centro studi c.n.i. 27 gennaio 2017 · sole 24 ore 27/01/17 p. 39 gli avvocati partecipano...

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Centro Studi C.N.I. 27 gennaio 2017

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Centro Studi C.N.I. 27 gennaio 2017

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 27 gennaio 2017

Pagina I

APPALTI

Appalti, massima trasparenzaItalia Oggi 27/01/17 P. 42 Matteo Barbero 1

Riforma, subappalti da rivedereItalia Oggi 27/01/17 P. 43 Andrea Mascolini 2

PERITI INDUSTRIALI

Professionalizzanti tra un annoItalia Oggi 27/01/17 P. 39 3

COMMISSIONE GRANDI RISCHI

Quelle mancate convocazioni alla «Grandi rischi»Sole 24 Ore 27/01/17 P. 6 Mariano Maugeri 4

ALTA VELOCITÀ

Torino-Lione, sì definitivo Ora parte la fase operativaSole 24 Ore 27/01/17 P. 10 Filomena Greco 6

PROTEZIONE CIVILE

Un equilibrio difficile per la protezione civileCorriere Della Sera 27/01/17 P. 24 Goffredo Buccini 7

AVVOCATI

Gli avvocati partecipano all'alternanza scuola-lavoroSole 24 Ore 27/01/17 P. 39 Vincenzo Rutigliano 8

EPPI

Venti anni al fianco degli iscrittiItalia Oggi 27/01/17 P. 39 9

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE

Per sbloccare la fusione Fs-Anas ipotesi decretoSole 24 Ore 27/01/17 P. 3 11

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L'intelligenza artificiale? Fa salire la produttività del 40%Corriere Della Sera 27/01/17 P. 38 Fabio Savelli 12

TECNOLOGIA E AMBIENTE

Anche le mail inquinano dobbiamo imparare a ottimizzare la postaCorriere Della Sera 27/01/17 P. 24 Massimo Sideri 13

Lo prevede il decreto dei it. In attesa della piattaforma Anac, resta la pubblicazione in G.U.

ppalti, massima traspare nzaAvvisi e bandi vanno ancora pubblicati sui quotidiani

Pagina a curaDI MATTEO BARBERO

onfermato l'obbligodi pubblicare avvisi ebandi di gara sui quo-tidiani con modalità

differenziate a seconda dell'og-getto e dell'importo. E quanto,in estrema sintesi, prevede ildm Infrastrutture 2 dicembre2016, pubblicato sulla GazzettaUfficiale n. 20 del 25 gennaio2017 (si veda ItaliaOggi diieri). Il provvedimento dà at-tuazione all'articolo 73, comma4, del nuovo codice dei contrat-ti pubblici (dlgs 50/2016).Taledisposizione ha rimesso a undecreto del ministro delle in-frastrutture e dei trasporti,d'intesa con l'Anac, la defi-nizione degli indirizzi e dellemodalità di pubblicazione, «an-che con l'utilizzo della stampaquotidiana maggiormentediffusa nell'area interessata».Nelle more, l'art. 9, comma 4,del decreto mille proroghe (dl244/2016) aveva prorogato ladisciplina precedente (art. 66,comma 7, del dlgs 163/2006),disponendone il superamento

proprio a decorrere dall'entra-ta in vigore del «decreto di cuiall'articolo 73, comma 4».

Per gli avvisi e i bandi di im-porto superiore alla soglia dicui all'art. 35, comma 1, letteraa) del codice (ossia 5,2 milionidi euro per i lavori, 209.000euro per servizi e forniture), èrichiesta la pubblicazione perestratto su almeno due deiprincipali quotidiani a diffu-sione nazionale e su almenodue a maggiore diffusione lo-cale nel luogo ove si eseguonoi contratti.

Per i lavori o concessioni diimporto inferiore alla predettasoglia (5,2 milioni di euro), masuperiore a 500.000 euro, bastapubblicare il bando o l'avviso,sempre per estratto, su almenouno dei principali quotidiani adiffusione nazionale e su alme-no uno a maggiore diffusionelocale

Per gli altri affidamenti(lavori di importo inferiorea 500.000 euro, servizi e for-niture di importo inferiore a209.000 euro), sarà un succes-sivo decreto a disciplinare lemodalità di pubblicazione; nel

frattempo , continuerà ad ap-plicarsi la disciplina attuale,che non impone la pubblicitàsui quotidiani.

La pubblicazione sui giornalidovrà avvenire dopo 12 giornidalla trasmissione alla Gaz-zetta Ufficiale delle ComunitàEuropee, ovvero dopo cinquegiorni da detta trasmissionein caso di riduzione dei termi-ni di cui agli articoli da 60 a63 del codice , e, per gli appaltidi lavori di importo compresofra 500.000 e 5,2 milioni dieuro, entro cinque giorni dal-la pubblicazione avente valo-re legale. Il decreto prevedela pubblicità obbligatoria suiquotidiani anche degli avvisidi postinformazione relativiagli appalti aggiudicati, sem-pre con le medesime modalitàdifferenziate previste per ban-di e avvisi : per i lavori, soprasoglia comunitaria , occorre lapubblicazione per estratto sualmeno due quotidiani a dif-fusione nazionale e su almenodue quotidiani a diffusione lo-cale dopo dodici giorni, o cinquegiorni in caso di urgenza, dallatrasmissione alla Guce; per ilavori sotto soglia di importomaggiore o uguale a 500.000euro , bastano un quotidianoa diffusione nazionale e unoa diffusione locale. Gli avvisidi postinformazione relativi alavori sotto soglia comunitariadi importo inferiore a 500.000euro possono essere pubblica-ti solo sull'albo pretorio del co-mune dove si eseguono i lavorientro 30 giorni dal decreto diaggiudicazione.

Il provvedimento ha anchecura di precisare che, ai finidella pubblicazione su quoti-diani locali , per area interes-satasi intende il territorio dellaprovincia cui afferisce l'oggettodell'appalto e nell'ambito delquale si esplicano le compe-tenze dell'amministrazioneaggiudicatrice.

Confermata , infine , la normache impone all'aggiudicatarioil rimborso delle spese per lapubblicazione obbligatoria de-gli avvisi e dei bandi di garaentro il termine di 60 giornidall'aggiudicazione . Con unanota diffusa ieri , intanto, ilministero delle infrastruttureha specificato che la piatta-forma telematica Anac desti-nata alla pubblicazione saràdisciplinata con apposito attodell'Anac pubblicato in Gazzet-ta Ufficiale e che fino alla pienaoperatività di tale piattaformasi continui con la pubblicazionedi avvisi e bandi sulla GazzettaUfficiale della Repubblica Ita-liana , serie speciale relativa aicontratti pubblici , e sulla stam-pa quotidiana . Circa gli effettigiuridici della pubblicazionedei bandi e degli avvisi, ag-giunge il ministero , è stabilitoche, fino alla piena operativitàdella piattaforma Anac, conti-nuino a decorrere dalla data dipubblicazione nella GazzettaUfficiale o, per gli appalti dilavori di importo inferiore a500.000 euro , dalla data dipubblicazione nell'albo preto-rio del comune dove si eseguo-no i lavori.

Appalti Pagina 1

Richieste di modica del nuovo codice dei contratti da parte dei cosiddetti settori speciali

Riforma, sdelle attività negoziali legatoalla mancanza di esperienzanell'applicazione delle nuoveprocedure così come discipli-nate nel nuovo quadro norma-tivo, che comunque il gruppoferroviario ha iniziato ad ap-plicare anche in assenza delcompletamento della cosiddet-ta «soft law».

Fra i fattori negativiGentile ha posto l'accentoanche sulla gestione piùcomplessa del subappaltoe sulla disciplina del criteriodell'offerta economicamentepiù vantaggiosa prevista dal

Estendere fino a 5,2 mIn la soglia per il massimo ribassoPagina a cura

DI ANDREA rVIASCOLINI

nellire le procedure,aumentare la sogliaper affidare con il mas-simo ribasso, limitare il

vincolo del 30% sul subappalto.Sono queste alcune delle richie-ste di modifica al nuovo codicedei contratti pubblici che arri-vano dal mondo dei cosiddetti«settori speciali» e in particola-re dal settore ferroviario (Rfi)ascoltato il 24 gennaio, insiemead Invitalia, dalle commissioniriunite ambiente e lavori pub-blici di camera e senato sulleprossime modifiche del decreto50/2017.

Si tratta della definizio-ne del primo decreto cor-rettivo del nuovo codice percui ad oggi vale il termine del19 aprile, visto che non risul-ta all'ordine del giorno alcunarichiesta di proroga. Anzi, siadal ministero delle infrastrut-ture, sia in questi ultimi giornianche dall'Ance, si ribadisce lalinea di andare rapidamenteverso una celere approvazionedelle proposte di modifica del

Codice, anche nell'attuale si-tuazione che vede completatosoltanto parzialmente l'arti-colato iter di attuazione dellariforma, che conta su più di 50provvedimenti di cui poco piùdi una decina sono in vigore.

In sede parlamentare con-tinuano però le audizioni emartedì scorso è stato Mauri-zio Gentile, a.d. e d.g. di Reteferroviaria italiana (Rfi) a darei voti al decreto 50, indicando ipunti da correggere.

Preliminarmente Rfi haespresso un giudizio com-plessivamente positivo sulnuovo codice dei contratti pub-blici e ha fornito dati che sinte-tizzano l'effetto del nuovo codicedegli appalti dal punto di vistadell'applicazione da parte delgruppo ferroviario: nel 2015 erastato concluso l'affidamento perpiù di 2 miliardi di euro, mentrenel 2016 le attività negoziali diRfi sono state superiori ai 4 mi-liardi, grazie alle nuove risorsedelle leggi di Stabilità.

Afronte di questo aumen-to, Rfi ha segnalato un ele-mento negativo determinatodall'allungamento dei tempi

ltî da rivedereRichiesto anche un in-

tervento sull'articolo 29(«Principi in materia di traspa-renza») del nuovo codice degliappalti che prevede maggioriadempimenti amministrativie pubblicitari, con «un forteappesantimento della pubbli-cazione degli atti».

Il subappalto è stato og-getto di attenzione anchenell'audizione dell'ad diInvitalia: Domenico Arcuri haposto dei dubbi interpretativisull'obbligo di indicare la ternadei subappaltatori. In generale,

pecae aamttl i venerdì ®una pagina

nell'inserto Enti Localie una sezione dedicata su

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nuovo Codice: in questo caso(l'offerta economicamente piùvantaggiosa, ndr) la proposta èquella di portare da un milionefino alla soglia comunitaria (5,2milioni di euro, ndr) il limite en-tro il quale si possa aggiudicarele gare con il massimo ribassoin presenza del progetto esecu-tivo, perché così si ridurrebberoi tempi di aggiudicazione. Sulladisciplina del subappalto, piùcomplessa rispetto al passato,si è detto d'accordo sulla limita-zione del 30% (applicazione dellimite soltanto alla «categoriaprevalente»).

comunque, anche da Invitaliaè giunto un giudizio positivosia sull'importanza del crite-rio dell'offerta economica piùvantaggiosa che sugli effettipositivi del metodo antiturba-tiva e sull'obiettivo di ridurreil numero delle stazioni appal-tanti. Perplessità sono stateespresse in ordine al sistemadi qualificazione delle stazio-ni appaltanti, in particolaresul livello di soccombenza nelcontenzioso quale criterio perla valutazione che andrebbeprecisato meglio.

-©Riproduzione riservata

Appalti Pagina 2

Il Cnp continua il lavoro per la costruzione della nuova fórfnazione accademica0

oiessi lizzanNessuna commistione con gli* Its. i percorsi* sono distinti

n anno di tempoper il debutto dellelauree professiona-lizzanti. Con una

recente nota (n. 31/17) ilministero dell'università,infatti, ha stabilito che que-sta nuova offerta accademicapartirà nell'anno accademico2018/19 e non più, come ipo-tizzato in un primo momento,il prossimo anno. E, proprioper disegnare il migliore per-corso possibile, evitando, diceil Miur, sovrapposizioni congli istituti tecnici superiori,il neoministro dell'istruzio-ne ha affidato a una cabinadi regia la funzione di co-ordinarne i lavori e, a unapiattaforma informatica, ilcompito di raccogliere la do-cumentazione necessaria perla strutturazione dei nuovicorsi.

Dunque uno slittamentoin avanti che rappresentauna grande opportunità dimodificare, migliorandolo,il panorama formativo ita-

liano, creando quel modellodi formazione accademicatutt'ora mancante capacedi riallineare la domanda dicompetenze tecnico-profes-sionale e l'offerta di capitaleumano.

Un anno di tempo, quindi,che rappresenta un preziosoarco temporale per disegna-re un'offerta coerente con iprofili realmente richiestidal mercato, per condividere,tra tutti gli attori principali,(università-imprese-ordini),l'architrave dei corsi e persiglare quelle convenzioniindispensabili alle attivitàdi tirocinio e di stage, cuorenevralgico della formazionea orientamento professiona-lizzante.

In questo senso il Consi-glio nazionale è da tempo allavoro su diversi fronti. Dauna parte su quello univer-sitario, con i primi contatti,diventati poi accordi, con gliatenei che partiranno con iprimi corsi professionaliz-

zanti, dall'altra con un'azio-ne di sensibilizzazione equindi di consapevolezza deiprofessionisti sul territorio.Servono, infatti, studi perlo svolgimento del tirocinio,azioni di orientamento per laconoscenza in entrata di que-sti percorsi prima, e in uscitaverso l'albo di categoria poi,contribuendo così a soddisfa-re quell'80% di occupazionerichiesto. Per tutto questo iperiti industriali sono pronti,e lavoreranno in questo annoper far sì che il buon esitodelle lauree professionaliz-zanti possa essere garanti-to anche dalla presenza delcomparto professionale.

Del resto sul tema dell'isti-tuzione delle nuove laureeprofessionalizzanti la cate-goria è stata coinvolta diret-tamente e il suo contributo ètanto più importante, quantoè grave l'assenza di una con-nessione diretta tra l'attualesistema formativo e l'accessoalla professione. Per questo,

Pagina a curaDELL'UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALE

E DELL'ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

www cnpi.it - www eppi.it

la categoria è chiamata adare risposte concrete a unproblema reale.

Ma guai a pensare (temen-do) che le lauree professiona-lizzanti siano percorsi di serib o assimilabili, creando con-fusione tra le famiglie, congli Its. Si tratta, infatti, didue percorsi diversi che as-solvono a obiettivi diversi eche nascono per rispondere anecessità diverse. Gli Its persoddisfare un interesse spe-cifico delle imprese e del ter-ziario in generale, le laureeprofessionalizzanti, invece,possono certo rappresenta-re una risposta alle richie-ste specifiche di qualità perle imprese, ma si candidanosoprattutto a diventare iltitolo di studio naturale, eora mancante, per l'accessoalle professioni intellettuali,come avviene in altri paesieuropei.

Per questo l'augurio è chequesta occasione preziosadi costruire quel modelloformativo inesistente peril mondo delle professioni,non vada perduta. Perché arimetterci non saranno i pe-riti industriali, ma il siste-ma paese a cui sarà negatoancora di colmare quel gapformativo che ci lascia indie-tro dagli altri paesi europei.Quello delle lauree professio-nalizzati è un tassello fonda-mentale che permetterebbedi completare quel quadroincompleto della formazio-ne in Italia. 2 una sfida chenon possiamo permetterci diperdere. In gioco c'è il futurodei giovani.

Periti industriali Pagina 3

di Mariano Maugeri

ergio, ma cosa ti èsaltato in mente?». IlSergio in questione

di cognome fa Bertolucci ed èil presidente della Commis-sione Grandi rischi, fisico del-le particelle, scienziato di fa-ma mondiale ed ex direttoredel Gern di Ginevra.

A tirargli le orecchie saràFranco Siccardi, coordinatoredal 2001 della sezione rischimeteo-idrologico, idraulico edi frana della Cgr, un'invenzio-ne del mentore della Protezio-ne civile italiana, GiuseppeZamberletti, a tutt'oggi presi-dente onorario della Grandi ri-schi. Un consesso di esperticommissariato nel 2009 daGuido Bertolaso: non si fidavadeiprofessoronichelo compo-nevano e prima del terremotodell'Aquila lo fece presiederedal suo vice, Bernardo de Ber-nardinis, condannato da un tri-bunale della Repubblica per lesue dichiarazioni rassicuranti.

Siccardi è un savonese di 74anni senza peli sulla lingua. Daanni presiede la FondazioneCima di Savona, un'autoritànel campo della mitigazionedel rischio idrogeologico eidraulico. Del suo corregiona-le (Bertolucci è nato a La Spe-zia, anche se ha vissuto moltianni a Ginevra e in giro per ilmondo) non ha nessun timorereverenziale. Spiega: «Esserepresidenti non significa saperetutto. Sergio non è stato pru-dente suunpunto, anche se poiha parzialmente ritrattato. Maricordo che nel comunicato uf-ficiale non c'erano riferimential Vaj ont, una tragedia priva di

E Sr RIUNIONI SENZA ESPERTI DI SETTORE

Quelle mancateconvocazionialla «Grandi rischi»

connessioni con il lago artifi-ciale di Campotosto». Siccardisa di cosa parla, nel luglio del1987 fu per sei mesi il massimoesperto al capezzale della fra-na in Alta Valtellina («unostress pazzesco, impossibilereggere responsabilità similiper più di qualche anno», con-fessa), 53 morti e danni per4mila miliardi di vecchie lire.

Sergio Bertoluccinonhapo-tuto ascoltare le valutazioni diun esperto come Siccardi per-ché alla riunione del 20 genna-io, due giorni dopo il terremotodi Montereale, a pochi chilo-metri daCampotosto, e nel pie-no della tragedia di Rigopiano,era presente soltanto Domeni-co Giardini, il sismologo concattedraaZurigo chefupersolicinque mesi a capo dell'Ingvdopo la presidenza trentenna-le di Enzo Boschi.

Siccardi su questa mancataconvocazione non polemizza:«La riunione è stata voluta dalcapo della Protezione civile,Fabrizio Curcio, e gli interro-gativi erano tutti centrati sul-l'andamento della sequenzasismica. E poi tra le singole se-zioni della Cgr non c'è grandesintonia». Di mezzo c'erano

però correlazioni evidenticon due eventi di natura idrau-lica e franosa: il comporta-mento non proprio marginaledelle tre dighe di Campotosto,Rio Fucino in primis, e poi laquestione inedita di una slavi-na che si stacca dal costone diuna montagna a causa di unterremoto e intrappola4o per-sone, «cose che succedono so-lo sull'Himalaya», ammette lostesso professore.

La Cgr di solito si riunisceuna mezza dozzina di volte al-l'anno, a meno di cataclismi,eruzioni o terremoti, fenome-ni piuttosto frequenti sul suolopatrio. Siccardi fa notare un'al-tra singolarità dell'ultima riu-nione, risolta in un faccia a fac-cia tra due esperti italiani conlunghi anni trascorsi in Svizze-ra: Bertolucci al Gern di Gine-vra, Giardini a Zurigo, dove in-segna ed è stato direttore delServizio sismico elvetico.Scandisce il presidente dellaFondazione Cima: «Preferi-scono reclutarli in altri Paesi

1.Nell'ultimo incontro,segnala uno deimembri dellaCommissione, c'eranosoltanto due esperti.........................................................................

Altra stranezza è che al ver-tice, dopo Franco Barberi, sia-no stati nominati due fisici del-le particelle (il primo fu Lucia-no Maiani, ex direttore pure luidel Cern dopo Carlo Rubbia epoi capo del Cnr), poca o nes-suna dimestichezza con i tregrandi rischi che incombonosul Paese: sismologico, idroge-ologico e vulcanico. Forse èper questo che le riunionid'emergenza sono convocatesu chiamata della Protezionecivile. Possibile che un presi-dente di una commissione in-terdisciplinare denominataGrandi rischi non senta la ne-cessità di allertare tutti gliesperti a sua disposizione do-po il quarto terremoto in seimesi? E di riunirsi in modo per-manentepertirarele somme ditutti gli esperti al lavoro?

Per saperne di più bisogne-rebbe bussare a Palazzo Chi-gi, lasede della Presidenza delConsiglio, dalla quale dipen-dono la Commissione grandirischi e la Protezione civile.Nomine politiche sulle qualiil governo mantiene un con-trollo assoluto.

La morale? Meglio fisici del-le particelle a mezzo serviziocon cursus honorum interna-zionali che sismologi o vulca-nologi italiani a tempo pieno.Un modo sicuramente origi-nale di affrontare le catastrofi.

©RIPROGO?IONE RISERVATA

per evitare commistioni con lefaide accademiche italiane».

Commissione grandi rischi Pagina 4

La funzione della commissioneLa Commissione nazionale perla

previsione e prevenzione deigrandi rischi è la struttura dicollegamentotra la Protezionecivile e la comunità scientifica. Lasua funzione principaleèfornirepareri di carattere tecnico-scientificosu quesiti delCapoDipartimento e dare indicazioni sucome migliorare la capacita divalutazione, previsione eprevenzione dei diversi rischi.

La composizioneLa Commissionesi articola in un

ufficio di presidenza e cinquesettori di intervento: rischiosismico, rischio vulcanico, rischiometeo-idrogeologico, idraulico edi frana,ilrischiochimico,nucleare, industriale e trasporti erischio ambientale eincendiboschivi. Ogni settore ha unreferente, ed è com posto darappresentanti dei centri dicompetenza e altri esperti.

I membriOltre al presidente emerito

Giuseppe Za m berletti e alpresidente Sergio Bertolucci e alvice presidente Gabriele ScarasciaM ugnozza i referenti di settoresono: Domenico Giardini (rischiosismico), Vincenzo Morra(vulcanico), Franca Sicca rdi(meteo-idrologico, idrau lico e difrana), Francesco Russo(chimico,nucleare, industriale e trasporti) eRoberto Caracciolo (ambientale eincendi boschivi)

Le riunioniLa Commissionesi riunisce peri

singoli settori di rischioo perl'analisi di questioniinterdisciplinari a settoricongiunti. Si incontra almeno unavolta all'annoin sede congiuntaper verificare le attività svolte eprogrammare leiniziative.Siriunisce,di norma, nella sede delDipartimento della ProtezioneCivile. Dura in carica cinqueanni.

Commissione grandi rischi Pagina 5

A Senato francese dà il via libera anche al tratto Oltralpe dell'Alta velocità

Torino-Lione, sì definitivoOra parte la fase operativaVirano: entrol'anno la garaper lo scavoprincipale in Italia

Filomena GrecoTORINO

Con la ratifica da parte del Se-nato francese all'Accordo Italia-Francia sull'Alta velocità Torino-Lione si chiude l'iter autorizzativodell'opera. Un momento che «se-gna l'inizio della fase di costruzio-ne del progetto dopo un lungo pe-riodo di studi, lavori conoscitivi eprocedure istituzionali» comesottolineaHubert du Mesnil, pre-sidente diTelt,la societàincarica-ta della realizzazione dei lavori.Una storiaventennale, passata at-traverso sette vertici italo-france-si e quattro Accordi bilaterali perarrivare al progetto definitivo del-la trattainternazionale dell aTori-no-Lione, costituita dal tunnel dibase da 57 chilometri, le due sta-zioni internazionali di Susa e Sa-

int-Jean-de-Maurienne e iraccor-di alle linee storiche. «La Torino-Lione è un'opera già in costruzio-ne - sottolinea Mario Virano,direttore diTelt-con8oo personeimpegnate nei lavori sia sul ver-sante italiano, a Chiomonte, chesu quello francese, a Saint-Mar-tin-La-Porte». In Valsusa si staconcludendolo scavo della Galle-ria della Maddalena, l'ultimo tun-nel geonostico in vista poi delloscavo di base. «La fresa, arrivatanegli ultimi metri del cunicoloesplorativo, supererà domani ilconfine - spiega Virano - mentreinFrancia è in corso lo scavo dellagalleria geognostica di 9 chilome-trilungo l'asse delfuturo tunnel dibase delMoncenisio. Sulversantefrancese i tecnici stanno operan-do in uno dei tratti geologici piùcomplessi, una fase praparatoriache risulterà preziosa nella fasedello scavo definitivo».

La ratifica da parte della Came-ra dei Deputati e dell'Assembleafrancese è arrivata prima di Nata-le, conilvoto diieri si chiude il cer-chio ma non le polemiche suun'opera che continua ad esserel'obiettivo dellamobilitazione del

Movimento NoTave dell'opposi-zione politica, soprattutto deiCinque Stelle. Con la ratifica e lapubbli cazione in Gazzetta ufficia-le diventa operativo anche il Re-golamento sui contratti che governeràlafutura assegnazione deilavori e che prevede l'applicazio-ne della normativa antimafia an-che per le gare europee. Cuoredell'Accordo, lacertificazione deicosti e itempi di realizzazione: 8,6miliardi- i14o% a carico dell'Ue ilresto su Italia (35%) e Francia(25%) - e fine lavori entro il 2029.

Cosa succederà nel 2017? In so-stanza, saranno avviate almenosei gare, prevede Virano, mentreTelt sta selezionando le società diingegneria che collaborerannonei prossimi mesi alla definizionedeiprogetti e dei capitolati sui sin-goli lotti. Dopo le prime procedu-re di gara e l'assegnazione, i lavoriveri e propri inizieranno nella se-condametàdel2018.

Sul fronte italiano, a giorni saràpresentato il nuovo piano di can-tierizzazione dello scavo princi-pale che da Susa sarà spostato aChiomonte, come indicato dallaprescrizione 231 del Cipe del feb-

I numeri

14

braio 2015. La variante al progettodovràseguireisuoiter approvati-vo con unaprocedura di Via e unaConferenza dei servizi. L'interoprocedimento dovrebbe durarequalche mese, probabilmente fi-no al prossimo autunno, unavoltaconcluso si potrà bandire la garaper assegnare i lavori di scavo perrealizzare un tronco che dall'at-tuale galleria della Maddalenaporterà all'asse del tunnel di baseda cui inizierà il lavoro di scavo ascendere, verso Susa. «L'avviodellagaraprevediamo possa esse-re entro l'anno - aggiunge Virano- mentre i lavori inizieranno nellaseconda metà del 2018, in questocaso si tratta di uno dei lotti più si-gnificativi, con lavori per circa900 milioni». Sempre durante il2017 dovrebbero iniziare i lavoriper realizzare lungo l'AutostradaA32 lo svincolo di Chiomonte, arealizzarloperconto diTeltsaràlaSitaf grazie ad una convenzionesottoscritta dalle due società. Sulfronte francese, dove continua loscavo aSaint-Martin-de-La Porte,saranno avviati i lavori per realiz-zare i pozzi di ventilazione.

(J RIPRODUZIONE RISERVATA

Il costo dell 'opera Il tunnel di baseI140%acarico della Ue, il 35% € È la lunghezza della galleria, puntodell'Italia e il 25% della Francia chiave della tratta internazionale

Torino-Lione . Lo scavo sul versante francese a Saint Martiri La Porte

Alta velocità Pagina 6

.ä PERCORSO DI { ORMA .

UN EQUILIBRIO DIFFICILEPER LAII

di Goffredo Buccina

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no nel monitoraggio dei co-stoni innevati, insomma il me-

on l'approccio bipolareche riserviamo di solitoalle materie più crucialidella nostra vita collet-

tiva, ci prepariamo alla nuovacontroriforma della Protezio-ne civile. O meglio: alla rifor-ma della riforma della riforma.In ascesa costante da Giusep-pe Zamberletti a Franco Bar-beri; sommo bene e poi senti-na d'ogni male con Guido Ber-tolaso; depotenziata e costret-ta a trattare col localismo piùriottoso nella versione succes-siva voluta dal governo Monti;

desimo sabotaggio di qualsi-voglia idea d'unità d'Italiagenerato in altri settori nevral-gici (valga per tutti la Sanità).Come fa molta differenza par-torire a Trento o a Reggio Cala-bria, è oggi sempre più diversoaffrontare una tempesta di ne-ve a Bolzano o all'Aquila.

Sul fronte caldo dei disastri,le pettorine della Protezionecivile nazionale sono ormaimerce rara , confuse in unapletora di casacche locali. Ieriil direttore Curcio è riapparsodopo giorni al Centro operati-vo di Penne , ma chi l'ha rim-

e ora, nuovamente, ineludibiletrincea da rialzare contro glieventi che ci terrorizzano, daiterremoti in giù: è da sempreapodittica ed estrema la proie-zione pubblica di una struttu-ra così preziosa che un tempoci veniva (questa sì...) invidiatae copiata all'estero.

Le scosse di Montereale e lavalanga di Rigopiano hannomesso a nudo ciò che s'era ca-pito già dalle settimane suc-cessive al sisma del 24 agosto:che le emergenze «non sonodemocrazie assembleari», co-me ha spiegato in questi gior-ni, con chiari accenti di rivalsa,qualche stretto collaboratoredi Bertolaso; che il buon Fabri-zio Curcio e i suoi ottimi fun-zionari devono affrontare conil loro bureau nazionale buro-crati e cacicchi persino perspostare uno spazzaneve dauna Regione all'altra; che ilpessimo federalismo regiona-le costruito con la riforma co-stituzionale del 2001, coniuga-to col recente azzeramento(soprattutto contabile) delleProvince, ha prodotto un siste-ma asimmetrico di voragininelle strade, inciampi negli in-terventi, diseguaglianze persi-

ScenariioNon si deve tornare aisuperpoteri ma vannosuperate le paralisidel localismo

piazzato nella prima terribilesettimana non sempre ha sa-puto frenare la babele di noti-zie fasulle e decisioni estem-poranee che soltanto l'eroico ecostante impegno dei Vigilidel fuoco (infaticabïliprotago-nisti dei soccorsi a Rigopiano)è riuscito a non far tracimarein caos. Anche la convivenzatra Curcio e Vasco Errani, vistovieppiù come un commissariopolitico del precedente gover-no Renzi, non pare aiutare laripresa, almeno a giudicaredalle proteste delle popolazio-ni riunite l'altro giorno a Ro-ma, facile bersaglio del primodemagogo di passaggio.

Il premier Gentiloni mostradi avere ben chiaro questoquadro quando annuncia divoler porre mano alla materiaper decreto (esisterebbe ancheun disegno di legge ma s'èbloccato, come quasi tutto nelPaese, prima del referendum).La filosofia è accelerare. Per-

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ché avrà anche ragione Grazia-no Delrio quando afferma chela Protezione civile «ha già tut-ti i poteri di cui ha bisogno»ma la paralisi nelle decisionicome negli affidamenti inemergenza sta sotto gli occhidi tutti. Dunque, via alle proce-dure a trattativa privata quan-do serve, sotto la vigilanza diRaffaele Cantone. La sfida ètrovare infine un punto d'equi-librio. Non si tratta di tornare aBertolaso, quando diventava-no emergenze anche i grandieventi come il G8 per evitarelacci e lacciuoli (certo orgogliorevanchista di queste ore è as-sai fuori luogo). Si tratta dinon buttare ogni volta via tut-to, di innestare il tanto di buo-no di quell'esperienza nel ma-teriale umano della squadra diCurcio. La strada più sicura sitrova fermando il pendolo trasommo bene e sommo male:all'incrocio con il buonsenso.

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Protezione Civile Pagina 7

li avvocatipartecipano

all'alternanzascuola-lavoroVincenzo Rutigliano

AvviataaTranilaprimaconvenzione sottoscritta alivello nazionale per il pro-getto «Alternanza scuolalavoro», concordato dalministero dell'Istruzione(Miur) e dal Consiglio na-zionale forense (Cnf). Sonocoinvolti tre licei pugliesi,della provincia di Barletta-Andria-Trani (Bat).

Un liceo è di Trani (il«Vecchi», scientifico) edue di Molfetta (il «Leo-nardo Da Vinci»,classico,e l'«Einstein», scientifico.Sono questi gli istituti sco-lastici che hanno dato ieriil via, primi in Italia, al pro-getto nato dal protocollodi intesa siglato a Roma adottobre scorso.

L'iniziativa - presentataufficialmente nella biblio-teca dell'Ordine degli av-vocati di Trani - coinvolgecirca igo studenti dellequinte classi dei tre licei epunta a rendere concretaquella che è stata definita lavocazione dell'avvocaturaa dare un contributo attivoall'integrazione deipercor-si formativi scolastici, at-traverso interventi volti al-l'educazione alla legalità ealla cittadinanza attiva.

Il programma prevedesei moduli strutturati perpresentare agli studenti -che nel corso dell'annoverranno impegnati perioo ore a testa - i fonda-menti di una cittadinanzaattiva, nonché i princìpi, ivalori e gli strumenti offer-ti dal diritto per una parte-cipazione consapevole al-la vita sociale.

Il progetto è anche utilecome occasione di orienta-mento per le future scelteprofessionali sia per quelleforensi che per le figure la-

vorative esecutive che ope-rano nell'ambito degli uffi-ci, pubblici e privati, colle-gati al settore giustizia.

Gli studenti, infatti, nonsolo conosceranno da vi-cino lo svolgimento deiprocessi - come è accadu-to sperimentalmente l'an-no scorso con quelli simu-lati tra i liceali del «Vec-chi» di Trani - ma fre quen-teranno i tribunali, le auledi udienza, gli studi legali,l'Ordine forense, vivran-no alcune fasi delle attivi-tà professionali vere eproprie degli avvocati.

Il progetto - il cui model-lo sarà presto replicato nel-la convenzione che il Cnfsottoscriverà con il Csm -vuole sviluppare negli stu-denti anche l'attitudine adaffrontare i problemi dellavita privata e lavorativamettendo in rete i diversisaperi ed analizzando cau-se e conseguenze dei com-portamenti propri e altrui.

Sono cioè le cosiddette"competenze verticali"(Costituzione italiana,fonti del diritto, cittadi-nanza) e quelle trasversali(il contratto come stru-mento della vita quotidia-na, sharing-economy, pro-prietà intellettuale, il pro-cesso). Il collegamento esi-stente fra i Consigli degliOrdini degli avvocati con-sentirà poi dimettere inre-te le esperienze degli stu-denti dei tre licei confron-tando anche realtà territo-riali diverse, ma impegnatesullo stesso programma.

Sono previste lezionifrontali, workshop e lavoridi gruppo con l'obiettivo-spiega Francesco Logrie-co, coordinatore dellacommissione nazionaledel Cnf che hamesso a pun-to il programma- «di recu-perare i canoni della vec-chia educazione civica e diverificare anche la capacitàdell'avvocatura di insegna-re nelle scuole la legalità ela cittadinanza attiva. Tut-to in linea con la propostadi legge del Cnf di affidareall'avvocatura l'insegna-mento, gratuito, di questematerie, nelle scuole in cuiil diritto non è più nei pro-grammi di studio».

O Ri PROD UZ10N E RISERVATA

Avvocati Pagina 8

II presidente dell'Eppi Valerio Bignaini sulla gestione dell'ente. Welfare come elemento strutturale

Venti anni al fianco degli iscrittiosa rappresentano i ventianni passati dall'istituzionedell'ente che cura la previ-denza e l'assistenza dei peri-

ti industriali e dei periti industriali?Si è trattato di un «periodo di con-solidamento di un sistema nuovo:il metodo contributivo per il calcolodella pensione». Proiettando, inve-ce, lo sguardo verso i due decenni avenire, si staglia l'immagine di unaCassa che «non pensa più al welfa-re e al sostegno al lavoro dei propriiscritti come qualcosa di accessorio»,bensì come «elemento strutturale». Ilpresidente dell'Eppi, Valerio Bignami,si è prestato al «gioco della macchinadel tempo» per disegnare il percorsofinora compiuto dall'ente (nato grazieal decreto legislativo 103 del 1996) eimmaginare strade future, nelle qualil'autonomia gestionale dovrà rivestireun ruolo preminente.

Domanda. Il «viaggio a ritro-so» prende le mosse dal terzo eultimo evento celebrativo delventennale delle Casse di «nuovagenerazione» di cui l'Eppi fa par-te, lo scorso 13 dicembre, a Roma.Che cosa è emerso, secondo lei,da quell'evento , cui hanno presoparte professionisti ed esponentidel mondo istituzionale?

Risposta . Come ho puntualizzato,insieme agli altri presidenti di Casseprevidenziali, in questo arco tempo-rale l'unico provvedimento normativoche, in qualche modo, ha consentitoal meccanismo contributivo di perse-guire non solamente la sostenibilità,ma anche l'adeguatezza dei futuri as-segni, è stato la legge Lo Presti (133del 2011), che ha permesso l'aumentodel contributo integrativo al fine di

rendere più consistenti le prestazioniche gli iscritti percepiranno una voltaandati in pensione. Si è trattato di unintervento isolato a nostro vantaggio,è bene ricordarlo. Per il resto, ribadiròun concetto già noto: gli enti previ-denziali devono sottostare a tutte lenorme del pubblico, dunque abbiamosulle nostre spalle le responsabilitàproprie di un organismo privato, in-sieme agli oneri del pubblico. A mioparere, dovrà esser chiarito, a bene-ficio dell'intero sistema, questo scena-rio che ci guida da vent'anni. E tuttociò spalanca le porte al panorama del-la previdenza privata dei successiviventi.

D. Attualmen-te, intanto , gli oc-chi sono puntatisull'iniziativa legi-slativa parlamenta-re che sta portandoavanti la commis-sione bicameraledi controllo sull'at-tività degli entigestori di forme diprevidenza pubbli-ca e privata.

R. Già, l'idea che ciè stata prospettata èdi dare vita a un testounico di riordino dellanormativa che sovrin-tende all'attività deglienti professionali. Soche nella commissioneparlamentare si stan-no adoperando perrealizzare con cura, esenza dilatare troppii tempi, questo obiet-tivo ragguardevole.

Auspico, dunque, che la disciplina inquestione costituisca l'occasione perfare, finalmente, chiarezza sui ruolie imporre una uniformità comporta-mentale all'intero sistema delle Cassedi previdenza.

D. Si riferisce alla diversità ditrattamento nei confronti dei varienti pensionistici, vero?

R. Sì. Non è pensabile che, ancoraoggi, le 5 Casse sorte col decreto legi-slativo 103 (oltre all'Eppi, del quadrofanno parte gli psicologi dell'Enpap, igeologi, chimici, attuari e dottori agro-nomi e forestali dell'Epap), i biologi

VaIedo 3ignaEni

Eppi Pagina 9

dell'Enpab e gli infermieri dell'En-papi) debbano, per esempio, ricevererisposte differenti dai ministeri vigi-lanti sul loro operato, come nel casodella distribuzione di una percentualedel contributo integrativo sui mon-tanti degli iscritti. Non si può restarecostantemente in balia delle diversedecisioni dei funzionari dei dicasteri.Giungere a un ordine generale, per-tanto, ritengo sia necessario.

D. Il futuro vedrà l'Eppi suppor-tare in maniera ancora più effica-ce i periti industriali?

R. Sì, e ciò sarà importante e ine-vitabile al tempo stesso,poiché si va verso unasocietà in cui è naturaleche si lavori all'incircafino ai 70 anni. In as-senza di assistenza dellostato, sarà compito delleCasse venire incontroalle esigenze di profes-sionisti che rimarrannoal lavoro per una fasciaanagrafica più lunga diquella dei loro prede-cessori. Sempre guar-dando in avanti, tengoa sottolineare che è fon-damentale che gli Entiprevidenziali vedanoprogressivamente sem-plificati i loro rapporti

con i ministeri vigilanti,così come con tutti gliorganismi di controllo, aiquali chiediamo soltan-to che le verifiche sianopuntuali e accurate, maefficaci perché condottecon uniformità e razio-nalità.

Eppi Pagina 10

Dovrebbe contenere le norme perla società stradale che non sono entrate nella legge di bilancio su contenzioso, autonomia finanziaria, corrispettivi

Per sbloccare la fusione Fs-Anas ipotesi decretoC'è un legame fra la fusione

Anas-Fs e la quotazione in Bor-sa delle Frecce (o più probabil-mente Frecce + Intercity) di Fs?

Formalmente no: la secondaoperazione è possibile anche senon si fa la prima. È un fatto, pe-rò, che sia il ministro delle In-frastrutture, Graziano Delrio,sia l'amministratore delegatodelle Ferrovie italiane, RenatoMazzoncini, hanno più voltecreato un nesso implicito con-siderando le due operazioni

prioritarie: un pilastro fonda-mentale del rilancio e del-l'espansione che il gruppo fer-roviario ha sancito divoler per-correre con l'approvazione delpiano industriale.

Per certi versi, la fusionecon Anas - che è poi in realtàun'acquisizione di Anas daparte di Ferrovie - è anche piùstrategica della quotazione inBorsa di Piazzale della CroceRossa. Vista dal lato Fs, garan-tisce una forte espansione in

termini di personale, fatturatoe soprattutto investimenti. Vi-sta dal lato del ministro, po-trebbe essere l'occasione peraccelerare gli investimentistradali come è già successoper quelli ferroviari.

Quanto allo sbarco in PiazzaAffari, darebbe certamenteprestigio e afflusso di capitalinuovi al gruppo Fs, ma quasicertamente sarebbe compen-sato parzialmente dal Tesorocon la richiesta di un dividen-

do straordinario o con una ri-duzione dei trasferimenti sta-tali verso Fs.

Il nodo che ha bloccato la fu-sione Anas-Fs - per cui esisteancora un tavolo tecnico fra idue ministeri - resta la mancatasoluzione di alcuni aspetti nonsecondari dell'attività della so-cietà stradale guidata da GianniVittorio Armani: lo status del-l'autonomia finanziaria; la defi-nizione dei corrispettivi previ-sti dal contratto di servizio con

lo Stato che quell'autonomia fi-nanziaria dovrebbero assicura-re (e su cui non c'è ancora intesafra Mef e Mit); la conseguenteuscita dal perimetro della pub-blica amministrazione; un con-tenzioso con gli appaltatori chepesa per circa 8 miliardi. Nonsolo fino a oggi Eurostat non hadato il via libera alla "privatiz-zazione" formale della società,ma il rischio è addirittura di ri-trascinare nel perimetro pub-blico le Fs in caso di fusione.Quanto al contenzioso tutte lesoluzioni ipotizzate sono statefermate. Per questo al ministe-ro delle Infrastrutture stannopensando a un intervento perdecreto legge che dovrebbe ap-pianare queste questioni e ria-prire il dossier della fusione.Normegiàproposteperlaleggedibilancio e poi non accolte dalMef. Che in questa fase sembravedere con favore l'ipotesi diriaprire il dossier quotazione inBorsa di Fs lasciando da parteAnas. Delrio e Mazzoncini per-mettendo.

G.Sa.O R I PROD lJZIONERISERVATA

Ministero delle Infrastrutture Pagina 11

L'inteffigenza artificiale? -e produffività dei 40%Lo studio Accenture ribalta le tesi sui robot: «Anche in Italia può raddoppiare il tasso di crescita»

Robot che pensano (e agisco-no) come gli umani. Se l'intelli-genza artificiale porterà gliumanoidi a delineare strategieindustriali indossando la giaccae cravatta, aggiungerà anche unaumento della produttività del40%, sostiene Accenture. La so-cietà di consulenza ha portatoall'ultimo forum di Davos unrapporto sull'intelligenza artifi-ciale. Che sfida le Cassandreportatrici di teorie di neoluddi-smo, secondo le quali spariran-no mestieri e posti di lavoro.

L'insieme delle tecnologieche permettono alle macchinedi raccogliere informazioni dal-la realtà in cui si trovano -mettendole in relazione in mo-

do da agire in base a ciò che ap-prendono - manderebbero insoffitta anche le tesi di decre-scila felice alla Latouche. Se-condo Accen Iure la capacità deirobot di pensare in maniera au-tonoma potrebbe far raddop-piare il tasso di crescita delleeconomie sviluppate da qui al2035. I maggiori benefici li spe-rimenteranno gli Stati Uniti,con un posto in prima fila nel-l'intelligenza artificiale, il cuidetonatore è lo sviluppo massi-vo (e predittivo) dei Big Data.Negli Usa l'aumento del valoreaggiunto sarebbe pari a 8,3 tri-lioni di dollari nel 2035. Il Giap-pone avrebbe le potenzialitàper triplicare il tasso annuale di

crescita. Finlandia, Svezia, Pae-si Bassi e Germania, che stannoinvestendo in maniera massic-cia sull'automazione industria-le, potrebbero vedere raddop-piata la crescita annuale. Ancheper l'Italia, sebbene sia in ritar-do. La produttività per ora lavo-rata, d'altronde, è ferma ai livel-li del Duemila.

Tutto dipenderà da come idecisori pubblici interpreteran-no il cambiamento. Serve -scrive Accenture - un vastoprogramma pedagogico. Dipreparazione della prossimagenerazione a integrare l'intel-ligenza umana con quella artifi-ciale tramite un modello di coe-sistenza efficace in un biunivo-

co rapporto di apprendimento.Le macchine hanno ormai im-parato dall'uomo. La scommes-sa è che avvenga nella manierapiù veloce possibile il contrario.Urgono normative specifiche inmodo da colmare il divario esi-stente tra la velocità con cui av-vengono i cambiamenti tecno-logici e la difficoltà di tradurliin un perimetro di leggi. E ne-cessario un codice etico sull'in-telligenza artificiale. Sulla falsa-riga di quello che è in discus-sione a Bruxelles. I robot, è il ri-schio, potrebbero esserepersino più spregiudicati degliumani.

la crescita

dei prodotto

interno lordo

italiano nel

2035 se

l'intelligenza

artificiale

venisse

sfruttata

a dovere

L'espertoAlessandroMarin, capodelle tecnologiedi Accenturein Italia, Europacentrale eGrecia

Fabio Savelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Intelligenza artificiale Pagina 12

Il corsivo dei giorno

di Massimo Sideri

ANCHE LE MAIL INQUINANODOBBIAMO IMPARAREA OTTIMIZZARE LA POSTA

è un'insostenibile leggerezzaanche nelle email: quella dellaCO2. Il gesto è ormai naturale. Unclic e via. Ma quanto inquina? Di

questi tempi potrebbe apparire la classicafake news, una di quelle notiziefalse cheattirano visitatori e instillano bufale nellacultura popolare. Ma non lo è: a sollevare laquestione è stata Rte, la rete elettricafrancese posseduta da Edf. Tra i consigli aicittadini sul risparmio energetico sonocomparsi anche questi: invia meno email,stai attento al peso degli allegati, non fareinvii multipli (uno sport talmente diffusonelle aziende che potrebbe diventare prestoolimpionico). Lo stesso discorso peraltro, avolere essere coerenti, andrebbefatto perl'uso di WhatsApp, i post su Facebook,Instagram e Snapchat. Per l'ascolto dellamusica in streaming di Apple Music e diSpotify. Per le serie tv a ripetizione viste suNetflix e Sky. Certo, non è lontano il tempoin cui per vedere un film bisognavaacquistare un dvd o per inviare undocumento bisognava affidarsi a unpostino. Ma il tema è un altro, non relativoma assoluto: la tecnologia a chilometro zeroè un'illusione. Ora è vero che i francesirappresentano un po' l'angolo deifalchi nelparlamento internazionale contro latecnologia. Lo si era visto recentementeanche con il diritto alla disconnessione, undibattito moderno affrontato con unostrumento antico: l'iper regolamentazione.Ma per quanto possa sembrare curioso ineffetti anche le ingenue email inquinano: da4 a ao grammi di C02 equivalente aseconda della pesantezza dell'allegato. Nonè poco. I calcoli sono sfati fatticonsiderando la cosiddetta «impronta» chei file digitali lasciano a ripetizione nei datacenter per percorrere lo spazio digitale.L'economia digitale è liquida ma nonleggera e green come poteva apparire. Lalinea francese può sembrare eccessiva,quasi animata da un pizzico di luddismo.Ma acquisire consapevolezza di costi ebenefici dei nostri gesti contemporanei nonè poi una così cattiva idea.

à)massimosideri© R!PRODUPONE Rs©RVATA

tecnologia e ambiente Pagina 13