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carla l. rueckert

il manuale dell’errantevolume i

una guida personale per e.t. e altri pesci fuor d’acqua

edizionistazione celeste

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Titolo originale dell’operaa wanderer’s handbook

© 2001 l/l research

Lingua originale dell’operainglese

Editore in lingua originalel/l research (usa)

Prima edizione in lingua originale2001

Traduzioneanna della valle

Revisionesusanna angela rossi

Immagine di copertinaciro palumbo

Stampalineagrafica – città di castello (pg)

Progetto editorialepietro abbondanza

© 2010 edizioni stazione celeste

prima edizione novembre 2010

isbn 978-88-6215-009-5

edizionistazione celeste

via monterosa, 21 – 23891 barzanò (lc)www.edizionistazioneceleste.it

____________________________________Realizzare un libro è un’operazione complessa che richiede numerosi controlli. L’esperienza insegna che è praticamente impossibile pubblicare un testo privo di errori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli.

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indice

prefazione dell’editore italiano vii

introduzione – sono un errante? ix

glossario xix

cap. 1 – essere un errante 3storie 3un nuovo questionario per e.t. 5le esperienze paranormali 8le esperienze con ufo negli stati di sogno e di veglia 12un piccolo aiuto dagli amici 19non appartenenza 24non veniamo da qui! 28

cap. 2 – l’anatomia della separazione 33la separazione dalla famiglia 33problemi di controllo 36la malattia fisica 39lo scopo 46i giochi mentali 49

cap. 3 – il rimorso di coscienza: la persistenza del dolore 57mancanza di fiducia in sé 57l’orgoglio e la resa 61l’elitarismo 63i saluti psichici 67la disperazione 75dentro la campana di vetro 77l’esaurimento spirituale 80

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vi

cap. 4 – la moda new-age 83il cristianesimo e gli erranti 83il mito 90il senso di colpa new-age 94la solita tiritera del giudizio universale 96il raccolto sul pianeta terra 101la trasmutazione 113la mente globale 118

cap. 5 – i nostri sé energetici e come ci evolviamo 123il sistema energetico del corpo 123i trasferimenti di energia sessuale 137la reincarnazione 147il velo dell’oblio 151il karma 154il catalizzatore e l’esperienza 159

cap. 6 – un po’ di cosmologia/eine kleine kosmologie 169le densità dell’esperienza 169la terza densità: la densità della scelta 186la polarità 193la volontà e la fede come necessità polarizzante 208la polarità planetaria 219l’orgoglio, la paura, il giudizio e la gravità spirituale 220la polarità sessuale 221la vita oltre la polarità 223

cap. 7 – fare il lavoro metafisico 225la disciplina della personalità 225il perdono 229ri-vedere il sé 236la purificazione delle emozioni 243lavorare con i maestri 252

cap. 8 – la guarigione dell’incarnazione 257lezioni incarnazionali 257lavorare con i desideri 263equilibrare il sé 271equilibrare le meditazioni 278entrare completamente nel momento presente 281usare il tocco leggero 290

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prefazione dell’editore italiano

“Io Sono Ra. È la prima volta che parlo attraverso questo strumento. Abbiamo dovuto aspettare finché fosse precisamente sintonizzato, poiché trasmettiamo una vibrazione a banda stretta. Vi salutiamo nell’amore e nella luce del nostro infinito Creatore.”

Con questo incipit il 15 gennaio 1981 a Louisville, Kentucky, Carla Lisbeth Rueckert riceveva in stato di trance medianica le prime comunicazioni di Ra, un’entità collettiva che trasmetteva dalla sesta densità di coscienza. Facevano parte del gruppo, oltre a Carla, Don Elkins, l’interlocutore, che poneva le domande e Jim McCarty che trascriveva le risposte dettate, entrambi avevano anche la fun-zione di sostenere energeticamente il contatto medianico. Undici anni prima, nel 1970, Don e Carla avevano fondato un gruppo di ricerca metafisica che chiamarono L/L Research (L/L sta per Love/Light). La prima fonte a essere canalizzata fu Hatonn, proveniente dalla quarta densità di coscienza. Il suo primo messaggio fu ricevuto nel ’72 da Don Elkins, successivamente però scoprirono che Carla si prestava meglio a svolgere l’attività di canale e continuò lei a canaliz-zare Hatonn, e in seguito, verso la fine del ’78, Carla cominciò a rice-vere i messaggi di Latwii, dalla quinta densità di coscienza. Nel 1981 poi, grazie all’arrivo nel gruppo di Jim e al suo apporto energetico, iniziarono le comunicazioni con la sesta densità attraverso Ra, comu-nicazioni che si interruppero nel 1984, con la morte di Don Elkins.

I messaggi trasmessi da Ra in quei tre anni furono pubblicati nei cinque volumi della Legge dell’Uno (The Law of One) e sono ancora oggi considerati come una delle opere metafisiche più importanti, profonde e ricche di dettagli del panorama new-age.

Nonostante la perdita di Don, allora suo compagno di vita, Carla trovò la forza insieme a Jim, che diverrà in seguito suo marito, per

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viii

continuare il progetto del L/L Research iniziando a ricevere con regolarità anche nuovi messaggi provenienti da due nuove fonti di quarta densità: Oxal e Laitos.

Con la morte di Don, Ra non si ripresentò più, ma il 12 gen-naio 1986 Carla entrò per la prima volta in contatto con Q’uo, un’entità collettiva costituita dall’insieme delle fonti precedente-mente coinvolte tra cui Ra. In seguito Q’uo, che verrà canalizzato anche saltuariamente da Jim, diverrà la principale fonte di infor-mazione del L/L Research.

A tutt’oggi nel Magic Kingdom di Louisville si tengono setti-manalmente canalizzazioni di gruppo aperte a chiunque voglia esserne partecipe.

Le trascrizioni delle canalizzazioni e tutto il materiale ricevuto negli anni da L/L Research compresi i cinque volumi di The Law of One e il presente libro sono pubblicati in inglese nel sito www.llresearch.com e sono liberamente consultabili, e una parte di questo materiale tra-dotto in italiano è disponibile su stazioneceleste.it.

Migliaia di persone in tutto il mondo leggendo il materiale del L/L Research hanno avuto un risveglio di coscienza che ha pro-fondamente cambiato la loro percezione della realtà, come il sot-toscritto, e il progetto della Stazione Celeste è stato uno dei prin-cipali frutti di quel risveglio.

Il senso di gratitudine che provo nei confronti di Carla e del suo gruppo è immenso e per me è un vero onore oltre che un piacere poter pubblicare in Italia il loro primo libro, il primo, mi auguro, di una lunga serie.

Un ringraziamento speciale lo devo anche al Dottor Nitamo Federico Montecucco* per aver fatto tradurre e pubblicare on-line nella sua “Enciclopedia Olistica” parte del materiale di Ra, per-mettendomi così, nell’agosto 2001, di accedere a questa preziosa fonte di informazione di alto livello spirituale e metafisico.

Buona lettura,Pietro Abbondanza

__________________________________*. Medico, ricercatore in neurofisiologia degli stati di coscienza, esperto in cultura pla-netaria, è direttore del centro di medicina olistica “Villaggio Globale” di Bagni di Lucca, www.globalvillage-it.com.

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Introduzione

sono un errante?

Il tre settembre 1994, scrissi nel mio diario:Abbiamo bisogno di parlarci a vicenda, erranti della Terra. Dobbiamo raccontarci le nostre storie, Fratelli e Sorelle del Dolore 1, mentre ci focalizziamo sulla condivisione consapevole dell’amore più profondo dei nostri cuori in questo caro pianeta. Questa è la mia storia, questa è la mia ora per chiamare tutti gli erranti a un più degno servizio. Siamo qui per sostenere questo raccolto all’alba del millennio.

Durante i sei anni trascorsi da quel giorno, ho dato vita a que-sto manuale, con la speranza di realizzare questo desiderio del mio cuore di condividere la mia storia e di incoraggiare tutti gli erranti a fare lo stesso. Sono un errante? Sì lo sono, e que-sto significa che provengo da altrove e la mia origine non è ter-restre. Attraverso l’ipnosi regressiva rivisitai parti di una vita su un altro pianeta, e vidi persino un gruppo di noi arrivare sulla Terra come erranti. Questo materiale di regressione fu pubbli-cato nel 1976 nell’ottavo capitolo di Secrets of the Ufo 2. Negli anni successivi, durante il contatto che il nostro gruppo ebbe con Ra, chiedemmo loro di confermare che noi, Don Elkins, Jim McCarty e la sottoscritta, fossimo erranti, e ce lo conferma-rono, dicendo che:

Scannerizzando ogni complesso mente/corpo/spirito pre-sente, abbiamo trovato una totale certezza rispetto a questa evenienza e, perciò, troviamo che non ci sia nessun danno a

__________________________________1. Fratelli e Sorelle del Dolore: vedi glossario.2. Elkins, Donald T., con Carla L. Rueckert, Secrets Of The Ufo, Louisville, KY, L/L Research, [1977].

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x Introduzione

ricapitolarla. Tutti coloro che sono presenti sono erranti che hanno una missione da svolgere, se volete.[McCarty, Jim e Carla L. Rueckert, The Law Of One, Book V: The Personal Material, Atglen, PA, Schiffer Publications [1998], pag. 27 – Frammento 5, Sessione 12 del 28 gennaio 1981)]

Questa informazione mi convinse di essere un’aliena arrivata qui per servire come errante? No. Cioè, non solo quello. In seguito avvennero molte cose prima che io fossi sicura che, a qualche livello, questa informazione su di me era corretta. Una serie di input ven-nero dall’amore e dalla partecipazione continua al gruppo di medi-tazione che iniziò a canalizzare a Louisville nel 1962 presunti mes-saggi extraterrestri. La mia risposta a questo materiale E.T. è stata sempre positiva: mi risuonava. Un altro pezzo dell’informazione era personificato in due uomini, Don Elkins e Jim McCarty, fin dal primo momento che li incontrai, mi affascinarono e ne fui attratta. Ho sempre sentito che focalizzarmi sulle mie relazioni facesse parte del mio percorso. C’era fin dall’inizio un conforto, un’affinità e una familiarità nel nostro rapporto che era speciale. Entrambi erano profondamente interessati alla ricerca spirituale e alla storia degli Ufo, e lavorando insieme, collaborammo per molti anni in progetti imperniati sui messaggi E.T. e sul materiale relativo all’essere un errante. Le informazioni arrivate da Ra non convin-sero, semplicemente confermarono. Ero già convinta.

In qualità di errante extraterrestre, do quindi il benvenuto a tutti gli erranti extraterrestri e i walk-in 3 che sentono di arrivare da altrove. Cioè, vi do il benvenuto nell’atmosfera familiare in cui sapete chi siete, e che non siete soli, ma in compagnia di molti. Benvenuti in missione sulla Terra.

C’è un altro grande gruppo di persone sul pianeta Terra che sono erranti tanto quanto il contingente di E.T.. Si tratta dei nativi terrestri che hanno iniziato a risvegliarsi alla propria identità meta-fisica, come cittadini dell’eternità e come creature dalle infinite forme ed esistenze. Una volta che il ricercatore si risveglia, che sia o meno nativo della Terra, diventa un errante tra gli abitanti della Terra, per sempre un outsider spirituale. Gli E.T. e gli erranti nativi terrestri hanno la stessa natura, la stessa missione, e gli stessi osta-__________________________________3. Walk-in: vedi glossario.

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xiSono un Errante?

coli da affrontare. Entrambi i gruppi hanno assunto corpi e incar-nazioni terreni. Hanno accettato le regole della vita sulla Terra, lasceranno questa vita per le densità superiori solo attenendosi alle modalità terrene di promozione 4 e condivideranno una delle mis-sioni più potenti e centrali per l’umanità e il pianeta Terra. In que-sto senso più ampio sono anch’io un errante, e sento che chiun-que venga attratto da questo libro lo sia.

Nei decenni successivi al 1962, quando iniziai a rendermi per-sonalmente conto del contatto con gli E.T., ho riflettuto molto su cosa sia realmente un errante. Sono giunta alla conclusione che i sintomi che contraddistinguono un errante sono anche quelli che iniziano a presentarsi quando uno chiunque di noi, da qualunque densità o “casa” provenga, si risveglia dal sogno culturale e planeta-rio di una realtà fisica esteriore a una coscienza della propria iden-tità metafisica che lo fa sentire un cittadino dell’eternità e dell’in-finito. Credo ci siano milioni di esseri spirituali maturi nativi della Terra, che potenzialmente si trovano alla loro incarnazione finale e che stanno lavorando per arrivare al raccolto 4 con lo stesso grado di serietà di qualsiasi errante E.T. risvegliato. Fondamentalmente, a questo punto dell’evoluzione del nostro pianeta, tutti i ricerca-tori spirituali risvegliati sono degli erranti. Questo vale sia per un errante che segue il cristianesimo, l’ebraismo, il buddismo, il taoi-smo o qualsiasi altro sistema di pensiero religioso o metafisico sia per qualcuno che si identifica come errante nel senso di E.T., pro-veniente da un altro pianeta. Che sia un nativo terrestre oppure un E.T., l’errante ha abbandonato il mondo fisico e materiale die-tro di sé, e non rientrerà più nel modello o nel profilo di un essere umano normale, secondo i nostri parametri culturali. Quando in questo libro uso il termine errante mi riferisco a tutti gli esseri spi-rituali risvegliati che sanno di essere cittadini dell’eternità, deli-neati da ideali superiori rispetto ai terrestri e alla loro cultura, che sanno di essere degli esseri etici che desiderano perseguire l’evolu-zione del loro spirito in senso metafisico, che sanno di essere qui in missione per servire in questa vita e nell’attuale momento.

La definizione più chiara di errante proviene dalle pagine del primo libro della Legge dell’Uno, canalizzato nel 1981:__________________________________4. Promozione: vedi glossario.5. Raccolto: vedi glossario.

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xii Introduzione

interlocutore: Chi sono gli erranti? Da dove provengono?ra: Io sono Ra. Immaginate, se volete, la sabbia delle vostre spiagge. Le fonti dell’infinito intelligente sono innumerevoli quanto i granelli di sabbia. Quando un complesso di memoria collettiva 6 ha raggiunto la completa comprensione del proprio desiderio, può arrivare alla conclusione che il suo desiderio è il servizio agli altri con la distorsione di tendere una mano, in senso figurato, verso qualunque entità che chiede aiuto. Queste entità che voi potete chiamare i Fratelli e le Sorelle del Dolore si dirigono verso questo richiamo di dolore. Queste entità provengono da tutti gli angoli della creazione infinita e sono unite dal desiderio di servire in questa distorsione.interlocutore: Quanti di loro sono incarnati sulla Terra ora?ra: Io sono Ra. Il numero è approssimativo a causa di un forte afflusso di nuove nascite in questo momento date dal-l’intenso bisogno di illuminare la vibrazione planetaria e perciò di favorire il raccolto. Il numero attualmente arriva a sessantacinque milioni.interlocutore: La maggior parte proviene dalla quarta densità? Oppure da quale densità arrivano?ra: Io sono Ra. Pochi sono della quarta densità. Il numero maggiore di erranti, come voi li chiamate, sono di sesta den-sità. Il desiderio di servire deve essere distorto verso una grande quantità di purezza della mente e verso quello che voi chiamate temerarietà o coraggio.[The Law of One, Book I, noto anche come The Ra Material, Atglen, PA, Schiffer Publications, [1984], pag. 127 – Sessione 12 del 28 gennaio 1981]

La Confederazione dei Pianeti al Servizio dell’infinito Creatore è un nome che le entità che hanno contattato il nostro gruppo di ricerca usano da tempo per identificarsi e descriversi. Il Gruppo di Ra si suppone provenga dalla sesta densità della nostra crea-zione. In questo momento la Terra sta passando dalla terza alla quarta densità, perciò queste fonti della Confederazione sono avanti di due o tre cicli di crescita rispetto alla nostra posizione __________________________________6. Complesso di memoria collettiva: vedi glossario.

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xiiiSono un Errante?

evolutiva. Il Gruppo di Q’uo invece è un principio costituito da diversi gruppi di entità all’interno della Confederazione, tra cui Ra di sesta densità, Latwii di quinta e altre fonti di quarta den-sità come Oxal e Hatonn. Il principio di Q’uo si è costituito dalle fonti precedentemente coinvolte per poter comunicare con il nostro gruppo dopo la morte di Don Elkins e dopo che il contatto diretto con Ra divenne per noi difficile e pericoloso. La fonte Q’uo descrive di seguito la situazione che attualmente stiamo sperimentando sul pianeta Terra:

Ora, in questo momento particolare molti di coloro che pos-sono chiamarsi erranti si risvegliano alla loro identità spiri-tuale. Quando avviene il risveglio, nel ricercatore cresce un grande desiderio di conoscere di più, di trovare modi per ser-vire, di sentirsi più a suo agio con questo stato di coscienza che è così completamente diverso da quell’insieme di lavoro e gioco fatti con incoscienza. Le routine possono essere esat-tamente le stesse ma è cambiato il punto di vista. E una volta risvegliato, il ricercatore non può tornare a dormire ma deve vivere sveglio all’interno della stessa incarnazione.[Q’uo, tratto da una trascrizione non pubblicata di una meditazione del L/L Research, del 13 aprile 1997, pagg. 3-4]

Notate che il gruppo di Q’uo non definisce gli erranti come E.T. sulla Terra ma come coloro che si risvegliano alla loro vera iden-tità di esseri spirituali. Il “sonno” che Q’uo descrive è semplice-mente lo stato della vita di una persona in una cultura, che vive seguendo i modelli comportamentali di una realtà generalmente accettata. Durante il sonno sembra che il mondo fisico sia tutto ciò che c’è di reale, e gli obiettivi della personalità terrena, come le ambizioni nel lavoro e nel matrimonio, ricercare la felicità, i soldi, il potere e l’autorità, e semplicemente sentirsi amati e adeguati, sono degni obiettivi a cui aspirare. Sia che ci si senta risvegliati da que-sta “realtà” in un modo che ci fa sentire nuovi su questo pianeta, sia che ci si affidi a questo modello, o a quello delle religioni, dei miti o della filosofia, ciò che è semplicemente accaduto è che ci siamo risvegliati, e non saremo più in grado di ritornare a quel nido, forse più comodo, che possedevamo prima. Siamo coinvolti in un viag-gio che durerà per tutta la nostra attuale incarnazione. Questo è

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xiv Introduzione

un tipo di viaggio che essenzialmente ci porterà dal mondo fisico a quello metafisico. È un profondo cambiamento di universi. Il gruppo di Ra lo descrive come un cambiamento verso il tempo/spa-zio 7 o coordinate metafisiche a partire dallo spazio/tempo 8 o coordi-nate fisiche. Possiamo errare fisicamente, ma è il viaggio metafisico che ha bisogno di attenzione, dato che solo i disagi di questo viag-gio possono avere senso, e si prestano al lavoro e al miglioramento della nostra posizione all’interno della realtà metafisica a cui ora ci siamo risvegliati. Ecco cosa dice Q’uo:

Quando si usa il termine errante il significato fondamentale di questa parola è colui che viaggia senza fare riferimento a un obiettivo o a una specifica destinazione. Implicita a que-sto termine c’è la sensazione o una predisposizione emo-tiva/mentale di solitudine, irrequietezza, solitudine condi-visa e situazioni prive di interesse. Per l’errante il vento sof-fia freddo e rigido. Il sole picchia senza pietà. Sono poche le persone che appellandosi con questo termine sentono che essere uno spirito errante sia qualcosa di desiderabile. Tutto l’istinto di terza densità è orientato verso il metter su radici, assicurarsi un tetto e proteggere casa e famiglia. L’errante è senza radici quando lo si osserva dal contesto culturale che avete sulla vostra sfera. Perciò è naturale che questo termine sia scelto per descrivere coloro che sono giunti sulla sfera d’influenza della Terra e si sono incarnati per divenire una cosa sola con tutti i gli abitanti della vostra Terra.[Q’uo, trascrizione del 22 maggio 1994, pagg. 1-2]

Ma se questo viaggio è così difficile, perché mai lo iniziamo? Q’uo afferma:

Siete qui per portare luce in un mondo buio. È così semplice. Lo scopo per cui gli erranti si sono incarnati è solo uno: per amare, e per amare, e per amare, e per amare. Sarete feriti, spez-zati, umiliati e sconfitti durante una vita nella fede. È esatta-mente contrario alla cultura in cui vivete, fare delle cose per un ideale, focalizzarsi sul Creatore che è invisibile piuttosto che su tutti i fenomeni, tutti i gadget, tutti i divertimenti che sono

__________________________________7. Tempo/spazio: vedi glossario.8. Spazio/tempo: vedi glossario.

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xvSono un Errante?

così piacevoli sulla superficie della vita nella vostra densità. Siate consapevoli che persino in quelle situazioni potete scegliere di essere al servizio entrando continuamente nella coscienza del-l’amore e della luce dell’Uno infinito Creatore. Ma inoltre, e soprattutto, siate consapevoli, e lo diciamo a ognuno di voi, che il servizio senza dramma è vitale tanto quanto il servizio nel dramma, proprio come la bocca di un’entità dice molte cose, ma non sarebbe in grado di funzionare senza ogni singolo organo del veicolo fisico, che si deve mantenere in un certo equilibrio in modo da poter manifestare qualsiasi tipo di dono.[Q’uo, trascrizione del 22 ottobre 1989, pagg. 6-7]

In questo manuale, condividerò la mia storia personale e parti di quelle di molti altri che mi hanno scritto in merito al loro viaggio come erranti, e condividerò il punto di vista delle fonti, i cosiddetti gruppi extraterrestri che appartengono alla supposta “Confederazione dei Pianeti al Servizio dell’infinito Creatore” e che d’ora in poi chiamerò semplicemente “Confederazione”, e lo farò analizzando prima la semplice situazione, e poi le trappole a essa legate e cosa fare per uscirne. Useremo gli strumenti del cam-mino spirituale come la meditazione, la preghiera, la devozione e l’insegnamento ed esploreremo la nostra missione principale qui sulla Terra, oltre ad altri doni che vi saranno offerti. Questo è anche un testo che per la prima volta parla di come vivere una vita devota mentre si è impegnati nel mondo. Esistono dei libri meravigliosi che parlano della vita spirituale vissuta in iso-lamento. Questo non lo è. Questo è un manuale e un libro di riflessione per persone impegnate, per coloro che non hanno il lusso del tempo libero, ma che per la maggior parte del tempo sono impegnati a lavorare ed espletare i propri doveri per poter pagare i conti per un riparo, per il cibo o per realizzare un servi-zio sentito ma senza un ritorno economico. È un libro di connes-sioni e condivisioni, destinato a un gran numero di spiriti risve-gliati o che si stanno risvegliando e che si sono ritrovati a diven-tare “stranieri in terra straniera” 9. La nostra speranza è che si pos-sano trovare qui risorse veramente utili per la nostra vita e per le nostre passioni quotidiane.__________________________________9. La Sacra Bibbia, versione di Re Giacomo, Esodo 2:22.

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xvi Introduzione

Un accenno alle fonti che citerò: ce ne sono di due tipi. Il primo tipo sono citazioni estrapolate da lettere che mi sono state inviate. Dal 1976, L/L Research e le edizioni Schiffer hanno pubblicato diversi libri sia scritti sia canalizzati dalla sottoscritta o dal gruppo a cui appartenevo, sugli Ufo, gli erranti, le canalizzazioni e su altri aspetti di questo generale campo metafisico di ricerca. Questi libri per decenni hanno spinto i lettori a scrivere delle lettere. Ho scelto delle citazioni da alcune delle lettere più recenti. I cor-rispondenti, i cui pensieri ho citato come fonti, sono circa 200. Ognuno di loro che ha acconsentito a essere una fonte in que-sto manuale ha scelto il livello di privacy che desiderava, perciò alcuni saranno citati con il loro vero nome o persino con gli indi-rizzi e-mail o i loro siti; altri saranno citati con uno pseudonimo scelto da loro stessi; e molti saranno identificati con un numero a tre cifre che ho assegnato come nome in codice. In tutti i casi tut-tavia essi hanno scelto di essere citati, sono quindi persone vere che raccontano le loro storie autentiche.

Il secondo tipo di fonte è il materiale canalizzato. Sono stata un canale per le fonti della Confederazione per ventisei anni. Quasi tutte le canalizzazioni citate in questo libro provengono dal mio lavoro personale di canalizzazione cosciente (o di trance solo con Ra); tutto è tratto dagli archivi degli incontri di meditazione del L/L Research. Uso queste citazioni in aggiunta alle mie argomentazioni perché personalmente ho ottenuto così tanto dall’ascolto delle loro voci, e sento fortemente che queste fonti della Confederazione mi hanno aiutato notevolmente nel mio viaggio di errante. Mi piace quella loro scelta di parole così imparziali e prive di emotività come ho avuto modo di vedere usare in poche altre fonti. Essere in grado di condividere l’utilità di queste voci è una benedizione per me. Sia che questo manuale venga letto semplicemente dall’inizio alla fine, sia che venga usato come un I Ching oppure per cercare argomenti d’interesse particolare, mi auguro possiate trovare un solido soste-gno nelle loro parole, dandovi forza e un valido aiuto.

Se alcune parole sembrano inizialmente difficili da capire, vi prego di consultare il glossario, nel quale viene dato il significato esatto delle parole che la maggior parte dei lettori trovano diffi-cili o incerte. Ritengo che una terminologia un po’ particolare sia molto utile quando si cerca di trattare concetti metafisici, e vale la pena impegnarsi un po’ per apprenderla.

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xviiSono un Errante?

Certamente, anche la mia storia e molte mie opinioni fanno parte di questo manuale. Ho delle opinioni molto forti su come vivere la vita sulla Terra per poter massimizzare i potenziali posi-tivi di questo stato. Li condividerò, sapendo che sono opinioni, e non mi aspetto che nessuno prenda i miei pensieri come un dogma, bensì come possibilità utili su cui riflettere. La mia sen-sazione è che, una volta che noi erranti ci risvegliamo, rimarremo in una situazione difficile fin quando cercheremo di fare in modo che il mondo funzioni per noi. Una volta che ci orientiamo nuo-vamente verso l’universo del mondo metafisico nel quale ci siamo risvegliati, dove i pensieri sono cose e le intenzioni sono molto più importanti della manifestazione, saremo in grado di creare umo-rismo, leggerezza e pace nel nostro mondo personale. Scopriremo che è più facile goderci questo tempo che abbiamo sulla Terra. Ed è molto meglio poter iniziare a lavorare coscientemente su ciò che siamo venuti a fare qui, perché, tutti, come erranti, abbiamo un compito e una missione da svolgere.

Nevica mentre finisco questa introduzione e mi preparo a ini-ziare il primo capitolo. La Terra dorme, le piante stanno mettendo le radici e si preparano per la primavera. Il momento della fiori-tura è una promessa che deve ancora avverarsi. Si sta avvicinando anche il momento della fioritura del nostro pianeta. Dal punto di vista metafisico, non vediamo l’ora che avvenga il raccolto del pianeta Terra e dei suoi abitanti. Qual è la nostra missione prin-cipale qui, come erranti? Siamo qui per respirare l’aria, per incon-trare il momento con un cuore aperto e fluido. Siamo qui per permettere all’amore infinito di attraversarci per poi manifestarla sui piani terrestri. Se incontriamo questo momento con un cuore felice, stiamo già ampiamente svolgendo il lavoro più importante che siamo venuti a fare. Sembra facile ma in realtà è la cosa più difficile che potremmo mai a fare: cioè, essere il nostro più pro-fondo e vero sé, quel sé che INCONTRERÀ questo momento con un cuore aperto e pieno d’amore.

Benedizioni, Amore e Luce.Carla Lisbeth Rueckert

Magic KingdomLouisville, Kentucky

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glossario

alchimia: in generale la pratica del potere di trasmutazione; specificatamente, il tentativo della scienza medioevale di trasfor-mare i metalli meno pregiati in oro; inoltre, la scoperta della cura universale della malattia e di conseguenza il prolungamento della vita.

canalizzazione: il processo di una persona che trasmette le parole di un’entità non incarnata usando la persona stessa come un medium, uno strumento, un contenitore o un canale.

catalizzatore: qualcosa che senza subire dei cambiamenti è un fattore scatenante per la nostra capacità di crescere; un isti-gatore neutrale di eventi e processi nel nostro modello di vita. Dato che ogni persona percepisce le cose in modo diverso, questi processi sono poi interpretati da ciascun individuo in base alle proprie caratteristiche personali. L’opportunità che si ha è quella di lavorare con il catalizzatore, finché non viene elaborato inte-riormente, al fine di ottenere una maggiore consapevolezza, o “esperienza”.

chakra: il gruppo di Ra usava il termine “centri energetici”, intercambiandolo con il termine Hindu e Buddista, “chakra.” Il termine “raggi” era usato per rappresentare i setti punti dalla base della colonna vertebrale alla cima della testa. I chakra contengono sette tipi di energia spirituale che corrispondono ai centri all’in-terno dei corpi energetici e ai diversi tipi di lezioni o al dispendio energetico che avviene durante le nostre vite.

complesso di memoria collettiva: termine usato per la prima volta da Ra per indicare un gruppo di coscienza dove i pensieri di tutti sono accessibili a tutti. Attraverso di esso la ricerca

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xx Glossario

spirituale si armonizza e il potere di imparare e di servire gli altri è intensificato dalla libera condivisione dei pensieri fra tutti i mem-bri del gruppo. Immaginate il concetto di Jung dell’inconscio col-lettivo dell’umanità che diventa una realtà cosciente così che tutti sulla Terra possono conoscere i pensieri e le esperienze altrui.

complesso mente/corpo/spirito: è il termine usato dal gruppo di Ra per indicare una persona. Ra considera le persone un insieme di complessi di energia che si esprimono in tre modi distinti, che tuttavia funzionano come un’unità inscindibile all’interno di un’incarnazione. Il complesso corpo si forma all’ini-zio della seconda densità nell’ameba, con il complesso mente che si unisce per creare il complesso mente/corpo nelle piante e negli animali nella seconda densità avanzata e il complesso spirito che si unisce al complesso mente/corpo per creare il complesso mente/corpo/spirito all’inizio della terza densità. Con tutti e tre i complessi siamo completi, nel senso che abbiamo tutti gli strumenti necessari per fare la scelta metafisica della polarità in questa esperienza di terza densità e per continuare a progredire nell’evoluzione.

confederazione: Confederazione dei pianeti al servizio del-l’infinito Creatore, vedi Fratelli e Sorelle del Dolore.

densità: i livelli o dimensioni fondamentali della creazione for-mati dalla luce, in cui ogni densità successiva è più “densamente piena” di luce. Ce ne sono sette in ogni ottava di creazione, con l’ottava densità di creazione in corso che corrisponde alla prima densità del prossimo ciclo di evoluzione del Creatore.

disciplina della personalità: la pratica metafisica di equi-librare le distorsioni all’interno dei propri centri energetici con lo scopo di poter rispondere con totale compassione al catalizzatore che viene portato alla nostra attenzione e senza essere distolti da qualsiasi altra emozione.

distorsione: una caratteristica che differisce dal Logos o dal-l’Uno infinito Creatore nella sua forma pura. Tutto è quindi una distorsione, dal libero arbitrio e dalla luce fino a tutte le forme e gli universi manifesti. All’interno della struttura della nostra personalità, ci viene detto di scegliere alcune distorsioni prima

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xxiIl Manuale dell’Errante Volume I

dell’incarnazione o a livello animico con lo scopo di lavorare sul riequilibrio della nostra natura essenziale o animica durante l’at-tuale incarnazione. Distorsione non è un termine peggiorativo, in quanto tutte le cose sono delle distorsioni del Creatore. L’idea generale è di diminuire il livello di quella distorsione, imparando a vibrare sempre più come il Logos.

energia vitale: l’insieme dell’energia della mente, del corpo e dello spirito. Anche conosciuta come élan vital ed energia spirituale.

errante: un’entità proveniente dalla quarta densità o superiore che si sposta nell’universo a seconda del bisogno per rispondere alle chiamate mentali e di preghiera per essere di servizio a chi è nella terza densità, nel caso della nostra Terra. Gli erranti possono essere chiamati a servire da qualsiasi densità, ma quando rispon-dono a una chiamata proveniente dalla terza densità devono anche loro attraversare il velo dell’oblio e così sono obbligati a riscoprire il loro servizio durante l’incarnazione per non violare il libero arbitrio della popolazione terrestre di terza densità. Una volta fatto, gli erranti diventano nativi della Terra e devono assol-vere tutti i requisiti del raccolto di terza densità per poter essere promossi alla densità successiva.

evoluzione: il movimento della coscienza da una densità di luce alla successiva densità superiore di luce. Per permettere il movimento da ogni densità di luce a quella successiva dobbiamo essere in grado di usare la luce in modi sempre più raffinati di apprendimento e di servizio. L’evoluzione inizia nella prima den-sità con gli elementi, continua nella seconda densità con l’evolu-zione dei complessi corpo, prosegue nella seconda densità verso lo sviluppo dei complessi mente/corpo. Secondo il gruppo di Ra nella terza densità avviene lo sviluppo dei complessi mente/corpo/spirito. L’evoluzione da questo punto in poi riguarda il complesso corpo/mente/spirito.

fratelli e sorelle del dolore: dai libri della Legge del-l’Uno, un altro termine che indica la Confederazione dei pianeti al servizio dell’infinito Creatore. Queste entità sono tutte di quarta densità o superiori e progrediscono nella loro crescita personale servendo quelli di terza densità che richiedono il loro aiuto.

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xxii Glossario

iniziazione: i riti, le cerimonie, le prove o le istruzioni per diventare membro di una setta, società, ecc. Dal punto di vista metafisico, impegnarsi a seguire lezioni di un certo livello che richiedono grande sforzo e dedizione e se completate con suc-cesso, il ricercatore otterrà un nuovo livello di consapevolezza. Quando le affronta, il ricercatore spesso sperimenta ciò che è stata chiamata La Notte Oscura dell’Anima. Quando questo avviene, è meglio direzionare lo sforzo e la dedizione verso la vita nella fede.

karma: il concetto che le proprie azioni attuali determinano le proprie sfide ed esperienze future; destino o fato. Di solito per equilibrare il karma si deve perdonare.

metafisica: una filosofia che osserva la natura del sé e il mondo intorno al sé. In questo manuale la parola “metafisico” viene usata per descrivere il mondo non fisico, il mondo dei pensieri, degli ideali, delle emozioni e dello spirito. Il mondo fisico è visto come un universo di spazio/tempo governato dalla geometria di Euclide. Il mondo metafisico è visto come l’universo di spazio/tempo dove l’infinito e l’eternità dominano.

polarizzare: intensificare, esagerare, aumentare, rafforzare. Nel processo di evoluzione spirituale dalla terza densità alla quarta si dice che dobbiamo polarizzarci verso i principi positivi del servizio agli altri oppure quelli negativi del servizio a sé stessi per essere idonei alla promozione in questo nostro raccolto di terza densità. Secondo il gruppo di Ra per poter essere raccolti come uno spirito orientato positivamente, si richiede che le azioni tese al servizio agli altri costituiscano il 51% della polariz-zazione. Per essere promossi a spirito orientato negativamente, si richiede che le azioni destinate al servizio di sé costituiscano il 95% di una polarizzazione.

promozione: il movimento delle entità da una densità di luce alla successiva densità superiore di luce in conformità con le proprie ca-pacità di usare la maggiore frequenza di luce per imparare e servire.

raccolto: il momento appropriato in cui avviene la promo-zione da una densità all’altra. La terza densità della nostra Terra è ora in questo periodo di raccolto.

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xxiiiIl Manuale dell’Errante Volume I

saluto psichico o attacco psichico: la situazione in cui una persona attira l’attenzione di un’entità non incarnata orien-tata negativamente con la forza o la purezza della sua ricerca della verità. Per stare vicino alla luce il ricercatore deve riflettere quella luce in modo puro. Qualsiasi scelta che allontana il ricercatore dal poter esprimere quel livello di luce creerà un’apertura attraverso la quale l’entità negativa può aumentare o intensificare quella scelta dissonante. Di conseguenza si può sperimentare disagio fisico, mentale, emotivo e spirituale. La risposta consigliata è scoprire e accettare la distorsione all’interno del lato oscuro del sé che ha fornito la fessura che ha reso possibile il saluto, e gentilmente riportarlo nel lato oscuro da dove è arrivato, poi sanare la scelta dissonante perdonando il sé per la fessura e il mittente per aver offerto l’opportunità di soffrire e di aver paura. Non è possibile nessun attacco o saluto senza che il ricercatore per primo fac-cia la scelta dissonante, e la nostra umanità è fatta di imperfe-zioni e distorsioni. Siamo tutti aperti al saluto psichico quando osiamo ricercare la luce della verità. Ho smesso di usare il termine “attacco” e ho iniziato a usare il termine “saluto” circa venti anni fa, per eliminare l’elemento di paura dalla situazione dato che l’entità negativa usa la paura come grande alleato per salutare.

scelte prima dell’incarnazione: le distorsioni o le ten-denze nella nostra personalità che siamo noi a scegliere prima di ogni incarnazione così che avremo l’opportunità di usarle nelle lezioni di apprendimento e di servizio in ogni vita. Il nostro scopo più ampio è l’affinamento e l’equilibrio graduale dei nostri centri energetici e dei nostri sé spirituali attraverso molte vite di lavoro.

servizio agli altri: il percorso della radiazione e del dono a cuore aperto. La polarità positiva dove il ricercatore cerca di vedere e di servire il Creatore in tutto. L’intenzione di servire gli altri per almeno il 51% dei propri sforzi abiliterà il ricercatore alla promo-zione nella luce di quarta densità. Il percorso di ciò che è: l’unione.

servizio a sé stessi: il cammino del magnetismo e del con-trollo. La polarità negativa dove il ricercatore cerca di indurre gli altri a servire il Creatore nel sé. L’intenzione di controllare gli altri per servire sé stessi deve costituire almeno il 95% degli sforzi

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xxiv

del ricercatore per essere promosso alla quarta densità in senso negativo. Il cammino di ciò che non è: la separazione.

spazio/tempo: la nostra realtà attuale, visibile, fisica. Anche conosciuta come l’illusione in cui viviamo e ci muoviamo e in cui si trova il nostro essere incarnato. L’ambito in cui avviene il nostro apprendimento ed equilibrio.

strumento: vedi canalizzazione.tempo/spazio: la nostra realtà invisibile, metafisica come

quella in cui ci troviamo quando sogniamo, meditiamo o speri-mentiamo qualsiasi tipo di stato alterato di coscienza.

velo dell’oblio: una copertura o un mantello che scende alla nascita e che nasconde le radici subconscie della mente alla mente conscia in modo tale che il processo di evoluzione durante la terza densità possa diventare più efficace. Anche i ricordi di incarnazioni precedenti vengono nascosti alla mente conscia così che la focalizzazione dell’attuale incarnazione non possa essere smorzata. La ragione è che le lezioni fondamentali di terza densità comprendono la vita vissuta nella fede, e la fede è predominante quando niente è conosciuto.

walk-in: un’entità dalla quarta densità o superiore che fa un accordo con un abitante della terza densità per entrare nel corpo fisico dell’abitante e si assume la responsabilità per il resto del-l’incarnazione di terza densità mentre l’entità di terza densità precedente riposa nel livello astrale appropriato al suo livello di coscienza della luce. Il walk-in ha anche un proprio programma, oltre ad adempiere al progetto di vita della persona originale.

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il manuale dell’errantevolume i

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a Don Elkins,amato compagno, grande anima,

visionario, scienziato, filosofo, ricercatoree tuttora mio maestro nei piani interiori

e Jim McCarty,il più risvegliato tra gli erranti, marito meraviglioso,

sciamano, artista, giardiniere, gentiluomo,cavaliere galante e la miglior persona

che io abbia mai conosciuto.

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Capitolo Uno

essere un errante

storieQuando le persone mi scrivono, raccontandomi le loro storie e

chiedendomi se sono degli erranti, inizialmente rispondo sempre con l’idea che se hanno errato nei reami in cui questa domanda è per loro rilevante, allora sono sicuramente degli erranti. A seconda di quello che dicono, possono affiorare molte temati-che, ma questa domanda è di centrale importanza per molti di loro. Ecco due esempi:

A volte mi chiedo se sto realmente impazzendo. Il mio mondo si è capovolto. Non sono più interessato alle cose materiali. Le mie convinzioni riguardo alla vita spirituale, alla rincarnazione, ecc., sono completamente diverse da quelle in cui credevo o non credevo! Spesso non mi fido di quello che leggo e neanche di quello che “ricevo” quando medito. E a dire il vero non ho idea se sono o meno un errante, e non so neanche se il saperlo fa qualche differenza. Quello che so è che sento tantissima compassione, perdono e tolleranza, e a volte un senso sconcer-tante sia di dolore che di gioia per il mondo e i suoi abitanti.[082, lettera del 28 settembre 1998]Non mi sembra di essere sensitivo, non ho mai canalizzato, mi sento profondamente spirituale e amo la musica, la natura e gli animali, “sento” di venire da un altro pianeta, ma non ho mai avuto quel tipo di esperienza, rapimento, visitazione, ecc., che mi fanno dire senza nessun dubbio, “Ehi, ma allora sei un errante!” Si tratta ancora della Legge della Confusione? Sto dormendo?[Joseph Ciba, lettera del 22 settembre 1998]

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4 Capitolo Uno

Come ho detto nella prefazione, se sentiamo di essere un errante, allora lo siamo, per lo meno nel senso generale di essere un outsider spirituale che si trova a essere in parte alie-nato e isolato dalla cultura circostante a causa di una diver-genza d’interessi e di motivazioni con questa stessa cultura. La persona mondana è alla ricerca dei beni materiali, l’individuo incline alla metafisica cerca l’essenza. Ecco di seguito alcuni esempi di erranti che si sentono molto più sicuri del loro sta-tus di errante:

Devo dirti che sono sicurissima di essere un “errante” o un essere proveniente da un’altra densità; da quando ho iniziato la mia rinascita mentale/spirituale/emozionale ho sentito di essere una parte importante di qualcosa. Non ho ancora individuato se provengo da un’altra densità ma mi sto prepa-rando e offrendo il mio sé come veicolo per coloro che desi-derano elevarsi.[Friend, A., lettera del 9 agosto 1998]Volevo inoltre dirvi che sono arrivata al punto in cui ho ini-ziato a comprendere (per me è molto più che solo sapere) di essere un errante. Sapere è solo nella mente, comprendere è nel cuore.[Mary, lettera del 14 maggio 1997]Non solo sto scoprendo di non essere solo, ma di rientrare effet-tivamente in modo piuttosto preciso nel profilo dell’errante.[093, lettera del 16 aprile 1997]

Ah sì, il profilo! Ce ne sono tanti con cui ci si può diver-tire. Io ho scelto quello creato da Scott Mandelker, autore di From Elsewhere: Being ET in America1 e di Universal Vision: Soul Evolution And The Cosmic Plan, dal quale ho estrapolato la seguente versione aggiornata.

__________________________________1. Mandelker, Scott, From Elsewhere: Being E.T. In America. New York, NY: Birch Lane Press, [1995].

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5Essere un Errante

un nuovo questionario per e.t.

la tua infanzia1. Hai spesso pensato, sognato a occhi aperti o fantasticato di E.T., Ufo e altri mondi?2. Ti sei mai sentito come se le cose normali intorno a te fossero in qualche modo strane, come il corpo umano, il colore del cielo, gli alberi e la natura, la struttura umana e gli adulti?3. Ti sei mai sentito come se i tuoi genitori non fossero i tuoi veri genitori, come se tu avessi un fratello o una sorella scomparsi, o una “casa” in qualche luogo lontano?4. Hai mai fatto sogni magici di volare, di avere come amici degli spiriti invisibili o di ricevere una guida speciale o una protezione?5. Hai mai guardato il cielo di notte con nostalgia e qualche volta hai detto “Riportatemi a casa… Perché sono qua?” o ti sei mai chiesto “Perché sono così solo?”

la tua personalità6. Sei gentile, cortese, pacifico e solitamente non aggressivo?7. Sei ferito, rattristito e confuso da tutta la cattiveria e le crudeltà umane nel mondo?8. Senti che i soldi, i possedimenti e una carriera di successo non sono in realtà così importanti?9. Qualche volta ti senti più a tuo agio con le piante e gli animali che con gli esseri umani?10. Generalmente sei sensibile, premuroso, generoso e attento alle persone che ti circondano?

le tue esperienze11. Ti sei sentito diverso, fuori posto o in qualche modo alienato dalla società umana in tutta la tua vita?

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6 Capitolo Uno

12. Hai fatto sogni, avuto visioni o avvistamenti Ufo che ti hanno inspirato una reale crescita spirituale?13. Hai fatto sogni drammatici di cambiamenti terrestri, di sconvolgimenti geologici e sociali, della fine del mondo o di civiltà future?14. Sei una persona logica e scientifica, non troppo emotiva ma in qualche modo confusa dalle forti passioni e dal desiderio?15. Hai avuto un chiaro contatto che ti ha elevato con E.T. benevoli, gentili e altamente evoluti?

i tuoi interessi16. Ti interessano la fantascienza, il fantasy epico, gli angeli, l’alta tecnologia e le profezie del mondo?17. Ti interessano Atlantide, Lemuria, le canalizzazioni, le piramidi, le idee della new-age e gli E.T.?18. Ti interessano la meditazione, la medicina alternativa o portare amore e luce al mondo?19. Credi che la società umana ignori le verità spirituali che sai essere vere?20. Sei fortemente determinato e senti che la tua missione è aiutare la Terra e l’umanità?

calcola il punteggio per scoprire la tua identità e.t. Per ogni risposta affermativa calcola 5 punti, per ogni volta che hai risposto “un po’” calcola 3 punti e poi somma il punteggio.Da 100 a 75 punti:Quasi sicuramente sei un’anima extraterrestre, ma forse non ne sei sorpreso!Da 75 a 25 punti:Potresti provenire dalle Stelle oppure no, hai bisogno di riflet-terci un po’ di più per saperlo con certezza.

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7Essere un Errante

Da 25 a 0 punti:Probabilmente non hai un’anima extraterrestre, ma allora perché ti interessano questi argomenti?[Mandelker, Scott, Universal Vision: Soul Evolution And The Cosmic Plan. Blue Hill, ME: Medicine Bear Publishing [2000], pagg. 283-285]

Siamo erranti? Un’anima giovane rispose in modo affermativo:Errante son io.Un disadattato, eterno forestiero nel mondo di qualcun altro.Sanno che non sono uno di loro,Anche se sembro esserlo,Non uno tra loroIo sono,I miei fratelli sannoAttraverso gli occhi delle loro credenzeNon vedono meCome in uno specchioSi sa che l’immagine non è essere.Perché l’immagine non ha un cuore che batteChe si muove come anima nel tempo.Così non sono uno di loro,L’immagine nello specchio astrale del tempoI miei fratelli cercanoE credono.Così erro quotidianamente sorpresoDalla mia persistenza di esistere quiDove erro cercando, osservando,Con la speranza di divenireQuella parte di me che nessuno conosce,Incluso me.Errare ha i suoi doni,I momenti si trasformano in beatitudineIn connessioni troppo rare.Dove sono le altre partiDi me che io sonoChe potrei incontrareIn momenti di avvolgenti celebrazioni Di dolce rimembranza,

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8 Capitolo Uno

Avide fiamme dell’errareTremule in questo luogo di movimento,La giostra troppo rapidaPer ricordare i visi che passanoNella notte d’anelito.[John J. Falone, lettera del 15 agosto 1999]

Siamo erranti che desiderano qualcosa che non possono tro-vare ma di cui ne intuiscono l’esistenza. Sia che ci chiamino E.T. o terrestri, siamo comunque coloro che si sono risvegliati spi-ritualmente per errare alla ricerca della propria origine e della propria fine. Ci siamo risvegliati alla bellezza e agli alti principi dell’unità, del servizio e dell’amore, e stiamo cercando modi per portare questi elementi nella vita quotidiana. Per noi, non è una questione banale cercare di migliorare la qualità della nostra vita ma è qualcosa di essenziale. Se cerchiamo di seguire le regole del mondo, avremo una notevole difficoltà a vivere una vita decente, e a volte potremmo avere anche qualche pro-blema di sopravvivenza.

le esperienze paranormaliSembra che molti erranti vengano risvegliati da esperienze para-

normali e di Ufo. Jung riteneva che gli Ufo fossero sia immagini proiettate esternamente dalla nostra mente collettiva archetipica, teoria molto in sintonia con quella degli eventi a grappolo fina-lizzati a risvegliare e riattivare il nostro sé più profondo, sia proie-zioni di questi archetipi su oggetti reali. Per quanto riguarda que-st’ultima teoria, che credo tanto esatta quanto la prima, ritengo che in alcuni casi gli Ufo siano oggetti fisici reali. Comunque, la maggior parte delle esperienze di Ufo e la totalità dei sogni o delle esperienze paranormali di Ufo, coinvolgono E.T. pola-rizzati positivamente che hanno l’intenzione di aiutare metafi-sicamente la Terra in questo periodo. Molti erranti, qualunque sia la ragione, hanno fatto questo tipo di esperienze durante il loro processo di risveglio. Latwii, fonte di quinta densità della Confederazione e voce del principio di Q’uo, parla del perché ci sono così tanti erranti che hanno fatto queste esperienze:

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9Essere un Errante

La nostra percezione è che la vibrazione del cambiamento della struttura atomica della vostra illusione ha realmente reso possibile la transizione verso quello che viene chiamato in svariati modi: new-age, l’Età dell’Acquario o la densità dell’amore. A causa della trasfigurazione della natura della vostra illusione, quelle che vengono chiamate normalmente esperienze paranormali in questo periodo sono molto più frequenti sul vostro pianeta. È la densità dell’amore e della comprensione in cui adesso dimorate, ed è nella natura di questa densità esprimersi attraverso l’uso del potere della mente per creare, per comunicare e per diventare tutt’uno con l’ambiente. [Latwii, trascrizione del 29 maggio 1983, pag. 12]

Fonti della Confederazione hanno spesso detto che stiamo già beneficiando della luce iniziale di quarta densità. Questa e molte altre comunicazioni dello stesso tenore mi fanno pensare che il passaggio alla quarta dimensione non avverrà sotto forma di un rapimento estatico, un’ascensione o di una qualche apocalisse apocrifa, ma è piuttosto un processo che è già iniziato e che con-tinuerà per molti anni e persino secoli a venire. La mia opinione personale è che gli eventi paranormali e gli Ufo abbiano la pre-meditata funzione di risvegliare gli erranti e di attivare le anime terrestri. Più avanti in questo capitolo approfondiremo questo aspetto, ma prima, vorrei condividere con voi alcune delle sto-rie che alcune persone hanno condiviso con me rispetto al para-normale in generale:

Ero pienamente cosciente ed ero ancora io, ancora in qual-che modo unico, ma non avevo corpo o forma e potevo vedere simultaneamente in tutte le direzioni. Ero parte del tutto e tutto era parte di me. Quando mi ricordavo di guar-dare nella vastità dello spazio, era come se stessi guardando tutto e niente nello stesso momento. Anche se sono rima-sto da solo a contemplare la mia nuova vita (mi sembrava più che altro un dilemma) ero estremamente consapevole della forza, dell’unità e del sapere di cui facevo parte e che qual-siasi cosa avesse vita o energia faceva parte dell’Uno. Anche se non sapevo tutto, tutto quello che dovevo fare era formulare

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10 Capitolo Uno

la domanda e il sapere acquisito o sperimentato sarebbe stato condiviso con me. Ma prima dovevo evolvermi abbastanza per fare le domande giuste.[093, lettera del 16 aprile 1997]Più di quattro anni fa, nel settembre del 1995, iniziai a sentire una voce emergere da dentro mentre dipingevo nel mio stu-dio. Circa una settimana dopo iniziò a uscire anche durante la meditazione. Questa voce non parlava inglese e mi sembrava avesse un accento asiatico. Un paio di mesi dopo decisi di registrarla e portai la registrazione all’università per vedere se qualcuno potesse dirmi di che lingua si trattava. Parlai con un professore di cinese e anche con uno di giapponese ma nes-suno dei due riuscì a riconoscerla e non avevano idea di cosa fosse. Questa voce ha continuato ad arrivare e lo fa ancora, sempre durante la meditazione e mentre dipingo.[131, lettera del 11 ottobre 1997]La mia storia inizia alla fine degli anni sessanta. Di solito nelle conferenze parlo dei principi della new-age e di alcuni appro-fondimenti che mi sono stati insegnati o che mi sono arrivati come quello ricevuto attraverso una palla di luce di circa 10-12 centimetri [di diametro] che si divertiva a rimbalzare nella stanza, dal pavimento al soffitto e su tutte e quattro le pareti. Pensai fosse qualcuno all’esterno con una torcia e andai a vedere. Non c’era nessuno in giro e non trovai nessuna fonte di luce, così rientrai e mi risedetti. Guardai la luce girare per la stanza, andare sotto una sedia, dietro ai quadri e dietro alla mia sedia. Pensai: che strano, non ho mai visto una cosa del genere. Poi si mise sulla mia spalla e in un attimo fu dentro di me e vidi una creatura che somigliava agli esserini del film Incontri ravvicinati del terzo tipo. Quello che accadde dopo fu uno strano evento che ha ampliato la mente. Fui portato in un luogo nello spazio, ero al centro di una bolla trasparente e potevo vedere in ogni direzione contemporaneamente. Ho visto la nascita dei sistemi solari, l’inizio della vita e l’intero processo della creazione di una stella. Ho visto la forza vitale guardarmi e sorridere.[CB, lettera del 1 novembre 1999]

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11Essere un Errante

Per terminare questa sezione ecco due storie che parlano di strani fenomeni paranormali che hanno a che fare con il corpo fisico:

Mi chiedevi della storia di quei tagli triangolari sulle mani e della palla sotto la pelle. Questo mi riporta al 22 agosto del 1986 quando mi svegliai ritrovandomi con questi segni chirurgici sulle mani e una piccola palla dura sotto lo strato superiore della pelle sulla mano sinistra. Potevo spostare la palla flettendo le dita. Scomparve nel mio sistema, penso in pochi giorni, e i tagli/escoriazioni (nello stesso posto su tutte e due le mani, vicino ai pollici) guarirono velocemente.[Dana R., lettera del 29 ottobre 1996]A 25 anni scoprii una piccola bozza sul dorso del naso quasi in mezzo agli occhi che faceva male. Pensando fosse un forun-colo gigante andai a specchiarmi e rimasi scioccato dalla sua forma. Era una specie di mezzaluna e non era per niente un foruncolo. Sembrava fosse qualcosa che si era incastrato sotto la pelle, così ho allungato la mano per toccarla e appena prima di farlo, è partita come un lampo diretto verso la testa che mi è entrato dentro! Fu una sensazione molto strana e quella cosa si muoveva come se fosse viva.[149, lettera del 18 luglio 1999]

Un’anima meravigliosa che si è manifestata sotto le sembianze di un’energica donna anziana mi mandò questa citazione tratta da Road In The Sky di George Hunt Williamson, pensando fosse attinente ai suoi segni:

Come possiamo identificare o riconoscere un errante? Non è così facile. Tuttavia, questi amici dello spazio, che vivono e lavorano con noi quotidianamente, sono riconosciuti dai loro fratelli nel cielo da certi segni del corpo. Questi segni possono avere l’aspetto di cicatrici presenti sul corpo dalla nascita e quindi non procurate attraverso mezzi naturali, e possono apparire sotto forma di strane stigmate, non di tipo religioso. I segni servono come una chiave di memoria per gli indivi-dui che le posseggono. Pensando a queste strane cicatrici, l’er-rante si ritrova immediatamente nel giusto stato d’animo e nelle giuste vibrazioni per sollevare un velo del ricordo.[021, lettera del 1 novembre 1987]

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12 Capitolo Uno

le esperienze con ufonegli stati di sogno e di veglia

Ormai, si spera, possiamo iniziare a pensare che le nostre espe-rienze non siano poi così insolite! È logico pensare che gli erranti avranno e racconteranno di esperienze con Ufo. Sicuramente ci sono molti erranti le cui esperienze non comprendono visitazioni da parte degli Ufo, ma potrebbero riferirsi a incontri sia fisici che metafisici o di sogni con Ufo. Di seguito ci sono esempi esempli-ficativi riguardo a sogni e visioni di Ufo, contatti che chiamerei metafisici, visto che in questi casi nessun Ufo è stato visto a livello fisico nello stato cosciente:

Ho 23 anni e sono uno studente di musica. Nella mia infan-zia ho sognato di navicelle spaziali che atterravano sulla Terra o che erano semplicemente sospese nel cielo. Potevo comu-nicare con loro.[Baysal Atalay, lettera del 6 ottobre 1997]Ero in uno stato di trance leggera, e mi ritrovai a “osservare” un’enorme formazione di nuvole che si gonfiava. Era massic-cia e piuttosto impressionante. Mentre guardavo, due oggetti identici a forma di piramide emersero dal banco di nuvole e si librarono sopra di me, uno accanto all’altro. Erano legger-mente inclinati così potei vedere sia il fondo che i lati delle strutture. Sentii aumentare l’energia e le piramidi iniziarono a brillare emanando una luce luminosa. La fonte principale della luce sembrava provenire dalla parte inferiore di cia-scuna, anche se nell’arco di pochi minuti sembrò che la luce si stesse espandendo verso l’esterno da tutti gli angoli. Prima di questo evento ero depresso e non riuscivo a capacitarmi o capire il perché. Subito dopo le sensazioni di depressione e leggera ansia se ne andarono senza fare più ritorno. Inoltre dopo l’evento ho avuto l’impressione di essere stato iniziato e che mi fosse stato passato o trasmesso qualcosa, qualcosa che successivamente sarebbe stato trasmesso ad altri.[Orann, lettera del 13 luglio 1998]Avevo da poco compiuto trent’anni quando mi “risvegliai” piuttosto all’improvviso e in modo drammatico. Stavo prati-

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13Essere un Errante

cando la meditazione trascendentale quando vidi un oggetto che girava su sé stesso. All’inizio non capii che cosa fosse ma quando finii di meditare realizzai che era una specie di Ufo, il che mi disorientò dato che in quel periodo non ero consa-pevole degli Ufo. Poi fui sopraffatto da una profonda com-prensione e pensai, “Dio mio, questa non è casa mia!” Con l’occhio della mente potevo vedere un luogo caldo, asciutto e molto sabbioso. Penso ci fossero due soli nel cielo. Mi sentivo così in pace e a mio agio.[277, lettera del 16 gennaio 1997]

Una grande percentuale degli eventi riguardanti gli Ufo si rive-lano metafisici. Sembrerebbe che le entità Ufo orientate positi-vamente o di servizio agli altri, come la Confederazione, a causa di problematiche legate al libero arbitrio, preferiscano le appa-rizioni metafisiche o di forme-pensiero rispetto a quelle fisiche. A mio parere, la maggioranza, anche se non tutti, degli avvista-menti fisici a distanza ravvicinata sono sia un contatto vibrazio-nale confuso e misto sia contatti negativi; cioè contatti con una specie votata al servizio a sé stessi come i così tanto citati grigi. Ecco alcuni racconti di questi Ufo:

Avevo 12 anni quando pregai di vedere dei dischi volanti e alcune settimane dopo mentre aspettavo appoggiato a un palo nel cortile della scuola durante la ricreazione mi guardai alle spalle e vidi venti navicelle spaziali di metallo con il fondo concavo e una macchia scura nel centro, che stavano volando accanto a me in formazione militare.[Kent R. Meyer, lettera del 6 ottobre 1998]Da adolescente iniziai a vedere delle persone attraversare i muri della mia camera da letto e quando lo dissi ai miei genitori mi fecero ricoverare nell’ospedale di Norton per un anno intero. Fu lì che vidi una navetta librarsi all’ultimo piano dell’edificio e che sembrava grande quanto un intero quartiere cittadino. Potevo vedere che le persone al suo interno ci stavano fissando! Fummo tutti spinti nelle nostre stanze e chiusi a chiave, e i dottori vennero a parlare a tutti noi per capire cosa fosse successo. Nessuno sembrava ricordarselo esattamente

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tranne me, ma anch’io lo dimenticai fino a circa un anno fa. In quel momento, mentre guardavo un programma sugli Ufo, me lo ricordai fin nei minimi particolari.[149, lettera del 18 luglio 1999]Prima dell’esperienza di incontro ravvicinato descritta qui di seguito, ho avuto due precedenti avvistamenti Ufo a distanza che mi hanno colpito profondamente. Queste due esperienze divennero per me un catalizzatore per studiare qualsiasi mate-riale su cui potevo mettere le mani che parlasse degli Ufo e i relativi fenomeni paranormali. Ho studiato i fenomeni Ufo per circa 30 anni. Prima di avere la sopraccitata esperienza nel 1975, non mi rammento di aver letto niente in particolare riguardo a globi rossi luminosi. Se avessi dovuto esprimere un qualche desiderio intenso di vedere un Ufo, avrei avuto nella mia mente l’immagine di un tipo di Ufo di metallo opaco dalla classica forma a disco, non una navetta a forma di globo. Il tipo di navetta a forma lenticolare mi ha sempre affascinato. Ritengo che ci sia qualche tipo di connessione mentale associata a questi fenomeni.[Michael Estes, www.g2ii.net, The Gateway to Illuminating Information, lettera del 23 ottobre 1998]

Provate oggi a chiedere in giro informazioni sugli alieni e tro-verete l’opinione culturalmente radicata che esistono e che sono qui. Naturalmente questa versione dei fatti è confusa.

Non è un’esperienza comune vedere degli alieni camminare tra di noi. Non salgono sugli autobus e ci salutano alzando il cappello. Ma la televisione e i film danno per scontato la presenza degli alieni, e piccoli e verdi personaggi dei cartoni animati vendono birra negli spot pubblicitari. Perciò la cultura accetta gli extraterre-stri a un livello piuttosto profondo, pur mantenendo nel frattempo un atteggiamento scherzoso e piuttosto derisorio verso le persone che hanno sperimentato o che sostengono che la presenza di E.T. sia effettiva e attuale. Immagino sarà sempre così. Le entità della Confederazione orientate positivamente dichiarano di non essere in grado di atterrare tra di noi senza violare il nostro libero arbi-trio, cosa che evitano accuratamente di fare, in vero stile Star Trek. Le entità Ufo orientate negativamente non sono ostacolate nem-

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meno lontanamente da considerazioni etiche e non rispettano il libero arbitrio di coloro che hanno sperimentato un contatto con loro. Ma tuttavia possono essere presenti solo se chiamate da terre-stri orientati negativamente, proprio come nei piani interni della Terra la chiamata di presenze esterne orientate positivamente è limitata ai soli ricercatori terrestri polarizzati positivamente. Essi non possono semplicemente atterrare in massa. Inoltre quando si porta alla luce una nuova prova, essa generalmente evoca la con-tinua collusione fra strutture di potere presenti sulla Terra e razze aliene e include complotti che non si possono assolutamente ren-dere pubblici, oltre a disegnare scenari incredibilmente drammatici e apocalittici tra la natura e l’uomo. Le teorie variano. La mia pre-ferita è quella che a volte viene chiamata Le Tavole Smeraldine. È al primo posto per eleganza e stile. Comunque di solito i complotti, per loro natura, hanno in comune la segretezza. Quest’ultimo fat-tore però diminuirebbe drasticamente se si riconoscesse che la presenza degli Ufo e degli extraterrestri tra di noi sia un dato di fatto. Quale complotto decente potrebbe svilupparsi o quale traf-fico illegale potrebbe prosperare in un ambiente di totale cono-scenza? Non volendo sapere, a questo punto della mia vita, quale versione, tra la miriade di sottotipi di teorie cospirative, sia la più accurata, credo che comunque alcune di queste possano essere davvero vere. Non ci sono state sempre forze che hanno cercato di controllare l’economia e il potere nella società? Queste forze, una volta ottenuto ciò che desiderano, non iniziano ad accumulare di nascosto soldi e informazioni? Chi ha più successo non cerca di mantenere il proprio status? E in periodi ritenuti apocalittici, que-ste forze non rischierebbero molto per difendere i propri interessi che siano privati, pubblici o percepiti come filantropici, e lo fareb-bero per il loro o per il nostro bene? Inoltre, senza cercare di dimo-strare quali razze siano qui e per quale motivo, ammetto che gli alieni sono presenti. Voglio solo precisare che percepisco che que-ste forze, indipendentemente dagli accordi presi con la Terra, sono polarizzate negativamente e che provengono da pianeti il cui cam-mino di ricerca è polarizzato negativamente. Non sono più inte-ressata ai casi fisici come nel passato perché mi ritrovo a non avere più alcun interesse personale di tipo metafisico in ciò che questi E.T. si dice abbiano affermato. Coloro che pilotano gli Ufo fisici

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che lasciano dei solchi sul terreno quando atterrano di solito non sono polarizzati positivamente. Comunque gli extraterrestri di cui siamo generalmente consapevoli sono soprattutto quelli che le fonti della Confederazione hanno chiamato Orione o l’Impero di Orione. Ebbene, che cos’è e in che modo esso si differenzia dalla Confederazione di “amore e luce”? Qui di seguito Don Elkins chiede dei contatti con Ufo orientati positivamente:

interlocutore: Potete parlarmi delle diverse tecniche usate dai contatti della Confederazione orientati positivamente di servizio agli altri con le persone di questo pianeta, le tecniche e le forme diverse usate per creare il contatto?[Elkins, Donald T., Carla L. Rueckert e Jim McCarty, The Law Of One, Book III, Atglen, PA, Schiffer Publications [1982], pag. 18 – Sessione 53 del 25 maggio 1981]

Ra risponde:ra: Io sono Ra. La modalità di contatto più efficace è quella di cui fate esperienza in questo spazio/tempo. La violazione del libero arbitrio è assolutamente indesiderata. Pertanto, le entità che sono degli erranti sul vostro piano di illusione saranno le uniche soggette alle proiezioni di pensiero che portano ai cosiddetti “Incontri Ravvicinati” e gli incontri tra complessi di memoria collettiva orientati positivamente e gli erranti.[The Law Of One, Book III, pag. 19 – Sessione 53 del 25 maggio 1981]

La “modalità” che stavamo sperimentando era il contatto tele-patico canalizzato attraverso uno strumento umano, in que-sto caso, la sottoscritta. Questo metodo di contatto non viola assolutamente il libero arbitrio, non essendoci nessuna aspetta-tiva di provarlo. Comunque, il contatto canalizzato non rappre-senta l’unica possibilità di contatto Ufo a orientamento positivo. Il gruppo di Ra ha spiegato anche che, a volte, un’apparente espe-rienza fisica degli Ufo coinvolge chi si aspetta di essere portato a bordo per essere esaminato:

interlocutore: Mi sono reso conto che esiste una grande varietà nei contatti con gli individui. Mi potreste fare degli esempi generali dei metodi usati dalla Confederazione per risve-gliare o risvegliare parzialmente gli erranti che contattano?

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ra: Io sono Ra. I metodi usati per risvegliare gli erranti sono diversi. Al centro di ogni approccio c’è l’accesso al conscio e al subconscio in modo tale da evitare l’insorgere della paura e per massimizzare il potenziale così da rendere compren-sibile in modo significativo l’esperienza soggettiva dell’en-tità. Molte di queste esperienze avvengono nel sonno, altre durante le numerose attività nelle ore di veglia. L’approccio è flessibile e, come ben sapete, non include necessariamente la sindrome da Incontri Ravvicinati. interlocutore: Cosa potete dire sulla sindrome da esame fisico? Che relazione ha con gli erranti e con i contatti della Confederazione e di Orione?ra: Io sono Ra. Le aspettative subconscie delle entità deter-minano la natura e i dettagli dell’esperienza di forma-pensiero offerta da entità di forma-pensiero della Confederazione. Perciò, se un errante si aspetta un esame fisico, ne farà per forza esperienza con la minor distorsione possibile rispetto all’agitazione o al disagio e, per quanto possibile, rispetto al tipo di aspettative delle distorsioni subconscie dell’errante… Il gruppo di Orione usa l’esame fisico come strumento per spaventare l’individuo facendolo sentire come un essere di seconda densità avanzata, alla stregua di un animale da labo-ratorio. Le esperienze sessuali di alcuni sono un sottotipo di questa esperienza. L’intento è dimostrare il controllo che le entità di Orione esercitano sugli abitanti della Terra. Le espe-rienze di forma-pensiero [positive] sono soggettive e, in gran parte, non avvengono in questa densità.[The Law Of One, Book I, pagg. 223-224 – Sessione 26 del 17 febbraio 1981]

Di seguito Ra parla in modo specifico dei contatti con Ufo orientati positivamente:

Sentirsi risvegliati o attivati è l’obiettivo di questo tipo di con-tatto. La durata e l’immaginario utilizzati variano a seconda delle aspettative subconscie dell’errante che sperimenta que-sta opportunità di attivazione.[The Law Of One, Book III, pag. 19 – Sessione 53 del 25 maggio 1981]

E qui parla di cosa sono i meccanismi di contatto misto:

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interlocutore: La maggior parte degli Ufo apparsi nei nostri cieli provengono dal gruppo di Orione?ra: Io sono Ra. Molti di quelli apparsi nei vostri cieli appar-tengono al gruppo di Orione. Inviano dei messaggi. Alcuni di questi sono ricevuti da coloro che sono orientati verso il servizio agli altri. Questi messaggi sono poi modificati per essere accettati da queste entità che vengono avvertite su delle difficoltà che si verificheranno in futuro. Questo è il mas-simo che le entità al servizio di sé stessi possono fare quando si trovano di fronte a coloro che desiderano porsi di servizio agli altri. I contatti che il gruppo trova più utili alla propria causa sono quelli fatti con entità il cui orientamento è verso il servizio a sé stessi. Ci sono molte entità di forma-pensiero nei vostri cieli che hanno una natura positiva e che sono una proiezione della Confederazione.[The Law Of One, Book I, pag. 124 – Sessione 12 del 28 gennaio 1981]

Orione è una costellazione del cielo notturno che comprende le stelle di prima grandezza Rigel e Betelgeuse. Le popolazioni di questi sistemi stellari possono anche cercare di creare un contatto positivo, ma il contatto di Orione ormai viene identificato come contatto negativo e lo useremo in questo modo. Informazioni sul contatto di Orione sono state canalizzate da Laura Knight-Jadzyk, autrice di The Cassiopeans, che mi scrisse:

C’è un grande sforzo da parte del servizio verso il proprio sé dell’Unione di Orione (SAS) e dei loro fratelli umani, un con-sorzio finalizzato alla creazione di una nuova razza da con-trollare insieme al resto dell’umanità. Stanno anche proget-tando dei nuovi corpi per sé stessi così da prenderne possesso durante la transizione verso la quarta densità perché non più soddisfatti dei propri. La clonazione e il furto di embrioni umani fa parte di uno studio per determinare quale è il ricet-tacolo d’anima più adatto a loro. Stanno progettando di scambiare le realtà fisiche.[Laura Knight-Jadzyk, www.cassiopaea.org, lettera del 1 gennaio 1998]

Questa è una teoria, ma ce ne sono altre! La mia sensazione è che continueremo a ricevere tanta disinformazione quanta

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informazione, e rendo onore all’inevitabilità dell’inconsapevo-lezza! Durante la nostra ricerca ci siamo spesso imbattuti in sto-rie che sembrano sostenere la teoria che i grigi stiano cercando di impossessarsi di materiale genetico. Tutto, dalle mutilazioni del bestiame a donne che riferiscono di aver concepito e dato alla luce bambini dall’“aria” aliena, dove ci sono i sintomi della gravidanza, incluso il battito cardiaco fetale, e poi, dopo circa tre mesi, tutti i sintomi spariscono, sembra sostenere questa teoria. Comunque, nonostante i libri di Whitley Strieber e altri, questi non sono fatti, sono solo delle ipotesi. Ecco due storie del genere:

All’improvviso mi svegliai in una loro navetta circondato da loro (i grigi). Invocai il sangue di Gesù e ne furono realmente sorpresi! Poi mi calmarono e uno di loro si avvicinò. Gli dissi che conoscevo “l’Uno”. Questo fu tutto ciò che ricordai.[162, lettera del 9 novembre 1998]Dopo aver esaminato le diverse voci dell’elenco dei seque-strati, credo che anche mio figlio e il mio compagno siano stati contattati: le macchie di sangue inspiegabili sul copri-letto, a volte la mia paralisi nel sonno, il sonno disturbato che hanno entrambi, i lividi inspiegabili su tutti noi. C’è qualcosa di profondo nella mia psiche che non mi permette di ricor-dare molte cose.[191, lettera del 29 ottobre 1998]

Lo scopo di questa prima parte è condividere abbastanza storie da far capire ai lettori che non sono certamente gli unici a speri-mentare delle bizzarrie e delle stranezze (viste dalla prospettiva della realtà generalmente accettata). Se ancora non ti sei imbattuto nella tua di esperienza personale, continua a leggere! Ce ne sono altre!

un piccolo aiuto dagli amiciQuasi tutti gli erranti vivono l’esperienza della quotidianità

sentendosi soli. Il divario tra il sé e i membri più “normali” della società è spesso fin troppo evidente. Forse è per questo che i nostri amici invisibili si sforzano così tanto per creare e mante-nere il contatto. Ecco cosa esprime Q’uo su questo punto:

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Assicuriamo a ciascuno di voi che camminiamo insieme a voi in questo viaggio e che nessuna entità cammina da sola, perché ognuno ha degli amici, degli insegnanti e delle guide che cammi-nano insieme a voi proprio come quei fratelli e sorelle che, nella vostra illusione, camminano insieme a ciascuno nello spirito.[Q’uo, trascrizione del 18 settembre 1994, pag. 7]

Ecco i racconti di due erranti che hanno fatto amicizia con esseri dalle sembianze umane:

È iniziato circa cinque o sei anni fa. Tutti i miei soliti sogni si interruppero e io vidi questa figura che aveva la forma di un uomo. Ogni notte mi mostrava delle cose. Vidi tutte le mie vite e chi sono io. Mi ha insegnato a mantenere l’equilibrio in quasi tutto. Adesso amo molto di più le persone. Quasi tutto quello che fanno mi fa sorridere. È come custodire un segreto.[Beverly Creamer, lettera del 1 ottobre 1994]Sono sempre stato strano. Nato nel sud, provengo dai nativi americani, l’insolito divenne per me uno stile di vita. A tre o quattro anni compiuti avevo fatto esperienza dei cosid-detti “rapimenti”. Non pensavo fossero qualcosa di negativo. Erano miei amici, i miei compagni di gioco. Il contatto è continuato sotto forme diverse in tutti questi anni. A volte diventa ancora molto intenso.[Astria, lettera del 19 agosto 1999]

Immagino che l’insolito sia uno stile di vita per molti di noi, per lo meno occasionalmente! Queste voci dello spirito non hanno tutte le volte il timbro e il suono della comunicazione verbale. Q’uo parla di queste voci:

La voce dello spirito sembra parlare in così tanti modi a chi sta ascoltando, che più si inizia a prestare attenzione alle coin-cidenze e alle sincronicità, più si inizia a percepire lo spirito che risponde, quel compagno invisibile che desidera collocare all’interno della coscienza modi alternativi di essere. È un lavoro adatto ai tenaci perché si tratta davvero del lavoro dell’incarna-zione, non il lavoro di un giorno, di un anno o di un decennio, ma piuttosto lo scopo è raggiungere la consapevolezza di sé e la scelta di sé ovvero la stella che ciascuno di noi segue.[Q’uo, trascrizione del 15 novembre 1998, pag. 4]

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Altre voci:Da bambina vedevo gli spiriti e parlavo con loro. I miei amici erano gli alberi, gli animali, il cielo, le stelle e la Terra. Mi ricordo di essere da sempre stata in comunicazione con il mondo dello spirito. Fin da bambina potevo vedere le appa-rizioni e potevo comunicare con loro, E.T., animali, ecc. Lo posso fare ancora, anche se, a volte, gli spiriti appaiono solo come colori. Ricevo messaggi e conforto da loro.[Cristel Rose, lettera del 27 luglio 1994]Avevo circa dodici anni e mentre leggevo There is a River che parlava di Edgar Cayce, voci nella mia testa mi comu-nicavano informazioni simili a quelle che Cayce canalizzava. Sapevo le risposte dopo aver letto le domande che persone nel libro chiedevano a Cayce. Da allora ho compreso che la maggior parte dei dodicenni non si appassiona alla metafi-sica come feci io in quel periodo. Mi reputo fortunato per-ché posso “dimostrare” il contatto metafisico. Con questo intendo dire che fino ai 12 o 13 anni i miei voti a scuola erano nella media. Poi in terza media la mia mente esplose perché studiare divenne in seguito molto più facile, soprat-tutto rispetto alle materie più complicate come la matema-tica. Oggi lavoro nel campo della statistica.[Kevin Sutton, lettera del 21 ottobre 1996]

Oh, che bello sarebbe se più scolari potessero ottenere l’aiuto necessario proprio con questo tempismo! Sempre più bambini nascono con una coscienza inusuale. Poi ci sono le visitazioni degli angeli. Capisco che la parola, “angelo”, abbia una con-notazione emotiva, positiva per chi non rifiuta questa imma-gine carica di connotazioni culturali, negativa per chi la rifiuta. Eppure, nonostante il nome che viene dato a queste essenze, questa voce rappresenta una categoria importante che spesso appare permeata culturalmente da questo insieme di immagini. Durante le mie canalizzazioni, questa immagine appare abba-stanza di frequente. Chiamateli come volete, sono una forza potente. Ecco cosa dice Q’uo:

Viene dato così tanto sostegno invisibile al lavoro fatto sulla propria coscienza, alle preghiere e a una vita vissuta nella fede.

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Vi chiediamo di affidarvi a questo sostegno. Questo strumento lo chiamerebbe sostegno angelico e direbbe che ci sono angeli ovunque. Altre entità lo descriverebbero molto diversamente, ma il concetto rimane lo stesso. C’è la guida, c’è l’aiuto, perché il Creatore comunica costantemente con voi usando tutto: la natura, l’ambiente, altre persone, le coincidenze. State all’erta. Iniziate a notare le coincidenze spiritualmente interessanti e di conseguenza vi sentirete molto incoraggiati.[Q’uo, trascrizione del 24 maggio 1998, pag. 7]

Mi piace molto la frase “coincidenze spiritualmente interes-santi”. Una volta che impariamo a vederle, sono letteralmente dappertutto. Ne parleremo ancora nei prossimi capitoli.

Ecco due storie di angeli raccontate da erranti:All’età di due anni per la prima volta ho sentito il mio angelo custode. Avevo quasi raggiunto la cima delle scale della can-tina con in braccio il mio cucciolo quando una profonda voce maschile disse in modo ben udibile nel mio orecchio destro, “Metti giù il cucciolo. Stai per cadere”. Mi ricordo di essermi girato chiedendomi da dove diamine arrivasse quella voce. Tuttavia non l’ascoltai e sì, mi ritrovai in fondo alle scale. Ho sentito quella stessa voce in vari momenti della mia vita che mi dava degli avvertimenti, anche se solo a 16 anni capii che era giunto il momento di iniziare ad ascoltarla e non si è mai sbagliata.[093, lettera del 16 aprile 1997]Avevo circa 18 mesi quando vidi questo “angelo”, che, credo, fosse venuto a trovarmi e anche se non lo riconobbi, sapevo di averlo già visto da qualche altra parte. Santo cielo, assomigliava a Michael Jackson, con quei lunghi ricci neri, mi osservava con due occhi di un blu profondo, quasi viola, come dei grandi iris, sembrava scioccato. Lo sentii pensare: “Mio Dio, cosa ti è suc-cesso!” e pensava alle ondate di tristezza che apparivano nel mio futuro (anche se era il mio, questo comunque lo rattristava). In realtà non posso dire di aver capito che cosa stesse succedendo. E poi si inginocchiò e mi accarezzò la guancia, ancora guardan-domi e io lo guardai cercando di capire, poi si alzò, si girò e uscì. Io feci lo stesso e, una volta in giardino, vidi una foschia verde

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che fluttuava sopra l’orto coltivato a zucche che si erse come un arco e lui ci entrò e subito dopo sparì![235, lettera del 28 settembre 1999]

Forse la storia migliore di angeli che ho mai sentito arrivò da una giovane donna, ed è successo così tanto tempo fa che non rie-sco a ricordarne il nome. Mi ricordo che aveva cinque figli molto vicini d’età, il più grande aveva sette anni. Le raccontarono di que-sto uomo gentile che andava a trovarli quando erano a letto e gli raccontava delle favole finché non si addormentavano. Un sabato mattina si svegliò rendendosi conto che era già pieno giorno e i bambini dovevano essere già in piedi e affamati. Domandandosi perché non l’avessero svegliata come facevano di solito, andò in cucina e trovò soltanto gli avanzi di una colazione a base di uova e pancetta sul tavolo e cinque bambini soddisfatti. Eccitati le rac-contarono che il loro amico aveva chiesto loro di lasciar dormire la mamma mentre preparava la colazione. Essa disse che avrebbe dubitato di loro, o non ci avrebbe addirittura dato peso, se non fosse stato per la padella sporca e gli avanzi di cibo nei piatti dei bam-bini! Per finire questa parte ecco il racconto di una voce aliena:

Ci sono state delle volte in cui avevo bisogno di essere rassicu-rato del fatto di non essere semplicemente pazzo. Chiesi agli “amici” di farsi vedere materialmente. Acconsentirono. Questo è qualcosa che non chiederò più. L’esperienza di vederli fu incredibilmente bella e traumatica. Chiedere a esseri di quarta densità di materializzarsi è qualcosa che non raccomando, a meno che non vi interessi che la vostra realtà venga sconvolta.[Ed Wiegel, lettera del 27 novembre 1996]

Q’uo termina questa parte dicendo:Il dolore è parte essenziale di questa esperienza che chia-mate vita di terza densità. Ma il vostro atteggiamento verso il dolore, il dispiacere e il processo di cambiamento può creare per voi una pace che supera ogni comprensione. Incoraggiamo ciascuno di voi a vedere il paradiso, anche se da lontano, e a capire che gli angeli e i maestri, che vi hanno sempre amato, vi amano adesso e sono qui per aiutarvi. Anche se invisibili si librano, in attesa di consolare, cercando

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modi per confermare qualsiasi scintilla di speranza interiore. Non siete mai soli in questo processo. Questo è un processo difeso e protetto e il paradiso vi attende. Che ciascuno di voi possa aiutarsi a vicenda nel trovare la strada di casa.[Q’uo, trascrizione del 15 marzo 1998, pag.5]

non appartenenzaCome errante sono meno psichica rispetto alla maggior parte,

eccetto per le mie canalizzazioni, che non sono apparse sponta-neamente, ma ho sviluppato questo dono in seguito alla richie-sta di Don Elkins. Non ho esperienza e sono completamente ignorante riguardo a Ufo, avvistamenti paranormali o una qua-lunque delle diverse testimonianze che abbiamo sentito. Ma mi sento realmente come un errante in quanto non appartengo al mondo. E caspita, fratello, non ne faccio davvero parte. Mi hanno raccontato che ero una bambina felice, una bimba vivace, sempre allegra e spensierata. Questa è la persona che la mia fami-glia conosceva. In realtà, per i primi due anni della mia vita, ho conosciuto solo mia madre dato che mio padre, che era andato nel Pacifico del Sud due mesi dopo il mio concepimento, ritornò solo tre anni dopo. Per il primo anno, mia madre e io abitammo con i suoi genitori, e i miei primi ricordi sono di Nana, la madre di mia madre, che insegnava pianoforte agli studenti nella stanza accanto mentre ero seduta nel seggiolone. Ero una bambina pre-coce, a due anni leggevo la musica e a tre anni le parole, cantavo nel coro della chiesa a quattro anni, ottenni il punteggio di 200 con il test del QI all’età di cinque anni, e ancora all’età di otto anni. Vi prego di notare che non penso che questa precocità o il quoziente di intelligenza da “genio” possano corrispondere a una vera capacità o intelligenza una volta adulti. Semplicemente dimostra che ho una mente molto attiva che elabora tanto mate-riale. Questa non è una caratteristica particolarmente utile, ma condivido un’intelligenza acuta con tantissimi ricercatori spiri-tuali risvegliati. Gli erranti tendono a essere intelligenti.

Per sottolineare ancora di più il senso di diversità, fisicamente avevo un aspetto strano, pelle e ossa, con un occhio fortemente strabico che mi ha accompagnato fin dalla nascita e che è rima-

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sto spostato finché il mio corpo non crebbe abbastanza da poter fare, a undici anni, un’operazione ai muscoli degli occhi. Portavo gli occhiali da quando avevo 14 mesi. Gli altri bambini non si comportavano con me come con gli altri compagni. A scuola mi avevano soprannominato “professoressa”. Desideravo con tutto il cuore di poter essere accettata. Ci ho provato. Il mio problema era che le attività “normali” non avevano senso per me. Perché avrei dovuto giocare con una bambola? Avevo un fratellino! Ho pro-vato ripetutamente a giocare con gli altri bambini ma mi rifiu-tavano, sempre. La maggior parte del tempo leggevo tantissimi libri, passavo del tempo da sola nella natura e fantasticavo a occhi aperti riuscendo a superare un’infanzia altrimenti molto difficile. Io mi capivo e fino a un certo punto la mia famiglia mi accettò, ma sapevano che ero diversa, così come lo sapeva il mondo.

Le cose per me cambiarono quando avevo sedici, quasi dicias-sette anni. Fu come se all’improvviso, le altre persone della mia età potessero capire che avevo un senso. Da quel momento in poi, la mia esperienza con il mondo degli uomini è stata molto meno sconcertante, ma rimarrà comunque un divario, che ancor oggi non so come colmare, tra me e quei “giochetti” culturali con i quali la gente valuta le priorità e difende il territorio. Riesco a capire quando avvengono questi giochi, perché riesco a percepire il disa-gio nell’aria. Ma non sono mai riuscita a comprenderli. Non ho la più pallida idea di che cosa significhi essere normale. Questo com-porta dei vantaggi e con il tempo sono giunta ad accettare con gioia il fatto di essere me stessa, ma imparare ad accettarmi è stata una strada lunga e disseminata di buche, colma di disistima e di dolore. E lo so di non essere affatto sola perché molti mi hanno scritto per condividere la loro sensazione di non appartenenza. Hatonn dice:

Siamo molto contenti che così tanti di coloro che sono arrivati sulla sfera terrestre in questo periodo si sono ricordati o ini-ziano a ricordarsi nel subconscio perché sono giunti, dato che è normalissimo in questi casi per almeno nove delle persone extra dimensionali incarnate su dieci, durante l’intera durata della loro incarnazione, dimenticare perché sentono così tanto di non appartenere, perché non si ambientano, perché la loro natura così spesso sembra scontrarsi con la società.[Hatonn, trascrizione del 2 agosto 1979, pag. 5]

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Vi prometto che inizieremo a lavorare sul “perché” di questo. Per il momento, il mio scopo è farvi conoscere tutti gli altri erranti che, come noi, sembrano non ambientarsi. Ecco due erranti le cui sensazioni di non appartenenza affiorarono da piccoli:

Apparentemente ho sempre saputo che cosa io fossi. Da bam-bina capivo che c’era qualcosa di diverso. Sono cresciuta con pochi amici e ho sempre ritenuto di essere “troppo” di qual-cosa, troppo alta, troppo intelligente, troppo grassa, troppo rumorosa; non rientravo proprio nei parametri sociali, troppo spesso dall’esterno guardavo all’interno, con uno sguardo che era più maturo rispetto ai miei anni, a detta di molti. E potete immaginare cosa significasse essere diversa così giovane, per-ché i bambini sono spesso crudeli con chi è diverso. E alla fine imparai a nasconderlo e ad apparire “normale”.[Barbara, lettera del 9 novembre 1996]Mia madre mi racconta che sono sempre stata molto diversa. Non ero ribelle o maleducata ma semplicemente agivo e mi comportavo diversamente. Le persone e gli amici mi hanno sempre detto che dicevo cose strane e stravaganti. Non mi sono mai piaciuti i gruppi o stare in mezzo a tante persone come a una festa.[Frances, lettera del 20 novembre 1996]

In questo caso mi sento solidale: ancora adesso evito le feste affollate e formali.La scuola era difficile per me perché ero più intelligente della

maggior parte degli studenti, e questo disorientava i miei inse-gnanti. Tendevano anche a pensare che correggere i loro errori e cercare di insegnare agli studenti più lenti, che sedevano vicino a me, fosse un comportamento scorretto. Ho passato metà della quarta elementare e tutta la quinta nella biblioteca della scuola, visto che l’insegnante che ho avuto in quei due anni non riusciva più a sopportare la mia presenza in classe. Ho divorato il conte-nuto della maggior parte dei libri nella biblioteca e, fra parentesi, mi sono proprio divertita in quel periodo della mia vita. Ecco un’altra anima che ha scoperto che la scuola era il primo posto dove sentiva di non appartenere:

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Da bambino, piangevo ogni santo giorno. Intendo dire che se qualcuno mi guardava male, mi mettevo a piangere. Facevo impazzire i miei genitori. Mi trasferii nel New Hampshire nel lontano 1979 quando avevo solo nove anni, passando da una scuola grande a una piccola, divenni immediatamente un pesce fuor d’acqua, e accidenti, come mi attaccarono e presero in giro. Non mi sono mai sentito a mio agio. È come con gli animali, se percepiscono una debolezza o diversità, attaccano e uccidono. Ecco come è stata per me la scuola. Oggi, 20 anni dopo, mi sento a mio agio con il fatto di non essermi adattato.[Gypsee, lettera del 10 ottobre 1997]

Alcuni erranti parlano della sensazione di essere un pesce fuor d’acqua ripensando alla propria adolescenza:

Dato che trovavo imbarazzante e spesso priva di significato la normale socializzazione di gruppo mi è stato in parte dato e in parte mi sono cercato il ruolo dell’emarginato fin dall’ini-zio della mia adolescenza. Fuggivo dalla realtà con il fantasy e la fantascienza.[Bjorn, da Copenhagen, Danimarca, lettera del 5 marzo 1999]

Anch’io ho respirato fantascienza e fantasy dall’età di circa quattordici anni, e ancora amo questo genere letterario. Ecco due storie rispetto all’essere diversi da adulti:

Un tempo pensavo che le difficoltà che avevo avuto nella vita rispecchiassero semplicemente ciò che accadeva nella vita di tutti. Cioè, tutti gli umani, una volta o l’altra, trovano difficile vivere, ma sono giunto alla conclusione che le mie difficoltà nascono da una differenza di pensiero fondamentale. Devo ancora incontrare qualcuno che abbia i miei ideali o le mie fondamentali credenze sull’esistenza. La maggior parte delle volte mi sembra di essere all’esterno di una bolla in cui guardo dentro il resto dell’umanità; non sono in grado di capire o di comunicare con loro e non c’è modo di rompere o entrare nella bolla. La maggior parte del tempo non mi sento neppure umano, anche se non posso negare la mia fisiologia umana.[Brisis, lettera del 13 febbraio 1998]

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28 Capitolo Uno

Mi sono spesso domandato se sono un errante dato che non mi sono mai sentito a casa o a mio agio qui, lì o in qualsiasi luogo. Questo vuol dire essere un errante??? Una vita molto difficile. Ho 67 anni, sono laureato, editore, professore uni-versitario, ecc., ma c’è un vuoto, una sensazione di essere stato abbandonato, di non essere connesso alla vita come le altre persone. Ma da chi? Perché? Queste domande sono molto importanti per me. Ci sono delle risposte? No. Ci sono delle soluzioni?? Forse.[Silver Sullivan, lettera del 20 agosto 1998]

E queste voci che mi parlano hanno anche un sapore speciale:Non so più chi o cosa sono. Una sola cosa è certa: non ho più alcun senso di appartenenza. Molti miei conoscenti hanno dichiarato alle mie spalle che sono un tipo strano, che sono diverso. Ebbene, l’unica cosa di cui sono sicuro è che sono molto diverso e che ho sentito questa diversità in tutta la vita. Mi sono sempre sentito solo in mezzo alla folla di questo pia-neta. Molte spesso mi sono ritrovato a chiedere all’universo, “Perché sono così diverso?”.[Zub, lettera del 8 marzo 1999]Anche se mi sono sempre sentita diversa dagli altri, mi sono sempre accettata per come sono. Qualche volta mi sono chie-sta perché ero fatta così. Naturalmente, nessuna risposta. Non mi ero risvegliata allora. Adesso che sono sveglia, non mi dà fastidio la sensazione di diversità. La considero un promemo-ria che il mio spirito si sta evolvendo e non vede veramente l’ora di raggiungere il prossimo livello spirituale.[Mary, lettera del 5 maggio 1997]

non veniamo da qui!Molti erranti hanno molto più di un vago sospetto rispetto al

fatto che non provengano da questo luogo. Q’uo ce ne parla:Siamo consapevoli della sensazione che molte entità, all’in-terno di questa esperienza di influenza planetaria, sanno di essere lontane da casa, e ciò può indicare che ci sono moltis-

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sime entità su questo pianeta che hanno viaggiato fino a qui da altrove, cioè, da un’altra influenza planetaria. Non avete tutti una singola fonte od origine per quanto riguarda la pro-gressione da un’influenza di seconda densità alla terza, e que-sto spiega la grande difficoltà di relazione tra società, naziona-lità, razze, religioni e così via nella vostra influenza planetaria.[Q’uo, trascrizione del 4 maggio, 1992, pag. 6]

Perciò non sono solo le entità provenienti da altre densità superiori a essere sul pianeta Terra. Molte volte, le entità della Confederazione parlano delle diverse popolazioni di terza densità incompiute, come Marte e Maldek, che sono entrate in cicli di rincarnazione sulla Terra per portare a termine le lezioni d’amore di terza densità che non sono state in grado di completare sulle loro sfere native, poiché i loro pianeti erano diventati inospitali per la vita di terza densità. A questo sentimento fa eco Norma Talvik:

Come la vedo io è che tutti noi proveniamo da altrove, o potrei dire siamo tutti esseri cosmici.[Norma Talvik, lettera dell’11 agosto 1998]

Ma noi, che siamo erranti provenienti da densità superiori, abbia-mo un tipo di nostalgia di casa particolare. Così ne parla Q’uo:

Queste entità, comunque, hanno dentro di sé il ricordo distante e debolmente illuminato della loro origine come esseri provenienti da altrove, e in molti casi questa sensa-zione è sotto forma di quella che potreste chiamare una specie di nostalgia di casa o di alienazione dalle influenze e vibrazioni planetarie che sono di natura più disarmonica all’interno di questa influenza di terza densità. Tuttavia, ogni entità al centro del suo essere, è consapevole che, anche se esiste una casa che potrebbe trovarsi da un’altra parte, la vera casa di tutti i ricercatori di luce e dei servitori del-l’Uno Creatore si trova all’interno di quel servizio e di quella luce che proviene da un’unica sorgente, l’Uno Creatore, e ognuno può trovare conforto nel sapere che il Creatore dimora all’interno di ogni entità e irradia luce d’amore e servizio in modo uguale per tutti.[Q’uo, trascrizione del 4 maggio 1992, pag. 7]

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Mi ricordo bene l’incontro con Don Elkins, e la sensazione che lui conoscesse tutti i miei pensieri. Era una stupenda sen-sazione di familiarità. Non c’era bisogno di spiegazioni! Alcuni erranti si sono risvegliati profondamente e sono in grado di capirci bene, ed è una sensazione meravigliosa. Comunque, in cambio, ne esistono molti che temono che alcuni tra gli erranti che sono giunti qui non si risveglieranno alla propria identità più profonda:

Confido nel fatto che siamo stati seminati qui in numero maggiore rispetto a quanto in fondo fosse realmente necessario, perché si sapeva che non tutti ce l’avrebbero fatta. La parabola della semina del seme lo spiega bene. Sento che io stessa ce l’ho fatta per un pelo e solo per il rotto della cuffia.[Lyara, www.operationterra.com, lettera del 29 gennaio 1998]

Perciò per quelli di noi che si sono ricordati abbastanza da leg-gere questo libro, il gruppo di Q’uo dice:

Siete giunti come erranti per due ragioni: per servire e per essere messi alla prova. Se vi consola sapere che il cammino davanti a ciascuno di voi è al momento quello appropriato, destinato e designato da voi, allora per favore consolatevi. Sentite sempre, nell’illusione, il forte desiderio di essere privi del corpo e delle esperienze pesanti di terza densità. Eppure, appena l’incarnazione naturalmente finisce, lo spirito ricerca-tore si guarda indietro e pensa, “Perché non ho imparato di più? Che grande opportunità!”[Q’uo, trascrizione del 14 ottobre 1992, pag. 3]

Ascoltiamo alcuni erranti che si ricordano di altre case planetarie:Avevo otto anni quando dissi a tutti che provenivo da Venere, e ci credevo. Non riuscivo a spiegarlo in modo soddisfacente a me stessa o a chiunque altro, ma ne ero sicura.[Catt Foy, [email protected], lettera del 18 agosto 1997]Sono innamorata di Sirio, la stella blu. Sento che è casa mia. E la mia mente inizia, sì, sì, sì, sei pazza.[Mira Ellison, lettera del 31 maggio 1999]

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Lo so che non provengo dal pianeta Terra e che sono arri-vata qui passando da Sirio, ma non so da dove arrivo. Sono Master Reiki e mi piace il mio lavoro nel campo della guari-gione, ma non mi faccio mai pagare per i miei servizi.[Norma Talvik, lettera del 12 giugno 1998]

Per molti erranti, come questi di seguito, le stelle stesse scatena-vano la nostalgia di casa:

Penso di aver sempre saputo di provenire dalle stelle prima ancora di comprenderne le parole o di capirne i concetti. Mi ricordo di essermi sdraiata sull’erba nelle notti d’estate, guardando le stelle e sentendo una profonda e dolorosa nostalgia di casa.[Catt Foy, [email protected], lettera del 18 agosto 1997]Ho sempre desiderato abbandonare questo pianeta, questa vita. Penso sempre alla vita su altri pianeti, desidero sempre volare tra le stelle.[Martin Leduc, [email protected], lettera del 21 maggio 1997]

Molti erranti si accendono proprio grazie a questa meravigliosa parola: “casa”:

A un certo punto, ho avuto anch’io un fortissimo desiderio di andare a “casa”. Me ne resi conto e ne parlai con un amico. Ma non ho veramente capito che cosa volessi dire, perché di tutte le case che conoscevo in questa vita mi sembrava di non voler andare in nessuna di queste.[Lance, lettera del 8 novembre, 1999]I miei sogni erano popolati di terre lontane e realtà, come ad esempio guardare giù da un’altura su una valle di boschi inconta-minati in una regione antecedente qualsiasi civiltà, e piangendo pensavo, “Voglio andare a casa”. La profondità del dolore e della nostalgia di casa che ho sentito nel sogno erano immense.[292, lettera del 29 dicembre 1996]Quando ero piccolissimo, guardavo il cielo e mi doman-davo perché fossi qui e perché non potevo tornare a casa. Ma sapevo che qui avevo una lezione da imparare e un compito da svolgere. Non mi sono mai sentito a casa qui ma apprezzo veramente la bellezza presente su questo pianeta.[264, lettera del 21 ottobre 1996]

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Questi ricordi di altri luoghi possono essere sfocati, eppure rivelatori:Non le ho raccontato un’altra cosa di cui non ho mai parlato ad anima viva: che sin da quando ero un bambino avevo un ricordo di qualche altro luogo/tempo/vita che si trovava sem-pre appena oltre la mia capacità di ricordare; e per quanto sia appena percettibile e provocatorio, le emozioni connesse sono molto più forti e significative di qualsiasi altra emozione mai provata nella mia vita. Durante gli ultimi mesi queste imma-gini hanno acquisito una maggiore forza e chiarezza, anche se ancora non posso portarle alla piena luce della coscienza.[001, lettera del 15 luglio 1997]Cercherò di essere sintetico e di trovare le parole per descrivere qualcosa che è oggi indescrivibile con i limiti del linguaggio umano. Questa “memoria/esperienza” è ancora vivida oggi come quando avvenne. Dà forma e plasma chi sono io e tutto quello in cui credo. A oggi per me continua a essere ancora più reale rispetto all’effettivo mondo fisico che mi circonda.[093, lettera del 16 aprile 1997]

Thomas Wright finisce questa parte con ironia destabilizzante:Penso che tutti noi ci domandiamo da dove veniamo vera-mente. Ma forse più importante: se potessimo ritornare, sen-tiremmo il conforto familiare, o saremmo degli estranei a causa delle nostre nuove esperienze? Sarebbe possibile sentirci adesso nella stessa maniera rispetto a casa? Potremmo sentirci felici e in pace con “casa”? Pensateci. Forse, una volta scelto, il cammino dell’errante deve sempre allontanarvi e mai por-tarvi verso casa. L’appagamento forse è il prezzo da pagare in cambio dell’avventura e del miracolo.[Thomas Wright, lettera del 21 luglio 1994]

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Capitolo Due

l’anatomia della separazione

la separazione dalla famigliaOgni individuo ha provato, almeno una volta, dolore per la

separazione dalla famiglia o dagli amici. Ma gli erranti sentono che la separazione è qualcosa di costante, intenso e che dura per tutta una vita. Non è una separazione dal mondo della natura ma dagli altri esseri umani. Per molti erranti inizia proprio nei primi anni vissuti nella famiglia d’origine. Q’uo dice:

Perciò, essere un errante ha come caratteristica principale la sensazione di dislocazione, di essere nel mondo ma non del mondo in cui vi trovate. Dato che questa situazione sembra creare molto disagio, molti di coloro che hanno errato qui si sentono totalmente infelici e non trovano nessun tipo di conforto. Per rispondere a questo bisogno di conforto, alcuni di coloro che hanno consolato gli erranti hanno usato delle argomentazioni che tendevano a incoraggiare molto un senso di separazione dai nativi terrestri. Noi non incoraggiamo questa linea di pensiero perché ogni errante, giungendo nella sfera di influenza della Terra, si assume la responsabilità della cittadinanza di questa Terra. Proprio come qualsiasi altro abi-tante nativo, ci si aspetta che gli erranti percorrano i passi di luce quando questa esperienza di incarnazione sarà alla fine, e, proprio come qualsiasi altro abitante nativo della Terra, se i passi intrapresi portano a un punto di conforto all’interno della terza densità, l’errante non ritornerà al suo nexus vibra-torio originario ma, invece, continuerà nella terza densità finché non otterrà la promozione.[Q’uo, trascrizione del 22 maggio 1994, pag. 2]

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Credo che questo sia un punto importante. Forse non siamo sempre stati sulla Terra, ma ci siamo incarnati qui come nativi terresti, persone fatte con il sangue e la polvere di questa sfera nativa, vincolati alle condizioni da essa stabilite per la dipartita. Non ritorneremo alle nostre densità originarie finché non ci ren-deremo conto di questo e finché non lavoreremo per polariz-zarci abbastanza da affrancarci dalla nostra attuale esperienza di terza densità. Sembra che essere dei nativi qui ci separi dal nostro eterno spirito di errante, ma non è così. Latwii dice:

Sembra che la separazione scorra molto in profondità e ci si dimentica che le pietre cantano, la Terra urla di gioia e gli alberi saltellano in primavera. Com’è facile sentirsi separati dalla vita che permea ogni cosa. Com’è facile sentirsi sepa-rati da sé stessi, sentire che ci sono aspetti dentro di noi che devono riconciliarsi, e ci ritroviamo ad analizzare e ad analiz-zare ancora inutilmente.[Larwii, trascrizione del 16 marzo 1986, pag. 5]

Norma Talvik descrive la situazione nella sua essenza:Non sono mai stata di compagnia, ho vissuto la maggior parte della mia vita da sola e sicuramente non mi sono mai sentita tanto sola o isolata come quando mi ritrovo con un grande gruppo di persone. Eppure io amo le persone indi-vidualmente e ho molti amici meravigliosi, ma non sono la mia gente o la mia casa. Posso sentirmi molto vicina a un animale, un cane, un lupo, un cavallo o ad altri animali ma non agli umani.[Norma Talvik, lettera dell’11 agosto 1998]

Se si applica alla famiglia d’origine, la dislocazione di cui si è parlato può apparire come se fosse la famiglia a rifiutare l’errante:

Ho avuto tante esperienze durante la mia vita e solo ora inizio a rendermi conto che erano diverse, anche solo per il fatto che gli altri bambini mi consideravano “diverso” e che la mia “famiglia” desiderava che io sparissi dalla loro vista.[046, lettera del 6 maggio 1997]

Tuttavia, alcuni erranti hanno la pelle più dura e sono loro

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a rifiutare la famiglia piuttosto che stare ad aspettare che sia la famiglia stessa a rifiutarli:

Quando ero giovane ho sempre pensato di essere stato adot-tato, anche se sapevo che non era così; per un certo periodo è stato difficile perché non mi sentivo accettato dai miei geni-tori, anche se mi amavano a modo loro.[Charlie 036, lettera del 6 ottobre 1997]Crescendo mi ricordo di aver pensato che i miei genitori non erano i miei genitori, la mia famiglia non era la mia famiglia. Che la mia “vera” famiglia sarebbe arrivata a pren-dermi per portarmi a casa. Persino mia madre diceva che se non fossi stata così tanto simile a lei non avrebbe creduto che fossi sua figlia.[254, lettera del 26 febbraio 1997]

Questo sì che è un pubblico difficile! Di seguito Q’uo condivide alcune comprensioni su come lavorare con queste emozioni:

Gli unici catalizzatori che si affrontano nella terza densità sono la paura e l’amore. L’entità inizia la sua infanzia avvolta nell’amore, amore conosciuto in tutto il suo sistema, e impara a chiudersi in sé stessa, a separarsi e a difendersi per-ché è abbastanza ovvio che esistono cose di cui avere paura. Ci sono entità e oggetti là fuori che possono far male e ferire. Perciò la vita spirituale nella terza densità può essere descritta come una lezione per imparare ad amare o come una lezione per imparare a rilasciare la paura, perché la paura è quella distorsione dell’amore che presuppone una separazione tra gli esseri, in modo da suscitare così il bisogno di avere un qualche tipo di risposta da dare a queste persone o cose al fine di ricevere delle sicurezze e del conforto.[Q’uo, trascrizione del 2 marzo 1998, pag.3]

A chi si sente particolarmente in colpa quando sente questa dislocazione dalla sua famiglia Q’uo dice:

Queste sensazioni di separazione tra chi cerca di essere uno non possono essere considerate come un fallimento. Sem-plicemente si deve capire che ci vuole un enorme coraggio

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spirituale per offrire una vita al Creatore, soprattutto in un contesto di vita con altre entità.[Q’uo, trascrizione del 22 settembre 1991, pagg. 5-6]

All’interno della mia famiglia naturale, ero, o sentivo di essere, più colei che si prendeva cura degli altri piuttosto che chi veniva accudita. Si tratta di un catalizzatore eccellente, visto con il senno del poi, ma in quel momento non sentirmi sostenuta mi addo-lorava molto. Se ci ripenso, i ricordi non sono proprio dorati, anche se l’età adulta porta con sé l’indipendenza e la continua opportunità di diventare un sostegno e incoraggianti “genitori” di sé stessi.

Dobbiamo fare molta attenzione a come parliamo a noi stessi. Iniziamo il nostro servizio agli altri con il servizio ai nostri sé interiori di sostegno, di fiducia e accettazione nei confronti di noi stessi. Quello che la nostra famiglia naturale non era in grado di fare, possiamo riuscire a realizzarlo dentro di noi. Possiamo iniziare a sostenere noi stessi e questo è un modo meraviglioso, secondo me, per iniziare a sostenere gli altri.

problemi di controlloPerché abbiamo scelto le nostre famiglie? Q’uo commenta:

All’interno di questo piccolo gruppo [la famiglia], le entità hanno maggiori opportunità di continuità, profondità e durata sia nella buona che nella cattiva sorte. Ciascuno è capace di divenire una parte della cosiddetta buona espe-rienza di un altro o diventare la nemesi e il vendicatore che può distruggere un altro. Questa famiglia fa parte così pro-fondamente dell’esperienza di terza densità ed è così fertile di opportunità per il servizio a sé stessi e agli altri che non possiamo non enfatizzare le opportunità di polarizzazione che sono parte integrante delle sfide e delle circostanze del sé quando si ha a che fare con i gruppi. La comunità è qualcosa che gli erranti capiscono d’istinto. Tutto questo quasi sempre supera il velo dell’oblio che segna l’inizio di un’incarnazione sul vostro pianeta nella vostra densità.[Q’uo, trascrizione del 28 aprile 1996, pag. 6]

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Le entità della Confederazione parlano di una famiglia allar-gata. Forse intendono includere la famiglia spirituale che radu-niamo intorno a noi nella vita. I miei stessi ricordi ripescati di E.T. sono pieni di vita in “tribù”, dove ogni bambino aveva tanti adulti a cui fare delle domande e molti altri bambini con cui stare. Penso che questo tipo di famiglia estesa, composta da per-sone con interessi spirituali simili, sia uno stile di vita normale nelle densità superiori:

Ognuno di voi fa parte di una famiglia più grande che si muove all’interno dell’illusione in questo periodo, che aiuta coloro che necessitano di essere aiutati, che ispira coloro che sono esausti e che è di sostegno a coloro che camminano con diffi-coltà. Potete sempre sentirvi confortati nel sapere che l’amore dell’Uno Creatore dimora pienamente in ciascuno e che basta solo il più piccolo bisogno o ispirazione per accendervi.[Q’uo, trascrizione del 20 ottobre 1994, pag. 3]

In teoria, questo suggerimento sembra abbastanza semplice. Il consiglio è di iniziare a cooperare e armonizzarci con la nostra famiglia, sia in senso letterale che in quello più ampio. Ma ogni volta che gli umani si incontrano, iniziano i giochi di controllo. Alcune persone cercano di cambiare sé stesse per adattarsi agli altri:

Ieri sera, in una discussione, ho detto che ho passato tutta la vita a cambiare me stessa per adattarmi agli altri solo per poter andare d’accordo con loro. Ma adesso è ora di smettere con questa specie di cambiamento e di iniziare a essere me stessa.[Mary, lettera del 20 gennaio 1998]

Di nuovo, questo sembra semplice. Essere sé stessi, tuttavia, è tutto tranne che semplice, nel senso di avere a priori la cono-scenza di sé. L’insegnamento ermetico “conosci te stesso” porta il ricercatore ad aprirsi al sé interiore più profondo, un luogo immenso e scuro, dove la luce della ricerca è sempre debole e limitata, e i recessi del sé numerosi e profondi.Molte più persone rispondono al bisogno di andare d’accordo

con la famiglia cercando modi diversi di controllare il comporta-mento degli altri. Q’uo parla di questo:

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Il desiderio di controllare spesso si basa sulla voglia di aiutare gli altri ed è determinato dal modo in cui il sé vuole essere d’aiuto. Comunque, il desiderio di servire, predeterminato proprio da voi, spesso è un desiderio fuorviante ed è un desi-derio che può, se ci si aggrappa eccessivamente a esso, far perdere un’opportunità di servire che è molto più armoniosa ed efficiente quando viene offerta senza precondizioni.[Q’uo, trascrizione del 30 marzo 1993, pag. 7]

Cercando un buon esempio di quel lavoro specifico raccoman-dato da Q’uo in determinate situazioni, ho trovato la storia di Pupak Haghighi. Partecipò regolarmente agli incontri del nostro gruppo nel 1996, e giustamente si indignò a causa di un com-portamento inadeguato da parte di un uomo che conosceva. Dovette difendersi dalle avances fatte da quest’uomo sposato che aveva invece giurato di voler essere solo un amico. Era compren-sibilmente offesa e infuriata! Ecco quello che Q’uo aveva da dirle quando gli chiese di questa esperienza:

Molti sentimenti di rabbia generano un blocco del raggio arancione, cioè il raggio con cui lavorate per rapportate il vostro sé con quello di un’altro. È il chakra della relazione, il chakra della pancia, il chakra da dove molte entità cerche-ranno di controllarvi. La persona che ha una tensione al basso ventre spesso reagisce a un altro essere che cerca di controllarlo o reagisce perché il sé sta cercando di controllare un altro. In entrambi i casi, non solo il raggio rosso ma anche il cen-tro energetico arancione fa esperienza di un qualche blocco e quando la rabbia è indirizzata alla società, alla cultura o ai gruppi, questa rabbia genera un blocco anche del raggio giallo. Questo significa che voi come fruitori di energia ne siete all’improvviso a corto, ne avrete poca così che, anche se l’energia che vi arriva è infinita, l’energia che alimenta il chakra del cuore e che può aprirlo diminuisce molto. Perciò, una volta accettato questo vostro lato oscuro, avete messo le basi per un lungo programma di lavoro facendo quello che potremmo chiamare uscire dal nascondiglio. Abbiamo dato a questo strumento la visione di un armadio. È come se la vostra paura, il vostro blocco, quando fate esperienza del

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catalizzatore che crea la rabbia, vi spinga dentro uno spazio piccolo e stretto; eppure il modo migliore per lavorare con questa rabbia, una volta identificata, accettata e perdonata nel sé, è di capire che c’è una reale preoccupazione a cui ci si può rivolgere solo attraverso l’amore stesso.[Q’uo, trascrizione del 6 ottobre 1996, pagg. 2-3]

Sempre, qualunque sia il problema, le entità della Confedera-zione offrono pensieri di fede, speranza e verità, gli eterni ideali. È una sfida amare un mascalzone fino al punto in cui si capi-sce come perdonarlo per poi passare ad altro. Posso dire che in aggiunta all’applicazione dell’amore, Pupak pronunciò una filip-pica elegante e intensa quando lo sfortunato signore in seguito provò a mentire all’interno del gruppo di meditazione. Per la sottoscritta, una persona che raramente urla, si è trattato di un momento piacevole e nello stesso tempo terrificante! Ma ritor-nando al concetto del controllo o del non controllo delle altre persone, lasciare andare il controllo è un concetto che fa molta paura. Comunque Q’uo consiglia proprio questo:

La decisione di non cercare di prevaricare un altro è presa quando l’entità intuisce che non c’è bisogno di dominare gli altri, perché tutta la creazione esprime il suo potere nel sé. Tutto il lavoro magico, perciò, viene fatto sul sé. Non c’è bisogno di manipolare, insegnare, controllare, muovere o consigliare altre entità. È necessario fare queste cose soltanto dentro di sé, disciplinando il sé a un’accettazione sempre più equilibrata e chiara della natura universale della personalità, scegliendo perciò lucidamente e chiaramente di servire gli altri, di evitare il giudizio o il controllo sugli altri, e di pra-ticare l’amore di sé, accettando il sé e perdonando gli errori percepiti al suo interno.[Q’uo, trascrizione del 14 giugno 1992, pagg. 2-3]

la malattia fisicaEro una bambina malaticcia, nata con un occhio talmente storto

verso il centro della fronte, dove si trova la ghiandola pineale o “terzo occhio”, che il dottore temette un danno cerebrale o una

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morte prematura. E inoltre avevo tanti altri disturbi oftalmici natali: focalizzazione rallentata, mancanza di visione notturna e dei colori e mancanza di percezione della profondità. A due anni, contrassi una febbre reumatica così acuta che i dottori di nuovo si aspettavano che io morissi. Una volta superata, mi diedero cinque anni di vita. Ebbi un’insufficienza renale a 13 anni, nel 1956, e ancora all’età di 15 anni. A quel tempo, non esistevano alternative per chi soffriva di glomerulo-nefrite, non c’erano né trapianti né dialisi. O si viveva o si moriva. Di nuovo, sono sopravvissuta a queste esperienze, anche se da quel periodo ne sono uscita con l’artrite reumatoide che ha continuato ad accompagnarmi per tutta la vita. I dottori continuavano a dire ai miei genitori che non avevo una lunga aspettativa di vita, che avrebbero dovuto rassegnarsi a perdermi prima del liceo, poi prima dell’università, poi prima dei miei 25 anni, poi prima dei miei 30. Continuavo a sopravvivere alle previsioni. Adesso mi sto godendo i miei 58 anni. Per decenni ho sofferto di dolori cronici, così quando gli erranti mi scrivono le storie delle loro lotte personali, posso essere solidale con loro. Ra esamina questo aspetto del viaggio dell’errante:

A causa della varietà estrema tra le distorsioni vibratorie di terza densità e quelle di densità più densa, se volete, gli erranti hanno come regola generale una certa forma di handicap, difficoltà o sensazione di alienazione che è acuta. Le difficoltà più comuni sono l’alienazione, la reazione alla vibrazione planetaria con disturbi della personalità, come potreste chia-marli, e disturbi del complesso corpo che indicano la diffi-coltà di adattamento alle vibrazioni planetarie.[The Law of One, Book I, pagg. 127-128 – Sessione 12 del 28 gennaio 1981]

Possiamo non essere contenti di sentirlo, ma come erranti, dobbiamo affrontare il fatto che siamo più portati alla malat-tia rispetto a molti altri nativi terrestri. Laura Knight-Jadczyk lo esprime in questo modo:

Ho sofferto fisicamente per tutta la vita. Non posso mangiare, dormire, o persino respirare come le altre persone. Sono stata tormentata da continue allergie, infezioni dell’orecchio, infezioni dell’occhio, problemi femminili, problemi di nervi e, per con-cludere, nel 1994 mi sono rotta il collo. Ho subito sette impor-

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tanti interventi chirurgici, e durante il travaglio il mio bacino si è separato, impedendomi di camminare per quasi un anno. Ma sono state tutte lezioni. E questa è un’altra storia. Basta dire che Dio mi ha veramente permesso di fare la Sua conoscenza![Laura Knight-Jadczyk, www.laura-knight-jadczyk.com, lettera del 5 gennaio 1998]

Questa sofferenza può rivelarsi sotto forma di diverse malattie di natura cronica. I miei stessi dolori reumatoidi sono molto diffusi tra gli erranti, e un signore, un vero e proprio angelo, mi ha scritto:

Secondo me, la fibromialgia è una malattia causata o influen-zata dalle energie che adesso si trovano sul pianeta, con l’espan-sione/sviluppo della coscienza. Credo che la fibromialgia, la sindrome da affaticamento cronico, la sindrome di Epstein-Barr e il lupus eritematoso siano intimamente connesse tra loro, forse sono persino una variazione della stessa malattia. C’è persino un uomo in Canada che la chiama la Sindrome del Ricercatore Spirituale. Lui non sostiene che si tratti della stessa malattia come fanno altri, ma per me i sintomi sono quasi esattamente gli stessi della fibromialgia. Dice che sta aumentando a un ritmo epidemico.[155, lettera del 20 agosto 1998]

Il tasso di crescita di questo gruppo di malattie dovrebbe natu-ralmente aumentare in modo brusco, dato che molti erranti giun-gono su questo piano terrestre e reagiscono alle sue vibrazioni. Ora, cosa possiamo fare? C’è una soluzione? Dal punto di vista terrestre, no. Cioè, possiamo diventare più abili a lavorare sulle malattie fisi-che, ma la nostra tendenza a contrarle è una conseguenza della nostra natura profonda e delle sue vibrazioni incompatibili con quelle di terza densità del piano terrestre. Da un lato penso che questa discrepanza prosciughi l’energia dal nostro corpo naturale di seconda densità, come riferisce Heikki Malaska:

Una mia amica, che è dottoressa di medicina tradizionale cinese, mi visitò e fu sorpresa nel constatare che a mala pena riusciva a trovare dell’energia di base, e perciò quasi niente che sostenesse il mio sistema immunitario, il che mi rende molto vulnerabile a qualsiasi influenza esterna come l’ali-mentazione, il tempo atmosferico, lo sforzo fisico e simili.[Heikki Malaska, lettera del 25 febbraio, 1999]

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Sembra che il sistema immunitario compromesso sia di cen-trale importanza, e forse è il caso di soffermarsi a lungo a pensare come lavorare su questa mancanza di energia di base. In questo caso Heikki è riuscita a curare una delle sue malattie:

Sono riuscita a curarmi da sola il nervo sciatico, che un tempo era così grave che l’unico modo per alzarmi dal letto era a car-poni: mentre camminavo, analizzavo i movimenti muscolo-scheletrici della parte sana e trasferivo questa consapevolezza alla parte ammalata, e così le insegnai come muoversi in un modo sano. Da allora non mi ha più dato fastidio, e non mi interessa neanche più confrontarmi con i medici se ciò che mi è accaduto sia o meno una cosa possibile.[Heikki Malaska, lettera del 22 gennaio 1999]

È meraviglioso quando un errante è in grado di manifestare la guarigione. È qualcosa che non sono mai stata capace di fare. Anche se mi gestisco abbastanza bene e ho ripreso a camminare dopo aver passato circa due anni su una sedia a rotelle chiusa in casa, ho ancora diverse malattie reumatoidi, l’artrite, il lupus e la fibromialgia. Le entità della Confederazione hanno un buon consiglio da dare al riguardo:

Il catalizzatore viene offerto all’entità. Se non è usato dal complesso mente, filtrerà allora attraverso il complesso corpo e si manifesterà sotto qualche forma di distorsione fisica. Più l’uso del catalizzatore è efficiente meno distorsione fisica emerge. C’è, nel caso di coloro da voi chiamati erranti, non solo una difficoltà congenita nel trattare i modelli vibratori di terza densità ma anche una reminescenza, seppur debole, che queste distorsioni non sono necessarie o usuali nella vibra-zione originaria.[The Law of One, Book I, pag. 124 – Sessione 66 del 12 agosto 1981]

Questo è un buon suggerimento. Ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di gestire il catalizzatore sia lavorando sul-l’equilibrio mentale ed emozionale sia occupandoci del nostro corpo, manifestando quelle distorsioni che il nostro processo di equilibrio non ha rilasciato. Lavoreremo con il concetto di centri energetici e il loro equilibrio in modo più dettagliato in seguito,

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dato che ho scoperto che questo modo di osservare le energie del corpo, della mente e dello spirito mi è molto utile e mi piace-rebbe condividerlo. Il principio fondamentale è:

Quando è presente la malattia e si desidera con tutto il cuore guarire, la guarigione è quel processo intangibile dove la mente diventa consapevole di un campo di energia più potente di quello espresso dalla malattia.[Q’uo, trascrizione del 3 marzo, 1994, pag. 3]

La verità superiore porterà dei cambiamenti nella verità infe-riore. Per lo meno, questa è la teoria. A me vengono in mente pochi problemi fisici in cui finora sono riuscita a manifestare la salute fisica, anche se sono riuscita ad aiutare molto il mio stato d’animo indebolito. Q’uo dice:

Quando, prima dell’incarnazione, vi viene data la possibilità di scegliere una difficoltà, abbiate fede che siete uno spirito sufficientemente avanzato da partecipare al vostro destino, che le cose non succedono semplicemente per caso, che la povertà apparente, il limite apparente, la difficoltà apparente, la malattia apparente, sono anche un esplicito aiuto per creare una circostanza in cui la lezione d’amore può essere imparata in condizioni avverse. La vostra è l’ultima densità con con-dizioni veramente avverse per la persona orientata positiva-mente o di servizio agli altri. Solo in questa densità, la densità della scelta, può avvenire ciò. Sappiate allora che quello che sta di fronte a voi non è un lavoro superiore alle vostre capacità, non è qualcosa che vi sconfigge; non programmereste una cosa del genere per voi. Ma state ampliando i vostri limiti, perché desiderate cambiare, desiderate diventare ancora più polarizzati nell’amore e nel servizio al Creatore e agli altri di quanto lo siate ora.[Q’uo, trascrizione del 23 settembre 1990, pag. 9]

Le allergie sono una delle malattie degli erranti più diffuse. Ho sofferto di forti allergie nel 1968, appena mi unii al gruppo di Don Elkins a tempo pieno, periodo in cui anche la mia malattia reumatica cronica latente diventò acuta e quasi ingestibile. La mia teoria sulla tempistica è che fu la mia decisione di unirmi a

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Don che scatenò queste limitazioni che mi avrebbero permesso di rivolgere il mio sguardo più verso l’interno. In altre parole, questo fu un cambiamento positivo metafisicamente parlando, che segnalava l’inizio di un pellegrinaggio che, e ne sono molto grata, ancora continua. Andai da un allergologo che testò su di me quarantotto sostanze. Ero allergica a tutte. Fondamental-mente gli erranti sono allergici alla Terra. L’ho sentito dire da molti di loro tra cui questi:

Sono certa di una cosa: sono allergica a qualsiasi cosa presente sulla Terra: muffe, polline, sostanze chimiche, profumo, sostanze petrochimiche; la lista sembra essere infinita. Que-sto pianeta semplicemente mi fa star male. Anche se amo la bellezza del pianeta e vivo nei boschi, non mi sono mai sentita a casa sulla Terra.[CJ, lettera del 27 luglio 1994]Mi è stata diagnosticata l’asma quando avevo cinque anni e il dottore disse che probabilmente ce l’avevo sin dalla nascita. Ciò voleva dire che ero allergico a molte cose del mio ambiente: la polvere, le piume, i gatti, i cani, le fragole e tutte le cose che mi facevano starnutire, che mi davano prurito o mi facevano venire un’eruzione cutanea. Ironicamente questo mi permise di non essere chiamato nell’esercito per combat-tere in Vietnam ed evitai la possibilità di uccidere qualcuno.[Jim McCarty, lettera del 8 marzo 1999]

L’intuizione di Ra riguardo all’allergia era che:L’allergia può essere vista come il rifiuto a livello profondo da parte del complesso mente dell’ambiente del complesso mente/corpo/spirito. Perciò nella sua forma pura l’allergia può essere vista come la distorsione mentale/emotiva del sé più profondo.[The Law of One, Book V, pag. 138 – Frammento 48, Sessione 98 del 24 settembre 1982]

A prescindere dalla malattia e dall’allergia, ma comunque ancora all’interno del quadro fisico, è il livello di sensibilità.

Mi ricordo che da bambina mi sentivo diversa. Pensavo che le altre persone non sentissero con la mia stessa intensità. Mi era difficile guardare, leggere o ascoltare qualsiasi cosa che

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fosse violenta, crudele o triste. Mi sembrava che la maggior parte delle persone riuscivano a notare tutte queste cose con un atteggiamento del tipo “vabbè, pazienza”. A volte i disegni o le parole che esprimono dolore, mi ossessionano per mesi. A tutt’oggi alcuni di questi mi tormentano ancora. Quando avevo circa 8 anni misi un pisello sotto il mio cuscino. Pensai che la mia diversità fosse dovuta al fatto che ero una princi-pessa smarrita. Sicuramente conoscete la storia. Mi svegliai con il mal di testa.[173, lettera del 29 aprile 1999]Ci sono delle volte in cui la cima della testa mi vibra con una tale intensità che ho delle difficoltà a muovermi. Ho cercato di gestirla distraendomi con delle attività, tenendomi impegnata. Eppure c’è una chiamata interiore che non posso spiegare.[Sue Nuhn, lettera del 28 aprile 1998]

Ogni errante percepisce la sensibilità in un modo unico, ma pos-siamo notare la tendenza in tutti questi racconti. Qui Brisis e Heikki parlano di questa sensibilità mentre cercano di adattarsi agli altri:

Mi piacerebbe dire che trovo le cose un po’ più facili o per lo meno che riesco a capire meglio me stesso e il mio posto nell’universo, ma non è proprio così. Mi ritrovo quotidiana-mente a bloccare ogni tipo di energia e spesso ho difficoltà ad attrarre le energie che voglio. Poiché sono diventato discre-tamente empatico, o piuttosto le mie capacità empatiche si sono risvegliate, invece di cercare di radicarmi e di individuare la differenza tra le mie energie e quelle degli altri, finisco pro-prio per isolarmi dagli altri, in un certo senso mi proteggo. [Brisis, lettera del 22 aprile 1999]Potevo soffrire di attacchi piuttosto improvvisi di depressione leggera, finché imparai a individuare che vicino a me poteva esserci qualcuno che di fatto era depresso e che io mi ero semplicemente sintonizzata con questo.[Heikki Malaska, lettera del 7 febbraio 1999]

So per esperienza che gli uomini e le donne in egual misura, quando si risvegliano, tenderanno ad avere questa sensibilità. Il gruppo di Hatonn ne parla eloquentemente:

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Non ci sono certezze nel cammino spirituale, l’unica certezza è il grande e continuo rischio di un’enorme vulnerabilità, una sensibilità che sempre vi accompagnerà, mentre cercate di imparare. Noi in questo cammino siamo con voi. Vulne-rabili e sciocchi ma nel contempo perfetti. Perfetti nell’amore e nell’unità con il Creatore.[Hatonn, trascrizione del 15 luglio 1984, pagg. 7-8]

lo scopoPer gli erranti la parola “scopo” è di centrale importanza. Di

solito si sente che si è giunti in questa vita con uno scopo, un qual-che tipo di missione. Normalmente non è percepito come un peso ma come un onore e un dovere. La ricerca solo per capire qual è questo scopo può durare tutta la vita. Q’uo parla di come le entità della Confederazione in generale vedono gli scopi della vita:

Spesso abbiamo detto che la vostra incarnazione di terza densità può essere vista come una scuola in cui lo scopo del-l’illusione è portare il ricercatore di terza densità dalla testa al cuore. Mentre i pensieri intellettuali hanno l’energia della luce, potremmo dire, si può dire che le emozioni hanno l’energia del cuore, ed è per questo che le emozioni conten-gono informazioni più profonde rispetto a qualsiasi saggezza che il cervello possa racchiudere ed esprimere.[Q’uo, trascrizione del 15 dicembre 1996, pag. 2]

Si ritiene che questo viaggio dalla testa al cuore, lungo circa trentacinque centimetri, sia ciò di cui abbiamo più bisogno, e l’angoscia che ci porta a liberarci della razionalità e della logica viene vista come una cosa positiva. Mi ricorda “la Regola dei 180 Gradi” di Don: Se pensiamo che qualcosa sia giusta per noi, è sbagliata per noi, e viceversa.

Amici miei, il dolore e lo struggimento sono presenti nel pro-fondo di ogni entità proprio come la risata e l’allegria apparten-gono profondamente alla vostra struttura. Lo scopo dell’incar-nazione non è evitare le lacrime o le risate, il dolore o la gioia, ma piuttosto ruota intorno al rispetto e alla compassione che

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si possono offrire a ogni emozione sentita senza preferire una all’altra, senza negare nessuna emozione pura. Vi chiediamo di amare, di accettare voi stessi e di essere abbastanza coraggiosi e audaci da aprire e permettere la guarigione del sé, la guarigione dei ricordi, la guarigione dell’incarnazione. La luce nello spirito e nell’amore si muove occupandosi di queste questioni.[Q’uo, trascrizione del 28 marzo 1993, pagg. 7-8]

Perciò tutte le vite hanno uno scopo educativo generale, in quanto tutti noi siamo giunti qui per imparare le lezioni del-l’amore, per assimilare quello che il mondo ha da offrire e per diventare sempre più equilibrati e abili a gestirlo.

È questa sensazione di giustezza e di ritmo che arriverà a chi usa in modo corretto i suoi doni. Ci raccomandiamo che nei vostri processi di pensiero venga incluso quel sentire che vi permette di capire quando siete sulla giusta rotta e quando no. Perché ciascuno possiede l’intuito e la conoscenza inte-riore a cui potersi affidare e da cui dipendere.[Q’uo, trascrizione del 19 novembre 1997, pag. 2]

Riesamineremo ancora questo scopo educativo generale. Consi-deriamo adesso un altro significato della parola “scopo”, che in qual-che modo suona famigliare per gli erranti. Gli erranti spesso sentono che c’è uno scopo spirituale che governa la loro incarnazione:

Ci sono voluti venticinque anni per trovare un luogo di pace e per capire qual è il mio scopo. Sono stata aiutata tanto dall’al-tra parte del velo e ne sarò sempre riconoscente. Non ce l’avrei potuta fare senza quest’aiuto, per lo meno fino a questo punto. [132, lettera del 28 ottobre 1998]Periodicamente durante tutta la mia vita di giovane adulto avevo la precisa sensazione di essere giunto qui per fare qual-cosa di veramente importante. Notavo questa sensazione e pensavo, oh, c’è ancora quella sensazione. Ma esattamente che cosa farò?[285, lettera del 27 agosto 1996]Penso che ci SIA un compito da svolgere su questo pianeta, ma ancora non so che cos’è tranne che dobbiamo essere

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consapevoli, aumentare la nostra luce/amore/coscienza ed essere pronti a qualsiasi cosa si presenti davanti a noi nelle migliori condizioni psichiche, mentali e fisiche possibili!!![Laura Knight-Jedczyk, lettera del 23 luglio 1998]

Questo livello di consapevolezza di voler possedere uno scopo, comunque, non è tanto preoccupante quanto il livello di urgenza che molti erranti sentono rispetto al loro scopo e alla loro missione:

È da un anno che ho la sensazione di dovermi sbrigare. Que-sta sensazione è arrivata dopo che mi è stato fatto vedere “l’orologio”. Le lancette erano a tre, quattro minuti prima di mezzanotte. Perché ve lo sto raccontando? Non l’ho mai rive-lato a nessuno tranne a mia figlia con cui vivo. Beh, questa comunque è solo una parte dell’illusione.[Mary, lettera del 5 maggio 1997]

Ed ecco un altro errante con un orologio:Quel che è importante è realizzare quello che abbiamo proget-tato. Cavolo, mi piacerebbe ricordare che cos’era. Sono preoc-cupata di aver forse tralasciato qualcosa. Spero che Dio ritenga giusto rivelarmelo se l’ho fatto. Sono avvenuti due episodi da quando ho visto l’orologio. Posso avertelo scritto, ma ora non mi ricordo. Dopo l’orologio mi sono svegliata un mattino con le parole, “devo fare in fretta”. Poi, circa sei settimane fa, mi sono svegliata con una voce che mi diceva, “C’è poco tempo”. Potrebbe voler dire molte cose e non sono sicura se ciò riguardi gli eventi accaduti nei mesi successivi all’agosto del 1999, oppure se il mio tempo fisico qui è quasi giunto al termine.[Linda, lettera del 9 dicembre, 1999]

La mia sensazione è che la nostra principale missione qui è vera-mente molto semplice, ma quasi sempre gli erranti non la capi-scono a causa della nostra etica culturale rispetto al lavoro e perché riteniamo che la missione debba essere qualcosa di specifico da fare. Ma sento che non è così. Anzi, sento che il nostro scopo è quello di essere presenti all’interno dei piani della Terra, di vivere la vita, di respirare l’aria e di godere delle esperienze della scuola terrestre. La nostra missione principale è una missione dell’essere. Siamo giunti qui per essere noi stessi, perché quando lo facciamo, la nostra fre-

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quenza vibrazionale riflette le vibrazioni di livello superiore delle nostre densità originarie o dei nostri cuori risvegliati, e questo aiuta a illuminare la frequenza vibrazionale del piano terrestre. Chi è nei mondi spirituali, i piani interiori, non può svolgere questo compito, perché non si è incarnato. Non respirano l’aria né sono mortali. Siamo giunti qui per offrire la nostra vita, momento dopo momento, per la Terra e la sua gente. Questa non è un’ importante missione nel senso che non si tratta di fare, ma di essere.

Una percezione errata comune tra coloro che percorrono il cammino spirituale, è che si debba fare qualcosa di speci-fico, qualche lavoro in particolare. C’è questa sensazione di urgenza che è ora di servire; è ora di passare alla missione per la quale sono giunto in questo luogo e, come abbiamo detto in precedenza attraverso questo strumento, sentiamo che quest’idea di un lavoro è una chimera a meno che non venga vista come una vocazione dell’essere. C’è questa perfezione dentro ciascuno di voi. Ognuno di voi è un ologramma del grande e unico Pensiero originale, ed esso è contenuto nella sua forma non distorta in ogni cellula del vostro corpo fisico e in tutti i corpi più sottili che costituiscono la vostra mente, il vostro corpo e il vostro spirito nella loro complessità.[Q’uo, trascrizione del 30 marzo 1997, pag. 1]

i giochi mentaliMesse da parte per ora le riflessioni sullo scopo, ci sono ancora

molte cose relative alla situazione mentale tipica dell’errante che creano problemi perché abbiamo un “approccio” diverso alle cose rispetto alla realtà generalmente accettata:

La mia mente tende a lavorare al contrario la maggior parte del tempo preferendo percorrere il cammino più difficile.[Gypsee, lettera del 14 ottobre 1997]Ho sempre pensato in modo diverso, trovando il ridicolo in svariate situazioni e in molti casi mi è toccato spiegare che cosa ci trovassi di divertente.[Charlie 036, lettera del 31 luglio 1999]

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Mi sono sempre sentita diversa dalla maggior parte delle per-sone intorno a me incluso la mia famiglia. Non mi sento migliore degli altri, solo diversa. I miei interessi mi hanno sempre creato problemi, sicuramente così è stato per le mie credenze e anche per il mio stile di vita.[109, lettera del 13 maggio 1997]

È così scoraggiante convivere con questo, e tutti i giorni parlo con delle persone che sperimentano queste emozioni e che hanno grosse difficoltà. Proprio oggi, Pharaoh mi ha scritto preoccupato per le sue sensazioni di urgenza relative a questioni che la maggior parte delle persone ritiene eccessivamente strane. Lui si sforza tanto di connettersi, ma è bloccato perché la sua mente lavora in modo diverso, e le persone non riescono proprio a relazionarsi con lui. Come la maggior parte degli erranti, possiede i più alti ideali e spe-ranze ma è proprio scoraggiante sentirsi rifiutato ripetutamente.

Anche questi erranti esprimono emozioni simili: La vibrazione che c’è qui mi sembra così negativa che spesso mi ritiro dal mondo, mi nascondo e mi curo. Le mie azioni nel mondo spesso mi sembrano inefficaci e sciocche. Fare e imparare le cose è doloroso.[Don Cushing, lettera del 7 agosto 1994]Da bambina ho sempre creduto che l’amore fosse la più grande forza esistente. Per me crescere è stata un’esperienza traumatica. C’era così tanto odio in questo mondo. Spesso mi ritrovavo a non capire cosa ci si aspettasse da me nelle diverse situazioni e ho passato molto tempo a fare ricerche sulla cultura, sul bon ton e sulla psicologia. Così come tanti altri erranti, c’ho messo tanto tempo per rendermi conto che non ci si può fidare sempre di chiunque.[Moria, lettera del 6 febbraio 1997]

Tutto questo è triste! Eppure non posso affermare il contrario, perché anch’io ho sentito la brutalità delle vibrazioni terrestri per tutta la mia vita. Credo che gli erranti vedano il gioco che inter-corre fra le relazioni umane.

Fin da piccola in qualche modo sapevo di non essere di queste parti. Proprio non riuscivo a identificarmi con tutti i tipi di

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giochi che le persone continuavano a fare. In più non avevo neppure la capacità di relazionarmi con la maggior parte della gente, perché, sotto molti aspetti, mi sembrava di vivere in un sogno diverso, e semplicemente osservavo i loro movimenti da dietro uno schermo trasparente.[Heikki Malaska, lettera del 28 gennaio 1999]

Sicuramente sono d’accordo sul fatto che tutta la creazione infi-nita può facilmente essere raffigurata come un sogno, o un gioco, un processo divino di rappresentazione e di danza che svela il sé al sé. Ma questo pensiero potrebbe non essere di grande aiuto all’er-rante che vacilla sotto il peso del rifiuto che sente provenire dal mondo. Ecco i giochi della mente visti da un’altra angolatura:

È così facile dire “che me ne importa”. La verità è che le altre persone non capiscono. Non possono e non ne hanno biso-gno. Se fossero state in grado di farlo lo avrebbero fatto. Siete voi a dover fare attenzione. Quando riuscite a percepire cose che si trovano al di là della “normale” gamma della perce-zione umana, vi sentite più perspicaci, e questo va bene. Se non v’interessa, non mettetevi in ascolto. Se non ascoltate non imparerete mai a distinguere tra ciò che siete voi e ciò che vi appartiene con ciò che sono loro e ciò che appartiene a loro. Dovete imparare a conoscervi. La maggior parte delle persone non lo fa! Questo non è fattibile se non vi interessa.[245, lettera del 7 ottobre 1999]

Un buon consiglio per gli erranti è quello di cercare di rimanere vulnerabili, non nascondere le proprie emozioni pur sapendo che ciò spesso non sarà rispettato e compreso. Non è facile cercare di farlo. A volte lo scoraggiamento sembra totale. Come ho suggerito a Pharaoh oggi, vi consiglio di focalizzarvi ad andare incontro al momento con un cuore aperto, per poi cercare l’amore in quel momento e seguirlo. Questo può significare non condividere quella che è la propria verità, perché quando la si offre senza che sia richie-sta, se il nostro sistema di credenze personali è piuttosto diverso da quello dell’opinione generale, come avviene per molti erranti, l’offerta viene spesso accolta con disinteresse o persino con aperta ostilità. Questo può voler dire concentrarsi su come possiamo far sentire l’altra persona più a suo agio e speciale, permettendole di

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relazionarsi a noi piuttosto che al nostro sistema di credenze. Non è un comportamento scorretto volersi trattenere dal condividere ciò che non ci è stato chiesto. Al più siate colui che pianta il seme di un pensiero, e poi passate ad altro, invece di offrire l’essenza delle vostre credenze personali quando non richiesto. Rifiutatevi di farvi prendere dallo sconforto. Può sembrare che siamo soli e che la situazione è senza speranza, ma in realtà, ci sono molte persone che hanno in comune con noi una quantità enorme di cose, e con cui ci connetteremo con il passare del tempo e con l’evolversi del destino. Ecco alcune parole di incoraggiamento:

Sento veramente di essere sulla strada giusta, perché anche se mi stanco, e soffro tantissimo, parlo con veemenza dei feno-meni, dico molte parolacce, ecc., sono ancora ultraostinata a sostenere la vibrazione dell’amore.[Mira Ellison, lettera del 11 giugno 1999]È aumentata dentro di me la sensazione che andavo in una direzione che era di natura interiore e che coinvolgeva tante persone che desideravano creare cambiamenti significativi in questo mondo, e che quello che avremmo fatto implicava l’amore e l’amarci a vicenda, creando una specie di famiglia del cuore. L’ho sentita come una direzione interiore molto solida, che mi ha dato anche tanto conforto.[Jim McCarty, lettera del 8 marzo 1999]

Trovo che questo sia un modo meraviglioso per osservare quanto siamo diversi rispetto alla presunta norma. Siamo persone che stanno facendo un lavoro interiore. Il mondo orientato all’esterno spesso non lo capirà. Ma siamo qui per aiutare e siamo in grado di essere d’aiuto. E abbiamo dei compagni grandiosi strada facendo.

Tra i problemi mentali degli erranti c’è la sete di giustizia. L’indi-gnazione viscerale per l’ingiustizia e per la crudeltà nelle persone e nelle società è comune tra le anime risvegliate. Q’uo commenta:

La terza non è una densità in cui la saggezza gioca un ruolo importante. Sono pazzi gli uomini a credere che ci sia saggezza nella terza densità, e perciò si può vedere l’ideale della giusti-zia come un ideale etico e filosofico, che non considera né la natura dell’illusione, lo scopo dell’illusione, né le entità che

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sono giunte a una consapevolezza di sé all’interno dell’illusione di terza densità. In realtà, c’è poca giustizia visibile, perché il progetto che ognuno ha creato prima di iniziare la vita spesso comprende deliberatamente circostanze difficili, ingiuste e dolorose e più un’entità è spiritualmente ambiziosa, più diffi-cili saranno le lezioni che si manifesteranno a questa entità.[Q’uo, trascrizione del 22 ottobre 1989, pag. 1]

Alcuni erranti condividono il loro disagio riguardo alla giustizia:Quando da piccolo a scuola, un insegnante spiegò il significato di pregiudizio rimasi sconvolto al pensiero di quanto questo concetto fosse illogico e ingiusto. Iniziai persino a scrivere mentalmente un libro al riguardo, qualcosa del tipo che non importa il colore della nostra pelle, se nera o bianca o rossa o dorata o verde, eravamo tutti fatti di carne e ossa e sangue e tutti noi potevamo essere feriti nelle emozioni e nei sentimenti.[202, lettera del 6 marzo 1999]Vado su tutte le furie quando vedo l’ingiustizia nel mondo e il disinteresse delle persone verso tali atti. Ho una visione di quello che noi come specie siamo in grado di fare e che paradiso potrebbe essere la Terra se lo facessimo.[Charlie 036, lettera del 31 luglio 1999]

Non è facile capire che questi disagi mentali possono qualche volta sfuggire di mano e che gli erranti possono ritrovarsi con problemi mentali, malattie mentali o tendenze suicide? Come 245 ci dice:

Essere un errante significa avere uno spazio nella propria testa dove si sa di aver ragione. E non è tanto il fatto di aver ragione. Spesso, non si sa neanche perché si pensa che gli altri sbaglino. Non importa cosa dica chiunque altro, e nessuno è obbligato ad ascoltare la vostra opinione. È semplicemente così. Dubitare di quello spazio significa flirtare con la depressione e la pazzia.[245, lettera del 7 ottobre 1999]

Sono stata per diversi anni in terapia psichiatrica durante e in seguito alla malattia e alla morte di Don nel 1984. In quel periodo soffrivamo entrambi di quello che chiamerei più o meno esaurimento nervoso e depressione. La differenza tra noi era il

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54 Capitolo Due

livello di fiducia che avevamo negli altri e la nostra disponibilità ad ascoltare le persone che cercavano di aiutarci. Io sono soprav-vissuta. Don degenerò nella pazzia e si suicidò. So che sentì che questa era per lui la cosa “giusta” da fare. Sinceramente penso che il suicidio non sia mai una buona idea. Anche se posso capire bene la disperazione e il senso di pressione insopportabile che porta le persone a decidere di porre fine a tutto, il suicidio non pone fine a niente eccetto alla vita attuale e alle opportunità d’apprendi-mento all’interno di questa incarnazione. In Illusioni, Richard Bach dice, più o meno, che se siamo vivi abbiamo ancora una missione da completare e non è il momento di andarsene. Sono d’accordo. Quando sarà il momento, il Creatore ci porterà a una vita più ampia. Sono consapevole delle razionalizzazioni sul sui-cidio fatte da parte di persone che desiderano morire con dignità. E in un certo senso, non sono affari miei che cosa fanno le altre persone. Non giudicherei aspramente una persona per aver scelto di porre fine alla sua vita. Sentirei, comunque, che ha preso una decisione imprudente. So cosa significa sopravvivere al suicidio di un proprio caro. Nel mio caso, sono seguiti sei anni tremenda-mente dolorosi in cui io stessa volevo realmente morire per tutte le parole dette e non dette e le azioni fatte e non fatte che avevano contribuito alla disperazione di Don. A partire dal 1990, iniziai a essere meno giudicante nei miei confronti e, nel 1992, questo processo di morte interiore arrivò alla sua naturale conclusione quando fui portata in ospedale con un’emorragia interna e persi metà del colon discendente sotto i ferri del chirurgo.

Dopo aver superato questa enorme difficoltà, decisi di fare ria-bilitazione e di impegnarmi per lasciare la sedia a rotelle e ritor-nare a vivere una vita verticale. A grandi linee, il mio impegno quotidiano dal 1984 fino al 1992 era sopravvivere al mio cam-mino disperato e infelice lungo il deserto dell’autocritica. Che non vi venga mai di pensare che se ci suicidiamo facciamo del male solo a noi stessi. Tutti coloro che sopravvivono al suicidio di un proprio caro, anche gli amici che erano solo dei conoscenti, si sentiranno malissimo. A tutt’oggi, sono ancora perseguitata da visioni del viso di Don quando stava così tanto male men-talmente. La sua sofferenza era simile a quella di Cristo ed era terribile. Comunque, con il passare del tempo sono guarita e ora

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55L’anatomia della separazione

lo considero anche come una parte importante della mia guida. Ma ciò non cancella le immagini ossessionanti e il mio dolore.

Ecco di seguito i commenti di altri erranti riguardo alla loro salute mentale:

A volte penso di averla persa e divento protettivo nei miei confronti cercando così di non attirare troppa attenzione. Ci sono persone che provano a etichettarmi come pazzo perché non capiscono e probabilmente non potrebbero capire per-ché partono dal presupposto che quello che sostengono è la verità, così faccio attenzione.[149, lettera del 20 luglio 1999]Ero sotto le grinfie del servizio di salute mentale. Sono un “paranoico, schizofrenico cronico, maniaco-depressivo, schi-zofrenico-affettivo, ipersessuato, eccentrico”. Mi hanno rin-chiuso due volte e posso dire di aver incontrato più persone risvegliate all’interno dell’istituto che fuori.[Gypsee, lettera del 6 ottobre 1997]

Quando mi trovavo nell’ospedale psichiatrico nel 1990, ho sentito un grande amore e comprensione da parte dei pazienti miei compagni, mentre quasi nessuno dei medici curanti credeva assolutamente a quello che dicevo. Ero molto grata della sanità mentale di quei pazienti! Ecco un errante che ebbe meno pro-blemi con il servizio di salute mentale:

Quando avevo ventiquattro anni fui ricoverato nel reparto psi-chiatrico per tre settimane (volevo starci di più), una specie di abisso esistenziale. A marzo il sud della Norvegia è ancora spo-glio, non cresce ancora niente, solo le foglie morte dell’anno prima fanno capolino da sotto la neve che si sta sciogliendo. Mentre camminavo attraversando il cortile da un edificio all’altro la mia attenzione fu catturata da un movimento: una singola, piccola foglia secca mi stava volteggiando accanto. Il movimento di quella foglia, persino prima che potessi pensare, e sono veloce a farlo, che quella foglia fosse una cosa morta mossa da un vento leggero, si è trasformato in una danza della vita: si stava muovendo! E quel movimento si ampliò, risuonando profondamente nel mio essere, rivelandomi che

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c’è vita, e che la vita è viva, e io sono vivo, sì, persino dopo aver pensato a una cosa morta nel vento, riuscii a conservare dentro di me quella gemma per aiutarmi in futuro.[Otto, lettera del 25 aprile 1999]

Nel prossimo capitolo, finiremo questo processo di osserva-zione su come siamo diversi dalla norma, man mano che consi-dereremo i problemi emotivi e le trappole del cammino dell’er-rante. Spero che, trovando persone simili a noi in questi primi tre capitoli, inizieremo a comprendere a un livello profondo, che veramente non siamo soli su questa Terra, ma che siamo uno degli innumerevoli spiriti che giunti su questa Terra si sono incar-nati per ragioni simili alle nostre, e che tutti loro sono compagni meravigliosi con cui ci connetteremo man mano che le nostre storie personali evolveranno.

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Capitolo Tre

il rimorso di coscienza:la persistenza del dolore

Una parola sul titolo di questo capitolo: è una frase tratta da uno scritto di James Joyce, che significa pressappoco esaminare ancora una volta in modo attento il dolore del sé come percepito dal sé. Questo sguardo interiore crea un effetto iterativo e incre-dibilmente potente che può indebolire le energie già vulnerabili e accentuare una già forte autocritica. L’osservazione interiore, credo, sia proprio tipica degli erranti.

mancanza di fiducia in séTratteremo in questo capitolo, in modo più approfondito, le

energie spesso largamente subconscie e puramente emotive del nostro essere. Essere un errante è un’esperienza che fondamental-mente comprende diversi livelli. Esistono delle nostre non accet-tazioni che ci spingono molto più in profondità rispetto a quelle della nostra infanzia e della nostra famiglia: la scarsa conside-razione dei propri sé. Si tratta di un flusso emotivo subconscio torbido, eppure tremendamente fertile, che affiora dalla nostra vita emotiva. A questo livello, tutto riguarda esclusivamente noi. Siamo i protagonisti principali su questo palcoscenico e siamo noi i personaggi dei miti personali che creiamo nelle nostre vite. In questo ambito l’orgoglio si mostra in tutta la sua pienezza, come antitesi e ultimo baluardo, prima dell’umiltà e della verità di sé. Questo è anche il luogo della mancanza di fiducia in sé stessi e dell’insicurezza, quella profonda voragine che non si rimargina mentre cerchiamo di adattare il nostro comportamento superfi-ciale alle preferenze culturali che scegliamo di onorare.

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58 Capitolo Tre

Dubitare di sé può essere invalidante. Gli erranti sono facili prede dei lacci emotivi della mancanza di fiducia e dell’insicurezza, dato che molte reazioni nei nostri confronti da parte delle persone più normali a volte possono essere crudeli e ostili. Le persone insicure possono esprimere questa insicurezza manifestando esplicitamente le proprie paure o, in alternativa, diventando apparentemente sicuri di sé e arroganti. In entrambi i casi, la nevrosi esprime un’in-sicurezza rispetto al proprio valore personale. Sicuramente si può dire che questo non è vero solo per gli erranti ma per ogni tipo di persona. Comunque l’errante è così sensibile che tutti i problemi sembrano colpirlo più duramente e danneggiarlo di più. Dato che questo dolore emotivo non si percepisce immediatamente a un livello superficiale di comportamento, può diventare molto dan-noso e molto profondo e può sfociare in sfide come ad esempio i “saluti psichici”. Le persone “normali” di questo mondo, non interessandosi in generale alla metafisica, semplicemente non spe-rimentano il dolore della mancanza di fiducia con lo stesso timbro e risonanza. Ecco di seguito alcuni erranti che hanno la mancanza di fiducia in sé stessi nella loro mente:

Perché c’è questa battaglia dentro di me? Come posso dire le cose giuste agli altri se sono in questo stato confusionale?[Linda Klecha, lettera del 21 agosto 1998]Una delle cose più difficili e più spiacevoli che ho fatto in questo ultimo anno è stato cercare di ricordarmi chi sono veramente. Si tratta a volte di un lavoro sgradevole e duris-simo. Mio marito aveva paura, i miei figli avevano paura e persino il nostro cane. Ho capito anche il perché. Imparare a fidarsi di sé stessi e della propria anima, è un grosso passo quando per tutta la vita siamo stati educati ad accettare questo concetto: fidarsi e credere a chiunque tranne che a sé stessi.[Heikki Malaska, lettera del 25 febbraio 1999]

Spesso gli erranti si sentono molto esposti al pericolo e nel con-frontarsi con il mondo esterno si sentono vulnerabili:

Mentalmente mi dico, sono al sicuro, sto bene, ma il mio sé emotivo urla: “No, non lo sei, no, non lo sei”. Ciò conferma solo quello che ho detto negli ultimi anni: la logica e la cono-scenza non sono abbastanza. Il cuore è ciò che dà sostanza

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alle cose. Se ci si affida solo alla logica e al sapere, si ottiene un contenitore e nient’altro. L’unica via d’uscita che vedo è lavorare col cuore per far ritornare la sostanza e per poter dire al mio corpo emotivo: “Guarda, sei davvero al sicuro”.[Elle, lettera del 22 aprile 1999]

È facile sentirsi un fallimento in un mondo in cui la bellezza inte-riore e l’amore della verità che noi possediamo vengono disprezzati:

Penso ci sia qualcosa che manca alla ricetta di questa vita, o ce n’è in eccesso, non lo so. Sento che la mia vita è diventata troppo salata a causa delle lacrime di dolore. Oh, ho deside-rato tanto creare amore e pace. Dov’è la pace che desideravo così sinceramente nella vita?[Pupak Haghighi, lettera del 12 giugno 1998]

È facile sentire di non potersi mettere al servizio, dato che a volte si è così confusi:

Penso che il fatto di poter essere d’aiuto agli altri mi sembra un’idea un po’ sciocca. Se solo poteste essere dentro la mia testa per un giorno! Mi confondo, ho paura e mi arrabbio così tanto, senza considerare tutto il resto. Questa idea di me che servo gli altri mi sembra così ridicola. Tipo un cieco che guida un cieco! Mi fa persino paura. Essere aperto agli altri significa diventare vulnerabili nei loro confronti. Questo addirittura mi spaventa. Inoltre c’è anche la paura di sbagliare. Nonostante tutto questo, basta che una persona qualsiasi mi dica “ho bisogno di parlare” e tutta la paura scompare. Sono dispostissimo a farlo e a buttarmi se si ha bisogno di me. C’è questa parte di me che non mi permetterà di rimanere inerte a guardare un’altra persona che soffre in questo modo. È solo dopo che tutto questo inizia ad affiorare.[Mike Korinko, lettera del 21 febbraio 1995]

E la mancanza di fiducia può manifestarsi come una paura del proprio sé più profondo:

Credo di avere paura del mio potere personale. In quasi tutte le cose arrivo fino a un certo punto, e non è un qualcosa di con-scio. Me ne sto rendendo conto sempre di più e sento questo impeto d’energia che cresce e assumo cibo per non sentirlo più

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o per non assecondarlo. Ho permesso a me stesso di cadere in uno schema in cui faccio volentieri qualunque cosa per chiun-que altro piuttosto che affrontare il mio potere personale.[Marc Morgan, lettera del 7 settembre 1999]

Spesso i membri del nostro gruppo fanno domande alle fonti della Confederazione su questa sensibilità emotiva e mancanza di fiducia e su come gestirla:

È appropriato che ogni ricercatore senta una certa quantità di dubbio quando si accosta a una nuova esperienza sul cammino spirituale. Perché quel tipo di dubbio o domanda prepara interiormente il ricercatore a buttarsi dal precipizio senza sapere se atterrerà posando il piede su un terreno sta-bile oppure no. Perciò, se c’è interesse nel vostro cuore e se dubitate delle vostre capacità, vi consigliamo di affidarvi al desiderio che sentite e di mettere da parte per il momento il dubbio in modo tale che il vostro viaggio possa continuare lungo quel cammino designato dalla passione e dal desiderio che sono dentro di voi.[Q’uo, trascrizione del 16 agosto 1992, pag. 6]Il percorso positivo è pieno di ombre, domande e dubbi, di continue lezioni e di equilibri. La scelta della positività non è la scelta della semplicità come nelle prime lezioni.[Q’uo, trascrizione del 14 giugno 1992, pag. 3]

Lungi da noi avere le cose semplici e facili! Di solito questa non è la descrizione del percorso dell’errante:

Ci sarà sofferenza e confusione per tutta questa illusione, perché è solo grazie a questa prova che questi principi fon-damentali vengono forgiati nel fuoco dell’esperienza all’in-terno del cuore di ogni entità. Siate gentili con voi stessi, non pretendete troppo da voi, pur fissandovi come obiettivo quotidiano il rinnovo della fede basandovi sul fatto che non ci sono veramente errori in questa illusione. Ci sono tanti rompicapi, indovinelli, esperienze di confusione e dubbio che ogni ricercatore troverà sul proprio cammino e che ogni ricercatore dovrà cercare di superare.[Q’uo, trascrizione del 14 ottobre 1992, pag. 6]

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C’è una cosa che va a favore degli erranti che come me soffrono di scarsa autostima ed è, almeno apparentemente, un atteggia-mento di umiltà. Da tempo ritengo che quattro qualità siano estremamente basilari per il lavoro sulla coscienza: l’umiltà, la pazienza, la costanza e il senso dell’umorismo. L’umiltà è una qualità eccezionale del carattere che libera e sostiene e posso solo incoraggiare gli erranti a coltivarla con assiduità. Io mi ricordo di averlo fatto da sempre. Sfortunatamente, è per me, fra tutti, il dono che ho più difficoltà a ricevere, perché l’orgoglio è il mio difetto più duro a morire. Ci lavoro un giorno dopo l’altro, un anno dopo l’altro, e proprio quando sento di aver forse fatto un piccolo progresso, mi accorgo di esserne orgogliosa.

La Confederazione ci parla dell’umiltà:È molto importante che ci siano esperienze negative e difficili, affinché si possa imparare l’umiltà di permettere, osservare e poi agire, piuttosto che reagire. Prendere la vita nelle proprie mani non significa assumere il controllo dei propri desideri attraverso le affermazioni e le continue preghiere. Piuttosto si tratta invece di rendersi conto che il piano è già stato rea-lizzato, e che il modello è stato definito. È il miglior modello che voi e il vostro sé superiore potevate creare per voi, e tutto ciò che avete bisogno di fare adesso è permettervi di stare sul percorso in cui siete, tenendo gli occhi aperti, osservando le vostre emozioni, trovando modi per manifestare l’amore, sor-ridendo per strada, dicendo una parola gentile a un passante.[Q’uo, trascrizione del 22 ottobre, 1989, pag. 8]

L’umiltà non indica bassa autostima, ma piuttosto rivela una tranquilla e pacifica natura attenta all’amore nel momento.

l’orgoglio e la resa131 è un artista esuberante e dotato, e quando è nel flusso del

suo lavoro creativo sperimenta molte energie, alcune delle quali sembrano estremamente spirituali. Mi scrive:

Cerco di capire la differenza tra la volontà del Creatore e la mia. A volte penso che non ci sia nessuna differenza, e che di fatto qua-lunque sia la mia volontà questa coincida con quella del Creatore.

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Ma realisticamente non penso sia vero, o per lo meno non sem-pre. Che cosa ne pensi? Bisogna porre un limite alla percezione di queste cose, e anche questo è reale? Qual è il modo migliore per pensare a queste cose? Penso che la domanda sia molto legata al concetto di umiltà, ma non so come porla in modo intelligente.[131, lettera del 14 febbraio 1998]

Notate come la sua domanda non contenga assolutamente orgoglio. Semplicemente sta avendo delle esperienze, ci pensa su e le soppesa. Quando ci si ritrova nel flusso, sembra che la propria volontà sia una con quella del Creatore. Passo dei momenti, delle ore, a volte dei giorni, in stati alquanto alterati di gioia e di luce. Si tratta di esperienze. Succedono. Non posso prevederle, però posso dire che l’avversità sembra incoraggiarle. Che valore dargli? La stessa cosa avviene quando consideriamo l’argomento delle differenze tra gli erranti e le persone mondane e non risvegliate, non è che siamo più intelligenti, migliori o persino più saggi, ma è che ci sentiamo non solo diversi ma anche contenti di esserlo. È troppo facile sentirsi orgogliosi, sentirsi “migliori di”. È l’atteggia-mento così mirabilmente definito da Oscar Wilde quando, più o meno, disse che tutti noi eravamo come ubriachi in un pozzo ma alcuni di noi guardavano le stelle. Q’uo dice:

Finché pensate di avere un sé che ha bisogno di essere difeso dovrete lavorare sull’orgoglio spirituale, e così le entità in gran parte ci lavorano sopra, non importa quanto abbiano cercato anno dopo anno con persistenza, purezza e devozione, ancora c’è il senso dell’“Io” scruto. “Io” cerco. “Io” aspiro a diventare il migliore che “Io” possa.[Q’uo, trascrizione del 1 marzo 1998, pag. 4]

A volte possiamo usare l’orgoglio come uno scudo per proteggerci: Osservare l’orgoglio all’interno di un’entità è come osservare quella parte di sé che è stata creata dal sé con lo scopo di autodifendersi. Ciò significa che chi è orgoglioso ha cercato di scoprire un modo buono, giusto o nobile di pensare, com-portarsi o parlare. Poi ha indossato la maschera più adeguata, soprattutto al desiderio di fare impressione sugli altri. È come se un uomo con un modesto giardino cercasse di metterci

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intorno un muro alto sei metri, certamente è più di quanto il giardino abbia bisogno per essere protetto.[Q’uo, trascrizione del 16 ottobre, 1994, pagg. 1-2]

Questo muro, per quanto possiamo vederlo in noi, siamo noi a crearlo. La domanda è, come possiamo diventare così coraggiosi da abbatterlo?:

Lo scopo finale di tutti questi veri percorsi spirituali è l’umiltà e la disponibilità a rinunciare a quell’argilla fatta di orgoglio, arroganza, indegnità e paura, rinunciare completamente a tutte queste emozioni in cambio della forza e della pace di sapere che voi siete amore.[Q’uo, trascrizione del 25 marzo 1990, pag. 8]

l’elitarismoMi capita spesso di ritrovarmi a pensare tra me e me che sono

contenta di essermi risvegliata spiritualmente, di non dormire nel mondo superficiale, sprecando la mia vita senza nessuna intuizione profonda del pensiero metafisico. Poi mi sorprendo a passare attraverso un processo in cui prima provo una sensazione di orgoglio misto ad autocompiacimento, e poi cerco di liberarmi dall’autocritica che ne consegue per poi ricominciare ancora da capo. E questo mi succede ogni volta. Noi erranti siamo come il cittadino raffinato che se ne va in campagna e deve attraver-sare l’erba alta piena di insetti e disseminata di torte di mucca. Il tipo di natura emotiva che abbiamo, o che scopriamo di avere quando ci risvegliamo spiritualmente, ci rende troppo sensibili alla vacuità vorticosa e affaccendata della Terra, per lo meno è così che la vediamo da una prospettiva giudicante. Don diceva che noi tutti sulla Terra viviamo in un manicomio ed era felice di avere una stanza privata. Pensava davvero che il pensiero terrestre fosse folle. A volte è difficile non essere d’accordo con lui. Ma Latwii dice:

Il principio della negatività è quel principio che intensifica l’illusione della separazione implicita in tutta la creazione. L’illusione della separazione è poi usata da coloro che hanno imparato a conoscere la polarità negativa per dominare chi

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non fa parte della cosiddetta elite. Qualunque siano le carat-teristiche che hanno determinato e determinano l’elite, sono proprio quelle che vengono usate per separare l’elite dalla non-elite. Perciò potete vedere la distorsione verso la negatività in moltissime parti del vostro ambiente e, di sicuro, in voi stessi, poiché tutte le entità sono una cosa sola e in voi c’è ogni cosa.[Latwii, trascrizione del 20 febbraio 1983, pag. 7]

Alcuni erranti negano il fatto di essere migliori di chiunque altro:Non mi piace quando le persone mi considerano più sag-gio di loro o quando mi reputano un insegnante. Penso che dentro tutti noi ci sia un insegnante/allievo, e anch’io imparo tanto da tutti quelli con cui entro in contatto. Non sono inte-ressato ai giochi di potere o ai complessi di superiorità. Ho il dono di far arrabbiare alcune persone perché tendo a dire che tutta questa meta-roba è facile e chiunque può impararla.[Gypsee, lettera del 6 ottobre 1997]

Vi siete accorti qui che anche quando si nega l’elitarismo entra in gioco l’orgoglio? Gli erranti sono spesso molto intelligenti, ma come ho detto, un’intelligenza superiore non implica saggezza. È solo un computer/intelletto migliore di altri con cui giocare e forse non ci rendiamo conto che in realtà è lui che ci controlla. I fratelli e le sorelle di Q’uo dicono:

Non ci riteniamo più saggi di coloro che si trovano nella terza densità ma semplicemente siamo in un’illusione in qualche modo diversa e, perciò, in circostanze in qualche modo diverse. Eppure noi, come voi, siamo alla ricerca del sapere che ancora non sappiamo. Semplicemente siamo arrivati ad avere opinioni abbastanza consolidate e, come avviene nella spiritualità, le nostre verità entrano costantemente nel-l’ignoto, proprio come le vostre. Di conseguenza c’è sempre la contraddizione, la complicazione, la difficoltà di cercare di capire ciò che può essere solo incorporato.[Q’uo, trascrizione, del 3 marzo 1996, pag. 1]

Altri erranti hanno affrontato l’orgoglio e si stanno impegnando per raggiungere l’umiltà:

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Mi sono resa conto che devo lavorare sull’umiltà. Non è facile voler vivere una buona vita spirituale e avere una bella pagella mondana.[Pupak Haghighi, lettera del 28 giugno 1998]Devo stare attento all’ego insidioso! A volte devo ridere di me stesso.[Mike Korinko, lettera del 20 agosto 1993]

Siamo tutti degli ottusi in questa barca! Questo è importante! Bisogna ricordarselo bene. Come dice Latwi:

In generale, quelle entità conosciute come erranti entrano nella densità non meglio attrezzati, nella maggior parte dei casi, di coloro originari di questa densità, in quanto l’errante, facendo esperienza dell’oblio, non può attingere alla piena risorsa delle esperienze. In un certo senso scommettono, in sostanza, sul fatto che la loro tendenza naturale alla polarizzazione positiva faccia del suo meglio, e che riusciranno a contribuire sia al benessere di chi li circonda sia a ottenere una sufficiente polarizzazione e che, una volta avvenuta la loro morte fisica, gli sarà data la possibilità di scegliere di far ritorno alla loro densità originaria oppure di proseguire verso un altro atto di servizio.[Latwii, trascrizione del 16 maggio 1982, pag. 13]

Magari siamo giunti da un “altro” meraviglioso luogo nel tempo e nello spazio. Se invece siamo nativi terrestri che si sono risvegliati, possiamo risuonare alle energie metafisiche di questi “altri” luoghi, senza più identificarci con il pensiero terrestre. Possiamo possedere doni da offrire agli abitanti della Terra e alla Terra stessa, a seconda della natura del nostro essere profondo, ma, in quanto personalità superficiali e anime incarnate, siamo esattamente uguali a tutti gli altri esseri umani di terza densità, perché tutti dovremo superare le stesse prove per poter essere promossi nella scuola della Terra. Può essere facile pensare di essere “accondiscendenti” nell’offrire alla Terra il nostro servizio. In realtà, penso che abbiamo lavorato sodo per ottenere un’incarnazione qui, ed eravamo entusiasti di essere accettati, perché servendo coloro che sono sulla Terra, abbiamo guadagnato l’opportunità, che nessuno nelle densità superiori ha, di vivere un’incarnazione di terza densità solo con la fede per lavorare sulla nostra polarità e sulla purezza del desiderio. Quando crediamo

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di essere qui per offrire i nostri doni a nativi inconsapevoli, iniziamo a entrare in stati d’animo poco consoni come questi:

Mi stavo sconnettendo sempre di più dalla mia essenza. Stavo diventando cinico, arrabbiato, pessimista, e maggiormente orientato al servizio verso me stesso. Iniziai a pensare che le persone dovevano essere controllate per il loro stesso bene.[Charlie 036, lettera del 31 luglio 1999]

Il mondo ama controllare le altre persone. I ricercatori spiri-tuali ed erranti di ogni tipo, d’altro canto, preferiscono avere in comune quella strana tendenza a focalizzarsi sugli echi e le ombre della complessità concettuale dei nostri sé profondi, piuttosto che preoccuparsi della superficie brillante del nostro mondo ben con-fezionato. Nel lavoro sulla coscienza, i nostri obiettivi sono solo il lavoro su noi stessi, e includono l’eliminazione della paura dai motivi che ci spingono ad agire, sostituendo la paura con l’amore onesto. Sono d’accordo che è meglio evitare di parlare liberamente del senso della vita dello spirito, che così tanto ci affascina, se il nostro interlocutore non è stato introdotto all’argomento. Ma incoraggio la contemplazione seria e meditativa della corazza della nostra personalità o dell’ego con i suoi problemi. L’equilibrio delle energie del sé dipende da questo tipo di lavoro sottile, occuparsi di concetti veri per eliminare le false sfumature. Se tutti noi siamo ten-tati a sentire l’orgoglio e l’elitarismo, allora non stupisce che anche i gruppi spirituali di conseguenza ne siano tentati. Latwii dice:

Molti gruppi per lo sviluppo della coscienza inavvertitamente favoriscono un elitarismo basato su una verità che è capita ma non compresa con la logica, e cioè che ogni persona che crede negli ideali dell’amore e del servizio è eletta, è speciale, viene designata o ammessa con un giuramento esclusivo, e questo essere speciali è metafisico ed è eterno e va oltre a ciò che si pensa della vita a livello superficiale. Coloro che apparente-mente non hanno coscienza oppure che la possiedono ma non fino al punto da riconoscere la metafisica non sono coloro che si sono persi per sempre; sono coloro che stanno imparando una diversa lezione, che hanno imboccato una strada diversa e vanno più lentamente. C’è abbastanza tempo per far sì che tutta la coscienza creata sfrutti completamente il proprio diritto

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di nascita. L’elite, amici miei, non esiste. Esiste in verità solo nel tempo relativo, come lo conoscete. Non ci sono eterni lamenti né chi per sempre digrignerà i denti, come direbbe questo stru-mento. Tutto sarà reso uno. Alcuni avranno bisogno di più cicli di esperienza di altri. Coloro che affrettano la loro esperienza, accelerano sia il dolore che la gioia di quell’esperienza perché, usando completamente il catalizzatore, ci saranno questi effetti collaterali. Vi auguriamo un’abbondanza e una ricchezza di questa gioia e la comprensione del dolore in essa contenuta.[Latwii, trascrizione del 19 maggio 1985, pagg. 2-3]

Nel nostro lavoro individuale o quando lavoriamo con i gruppi, sforziamoci di cercare il centro della nostra verità e del nostro valore, e mai il guscio vuoto dell’elitarismo. Q’uo termina questa sezione dandoci un utile consiglio:

Vorremmo incoraggiare ciascuno a non sentirsi superiore all’entità che non è consapevole dell’evoluzione spirituale. Per quanto abbiate preso coscienza del processo di evoluzione, di che cosa sia l’evoluzione spirituale, siete ancora forniti del completo bagaglio di sfide a livello fisico, mentale, emotivo e spirituale, e tutti questi fili dell’essere posseggono al meglio la propria forza e il proprio splendore. Gran parte dell’arazzo della vita viene creato dalle difficoltà, dal lato oscuro delle cose, e non possiamo fare a meno di dare tanto rilievo al valore di queste energie inferiori e al lavoro da fare con loro come se il lavoro con esse fosse tanto entusiasmante quanto il lavoro con i centri superiori.[Q’uo, trascrizione del 11 gennaio 1998, pag. 3]

i saluti psichiciQuando gli erranti diventano consapevoli della loro missione e

cercano di fare il “lavoro della luce” per conto del pianeta, se all’ini-zio sono discretamente sintonizzati con la luce, iniziano a essere un canale per gran parte della luce che giunge sui piani della Terra, e di conseguenza attirano l’attenzione dell’opposizione leale, come spesso chiamo queste entità disincarnate il cui percorso è il servizio a sé stessi. Queste entità sono attirate dal flusso di luce che l’operatore di

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luce offre attraverso il suo strumento, e desiderano catturare questa luce per sé stessi. Se gli operatori di luce sono orgogliosi di quello che stanno facendo, o se c’è una qualsiasi distorsione della verità nell’offerta di sé come canale, aumenta la probabilità di attrarre attacchi psichici. Le persone che si trovano vicino alla luce nel loro lavoro sulla coscienza possono sempre aspettarsi l’arrivo occasionale dei “saluti” psichici, dato che siamo tutti umani e propensi all’er-rore. La speranza di evitare di sbagliare e di vivere una vita “perfetta” non ha consistenza. Si può perfezionare il proprio desiderio, ci si può arrendere alla propria guida, ma non si può evitare la confu-sione. Così quando l’attacco o saluto psichico arriva, non dobbiamo sentirci come se avessimo in qualche modo fallito. Ce ne dobbiamo semplicemente occupare. È invece improbabile che la persona ordi-naria attragga questo saluto. Come dice la fonte di Q’uo:

Suggeriamo che non può esserci nessuna componente di saluto psichico senza che ci sia una scelta dettata dal vostro libero arbitrio in un ambito che rientra nel corso di studi da voi intrapreso, per così dire. A volte chi appartiene all’oppo-sizione leale in realtà non pone ostacoli sul vostro percorso, ma va ad amplificare le vostre stesse esperienze. Occorre però precisare che in questo periodo questo fenomeno è molto più inusuale rispetto a ciò che la maggioranza delle entità crede, dato che la maggior parte delle entità all’interno della vostra illusione si ritrova a procedere dovendo scegliere tra il servizio agli altri e il servizio a sé stesse, e in entrambi i casi non si sono mosse abbastanza da attrarre l’attenzione di coloro che sceglierebbero di manipolare il loro movimento.[Q’uo, trascrizione del 16 luglio 1989, pag. 7]

Il nostro gruppo L/L Research ha incontrato moltissimi saluti psichici durante il lavoro con Ra, e da allora siamo stati in qualche modo predisposti nei loro confronti, dato che fungiamo continua-mente da “faro”, offrendo una quotidiana devozione e concependo la nostra vita ordinaria, con tutte le sue espressioni, come qualcosa di sacro. Negli anni, molte persone da tutto il mondo sono venute a trovarci e molte di più fanno affidamento sul fatto che L/L sia presente. Da un punto di vista interiore, formiamo una comu-nità spirituale discretamente grande. Per questo continuiamo ad

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attirare l’attenzione da parte dell’opposizione leale. Jim McCarty scrive nel quinto libro della Legge dell’Uno:

Le proprie scelte possono essere usate sia in senso positivo che negativo, anche quando c’è quell’apparente interferenza da parte di entità negative che molti operatori di luce chiamano attacco psichico e che noi invece abbiamo chiamato saluti psichici. Abbiamo scelto il termine saluto per sottolineare che chi lo riceve non deve per forza considerarlo un’esperienza negativa e che l’esperienza di colui che è stato salutato in realtà è direttamente proporzionale a come l’entità valuta la situazione. Se si desidera considerare questo saluto come un duro attacco, allora questa è l’esperienza che vivrà. Tuttavia si può anche scegliere di vedere il Creatore in tutte le entità e in tutti gli eventi e si può apprezzare e cercare la luce in ogni situazione e allora questa diventerà l’esperienza.[Jim McCarty, The Law Of One, Book V, pag. 47 – Frammento 14]

Qui invece Jim parla delle nostre esperienze durante il contatto con il gruppo di Ra:

Probabilmente la maggior parte delle persone non descrive-rebbe la sensazione di mancanza di totalità e di armonia che il nostro gruppo sperimentò durante l’autunno del 1982 come una vera disarmonia. Infatti quando si avanza sul cammino di ricerca e si inizia ad avvicinarsi sempre più alla Luce, come abbiamo avuto il privilegio di fare nel contatto con Ra, anche le più piccole mancanze di armonia, quando lasciate irrisolte, possono diventare opportunità che possono essere intensificate da parte di coloro che hanno una polarità negativa. Questi saluti psichici possono diventare delle grandi opportunità per sanare queste mancanze di armonia e per avanzare ancora di più e più velocemente lungo il viaggio evolutivo, perché quello che queste entità negative in realtà fanno quando intensifi-cano le vostre scelte disarmoniche, è mostrarvi i punti deboli che magari avete trascurato nella vostra ricerca cosciente. Ma si deve agire velocemente e con attenzione per poter essere in grado di svelare queste distorsioni nel proprio essere, altri-menti questo può portare una ulteriore confusione e difficoltà, in primo luogo, a causa della vostra innata libertà di scelta, in

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secondo luogo, per l’intensificazione di questa scelta da parte dell’entità negativa e, infine, per la mancanza di un’attenzione da parte vostra che risolva finalmente la distorsione equilibran-dola. Fortunatamente la maggior parte delle persone non deve avere a che fare con le capacità magiche di un’entità di quinta dimensione, ma con le minori capacità dei sottoposti di quarta densità, che però sono già di per sé piuttosto efficaci.[Jim McCarty,The Law Of One, Book V, pag. 141 – Frammento 49]

Quando ho iniziato a lavorare a questo manuale, ho fatto note-voli sforzi e alla fine ho attirato i saluti. Due di questi, uno dopo l’altro, si sono manifestati nella mia pancia, e ho compreso che la scrittura di questo libro mi portava a districare delle temati-che legate al controllo personale. Il dolore arrivava dal chakra del raggio arancione e da quello giallo, il ventre e il plesso solare. Ho provato ad analizzare il libro rispetto alle tematiche relative al rapporto tra me e gli altri, e tra me e i gruppi e ho scoperto che ero in qualche modo poco motivata nel cercare di ottenere nei tempi adeguati il permesso ufficiale da ogni fonte le cui parole volevo condividere in questo libro. Questa era la problematica del raggio arancione, la problematica tra me e gli individui. Ma quale era il gruppo che stavo cercando di affrontare? Capii che pensavo a me stessa come a un gruppo, come L/L Research, come se fossi saggia e sapessi tutto. O, piuttosto, come se fossi io stessa il materiale canalizzato e archiviato da L/L Research. Caspita! Ho affrontato il mio orgoglio ancora una volta, confermando il fatto che io non potevo far altro che giocare con le parole. Io adoro i messaggi canalizzati che abbiamo raccolto nel nostro gruppo, ma ho dovuto comprendere appieno che non potevo offrire niente di nuovo; poco o niente di quello che il lettore, non trovandolo qui, poteva trovare da qualche altra parte. Assimilando questa verità interiore, ho scoperto che la difficoltà gradualmente diminuiva.

Nel frattempo, mentre mi immergo nella traboccante bellezza e benedizione dei giardini con i muretti in pietra di Jim, vedo che i saluti psichici si trasformano sempre in opportunità per collaborare ancora una volta con il destino. Ho scoperto veramente dei motivi per apprezzare e ringraziare il lavoro con i saluti psichici. Questa è la chiave. Il saluto psichico può portare dolore mentale, emotivo o fisico, ma arriva anche con le mani colme di benedizioni.

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Con ciò non voglio dire che a volte il saluto psichico non sia allarmante. Certamente lo è. Ci può essere un dolore immenso e un’incredibile quantità di sofferenza in un saluto e può assumere diverse forme. Quello che voglio dire è che si tratta di qualcosa di cui non avere paura. A volte il pensiero new-age può negare completamente l’esistenza del saluto psichico, affermando che non esiste nessuna negatività. Yvonne ce ne parla:

So che l’attacco psichico, o come lo chiamate voi saluto psi-chico, è un argomento che molti, anche tra le persone illu-minate, evitano. O per lo meno questo lo riscontro nella mia nazione, la Svezia. La paura ha fatto presa su questa nazione e poiché esiste anche un’aridità spirituale tra le persone, il cosid-detto movimento new-age sta prosperando. Il problema con il movimento new-age in questa nazione, a prescindere dai numerosi falsi profeti, è che mentre insegna l’amore e la luce non tocca il lato oscuro; infatti, ho incontrato molte persone aderenti alla new-age che pensano seriamente che il buio e il male non esistano; è solo nella tua testa e se è nella tua testa, tu chi sei? Come ben sapete esistono molti livelli, svariati punti di vista. In un certo senso, sì, si può dire che il male non esiste, perché se vi elevate al di sopra del piano astrale non dovete preoccuparvi della paura e del male, ma quanti di noi quaggiù sulla Terra hanno realmente raggiunto questo livello?[Yvonne, lettera del 21 febbraio 1997]

Di sicuro, finora, a me non è successo. È necessario equilibrare l’opinione dell’opposizione leale, capire che le entità che sono al servizio di sé sono di un certo tipo, e che le entità di servizio agli altri compiono determinate scelte, e queste scelte hanno una ragione di essere. Il servizio a sé cerca di controllare e manipolare. Il servizio agli altri libera, rinuncia, permette e coopera. Allora, quando percepiamo i saluti psichici facciamo in modo di non irri-gidirci nella paura, ma occupiamoci invece del saluto, analizzando con la mente, creando con l’intuizione dei collegamenti nascosti, con lo spirito che procede con devozione e che presta attenzione alla sacralità delle cose. Tutti questi apparenti aggressori sono una parte di noi. Da una prospettiva più profonda e utile il saluto può mostrarsi come un attacco del sé da parte di una porzione

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dello stesso sé. Questa porzione fa parte del nostro lato oscuro od ombra, per usare un termine junghiano, e deve essere amata, accettata e reintegrata nel sé luminoso per creare un sé universale e completo. Alcuni erranti condividono le loro esperienze:

Sono stata attaccata da entità negative. Sono isolata dal Creatore. Non so cosa fare. Cerco continuamente di con-vincermi che va bene così e che non è pericoloso amare il mondo, ma che semplicemente non succederà da un giorno all’altro. Ci vorrà del tempo. Ma nel frattempo non c’è un posto veramente sicuro.[Elle, lettera del 12 marzo 1999]Ero seduto come al solito prendendo appunti mentre ascol-tavo la voce monotona del professore, quando all’improvviso dal nulla, questo enorme cilindro precipitò su di me. Quando questa cosa arrivò sopra di me il rumore e il chiacchiericcio del professore si attenuarono, come se qualcosa avesse messo un vuoto sopra di me. Allora, mi guardai intorno per vedere se qualcun altro poteva vedere sopra di me questo tubo o cilin-dro vuoto, ma nessun altro stava facendo qualcosa di diverso. Poi mi sono sentito nello stesso modo in cui ci si sente quando si sta per svenire. Penso che anche l’aria fosse cambiata intorno a me. Allora ho iniziato a pregare, inviando luce ed energia. È servito. Ho rotto il cilindro o qualunque cosa fosse, e le cose sono tornate alla normalità. Le forze negative o la coscienza collettiva oscura esistono sulla Terra, e questa o queste se potes-sero farebbero qualsiasi cosa per fermare il lavoro della luce.[129, lettera del 19 maggio 1997]

I saluti psichici possono avvenire non solo quando si è coscienti ma anche nei sogni. Il momento tipico per questi sogni terribili è a notte fonda, intorno alle tre o quattro del mattino. La stessa situazione può avvenire con l’iniziazione, ci si può svegliare di notte con la sensazione di sentirsi attaccati e posseduti. La maggior parte delle volte queste esperienze notturne sono segnali d’inizia-zione e non di saluti psichici. Quando ne facciamo esperienza, possiamo comportarci nello stesso modo, sia che si tratti di saluto psichico sia che faccia parte di un’esperienza di iniziazione. Le

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preghiere e le affermazioni di gratitudine e ringraziamento per tutte le benedizioni ricevute calmano e centrano la mente. Per ulteriori informazioni dettagliate su come gestire i saluti psichici, raccomando il libro di Dion Fortune, Psychic Self Defense.

Ecco il sogno di un saluto psichico raccontato da Mary:Il sogno più spaventoso che abbia mai fatto e quello di cui ho più difficoltà a ricordare e a scrivere persino adesso, riguarda la più potente battaglia che abbia mai affrontato e che non desi-dero mai più riaffrontare. Nel sogno stavo andando in bicicletta, dopo essere stata in una casa nella zona nordoccidentale della città mi stavo dirigendo verso casa. Mi ero accorta di un paio di uomini in bicicletta che sembrava mi stessero seguendo. Uno era mediamente intelligente e l’altro sembrava avesse qualche squi-librio mentale. Mi sono fermata in un negozio e quando sono uscita la mia bicicletta era scomparsa. Ho iniziato a camminare e sono arrivata in una lavanderia con annessa una tavola calda. Sono entrata e ho preso qualcosa da mangiare. Quando sono uscita la mia bicicletta era lì così ci sono salita e mi sono diretta ancora verso casa. Gli uomini erano scomparsi. All’improvviso ho sentito che stavo cambiando. Poi una voce piuttosto cattiva iniziò a dire qualcosa riguardo al fatto che dovevo andare da qualche altra parte. Mi fu chiaro che questa voce era dentro di me. Domandai chi fosse questa voce, in tono smorzato perché non volevo che altre persone vicino a me sentissero che parlavo a me stessa. La voce continuò a borbottare di andare da qual-che altra parte. Sapevo che dovevo sbarazzarmene e le intimai di uscire. Si rifiutò. Mentre discutevo con essa mi ritrovai al semaforo tra la Terza Strada e l’Ottava Avenue. La bicicletta era di nuovo scomparsa e io stavo urlando alla voce di uscire fuori. Finalmente iniziò a indebolirsi e ad andarsene. Il sema-foro divenne verde, le macchine si fermarono e quando iniziai ad attraversare la strada, mi ritrovai accasciata sul marciapiede. Una donna corse verso di me per aiutarmi. La voce per fortuna se ne era andata. Sento che in questo sogno mi è stata data la possibilità di fare una scelta spirituale. Se avessi fatto un’altra scelta probabilmente non sarei qui a scrivere di questo ora.[Mary, lettera del 29 maggio 1997]

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Notate la profondità delle emozioni di Mary quando tentava di trasmettere l’orrore del sogno. Spesso queste esperienze sono molto soggettive. Non devono necessariamente apparire paurose quando se ne parla razionalmente. Sono l’intensità del terrore e altre emo-zioni oscure a caratterizzare questi sogni. In qualsiasi circostanza, la chiave per gestire il saluto psichico è focalizzarsi sull’unione del sé con tutto ciò che è, incluso l’entità che cerca di “attaccare”, ed entrare nell’amore e nella compassione. Q’uo dice:

Quando si è attaccati è naturale difendersi, eppure nel caso del saluto psichico la difesa fa prolungare l’attacco.[Q’uo, trascrizione del 16 marzo 1997, pag. 5]

Questo consiglio, credo, assomiglia molto al monito di Gesù a “non resistere al male”.

È importante per l’entità che è sul percorso del servizio agli altri cercare di vedere continuamente il Creatore in tutti gli esseri, rin-graziare e apprezzare la luce del Creatore che esiste in tutto, cercare e riconoscere quel Creatore in ciascuno, e, in uno stato meditativo, offrire l’amore sentito per tutti coloro che inviano saluti e attacchi, e circondarsi, poi, di quell’amore e luce dell’infinito Creatore.[Q’uo, trascrizione del 21 aprile 1995, pag. 6]

Una parola sull’iniziazione: come molti termini relativi alla vita interiore e alla ricerca spirituale, iniziazione è una parola imprecisa. Preferisco mantenere questa imprecisione, piuttosto che cercare di definire con una maggiore accuratezza le prove e i test che riceviamo come doni dallo spirito. L’iniziazione avviene nel momento in cui si è tanto imparato e il catalizzatore è stato accettato rispondendogli con il tentativo di polarizzarsi per progredire come quei ricercatori di verità che conoscono sé stessi. L’apprendimento richiede una cre-scita vertiginosa, e noi ci sentiamo pronti. In questo punto critico a volte può esserci un momento di vera difficoltà interiore, accom-pagnata da incubi spaventosi, strane visioni, sonno interrotto e una generale afflizione dello spirito. Credo che questi siano momenti in cui la parte spirituale del sé ha bisogno di essere certa che l’appren-dimento precedente sia stato completamente assimilato. Di conse-guenza, la strada da intraprendere è quella di gestire le esperienze in modo diretto e continuare a vivere la vita in cui crediamo. Ci saranno d’aiuto la serenità e un cuore colmo di fiducia.

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la disperazioneL’alienazione può trasformarsi in disperazione quando si pro-

trae abbastanza a lungo, portando con sé nient’altro che un apparente dolore:

Mi guardavoSpecchiandomiIn un antico specchio sbiaditoPer caso diedi una rapida occhiata a sinistraVidi me stessa con la coda dell’occhioUn’anziana signora dai capelli rossiUno svogliato sguardo alla prossima sfilza Di cose e robeNel grigio pomeriggio di SeattleSenza speranza, non completamente annoiataSemplicemente morta dentroQuel posto dove una volta vivevano i sogni.[Melissa, tratto dalla sua poesia, La calma del cambiamento, dalla sua lettera del 10 giugno, 1999]

Q’uo cerca di parlare a questa disperazione:Possa ogni errante trovare conforto nel sapere che non può fare a meno di contribuire positivamente alla vibrazione pla-netaria. Anche in quello che sembra essere un’evidente cattiva gestione del tempo e dell’energia, anche in questa mentalità fondamentalmente molto alienata dimora la vibrazione che è ancor più piena di luce. Questa stessa alienazione è semplice-mente un sintomo superficiale di un profondo dono spirituale. Consolatevi quando il cuore è pesante e i sentimenti feriti sapendo che siete esseri che sono al servizio. State facendo quel che siete venuti a fare. Magari potete trovare modi migliori per farlo, ma, nonostante le apparenze, non state fallendo.[Q’uo, trascrizione del 22 maggio 1994, pag. 3]

001, un signore con una spiccata sensibilità e che nonostante gli impressionanti successi professionali, per tanto tempo ha guar-dato dall’esterno all’interno, cerca di esprimere come trasforma la disperazione in sacrificio amorevole:

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Penso che siamo tutti più o meno consapevoli degli aspetti sacrificali della vita, e del nostro desiderio di rendere sia l’of-ferta che il beneficiario in sintonia con gli ideali più elevati.[001, lettera del 26 giugno 1997]

Escludendo tutti i pensieri di elitarismo, si può benissimo inqua-drare quello dell’errante come un percorso sacrificale. Perché noi erranti, una volta risvegliati, siamo qui per offrire il resto della nostra incarnazione intera. Impariamo molto mentre proce-diamo, e se va tutto bene otteniamo la polarità mentre viviamo una vita nella fede, ma l’intero beau geste di vivere sulla Terra è un’offerta di sé. Tuttavia molti erranti si sentono talmente colpiti dalle vibrazioni terrestri che assumono un atteggiamento distac-cato per mitigare il dolore di essere qui:

Mi sforzavo sempre di trovare una specie di omeostasi, di accettazione o di serenità dall’incessante irrequietezza, ma per un periodo di tempo prolungato non l’ho mai veramente trovata, i brevi momenti di consapevolezza cosmica nel 1943 e nel 1967 sono una chiara eccezione. Questi momenti sono durati delle settimane. Erano caratterizzati da sensazioni di espansione, di gioia, di identificazione con l’universo, un’unione e unità pervasivi che da allora mi sono sforzato di riconquistare, ma senza riuscirci molto.[282, lettera del 24 luglio 1994]A questo punto del tempo/spazio sono un individuo un po’ solo e “perso”, anche se in passato ho avuto altre esperienze. Non mi sento alieno da questo pianeta; infatti provo pro-fonde emozioni per la bellezza della Terra e sono costante-mente innamorato di tutte le creature della natura, eppure rispetto alla gente di questa Terra mi sento un estraneo.[202, lettera del 6 marzo 1999]

Q’uo dice:Questi [erranti] hanno al loro interno il ricordo lontano e sfocato della loro origine come esseri provenienti da altrove, e in molti casi questa sensazione è sotto forma di quello che potreste chia-mare una specie di nostalgia di casa o alienazione dalle influenze planetarie e dalle vibrazioni di natura maggiormente disarmo-

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nica all’interno dell’influenza della terza densità. Tuttavia, anche se forse c’è una casa che si trova da qualche altra parte, ogni entità al centro del suo essere è consapevole che la vera casa di tutti i ricercatori della luce e servitori dell’Uno Creatore è all’interno di questo servizio e nella luce che proviene unicamente da una fonte sola, l’Uno Creatore, e ognuno può trovare sollievo nel sapere che il Creatore risiede dentro ogni entità, e irradia la luce dell’amore e del servizio a tutti allo stesso modo.[Q’uo, trascrizione del 4 maggio 1992, pag. 7]

dentro la campana di vetroL’isolamento dell’errante non è esattamente quello di una per-

sona abbandonata nel deserto. È più come se fossimo dentro a una campana di vetro che la gente normale neppure vede e che effettivamente smorza la comunicazione e a volte non la permette del tutto. Per lo meno questa è la sensazione che abbiamo:

Scoprire di essere qualche anima aliena proveniente da un altro pianeta non rende davvero le cose migliori rispetto a prima. Sicuramente, aiuta a risolvere alcune questioni ma crea più problemi di quanto sembri valerne la pena. So che quando scoprii che i segnali che contraddistinguono un errante mi corrispondevano perfettamente, mi sentii ancor più esclusa e molto più isolata. Passai molte notti tristi a piangere, fino ad addormentarmi con il pensiero che non appartenevo a nessuna parte. Ma ci si distrugge se si continua a buttarsi giù. Essere un errante significa che si deve sperare e avere fiducia in sé stessi.[Terri A., lettera del 27 ottobre 1997]

Q’uo parla di questo isolamento:Cos’è questa difficoltà che indica che la navetta dello spirito non funziona bene? Il termine più semplice è paura. L’entità spiritualmente ammalata è entrata in isolamento, un posto isolato all’interno del quale l’entità non è perdonata e nutrita. Questo isolamento è opprimente e una volta entrati, è molto difficile da vedere, tanto meno lavorarci sopra.[Q’uo, trascrizione del 29 maggio 1994, pag. 3]

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La paura si autoalimenta nell’isolamento malsano, come dice Bleu:Trovo che i miei pensieri tendono a impazzire in periodi di solitudine prolungata, ma per calmarli ripeto la preghiera della serenità, soprattutto se iniziano a prendere una piega negativa. E, se veramente vi guardate intorno, non siete soli. Ci sono persone dappertutto, e potete trovare quelle con cui potervi relazionare. Nei momenti di tristezza io mi arrampico sugli alberi e ci parlo. La maggior parte delle volte l’albero mi ascolta veramente, e in ogni caso la natura si nutre della nostra energia negativa, così in un certo senso poterlo fare quando non ci si sente così in forma è un dono che possiamo fare alla natura che essa ci restituirà, se ci diamo il permesso di sentirlo.[Bleu, lettera del 25 giugno 1997]

Adoro l’atteggiamento di Bleu, e io stessa sono una persona amante degli alberi, in passato per tanto tempo ho percepito gli alberi come esseri intelligenti e amorevoli, come gli “Ent” del Signore degli Anelli di Tolkien. Quando ero una bambina correvo nel cortile ad abbracciarli e ci parlavo anche, così narra la leggenda di famiglia. Q’uo parla di questa sensazione di isolamento:

Ogni entità cammina da sola, e questa sensazione di isola-mento è una tremenda fonte di sofferenza tra la vostra gente. Eppure quando un’entità smette di guardarsi i piedi e sem-plicemente va avanti, passo dopo passo, avviene qualcosa di inusuale e imprevedibile, cioè i passi di colui che ha smesso di cercare di vedere le connessioni sono più sicuri e leggeri di coloro che spingono con urgenza contro quella coltre di cecità che circonda il sé metafisico.[Q’uo, trascrizione del 3 novembre 1996, pag. 2]

Coloro che ancora non si sono risvegliati useranno il loro “cata-lizzatore”, le loro sensazioni in entrata, mentre il mondo esterno dà valore e priorità alle cose; l’errante usa le stesse esperienze ma a partire da un ordine del giorno metafisico. Hatonn lo esprime in un modo diverso:

Si potrebbe dire che ogni individuo vive all’interno di un vuoto, che ognuno si isola da tutti gli altri sé che lo circondano, e nella paura e nell’incomprensione dell’isolamento che si è creato, ognuno, come in un vuoto, si contrae in sé stesso, come se non

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fosse in grado di contattare l’energia con cui espandersi verso l’esterno e stabilire un incontro con coloro con cui vive. Cari amici, siamo consapevoli della stanchezza che contraddistin-gue chi si sforza di superare questo vuoto spirituale. Richiede uno sforzo notevole estendersi costantemente, rimanere aperto ed esteso, per così dire, nel tentativo di stabilire e mantenere il contatto con gli altri sé che compongono quella singola unità che la vostra razza ha il potenziale di divenire.[Hatonn, trascrizione del 7 maggio, 1982, pag. 1]

Alcuni erranti in realtà preferiscono la solitudine:Per tutta la vita la forte sensazione di alienazione è stata accom-pagnata da un potente desiderio interiore di ricerca della soli-tudine. Ho passato la maggior parte della vita da solo. Ero il bambino che si sedeva in ultima fila, sognava a occhi aperti, leggeva, non partecipava, si nascondeva, con il timore che gli si rivolgessero per qualsiasi cosa. Anche durante gli anni trascorsi in famiglia passavo molto tempo da solo, a lavorare su docu-menti, a fare jogging da solo, a camminare per interminabili chilometri. Così, secondo me, due temi prevalenti sembrano aver lavorato dentro di me nonostante le attività esterne e gli interessi che nutrivo: una sensazione profondamente radicata di alienazione e un bisogno di solitudine, un bisogno profondo di connettermi con l’universo al di fuori della dimora umana.[282, lettera del 24 luglio 1994]

Nonostante questo pensiero stranamente confortante, molti erranti si sentono spessissimo soli. Tuttavia, alcuni erranti scri-vono di rendersi conto di non essere veramente soli:

Puoi iniziare a sentirti isolato e solo perché non hai nessuno con cui comunicare nella tua nuova realtà. Per questa ragione, vi inco-raggio a trovare un forum che rispecchi la vostra mentalità, gruppi o individui che possiate frequentare e con cui comunicare per evitare questa situazione inutile e disagevole. Se potete collegarvi a internet, è abbastanza facile trovare questo tipo di gruppi. Se non è possibile, trovare un gruppo o individui con cui comunicare rego-larmente diventa più difficile, ma secondo me è necessario.[William D. Klug, www.qnet.com/~bklug/knowing/welcome.htm, The Knowing - A Journey into Universal Enlightenment, e-book on-line]

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L’utilizzo della rete e la connessione con gli altri è molto importante. Incontrarvi mi fa sentire finalmente come se non fossi solo, dato che nella vita quotidiana sono circondato proprio da chi non capirebbe niente di tutto questo. Sono molto fortunato ad avere la connessione a internet e l’e-mail. Ci sono molti che non sono così fortunati da essere connessi in rete. So come mi sono sentito in tutti questi anni. Sarebbe stato assolutamente meraviglioso ricevere una newsletter o qualcosa del genere e l’ho capito anni fa![Gypsee, lettera del 10 ottobre 1997]

Molti erranti desiderano fortemente incontrare altre persone con la stessa mentalità. Ne discutiamo assieme ogni giorno. In questi tempi, incontrare altre persone con la stessa mentalità è più facile grazie agli strumenti a disposizione in internet. Ho promesso alle fonti citate in questo manuale che se ricevo delle mail indirizzate a loro da parte di lettori che rispondono alle loro parole, mi assicurerò di fargliele pervenire. Naturalmente sta a loro decidere se rispondere. Se desiderate scrivere a qualcuno qui citato, vi prego di inviare la let-tera a me. Il mio indirizzo di posta elettronica è [email protected]. L’indirizzo postale è L/L Research, Box 5195, Louisville, Kentucky, 40255-0195. Ho visto iniziare su internet delle belle amicizie, e di sicuro ho incontrato centinaia di persone affascinanti in questo modo negli anni. Se ti senti solo e triste, puoi sicuramente iniziare con un sito internet come il nostro www.llresearch.org e seguire i link. Ci troverai una compagnia varia e interessante!

l’esaurimento spiritualeL’ultima voce di questa lista della spesa che elenca le difficoltà

degli erranti è l’esaurimento spirituale, che avviene quando l’er-rante arriva a esaurire le sue energie. Di solito, la prima ad andare è l’energia fisica, se mai ce ne fosse stata. L’energia vitale può resistere per tanto tempo a piccole dosi, ma anche questa può esaurirsi. A questo punto l’errante è veramente esausto al di là di ogni limite. Q’uo dice:

Quando il tipo di spossatezza che un ricercatore sente è di natura spirituale, spesso è segno di un periodo in cui l’espe-

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rienza di vita incarnata sembra essere molto difficile. Le pic-cole questioni sembrano assumere delle proporzioni enormi, perciò ogni piccolo cambiamento o avvenimento inaspettato scatena il catalizzatore ben oltre a quello che il ricercatore di solito può aspettarsi da esso. È una condizione di vulnerabi-lità perché la spossatezza rende sensibile la rete percettiva, che altera il livello di informazioni trasmesse alla mente fisica e alla coscienza interiore. I piccoli sforzi sembrano diventare enormi. La mente rifiuta i compiti che normalmente sono svolti con facilità, perché li vede con uno sguardo prevenuto e col cuore insoddisfatto del ricercatore esausto. Il senso di sé è turbato e il livello di benessere della mente diminuisce.[Q’uo, trascrizione del 12 novembre 1995, pagg. 1-2]

Degli erranti in difficoltà concordano:Mi sento come se girassi con un grosso buco nel corpo. Combatto tanto con la tristezza, l’esaurimento, il panico e la rabbia.[169, lettera del 23 settembre 1997]Voglio sapere come fare a essere una candela la cui fiamma è in contrasto con la luce di così tante stelle, e rimanere ancora integra e me stessa.[Marq ii, lettera del 18 ottobre 1999]Ho questo strano sfinimento che non è come la stanchezza normale, sembra che sia come una specie di energia vitale che fuoriesce disperdendosi.[Otto, lettera del 1 maggio 1999]

Q’uo propone:È bene non fare niente finché una qualche intuizione sulle paure e su altre emozioni relative a questa scelta non sono diventate parte di una conoscenza di sé che può dapprima essere osservata con attenzione e poi lasciata andare. Finché una qualsiasi parte del ricercatore non si arrende interiormente, ci sarà quella parte che si ritroverà disseminata di ulteriori dis-suasori e blocchi. Perciò se si riuscisse, si potrebbe dire che il modo migliore per prendere delle decisioni è aspettare con-tinuando a fare ciò che si sta facendo, e nel frattempo aprire il sé regolarmente e ripetutamente attraverso semplici offerte

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di gratitudine e apprezzamento ed esprimere il desiderio, per permettere alla luce di brillare attraverso di voi. Quando chiedete a questa luce di splendere attraverso di voi, iniziate a percepire che qualsiasi strada va bene fintanto che questa luce possa splendere attraverso di voi, dato che non esiste un esaurimento dello spirito finché il cuore rimane aperto, e la luce inalterata in arrivo è allora in grado di attraversare la per-sonalità trasparente e uscire nel mondo assetato e in attesa. Voi stessi siete assetati di luce, eppure questa stessa sete è l’inizio del servizio più profondo.[Q’uo, trascrizione del 7 febbraio, 1993, pag. 6]

È utile ricordarsi anche chi siamo e perché siamo qui. Q’uo dice:Qui si trova la vostra forza, nella decisione momentanea di cercare l’amore nel momento. Come colui noto come Ra ha detto, “Dov’e l’amore in questo momento?” è una domanda utile in ogni frangente, ma soprattutto quando lo spirito è spossato e agitato.[Q’uo, trascrizione del 17 gennaio 1999, pag. 4]

E Pupak è d’accordo:O Dio, ti prego concedimi consapevolezza e saggezza, questa è la mia continua preghiera.[Pupak Haghighi, lettera del 12 giugno 1998]

Q’uo ci indica un’altra via per gestire l’esaurimento di tipo spirituale:

Se siete troppo stanchi per continuare, se questa è la vostra sensazione a questo punto, allora vi diciamo: alleggerite il carico. Rimuovete le aspettative da voi stessi e concedetevi di giocare, di essere come le margherite che danzano al vento, senza preoccupazione e senza colpa. Non dovete imparare oggi. Non dovete lavorare oggi. Dovete fare solo quello che il vostro cuore desidera fare.[Q’uo, trascrizione del 9 settembre 1999, pag. 3]

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le edizionistazione celeste

Il nostro proposito è quello di ricercare e proporre opere che contengano chiavi per aprire nuove porte della coscienza, mostrando una nuova via a tutti coloro che attraverso la libera ricerca interiore per la conoscenza del sé vogliono essere protagonisti della propria esistenza, affinché si affermi un “nuovo paradigma”, ovvero, un nuovo modo di percepire la realtà basato su una visione energetico-spirituale dell’esistenza che dia valore a tutto ciò che di bello e di vero vi è nell’Uomo: Pace, Equilibrio, Armonia, Energia, Libertà, Consapevolezza di sé e dell’universo che lo circonda.

Questo è l’intento che ci ha spinti ad allargare i nostri confini oltre il portale web stazioneceleste.it e dar vita a una piccola casa edi-trice che pubblichi “pochi ma Buoni” Libri, che resistano al passare del tempo, capaci di accompagnare il lettore verso le frontiere dell’e-sistenza, offrendo sempre nuovi spunti di riflessione e di compren-sione, utili, in quest’epoca di grandi cambiamenti e straordinarie opportunità, per migliorare se stessi e il mondo.

Per informazioni sul catalogo cataloghi dei libri in formato cartaceo, gli eBook e le novità editoriali, per sottoscrivere un abbo-namento annuale alle nostre pubblicazioni, o per proporre un’opera letteraria coerente con la nostra linea editoriale, o per una qualsiasi eventuale collaborazione o segnalazione visitate visitate il nostro sito: www.edizionistazioneceleste.it oppure telefonateci allo 0331.1966770.

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