classificazione degli studi tossicologici
TRANSCRIPT
CLASSIFICAZIONE DEGLI STUDI
TOSSICOLOGICI
The science of Toxicology helps people makeinformed decisions and balanceRISKS vs. BENEFITS
The study found the
highest levels of
pesticide residues in
peaches, apples,
pears…….
AND Spinach.
TIPI DI STUDI TOSSICOLOGICI: quelli che valutano
Tossicità generale:
➢acuta: singola somministrazione;
➢a breve termine (dosi ripetute): 14-28 giorni;
➢prolungata (10-25 % della vita dell’animale, subcronica): 3-6 mesi (nel ratto)
➢cronica (> 50% della vita): 1-2 anni nel ratto (in genere studi di cancerogenesi)
Tossicità specifica:teratogenesi, riproduttiva, mutagenesi, cancerogenesi, immunitaria, locale, comportamentale
In termini di esposizione umana:
➢gli studi acuti ‘rappresentano’ l’esposizione dovuta ad incidenti (es. Bhopal, metilisocianato) o a sovradosaggi accidentali o volontari.
➢gli studi subcronici ‘rappresentano’ l’esposizione (a livelli più bassi di quelli dovuti ad incidenti) frequente a sostanze di uso professionale (es. solventi) o domestico (es. detergenti), a additivi alimentari, farmaci e inquinanti ambientali;
➢gli studi cronici ‘rappresentano’ giornaliera, per tutta la vita, di additivi alimentari, residui di pesticidi nel cibo e nell’acqua ecc.
La durata degli studi dipende dall’esposizione prevista nell’uomo.
Per i farmaci:
Durata del trattamento Durata degli studi di tossicità
1 giorno (una o più dosi) 2 settimane (subacuta)
7 giorni 4 settimane (subacuta)
30 giorni tre mesi (subcronica)
> 30 giorni 6 mesi (cronica)
6 mesi e più (anche non continuativi;es. farmaci per allergie stagionali, ansiolitici)
anche studi di cancerogenesi (18-24 mesi)
TOSSICITA’ ACUTAL’EFFETTO INSORGE NELL’ORGANISMO ANIMALE IN SEGUITO ALLA ESPOSIZIONE(IV, SC, OS,dermica) AD UNA SOLA DOSE DI AGENTE TOSSICO O A PIU’ DOSI RIPETUTE IN UN TEMPO NON SUPERIORE ALLE 24 ORE.
Spesso la dose è unica e alta, oppure il tossico è molto potente.
L’esposizione per via inalatoria viene definita acuta quando si protrae per un tempo abbastanza breve(max 4-6 ore)
L’end-point è la morte dell’animale (DL50)
Studi di tossicità acuta
✓Singola somministrazione (o più somministrazioni in 24 ore). Osservazioni fino a 14 giorni dalla somministrazione: mortalità, segni clinici di tossicità.
✓Due diverse vie di somministrazione una delle quali identica a quella proposta nell’uomo, mentre l’altra deve garantire l’assorbimento sistemico del farmaco
✓Esame anatomo-istopatologico degli organi
✓Sono richiesti dalle Autorità Regolatorie per nuove sostanze chimiche, farmaci, pesticidi.
Obiettivi degli studi di tossicità acuta:
✓ Curve di letalità e relativi parametri (DL50, pendenza e forma della curva)
✓ La DL50 o intervallo in cui cade la DL50 è la stima quantitativa della potenza tossica della sostanza indicazioni sulla tossicità acuta nell’uomo (intossicazione accidentale o volontaria, sovradosaggio) sui valori limiti e sulle precauzioni.
✓Identificazione degli organi/sistemi bersaglio. Curve dose-risposta per effetti tossici a carico di specifici organi/sistemi.
✓Definire le dosi da usare negli studi di tossicità ripetuta o subacuta.
Classificazione UE (Etichettatura delle Sostanze pericolose)
DL50 orale, ratto (mg/kg)
DL50 cutanea, ratto o coniglio (mg/kg)
CL50 inalatoria
ratto (mg/lt/4 ore)
Classe di tossicità
25 50 0,5 Molto tossico
25 - 200 50 – 400 0,5 – 2 Tossico
200 – 2.000 400 – 2.000 2 - 20 Nocivo
Sostanze con DL50 maggiori non hanno bisogno di etichettatura.
La classificazione impone precauzioni nella lavorazione, trasporto ecc. delle sostanze.
I valori di DL50 possono essere utilizzati per calcolare i limiti di esposizione acuta in condizioni di emergenza (TEELs, Temporary Emergency Exposure Limits) e altri limiti di esposizione e x classificare le sostanze tossiche.
TOSSICITA’ SUBACUTA
SUBACUTA o A BREVE TERMINE con esposizioni ripetute per un mese o poco meno: 14-28 giorni
prevedono 3-4 somministrazioni a tre dosi• tossica • non tossica• intermediaLe sperimentazioni vengono effettuate:• somministrando tre dosi a gruppi diversi di animali (nel
caso dei roditori, 20 animali per gruppo, di cui 10 maschi e 10 femmine
• utilizzando due specie di mammiferi (ratto, cane, maiale) di cui una di roditori
I Tre livelli di dose devono essere così suddivisi:
La più elevata deve far comparire effetti tossici d’organo o mortalità in non più del 10% degli animali;
La minore permette di fissare il margine di tolleranza (effetto farmacologico);
La intermedia è la media fra la dose maggiore e la minore;
TOSSICITA’ SUBACUTA
SUBCRONICA o PROLUNGATA con esposizioni ripetute per il 10-25 % della vita dell’animale: 3-6 mesi nel ratto, 1 anno nel beagle.
La loro predittività si è dimostrata uguale a quella di studi di più lunga durata (cronici, 1-2 anni nel ratto), tranne che per gli effetti cancerogeni
Hanno come obiettivi quelli di:
determinare la natura degli effetti tossici e gli organi bersaglio
determinare NOAEL e LOAEL x studi a lungo termine
TOSSICITA’ SUBCRONICA
Si utilizzano:
• Animali adulti di entrambi i sessi
• Specie animali diverse
• Numero minimo 10 animali
• 3 livelli di dose (dose più alta non deve dare più del 10% di mortalità)
• Conoscere emivita sostanza (bioaccumulazione)
Si evita, per quanto possibile, di usare vie di somministrazione traumatiche. Quella più usata è quella orale, con la sostanza mescolata al cibo o all’acqua.
Esposizioni inalatorie per lunghi periodi sono complesse.
TOSSICITA’ SUBCRONICA
Parametri controllati nella tossicità subcronica
-Esame delle urine (chetonuria, porfirinuria, emoglobinuria, ematuria, glicosuria, pressione osmotica, cristalli, cellule di sfaldamento, pH).
-Chimica clinica (livelli plasmatici di bilirubina, creatina ecreatinina, colinesterasi, acidi grassi, colesterolo, LDLP
e HDLP, glicemia, azotemia, elettroliti, acido urico, proteine totali e frazionate, immunoglobuline, creatin-fosfochinasi, colinesterasi, lattico deidrogenasi, fosfatasi alcaline ed acide, transaminasi, amilasi).
-Ematologia ematocrito, emoglobina, conte di GR e GB, con eventuale formula leucocitaria, piastrine, misure di
coagulazione.- Esame autoptico al termine del test
Esposizioni ripetute > 50% della vita dell’animale: 2 anni nel ratto; 18 mesi nel topo (in genere associata a studi di cancerogenesi)
• Tre livelli di dose:
• La maggiore deve dare segni di tossicità
• La minore ben tollerata e se possibile, da 2 a
10 volte superiore a quella giornaliera prevista per l’uso terapeutico,
• La intermedia sia la minima dose in grado di
indurre il primo chiaro effetto tossico.
TOSSICITA’ CRONICA
Si eseguono in modo analogo a quelli di tossicità subcronica con l’eccezione del periodo di esposizione che è superiore ai 3 mesi: nei roditori varia da 6 mesi a 2 anni mentre per specie diverse è in genere di ≥1 anno ed è funzione del periodo in cui avverrà l’esposizione nell’uomo. Se l’agente tossico è un farmaco che si suppone venga utilizzato per un breve periodo (es antibiotici) basta un’esposizione di 6 mesi. Se l’agente è ad es un additivo alimentare a cui potenzialmente l’uomo può essere esposto per tutta la vita dovranno essere eseguiti studi per tutto il periodo di vita degli animali (due anni in media nel topo e nel ratto).
TOSSICITA’ CRONICA
Obiettivi degli studi di tossicità cronica
1. effetti cumulativi o a lunga latenza, sulla durata di vita e sulla incidenza di patologie degenerative
2. cancerogenesi (prevalenza delle neoplasie in generale,
aumento della malignità o del numero di tumori per
individuo, comparsa di patologie rare)
Identificazione di un NOEL e di un LOEL
NOEL (No Observed Effect Level) = Rappresenta il più alto livello (concentrazione o dose) al quale non si è osservato alcun effetto.
LOEL (Lowest Observed Effect Level) = Rappresenta il più basso livello (concentrazione o dose) al quale si è osservato un effetto. Come il NOEL, deve sempre essere riferito alle specifiche condizioni sperimentali.
Dosi utilizzate per studi di tossicità cronica
Per composti relativamente non tossici si usano dosi 100-200 volte più elevate di quelle previste nell’uomo.
Per composti per i quali queste dosi sono troppo alte (mortalità prima della fine dello studio) la dose più alta è la massima dose tollerata (MTD), che si determina in genere negli studi di tossicità sub cronica ed è la dose che in uno studio subcronico di 90 giorni provoca una riduzione dell’aumento di peso non superiore al 10% e che produce un qualche effetto tossico ma non causa mortalità né riduce la durata di vita dell’animale.
Le altre dosi sono in genere ½ e ¼ della dose più alta.
L’utilizzo di dosi decisamente più alte di quelle a cui è esposto l’uomo, è dovuto alla impossibilità di usare un elevato numero di animali necessario per eseguire uno studio con le dosi che in genere si riscontrano nella popolazione umana al fine di produrre un numero misurabile dell’effetto tossico in gruppo non troppo numeroso di animali es 40-50 per dose.
In genere si sacrificano gruppi di animali anche a tempi intermedi. Ad es.: per studi a 2 anni si eseguono sacrifici ed esami a 6, 12 e 18 mesi.
Dosi utilizzate per studi di tossicità cronica
MAIN ROUTES OF EXPOSURE
Inhalation
Ingestion
Skin contact
Injection
•The route of exposure may be important if there are tissue-specific toxic responses.
•Toxic effects may be local or systemic
Vie di somministrazione
Gli effetti ottenuti con una via di somministrazione non sono a priori applicabili ad altre vie. E’ importante utilizzare la via di esposizione prevista nell’uomo.
Via orale (per os): è la più semplice e quindi la più utilizzata. La sostanza viene mescolata al cibo o aggiunta all’acqua. Occorre verificare compatibilità, stabilità e accettabilità.
Vie parenterali (iniettive). Sono in genere limitate a studi acuti o a breve termine, per i possibili danni e lo stress causato dalle somministrazioni.
Molta importanza riveste la formulazione e precisamente:
volume somministrato (limitato dalla taglia dell’animale)veicolo (acqua, salina, oli vegetali, glicole propilenico).
Via inalatoria. Tecnicamente più impegnativa ma necessaria per sostanze volatili ed aerosol.
Nel caso delle sostanze volatili si possono generare i vapori attraverso due metodi.
a. Metodo statico: il liquido da testare viene posto nella camera di esposizione e lasciato equilibrare tutti i componenti volatili si accumulano (fino a saturazione) nella fase vapore.
b. Metodo dinamico: il liquido da testare viene posto esternamente alla camera di esposizione: si fa passare aria, che viene convogliata alla camera.
La scelta del metodo può influenzare la composizione in impurezze del vapore inalato. Con i metodi dinamici i componenti più volatili (impurezze) sono presenti nella fase vapore in misura percentualmente minore rispetto al vapore generato con metodo statico.
Vie di somministrazione
Specie animali e ceppoSi utilizzano una o più specie con metabolismo dello
xenobiotico simile all’uomo (sono quindi necessari studi preventivi o conoscenze sul metabolismo di composti
strutturalmente correlati).Bisogna prestare attenzione anche al ceppo utilizzato
perché vi possono essere ceppi particolarmente sensibili o particolarmente resistenti per fattori metabolici (sovra-espressione o carenza di particolari enzimi).
E’ importante che gli animali siano stabulati in condizioni ottimali e controllate di T, umidità relativa, ciclo luce/buio. Cibo ed acqua devono rispondere a standard di qualità. Alcuni tipi di tossicità infatti variano se l’animale è stabulato in gabbia individuale o in gruppo.
Condizioni di stabulazione
Studi di tox specifici: linee guida internazionali
per lo studio della tossicologia del sistema
riproduttivo
Medicamento Composto chimico
Segmento 1
(fertilità,embriotossicità)
Segmento 2
(teratogenicità)
Segmento 3(studio peri- epostnatale)
Teratogenicità
Studio di una generazione
Studio di due generazioni
Segmento IV studi multigenerazionali
Studi di tossicità specifici:tossicità riproduttiva
Studia gli effetti sfavorevoli sul sistema riproduttivo maschile e femminile che possono risultare dall’esposizione ai tossici.
I test indirizzati alla valutazione della fertilità e della capacità riproduttiva si eseguono sui ratti (20 animali per sesso e per dose) utilizzando due o tre dosi della sostanza in esame e nessuna di queste deve produrre tossicità nella madre.
Ai maschi la sostanza si somministra per 60gg prima dell’accoppiamento mentre alle femmine per 14 gg prima dell’accoppiamento, durante la gestazione e anche nel periodo dell’allattamento.
Studi di tossicità specifici:tossicità riproduttiva
In genere si valuta: la percentuale di femmine che rimangono gravide, il n° di animali nati morti e di quelli vivi il peso, la crescita, la sopravvivenza e le condizioni
generali dei neonati durante le prime 3 settimane di vita.
Embryos can be vulnerable to low concentrations of teratogen
100
% e
ffect
Log [Dose]
Teratogenic
effect
Embryo
lethality
Maternal
toxicity
Footnotes:
1. Teratogens usually have a general toxicity
2. But: distinguish between general toxicity and specific formation of defects
3. Maternal toxicity can be much lower. In some cases (eg thalidomide in humans),
there is no maternal toxicity
4. Teratogenicity can be very variable in different mammals
Embryonic period and fetal period
in rat
Critical periods in developmentaltoxicology
Studi di tossicità specifici:teratogenesi
Studia gli effetti indotti nel periodo che va dal concepimento alla nascita dell’individuo.
Le linee guida correnti per questi studi prevedono l’uso di due specie di cui una non roditore (in genere il coniglio). Le sostanze teratogene sono più efficaci se somministrate nel primo trimestre di gravidanza cioè nel periodo dell’organogenesi.
Gli animali (12 conigli e 24 ratti o topi per gruppo) sono generalmente esposti ad una di tre dosi durante l’organogenesi ed i feti prelevati mediante taglio cesareo un giorno prima di quello stimato per la nascita.
Studi di tossicità specifici:teratogenesi
L’utero si asporta si pesa e si valuta: il n° dei feti vivi il n° dei nati morti il n° dei riassorbitiI feti vivi si pesano e dell’intera cucciolata metà si esamina
per rilevare eventuali anomalie scheletriche mentre la restante metà per eventuali anomalie dei tessuti molli.
Spesso si studia anche la tossicità perinatale e postnatale. Inquesto genere di test l’agente in esame si somministra alla madre ad
iniziare dal 15° giorno di gravidanza fino alla fine del periodo di allattamento e si determina:
l’effetto sul peso dei neonati alla nascita sulla sopravvivenza sulla crescita dell’animale durante le prime 3 settimane di vita.
In alcuni casi si eseguono degli studi multigenerazionali per studiare gli effetti sul sistema riproduttivo, spesso in sostituzione di quelli peri-natali e post-natali.
In questo tipo di esperimenti si utilizzano gruppi di 25 maschi e 25 femmine di 30-40 gg di età ed almeno tre livelli di dose.
La sostanza si somministra per tutto il periodo dell’allevamento (circa 140gg), della gestazione e dell’allattamento. Ai neonati (generazione F1: esposti alla sostanza in utero e durante l’allattamento) si continua la somministrazione attraverso la dieta. Gli animali della generazione F1 vengono fatti accoppiare a circa 140gg di età (25 maschi e 25 femmine) e daranno origine alla generazione F2 che continuerà a ricevere la sostanza nella dieta.
Studi di tossicità specifici:studi multigenerazionali
Studi di tossicità specifici:mutagenicità
Per mutagenesi si intende la comparsa di una mutazione nel genoma di una cellula che può essere trasmessa durante la divisione cellulare.
Le mutazioni possono riguardare un singolo gene, porzioni del genoma o l'intero corredo cromosomico.
Se le mutazioni avvengono in una cellula somatica (cellula non germinale) queste non saranno ereditabili ma saranno presenti in tutte le cellule da essa derivate per mitosi.
Se le mutazioni sono presenti nelle cellule delle linee germinali o gameti (spermatozoo e ovulo) che vanno incontro a divisioni meiotiche, sono ereditate dalle generazioni successive e possono eventualmente provocare malattie genetiche ereditarie.
Se al momento della fertilizzazione sono presenti delle mutazioni (ovulo/spermatozoo) la combinazione del materiale genetico non può avvenire e si può avere la morte durante i primi stadi della divisione cellulare dell’embrione.
La mutazione presente nel materiale genetico può non avere effetti immediati durante l’embriogenesi ma può determinare la morte del feto in un periodo successivo, inducendo l’aborto.
Studi di tossicità specifici:mutagenicità
Effettoimmediato
Effettoritardato
Per determinare un potenziale effetto cancerogeno spesso si usano i test di mutagenesi perché l’evento iniziale della cancerogenesi chimica sembra essere una mutazione.
Numerose sono le procedure in vivo e in vitro messe a punto per valutare le capacità mutagene degli agenti chimici.
Il test di mutagenesi più utilizzato è comunque quello di Ames.
Studi di tossicità specifici:mutagenicità
I prodotti chimici che causano tumori negli animali possono causare tumori nell’uomo.
Anche se questa associazione non può stabilire se tutti gli agenti e le miscele che causano il cancro negli animali da esperimento possono causare il cancro anche nell’uomo, tuttavia in assenza di dati adeguati nell’uomo, è biologicamente plausibile e prudente considerare agenti e miscele per i quali vi è sufficiente evidenza di cancerogenicità in animali da esperimento, come possibili cancerogeni nell’uomo”(IARC 1994-2000) come si può desumere dal “principio precauzionale”
Studi di tossicità specifici: cancerogenicità
Studi di tossicità specifici: cancerogenicità
I test devono essere eseguiti su due diverse specie e su entrambi i sessi con gruppi di 50 animali per dose e con un’esposizione il più vicino possibile alla durata della vita. In tali studi è importante la scelta dei ceppi di ratti e di topi, il numero delle dosi ed il loro livello.
Si va a valutare:➢un incremento nel numero dei tumori in un particolare
organo➢ induzione di tumori rari➢ induzione precoce (latenza più corta) dei tumori più
frequentemente riscontrabili➢e/o aumento nel numero totale dei tumori osservati.
Problemi di questo tipo di studio?
Esistono serie perplessità sulla possibilità diconsiderare le prove biologiche prodotte utilizzandoroditori come un “buon indice”nella predizione delrischio umano di cancerogenesi. I tumori potrebberoaumentare soltanto dopo l’uso della dose più alta chenormalmente è uguale o vicina alla dose che causatossicità sistemica. Va inoltre considerato che,anche in assenza di tossicità, le alte dosi possonoindurre effetti differenti da quelli indottidall’esposizione a dosi basse.
I migliori studi x evidenziare la cancerogenicità di un composto rimangono quindi quelli di tipo
epidemiologici.
Qualitativa
Quantitativa
ADME
Probabilità di osservare effetto tox nella popolazione
SOSTANZA
Studi di tossicità Studi epidemiologici Relazione Studi di ecotossicologia Caratteristiche fisiche
sperimentale Farmacovigilanza struttura-attività e chimiche
IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’
Tossica Simile a carcinogeni Persistente nell’ambiente Esplosiva
noti Tossico per vita acquatica Infiammabile
STIMA
DELL’ESPOSIZIONE
VALUTAZIONE DEL RISCHIO1
ANALISI RISCHIO/BENEFICIO
1 Il concetto di Rischio è diverso da quello di pericolosità.
DECISIONI NORMATIVE
PROIBIZIONE FISSARE LIMITI DATI INSUFFICIENTI
RIFIUTO AUTORIZZAZIONE E PRECAUZIONI NECESSITA’ DI
ULTERIORI STUDI
Limiti massimi per i residui (cibi, farmaci ecc.)
Limiti di sicurezza occupazionali (solventi volatili, polveri)
Limiti dei livelli nell’aria, nell’acqua
Precauzioni per l’uso e la conservazione
CONTROLLI. VERIFICA DELLE DECISIONI NORMATIVE. STUDI POST-MARKETING
Controlli e verifiche: analisi di campioni (cibi, aria, acqua ecc.), ispezioni ecc.
Studi post-marketing: farmacovigilanza.
Rischio= pericolo × esposizione PERICOLO
Proprietà caratteristica di un agente o una situazione che ha la potenzialità di causare effetti avversi quando un organismo, sistema o (sotto)popolazione è esposta a quell’agente
RISCHIO
La probabilità di avere un effetto avverso in un organismo,
sistema o (sotto)popolazione causato dall’esposizione in
circostanze specificate a un agente
La valutazione del rischio costituisce un punto nodale nel processo di fissazione dei Limiti Massimi di Residui.
I pericoli sono minacce per gli uomini e i rischi sono misure quantitative (o stime) del danno agli uomini
OBIETTIVI DEGLI STUDI TOSSICOLOGICI ANIMALI
ACUTI E SUBACUTI determinazione della DL50
SUBCRONICI E CRONICI NOEL/NOAEL, LOEL/LOAEL
Valutazione del rischio
Calcolo dell’ADI
Composti non cancerogeni e/o cancerogeni nongenotossici.
Per questi composti esiste una dose soglia, al di sottodella quale l’effetto tossico non si manifesta.
Gli studi animali forniscono i valori di NOEL e LOEL
Variazione degli effetti = variazione dellecurve dose/risposta e delle dosi soglia
VALUTAZIONE DEL NOEL
Il NOEL (No Observed Effect Level) è la dose senza effetto (in mg/kg di peso corporeo)
rivelata da studi a lungo termine su più specie animali. In genere si utilizza il NOEL
relativo alla specie animale che si è rivelata essere più sensibile, dove cioè l’effetto
tossico si manifesta alla dose più bassa.
La determinazione del
NOAEL è condizionato dal
protocollo sperimentale cioè
dal numero di animali, il tipo
di risposta osservata
(sensibilità), dal metodo di
analisi e specialmente dalla
selezione ed ampiezza delle
dosi. Infatti si potrebbero
avere dei NOAEL diversi da
due studi “identici” per uno
stesso end-point che
differiscono solo per le dosi
scelte
NOEL e LOELEntrambi questi valori sono però ampiamente criticati, perché
legati al piano sperimentale: le concentrazioni LOEL e NOEL sono semplicemente identificate con le concentrazioni sperimentalmente utilizzate e non con punti reali della relazione causa – effetto. Ad esempio, se la sperimentazione prevedeva concentrazioni (unità arbitrarie) pari a 1000, 500, 250, 125, 62,5 e 0 (controllo) e se l’analisi statistica indica che la concentrazione 62,5 non è distinguibile dal controllo, ma la concentrazione 125 dà un effetto statisticamente significativo, si avrebbe LOEL = 125 e NOEL = 62,5. Non si ha però nessuna indicazione nel campo compreso tra 62,5 e 125. Una successiva sperimentazione, con concentrazioni 100 – 75 – 50, 25, 0, potrebbe, infatti, produrre una NOEL di 25 ed una LOEL di 75, e così via cambiando il piano sperimentale.
Per lo stesso motivo, anche il valore soglia è impossibile da determinare sperimentalmente.
Valutazione dell’esposizione
Determinare il livello di esposizione dellapolazione attraverso la determinazione della:
Dose esterna(concentrazioneambientale, dieta etc)
Dose interna
Caratterizzazione del rischio
ADI= dose giornaliera accettabileUna posizione ottimistica potrebbe utilizzare l’eguaglianza
ADI=NOEL, ma non si terrebbe conto del fatto che l’uomo è potenzialmente diverso anche dagli animali più affini.
L’ADI serve per poter definire gli LMR che sonoessenziali per la gestione del rischio. Il rispetto dei LMRgarantisce, infatti, che l’assunzione complessiva di residuiattraverso la dieta non superi l’ADI anche tenendo contodi possibili “picchi” di esposizione per eccesso delconsumo. Un aspetto importante è che l’ADI assicura un’adeguata protezione non solo rispetto ad un ipoteticoindividuo medio, ma a eventuali sottogruppi di popolazioneche possono essere particolarmente suscettibili a quellaspecifica molecola (ad es., nell’infanzia la popolazione èriconosciuta particolarmente suscettibile a diversemolecole con effetti sul sistema immunitario, endocrino,nervoso ecc.).
Relazione tra ADI e LMR
Calcolo LMRVengono effettuati degli studi sperimentali controllati (trial)
condotti secondo le condizioni d’uso previste.
Si basa sull’assunzione che i valoridei residui ottenuti da provesperimentali si distribuisconosecondo una distribuzione normale.Determinazione della media, della DSe dei valori dei residui massimi ad untempo “t”. Questo permette dicalcolare l’LMR ad un certo intervallodi raccolta o viceversa un intervallodi raccolta per un valore di LMRfissato. Si escludono outliers.
Metodo I:
I risultati provenientidagli studi sui residui nonseguono una distribuzionenormale. Servono almenodati provenienti da 8studi. Non vengono esclusigli outliers.
Metodo II:
Calcolo LMRNella pratica il calcolo dei LMR, con entrambi i metodi, viene
eseguito con l’ausilio di un software. Il processo decisionale viene effettuato successivamente sulla base dei valori ottenuti, in
genere la tendenza è quella di approssimare per eccesso i dati ottenuti.
REGOLA
GENERALE
Se le stime
dell’esposizione a
breve e a lungo
termine sono
minori
dell’ADI/ARfD
allora i rischi per
l’uomo sono
considerati
accettabili.
I livelli di residuo osservati sono espressi in mg di sostanza attiva per Kg
di pianta/latte/carne ecc.
…cosa ne sarà
dell’uomo?????
Se l’uomo è quello
che mangia e non si
pone un rimedio ai
rischi da residui…..
?? ?
?