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  • Confine o frontiera?

    Vivere in termini di confine o vivere in termini di frontiera implica scelte e modi diversi di rapportarci con noi stessi. Che cos un confine e che cos una frontiera? Apparentemente i due termini possono sembrare sinonimi, ma in realt nascondono, o forse rivelano, due mondi e due modi completamente diversi e contrapposti di intendere la nostra vita e il nostro rapporto con gli altri. Ancora una volta i Greci possono illuminarci ed aiutarci a capire, ancora una volta possiamo attingere alla tragedia di Sofocle: Antigone.

    Nello scontro i due fratelli si uccidono a vicenda, favorendo in questo modo lo zio Creonte, che prende il loro posto come sovrano di Tebe. Il suo primo provvedimento l'emanazione di un bando: dei due fratelli Etocle, avendo combattuto in difesa della citt, ha diritto alla sepoltura,

    I due figli di re Edipo, Etocle e Polinice, entrambi eredi al trono di Tebe, per evitare lotte per la successione, fanno un accordo: regneranno un anno ciascuno. Dopo il primo anno, toccato a Etocle, questi non vuole cedere il trono al fratello, che attacca la citt a capo di un esercito straniero.

  • Polinice invece viene considerato nemico della polis ed condannato a rimanere insepolto, in balia degli animali selvatici, e soprattutto condannato a non trovare quiete neppure dopo la morte. Per chiunque venisse colto ad agire contro tale legge la pena sarebbe stata la morte. Antigone, una delle due figlie di Edipo, e sorella di Polinice, contravvenendo al divieto decide di dare sepoltura al fratello, perch non pu accettare una simile violazione del diritto naturale di essere seppelliti.

    indistruttibili dettate dalla natura e dalla propria coscienza. Creonte la condanna ad essere sepolta viva; verr condotta presso un antro oscuro e qui rinchiusa, nonostante le proteste del figlio Emone fidanzato della fanciulla. Creonte, arrogante, lo deride e ignora le sue suppliche. Furente Emone si ritira stravolto, non dandosi pace che il padre abbia trattato cos i suoi sentimenti. Antigone si suicida. Emone disperato si trafigge e muore abbracciando il corpo della giovane. Creonte, ritorna al palazzo per apprendere che anche la moglie Euridice s' tolta la vita dopo esser stata colpita dalla notizia della morte del figlio.

    Portata davanti a Creonte, Antigone spiega la propria condotta. Lei ha ubbidito non alle leggi scritte, ma alle leggi degli di, cio alle norme non scritte e

  • La tragedia per noi significativa soprattutto per gli ultimi versi; abbiamo due posizioni contrapposte, fisse: da una parte Antigone che afferma il prevalere della legge naturale, fraterna che le impone di dare sepoltura al fratello morto, dallaltra Creonte che rivendica lassoluta necessit dellobbedienza alla legge da lui emanata:

    Chiave della felicit la saggezza, non dobbiamo fare torto agli dei. Le parole superbe degli uomini arroganti si scontano con i gravi colpi del destino e insegnano in vecchiaia a esser saggi.

    Dobbiamo imparare ad essere saggi. Sofocle non risolve il problema della correttezza, non dice chi ha ragione, dice anzi che entrambi hanno sbagliato, sono stati arroganti, si sono irrigiditi sulla loro posizione, entrambi avevano unidea, ma non si sono allargati allidea dellaltro; entrambi hanno disegnato intorno a s dei confini. Ancora chiediamoci: che cos un confine e qual la differenza rispetto a una frontiera? Diverse suggestioni, dallantica Grecia, allarchitettura giapponese, a Calvino, possono aiutarci a trovare una risposta. Pensare per confini o pensare per frontiere significa scegliere due modi di vita completamente diversi. Un confine una linea di demarcazione, una linea tracciata che pu dividere due stati, due uffici, due reparti, oppure pu essere una linea mentale, una linea che divide la posizione A dalla posizione B; potremmo immaginare A e B come se fossero Antigone e Creonte:

  • A B Antigone ha la sua verit, Creonte ha la sua verit e in mezzo c una linea invalicabile, nessuno dei due disposto ad andare dallaltra parte; il confine divide, il confine demarca.

    Il confine un muro che pu essere invalicabile

  • A B

    oppure pu avere un varco ma se io da A passo in B supero il confine, ma perdo le mie qualit, perdo il mio essere e precipito in un altro essere, divento qualcosaltro. Oppure si pu aprire unaltra possibilit

  • A B A B Pu accadere che la linea si apra, si crei spazio, sul confine non avviene niente, ma se il confine si apre e si crea uno spazio, fisico o mentale, al suo interno accadono delle cose: nella frontiera accade la vita; nella frontiera si pu entrare. Antigone e Creonte potrebbero, ma nella tragedia non lo fanno, entrare in uno spazio terzo, che non n di Antigone n di Creonte, dentro il quale possono avvenire cose decisive: A e B si confrontano, discutono, si vedono, si toccano, si riconoscono, si accorgono luno dellaltro. Mentre sul confine io rimango prigioniero di me, della mia idea della mia convinzione, sulla frontiera sono costretto ad accorgermi che c qualcun altro. Entrando nella frontiera A non rinuncia al suo punto di vista, entrando nella frontiera B non rinuncia al suo punto di vista; ma la frontiera mi chiede di allargarmi, di accorgermi che oltre alla mia esistono altre idee e convinzioni e che occorre tenerne conto, che ci sono prospettive diverse da cui lo stesso problema pu essere osservato. La frontiera mette in movimento i problemi e permette agli attori di decentrarsi, di mettersi dal punto di vista dellaltro e di scoprire ed inventare nuove soluzioni. Se noi pensiamo i problemi da che cosa voglio fare il sabato sera, a quale genere di vita voglio scegliere, a quale assetto urbanistico dare alla mia citt per

  • confini, continuiamo a sostenere le nostre posizioni cercando di convincere laltro della bont delle nostre opinioni; se invece noi pensiamo i problemi per frontiere, creiamo occasioni e spazi fisici e mentali nei quali entrare insieme e mettere in circolo le idee e i punti di vista. La frontiera non impedisce ad A e B di ritornare al loro posto, ma ci torneranno cambiati

    T U Se pensiamo per frontiere pur radicandoci in unidentit, siamo sempre disposti ad ospitare laltro. E questo pu avvenire quotidianamente in tutte le scelte della nostra vita, nei rapporti che ci vedono protagonisti. Nella frontiera mutiamo, cambiamo, ci ulteriorizziamo, perch ci arricchiamo dellaltro, perch la nostra identit si forma incontrando ci che non siamo.

    Diventiamo ci che siamo incontrando ci che non siamo.

    Ma perch ci avvenga dobbiamo creare, mentalmente e fisicamente, degli spazi dove lincontro con lalterit sia possibile. Rimanendo chiusi nella concezione del confine, questo spazio non si potr creare e la nostra vita rimarr sempre unopposizione tra vero e non vero, tra giusto e non giusto, mai un incontro e una circolazione di opinioni. Allinterno di un mondo retto solo da confini le idee sono statiche, non si crea nulla, non si sperimenta nulla, non si incontra nulla. Antigone e Creonte hanno pensato il problema di Polinice in termini di confine e sono morti e hanno

  • provocato una tragedia collettiva; non hanno creato uno spazio di incontro e di riconoscimento dellaltro; Antigone non esistita per Creonte, Creonte non esistito per Antigone. I confini possono essere utili, ma se vengono assolutizzati determinano fanatismo, dogmatismo, violenza, morte. I Greci se ne erano accorti gi 2500 anni fa: le tragedie nascono sempre da situazioni in cui qualcuno si irrigidisce sulle sue posizioni, in cui non si scopre la possibilit di allargarsi allaltro.

    Luomo fatto per vivere allinterno di frontiere Erodoto, uno dei primi grandi storici dellantichit greca, ci racconta che intorno al 480 A.C. il piccolo stato della Grecia viene invaso dalle armate persiane del re Serse. Ma quando il grande esercito di Serse arriva in prossimit della Grecia si trova di fronte allo stretto di mare che divide lEuropa dalla Turchia, lEllesponto.

  • [In greco la striscia di mare si definisce con il termine , ("poros", passaggio), da cui la nostra parola poroso, qualcosa che pu essere attraversata] Serse, invece di mettere in mare le sue navi per attraversare fa una scelta diversa. Racconta Erodoto:

    da Abido, muovendo verso questo promontorio, i Persiani costruivano i ponti, quelli che ne avevano avuto lincarico; uno di laucolino i Fenici e uno di papiro gli Egiziani. Da Abido alla localit posta di fronte ci sono sette stadi. Quando lo stretto fu munito di ponti una grande tempesta sopravvenne e interruppe tutti quei lavori e li distrusse

    Serse invece di attraversare lo stretto, lo cancella costruendo un ponte, immaginando che lo stretto sia coperto da ununica superficie; non accetta che ci sia uno spazio terzo tra una sponda e laltra, e la tempesta distrugge i ponti, e Serse reagisce da idiota:

    quando Serse lo seppe si indign profondamente e ordin che lEllesponto venisse percosso con trecento colpi di sferza e che fosse gettato nel mare un paio di ceppi; ho pure udito che mand insieme anche dei marchiatori per imprimere un marchio sullEllesponto

    Il grande re padrone del mondo, marchia il mare che si ribellato ai suoi ponti e lo fa frustare, lo fa mettere in catene.

    e imponeva che nel percuoterlo con le verghe, coloro che lo frustavano pronunciassero parole barbare e sacrileghe. O, acqua amara il sovrano ti impone questa

  • pena perch lo offendesti senza aver sofferto da parte sua nessuna ingiuria, eppure il re ti varcher, e giustamente a te nessuno degli uomini offrir sacrifici perch sei una corrente torbida e salsa"

    Serse, trovandosi di fronte al mare, cio ad una realt diversa, ad uno spazio terzo che richiederebbe altri strumenti per essere vissuta, lo fa ricoprire con un ponte, cio annulla la diversit tra le due sponde, ma il mare si ribella; Serse non accetta che esista uno spazio poroso, pensa per confini; vorrebbe che un unico confine attraversasse il mondo, quello del suo impero, vorrebbe inglobare tutto. I Greci definivano Ulisse (pantoporos, pieno di risorse); Ulisse era famoso per essere astuto, capace di risolvere ogni situazione, capace di uscire dalle situazioni pi strane, potremmo dire che Ulisse era un essere di frontiera, perch aveva la capacit di uscire dai propri confini e di abitare le diverse zone di frontiera che incontrava durante i suoi viaggi. La caverna del Ciclope una zona di frontiera, la maga Circe, le Sirene sono zone di frontiera.

    La nostra vita intessuta di zone di frontiera

    E intessuta di zone strane, di alterit che vanno abitate, in cui possiamo incontrare il diverso soltanto se lo rispettiamo e se con lui sappiamo parlare. Per allargare il nostro orizzonte proviamo a confrontare due esempi di strutture urbanistiche dellantichit:

  • Questa una porzione della pianta una delle pi antiche citt che larcheologia ci ha restituito, Katak Huyuk nel sud dellAnatolia, lodierna Turchia. Rispetto ad una citt moderna mancano le strade, le piazze; le case erano senza finestre, addossate luna allaltra e le aperture erano sul tetto da cui si entrava nelle abitazioni.

    ogni tassello complementare allaltro ma non lascia nessuno spazio tra s e gli altri:

    In questa citt non cera nessuno spazio pubblico. Si tratta di una citt costruita per confini. Ogni casa ha solo confini, non ha frontiere, quasi come avviene con i tasselli di un puzzle, dove

  • Una concezione urbanistica invece assolutamente lontana dal concetto di confine quella dellantica citt di Atene, in particolare dell'Agor, quella parte che contemporaneamente era piazza del mercato e centro della vita pubblica al tempo di Socrate e Platone. Il termine "agor" deriva dal verbo "agrein" - che significa "radunarsi" - e designava l'assemblea dell'intera cittadinanza.

    La grande differenza che si tratta di uno spazio vuoto, ma vuoto non significa inutile, uno spazio che rappresenta una possibile frontiera per i cittadini. LAgor il luogo intorno al quale sono posizionati gli edifici del potere, gli edifici del culto, prima ancora delledificazione del Partenone.

  • Ci sono le stoa, cio i porticati dove la gente cammina, porta le merci da vendere, si incontra; uno spazio al centro, tholos, dove si riunisce la Boul, cio il consiglio dei cinquecento; ci sono i templi.

  • Ma nellAgor non si va solo per pregare gli dei o per occuparsi di politica e partecipare alle riunioni: lAgor uno spazio di scambio, di incontro; nellAgor si vende, si va per imparare perch proprio in questo spazio che i filosofi presocratici e Socrate stesso tengono le loro discussioni ed i loro incontri; nellAgor si va semplicemente per incontrare laltro. LAgor il luogo della vita pubblica. E la cosa fondamentale ed importante il vuoto: i Greci inventano il vuoto, uno spazio non occupato dagli edifici ma destinato allincontro, inventano il concetto di frontiera che permetter loro di elaborare il concetto di democrazia. Senza quello spazio fisico i Greci non avrebbero concepito la democrazia che fondata sullincontro, sullo scambio, sul con-fronto, non sul con-fine. Anche etimologicamente il confine ha a che fare col finis, cio col limite, mentre la frontiera si affaccia su qualcosa che altro.

    diverse: un luogo di perfetta frontiera, di cui si scopre la funzione solo vivendola e che ciascun abitatore riempie di

    Unaltra suggestione utile ci offerta dallarchitettura giapponese, ed in particolare da quella parte dellabitazione chiamata tokonoma, uno spazio tra due stanze che non ha la funzione di permettere il passaggio, ma di far respirare le due stanze, uno spazio senza una sua funzione, ma che pu essere riempito a seconda degli abitatori dalle funzioni pi

  • significato incontrando se stesso e gli altri. Allora possiamo affermare che dietro il concetto di frontiera c il concetto di libert, che non significa fare ci che si vuole, ma aprirsi margini, poter respirare, poter essere ulteriori; i giapponesi ritengono che un oggetto artistico abbia bisogno di spazio per poter respirare e nel takonama c sempre un vaso, un dipinto, un fiore: uno spazio, una stanza che permette alle cose e alle persone di respirare. Sempre nella casa giapponese c uno spazio tra linterno e lesterno lengawa , pensato come spazio di tra, uno spazio di

    frontiera tra linterno e lesterno; non un muro, non segna esattamente il confine tra ci che dentro e ci che fuori, ma permette di essere vissuto come luogo di stranezza, dove ci si pu sentire contemporaneamente dentro e fuori.

  • Grande lattenzione e la cura che i Giapponesi hanno per i giardini che sono attraversati da sentieri di pietra, ma la loro disposizione implica che ogni pietra non sia attaccata allaltra, ma che tra una pietra e laltra ci sia uno spazio di ma o di frontiera; anche le pietre, per permettere il passaggio a colui che percorre il sentiero, devono respirare, devono avere degli spazi di frontiera. Per definire una persona stolta i Giapponesi usano il termine manuke cio colui che manca di ma, una persona troppo attaccata alle sue concezioni, che pensa sempre di aver ragione;

  • una persona che pensa sempre in termini di vero-non vero, s-no, giusto-non giusto, una persona che manca di spazio, che manca di frontiera perch non incontra mai nessuno, e quindi uno sciocco.

    inumano possa esistere. Quando Ulisse e i suoi compagni arrivano nella sua caverna, Polifemo li uccide, li mangia, perch non conosce il concetto di ospitalit. Lospitalit uno stupendo luogo di frontiera. Col termine ospite si definisce sia chi ospita, sia chi ospitato, sia chi apre la porta allo straniero, sia lo straniero che arriva. Lospitalit un luogo strano, un luogo mentale, un modo dessere perch si possono ospitare persone, ma anche idee, concezioni, punti di vista; ma per ospitare necessario abitare in una concezione mentale di frontiera, perch se si alzano dei muri, come possibile incontrare laltro? Se non c respiro, se non c quella terra strana dove io posso entrare ma pu entrare anche laltro, non accade assolutamente nulla; chi non ha frontiera e vive

    Per i Greci il termine idiota non significa stupido, ma separato, incapace di rapportarsi agli altri. E un idiota chi vive prigioniero delle proprie concezioni, delle proprie idee, delle proprie verit. I Ciclopi vivevano ciascuno nella propria caverna, gli uni separati dagli altri, indifferenti gli uni agli altri, capaci soltanto di badare agli affari propri. Per i Greci i Ciclopi rappresentano lopposto dellumanit, ci che di pi

  • di confini molto spesso diventa un dogmatico, un fanatico, un violento. Infatti Polifemo bada solo ai suoi interessi, quando ha fame mangia, non si pone il problema di chiedere a coloro che ha davanti chi sono, qual la loro storia. Perch schiavo di se stesso; non ha creato intorno a s uno spazio di frontiera e di incontro e quindi non mai curioso, la sua vita gli basta, si sente autosufficiente. La prospettiva della frontiera ci fa sentire incompleti: ed nella frontiera che io incontro laltro che mi pu aiutare a sentirmi completo, che mio complementare. La vita ci offre occasioni di frontiera, ma necessario saperle cogliere; chi sbadiglia , chi non in posizione di ascolto, perde occasioni di vita. Hanna Arendt, filosofa del 900, nel testo Che cos politica ci dice:

    In democrazia si tratta dellesperienza per cui nessuno, da solo e senza compagni, pu comprendere adeguatamente nella sua piena realt tutto ci che obiettivo, in quanto, se da solo, le cose gli si mostrano e gli si rivelano sempre in ununica prospettiva, conforme e intrinseca alla sua posizione nel mondo. Se quella persona vuole vedere e fare esperienza del mondo cos come per davvero, pu farlo solo considerandolo come una cosa che comune a molti, che sta tra loro, che li separa e unisce, che si mostra a ognuno in modo diverso, e dunque diviene comprensibile solo se molti ne parlano insieme e si scambiano e confrontano le loro opinioni e prospettive. Soltanto nella libert di dialogare il mondo appare quello di cui si parla. Vivere in un mondo reale e parlarne insieme agli altri sono in fondo una cosa sola e ai Greci la vita privata appariva idiota

  • Per conoscere veramente le cose necessario vederle da ogni punto di vista e tener conto delle diverse prospettive. Creonte e Antigone hanno guardato un problema il cadavere di Polinice e ognuno ha proiettato su di esso la propria verit tratta dalla propria prospettiva, senza curarsi di completarla con la prospettiva dellaltro. Allora che cosa vuol dire vivere la democrazia? Vuol dire vivere la nostra vita come luogo di frontiera in cui necessariamente, se voglio vivere e conoscere il mondo, abbiamo bisogno del punto di vista dellaltro, altrimenti resteremo sempre legati alla nostra prospettiva. Perch I Greci hanno inventato lo spazio libero dellAgor? Perch persone portatrici di punti di vista diversi si incontrino e permettano al mondo di venire alla luce. Democrazia non significa mettere una scheda in unurna, vivere costantemente in una dimensione di frontiera in cui il mio punto di vista si incontra con quello di altri per capire il mondo, perch ciascuno da solo inevitabilmente prigioniero della propria prospettiva e se non incontra la prospettiva dellaltro il mondo non viene alla luce. Per i Greci la democrazia una necessit epistemologica, cio una necessit per conoscere il mondo. Ma per poter conoscere il mondo abbiamo bisogno di fare spazio, di uno spazio vuoto, abbiamo bisogno di non sentirci stretti da confini, abbiamo bisogno di poter stare in un luogo dove possano entrare anche gli altri, fisicamente e intellettualmente.

    Se rimaniamo nella nostra privatezza siamo idioti Secondo i Greci colui che non partecipa alla vita pubblica, non un uomo che fa solo i suoi interessi, ma un uomo perfettamente inutile a se stesso e agli altri. Chi esce dal gioco del confronto delle prospettive inutile, non aiuta la conoscenza delle cose.

  • Se crediamo a questo, sappiamo che veniamo costantemente chiamati a partecipare al gioco della costruzione del mondo. Sempre da Che cos politica di Hanna Arendt:

    Ai sensi della polis luomo politico nella sua particolare distinzione era anche il pi libero, poich, grazie al suo discernimento e alla sua facolt di tenere conto di tutte le posizioni, aveva la massima libert di movimento.

    Siamo davvero liberi quando abbiamo libert di movimento, cio quando possiamo vedere tutti i lati delle cose. La libert di movimento e di pensiero implica laiuto dellaltro che ci offre la sua prospettiva, o implica la nostra capacit di decentrarci e di vedere le cose anche da altre prospettive, e per farlo dobbiamo adottare una prospettiva di frontiera ed entrare in uno spazio terzo in cui i punti di vista sono meno fissi;

    una cosa pu mostrarsi sotto molti aspetti soltanto se vi sono molti ai quali essa appare da prospettive sempre diverse

    Ci che conta non trovare la verit, ma cercarla insieme; ci che ci fa uomini andare insieme alla ricerca della verit. I Greci addirittura avrebbero detto che non volevano trovare la verit perch ci li avrebbe privati delloccasione di scambio e di confronto. Trovare la verit significa diventare arroganti e superbi, esattamente quello che hanno fatto Creonte e Antigone. Essi non hanno voluto girare attorno a Polinice, non lhanno guardato da diverse prospettive, e hanno creato sofferenza e morte.

  • Il singolo nel suo isolamento non mai libero; pu diventare libero solo se mette piede sul terreno di frontiera della polis, e l agisce. Pensare di essere liberi da soli significa essere degli illusi. La libert non trae mai origine dallinteriorit delluomo, che si tratti della sua volont, del suo pensiero, del suo sentire, ma da ci che sta in mezzo, dal tra che si crea soltanto dove si radunano molte persone e che pu sussistere soltanto finch esse rimangono insieme, cio finch vivono la dimensione della frontiera. Che impatto pu avere tutto ci di fronte al difficile ed impegnativo problema dellallargamento dellEuropa? Noi abbiamo con le nuove persone da poco giunte in Europa occasioni di creare frontiere oppure di creare dei confini, e di conseguenza spostare i confini dellEuropa semplicemente un po pi in l. Se vediamo nellaltro sempre solo un problema, un pericolo, anche se questo pu a volte accadere, non vivremo mai la frontiera. Il concetto di frontiera pu essere avvicinato al concetto di occasione, ed vero che le occasioni possono a volte nascondere un pericolo; ma laltro pu essere unoccasione per crescere, cambiare, confrontarsi. Il problema concettualmente non lo viviamo solo con gli extra comunitari, ma paradossalmente lo possiamo vivere anche con gli Europei, se li consideriamo altri . Il problema : laltro vissuto in una logica di confine oppure possiamo costruire modalit, sicuramente complesse perch non si pu n si vuole banalizzare, di convivenza allinterno di una logica di frontiera? Questo il discrimine concettuale: scelgo lindirizzo del confine, oppure scelgo lindirizzo della frontiera. Il confine pi semplice e a volte pu anche essere necessario, ma ci fa rimanere chiusi in noi stessi. La frontiera ci offre infinite opportunit, ma a volte anche dei rischi, perche nel luogo di

  • mezzo, nella frontiera siamo indifesi, siamo aperti, abbiamo abbassato le nostre difese. Ovviamente si tratta di una scelta esistenziale difficile, ma decisiva perch d un indirizzo a tutta la nostra vita. Da Le citt invisibili di Italo Calvino:

    A Smeraldina, citt acquatica, un reticolo di canali e un reticolo di strade si sovrappongono e sintersecano. Per andare da un posta ad un altro hai sempre la scelta tra il percorso terrestre e quello in barca: e poich la linea pi breve tra i due punti a Smeraldina non una retta ma uno zigzag che si ramifica in tortuose varianti, le vie che saprono ad ogni passante non sono soltanto due ma molte, e ancora aumentano per chi alterna traghetti in barca e trasbordi allasciutto. Cos la noia a percorrere ogni giorno le stesse strade risparmiata agli abitanti di Smeraldina. E non tutto: la rete dei passaggi non disposta su un solo strato, ma segue un saliscendi di scalette, ballatoi, ponti a schiena dasino, vie pensili. Combinando segmenti dei diversi tragitti sopraelevati o in superficie, ogni abitante si d ogni giorno lo svago dun nuovo itinerario per andare negli stessi luoghi. Le vite pi abitudinarie e tranquille a Smeraldina trascorrono senza ripetersi. A maggiori costrizioni sono esposte, qui come altrove, le vite segrete e avventurose. I gatti di Smeraldina, i ladri, gi amanti clandestini si spostano per vie pi alte e discontinue, saltando da un tetto allaltro, calandosi da unaltana ad un verone, contornando grondaie con passo da funamboli. Pi in basso, i topi corrono nel buoi delle

  • cloache luno dietro la coda dellaltro insieme ai congiurati e ai contrabbandieri: fanno capolino dai tombini e da chiaviche, svicolano per intercapedini e chiassuoli, trascinano da un nascondiglio allaltro croste di formaggio, mercanzie proibite, barili di polvere da sparo, attraversano la compattezza della citt traforata dalla raggera dei cunicoli sotterranei. Una mappa di Smeraldina dovrebbe comprendere, segnati in inchiostri di diverso colore, tutti questi tracciati, solidi e liquidi, palesi e nascosti. Pi difficile fissare sulla carta le vie delle rondini, che tagliano laria sopra i tetti, calano lungo parabole invisibili ad ali ferme, scartano per inghiottire una zanzara, risalgono a spirale rasente un pinnacolo, sovrastano da ogni punto dei loro sentieri daria tutti i punti della citt.

    Smeraldina una citt di frontiera, i canali e le strade si intersecano, le occasioni di incontro per chi si sposta si moltiplicano per terra e per canali, e ogni giorno litinerario pu essere cambiato: gli incontri cambiano le persone. Naturalmente ci sono percorsi e incontri pi difficili e pericolosi, si pu andare verso luoghi e persone sconosciute i topi corrono nel buio e i ladri si muovono con passo da funamboli -, ma la citt si lascia attraversare e traforare dai cunicoli e dagli incontri. E le rondini dallalto dei loro sentieri daria possono vedere tutti i punti della citt. (Foro della Cultura Europea: Incontro del filosofo prof. Albero Peretti con gli studenti del LiceoBellini di Novara)