comunicato stampa - villaggioglobaleinternational.it · amalteo, domenico tintoretto, bernardino...

4
DAL 27.01.2017 COMUNICATO STAMPA RINASCE PALAZZO FULCIS, IL NUOVO MUSEO DI BELLUNO, MAGNIFICA DIMORA DELL’ARTE COMUNE DI BELLUNO con il patrocinio di: Tremila metri quadrati di spazio espositivo distribuito su cinque piani e articolato in 24 stan- ze; stucchi e affreschi settecenteschi recuperati; un allestimento rispettoso ed emozionante: a Belluno torna a splendere Palazzo Fulcis destinato a nuova sede della collezione d’arte del Museo Civico, dopo un attento restauro finanziato da Fondazione Cariverona e costato circa 8 milioni di euro e un accurato progetto museografico. Bartolomeo Montagna, Domenico Tintoretto, Matteo Cesa, Andrea Brustolon, Marco e Sa- bastiano Ricci, Ippolito Caffi, ma anche le preziose collezioni di porcellane, i rari bronzetti e le placchette rinascimentali, la raccolta di disegni e le incisioni di altissimo pregio hanno ora una nuova casa. Oltre 600 opere della collezione dei Musei Civici di Belluno – una delle più antiche di tutta la regione – dal Medioevo al Novecento, saranno ospitate dal 27 gennaio 2017 nelle rinnovate e funzionali sale di Palazzo Fulcis, uno degli edifici più importanti del Settecento veneto. Belluno si arricchisce così di un nuovo spazio museale, già di per sé un’opera d’arte, destinato a diven- tare il gioiello culturale delle Dolomiti. Per celebrare l’apertura di Palazzo Fulcis non poteva tuttavia mancare il grande Tiziano, nativo del Cadore; ed ecco allora l’omaggio alla città di un prestigioso museo internazionale. Direttamente dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo – per la prima volta in Italia, dopo oltre centocinquanta anni – giunge a Belluno fino al 1 maggio 2017 la celebre “Madonna Bar- barigo”, opera realizzata dal maestro intorno agli anni Cinquanta del XVI secolo. Dopo il lungo ed eccezionale restauro concluso da pochi mesi, che ne ha rivelato la sorpren- dente qualità originale, il magnifico dipinto, amato da Tiziano tanto da conservarlo in casa pro- pria fino alla morte, sarà affiancato a due opere dello stesso soggetto provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest e dalla Galleria degli Uffizi di Firenze. Ecco il nuovo Palazzo Fulcis: un grande palazzo per l’arte. RECUPERO E FUNZIONALIZZAZIONE DELL’EDIFICIO SETTECENTESCO: UN MUSEO TRA STUCCHI E DECORI L’apertura del Museo Civico di Belluno nel restaurato Palazzo in Via Roma, alla fine di Piazza Vittorio Emanuele e giusto di fronte allo storico Teatro Comunale, segna un momento parti- colarmente importante per la città dolomitica, che sta ripensando la cultura e l’identità del territorio e la sua offerta alla luce di una serie di interventi strutturali in atto nel cuore di Bel- luno: non solo il Fulcis ma anche il restauro in corso di Palazzo Bembo, la futura apertura del Museo archeologico, i lavori di ristrutturazione dell’Auditorium Comunale nell’antico Palazzo dei Vescovi-Conti, a creare un triangolo della cultura assolutamente unico.

Upload: trinhcong

Post on 16-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: COMUNICATO STAMPA - villaggioglobaleinternational.it · Amalteo, Domenico Tintoretto, Bernardino Licinio, Francesco Frigimelica o Palma il Giovane, ... tracciato, il Riposo durante

dal 27.01.2017

COMUNICATO STAMPARinasce Palazzo Fulcis, il nuovo Museo di Belluno, MagniFica diMoRa dell’aRte

COMUNE DI BELLUNO

con il patrocinio di:

Tremila metri quadrati di spazio espositivo distribuito su cinque piani e articolato in 24 stan-

ze; stucchi e affreschi settecenteschi recuperati; un allestimento rispettoso ed emozionante:

a Belluno torna a splendere Palazzo Fulcis destinato a nuova sede della collezione d’arte del

Museo civico, dopo un attento restauro finanziato da Fondazione cariverona e costato circa 8

milioni di euro e un accurato progetto museografico.

Bartolomeo Montagna, Domenico Tintoretto, Matteo Cesa, Andrea Brustolon, Marco e Sa-

bastiano Ricci, Ippolito Caffi, ma anche le preziose collezioni di porcellane, i rari bronzetti e

le placchette rinascimentali, la raccolta di disegni e le incisioni di altissimo pregio hanno ora

una nuova casa.

Oltre 600 opere della collezione dei Musei civici di Belluno – una delle più antiche di tutta la

regione – dal Medioevo al novecento, saranno ospitate dal 27 gennaio 2017 nelle rinnovate e

funzionali sale di Palazzo Fulcis, uno degli edifici più importanti del Settecento veneto. Belluno

si arricchisce così di un nuovo spazio museale, già di per sé un’opera d’arte, destinato a diven-

tare il gioiello culturale delle Dolomiti.

Per celebrare l’apertura di Palazzo Fulcis non poteva tuttavia mancare il grande Tiziano, nativo

del cadore; ed ecco allora l’omaggio alla città di un prestigioso museo internazionale.

direttamente dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo – per la prima volta in Italia, dopo

oltre centocinquanta anni – giunge a Belluno fino al 1 maggio 2017 la celebre “Madonna Bar-

barigo”, opera realizzata dal maestro intorno agli anni cinquanta del Xvi secolo.

dopo il lungo ed eccezionale restauro concluso da pochi mesi, che ne ha rivelato la sorpren-

dente qualità originale, il magnifico dipinto, amato da tiziano tanto da conservarlo in casa pro-

pria fino alla morte, sarà affiancato a due opere dello stesso soggetto provenienti dal Museo di

Belle arti di Budapest e dalla galleria degli uffizi di Firenze.

ecco il nuovo Palazzo Fulcis: un grande palazzo per l’arte.

RECUPERO E FUNZIONALIZZAZIONE DELL’EDIFICIO SETTECENTESCO: UN MUSEO TRA STUCCHI E DECORI

l’apertura del Museo civico di Belluno nel restaurato Palazzo in via Roma, alla fine di Piazza

vittorio emanuele e giusto di fronte allo storico teatro comunale, segna un momento parti-

colarmente importante per la città dolomitica, che sta ripensando la cultura e l’identità del

territorio e la sua offerta alla luce di una serie di interventi strutturali in atto nel cuore di Bel-

luno: non solo il Fulcis ma anche il restauro in corso di Palazzo Bembo, la futura apertura del

Museo archeologico, i lavori di ristrutturazione dell’auditorium comunale nell’antico Palazzo

dei vescovi-conti, a creare un triangolo della cultura assolutamente unico.

Page 2: COMUNICATO STAMPA - villaggioglobaleinternational.it · Amalteo, Domenico Tintoretto, Bernardino Licinio, Francesco Frigimelica o Palma il Giovane, ... tracciato, il Riposo durante

il recupero di Palazzo Fulcis, residenza settecentesca di una delle famiglie più in vista della città,

attestata a Belluno fin dal trecento e iscritta al consiglio dei nobili dal 1512, è stato affidato allo

studio arteco di verona e la sua destinazione a sede delle collezioni civiche, conservate dal 1876

ad oggi nel Palazzo dei giuristi (1664) in Piazza duomo, è il risultato di un progetto museografi-

co e museologico che ha visto operare in stretto rapporto il conservatore del Museo denis ton

e l’architetto progettista antonella Milani.

da un lato, si è trattato di recuperare un edifico storico di alto pregio, che nel cortile ha anche

svelato una notevole necropoli longobarda.

interessato da interventi decorativi già agli inizi del Settecento – quando Pietro Fulcis nel 1702

ottenne il titolo di cavaliere di Malta – il Palazzo fu oggetto di un importante ampliamento nel

1776 attuato dall’architetto valentino alpago novello che, in occasione delle nozze di gugliel-

mo Fulcis con la contessa trentina Francesca Migazzi de vaal, realizzò l’elegante facciata su

via Roma, creò i due monumentali portali d’accesso, dotò il Palazzo di un imponente scalone

e di una grandiosa sala d’onore, qualificando in vario modo gli spazi interni con decorazioni a

stucco e straordinari pavimenti in seminato a motivi rococò.

la volontà di mantenere il più possibile intatta la struttura originaria, riportando alla luce tanti ele-

menti dell’epoca, ha ora permesso di restituire i delicati decori del piano nobile e gli affreschi

che arricchiscono il soffitto del “Grande Salone” a doppia altezza, opera di costantino cedini

– tra i più significativi artisti del secondo settecento – così come quelli di fine ottocento che

animano altri ambienti del palazzo.

Recuperati anche i pavimenti originali con motivi a rocaille e pure gli stucchi tardo barocchi

che rendono emozionante l’alcova e che risultano coevi a quelli bellissimi dal famoso “cameri-

no Fulcis”: quest’ultimo – nonostante gli sforzi – non è ancora acquisito agli spazi museali (una

parte dell’articolato edificio è ancora appartenente a privati), ma si spera di poterlo inserire pre-

sto nel percorso trattandosi dell’ambiente da cui provengono le tele più significative di Seba-

stiano Ricci presenti nelle collezioni civiche, tra cui la potente e grandiosa Caduta di Fetonte,

opera iconica del Museo di Belluno che si attende di poter ricollocare nel camerino.

dall’altro lato, l’esigenza di adeguamento funzionale del Palazzo ha portato a soluzioni tecni-

che e distributive che hanno interessato soprattutto il settore ovest del complesso che, sotto-

posto nel tempo a modifiche e manomissioni di vario tipo, non presentava particolari qualità. in

particolare, oltre ai necessari impianti di sicurezza e condizionamento, è stato creato un nuovo

sistema distributivo con la realizzazione di una scala principale e di un ascensore trasparen-

te che consente ai visitatori di accedere a tutti piani. in questo modo lo scalone d’onore, che

serve principalmente il primo piano, potrà consentire l’accesso diretto del pubblico al Salone

centrale – spazio prestigioso del Museo – anche al di fuori del percorso di visita, per eventuali

eventi e conferenze.

LA SFIDA MUSEOGRAFICA: INTEGRARE LE COLLEZIONI A UN CONTESTO ARCHITETTONICOFORTEMENTE CONNOTATO E CONDIZIONANTE

il vero obiettivo del progetto museografico è stato quello d’inserire in modo adeguato le diver-

sificate collezioni civiche in uno spazio architettonico fortemente connotato – e condizionante

in alcuni casi l’allestimento e il percorso museale – utilizzando elementi il più possibile leggeri,

garantendo al tempo stesso la migliore conservazione e fruizione delle opere e la leggibilità del

contesto.

la volontà d’integrazione ha portato a scegliere, per i dipinti che lo rendevano necessario, cli-

5 PIANISTUCCHI

AFFRESCHIdel ‘ 700

mq. 3.000 24 STANZE

Page 3: COMUNICATO STAMPA - villaggioglobaleinternational.it · Amalteo, Domenico Tintoretto, Bernardino Licinio, Francesco Frigimelica o Palma il Giovane, ... tracciato, il Riposo durante

maframe dotati di cornice lignea dorata anziché semplici climabox, per assecondare la fasci-

nazione dello spazio settecentesco e la natura di pinacoteca storica, oppure pannelli colorati

– molte volte non a parete dati i decori degli ambienti – per richiamare in un ideale confronto

i fondali e le tappezzerie tipiche di gallerie storiche, “gesto museografico autentico – come

lo definisce denis ton – e non meramente mimetico, ed anzi riconoscibile e perfettamente

reversibile“.

scelta obbligata in questo contesto, oltre all‘esposizione del lapidario nel cortile del Palazzo

(stemmi nobiliari, iscrizioni, decori architettonci) e ad un percorso non sempre rettilineo anche

se altamente suggestivo, è stata l’esposizione al terzo piano – in un ambiente completamente

diverso dal resto del Museo, destinato alle esposizioni temporanee e alla didattica – del ciclo

delle tre tele di sebastiano Ricci provenienti dal “camerino d’ercole”: in assenza degli ambienti

originari, in cui si auspica possano venire ricollocate, questo era infatti l’unico spazio con altez-

ze tali perché la spettacolare tela di Fetonte potesse esser posta a parete e resa visibile, scelta

temporanea condivisa con la competente soprintendenza.

NUCLEI COLLEZIONISTICI E UNA PINACOTECA STORICA IN UN PERCORSO RICCO DI SUGGESTIONI: DA MATTEO CESA A DOMENICO TINTORETTO, DA MARCO RICCI AD ANDREA BRUSTOLON

i nuovi e ampi spazi museali hanno infatti reso possibile innanzitutto l’esposizione di nuclei col-

lezionistici e di opere prima sacrificate o non esposte, a causa degli spazi limitati del Palazzo

dei giuristi, seguendo uno sviluppo, a partire dal primo piano, il più possibile cronologico o per

fondi collezionistici, questi ultimi collocati soprattutto nell’ala nord-orientale dell’edificio.

Qui, il visitatore troverà la collezione Zambelli con una delle raccolte di porcellane del Sette-

cento più importanti del Veneto, la collezione di gioielli Prosdocimi Bozzoli, le matrici xilogra-

fiche della tipografia Tissi e, a rotazione, il materiale delle ricche raccolte grafiche del museo,

che ora dispone di uno spazio consono per valorizzare sia i notevoli disegni – dall’eccezionale

album di Andrea Brustolon ai lavori di diziani, fino ai fogli di demin e Paoletti – sia le importanti

stampe della collezione, tra le quali si segnala, ad esempio, il fondo Alpago-Novello (oltre 1400

fogli), per il quale è in corso un progetto di catalogazione sistematica.

il percorso del Museo è modulato in base alla natura e alla consistenza, nei diversi periodi, della

collezione civica, che sostanzialmente si è formata attraverso donazioni, a partire dalla raccolta

di dipinti del medico bellunese antonio giampiccoli nel 1872.

INCISIONI BRONZETTI PLACCHETTEPORCELLANE

Page 4: COMUNICATO STAMPA - villaggioglobaleinternational.it · Amalteo, Domenico Tintoretto, Bernardino Licinio, Francesco Frigimelica o Palma il Giovane, ... tracciato, il Riposo durante

così gli inizi dell’arte bellunese, nel Quattro e Cinquecento, sono testimoniati dall’opera di Si-

mone da Cusighe (compresi due pannelli di un polittico smembrato recentemente acquisiti sul

mercato antiquario) e di Matteo Cesa, con l’importante episodio degli affreschi della Caminata;

dalle bellissime tavole della fine del Quattrocento (due eccezionali Madonne con il Bambino) di

Jacopo da Montagnana, uno degli artisti più importanti per la diffusione nella terraferma veneta

del linguaggio rinascimentale di giovanni Bellini e antonello da Messina; dai lavori di Pomponio

Amalteo, Domenico Tintoretto, Bernardino Licinio, Francesco Frigimelica o Palma il Giovane,

fino alla raccolta di bronzetti e di placchette di Florio Miari, che conserva alcuni degli esemplari

più importanti della bronzistica italiana.

tuttavia è l’arte del seicento e soprattutto del sette e ottocento il cuore delle collezioni della città

cantata da Buzzati.

nelle stanze al secondo piano dell’edificio è possibile seguire il racconto di queste stagioni, nel

quale non solo sono state messe in evidenza le personalità più importanti ma anche dove sono

stati enucleati alcuni temi conduttori nodali per la storia dell’arte a Belluno: il genere del paesag-

gio, dove Marco Ricci, Antonio Diziani e Giuseppe Zais prima e Ippolito Caffi e Alessandro Seffer

poi hanno creato opere di importanza nazionale; il tema dell’intaglio ligneo e della terracotta

preparatoria per tale produzione, che in Andrea Brustolon – ricordato da Honoré de Balzac nel il

cugino Pons (1847) come il “Michelangelo del legno” – e in Valentino Panciera Besarel vide due

esponenti di primo livello; la scultura dell’Ottocento e le tematiche risorgimentali e del ritratto.

sempre al secondo piano, in una dei corridoi coperti e affacciati sul cortile, per godere al meglio

della luce naturale e nel contempo obbligare a quella visione ravvicinata per la quale erano stati

pensati, è pure esposta la raccolta di tavolette votive della chiesa di sant’andrea, che consente un

vero viaggio nel tempo, dal cinquecento all’ottocento, nella devozione e nei costumi del popolo

di Belluno.

LE OPERE DI SEBASTIANO RICCI, GRANDE PROTAGONISTA DEL ROCOCO’ IN EUROPA: A BELLUNO LA RACCOLTA MUSEALE PIU’ IMPORTANTE IN ITALIA

infine un discorso a sé merita Sebastiano Ricci che – nato a Belluno nel 1659 ma attivo nel nord

come nel sud dell’italia, ma anche in inghilterra e in Francia – fu protagonista di primo piano

della trasformazione della pittura europea, dalla stagione barocca a quella rococò.

La pazienza di Giobbe, ancora seicentesca e forse legata a un qualche ciclo decorativo non rin-

tracciato, il Riposo durante la fuga in Egitto espressione di uno stile nuovo e più libero, da collo-

care probabilmente durante il periodo inglese, La Testa della Samaritana proveniente dal perduto

ciclo di villa Belvedere a Belluno (1718), e Il satiro e la famiglia del contadino, testimonianza della

produzione matura e della maniera ‘di tocco’ sviluppata da Ricci sono inserite nel percorso mu-

seale mentre, come dicevamo, le tre opere provenienti dal Camerino Fulcis sono al momento

esposte al terzo piano. Il sottotetto dell’edificio, opportunamente recuperato per gli uffici, la

biblioteca, la didattica e come area per le esposizioni temporanee, era il granaio del complesso.

Qui venivano stivate le derrate alimentari, come si può desumere dalla scritta sull’intonaco da-

tata 1778, e qui si potranno ammirare la monumentale Caduta di Fetonte, l’Ercole e Onfale,

e l’Ercole al bivio, capolavori pittorici che esprimono il genio di Sebastiano Ricci, in attesa

dell’acquisizione e del restauro dell’ambiente originale per il quale furono concepiti: “il più bel

camerino del Settecento europeo” – come fu definito – degno di un palazzo di così grande

prestigio e di un museo davvero unico.