuto martedì 15 marzo in occasione della presentazione del libro del ve-scovo intitolato “Laudato Si’. Dal Can-tico di frate Sole all’Enciclica di Papa Francesco” alla Camera dei deputati. Era presente anche la presidente del-la Camera dei deputati Laura Boldrini, la vicepresidente Marina Sereni, molti onorevoli, il sindaco di Assisi Antonio Lunghi e circa centocinquanta parte-cipanti.L’iniziativa è stata promossa dai de-putati eletti in Umbria di tutti i gruppi parlamentari su iniziativa dell’onore-vole Walter Verini. La presidente Bol-drini dopo aver salutato il vescovo e gli ospiti ha sottolineato che il libro “è facile da leggere, ma pieno di con-tenuti. Quella del destino del pianeta deve essere una preoccupazione che riguarda tutti e che è anche lo spi-rito dell’Enciclica del Pontefice. Papa Francesco – ha aggiunto – non si li-mita a parlare agli uomini di buona volontà, ma vuole parlare a tutti, cre-denti e non credenti, perché il futuro del pianeta sicuramente riguarda tutti. Nella “Laudato Si’” - ha specificato ancora la presidente – ciascuno può trovare tante chiavi di lettura e tante direttrici. Credo che questa Enciclica abbia contribuito enormemente anche al buon esito della conferenza della COP21 a Parigi. Questo documento del Papa è stato sicuramente un modo per stimolare i capi di stato e di gover-no e anche per avere più attenzione da parte dei mezzi d’informazione e dell’opinione pubblica. La forza di que-sto testo si ripropone costantemente e sta nella lettura unitaria che dà al tema della natura e mette in colle-gamento il degrado ambientale con il degrado sociale. Non si può pensare di amare la natura se non si amano gli esseri umani e tra loro gli esseri umani più svantaggiati. Il Papa ci fa notare che non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli

altri esseri della natura se ci si disin-teressa dei poveri. Papa Francesco ci dice che è molto quello che si può fare. Quindi ognuno può fare la propria parte. Allora il legislatore ha il compito di agire per i provvedimenti ambientali con tutta l’urgenza necessaria perché ormai non possiamo non sapere che il tempo sta per scadere”. Sono seguiti gli interventi di padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento; di Luigino Bruni, ordinario di Economia politica all’Università Lumsa di Roma e di Marco Tarquinio direttore di Avvenire. Padre Fortunato riferen-dosi all’Enciclica del Pontefice ha sot-tolineato come questo saggio sia un “grido di aiuto per salvare la terra. La “Laudato Si’” ci dice che noi dobbiamo fare i conti con le periferie della sto-ria; una periferia che è prima di tutto umana e poi ambientale. Il vescovo nel libro cita molte volte che la ter-ra viene chiamata madre e sorella ad indicare la grande responsabilità che ha l’uomo. Nel Cantico tutte le cose vengono chiamate fratello o sorella, solo la terra viene chiamata madre o sorella ad indicare la profonda respon-sabilità che San Francesco desiderava dall’uomo nei confronti della terra. La lettura di queste pagine – ha concluso riferendosi al saggio scritto dal vesco-vo –, come spero anche dell’Enciclica deve terminare con: ho una grande re-sponsabilità che inizia dentro casa mia con il riciclare, con la differenziata con quelle piccole scelte che ci educano e vanno in questa direzione”. L’intervento di Luigino Bruni ha messo in evidenza che “oggi c’è molta solida-rietà immune, che si occupa dei poveri senza toccarli: ma la prima cura per i poveri sono gli abbracci e i baci, come

ha testimoniato lo stesso San France-sco, che fa risalire la sua conversio-ne all’incontro di Rivotorto, quando ha abbracciato e baciato un lebbroso”. Il direttore di Avvenire, Marco Tarqui-nio ha affermato che “bisogna reinter-pretare il lavoro e lo spartito del tem-po, se vogliamo che l’ecologia non sia un modo di dire ma un modo di fare. L’ecologia è un grande lavoro quoti-diano da fare, che riguarda noi tutti, i nostri stili di vita che Papa Francesco ci chiede di cambiare. Ed è possibile, è una sfida che si può vincere se si hanno politici con occhi che guardi-no al domani e anche mistici, persone cioè che sappiano vivere la dimensio-ne verticale dell’esistenza. Perché è dall’alto che si riescono a vedere i veri contorni delle cose”. Prima di conclu-dere con il canto, nel suo intervento il vescovo Sorrentino ha ringraziato per l’iniziativa “non tanto perché mi trovo anch’io ad essere protagonista di que-sto momento per il libro che ho scritto, ma perché dietro a questo libro c’è San Francesco. Questo momento ci aiuta a metterci in sintonia con lui. Mi sento orgoglioso di essere vescovo in Umbria dopo questa iniziativa perché l’Umbria ha dimostrato di avere colto nel Cantico un tratto della sua fisiono-mia e un momento della sua ricchez-za storica. Grazie alla presidente della Camera: siamo nel Parlamento; San Francesco è patrono d’Italia e dice tanto alla nostra nazione e lo dice an-che con questo Cantico che come tutti ricordiamo è una perla della nostra let-teratura agli albori della stessa. Come testo letterario lo possono condividere tutti, credenti e non credenti almeno da questo punto di vista e credo non solo”. 3

Presentato a Montecitorio il libro del vescovo di assisi Monsignor doMenico sorrentino

Il Cantico di Frate Sole risuona alla Camera

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4 Chiesa Insieme APRILE 2016

Primo piano

Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI – Tanti pellegrini che giun-gono ad Assisi spesso mi chiedono cosa abbia in fondo la Chiesa di di-verso da altre associazioni, ditte, isti-tuzioni filantrope, umanitarie. Il bene può esserci ovunque. Rispondo lo si comprende a fondo attraverso la passione, morte e resurrezione di un Dio-Padre fatto uomo nel Figlio che supera il tempo e lo spazio ed entra nella nostra storia. E’ Lui il culmine della nostra speranza, perché qual-siasi siano le mie e le tue fragilità, peccati, limiti, offese, paure, inade-guatezze al tuo mandato, sappiamo presentarci sempre come siamo a un Padre che perdona. E’ un gesto che richiede coraggio al nostro orgoglio. È il perdono misura della Misericordia e dell’amore gratuito che distingue e connota la Chiesa.Lo sperimentiamo durante la settima-

na Santa alle celebrazioni nella cat-tedrale di san Rufino e per le vie di Assisi Mercoledì santo la santa messa cri-smale; il vescovo Sorrentino ti ha ri-cordato che resta indelebile e inattac-cabile nel suo fascino che viene da Dio la bellezza del sacerdozio, dono della sua misericordia. “Lo ricordano le parole stesse di Gesù: «Lo Spirito del Signore è su di me. Mi ha consa-crato con l’unzione». Questa unzione plasma la sua umanità, facendo di lui l’Unto per eccellenza, il Cristo. E si declina poi nella sua missione di evangelizzatore e liberatore, espres-sione della misericordia di Dio verso poveri, ciechi, prigionieri ed oppressi, insomma verso tutte le forme della sofferenza umana. Tre olii sono sta-ti benedetti. Tutti e tre, espressioni di misericordia. Tutti e tre, volti dello Spirito Santo nella nostra vita. L’olio dei catecumeni, degli infermi e il sa-cro crisma”.

Giovedì Santo, messa in Coena Do-mini al canto “Sono giunte le nozze dell’Agnello la sua Sposa è pronta” il preludio del vescovo il quale ha di-chiarato che esso “ci proietta subito verso la Gerusalemme celeste perché la sua Sposa, la Chiesa, un giorno nonostante tutto sarà pronta”. Il volto stesso di Dio e l’immagine eucaristi-ca del Padre. Un Dio che per salva-re il suo popolo dalla schiavitù deve colpire. L’Eucaristia, cuore pulsante della Chiesa, entra in questa logica di salvezza, Dio non colpisce più per salvare perché colpisce se stesso nel Figlio il cui sangue è sparso per noi e muore per noi ogni volta che spez-

la settiMana santa ad assisi: il Perdono Misura dell’aMore gratuito che connota la chiesa; tanti fedeli e Molti Pellegrini ai riti nella cattedrale di san rufino

Passione, morte e resurrezione di Gesù: la gioia del Dio vivente

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5Chiesa Insieme APRILE 2016

Primo piano la settiMana santa ad assisi: il Perdono Misura dell’aMore gratuito che connota la chiesa; tanti fedeli e Molti Pellegrini ai riti nella cattedrale di san rufino

Passione, morte e resurrezione di Gesù: la gioia del Dio vivente

ziamo il pane eucaristico, si fa pane spezzato, Corpo spezzato. Mangiare il Cristo ci cristifica, ci fa famiglia. Con il gesto della lavanda dei pie-di ti chiede il servizio senza stare a guardare che ci sia il traditore. È un progetto per una società che metta al centro il servizio che dobbiamo con-tinuare a coltivare in un mondo dove ci sgomentano scene di violenza e terrorismo. La risposta? L’amore gra-tuito che perdona. Venerdì Santo è il tempo dell’Ecce Homo. Durante la Passione del Si-gnore, la Chiesa mostra al popolo

l’uomo col corpo e il viso martoriato, Pilato t’invita ancora oggi a conside-rare il grande mistero del Dio-uomo e a riflettere come siano stati e tut-tora siano i nostri peccati ad aver inflitto tali dolori a Cristo Gesù che per puro amore gratuito si è nasco-sto nell’umanità, facendosi uomo in carne, ossa e sangue, versato per noi. Ma non basta comprendere il mi-stero. L’Ecce Homo ti ha esortato a innalzare concretamente lo sguardo su di Lui per imitarlo, per imparare ad amare col cuore di Cristo. Dopo averlo contemplato il tuo sguardo non può più girarsi dall’altra parte di fron-te all’umanità sofferente che giunge a noi nei barconi, da ogni parte e in qualsiasi altro modo, perché lo dice San Paolo che incontrare il suo sguardo significa impegnarci a se-guirlo nella Sua Passione. E’ il senso delle processioni: commovente quel-la del mattino con le soste presso i conventi delle suore di clausura e la casa di riposo Andrea Rossi e quella suggestiva delle 20.30 che si muove in una città semibuia con l’Addolora-ta sino alla Basilica Inferiore di San Francesco dove tu, io, tutti abbiamo ritrovato con lei nostra Madre suo Fi-glio. Sabato Santo e Domenica di Pasqua, la speranza dell’attesa silenziosa e penitente è esplosa nella Veglia Pa-squale con le letture della Liturgia della Parola, i gesti liturgici e simboli: il fuoco acceso alle porte della Chie-sa, l’accensione del cero pasquale Cristo luce del mondo alla quale tutti

dal Battesimo in poi abbiamo attinto la fede che ha illuminato il buio della notte, i canti dell’Exultet e di gioia e gloria dei giovani. Si è sperimentato e contemplato lo splendore del Ri-sorto nel suggestivo ed emozionante Battesimo ai catecumeni, nell’annun-cio sinodale di monsignor Sorrentino di essere: Cristiani gioiosi, giovani e insieme. Si è ricevuto grazia su grazia e puoi dire con il parroco della cattedrale don Cesare Provenzi che ha presie-duto la celebrazione della domenica di Pasqua: “Non è qui!. L’annuncio dell’angelo alla Maddalena, le tre pa-role Non è qui puoi ripeterle a te, perché il Risorto ha lasciato la tomba vuota e cammina con noi per le no-stre vie, si è fatto tuo compagno di viaggio”.Ecco hai compreso ora la bellezza della Chiesa che supera ogni sua fragilità: è un “Dio umano” che ci ri-scatta, una Madre che ci abbraccia, il perdono per perdonare, un amore gratuito che scalda le relazioni e non ci fa temere, come dice papa Fran-cesco, la tenerezza, ma si fa servizio.Lo hanno dimostrato i tantissimi pel-legrini e assisani che come me e te più degli altri anni hanno gremito le nostre vie e la cattedrale di san Rufino e si sono accostati al sacra-mento della Riconciliazione. Non ti resta altro che l’annuncio più bello da portare con te nella quotidianità: “Cristo è Risorto” perché chi ti ascolta risponda: “ Si, è veramente Risorto. Alleluia” e nei tuoi occhi che hanno sperimentato il perdono si senta per-donato a sua volta da Dio-Padre. 3

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6 Chiesa Insieme APRILE 2016

Primo pianodurante l’oMelia a nocera uMbra il Presule ha ricordato ai ragazzi l’iMPortanza della faMiglia

Pasqua nel segno della Confermazione

Antonella Porzi

NOCERA UMBRA - E’ stata una Pa-squa di resurrezione molto partecipata concelebrata nella cattedrale di Noce-ra Umbra dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta-dino monsignor Domenico Sorrentino e dal priore del capitolo concattedrale don Ferdinando Cetorelli, alla presen-za delle autorità civili e militari, delle

confraternite e dei ragazzi che rice-veranno il sacramento della cresima.Il vescovo che ormai da dieci anni celebra la Pasqua nella città è stato accolto con grande calore dai fedeli. Durante l’omelia riferendosi alle fami-glie dei cresimandi ha annunciato di vo-ler cambiare le ‘regole’ del catechismo coinvolgendo negli incontri anche i ge-nitori per fare comunità e comunione. Ha così sottolineato l’importanza di

prendersi cura dei figli, nonchè quella della famiglia e della sua custodia. Ha parlato della crisi che colpi-sce sempre di più il nucleo fa-miliare evidenziando l’importan-za dell’unità e della condivisione.Al termine della celebrazio-ne eucaristica, prima del pran-zo, il vescovo ha incontrato le fa-miglie e i ragazzi della Cresima. 3

celebrazione del sacraMento della cresiMa nella concattedrale di san benedetto a gualdo tadino

Il vescovo annuncia novità nella catechesi Alberto Cecconi

GUALDO TADINO - Grande festa nel-la basilica concattedrale di San Be-nedetto di Gualdo Tadino nel lunedì di Pasqua. Il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta-dino monsignor Domenico Sorrenti-no ha presieduto la concelebrazione eucaristica, nel corso della quale ha conferito il sacramento della Confer-mazione a 27 ragazze e ragazzi delle

parrocchie di San Benedetto e San Donato, che si erano preparati sot-to la guida di 4 catechiste, dell’Acr e degli Scout. Il presule, nell’omelia, ha ricordato che ci saranno presto delle novità anche a livello di cate-chesi: nella prossima veglia di Pen-tecoste, presenterà il libro “scritto con voi”, frutto del Sinodo diocesano, e che prevede il coinvolgimento diretto delle famiglie. Si è chiuso con le foto ricordo dei cresimati col vescovo.3

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7Chiesa Insieme APRILE 2016

PERAMOREDEL MIO

POPOLO Messaggio del vescovo alla città di Assisi

in vista delle elezioni amministrative 2016

1. ELEZIONI E BENE COMUNE La politica – quando è autentica – è una preziosa forma di carità. Per questo, nei miei dieci anni di ministero assisano, non ho fatto mai mancare una parola su questo tema. Per lo stesso motivo ho voluto la Scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo”.La Chiesa ha il dovere di occuparsi della politica, nel senso più alto di questa parola, in forza della sua missione di testimonianza evangelica, di formazione delle coscienze

e di servizio all’uomo. Tocca ai cristiani laici assumersi le proprie responsabilità, anche quelle della dialettica elettorale. I pastori, invece, rispetto a quest’ultima, devono fare un passo indietro. Mi attengo rigorosamente a questo principio e, pertanto, anche nelle prossime elezioni per il Comune di Assisi, non ci sarà un candidato o una lista della Chiesa. Altrettanto evidente però che i cristiani – almeno quelli coerenti! – valuteranno persone e programmi alla luce del vangelo e della dottrina sociale della Chiesa.Con questo chiarimento preliminare, vengo ad offrire un contributo alla riflessione, rivolgendomi non solo ai membri della comunità cristiana, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Desidero porre interrogativi e stimolare un dibattito, tracciando il profilo di una Città che sogno, e che spero tanti sognino con me. Mi spinge a parlare l’amore per

la gente e la Città di Assisi. Mi risuona dentro la parola del profeta: “Per amore di Sion non tacerò..” (Is 62,1).

2. ASSISI: UNA CITTÀ “MISSIONE”

Scendendo alla Porziuncola per andare incontro a “sorella morte”, Francesco benedisse la sua Città. Chi guarda alla nostra Assisi, dal mondo intero, la sente una città bene-detta. Apprezzo che il comune l’abbia connotata, nel suo gonfalone, “Seraphica Civitas”. Questo ovviamente non significa che la Città debba essere “sacralizzata”. Lo esclude la

distinzione che lo stesso cristianesimo ha introdotto nel rapporto tra dimensione religiosa e dimensione secolare, distinzione che fonda il concetto di laicità. Una Città è un luogo di vita per tutti, capace di accogliere e rispettare le differenze, creando condizioni di benessere e di pace. Ogni Città tuttavia ha una fisionomia legata alla sua storia, e questa fisionomia per Assisi – senza dimenticare la

La Chiesa non entra in lizza. Responsabilità

dei laici. Un contributo alla riflessione.

Una concezione “laica” della Città, nel rispetto

della sua storia.

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8 Chiesa Insieme APRILE 2016

sua storia più ampia, fino alle origini pre-cristiane – ha i tratti speciali di Francesco e Chiara. La loro scelta di Cristo e del vangelo incise sul volto di questa Città. Ad Assisi – si suol dire – anche le pietre parlano, e fanno risuonare il Cantico di Francesco: «Laudato si’». È quello che fa la differenza di Assisi nel mondo. Potrebbe, una buona politica, desiderosa di interpretare la vocazione e la missione della Città, sottovalutare questo dato? Se i credenti lo sentono legato alla propria fede, quanti non si riconoscono nella fede possono almeno leggerlo come un fatto storico e culturale. Oltretutto un fatto dal quale la Città trae non poco del suo benessere. Che cosa implica ciò, nel concreto di un programma amministrativo? Credo sia tanto evidente, da poter lasciare la risposta al buon senso.

3. UNA CITTÀ ACCOGLIENTE

Il problema dell’accoglienza di solito si pone ad Assisi soprattutto in relazione ai pelle-grini. Un compito che riguarda la Chiesa, ma coinvolge anche le strutture di ospitalità, sia quelle di segno più alberghiero e laico, sia quelle legate a comunità religiose. Ne-cessarie le une e le altre. È da auspicare che formino un “sistema integrato”, animato dalla collaborazione, nella correttezza legale corrispondente alla fisionomia di ciascuna

struttura. Può essere d’aiuto un “tavolo” di reciproca conoscenza e di comune programmazione. Accoglienza oggi significa anche apertura della Città, oltre che della Chiesa, al nuovo mondo che va na-scendo dalle migrazioni globali. Immigrati, profughi, rifugiati, e altre tipologie di uomini e donne che giungono tra noi segnati dal bisogno, hanno diritto di aspettarsi dalla Città di Francesco apertura di case e di cuori. Certamente questa accoglienza deve essere ben regolamentata e non produrre problemi alla sicurezza delle persone e all’ordine pubblico. Ma l’accoglienza non può mancare: Assisi, patria del Poverello, smentirebbe se stessa! La Caritas ha sta-bilito per questo un buon rapporto con i servizi sociali del Comune. Una collaborazione da sviluppare. Mi auguro che il dibattito sulla politica della Città parta dalla condizione degli ultimi, e non trovi una Città arroccata e chiusa. Fasce di disagio sociale sono presenti anche nella popolazione assisana. Un problema specifico riguarda la Città antica che si è progressivamente spopolata, anche perché non adeguatamente servita. Una politica che guardi alle esigenze dei residenti, facendo in modo che essi possano sentirsi “a casa” nella propria Città, è indispensabile, e certo non in alternativa ad un concetto di Città aperta. L’accoglienza comincia dalla porta accanto!

4. UNA CITTÀ PER IL LAVORO E LA LEGALITÀ

Nel territorio diocesano la crisi economica ha messo in ginocchio molte aziende e con esse tante famiglie. In questo orizzonte critico, la Città di Assisi è, tutto sommato, fortunata. Proprio il suo essere un centro mondiale di pellegrinaggio, tiene in vita e mette in moto speciali ri-sorse. Mi ha meravigliato tuttavia il dato che, pur essendo aumentato a vista d’occhio,

negli ultimi anni, il numero dei visitatori, non è aumentato il numero di coloro che pernottano ad Assisi. Cresce il turismo “mordi e fuggi”. Non c’è da interrogarsi? La Città deve fare il possibile per stimolare una crescita delle opportunità di lavoro, nell’ambito turistico e in altri settori. Al tempo stesso occorre promuovere una cultura del lavoro che non ceda a logiche di sfruttamento e tenga nel debito conto i diritti dei lavoratori. Dobbiamo inoltre respingere sul nascere infiltrazioni malavitose, di cui già abbiamo avuto avvisaglie, combattendo quel sottobosco di illegalità che è terreno di coltura della criminalità organizzata.

5. UNA CITTÀ PER LA PACE

La testimonianza di Francesco ha fatto della nostra Città un simbolo mondiale di pace. Una pace che riguarda innanzitutto le coscienze: il perdono della Porziuncola, di cui quest’anno celebriamo l’VIII centenario, mira a questo. Ma anche la pace nelle sue molteplici dimensioni personali, relazionali, politiche, mondiali. La Chiesa ha valorizzato questo carisma di Assisi soprattutto con l’iniziativa che trent’anni fa (27 ottobre 1986)

vide riuniti, con Giovanni Paolo II, i leaders delle varie confessioni cristiane e delle grandi religioni del mondo, per la preghiera a favore della pace. Da allora si parla di “spirito di Assisi”. Uno “spirito” che può aiutare davvero il mondo, e dare una marcia in più anche all’Europa, chiamata a restar fedele alle sue radici ideali e a diventare una famiglia di popoli, se non vuole ridursi a freddo congegno di regole e finanza. Auspico perciò che la nostra Città non si limiti a fornire lo scenario di eventi religiosi e culturali sul tema della pace, ma si renda protagonista di una cultura

Saper accogliere facendo sinergia. Non aver paura dei poveri. La sicurezza non può renderci egoisti.

Impegnarsi per il lavoro il rispetto dei

diritti, la legalità.

Città della pace: annuncio, denuncia,

testimonianza.

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9Chiesa Insieme APRILE 2016

della pace, denunciando con forza le cause mondiali della guerra, dalla produzione e dal commercio delle armi, alle strategie neo-coloniali e ai fondamentalismi di qualunque segno, fino a quella ingiustizia globale che affama intere regioni del mondo, prosperando con la logica perversa del mercato selvaggio e della speculazione finanziaria.

6. UNA CITTÀ PER L’AMBIENTE

L’enciclica <<Laudato si’ >> di papa Francesco è una pietra miliare. La Città di Assisi ha motivo speciale per mettersi in sintonia con questo messaggio di taglio francescano, modulato sul Cantico di frate Sole. Il Papa ci invita a una “conversione ecologica” e a una “ecologia integrale”. Una ecologia che si interessi insieme dell’am-

biente naturale e delle persone umane, guardando in primo luogo al dramma dei poveri. I nodi della questione vanno ovviamente molto più in là di una programmazione cittadina. Ma lo stesso papa Fran-cesco ci ha spiegato come il cambio degli stili di vita di ciascuno di noi ha il suo peso, anche quando i problemi restano da affrontare soprattutto al livello delle scelte economiche e politiche internazionali. Del resto anche i grandi percorsi nazionali e mondiali possono prendere avvio e spunto da piccole realizzazioni che sono in grado di costituire laboratori significativi di una cultura ecologica. Quale Città, più di Assisi, potrebbe avere una “chance” di proposta e di stimolo, mettendo in campo non soltanto una generica adesione a valori ambientalisti, ma un maniera di organizzarsi e di vivere che risulti esemplare, anche dal punto di vista della custodia dell’ambiente?

7. UNA CITTÀ PER LA VITA

La denatalità tocca anche la nostra Città, come l’intero Paese. I “mass media” hanno dato ben poco rilievo alla statistica fornita dall’Istat, secondo la quale l’anno scorso sono nati quindicimila bambini in meno. È triste che ci siamo abituati a non veder nascere bambini. Ancor più triste che ci siamo acclimatati alla loro soppressione, per giunta legalizzata, nel grembo materno. Con tutto il rispetto per i drammi che talvolta spingono le donne e le coppie a questa scelta di morte, e che esigono da parte di tutti un sus-

sulto di solidarietà, occorre chiamare le cose con il loro nome. Una Città come Assisi, alla scuola di duemila anni di vangelo tradotti stupendamente da Francesco in canto alla vita, non dovrebbe fare qualcosa in più per difendere e promuovere la vita fin dal suo concepimento? So che, oggi, questo discorso va contro corrente. Ma la Chiesa è “profezia” e non può lasciarsi imbavagliare dal “politicamente corretto”. Auspico per questa Città politici che facciano del sostegno alla vita nascente – e a ciascuna vita umana in ogni sua fase, specie di fragilità e di declino – un programma forte e senza ambiguità. Il nostro Istituto Serafico, a servizio della vita più debole e indifesa, si pone come un appello alla coscienza morale della Città e all’assunzione di responsabilità da parte dei politici che si candidano a governarla e la governeranno nei prossimi anni.

8. UNA CITTÀ PER LA FAMIGLIA

Se Francesco ha cantato lo stesso rapporto con le cose materiali in termini di “famiglia” – frate Sole, sora Luna, sora nostra Madre terra –, quanto più si deve restituire impor-tanza e dignità alla famiglia umana e alle famiglie che la compongono. La crisi della famiglia è sotto gli occhi di tutti. Ai fattori di debolezza che da tempo la caratterizzavano, si è aggiunto un orientamento legislativo recente (le “unioni civili”), che lascia, quanto

meno, perplessi. Che esistano formazioni sociali di nuovo conio che la politica deve “normare”, in nome dei diritti della persona, si può comprendere. Che tutte le persone, al di la delle loro tendenze sessuali, debbano essere rispettate nella loro dignità, è fuori questione, e per noi cristiani un principio sacrosanto. Non è invece giustificabile un indirizzo che, nonostante l’ipocrisia delle parole, innova radicalmente il concetto tradizionale di famiglia, intesa come unione a vita di un uomo e una donna in ordine alla comunione reciproca e alla generazione di figli. A chi giova indebolire ulteriormente la famiglia? A chi giova che tanti bambini non possano più dire “papà” e “mamma”? Che cosa ci si può aspettare da nuove generazioni che portino il segno di questa radicale innovazione? La Città di Assisi, in nome delle esigenze della ragione e del buon senso, prima ancora che della fede, spenda il suo prestigio mondiale per dare un segnale di resistenza a questa deriva, come ha già fatto in passato con qualche coraggiosa presa di posizione, e soprattutto ponga in atto iniziative concrete di sostegno alle famiglie e di promozione di una vera cultura della famiglia.

L’impegno ecologico: un modo di essere.

Difendere la vita umana in tutte le sue fasi. Abbiamo bisogno

di bambini.

A chi giova indebolire ulteriormente

la famiglia?

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10 Chiesa Insieme APRILE 2016

9. UNA CITTÀ DI CULTURA

La nostra Città si impone per il suo patrimonio artistico, ma insieme per la grande vivacità dell’iniziativa e del dibattito culturale. Il numero dei convegni che si celebrano in Assisi è impressionante. Si verifica spesso un accavallamento che scoraggia la partecipazione. Già in altre occasioni, attraverso il vicariato per la cultura, mi sono fatto voce dell’esigenza di una politica culturale, che sia frutto di un adeguato coordinamento di tutte le forze in campo, per favorire un ordinato svolgimento delle iniziative, la più ampia fruizione ed anche una solida creatività di lungo periodo. Assisi non può essere puro “palcoscenico” delle

iniziative culturali ideate altrove. È bello poi che momenti caratteristici della cultura assisana ad ampia partecipazione popolare come il Calendimaggio siano sostenuti e si sviluppino come occasioni di incontro e di pace, in una logica di competizione amicale e non arroventata, e restino pertanto ben disciplinati per scongiurare cadute di stile sul versante della moralità, del buon gusto e del rispetto dell’ambiente.

10. SERVIZIO, NON GIOCHI DI POTERE

Immagino che in questi mesi pre-elettorali si stia lavorando, da parte di molti, alla mes-sa a punto di programmi e alla individuazione di candidati. È importante che i cittadini possano scegliere i loro amministratori non sulla base di simpatie, amicizie ed interessi di parte, ma attraverso una responsabile valutazione dei programmi e delle persone, queste ultime giudicate in rapporto alla loro rettitudine e competenza.

Per questo mi è sembrato utile che, nel dibattito, non mancasse il punto di vista della Chiesa. Chi legge pacatamente questa piattaforma, difficilmente la potrà collocare tra le usuali “geografie” parlamentari. Si colloca infatti sulla linea della “persona umana”, che non è né di destra, né di sinistra, né di centro. Occorre mirare al bene comune. In vista di questo bene, che ci appartiene senza distinzioni, può essere chiesto all’uno di fare un passo indietro, all’altro di farsi avanti con umiltà e coraggio. Frammentare forze che potrebbero utilmente convergere, solo per dare sfogo ad ambizioni personali o perseguire interessi di partito, non è responsabile. Non devono vincere i partiti, deve vincere la Città. D’altra parte, aggregazioni ed alleanze, che talvolta stemperano il profilo programmatico di ciascun candidato, non dovrebbero mai obbedire a pure ambizioni di potere e di poltrone, e comunque non andare mai oltre la soglia della dignità e della coerenza. Si ricordi anche che, pur trattandosi di elezioni amministrative, i risultati saranno inevita-bilmente letti in funzione della politica nazionale. Per conto mio assicuro a tutti i candidati, e specialmente a chi poi assumerà il governo della Città, la preghiera della comunità cristiana, e sono grato dell’attenzione che si vorrà dare a questi pensieri.

+ Domenico Sorrentino, vescovo

Assisi, 19 marzo 2016

Non disperdere le forze. Alleanze con

dignità e mai oltre la coscienza.

Assisi non “palcoscenico”,

ma “protagonista” di cultura

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11Chiesa Insieme APRILE 2016

Vita consacrata

ASSISI - Anche la piccola comunità delle suore di Santa Brigida di Assi-si esulta per la notizia della prossima canonizzazione della loro fondatrice, Maria Elisabeth Hesselblad, annuncia-ta nei giorni scorsi da papa Francesco per il prossimo 5 giugno. Sull’esempio e i carismi della madre, religiosa di origine svedese, fondatrice della con-gregazione delle suore dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida, la comunità assisana sta vivendo con entusiasmo e in preghiera questo an-nuncio. “L’ardente zelo per l’unità dei cristiani” che brucia nella vita e nelle opere delle sue figlie spirituali è tanto forte qui in Assisi così come in tutte le case, circa 50 per 600 suore, del-la Congregazione sparse nel mondo. La madre superiora Suor Marcellina Tauro, insieme alle nove consorelle è radiosa perché questa canonizzazione segna il punto di arrivo di un processo introdotto nel 1988; il 26 marzo 1999 papa Giovanni Paolo II, pubblicando il decreto sull’eroicità delle virtù, ri-conobbe a madre Hesselblad il titolo di venerabile. Lo stesso pontefice ha presieduto la sua cerimonia di beatifi-cazione celebrata in piazza san Pietro a Roma il 9 aprile del 2000. Maria Elisabeth era nata in Svezia, da una

famiglia molto numerosa di fede lu-terana, dopo aver perso il padre, per sostenere economicamente i suoi, fu costretta ad emigrare negli Stati Uniti d’America e, all’età di diciotto anni, venne assunta come infermiera in un ospedale di New York. Tornò in Eu-ropa per un viaggio nel 1902 e, vi-sitando la chiesa di Santa Gudula a Bruxelles con alcune amiche, maturò la decisione di convertirsi al cattoli-cesimo: venne formalmente ricevuta nella Chiesa cattolica il 15 agosto del 1902 a New York. Ammalatasi e giu-dicata inguaribile dai medici, nel 1904 la Hesselblad espresse il desiderio di passare i suoi ultimi giorni a Roma, presso la casa dove aveva vissuto la sua connazionale santa Brigida, e di offrire la sua vita a Dio per il ritorno della Chiesa di Svezia alla comunione con la Sede apostolica. Papa Pio X le concesse di vestire l’abito brigidino e di ritirarsi tra le monache carmelitane che ormai occupavano l’antico edificio di piazza Farnese: guarita, la Hessel-blad prese a studiare l’antica regola di santa Brigida e, giudicandola inadatta al suo fine, cioè l’apostolato ecumeni-co presso le popolazioni scandinave, pensò di fondare una nuova congre-gazione a voti semplici. L’8 settem-bre del 1911 ebbe formalmente inizio il nuovo istituto e ben 56 anni dopo la fondatrice si spense a Roma. La comunità di Assisi, che si è insediata nel 1970, vuole essere un’oasi di pre-ghiera in cui vengono accolti donne e uomini in spirito di pace e serenità. E’ lo spirito semplice, umile e accogliente

di Francesco quello che caratterizza il monastero della città serafica dove arrivano persone dal Nord Europa e dall’America, paesi tradizionalmen-te protestanti che appartengono alle chiese riformate luterane e battiste. Questa presenza diventa motivo di incontro, di conoscenza, di dialogo tra i cristiani di varie confessioni. “I nostri ospiti – spiega suor Marcellina – tro-vano la presenza di Dio nell’ambiente, in cui vengono accolti; e la diversità delle confessioni religiose, unita all’in-teresse reciproco, alla testimonianza e al rispetto, diventa a sua volta espe-rienza dell’unità di Dio e della sua Chiesa, per noi e per i nostri ospiti. Dio ci benedica e si degni di far fruttificare gli sforzi della Chiesa a costruire sem-pre più profondamente la comunione tra i cristiani a nutrire una effettiva co-operazione tra i discepoli di Cristo”. 3

Maria elisabeth hesselblad, ProssiMa santa, fondatrice delle suore di santa brigida Presenti in assisi

Una vita dedicata all’unità dei cristiani

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12 Chiesa Insieme APRILE 2016

Famiglie del Vangelo

ASSISI - Tutto incentrato sulla “mise-ricordia vissuta nelle comunità: pren-dersi cura gli uni degli altri” l’incontro degli animatori che si è svolto sabato 19 marzo 2016 presso il centro pa-storale di Santa Maria degli Angeli. Alla presenza di monsignor Domenico Sorrentino, la relatrice, professoressa Segoloni, ha affrontato questo tema ri-percorrendo la prima Lettera ai Corinzi.Nel suo intervento ha evidenziato soprattutto il valore dell’unità e della comunione: obbiettivo da non perdere mai di vista. Le divisioni non vengo-no dallo Spirito, perchè lo Spirito dif-ferenzia ma non divide: le divisioni vengono dalla carne, quando si ra-giona secondo la carne. La logica

dello Spirito stringe tutti quanti insieme, pur nella mirabi-le diversità che Lui costruisce, intorno a Cristo Crocifisso. Paolo ci dice che ci è fatto dono dello Spirito Santo per-ché possiamo capire come Gesù pensa e sente e se quin-di conosciamo i suoi

sentimenti non solo non ci vantiamo, ma anzi come Lui viviamo di umil-tà e carità. Più si hanno responsa-bilità su altri più ci deve fare piccoli, riconoscere che il nostro valore non sta in quello che facciamo perchè non viene da noi. Quando uno si fa grande l’altro si scandalizza, si bloc-ca, perche si sente piccolo e umiliato. Costruttivo poi il confronto tra gli ani-matori che hanno riportato le loro esperienze di comunità. Nella parroc-chia di Nocera Umbra, per esempio, una CMFV si riunisce regolarmente a casa di una persona che per pro-blemi di salute non può spostarsi: una comunità nata come segno con-

creto di presa in carico di chi co-lui vive la sofferenza, facendogli sentire di essere amato e di poter amare, di essere ancora una perso-na che può donare tanto agli altri. Monsignor Sorrentino nel suo inter-vento conclusivo ha citato le paro-le di sant’Agostino: “Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano”. Ha poi ribadito l’attenzione che dobbiamo avere a non mettere in difficoltà il fratello per il quale Cristo è morto. “Magari io grazie a Dio sono arrivato un poco più avanti nel cam-mino di fede, ma l’altro è più indietro: con il mio atteggiamento rischio di farlo perdere. Rispettare la debolezza e i tempi di crescita degli altri, fare un passo indietro se serve. Abbiamo bi-sogno tutti di essere spinti ad andare avanti per far meglio, ma ci ritroviamo anche con le nostre fatiche. E’ impor-tante allora entrare in una logica di delicatezza, pazienza che è tra l’altro la stessa pazienza di Dio con noi”.3

Servizio per il rinnovamento delle parrocchie per le piccole comunità

incontro degli aniMatori delle cMfv con la Professoressa segoloni e Monsignor sorrentino

Vivere la misericordia in comunità

Valfabbrica, una “famiglia” si fa in quattro

VALFABBRICA - Le Comunità Maria Famiglia del Vangelo non sono una novità della Chiesa. Esse intendono anzi riproporre lo stile di vita del-le prime comunità cristiane, uno sti-le tutto basato sul messaggio evan-gelico. Nella nostra società di oggi esse si contrappongono con forza all’individualismo esasperato e si im-pegnano ad offrire dei rapporti cal-di e un clima di accoglienza all’in-

terno delle singole realtà parrocchiali. A Valfabbrica questa esperienza di famiglia di famiglie la sta vivendo da quattro anni una prima comunità; oggi da questo nucleo originario stan-no nascendo quattro nuove CMFV. Lunedì 14 marzo 2016 il nostro ve-scovo, monsignor Domenico Sorren-tino, ha voluto suggellare con la sua presenza l’incontro di condivisione di queste comunità che il parroco don Antonio Borgo aveva programmato

nei locali del centro pastorale della piccola cittadina. Partendo dalla Pa-rola (Atti 2, 42-47), la sua prima ri-flessione è stata rivolta proprio allo stile di vita dei primi cristiani, tutto improntato alla condivisione fraterna. La Famiglie del Vangelo intendono ri-costruire la presenza di Gesù nelle case e nei rapporti sociali e diven-tare un messaggio di amore che as-sume valenza maggiore di qualsiasi predica. Le comunità sono tutte re-lativamente piccole e questo numero contenuto di membri offre ad ognuno la possibilità di parlare e di scambia-re testimonianze ricche di significato.L’incontro di Valfabbrica, al qua-le erano presenti circa 40 perso-ne, è terminato con la preghie-ra di intercessione, la benedizione e un piccolo momento conviviale.3

Rosella Baldelli

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13Chiesa Insieme APRILE 2016

FormazionePadre sella all’incontro della cresu Parla della crisi ecologica e sociale e lancia nuovi stili di vita

“Serve un cambiamento di passo”

Gilda Del Vecchio

ASSISI - A conclusione del ciclo di incontri organizzato dal Cresu, il 18 marzo, padre Adriano Sella, missio-nario e coordinatore della rete in-terdiocesana “Nuovi Stili di Vita”, ha offerto spunti di riflessione sulla “Lau-dato si’” di Papa Francesco, letta alla luce degli nuovi stili di vita che la stessa enciclica invita ad adottare. Spunto principale è stata la custodia del Creato a partire dall’attuale crisi ecologica: questa crisi interroga ogni uomo e lo induce a cambiare stili di vita. Il Papa, ha esordito Sella, par-la di una crisi di conversione ecolo-gica e di un’ecologia integrale, che tenga conto dell’ecologia ambientale,

economica e sociale: questa interpel-la ciascuno di noi e, per questo, ci richiama all’attenzione i due clamori del “grido della terra” e del “grido dei poveri” (cfr. LS 49). La crisi ambien-tale è interconnessa alla crisi socia-le che stiamo vivendo: alla povertà materiale si aggiunge una crescente povertà relazionale e un aumento del disagio sia tra i giovani che tra gli anziani. Il Papa ha evidenziato più volte che questa economia, questa fi-nanza, questa tecnocrazia, uccide e come tale va cambiata: va cambiato il passo perché questa è l’”ultima occa-sione effettiva per salvare il Pianeta”. Ecco, quindi, che è necessario “pun-tare su un altro stile di vita”, perché l’iperconsumismo è un consumo che ci consuma, ci distrugge e distrug-ge anche il Pianeta. Il cambiamento è possibile attraverso l’educazione, intesa come un’uscita dai vecchi, in-sostenibili, stili di vita, partendo dal presupposto che il primato sta al bene, al buono, all’amore, al bello che permea tutto il Creato (cfr. LS 205), cosicché si sviluppino le poten-zialità di ognuno e ne emerga il me-glio assumendo di questi nuovi stili: l’enciclica interpella anche gli educa-tori ad una sfida educativa per sra-dicare l’iperconsumismo (cfr. LS 211

e 215). Ne deriva che i pilastri che aiutano nel cambiamento, nel sen-so indicato dall’enciclica, sono tre: il quotidiano, la sobrietà e la relazione. Innanzitutto, ogni cambiamento deve partire dal quotidiano: è il cambia-mento possibile, che valorizza ogni aspetto del Creato. Quindi, l’atteg-giamento della sobrietà è ciò che libera da tutto ciò che è inutile: è una sobrietà “felice”, non privazio-ne, che guida all’essenza della vita. Infine, la relazione, indica che tutto è connesso, tutto è relazione: con Dio, con la natura e col prossimo.Come conseguenza, i nuovi stili di vita generano quattro nuovi rapporti (e viceversa): un nuovo rapporto con le cose, con le persone, con la natura e con la mondialità. Questi rapporti rappresentano una sfida ma il cuore del cambiamento, la sfida più gran-de, è un nuovo rapporto con Dio che cambi il nostro cuore e che possa ge-nerare in ciascun cristiano un cambia-mento verso i nuovi stili. La custodia del Creato, allora, ha concluso Sella, non è opzionale per un cristiano, ma è nell’essenza dell’esperienza cristia-na: dobbiamo farla nostra come im-pegno, senza cadere nella tentazione di ritenere ogni singolo sforzo inutile. 3

Lanfranco Lollini

ASSISI - Lo scorso 4 Marzo si è svolto il secondo incontro di formazione e ag-giornamento, organizzato dalla Com-missione Regionale per l’Educazione della CEU, dal titolo “Quale speranza di lavoro per i giovani tra l’Umbria e il mondo”, a cura del Prof. Giuseppe Croce, docente di Economia e Diritto all’Università La Sapienza di Roma.La situazione del lavoro in Umbria, in particolare per i giovani, dopo la crisi degli anni 2007-08 è moti-vo di preoccupazione a causa del-la recessione ma soprattutto perché sono mutate le attività economiche e di conseguenza anche il tipo di personale richiesta dalle imprese. Alcuni numeri:

Il livello di reddito pro-capite vede la provincia di Perugia collocarsi al 51° posto sulle 110 province italiane men-tre Terni si attesta al 70°. La capacità di produrre reddito in Umbria ha co-minciato a rallentare dal 1995 provo-cando la perdita di oltre 20.000 posti di lavoro negli ultimi due decenni e un tasso di crescita inferiore alla media italiana e al Mezzogiorno: 341.000 (61%) le persone tra i 15 e i 64 anni inserite nel mondo del lavoro in Um-bria (63% al Centro-Nord), la percen-tuale dei giovani (15-24 anni) disoc-cupati in Umbria è del 42,5% (35% al Centro-Nord). Esiste una fascia di giovani tra i 15 e i 29 anni che non va a scuola, non fa formazione extra sco-lastica e non lavora (circa 23% rispet-to al 20% del Centro-Nord). Il dato è

preoccupante, il permanere in questa situazione significa non poter spen-dere le conoscenze e le competen-ze accumulate a scuola e non avere la possibilità di svilupparne di nuo-ve. Che fare? In Umbria occorrerà:• aumentare i livelli di istruzio-ne della popolazione lavorativa poi-ché le nuove tecnologie hanno ac-cresciuto la necessità di conoscenze e competenze sempre più qualificate;• salvaguardare la qua-lità dei servizi e della vita;• stimolare una nuova im-prenditorialità legata alle nuo-ve tecnologie e ai nuovi servizi.3

relazione del Professor giusePPe croce sull’eMergenza disoccuPazione

La piaga del lavoro in Umbria

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14 Chiesa Insieme APRILE 2016

Parrocchie

ASSISI - Una presenza numerosissima di rappresentanti delle forze dell’ordine ha affollato la cattedrale di San Rufino martedì 8 marzo durante la giornata dedicata al Giubileo delle Forze ar-mate, organizzato dalla “Commissio-ne per i problemi sociali e il lavoro, giustizia e pace, custodia del Creato”.Il vescovo della diocesi di Assi-si – Nocera Umbra – Gualdo Tadi-no monsignor Domenico Sorrentino

ha presenziato l’intera mattinata che si è sviluppata in due momenti: uno con la catechesi dal titolo “La Mi-sericordia fonte di gioia, di sereni-tà e di pace nel servizio attivo de-gli operatori in uniforme” e un altro con la celebrazione eucaristica se-guita al passaggio della Porta Santa.“E’ una cosa bella e interessante che abbiamo trovato uno spazio per voi – ha dichiarato il vescovo – che per il

Giubileo siete impegnati per gli altri e non avete la possibilità e la gioia di vivere questo momento per voi stes-si. Parlare di Misericordia e di uni-formi sembra a prima vista qualcosa che stride perché nei pregiudizi che abbiamo quando si pensa alla Mise-ricordia si pensa alla debolezza. La Misericordia del Signore è qualcosa di molto serio che ci implica, ci im-pegna ma che è anche severità ma-terna e paterna. Sotto la divisa batte sempre un cuore – ha aggiunto - e questa vocazione di spendervi per la comunità e per la pace appartie-ne alla logica stessa dell’amore”. Poi il vescovo ha parlato del cammino di fede vissuto da tre esempi biblici di militari, tre centurioni pagani che inizialmente non hanno fede e pre-cisamente del centurione di Cafar-nao, del Golgota e di Cesarea. Si è soffermato inoltre sul significato del Giubileo, del perdono e dell’Indulgen-za definendo quest’ultima “il grande aiuto che la Chiesa ci dà con l’effu-sione dello Spirito Santo, la grande luce che risplende intorno a noi”. 3

Monsignor sorrentino: “sotto la divisa batte seMPre un cuore che oPera nel segno dell’aMore”

La cattedrale accoglie le forze dell’ordine

SAN RufINO

SAN fAcONdINO

GUALDO TADINO – Terminati i lavori di restauro la pic-cola chiesa di San Lazzaro è tornata in tutto il suo splen-dore. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta venerdì 11 marzo alla presenza del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, del parroco don Michele Zullato e di un gran numero di fedeli. Dopo la recita del rosario meditato, i saluti i ringraziamenti e la lettura di una poesia, è stato intonato il “canto della Passione”. Come da tradizione sono stati offerti i classici “lupini”. 3

Inaugurata la chiesa di san Lazzaro

SAN PELLEgRINO

GUALDO TADINO – Come è ormai da tradizione anche quest’anno il primo martedì dopo la Pasqua di resurrezio-ne i fedeli di Pieve di Com-presseto si sono recati in pro-cessione fino al santuario di Montecamera per ringraziare la Madonna della grazia rice-vuta, quattro secoli or sono, per aver guarito la popolazio-ne da una grave pestilenza. Alla presenza di autorità civili e militari la messa presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gual-do Tadino monsignor Domenico Sorrentino è stata celebrata unitamente ai sacerdoti: monsignor Luigi Merli, don Stefa-no Bastianelli, don Emmanuel Komla Saga, padre Heliodoro Santiago Bernardos e monsignor Angelo Moriconi. Durante l’omelia il vescovo Sorrentino ha posto l’attenzione sul pro-blema, ormai così attuale, della crisi della famiglia e sulle Comunità Maria Famiglie del Vangelo definendole come effi-cace ‘antidoto’ per combattere la crisi della famiglie.3

Tutti in camminio verso Montecamera

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15Chiesa Insieme APRILE 2016

News“Pregare è ascoltare”, il titolo dell’ultiMo voluMe di Monsignor Peri

Poesia e filosofia per raccontare GesùASSISI – Vittorio PERI – “Pregare è ascoltare” (Editrice VELAR – marzo 2016). Con questa nuova pubblicazio-ne, impreziosita dalle illustrazioni tratte dalla suggestiva produzione pittorica di Diana Armaroli (qualificata arte tera-peuta), l’autore si conferma nella stima dei lettori per la non comune capacità di coniugare una cultura enciclopedica alla costante vocazione pastorale deri-vante dal sacerdozio iniziato nell’anno 1955 e costellato da tanti incarichi pre-stigiosi come quel-lo di Vicario ge-nerale, di giudice ecclesiastico e di preside dell’Istituto teologico di Assisi. Secondo un meto-do già collaudato in altre occasioni monsignor Peri è riuscito a conden-sare in appena 48 pagine tutta una serie di brani poe-tici e filosofici che spaziano, in calibrata diacronia dal I° secolo d.C. per giungere fino ai nostri giorni, facendoci incontrare una decina di Santi, molti teologi, poeti e scrittori famosi che compongono una stimolan-te “Galleria” di testimonianze di fede selezionate con cura ed esposte in prospettiva dinamica ed evolutiva, con-vergente “ad unum” in fedele attuazio-ne della preghiera sacerdotale di Gesù quale ci viene tramandata dal Vangelo di Giovanni (17, 20-23). Si parte da Tertulliano e dall’anonimo scritto Dida-chè di probabile origine siriana, per poi incontrare in diversi ambiti geografici il cardinale africano Robert Sarah; gli indiani (Tagore e Gandhi); l’ albanese Santa Teresa di Calcutta; l’inglese S. Thomas More; i francesi (S. Ireneo di Lione, peraltro nativo di Smirne, San-

ta Teresa di Lisieux, la Serva di Dio Madeleine Delbrel, Alphonse de La-martine, George Bernanos); il tedesco Karl Rahner, teologo gesuita; il teo-logo luterano polacco Dietrich Bonho-effer, vittima del campo di sterminio di Flossemburg; lo spagnolo fray Luis de Leon protagonista della letteratu-ra ascetica cinquecentesca; il famoso scrittore russo Dostoevskij; lo svizzero Karl Barth eminente teologo protestan-te; lo sportivo statunitense Kirk Dou-

glas Kilgour. Par-tecipano a questo originale “coro orante polifonico” caratterizzato da sorprendente fu-sione e sintonia dei rispettivi lin-guaggi alcuni noti italiani quali Giu-seppe Ungaretti, Giovanni Papini, Davide Maria Tu-roldo, Bruno Forte, Romano Guardini,

Franco Giacobini, Antonio Bello. Tutti, palesemente, beneficiano di un unico fattore unificante. E’ infatti la “Preghie-ra” la vera protagonista di questo flo-rilegio fatto di diversi stili di preghiera che formano un vero e proprio calei-doscopio e divengono fondamentale “vademecum” per ciascun lettore, an-che grazie al formato tascabile che ne facilita la consultazione episodica fino a spingersi all’uso quotidiano stimola-to da tanti esempi di devozione, come quella riportata a pagina 40 (“Che io non perda……”) con la quale l’autore, mantenendo la promessa implicita nel titolo, offre in dieci toccanti invocazio-ni il proprio personale contributo che scaturisce direttamente dal cuore. 3

Pio De Giuli

ASSISI – La Comu-nità di San Damiano, ricevuto il benestare delle Sorelle Clarisse del Protomonastero di Santa Chiara e il placet della Soprintendenza di Perugia, comunica un

evento davvero ecce-zionale, pensato dal-la Comunità stessa in occasione del Giubileo: nei giorni 15-19 giugno il Crocifisso di San Da-miano tornerà a San Damiano. 3

Gran festa all’Istituto Serafico ASSISI – Domenica 20 marzo si è svolta all’Istituto Serafico la festa di compleanno di alcuni ragazzi ospiti della struttura. Ad animare il pome-riggio i ra.mi., ragazzi missionari di Assisi, e il gruppo di ragazzi di prima media della Parrocchia di San Rufino accompagnati dai loro catechisti, che hanno scelto di seguire le parole di papa Francesco e del nostro vescovo Sorrentino, che ci invitano ad andare incontro ad ogni persona, soprattutto i più sofferenti, portando la bontà e la tenerezza di Dio. I ragazzi hanno addobbato la stanza con dei festoni realizzati con le proprie mani durante il catechismo, hanno preparato i ta-voli per il rinfresco e una volta arrivati i ragazzi nella sala hanno festeggiato con loro. Dopo un iniziale imbarazzo i giovanissimi animatori si sono fatti coraggio e hanno cantato e ballato con i festeggiati riuscendo a creare una bella atmosfera di festa piena di gioia ed allegria. Tra trenini e balli è trascorso un pomeriggio intenso e sicuramente indimenticabile per tutti. Per questo i ragazzi e i catechisti di san Rufino ringraziano la presidente Francesca di Maolo per averli accolti e la signora Michela Bizzarri per la preziosa collaborazione. 3

Francesca Cerri

IL CROCIFISSO DI SAN DAMIANO TORNA A CASA

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16 Chiesa Insieme APRILE 2016 APPUNTAMENTI - aprile / Maggio 2016

10 Dom - 3.a Domenica di Pasqua Giornata per l’Università cattolica del Sacro cuore (colletta obbligatoria)

11 Lun - 3.a di Pasqua

12 Mar - 3.a di Pasqua

13 Mer - 3.a di Pasqua

14 Gio - 3.a di Pasqua RITIRO MENSILE DEL CLERO - Sacro Convento ore 9.00

15 Ven - 3.a di Pasqua

16 Sab - 3.a di Pasqua Giubileo delle Confraternite - Piazza San Francesco ore 16.00, processione verso la cattedrale di san Rufino

17 Dom - 4.a Domenica di Pasqua Giornata di preghiera per le vocazioni

18 Lun - 4.a di Pasqua

19 Mar - 4.a di Pasqua

20 Mer - 4.a di Pasqua

21 Gio - 4.a di Pasqua

22 Ven - 4.a di Pasqua

23 Sab - 4.a di Pasqua

24 Dom - 5.a Domenica di Pasqua

25 Lun - S. MARCO

26 Mar - 5.a di Pasqua

27 Mer - 5.a di Pasqua

28 Gio - 5.a di Pasqua

29 Ven - S. CATERINA DA SIENA patrona d'Italia (f)

30 Sab - 5.a di Pasqua Giubileo dei lavoratori ore 16.00 cattedrale di san Rufino

1 Dom - 6.a di Pasqua (MAGGIO)

2 Lun - 6.a di Pasqua

3 Mar - Ss. FILIPPO e GIACOMO (f)

4 Mer - 6.a di Pasqua

5 Gio - 6.a di Pasqua

6 Ven - 6.a di Pasqua

7 Sab - 6.a di Pasqua

8 Dom - ASCENSIONE DEL SIGNORE Giornata per le comunicazioni sociali

9 Lun - 7.a di Pasqua

10 Mar - 7.a di Pasqua

11 Mer - 7.a di Pasqua

12 Gio - 7.a di Pasqua Pellegrinaggio giubilare del presbiterio a Loreto

13 Ven - 7.a di Pasqua Giubile dei Notai cattolici. Ore 18.30 cattedrale di san Rufino

14 Sab - S. MATTIA (f) Veglia di Pentecoste in cattedrale ore 21.00 - Giubileo dei MinisteriGiubileo dei movimenti ecclesiali e delle associazioni

15 Dom - PENTECOSTE (s)

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