corriere ortofruticolo settembre 2006

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Mele, produzione giù E l’Italia cerca sbocchi Raccolti 2006 in calo in tutta Europa. Si intensifica il dialogo con l’Emisfero Sud, nel “mirino” anche Cina, Usa e India PAGINA 40 Il Mercato di Fondi tiene ma servono collegamenti Struttura leader per quantitativi trattati, il Mof soffre da anni l’inadeguata viabilità. Viaggio nella “cittadella” dell’ortofrutta PAGINA 45 Brasile, prove tecniche di commercio estero Il peso delle esportazioni è ancora modesto ma in progressiva crescita; buone chance per le aziende italiane del settore tecnologie PAGINA 76 GEMMA EDITCO SRL - V.LE N. BIXIO, 1/A - 37126 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR L’anno della riscossa O rtofrutticolo 9 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE ANNO XX - Nuova serie THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET Settembre 2006 - euro 5,00 FRUTTA ESTIVA IN QUESTO NUMERO C orriere

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Raccolti 2006 in calo in tutta Europa. Si intensifica il dialogo con l’Emisfero Sud, nel “mirino” anche Cina, Usa e India La rivincita dell’ortofrutta estiva spinga alla “ripartenza” il settore

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Page 1: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

• Mele, produzione giù E l’Italia cerca sbocchiRaccolti 2006 in calo in tutta Europa. Si intensifica il dialogo con l’Emisfero Sud,nel “mirino” anche Cina, Usa e IndiaPAGINA 40

• Il Mercato di Fondi tienema servono collegamenti Struttura leader per quantitativi trattati, il Mof soffre da anni l’inadeguata viabilità.Viaggio nella “cittadella” dell’ortofrutta PAGINA 45

• Brasile, prove tecniche di commercio esteroIl peso delle esportazioni è ancora modestoma in progressiva crescita; buone chanceper le aziende italiane del settore tecnologie PAGINA 76

GEMMA EDITCO SRL - V.LE N. BIXIO, 1/A - 37126 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:[email protected] - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

L’anno della riscossa

TECNOLOGIE e MACCHINARIOrtofrutticolo 9

M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X - N u o v a s e r i e

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

S e t t e m b r e 2 0 0 6 - e u r o 5 , 0 0

FRUTTA ESTIVAIN QUESTO NUMERO

Corriere

Page 2: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

Ripartenza. Quella del 2006 sarà ricordata come l’e-state dell’acqua: prima troppo poca, poi troppa. Traquesti due eccessi si colloca un risultato su cui nes-suno avrebbe scommesso: la rivincita dell’ortofruttaestiva, in particolare della frutta, che è risorta dopodue anni di buio assoluto. Tutti i particolari li potete leggere nel servizio al-l’interno del nostro Emanuele Zanini, ma fa piaceresottolineare la rinascita di un prodotto-simbolo del-la nostra frutticoltura, cioè pesche e nettarine che,complici il caldo di luglio e la scarsa produzione eu-ropea, hanno strappato quotazioni sui mercati este-ri dai 35 ai 40 centesimi al chilo superiori a quelledel 2005. A fine luglio addirittura i buyer della Gran-de distribuzione lamentavano scarsità di prodotto…Cose da non credere. Altre buone notizie arrivanodal fronte istituzionale.Qualcosa comincia amuoversi in particolarenei rapporti con le gran-di catene distributive, at-traverso cui transita piùdella metà della produ-zione ortofrutticola na-zionale. Nonostante qualche ten-tazione contraria che at-traversa il mondo pro-duttivo più “arcaico”, laGdo non va più conside-rata controparte della produzione, ma partner nelbene e nel male. E se la Gdo italiana è prevalente-mente in mani straniere e se le centrali di acquistosono a Parigi o a Berlino, pazienza. Ormai il dannoè fatto. Bisogna lavorare ancora più intensamenteper battere i nostri concorrenti, per essere più com-petitivi, per acquisire dimensioni europee o, ancorameglio, euromediterranee, il nostro vero bacino diriferimento.I segnali innovativi vengono da regioni come l’Emi-lia-Romagna dove l’assessore Rabboni ha coinvolto -primo caso in Italia - le reti di vendita della grandedistribuzione cooperativa italiana - Coop e Conad -nella valorizzazione delle migliori produzioni di pe-sche e nettarine regionali, vale a dire quelle a Indi-cazione geografica protetta e quelle a Qualità con-trollata. Una azione che, in poche settimane, ha pro-dotto indiscutibili risultati sia sul piano economicoche commerciale. Poi a Roma il dinamismo del mi-nistro De Castro ha portato ai primi di agosto allaprima riunione del tavolo mondo produttivo-Gdocon l’obiettivo dello sviluppo di tutta la filiera. “Ladistribuzione moderna deve diventare un alleato

convinto per lo sviluppo dell’agroalimentare madein Italy, e per questo bisogna parlarsi e concordareassieme le strategie”, dice il ministro. Il compartodell’ortofrutta è il banco di prova più difficile: si trat-ta di creare un nuovo rapporto tra chi produce e chivende “per sostenere i prodotti italiani sui mercatinazionali ed internazionali, garantire prezzi equi etrasparenti ai consumatori, prevenire le emergenzedelle crisi di mercato”, insiste il ministro che si pro-pone come “arbitro e facilitatore” di questo nuovodialogo.Insomma, aria nuova anche a livello romano, dovesi annunciano in autunno - altra novità - gli Stati ge-nerali dell’ortofrutta italiana, dopo quelli del vino,per concertare la posizione italiana sulla nuovaOcm ortofrutta: ultimo grande appuntamento primadel 2013 quando della vecchia Politica agricola co-munitaria e dei suoi aiuti non resterà forse che il ri-cordo.Competizione e globalizzazione avanzano inesora-bilmente, nuovi attori come Cina e India si affaccia-no sulla scena del mercato mondiale mentre l’areamediterranea dal 2010 sarà un unico mercato senzafrontiere: noi qui dobbiamo esercitare il nostro na-turale ruolo di leadership tecnologico-produttiva edi piattaforma logistica verso il Nord e l’Est Europa.La “buona estate 2006” non ci deve dunque far ab-bassare la guardia: la nostra ortofrutta deve recupe-rare posizioni perdute in questi anni, uscire dalcomplesso di Lilliput e ritrovare dimensioni orga-nizzative e commerciali più consone al mercato glo-bale. E su questa strada è giocoforza puntare al rafforza-mento delle Organizzazioni produttori e dell’Inter-professione, alla riduzione dei costi e all’alleggeri-mento burocratico come condizioni indispensabiliper ritrovare leadership e primati perduti nella stes-sa Europa, dove gli spagnoli giocano a tutto campo eci insidiano anche nel comparto del pomodoro daindustria. Non c’è dubbio infatti che le produzionivadano programmate a livello europeo, non si puòsempre sperare nella gelate primaverili che taglianola produzione o nel caldo torrido che fa esplodere iconsumi all’ultimo momento. Per le pesche da tem-po si parla di nuove politiche di qualità e di valoriz-zazione del prodotto, il che comporta anche scelteimpopolari come le estirpazioni programmate degliimpianti vecchi e mal gestiti o ubicati in zone nonadatte ad una peschicoltura di qualità. Anche perl’ortofrutta servono distretti produttivi doc. Per il vi-no lo si è fatto, con ottimi risultati. La Spagna si ègià avviata si questa strada con fondi nazionali. Noicosa aspettiamo?

La rivincita dell’ortofrutta estivaspinga alla “ripartenza” il settore

✍✍ Lorenzo Frassoldati

CorriereOrtofrutticolo EDITORIALEE

5S e t t e m b r e 2006

Page 3: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

AGROFRESH pagina 19AGRO T18 pagina 39APOFRUIT pagina 12APO SCALIGERA pagina 65APOT copertina IVCAPP-PLAST copertina IIICERADINI pagina 88CHEP ITALIA pagina 77CLERICI pagina 34COMETA DOORS pagina 28CPR SYSTEM pagina 16DODICIVILLE pagina 30ENZA ZADEN pagina 43EURO POOL SYSTEM pagina 11FACCIOTTI ZUCCHE pagina 33GF GROUP pagina 2-3ICEM pagina 69INTERPOMA pagina 36IPSE pagina 14

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X - N u o v a s e r i eS E T T E M B R E 2 0 0 6

S O M M A R I O

Mele, segnali incoraggianti PAG.40 Fondi cittadella dell’ortofrutta PAG.45

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

“Struttura efficiente ma dispersiva e c’è chi gli affari li fa fuori...” 50

Un giovane direttore del Nordtraghetterà il Mof verso il futuro 55

GRANDE DISTRIBUZIONEDe Castro spinge al dialogo la Gd 67

Conad, 3.000 Pv e una sfilza di segni più nel consuntivo 2005 68

BIOLOGICO NEWSNaturaSì si allea con Ecor e conquista... la maggioranza 70

Sana di Bologna compie 18 anni in un momento di ripresa del bio 71

QUARTA -QUINTA GAMMAVal di Gresta nei fresh cut 72

PUBBLICITÀ CHE FRUTTADole tra i giovani: programmi educativi, degustazioni, eventi 82

PANORAMAGrossi guai per arance della Florida 83

Imita le scimmie se vuoi evitare i crampi 83

6 S e t t e m b r e 2006

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

Eugenio Felice

Hanno collaborato:Emanuele Bonora, Matteo Casucci, Sergio Ferrari, Maicol Mercuriali,

Emanuele Mùrino, Alessandra Ravaioli, Maddalena Sommariva, Emanuele Zanini

Redazioneviale Nino Bixio, 1/A

37126 VeronaTel. 045.8352317-Fax 045.8307646e-mail: [email protected]

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EditoreGemma Editco Srl

Presidente: Fidenzio CrivellaroCoordinatore editoriale: Antonio Felice

Sede legale e amministrativa:viale Nino Bixio, 1/A

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La rivista viene distribuita inabbonamento postale

c/c n. 11905379Abbonamento annuo: 52 euro

per due anni: 85 euro

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloIl Corriere Ortofrutticolo si è afferma-to come rivista “di filiera” del settoreortofrutticolo italiano. La rivista colle-ga chi produce, chi commercializza echi vende al pubblico, oltre ai settoriconnessi (dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, do-ve si è allargata alla grande distribu-zione alimentare e al dettaglio orga-nizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è unformidabile, unico e specializzatostrumento di raccordo e di informa-zione per l’intero settore.È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzatidi oltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie.Ripartizione del mailing per categorie:Grossisti 28%Dettaglianti 22%Produttori 21%Supermercati 9%Import-export 6,5%Servizi 6,5%Tecnologie e Trasformati 3,5%Altri 3,5%

EDITORIALELa rivincita della frutta estiva spinga alla “ripartenza” il settore 5

GENTE & FATTIIl crollo verticale della varietà frutticole:da 8.000 a meno di 2.000 in un secolo 8

Da Xilopack l’imballaggio dedicato al trionfo Mundial 9

L’osteoporosi si può prevenireincrementando il consumo di ortofrutta10

LETTERA DA BRUXELLESLa grande attesa dell’Ocm 13

SPAZIO APERTOI plus di ricerca e analisi sensoriale 15

NOTIZIARIOA Livorno nasce un nuovo Refeer terminal da 35 mila metri 17

Verona battezza Lucrezia, varietà di ciliegia medio-tardiva 18

La Doria incorpora Pomagro ed eleva il capitale sociale 20

Linde lancia la nuova gamma di carrelli elevatori frontali 21

APPUNTAMENTIBolzano, 9-11 novembre. Interpoma 2006 verso il count down 22

Cremona, 9-11 febbraio. Vegetalia si presenta con quattro saloni 22

OSSERVATORIO PREZZIGd, listini in ribasso. Ingrosso soddisfatto25

IL MERCATO - FONDIMof: la “cittadella” dell’ortofrutta tiene le posizioni nonostante una viabilità del tutto inadeguata 45

Un lifting essenziale per essere competitivi 47

L’ELENCO DEGLI

Page 4: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

9

w w w . f r u t t a o n l i n e . i t

NEL PROSSIMO NUMERO

ATTUALITÀ

SCHEDA PRODOTTO

EUROPA-MONDO

☛ Lo sviluppo della GdCresce il peso della grande distri-buzione in Italia, ma non in mo-do uniforme. Approfondimentodella situazione attuale e del trendcon dati e tabelle

☛ Il Lazio attira aziende San Lidano-Ortopronto inauguraun nuovo stabilimento a SezzeScalo (Latina), Enza Zaden e Orto-tirrenica aprono nel viterbese:ampi fotoservizi di resoconto

☛ Certificazione, le novitàFocus su uno dei temi fondamen-tali per l’approdo sui mercati in-ternazionali delle imprese italia-ne. Interviste agli operatori e ulti-me “news”

☛ Egitto verso il futuro Viaggio in un Paese che esporta il6% dell’ortofrutta commercializza-ta all’estero dai Paesi del Mediter-raneo ma che ha potenzialità an-cora enormi

☛ Pomodoro, tante le sfideIl pomodoro sarà protagonista del-la Scheda prodotto di ottobre. Dif-fuso come coltura ortiva in tuttaItalia, ma coltivato in pieno cam-po soprattutto in Puglia, Campa-nia, Emilia-Romagna, Calabria eSicilia, negli ultimi anni ha subitogli “attacchi” della concorrenzamondiale e soprattutto della Cina.Sul prossimo numero la situazio-ne per il prodotto da consumo fre-sco o da mensa e quella da indu-stria per la produzione di pelati,concentrati e succhi.

Brasile, l’export prende quota PAG.76 Buone premesse per il kiwi PAG.85

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

7S e t t e m b r e 2006

Ortofrutticolo

Primo Piano - Bilancio estivoL’estate della riscossa 27

Primo Piano - Bilancio estivoNei campi prezzi migliori del 2005.“Ora servono strategie mirate” 30

Primo Piano - Bilancio estivoNettarine impermeabili alla crisi. Gli acquisti si dilatano nel tempo 33

Primo Piano - Bilancio estivoRaccolto di pomodoro nei limiti della Ue 35

Primo Piano - Bilancio estivoL’uva arriva tardi sui mercati. Quotazioni buone, ma in calando 37

Primo Piano - Bilancio estivoAgli Usa piace l’uva 38

Per le mele italiane segnali incoraggianti 40

Ocm: Finaf chiama a raccolta Italia,Francia e Spagna 56

A Marzano il timone dell’Oi 57

Fragole autunnali ai nastri di partenza 58

So fresh, una fiera per avvicinare la produzione alle grandi catene 59

Iso 22000, la nuova norma sul food safety 60

Brasina (Coop): “La sicurezza alimentare è già precondizione” 61

Tracciabilità e certificazioniessenziali per esaltare la qualità 62

Codifica, Markem al top nella IV gamma 63

Cirio De Rica è tutta nelle mani di Conserve Italia 65

Orogel in attivo 66

EUROPARelatori di tutta Europa a Creta. Discusso il futuro degli ortaggi 73

Sempre più import per Mercabarna 75

MONDOBrasile, l’export continua a salire. L’Europa ne assorbe il 70% 76

Una filiera greca per Chiquita. Rifornirà l’area Mediterranea 79

Sud Mediterraneo, commercio ok. In Europa la metà del venduto 80

KIWI. Buone le premesse per la prossima campagna, ma ora servono ulteriori sbocchi 85

KiwiGold “braccio” della Cina 87

Sondaggio tra i consumatori: frutto salubre, qualità migliorabile 89

EUROPA MONDO

ATTUALITÀ

JUNGHEINRICH pagina 1LA COSTIERA pagina 18MOF pagina 50NESPAK pagina 56NETPACK pagina 23ORTOVERDE pagina 48PANNITTERI pagina 74RILEGNO pagina 26SITER copertina IISO FRESH pagina 41SPREAFICO pagina 72SUMMERFRUIT pagina 91TURATTI pagina 57TURONI pagina 59-61-63UNITEC pagina 87VI.P pagina 4VOG copertina IZANI pagina 89

INSERZIONISTI

SCHEDA PRODOTTO

Page 5: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

S e t t e m b r e 2006

Negli orti e giardini italiani allafine del diciottesimo secolo vierano più di 8.000 varietà di frut-ta, mentre oggi si arriva a pocomeno di 2.000. Lo ha evidenziato la Cia-Confede-razione italiana agricoltori, in oc-casione della presentazione del-l’iniziativa di censimento degliagricoltori “Custodi dei sapori edei saperi” che troveranno poi te-stimonianza in un “Atlante del se-

me perduto”, promosso dalla stes-sa organizzazione agricola a dife-sa dell’agrobiodiversità. Perquanto riguarda in particolare lamela, se all’inizio del ’900 in Eu-ropa se ne conoscevano 5.000 va-rietà, adesso queste non superanole 1.800. E in Italia, stando alla ri-cerca della Cia, circa l’80% dellemele prodotte appartiene a soloquattro gruppi di cultivar: neldettaglio, due americani (le rosseRed delicious e le gialle Goldendelicious), una australiana (leverdi Granny Smith) e una neo-zelandese (le bicolori Gala).Inoltre oggi più del 90% delle se-menti delle varietà commercialidi ortaggi di molte specie, comepomodori, cetrioli, peperoni, me-loni, cocomeri, è costituita daibridi brevettati e meno del 3%delle varietà ha più di 35 anni. Emolte di queste varietà rischianodi scomparire definitivamente.Basti pensare che negli ultimicento anni - come risulta ancheda un’indagine condotta dallaFao - nel mondo sono scomparsii tre quarti delle diversità geneti-che delle colture agricole. E at-tualmente, mette in luce la Cia,più di 1.350 sono in pericolo diestinzione.

Abbascià presidente della Fida-ConfcommercioGuida oltre 60 mila dettaglianti dell’agroalimentareDino Abbascià, confermando leanticipazioni fornite da CorriereOrtofrutticolo nello scorso nume-ro, è stato eletto a fine luglio, al-l’unanimità, nuovo presidentedella Fida, la federazione dellaConfcommercio che rappresentaoltre 60 mila operatori del detta-glio agro-alimentare in Italia. Ab-bascià subentra a Lanfranco Mor-ganti che lascia, dopo 13 anni, lacarica di presidente nazionale.Già al vertice del sindacato nazio-nale dettaglianti ortofrutticoli dal

1989, il neo presidente ha affer-mato che “i nostri obiettivi sonoambiziosi, ma non presuntuosi:lavorerò per una nuova Fida, chediventerà il punto di riferimentodell’enogastronomia di Confcom-mercio. È fondamentale puntaresulla comunicazione e stabilirerapporti di sinergia con le altrerealtà associative del nostro siste-ma confederale per cercare diporsi come soggetto sempre piùforte ed autorevole soprattutto neiriguardi delle istituzioni”.

Quadrato. Ma sempre cocomero.Però bellissimo da vedere e più fa-cile da mangiare. Per questo allaTesco, multinazionale britannicacon la più grande e diffusa catenadi supermercati nel regno di SuaMaestà Elisabetta II, hanno decisodi mettere in commercio lo “Squa-re-shaped watermelons”.

Il prodotto viene importato dal Brasile, e sarà in vendita da ottobre inGran Bretagna, a un prezzo che dovrebbe essere inferiore a 5 sterlineper pezzo (sotto agli otto euro). Un frutto che - spiegano dal Sud Ame-rica - viene realizzato grazie a delle scatole, per l’appunto quadrate,che vengono posizionate sopra la pianta e fanno sì che il frutto, cre-scendo, aderisca al contenitore, assumendone la forma. Una tecnicache non fa ricorso agli Ogm, già sperimentata in Giappone.

Il cocomero fa... quadrato per stuzzicare i consumatori

Il crollo verticale delle varietà frutticole:da 8.000 a meno di 2.000 in un secolo

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FATTIGENTE &CorriereOrtofrutticolo

9S e t t e m b r e 2006

Anche Xilopack ha voluto festeg-giare la Coppa del Mondo con-quistata dall’Italia lo scorso 23 lu-glio a Berlino, nella finale iridatavinta ai rigori contro la Francia.Era infatti targata Irpinia la cas-setta per la frutta in onore degliazzurri che hanno trionfato alMondiale tedesco. Numerosi i clienti dell’aziendache hanno voluto affiancare ai lo-ro loghi sugli imballaggi la ban-diera tricolore e la scritta “Cam-pioni del Mondo”. I Mondiali di calcio hanno rap-presentato un evento molto se-guito in Germania, dove in occa-sione delle partite gli stadi si so-no sempre presentati pieni; per-fetta l’organizzazione, all’avan-guardia gli impianti di gioco, chesfoggiavano un’erba impeccabile. D’altra parte la macchina orga-nizzativa era stata messa in motocon ampio anticipo; persino aFruit Logistica dello scorso feb-braio alcuni stand e molti gadgetfacevano chiaro riferimento all’e-vento. Una cornice perfetta, dun-que, mentre per i tifosi di casa ladelusione generata dall’elimina-zione dei “bianchi” in semifinale,ad opera proprio dell’Italia, è sta-ta davvero grande.E così anche Xilopack, aziendadel gruppo Fantoni all’avanguar-dia nella produzione d’imballiper ortofrutta, ha voluto esprime-re il proprio “grazie” agli azzurri.

Da Xilopack l’imballaggiodedicato al trionfo Mundial

Sono i prodotti ortofrutticolifreschi quelli che il consumato-re preferisce acquistare diretta-mente nelle aziende agricoledell’Emilia Romagna. È quantorisulta dal primo rapporto Col-diretti-Agri2000 sull’enogastro-nomia territoriale delle regioniofferta direttamente dalleaziende agricole “La vacanzamade in Italy nel piatto”. Se-condo l’indagine, su circa 50mila aziende italiane che ven-dono direttamente al consuma-tore, 4.000 sono in Emilia Ro-magna e commercializzanoprodotti per un valore che va da160 ai 180 milioni di euro. Unquinto (26%) delle aziende emi-liano romagnole vende orto-frutta fresca, un settore in cuil’Emilia Romagna vanta pro-dotti d’eccellenza, come le pe-sche, le nettarine e le pere chehanno ottenuto il riconosci-mento comunitario di indica-zione geografica protetta (Igp).Il secondo prodotto più com-mercializzato direttamente è ilvino (lo vendono il 20% delleaziende), seguito al terzo posto(12%) dalla carne. L’ortofrutta è in testa ai prodot-ti più gettonati anche dai turi-sti che affollano la riviera. E co-sì mentre sulla costa ravennateColdiretti ha lanciato a Mirabi-landia, il “buono frutta” valevo-le per il ritiro di una pesca, edi produttori locali di frutta han-no allestito un punto di venditadiretta all’esterno del Parco(iniziativa replicata tutte le do-meniche fino a ferragosto), iproduttori ferraresi erano inpiazza a Ferrara nel consuetomercatino delle erbe ogni ve-nerdì mattina, in Piazza Muni-cipale ogni prima domenicadel mese (ad agosto l’appunta-mento era dalle 17 a mezzanot-te) ed anche alla “notte bianca”del 22 luglio al Parco Urbano.

Vendita diretta,ortofrutta “big”

A settembre si terranno gli sta-ti generali dell’ortofrutta: lo haannunciato il ministro dellePolitiche Agricole Alimentari eForestali, Paolo De Castro, loscorso 20 luglio a Roma in oc-casione della presentazione diun’analoga iniziativa rivolta alvino. Come gli stati generalidel vino, anche quelli dell’orto-frutta rappresenteranno per ilministro un momento di ascol-

to in vista delle prossime revi-sioni delle Ocm di mercato perquesti due settori dell’agroali-mentare. Saranno invitati aportare il loro contributo sia aldibattito sull’Ocm che su tuttele problematiche del compartoi produttori, le regioni, le asso-ciazioni che compongono la fi-liera ortofrutticola. “Si tratta diun momento di ascolto, al qua-le seguirà la concertazione trale categorie” spiega De Castro.

De Castro e gli“stati generali”

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10 S e t t e m b r e 2006

FATTIGE

NTE

& CorriereOrtofrutticolo

Nella Ue, l’Italia, con 4 milioni dipersone, di cui 3 milioni donne,ha il maggior numero di over 65che soffrono di osteoporosi(18,3% contro 11,4% dell’Irlanda,e il 15,7% del Regno Unito). Nelledonne mature di età compresatra i 60 e gli 83 anni, che sono lepiù colpite, raddoppiare la quan-tità di frutta e verdura consumataaccrescerebbe del 5% il contenu-to minerale osseo, ma risultatipositivi si hanno anche sugliadolescenti. È questo il risultatodella ricerca condotta da SusanA. Lanham-New del Centre forNutrition & Food Safety dell Uni-versity of Surrey, Guildford, Uni-ted Kingdom e pubblicata sul nu-mero 83 dell’American Journalof Clinical Nutrition di giugno.Lo studio ha verificato il legametra il consumo di frutta e verdurae lo stato di salute ossea con rife-rimento ai contenuti minerali indiversi gruppi anagrafici compo-sti da 212 adolescenti (età com-presa tra i 16 e i 18 anni), 90 gio-vani donne (età compresa tra i 23e i 37 anni) e 134 persone di etàmatura o anziani (età compresatra i 60 e gli 83 anni).Negli adolescenti e nelle personeanziane è stato riscontrato chefrutta e verdura possono avere uneffetto positivo sul contenuto diminerali delle ossa specialmenteper la colonna vertebrale e il fe-more e, anche se il meccanismova accertato, il contenuto in vita-mina C di altri antiossidanti spe-cifici dell’ortofrutta sembranoavere un effetto positivo. Gli au-tori dello studio ritengono che sitratti di risultati che devono spin-gere ad incentivare i consumi difrutta e verdura specialmente neigiovani, per i quali sono partico-larmente bassi, ma anche nellepersone di età più avanzata. Nel-la Ue almeno il 40% delle donnee il 13% degli uomini, superati i50 anni, subisce una frattura cau-sata dalla fragilità ossea.

L’osteoporosi si può prevenireincrementando il consumo di ortofrutta

Il succo di mela èin grado di incre-mentare la me-moria. È quantorisulta da una ri-cerca svolta pres-so la Universityof MassachusettsLowell (Uml) che ha verificatocome tale bevanda sia in grado,in un modello animale, di sti-molare la produzione di acetil-colina, un neurotrasmettitoreessenziale, tra gli altri, nei mec-canismi mnestici.Il risultato - pubblicato sulla ri-vista “Journal of Alzheimer’s Di-sease” - è il frutto di una serie diricerche che riguardano la ma-

lattia di Alzhei-mer e, più in ge-nerale, il declinodelle facoltà in-tellettive, cui sicerca di porre ri-medio con tratta-menti farmaco-

logici. “Non è escluso che ungiorno si possa arrivare a racco-mandare di inserire nella dieta,accanto ad altri farmaci control’alzheimer, il succo di mela o dialtri prodotti a base di questofrutto”, ha spiegato ThomasShea, Ph.D., direttore del Centerfor Cellular neurobiology andneurodegeneration research del-l’Uml.

E il succo di mele è un toccasana per la memoria

Fragole, mirtilli e spinacila ricetta per rimanere giovani

Le fragole sono state inserite tra i super cibi che “mantengono gio-vani” nella speciale classifica stilata dall’Usda (United State depart-ment of agriculture), per il contenuto record in sostanze antiossi-danti che è stato recentemente evidenziato anche in uno studio ita-liano dell’Università Politecnica delle Marche. Insieme ai mirtilli eagli spinaci, hanno un potere antiossidante fino a venti volte supe-riore a quello degli altri alimenti e sono al top della scala Orac (Oxy-gen radical absorbance capacity) definita dagli scienziati dell’Usda,la massima autorità statunitense sulla qualità alimentare.

Page 8: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

13S e t t e m b r e 2006

CorriereOrtofrutticolo BRUXELLESLettera da ★

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C’è attesa in tutto il settore orto-frutticolo per la riforma dell’Or-ganizzazione comune di mercato(Ocm), che sarà applicata all’or-tofrutta e agli agrumi, sia allo sta-to fresco che trasformato, previ-sta entro il prossimo autunno. At-tualmente l’Ocm è disciplinatadal Regolamento 2202/96. ABruxelles si sta lavorando al do-cumento che stabilirà i criteri,tra l’altro, sulla base dei quali sa-ranno elargiti gli aiuti finanziari.L’attesa si accompagna ad un pri-mo bilacio sulla pratica applica-zione del regolamento in scaden-za, i cui effetti non sono semprestati positivi a causa di carenzefunzionali, le sanzioni a volte ec-cessive, i costosi controlli sulleimprese. Secondo quanto è datosapere, la riforma dovrebbe pog-giare molto sull’estensione dellesuperfici aziendali più che sul vo-lume delle produzioni. Il com-plesso dei finanziamenti non do-vrebbe, secondo le voci a Bruxel-les, essere inferiore ai corsi attua-li. Uscirà rafforzato o meno ilruolo delle organizzazioni deiproduttori?Nelle prossime settimane il mini-stro dell’agricoltura italiano do-vrà stare attento all’evoluzionedei lavori per evitare pericolosicontraccolpi al sistema naziona-le. Una considerazione più gene-rale riguarda il mercato interna-zionale. Rispetto al 1996 le condi-zioni sono profondamente cam-biate: più trasparenza, più liberaconcorrenza, mercato globalizza-to. È all’evidenza di tutti che glieuropei possono scegliere traprodotti ortofrutticoli provenien-ti da tutto il mondo. L’Unione de-ve quindi decidere come contri-buire al livello di competitivitàdelle produzioni interne euro-pee. Il futuro dell’ortofrutta euro-pea dipenderà non poco dalleprossime scelte che verranno fat-te a Bruxelles, al di là di tutti itecnicismi e di tutte le tattiche ele convenienze politiche dei sin-

goli Paesi. Il livello di competiti-vità dell’intero sistema europeoin campo ortofrutticolo rischia discendere e di scivolare lungo unachina che sarà difficile raddrizza-re in caso di scelte sbagliate. I “giochi” sono complicati dalleesigenze degli ultimi arrivati nel-l’Unione, forti di produzioni si-gnificative, come la Polonia che èil principale produttore conti-nentale di mele ovvero di unadelle produzioni più importantie tipiche europee. O come le esi-genze dei Paesi mediterranei pro-duttori di agrumi, che sono di-verse da quelle dei Paesi dell’Eu-ropa continentale. Importante èche l’Italia possa giocare la suaparte.

PAC, FISCHER BOELPROMETTE BATTAGLIA

La commissaria Mariann FischerBoel non scherza. Come questarivista riferisce anche a parte,

vuole vederci chiaro nell’agricol-tura europea. La revisione dellaPac (Politica agricola comune)del 2008 sarà la grande occasio-ne. Per il momento la commissa-ria è determinata a misurare l’ef-ficienza dell’intero sistema perarrivare ad una riforma efficace eche non disperda le risorse dispo-nibili. C’è da credere che neiprossimi mesi i beneficiari deifondi agricoli europei venganopassati al setaccio per verificarnetrasparenza e congruità con lenorme vigenti. Mariann Fischer Boel intende ga-rantire i cittadini europei sullaserietà con la quale i soldi cheprovengono dalle loro tasche ven-gono spesi. L’ultima Pac è del2003. Furono allora Germania eGran Bretagna a respingere laproposta di Bruxelles di fissareuna soglia massima di aiuti persingola azienda. Oggi le condizio-ni sono cambiate. La Germaniasembra muoversi su posizioni piùvicine a quelle dell’Unione.

La grande attesa dell’OcmEntro l’autunno dovrebbe arrivare il nuovo regolamentoche sostituisce quello del 1996. Sarà un provvedimento

cruciale per il futuro dell’ortofrutta in Europa

I lavori della Commissione europea a Bruxelles

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CorriereOrtofrutticolo

di Stefano Predieri*

In ortofrutticoltura, non diversamente dagli altrisettori produttivi, ricerca e innovazione sono con-siderati gli elementi primari per promuovere losviluppo e rafforzare la competitività. Certamenteil contributo della ricerca è determinante in unarealtà in cui le sfide economiche sono guidate dairischi e dalle opportunità offerte dalla globalizza-zione. Chi opera nella ricerca pubblica, e crede suo dove-re fornire con le proprie attività un contributo rea-le, pratico e operativo, sempre più cerca vie percreare proposte di innovazione basate su nuove co-noscenze, che portino sviluppo, investimenti, valo-rizzazione della qualità “made in Italy”. I progetti di ricerca, a livello di Comunità Europeae a livello locale, hanno sempre più come puntocentrale la creazione di rapportipiù efficaci tra realtà scientifi-che e produttive. I risultati diqueste nuove ottiche di collabo-razione dovrebbero rendersipresto visibili, con opportunitàofferte dalla costituzione di la-boratori in rete e dallo sviluppodi Distretti agroindustriali, ingrado di coinvolgere produzio-ne, ricerca ed amministrazioninella realizzazione di obiettivi comuni, coordinan-do le diverse competenze presenti sul territorio. Ilmondo scientifico ha il ruolo di mantenersi ag-giornato ed al passo con le tecnologie, offrendoknow-how e prospettive. In campo ortofrutticolo, nuovi stimoli provengonodal passaggio da una visione principalmente agri-colo-agronomica ad una visione più integrata,agro-meteo-ambientale-territoriale; da una pro-spettiva di produzione di “commodity” genericheallo sviluppo di strategie di qualificazione di pro-dotti eco- ed economico-sostenibili sulla base discelte di qualità e tipicità. Operando in questo set-tore, l’Istituto di Biometeorologia del Cnr sede diBologna ha orientato numerose tra le proprie atti-vità di ricerca allo sviluppo di metodi per la valo-rizzazione della qualità. Ad esempio, da progetti volti alla qualificazionedella pera Igp dell’Emilia-Romagna, sono emersinon soltanto risultati sperimentali, ma specificielementi di know-how a beneficio della filiera pro-duttiva. Le ricerche sono coordinate alle realtà delterritorio per identificare e caratterizzare aziendein grado di fornire materia prima rappresentativamentre gli studi sulla qualità sono svolti integran-do analisi standard con esami approfonditi delle

componenti aromatiche. L’aroma, infatti, non è so-lo un indicatore primario dello stato fisiologicodei prodotti freschi, ma costituisce un elementoche caratterizza e rende riconoscibile la qualità. Glistudi, condotti con strumentazioni di laboratorio,sono affiancati dai contributi offerti da assaggiato-ri-annusatori specializzati in aromi. L’olfattome-tria consente infatti studi combinati uomo-stru-mento per meglio comprendere i profili aromatici,ad esempio il bouquet di un frutto, la cui intrinse-ca complessità non è inferiore a quella di un vino.Queste ricerche, utili anche per lo sviluppo di tec-nologie innovative quali i “nasi elettronici”, hannouna elevata potenzialità applicativa. Il paradigmaaroma=alta qualità è infatti ben radicato tra i con-sumatori; la percezione dell’odore si associa allavalutazione dell’aspetto esteriore del prodotto neldeterminare l’orientamento nell’acquisto ed il gra-

do di soddisfazione... Anche l’a-nalisi sensoriale, condotta congruppi di assaggiatori addestrati,può fornire contributi alla valo-rizzazione della qualità. La con-sumer science offre strumenti di-retti e scientificamente validi percoinvolgere il consumatore nellescelte di qualità: la valorizzazio-ne dei marchi e dei prodotti tipi-ci passa infatti per la strada del

gusto e trova energia nell’apprezzamento del con-sumatore. L’Istituto di Biometeorologia del Cnr haattivato un portale dedicato all’agroalimentare(http://rqpa.ibimet.cnr.it), per poter fornire in mo-do interattivo informazioni e conoscenze, e riceve-re idee, sollecitazioni, richieste.Varie discipline scientifiche quali la micrometeo-rologia, l’ecofisiologia, la fisiologia vegetale, l’ana-lisi sensoriale, la consumer science, sono in gradodi portare nuove prospettive alle realtà produttive,che potrebbero grandemente beneficiare di nuoviapprocci integrati per ri-definire la vocazionalità.Il presupposto di base tuttavia è che gli organismiscientifici non curino solamente la finalità di “co-noscere” ma si mettano alla prova per “operare”,applicando la conoscenza allo sviluppo di prodottinei quali la qualità sia certa, controllabile e rico-noscibile. L’altra condizione necessaria ed auspica-bile è che si rendano disponibili risorse necessarieper strumentazioni, formazione di giovani, rappor-ti internazionali, fattori indispensabile nel consen-tire agli enti di ricerca di tenere fede alla loro mis-sione.

* Responsabile Laboratorio analisi sensorialeIstituto di Biometeorologia del Consiglio

Nazionale delle Ricerche Ibimet-Cnr di Bologna

15S e t t e m b r e 2006

I plus di ricerca e analisi sensoriale

SPAZIO APERTO

Il legametre scienza eproduzione

eleva ilknow-howaziendalee valorizzala qualità

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Nasce Livorno Reefer Terminal,un’iniziativa imprenditorialeche si propone l’obiettivo disfruttare le grandi potenzialitàdel commercio internazionalenel settore agroalimentare e del-l’ortofrutta. Il nuovo progetto si svilupperànella città labronica, polo strate-gico nel Mediterraneo per la di-stribuzione nel Centro-Nord e nelSud Europa dei prodotti pluri-marca e di diversa tipologia (car-ne, pesce e ortofrutta) del merca-to marittimo dei refrigerati.L’area di interesse, posizionatasul canale industriale del portodi Livorno, si estenderà su unasuperficie iniziale di 35.000 me-tri quadri e vedrà la costruzionedi magazzini frigo per l’eserciziodell’attività di deposito del refri-gerato. A questa funzione seguirà un piùcomplessivo progetto di organiz-zazione a filiera per l’ottimizza-zione delle attività svolte fino adoggi relative al comparto orto-frutta: offerta di operazioni por-tuali, servizi specializzati, servi-zio assistenza import-export, ser-vizi di grande distribuzione perl’area Centro Nord e successivefasi di produzione di filiera, col-legate funzionalmente con l’arealogistico-distributiva dell’Inter-porto Amerigo Vespucci.La compagine imprenditorialeche ha dato alla luce Livorno Ree-fer Terminal è costituita da ope-ratori di robusta strutturazionesocietaria e con una notevoleesperienza nel settore portuale elogistico-distributivo: Cpl, Grup-po Baccini Ortofrutta, Cft Logisti-ca e Spedizionieri agroalimentaririuniti che detengono il 25% cia-scuno delle quote societarie.Il capitale sociale è di 2 milionidi euro e già dal primo anno siprevede una movimentazione di250.000 tonnellate di merce.

17S e t t e m b r e 2006

Soddisfazione da partedel ministro per le Po-litiche agricole,alimentari e forestali,Paolo De Castro (foto),per l’approvazione de-finitiva del decretolegge 181/2006mediante il quale il Mipaf di-venta Mipaaf: “Un nuovoministero è nato - dice De Ca-stro - e la filiera agricola e ali-mentare diventa fulcro dell’at-tenzione del ministero dellePolitiche agricole, alimentarie forestali”. Con l’approvazio-ne definitiva alla Camera deideputati, è stato infatti conver-tito in legge il decreto cheriordina le competenza deiministeri. Come indicato alcomma 11 dell’articolo 1, “ladenominazione ministero del-le Politiche agricole alimenta-

ri e forestali, sostitui-sce a ogni effetto, ladenominazione mini-stero delle Politicheagricole e forestali”.“Si tratta - hacommentato DeCastro - del completa-

mento di un passaggio impor-tante nel quale crediamo for-temente. La filiera produttivaseguita dal ministero infatti,non riguarda solo l’agricolturama si completa con la coope-razione, l’industria alimentareper quanto riguarda la primatrasformazione, la distribuzio-ne e i consumi. Porteremoquindi avanti una nuova poli-tica per l’alimentazione che sibasa sul metodo del confronto,della concertazione e di unaprogettualità comune con l’in-tera filiera”.

A Livorno nasce un nuovoRefeer terminal da35 mila metri

Fattorie didattiche, visite gui-date negli Ortomercati, volu-mi mirati alla sensibilizzazio-ne del consumo di frutta everdura. E ancora corsi per idocenti, momenti di informa-zione all’interno delle scuole,concorsi e iniziative che han-no come obiettivo la promo-zione dell’agricoltura e del si-stema agro-alimentare tra glistudenti lombardi. È questo, in sintesi, il conte-nuto del “Piano di azioni re-gionale di educazionealimentare per l’anno scola-stico 2006-2007”, approvatodalla Giunta regionale dellaLombardia, su proposta dellavicepresidente e assessore al-l’Agricoltura VivianaBeccalossi. Per le azioni èprevisto uno stanziamentocomplessivo di 400.000 euro.

La Lombardiasensibilizza i giovani

Nella mattinata di mercoledì16 agosto è andato a fuoco lostabilimento dell’Apofruit diSan Pietro in Vincoli (Raven-na). Le fiamme si sonosviluppate nel magazzino de-gli imballaggi interessandoun’area di circa mille ecinquecento metri quadri. Eproprio la presenza di parec-chie cataste di cartoni ha fat-to sì che in poco tempo l’in-cendio assumesse grosse pro-porzioni. Ad alimentare inve-ce l’alta colonna di fumohanno pensato i tantimateriali di plastica presentinel deposito. L’edificio che hapreso fuoco è andato comple-tamente distrutto nonostantel’intervento dei pompieri. At-torno ai due milioni di euro idanni stimati, tutti incolumigli operai. (M.M.)

Apofruit, incendioa San Pietro in Vincoli

Il Mipaf si trasforma in Mipaaf: massimaattenzione alle politiche dell’alimentazione

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Si chiama “Lucrezia” la nuova va-rietà di ciliegio autofertile otte-nuta dall’Istituto Sperimentale diFrutticoltura della Provincia diVerona. Lucrezia è una ciliegia di elevatapezzatura (10 grammi), di buonsapore ed elevata consistenza, dallungo e spesso picciolo, poco su-scettibile alle spaccature da piog-gia e agli attacchi di Monilia, ca-pace di resistere molto sullapianta consentendo una raccoltaampia e differenziata.È una ciliegia a maturazione me-dio-tardiva che si raccoglie intor-no al 20 di giugno, una settimanapiù tardi della ben nota Mora diVerona (o Mora di Cazzano), chepuò risultare quindi di particola-re interesse per le coltivazioniche puntano sulle produzioni tar-dive, quali quelle delle colline ve-ronesi, dove un ampliamento eun prolungamento del calenda-rio di raccolta rappresenta unaspetto positivo non trascurabile.L’attività di miglioramento gene-tico realizzata sul ciliegio dall’I-stituto Sperimentale di Frutticol-tura della Provincia di Verona èiniziata negli anni Settanta ed haportato al licenziamento di nu-merose nuove varietà, cinque perla raccolta manuale (“Adriana”,“Diana”, “Giorgia” e le autofertili“Isabella” e “Giulietta”) e cinqueadatte per la raccolta meccanica

(“Bianca di Verona”, “Corinna”,“Francesca”, “Vittoria” e l’autofer-tile “Enrica”). In particolare, Giorgia è l’unicavarietà di ciliegio ottenuta da isti-tuzioni scientifiche pubblicheitaliane o da privati diffusa intutte le principali aree cerasicolenazionali.

18 S e t t e m b r e 2006

Una società per azioni conun capitale sociale di 200.000euro e un consiglio di ammi-nistrazione composto dai rap-presentanti dei produttori dinocciole, dell’Arsial e dell’or-ganizzazioni agricole viterbe-si: è la fotografia della MonteCimini Spa, nuova societàmista che gestirà lostabilimento di lavorazione etrasformazione delle noccio-le, di proprietà dell’Arsial, aVignanello. La strutturadispone di un impianto perla prepulitura, l’essiccazione,la calibratura e la sgusciaturae frigoconservazione dellenocciole e ha una capacità distoccaggio pari a 25.000 quin-tali. Per l’attivazione, laRegione Lazio ha stanziato500 mila euro mentre l’Arsialha ceduto azioni dellasocietà alla Cciaa di Viterbo(7,5%) e a oltre 70 produttoridi nocciole (40%) che, concirca 330 ettari di terreno de-dicati, a settembre prevedonodi conferire 6.500 quintali.

Nocciole, a Viterboc’è Monte Cimini Spa

La Provincia di Bologna hastanziato, nel 2005, 296.000euro per sostenere la castani-coltura. In base all’ultimocensimento la superficie agri-cola investita da castegneti dafrutto è pari a 1.762,32 ettarie le aziende coinvolte distinteper territorio sono più di mil-le. Quattro le tipologie chehanno beneficiato dei contri-buti: recupero di castagnetiabbandonati, conversione diboschi cedui di castagno, con-versione e recupero con fina-lità ambientali dell’habitatcastagneto, conservazione diesemplari maturi di castagno.Per il sostegno al settore sonostate stipulate convenzionicon le Comunità Montane de-stinatarie dei finanziamenti.Gli agricoltori delle zonesvantaggiate avranno inoltrela possibilità di accedere adun ulteriore contributo di 100euro ad ettaro per la gestionedei castagneti da frutto in ba-se alle misure di indennitàpreviste dal nuovo Psr.

Bologna, la Provinciainveste sulle castagne

Verona battezzaLucrezia,varietà di ciliegiamedio-tardiva

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

L’assemblea degli azionisti di LaDoria S.p.A. ha approvato a ini-zio estate la fusione per incorpo-razione della controllata Poma-gro Srl, società attiva nella pro-duzione di conserve di pomodo-ro, con sede a Fisciano (Salerno).L’operazione si pone come obiet-tivo la razionalizzazione dell’as-setto del gruppo La Doria e la fi-nalizzazione di un già avviatoprocesso di rafforzamento nel-l’ambito delle produzioni a piùalto valore aggiunto. Pomagro, con un fatturato 2005pari a 18,4 milioni di euro, pro-duce polpe e pelati destinati pre-valentemente a Giappone, PaesiScandinavi e Gran Bretagna edopera attraverso uno stabilimen-to di 56.000 mq, con capacità pro-duttiva pari a 700 mila quintali.La società incorporante (La Do-ria S.p.A.) detiene oggi il 100%del capitale sociale della società,

dopo un aumento della parteci-pazione detenuta dal 56% al 100%avvenuta nel mese di febbraio.L’operazione sarà perfezionataentro la fine del 2006 con effettidecorrenti dal gennaio 2007.L’assemblea dei soci ha inoltredeliberato, al fine di usufruiredei benefici previsti dalla legge488/92 (costituiti dalla erogazio-ne di contributi in conto impian-ti a fronte degli investimenti incorso), un aumento gratuito delcapitale sociale ai sensi dell’arti-colo 2.442, terzo comma del Codi-ce civile da attuarsi mediante au-mento del valore nominale diciascuna azione da 1,10 euro a1,22 euro. Il capitale sociale, divi-so in 31.000.000 di azioni, oggipari a 34.100.000 euro, risulterà,pertanto, pari a 37.820.000 euro esarà rappresentato da 31.000.000di azioni del valore di 1,22 eurociascuna.

20 S e t t e m b r e 2006

L’Italia è prima in Europa nel numero di allarmilanciati sui cibi a rischio di contaminazione, maal tempo stesso è tra i maggiori produttori deglialimenti che denuncia. Secondo il rapporto 2005del Sistema di allerta rapido per i cibi e i mangi-mi dell’Ue (Rasff), dei 3.158 avvisi che ha ricevu-to sugli alimenti a rischio, 687 sono giuntiproprio dall’Italia che, allo stesso tempo, ha pro-dotto 114 di quei prodotti incriminati, superatain Europa solo dalla Spagna (126) e dalla Germa-nia (115). Ma il 46% delle notifiche di rischio ri-guardano prodotti importati da Paesi extracomu-nitari e respinti alle frontiere europee. I produt-tori meno sicuri in assoluto sono, infatti, Iran,Cina, Turchia e India, in cima alla lista dei colpe-voli con più di 200 prodotti.Il Rasff è il mezzo attraverso cui gli stati dell’Uepiù Norvegia, Liechtenstein e Islanda, si avverto-no gli uni con gli altri sui pericoli che derivanodai cibi che circolano nei loro Paesi e su cui han-no effettuato dei controlli. Lo scorso settembre,

l’Italia utilizzò, per esempio, il Rasff per avvisaredel pericolo derivante dall’inchiostro Itx, che ave-va contaminato il latte per bambini, poi ritiratodal commercio. Gli altri Paesi del network Rasff,preso atto dell’avvertimento, possono decidere diprocedere o meno. Nel caso dell’Itx solo l’Italiaprese provvedimenti.Il sistema è sempre più usato, informa laCommissione Europea. Lo scorso anno le segna-lazioni sono aumentate del 22% rispetto al 2004.Nel rapporto 2005 del Sistema di allerta si leggeche sono pesci e crostacei i cibi maggiormente arischio: 559 gli avvisi. Subito dopo, carne e verdu-ra, denunciati, rispettivamente, con 338 e 332 av-visi. Ed è elevata l’allerta per la salmonella il cuirischio si corre anche mangiando erbe e spezie(308 avvisi) oltre che carne e uova.Non si salvano nemmeno i pistacchi e le noccio-line, prodotti molto pericolosi per la presenza dimicotossina in quelli provenienti dall’Iran, dallaCina e dal Brasile.

Italia prima in Europa per numero di allarmi lanciati sul ciboma quasi la metà delle notifiche riguarda prodotti extacomunitari

La Doria incorporaPomagro ed eleva il capitale sociale

Danone fa suaHiu Yuan Juice,leader cinese deisucchi di frutta

Il gruppo alimentare franceseDanone ha annunciato l’acquistodel 22,18% della Hiu Yuan JuiceHolding, leader nella produzionedi succhi di frutta in Cina. Danone intende rafforzarsi su unmercato strategico, dove nel 2005ha venduto oltre sei milioni di li-tri di succhi di frutta. L’aziendacinese è numero uno del settorein Cina, con una quota di merca-to del 17 per cento. * Rijk Zwaan Italia su internet.La filiale dell'omonima casa se-mentiera olandese con sede aCalderara di Reno, nel bolognese,ha attivato un sito web ufficiale,www.rijkzwaan.itI contenuti del sito riguardano,oltre ad una breve panoramicaSull’azienda italiana, la storia,l’organizzazione di vendita ed in-terna, la ricerca varietale, la qua-lità dei semi e la politica azien-dale “Sementi & Servizi”.

Page 13: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Yoga lancia una nuova iniziativapromozionale 2006/2007 rivoltain specifico ai consumatori piùgiovani: dal mese di settembre efino a gennaio2007, infatti, tuttele confezioni deisucchi di fruttaYoga Optimum inbrik cluster da3x200 ml e da6x200 ml, e leconfezioni in ve-tro cluster da6x125 ml, nei gu-sti pesca, pera ed albicocca, con-terranno una card in regalo cheriproduce i personaggi dei PowerRangers, per un totale di 24 cardsda collezionare e raccogliere nelnuovo album in vendita nelle edi-cole, e con le quali si può giocareseguendo il regolamento del gio-co riportato sul retro del cluster.Inoltre, con le confezioni di suc-

chi Yoga Optimum in vetro da6x125 ml, è possibile colleziona-re anche gli 80 tappi personaliz-zati Power Rangers (6 per ogniconfezione) con le immagini ditutti i protagonisti del cartoon.Marchio storico di Conserve Ita-lia, Yoga - leader nel segmentodei succhi di frutta in vetro nelformato 125 ml, con una quotadel 21,5% in volume e del 25,4%

in valore (fonteIri) - conferma lascelta di valoriz-zare la propriagamma utilizzan-do la leva delleconsumer promo-tion con un abbi-namento efficacetra i prodotti, ibambini ed im-

portanti fattori di divertimentoche attraggono molto le nuove ge-nerazioni.Le attese per la promozione sononotevoli: da ricerche di mercatorisulta che Power Rangers è infat-ti una serie Tv, trasmessa in chia-ro su Italia 1, tra le più amate eseguite dai ragazzini nella fasciad’età tra i 5 ed i 12 anni.

21S e t t e m b r e 2006

Linde lanciala nuova gammadi carrelli elevatorifrontali Un’esposizione di macchine agricole d’epoca nel pieno centro di

Firenze, città sempre più “urbanizzata”, ed un convegno per spiega-re e riflettere su quanto importanti siano state e continuino ad es-sere le macchine agricole, ed in particolare le macchine trebbiatri-ci, per lo sviluppo sociale di quella parte del mondo che definiamo“avanzato” ma non solo. Questo l’obiettivo della giornata-evento daltema “La raccolta e la battitura del grano” che si è tenuta il 7luglio, al’Accademia dei Georgofili di Firenze.Il convegno è stato organizzato per celebrare il 150mo anniversariodella trebbiatrice meccanica dall’antica Accademia dei Georgofiliin collaborazione con Camae, il club Amatori macchine agricoled’epoca e con Same Deutz-Fahr, una delle principali case costruttri-ci di trattori, motori, mietitrebbie e macchine agricole al mondo,con sede principale a Treviglio in provincia di Bergamo, sponsordell’iniziativa.Sono state proprio le relazioni di Andrea Bedosti, executive vicepresident sales, marketing, after-sales Sdf e Aldo Carozza, vice pre-sident Full Line Business Unit Sdf, ad illustrare come la meccaniz-zazione agricola possa diventare, insieme al corretto sfruttamentodelle nuove bioenergie, in particolare il biodiesel, il fattore chiavedello sviluppo sociale prossimo futuro.

...e Same si fa promotrice di un’esposizione di macchine agricole nel centro di Firenze

Power Rangerstestimoniald’eccezionedei cluster Yoga

Linde Material Handling ha pre-sentato, lo scorso 31 maggio a Pa-rigi, la più importante novitàprevista per l’anno 2006: la nuo-va gamma di carrelli elevatorifrontali con motore elettrico de-nominati E12 - E20, con capacitàda 1.200 a 2.000 Kg. Macchinecompatte e maneggevoli, partico-larmente adatte alla movimenta-zione dei prodotti ortofrutticoli.Come per i fortunati carrellifrontali termici della serie 39X,presentati l’anno passato al Ce-Mat di Hannover, anche questavolta Linde ha modificato il con-cetto di base per i suoi nuovi car-relli elevatori frontali elettrici.Circa l’80% del carrello è stato ri-progettato e ridisegnato. “Nulla ache vedere con un lifting”, haprecisato Harald Wozniak, capomarketing alla Linde MaterialHandling di Aschaffenburg.Sviluppato in un periodo di treanni e mezzo, questo nuovo car-rello è frutto di dettagliati studidi mercato e progetti interni pre-cedenti la fase concettuale e disviluppo che hanno condotto alchiaro obiettivo di tradurre l’e-nergia in massima produttività.Obiettivo raggiunto dagli inge-gneri Linde grazie a numeroseimplementazioni tecniche. Woz-niak ha dichiarato che, primo, ilcarrello utilizza meno energia,secondo, l’energia viene utilizza-ta completamente e, terzo, la ri-carica e l’eventuale cambio dellabatteria sono veloci. Il nuovo car-rello garantisce quindi il massi-mo valore aggiunto per gli utiliz-zatori, basato su sicurezza, lungadurata, performance, comfortdell’operatore e produttività.I nuovi carrelli intendono emu-lare il successo già raggiunto daLinde con i carrelli frontali ter-mici, per quanto concerne am-piezza della gamma, comfort del-l’operatore e produttività.

Page 14: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticoloappuntamenti

Interpoma, in programma a Bol-zano dal 9 all’11 novembre, trat-terà di tecniche di coltivazione,conservazione, cernita ed imbal-laggio delle mele. Nel padiglionefieristico saranno in mostra mac-chine da traino e da trasporto, at-trezzature e materiali per la lavo-razione del terreno, cura e prote-zione delle piante; impianti direfrigerazione, macchine cerni-trici, impianti di svuotamento eriempimento casse, impianti emateriali d’imballaggi. A cornice della vasta gamma diprodotti e servizi esposti nelquartiere fieristico bolzanino,nel centro congressi di Fiera Bol-zano/Four Points Sheraton avràluogo il congresso internazionale“La mela nel mondo” che si sof-fermerà, attraverso le relazioni diaddetti ai lavori ed esperti, suproblematiche produttive e com-merciali.“Interpoma rappresenta per gliaddetti ai lavori un forumd’informazione e discussione pereccellenza”, dichiara Matthias Jo-sef Gamper, presidente del Con-sorzio Mela Alto Adige. “Abbiamoinvitato numerosi esperti prove-nienti da tutto il mondo che illu-streranno temi inerenti le nuovearee economiche dell’EstremoOriente, la tutela di varietà emarchi, le tecniche non distrutti-ve per la determinazione dellaqualità interna della mela”.

L’edizione 2007 di Vegetalia (9-11febbraio) si prospetta ricca di no-vità. La rassegna cremonese, daormai tre anni a fianco delle im-prese agricole come guida profes-sionale e altamente specializzata,si propone per la prossima edi-zione in tre diversi Saloni, per af-frontare in modo ancora piùcompleto le tematiche più attualidell’agricoltura. Oltre, natural-mente, al Salone Nazionale delContoterzismo, giunto alla quat-tordicesima edizione, che per laquarta volta consecutiva si terrànell’ambito della Manifestazione.I nodi cruciali del mondo agrico-lo, oggi, sono rappresentati dallabioenergia, dalla gestione delleacque, dalla ricerca scientifica. Di qui la decisione di declinareVegetalia in Agroenergia, Aqvae,e Nuove Soluzioni Colturali, inmodo da approcciare i temi inmodo specifico e specializzato.

Vegetalia AgroenergiaL’energia da agricoltura è uno deifocus principali di Vegetalia per-ché si tratta di una concreta op-portunità di business per leaziende agricole italiane, essen-do un settore con ampi marginidi sviluppo. Grazie alla collabora-zione del ministero dell’Ambien-te e della Tutela del Territorio, èstata realizzata una delle piùcomplete sezioni su questo tematra le manifestazioni di settore.

22 S e t t e m b r e 2006

BOLZANO, 9-11 NOVEMBRE

Interpoma 2006 verso il count down

Vegetalia AqvaeLa gestione delle acque irrigue èfondamentale in agricoltura, so-prattutto in condizioni climati-che che oggi non garantisconopiù una disponibilità costante diacqua per i campi.Ma Vegetalia Aqvae si occuperàanche degli aspetti collaterali al-l’irrigazione, quali la cura e ilmantenimento dei canali, peresempio.

Vegetalia Soluzioni ColturaliDalla IV gamma al pomodoro,dalle colture Gm all’agricolturablu. Questi alcuni dei businessdella nuova agricoltura, che nonmancheranno a Vegetalia.Previsto un calendario convegni-stico con la partecipazione deimassimi esperti internazionalisui temi più caldi del compartoagricolo, per conoscere a fondole nuove opportunità che si apro-no alle aziende agricole più at-tente a seguire le tendenze di unmercato sempre in evoluzione.Ma non solo. Ci sarà infatti an-che una sezione espositiva perscoprire le novità tecniche e gliultimi ritrovati della ricercascientifica.

14mo Salone Nazionale del Con-toterzismoUn vero cantiere di lavoro in cuigli operatori professionali posso-no scoprire le novità tecnologi-che ed aggiornarsi sugli ultimisviluppi di un comparto, quellodelle imprese agromeccaniche,che funge da traino all’agricoltu-ra italiana.

CREMONA, 9-11 FEBBRAIO

Vegetalia si presentacon quattro saloni

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PREZZIO CorriereOrtofrutticoloOS

SERV

ATOR

IO

24 S e t t e m b r e 2006

La tabella elaborata dal Cso per questa rubricarappresenta una sintesi di rilevazioni settimanalieffettuate su alcuni punti vendita della Gdo. I dati originali delle rilevazioni, comprendononaturalmente una analisi specifica per singoloprodotto di tutte le referenze presenti, dallavarietà al tipo di confezionamento, alla presenzadi eventuali promozioni, alla presenza di prodot-ti di marca o semplici commodities o private la-bel. Per dovere di sintesi si è ritenuto interessan-te esplicitare alcune tendenze di prezzo dei diver-si punti vendita rilevati. In sostanza dalla tabella,anche se appunto in estrema sintesi, si sono vo-luti indicare i valori medi dei prezzi rilevati,comprendendo in questi valori tutte le possibilivariabili del caso, dalle promozioni, che imman-cabilmente spingono al ribasso i prezzi, alla pre-senza di prodotti a marchio o alla presenza più omeno ampia di referenze dello stesso prodotto. Nel mese di luglio si rileva un generale calo deiprezzi medi delle specie frutticole in esame, par-ticolarmente evidente per le nettarine, la cui me-dia di prezzo si attesta su 1,77/kg contro 2,23/kgdel mese di giugno. Anche per le pesche si regi-stra un calo delle quotazioni medie (-0,12/kg),

anche se meno generalizzato rispetto alle nettari-ne. Evidente è anche il ribasso subito dai prezzidelle susine e delle albicocche che segnanorispettivamente -0,11/kg e -0,16/kg rispetto almese di giugno. Per pere, meloni, angurie ebanane le riduzioni sono più contenute, pari apochi centesimi di euro. Fanno eccezione solo kiwi e mele. Nel primo ca-so il prezzo medio, nel mese di luglio, è cresciutodi 14 centesimi di euro rispetto a giugno, anchese in modo non generalizzato. Per le melel’incremento, che peraltro ha interessato la quasitotalità dei punti vendita monitorati, è di 8 cente-simi di euro.Le quotazioni medie riportate in tabella per ago-sto si riferiscono alla prima metà del mese.In queste due settimane la tendenza è di un ulte-riore ribasso delle quotazioni, particolarmente si-gnificativo per quanto riguarda le pere (-0,30/kgrispetto al mese di luglio). Cali generalizzati an-che per meloni (-0,12/kg), banane (-0,08 /kg),nettarine (-0,05/kg) e pesche (-0,09/kg). In aumento invece il prezzo medio delle albicoc-che (+0,16/kg); in lieve crescita anche le quota-zioni di mele e angurie.

Gd, listini in ribasso a luglio e agosto

Punto Vendita Albicocche Kiwi Pesche Nettarinegiu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06

Frutta: i prezzi nella GDO Italiana a confronto

BolognaConad 2,92 3,29 2,79 3,59 2,87 3,23 2,43 2,86 2,82 2,67 2,32 2,30Coop 2,71 2,57 2,75 2,76 2,78 2,84 2,16 1,72 1,79 2,61 1,73 1,70Esselunga 3,67 2,85 2,72 2,68 2,86 2,86 2,52 1,99 1,78 2,76 1,85 1,75Euromercato 2,64 2,19 2,33 2,79 2,66 2,81 2,03 1,96 1,73 2,31 1,74 1,93Ipercoop 2,43 2,31 2,75 2,29 2,29 2,40 1,77 1,69 1,82 2,16 1,57 1,58

MilanoEsselunga 3,56 2,63 2,72 2,68 2,88 2,93 2,58 2,01 1,75 2,92 1,95 1,95Euromercato 2,50 2,41 2,43 2,81 2,86 2,56 2,06 1,77 1,83 2,22 1,67 1,80Ipercoop 2,75 2,49 2,84 3,04 2,72 2,82 2,21 1,99 1,86 2,14 1,97 1,68Lidl 1,69 1,54 1,69 2,15 2,83 2,59 1,52 1,68 1,49 1,77 1,83 1,67Sma 2,07 2,31 2,70 2,32 2,28 2,24 1,82 1,86 1,66 2,30 1,71 1,62

Fonte: Banca Dati CSO - rosso prezzo aumentato - verde prezzo diminuito - nero prezzo stabile* I dati sono medie ottenute da rilevazioni settimanali relative a tutto il comparto frutticolo e comprendenti tutte le referen

RomaCoop 2,68 2,52 2,72 2,20 2,09 2,00 2,02 1,56 1,73 2,10 1,53 1,69Euromercato 1,91 1,92 2,26 1,75 2,86 2,59 1,50 1,84 1,65 1,76 1,48 1,67GS 1,86 2,08 2,31 2,02 2,82 2,39 1,84 1,74 1,57 1,92 1,73 1,45Lidl 1,69 1,62 1,69 2,30 2,00 2,94 1,52 1,72 1,49 1,81 1,83 1,62Panorama 2,32 2,27 2,74 2,42 3,15 2,34 1,98 1,88 1,93 2,05 1,67 1,47

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OOSSERVATORIOP

REZZI

CorriereOrtofrutticolo

25S e t t e m b r e 2006

I produttori di frutta estiva non sipotranno lamentare dei risultatidella stagione, largamente superio-ri a quelli dello scorso anno. Do-vendo sintetizzare, dopo la pausadelle vacanze, due mesi di anda-mento delle contrattazioni nei Mer-cati all’ingrosso, ovvero dalla fine digiugno (settimana n. 26) alla metàinoltrata di agosto (settimana n.33), si può affermare che i prezzispuntati praticamente in tutti iMercati sono stati molto positivi inluglio e stabili o in discesa, più omeno lieve, in agosto, a causa del-l’andamento climatico negativo.Come sempre accade, quando l’ago-sto è fresco con temperature sotto lamedia, i consumi di frutta estivascendono ed è quanto si è verificatoquest’anno. Esaminiamo un po’ neldettaglio alcune situazioni.Giugno si era concluso all’insegnadella stabilità dei prezzi e l’inizio diluglio aveva confermato lo stessoandamento. A Fondi, ad esempio,

la settimana n. 27 aveva indicatostabilità per gli agrumi e per le me-le, rialzi per albicocche, susine e ci-liegie, posizioni più deboli per pe-sche e fragole, mentre tra gli ortag-gi in rialzo i pomodori, stabili lelattughe, in discesa peperoni e me-lanzane. Alla metà di luglio su tuttii mercati i prezzi si erano dimo-strati interessanti per tutta la fruttaestiva, comprese le pesche, che da-vano finalmente l’impressione diessere uscite da una lunga stagione“nera” che aveva contrassegnato an-che le estati 2004 e 2005. Nonostan-te l’offerta abbondante, la fruttaestiva teneva buoni prezzi.Data l’eseguità dello spazio faccia-mo ora un raffronto tra alcune quo-tazioni registrate a Fondi nelle set-timane 29 e 33, ovvero nella secon-da settimana di luglio e nella terzadi agosto. L’aglio fresco si è confer-mato a 2,50, i cavoli bianchi sonopassati da 0,70 a 0,95, i cetrioli da0,60 a 0,70, le cipolle rosse di Tro-

pea hanno confermato la quotazio-ne 0,95. L’indivia scarola si è con-fermata a 0,85, la lattuga cappucciaè passata da 0,75 a 0,95, le melanza-ne ovali sono scese da 0,45 a 0,42; ilpomodoro ciliegino è balzato da1,10 a 1,90, le zucchine scure sonosalite da 0,60 a 0,90. Nel compartodegli ortaggi, come indicano questipochi esempi, nell’arco temporaledi un mese i prezzi si sono confer-mati o sono aumentati. Facciamoora qualche esempio, sempre riferi-to a Fondi e alle settimane più so-pra, per il settore della frutta fresca.I fichi bianchi sono passati da 0,80a 1,70, le mele Golden da 0,65 a0,75, le pesche nettarine da 0,75 a0,90, le pesche a pasta gialla si sonoconfermate a 0,80, le susine sonoscese da 1,35 a 1,25, l’uva nera Car-dinal è scesa da 1,20 a 1,10. Pochiesempi, ma che escludono ci siastato un serio calo delle quotazionima solo qualche ritocco legato al-l’andamento climatico.

Ingrosso: soddisfazioni nonostante il clima

meloni angurie susine mele peregiu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06 giu-lug-ago 06

(media prime 2 settimane giugno-luglio-agosto 2006)

2,04 1,62 2,02 1,17 1,01 0,99 3,24 2,94 2,84 2,00 2,24 2,10 3,01 2,48 2,191,41 1,84 1,50 0,97 1,14 0,89 2,92 2,12 2,16 1,58 1,71 1,72 2,82 2,55 2,261,79 1,69 1,63 0,88 0,82 0,78 2,45 2,29 2,39 1,53 1,61 1,52 2,35 1,99 1,931,68 1,78 1,56 0,91 0,86 0,86 2,51 2,39 2,15 1,34 1,38 1,45 2,19 2,08 1,821,16 1,44 1,30 0,90 0,78 0,80 2,22 2,22 2,20 1,47 1,55 1,54 2,37 2,34 2,14

1,74 1,39 1,33 0,88 0,82 0,78 2,54 2,32 2,31 1,58 1,60 1,57 2,45 2,22 1,941,27 1,39 1,21 0,81 0,88 0,94 1,91 2,78 2,81 1,58 1,66 1,69 2,02 2,18 1,961,73 1,64 1,49 0,83 0,88 0,82 2,80 2,30 2,46 1,51 1,62 1,64 2,40 2,44 1,691,20 1,16 1,02 0,41 0,46 0,47 1,86 n.d. 1,59 1,18 1,26 1,32 1,78 2,11 1,721,47 1,41 1,50 0,49 0,44 0,59 2,35 1,90 1,90 1,81 1,88 1,92 2,24 2,02 2,08

nze della specie in esame comprese le promozioni ed escluso il biologico

1,54 1,32 1,09 0,52 0,48 0,52 2,39 2,21 2,07 1,56 1,56 1,52 2,59 2,62 2,101,44 1,53 1,36 0,45 0,66 0,82 2,29 1,99 2,12 1,49 1,59 1,82 2,24 2,25 1,751,75 1,62 1,47 0,59 0,46 0,81 1,39 1,76 1,89 1,60 1,69 1,80 1,94 1,97 1,891,16 1,17 1,00 0,44 0,44 0,47 n.d. n.d. 1,69 1,25 1,32 1,42 1,78 1,92 1,721,95 1,82 1,62 0,95 1,00 0,77 2,49 2,35 2,11 1,96 1,91 1,93 2,32 2,54 2,03

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CorriereOrtofrutticolo BILANCIO ESTIVOPRIMO PIANO P

Calo della produzione, buon aumen-to della domanda nonostante l’au-mento dei prezzi. Questo in sintesiil quadro generale dell’andamentodel mercato della frutta estiva chequest’anno, dopo due stagioni mol-to difficili, vede finalmente tornareil sereno, nonostante un calo deiconsumi nella seconda parte di unagosto particolarmente piovoso. A confermare questa tendenza èPaolo Bruni, presidente di Apo Co-nerpo. “Stando a questa campagna2006, quest’anno per la frutta estivanon ci sarà crisi. Rispetto al 2005 so-no calate le produzioni, in partico-lare di pesche e di nettarine. Le cau-se sono da attribuire principalmen-te alle basse temperature e alla ec-cessiva piovosità, fattori che hannointeressato un po’ tutta la penisolada fine inverno fino a primaverainoltrata. A ciò si sono aggiunti i pe-santi danni provocati dalla grandi-ne che hanno investito importantiaree produttive in maggio e a iniziogiugno, in particolare in Emilia Ro-magna e Basilicata, e il caldo afosoche ha colpito il Paese in luglio. Imaggiori cali di produzione dellafrutta estiva sono previsti soprattut-to nell’Italia meridionale, minoricontrazioni invece al Nord grazie al-le buone rese del Piemonte e del Ve-neto, che bilanciano il basso livellodell’offerta che si è verificato inEmilia Romagna”. “A fine luglio”,prosegue Bruni, “si sono registraticali nei conferimenti settimanaliinferiori a quelli dello scorso annodel 25% circa. A livello nazionale, afronte dei due picchi produttivi re-gistrati lo scorso anno tra la metà ela fine di giugno di 65.000 tonnella-te medie settimanali, quest’anno c’èstata una produzione di circa 35-40.000 tonnellate a settimana”.Il calo produttivo ha interessato inparticolare le pesche (-13%) e le net-tarine (-20%), che, grazie anche allealte temperature registrate soprat-tutto in luglio, hanno favorito unabuona domanda di prodotto perquasi tutto il periodo della campa-

gna estiva. I prezzi alla produzionedi questi prodotti sono aumentati dioltre 20 centesimi di euro rispetto aquelli dello scorso anno. Fino allaterza settimana di luglio i valori sisono attestati mediamente su 0,5 eu-ro/kg, quelli delle nettarine a 0,54euro/kg, contro rispettivamente0,28 e 0,32 euro/kg dello stesso pe-riodo del 2005.Meno positivo invece l’andamentodel mercato delle albicocche. Au-mento di produzione e minor qua-lità del prodotto hanno causato deiproblemi di “tenuta”, confermati dauna domanda scarsa e da un calodei prezzi al consumo. Discorso chevale anche per le susine, la cui fles-sione delle quotazioni è causata an-che dall’introduzione sul mercato dinuove varietà locali, con prezzi infe-riori alla media nazionale.L’andamento generale dei prezzidella frutta estiva ha comunque fat-to registrare un deciso aumento ri-

spetto alle quotazioni del 2005.Meno soddisfatti i produttori di me-loni. Nello De Luca, della societàAAA (Aziende Agricole Associate”)di Siracusa, lamenta un andamentodi mercato negativo. “I prezzi delprodotto si sono abbassati e con loroanche la qualità. La domanda c’èma quello che manca è una pro-grammazione oculata che dia un ri-conoscimento anche ai prodotti si-ciliani, altrimenti c'è il rischio chemolte aziende ortofrutticole localientrino in crisi. La direzione daprendere deve essere quella dellaqualità, che vuol dire soprattuttoIgp, un marchio di garanzia semprepiù ricercato dal consumatore. Lastrategia vincente deve portare allavalorizzazione dell’ortofrutta su tut-to il territorio nazionale, ad esem-pio attraverso le politiche di merca-to già attuate in Inghilterra”.Il mercato del melone nel Mantova-no rimane attivo, sebbene il mal-

27S e t t e m b r e 2006

L’estate della riscossaNel complesso buone le performance della frutta estiva,

complici i minori quantitativi di pesche, anche se ad agosto il peggioramento del clima ha ridotto i consumi

Da sinistra in alto, in senso orario, il direttore di Verona Mercato Paolo Merci, Paolo Bruni,presidente di Apo Conerpo, Luigi Peviani (Peviani Group) e Roberto Michelini di Solemilia

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CorriereOrtofrutticolo BILANCIO ESTIVOPRIMO PIANO P

tempo abbia in alcuni casi condi-zionato notevolmente la stagione.“La campagna di quest’anno avevatutte le premesse per assestarsi subuoni livelli”, spiega Giuseppe Mar-telli direttore amministrativo delConsorzio del melone tipico manto-vano, “ma alcune violente grandina-te abbattutesi su alcuni territori a fi-ne giugno, hanno compromesso al-meno il 70% della produzione, conalcune aziende che hanno dovutosospendere l’attività”.Walter Buccella di Apofruit si diceinvece soddisfatto dell’andamentogenerale della campagna della frut-ta estiva. “L’andamento del mercatoè positivo”, afferma, “e dopo due an-ni disastrosi era davvero necessarioun risollevamento. Le pesche e lenettarine sono in recupero, hannovisto un calo della produzione del10% circa (in tutto il 2006 ne saran-no prodotte 600 mila quintali), mala domanda è stata attiva, soprattut-to dall’estero. Una flessione si è re-gistrata solo nella seconda metà diagosto a causa di un clima sfavore-vole che ha ridotto i consumi e iprezzi della frutta (-10%). Soddisfa-cente la campagna delle albicocche,con prezzi remunerativi e con unaproduzione in aumento del 10% (52mila quintali). Dopo anni difficilianche le susine stanno riscontrandoun aumento della domanda”.Stagione all’insegna della stabilitàsecondo i responsabili di Caar diRimini, sia nei volumi di movimen-tazione che nei prezzi. Le pesche enettarine confermano la buona an-nata, mentre le angurie e i meloni,che sia nel maggio del 2005 che inquello del 2006 erano partite legger-mente in sordina, hanno recuperatonel mese di piena produzione. Nelluglio di quest’anno, infatti, si sonoregistrati incrementi significativi eun mantenimento dei prezzi legger-mente superiore alle medie del pe-riodo. Al Mercato romagnolo tragiugno e luglio non si sono registra-te variazioni significative di prezzoper le susine e le albicocche, anchese per quest’ultime si è presentatauna scarsa offerta di prodotto diqualità mediocre dettata anche dal-l’entrata in commercio del prodottofrancese, risultato qualitativamente

migliore rispetto a quello locale. Au-mento dei prezzi e produzione in di-minuzione in media del 10-20% peri prodotti di Solemilia di Modena. “Imeloni prodotti quest’anno”, affer-ma Roberto Michelini, direttorevendite dell'azienda modenese, “so-no il 20-30% in meno rispetto al2005, anche per la perdita di produ-zione causata da un maggio partico-larmente rigido, e di conseguenza iprezzi sono aumentati considerevol-mente; un discorso che vale ancheper i cocomeri. Tuttavia l’andamen-to generale è soddisfacente, e il 2006può essere l’anno di svolta vista l’in-versione di tendenza rispetto alle ul-time pessime stagioni, ma non biso-gna abbassare la guardia”.Il calo di produzione generale vieneconfermato anche dalle rilevazionieffettuate dal Coz di Zevio (Verona).

“Una stagione positiva per pesche enettarine”, afferma Nerina Bianchi,responsabile commerciale del con-sorzio veronese, “mercato in cui si èregistrata una diminuzione dellaproduzione di circa il 20%, a favoreperò della qualità”. Qualche proble-ma è stato riscontrato nella secondametà di agosto. “Dopo ferragosto”,aggiunge Nerina Bianchi, “a causaanche del tempo non favorevole, iconsumi sono calati con una dimi-nuzione dei prezzi del 10%. Ciò nonha comunque compromesso il buonandamento della stagione”.Rimanendo sempre nel territorioscaligero, riscontri positivi sono sta-ti registrati anche da Verona Merca-to, diretta da Paolo Merci. “La ridu-zione del 15% della produzione del-le pesche e delle nettarine”, sottoli-nea Alberto Albertini, responsabiledel Mercato ortofrutticolo scaligero,“ha permesso al prodotto un miglio-ramento della qualità rispetto alleannate precedenti. Anche il meloneha avuto un anno favorevole grazieanche alle buone condizioni clima-tiche. Qualche problema si è riscon-trato solo nel mercato delle albicoc-che, specialmente nella zona traMezzane e Illasi colpite in un paiodi occasioni dalla grandine. Il coco-mero sembra tenere bene il merca-to, ma dipenderà anche dal climadell'ultima parte dell’estate. Perquel che riguarda infine il mercatoestero”, conclude Albertini, “que-st’anno abbiamo avuto un buon ri-scontro dai Paesi dell’est, in partico-lare da Croazia e Serbia, che stannodiventando degli importanti part-ner commerciali nel settore dellepesche”.Il cocomero ha registrato un buonandamento di mercato. La confer-ma arriva da Peviani Group, aziendache ha lanciato da poco sul mercatola mini-anguria “Solinda” (la piùpiccola in Italia, con un diametrotra i 14 e i 16 centimetri e un pesocompreso tra 1,6 e 2,7 chilogram-mi). Dopo il successo riscontratocon il programma di “in-store pro-motion” lanciato lo scorso luglio l’a-zienda di Luigi Peviani prevede divendere oltre un milione e mezzo dimini-cocomeri entro ottobre.

Emanuele Zanini

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Ottimi risultati per le promo-zioni in-store di Solinda, chesi sono svolte a inizio estatein 59 punti vendita dei super-mercati Gs. La mini-anguriache sta nel palmo di una ma-no al debutto sul mercato ita-liano, è selezionata da S&G,marchio di Syngenta Seeds eprodotta e distribuita dalgruppo Peviani.Oltre che in Gs, Solinda eradisponibile in Italia anchepresso Auchan, Carrefour, Co-nad, Unes, Finiper e Esselun-ga, in Svizzera presso Coop eMigros, in Gran Bretagnapresso Morrisons eSomerfield e Co-op.L’arrivo sul mercato dei primiquantitativi commercialmen-te significativi di prodotto hacoinciso con il lancio del sitomultilingue dedicato alla mi-ni-anguria www.solinda.eu.

Mini anguria Solindaprotagonista nella Gd

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CorriereOrtofrutticoloprimo pianoBI

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STIV

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Il 2006, con un calo di produzio-ne medio del 13-15% e un’ offertainferiore alla domanda - come af-fermato da Roberto Fiammenghi,direttore acquisti alimentari diCoopItalia - vede una maggior re-munerazione per i produttori ri-spetto alle campagne degli ultimidue anni, con un ritorno ai prez-zi del 2003. Ma questo andamen-to, se da un lato darà una boccatad’ossigeno al settore peschicolo,non basterà dall’altro a risolver-ne i problemi. Di qui l’urgenza diimplementare un’azione il cuiobiettivo vada oltre le soluzionitampone tese ad arginare leemergenze dovute ad andamentistagionali difficili come quellidel 2004-2005. In quest’ottica - se-condo quanto emerso nel corsodella conferenza stampa per lapresentazione dell’iniziativa“Operazione nettarina”, svoltasiil 30 giugno nella sede di Lega-Coop a Bologna - si sta muovendola Regione Emilia-Romagna chein collaborazione con Accda (as-sociazione cooperative consuma-tori del distretto adriatico), Cen-trale Adriatica, CoopItalia ha av-viato una serie di proposte fina-lizzate prima di tutto ad usciredalla logica degli interventi tam-pone.L’obiettivo è riqualificare la pro-duzione selezionando le varietàesistenti e introducendo in cam-po nuove varietà che permettanouna diversificazione degli assor-timenti e dei calibri, nonchè va-lorizzare commercialmente ilprodotto sostenendone la venditacon una forte iniziativa sul fron-te della comunicazione al consu-matore al fine di aumentarne iconsumi mettendo in luce gliaspetti nutrizionali e salutisticicon particolare focus sulle tecni-che produttive impiegate nel ca-so delle produzioni Igp e sui con-trolli fatti prima di immettere ilprodotto sul mercato. “Ci siamo

30 S e t t e m b r e 2006

Nei campi prezzi migliori del 2005 «Ora servono strategie mirate»

Regione Emilia Romagna, Accda, Centrale Adriatica Coopinsieme per uscire dalla logica degli interventi tampone

diversificando e valorizzando commercialmente il prodotto

Frutta esposta in unpunto vendita Coop.La stagione è statapiù remunerativa rispetto alle precedenti due estati.Nell’altra pagina, in basso, Tiberio Rabboni, assessoreregionale all’agricoltura dell’Emilia Romagna

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CorriereOrtofrutticolo BILANCIO ESTIVOPRIMO PIANO P

accorti - ha detto l’ assessore al-l’Agricoltura della Regione Emi-lia-Romagna Tiberio Rabboni -che i consumatori hanno una co-noscenza molto superficiale perquello che riguarda le tecniche diagricoltura integrata che permet-tono di ridurre al minimo i resi-dui chimici sull’ortofrutta diproduzione italiana. Intendiamo,con la collaborazione di CoopIta-lia, creare nel consumatore laconvinzione che la frutta non è“un di più” ma “dà di più” edev’essere parte integrante delladieta giornaliera, tanto più che leproduzioni italiane sono le piùaffidabili a livello internazionaleanche dal punto di vista della si-curezza alimentare”.A partire da luglio e per tutta ladurata della campagna di raccol-ta, le pesche gialle e nettarine diRomagna Igp, acquistabili in cas-sette da tre chili, sono state le su-perstar del reparto ortofrutta intutti i 250 punti vendita Coop delDistretto Adriatico. L’iniziativa“Operazione nettarina” è stata af-fiancata per tutto il periodo dicommercializzazione da una for-te campagna di comunicazione,che nei punti vendita di maggiorsuperficie, prevede l’allestimentodi una vera e propria “isola” dedi-cata alle produzioni ortofruttico-le tipiche e di alta qualità dell’E-milia Romagna. In queste isole,dove la pesca Igp era regina (ri-cordiamo che è l’unica pesca inEuropa ad avere ottenuto questotipo di riconoscimento in sedeUe), personale specializzato eraimpegnato per far conoscere aiconsumatori i dati relativi alleproduzioni, alle tecniche produt-tive impiegate e alle caratteristi-che organolettiche e nutrizionali,rispondendo alle curiosità e di-stribuendo depliants informativiredatti dalla Regione Emila-Ro-magna nell’ambito dell’iniziativa“La salute è frutta”. Sempre in lu-glio negli ipermercati di Raven-na, Lugo e Imola è partito, in viasperimentale, il progetto “Appenacolta”, che permetteva di testare ilgradimento da parte dei consu-matori di pesche gialle, vendute

in innovative confezioni plastifi-cate da quattro pezzi da pesare almomento dell’acquisto, prove-nienti direttamente dal produtto-re che le confeziona (direttamen-te nella zona di Imola e da “TerreEmerse” nelle zone di Ravenna eLugo) e le invia direttamente alpunto vendita senza passaggi in-termedi. Quindi frutti particolar-

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Non è tutt’oro quel che lucci-ca: anche quest’anno il mer-cato delle pesche è stato con-trassegnato da criticità e con-traddizioni nell’andamentodei prezzi. É il parere di GianLuca Bagnara, assessore all’a-gricoltura della Provincia diForlì-Cesena, uno dei maggio-ri centri di produzione delsettore. “Pesche e nettarine a0,45 euro per chilo rappresen-tano - sottolineava a fineluglio Bagnara - un prezzoche copre dignitosamente icosti di produzione in camponella stagione 2006. Tuttaviaquesto risultato nasconde for-ti criticità che rischiano dipassare inosservate.Anzitutto i prezzi sono pari alcosto di produzione incampagna perchè vi sonoconsumi sostenuti dalle altetemperature estive e dalle mi-nori produzioni che stannoriequilibrando la domanda. Dall’Osservatorio prezzi dellaProvincia di Forlì-Cesenaemerge però chiara una forbi-ce dei prezzi produttore-con-sumatore che supera il 300%in un territorio, quello cese-nate, dove fra gli scaffali delladistribuzione e gli alberi dafrutto corrono poche migliaiadi metri. Ma l’aspetto più cri-tico è un altro: mentre il pro-duttore ha recuperato 20-25centesimi rispetto al 2005,questi si sono tradotti in più80 centesimi al consumatorecon la stessa filiera del 2005”.

«Ricarichi esagerati nei Pv di Romagna»

Frutta “a chilometri zero”, dialta qualità e al prezzo giusto.È quanto ha offerto la campa-gna promozionale “Pesca Cu-neo” che per tutto agosto hacollocato 14 mila quintali difrutta dalla caratteristiche or-ganolettiche particolarmenteelevate. “Vogliamo far conoscere -spiega il presidente della Ca-mera di Commercio diCuneo, Ferruccio Dardanello -un prodotto che ha un pesonotevole per il Sud Piemonte”. Nel 2005 al suo esordio l’ini-ziativa permise di collocaresette mila quintali di frutta indue settimane: “L’obiettivonon è sostenere un mercatoin difficoltà - spiegano i pro-motori - ma favorire laproduzione locale. Quest’an-no, fra l’altro, non vi sonoproblemi di eccedenze inquanto si sta registrando a li-vello europeo un calo dellaproduzione del 15%. PescaCuneo consente soprattutto dioffrire al consumatore fruttaposta in vendita a quattropassi dall’impianto in cui èmaturata”.Per il 2006 i livelli qualitatividel prodotto ammesso allacampagna sono stati ulterior-mente innalzati: la frutta de-ve essere perfettamenterintracciabile e prodotta conla lotta integrata, dotata diparametri elevati per quantoriguarda pezzatura, coloriturae il grado zuccherino.

Pesca Cuneoesalta la tipicità

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mente freschi, raccoltial giusto grado di matu-razione e conservabiliper non più di 48-72 ore.Nel corso della presen-tazione “OperazioneNettarina”, il presidentedi CoopAdriatica Massi-mo Buongiovanni (fotoa fianco) ha sottolineatol’obiettivo che ha spintoCoopCentrale Adriaticaad aderire all’iniziativa.

E ha precisato che l’in-tervento di CoopAdria-tica non si limiterà auna mera azione pro-mozionale, ma vedràl’inserimento struttura-le della pesca Igp in as-sortimento. Attual-mente delle 6.000 ton-nellate di pesche ven-dute nei negozi Coopdel distretto Adriatico(in Italia se ne produco-

no 1.700.000 tonnellate) e decli-nate nelle differenti varietà amarchio Coop, il 70% (cioè 4.200tonnellate) provengono dalla Ro-magna. Il 10% del giro d’affaridelle pesche adriatiche è rappre-sentato dalla pesca Igp emiliano-romagnola. Al momento le quan-tità prodotte non permettono didistribuirla in tutta Italia, ma glispazi di crescita esistono. Il futu-ro è nelle mani dei produttori.

Maddalena Sommariva

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La pesca di Verona potrà fregiarsidell’indicazione geografica protet-ta (Igp) a partire dal 2007, ma leprove generali, in termini di pro-mozione e valorizzazione dell’ori-gine, sono iniziate già daquest’anno, dalla metà di luglioin particolare, quando la “Pesca diVerona” ha iniziato a farsiconoscere al pubblico grazie auna serie di accordi che il Consor-zio di tutela ha stretto con le principali catenedella distribuzione organizzata locale. Lacommercializzazione ha interessato complessiva-mente circa 15 mila quintali di prodotto su untotale provinciale di circa 720 mila - vale a dire il2% - ed è stata supportata da una campagna diinformazione e promozione, ristretta ai confinidella provincia scaligera, in collaborazione conColdiretti Verona e con la Camera di commerciodi Verona.L’Indicazione geografica protetta “Pesca di Vero-na” è riservata ai frutti le cui caratteristiche cor-rispondono a puntuali requisiti di qualità previ-sti nel disciplinare del Consorzio di tutela dellapesca di Verona, sorto nel 2002 per valorizzareuna coltivazione secolare: pesca e nettarina sicoltivano infatti nell’area sub-collinare tra Vero-na e il lago di Garda fin dal 1584.“Nel nostro territorio la peschicoltura èeconomia - ha sottolineato la mattina del 13luglio Fausto Bertaiola (foto sopra), presidenteConsorzio di tutela, durante una conferenzastampa - ma anche tradizione, cultura, espressio-ne di un attaccamento alla terra e ai suoi frutti,uno stile di vita improntato alla salute e alla ge-nuinità. Siamo consapevoli che il riconoscimen-to comunitario sarà solo l’inizio di un ambiziosoprogetto per il nostro territorio ed è per questoche abbiamo avviato da subito un’opera di infor-

mazione e promozione, con unacampagna pubblicitaria sulleprincipali testate locali, per per-mettere a questo nuovo strumentodi essere utilizzato in modoottimale”.Fondamentale è stata l’adesioneal progetto da parte di 200 azien-de agricole locali su un totale di1.300 e dei quattro mercati allaproduzione di Verona. Il lancio

della “Pesca di Verona” ha interessato l’intera fi-liera di produzione, dagli imballatori ai condizio-natori, che si occupano delle selezione e calibra-tura del prodotto, incluso l’anello finale della ca-tena del valore, la grande distribuzione. IlConsorzio di tutela ha stretto, infatti, un accordocon le principali catene di supermercati presentinel veronese: Famila, Rossetto, Tosano e Migross.“Quest’anno - ha dichiarato Bertaiola a fine ago-sto - grazie alle favorevoli condizioni climatiche,da un lato, e alla minore concorrenza provenien-te dalla Spagna e dall’Emilia Romagna, dall’altro,la campagna della pesca veronese è stata positivafino all’inizio di agosto, poi il maltempo ha cau-sato un peggioramento sia nella qualità e quan-tità dei frutti sia nei consumi. La liquidazione aiproduttori è stata comunque buona, nell’ordinedei 50 centesimi al chilo, ben superiore alla me-dia di 0,15/0,30 dello scorso anno. Per la “Pescadi Verona”, il prezzo è stato superiore del 10% cir-ca rispetto al prodotto unbrended”.Sono 1.300 le aziende agricole che coltivano pe-sche e nettarine nella provincia di Verona, peruna produzione media di 900 mila quintali e unfatturato complessivo di circa 40 milioni di euro(alla produzione). Verona pesa per l’8-9% sullaproduzione nazionale ed è la quarta protagonistadel comparto assieme all’Emilia Romagna, al Cu-neese e alla Puglia. (E.F.)

Anche la pesca di Verona sta per fregiarsi dell’Igp: in attesa dello start updel prossimo anno, il Consorzio ha già venduto 15 mila quintali “firmati”

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Gli acquisti al dettaglio di peschee nettarine rappresentano media-mente il 7,5% del mercato al det-taglio della frutta in termini diquantità e il 9% in termini di va-lore. È quanto emerge da uno stu-dio del Cso di Ferrara su dati Iha.In termini assoluti si tratta di ol-tre 360.000 tonnellate acquistatemediamente ogni anno, dal 2000al 2005, per una spesa media an-nua di poco meno di 530 milionidi euro.Oltre il 70% del consumo dellaspecie riguarda le pesche, anchese negli ultimi anni tende ad au-mentare il peso delle nettarinesalito dal 24% nel 2000 al 30% nel2005.All’interno della specie sono in-fatti le pesche a soffrire maggior-mente in questi anni di crisi deiconsumi, mentre per le nettarinela tendenza è di progressiva, sep-pur lieve, crescita. Gli acquisti dipesche dal 2000 al 2005, sottoli-nea il Cso nello studio, sono sce-si da circa 287.000 tonnellate a240.000 tonnellate, registrandouna variazione del -17% in questi5 anni e del -6% rispetto al 2004.Quelli di nettarine sono saliti

contemporaneamente da 90.000a oltre 100.000 tonnellate(+12%). In particolare nel 2005 idati indicano in oltre 101.000 ton-nellate gli acquisti di nettarinein linea con il 2004. L’indice dipenetrazione, ovvero la percen-tuale di famiglie che hanno ac-quistato il prodotto almeno unavolta nel corso dell’anno, va inquesta direzione: per le peschel’indice dal 2000 al 2005 è scesodall’87% al 77% e per le nettarineè oscillato fra il 55% del 2002 al60% proprio nel 2005.Questa sorta di successo dellenettarine non è stata comunquecosì determinante da sopperirealla perdita registrata nelle pe-sche, tanto che nel complesso sievidenzia una, seppur debole,tendenza alla riduzione. Se dal2000 al 2002 gli acquisti annualidi pesche e nettarine, nel com-plesso, hanno evidenziato solodeboli variazioni rispetto all’an-

no precedente, nel 2003 si è regi-strato il salto più evidente, conuna riduzione dei quantitativipari al 6% rispetto all’anno pre-cedente. Nel 2004, con oltre350.000 tonnellate acquistate, c’èstata una lieve ripresa, pari all’1%in più rispetto al 2003. Nel 2005 siè tornati a segnare una diminu-zione, con acquisti scesi a 341.000tonnellate, il 4% in meno rispettoall’anno precedente.Il principale imputato del calodei consumi che in questi annista colpendo tutto il settore del-l’ortofrutta, e non solo, è stato fi-no al 2004 l’aumento del prezzomedio di acquisto.Per le pesche e nettarine però ilprezzo medio non ha evidenziatosignificativi incrementi e la ten-denza per una diminuzione delconsumo di pesche e per un in-cremento del consumo di nettari-ne non sembra pertanto legata alprezzo. Le quotazioni medie dipesche e nettarine, escludendo il2003, sono variate fra 1,30 eu-ro/kg del 2000 a 1,34 euro/kg nel2001 e nel 2005, a 1,48 euro/kgnel 2004. In particolare nel 2004però ad un prezzo che è sceso in

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Nettarine impermeabili alla crisiGli acquisti si dilatano nel tempo

Uno studio del Cso eviden-zia che le pesche risentonodi più del calo di consumi

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modo considerevole, di ben 22punti percentuali rispetto al2003, è corrisposto solo un mode-sto aumento dei volumi (1%). Nel 2005, il prezzo medio si è ul-teriormente ridotto (-9% rispettoal 2004), ritornando sui livelli del2000, con una riduzione degli ac-quisti. Negli ultimi due anni il valoredelle pesche e nettarine al detta-glio tende a scendere: nel 2004 siè infatti registrata una diminu-zione del 21% rispetto al 2003 enel 2005 una ulteriore perdita del13% rispetto al 2004. Mediamenteoltre il 70% degli acquisti di pe-sche e nettarine è concentratonel trimestre estivo, da luglio asettembre. Si nota però in modoabbastanza chiaro una tendenzaall’incremento degli acquisti neltrimestre successivo, soprattuttoin ottobre. Negli ultimi tre mesidel 2000 le famiglie italiane ave-vano acquistato il 13% del totale,nel 2005 addirittura il 23%; neltrimestre estivo si passa dal 75%

del 2000 al 68% nel 2005. Nella di-stribuzione degli acquisti perarea geografica si evidenzia unasostanziale diversità fra pesche enettarine: mentre il consumo dipesche è molto concentrato alSud, mediamente il 44% del tota-le, seguito nell’ordine da NordOvest (27%), Centro (18%) e NordEst (11%), quello di nettarine mo-

stra una minor concentrazione.Nel periodo 2000-2005 il Sud e leisole ha assorbito mediamente il28% del totale nazionale, il NordOvest il 29%, il Nord Est il 25% eil Centro il 18%. Le nettarine in-vece in questi ultimi anni hannoriscosso un certo successo nelNord Ovest (+27%), nel Centro(+38%) e nel Sud (+41%), mo-strando pertanto una debolezzasolo nel Nord Est (-36%). Le pe-sche risultano acquistate soprat-tutto presso gli ambulanti e imercati rionali ma con un calo:si scende infatti dal 47% del 2000al 39% nel 2005. Discreto interes-se è suscitato anche dal dettagliospecializzato (22%). In crescita laquota degli ipermercati, dal 5-6%fino al 2003 al 9% nel 2005. Più incisivi risultano invece i su-permercati per l’acquisto di net-tarine, con quote di mercato chenel 2004 si attestano al 27% deltotale e salgono al 30% nel 2005.Rilevante anche in questo caso laquota del ambulantato (30%). ●

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Si è conclusa positivamente ametà luglio l’armonizzazionein Olanda della sostanza atti-va Etofenprox su pesche enettarine che, ora, verrannoaccettate con lo stesso limitedi residuo massimo ammessoitaliano (0,50 mg/kg).Soddisfatto il Cso: “un’altrapiccola conquista sul frontedelle barriere commercialidovute al disallineamentodelle residualità ammesse.

L’Olanda armonizzai limiti di Etofenprox

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La campagna di raccolta del po-modoro nell’estate 2006 ha fattosegnare un’importante novità: laproduzione, stimata in circa 4,2-4,3 milioni di tonnellate rientrainfatti, dopo anni di eccessi, nel-la soglia dettata dall’Unione eu-ropea.Mai più Tir carichi di rossi rac-colti destinati alla distruzione,dunque, “ma anche un esempiodi accordo di filiera - dice il coor-dinatore del Comitato pomodorointerprofessionale nonchè vice-presidente delle organizzazioniinternazionali tra i produttoridel Mediterraneo Amitom e alWptc, Marco Serafini - in un set-tore in cui l’Italia è il secondoproduttore al mondo (dopo gliUsa) e il primo a livello comuni-tario dove rappresenta il 60% del-la produzione”.Le aree produttive del pomodorosi concentrano nella pianura pa-dana, in Toscana, Lazio, Campa-nia e Puglia. “Nell’ultima campa-gna - precisa Serafini - sono statidestinati a questa coltura per usoagricolo e industriale 60.400 etta-ri. Un’area notevolmente inferio-re a quella 2004 e 2005 perchè lafiliera vuole così riequilibrare lescorte eccessive e il mercato, conprezzi più remunerativi all’origi-ne. Rispetto ad un anno fa, i prez-zi continuano comunque a scen-dere con un trend di calo del 10%annuo. Ma l’onda lunga del con-tenimento della produzione do-vrebbe presto segnare un riequi-librio con un freno alla discesadei prezzi e un’inversione di ten-denza a partire dall’anno prossi-mo”.Il calo produttivo comporta an-che una campagna “corta” che sichiuderà tra il 5 e il 30 settembre.“Tra le 40 varietà ibride, in Italiatutte Ogm free, più richieste dalmercato industriale - dice Serafi-ni - quest’anno si sta imponendoil “pomodorino” (cherry tomato),

precoce nel Sud, unica tipologiacon la buccia. Il San Marzano,che va raccolto a mano e costapiù del doppio, rappresenta or-mai un prodotto per estimatori,con una nicchia di mercato infe-riore all’1%”. Il settore, di successo per il madein Italy, è anche uno dei pochinel Paese dove esiste una filieracompleta, rappresentata da deci-ne di migliaia di addetti. A livel-lo nazionale sono circa 150 leaziende di trasformazione del po-modoro ed è gigantesco l’indotto:dai trasportatori ai distributori eproduttori di macchinari e tecno-logie di trasformazione in cui l’I-talia è leader di mercato. Oltre alla California, i Paesi con-correnti sono concentrati nell’a-rea del Mediterraneo: Spagna,Grecia e Tunisia. “Nella riformadell’organizzazione comune dimercato per l’ortofrutta - sottoli-nea Serafini - è la Spagna il Paeseche ha registrato il maggiorsprint nel settore, con una cresci-ta abnorme dovuta all’abbando-no di colture di cotone e zucche-ro per quella del pomodoro, con-siderata più redditizio. Per l’ec-cesso di produzione negli ultimidue anni i produttori iberici ini-ziano a scontare sanzioni Ue del30% mentre il contenimento de-gli eccessi di Made in Italy frenala nostra penalizzazione al 10%”.Un’ultima curiosità in termini diproprietà salutistiche: secondostudi clinici, la trasformazioneindustriale del pomodoro rendepiù facilmente assimilabile il li-copene, potente antiossidanteutile nelle cardiopatologie e con-tro il cancro della prostata e del-l’utero. ●

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Raccolto di pomodoronei limiti della Ue

Dopo anni la campagnaestiva non darà luogo a eccedenze rilevanti

“La firma di questo contrattoè il primo avvio concreto del-l’interprofessione nel settorePomodoro da Industria”. Con queste parole il ministrodelle Politiche Agricole, Ali-mentari e Forestali Paolo DeCastro è intervenuto alla finedi luglio alla presentazionedella stipula del contrattoquadro per il pomodoro daindustria italiano promossoda Fabrizio Marzano,presidente di Unaproa (Unio-ne nazionale organizzazioniproduttori ortofrutticoli eagrumari), Gianni Brusatassi,presidente di Uiapoa (Unio-ne italiana delle associazionidei produttori ortofrutticoli eagrumari), Carmelo Vazzana,presidente di Unacoa (Unio-ne nazionale organizzazionedi produttori ortofrutticoli eagrumari) e Marcello Mutti,presidente del gruppo Deriva-ti del pomodoro di Aiipa (As-sociazione italiana industrieprodotti alimentari). Il contratto è stato stipulato aseguito dell’intesa di filierarealizzata nell’ambito dell’or-ganismo interprofessionale.L’accordo prevedel’acquisizione da parte delleindustrie aderenti ad Aiipa di12.000.000 di quintali dipomodoro italiano dadestinare alla trasformazione.Soddisfatti, oltre al ministro,anche tutti i firmatari delcontratto.

L’interprofessioneinizia a funzionare

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La campagna di commercializza-zione dell’uva da tavola in Pugliaè partita bene, ma con 10-15 gior-ni di ritardo. La maturazione si ècompletata con un certo ritardo acausa del clima anomalo, caratte-rizzato da abbassamenti ed innal-zamenti improvvisi dei valoriminimi e massimi della tempera-tura. Il prolungarsi del periododella fioritura ha determinato,soprattutto per le cultivar Victo-ria e Italia senza copertura conplastica, la formazione di acini didiverse dimensioni.“Le piogge e soprattutto l’eccessi-vo abbassamento delle tempera-ture della prima decade di giu-gno hanno compromesso la cam-pagna dell’uva da tavola soprat-tutto per quanto riguarda la Vic-toria sotto rete”, conferma Fran-co Pignataro, dell’omonimaazienda. “Il prodotto era sì di qua-lità, ma richiedeva molta lavora-zione manuale, con conseguenteaggravio di costi”. Comunque, ag-giunge Pignataro, l’uva da tavola,subito dopo il germogliamento,si presentava in ottimo stato siacome quantità che qualità. Giacomo Suglia dell’Apeo mettein luce che nel tarantino si è par-titi, come nel resto della Puglia,con la Victoria attestata sugli 1,40euro al chilo; Black Magic haspuntato qualcosa di più, ma èandata subito esaurita. Nel Nord barese, dal mercato diBisceglie, Vincenzo Patruno, ope-ratore di una organizzazione con-sortile, riferisce che si è partiticon prezzi alti in tutte le fasi del-la filiera; i primi giorni, sono sta-ti toccati i 2,50 euro al chilo, perscendere poi a 1,50. Buona inogni caso la qualità delle varieVictoria, Italia, Regina, Pizzutel-la, Palieri, Red Globe, e in conti-nua crescita la richiesta di va-rietà apirene. “Le uve senza semi- puntualizza Franco Pignataro -si sono caratterizzate per l’eleva-

ta qualità; la concorrenza greca siè fatta però sentire sul mercatoinglese, principale punto di rife-rimento per la nostra apirene”.La prima uva raccolta nella Peni-sola è stata in ogni caso quelladelle zone più calde della Sicilia,come sottolinea Mario Colapietrodell’Istituto per la viticoltura diBari: “Da metà giugno è iniziatala commercializzazione delle cul-tivar Balck Magic, Matilde e Vic-toria prodotte nelle serre non ri-scaldate di Vittoria, Comiso, Pa-chino ed altre aree. Trattandosi diun periodo con scarsa presenzadi uva sui mercati, i listini hannofatto segnare valori di tutto ri-spetto, dai 2 ai 4 euro al chilo peri frutti dalle caratteristiche mi-gliori. Poi, nelle settimane suc-cessive, è toccato alle serre riscal-date di Mola di Bari e si è prose-guito con i vigneti coperti conplastica per anticipare la raccoltadi Noicattaro, Rutigliano, Torre aMare, Trani, Bisceglie, tutte areedel barese. Altre zone importantie prolifiche si sono rivelate quel-le di Grottaglie, nel tarantino, do-ve è molto diffusa Victoria, e del-le principali località vitate del li-torale ionico della Basilicata, do-ve si raccoglie Black Magic, Vic-toria n.2, Michele Palieri…”.Se negli anni scorsi a metà luglioquasi tutta la produzione dei vi-gneti coperti con plastica venivaraccolta entro la fine del mese diluglio, quest’anno ai primi diagosto non è stata raccolta nem-meno metà dell’uva coperta. “Ilpericolo - spiga Colapietra - è cherecuperando molto sui tempipossano accavallarsi i periodi diraccolta delle uve senza protezio-ne. Quanto alle apirene, a metàagosto erano in piena raccoltauve dai vigneti di Sublima e so-prattutto di Sugraone, che si stadimostrando molto affidabile,con rese per ettaro tra 150 e 300quintali”. (M.Cas.)

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BILANCIO ESTIVOPRIMO PIANO P

L’uva arriva tardi sui mercatiQuotazioni buone ma in calando

Il clima ha ritardato di 10-15 giorni

maturazione e vendita

La campagna delle ciliegiegriffate Cherry Passion si èconclusa alla fine di lugliocon un buon risultato: circa10 mila quintali di prodottoproveniente dall’Italia e dallaTurchia sono stati collocatinel mercato italiano, inglese,irlandese e scandinavo.Dalla metà di agosto è poi ini-ziata la campagna dell’uva datavola. Il marchio, nato nel2005 su iniziativa dellaBragantini Marco & Figli diVerona e di Greenery Italia,non riguarda, infatti, solo leciliegie. Questa primaverahanno debuttato i pomodori,ora è la volta dell’uva. “Tutti i prodotti CherryPassion - spiega Stefano Pezzo,brand manager e responsabileexport di Greenery Italia -provengono dai più qualificatiproduttori. Dal 10 agosto ab-biamo iniziato a collocare intutta Europa, comprese Russiae Ucraina, l’uva da tavola tur-ca, varietà Sultana seedless;fornitore esclusivo è l’aziendaSultan Tarim Ürünleri GidaSanayi Ticaret di Alasehir. Epresto riforniremo un super-mercato olandese con uva ita-liana biologica Vittoria”.

Da Cherry Passion apirene turco e “bio”

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Presente una delegazione dibuyers americani interessati al-l’importazione di uva da tavolapugliese negli Stati Uniti, alla se-zione di Turi dell’Istituto speri-mentale per la viticoltura si è svol-to quest’estate un incontro incen-trato sulle “Uve da tavola di Pugliaverso gli Usa”, nel corso del qualesono stati evidenziati gli aspettivarietali, colturali, nutrizionali edi commercializzazione di unadelle produzioni portanti dell’eco-nomia regionale.Il direttore della sezione pugliesedell’Istituto Donato Antonacci, re-lazionando sull’incontro, ha sot-tolineato innanzitutto che la colti-vazione dell’uva da tavola nel no-stro Paese è realizzata soprattuttoin Puglia e Sicilia, con la primaregione che rappresenta il 64%della superficie investita e la se-conda il 24%. In cifre, secondo sti-me del 2000, in Puglia erano inve-stiti, 35.472 ettari, in Sicilia 9.628,in Abruzzo 1.403 e nelle altre re-gioni 3.473.In Italia, dal 1982 al 2000, si è pe-raltro registrato un calo notevoledelle superfici investite a vignetoper uva da tavola, che dovrebbeessere continuato anche negli ul-timi anni. La raccolta 2006 ha re-gistrato un avvio ritardato a causadell’inclemenza del clima nel mo-mento più delicato della matura-zione, ma in compenso ha fattosegnare prezzi piuttosto remune-rativi per i frutti di qualità.Per quanto riguarda le varietà api-

rene, l’Istituto barese è impegnatoa favorirne l’introduzione con ilprogetto “Miglioramento dellequalità delle uve da tavola”, datato1989 e mediante altre due inizia-tive ribattezzate “Valut” e “Aseut”,finanziate rispettivamente dalMipaaf e dalla Regione Puglia, diconcerto con la Camera di Com-mercio barese. “Valut” si articola in undici lineeche riguardano, fra l’altro, lo stu-dio di nuove varietà di uva medio-tardiva ottenuta da incrocio o au-tofecondazione in programmi dimiglioramento genetico già effet-tuati dall’Istituto; il miglioramen-to della qualità sanitaria del mate-riale di moltiplicazione mediantel’individuazione e diffusione incoltura di biotipi sanitariamentemigliori delle principali e nuovevarietà coltivate; lo studio delle fa-si post-raccolta; l’innalzamentodella qualità. Il progetto “Aseut” (sigla che rias-sume “agevolazione del sistemaesportativo uva da tavola”) si arti-cola invece nell’esame delle carat-

teristiche qualitative dell’uva pro-dotta da diversi vitigni (in provaoltre 10 varietà apirene), confron-tando le nuove varietà rispetto aquelle di riferimento scelte fra lepiù importanti oggi coltivate im-piantate su una superficie di 4 et-tari nell’azienda dell’Istituto. Pre-vede inoltre lo studio delle carat-teristiche dell’uva durante la fri-goconservazione, l’esame dell’in-fluenza esercitata dal tempo inter-corso tra il distacco del grappolo el’avvio della frigoconservazione,l’individuazione della miglioretecnica di refrigerazione median-te l’utilizzo di impianto frigorife-ro sperimentale realizzato alla se-zione di Turi dell’Istituto.Negli ultimi anni, è emerso dal-l’incontro, in Puglia sono statirealizzati non pochi impianti divarietà apirene. Fra quelle chehanno mostrato maggiori incre-menti in termini di superfici spic-cano Sultanina bianca, Thom-pson Seedless e Crimson Seedless,che conta già circa 200 ettari. Maè stata la Thompson a mostrare,con opportune tecniche di colti-vazione, una buona produttivitàtanto da raggiungere gli standardqualitativi dei Paesi che tradizio-nalmente la coltivano.La delegazione di buyers statuni-tensi ha molto apprezzato le infor-mazioni ricevute ed ha visitato gliimpianti sperimentali e normalidi uva da tavola esprimendo giu-dizi lusinghieri per la qualità del-le uve degustate. (M.Cas.)

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Agli Usapiace l’uvaUna delegazione di buyers

americani in Pugliaall’Istituto di viticoltura

Cresce la produzione di uvaapirene nel metapontino. Suun totale di 45 mila quintaliconferiti da aziende aderentiad Apofruit Italia (dato similea quello 2005), il prodottosenza semi è passato da 4 mi-la a 7 mila quintali. Varietàleader nella zona, nonostanteuna remuneratività in calo,rimangono Italia (27 milaquintali) e Vittoria (7 mila).

Metaponto privilegiale varietà senza semi

Prende il via alla fine di settem-bre la campagna promozionaledell’uva da tavola pugliese. Lacampagna di comunicazione(che si protrarrà fino al 22 ottobre) prevede la presenza di puntiinformativi negli ipermercati italiani e la partecipazione a fiere spe-cializzate. Questa estate è stato anche presentato il progetto per latracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti ortofrutticoli, che in-teresserà, come proposto, sei prodotti tipici delle province pugliesicome l’uva (per la Bat), gli asparagi (per la Capitanata), le patate(nel Leccese), le clementine (nel Tarantino), i carciofi (nel Brindi-sino) e le ciliegie (nel Barese).

Promozionedelle tipicità pugliesi

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Dovrebbe essere del 5,9% il calodella produzione melicola 2006per l’Italia, in linea con l’anda-mento dell’Unione Europea a 25(-5,4%). Il condizionale, comun-que, è d’obbligo, dato che le pre-visioni sono state calcolate allafine di luglio e il raccolto si con-cluderà solo con i primi del pros-simo novembre. La variazione, aconsuntivo, potrebbe essere del-l’ordine del 3-5%. La produzione italiana 2006 do-vrebbe scendere a 1.949.140 ton-nellate (nel 2005 sono state2.071.309), quella europea a 15 a6.606.140 tonnellate (nel 2005 so-

no state 7.068.947), quella del-l’Europa a 25 a 9.553.140 tonnel-late (nel 2005 10.097.947).

L’Italia. Il calo non è dovuto auna riduzione della superficiema a un minor numero di fruttiper pianta. La qualità, comunque- ha sottolineato Fabio Zanesco,addetto alle relazioni internazio-nali di Assomela, durante la con-ferenza stampa che anche que-st’anno si è tenuta a Zevio, inprovincia di Verona, lo scorso 14agosto - è generalmente buona equella che si prospetta ha tuttal’aria di essere una buona stagio-

ne. Il calo maggiore lo registra ilTrentino - Melinda e la Trentina imarchi interessati - con un calodi ben il 19,1% (363.283 le ton-nellate previste). Registrano uncalo anche l’Alto Adige - in questocaso sono Marlene e Val Venostai marchi interessati - con 833.852tonnellate (-9,3%), il Veneto, con220.032 tonnellate (-9,7%), e l’E-milia-Romagna, con 168.087 ton-nellate (-6,9%). Il Piemonte, con198.886 tonnellate e un incre-mento dell’11,9%, scavalca l’Emi-lia-Romagna e diventa la quartaregione italiana subito dietro alVeneto.Dando un’occhiata veloce alle va-rietà, si conferma la tendenza de-gli ultimi anni: cala la “super-star” Golden Delicious, che passadalle 945.714 tonnellate del 2005alle 870.195 tonnellate previsteper il 2006 (-8%); prosegue ilbuon andamento delle varietàemergenti, in controtendenza,come Gala (da 261.032 tonnellatea 268.509, +4,8%), Fuji (da 86.994tonnellate a 100.256, +15,2%) ePink Lady (prevista a 45 milatonnellate). La Red Deliciousmantiene la terza posizione conun calo moderato, passando da249.573 tonnellate a 246.803 (-1,1%). In calo evidente Imperato-re (da 122.620 tonnellate a96.850, -21%), Granny (da 92.041tonnellate a 83.408, -9,4%), Brae-burn (da 73.016 tonnellate a60.333, -17,4%) e Annurca (da67.655 tonnellate a 50.000, -26,1%).

L’Europa. Il secondo produttoredopo l’Italia, la Francia, registraun marcato -10,5%, scendendo aquota 1.584.000 tonnellate. Il ca-

40 S e t t e m b r e 2006

Per le mele italianesegnali incoraggianti

Scendono la produzione europea e quella nazionalee si intensifica il dialogo con l’Emisfero Sud,

che riduce le esportazioni. All’orizzonte nuovi mercati

PAESE Prev. 2006 Diff. 2005 2004 20032006/5%

AUSTRIA 161.000 -7,0 173.200 163.100 152.000BELGIO 339.000 6,9 317.000 355.800 319.000DANIMARCA 27.000 3,8 26.000 26.000 25.000FRANCIA 1.584.000 -10,5 1.769.439 1.708.252 1.728.000GERMANIA 955.000 3,2 925.000 945.200 818.000GRECIA 267.000 0,8 265.000 281.670 165.000ITALIA 1.949.140 -5,9 2.071.308 2.035.297 2.152.000OLANDA 347.000 -8,7 380.000 435.000 405.000PORTOGALLO 249.000 0,0 249.000 277.000 287.000SPAGNA 550.000 -21,5 701.000 553.000 704.000REGNO UNITO 178.000 -7,3 192.000 162.800 156.000TOTALE UE-15 6.606.140 -6,5 7.068.947 6.943.119 6.911.000

ESTONIA 10.000 -9,1 11.000 2.000 5.000LETTONIA 32.000 -15,8 38.000 7.000 36.000LITUANIA 130.000 34 97.000 34.000 97.000POLONIA 2.100.000 -4,5 2.200.000 2.522.000 2.428.000REP. CECA 170.000 23,2 138.000 164.000 152.000SLOVACCHIA - - - - -SLOVENIA 50.000 -13,8 58.000 60.000 62.000UNGHERIA 455.000 -6,6 487.000 668.000 550.000TOTALE NM-10 2.947.000 -2,7 3.029.000 3.457.000 3.330.000

TOTALE UE-25 9.553.140 -5,4 10.097.947 10.400.119 10.241.000Fonte: Eurofel (Prognosfruit)

MELE: PREVISIONI DI PRODUZIONE 2006 UE-25

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

lo, in questo caso, non è dovuto afattori contingenti, ma è il risul-tato di un vero e proprio taglio diimpianti, che ha interessato so-prattutto la Valle della Loira. Idue anni di crisi appena passati,ha spiegato Zanesco, hanno col-pito irrevocabilmente molti degliagricoltori che non erano all’in-terno di strutture organizzate. Di-scorso simile in Olanda (347 mi-la tonnellate, -8,7%) e in Belgio(330 mila tonnellate, - 6,9%), do-ve gli agricoltori hanno preferitoriconvertire le superfici a pere,frutto che negli ultimi anni è sta-to più remunerativo. In Spagna(550 mila tonnellate, -21,5%) e inPolonia (2,1 milioni di tonnella-te, -4,5%) a incidere negativa-mente è stata l’accentuata siccità.Infine, in controtendenza, la Ger-

mania, che si conferma terzoproduttore in Europa con 955 mi-la tonnellate, il 3,2% in più ri-spetto al 2005.Guardando alle varietà, nell’Eu-ropa a 15 il calo è generalizzato.Scende la Golden (1.954.000 ton-nellate, -11,3%), la Gala (783.000tonnellate, -5,43%), la Jonagold(721.000 tonnellate, -1,1%) e laRed Delicious (565.000 tonnella-te, -7,22%).

La Polonia. È bene ricordare chela Polonia si conferma il maggiorproduttore europeo di mele, con2,5 milioni di tonnellate poten-ziali (quest’anno saranno menocausa siccità). Va anche detto,però, che solo il 35% di esse sonodestinate al mercato del frescomentre ben il 65% vengono tra-

sformate. Di quel 35%, solo il 10%sono destinate ai mercati esteri, edi quelle solo il 25% ai mercatidell’Europa Occidentale. In tutto,quindi, si parla di non più di 50mila tonnellate. In buona sostan-za, ha rilevato Zanesco durantel’incontro di Zevio, l’unico, pic-colo “fastidio” che la produzionepolacca può dare alla produzioneitaliana o francese è sul mercatotedesco, a inizio campagna, concerte varietà come la Jonagold.

L’Emisfero Sud. Per due anni - il2004 e il 2005 - gli esportatori delSud America, della Nuova Zelan-da e del Sud Africa hanno persosoldi. E hanno corretto la mira,riducendo le quantità esportate edialogando con le organizzazionieuropee per evitare un eccesso di

42 S e t t e m b r e 2006

Arriva anche in Italia SmartFresh QualitySystem, la nuova tecnologia che preserva lafreschezza, il sapore e i principi nutritivi dellemele, già approvata e registrata in oltre 25 Paesidel mondo, tra cui Germania, Francia, RegnoUnito, Usa e Cina. SmartFresh agisce accrescendola naturale resistenza delle mele alla maturazio-ne, in modo che queste rimangano fresche più alungo. L’impiego di SmartFresh sulle mele appe-na raccolte, all’inizio delle normali procedure diconservazione e trasporto, ne preserva le caratte-ristiche ottimali in termini di qualità e freschez-za, soddisfando le aspettative dei consumatori ela domanda di un prodotto sano e nutriente.La scienza che è alla base di SmartFresh è ilrisultato di un lavoro svolto negli Stati Uniti dairicercatori della North Caroline State University,i quali, a metà degli anni ‘90, hanno studiato l’e-tilene, una sostanza prodotta naturalmente dallepiante, ed i suoi effetti sul processo di maturazio-ne. Nel corso delle ricerche è stato scoperto l’1-Mcp, l’ingrediente attivo di SmartFresh che è sta-to acquisito da AgroFresh, la quale offre aiproduttori, confezionatori e trasportatori non sol-tanto il prodotto, ma anche un servizio completoe affidabile. Le ricerche su grande scala condottesu SmartFresh hanno dimostrato che questo siste-ma è l’approccio più efficace ed efficiente permantenere la qualità dei prodotti ortofrutticolinel tempo. Inoltre, è stata dimostrata la sicurezzacompleta di SmartFresh per i consumatori, i lavo-ratori e l’ambiente.

Anche in Italia SmartFresh,nuova tecnologia di conservazione

Sostanzialmente stabile la produzione di pere inEuropa e in Italia, che si conferma Paese leadercon una previsione di 879.000 tonnellate per il2006, dato che eguaglierebbe il raccolto delloscorso anno: dalle elaborazioni Cso su dati Euro-fel, non emergono scostamenti rilevanti rispettoall’anno passato, quando il quantitativo prodottonel Vecchio continente (Ue a 25) era stato di2.524.000 tonnellate; quest’anno si dovrebbe arri-vare a 2.537.000, l’1% in più.Alle spalle dell’Italia è ancora la Spagna aoccupare la seconda posizione, ma con una chia-ra flessione (537.000 tonellate, -12% sul 2005). Se-gno più invece per Belgio (259.000, +13%), Fran-cia (242.000 tonnellate, il 5% in più) e Olanda(234.000 tonnellate, una lievitazione del 17%).A seguire il Portogallo, con 143.000 tonnellate, il10% in più; negli altri Paesi i raccolti non supera-no le 60.000 tonnellate.A livello varietale cresce Abate (298.000 tonnella-te, +6%), mentre la “regina” Conference” non fasegnare variazioni di rilievo e si conferma sulle753.000 tonellate. Al secondo posto, prima diAbate, la William (312.000 tonnellate e -3%).

Stabile la produzione di pere UeL’Italia conferma 879.000 tonnellate

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

offerta che, nei fatti, ha portato adue annate che non è eccessivodefinire catastrofiche per il com-parto. L’esempio più eclatante èla Nuova Zelanda - il Paese cheesporta più mele in Europa - cheè passata dalle 505.577 tonnellateprodotte del 2005 (erano 547.500nel 2004) alle 391.700 del 2006 (-22,5%). E qui, lo ricordiamo, siparla di consuntivo e non di pre-visione (il raccolto avviene quan-do in Europa inizia la primave-ra). In questo Paese, ha detto Za-nesco, ben il 14% degli impiantisono stati estirpati per ridurrel’offerta.Brevemente: il Cile si conferma ilnumero uno tra i Paesi dell’Emi-sfero Australe, con 1.210.000 ton-nellate prodotte (+1,7% sul2005). L’unico in controtenden-za. Al secondo posto si conferma

l’Argentina, con 940.725 tonnel-late (-16%). Al terzo posto il SudAfrica con 686.000 tonnellate (-1%), che per il primo anno supe-ra il Brasile che si ferma a656.146 tonnellate (-19,6%). Nelcomplesso, la produzione dell’E-misfero Sud è stata di 4.169.570tonnellate, in calo del 10,5% sul2005 e del 13,6% sul 2004.

I nuovi mercati. Il commerciomondiale di ortofrutta continuaad aumentare. E la tendenza, hadichiarato Zanesco, non potrà

che proseguire. Gli Stati Uniti so-no il maggior esportatore di orto-frutta, l’Europa è il secondo, ilMessico il terzo e il Cile il quarto.Il problema è che il Vecchio Con-tinente è anche il primo impor-tatore mondiale. È necessario, inun simile contesto, che l’Italia simuova per accedere a nuovi mer-cati. Come ha fatto con la Russia, Pae-se che negli ultimi anni sta dan-do molte soddisfazioni agli espor-tatori e che promette ancora mol-to bene. La vera sfida, però, ha ri-badito Zanesco, sono altri merca-ti: la Cina, gli Stati Uniti, l’Indiae il Sud America.Come mai le mele dello Stato diWashington arrivano in Europa -in tutto circa 35-40 mila tonnella-te con destinazione Regno Unito- e vanno anche in Cina, così co-

me le mele cilene, mentre per laproduzione italiana gli Usa e laCina sono ancora Paesi inesplo-rati? Le barriere fitosanitarie so-no insormontabili? Troppo sem-plice sarebbe argomentare chegli americani o i cileni sono piùorganizzati dei produttori italia-ni, ancora incapaci di superare ivecchi e noti problemi di dimen-sione aziendale. È necessario chele diverse organizzazioni che rap-presentano i produttori e gliesportatori, nonché le forze poli-tiche, facciano di più. Assomela,

da parte sua sta lavorando sodosu diversi fronti, uno di questi èproprio il superamento delle bar-riere che impediscono alle meleitaliane di andare in Usa e Cina.

La Cina. Rimane il primo pro-duttore mondiale di mele, con ol-tre 60 milioni di tonnellate. Valo-re destinato a crescere secondo leprevisioni della Fao. Le esporta-zioni rimangono ancora limitate.Cresceranno? Difficile dirlo. Vaconsiderato, comunque, che laCina è il più grande mercato diconsumo del mondo, con una po-polazione e, soprattutto, un teno-re di vita in crescita, che rendonosempre più appetibile e remune-rativa - per i produttori cinesi - lacollocazione del prodotto nelmercato interno piuttosto che inquelli esteri. Quindi, a ben guar-dare, il Paese asiatico va conside-rato più come un’opportunitàche come una minaccia.

Gdo e certificazioni. La grandedistribuzione organizzata staprendendo sempre più piede inEuropa. La percentuale di orto-frutta che viene collocata neisuoi punti vendita varia dall’84%del Regno Unito, all’82% dellaGermania, al 78% della Francia,al 69% dell’Olanda, al 43% dell’I-talia. Il nostro Paese, con ogniprobabilità, si avvicinerà al restod’Europa. Cosa significa? In Eu-ropa, 3,2 milioni di produttoridevono interfacciarsi con 110centrali d’acquisto. Cosa signifi-ca? La Gdo ha e avrà sempre piùforza contrattuale. Una delle con-seguenze di ciò è il proliferare,negli ultimi anni, dei più diversiprotocolli, disciplinari e schemidi certificazione privati. Ha sen-so che un produttore debbauniformarsi a una decina di sche-mi, spesso molto simili tra di lo-ro, per poter servire altrettantecatene della Gdo? La certificazione privata non èregolata a livello comunitario:questo è uno dei grossi problemiche la prossima Ocm dovrà af-frontare.

Eugenio Felice

44 S e t t e m b r e 2006

Un impianto di meli della varietà Fuji in Alto Adige: nel 2006 supererà le 100 mila tonnel-late prodotte in Italia e sarà l’unica varietà in crescita insieme al gruppo Gala

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CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

Non un Mercato, ma una vera epropria “cittadella” dell’ortofrut-ta. Quello di Fondi è forse il Cen-tro agroalimentare all’ingrossopiù anomalo d’Italia. Non soloper la suddivisione in due aree(quella mercatale vera e propria,la A, e i magazzini esterni postia ridosso del Mof, nella zona B,occupati per l’80% da operatoriche hanno anche un posteggiointerno), ma per tutta una seriedi motivi: la mancanza di unagrande città di riferimento allespalle (Roma e Napoli, pressochèequidistanti dal Comune ponti-no, sono lontane circa 120 chilo-metri), la capacità di ottenere ri-sultati di assoluto rilievo in ter-mini di quantitativi commercia-lizzati e numero di clienti servitia dispetto dell’annosa carenza divie di comunicazioni anche sololontanamente moderne ed effi-cienti, il livello modesto dei ca-noni di locazione, l’orario di la-voro che ricorda più un puntovendita al dettaglio che un Mer-cato all’ingrosso (dalle 6 alle 12 edalle 15 alle 18, ma si lavora an-che, e anzi soprattutto, la dome-nica mattina).Fatto sta che Fondi è leader nelpanorama nazionale per volumitrattati e trae quindi evidenti be-

nefici da questa sua “diversità”. Ci tiene, il Mof, Mercato di tran-sito per eccellenza, ad essere con-siderato prima di tutto una piat-taforma logistica tra Nord e SudEuropa, un luogo di approvvigio-namento privilegiato delle me-tropoli italiane e della grande di-stribuzione; ma, anche, sottoli-nea volentieri il suo ruolo distruttura commerciale strategicaper il collocamento delle produ-zioni di ortofrutta nel bacino delMediterraneo.La ristrutturazione e l’amplia-mento terminati cinque anni fahanno profondamente modifica-to l’aspetto del Mercato realizzatonel 1972, oggi nettamente piùmoderno, efficiente e pulito diquanto fosse alla fine degli anniNovanta.“Il nostro - dice il presidente Giu-seppe La Rocca - è il Centroagroalimentare più grande e mo-derno di concentrazione, condi-zionamento e smistamento diprodotti ortofrutticoli freschi; al

centro di una vasta zona produt-tiva ricca di serre, Mof si estendesu una superficie di oltre 335 et-tari, e mentre nell’area A, di 22ettari, ospita 125 concessionari distand, di cui 10 grandi strutturecooperative e 2.000 produttori lo-cali, nella B trovano posto 80 ma-gazzini privati di vaste dimensio-ni, modernamente attrezzati perla conservazione ed il condizio-namento personalizzato dei pro-dotti; il 70% circa delle merce,viene lavorata a seconda delleesigenze della clientela”.La superficie coperta è di 50 milametri quadri; nell’area A gli ope-ratori hanno a disposizione 220mila metri quadri, di cui 50milacoperti, 75 mila di parcheggi permezzi pesanti, 73 mila di piazza-li, strade, aree verdi… I conces-sionari possono utilizzare unacentrale frigorifera rinnovata chepuò arrivare a stivare fino a 50mila quintali di prodotti e duesale lavorazioni refrigerate percomplessivi 10.000 metri quadridotate di 38 attacchi per bilici eTir. “La sinergia tra area A e B è com-pleta, la B è in pratica una cen-trale di lavorazione che completae garantisce valore aggiunto alsemplice interscambio di orto-

45S e t t e m b r e 2006

Mof: la “cittadella” dell’ortofruttatiene le posizioni nonostante

una viabilità del tutto inadeguata

Il Mercato di Fondi, leader per volumi trattati,

ha tratto nuova linfadall’ampliamento del 2001

Page 31: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticoloFO

NDI

IL MERCATOMfrutticoli”, puntualizza La Rocca.“Va detto però che si fa ancora po-ca IV gamma; non per incapacitàdelle aziende, quanto piuttostoperché nel Centro Sud la doman-da di prodotti pronti al consumoè ancora modesta. Ma sicuramen-te in futuro vi sarà uno sviluppoanche dei “fresh cut”…”.Non tutta la struttura è peraltrointeramente utilizzata: un edifi-cio multipiano adibito, nella par-te alta, a parcheggio, dovrà essereadibito a zona di lavorazione perlogistica e smistamento dellemerci.Sul fronte dei quantitativi, gli ul-timi dati ufficiali, riferiti al 2004- peraltro assai simili, stando alladirigenza Mof, a quelli dello scor-so anno - dicono che sono transi-tati nel Centro un totale di11.515.598 quintali di ortofrutti-coli con netta predominanza diortaggi (5.771.873quintali), davantia frutta fresca(3.534.965), agru-mi (2.193.266quintali) e fruttasecca (15.494).Nel periodo d’oro,culminato nel2000, venivanoveicolati anche 12milioni di quinta-li di merce; la crisi dunque si fasentire, anche se in maniera tut-to sommato contenuta. Gli acquirenti del Mof sono statipari a 14.555, quasi la metà deiquali grossisti (6.920); importan-te anche il ruolo dei dettaglianti(4.950), mentre ambulanti(1.970) e soprattutto Comunità(350), Gd (300) e Gdo (65), hannoun ruolo più marginale. Il girod’affari, è di circa un miliardo emezzo di euro.“La vera arma in più del Mof - evi-denzia La Rocca - è la capacità dioffrire servizi personalizzati, sen-za aggravio di costi. In pratica ol-tre il 70% del prodotto che transi-ta qui viene rilavorato, condizio-nato e confezionato secondo lenecessità ed esigenze di ogni sin-golo cliente”.Fondi dispone inoltre di una Cen-

trale Rischi, con annessa bancadati, che consente agli operatori,di conoscere il grado di affidabi-lità di ogni cliente. Mof dispone poi di un laborato-rio di analisi, istituito per il con-trollo e la certificazione di qua-lità delle merci in transito nelCentro che fornisce ad operatori,produttori ed acquirenti, servizianalitici ed assistenza tecnica ef-fettuando ogni giorno controllisu una dozzina di campioni pre-levati a caso.L’area Mercato, ancora, presentadue istituti bancari, uno sportel-lo decentrato dell’Agenzia delleEntrate, la sede dell’ente camera-le, uno sportello postale e, in fu-turo, la Dogana.“Il momento storico che viviamo,nella sua convulsa ricerca di qua-lità ma soprattutto di sicurezza edi rassicurazione del consumato-

re, apre una seriedi opportunità aquelle realtà chepossano offriresia prodotti concaratteristiche dipregio, sia quellarassicurazione delconsumatore chederiva dal legamecol territorio e daquel senso di

prossimità e trasparenza che so-no divenuti elementi determi-nanti nelle scelte del consumato-re”, afferma La Rocca.“Mof ha tutte le carte in regolaper vincere queste sfide, soprat-tutto in seguito al riconoscimen-to, da parte della Regione Lazio,del nostro sistema produttivo co-me Distretto agroalimentare, atestimonianza che il know how,che il Mof ha acquisito con il pas-sare del tempo, è divenuto unmodello da esportare. L’intentoprincipale è quello di svilupparee promuovere a tutti i livelli ogniattività connessa alla filieraagroalimentare in tutte le sue ac-cezioni, dal coordinamento, dal-la programmazione della produ-zione, alle tecniche più modernedi coltivazione rivolte alle produ-zioni tradizionali e o con lotta in-

tegrata, nonché alle produzionibiologiche, alla raccolta, al confe-zionamento, all’immagazzina-mento ed alla conservazione, alcondizionamento ed alla movi-mentazione, alla commercializ-zazione ed alla vendita, alla logi-stica ed al trasporto sino a desti-nazione ed alla consegna alcliente o al consumatore finale;il tutto assistito da un ottimale si-stema di controllo igienico-sani-tario, di tracciabilità e rintraccia-bilità dei prodotti, a tutela delleproduzioni e del consumatoreche garantisca l’origine e la qua-lità dei prodotti targati Mof”.I punti critici però non manca-no, a partire dalla viabilità: “IlMercato - conferma La Rocca - ècollegato al resto del mondo dastrade provinciali; manca un rac-cordo con la rete autostradale equesto penalizza molto perché iltempo è denaro e a volte per co-prire una distanza di poche deci-ne di chilometri occorrono ore.Si parla da decenni di un collega-mento efficiente con l’autostradadel Sole, ma finora si resta in que-sto “splendido” isolamento. Para-dossalmente questo elemento ne-gativo dimostra ancora di più lacapacità imprenditoriale del si-stema Mof che, nonostante tutto,è riuscito in trent’anni a porsi aivertici del sistema dei Mercatiitaliani”. Un accenno non puòpoi mancare alla questione cri-minalità: da anni si vocifera dipossibili infiltrazioni camorristi-che, e lo scorso marzo i mass me-dia hanno puntato i loro rifletto-ri su Fondi dopo l’arresto dei tito-lari di una società di trasporti ac-cusata di aver imposto i propriservizi a forza di incendi e inti-midazioni. Dirigenti e operatorinegano in maniera decisa che visiano fenomeni malavitosi in ca-sa Mof e garantiscono che laguardia è alta per evitare qualsia-si forma di sopruso e crimine. Ci tengono poi ad assicurare chea Fondi la formazione dei prezziavviene in maniera del tutto cri-stallina, come in qualsiasi altroCentro agroalimentare della Pe-nisola. (M.Ald.)

46 S e t t e m b r e 2006

Page 32: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

Entrare al Mof attraverso gli at-tuali ingressi - più simili ad uncasello autostradale o ai varchicontrollati di un’importantestruttura privata - fa un certo ef-fetto. Per chi, come la nostra rivi-sta, ricorda il “come eravamo” diquesto enorme Mercato, il vec-chio Mof sembra lontano anni lu-ce. Eppure sono passati appenasei anni dal raddoppio e lo sce-nario precedente è ancora parec-chio vivo negli occhi. In definiti-va, non è passato molto temponeppure dalla costruzione delprimo Mof, quello con le caratte-ristiche tettoie a triangolo capo-volto che, ancora oggi, campeg-giano superbamente nel lato am-modernato e pure sul logo delMercato: era il 1972. Il vecchioMof avrebbe oggi soltanto 34 an-ni, un giovane nel pieno delleforze.Ma il mercato, quello globale, fat-to di numeri e di concorrenza,imponeva una svolta e proprio aFondi va il merito di aver com-preso, tra i primi in Italia, l’im-portante opportunità di quei fi-nanziamenti pubblici contenutinella legge meglio nota come“Piano Mercati”. Era l’11 novem-bre 1986 e la stampa fu convocataad assistere alla presentazione diun ambizioso quanto complessoprogetto di raddoppio. Un eventoche durò, in pratica, l’intera gior-nata, terminando con gli inter-venti del presidente della societàdi gestione, del prefetto, del ve-scovo. Tutta la provincia, non so-lo gli operatori del Mercato e l’in-dotto, parteciparono a una ceri-monia che prometteva di allinea-re Fondi ai grandi Mercati e diconquistare la supremazia nazio-nale.Prometteva ed ha mantenuto. Hamantenuto anche la promessapiù difficile: realizzare il raddop-pio senza un solo giorno di chiu-sura del Mercato. E così è stato,

alla faccia delle cassandre. Sonolontani i tempi in cui lungo viaRoma, il corso principale di Fon-di, gli operatori allineavano leproprie merci fuori dei negozi,per conquistare sempre maggioriacquirenti. Oggi, di quelle botte-ghe, antesignane dei modernistand di mercato, non restanoche tante saracinesche chiuse,

spesso arrugginite, a volte mal-conce, a testimoniare quanta ac-qua sia passata sotto i ponti equanto la città di Fondi, assiemeal suo Mercato, sia cresciuta.Resta un solo rammarico, a no-stro avviso, di fronte a tale capa-cità operativa e commerciale: lacronica assenza di collegamentistradali. Oggi, come scriviamo aparte, il capitolo viabilità costi-tuisce ancora una spina nel fian-co del Mof. (E.Mùr.)

47S e t t e m b r e 2006

Un lifting essenzialeper essere competitivi

Prima del raddoppio degli spazi, gli operatoriesponevano la merce nelcorso principale di Fondi

Ricca di storia, dopo la crisi degli agrumiFondi è stata la prima a utilizzare le serre

Un’antica leggenda attribuisce ad Ercole la fondazione di Fondi, cin-quant’anni prima della guerra di Troia. La sua antichità è testimonian-za delle robuste mura ciclopiche, tuttora esistenti, che chiudevano l’im-pianto urbano per un perimetro di 1.550 metri. In epoca romana fuuna città ricca e fiera, pur attraverso duri contrasti con Roma. Fu in-vasa dai Longobardi e distrutta dai Saraceni nell’846.Ducato e Comune medievale passò sotto dominio di Napoli, e successi-vamente ai Caetani, ai cui contrasti con la Chiesa si ricollega la storiapiù ricca di Fondi. Nel 1378 vi si riunì il conclave scismatico che eles-se l’antipapa Clemente VII sotto la protezione di Onorato Caatani. Fon-di fu data alle fiamme nel 1534 dal pirata Barbarossa nel suo tentativodi rapire la bellissima Giulia Gonzaga. Situata tra il lago omonimo, ilmare e le pendici degli Aurunci, la piana di Fondi è tra le più rinoma-te zone agricole del Lazio. In passato - come ha spiegato a Corriere Ortofrutticolo il dirigente am-ministrativo Stefano Nardone - Fondi era nota per la coltivazione diagrumi; in particolare, nel ventennio fascista, questa era l’area più aNord del Paese in cui si coltivavano arance. Poi la crisi del prodotto de-gli anni Sessanta provocò un piccolo terremoto spingendo i coltivatoridella zona a riconvertire in pomodoro. In particolare, questa è stata laprima zona d’Italia a sviluppare il sistema delle serre. Il Mof fu aperto

nel 1974 con finanziamenti dellaCassa del Mezzogiorno; ampliamen-to e ristrutturazione, terminati nel2001, hanno invece beneficiato del-la legge 41/86. L’investimento com-plessivo è stato di 40 milioni di eu-ro, con cui è stato possibile effet-tuare un ampliamento di 13 ettari.

Il vecchio Mof. Sopra, la parte nuova

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CorriereOrtofrutticoloFO

NDI

IL MERCATOMCorriere Ortofrutticolo lo aveva an-ticipato a maggio scorso: la Re-gione Lazio concederà un finan-ziamento pari a 12 milioni di eu-ro a favore dei due principaliMercati ortofrutticoli della regio-ne, il Car di Roma e il Mof di Fon-di. Un provvedimento concepito suindicazione dell’assessore allePiccole e Medie Imprese, France-sco De Angelis, e pienamente re-cepito dalla Giunta che fa capo aPiero Marrazzo.Il presidente del Mof, La Rocca,con la consueta discrezione, pre-ferisce non divulgare i dettaglidel progetto che riceverà il con-tributo regionale, poiché mancaancora la delibera-quadro dell’as-sessore regionale. Allo stato, tra-pela soltanto che il finanziamen-to sarà erogato in tre anni e cheriguarderà il “progetto di filieracorta” predisposto dal Mof.La filiera corta - vecchio pallinodei vertici e degli operatori delMercato - punta ad organizzare il

passaggio dal produttore al con-sumatore attraverso un’unica fi-gura-struttura logistica: il Mof,che si candida ad essere il coordi-natore delle varie attività lungola filiera. Il tutto, passando attra-verso i controlli fitosanitari epredisponendo un sistema inno-vativo di tracciabilità e rintrac-ciabilità dei prodotti commercia-lizzati dal Mercato.La Rocca osserva che il finanzia-mento arriva in un periodo nonfacile per le casse regionali e tie-ne a porre l’accento sul rapportocon gli assessori De Angelis e Va-lentini (responsabile dell’Agri-coltura) che definisce “oltre chequotidiano, certamente ottimo”.Secondo il presidente del Mof, ilcontributo testimonia la condivi-sione pubblico-privata nella ri-cerca di obiettivi e dei percorsipiù produttivi per raggiungerli.Con l’auspicio che il finanzia-mento costituisca uno stimolopure per il rilancio dei consumi.

E.Mùr.

48 S e t t e m b r e 2006

Fondi...per FondiDalla Regione 12 milioniper il progetto di filiera

corta. Soldi anche al Car

Giuseppe La Rocca, presidente del Mof

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CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

49S e t t e m b r e 2006

Uno dei fiori all’occhiello del Mofè il laboratorio interno che quoti-dianamente effettua controlli suuna dozzina di prodotti prelevati“random” in Mercato. Dopo averomogeneizzato tra loro i campioniper rendere possibile un confron-to, si va alla caccia di fitofarmaci. Irisultati, assicura il tecnico dell’uf-ficio controlli Dino Sepe, sonoconfortanti: i residui sono al di sot-to dei limiti massimi, solo in po-chissimi casi si riscontrano ortaggio frutticoli non conformi. E se al-

l’inizio il laboratorio era visto co-me fumo negli occhi dai grossisti,oggi si è creato invece un rapportodi collaborazione, con gli operatoriche chiedono anche consigli e con-sulenze per le rispettive aziende.Il laboratorio, che collabora con laAsl, segue anche le procedureHaccp per conto delle imprese chelo richiedono. “Mof-Lab ha ricevuto i complimen-ti dei Nas - dice Stefano Nardone,dirigente amministrativo del Mer-cato di Fondi - e si pone tra le piùimportanti strutture analitiche diquesto genere presenti in Italia. Lasua attività si svolge, in linea dimassima lungo tre direttrici prin-cipali: controlli casuali sui prodot-ti in transito, controlli specifici surichiesta degli utenti e controlliambientali”.

Qual è la provienza dei circa 11,5milioni di quintali di ortofrutti-coli commercializzati al Mof? Uninteressante studio condotto dalpresidente Giuseppe La Rocca faemergere dati per certi versi sor-prendenti. È il caso degli agrumi: la Spagnarisulta il principale fornitore diclementine (50% del totale), da-vanti a Calabria (40%), Puglia eLazio (5% a testa). Paese ibericosugli scudi anche per limoni earance (dove copre rispettiva-mente il 27 e il 23% complessi-vo), ma qui è la Sicilia a conqui-stare la leadership con il 50% edil 31%. Solo italiani, invece, i mandarini,che provengono per il 95% dallapiù grande isola nazionale e peril restante 5% dal Lazio. Venendoagli ortaggi, i pomodori sono pre-valentemente laziali (58%, afronte del 39% della Sicilia e del4% della Campania), così come lelattughe (49%, stessa quota dellealtre regioni italiane mentre il 2%arriva dall’estero); tra i peperonisi riaffaccia la Spagna (27%, allespalle della sola Sicilia, che ha il29%, terza la Campania con23%), mentre la zucchina è deci-samente locale: 78% il “made inLazio”, contro il 15% della Siciliae il 2% della Spagna. L’analisi dei principali prodottifrutticoli mette in luce il ruolopreponderante del Trentino AltoAdige nelle mele (73% contro il12% dell’Emilia Romagna e l’11campano), il primato emilianoromagnolo nelle pere (69%, afronte del 19% della Spagna e il5% dell’Argentina: come dire chesi fa anche controstagione…),campano nelle pesche (49% con-tro il 29% spagnolo e il 6% lazia-le) e nelle albicocche (57%, con-tro il 36% della “solita” Spagna eil 5% della Francia). L’uva, infine,è per lo più siciliana (45% il datoisolano, contro il 30% pugliese eil 25% laziale).

M.Ald.

Sud e Spagnafornitori leader

Un laboratoriocontrolla i residui

Socio maggioritario del Mof, con il 49%, è Euromof, consorzio di priva-ti composto, tra gli altri, da Assomercati, cooperative, Coldiretti e Cia;la parte pubblica detiene tuttavia il 51% grazie alla sommatoria dellequote di Regione (29%), Comune (15%) e Camera di Commercio (7%).Il consiglio di amministrazione è composto da cinque persone; treespresse dai privati (che scelgono l’amministratore delegato), una dallaRegione (che nomina il presidente) e una dal Comune (cui spetta lascelta del vice). Imof, società immobiliare del Mercato pontino, registra invece la mag-gioranza assoluta del Mof (52%) mentre alla Regione è assegnato il31,5%; quote inferiori (dal 3,88% in giù) per Capitalia, Euromof, Ban-ca popolare di Fondi, Comune, Provincia di Latina ed ente camerale.La Regione è proprietaria della parte vecchia del Mof (in tutto circa 10ettari), in passato gestita dalla Cassa del Mezzogiorno.

Martedì, giovedì e, soprattutto, domenica: sono questi i giorni caldi delMof, quelli in cui i ritmi di lavoro negli stand e all’interno delle azien-de di condizionamento posizionate in area B (dove l’orario è sfasato dicirca un’ora rispetto al Mercato della zona A), sono più elevati. “I clienti, per lo più operatori di Centri agroalimentari grandi e picco-li di tutta la Penisola - mette in luce Stefano Nardone, dirigente ammi-nistrativo del Mof vengono qui per rifornirsi in vista del giorno succes-sivo, di conseguenza la domenica assume un ruolo cardine in vista del-l’avvio della settimana”. (M.A.)

Ai privati il 49% della società di gestionee la maggioranza numerica nel Cda

Martedì, giovedi e soprattutto domenica:sono tre i giorni caldi per il business

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CorriereOrtofrutticoloFO

NDI

IL MERCATOM

50 S e t t e m b r e 2006

Una struttura complessivamenteefficiente e nella quale si paganomodesti canoni di locazione che,pur risentendo dell’annoso pro-blema dei collegamenti viari in-sufficienti, soddisfa, nel comples-so, i grossisti. Anche se c’è chi silamenta dell’eccessiva ampiezzae dispersitività e del fatto che al-cuni operatori commercializze-rebbero i prodotti direttamentenell’area B, bypassando il Merca-to. “La crisi dei consumi l’abbiamosentita anche qui, come in tuttigli altri Centri agroalimentaridel Paese, ma nel complesso nonpossiamo lamentarci”, dice ElioPaparello, presidente del Consor-zio grossisti Agrofondi-Assomer-cati e socio della Ferdinando Pa-

parello Srl. “Credo oltretutto chela figura del grossista sia essen-ziale nell’ambito della filiera, no-nostante l’incalzare della grandedistribuzione, che comincia a ra-dicarsi anche nel Centro Sud: quia Fondi, in particolare, svolgiamoun ruolo che va al di là della sem-plice intermediazione, visto chesiamo vicinissimi ai coltivatori ecerchiamo di orientare le produ-zioni a seconda delle esigenzeche percepiamo a valle della fi-

liera. In altre parole, a Fondi siconcretizza il concetto di filieracorta, di collaborazione tra i pro-tagonisti della catena del valore.Non ci sono ricarichi esagerati,anzi, togliendo i costi di traspor-to e logistica il divario rispettoalle quotazioni sui campi è, direi,assolutamente fisiologico”. La merce pontina raggiunge ilCentro-Sud del Paese, con parti-colare riferimento ai mercatiniintorno alla capitale, ma moltisono anche i referenti del Setten-trione. “Nostro fiore all’occhiellosono ortaggi e frutti locali, e tut-tavia importiamo anche dall’este-ro, intrattenendo rapporti purecon la Gd - prosegue Paparello -sebbene le strade tra ingrosso emoderna distribuzione non sia-

«Struttura efficiente ma dispersivae c’è chi gli affari li fa fuori...»

I grossisti: i canoni sonobassi, però il nuovo layout

ha disorientato i clienti.Nessun allarme criminalità

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CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

no esattamente coincidenti…Credo però che i Mercati debba-no avere la forza di ritagliarsiuno spazio autonomo sfruttandoal meglio quel valore aggiunto,sotto forma di servizio e garanziadi qualità, che i grossisti, veriprofessionisti del settore, sannosempre garantire. Nel complessoperò sono fiducioso, malgrado,per il potenziamento della reteviaria, non si veda ancora unosbocco positivo”.

Sergio Pinto non nasconde che ilMof risenta della crisi e registrida tempo una certa flessione ne-gli affari: “È un momento di tran-sizione, bisogna essere guardin-ghi attendendo tempi migliori.La nostra è un’azienda specializ-zata nelle verdure, acquistiamo imigliori ortaggi abruzzesi in esta-te e referenze campane, pugliesie molisane nel periodo invernaleper offrire ai clienti il meglio delmade in Italy orticolo. Finocchi,

indivie, scarole, insieme a pepe-roni e ad altre specie di contor-no, sono i nostri cavalli di batta-glia che ci consentono di restarecompetitivi proponendo qualitàelevata al giusto prezzo a clientiprevalentemente del CentroNord, da Milano a Torino, da Ve-rona sino alle Marche, all’Um-bria, arrivando finanche alla Si-cilia. Certo, se avessimo dellestrade degne di questo nome lecose potrebbero andare decisa-

51S e t t e m b r e 2006

Da sinistra i grossisti Elio Paparello, Salvatore Stravato (con il fratello)e Piero Addessi nei rispettivi stand al Mof

Lavorazione e confezionamento, l’arma in più dell’area BEnzo Addessi (Ad Mof): «Meglio noi delle piattaforme della Gd»

Oltre ad essere amministratore delegatodel Mof, Enzo Addessi (foto a destra) è unodei numerosi operatori che gestiscono, ol-tre allo stand dentro il Mercato, un magaz-zino di lavorazione nella cosidetta area B.E proprio all’interno del suo centro di con-dizionamento, in una calda mattinata difine luglio, Corriere Ortofrutticolo lo ha in-tervistato mentre, insieme ai suoi collabo-ratori, sta seguendo il confezionamento dipesche e nettarine. “In estate ci occupia-mo quasi esclusivamente della lavorazionedelle pesche, mentre negli altri periodidell’anno ci concentriamo sugli agrumi,come clementine pugliesi e calabresi e sulkiwi locale”, esordisce Addessi. “Il merca-to dell’ortofrutta è sempre più difficile ecompetitivo, il problema centrale è lamorsa dei grandi gruppi distributivi chedettano le regole del gioco e hanno in mano non so-lo la fase finale della filiera, ma anche la produzione.Uno strapotere che rende impossibile un’equa remu-nerazione e genera profonde distorsioni sui prezzi.Eppure, non tutto è perduto. Se i Centri agroalimen-tari riusciranno a svolgere fino in fondo il loro ruo-lo, proponendosi cioè come luoghi di formazione delprezzo e di razionalizzazione delle varie fasi logisti-

che, nel settore il quadro complessivo nonpotrà che migliorare”.“Le piattaforme della Gd non garantisconocerto economie di scala sui prodotti orto-frutticoli - incalza Addessi - e la moltipli-cazione dei costi derivante dal tempo edalla strada necessari per il raggiungimen-to di queste strutture e l’approdo sul pun-to vendita finale si ripercuote ovviamentesui listini. È per questo che una realtà co-me Fondi, analogamente a quanto sta av-venendo al Mercato di Bologna, deve insi-stere per esprimere fino in fondo la pro-pria vocazione di piattaforma logistica.L’obiettivo è quello di arrivare alla filieracorta, con il passaggio del prodotto, garan-tito dal Mof, direttamente dal campo alconsumatore. Il tutto, da accompagnarsipossibilmente con un marchio commer-

ciale autonomo”.In occasione degli eventi che a marzo hanno catapul-tato il Mercato pontino alla ribalta dei mass media,Addessi è stato uno dei più strenui difensori del Mof.“Quanto accaduto - dice - è servito per alzare la guar-dia e aumentare l’attenzione verso possibili manife-stazioni criminali. Mi sento di poter dire però che labase del Mercato è assolutamente sana”. (M.Ald.)

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CorriereOrtofrutticoloFO

NDI

IL MERCATOM

mente meglio. Abbiamo calcola-to che solo il trasporto, effettuatoin queste condizioni, incide 12centesimi al chilo”.Infine una battuta sugli affitti: “Icanoni di locazione - dice Pinto -sono contenuti, 800 euro per unposteggio di 80 metri modernodotato, a differenza del vecchioMercato, di cella frigorifera: sicu-ramente non possiamo lamentar-ci… Ora si tratta di sfruttare finoin fondo le potenzialità del Mof,servono strategie di ampio respi-ro da parte di amministrazione eimprenditori”.Per Piero Addessi, della Enzo Ad-dessi Srl, negli ultimi due anni si

è registrata una contrazione degliaffari valutabile tra il 20 ed il30%. “Colpa anche delle polemi-che sul cosidetto caro-prezzi, chefortunatamente sembra stianocessando una volta per tutte”, di-ce. “Vede queste susine bianche?Stamani le ho pagate in campo1,60 euro al chilo, poi magariqualcuno si scandalizza se al con-sumatore vengono proposte a piùdi 2 euro…”. “In ogni caso - con-clude Addessi - penso che il ruolodei grossisti sia destinato a rima-nere primario anche in futuro, adispetto dell’evoluzione della fi-liera e della crescente rilevanzadella moderna distribuzione”.

Fruttitalia, una delle aziende sto-riche del Mercato ortofrutticolodi Fondi, che vede il suo businessprincipale nella distribuzione dimele e pere di provenienza Tren-tino ed Emilia-Romagna, non stavivendo un momento proprio fe-lice, come testimonia il titolareSalvatore Stravato: “Con il pas-saggio dal vecchio al nuovo Mer-cato abbiamo guadagnato unastruttura moderna e funzionalema abbiamo perso diversi clienti,con pesanti conseguenze sullevendite che, al di là di quelle chepossono essere le cifre ufficialiche vengono date dal Mof, nel no-stro caso sono sicuramente cala-

52 S e t t e m b r e 2006

Ortoverde si conferma tra i leader del “Triangolo d’oro”«Mercato pontino prezioso per capire l’andamento dei prezzi»

Nata nel 1993 come cooperativa per la commercia-lizzazione di prodotti agricoli, Ortoverde rappresen-ta oggi, a distanza di tredici anni, una delle realtàpiù importanti del comprensorio denominato“Triangolo d’oro” - i comuni interessati sono Sabau-dia, San Felice Circeo e Terracina, in provincia di La-tina - celebre per la fertilità della sua terra e le fa-vorevoli condizioni climatiche. Struttura moderna edinamica, con 3 mila metri quadrati di magazzinoper lo stoccaggio, la lavorazione e lo smistamentodei prodotti, 5 linee di lavorazione e 3 celle refrige-rate, la Cooperativa associa 50 produttori, impiegaoltre 60 collaboratori tra fissi e stagionali, dispone di400 ettari di superficie (di cui 200 inpieno campo e 200 in serra) e si è spe-cializzata negli anni nella produzionedi ortaggi di prima qualità. In tutto 200mila quintali l’anno, di cui 60 mila dicocomeri, 30 mila di zucchine, 30 miladi carote, 30 mila di cavoli rapa e 20 mi-la di meloni.“Una qualità unica - spiega Claudio Fi-losa, presidente della cooperativa - per le nostre col-tivazioni che presto avranno la loro identità con unmarchio di origine territoriale. Un “bollino” di rico-noscimento a garanzia della provenienza e delle ri-gide norme di produzione, a tutela del lavoro dellacooperativa e, naturalmente, del consumatore”. L’i-niziativa coinvolge anche altre realtà produttive delcomprensorio, il Parco Scientifico Tecnologico delLazio Meridionale (Palmer) e l’Università di Cassi-no. I primi prodotti a beneficiare del marchio di ri-conoscimento, se non ci saranno intoppi dell’ultimaora, saranno a settembre le carote e le zucchine, percomprendere poi tutti i prodotti tipici della zona,come cavoli rapa, pomodori, peperoni, melanzane,

angurie, meloni, radicchio, ravanelli, sedano, zucca.“Che sono poi i nostri prodotti di punta - continuaFilosa - destinati per il 30% all’estero e per il rima-nente 70% al mercato interno. Per quanto riguarda icanali, un peso determinante stanno assumendo lecatene della distribuzione organizzata, che assorbo-no ormai il 70-80% della nostra produzione, a con-ferma del trend degli ultimi anni che vede la Gdo in-terfacciarsi direttamente con i produttori, scaval-cando il canale dei Mercati all’ingrosso”. “Cos’è cam-biato? - incalza Filosa - Senz’altro, rispetto a prima,possiamo programmare la produzione e avere unaremunerazione migliore dei produttori, sia in termi-

ni di prezzo, sia in termini di regola-rità. Con il Mof abbiamo dei rapporti,nel senso che serviamo alcuni operato-ri e ci approvvigioniamo da altri. Lafunzione più importante che rivesteper noi, ad ogni modo, è quella infor-mativa, nel senso che è un buon indi-catore dell’andamento dei prezzi”.La disponibilità di esperti agronomi e

di personale tecnico specializzato permette di con-trollare le fasi produttive per garantire sempre laqualità dei prodotti e dei servizi richiesti dalla clien-tela. Tutte le procedure di controllo e verifica sonospecificate nei relativi manuali cui Ortoverde fa ri-ferimento: manuale della qualità (in conformità al-la norma Uni En Iso 9001:2000), manuale di corret-ta prassi igienica (Haccp, in applicazione al D. Lgs.155/97), manuale di “buone pratiche agricole” (nelcorso del 2006 la cooperativa ha ottenuto la certifi-cazione secondo lo standard EurepGap) e i Discipli-nari di produzione integrata. “E non è escluso - con-clude Filosa - che presto ci si adegui al nuovo stan-dard Iso 22000 sulla sicurezza alimentare”. (E.Fel.)

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CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

te. Il vecchio Mercato era un veroMercato, con la confusione e ilvia vai tipici. Oggi invece la strut-tura è molto dispersiva e ogni pa-diglione è diventato un’area divendita a sé stante”.Fruttitalia è una di quelle azien-de che occupano sia nell’area Ache nell’area B, quella cioè al difuori del Mercato. Dentro si fa lavendita, fuori stanno i magazzinifrigoriferi. “Il problema - spiegaSalvatore Stravato - uno dei puntineri del Mercato di Fondi, è checi sono operatori che fanno fuorianche la commercializzazione,non solo la lavorazione, bypas-sando il Mercato”.Sulla stessa lunghezza d’onda,ma dai toni più pacati, BarbaraPannozzo, figlia di Gino, titolaredell’omonima azienda che da or-mai due generazioni lavora al-l’interno del Mercato di Fondi. “Èvero - dichiara Barbara Pannozzo- la nuova struttura mercatale ègrande e dispersiva. Alcuni clien-ti li abbiamo persi, altri non sisono più visti per alcuni mesi, al-tri ancora li abbiamo guadagnati.Alcuni di quelli che prima veni-vano al Mercato, disorientati dal-la nuova struttura, hanno sceltodi andare a rifornirsi direttamen-te fuori, nella cosiddetta area B.Va detto però che, a fronte di unaumento del canone di locazionetutto sommato non esagerato, ab-biamo ottenuto un Mercato fun-zionale, con tanto spazio e tantecomodità. Ogni posteggio, peresempio, ha gli uffici al primopiano e, soprattutto, i propri ser-vizi privati. Non dimentichiamo-ci che il vecchio Mercato era do-tato solo dei bagni pubblici”.L’azienda si è specializzata negli

anni nella vendita di ortaggi efunghi, anche in IV gamma. “Glistili di vita cambino - spiega Bar-bara Pannozzo - e bisogna ade-guarsi. I nostri prodotti di IVgamma vengono da un fornitoredi Terracina e i compratori nonsono solo le catene della distribu-zione, nostre abituali clienti, ma,a sorpresa, anche il piccolo detta-glio specializzato”.Per quanto riguarda l’andamentoannuale delle vendite le idee so-no chiare: “La questione non ètanto se con il nuovo Mercato ab-biamo perso o guadagnato com-pratori. Ciò che ha influenzato levendite più di ogni altra cosa èstato l’euro e la crisi che si è por-tato dietro, in tutti i settori, com-preso quello dell’ortofrutta. Noi,dal canto nostro, registriamo unflusso di vendita in calo negli ul-timi anni, anche se non in modopreoccupante”.La criminalità organizzata e leinfiltrazioni malavitose all’inter-no del Mof sono un argomentoche non lascia indifferenti glioperatori: “Il polverone che è sta-to sollevato qualche mese fa - dicePannozzo - ha infangato l’imma-gine del Mercato e profondamen-te offeso tutta la categoria. Cheha protestato a gran voce. A pre-scindere, infatti, dal fatto chequesti problemi ci sono anchefuori, in tutti i campi e i settori,non si può generalizzare e fare diun erba un fascio, mettendo sullacroce tutti quanti. Qui al Mof la-vorano persone oneste e rispetta-bili, che ogni giorno si impegna-no per garantire alla propria fa-miglia un reddito”.

Mirko AldinucciEugenio Felice

Sono passati quasi sei anni dallarealizzazione del nuovo Mof o,meglio, dal raddoppio della strut-tura originaria che ha portato ilMercato propriamente detto, no-to come “area A”, a quota 200.000metri quadri. Magazzini moder-ni, attrezzature e celle frigoriferedi prim’ordine, piazzali, parcheg-gi multipiano e spazi verdi, tuttoconcorre a fare del Mof un puntodi riferimento. Una sorta di Mer-cato modello, insomma.In sei anni, però, non un solochilometro di strada si è avvici-nato alle esigenze del Mercato edei suoi operatori: parole, fiumidi parole (anche da queste colon-ne), per denunciare carenze e ri-tardi, per annunciare finanzia-menti, per descrivere cruderealtà. E la sindrome della “catte-drale nel deserto” rischia di farsistrada anche tra i compratori piùpresenti e affezionati. Ma, perfortuna, si tratta soltanto di unasindrome. A dare fiducia provve-de il presidente del Mof, La Roc-ca, che, durante l’intervista conCorriere Ortofrutticolo non haespresso dubbi: “La nostra forza?Gli operatori”. Operatori la cuiflessibilità ha consentito, neglianni, di crescere, nonostante ledifficoltà, comprese quelle stra-dali.Va detto: non si è di fronte a unatteggiamento di lamentela isti-tuzionale in una situazione cheinvece sarebbe sopportabile. IlMof è al centro di un’area che -fortemente vocata per le coltiva-zioni orticole e ormai consolida-ta come riferimento commercia-le - è di fatto tagliata fuori daigrandi sistemi stradali ed auto-stradali del Paese. La Rocca non

53S e t t e m b r e 2006

Viabilitàdisastrosa

I ricorrenti appelli per migliorare i collegamenticadono da anni nel vuoto

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CorriereOrtofrutticoloFO

NDI

IL MERCATOMdimentica il suo ruolo e, come ègiusto che sia, guarda anche ilbicchiere mezzo vuoto ovvero ilgiardino dei vicini. A Roma, os-serva, si è realizzato con discretafacilità, nei tempi e nei finanzia-menti, il raccordo viario tra ilCar e l’Autostrada A24. Pochi chi-lometri, certo, ma fondamentaliper il lancio e la crescita dellastruttura capitolina.Fondi, è notizia di questi giorni,rischia di restare al palo. E anco-ra a lungo: nell’allegato “Infra-strutture” del Dpef in preparazio-ne, predisposto dal ministro DiPietro e già trasmesso alle Regio-ni interessate e al Cipe, non c’ètraccia della “Fondi–Ceprano”, 30chilometri di statale che gli ope-ratori del Mof continueranno asognare la notte. Come una chi-mera. Eppure si tratterebbe dellasoluzione più logica, il percorsopiù breve e diretto per raggiunge-re l’Autosole Milano-Napoli, pro-prio all’altezza del casello di Ce-prano. Da lì, con facilità, si apri-rebbero le porte verso l’Italia cen-trale e settentrionale, verso l’Eu-ropa. La storia della bretella Fon-di-Ceprano affonda le radici neltempo. Il giorno della presenta-zione del progetto di ampliamen-to - nel lontano 1986 - i vertici delMof, già consapevoli delle cre-scenti difficoltà, ufficializzaronol’impegno a collaborare con leIstituzioni per la realizzazione di

nuovi collegamenti stradali avantaggio del Mercato. Lo Studiod’architettura Valle di Roma, ca-pofila nella realizzazione delnuovo Mercato, produsse anchealcune relazioni tecniche ma leistituzioni non risposero. Ad uncerto punto, si era ad aprile 1998,la soluzione sembrò vicina: la Re-gione Lazio, Giunta Badaloni, fusul punto di affidare l’incaricoper lo studio di fattibilità per lacostruzione della Fondi-Ceprano.Si arrivò perfino alla stima deicosti: da 200 a 300 miliardi dellevecchie lire. L’opera fu anche in-serita nel piano triennale dell’A-nas. Poi, la vicenda si perse nelnulla. In più di un’occasione, in-somma, la bretella sembrava cosafatta, molto più spesso è statacancellata, senza appello, dai po-litici di turno. L’ultima volta, po-chi mesi fa, dalla Giunta Storaceche, in Regione Lazio, le avevapreferito il “Corridoio tirrenico”,una dorsale da Civitavecchia aFormia. Non sarebbe stata la so-luzione ottimale ma, al Mof, sisarebbero accontentati. Il corri-doio però non ha ricevuto un eu-ro di finanziamento.Il Mof non ha mai fatto mancareil proprio contributo di idee e diprogetti arrivando anche a farsicarico di uno studio tecnico peril miglioramento della viabilità.Oggi, con il documento predispo-sto dal ministro Di Pietro, cadeuna nuova tegola sulla testa deglioperatori: le uniche due opereche il Governo considera “tra lepossibili priorità di interventodella legge-obiettivo”, così recital’allegato 8, sono la Cisterna-Val-montone e il completamento del-la SS 156 Monti Lepini, tra Latinae Frosinone. Opere prioritarie, sibadi, da realizzarsi entro il 2010.L’auspicio di La Rocca è che laGiunta Marrazzo, oggi alla guidadella Regione Lazio, riprenda inconsiderazione la Fondi-Cepranoe, superando le barriere politichee i veti incrociati, ponga fine al-l’isolamento viario del Mof che, ècerto, non ne aiuta in alcun mo-do la crescita.

Emanuele Mùrino

54 S e t t e m b r e 2006

La Rocca sognala merce via mare

Non è solo la carenza di arterie stra-dali efficienti la nota dolente delMof sul fronte viabilistico ed infra-strutturale. “Circa un terzo dellemerci potrebbero arrivare via mare, se venissero create le condizioniideali per una celere distribuzione”, dice La Rocca. “Penso ai prodottidalla Spagna, ai frutti di controstagione che non coprono quote ecce-zionali ma hanno comunque un loro peso. Impossibile però, ad oggi,concretizzare l’idea di un trasporto via mare: tempistica e costi sono in-sostenibili. Un’altra nota dolente riguarda la ferrovia: prima della ri-strutturazione i binari entravano in Mercato, oggi sono ancora vicinis-simi ma, di fatto, i tentativi di veicolare ortofrutta attraverso la stradaferrata si sono sempre rivelati negativi e anti-economici. Insomma, contutte le pecche, le quattro ruote continuano ad essere ancora oggi l’u-nico mezzo affidabile per commercializzare i nostri prodotti”.

Il restyling non hafermato il Mof

L’ampliamento e la ristruttura-zione del Mercato di Fondi hannodeterminato una riduzione delnumero degli operatori attivinell’area A, passati da 135 a 120,pur con la conferma sostanzialedei volumi di merce trattata.“La vecchia struttura era ormaitotalmente inadeguata - sottoli-nea il presidente La Rocca - glioperatori facevano fatica a muo-versi e l’accesso ai Tir era inter-detto. Va evidenziato come nelperiodo dei lavori, tra il 1998 edil 2001, non sia stato perso unsolo giorno di attività: il Mof èsempre rimasto aperto riuscen-do, pur in situazione di emer-genza, a restare il punto di riferi-mento di sempre per i suoi nu-merosi clienti”.Pur essendo equidistante da Ro-ma e Napoli, il business è moltopiù intenso con la capitale checon il capoluogo campano. Unatendenza che si va consolidandononostante l’ingresso in scenadel Centro agroalimentare capito-lino, che però ha caratteristichesensibilmente diverse da quelledel Mercato pontino.

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CorriereOrtofrutticolo FONDIIL MERCATO M

55S e t t e m b r e 2006

Il primo dicembre 2005 si è inse-diato al Mof un nuovo direttore.Dopo l’era segnata da Alessan-dro Gravina, scomparso improv-visamente un mese prima delpensionamento, per chiunquesarebbe stato impegnativo sede-re sul ponte di comando del Mer-cato. Ma - forse per la naturalepositività della gente del Nord,forse per la razionale spensiera-tezza di chi ancora non ha rag-giunto gli “anta” - per MicheleTrevisan non sembra essere così. Del resto, si tratta di persona abi-tuata alle sfide se è vero che, pri-ma di scegliere il Mof, aveva va-lutato pure la possibilità di var-care l’oceano e finire in Nebra-ska, nel locale Dipartimento perl’Agricoltura.Trentacinque anni, una laureain agronomia, e già parecchiaesperienza tra imprese agricole,mercati e Distribuzione Orga-nizzata. Gravina dopo uno stageuniversitario presso il mercatodi Treviso, collaborando gomitoa gomito con il direttore Cera, silaurea e ricopre per tre anni ilruolo di Responsabile Acquisti eGestione per una piattaforma di-stributiva situata all’interno delmercato stesso. Un incarico che lo porta ad ope-rare lungo l’arco di tre regioni:Veneto, Friuli e Trentino AltoAdige. Quindi, il salto verso la li-bera professione e, per due anni,presta consulenza ad impreseagricole dell’area trevigiana.Poi, circa un anno fa, quella cheforse è l’occasione della vita: unimportante mercato da dirigeree una sfida professionale di altoprofilo.Trevisan scende a Fondi in per-lustrazione estiva e, a dicembrescorso, inizia la nuova avventu-ra. “Dai 23 operatori di Treviso ai120 di Fondi - fa notare lui stesso- il salto è notevole. Da un Mer-cato terminale, in cui le opera-

zioni erano prevalentementenotturne, al più grande Mercatodi transito in cui le operazionisono continue, sette giorni susette”.E se il buongiorno si vede dalmattino, si deve riconoscere aTrevisan di essersi velocementee concretamente integrato: daun lato, già delle prime ore delmattino, è sui piazzali a control-lare quello che accade e ad ascol-tare gli operatori; dall’altro, staguidando con discrezione, se-condo il rispetto delle regole edelle esigenze di tutti, un Merca-to ortofrutticolo che non è certotra i più facili. Anche le sue impressioni sonoobiettive e prive di trionfalismi:“La struttura è all’avanguardia epromette di crescere ancora, c’èl’intenzione di investire per su-perare un momento complesso.La gente del posto, poi, è acco-gliente e ti fa sentire a proprioagio”. Unica concessione perso-nale durante la conversazionecon Corriere Ortofrutticolo, il “na-turale orgoglio” che sente nel ri-coprire un incarico così rilevan-te in una struttura di punta qualè il Mof. (E.Mùr.)

Un giovane direttore del Nordtraghetterà il Mof verso il futuro

Al trentacinquenne venetoMichele Trevisan l’eredità

di Alessandro Gravina

Il direttore Michele Trevisan con La Rocca

Sala congressi simbolo di modernitàe nuovo punto di riferimento per tutti

All’interno della palazzina ufficidel Mof è presente una moderna sa-la congressi da 230 posti, già teatrodi importanti eventi convegnistici,che si propone quale punto di rife-rimento per una convegnistica a360 gradi, non legata quindi solo almondo dell’ortofrutta. Ed in occasione dei recenti Mon-diali di calcio, si è pensato di tra-sformarla in mini-stadio, grazie al-la proiezione su maxi-schermo del-le partite dell’Italia. Un’iniziativache, inutile dirlo, ha riscosso note-vole successo…

Corriere Ortofrutticolo ringraziaper la collaborazione il presi-dente di Fedagro-Confcommer-cio Ottavio Guala e i dirigentidel Mof.

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Finaf, la prima associazione in-ternazionale di organizzazioni diproduttori ortofrutticoli che con-ta una produzione di quasi1.150.000 tonnellate ottenuta suuna superficie di circa 40.000 et-tari, in vista della revisione dell’Ocm ha promosso un convegnoper mettere a confronto le posi-zioni dei principali Paesi produt-tori di ortofrutta ed individuaremomenti di sintesi. Chiamati adibattere questo tema sotto la re-gia del presidente della Aop Fi-naf, Paolo Bruni, sono intervenu-ti i rappresentanti del mondodella cooperazione italiana, fran-cese e spagnola, l’Areflh (associa-zione delle regioni ortofrutticoleeuropee) rappresentata dal presi-dente Luciano Trentini, i sinda-cati confederali ed il ministero

delle Politiche Agricole Alimen-tari e Forestali, rappresentato dalsottosegretario Guido Tampieri.Le posizioni presentate dai diver-si relatori hanno evidenziatomolti punti di contatto. Nel suo intervento, propedeuticoal dibattito, Bruni ha illustrato lasituazione e l’evoluzione dellaproduzione ortofrutticola mon-diale, confrontando i valoriespressi dall’Europa con le po-tenzialità dei principali paesicompetitors (Cina, India, Tur-chia). I dati non sono confortan-ti in quanto con il persistere de-

gli attuali trend la forbice tra Eu-ropa e Paesi emergenti si allar-gherà ulteriormente a favore diquesti ultimi. A questo proposito, Bruni ha rav-visato l’opportunità, ma anche lanecessità, di unire gli sforzi deitre Paesi del Mediterraneo pre-senti al convegno (Italia, Fran-cia, Spagna) per contrastare lasempre maggiore presenza diprodotti provenienti dai Paesiterzi. Questo contrasto, però, nonpuò basarsi su dazi, oggi impen-sabili alla luce degli accordi in-ternazionali (Wto); si dovrannoindividuare politiche di sostegnoalla produzione di qualità e stru-menti legislativi che permettanodi intervenire tempestivamenteanche nell’evenienza di gravi cri-si congiunturali. ●

56 S e t t e m b r e 2006

Ocm: Finaf chiama a raccoltaItalia, Francia e Spagna

In un convegno, confrontotra le posizioni dei tre Paesi

Molti i punti di contatto

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Fabrizio Marzano (foto) è statonominato venerdì 7 luglio presi-dente dell’Organismo Interpro-fessionale ortofrutticolo.Il consiglio di ammini-strazione ha eletto due vi-cepresidenti, Ottavio Gua-la e Lorenzo Cempini.“Saranno due anni digrande impegno e di gran-de operatività - dice Guala- in cui si dovrà final-mente far decollare l’Organismodopo che il ritardato arrivo del ri-conoscimento ministeriale ed al-cune resistenze da parte di alcu-

ne componenti della filiera l’ave-vano un po’ frenato rendendo du-ra la vita al precedente esecutivoguidato da Luigi Salvati. Le po-tenzialità e le opportunità sononotevoli, l’auspicio è che vi sia ladisponibilità da parte di tutti iprotagonisti di questo tavolo chedovranno rimboccarsi le mani-

che per il bene del settoreortofrutticolo italiano. At-tendiamo segnali precisi eimportanti da parte delMipaaf, il cui ministro èappena insediato come lanuova dirigenza dell’Oi”.Guala annota anche che“da un po’ di tempo a que-

sta parte le polemiche sul caro-prezzi sono cessate: facendo i do-vuti scongiuri penso si possa direche il peggio è passato”. (M.A.)

57S e t t e m b r e 2006

A Marzano il timonedell’interprofessione

Eletto presidente dell’Oi,dovrà garantirne il decollo

Guala e Cempini i vice

Il 4 luglio nella sede del mi-nistero delle Politiche agrico-le, alimentari e forestali i rap-presentanti del ministero, diIsa e di Italpatate hanno sot-toscritto il contratto di filierapataticolo. Ci sono voluti dueanni di intenso lavoro ma al-la fine si è arrivati alla firmadi un importante documentodi lavoro che prevede un am-pio ventaglio di azioniintegrate, dagli ammoderna-menti tecnologici degli stabi-limenti di lavorazione dellapatata alla costruzione dinuovi impianti di tipo inno-vativo, fino alla creazione distrutture pilota. Tra le azionipreviste nel contratto, ancheun progetto di ricerca per ilmiglioramento genetico dellapatata.

Patate, sottoscritto il contratto di filiera

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il Trentino Alto Adige, secondo leultime stime, dovrebbe produrrequest’anno circa 6 mila tonnellatedi fragole, concentrate tra la fine digiugno e gli inizi di ottobre e collo-cate per l’85-90% sul mercato italia-no. Si tratta delle cosiddette fragoledi montagna, le uniche ad essereprodotte in Italia fino ad ora nelperiodo estivo. Fino ad ora, sì, per-ché proprio a partire dall’estate ap-pena trascorsa anche il Veroneseha iniziato la produzione, in Lessi-nia, delle fragole di montagna.“Quest’anno - afferma Renato Pla-chesi, direttore commerciale diApo Scaligera, una delle realtàpiù importanti del Veronese - ab-biamo cominciato con 500-600quintali di prodotto provenientedal Comune di Bosco Chiesanuo-va, che ha creduto nel nostro pro-getto e collaborato attivamente al-la sua realizzazione. Le varietà so-no le stesse della produzione pri-maverile e autunnale: Alba, Irma,Eva, Dora, Roxana e Patty sono lepiù importanti. Le basse tempera-ture - ci troviamo infatti a 800-900metri di altitudine - ci hanno per-messo di superare quello che èsempre stato il nemico numerouno delle fragole: il caldo. Certo, iquantitativi sono ancora bassi,ma se avremo successo, e i primi

risultati sembrano darci ragione,aumenteremo gli investimenti e,di conseguenza, l’offerta”.Apo Scaligera, costituita nel 1997a Santa Maria di Zevio e forte oggidi 240 aziende associate, di cui140 specializzate nella produzio-ne di fragole, in tunnel e fuorisuolo, commercializza ogni annocirca 50 mila quintali di fragolenel periodo primaverile (da apri-le a giugno) e 8-10 mila quintalinel periodo autunnale (da metàsettembre ai primi di gennaio). Intutto, quindi, circa 60 mila quin-tali annui. Apo Scaligera, inoltre,non fa solo produzione ma anchevivaio e miglioramento genetico,in collaborazione con l’Istitutosperimentale di frutticoltura, se-zione di Forlì, e con la Provinciadi Verona. “La nuova produzionedella Lessinia - spiega Plachesi - cipermette di offrire le fragole daaprile a dicembre, per 9 mesi di fi-la. Un caso unico in Italia, se siconsidera che da ottobre in poisiamo gli unici produttori di fra-gole del Paese”.È la produzione autunnale, che ri-sale ai primi anni ’80, il vero“plus” della fragolicoltura verone-se. “Il prodotto autunnale - rilevaPlachesi - come è nostra tradizio-ne, è di buona qualità, certificato

EurepGap e controllato in campodai nostri cinque tecnici. Va detto,però, che non è un mercato facile.La concorrenza di altri Paesi comeBelgio e Olanda, del Centro-SudAmerica e del Nord Africa, i costiche raddoppiano rispetto alla pro-duzione primaverile e, non ulti-mo, l’andamento meteorologico,possono influenzare notevolmen-te il bilancio della campagna”.Apo Scaligera esporta l’80% dellaproduzione primaverile di fragolee il 60% della produzione autun-nale. I Paesi di destinazione prin-cipali sono la Germania, la Sviz-zera, il Regno Unito e la Scandi-navia. Il canale è quello dellagrande distribuzione organizzata.“La collaborazione con la gdo na-zionale ed estera - precisa Plache-si - è il nostro vero punto di forza.Non abbiamo, infatti, solo un pro-dotto di qualità, abbiamo ancheuna struttura flessibile che ci per-mette di soddisfare ogni tipo di ri-chiesta che proviene dal mondodella distribuzione”. Apo Scaligeranon vuol dire solo fragole. I suoiassociati, distribuiti in tutta laprovincia, producono ortaggi everdura a foglia, meloni, pesche,mele, pere e kiwi per un totale dicirca 250-300 mila quintali com-mercializzati ogni anno e un fat-turato di oltre 25 milioni di euro.Lo stabilimento di lavorazione estoccaggio principale, a Santa Ma-ria di Zevio, si sviluppa su 7 milametri quadrati coperti, ha diverselinee di lavorazione e una capa-cità frigorifera di 60 mila quintaliin atmosfera controllata. A questosi aggiunge un secondo stabili-mento ad Erbè - a due passi dalMantovano - per i meloni.

Eugenio Felice

58 S e t t e m b r e 2006

Fragole autunnaliai nastri di partenzaIl Veronese è l’unica zona di produzione in Italia

a fornire fragole da ottobre a dicembre. Tra i protagonisti,Apo Scaligera, che vanta anche una produzione estiva

A sinistra: Renato Plachesi, direttore commerciale Apo Scaligera. A destra: imballaggio econtrollo di mele Gala dirette negli Emirati Arabi. In alto: la produzione estiva di fragole

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Si chiama So fresh, si terrà a Bo-logna il 18 e 19 gennaio prossimied è la nuova manifestazione pro-fessionale - organizzata da Bolo-gnafiere - per il settore alimenta-re dedicata specificatamente aiprodotti freschissimi: ortofrutta,carne, ittico. So fresh nasce conl’obiettivo di promuovere e co-municare in modo mirato i plusdei prodotti alimentari freschissi-mi made in Italy al mondo delladistribuzione e dell’Ho.re.ca na-zionale e internazionale.Gli espositori sono i produttori diortofrutta, carne e ittico, IV gam-ma, consorzi di cooperative, coo-perative, consorzi con attivitàesterna, organizzazioni e associa-zioni di produttori, associazionidi categoria, titolari di marchicollettivi (Consorzi di tutela) in-clusi soggetti pubblici (Regioni,Provincie, Distretti).I visitatori cui So fresh si rivolgesono la grande distribuzione ita-liana ed estera, gli operatori im-port-export, i grossisti, i Mercatiall’ingrosso, gli operatori dellalogistica, il canale Ho.re.ca.La manifestazione si svolgerà incontemporanea a Marca, mostra-convegno dedicata al mondo del-la marca commerciale e a Inter-shop, mostra convegno degli ar-redamenti, delle attrezzature edella refrigerazione per il puntovendita.

I numeri di Marca 2006363 espositori (+18% rispetto al2005); 2.625 visitatori professio-nali (+13% rispetto al 2005); unincremento del 21% degli opera-tori esteri: sono i numeri del suc-cesso di Marca 2006, che accredi-ta l’evento quale punto di riferi-mento per la business commu-nity delle private label. Fra gli eventi dell’edizione 2006,la presentazione del secondoRapporto sulla marca commer-ciale in Italia e il programma di

workshop che nelle giornate dimanifestazione hanno focalizza-to l’attenzione a tematiche distringente attualità (consumato-re della marca commerciale; con-tributo della marca commercialeall’innovazione di marketing; di-scountizzazione della distribuzio-ne; garanzie e garanti della sicu-rezza dei prodotti a marca com-merciale). Alla formazione deglioperatori della private label com-munity, Marca 2006 ha, invece,rivolto “Marca training program-me”, un corso di aggiornamentodedicato a creare valore con lamarca commerciale (tenutosi il28 e 29 novembre 2005 presso l’U-niversità di Parma, oltre 160 ipartecipanti ad ogni sessione dilavoro) che ha offerto alle impre-se che operano nel settore unamaggiore conoscenza delle poli-tiche di marca dei loro clienti.Tra gli sponsor della manifesta-

zione bolognese, oltre a membridel suo comitato tecnico-scienti-fico, ci sono Agorà, Auchan, Car-refour, Conad, Coop, Coralis,Crai, Despar, E.Leclerc, GS Super-mercati, Interdis, Metro, Pam, Se-lex, Sigma, Sisa, Sma, Standa Bil-la. Nuovi contatti sono stati faci-litati attraverso i “meeting busi-ness opportunity” (Mbo).

La marca commerciale in ItaliaIl secondo Rapporto sulla marcacommerciale in Italia - realizzatograzie alla sinergia creatasi fraBolognaFiere, le insegne leaderdella Gdo e Do internazionale,l’Università di Parma e con lacollaborazione di Iri InformationResources - ha rilevato che i pro-dotti della grande distribuzionehanno acquisito una importantequota di mercato: 11,6%, regi-strando un trend di crescita estre-mamente dinamico se conside-riamo che nel 1995 era pari circaalla metà.Oggi gli italiani dimostranogrande fiducia nei confronti del-le insegne della grande distribu-zione e dei prodotti che questeinseriscono nei Pdv con il loromarchio, una fiducia in crescitache avvicina - per comportamen-to di acquisto - il consumatoreitaliano ai suoi colleghi europei(mediamente in Europa i prodot-ti a marchio commerciale occu-pano una quota di mercato parial 20% con picchi del 35% in In-ghilterra). Una crescita che - ana-lizzata nei dettagli - ha interessa-to due tipologie di prodotto agliantipodi (marca premium e diprimo prezzo). Un vero boom èstato, infatti, registrato dalle mar-che commerciali nel Sud del no-stro Paese (+10%) dove si acqui-stano soprattutto prodotti di pri-mo prezzo, mentre nel Nord Ita-lia la crescita è stata più lenta maha interessato i prodotti pre-mium. ●

59S e t t e m b r e 2006

So fresh, una fiera per avvicinarela produzione alle grandi catene

Si svolgerà a Bologna a gennaio 2007 insieme

alla rassegna Marca

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Gestire il rischio lungo la filieraalimentare per raggiungere lapiena soddisfazione deglistakeholders - che, prosaicamen-te, potremmo definire “le partiinteressate” - i consumatori inprimis. È questo il proposito del-la nuova norma Iso 22000, ogget-to di un seminario tecnico cheBvqi, primario ente di certifica-zione internazionale nato nel1928 e forte di 18 mila persone,600 uffici e laboratori e oltre 200mila clienti, ha tenuto a Bolognalo scorso 28 giugno. Bvqi è stato ilprimo ente ad essersi accreditatonel mondo a fronte di questoschema e ha emesso i primi cer-tificati nel settembre dello scorsoanno. Il primo certificato emessoin Italia è stato rilasciato da Bvqia marzo di quest’anno a un’a-zienda appartenete al settore del-la ristorazione collettiva.La norma in questione - che Cor-riere Ortofrutticolo ha già trattatonell’edizione di maggio 2006 -“adorata e odiata”, come l’ha defi-nita Roberta Prati, responsabiledel settore agroalimentare di Bv-qi, è stata pubblicata il primo set-tembre del 2005 dall’Internatio-nal Standard Organization (Iso),dopo tre anni di gestazione. Sitratta di uno standard volontarioche ha come obiettivo principalel’armonizzazione dei differentischemi Haccp con i differentistandard utilizzati per la verificadella sicurezza igienica. Conun’unica finalità: la produzionedi un alimento sano che non ab-bia impatti negativi sul consu-matore.Il punto di partenza della Iso22000 è la gestione della foodchain e delle informazioni e con-

trolli lungo la catena di fornitu-ra. I requisiti della norma sonoapplicabili a tutti gli operatoridella filiera che vogliono imple-mentare un efficace sistema digestione della sicurezza alimen-tare andando a stimolare la ge-stione di quei punti della filierache più frequentemente possonodare origine a problematicheigienico-sanitarie. Lo standardcopre gli attori direttamente(produttori e distributori) e indi-rettamente interessati (sementi,packaging, trasporti, servizi dipulizia, ecc.) lungo la filiera.La Iso 22000 permette di utilizza-re un unico riferimento, validoin tutto il mondo, senza la neces-sità di rivedere continuamente ladocumentazione prodotta. Lanorma è stata studiata in mododa risultare coerente con le im-postazioni delle norme di siste-ma/ambiente già utilizzate nelpanorama certificativo - comeIso 9000 e Iso 14000 - ed essereperfettamente integrabili nei si-stemi qualità già esistenti. Lostandard, certificabile da un entedi terza parte, riguarda, come perla Iso 9000, ogni singola fase del-la filiera: per intenderci, non fi-gura come una certificazione difiliera ma ogni elemento certifi-ca la sua parte, come avviene pergli altri standard Iso. È quindi da-ta molta enfasi alla corretta co-municazione che deve avveniretra i diversi anelli della filiera.È importante sottolineare che laIso 22000 è complementare, manon sostitutiva, della Iso 9000,perché permette di gestire quellaparte del controllo di processoigienico sanitario tipico del setto-re alimentare. “Le due norme - ha

spiegato Roberta Prati durante ilseminario di Bologna - continue-ranno ad avere vita autonoma,dal momento che hanno obiettividiversi: Iso 9000 assicura laperformance dell’azienda, di cuiun tipico esempio può essere laconsegna del prodotto nei tempiconcordati; Iso 22000 assicura in-vece la salubrità del prodottostesso. Ciò detto, ci sono dei pun-ti sovrapponibili tra le due nor-me, per cui l’azienda che è giàcertificata Iso 9000 può godere diun percorso agevolato per ottene-re la Iso 22000”.L’analisi, dopo aver toccato diver-si aspetti tecnici, si è conclusacon il confronto con due stan-dard privati che ormai da svaria-ti mesi stanno riscuotendo unnotevole successo: Brc e Ifs. Iso22000 è uno standard internazio-nale di sistema promosso da Iso,riconosciuto a livello mondiale;Brc e Ifs sono standard privati diprodotto giunti alla quarta versio-ne con riconoscibilità esclusivaverso la grande distribuzione - lavera promoter di questi schemi -inglese per Brc, francese, tedescae italiana per Ifs. Iso 22000, inol-tre, dice “come fare”, nel sensoche fissa soltanto i requisiti gene-rali, Ifs e Brc dicono anche “cosafare”, nel senso che fornisconoprecisamente i requisiti per otte-nere la conformità, attraversouna precisa declinazione di tuttii sottorequisiti. Iso 22000, infine,si occupa anche del para-food (se-menti, packaging, trasporti,ecc.). Anche Ifs, tra poco, siaprirà alla logistica. Infine, comenel caso della Iso 9000, è possibi-le fare degli audit congiunti pergli standard in questione.Una cosa, quindi, è sicura: Iso22000 non andrà a sostituire Brc,Ifs o Eurep-Gap, né tantomenoIso 9000. Darà però un contribu-to importante per elevare il livel-lo medio delle aziende relativa-mente al tema della sicurezza ali-mentare. E le prime aziende chesi certificheranno, ha osservatoRoberta Prati, avranno un indub-bio vantaggio anche in terminidi immagine. (E.Fel.)

60 S e t t e m b r e 2006

Iso 22000, la nuovanorma sul food safety

Potranno certificarsi anche le aziende non direttamentecoinvolte nella filiera (sementi, packaging, trasporti).

Non sostituirà gli standard privati né l’Iso 9000

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Sono le catene della grande di-stribuzione a tracciare la rottanel campo delle certificazioni.Non è una novità. Naturale quin-di che all’uscita di un nuovo stan-dard - l’Iso 22000 è stato pubbli-cato il primo settembre 2005 - laprima preoccupazione per il re-sponsabile qualità di un’aziendadella filiera ortofrutticola sia sa-pere se la distribuzione lo richie-derà oppure no. In altre parole:qual è la posizione della Gdo neiconfronti della nuova norma?Corriere Ortofrutticolo lo ha chie-sto a Maurizio Brasina, direzionequalità di Coop Italia, che, lo ri-cordiamo, è la prima catena di-stributiva del Paese, con un fattu-rato 2005 pari a 11,5 miliardi dieuro e una quota di mercato del17%.“Da una parte, oggi come oggi, lagrande distribuzione si trova difronte alla necessità di avere for-nitori sempre più attenti alle te-matiche della sicurezza alimenta-re, dal momento che basta poco,anche un ristretto numero dioperatori non particolarmenteattenti, per mettere in crisi unintero settore. Gli scandali me-diatici sono ormai all’ordine delgiorno. Dall’altra, però, esiste an-che una problematica inerente alproliferare delle norme”. È questala prima riflessione di Brasina.“In questo momento - aggiunge -bisogna capire in quali casi e co-me utilizzare questa nuova nor-ma. Io personalmente, ma questaè solo un’ipotesi, ne vedrei l’uti-lizzo da parte dei fornitori a pro-prio marchio, come ulteriore ga-ranzia della corretta gestione deipericoli a livello igienico sanita-rio. È anche vero, però, che nellospecifico settore ortofrutticolo so-no poche le aziende che non la-vorano con prodotti a marchiodel distributore. In aggiunta, perquanto mi dicano che sia unanorma più facile da implementa-

re e da gestire di un Iso 9001, tro-vo che sia di difficile applicazio-ne sui fornitori locali o comun-que di dimensione ridotta. Perora la cosa sicura è che costitui-sce un onere, un costo aggiunti-vo, che non so fino a che punto ilmondo produttivo italiano, chesta attraversando un periodo diparticolare difficoltà, possa riu-scire ad accollarsi”.“Non bisogna dimenticare poi -continua Brasina - che, in realtà,nell’ortofrutta i rischi igienicosanitari sono veramente limitati.Non abbiamo cioè grandissimeproblematiche. Tolto il tema deifitofarmaci e dei residui, che tut-te le catene della Gdo ormai ten-gono ben monitorati, altre pro-blematiche di rilievo non ce nesono o vengono già tenute sottocontrollo. Quindi la vedo più co-me una norma applicabile a unaproduzione industriale, i pastifici

per fare un esempio, o a produ-zioni soggette a lavorazione e tra-sformazione. In un prodotto orto-frutticolo, non so fino a che pun-to l’Iso 22000 possa dare un realevalore aggiunto. A meno che, ri-peto, non si parli di aziende me-dio piccole, dove oggi, spesso, lagestione del rischio igienico ri-mane un’incognita e dove non èla prima volta che ci troviamo difronte a dei piani Haccp che nonsono proprio il massimo. Magari,sapendo che un’azienda è certifi-cata Iso 22000, la gestione e la re-dazione del piano Haccp si pre-sume sia fatto in maniera un po’più corretta e adeguata”.“È una norma ancora abbastanzanuova”, conclude Brasina. “Lagrande distribuzione idee chia-rissime non se n’è ancora fatte.Per quanto riguarda Coop Italia,aspettiamo di vedere la gestionepresso qualche azienda per verifi-care quanto essa sia efficace equal è il reale valore aggiuntoche può dare alla distribuzione”.

Ifs. “Per Coop Italia Ifs non è unaprecondizione per essere fornito-ri di prodotti a marchio. Se c’è Ifsben venga, vuol dire che l’azien-da ci dà una certa confidenza,vuol dire che noi non controlle-remo tutta una serie di aspettiche sono già previsti da Ifs, però,comunque, noi continueremo adandare a controllare i fornitoriper tutte quelle che sono le speci-fiche proprie di Coop. D’altrondeci sono certi piccoli produttoriche non sono certificati Ifs ma la-vorano in esclusiva per noi e concui noi abbiamo sempre avutobuoni rapporti, i cui risultatiqualitativi e commerciali sonotali per cui non ci sembra un va-lore aggiunto richiedere lorol’Ifs. Ribadisco: se c’è bene, benvenga, ma Coop Italia non lo ri-chiede come precondizione”.

Eugenio Felice

61S e t t e m b r e 2006

Brasina (Coop): «La sicurezzaalimentare è già precondizione»

Il responsabile qualitàdi Coop Italia esprimecautela sulla nuova Iso

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Si è svolto lo scorso 15 luglio aVilla San Giovanni, in Calabria,un seminario nel corso del qualesono state presentate le conclu-sioni di un progetto che ha avutoper oggetto la messa a punto del-le procedure per la realizzazionedi un sistema di rintracciabilitàal settore ortofrutticolo fresco.L’iniziativa, finanziata dal Mi-paaf, è stata organizzata dall’U-nione nazionale delle organizza-zioni dei produttori ortofrutticolied agrumari (Unacoa).Il presidente dell’Unione, Carme-lo Vazzana ha evidenziato, tral’altro, l’importanza della rin-tracciabilità quale strumentofondamentale per rispondere allarichiesta di sicurezza alimentare,materia alla quale i consumatorisi mostrano sempre più sensibili;e l’Unione europea attraverso nu-merose norme, interpreta tali esi-genze. Ma unitamente alla rin-tracciabilità, ha proseguito Vaz-zana, occorre agire anche su altriaspetti; in particolare, gestionedella qualità e valorizzazione deiprodotti ortofrutticoli e, soprat-tutto interprofessione, quale stru-mento istituzionale di coordina-mento e di concertazione dell’in-tera filiera.Claudio Scalise della “Sg Marke-ting agroalimentare” nell’illu-strare il “mercato dell’ortofrutta ela certificazione” ha posto l’ac-cento sulla ridislocazione dellaproduzione ortofrutticola mon-diale, sull’accresciuta competi-zione tra le aree produttive, sullaconcentrazione della distribuzio-ne moderna, sulla crescente con-correnza tra i canali della distri-buzione organizzata e sull’au-mento delle fasce estreme di con-sumo (sia in basso che in alto) adiscapito della fascia intermedia.Scalise ha tracciato anche l’iden-tikit del consumatore del terzomillennio: un consumatore sem-pre più esigente in termini di si-

curezza (private label, tracciabi-lità, lavorazione a vista), di prati-cità del servizio (piatti pronti,prodotti soluzione), di piacere edi gratificazione (prodotti etnici,esotici, tipici) ed infine di civi-smo e di etica (prodotti equo so-lidali e trade-fair). In tale conte-sto, ha concluso, la certificazione(sanitaria, ambientale....) costi-tuisce uno dei requisiti fonda-mentali da comunicare al consu-matore. Claudio Gamberini, re-sponsabile Conad per l’ortofrut-

ta, ha evidenziato come il 2005sia stato un anno caratterizzatoda un calo dei consumi e da unaforte diminuzione dei prezzi. Ilconsumatore, ha proseguito Gam-berini, cerca supersconti, offertepromozionali, ma all’aumentatapressione promozionale conse-gue un declassamento dello stan-dard di offerte in primo prezzo ela valorizzazione del premiumprice.Un contributo importante in me-rito alla qualità delle produzionie alla struttura preposta ai con-trolli, è stato fornito nel dibattitoda Camillo Caruso, direttore ge-nerale Agecontrol, responsabileda maggio dei controlli di qualitàdei prodotti ortofrutticoli, atti-vità già svolta dall’Ice. Caruso hasottolineato la necessità di tutela-

re i nostri prodotti ortofrutticoli,il Made in Italy agroalimentare,con azioni lecite, coerenti, incisi-ve ed accettabili nell’ambito del-la comunità internazionale, sco-raggiando ogni forma di contraf-fazione, di concorrenza sleale ed’importazione illegale. È impor-tante, ha proseguito Caruso, l’in-dicazione di origine sulle etichet-te per combattere la concorrenzasleale, per assicurare la traspa-renza del mercato e quindi peraiutare il consumatore a fare ac-quisti consapevoli, basati suinformazioni veritiere e chiare.Nell’attuale contesto di globaliz-zazione del mercato, la concor-renza è particolarmente agguer-rita; il controllo assume quindiuna valenza rilevante per la tute-la dei produttori e dei consuma-tori ed è particolarmente utile acontrastare l’agropirateria dellenostre produzioni.L’intervento si è concluso conl’invito agli operatori ad interagi-re con Agecontrol, che punta aoffrire un servizio sempre più ef-ficiente e qualificato nell’interes-se di tutti i soggetti della filiera.Di aspetti fitosanitari ha parlatoinvece Marco Salvi, il quale haauspicato un approccio europeo,tenuto conto che, unitamente al-le difficoltà di ordine doganale,le barriere fitosanitarie incidononegativamente sull’export italia-no precludendo l’accesso a nuovimercati; lo stesso relatore ha illu-strato alcuni aspetti dell’iniziati-va intrapresa da Cpr Sistem sugliimballaggi riutilizzabili, progettotrasversale che offre servizi a 800soci, movimenta 90 milioni diimballaggi e che prevede un si-stema di tracciabilità sull'imbal-laggio stesso.Da ultimo, Salvi ha sottolineatocome l’interprofessione rappre-senti una grande opportunità pertutto il sistema auspicando mag-giore collaborazione. ●

62 S e t t e m b r e 2006

Tracciabilità e certificazioniessenziali per esaltare la qualità

In Calabria un convegnoha discusso le strategie

utili a valorizzare il settore

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Aumenta il peso di Markem Srl -società leader nella fornitura disoluzioni per l’identificazione diprodotti industriali - nel mondodell’ortofrutta. La filiale italianadell’americana Markem corpora-tion, che ha sede a Corsico, nelmilanese, si occupa della codificaprimaria e di tutte le fasi succes-

sive di filiera, fino all’etichettatu-ra dei pallet e delle confezionipronte alla vendita.Le principali tecnologie Markemcomprendono trasferimento ter-mico, laser, stampa/applicazionedi etichette e getto di resina,mentre più in generale le solu-zioni offerte includono macchi-nari, software, materiali di con-sumo e servizi ad elevato valoreaggiunto per un’ampia gamma diapplicazioni in diversi settorimerceologici. Interlocutrice di molte aziendeortofrutticole soprattutto di IVgamma, tra cui Bonduelle e La Li-nea Verde, Markem - come sotto-linea il manager Vittorio Marcol-li responsabile del settore Oemper l’Italia - fa della creazione disolide partnership commerciali etecniche con i costruttori il pun-to di forza della sua filosofiaaziendale: un legame che vieneseguito con attenzione e consoli-dato nel corso degli anni. “Il settore del confezionamento -dice Marcolli - ha in Italia unadelle sue culle storiche, e questasupremazia è ormai consolidataa livello mondiale. Il rapporto

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Tra le partnership “storiche”di Markem, c’è quella con In-terideatre, società di Barbaia-na di Lainate, nel milanese,che progetta e distribuisce si-stemi di pesatura e confezio-namento in rappresentanzadi prestigiose case costruttri-ci: Ishida, Miele e Chrimax.Markem e Interideatre lavora-no insieme da sette anni edhanno elaborato soluzioni adhoc dedicate al mondodell’ortofrutta.“Insieme alla realizzazione dilinee complete - sottolineaFilippo Mantegazza, titolaredi Interidatre - curiamo il ser-vizio post-vendita, fornendoanche i materiali di confezio-namento come film tecnicied altro. Siamo, di fatto, un’a-zienda che opera nel settoreagroalimentare che ha trattobeneficio dalla collaborazio-ne con Markem, nostro inter-locutore esclusivo: attualmen-te copriamo l’80% del merca-to nel settore della IVgamma, che pur essendo tut-tora di nicchia è in forteespansione e lascia bensperare per il futuro”.Interideatre fattura circa 5milioni di euro, con un ritmodi crescita del 40% annuo dal2000 in poi. “Un boom figliodel buon andamento della IVgamma e della differenziazio-ne delle referenze immessesu questo mercato che annodopo anno aumentano: le va-rietà di combinazioni sonomolteplici, anche se i mix diinsalate adulte e i mix dibaby lift rimangono le tipolo-gie più richieste. Serviamo lemaggiori aziende che si occu-pano di fresh cut e siamo ingrado di rispondere allerichieste legate alla tracciabi-lità, che però è un processocomplesso non ancora meta-bolizzato da tutti”.

Soluzioni ad hoccon Interideatre

Codifica, Markem al top nella IV gamma

La filiale italiana dell’omonimo gruppo americanoè interlocutrice delle principali aziende di fresh cut

con cui ha instaurato solide partnership

Vittorio Marcolli di Markem (a destra) con Filippo Mantegazza di Interideatre

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

con i produttori di macchinari eattrezzature, dunque, assume perMarkem un’importanza di primopiano, anche perché oltre il 70per cento delle macchine prodot-te nel nostro Paese vengonoesportate”.“Per un produttore italiano - con-tinua Marcolli - potersi relaziona-re con un partner come Markemè un vantaggio competitivo rile-vante: il nostro approccio globalee la presenza in tutto il mondograzie a filiali dirette e distribu-tori rappresentano due plus indi-scussi. Il costruttore italiano hacosì la garanzia di poter contaresu un’azienda in grado di assicu-rare agli utilizzatori clienti unelevato livello di assistenza e diservizio ovunque. Le esigenze deiproduttori sono costantementemonitorate ed entrano comeparte integrante di un percorsodi sviluppo. Con molti costrutto-ri, il rapporto di collaborazionesi è spinto molto in avanti: svi-luppiamo infatti anche azioni si-

nergiche in ambito commerciale,siamo presenti con i nostri pro-dotti sulle loro macchine nelleprincipali fiere, organizziamoopen house congiunti, realizzia-mo training dedicati ai loro ven-ditori e tecnici, forniamo suppor-to per integrazioni speciali, a li-vello meccanico ed informatico”.Tra le novità recentemente im-messe sul mercato da Markem, vi

sono i codifica-tori SmartDa-te5 che permet-tono di stampa-re in temporeale informa-zioni variabili(come loghi,numero di lot-

to, descrizioni, codici a barre, da-ta di scadenza, data di produzio-ne, ecc.) utilizzando numerosefont. SmartDate 5s in particolareè stato appositamente studiatoper applicazioni continue ad altavelocità. Combinando i beneficidel sistema brevettato shuttle con

il doppio motore passo passo,può infatti stampare ad una velo-cità che arriva fino a 1.800mm/secondo. La famiglia di co-dificatori laser SmartLase si è in-vece arricchita dei nuovi modelliSmartLase 100 serie i, studiati perrealizzare applicazioni che ri-chiedono caratteri grafici specia-li. Possono infatti realizzare codi-fiche della lunghezza di un me-tro, utilizzare Unicode font (co-me arabo, cinese, etc.) e usufrui-re di un’area di stampa di 50x80mm, totalmente disponibile, sen-za limiti in termini di numero dirighe e caratteri. La dimensionedei caratteri, infatti, è personaliz-zabile ed è possibile effettuare lacodifica stampando in obliquo.Vi sono poi i codificatori a gettodi resina Serie 5000; pensati perstampare in linea e direttamentesul cartone informazioni variabi-li (come codici a barre perfetta-mente leggibili, testi ed immagi-ni ad alta risoluzione), utilizzanola speciale resina termoplasticabrevettata da Markem, atossica epriva di solventi, permettendo diridurre i rischi ambientali. Que-sta serie di codificatori consentedi stampare contemporaneamen-te su due lati dell’imballo e di ge-stire fino a quattro teste di stam-pa con un unico pannello di con-trollo, semplificando le operazio-ni di codifica. Altre soluzioni ri-guardano sistemi di stampa e ap-plicazione di etichette autoadesi-ve direttamente su scatole, carto-ni, fardelli e pallet. Markem è attiva anche sul frontedella tracciabilità: “A partire dal2001, abbiamo registrato un in-cremento continuo di richiesteper la fornitura di sistemi com-pleti ed integrati software edhardware in tema di tracciabilitànei vari settori industriali, sia infase di produzione, che per la ge-stione delle scorte di magazzino”,dice Marcolli. “Questa forte do-manda è cresciuta fino ad arriva-re a toccare il picco nel 2005 e inquesto inizio di 2006, anche pereffetto dell’attuazione in Italiadel regolamento Ue 178/2002 sul-la tracciabilità”. (M.Ald.)

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Forte impegno di crescita allaSammo di Cesena. Più correttoormai è parlare di SammoGroup. Infatti è stata creatauna società holding checontrolla cinque società opera-tive che sono la Sammo, la so-cietà spagnola Sammo Iberica,la FB Sistem, la Attiva e laPacking Systems, l’ultimaentrata nel gruppo (è stata in-fatti acquisita nel dicembre2005). Corriere Ortofrutticolo il-lustrerà più ampiamente l’arti-colazione del gruppo e le suestrategie, va ora registrato cheil 2006 si sta confermando peril gruppo cesenate, guidato dal-l’amministratore delegatoOmar Papi, positivo sia sulmercato interno che su quellointernazionale. Il target di fat-turato per il 2006 si aggira sui25 milioni di euro e il grupposta ampliando la rete commer-

ciale a sostegno delle venditedi tutte le società operative. Icanali di vendita sono due e ri-guardano da una parte gli im-pianti di lavorazione e dall’al-tra le macchine confezionatri-ci. È stato recentemente sceltoNullo Palmieri come responsa-bile commerciale della divisio-ne packaging. Tra i mercati stacrescendo quello spagnolo, gra-zie soprattutto - comesottolinea Papi - all’offerta glo-bale che il gruppo è in grado digarantire ai suoi clienti.Con orgoglio Papi afferma cheil “pacchetto completo” di Sam-mo offre grandi vantaggi aiclienti.Oltre alla Spagna, le venditedel gruppo si sono estese a Gre-cia, Portogallo, Francia, Est Eu-ropa e Gran Bretagna. Unagrossa commessa è stata acqui-sita in Egitto.

Sammo Group si rafforza specializzandole singole società al servizio della clientela

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Importante novità nello scenarioeconomico italiano: Cirio De Rica,azienda storica dell’agroalimentare,fondata 150 anni fa, entra definiti-vamente a far parte del mondo coo-perativo grazie all’acquisizione del100% del pacchetto azionario daparte di Conserve Italia. L’investi-mento è stato favorito anche dai pri-mi, positivi, dati del bilancio 2005-2006, che vede il fatturato aumenta-re del 5% (da 913 a 960 milioni dieuro) e l’indebitamento diminuiredel 12%. Conserve Italia, già deten-tore del 51% dell’azienda, ha acquisito il restante49% dai fondi MpsVenture, Fondo Mezzogiorno diSanpaolo Imi e Bcc Private Equity. Alla fine del 2004, infatti, Cirio De Rica - che contadue stabilimenti (uno in provincia di Piacenza, l’al-tro in provincia di Napoli) con una capacità produt-tiva di 450.000 tonnellate, di cui 330.000 tonnellatedi pomodoro fresco e 120.000 tonnellate di altri pro-

dotti orticoli - era stata acquisita daConserve Mediterraneo, una newcoappositamente costituita e parteci-pata al 49% dai tre fondi ed al 51%appunto da Conserve Italia, il colos-so aderente a Confcooperative e lea-der europeo nella trasformazionedei prodotti ortofrutticoli con piùdi un milione di tonnellate di ma-terie prime trasformate ogni anno.“La decisione di acquisire l’interopacchetto azionario - sottolinea ilpresidente del gruppo Conserve Ita-lia, Maurizio Gardini (foto) - è ma-

turata in accordo con i nostri partner finanziari, chehanno scelto di cedere la propria partecipazione inanticipo rispetto ai tempi previsti, così da favorirepolitiche realmente unitarie da parte del gruppo”.“Conserve Italia e Cirio - dichiara il direttore gene-rale Angel Sanchez - potranno sviluppare importan-ti sinergie tecniche e commerciali, sfruttando le di-verse opportunità offerte dai singoli marchi”. ●

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Cirio De Rica è tuttanelle mani di Conserve Italia

Acquisito il restante 49%del pacchetto azionario per sviluppare sinergie

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S e t t e m b r e 200666

ttualitàA CorriereOrtofrutticolo

Il bilancio 2005 si è chiuso col se-gno più e i primi sei mesi del2006 sono all’insegna della cre-scita: la cesenate Orogel sta vi-vendo un momento commercialedavvero buono e lo attesta l’affer-mazione che il gruppo cesenatesta avendo sul mercato. I primisei mesi dell’anno, infatti, deno-tano un’importante crescita delmarchio Orogel, che fa registrareun balzo in avanti del 12%, men-tre il mercato cresce del 3,9%.E questo trend al rialzo è guidatodal Minestrone Leggerezza, Cu-bello e Fogliabella che cresconodel 7,7%; ancora meglio i piattipronti, con Verdurì e la linea Be-nessere che registrano unaperformance record del20,7%. Il dato è ancorapiù eclatante se si consi-dera il solo mese di giu-gno che vede le verduredi Orogel crescere del18% e i piatti pronti del46%. Le ragioni di taleexploit sono da ricerca-re nella validità edesclusività delle produ-zioni Orogel, abbinata apolitiche commerciali e promo-zionali impattanti sul consuma-tore che si avvalgono di un’inten-sa pianificazione pubblicitaria.Buonissime performance arriva-no anche dalla divisione FoodService che segue i canali dellaristorazione commerciale (risto-ranti, bar e hotel) e ristorazionecollettiva (mense, scuole, ospeda-li), che registra una crescita neiprimi sei mesi del 24,8% e nel so-lo mese di giugno del 40%. In questo settore, la crescita diOrogel è motivata - oltre che dal-la sempre più frequente abitudi-ne a consumare i pasti fuori casa- dalla politica commerciale at-tuata per la valorizzazione delleproduzioni offerte. La mission diOrogel è offrire, in un settore chetroppo spesso è condizionato dalfattore prezzo, solo prodotti di al-tissima qualità, ottenuti con si-stemi di produzione integrata econtraddistinti dalla certificazio-ne di prodotto. Inoltre, proprioquest’anno, Orogel ha presentato

nel canale ristorazione un venta-glio di novità tra cui l’esclusiva li-nea Pastellati e una nuova gam-ma di piatti pronti per il canalebar. Il gestore dell’esercizio puòpreparare in pochissimi minuti,utilizzando le stesse confezioni

nel microonde, piattiunici tipici della tradi-zione mediterraneache permettono al con-sumatore di nutrirsicon un break leggero esalutare. Tutto ciò è resopossibile dalla nuovatecnologia adottata daOrogel che utilizza con-fezioni che consentono

la “cottura a vapore” il pro-dotto all’interno del microondesenza dover aprire la confezione.Al termine della cottura è suffi-ciente aprire la busta e versare ilprodotto sul piatto di portata. Il primo semestre confermaquindi il trend positivo del grup-po cesenate e ribadisce i risultatiottenuti nel 2005, annata vissutaall’insegna del consolidamento edel rafforzamento della posizio-ne di prima realtà italiana nelsettore surgelati (7,2% la quota avolume che sale al 12% se si con-siderano solo i vegetali surgelati;Verdurì si conferma il primopiatto pronto più venduto in Ita-lia).Il fatturato cresce del 4,3% e rag-giunge i 141 milioni di euro nelsolo settore surgelati. Il fatturatoaggregato di gruppo, invece, è di400.517.000 di euro con un au-mento del 6%. I quantitativi ven-duti crescono, rispetto al 2004,del 5,05% e sono pari a circa65.000 tonnellate. Unitamente al-la politica commerciale, un ruolo

fondamentale è stato svolto daun’attenta politica gestionale cheha razionalizzato e ottimizzatoulteriormente il già efficiente si-stema produttivo ed i relativi co-sti. In tal modo è stato possibilestaccare un Ebita (il risultato diesercizio ante interessi, ammor-tamenti e tasse) di 19,1 milioni dieuro che cresce di oltre il 14% ri-spetto all’esercizio precedente.Migliorano le performance an-che di altri importanti indicatoriquali il cash flow, il patrimonionetto e l’indebitamento.In particolare, è proseguita la po-litica di investimenti tra cui quel-li produttivi che nel solo 2005hanno superato i 15 milioni dieuro (+ 21% rispetto al 2004) eche, complessivamente, negli ul-timi cinque anni sono stati pari a50 milioni di euro. Investimentiai quali la società ha fatto frontegrazie al cash flow prodotto, achiara dimostrazione di come gliutili vengano sempre reinvestitiper potenziare ulteriormente emigliorare l’andamento produtti-vo aumentando le superfici colti-vate dai soci produttori.Positivo il prezzo di liquidazionericonosciuto alla base produttiva,composta oggi da quasi duemilasoci presenti in diverse regioniitaliane ma prevalentemente inRomagna. I soci vedono incre-mentati i prezzi di liquidazionerispetto al 2004 del 1,64%. L’andamento della politica deiprezzi, a seguito delle strategiesempre più stringenti applicatedalla centrali distributive neiconfronti delle aziende produttri-ci, registra peraltro una variazio-ne media negli ultimi quattro an-ni del -0,60%. Ne consegue chetutta la politica del contenimen-to costi e dei notevoli investi-menti in tecnologie e “Ricerca &Sviluppo” attuata in questi annidal gruppo è andata a beneficiodel mercato. Solo l’aumento deivolumi e la qualificazione delleproduzioni hanno determinatorisultati reddituali in crescita perl’azienda e per i produttori agri-coli.

Maicol Mercuriali

Orogelin attivoOk bilancio 2005 e

primo semestre dell’anno.Fatturato a 400 milioni

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S e t t e m b r e 2006 67

Porte aperte al dialogo tra lagrande distribuzione italiana estraniera presente in Italia e ilministero delle Politiche agrico-le, alimentari e forestali che hapromosso un incontro, lo scorso2 agosto con tutti i protagonistidella distribuzione. Obiettivo delMipaaf è avviare la concertazio-ne sulle strategie di internazio-nalizzazione per la penetrazionedei prodotti italiani di qualità al-l’estero e per contrastare l’agropi-rateria.E l’invito del ministro De Castroè stato accolto come un segnalepositivo da Francesco Pugliese,direttore generale di Conad checonsidera proficuo il confrontotra le parti “che consente allagrande distribuzione di program-mare per tempo gli aiuti da offri-re alla produzione in momentidi crisi”. L’invito alla concertazio-ne è stato accolto con favore an-che da Auchan e Sma che lo con-siderano un riconoscimento delruolo importante della grande di-stribuzione. Secondo Federconsu-mo, che rappresenta le sigle Craie Sigma, questa è un’occasione incui “si sollecita la politica ad aiu-tare le imprese di distribuzione -ha dichiarato Livio Camilli, diret-tore di Federconsumo - che han-no nel loro Dna un forte radica-mento con il territorio”.Riguardo alle strategie di inter-nazionalizzazione, la Gdo italia-na e straniera hanno già compiu-to dei significativi passi in avan-ti. Conad, infatti, attraverso lacentrale acquisti internazionaleCoopernic, creata in joint ventu-re con la Colruyt belga, la CoopSuisse, il gruppo francese Leclerce la tedesca Rewe, realizza un gi-

ro d’affari di 100 miliardi di euro,controlla il 10% delle vendite del-la Gdo in Europa e conta 17 mi-la punti vendita presenti in 19Paesi. Avvalendosi di questastruttura, il gruppo Conad, cheha chiuso un accordo con la re-gione Emilia Romagna per lapromozione di prodotti tipici amarchio d’origine, sta lavorandoal progetto “Sapori d’Italia”, inun paniere di trenta prodotti cherappresentano al meglio l’agroa-limentare italiano, da diffonderenei punti vendita dei partner diCoopernic. Per quanto riguarda Federconsu-mo, anche se in modo non aggre-gato dal punto di vista societario- ha spiegato Camilli - il polocooperativo di distribuzione de-tiene la maggior parte del merca-to, coprendo circa il 40-45%. Gliipermercati Auchan e i super-mercati Sma, da anni, promuovo-no e commercializzano prodottiitaliani, arrivando al 97% sul to-tale dei prodotti agroalimentari.Le aziende Auchan e Sma, perprime, hanno applicato il decre-to legislativo 102/05, sulla regola-zione dei mercati, firmando unaccordo con Unaproa per acqui-sire ogni anno quantitativi pre-determinati di prodotti agroali-mentari italiani, nel caso speci-fico, mele del consorzio Vog.Con accordi di questo tipo si in-tende valorizzare l’enorme po-tenziale dell’agroalimentare ita-liano, aiutando le aziende a mo-nitorare gli eccessi di produzioneed a contenere l’oscillazione deiprezzi. La loro politica di promo-zione punta anche a favorire l’e-sportazione di arance, pesche,kiwi e uva italiane all’estero. ●

GGRANDEDISTRIBUZIONE

CorriereOrtofrutticolo

“Il rapporto con la grande di-stribuzione, per la produzio-ne, non è certamente sempli-ce “. Lo ha dichiarato il presi-dente di Fedagri-Confcoopera-tive, Paolo Bruni, intervenen-do all’incontro con la grandedistribuzione promosso dalMipaaf.“L’iniziativa presa dalministro De Castro - prosegueBruni - può finalmente sanci-re la condivisione del metododell’accordo di filiera comestrumento ordinario per favo-rire i consumi e incidere sulmercato. Con questo metodooccorrerebbe programmarele azioni promozionali e leincentivazioni al consumo,in concomitanza dei picchiproduttivi”. Pianificazione, ri-leva Bruni, in particolare trala grande distribuzione e leOp di riferimento, che

consentirebbe di garantireuna minima tutela per ilproduttore ed una trasparen-za e convenienza per ilconsumatore. Rispetto alleiniziative che le catene di di-stribuzione mettono già in at-to, questa si differenzierebbe,perchè “concertata” con laproduzione e perchè affrontaun problema prima ancoradella sua esplosione.Infine, secondo Bruni, lagrande distribuzione dovreb-be dimostrare maggioredisponibilità a premiare imarchi che tutelano l’originee la qualità del prodotto.

Bruni: «Programminocon la produzione»

De Castro spingeal dialogo la Gd

Incontro al Mipaaf, lo scorso 2 agosto, tra il ministroe i protagonisti della grande distribuzione italiana ed

estera dello Stivale. Obiettivo: valorizzare il made in Italy

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CorriereOrtofrutticoloGrande distribuzione

L’assemblea dei soci ha approvatolo scorso 27 giugno il bilancio2005 di Conad: l’anno si è chiusocon 8,558 miliardi di euro di ven-dite complessive. Il canale iper-mercati registra il maggior incre-mento (+22,7%), seguito dall’in-segna Conad (+4,40%) e Marghe-rita (+1,84). I punti vendita asso-ciati sono 3.037 (dato comprensi-vo di quelli dell’affiliata Rewe Ita-lia) per una superficie di1.452.239 metri quadri, con pre-senza in tutte le regioni italiane.Conad si conferma il secondogruppo distributivo in Italia, conuna quota di mercato di circa il12% (comprensivo di Rewe Ita-lia), e solide basi patrimoniali: ilpatrimonio netto aggregato è sa-lito a 961,04 milioni di euro, conun incremento del 10,3% rispettoagli 871,50 milioni del 2004.Nel 2005 le vendite di prodotti amarchio Conad hanno registratouna crescita del 7%, incidendosul totale delle vendite del grup-po per il 15% (+1% sul 2004). “Un2005 caratterizzato dall’aumentodelle vendite, a parità di rete,

mentre il mercato di riferimentoè stato contrassegnato da una so-stanziale stagnazione dei consu-mi”, afferma Camillo De Berardi-nis (foto sopra), amministratoredelegato di Conad. “Abbiamo am-pliato la proposta commerciale ei clienti ci hanno apprezzato, co-sì come hanno riconosciuto laqualità dell’offerta - le venditedella linea Sapori&Dintorni Co-nad sono aumentate del 25% -, laconvenienza e la chiarezza dellenostre promozioni, attestate al18,4% con l’indice più alto rispet-

to al resto del mercato”. Nel 2006il gruppo Conad è impegnato apromuovere e fare sviluppo, per-ché la competizione con le cate-ne multinazionali è sempre piùforte: sarà migliorata la redditi-vità - abbattendo i costi di filiera- e resa più ricca e competitival’offerta commerciale.Agire sui marchi, sul fronte del-l’immagine e dell’ampliamentodi gamma permetterà all’insegnadi raggiungere in pochi anniun’incidenza del 25 per cento sul-le vendite del gruppo. È un obiet-tivo ambizioso quanto raggiungi-bile, che avvicinerà Conad allemigliori performance dei compe-titori europei, oggi attestati attor-no a quote del 30-35%.Intanto, il primo quadrimestreregistra un incremento delle ven-dite dell’11%, con i prodotti amarchio in forte crescita:+17,74%. “Il giro d’affari è desti-nato a crescere e ad attestarsi, afine anno, al +6-7%, mentrequello dei prodotti a marchio Co-nad supererà il 10%”, chiude DeBerardinis. ●

68 S e t t e m b r e 2006

Conad, 3.000 Pv e una sfilza di segni più nel consuntivo 2005

Vendite a 8,5 miliardi,trainate dal boom degliipermercati (+22,5%)

Valorizzare e promuovere i prodotti ortofrutticolie agroalimentari emiliano romagnoli a qualitàregolamentata attraverso la rete di vendita nazio-nale di Conad ed in quella dei suoi partner euro-pei: la belga Colruyt, la svizzera Coop, la franceseE. Leclerc e la tedesca Rewe. È l’obiettivo di un’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e Conad che prevede un calendario diiniziative di comunicazione e promozione peraumentare la conoscenza e il consumo dell'orto-frutta e delle eccellenze agroalimentari regionaliin Italia e all’estero. Il programma di iniziative vedrà anchel’impegno dei Consorzi regionali di tutela delle15 Dop (Denominazione Origine Protetta), delle11 Igp (Identità Geografica di Prodotto) e delle 20zone Doc dei vini, per organizzare la commercia-

lizzazione (in Italia e in Europa) delle eccellenzeagroalimentari regionali. “Siamo la regione chevanta il maggior numero di prodotti tutelati inEuropa”, ha detto l’assessore regionaleall’Agricoltura Tiberio Rabboni. “Un grandepatrimonio di prodotti unici e distintivi che perraggiungere il mercato deve passare anche attra-verso la grande distribuzione organizzata, che og-gi commercializza circa il 70 per cento deiprodotti al consumo. Di qui l’alleanza con Conadaffinché assieme a noi faccia conoscere questiprodotti e ne promuova la vendita. Lacommercializzazione dei nostri prodotti all'este-ro, anche attraverso i canali Conad in Francia,Belgio e Germania, rappresenta uno sbocco per iprodotti dell’Emilia-Romagna, visto che i consu-mi nel mercato italiano sono in calo”.

E il Consorzio promuove un’inziativa con i partner europei per valorizzare gli ortofrutticoli emiliano-romagnoli di punta

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CorriereOrtofrutticolo GRANDEDISTRIBUZIONE

G

Forte di 1.297 punti vendita e52.800 dipendenti, Coop ha re-centemente presentato il bilan-cio 2005. Le Coop hanno registra-to un fatturato di 11,5 miliardi dieuro, superando il 17% di quotadi mercato. Il 70% del fatturato èstato realizzato verso i soci che afine anno erano 6,2 milioni, oltre300 mila in più dell’anno prece-dente con un incremento del5,1%. In pratica - sottolineano ivertici - una famiglia su cinque èsocia Coop. In linea con l’au-mento del fatturato (+1,9%) ècresciuta anche l’occupazione e ipunti vendita hanno segnato 43nuove aperture.Per i prossimi anni sono statimessi in cantiere investimentiper circa 1,3 miliardi per arrivaread una quota del 20% del mercato

della grande distribuzione entrotre anni. “Il nostro programma disviluppo è impegnativo e aggres-sivo”, sostiene Aldo Soldi, presi-dente dell’associazione naziona-le delle Coop. Entro il 2008 si pre-vedono 90 nuove aperture e laquota di mercato dal 17% attualepotrà salire fino a sfiorare il 20%mentre l’incremento di fatturatoatteso è di 2 miliardi. In casaCoop il 94% delle carni, ad esem-pio, è acquistato da fornitori ita-liani, mentre per l’ortofrutta lapercentuale è dell’80%. Più in ge-nerale le Coop acquistano i pro-

dotti che rivendono da 15 milaimprese italiane con un giro d’af-fari di 7,5 miliardi di euro.Negli obiettivi del sistema, checonta su 140 imprese, c’è unamaggiore diffusione dei puntivendita al Sud con la prima aper-tura di un ipermercato in Sicilianel 2007. Il sistema delle Coop,come ha sottolineato VincenzoTassinari presidente di Coop Ita-lia, è anche la quarta industriaalimentare italiana con i suoiprodotti a marchio Coop.I prezzi Coop nel 2005 sono addi-rittura diminuiti dell’1,2% sul2004 riportandosi ai livelli del2002. In termini di conto econo-mico le Coop hanno chiuso il2005 con un utile di esercizio di252 milioni di euro, con un in-cremento del 51% sul 2005. ●

69S e t t e m b r e 2006

Coop...sottocosto

Nel 2005 i prezzi sonodiminuiti dell’1,2%.

Vola l’utile d’esercizio

Page 55: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticoloB iologico news

NaturaSì si aggrega, attraversouno scambio azionario alla pari,alla trevigiana Ecor, azienda lea-der in Italia per la produzione ecommercializzazione all’ingros-so di prodotti ecologici e biodina-mici. Con questa alleanza, chepresto dovrebbe portare alla fu-sione e all’approdo in Borsa, ledue società possono vantare unaquota di mercato del biologico inItalia superiore al 50%. “Se noncrescevamo ci avrebbero acqui-stato i competitor stranieri - spie-ga il presidente di NaturaSì, Feli-ce Lasalvia Di Clemente, fondato-re e azionista di riferimento conil 28% - e di fronte ad alcune of-ferte molto allettanti da Spagna eFrancia, abbiamo deciso di cre-scere consolidando una collabo-razione con Ecor che dura da piùdi un decennio. Con loro nel1996 abbiamo creato la Biosi srlaprendo alcuni negozi a Milano:la Ecor è leader nella logistica,noi nel commerciale, avendocreato in 14 anni 48 eco-super-mercati in Italia e 4 in Spagna;insieme ci completiamo”.I vertici delle due società si sonopresentate davanti al notaio perratificare lo scambio azionario:NaturaSì Holding cede a Ecor il49% di NaturaSì spa e Ecor hol-ding cede a NaturaSì il 49% diEcor spa. Tra le clausole dell’ac-cordo spicca anche l’impegnodelle due contraenti ad investiregran parte degli utili delle Hol-ding nella promozione della cul-tura biodinamica e biologica.La Ecor ha accettato lo scambioalla pari nonostante il suo patri-monio sia superiore a quello diNaturaSì. Il valore di mercato diEcor si aggira attorno ai 20 mi-lioni di euro contro i 15-16 milio-ni di NaturaSì. Non solo: Ecorconta 137 dipendenti e un bilan-cio 2005 con un fatturato di 62milioni di euro che nel 2006 do-vrebbe toccare i 72 milioni, men-

tre NaturaSì ha 42 dipendenti, unfatturato consolidato 2005 di 25milioni e un aggregato (contan-do le numerose partecipazioninegli oltre 50 punti vendita) dicirca 48 milioni, un giro d’affariche nel 2006 diventerà di 53 mi-lioni. “Ma probabilmente Ecor -commenta Lasalvia Di Clemente- crede in questo matrimonio e loritiene un buon investimento infuturo oltre ad una garanzia disuccesso per la propria società”.Questa operazione, assicurano lesocietà, mira a potenziare siner-gie, investimeni e organico, enon comporterà tagli. “Questapartnership anche a livello azio-nario ci permette da una parte diconcentrare risorse ed energieper diventare sempre più profes-sionali e competitivi - dice FabioBrescacin, presidente della Ecor,il cui pacchetto di controllo parial 71% rimane all’asociazione an-troposofica Rudolf Steiner di Co-negliano - e dall’altra crea le con-dizioni per poter investire nellosviluppo della qualità dei prodot-ti e dell’agricoltura biologica ebiodinamica”.Il presidente di NaturaSì inoltreanticipa che nel giro di qualchemese ci sarà una decina di assun-zioni a Verona. Ma la crescita diNaturaSì e Ecor non si ferma qui.“Ora potremo iniziare a pensareseriamente - continua LasalviaDi Clemente - a diventare semprepiù forti in Italia e in Europa emagari affrontare la Borsa con lespalle più grandi”.NaturaSì sta cercando un partnerin Spagna dove potrebbe chiude-re un accordo entro la fine del-l’anno. In questa direzione dicrescita costante va il progetto diquotazione in Borsa, “che proba-bilmente potrà avvenire sul mer-cato di Londra - precisa LasalviaDi Clemente - più facile, veloce,economico e ampio dell’Expandiitaliano”. ●

70 S e t t e m b r e 2006

NaturaSì si allea con Ecore conquista... la maggioranza

Le due aziende valgonopiù del 50% del mercato.

E puntano alla Borsa

È in aumento negli Stati Uni-ti il consumo dei cibi biologi-ci, o - come si dice negli Sta-tes - “organic”: i prezzi, netta-mente superiori a quelli deicibi più comuni, non frenanoi consumatori salutisti, chenon rinunciano alla centrifu-ga di germe di grano mattuti-na o ai formaggi e alle carnidi mucche “felici” in verdi pa-scoli (e non costrette a rumi-nare in una stalla). Il trend del biologico è cosìforte che la domanda superaormai l’offerta, anche se ilprodotto resta, per ora, di nic-chia o quasi. Il bio rappresenta, oggi, soloil 2,5% del mercato alimenta-re statunitense, ma sono inaumento le fattorie, già10.000 su tutto il territoriodell’Unione, che allevano ecoltivano secondo i principibio. La crescita delle venditedi cibo biologico che sale aun ritmo annuo oscillante dal14% al 25%, rispetto ai tassid’incremento dal 2% al 4%delle vendite alimentari,richiede di importare prodot-ti da Europa,Bolivia, Venezue-la e Sud Africa.

Usa, trend positivo dei prodotti “organic”

Page 56: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

B

Dopo due anni di stasi, il biologi-co torna a crescere: secondo Fe-derbio, il numero degli operatoriè cresciuto del 19% passando dai40.965 operatori del 2004 ai47.667 censiti lo scorso anno.Sei sono i padiglioni che Sana,18mo Salone internazionale delnaturale-alimentazione, salute,ambiente, in Fiera a Bologna dal7 al 10 settembre, dedicherà all’a-limentazione: una vetrina di pro-dotti biologici e tipici certificati,con un’attenzione particolare an-che a quelli equo e solidali, diete-tici e con specifiche qualità nu-trizionali. Il ministro delle Politiche agrico-le, alimentari e Forestali PaoloDe Castro sarà ospite del talkshow “La situazione e le propostefra sviluppo rurale e mercato: l’a-gricoltura biologica che voglia-mo”, organizzato dal Mipaaf incollaborazione con Sana, in pro-gramma per il pomeriggio dellagiornata inaugurale. Un impor-tante momento di incontro econfronto tra le istituzioni e glioperatori del settore con i rispet-tivi programmi e richieste.Il Centro servizi ospiterà l’Inter-national business area, uno spa-zio dedicato agli incontri e agliscambi commerciali tra gli espo-sitori di Sana e gli operatori invi-tati da Al-Invest (il programmacomunitario che promuove lacooperazione economica ed im-prenditoriale tra operatori del-l’Unione Europea e dell’America

Latina), Ice (Istituto nazionaleper il commercio estero) e UnidoItpo Italy (l’agenzia di missionedelle Nazioni Unite destinata apromuovere lo sviluppo sosteni-bile nei Paesi emergenti). Tali in-contri, che interesseranno i pro-dotti da agricoltura biologica enaturali in generale, costituiran-no un’occasione preziosa per svi-luppare nuovi contatti e opportu-nità di business con operatori ebuyer provenienti da tutto ilmondo.Corsie, scaffali, carrelli, casse, masoprattutto tantissimi prodottibiologici per una spesa tutta alnaturale: un supermercato fun-zionante in tutto e per tutto èquello che aspetta i visitatori diSana 2006 all’interno del padi-glione 19: il Supermercato dellaNatura, realizzato da NaturaSì incollaborazione con Sana, con ol-tre 200 metri quadri di propostebio scontate del 10%: dalla fruttae verdura fresca al pane e ai pro-dotti da forno. Il ricco calendario convegnisticoprevede appuntamenti che spa-ziano dal biologico nella ristora-zione alle buone abitudini ali-mentari, dal commercio equo esolidale alle opportunità del biosui mercati esteri. ●

71S e t t e m b r e 2006

Sana di Bologna compie 18 anniin un momento di ripresa del bio

Sei padiglioni, convegni e novità per la rassegna

(7-10 settembre)Nuovo e significativo amplia-mento per la base sociale diProber (associazione dei pro-duttori biologici e niodinami-ci dell’Emilia-Romagna) a se-guito dell’ingresso di due im-portanti realtà del mondoagricolo: Asap Coldiretti diPiacenza e Conapi-Alce Nero& Mielizia spa diMonterenzio (Bologna).Asap Coldiretti svolge attivitànell’area dell’assistenza tecni-ca alle imprese agricole asso-ciate della provincia piacenti-na e ha nominatonell’occasione GiuseppeMiranti (che è anche vice-presidente nazionale del Mo-vimento giovanile della Coldi-retti) quale propriorappresentate all’interno delconsiglio direttivo di Prober. Tra gli obiettivi strategici del-l’associazione, l’attuazione diun progetto di commercializ-zazione dei prodotti dei sociin alcuni segmenti dellaristorazione collettiva,nonchè l’avvio di altreattività di vendita dal produt-tore al consumatore senza in-termediari. Intanto, Paolo Carnemolla èstato confermato allapresidenza fino al 2008.

Prober ampliala base sociale

Page 57: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

La dirigenza del Consorzio ortofrutticolo Val di Gre-sta di Ronzo Chienis ha deciso di affrontare il mer-cato con una linea di ortaggi di quarta gamma a par-tire dal mese di luglio, appoggiandosi, almeno inuna prima fase, alla rete del Sait, che è costituita didue megastore situati a Trento e a Rovereto, da unaventina di supermercati dislocati nei principali cen-tri urbani e da 100 Famiglie cooperative distribuitesull’intero territorio trentino, comprese le zonemarginali di montagna. Il Sait è inoltre in grado digarantire un flusso commerciale verso altre regionio province italiane tramite Coop Italia. Promocoop, finanziaria della Federazione trentinadella cooperazione, ha approvato il progetto del Con-sorzio, concedendo un contributo di 150 mila euroin tre anni a fondo perduto. Si tratta, dice Vanda Ro-sà, presidente Val di Gresta, di una scelta obbligata ecoerente con l’obbiettivo di valorizzare al massimogli ortaggi coltivati da 120 produttori associati. La linea quarta gamma e il relativo impianto di la-vorazione, fanno parte del progetto di ristrutturazio-ne e potenziamento della sede e delle attrezzatureche è stato portato a termine nell’estate del 2005 cheha garantito l’ampliamento dei locali di lavorazionee di vendita, la sostituzione di macchinari obsoleti ela sistemazione degli uffici. La linea quarta gamma si inserisce quindi in un am-pio e condiviso progetto anche se rappresenta ilfronte più avanzato dell’attività del Consorzio. Silva-no Dallaserra, direttore del Consorzio, tiene a met-tere in evidenza che la quarta gamma comporta ungrosso impegno da parte dei produttori ai quali sichiede di attenersi con assoluto rigore alla program-mazione delle varie coltivazioni e relativi tempi diconsegna.Da metà marzo a metà aprile la linea quarta gammaha lavorato un primo quantitativo di ortaggi prodot-ti e conservati nelle celle del Consorzio dalla stagio-ne 2005 e in parte acquistati da terzi. Le confezioni sono state vedute tramite la rete delSait. Il programma di lavorazione che si intendecontinuativo (anche ricorrendo, se necessario, a fon-ti di approvvigionamento esterne), comprende perquest’anno zucchine, carote, sedano rapa, cavolocappuccio, indivia scarola e riccia, cicoria pan dizucchero, radicchio di Chioggia (tondo), radicchiodi Treviso (allungato). (S.Ferr.)

CorriereOrtofrutticoloQuarta - quinta gamma

72 S e t t e m b r e 2006

Val di Gresta nei fresh cut

Dopo la fase sperimentale di primavera, il progetto del Consorzio trentino entra

ora nel vivo con l’appoggio della rete Sait

Page 58: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

Creta ha ospitato una conferenzadi tre giorni sulla qualità e le pro-blematiche commerciali dei pro-dotti orticoli che si è conclusa sa-bato 8 luglio. La conferenza su “Iprodotti orticoli in prospettivafutura” (qualità-cooperazione-prospettive) è stata organizzatadal Dipartimento cretese dellaCamera Geotecnica della Grecia. Nella conferenza sono stati di-scussi molti argomenti importan-ti con la partecipazione di relato-ri rinomati a livello mondiale eun gran numero di rappresentan-ti. Il numero di rappresentanti èstato superiore a 500 ogni volta,mentre la partecipazione ad alcu-ne sessioni oltrepassava le millepresenze. La conferenza è termi-nata con una risoluzione-appel-lo, per dar vita a un Comitato che

stabilisca delle procedure percreare un’organizzazione inter-professionale per i prodotti orti-coli e introdurre un marchio diqualità per i prodotti orticoli cre-tesi di alta qualità.I 33 relatori della conferenza so-no arrivati da Paesi Bassi, Belgio,

Germania, Regno Unito, Spagna,Israele e Grecia. Oltre ai relatoristranieri, hanno partecipato 41importanti personalità del setto-re che hanno risposto alle do-mande dei delegati. La qualità, èstato detto, viene valutata più daparte del consumatore che daparte del produttore. Michalis Ke-chagiadakis, presidente del Co-mitato organizzatore della confe-renza ha concluso l’incontro di-cendo che “l’agricoltura non è go-vernata dalla logica del calcio,dove quando qualcuno vince, gliavversari perdono; nell’agricoltu-ra quando il produttore perde ilraccolto, il commerciante nonpuò vendere e viceversa, mentrequando i negozianti perdononuovi mercati, allora i produttoriperdono i loro guadagni”.

CorriereOrtofrutticolo EUROPAE

73S e t t e m b r e 2006

La commissaria europea all’agricoltura, MariannFischer Boel (foto), appare decisa a verificare, inoccasione della revisione della politica agricola co-mune (Pac) nel 2008, se i fondi destinati agli agri-coltori europei siano distribuiti in modo efficace.Se così non fosse - ha dichiarato - potrebbe rivelar-si necessario “imporre una soglia minima e unamassima su quanto gli agricoltori possono percepi-re nel quadro del sistema di pagamento unico” chel’Ue versa - tramite gli Stati membri e a determina-te condizioni - alle aziende agricole in Europa. La Commissione europea auspica infatti, nell’am-bito dell’iniziativa comunitaria in materia di tra-sparenza, che vengano pubblicate dagli Statimembri le liste dell’insieme dei beneficiari deifondi agricoli europei. La commissaria Fischer Boel difende questoapproccio. A suo parere “i cittadini europei hannodiritto di sapere come vengono spesi i loro soldi”.L’idea di fissare una soglia massima nella conces-sione degli aiuti all’agricoltura non è nuova. Almomento dei negoziati per la grande riforma del-la politica europea nel 2003, l’ex commissario al-l’agricoltura Franz Fischler, aveva suggerito di por-re una soglia massima agli aiuti per azienda paria 300.000 euro. Proposta però che fu respinta in

particolare da Gran Bre-tagna e Germania.Quanto all’idea di fissareuna soglia minima perl’aiuto unico alle aziendeagricole, Fischer Boel siinterroga sull’efficacia di accordare migliaia dipiccoli contributi per i quali i costi amministrati-vi sono superiori alle somme effettivamenteversate.In base agli ultimi dati pubblicati dalla Commis-sione europea, ma che fanno riferimento allasituazione precedente sia alla riforma del 2003,sia all’allargamento dell’Ue, nel 2004 poco più del90% delle aziende agricole italiane hanno ricevutomeno di 5.000 euro di contributi europei, lo 0,36%hanno invece beneficiato di oltre 50.000 euro e lo0,01% ha superato i 300.000 euro.In particolare, nel 2004, 1,45 milioni di aziendeagricole italiane si sono divise 3,28 miliardi di eu-ro di contributi europei. La maggioranza deibeneficiari, cioè 1,03 milioni di produttori, hannoricevono fino a 1.250 euro l’anno. I finanziamentipiù elevati, ossia tra 300.000 e 500.000 euro sonoandati a 110 aziende italiane mentre altre 90 han-no ottenuto oltre 500.000 euro di aiuti europei.

Indagine del commissario Ue Fischer Boel sui fondi agricoli: si va verso una riformulazione

Relatori di tutta Europa a CretaDiscusso il futuro degli ortaggi

Grande partecipazioneall’assise sulle prospettivecommerciali delle orticole

Page 59: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

Come ormai avviene da tredicianni, Mercabarna ha pubblicatoanche nel 2005 il libro di statisti-che del Mercato catalano. Due ifatti rilevanti della scorsa annata,secondo quanto riportato da Va-lencia Fruit: è aumentata la movi-mentazione, con 1.066.955 ton-nellate vendute (+10,34% rispet-to al 2004) e, trend che si ripeteda diversi anni, è aumentata an-che la percentuale delle importa-zioni, che supera il 39% del totalecommercializzato da Mercabar-na.In totale, 540.157 tonnellate cor-rispondono alle vendite di frutta- il 16,5% in più rispetto all’annoscorso - e 523.150 tonnellate allacommercializzazione di ortaggi,che mostrano un più 4,9%.Aumentano le aziende che punta-no prevalentemente sulle impor-tazioni. Questa circostanza si eragià presentata nelle statistichedel 2004 quando per la prima vol-ta il valore totale del prodotto im-portato aveva raggiunto il 32%.Questa tendenza è continuata nel2005, quando si è arrivati ad unapercentuale del 39,6%. Un au-mento più evidente per la frutta(dal 32,3% al 45,3%) che per laverdura (dal 32,1% al 34,0%) du-rante il periodo 2004-2005.Avocado, litchi, mango, mara-cuya sono stati i frutti più impor-tati e la famiglia di prodotti eso-tici ha aumentato le sue venditedel 63%. Risalta il kiwi, le cui

vendite sono aumentate dell’80%.Anno dopo anno Paesi come Bra-sile (10,5%), Sudafrica (7,2%), Ci-le (6,1%) e Cina (3,6%) guadagna-no punti nella classifica dellaprovenienza dei prodotti impor-tati. In crescita quindi il melonedal Brasile, arance, meloni ed uvadal Sudafrica, le nettarine dal Ci-le e l’albicocca dall’Argentina,tutti con valori del 60% superioriper ogni prodotto rispetto al tota-le del prodotto importato in casaMercabarna. Di particolare rilevanza l’incur-sione della mela cinese - non so-lo a Mercabarna, ma anche nelresto del mercato europeo - col29,1% della quota delle importa-zioni. Spicca poi l’andamentodelle vendite di banane, il cui bu-siness è aumentato del 18%, an-che se le banane delle Canariehanno avuto un calo del 22%.Quanto agli ortaggi, i prodottimaggiormente importati sonopatate, cipolle secche, verze e po-modori.

Francia primo fornitore La Francia è in prima posizionenella classifica della provenienzadei prodotti, col 23%, quasi unaterza parte di tutti i prodotti im-portati. Tra i Paesi europei checontribuiscono con i loro prodot-ti al completamento dell’offertaMercabarna in evidenza il Belgio(pere, fragole e verze) e l’Italia(kiwi e ravanelli). ●

CorriereOrtofrutticolo EUROPAE

75S e t t e m b r e 2006

Promuovere la qualità del si-stema agroalimentare con re-gole più chiare. È questa lastrada indicata dal ministrodelle Politiche agricole, PaoloDe Castro, in un incontro coni giornalisti tenuto a metà lu-glio insieme col ministro spa-gnolo, Elena Espinosa, a con-clusione di incontri bilateralia Lecce sulle politiche comu-nitarie per vino e ortofrutta.“Abbiamo soprattutto bisogno- ha detto De Castro - di chia-rire le regole: al di là delleesigenze di tutelare la qualitàdei nostri prodotti, dipromuoverla e di spingeremolto sulla produzione, è undiscorso di regole del merca-to. Su questo c’è vasta intesatra Italia e Spagna”. Ilministro ha quindi puntualiz-zato che la scelta di Lecce pertenere l’incontro bilateraleindica che le importantiriforme bisogna farle coinvol-gendo i territori che più di al-tri guardano al futuro di que-sti provvedimenti. Lecce, co-me capitale del Barocco, dellacultura, condivide una cultu-ra sull’ortofrutta, sul vino digrande qualità. Ci siamo riu-niti qui perchè le nostrediscussioni europee nonappaiano lontane, distanti daiproblemi del territorio”.De Castro ha poi sottolineatol’importanza “di affermareche i prodotti del Mediterra-neo hanno bisogno diun’ampia convergenza deiPaesi principali produttori”.Per De Castro - e sulla stessalunghezza d’onda si è detta ilministro spagnolo Espinosa -“non ci sono punti di distan-za, ma solo sensibilità chepossono essere diverse. Noiabbiamo una sensibilità spic-cata sul pomodoro daindustria, per il quale temia-mo il disaccoppiamento”.

De Castro incontrala collega spagnola

Sempre più importin casa MercabarnaNel 2005 il Mercato di Barcellona ha aumentato

movimentazione e acquisti dall’estero (39% del totale)

Page 60: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

Nostri servizi da Holambra(Brasile). Dopo la Cina e l’India,in fatto di produzione di fruttafresca, c’è il Brasile. Con quasi 40milioni di tonnellate prodotteogni anno. Rispetto ai Paesi chelo precedono, però, il Brasile puòcontare su un buon flusso diesportazioni, che, secondo i datidell’Instituto brasileiro de frutas(Ibraf), hanno raggiunto quota830 mila tonnellate nel 2005. Va-le a dire 440 milioni di dollari, inaumento del 19% sull’anno pre-cedente. Un valore, questo, in co-stante crescita nel corso degli an-ni: nel 1995 il valore delle espor-tazioni frutticole era di 73 milio-ni di dollari, nel 1998 era di 119milioni, nel 2001 era di 215 mi-lioni e nel 2004 di 369 milioni.Allo stesso tempo, la bilanciacommerciale, negativa fino al1998, è cresciuta progressivamen-

te fino a raggiungere lo scorsoanno i 315 milioni di dollari. Da-ti inequivocabili, che testimonia-no la vivacità del settore. Anchese, va detto, si tratta ancora di po-ca cosa: oggi il Brasile, secondo lestatistiche Fao, non si collocanemmeno tra i primi 15 esporta-tori di frutta nel mondo, mentreil vicino Cile è al quarto posto as-soluto - dietro a Stati Uniti, Euro-pa e Messico - e l’Argentina è aldodicesimo. Altro segnale che la-scia intravedere delle potenzia-lità elevate.Del resto l’estensione territoriale,la posizione geografica e le con-dizioni pedoclimatiche permet-tono al Brasile di produrre siafrutta tropicale (negli Stati delNord e Nord Est), sia frutta tem-perata (negli Stati del Sud e SudEst). Il frutto più esportato è labanana (212 mila tonnellate nel

2005, +13% sul 2004), seguita dalmelone (180 mila tonnellate,+26% sul 2004), dal mango (114mila tonnellate nel 2005, +2%sul 2004) e dalla mela (99 milatonnellate nel 2005, -35% sul2004). Al quinto posto si collocal’uva da tavola, che nel giro di unanno ha visto crescere di ben il78% il volume di export, raggiun-gendo quota 51 mila tonnellate.Ciò che più rileva, in questo caso,è che in termini di valore l’uva siposiziona al primo posto assolutocon 107 milioni di dollari, rad-doppiando la cifra del 2004.Esportazioni significative si se-gnalano anche per le arance, lapapaya, il limone, l’anguria, imandarini e l’ananas.Dove finiscono i prodotti esporta-ti? Per un buon 70% in Europa,soprattutto nei Paesi Bassi e nelRegno Unito. Basti pensare chel’Olanda ha assorbito, in valorenel 2005, il 59% dell’uva da tavolaesportata dal Brasile, il 51% dellearance, il 42% dei meloni, il 27%delle mele, il 48% dei fichi, il 37%dell’ananas, il 54% dei mango, il32% delle banane, il 40% della pa-paya. Non solo, arrivano in Euro-pa anche tutte le fragole - si trat-ta comunque di quantità margi-nali - che vengono esportate dalBrasile: 42 tonnellate in Francia,6 in Spagna e 2 in Italia. Il 30%dell’export brasiliano, la partecioè che non è diretta verso ilVecchio Continente, è destinatoagli Stati Uniti (10%), alla vicinaArgentina (9%), al Canada (2%) eall’Uruguay (2%).

Hortitec. A Holambra, poco me-no di 200 chilometri a ovest diSan Paolo, dal 21 al 24 giugnoscorso si è svolta la 13ma edizio-ne di Hortitec, una delle fiere disettore più importanti che si ten-gono in Brasile. Rispetto al Fru-tal, che Corriere Ortofrutticolo haavuto modo di visitare a Fortaleza

CorriereOrtofrutticoloM ondo

76 S e t t e m b r e 2006

Brasile, l’export continua a salireL’Europa ne assorbe il 70%

In tutto 440 milioni di dollari nel 2005.Valore ancora modesto ma in crescita di anno in anno.Elevate opportunità per le aziende italiane di tecnologia

La banana è stato il frutto più esportato dal Brasile nel 2005 (212 mila tons), seguita dalmelone (180 mila tons), dal mango (114 mila tons) e dalla mela (99 mila tons). In valore,invece, a svettare è l’uva da tavola, con 107 milioni di dollari

Page 61: CORRIERE ORTOFRUTICOLO Settembre 2006

lo scorso settembre (si veda il ser-vizio pubblicato sul numero dinovembre), in questa esposizionei protagonisti assoluti sono stati ifiori e le orticole. La frutta, in ve-rità, non si è vista proprio. Con-siderando che le orticole del Pae-se non vengono praticamenteesportate oltre mare (difficil-mente potrebbero superare inco-lumi undici giorni di nave), vadetto, quindi, che l’interesse, intermini di import/export, è statopiuttosto basso.Holambra è una cittadina moltoparticolare, che ricorda, nell’ar-chitettura dei suoi edifici e nel-l’aspetto dei suoi abitanti, un ti-pico paesino olandese. E non èun caso. Proprio qui, sul finiredegli anni ’70, numerosi agricol-tori olandesi decisero di insedia-re la propria attività. La cosa cu-riosa, poi, è che ci sono anchemolti giapponesi. Non per nienteil Brasile è il Paese che ospita lapiù numerosa comunità giappo-nese al di fuori della madre pa-tria. Hortitec è nata proprio co-me esposizione tecnica al servi-zio di questi agricoltori.La fiera ha registrato una vastaaffluenza di pubblico e un’ampiapartecipazione di espositori. Aparte poco note aziende semen-tiere giapponesi, esponevano DeRuiter, Du Pont, Eagle, RijkZwaan, Seminis e SyngentaSeeds. Nel complesso era ben rap-presentato tutto il settore delletecnologie, compresi i sistemi direfrigerazione e i macchinari perl’imballaggio. In estrema sintesi,

comunque, è stata una fiera rivol-ta ai produttori ortofloricoli delBrasile.

La delegazione italiana. Comeaccade in numerose fiere in Eu-ropa e Sud America, anche a Hor-titec si è svolta una tappa del pro-gramma Al-Invest III della Com-missione Europea per lo sviluppodegli interscambi economicocommeciali tra le due spondedell’Atlantico. Un italiano, Achil-le Bianchi, presidente di Bre Ar-chimede Salerno, Agenzia per lacooperazione internazionale, èstato, anche in questa occasione,il principale organizzatore.Gli italiani giunti a Holambra,una ventina in tutto, appartene-vano per lo più al settore florovi-vaistico. Per l’ortofrutta, a parteCorriere Ortofrutticolo, era rap-presentato il Mercato agroali-mentare di Padova, la Guida delcommercio all’ingrosso agroali-mentare, Mercati Associati e Me-dicert, società specializzata nellacertificazione. I business mee-tings che si sono svolti all’inter-no dello stand della Bre Archime-de sono stati numerosi e, a giudi-care dalla soddisfazione espressadai partecipanti, hanno dato an-che buoni frutti.

Il settore agricolo. Bre Archime-de non ha organizzato solo gli in-contri d’affari all’interno dellafiera Hortitec, ma anche un se-minario tecnico a Campinas euna visita tecnica a São João daBoa Vista. Lo Stato di San Paolo

produce da solo il 47% di tutta lafrutta del Brasile, e può vantareanche produzioni significative dicaffè e zucchero. In aggiunta, laterra molto fertile e il clima tem-perato consentono di produrre inmodo eccellente ogni tipo di orti-cola. Ne ha avuto prova il gruppodi agronomi e giornalisti in visi-ta a un’azienda agricola nei pres-si di São João da Boa Vista, citta-dina di 83 mila abitanti a circa230 chilometri a ovest di San Pao-lo. Per capire le differenze rispet-to all’Italia, basti pensare a duecose. La prima: all’interno delterritorio comunale si trovanocirca 1.150 aziende agricole. Diqueste, una trentina hanno fino a200 ettari, otto fino a 500 e bendue vanno vicino ai mille ettari.Proprietà sconfinate, quindi, inun territorio altrettanto sconfina-to. La seconda: la quarta gammanon ha ancora preso piede inBrasile. Ma, come ci ha confer-mato il produttore incontrato, itempi ormai sono maturi dato iltenore di vita raggiunto nellegrandi città. Servono però note-voli investimenti.

L’opportunità per l’Italia. Neltratto di autostrada che porta daCampinas a São João da Boa Vi-sta si trova uno stabilimento del-la International Paper e uno del-la Sacmi Negri Bossi. Loro ci han-no creduto. Ebbene, il Brasile, èla nostra impressione, potrebbedare soddisfazione anche a moltealtre aziende italiane del settoretecnologico. (E.Fel.)

CorriereOrtofrutticoloM ondo

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A sinistra: l’ingresso dello stand Bre Archimede alla fiera Hortitec di Holambra (San Paolo, Brasile). Al centro: il presidente di BreArchimede, Achille Bianchi (il secondo da destra), assieme al ministro dell’Agricoltura brasiliano (il secondo da sinistra), giunto in visitaalla fiera il 23 guigno. A destra: coltivazioni di ortaggi a foglia nei pressi di São João da Boa Vista (San Paolo, Brasile)

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Una filiale greca per Chiquita. Il16 giugno, nella suggestiva corni-ce dell’Athenaeum Interconti-nental Hotel di Atene, si è alzatoufficialmente il sipario su Chi-quita Hellas S.A., la società consede ad Atene, che si occuperàdella distribuzione dei prodottiChiquita in Grecia, Turchia, Bal-cani, e più generalmente nel Me-diterraneo. In un contesto per l’occasionedecisamente “tropicale”, con ho-stess nei tipici costumi giallo-bludi Chiquita e ambientazione a te-ma, i vertici di Chiquita BrandsInternational hanno presentato apartner commerciali, operatoridel settore e alla stampa interna-zionale, il team che guiderà la fi-liale greca dell’azienda.

Direttore generale sarà Athana-sios Glinos, il quale ha così sinte-tizzato la strategicità dell’opera-zione: “Durante gli ultimi 15 an-ni, la Grecia è stato un paesechiave per le attività di Chiquitain quest’area e la costituzione diChiquita Hellas S.A. ne è la con-ferma”.Con l’apertura di questa nuovasussidiaria, Chiquita sarà in gra-do di gestire direttamente l’ope-ratività del proprio business sen-za il ricorso ad intermediari. Tragli obiettivi della multinazionale,

il rafforzamento della propriapresenza in Sud Europa e l’avviodi nuove opportunità di partner-ship commerciali in Paesi eco-nomicamente emergenti. Con tale iniziativa, Chiquita pun-ta al consolidamento della pro-pria leadership nel mercato di ri-ferimento. Nel 2005 la multina-zionale di Cincinnati, ha com-mercializzato oltre 139 milioni dicartoni di banane in 70 diversiPaesi del mondo, Grecia compre-sa. In Grecia è numero uno delmercato con una quota del 48% e33 milioni di euro di fatturato nel2005 (+5% sul 2004). Una perfor-mance che con il nuovo corso,l’azienda intende ulteriormenteincrementare grazie anche alladiversificazione dell’offerta. ●

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Una filiale greca per Chiquita Rifornirà l’area Mediterranea

Obiettivi: rafforzamentoin Sud Europa e nuove

chance nei Paesi emergenti

All’auditorium di La Villa in provincia di Bolzano, erano più di400 gli spettatori del premio “Il Grillo” che venerdì 14 luglio è statoassegnato alle migliori proposte d’intrattenimento per bambinirealizzate nel corso dell’ultimo anno. Da casa, invece, sono stateoltre un milione le persone che hanno seguito le fasi della premia-zione trasmesse su Raitre nel corso della trasmissione “È domenicaPapà” che ha dedicato all’evento uno speciale andato in ondadomenica 23 luglio. Un successo di pubblico per la seconda edizione dellamanifestazione ideata da Armando Traverso, sponsorizzataquest’anno da Chiquita, che con questa iniziativa ha ribadito il le-game che la unisce al mondo dei più piccoli. Protagonisti in sala i personaggi più amati della televisione perbambini, come Lallo il Cavallo, Orazio il Tigrotto dello Spazio eGigetto il Coniglietto Rock di “È domenica Papà”, la principessaOdessa e Lupo Lucio di Melevisione, oltre ai bambini del Coro “Ma-riele Ventre” dell’Antoniano di Bologna. Ospiti straordinari il pre-mio Nobel Margherita Hack, il pilota di Formula Uno Giancarlo Fi-sichella e l’étoile della Scala di Milano Roberto Bolle, presente investe di ambasciatore dell’Unicef.Prosegue in questo modo la collaborazione fra l’azienda e la televi-sione di Stato per la promozione di programmi e iniziative di qua-lità per l’infanzia. Da due anni Chiquita è infatti sponsor ufficialedi Cartoons on the Bay, il Festival internazionale dell’animazionetelevisiva organizzato da Rai Trade, che ogni anno raduna sullaspiaggia di Positano migliaia di visitatori alla scoperta dellemigliori produzioni animate provenienti da tutto il mondo.

Sponsorizzatoil premio “Il Grillo”

Il 3 agosto scorso ChiquitaBrands International Inc. hapresentato i risultati delsecondo quadrimestre: si regi-stra un utile netto di 23milioni di dollari (0,54 dolla-ri ad azione), in calo rispettoai 64 milioni (1,36 dollari perazione) dello stesso periododel 2005. Le vendite si sono attestate a1,2 miliardi di dollari (2,38nei primi sei mesi), in cresci-ta del 21% rispetto al risultatodel secondo quadrimestre2005 grazie all’acquisizionedi Fresh Express e ai prezzipiù alti spuntati dalle bananecon il bollino blu nel NordAmerica. Il fatturato è così suddiviso:512 milioni di dollari per lebanane, 385 milioni per ilFresh Select, vale a dire tuttala frutta e gli ortaggi freschiescluse le banane, 314 milio-ni per la IV gamma.

Cala l’utileda maggio ad agosto

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In base ai dati forniti dalla Fao, leesportazioni di prodotti ortofrut-ticoli, dai Paesi della sponda Suddel Mediterraneo (Turchia, Gior-dania, Israele, Egitto, Siria, Liba-no, Palestina, Marocco, Tunisia,Libia ed Algeria), compresi i tra-sformati, nel quinquennio 2000-2004 sono aumentate del 38%,passando da 4.400.000 tonnellatenel 2000 a oltre 6 milioni di ton-nellate nel 2004. Gli ortaggi, come sottolineato inun ampio studio del Cso, rappre-sentano mediamente il 38% deltotale esportato, seguiti da agru-mi (18%), prodotti trasformati(17%), frutta secca (12%) e fruttafresca (11%). La quota rimanenteriguarda ortaggi essiccati. Sonosoprattutto gli ortaggi a concorre-re alla crescita delle esportazioni:nel 2004 l’export di ortaggi ha su-perato i 2,6 milioni di tonnellate,ben il 75% in più rispetto al 2000.Le patate rappresentano il pro-dotto orticolo più esportato, convolumi quasi duplicati nell’arcotemporale considerato e che han-no raggiunto la ragguardevolequota di 1.080.000 tonnellate nel2004. Anche le esportazioni difrutta fresca sono aumentate inquesti anni, da 495.000 tonnella-te nel 2000 a 695.000 tonnellatenel 2004 (+40%).Le esportazioni di agrumi accu-sano una flessione nel 2004, -10%sul 2003, -9% sulla media del pe-riodo 2000-2003. Per quanto ri-guarda l’uva da tavola, le esporta-zioni sono salite da poco meno di120.000 tonnellate a 228.000 ton-nellate nel quinquennio conside-rato (+90%).Crescono anche i volumi destina-ti all’esportazione dei prodottitrasformati, rappresentati princi-palmente da preparati di frutta,pasta di pomodoro e legumi con-servati. La merce in partenza dalMediterraneo è concentrata inpochi Paesi: spicca la Turchia,

che controlla il 55% delle espor-tazioni dell’area, seguita a note-vole distanza da Israele (13%),Giordania (9%), Egitto e Libano(entrambi al 6%).Forte è la presenza della Turchianell’ambito dell’export di tutte lecategorie di prodotto: il Paeseesporta, sul totale delle spedizionidal bacino del Mediterraneo, il90% di frutta secca, quasi il 70%degli agrumi e dei prodotti tra-sformati, oltre il 40% di frutta fre-sca e il 36% di verdura.Israele evidenzia un peso piutto-sto importante per quanto riguar-da la frutta fresca, la verdura, gliagrumi e i prodotti trasformati.Le esportazioni dalla Giordania edall’Egitto riguardano soprattut-to verdura, nel primo caso pomo-doro, nel secondo caso patate.

Gli scambi con la Ue a 25Secondo i dati Eurostat, poco me-no della metà delle esportazionidei Paesi del bacino del Mediter-raneo viene assorbita dall’Unio-ne Europea.La Turchia prevale sugli altri Sta-ti anche in ambito europeo,esportando mediamente il 36%dei volumi complessivi in par-tenza dai Paesi del bacino del Me-diterraneo. In questo caso peròriveste notevole importanza an-che il Marocco, che concorre conpoco meno del 30%, seguito daIsraele, con il 17% ed Egitto con il15-16% del totale.In crescita le esportazioni da tut-ti i principali Paesi del bacino delMediterraneo, ma in particolareda Israele ed Egitto negli ultimidue anni. Cresce anche il valoredelle esportazioni, soprattuttoturche. Nella classifica dei princi-

pali prodotti importati, nell’am-bito delle verdure, al primo postosi collocano le patate, con oltre400.000 tonnellate medie annue,provenienti soprattutto da Egittoe Israele. Al secondo posto i po-modori, soprattutto del Marocco.Seguono i peperoni di origineisraeliana, marocchina e turca e ifagioli dal Marocco e dall’Egitto.Molto consistente è l’approvvi-gionamento dell’Unione Euro-pea di agrumi: dal bacino del Me-diterraneo arrivano mediamenteoltre 250.000 tonnellate di aran-ce, soprattutto dal Marocco e dal-l’Egitto, oltre 110.000 tonnellatedi pompelmi, in prevalenza daIsraele e Turchia, circa 130.000tonnellate di clementine, tange-rini e simili provenienti princi-palmente da Marocco e Turchia epoco meno di 50.000 tonnellatedi limoni di provenienza quasiesclusivamente Turca.Nell’ambito della frutta fresca in-vece prevale l’uva da tavola, pro-veniente soprattutto dalla Tur-chia, i meloni, in particolare dalMarocco e le fragole da Maroccoe Israele. L’importanza della Tur-chia dipende da una lato dalle si-gnificative esportazioni di pro-dotti essiccati e frutta secca comeuva sultanina, albicocche e fichisecchi, nocciole... ma anche dallacapacità di esportare un’ampissi-ma gamma di prodotti. Ecco l’a-

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Sud Mediterraneo, commercio ok In Europa la metà del venduto

Patate, pomodori, peperonifagioli, uva, melone

e agrumi i prodotti al top

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nalisi dei principali prodottiesportati nella Ue a 25. Rispetto aquelli proposti sotto, quantitativipiù modesti interessano pesche enettarine (10 mila tonnellate) epere, mentre per gli agrumi leesportazioni interessano unaquota ben pià rilevante, circa 600mila tonnellate.

Patate “big”Le patate sono il prodotto mag-giormente esportato verso l’areaeuropea e coprono il 43% del to-tale importato in Europa. I quan-titativi di patate diretti sui mer-cati europei nel biennio 2004-05,con oltre 500.000 tonnellate, han-no registrato un incremento del60% rispetto al biennio preceden-te; in crescita del 56% anche il va-lore, anche se rispetto a questagrandezza il prodotto si collocaalle spalle di pomodori, arance euva sultanina. Sono soprattuttoEgitto, Israele e Marocco a rifor-nire il mercato europeo, con quo-te medie che si attestano rispetti-vamente sul 49%, 39% e 11% deltotale. Queste quote variano secalcolate rispetto al valore: salel’importanza delle importazionida Israele, al 45%, e scende quelladell’Egitto, al 42%. Il trend delleimportazioni mette in evidenzauna spiccata crescita della merceproveniente da Israele nel 2004 e2005, che supera i quantitativiprovenienti dall’Egitto.

Pomodori primi per valoreNel 2005 il pomodoro ha trovatospazio in Unione Europea perquantitativi pari a 283.000 ton-

nellate, corrispondenti a 237 mi-lioni di euro; sia le quantità cheil valore risultano in aumento ri-spetto al 2004, rispettivamentedel 21 e 31%, dopo un triennio disostanziale stabilità. Da notarecome questo prodotto si collochial primo posto per importanza invalore. Mediamente circa l’80% dei po-modori importati arrivano dalMarocco, il 13% dalla Turchia e il6% da Israele. In termini di valo-re le quote di questi tre Paesi pas-sano al 74% per il Marocco, al14% per la Turchia e salgono al10% da Israele, a testimonianza diuna maggiore valorizzazione delprodotto di questo Paese.In crescita le esportazioni dalMarocco, che salgono da 186.000tonnellate del 2002 a 216.000 ton-nellate del 2005, che però presen-tano prezzi medi inferiori rispet-to a quelli degli altri Stati.

Anche i peperoni sul podioI peperoni sono il terzo prodottoorticolo per importanza che ap-proda in Europa dai Paesi del ba-cino del Mediterraneo.La tendenza è di forte e progres-sivo aumento delle importazionidi questo prodotto: da circa67.000 tonnellate del 2002 si salea 120.000 tonnellate del 2005, re-gistrando una variazionedell’80% in più. In crescita ancheil valore, che raggiunge nel 2005145 milioni di euro, l’88% in piùrispetto al 2002. Principali Paesi esportatori sononell’ordine Israele (94% nel qua-driennio 2002-05), Turchia e Ma-rocco (+160% per quest’ultimo).

Il boom dei fagioliSe nel 2002 l’Unione Europea im-portava dai Paesi del bacino delMediterraneo, circa 69.000 ton-nellate di fagioli, oggi questaquota è salita a 118.000, registran-do il 70% nel periodo considera-to. Cresce anche il valore delleimportazioni di fagioli, passatoda 76 a quasi 150 milioni di euro.I fagioli provengono principal-mente dal Marocco, seguito a di-stanza da Egitto.

Uva da tavola importanteSempre più importanti risultanoi flussi di uva da tavola: da oltre50.000 tonnellate importate inUe nel biennio 2002-03 si passa aoltre 80.000 tonnellate nel 2004-05, registrando una variazionepari a +60% nel quadriennioconsiderato.Il valore delle importazioni diuva da tavola sale di conseguenzada 56 milioni di euro a oltre 95milioni di euro nello stesso arcotemporale. I principali esporta-tori di uva da tavola sono Turchia,da cui proviene il 61% delle quan-tità ed Egitto (22%), seguiti a no-tevole distanza da Marocco eIsraele. Rispetto al valore la Tur-chia detiene ancora il primato,ma la sua importanza si riduce al42% del totale. Sale al contrariorispetto al valore il peso di Egitto,32%, Marocco, 13%, Israele, 14%.

Cresce il peso del meloneLe importazioni di meloni si col-locano in quantità subito dopoquelle dell’uva da tavola, conquantitativi che nel quadriennio2002-2005 sono cresciuti da oltre36.000 tonnellate a circa 60.000tonnellate, registrando quindiuna variazione di quasi il 70%, acarico soprattutto dell’ultimo an-no. In termini di valore le impor-tazioni di melone sono salite daquasi 41 milioni di euro a oltre 75milioni di euro, +83%. I meloni provengono soprattuttodal Marocco, arrivato a coprirenel 2005 oltre il 70% (76% in va-lore) del totale importato dalcomplesso dei Paesi. Una quotasignificativa di prodotto, circa unquarto, proviene da Israele, convolumi costanti.

Le fragole conquistano quoteSe nel 2002 le importazioni si ag-giravano attorno a 23.000 tonnel-late, oggi si collocano su circa36.000 tonnellate. Il valore delle importazioni difragole si colloca mediamente suoltre 70 milioni di euro, ad ecce-zione del 2003, quando è sceso suvalori poco oltre i 50 milioni dieuro. ●

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CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T À C H E F R U T T A

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Dole Italia educa al consumo della frutta di qualitàper il benessere della persona ed informa sui bene-fici che ne derivano per l’organismo. Il gruppo ortofrutticolo italiano è infatti entrato in50 asili nido e 10 centri fitness con area bambini, di-stribuiti sul territorio italiano (da Milano a Bari)con un programma educativo che coinvolge un pub-blico di grande interesse per l’azienda: le famiglie, iloro piccoli e il sistema educativo di riferimento.L’attività si è sviluppata nel corso di due settimanenel mese di maggio 2006. Durante la prima, le fami-glie sono state omaggiate con kit degustazione, men-tre i bambini hanno consumato, come merendamattutina e pomeridiana, frutta di qualità certifica-ta. Gli educatori e le hostess dei centri hanno distri-buito materiale informativo che spiega quali siano ivalori nutrizionali della frutta. Il programma della seconda settimana ha previstoun incontro fra gli educatori e le famiglie, durante ilquale i primi hanno approfondito i concetti intro-dotti nei giorni precedenti, suggerendo ricette, mo-

dalità di conservazione e tempi di maturazione del-la frutta. Inoltre sono stati forniti utili consigli sulconsumo nell’arco della giornata, mentre i bambinierano intrattenuti con giochi e gadget. Obiettivo dell’attività era quello di illustrare a fami-glie ed educatori il costante impegno di Dole nelprodurre e commercializzare prodotti ad alto valorenutritivo, di una qualità certificata secondo standardriconosciuti a livello internazionale (Iso 9001, ecc).“Riteniamo - dichiara l’amministratore delegato diDole Italia, Vittorio Grotta - che per una realtà comela nostra, sia importante offrire un sostanziale con-tributo alla ricerca, soprattutto in un periodo nelquale la malattia dell’obesità, fortemente presentenegli Usa, comincia ad essere sempre più diffusa an-che in Europa. Per questo concentreremo sempre dipiù le forze nella promozione di una corretta e sanaalimentazione, con una particolare attenzione aquella dell’infanzia continuando a sostenere 5 a day,iniziativa finalizzata a stimolare il consumo di frut-ta e verdura 5 volte al giorno”.

Dole tra i giovani:programmi educatividegustazioni, eventi

Valfrutta investe suivegetali a vapore...

...e promuove i succhi di frutta

Affermare la linea dei vegetali Valfrutta Cotti a Va-pore in confezione monodose come la gamma diprodotti vincenti per gusto, naturalità e nutrizione,elevando l’immagine del marchio storico del gruppoagro-alimentare Conserve Italia in termini di mo-dernità ed innovazione.Questo è l’obiettivo che si pone la campagna pubbli-citaria Valfrutta pianificata sulla stampa periodica ele tv nazionali per consolidare ulteriormente il lan-cio della linea di vegetali Cotti a Vapore in monodo-se (piselli, fagioli borlotti, cannellini, mais, farro,Granmix Mediterraneo), occupando significativa-mente un segmento di mercato nel quale non esistealtro prodotto simile a scaffale.Da metà luglio a metà settembre i Cotti a Vapore Val-frutta sono protagonisti di una campagna stampa suiprincipali periodici femminili nazionali, incentratasu piselli, fagioli borlotti e mais.Da fine agosto e per tutto settembre, inoltre, Valfrut-ta torna in tv con una campagna pubblicitaria na-zionale - realizzata dall’agenzia Max Information diBologna - che prevede la diffusione di spot da 15 e 5secondi sulle reti Mediaset (Canale 5, Rete 4 e Italia1) e di 7 secondi su La7.

Oltre ai vegetali a vapo-re, Valfrutta pensa ancheai succhi di frutta conuna nuova iniziativa pro-mozionale per il 2006-2007 che interessa inparticolare i consumato-ri più giovani.Dal mese di agosto e fino

a gennaio 2007, infatti, tutte le confezioni di succhidi frutta Valfrutta in brik cluster da 6x200 ml e que-st’anno anche in vetro da 6x125 ml nelle versioni pe-ra, pesca, albicocca mediterranea, contengono unacard esclusiva trasformabile in 3D models, per un to-tale di 28 card da collezionare utilizzando anche gliscenari ritagliabili dalle stesse confezioni dei succhiper creare nuove ambientazioni con cui giocare.Inoltre, con l’inserimento nella promozione delleconfezioni di succhi in vetro da 6x125 ml, è possibi-le collezionare anche i 100 tappi personalizzatiWinx Club (6 per ogni confezione) con i volti di tut-ti i protagonisti del cartoon. Le Winx sono 6 fatineprotagoniste di una serie di cartoni animati - “WinxClub” - in onda su Rai 2 con alti indici di share.

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CorriereOrtofrutticolo Panorama

PPa or AAMN

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Da “L’INFORMATOREAGRARIO”Numero 31 - 2006GROSSI GUAI PER ARANCEDELLA FLORIDAMiami. La Florida ha urgente bisognodi manodopera per la raccolta dellearance. Dieci milioni di cassette anco-ra vuote e la minaccia della grossa cri-si che avanza. Cosa è successo? Gli il-legal immigrants, clandestini, per lopiù cubani, hanno avuto paura delledichiarazioni da parte di Washington(“vi metteremo in un barcone e sareterispediti nella vostra isola”) e così han-no abbandonato la Florida (90 migliada Cuba) per dirigersi verso Arizona eCalifornia. È subito scattata la lobbydelle arance, che rischia di perdere mi-lioni di dollari senza gli “illegali”, per-ché gli americani non vogliono più sa-perne di quel lavoro. Ironia della sorte,si tratta della stessa lobby che alcunianni fa si era presentata a Washingtonper chiedere una legge che spedisse acasa “chi viene qui a rubare il lavorodei nostri connazionali”.La penisola floridiana vive di turismoe di agrumi. I tremendi uragani delSud danneggiano gravemente il turi-smo e mettono in ginocchio l’altra in-dustria fonte di grossi guadagni. Per ilsecondo anno consecutivo la produzio-ne delle arance in Florida è scesa sen-sibilmente. Quella del 2006 è previstain calo del 18% rispetto alla media de-gli ultimi dieci anni. Di norma l’anna-ta chiude il 30 giugno, ma quest’annol’hanno rimandata al 30 luglio. Il pro-blema, a quanto sembra, viene affron-tato di giorno in giorno, con la speran-za che gli “illegali” tornino in Florida.Ma è chiaro che non succederà. È im-portante il ritorno dei vecchi “nemici”perché le compagnie americane checurano i raccolti chiedono 2 dollari perimpacchettare una cassetta di Valen-cia, mentre per gli immigranti il paga-mento è sempre stato di 80 centesimidi dollaro per box. Tutto questo ha giàportato il costo dei succhi d’arancia (dicui gli americani non sanno fare a me-no) alle stelle. Il 90% delle arance del-la Florida viene spremuto per farneorange juice. Va ricordato che il 75%dell’intera produzione di arance in Usaarriva dalla Florida. L’aumento del co-sto, secondo gli esperti, aggiungerà il

30% rispetto agli anni passati. Il governatore dellla Florida, Jeb Bush,(fratello del presidente George W.) simette le mani nei capelli: tra uragani escioperi (si fa per dire) degli “illegali”,le sue giornate (e probabilmente an-che le nottate) sono popolate dagli in-cubi. Alcuni anni fa Jeb aveva appog-giato la lobby che voleva fuori dallaFlorida gli “illeciti”.Ora il povero Jeb sarà costretto a usa-re la sua influenza con il fratello mag-giore per tentare di bloccare la volontàdel Congresso statunitense in meritoagli uomini che sono in questa Nazio-ne senza un permesso. Ma pensiamo-di sapere che cosa risponderà GeorgeW.: “Jeb, lascia perdere, ho già tantiproblemi che riguardano l’intera Na-zione, non soltanto la Florida...”(Benny Manocchia)

Da “OK - LA SALUTEPRIMA DI TUTTO”Luglio 2006IMITA LE SCIMMIE SEVUOI EVITARE I CRAMPIBastano una nuotata, una passeggiatasulla sabbia o una scarpinata in mon-tagna: specie se si suda parecchio, imuscoli possono far male e bloccareall’improvviso l’andatura. Sono i cram-pi, quelle contrazioni che di solito col-piscono cosce e polpacci e arrivano atogliere il respiro tanto sono dolorose.Eppure ci vorrebbe così poco per evi-tarli... Dipendono dall’equilibrio di li-quidi e sali minerali nel corpo, dunqueda qualcosa che si può facilmente con-trollare con un’alimentazione adegua-ta all’estate e all’intensità dell’attivitàfisica. È sufficiente mangiare una ba-nana per ridurre i rischi!Quando ci si muove, soprattutto se iltempo è bello e la temperatura eleva-ta, si suda molto. E con il sudore van-no via i sali minerali. Ora, i muscolisono sensibili alla diminuzione di po-tassio, che interviene chimicamentenell’atto della contrazione. Morale: seil potassio va giù, il pericolo crampo vasu. Basta reintegrare questo sale mine-rale col cibo per risolvere il problema.Dunque banane, ma anche patate. Esempre tanta acqua.In realtà, non sono solo fatica e caldoa provocare i crampi. A volte il colpe-

“LACUCINACON LAFRUTTA”

Pubblicato amaggio 2006 daTecniche Nuove(118 pagine al

prezzo di 7,90 euro), La cucina conla frutta di Giuseppe Capano è un li-bro che non è nato per propaganda-re le innumerevoli qualità nutrizio-nali della frutta ma che si prefiggedi gettare una luce nuova sull’usoche si può fare della frutta in cuci-na, in particolare nella preparazio-ne di piatti salati. Con ricette nondifficili da realizzare e di grande va-rietà. Nelle prime pagine vengono presiin esame 18 frutti, dall’anans all’u-va, e se ne da una descrizione ge-nerale, indicando anche le caratteri-stiche nutrizionali. Si legge, adesempio, che “frutto dal nettaresquisito, la pera è una pianta di an-tichissima origine la cui bontà ave-va conquistato anche il grandeOmero e intriso tutta la mitologiagreca che gli attribiuva il significatodi pomo sano e gustoso, presceltodagli dei e dagli eroi”. Perché 18 frutti e proprio quelli?L’autore spiega: “Ho preferito sele-zionare una cerchia di prodotti cheracchiudessero in sé caratteristicheprecise, distinte e quanto più possi-bile varie: la dolcezza, l’aroma agro,la consistenza di partenza e le diffe-renze dopo la cottura, la strutturagrassa o magra, la croccantezza, ilcolore, le combinazioni di sapori, lamescolanza di profumi, l’alternanzatra dolce e amaro”.Per ciascuno dei 18 frutti considera-ti l’autore presenta poi cinque ricet-te: un antipasto, un primo, un se-condo vegetariano e uno di pesce,un dessert.Giuseppe Capano è chef di cucina,scrittore e consulente alimentare,collabora con la rivista Cucina Na-turale, ed è autore di La cucina me-diterranea delle verdure, edito sem-pre da Tecniche Nuove. Il suo sito è:www.chefgiuseppecapano.it

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Redazioneviale Nino Bixio, 1/A - 37126 VeronaTel. 045.8352317 - Fax 045.8307646E-mail: [email protected]

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vole è il freddo, soprattutto di notte,che rallenta la circolazione. Per lo stes-so motivo il disturbo può discendereda posizioni del corpo innaturali e pro-tratte. In una minoranza di casi, l’ori-gine del problema sta in alcune malat-tie del sistema ormonale che colpisco-no ghiandole come ipofisi, pancreas,surrene o tiroide: possono provocareun aumento della sudorazione e delladiuresi e favorire i crampi muscolari.

Da “OK - LA SALUTEPRIMA DI TUTTO”Luglio 2006DATTI ALLA PESCA SE TISENTI TROPPO STANCOTornate dal mare così fiacchi che visembra di non farcela a sedervi a tavo-la? Addentate una pesca. Fresca e suc-cosa, vi farà sentire subito meno stan-chi. Il merito è del suo elevato conte-nuto di potassio, che svolge un’azioneregolatrice sul battito cardiaco, sullacontrazione muscolare e sull’equili-brio del sistema nervoso. Il calo diquesto micronutriente, che si perde in-sieme ai liquidi con il sudore, provocail senso di abbattimento e la percezio-ne di non riuscire a fare un passo.Ebbene, le pesche funzionano da inte-gratore naturale di sali minerali: in 100grammi di frutto (e generalmente uno,tondeggiante e sodo, ne pesa anche dipiù) si trovano 260 milligrammi di po-tassio. Mangiare tre pesche al giorno,durante la stagione calda, proteggenon solo dalla debolezza ma da altri di-sturbi comuni, come insonnia e nervo-sismo.Consiglio ancora più vivo per chi sof-fre di ipertensione e si cura con far-maci diuretici, che inducono l’elimina-zione dei liquidi con conseguente per-dita di sali minerali. Ma d’estate la pe-sca è ideale anche perché favorisce latintarella e protegge la pelle. Possiede27 microgrammi di carotenoidi (per100 grammi di parte commestibile), iprecursori della vitamina A che stimo-lano la produzione di melanina e com-battono i radicali liberi, proteggendo lapelle dall’invecchiamento precoce.Gialla o bianca, a buccia liscia o pelo-sa, dalla polpa morbida o dura, è soloquestione di gusto: dal punto di vistanutrizionale non cambia nulla. Meglioinvece eliminare la buccia, perché

trattiene con maggiore facilità polvere,smog, anticrittogamici o pesticidi.

Da “TERRA E VITA”Numero 31 - 2006LA SFIDA DELLA GDO SUPREZZI E SERVIZIDiamo la consueta occhiata a quantoc’è di nuovo nel mondo della grandedistribuzione alimentare. La prima co-sa che balza agli occhi è l’incessanteopera di internazionalizzazione dei gi-ganti mondiali. Nel 2005 per la primavolta sia Carrefour che Metro (le dueprime catene europee) hanno oltre-passato la quota del 50% del loro girod’affari all’estero. Il gigante britannicoTesco, sta preparando addirittura losbarco in territorio americano, dovedomina pressoché incontrastato il co-losso Wal Mart. Il gigante dei gigantiUsa, pur chiudendo il bilancio con unutile di “appena” 10 miliardi di dollari,ha tuttavia accusato qualche battuta diarresto nella sua espansione in Ger-mania, Inghilterra e Giappone.C’è chi si espande e chi si aggrega. Nel-l’ultimo anno sono nate sia Coopernic(di cui fa parte anche l’italiana Conadassieme alla francese Leclerc, alla te-desca Rewe e a Coop Suisse) che la su-percentrale di acquisti internazionaleAlidis (Edeka, Eroski e Intermarchè).Ma il fattore più interessante è la ricer-ca incessante da parte delle principalicatene mondiali di nuove forme di ven-dita per seguire le mutevoli esigenzedei consumatori. In Francia per rispon-dere alla sfida dei discount si stannoprovando ipermercati con assortimentie allestimenti ridotti all’essenziale eprezzi assai convenienti. L’esempio se-guito è Kaufland (Lidl&Schwarz) cheha riportato grandi successi in Germa-nia ed è in via di “invasione” di moltiPaesi dell’Est.Ma non c’è solo il prezzo.Un altro fattore è il servizio, ovvero fa-re risparmiare tempo ai clienti conpunti di vendita “vicinali” di piccola di-mensione. In questo senso si muovonole inglesi Tesco e Marks&Spencer o ifrancesi Champion e Monoprix. Neipiccoli supermercati dominano i pro-dotti “freschissimi” che vengono pro-posti integralmente a “libero servizio”con rifornimenti effettuati in manieravelocissima dai fornitori.(Duccio Caccioni)

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CorriereOrtofrutticolo KIWI

numero 9 del 2006

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Non è più redditizio come untempo, ma nel kiwi le aziendeitaliane continuano a crederci. Ead investire in nuovi impianti.Anche perché gli spazi di crescitaci sono. Soprattutto se si guardaverso i Paesi dell’Est. Mentre latemuta Cina, si sta dimostrandouna potenziale opportunità anco-ra tutta da sfruttare. L’anno scorso i prezzi sono statibaciati da un incremento del25%. Quest’anno i valori del frut-to dovrebbero riallinearsi. Ma pergli operatori del settore il rallen-tamento non va letto come unprimo segnale di crisi. Tutt’altro.“Il mercato ci offre grandi possi-bilità”, commenta GiancarloMinguzzi, dell’omonima aziendadi Alfonsine in provincia di Ra-venna, 40 mila quintali di kiwiprodotto per circa 4 milioni dieuro di fatturato. “Questo non èun frutto tendenzialmente diffi-cile - spiega - diventa difficile selo si vuole coltivare nelle zonenon vocate”. Le previsioni parla-no di un raccolto di ottima qua-lità. Forse anche maggiore diquello espresso nella stagioneprecedente. A patto che non sistacchi il frutto dalla pianta trop-po presto. “Dobbiamo produrrekiwi buoni e apprezzati dal mer-cato”, lo slogan di Minguzzi. Cosìcome vengono richiesti dai con-sumatori. Dall’Est Europa al SudAmerica fino ai Paesi orientalicresce, infatti, la fame di kiwi. Eanche le vendite interne possonoaumentare.

“Basterebbe iniziare ad impostaredelle campagne di promozionesu larga scala”, dice Nerina Bian-chi, direttrice del consorzio di Ze-vio. La struttura raggruppa dieciproduttori della zona della Bassaveronese e immette sul mercatoannualmente circa 10 mila quin-tali di kiwi. “Le uniche azioni dimarketing in Italia vengono fatteper il vino. Come se le altre colti-vazioni non fossero importanti –aggiunge -. Invece, servirebberomaggiori controlli anche da par-te del ministero dell’Agricolturasulle produzioni”. A dimostrazio-ne che l’export è una miniera d’o-ro per questo frutto, il consorziodella provincia di Verona vendeall’estero l’80% della merce. Cheprende la strada delle altre nazio-ni europee o viene imbarcata perarrivare Oltreoceano e fino alSud-Est Asiatico. “La Cina produ-ce ancora poco - afferma Bianchi- e fino ad oggi siamo sempre riu-sciti a contrastare la concorrenzadi Francia, Spagna e Grecia”. Se i guadagni della raccolta difrutta come le pesche si stannoassottigliando, tanti produttoristanno orientando la propria at-

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Kiwi, sono buone le premesse per la prossima campagna

Ma ora servono ulteriori sbocchi

In collaborazione con

Le previsioni: quantità sua fronte di una qualità ok.Gli operatori: facciamocistrada anche all’estero

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SCHEDA PRODOTTOStenzione al kiwi. In Piemonte, adesempio, quest’anno si avrà pro-babilmente un 20% in più di pro-dotto. Si corre il rischio di so-vrapproduzione? “Non ancora -assicura Giuseppe Alessandria,direttore commerciale della Gul-lino -. L’incremento del caricosulle piante ci sarà solo in alcuneregioni italiane. E si tratta di unaquantità che dovrebbe essere fa-cilmente riassorbita fuori dal-l’Europa”. L’impresa di Saluzzo,in provincia di Cuneo, grazie allasua rete di aziende agricole e for-nitori tra il Piemonte e il Lazio,movimenta 26 mila tonnellate dikiwi. Ma di queste, a livello na-zionale, non vende nemmeno unchilo. “Lavoriamo molto con l’e-stero - continua Alessandria - cheè un mercato che ci dà molta sod-disfazione”. Fuori dai confini co-munitari, però, si incontrano an-che alcune difficoltà. Per esem-pio a piazzare la merce in Paesicome la Corea del Sud e il Giap-pone. Gli Usa e la Nuova Zelandaci riescono. L’Italia no. Colpa del-la mancanza di accordi bilaterali.“Non può una cooperativa andarea trattare da sola con gli Stati -prosegue il direttore della Gulli-no -. Serve un’azione governativa,che al momento manca. E di que-sta nostra dimenticanza ne han-no approfittato altre nazioni”. LaGullino, intanto, ha investito nelLazio. Ha costruito nuovi im-pianti che entreranno in produ-zione tra breve. “Dopo aver indi-viduato la zona adatta dal puntodi vista climatico e del terrenoabbiamo iniziato la coltivazione.Sono convinto che l’aumento diproduzione verrà compensatodall’aumento dei consumi mon-diali”, conclude Alessandria. Prevede invece di commercializ-zare circa 30 mila quintali dikiwi quest’anno la Summerfruitdi Castel Bolognese, in provinciadi Ravenna. Per farlo si appog-gerà ad alcune ditte partner del-l’Emilia Romagna che operano,però, su scala internazionale. Loscopo della Summerfuit è pro-muovere e gestire il marchioSummerkiwi. Conta sulle certifi-

cazioni di qualità e sicurezza ali-mentare Brc e EurepGap. Ma ilvero punto di forza dell’azienda èil grado zuccherino della frutta,che non scende mai sotto il livel-lo richiesto dalla normativa.

“L’importante è staccare il kiwi almomento giusto”, puntualizza ilresponsabile commerciale Giam-paolo Dalpane. La produzionedella Summerfuit si estende suun’area di 70 ettari, divisa tra illago di Garda, il Friuli, il Pie-monte, la Romagna, fino ad arri-vare al Lazio e alla Calabria. Econta sull’apporto di oltre 200conferitori. “Le previsioni dellastagione per quanto ci riguardasono buone - dichiara Dalpane -.La quantità non dovrebbe disco-starsi da quella dell’anno passatocome i prezzi”. L’importante ècontinuare ad investire: “Se dia-mo ai nostri clienti un buon pro-dotto ci sono ancora molti spazidi crescita. La Russia è un merca-to che nei prossimi anni ci potràdare grosse soddisfazioni. Madobbiamo avere un prodotto vali-do”. Anche se la Cina può rappre-sentare ancora una volta la minavagante. Perché, prosegue Dalpa-ne, “alcune aziende italiane stan-no andando lì ad impiantare ilkiwi e tra qualche anno i cinesisaranno diventati autonomi”. Maprima di tutto bisogna abbatterele barriere normative presenti inEuropa. “Dal punto di vista delleregole fitosanitarie siamo ancoraindietro - conclude -. Non è possi-bile che altri Paesi possano im-portare in Ue merce trattata conprodotti che da noi non possonoessere utilizzati. O mettiamo del-le barriere doganali oppure dob-biamo rivedere le tabelle dei trat-tamenti”.

Emanuele Bonora

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Giampaolo Dalpane di Summerfruit (Castelbolognese).

L’Italia rimane primo produttore

L’actinidia (dal greco actìs -inos,raggio) è una pianta appartenen-te alla famiglia delle actinidiacee,comprendente 40 specie di arbu-sti rampicanti, rustici, a fogliecaduche, originarie dell’Asiaorientale e che cresce spontaneanelle grandi foreste lungo il Fiu-me Azzurro ed i suoi numerosiaffluenti, in Cina.La specie più nota, l’actinidiachinensis, conserva nel nome lasua terra d’origine ed è conosciu-ta anche come kiwi, termine cheindicava il nuovo prodotto prove-niente dalla Nuova Zelanda dovevive un uccello non volatile, em-blema del Paese, ribattezzato ap-punto “kiwi”.Il frutto arrivò in Nuova Zelandaall’inizio di questo secolo perpassare poi in Inghilterra e daqui negli Stati Uniti (California),in Francia e, dopo il 1970, in Ita-lia, che attualmente è il primoproduttore al mondo. Qui vienecoltivato principalmente in Emi-lia Romagna, Lazio, Piemonte,Veneto, Campania e Puglia. Ilquantitativo commercializzabilesfiora, nella Penisola, le 400 milatonnellate.

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SCHEDA PRODOTTO SUn accordo con il ConsorzioKiwiGold per la coltivazione diuna nuova varietà di actinidiamaschio della specie Chinensisdenominato “Moshan n. 4”: è que-sto il risultato della visita effet-tuata in Emilia Romagna da unadelegazione cinese dell’Univer-sità di Wuhan, capeggiata dalprofessor Huang.Alcuni anni fa, dopo un lungo emeticoloso programma di sele-zione naturale, i ricercatori diquesto ateneo hanno ottenuto ilkiwi a polpa gialla, soprannomi-nato KiwiGold e caratterizzato daalto contenuto di zuccheri (circail 17%), elevata presenza di vita-mina C (160/200 milligrammiper 100 grammi di prodotto), ot-tima fragranza, buona attitudinealla conservazione (oltre sei mesiin frigo). “Dopo cinque anni di fruttuosasperimentazione da parte dell’U-niversità di Udine - dichiara ilpresidente del Consorzio Kiwi-

Gold, Patrizio Neri - nel 2005 que-sto frutto si è affacciato sul mer-cato, facendo registrare eccellen-ti risultati in Italia, Austria, Ger-mania, Paesi scandinavi StatiUniti e Paesi Arabi, dove sonostati collocati i primi quantitati-vi”.In base all’accordo siglato conl’Università di Wuhan il Consor-zio KiwiGold ha ottenuto un con-tratto di esclusiva mondiale perla diffusione di questa nuova va-rietà impollinante di actinidia,che presenta caratteristiche par-ticolarmente interessanti: la vi-goria e soprattutto la durata dellafioritura, che raggiunge le quat-tro settimane. Una caratteristica,questa, che rende questa cultivarutile per impollinare sia il kiwigiallo Jintao, che il kiwi verdeHaiward. “L’intesa raggiunta - dice ancoraNeri - nasce dalla proficua e reci-proca collaborazione che in que-sti anni ha caratterizzato i rap-

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KiwiGold“braccio”della CinaAccordo tra il Consorzioe l’Università di Wuhanper la diffusione di una

varietà impollinante

Patrizio Neri, presidente KiwiGold

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SCHEDA PRODOTTOSporti tra l’Istituto Universitariodi Wuhan ed il Consorzio Kiwi-Gold, che si è aggiudicato, tra l’al-tro, l’esclusiva mondiale fino al2028 per la commercializzazionedel kiwi giallo della varietà Jin-tao”. Nell’ambito della “missione”in terra emiliano-romagnola, i ri-cercatori cinesi hanno poi potutovisitare gli impianti di KiwiGold,osservandone lo sviluppo ed ap-prezzando le tecniche colturalibasate su un’elevata tecnologianella gestione dell’irrigazione edella fertirrigazione e l’impiegodell’acqua come termoregolatore. Particolarmente positivo, poi, ilgiudizio sull’elevata produttivitàdegli impianti, che può raggiun-gere e superare i 300 quintali adettaro e che porterà, entro tre-quattro anni la produzione diKiwiGold del Consorzio a sfiorarei 100.000 quintali, così da tagliareil traguardo del 33% dell’intero“Progetto KiwiGold” nazionale(ossia 1.000 ettari per 300.000quintali).

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numero 9 del 2006

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Una volta c’erano mele, pere, ci-liegie poi, a partire dagli anni ‘80è divenuto talmente popolare, ilkiwi, che ormai fa parte delle no-stre produzioni frutticole di pun-ta sia per la quantità (ci alternia-mo per il primo posto al mondocon la Nuova Zelanda) sia per laqualità che ne fa una scelta im-portante sulla tavola degli italia-ni. E proprio sul kiwi continua illavoro dell’Istituto di biometeoro-logia (Ibimet) del Consiglio na-zionale delle ricerche di Bologna,con l’Osservatorio del gusto.“Da una recente indagine condot-ta dal nostro Istituto”, sottolineaStefano Predieri, ricercatore Cnre coordinatore dell’indagine, “ilkiwi risultava tra i frutti ritenutipiù salutari ma in qualche ma-niera era citato anche come “arti-

ficiale”. Abbiamo voluto vedercipiù chiaro, chiedendo ai consu-matori cosa pensano di tale frut-to”.Ci sono state circa 400 risposte alquestionario che hanno fornito

indicazioni interessanti. Un ple-biscito per l’apporto di vitamine:il 94% infatti attribuisce al fruttoun contenuto altissimo. Segnoche l’informazione relativa allaricchezza in vitamina C ha rag-giunto l’obiettivo. L’87% lo defini-sce un frutto salutare e moltoadatto ai bambini (58%). Ma è fa-cile da consumare? Sì per oltre il60%, mentre il 12% dice di no. So-lo il 15% degli intervistati lo ri-tiene un frutto “nuovo”, a testi-monianza di quanto sia ormai fa-miliare. Alla domanda sulla gra-devolezza, l’80% assicura che lo èmolto 16% che lo è mediamente,meno del 4% che lo è poco. Tutta-via se si entra nel dettaglio dellaqualità percepita, solo un terzopropone voti alti, il 55% proponeun voto medio.

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Sondaggio tra i consumatori:frutto salubre, qualità migliorabile

Interessanti risultatida un’inchiesta

condotta dall’Istituto di biometeorologia

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SCHEDA PRODOTTOS“Questo distacco - precisa Predie-ri - sembra indicare che la qualitàdel frutto potrebbe essere miglio-rata. A questo riguardo gli inter-vistati che segnalano un elevatomiglioramento del prodotto negliultimi anni sono il 30%, il 18%non è d’accordo che il prodottosia migliorato, mentre oltre il50% indica un miglioramentomedio. Si segnalano comunquemolti estimatori del frutto, che inparticolare amano consumarlocon l’aiuto di un cucchiaino do-po averlo tagliato a metà”.Ne vengono apprezzate le virtù diregolatore intestinale gradevole enaturale. C’è chi addirittura scri-ve che “il kiwi non è bello ma èuno scrigno che custodisce un te-soro di smeraldo”. Vari intervista-ti tuttavia segnalano il problemadell’acquisto di frutti che riman-gono a lungo acerbi, quindi av-vizziscono, senza raggiungeremai il un momento ottimale peril consumo. “La causa - spiega MassimilianoMagli dell’Ibimet-Cnr - viene at-tribuita alla raccolta troppo pre-coce. Il kiwi appare quindi unprodotto amato, considerato sanoe salutare. Secondo l’indagine

condotta i consumatori apprezza-no queste caratteristiche e richie-derebbero maggiori garanzie perle qualità gustative e per averefrutti che raggiungano il giustogrado di maturazione”. L’indagine sul kiwi è un’iniziati-

va dell’Osservatorio sul Gusto del-la Frutta coordinato dall’Ibimet-Cnr che ha lanciato un nuovosondaggio sulle le pesche (Perinformazioni: [email protected].).

Maicol Mercuriali

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I commenti: «Spesso sono troppo duri,andrebbero raccolti e venduti più tardi»

Ecco alcuni dei commenti proposti dai 400 partecipanti al sondaggioper capire meglio il gusto del kiwi, riportati nel sito internet del Cnr.Le critiche riguardano soprattutto la scarsa maturazione. “È un frutto che ho imparato ad apprezzare da poco; sono una persona molto sensibile all'impatto visivo e il kiwi non mi ha mai ispirato unaparticolare simpatia; poi, essendo venuta a conoscenza delle sue pre-ziose proprietà organolettiche, ho superato l’istinto e l’ho provato: è sta-to subito amore ed ora lo mangio spessissimo”; “Un frutto buono, in-teressante, gradevole ma raccolto troppo presto rispetto alla normalematurazione; il risultato è che potrebbe essere migliore se potesse ma-turare un poco di più sull’albero”; “Ahì, quelli che si comprano sonospesso duri, si aspetta si aspetta e quando si va per consumarli sonomagari stra-fatti e se ne butta la metà... Concludendo: in vendita si tro-vano al 90% kiwi in stato di scarsissima maturazione...”; “Credo che sidebba fare qualcosa per immettere sul mercato una qualità di matura-zione migliore dell’attuale, se possibile”; “Ultimamente abbiamo prova-to i kiwi bio e li abbiamo trovati molto buoni, però sono più cari...”;“Spesso sono troppo acerbi o troppo maturi, è difficile trovarli sul mer-cato alla giusta maturazione”; “Quando è troppo maturo ha un saporedi medicinale”; “Il frutto arriva sul banco del mercato ancora immatu-ro. Non si capisce se dipende dal tipo di coltura o da una mancanza digestione corretta del prodotto”; “Sarebbe molto utile sviluppare tecno-logie di presentazione che ne permettano il consumo fuori pasto”.

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INTERNET E DINTORNInu

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http://www.alibaba.com/productsearch/Kiwi_Fruit.htmlUn sito portale globale con indicazioni di importa-tori da tutto il mondo.È molto interessante la segmentazione della gammadi kiwi offerta; sono presenti diverse varietà, anchenon tradizionali, e diverse utilizzazioni del prodotto.Rintracciabilità: buonaGrafica e leggibilità: ottimaUtilità: buona

www.kiwifruit.org/Il sito del Board Californiano, più volte citato in que-sta rubrica, è probabilmente uno dei migliori siti sulkiwi presente sul web.L’evoluzione, negli anni, ha portato a presentaresempre di più i requisiti salutistici del kiwi, facendoleva sulle caratteristiche nutrizionali eccellenti diquesto frutto, documentate da ricerche mediche. Ilsito presenta una visibilità ed una grafica eccellentied è caratterizzato dalla pulizia e linearità dei conte-nuti sia grafici che dei testi.L’informazione marketing è ben equilibrata rispettoad informazioni più prettamente consumers.Rintracciabilità: ottimaGrafica: ottimaUtilità: ottima

www.mrfruitness.euÈ il sito messo a punto da Cso per promuovere i con-sumi di frutta; è soprattutto indirizzato a bambini eadolescenti.Il sito presenta interessanti indicazioni nutrizionalisul kiwi con ricette e modalità di consumo. A com-pimento conterrà divertenti videogame per impara-re ad amare la frutta. Il sito è realizzato con il finan-ziamento dell’Unione Europea.Rintracciabilità: buonaGrafica: buonaUtilità: ottima

http://news.bbc.co.uk/1/hi/health/2997292.stmDal sito della Bbc inglese una notizia poco confor-tante sul kiwi che viene indicato come causa di nu-merose allergie soprattutto nei riguardi dei bambini.Il sito merita un occhio di riguardo per l’autorevo-lezza delle informazioni contenute e la varietà di no-tizie, presentate con una chiarezza ed una leggibilitàeccellenti.Rintracciabilità: buonaGrafica: buonaUtilità: ottima

www.zespri-europe.comIl sito in versione europea di Zespri, il marchioesclusivo del kiwi neo zelandese è un perfetto mixtra informazione commerciale, rivolta ad opinionleader e stampa, e si qualifica nella sua attuale ver-sione per una straordinaria sezione dedicata ai bam-bini.È divertente, leggero, molto ricco di informazione,particolarmente accattivante. Rintracciabilità: buonaGrafica: buonaUtilità: buona

food.oregonstate.edu/a/kiwi.htmlTutto sul kiwi dallo Stato dell’Oregon. Il sito ha unastrutturazione a portale e contiene tutte le informa-zioni più richieste in tema di alimentazione. Sulkiwi è interessante l’impostazione a domande con lerisposte rimandate al link di riferimento. In questomodo il sito offre una panoramica veramente ampiae completa su tutti i link di argomento correlati rin-tracciabili su internet.Rintracciabilità: buonaGrafica: buonaUtilità: buona

www.vivaibattistini.com/kiwi_gold.htmDai Vivai Battistini una accurata descrizione delkiwi giallo, prodotto italiano che sta registrando unimportante successo commerciale.Il sito offre interessanti indicazioni su origini, storiae caratteristiche botaniche del kiwi Jin Tao.Rintracciabilità: scarsaGrafica: buonaUtilità: buona

Alessandra Ravaioli

Portali e siti per sviscerarevarietà, mercato, prospettive