corso comunicazione 2013 completo

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Corso di comunicazione Dr. Bruno Marzemin Psicologo e formatore professionale

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Page 1: Corso comunicazione 2013   completo

Corso di

comunicazione

Dr. Bruno Marzemin – Psicologo e formatore professionale

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Introduzione e premesse di base

Page 3: Corso comunicazione 2013   completo

Introduzione al corso

È impossibile non comunicare.

La comunicazione fa parte del nostro essere umani.

Infatti l’uomo è sempre stato definito

"un animale sociale",

e per questo la comunicazione ha un ruolo centrale,

indispensabile e

onnipresente

nella vita di ciascuno di noi.

3

Page 4: Corso comunicazione 2013   completo

Introduzione al corso

In letteratura esistono molteplici ed infinite fonti, articoli e testi che

trattano questo tema.

Scopo di questo corso sarà quello di dare all’allievo una

preparazione sia dal lato teorico (conoscenza delle varie forme di

comunicazione) e pratico (uso e riconoscimento delle forme di

comunicazione).

Il materiale del corso è disponibile online all’indirizzo

materialeformazione.blogspot.it

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Page 5: Corso comunicazione 2013   completo

5

B a s i

Page 6: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Comunicare deriva dal termine latino "communis",

composto dal prefisso "cum", significante "con", "insieme"

e dal termine "munia", che sta per "doveri", "vincoli"

oppure da "munus", tradotto "dono".

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Etimologia del termine

Page 7: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Dall'etimologia si crea pertanto una sorta di condivisione e ne

deriva che:

- si accetta di sottostare a delle regole, dei vincoli (munia, appunto);

- ci si sente all'interno di uno spazio comune, dato metaforicamente

dalle mura (moenia) e

- vengono operati scambi attraverso doni (munus).

7

Etimologia del termine

Page 8: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

In sintesi, il termine può voler dire

mettere insieme tra più persone

esperienze, informazioni, pensieri ed

emozioni.

8

Etimologia del termine

Page 9: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

In italiano, il verbo "comunicare" assume una doppia

caratterizzazione, data dalla sua forma intrinseca transitiva ed

intransitiva.

Posso infatti "comunicare qualcosa", come esprimere parti di me

attraverso vari codici,

ma anche "comunicare a-" o "comunicare con" qualcuno e

stabilire così una relazione con un mio simile.

9

Etimologia del termine

Page 10: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Ecco quindi che attraverso la comunicazione:

possiamo relazionarci con i nostri simili;

possiamo dare e chiedere risposte a bisogni fisici;

Possiamo creare il nostro senso d’identità.

10

Aspetti generali

Page 11: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

E ancora, possiamo attraverso di essa…

- trasferire ed inviare informazioni;

- notificare sentimenti, bisogni, stati d’animo, necessità;

- far sentire e far conoscere la nostra presenza;

- poter essere partecipi.

Prerogativa della comunicazione – come si vedrà più avanti – è anche il saper

ascoltare.

11

Aspetti generali

Page 12: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

La comunicazione – nonostante ben pochi studiosi lo dicano

apertamente – non riguarda solo i contesti esclusivi tra

animali della stessa specie (cioè tra uomini e donne).

Ma anche tra altre forme di vita.

E in alcuni casi anche tra l’uomo ed altre specie animali.

12

Aspetti generali

Page 13: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Saper comunicare implica che il soggetto deve riuscire a fare due

azioni fondamentali:

- sapere esprimere qualcosa;

- capire quel che dall’esterno viene trasmesso.

Sono due proprietà apparentemente semplici da descrivere, ma in

realtà racchiudono molteplici abilità.

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Aspetti generali

Page 14: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Ecco un breve elenco di queste abilità:

saper stare in gruppo;

saper assumere la responsabilità delle proprie scelte;

riuscire a trasmettere informazioni;

riuscire a decodificarle;

saper analizzare e correggere le proprie azioni;

saper sfruttare al meglio le proprie esperienze per

massiminizzarne le performance;

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Page 15: Corso comunicazione 2013   completo

Le basi

Altre abilità necessarie sono:

il saper stare in gruppo;

il saper assumere la responsabilità delle proprie scelte;

Il riuscire a trasmettere informazioni;

il riuscire a decodificarle;

il saper analizzare e correggere le proprie azioni;

il saper sfruttare al meglio le proprie esperienze per

massiminizzarne le performance;

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Aspetti generali

Page 16: Corso comunicazione 2013   completo

16

Teorie

Page 17: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

In questa parte ci occuperemo di alcune teorie e modelli sulla

comunicazione.

L'uso del termine "teoria" o "modello" è arbitrario.

Si può comunque dire che…

"...una teoria è un insieme di principi e generalizzazioni, più o

meno coerenti e consistenti, che consentono di prevedere il

comportamento d alcuni fenomeni. (...)

Un modello invece è una rappresentazione della realtà,

caratterizzato da una componente analogica."

17

Page 18: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

In questa sede verranno accennate quattro teorie di riferimento.

1) Il modello di Shannon e Weaver

2) Il modello di Jakobson

3) Le funzioni del linguaggio di Halliday

4) Il modello di Watzlawick et coll.

Di queste 4 quello che verrà trattato più in dettaglio è l'ultimo, il cui

testo di riferimento per eccellenza è

"Pragmatica della comunicazione Umana"

edito da Astrolabio per l'Italia.

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Page 19: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Il modello di Claude Shannon e Warren Weaver venne creato nel

1949 e prevede la presenza di cinque elementi nel processo

comunicativo:

19

Il modello di Shannon e Weaver

Fonte Decodifica Canale Bersaglio Codifica

Page 20: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

La fonte codifica un messaggio, che diventa un segnale, viaggia

su un canale e diventa segnale ricevuto che va decodificato

affinché diventi il messaggio ricevuto.

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Il modello di Shannon e Weaver

Fonte Decodifica Canale Bersaglio Codifica

Page 21: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Le caratteristiche di questo modello sono:

1) può essere applicato tra esseri umani, tra macchine e tra esseri

umani&macchine;

2) si limita a studiare la comunicazione come mero passaggio di dati

(informazioni);

3) non prende in considerazione il significato che il messaggio

dell'informazione può portare.

4) Introduce il concetto di "rumore" nella qualità del processo

comunicativo

Non a caso, i due scienziati erano matematici

21

Il modello di Shannon e Weaver

Page 22: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Roman Jakobson, linguista di formazione, nel 1960, estese il modello dei due

matematici americani applicandolo al campo della critica letteraria come

strumento di analisi.

Il modello comprende questi elementi:

un mittente (colui che invia il messaggio);

un destinatario (colui che riceve il messaggio);

il messaggio;

un contesto (la situazione ove è inserita la comunicazione in atto);

un codice (necessario affinché mittente e destinatario si capiscano);

un contatto (connessione fisica o psicologica tra gli attori della

comunicazione).

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Modello di Jakobson

Page 23: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Schematicamente, il modello è così raffigurato:

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Modello di Jakobson

Mittente Ricevente Messaggio

Page 24: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Schematicamente, il modello è così raffigurato:

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Modello di Jakobson

Mittente Ricevente Messaggio

contesto

contatto

codice

Page 25: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Jakobson introduce altri sei concetti strettamente correlati ai sei elementi dello schema proposto:

1. una funzione emotiva (inerente al mittente);

2. una funzione poetica (riferita al messaggio);

3. una funzione conativa (legata al destinatario);

4. una funzione referenziale (riferita al contesto);

5. una funzione metalinguistica (inerente al codice);

6. una funzione fàtica (relativa al contatto).

Queste funzioni non compaiono quasi mai isolatamente, e sono in linea

generale sempre presenti tutte.

Può comunque accadere che un messaggio sia volutamente e contemporaneamente emotivo e conativo, oppure poetico ed emotivo.

25

Modello di Jakobson

Page 26: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Funzione emotiva: esprime l'atteggiamento del mittente che proietta le

informazioni riguardanti se stesso.

Funzione poetica: concerne l'aspetto fonico delle parole, la scelta dei

vocaboli e la costruzione delle frasi. Un messaggio ricco di figure

retoriche evidenza questa funzione.

Funzione conativa: tendente ad avere una risposta dal destinatario o

una sua adesione. Si riconosce dalla presenza nel messaggio del modo

imperativo, verbi/pronomi/aggettivi possessivi o pronomi personali e punti

di domanda.

26

Modello di Jakobson

Page 27: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Funzione referenziale: consiste nel riferimento, meglio se preciso e puntuale, al

contesto spazio-temporale in cui avviene la comunicazione o comunque l'azione

di cui si parla.

Funzione metalinguistica: consiste nel parlare del codice, come nei libri di

grammatica. Si evidenzia quando i due interlocutori vogliono verificare se stanno

utilizzando lo stesso codice. In questa situazione si usano enunciati come: "mi hai

capito?", "Cosa vuoi dire?"

Funzione fàtica: consiste in quella parte della comunicazione atta a controllare il

canale attraverso cui si stabilisce la comunicazione. Lo scopo è quello di stabilire,

mantenere, verificare o interrompere la comunicazione. Casi tipici sono frasi

come: stammi a sentire, attenzione, prego, capito? Propria degli SMS...

27

Modello di Jakobson

Page 28: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

28

Le funzioni del linguaggio di Halliday

M.A.K. Halliday, un linguista inglese, propose nel 1985 un modello che correlava strettamente la comunicazione col linguaggio.

Sono tre le funzioni nel linguaggio ritenute da lui fondamentali:

- una funzione ideativa: serve ad esprimere l'esperienza che il parlante possiede del mondo reale, compreso il suo mondo interiore;

- una funzione interpersonale: permette l'interazione tra gli uomini e serve per definire le relazioni che intercorrono tra il parlante e l'interlocutore;

- una funzione testuale: necessaria per costruire testi ben formati e adatti alla situazione cui si riferiscono.

Nella slide seguente vediamo schematizzata la sua teoria

Page 29: Corso comunicazione 2013   completo

29 La grammatica dell'esperienza, M.A.K. Halliday, 1985

Relazionale

Verbale Esistenziale

Materiale

Comportamentale

Attribuire

Identificare

Simbolizzare

Dire

Pensare

Sentire

Vedere

Comportarsi

Agire

Creare,

cambiare

Esistente

Mentale

Fare

Mondo fisico

Essere

Mondo astratto

Sentire

Coscienza

Page 30: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Prima di affrontare la teoria principale sulla comunicazione (quella

postulata da Paul Watzlawick e collaboratori) soffermiamoci su

questo punto:

qualsiasi modello della comunicazione sarà comunque composto

da alcuni elementi, già visti per altro nel modello di Jakobson; essi

potranno avere altri nomi, diversi enunciati, ma a livello

concettuale dovranno ritrovarsi sempre.

Una comunicazione, per esser definita tale, avrà bisogno di…

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Breve riassunto

Page 31: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

31

Breve riassunto

Page 32: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

32

Breve riassunto

CANALE

CONTESTO

Page 33: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Risale al 1967 quando lo psicologo austriaco naturalizzato statunitense

Paul Watzlawick, assieme ai collaboratori Janet H. Beavin e Don D.

Jackson, pubblicano un testo che risulterà essere una pietra miliare nello

studio della comunicazione.

Non solo, ma questo lavoro diverrà importante anche nell'analisi e nello

studio della genesi più patologie psichiatriche.

Questo è la "Pragmatica della comunicazione umana", edito in Italia

dall'editore Astrolabio.

Il testo è la pubblicazione di studi condotti da Watzlawick al Mental

Research Institute di Palo Alto tra gli anni '50 e agli anni '60.

33

Il modello di Watzlawick et coll.

Page 34: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Gli autori tracciano sei presupposti teorici di fondo, da cui ne trarranno i famosi cinque assiomi sulla comunicazione.

1) Il concetto di scatola nera: in discipline come la psicologia e la psichiatria dove l'oggetto di studio è ricercato dalla stesso meccanismo in

esame, possiamo solo ad osservare i rapporti di ingresso-uscita delle cognizioni, cioè la comunicazione.

2) Consapevolezza e non consapevolezza: viene creata una netta separazione tra i motivi che spingono a compiere un'azione e

l'osservazione dell'azione stessa (i primi sono di competenza esclusiva della psicanalisi).

3) Presente e passato: importanza dello studio delle azioni e comportamenti avvenuti nel presente (hic et nunc), escludendo il passato

ed i ricordi perché scientificamente inattendibili.

34

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 35: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

4) Causa ed effetto: le cause di un comportamento vengono

messe in secondo piano, mentre ci si focalizza sugli effetti che un

determinato comportamento o comunicazione può produrre

sull'altro.

5) Circolarità nei modelli di comunicazione: importanza del

concetto di "retroazione", o feedback, in quanto esso va ad

influenzare l'emittente del messaggio.

6) Relatività dei concetti di "normalità" ed "anormalità": ogni

comportamento ha senso in relazione al contesto in cui si verifica.

Se non lo conosciamo, interpreteremo in modo diverso quel

comportamento.

35

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 36: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Come accennato nella slide 33, il gruppo di Palo Alto pubblicò

quindi i cinque assiomi sulla comunicazione:

1. L'impossibilità di non-comunicare

2. Livelli comunicativi di contenuto e di relazione

3. La punteggiatura della sequenza di eventi

4. Comunicazione numerica e analogica

5. Interazione complementare e simmetrica

36

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 37: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Primo Assioma: l'impossibilità di non comunicare.

Qualsiasi forma di comportamento nostro, quando siamo in

presenza di altre persone, è una forma di comunicazione.

Anche se ci sforziamo di non comunicare, il nostro fare sarà

interpretato da chi ci sta vicino come un atto comunicativo.

La comunicazione, in questo senso, non avverrà solo a livello

verbale, ma anche col silenzio, con la nostra attività o l'inattività o

con un semplice sguardo.

37

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 38: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Secondo Assioma: livelli comunicativi di contenuto e di relazione.

Ogni comportamento presenta un aspetto di contenuto e uno di relazione

in modo che il secondo classifica il primo (metacomunicazione).

L’aspetto di contenuto riguarda il “cosa si dice” mentre l’aspetto di

relazione il “come lo si dice”.

Solo di rado le relazioni vengono definite con piena consapevolezza e ci

si preoccupa di più del contenuto del messaggio. Il secondo assioma

ricorda che ogni comunicazione contiene entrambi gli aspetti e che la

relazione classifica il contenuto della comunicazione.

Watzlawick sostiene che, il contenuto della comunicazione verbale pesa

solo per il 7% (a fronte del 93%) della relazione.

38

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 39: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Terzo Assioma: la punteggiatura della sequenza di eventi.

Cioè: la natura della comunicazione dipende dalla punteggiatura

delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.

La punteggiatura riguarda l’interpretazione che gli interlocutori

danno alla loro comunicazione e ne organizza gli eventi

comportamentali.

La comunicazione è per lo più basata su rappresentazioni di ciò che si

desidera comunicare come gesti, disegni, toni vocali, inflessioni ,

movimenti, volumi della voce, ecc.

39

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 40: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Quarto Assioma: comunicazione numerica e analogica.

In ogni loro comunicazione vengono utilizzati due moduli:

- numerico. È legato al contenuto del messaggio, alle parole, e

serve a scambiare informazioni sugli oggetti.

- analogico. Legato al linguaggio non verbale e quindi all’aspetto di

relazione, si riferisce all’espressione del viso, alla postura, alla

gestualità, alle inflessioni vocali, alla ritmica e alla modulazione del

linguaggio, ai simboli ai segni presenti nel contesto interazionale.

40

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 41: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

(sempre inerente al quarto Assioma)

La comunicazione analogica ha a che fare con le emozioni e quindi con

la comunicazione non verbale.

Il modulo numerico serve a scambiare informazioni, mentre quello analogico definisce la natura della relazione. I due moduli coesistono e

sono complementari in ogni messaggio.

Quando il messaggio verbale è contraddetto dal messaggio non verbale viene attuata una modalità comunicativa detta “doppio messaggio” che

genera ambiguità e confusione nell’ascoltare.

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"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 42: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Quinto Assioma: interazione complementare ed asimmetrica.

Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a

seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.

L’interazione simmetrica è basata sull’uguaglianza, mentre l’interazione

complementare si basa sulla differenza di posizione (up e down) nella

relazione comunicativa.

Si dicono complementari gli scambi comunicativi in cui i comunicanti non

sono sullo stesso piano ( mamma/bambino, dipendente/datore di lavoro).

Sono simmetrici gli scambi in cui gli interlocutori si considerano sullo

stesso piano: è questo il caso di comunicazioni tra pari grado

(marito/moglie, compagni di classe, fratelli, amici)

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"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 43: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

(sempre inerente al quinto Assioma)

Va ricordato come nessuna delle due modalità di scambio è “buona” o “cattiva” in maniera assoluta poiché “essere in

comunicazione” significa che le persone, mediante la comunicazione, costruiscono, alimentano, mantengono e

modificano la rete delle relazioni in cui sono costantemente immerse. Ciò che è importante è che i partner siano

d’accordo sulle posizioni reciproche: quando tale accordo viene a mancare normalmente si esplicitano disaccordi sul

contenuto del messaggio, ma quello che realmente si contesta è il tipo di relazione proposta.

43

"Pragmatica della comunicazione umana"

Page 44: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Ai fini di una conoscenza approfondita in materia, in letteratura

esistono diversi modelli e teorie sulla comunicazione.

Nelle prossime slide ne vedremo un sunto.

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Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 45: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello ipodermico: si basano sulla concezione che i mass-

media sono potenti strumenti persuasivi che agiscono in modo

diretto su una massa passiva e inerte.

Lo schema è alquanto semplice:

E (emittente) M (messaggio) R (ricevente)

Modello S-IV-R: evoluzione del precedente. Lo schema è

identico, soltanto che "M" è sostituito dalla sigla "I.V.", che sta per

Intervening Variables, cioè tutte le variabili intervenienti che

sopraggiungono nel processo comunicativo, ostacolando od

agevolando la risposta al messaggio stesso.

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Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 46: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello matematico dell'informazione: rappresentato dal

modello di Shannon e Weaver.

Modello semiotico-informazionale: nel quale si afferma

come l'identificazione del segnale dell'emittente implichi

l'automatica e corretta interpretazione del messaggio da parte del

ricevente (introduzione del concetto di "decodifica aberrante").

46

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 47: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Decodifica aberrante: essa può avvenire per svariati motivi.

Rifiuto del messaggio per assenza di codice (dovuto a "rumore"),

incomprensione per disparità dei codici (scarsa comprensione da parte

del ricevente del messaggio), incomprensione per interferenze

circostanziali (il destinatario si aspetta una risposta secondo i suoi parametri

che non avviene) oppure per rifiuto per delegittimazione dell'emittente

(non accettazione del senso del messaggio per motivi ideologici da parte del

ricevente).

47

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 48: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Encoding/Decoding Model: sono tre ipotetiche posizioni di

lettura che vanno a determinare altrettante modalità di decodifica.

La prima è la "posizione dominante egemonica" (si apprende il

significato da un messaggio e lo si accetta "senza elaborazione"), la seconda

è la "negoziata" (il destinatario accetta il codice dominante ma lo elabora

secondo proprie definizioni) e la terza è quella di "opposizione" (il

destinatario comprende il messaggio, ma lo ridefinisce ponendo in essere le

contraddizioni presenti in esso).

48

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 49: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello della comunicazione di Schramm (1954): richiama

lo schema di Shannon e Weaver. La differenza sta nella

concettualizzazione del segnale, che va a trovarsi in un punto

d'intersezione tra le esperienze della fonte e del destinatario, dando così

origine ad una struttura non più lineare del processo ma semi-circolare.

Modello della comunicazione di Gerbner (1956): si

focalizza sul rapporto tra processi di percezione e trasmissione,

personale e mediale della realtà. Il verificarsi di qualsiasi fenomeno può

costituire l’oggetto di una comunicazione tra l’osservatore (o l'artefice) di

quel medesimo fenomeno e uno o più riceventi.

49

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 50: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello della comunicazione di Berlo (1960): riprende gli

elementi del modello di Shannon e Weaver e sottolinea l'importanza della

cultura/sistema sociale dove si svolge la comunicazione si svolge. Si

ipotizza la presenza del feedback e suggerisce come alla base dell'atto

comunicativo debba esserci un accordo tra le abilità della fonte e del

ricevente.

Modello della comunicazione di Slama-Cazacu (1973):

importanza della cultura e delle tradizioni (contesto) nella comunicazione

e sottolinea come sia proprio il contesto a generare la comunicazione.

50

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 51: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello di Newcomb (1953): si introduce il concetto di situazione

o contesto sociale. La comunicazione inizia a venir interpretata come bi-

direzionale e non più monodirezionale. Di fatto, Newcomb parla per la

prima di "simmetria" e interdipendenza di fonte e ricevente.

Modello della comunicazione di Westley e MacLean

(1957): si basa sul modello di Newcomb, e lo amplia introducendo la

funzione comunicativa redazionale (un processo di decisione sul cosa e

come comunicare). Importante anche perché viene introdotto il concetto

di feedback negativo.

51

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 52: Corso comunicazione 2013   completo

Le teorie

Modello della comunicazione di massa di Riley&Riley

(1959): secondo questi autori è il sistema sociale che influenza

l'emittente ed il ricevente; i gruppi coinvolti sono strettamente collegati tra

di loro e al loro interno circolano messaggi pluridirezionali. Inoltre, il

pubblico non rimane isolato, ma partecipa allo scambio comunicativo.

Modello della comunicazione di massa di Dance (1967):

detto anche "modello a elica", per via della sua rappresentazione. Questo

concetto (l'elica, appunto) conserva i vantaggi di una linea retta e del

cerchio e ne elimina gli svantaggi. In quest'ottica la comunicazione torna

sempre su stessa influenzando le sue fasi antecedenti.

52

Altri modelli e altre teorie sulla comunicazione

Page 53: Corso comunicazione 2013   completo

53 Alcuni schemi delle teorie/modelli esposti

Modello di Gerbner Modello di Berlo

Modello di Westley e MacLean Modello di Riley & Riley

Page 54: Corso comunicazione 2013   completo

Domande?

54

Page 55: Corso comunicazione 2013   completo

55

Page 56: Corso comunicazione 2013   completo

56

Proprietà

Page 57: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Come ogni corso fatto come si deve non si può andare avanti se prima

non abbiamo ben chiari i concetti che stiamo affrontando.

Rivediamoli brevemente rispondendo a queste domande:

1) da dove deriva il termine "comunicazione"?

2) Cosa possiamo fare con la comunicazione?

3) Quali sono le principali teorie in merito?

4) Quali sono gli elementi della comunicazione?

5) Esponete almeno un punto della teoria di Watzlawick.

57

Punto della situazione

Page 58: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

In questa parte del corso affronteremo un sunto delle principali

proprietà e caratteristiche della comunicazione:

- l'intenzionalità nella comunicazione;

- i tre aspetti di essa (piano sintattico~semantico~pragmatico);

- la struttura manifesta (comunicazione verbale, non verbale,

paraverbale);

- il feedback.

58

Panoramica degli argomenti

Page 59: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Teniamo sempre bene a mente l'enunciato di Watzlawick

"Non si può non comunicare".

Schematicamente, la comunicazione può avvenire secondo una

modalità:

a) intenzionale: rivolta e mirata volutamente ad uno scopo;

b) conscia: basata o meno su una volontà razionale;

c) efficace: in grado di raggiungere gli eventuali obiettivi

prefissati;

d) reciproca: basata sull'interazione tra più individui.

59

Aspetti fondamentali

Page 60: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Parallelamente, la comunicazione potrà anche essere così:

a) anziché intenzionale potrà essere involontaria;

b) anziché conscia potrà essere inconscia;

c) anziché efficace potrà essere fraintesa;

d) anziché reciproca potrebbe essere univoca.

60

Aspetti fondamentali

Page 61: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Un modo per capire meglio la natura della comunicazione avviene attraverso l'uso della "Finestra di Johari":

Esso definisce le relazioni interpersonali tra persone in quattro quadranti basati su due dimensioni.

Ecco la definizione che ne da Wikipedia:

"Lo schema è composto da un quadrato, suddiviso in quattro quadranti. Nella dimensione orizzontale si misura il grado di conoscenza che la persona ha di

sé stesso in termini di personalità, atteggiamenti, impressioni ed emozioni trasmesse agli altri. Quest'ultimo tipo di conoscenza può pervenire alla

persona solo dall'esterno: per questo un modo di identificare il valore su questa scala è la frequenza con cui il soggetto chiede esplicitamente un

feedback agli altri sul suo comportamento e sulle impressioni che ha generato. La misura verticale invece si riferisce al grado di conoscenza che

gli altri hanno del soggetto. La combinazione di queste due misure porta all'identificazione di quattro aree descritte di seguito, dove per informazioni si

intendono a 360 gradi: personalità, conoscenze, emozioni e capacità."

61

Aspetti fondamentali – La finestra di Johari

Page 62: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Consapevolezza

Parte di me

nota agli

altri

Io aperto Io occulto

Parte di me

ignota agli

altri

So Non dico So Non dico

Io inconscio Io ignoto

So Non dico So Non dico

Inconsapevolezza

62

Aspetti fondamentali – La finestra di Johari

Page 63: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

In alto nella finestra c'è la parte di noi di cui siamo consapevoli, in basso quella di cui siamo inconsapevoli. A sinistra c'è la parte nota

agli altri, a destra quella ignota.

I rapporti formali e razionali avvengono fra gli "io aperti". I rapporti manipolatori sono una combinazione fra io aperto e io occulto. L'io inconscio si rivela in situazioni emotive (amore, paura, timore). L'io ignoto può venir fuori inaspettatamente, con sorpresa di noi stessi

e degli altri (un improvviso atto di coraggio o di violenza).

Le interazioni fra i quattro quadranti determinano quattro tipi di rapporti: comunicazione aperta, informazioni che trapelano o

rivelazioni inconsapevoli, confidenze o sfoghi, contagio emozionale.

63

Aspetti fondamentali – La finestra di Johari

Page 64: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

64

Aspetti fondamentali – La finestra di Johari

Fonte: http://www.problemsetting.it/pages/johari.htm

Page 65: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

La comunicazione, o meglio, il codice della comunicazione,

possiede tre aspetti di primaria importanza:

1) aspetto della sintassi;

2) aspetto della semantica;

3) l'aspetto della pragmatica.

65

I tre aspetti della comunicazione: sintassi, semantica e pragmatica

Page 66: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Primo aspetto:

la sintassi.

È riferito alle regole grammaticali. Wikipedia la definisce così:

"la sintassi è la branca della linguistica che studia i diversi modi in cui

le parole si uniscono tra loro per formare una proposizione ed i vari

modi in cui le proposizioni si collegano per formare un periodo. Nella

tradizione scolastica, la sintassi è distinta dalla grammatica (che

comprende fonologia e morfologia)."

66

I tre aspetti della comunicazione: sintassi, semantica e pragmatica

Page 67: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Secondo aspetto:

la semantica.

La semantica invece studia il significato e gli insiemi delle parole,

delle frasi e dei testi.

La semantica è una scienza così vasta in quanto in stretto rapporto con

discipline quali…

67

I tre aspetti della comunicazione: sintassi, semantica e pragmatica

Psicologia

Semiologia

Logica Stilistica Filosofia del linguaggio

Comunicazione

Page 68: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Terzo aspetto:

la pragmatica.

si occupa dello studio della relazione fra codici, il perché gli

individui li utilizzano e dei comportamenti connessi al relativo uso.

68

I tre aspetti della comunicazione: sintassi, semantica e pragmatica

Page 69: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

In sintesi, questi tre aspetti sono complementari in quanto:

- la sintassi studia le relazioni che intercorrono tra gli elementi

dell'espressione linguistica;

- la semantica considera il rapporto tra l'espressione e la realtà

extralinguistica;

- la pragmatica studia il linguaggio in rapporto all'uso che ne fa il

parlante.

Fonte: Wikipedia

69

I tre aspetti della comunicazione: sintassi, semantica e pragmatica

Page 70: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Analogamente agli aspetti, anche le modalità con cui si esprime

una comunicazione è data tre elementi.

Infatti, la comunicazione è di norma composta da:

- elementi verbali;

- elementi paraverbali;

- elementi non verbali.

70

La struttura manifesta della comunicazione

Page 71: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Primo aspetto manifesto della comunicazione:

la comunicazione verbale.

È composta dal linguaggio "propriamente detto", composto a sua

volta da:

71

La struttura manifesta della comunicazione

lingua scritta o parlata regole grammaticali, sintattiche e

semantiche

Page 72: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Il secondo aspetto è dato dalla

comunicazione paraverbale.

Si tratta dell’insieme dei fenomeni collaterali e concomitanti nel

corso dei processi comunicativi dati da:

72

La struttura manifesta della comunicazione

Altezza, ritmo, volume e tono del

linguaggio

Accento e qualità della voce

Pianti, sbadigli, risate, ecc.

Sospiri e pause

Page 73: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Caratteristiche degli elementi paraverbali della comunicazione:

sono utilizzati prima di quelli verbali e compaiono già nel neonato.

Hanno un carattere universale e risentono pochissimo degli stili

comunicativi individuali.

Hanno spesso maggiore efficacia sull’interlocutore e vengono colti

anche in modo inconsapevole.

73

La struttura manifesta della comunicazione

Page 74: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Il terzo aspetto è dalla

comunicazione non verbale.

Riguarda gli aspetti non contenutistici della comunicazione ed è

dato da:

74

La struttura manifesta della comunicazione

Postura

Gestualità

Cinesica

(mimica facciale ed espressioni del volto/sguardo)

Prossemica o comportamento spaziale

Paralinguistica

Aspetto esteriore

Page 75: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

L'ambito della comunicazione non verbale è così importante che

verrà affrontato più avanti ed in modo dettagliato.

Per ora si tenga solo presente che si tende a comunicare molto di

più con la modalità non verbale e la comunicazione verbale incide

solo per il 7% nella trasmissione del messaggio.

75

La struttura manifesta della comunicazione

Page 76: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Si può quindi ricorrere a questo grafico per evidenziare quali, tra

queste ultime modalità della comunicazione, concorrono nella

trasmissione di un messaggio (dati in percentuale):

76

La struttura manifesta della comunicazione

Verbale

Paraverbale

Non Verbale

55%

7%

38%

Page 77: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

A riprova di quanto affermato, ci viene incontro la

"teoria dei primi cinque minuti":

se si ottiene una impressione favorevole nei primi 5 minuti di una

interazione, le relazioni future saranno orientate positivamente nel

50% dei casi;

viceversa, se questi primi cinque minuti lasciano un’ impressione

sfavorevole, allora le relazioni future saranno improntate

negativamente nel 90% dei casi.

L‟aspetto esteriore, le scelte d‟abbigliamento, i gesti, la posizione che si

assume nello spazio, il tipo di vicinanza fisica che si propone, il tono della

voce ecc. sono i principali elementi informativi valutati dall‟interlocutore per

decidere se la persona è piacevole o meno.

77

La struttura manifesta della comunicazione

Page 78: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Feedback: cos'è?

Il feedback è un termine inglese che significa

"retroazione".

Il feedback in comunicazione altro non è che

la risposta – verbale e/o non verbale – che il ricevente invia

all'emittente.

78

Il feedback

Page 79: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

La presenza (od assenza!) del feedback da alla comunicazione le

condizioni per la sua continuazione (o termine).

L'assenza del feedback in uno scambio comunicativo va ad

invalidarne la circolarità.

Il feedback è importante nella comunicazione perché:

1) ci permette di verificare l'efficacia della nostra comunicazione;

2) in base ai nostri obiettivi, ci permette di andare a modificare la

nostra strategia comunicativa.

79

Il feedback

Page 80: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Il feedback potrà manifestarsi in vari modi (può essere

immediato o differito, coerente od incoerente,

atteso o disatteso, ecc.)

e dalle valenze diverse (positivo: approvazione su quanto detto;

negativo: disapprovazione. Ma può anche essere incongruente,

cioè patologico, in quanto non considera l'altra persona).

80

Il feedback

Page 81: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Il buon comunicatore dovrà però tener conto dell'efficacia o

dell'inefficacia che caratterizza il feedback, di modo da gestire il

rapporto comunicativo.

Ricordiamoci che la comunicazione è un processo "circolare", e

quindi il feedback si troverà non solo nell'emittente, ma anche nel

ricevente.

Esempio: il contesto d'aula. L'insegnante manda dei messaggi, ma

anche gli allievi. Una buona lezione è quando lo scambio tra le

parti avviene in modo bilanciato, armonico e costruttivo.

81

Il feedback

Page 82: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Ricapitolando: il buon comunicatore saprà stimolare il feedback, lo

saprà ascoltare e riuscirà a darlo in modo ottimale

82

Caratteristiche del feedback

Feedback efficace Feedback inefficace

Riguardante specifici comportamenti

Basato sui fatti

Tempestivo

Graduale

Controllabile

Riguardante la persona in quanto tale

Basato su impressioni

Distante dagli eventi

Indiretto

Fatto con intenti punitivi

Page 83: Corso comunicazione 2013   completo

Proprietà della comunicazione

Ricordiamoci sempre che durante uno scambio comunicativo

esistono una serie di difficoltà tra noi e gli altri, in quanto…

Su 100 che abbiamo intenzione di dire…

…ne diremo solo 70.

E l'ascoltatore sentirà solo il 50 di quanto

espresso…

…capendone solo il 20…

…e ricordandone solo il 10.

83

Breve promemoria

Page 84: Corso comunicazione 2013   completo

Domande?

84

Page 85: Corso comunicazione 2013   completo

85

Page 86: Corso comunicazione 2013   completo

86

Approfondimenti

Page 87: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il modo migliore per apprendere è e rimarrà quello della

ripetizione.

A questo proposito riesaminiamo quanto esposto fino ad ora.

87

Sintesi

Page 88: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

- Modello di Shannon e Weaver.

- Modello di Jakobson.

- La forma e gli elementi della comunicazione.

- I 5 punti della teoria di Watzlawick.

- Le varie modalità della comunicazione.

- La finestra di Johari.

- Sintesi-Semantica-Pragmatica.

- Gli elementi verbali-paraverbali-nonverbali.

- Feedback.

88

Sintesi

Page 89: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

89

Sintesi

Bla bla bla bla

bla bla bla bla

bla bla

"bla?"

Page 90: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

I cinque punti della teoria esposta da Watzlawick e collaboratori sono dati

da:

1. L'impossibilità di non comunicare

2. La presenza di livelli comunicativi di contenuto e di relazione

3. La punteggiatura della sequenza di eventi

4. La presenza della comunicazione numerica e analogica

5. L'interazione complementare e simmetrica

90

Watzlawick & coll.

Page 91: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Riguardo al primo punto, circa l'impossibilità di non comunicare, è

chiaro a tutti cosa si intenda con questo assioma.

Il silenzio, infatti, può diventare una forma di comunicazione.

Come vedremo nelle prossime slide, anche l'ascolto può esser

visto come una forma di comunicazione.

E per ascoltare bisogna innanzitutto esser… silenti.

91

Watzlawick & coll. – Primo assioma

Page 92: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Arriviamo al secondo assioma: la presenza nella comunicazione di

un aspetto di contenuto ed uno di relazione.

In questo caso significa che la comunicazione va ad influenzare il

comportamento.

L'aspetto della comunicazione relativo al contenuto riguarda il

"cosa si dice", mentre quello di relazione il "come si dice".

92

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 93: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Questo secondo assioma ha in sé l'ulteriore concetto di

"metacomunicazione":

essa è la possibilità di comunicare qualcosa sull'atto stesso della

comunicazione.

Quando dico o comunico qualcosa posso trasmettere sia una

notizia che un comando.

Facciamo un esempio…

93

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 94: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

94

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

La frizione va tolta in

modo graduale e

dolce…

Page 95: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

95

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Togli ancora di colpo la

frizione! Il cambio non

arriverà a Natale!

Page 96: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Entrambe le due affermazioni hanno lo stesso contenuto (la

notizia), ma si pongono su diversi livelli di relazione (aspetto di

comando).

Esaminiamo di seguito un aspetto correlato alla

metacomunicazione, relativo alla comunicazione paradossale.

96

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 97: Corso comunicazione 2013   completo

97

Non leggere

questa frase

Page 98: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il paradosso, altro non è che…

…una contraddizione che deriva dalla deduzione corretta

da premesse coerenti (Cortoni, 2005).

Esistono almeno 3 tipi di paradossi, articolati su altrettanti livelli

della comunicazione visti in precedenza.

98

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 99: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Nell’ambito della sintassi logica:

paradossi logico matematici: antinomie

Nell’ambito della semantica:

definizioni paradossali: antinomie semantiche

Nell’ambito della pragmatica:

paradossi pragmatici: ingiunzioni paradossali e predizioni

paradossali

99

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 100: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Ambito della sintassi logica

Scorrettezza della correttezza di un ragionamento logico

“…un contenitore che contenga tutto non può esistere perché

dovrebbe contenere anche se stesso…”

100

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 101: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Ambito della semantica

Scorrettezza della correttezza di un significante veicolato

“…Io sto mentendo…”

è una frase vera se è falsa, falsa se è vera

101

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 102: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Ambito della pragmatica

Scorrettezza della correttezza di un comportamento

suggerito, ordinato, perseguito

“Dovresti amarmi”

“Voglio che tu mi domini”

“Non essere così ubbidiente”

102

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 103: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Questi concetti li ritroveremo a breve quando affronteremo il tema

delle figure retoriche.

Inoltre, la comunicazione paradossale si basa sulla teoria del

doppio legame, formulata da G. Bateson nel 1956 e che sta alla

base della genesi della schizofrenia negli individui.

In sintesi, ciò che viene espresso a parole e ciò che viene

comunicato non verbale non coincidono.

Esempio classico: "ti ordino di non obbedirmi!"

103

Watzlawick & coll. – Secondo assioma

Page 104: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il terzo assioma ci dice che la natura della comunicazione dipende

dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i

comunicanti.

Essa riguarda l’interpretazione che gli interlocutori danno alla loro

comunicazione.

La punteggiatura organizza gli eventi comportamentali e ciò

significa che in una relazione entrambi i partner sono

contemporaneamente causa ed effetto di ciò che accade nella

relazione.

104

Watzlawick & coll. – Terzo assioma

Page 105: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Esempio di "tutti i giorni":

105

Watzlawick & coll. – Terzo assioma

Marito Moglie

Lui si arrabbia

Lei mette il broncio

Lui si arrabbia

Lei mette il broncio

Causa

Effetto

Rinforzo

Meccanismo circolare e chiuso (causa, effetto e rinforzo), per cui l‟atteggiamento dell‟uno

causa una reazione dell‟altro (effetto) che a sua volta causa un rafforzamento

dell‟atteggiamento non condiviso dall‟altro. Si instaura una reazione a catena fino a

quando il circolo viene interrotto da qualcuno che razionalmente interpreta le due

punteggiature.

Page 106: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Si può quindi affermare che:

- non esiste una punteggiatura "oggettiva";

- anch'essa fa parte degli aspetti di relazione della

comunicazione.

In sostanza, ogni atto comunicativo – come dice la prof.ssa

Cortoni in un suo lavoro del 2005 – rappresenta "uno stimolo,

una risposta ed un rinforzo"

106

Watzlawick & coll. – Terzo assioma

Page 107: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il quarto assioma della pragmatica della comunicazione umana

dice che:

"…gli esseri umani comunicano

sia in modo digitale

che in modo analogico…"

107

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Informazioni, dati

Emozioni,

atteggiamenti interpersonali

Page 108: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Comunicazione analogica:

riguarda ogni tipo di comunicazione non verbale

Si riferisce all’aspetto di relazione della comunicazione.

“…si basa su una semantica precisa, ma è priva di una sintassi

utile a definire la natura delle relazioni che propone…" (Cortone,

2005)

La comunicazione analogica sarà l'oggetto di studio quando andremo ad

approfondire la comunicazione gestuale.

108

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 109: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Sono segnali analogici quelli che contengono una qualche

rappresentazione o immagine del significato a cui si riferiscono

(tipo i disegni).

La comunicazione analogica ha radici arcaiche e la sua validità è

molto più estesa e generale perché non si basa

sull’apprendimento di un codice ma su una capacità espressiva

congenita.

109

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 110: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Comunicazione digitale:

strettamente inerente alle informazioni, di tipo alfabetico o

numerica.

La comunicazione digitale ha una sintassi logica assai complessa e di

estrema efficacia, ma manca di una semantica direttamente ispirata alla

natura delle relazioni che propone.

“Numerici o simbolici sono quei messaggi che rimandano a un sistema

simbolico codificato e formalizzato di segni, la cui relazione con il significato

di cui sono portatori è del tutto arbitrario” (Cortone, 2005)

110

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 111: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Esempio:

...non c‟è nulla di specificatamente simile al cinque nel numero

cinque come non c‟è nulla di specificatamente simile a un leone

nella parola leone (ripreso da Cortone, cit. Watzlawick e Bateson).

111

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

5 "cinque" "leone"

Page 112: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Aspetti correlati alla comunicazione digitale:

le icone, i segnali, il simbolo.

112

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 113: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

L' icona:

sono segni culturalmente codificati.

Non hanno le stesse proprietà fisiche dell'oggetto, ma stimolano una struttura percettiva simile a quella che sarebbe stimolata

dall'oggetto imitato.

Un segno è iconico quando "può rappresentare il suo oggetto soprattutto per via di similarità".

La similarità è prodotta e deve essere appresa

113

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 114: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il segnale:

è un segno prodotto artificialmente dal soggetto per comunicare

intenzionalmente qualcosa e si distingue dall’indizio, che è un

segno per rendere percepibile qualcosa che non è

immediatamente percepibile (Cortone, 2005)

Presuppone una forte strutturazione e la produzione di qualcosa

che il ricevente sia in grado di vedere e/o di sentire.

114

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 115: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il simbolo:

esprime una relazione tra un certo segno e il significato attribuito a

questo segno, una relazione di tipo arbitrario, generale e

convenzionale.

I simboli sono inoltre differenti dai segnali, poiché questi ultimi

hanno un puro valore informativo e non evocativo.

115

Watzlawick & coll. – Quarto assioma

Page 116: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Il quinto ed ultimo assioma della teoria della comunicazione dice

che...

"...tutti gli scambi di comunicazione

sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati

sull’uguaglianza o sulla differenza...”

116

Watzlawick & coll. – Quinto assioma

Page 117: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

In pratica, uno scambio simmetrico avviene fra interlocutori che si

considerano sullo stesso piano, svolgendo funzioni comunicative e

ruoli sociali analoghi.

Esempio: internet

117

Watzlawick & coll. – Quinto assioma

Page 118: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Uno scambio complementare invece fa incontrare persone che

hanno una relazione ma non sono sullo stesso piano per potere,

ruolo comunicativo, autorità sociale, interessi.

Esempio: la televisione.

118

Watzlawick & coll. – Quinto assioma

Page 119: Corso comunicazione 2013   completo

119

Pausa di metabolizzazione!

Page 120: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

Figura retorica:

si indica col termine "figura retorica" qualsiasi artificio nel discorso, volto a creare un particolare effetto.

Allo stesso modo con cui noi tendiamo ad arricchire e abbellire un’immagine (visiva), possiamo fare altrimenti nei quotidiani discorsi e

conversazioni.

Detto in altri termini, le figure retoriche sono “pennellate decorative nell’ars oratoria”.

La Retorica invece è la scienza che studia le proprietà del discorso.

120

Le figure retoriche

Page 121: Corso comunicazione 2013   completo

Approfondimenti

La figura retorica può esser posta e creata in modo volontario

(studiato) oppure inconsapevole.

E’ materia di studio principale nella linguistica e nella

comunicazione.

In questa sede però ci limiteremo a visionare e ad avere una

panoramica di queste, senza entrare troppo nelle loro suddivisioni

tassonomiche e distintive.

121

Le figure retoriche

Page 122: Corso comunicazione 2013   completo

122 Figure Retoriche analizzate in questa sede (le principali)

Allegoria

Allitterazione

Anacoluto

Anafora

Anastrofe

Antitesi

Antonomasia

Asindeto

Chiasmo

Climax

Domanda retorica

Ellissi

Endiadi

Epanalessi

Eufemismo

Figura etimologica

Hysteron Proteon

Iperbato

Iperbole

Litote

Metafora

Metonimia

Omeoteleuto

Onomatopea

Ossimoro

Paronomasia

Perìfrasi

Pleonasmo

Poliptoto

Polisindeto

Preterizione

Similitudine

Sineddoche

Sinestesia

Zeugma

Page 123: Corso comunicazione 2013   completo

123

Allegoria Attribuzione di un significato simbolico, diverso da quello letterale, al discorso. Come la metafora, anche l’allegoria si basa su un paragone non espresso; secondo la retorica antica, anzi, l’allegoria risulta da “una serie ininterrotta di metafore”, ed è perciò “una metafora prolungata”.

La Commedia di Dante è tutta una lunga allegoria; e allegorie sono per lo più le parabole e le favole.

Allitterazione Ripetizione della stessa consonante o della stessa sillaba all’inizi di parole contigue.

fresche le mie parole nella sera ti sien come il fruscio che fan le foglie (D’Annunzio)

Anacoluto “Rottura” della regolarità sintattica di una frase.

Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro

Anafora (iterazione) Ripetizione di una o più parole all’inizio di enunciati, o di loro segmenti, successivi.

sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte;

sentivo nel cuore un sussulto (Pascoli)

Page 124: Corso comunicazione 2013   completo

124

Anastrofe (inversione)

Inversione del normale ordine sintattico degli elementi di una frase.

all‟opre femminili intenta / sedevi (Leopardi)

Antonomasia

Uso di un nome comune, un epiteto o una perifrasi al posto di un nome

proprio, per esprimerne una qualità caratterizzante:

Il Cavaliere (= Berlusconi)

Il Pelìde (= Achille)

Antonomasia è anche l’uso di un nome proprio al posto di un nome

comune:

Un Einstein (= un genio)

Un Otello (=un uomo geloso)

Antitesi

Accostamento di due termini o espressioni di senso opposto o

contrastante.

Non fronda verde, ma di colore fosco;

non rami schietti, ma nodosi e „nvolti;

non pomi v‟eran, ma stecchi con tosco (Dante)

Page 125: Corso comunicazione 2013   completo

125

Asindeto

Assenza di congiunzioni coordinanti.

Veni, vidi, vici (Cesare)

Chiasmo

Incrocio di membri corrispondenti, dove due o più termini collocati in

successione seguono in uno dei membri l’ordine inverso a quello

dell’altro.

Le donne, i cavallier

L‟arme, gli amori (Ariosto)

Climax (gradazione)

Espressione di un’idea con più parole aventi un valore gradatamente più

intensivo o viceversa:

Veloce? É un razzo, una scheggia, un fulmine!

Domanda retorica

Domanda che, anziché richiedere un’informazione, attende come sola

risposta una conferma:

Il leone non è forse il re della foresta?

Page 126: Corso comunicazione 2013   completo

126

Ellissi

Soppressione di uno o più elementi che la costruzione grammaticale

esigerebbe

Li uomini si vendicano delle leggiere offese, delle

gravi non possono (Machiavelli)

Endiadi

Espressione di un solo concetto mediante due termini coordinati

nella strada e nella polvere (= nella strada polverosa)

Epanalessi

Raddoppiamento di un’espressione, ripetuta all’inizio, o al centro, o alla

fine di un segmento testuale.

Vola, colomba bianca, vola…

Eufemismo

Perifrasi (= giro di parole) usata per attenuare un’espressione troppo

cruda, dolorosa o volgare.

É passato a miglior vita (per non dire “è morto”)

Page 127: Corso comunicazione 2013   completo

127

Figura etimologica

Accostamento di parole aventi la stessa radice

questa selva selvaggia e aspra e forte (Dante)

Hysteron Proteon

Consiste nel dire per prima la cosa che è accaduta per ultima.

Usciamo, muoviti!

Iperbato

Inversione nell'ordine naturale delle parole all'interno di una frase

O belle agli occhi miei tende latine (Tasso)

Mille di fiori al ciel mandano incensi (Foscolo)

Iperbole

Esagerazione, per eccesso o per difetto.

É un secolo che non ci vediamo

Litote

Negazione del contrario per affermare un concetto in forma attenuata.

Don Abbondio non era nato con un cuor di leone

Page 128: Corso comunicazione 2013   completo

128

Metafora

Sostituzione di una parola con un’altra il cui senso letterale ha una

qualche somiglianza col senso letterale della parola sostituita.

capelli d‟oro per capelli biondi

Tradizionalmente la metafora è considerata una similitudine abbreviata.

Per es. dalla similitudine il mio amore brucia come una fiamma possono

derivare le metafore:

il mio amore è una fiamma

la mia ardente fiamma

la mia fiamma

Metonimia

Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto

di contiguità logica. Si può sostituire ad esempio:

il concreto per l’astratto avere del fegato

l’astratto per il concreto sei una bellezza

l’effetto per la sua causa le sudate carte

la causa per il suo effetto vive del suo lavoro

il contenente per il contenuto bere un bicchiere

la marca per il prodotto una Fiat

l’autore per l’opera ascoltare Mozart

Page 129: Corso comunicazione 2013   completo

129

Omeoteleuto

Ripetizione di sillabe omofone alla fine di più parole della stessa frase.

La rima è un caso di omeoteleuto.

Onomatopea

Si ha quando una parola imita o suggerisce il suono dell’oggetto o

dell’azione che significa.

il tuono rimbombò di schianto:

rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo (Pascoli)

Ossimoro

Unione paradossale di due termini antitetici.

tacito tumulto (Pascoli)

la morte che vive (Montale)

Paronomasia

Accostamento di parole di suono affine, ma differenti nel significato.

i‟ fui per ritornar più volte vòlto (Dante)

Page 130: Corso comunicazione 2013   completo

130

Preterizione

Dichiarazione che si tralascerà di parlare di un certo argomento che

intanto viene nominato; in altre parole, si finge di voler omettere ciò che

in realtà si dice.

Non starò a raccontare le peregrinazioni di Ulisse

Similitudine (paragone)

Confronto tra due elementi in base a caratteristiche comuni.

La similitudine è resa esplicita da un termine di paragone: come, tanto,

tale, simile, ecc.

Al cor gentil rempaira sempre amore

come l‟ausello in selva a la verdura (Guinizelli)

Sineddoche

Sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto di

quantità. Si può sostituire ad esempio:

la parte per il tutto tornare al tetto

il tutto per la parte pelliccia di visone

il genere per la specie i comuni mortali

la specie per il genere il pane quotidiano

il singolare per il plurale non passa lo straniero

Page 131: Corso comunicazione 2013   completo

131

Sinestesia

Tipo di metafora che consiste nel trasferimento di significato dall’uno

all’altro campo sensoriale.

un colore caldo

l‟urlo nero della madre (Quasimodo)

Zeugma (sillepsi)

Collegamento di un verbo a due o più elementi della frase che invece

richiederebbero ognuno rispettivamente un verbo specifico.

Parlar e lagrimar vedrai insieme (Dante)

Page 132: Corso comunicazione 2013   completo

Domande?

132

Page 133: Corso comunicazione 2013   completo

133

Page 134: Corso comunicazione 2013   completo

134

Comunicazione non verbale

Page 135: Corso comunicazione 2013   completo

135

"Se vuoi capire una

persona non ascoltare le

sue parole ma osserva il

suo comportamento"

(Albert Einstein)

Page 136: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

La scelta di dedicare un'intera sezione alla comunicazione non

verbale non è casuale.

La comunicazione non verbale rappresenta la modalità

comunicativa che più di ogni altra riesce a trasmettere un

messaggio, e spesso ce ne rendiamo conto solo a livello

inconsapevole.

136

Premesse

Page 137: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Con il seguente schema andiamo quindi a rivedere i vari aspetti manifesti della

comunicazione:

137

Premesse

Verbale

Verbale Scritto

Non verbale

Non verbale scritto

Analogico

Simbolico

Locale

Universale

Lingua italiana

Alfabeto scritto italiano

Gesto

Disegno

Foto, pianto

Rosso, Verde

Dialetto, linguaggio lavorativo

Sorriso

Page 138: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Comunicazione verbale

È consapevole ed intenzionale;

fornisce informazioni sugli argomenti espressi;

è poco rilevante nelle relazioni.

138

Differenze

Page 139: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Comunicazione non verbale

In gran parte inconsapevole, non interazionale e non controllabile;

fornisce informazioni sul soggetto che la esprime;

è ambigua;

è fondamentale nelle relazione.

139

Differenze

Page 140: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Comunicazione

verbale

Comunicazione non

verbale

Fondata sull'uso della parola:

- messaggi scritti,

- discorsi;

- colloqui.

Si realizza mediante:

- azioni;

- situazioni;

- oggetti.

Esempi:

- manifesti;

- test scritti;

- slide...

Esempi:

- comportamento;

- abbigliamento.

140

Differenze

Page 141: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

L'apprendimento è correlato con la comunicazione non verbale e varia a seconda

delle tecniche comunicative usate

141

Differenze

Tecniche di

comunicazione

Canale di

percezione % di apprendimento

Verbale Udito 20%

Grafica, gestuale Visivo 30%

Mista - passiva Udito + visivo 50%

Mista - attiva Udito + visivo +

discussione 70%

Mista - completa Udito + visivo +

discussione + uso 90%

Page 142: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Segnala i mutamenti delle relazioni interpersonali,

sostiene e completa la comunicazione verbale fungendo da canale

di dispersione in quanto, non essendo facilmente controllabile ,

lascia filtrare contenuti profondi a volte latenti, a volte in

contraddizione con il messaggio verbale.

142

Caratteristiche della comunicazione non verbale

Page 143: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

- Produzione, elaborazione, comprensione del messaggio;

- ripetizione di quanto detto verbalmente;

- sostituzione di parti del messaggio verbale;

- completamento e chiarimento di parti del messaggio verbale;

- distinzione tra parti del messaggio verbale;

- rinforzo di parti del messaggio verbale;

- struttura e controlla l’interazione e la conversazione attraverso i segnali

non verbali che si usano per la presa dei turni e per porre fine all’incontro.

143

Funzioni della comunicazione non verbale

Page 144: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale è così strutturata e definita:

1- prossemica

2 - sistema paralinguistico

3 - sistema cinesico

4 - aptica

144

Struttura della comunicazione non verbale

Page 145: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

La prossemica riguarda la gestione dello spazio e del

territorio dell'individuo.

Lo spazio può essere suddiviso in 4 zone principali:

zona intima

zona personale

zona sociale

zona pubblica.

145

1- Prossemica

Page 146: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

146

1 - Prossemica

Page 147: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Il linguaggio prossemico secondo Hall

distanza intima (fino a 40 cm): l’interlocutore invade il sistema percettivo dell’altro e tale distanza è di frequente seguita dal contatto fisico;

distanza personale (da 40 a 120 cm): corrisponde alla distanza di due braccia che si tendono ed è utilizzata quando si vuol parlare più in segretezza con qualcuno, isolandosi dagli altri;

distanza sociale (da 120 a 360 cm): è tipica del contatto formale, solo di carattere oculare;

distanza pubblica (da 360 cm in poi): è usata nelle conferenze, in cui c’è estraneità tra gli interlocutori.

In caso di contatto fisico volontario e ripetuto si ha la manifestazione espressa di intimità.

147

1 - Prossemica

Page 148: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Particolare attenzione nell'osservazione della comunicazione non

verbale dev'esser data poi dall'orientamento:

- disposizione spaziale tra i soggetti: indica la qualità dei

rapporti, con variazioni di significato che dipendono dal contesto;

- disposizione degli arredi: sono gli arredi che favoriscono o rendono difficoltose alcune forme di comunicazione. Solitamente

un tavolo circolare rende fisicamente equidistanti i soggetti, per cui è un presupposto per impostare rapporti paritetici

148

1 - Prossemica

Page 149: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Il paralinguistico (già visto in precedenza) è il sistema vocale

non verbale

Indica l’insieme dei suoni emessi durante una conversazione a

prescindere dal loro significato

Ad esempio:

- il tono della voce

- la frequenza e l’intensità della voce

- il ritmo (la velocità delle frasi e le pause)

149

2 - Sistema paralinguistico

Page 150: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

La cinesica riguarda la comunicazione espressa dalla

mimica facciale, dai movimenti degli occhi e del

corpo (movimento delle mani, postura)

Ad esempio il guardare qualcuno negli occhi qualcuno è spesso

interpretato come segnale del fatto di voler iniziare una

conversazione o interazione

(Ida Cortoni, 2005)

150

3 - Sistema cinesico

Page 151: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

L'aptica si riferisce alle diverse forme di contatto fisico.

È una scienza giovane e fortemente in evoluzione.

La percezione aptica, secondo Wikipedia, è:

"…il processo di riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto."

Può esser distinta in:

Contatto formale (es. stretta di mano, doppio bacio)

Contatto informale (un abbraccio, una paca sulla spalla)

151

4 - Aptica

Page 152: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

I gesti sono segnali non verbali.

Analizzeremo sinteticamente le cinque categorie di segni definite

da Ekman e Friesen nel 1969:

- gesti emblematici;

- gesti illustratori;

- gesti regolatori della comunicazione;

- gesti espressivi di emozioni;

- gesti di adattamento.

152

I gesti

Page 153: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Gesti emblematici:

sono quei gesti che hanno una traduzione verbale orale diretta,

nel senso che ripetono, esprimono in modo autonomo, a volte

sostituiscono il parlato (dire “ciao” con la mano).

In questa classe rientrano i riti.

153

I gesti

Page 154: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Gesti illustratori:

sono gesti che accompagnano il parlato punteggiandone il

contenuto con esemplificazioni, chiarimenti, illustrazioni (numerare

con le dita, enfatizzare con le mani, ecc.).

154

I gesti

Page 155: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Gesti regolatori della comunicazione:

servono soprattutto a coordinare i turni di intervento, ossia a

regolare gli scambi verbali fra i soggetti

(alzare il braccio per chiedere la parola, solo per citare l'esempio

più classico...).

155

I gesti

Page 156: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Gesti espressivi di emozioni:

sono usati, consapevolmente o inconsapevolmente, per

comunicare stati d’animo, sentimenti e atteggiamenti (il tremore

delle mani)

156

I gesti

Page 157: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Gesti di adattamento:

hanno una funzione di controllo e/o di espressione di bisogni ed

emozioni e sono per lo più gesti manipolatori rivolti a se stessi

(grattarsi la testa, giocare con i capelli, nascondersi il volto, ecc...).

157

I gesti

Page 158: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Riguardo all'ultima categoria di gesti, Ekman e Friesen hanno identificato al loro

interno altre tre sub-tipologie di comportamenti gestuali:

- segnali non verbali di tipo auto-adattivo: sono quei segnali che riguardano

tutti i movimenti del corpo che gli individui fanno durante l’interazione

comunicativa (auto manipolazione);

- gesti "d’adattamento incentrati sull’altro": dati, per esempio, dai contatti con

altre persone;

- gesti "d’adattamento orientati sugli oggetti”: che prevedono la manipolazione

di oggetti esterni durante lo scambio comunicativo.

158

Page 159: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Per chi volesse approfondire questa interessante tematica,

rimando a tutti Voi alla lettura del libro "I gesti – Origine e

diffusione" del noto etologo Desmond Morris (1979, edito in

Italia da Mondadori)

159

I gesti

Page 160: Corso comunicazione 2013   completo

160

Pausa

Page 161: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

La difesa dello spazio vitale

161

Esempi

Chiusura: la persona non vuole nessuno attorno

Riservatezza: la persona non vuole essere disturbata,

ma il posto è disponibile

Apertura: la persona è ben accetta all'invasione del

proprio spazio

Fonte: Anna Guglielmi, "Il linguaggio segreto del corpo", Ed. Piemme, 2012

Page 162: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

162

Esempi

Page 163: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

Al tavolo…

163

Esempi

Page 164: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

164

Esempi

1 - Persona con più autorità

5 - Persona con un'autorità seconda

solo al n°1

2, 3, 4 - Altre figure dominanti, in

ordine d'importanza.

Le persone poste dall'altro lato del

tavolo sono svantaggiate

Page 165: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

165

Esempi

1 - Conduttore/capo

12 - Braccio destro del conduttore/capo

2 - Secondo assistente del capo

7 – Antagonista

6, 8 - Possibili alleati dell'antagonista

4, 10 - Indifferenti, disinteressati

3, 11 - Indecisi e forse poco motivate

5, 9 - Come i precedenti, ma forse più

assertivi

Page 166: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

166

Esempi

Postura

ripiegata:

difficoltà a stare

da soli nella vita e

tendenza ad

appoggiarsi agli

altri

Postura divisa in

due: persona

dissociata dai propri

sentimenti.

Tendenza ad evitare

le situazioni

sentimentali

Page 167: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

167

Esempi

Postura gonfiata:

nega i sentimenti (a

differenza della

precedente, cui

prende solamente le

distanze) e mira a

comandare, ad

avere il potere, sugli

altri come su di sé

Postura sottomessa:

apparentemente

sottomesso, ma per

necessità.

L'aggressività è

bloccata, come pure il

desiderio di

autoaffermarsi.

Odieranno tutti i loro

capi, perché

vorrebbero stare al

posto loro

Page 168: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

168

Esempi

Gambe incrociate:

protezione e chiusura. Persona

a disagio in quel contesto

Gambe larghe:

sfida. Tendenza a mostrarsi

come il più forte

Gambe strette:

insicurezza. Fortemente

emozionato

Page 169: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

169

Esempi

Page 170: Corso comunicazione 2013   completo

Comunicazione non verbale

170

Esempi

Page 171: Corso comunicazione 2013   completo

171

Page 172: Corso comunicazione 2013   completo

172

Saper comunicare

Page 173: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

In queste 150 ed oltre slide abbiamo affrontato la comunicazione

esaminando i molteplici aspetti che la caratterizzano.

Non sarebbe professionale concludere il corso senza però

affrontare due temi importanti ad essa connessi:

- l'ascolto;

- gli stili comunicativi e il saper comunicare.

173

Punto della situazione

Page 174: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

È utile però osservare un'interessante schema riassuntivo prima di

affrontare il primo dei due temi, l'ascolto.

Il sistema comunicativo umano può esser così sintetizzato:

174

Punto della situazione

Page 175: Corso comunicazione 2013   completo

175

COMUNICAZIONE

VERBALE

COMUNICAZIONE

NON VERBALE

COMUNICAZIONE

VOCALE

Linguaggio

verbale

Sistema paralinguistico Tono di voce

Volume di voce

Pause e ritmo

Sistema cinesico Mimica facciale

Sguardo

Gestualità

postura

Aptica

Prossemica

L. Paccagnella, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna, 2004, p.48

Page 176: Corso comunicazione 2013   completo

176

L'ascolto

Page 177: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Comunicare non vuol dire solamente esprimere.

Comunicare vuol dire anche ascoltare. Dall'ascolto possiamo

capire quanto ci viene detto, portare il messaggio IN noi e

restituire qualcosa all'interlocutore (=feedback).

Ascoltare non è un'azione così semplice come potrebbe sembrare,

e richiede impegno e applicazione per poter effettuare un buon

ascolto...

177

L'ascolto

Page 178: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Wikipedia definisce l'ascolto come...

"...l'atto dell'ascoltare. È l'arte dello stare a sentire

attentamente, del prestare orecchio. Ascoltatore è chi ascolta;

ascoltare la lezione, un oratore; ascoltare con interesse tutto ciò

che il professore dice. Non trattasi di atto superficiale.

In psicologia ascolto è uno strumento dei nostri cinque sensi per

apprendere, conoscere il tempo e lo spazio che ci circonda e

comunicare con noi stessi e il mondo circostante. L'ascolto è un

processo psicologico e fisico del nostro corpo per comunicare ai

nostri neuroni, al cervello che li traduce in emozioni e nozioni."

178

L'ascolto

Page 179: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

E ancora, il termine deriva dal

"...la radice Auris "Orecchio", latino parlato. Ascoltare è verbo

transitivo. La parola ascolto nasce in italiano come derivato del

verbo ascoltare, che proviene a sua volta dal latino "auscultare",

cioè sentire con l’orecchio. Il significato tradizionale del termine

ascolto è appunto quello che indica in genere l‟azione e il risultato

dell‟ascoltare ed è fortemente legato al concetto di attenzione."

179

L'ascolto

Page 180: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

L'ascolto può esser così suddiviso:

- superficiale;

- parziale;

- partecipazione o ascolto attivo.

180

L'ascolto

Page 181: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

L'ascolto superficiale si ha quando:

il ricevente è concentrato più su se stesso che su ciò che viene

detto;

pertanto, interviene di tanto in tanto per pura convenienza,

pensa soprattutto a ribattere e ad esprimere la propria opinione,

pensa che la propria opinione sia l’unica che conta.

181

L'ascolto

Page 182: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

L'ascolto parziale invece è quando:

il ricevente è concentrato sulle parole e non sulle intenzioni e

quindi

“ascolta con la mente e non con il cuore”,

correndo il rischio di fraintendere perché l’attenzione è molto

ridotta.

182

L'ascolto

Page 183: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

L'ascolto attivo (o partecipazione) si ha quando:

l'ascoltatore verifica la comprensione di quanto detto,

sospende i giudizi di valore,

si mette nei panni dell'altro,

ascolta attentamente, stando in silenzio,

dimostra empatia (comprensione degli stati d'animo dell'altro)

183

L'ascolto

Page 184: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

L'ascolto attivo consiste pertanto in una serie di azioni:

- silenzio;

- fare domande aperte;

- riformulare quanto detto o parte del discorso;

- fare domande di precisione;

- incoraggiare il comunicatore;

- poter fare un riassunto di quanto espresso.

184

L'ascolto attivo: le regole

Page 185: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Cancellare i pregiudizi;

evitare valutazioni affrettate;

eliminare le distrazioni;

non interrompere;

mantenere il contatto visivo;

intervenire solo tra le “pause”;

controllare la propria emotività;

185

L'ascolto attivo: qualche consiglio

Page 186: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

cercare di capire lo “spirito” al di là delle parole;

osservare il comportamento non verbale;

evitare di trarre conclusioni fin dalle prime battute;

interloquire ogni tanto con rapide domande che dimostrino all'altro la nostra attenzione;

cercare di cogliere l’idea-base di ogni esposizione;

prestare attenzione anche quando l’argomento è conosciuto;

assicurarsi che l’interlocutore abbia espresso la propria opinione.

186

L'ascolto attivo: qualche consiglio

Page 187: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni.

Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista.

Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione, chiedendo a lui di aiutarti a vedere le cose nella sua prospettiva.

Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché

incongruenti con le proprie certezze.

Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.

187

…e ancora… altre regole e consigli per ascoltare…

Page 188: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Per poter ascoltare l'altro, occorre anche sapere che ciascuno di

noi comunica con modalità ben specifiche.

Siamo infatti influenzati dai principali canali sensoriali (vista ed

udito) e trasmettiamo il nostro comportamento attraverso di essi.

Un buon comunicatore invece saprà esprimersi usando tutti i

canali a sua disposizione.

La slide seguente ci può dare una mano nel riconoscere questo.

188

Ascoltare e riconoscere l'altro

Page 189: Corso comunicazione 2013   completo

189

Descrizione Tipologia di relazione

Visivo E’ influenzato dalla sfera

visiva dell’esperienza

Parla in modo sintetico per punti

Parla per immagini

Aiuta a visualizzare i concetti

Auditivo

Cura gli aspetti linguistici del discorso

Vuole sentire più opinioni prima di esprimersi

Utilizza terminologia precisa

Spiega contesto e contenuto

Cinestetico

Ha un buon fiuto e segue l’istinto

Si basa molto sulla fiducia reciproca

Crea sintonia

Evita barriere formali

Va al succo del discorso

Page 190: Corso comunicazione 2013   completo

190

La comunicazione efficace

Page 191: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Stiamo giungendo al termine di questo corso.

Il nostro scopo sarà ora quello di mettere in pratica quanto

spiegato fino ad ora, col risultato di poter comunicare in modo più

efficace e mirato.

La comunicazione efficace si ha quando i tre livelli di

comunicazione sono coerenti tra di loro.

191

La comunicazione efficace

Page 192: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

La comunicazione efficace serve per dare ed ottenere fiducia,

per convincere, vendere, catturare, affermare, tranquillizzare,

persuadere, affascinare, coinvolgere e ottenere il consenso.

192

La comunicazione efficace

Page 193: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Per poter attuare una comunicazione efficace atteniamoci a

queste regolette:

1) esser credibili e affidabili su quanto si dice;

2) esser utili, puntando su aspetti pragmatici e sulla propria

esperienza;

3) esser comprensibili, integrandosi quanto più possibile negli

schemi mentali di chi abbiamo davanti;

4) esser confermanti, supportando e non mettendo in crisi le

identità degli interlocutori.

193

La comunicazione efficace

Page 194: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

In ultima analisi – visto che la comunicazione efficace migliore si

migliora solo con l'esperienza, oltre che con la tecnica iniziale –

essa può esser così schematizzata:

- deve essere finalizzata;

- deve essere consapevole;

- deve poter essere contestualizzata;

- deve creare integrazione a livello di relazione;

- deve evitare conflitti inutili.

194

La comunicazione efficace

Page 195: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

E se ancora ci trovassimo in difficoltà nel comunicare efficacemente, cerchiamo di ricordare la regola delle "cinque C":

CHIAREZZA

COMPLETEZZA

CONCISIONE

CONCRETEZZA

CORRETTEZZA

195

La comunicazione efficace

Creare un messaggio diretto e logico, senza ambiguità.

Il messaggio deve contenere tutti gli elementi necessari per

capire la logica dei ragionamenti.

Bisogna saper anticipare i concetti fondamentali e arrivare al

punto con poche parole (capacità di sintesi).

Usare esempi e metafore con e su fatti ben delineati.

Occorre avere reciproca fiducia, onestà e sincerità.

Page 196: Corso comunicazione 2013   completo

196

Stili comunicativi

Page 197: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Parallelamente ai canali sensoriali usati, ciascuno di noi quando comunica usa un proprio stile.

Di norma sono stati riconosciuti e studiati tre tipi principali di stili comunicativi:

- lo stile passivo;

- lo stile aggressivo;

- lo stile assertivo.

Saper identificare lo stile con il quale comunica chi ci sta davanti ed il nostro aiuta e contribuisce nell'efficacia della comunicazione

(ovviamente nostra ed altrui…)

197

Gli stili comunicativi

Page 198: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

La comunicazione passiva è tipica di colui che non esprime positivamente le proprie emozioni all’altro (spesso perché tende a

tenere dentro la propria emotività).

Può rivelare una mancanza di rispetto per i propri bisogni e diritti; se e quando questi sono espressi, lo sono in un modo carico di titubanza e

disagio.

E’ un metodo che permette di evitare o mascherare i conflitti e di cercare l’approvazione degli altri, ma può portare ad accumulo di rabbia per i bisogni inespressi e a scariche di aggressività diretta verso se stessi,

verso gli altri cui segue senso di colpa e ritorno al comportamento sottomesso,

(Capozzo, 2009)

198

Gli stili comunicativi – Il passivo

Page 199: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Postura:

Curva - Accasciata – Piegata

Espressione del volto:

Vuota - Sorriso di convenienza - Disinteressata – Paurosa

Occhi:

Rivolti verso il basso, evitanti - Ridotto contatto

Voce:

Bassa - Esitante/lenta - Debole - Veloce (quando si è timorosi o ansiosi)

Gestualità:

Smaniosa - Accenna l'assenso col capo – Si pizzica velocemente – Si torce le mani

199

Gli stili comunicativi – Il passivo

Page 200: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

La persona aggressiva tende a sopraffare l’altro da un punto

di vista emotivo, esprime cioè sentimenti, bisogni e idee a spese

altrui. Così facendo garantisce il soddisfacimento dei propri

bisogni e permette di proteggere se stessa e il proprio spazio,

credendo di esercitare un forte controllo sulla vita propria e altrui.

Il comportamento aggressivo tende ad allontanare gli altri, a

creare nemici e quindi a renderci più vulnerabili e paurosi; crea

opposizione, sensi di colpa e produce una perdita del controllo.

(Cortoni, 2009)

200

Gli stili comunicativi – L'aggressivo

Page 201: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Postura:

Rigida - Pugni serrati - Denti stretti

Espressione del volto:

Mascelle serrate - Minacciosa - Sguardi di traverso - Viso teso

Occhi:

Fissi - Sporgenti - Vitrei

Voce:

Veloce e ad alto volume - Tagliente - Tono acuto

Gestualità:

Accusatoria (puntare il dito) - Invadente lo spazio personale - Tesa

201

Gli stili comunicativi – L'aggressivo

Page 202: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Il soggetto assertivo è colui che è capace di avere un

atteggiamento positivo verso se stesso e verso gli altri fino a

raggiungere la capacità di relazionarsi in modo spontaneo,

naturale e soddisfacente.

Assume comportamenti verbali e non verbali che gli permettono di

conservare rispetto per se stessi, di conservare i propri diritti,

senza tentare di dominare, strumentalizzare o controllare gli altri.

(Cortoni, 2009)

In altri termini, è lo stile più adatto per comunicare!

202

Gli stili comunicativi – L'assertivo

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Saper comunicare

Postura:

eretta - rilassata - aperta

Espressione del volto:

coinvolta - interessata

Occhi:

contatto oculare diretto

Voce:

chiara - amichevole - calibrata - non forzata

Gestualità:

aperta - mani che non superano l'altezza dei gomiti

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Gli stili comunicativi – L'assertivo

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Saper comunicare

E voi, di che stile siete?

Un interessante test permetterà di scoprirlo.

Il test in questione è il "Test sull'assertività di Gillan", e

consiste nel rispondere a 36 domande con risposte variabili da "1"

a "4".

Munitevi di un foglio bianco e di una penna o una matita.

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Gli stili comunicativi

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Saper comunicare

Ecco la consegna per effettuare il test:

Per ognuna delle affermazioni qui riportate, scelga un punteggio da 1 a 4, tenendo conto che:

4= significa che lei si comporta in quel modo sempre o quasi sempre (90-100% delle volte);

3= significa che lei si comporta in quel modo spesso (dal 50 al 90% delle volte)

2= significa che lei si comporta in quel modo raramente (dal 10 al 50% delle volte);

1= significa che lei non si è mai comportato in quel modo o solo molto raramente (dallo 0 al 10% delle volte).

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Test di Gillan

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1. Ho facilità di prendermi carico di qualsiasi situazione.

2. Mi adeguo ai piccoli riti della vita sociale, anche se non li condivido.

3. Quando mi trovo a litigare, non altero il volume della voce.

4. Non ho nessuna difficoltà a fissare a lungo una persona negli occhi.

5. Mi sentirei perso se improvvisamente mi si chiedesse di affrontare una emergenza.

6. Quando mi sento nervoso mi strofino le mani.

7. Se la situazione lo richiede non esito ad alzare la voce.

8. Per farmi strada nella vita, non uso né il sarcasmo né l’ironia.

9. Penso che ogni persona abbia il diritto a comportarsi come meglio crede.

10. Ho facilità a dire quello che penso anche quando ciò contrasta con il punto di vista

degli altri .

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11. Anche quando sono nervoso le mani non mi tremano affatto.

12. Sono piuttosto critico nei confronti delle mie azioni.

13. Ho difficoltà a guardare dritto negli occhi la persona con cui sto litigando.

14. Per sottolineare un punto particolare della mia argomentazione, non ho difficoltà a

puntare il dito contro uno dei miei interlocutori.

15. Sono convinto che tutti dovrebbero comportarsi nei modi richiesti dall’educazione.

16. Sono tenace ed in genere raggiungo i miei obiettivi, costi quel che costi.

17. So che mi fa apparire nervoso il tremolio della mia voce quando litigo.

18. Anche quando ascolto gli altri sono attento al mio punto di vista.

19. Anche quando gli altri ottengono da me delle concessioni, grazie. alla simpatia che

mi ispirano, mi assicuro che siano loro a decidere dei loro problemi.

20. Sono convinto che lasciar trasparire i propri sentimenti sia utile nel creare un buon

rapporto.

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21. Se qualcuno cerca di prendere il sopravvento su di me, gli rispondo per le rime.

22. Uso il sarcasmo per far sapere agli altri quello che penso di loro.

23. Mi sento a disagio quando gli altri mi criticano.

24. Quando gli altri si sforzano di farmi dare qualcosa che non mi piace, riesco a trovare

un compromesso che soddisfa tutti.

25. Non riesco a capire molte delle critiche che mi vengono rivolte.

26. Tendo ad affrontare i problemi in modo cauto e democratico, coinvolgono gli altri.

27. Mi imbarazza comunicare agli altri i miei sentimenti e le mie emozioni.

28. Quando discuto con qualcuno, sono pronto a preferire le sue proposte alle mie.

29. Se gli altri si trovano in mezzo alle difficoltà, è un loro problema.

30. Ho difficoltà a mantenere il mio punto di vista quando entro in contrasto con gli altri.

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31. Ho imparato molto ascoltando gli altri.

32. Mi faccio facilmente intimidire da i prepotenti.

33. Penso che mostrare agli altri i propri sentimenti sia un segno di debolezza ed è per

questa ragione che non lo faccio.

34. Quando instauro un rapporto con gli altri, facilmente mi trovo a condividere il loro

problemi.

35. Trovo che mantenere saldamente il proprio punto di vista, incoraggia l’altro ad

accettare un compromesso.

36. Continuo a guardare gli altri, fino a che non mi accorgo che ciò li imbarazza.

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Saper comunicare

Per calcolare il punteggio in ognuno di questi tre stili, sommate le risposte

segnate, tenendole separate secondo lo schema della slide seguente,

in questo modo:

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Test di Gillan

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Assertività Aggressività Passività

3 1 2

8 4 5

9 7 6

11 10 12

18 14 13

19 15 17

20 16 23

24 21 27

26 22 28

31 25 30

35 29 32

36 33 34

Page 212: Corso comunicazione 2013   completo

Saper comunicare

Una volta ottenuti i totali, saprete a quale di questi tre stili

apparterrete.

Il test può esser rifatto quante volte si vuole, è puramente

indicativo circa le modalità di comunicazione e non ha valore

diagnostico.

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Gli stili comunicativi

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Domande?

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Page 214: Corso comunicazione 2013   completo

Conclusione

Il passo successivo sta a voi.

Cerchiamo di mettere in pratica quanto visto e studiato.

Facciamo buon uso delle critiche altrui, osserviamo sempre, noi e

gli altri.

Solo così, con un costante lavoro su di noi e sulle nostre capacità

di ascolto e di proporci al mondo esterno diverremo degli abili

comunicatori…

214

Ringraziamenti

Page 215: Corso comunicazione 2013   completo

215 Buon Lavoro a tutti!

Page 216: Corso comunicazione 2013   completo

Bibliografia e fonti

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Come reperire le fonti bibliografiche - Brevi consigli per verificare

l'autenticità delle affermazioni riportate sui vari scritti/libri/articoli.

1) Ricerca su internet tramite i motori di ricerca, come Google. La ricerca di specifici file,

come documenti in word, in pdf o slide (come in questo caso) va fatta postponendo il suffisso

".ppt" o ".pptx" all'argomento ricercato. Esempio: comunicazione.ppt

Page 217: Corso comunicazione 2013   completo

Bibliografia e fonti

217

Come reperire le fonti bibliografiche - Brevi consigli per verificare

l'autenticità delle affermazioni riportate sui vari scritti/libri/articoli.

2) Ricerca "classica", tramite biblioteca o libreria.

La ricerca può avvenire o tramite titolo ed autore

oppure con il codice "ISBN" (è una sequenza

numerica di 13 cifre utilizzata per classificare i libri).

In quest'ultimo caso non si va incontro a

fraintendimenti sull'edizione e si ricava il testo esatto

citato da chi ha menzionato quella fonte.

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Bibliografia e fonti

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Materiale informatico:

G. Fatelli, slide "Fondamenti della comunicazione";

M.A. Capozzo, C. Rumori, C. Cadoni, slide varie;

R. Andò, slide "Gli elementi della comunicazione";

Wikipedia, voce "Funzioni del linguaggio";

Wikipedia, voce "Paul Watzlawick";

Wikipedia, voce "Teoria sulla comunicazione".

Sono state utilizzate altre slide reperite su internet ma senza nomi degli autori. Se qualcuno

di questi riconoscesse parti del suo lavoro presenti ma senza menzione è pregato di

contattare l'autore delle presenti, grazie.

Materiale cartaceo:

- Cantoni, Di Blas, "Comunicazione. Teoria e pratiche", Apogeo ed., Milano 2006. ISBN: 88-503-2385-9;

- Paul Watzlawick, J.H. Beavin, D. D. Jackson, "Pragmatica della comunicazione umana", Astrolabio ed., Roma

2008 (ristampa). ISBN: 978-88-340-0142-4;

- Volli, "Il nuovo libro della comunicazione", Il Saggiatore, Milano 2010.

ISBN: 978-885650196-4.

- Guglielmi, "Il linguaggio segreto del corpo", Piemme 2007. ISBN 8838468923

Creato con Microsoft© Office Power Point 2010

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Nota finale

219

"In conformità alle leggi italiane e nel loro

pieno rispetto, il rimando diretto per il

download del materiale audiovisivo non

verrà riportato in queste slide."

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Grazie per l'attenzione!

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Per scaricare le seguenti slide (in formato pdf, accessibile a tutti):

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Per qualsiasi altra informazione o per segnalare problemi di download:

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