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  • CAMPUSINTERNAZIONALE

    DI MUSICAFondazione

    FONDAZIONEROFFREDO

    CAETANIonlus

  • Fra Storia, che è sempre oltre ogni storia, e Natura, che è costanza d’esistenza, finché resiste e ci resiste, svetta la Torre di Ninfa di Patrizio Marafini. E non c’è Storia né Natura.C’è il nostro essere contemporanei, in un flusso di ocra e di blu, che rendono la Torre non un vestigium della Storia, ma un signum emotivo che si espande con la sfasatura diacronica della coscienza. È ritmo che batte dall’indagine archeosentimentale all’impaziente ricostruzione del modus presente, quello con cui restituire il pensiero al suo luogo nella voce; dove una

    inedita interpretazione dell’idea (mai platonica ma realmente psichica) chiama a corrispondere la nostra troppo lucida e scientifica situazione del rapporto fra sensi e crisi decisiva del sentire, come stigma irredimibile del nostro tempo.C’è il nostro essere contemporanei sulla/alla tela, che nella materia nera dello sfondo inghiotte e rilancia l’accenno al problema di cosa debba restare e di cosa debba essere lasciato andare.Ma che cosa comporta essere contemporanei?Comporta trattenere nell’attuale e nell’intempestivo quel quid che possa dare senso all’oggi e procedere verso un domani, senza perdere nella dis-connessione il rapporto con il passato. La coincidenza è sempre un coincidere: si rimane contemporanei dunque solo nell’anacronismo. La Torre di Ninfa è la Torre di Ninfa perché non è la Torre di Ninfa: il paradosso corrobora la percezione.È la mente che fa vedere la Torre di Ninfa evocata-invocata da Marafini nel titolo e sulla tela, con l’espansione della tecnica mista del pastello e dell’olio, che fomentano la materialità e l’incrostazione, per vivificare ancora il meccanismo percettivo dal sé all’opera. Così il nostro essere contemporanei sulla tela/alla tela con-voca l’altrimenti del novum musicale: non basta perdersi nel bianco, essere fagocitati dal nero, esclusi dal giallo e nuovamente irretiti dal blu, ma bisogna provare ad ascoltare la melodia dell’opera intensamente: in una sinestesia formidabile fra suoni-colori, e ricostruire in noi/oltre noi la Torre di Ninfa di Patrizio Marafini… È uno s-concerto cromatico tutto nostro, unico per ognuno di noi.

    Angelo FàvaroUniversità degli Studi di Roma “Tor Vergata”

    Quell’esperienza della Torre di Ninfa,da una suggestione di Patrizio Marafini

  • Appena pochi anni dopo la mia nascita, è nato il Campus Internazionale di Musica. Nel frattempo Lelia Caetani aveva avviato nel Castello di Sermoneta un’attività musicale in omaggio al padre Roffredo, gettando i semi di quello che oggi è il Festival Pontino di Musica.Il Campus e il Festival sono state una costante nella mia vita, con cui io e i miei fratelli siamo cresciuti, a volte anche con una certa insofferenza per essere così invasivi nell’impegno quotidiano dei miei genitori. Poi si cresce, si cambia, si capisce il senso di quella passione e si finisce per condividerla. E può capitarti il raro privilegio di essere eletta Presidente del Campus e dover presentare la 53a edizione del Festival Pontino. Chi mi conosce sa dunque con quanta gratitudine ed emozione scrivo questa nota.Malgrado la mia “familiarità” con il Festival, sono perfettamente consapevole della sua dimensione pubblica e credo che esso appartenga a una comunità finanche più ampia del territorio che lo definisce. 53 edizioni sono il prodotto del lavoro di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo: artisti, docenti, musicologi; benefattori, soci, amministratori e collaboratori che per oltre mezzo secolo hanno creduto in questo progetto nato in un territorio con il quale storia e natura sono stati generosi: il Pontino.Non è dunque solo un elenco di concerti che presentiamo nelle pagine che seguono, ma una storia di persone, di curiosità, di sperimentazione e di ricerca, di interesse per il nuovo e per ciò che è differente, ma soprattutto di attenzione alle nuove generazioni. Un processo virtuoso, un bene prezioso che dobbiamo custodire e proiettare nel futuro. È con questo spirito che il Campus ha deciso, resistendo alle mille difficoltà che pur scoraggiavano, di allestire questa nuova edizione. Chi avrà la bontà di leggere tra le righe vi troverà una programmazione che presenta molti elementi di novità ma non ne tradisce la storia, piuttosto vi innesta nuove progettualità, che è poi l’unico modo per consolidare una tradizione. Il 53° Festival Pontino sarà fatto da grandi artisti ma anche da tanti giovani. Sarà aperto da una banda, formazione popolare che tanta influenza ha avuto nella diffusione della cultura musicale in Italia, e sarà chiuso da un’orchestra di giovanissimi, l’Orchestra Nazionale dei Licei Musicali Italiani, progetto a cui affidiamo i semi per rinnovarla. Varia anche l’offerta musicale, che continua a

    presidiare il contemporaneo, che è il nostro tempo e di cui non dobbiamo aver paura. Solo accogliendolo e imparando a leggerlo diventeremo persone più consapevoli. Per questo proponiamo importanti prime esecuzioni e rarità.Sono grata a chi con la propria competenza, offerta sempre in modo generoso e gratuito, ci ha aiutato ad allestire questo programma; come sono riconoscente a chi ci sta permettendo di realizzarlo, con il sostegno economico, il proprio lavoro, la vicinanza e i suggerimenti preziosi.Sono grata a Luigi Ferdinando Giannini, che ha guidato il Campus in quattro anni di grandi cambiamenti e difficoltà, e ha creato le condizioni - proponendo la mia candidatura - perché fossi eletta all’unanimità nuovo Presidente del Campus. Voglio esprimere infine la mia gratitudine agli artisti, che il Festival lo fanno, ai docenti e agli allievi, che rendono i nostri Corsi un laboratorio incredibile di novità, trasformando il Castello, che la “Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta onlus” ci mette a disposizione e che ringrazio di cuore, in uno dei luoghi più belli dove vivere un’esperienza musicale.Buon ascolto.

    Elisa CerocchiPresidente

    Fondazione Campus Internazionale di Musica

  • Bentornato, per il 53° anno, Festival Pontino di Musica. Hai accumulato molti anni, più di mezzo secolo. E quanti “fratelli” ti fanno compagnia in Italia, a questa età?Forse non sei solo, certo non siete in tanti.

    Bentornati Corsi di perfezionamento musicale nei quali esimii Maestri impartiscono l’arte di comprendere la Musica e l’arte di applicarla tecnicamente attraverso i magici strumenti da cui si trae il suono.Siete il sangue fluente del Festival, di questo e dei Festival futuri. Di tutto il mondo.Bentornata Musica contemporanea, con le tue dissonanze, i tuoi stridori, i tuoi toni che danno veste a note che si inseguono - pazze ai nostri orecchi incolti - ma che assicurano una continuità al piacere di costruire sogni con le note musicali. Una continuità insopprimibile.E benvenuta Gianne de Genevraye: tu sei Ospite prediletta del Castello Caetani di Sermoneta, con gli straordinari cromatismi dei tuoi dipinti, con le appassionate evocazioni di odori, poesia, sogni dai tuoi soggetti che hai raccolti nel Giardino di Ninfa, e che accompagnerai dolcemente le note di questo Festival, con la tua Mostra di Pittura secondo gli antichi canoni delle Arti che si intrecciano.Bentornato, infine, Campus Internazionale di Musica, che regali a noi della Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta il privilegio di ospitarti nel Castello, che conosce da più di un millennio personaggi ed eventi che ne costruiscono una storia irripetibile.Non potevo salutare diversamente questa 53a edizione, alla quale la Fondazione che presiedo offre un alloggio tanto precario e a volte anche scomodo, ma pieno di ambienti, di sussurri notturni, di evocazioni storiche e mitiche. Un augurio a tutti Voi - Artisti e Spettatori - che darete vita alle serate. Un augurio affinché Sermoneta possa continuare fino alla consumazione ad ospitare questo splendido avvenimento e i suoi magnifici Personaggi.

    Pier Giacomo SottorivaPresidente

    Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta onlus

  • 20175 3 a e d i z i o n e

  • Venerdì 30 giugno ore 21.00Latina, Giardini del Palazzo Comunale Banda Musicale della Marina Militare

    Sabato 1 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Simone Beneventi, percussioniAndrea Rebaudengo, pianoforte

    Domenica 2 luglio ore 19.30Francesco Dillon, violoncelloEmanuele Torquati, pianoforte

    Giovedì 6 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Malika Yessetova, violinoMartina Rudic, violoncelloMaria Grazia Bellocchio, pianoforte

    Venerdì 7 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Giovani Artisti dal mondo

    Sabato 8 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Ensemble Ars Ludi

    Domenica 9 luglio ore 21.00 Latina, Giardini del Palazzo Comunale Elissó Virsaladze, pianoforte

    Martedì 11 luglio ore 21.30Cori, Chiostro Sant’OlivaLuigi Attademo, chitarra

    Mercoledì 12 luglio ore 19.00 Latina, Chiesa S. Francesco ore 19.30Giovanni Clavorà Braulin, organoFrancesco Sabatini, voce recitante

    Giovedì 13 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Giovani Artisti dal mondo

    Venerdì 14 luglio ore 21.00 Sermoneta, Castello Caetani Lorna Windsor, voce Elena Casoli, chitarra

    Sabato 15 luglio ore 21.00Latina, Giardini del Palazzo Comunale Orchestra di Padova e del VenetoMarco Angius, direttoreMichele Marco Rossi, violoncelloGianluca Littera, armonica

    Domenica 16 luglio ore 19.30Abbazia di Fossanova, InfermeriaGiovanni Gnocchi, violoncelloEugenia Tamburri, pianoforte

    Venerdì 21 luglio ore 21.00 Sermoneta, Castello Caetanicon la partecipazione di Renato Gabriele

    Sabato 22 luglio 2017 ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Ialsax Quartet

    Domenica 23 luglio ore 19.30Abbazia di Fossanova, InfermeriaTrio Roma Classica

    Lunedì 24 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello CaetaniGiovani artisti dal mondo

    Sabato 29 luglio ore 21.00 Cisterna di Latina, Oasi di PantanelloAlfonso Alberti, pianoforte

    Lunedì 31 luglio ore 21.00Sermoneta, Castello Caetani Orchestra Nazionale dei Licei Musicali ItalianiFrancesco Di Peri, direttore

    Su RADIOLUNA Buongiorno, Festival!dal 26 giugno al 31 luglio: alle ore 11,00 il lunedì, giovedì, venerdì, sabato

    CALENDARIO DEI CONCERTI

  • 7

    2017 5 3 a e d i z i o n e

    veNeRDì 30 giugno ore 21.00LatinaGiardini del Palazzo Comunale

    BANDA MUSICALe DeLLA MARINA MILITAReC.F. Antonio Barbagallo direttoreClaudio Minardi tenore

    M. NOVARO, G. MAMELIIl canto degli italiani - Inno Nazionale Italiano

    V. BENDER Marcia del 1° Reggimento delle Guide Belghe

    G. ROSSINI L’Italiana in Algeri - Ouverture

    G. VERDI Rigoletto - La donna è mobile

    C. GRUNDMAN Second American Folk Rhapsody M. MANGANI Core e Pluto J. BARRy Dances with Wolves

    E. MORRICONE La Califfa - Mission

    L. DALLA Caruso

    A. PIAzzOLLALibertango

    T. MARIOLa Ritirata

  • 8

    2017 5 3 a e d i z i o n e

    i l u o g h i d e l f e s t i v a l

  • 9

    2017 5 3 a e d i z i o n e

    I N C O N T R I I N T E R N A Z I O N A L I D I M U S I C A C O N T E M P O R A N E A

    INCONTRII N T e R N AZ I O N A L IDI MUSICAC O N T e MPOR ANe A

    INCONTRII N T e R N AZ I O N A L IDI MUSICAC O N T e MPOR ANe A

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    SABATO 1 Luglio ore 21.00Sermoneta - Castello CaetaniAndrea Rebaudengo pianoforteSimone Beneventi percussioni

    Il duo con pianoforte: metamorfosi e virtuosismi

    I. FEDELE Drive (2017) per vibrafono e pianoforte (4’) *

    M. BAILLy Enchères (2017) per pianoforte e percussioni (3’) ** (autore segnalato dal corso di composizione di Alessandro Solbiati)

    G. APERGHIS Quatre pièces fébriles (1995) per pianoforte e marimba (18’)

    I. FEDELE Duals (2016) per percussioni e pianoforte (33’) **

    * Prima esecuzione italiana ** Prima esecuzione assoluta

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    Ivan Fedele, DriveDrive prende le mosse dal primo arpeggio/accordo di Dérive I di Pierre Boulez, accordo che diventa la guida (D(é)RIVE), il binario sul quale tutta la composizione viene condotta. Tre brevi “incisi” o “notazioni”, per dirla alla Boulez, di carattere contrastante preludono a un ciclo futuro. Il primo frammento si basa sul semplice spunto formale di attacco/risonanza. Il secondo si dipana su un tappeto di tremoli e trilli increspati da figure di arpeggi che si riferiscono chiaramente all’incipit di Dérive. Il terzo si propone come un ambiente oscuro e tenebroso, illuminato alla fine da violenti flash accordali. In generale la composizione è concepita secondo un principio di simbiosi tra i due strumenti che si sviluppa attraverso un morphing progressivo.

    Ivan Fedele

    Maël Bailly, EnchèresEnchères è un gioco d’imitazione tra il pianista e il percussionista in intrusione nel pianoforte. Dei micro-oggetti, figure, idee, passano da uno strumento all’altro e lo strumento che genera il cambiamento produce un ritmo semplice e ostinato. Questa modalità di interazione allude a una tipologia di scambio piuttosto assurda che è la vendita all’asta o il mercanteggiare. Questo breve pezzo è diviso in due parti, una lenta coda segue a questa prima situazione, rapida e agitata.

    Maël Bailly

    Georges Aperghis, Quatre pièces fébrilesI Quatre pièces fébriles sono dei giochi di specchi tra il pianoforte e la marimba, dei giochi di risonanze o giochi tra attacchi secchi e la loro risonanza. Dei giochi nei quali ci si perde, non sapendo più chi è chi o cos’è cosa.

    Georges Aperghis

    Ivan Fedele, DualsDuals per un percussionista e pianoforte è articolato in cinque sezioni, in ciascuna delle quali il pianoforte si confronta con specifiche sonorità delle percussioni, esclusivamente della sezione dei metallofoni, proponendo un’alchimia sempre nuova e diversa, a seconda del reagente con cui le sonorità della tastiera, impiegata peraltro con modalità molteplici

    (preparazione, azioni sulla cordiera, ecc.), entra in dialogo. Si alternano così tamtam e campane a lastra; piatti; steel drum, cencerros e agogo (campanacci); vibrafono, campanacci, crotali e glockenspiel; gong cinesi a glissando e dobaci (ciotole tibetane). Tale dualità si declina così in una molteplicità di interazioni di qualità e di materiali sonori. Nel contempo la vasta composizione, dalla durata di ca. 30’, sottopone il suono anche a un’interessante dinamica spaziale: lungo le cinque stazioni duali, il percussionista migra infatti nello spazio, compiendo una rotazione tra le postazioni in cui lo attendono i diversi strumenti, a disegnare un percorso geografico tra culture musicali che moltiplica sul piano visivo la cangiante varietà “duale” del paesaggio sonoro. Come ha sottolineato Cesare Fertonani, «Duals è un capolavoro di invenzione e maestria: una sorta di suite – ma spiraliforme – in cinque movimenti che riserva sorprese e delizie dall’inizio alla fine in una declinazione su molteplici piani del principio duale, dalla presenza dei due esecutori alle modalità della loro interazione e alla tipologia dei materiali impiegati, dalla configurazione della macroforma sino ai minimi dettagli».

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    DOMeNICA 2 Luglio ore 19.30Sermoneta - Castello CaetaniFrancesco Dillon violoncello emanuele Torquati pianoforte

    Il duo con pianoforte: metamorfosi e virtuosismi

    F. GARDELLA Memorie di tempesta (2015) per violoncello e pianoforte (12’)

    D. COMITINI Sfiori (2017) per violoncello e pianoforte (6’30”) ** (autore segnalato dal corso di composizione di Alessandro Solbiati)

    R. SCHUMANN (1810-1856) Phantasiestücke (1849), op.73, no. 1-3 (10’) Versione per violoncello e pianoforte

    M. PINTSCHER Uriel (2012) per violoncello e pianoforte (10’) *

    L. V. BEETHOVEN (1770-1827) Sonate für Klavier und Violoncello (D-Dur) (1815), op. 102, n. 2 (20’) Allegro con brio Adagio con molto sentimento d’affetto Allegro - Allegro fugato

    * Prima esecuzione italiana ** Prima esecuzione assoluta

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    Federico Gardella, Memorie di tempestaImmaginare la memoria come un’anamorfosi del tempo, come un luogo in cui la forma degli oggetti risenta, nel ricordo, della distanza che li separa da noi; e così, la forma delle cose diventa il momento di sintesi che ci parla della vita di quegli oggetti, delle loro “storie”. Ma si tratta di un racconto sincronico (verticale), in cui la memoria, per cogliere il susseguirsi degli eventi, si pone al di fuori del tempo. Osservare il tempo, come il monaco nel dipinto di Friedrich osserva il mare, studiarne le pieghe, verificarne le increspature: è così che in queste Memorie di tempesta ho cercato di declinare il rapporto tra forma e memoria, tra il tempo e la dimensione atemporale del ricordo. Ma ogni musica è pensata, nella mente di chi la scrive, in un luogo preciso (reale o immaginario): una tempesta in lontananza, è questo lo spazio in cui, per me, questa musica risuona.

    Federico Gardella

    Danilo Comitini, SfioriSfiorare lo strumento, sfiorarsi nello spazio. In continua ricerca l’uno dell’altro, pianoforte e violoncello si cimentano in un’intima coreografia al confine tra dialogo, ascolto reciproco e contatto fisico. Sfiorando il metallo delle corde si svela una trama di suoni vergini che via via s’intrecciano, si fondono, si confondono: per ciò che di enormemente forte trasmette la delicatezza al tatto del petalo del fiore, Sfiori racconta la deferenza di un quasi raggiungere, che è ora una mancanza, ora un contatto sfuggente.

    Danilo Comitini

    Robert Schumann, Phantasiestücke op. 73I Phantasiestücke opera 73 furono scritti da Schumann nel 1849, anno che fu considerato dal compositore fra i più fecondi della propria esistenza, e che fu l’ultimo da lui trascorso a Dresda (con la significativa pausa della “fuga” nella tranquilla campagna di Kreisha, per evitare i moti insurrezionali che nel frattempo vedevano Wagner e Bakunin sulle barricate della cittadina sassone). Proprio rispetto al grigio clima culturale di Dresda, che in precedenza aveva assai negativamente influito sulla creatività dell’autore, i brani in programma rappresentano un tentativo di evasione, realizzato con la complicità degli amici della locale orchestra di corte. L’opera 73 appartiene

    infatti a un nucleo di composizioni destinate a un consumo privato, a quella pratica della Hausmusik (musica casalinga) che, oltre ad allietare nel caso specifico le serate dei coniugi Robert e Clara e della loro numerosa prole, era parte integrante della vita musicale tedesca, ed è in parte sopravvissuta fino ai nostri giorni. Occorre dunque rifarsi alle esigenze del “far musica insieme” per comprendere la limitata estensione di queste composizioni, la cordialità del loro contenuto, il fatto stesso che esse non siano previste (a parte ovviamente l’accompagnamento pianistico) per un unico strumento, ma che per esse venga piuttosto indicata ad libitum una scelta fra diverse soluzioni strumentali. Anche i Phantasiestücke sono infatti destinati indifferentemente (con ovvi mutamenti di ottava) a clarinetto, violino, violoncello. I limiti impliciti nella destinazione privata non devono far pensare che si tratti di brani scritti dalla mano di un compositore distratto; il loro principale interesse risiede proprio nella cura di ogni piccolo dettaglio, nella stesura di una scrittura strumentale preziosissima e sapientemente dosata. La naturale propensione di Schumann verso la miniatura vi trova una applicazione felicissima, volta all’indagine di una introversione mai aperta verso lo spensierato virtuosismo e l’effimero melodizzare che erano patrimonio acquisito della Hausmusik. Detti in origine Soireestücke, i Phantasiestücke sono segnati da interni richiami tematici e da un equilibrio particolarmente riuscito nella scrittura strumentale. Si tratta in effetti di un unico brano diviso in tre sezioni contrastanti; la composizione si sviluppa infatti seguendo un percorso che accelera progressivamente il tempo, e accresce la tensione da una sezione all’altra; dal lirismo nostalgico iniziale si passa così alla maggiore agitazione della sezione centrale, e poi allo slancio conclusivo, anche se temperato da momenti più intimistici.

    Arrigo Quattrocchi

    Matthias Pintscher, UrielUriel è la terza parte di un ciclo di Matthias Pintscher intitolato Profiles of Light. Come suggerisce il titolo, l’Arcangelo Uriel gioca un ruolo importante sia nell’ebraismo che nel cristianesimo: da un lato rappresenta il simbolo della luce e della gloria di Dio e dall’altro simboleggia l’illuminazione dell’anima, dello spirito e

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    dell’intelletto. Le linee profondamente espressive di questo calmo, meditativo e scorrevole duo ritraggono un toccante, onirico Uriel su uno sfondo silenzioso.

    Ludwig van Beethoven, Sonate für Klavier und Violoncello (D-Dur), op. 102, n. 2Composte entrambe nell’agosto del 1815, le due Sonate op. 102 sono dedicate, in copertina, alla contessa Marie von Erdödy, “cara amica” di Beethoven (ma amicizia, e confidenza, dalle alterne vicende: ora però, nel 1815, in periodo di rinsaldamento). In realtà esse furono composte, come si dice, “all’intenzione” di un interprete: il violoncellista Joseph Linke (o Lincke, come egli stesso amò firmarsi), allora ospite della contessa Erdödy; componente il Quartetto Schuppanzigh già fondato dal principe Rasumowski, interprete ufficiale dei lavori beethoveniani. Tra i capolavori indiscussi dell’ultimo stile beethoveniano, l’op. 102 supera ogni strettoia formale della tradizione; approfondisce e sottilizza il discorso strumentale, anche nell’equilibrio timbrico fra i due strumenti, mediante polifonie di rara elaborazione e risultati armonici inediti o, per allora, rivoluzionari, o incompresi; affianca al rigore contrappuntistico e tecnico le più alte evasioni verso una trascendenza espressiva. La Sonata in re maggiore op. 102 n. 2 è in tre movimenti; secondo e terzo strettamente collegati. Il primo, Allegro con brio, è sì elaborato tematicamente, e con «drammatiche modulazioni» (R. Vlad); con baldanzose proposte e risposte fra i due strumenti in prolungato sviluppo; in un aspetto un po’ rude e violento, irto di difficoltà tecniche; ma, più che un primo tempo di Sonata, esso appare quale Preludio, o Prologo, al vero “argomento” della Sonata stessa che è il suo sublime secondo movimento: Adagio, con molto sentimento d’affetto. Tra il Lied e la rapsodia, con il suo teso melodismo (è uno dei pochi tempi veramente, esasperantemente, “lenti” dell’ultimo Beethoven) che però si sostiene su declamate ed austere fioriture in entrambi gli strumenti, con i suoi passaggi a modo di variazioni tuttavia non denunciate, nella sua perfetta struttura interna mascherata dall’aspetto di libera invenzione fantastica, questo Adagio può darsi come una delle pagine più autenticamente appropriabili all’«ermetismo» dell’ultimo Beethoven. Tanto più, con il suo dissolvere, in breve sequenza di «pianissimi», al terzo

    movimento: all’esposizione, nelle quattro battute dell’Allegro distribuite fra i due strumenti, del tema dell’Allegro fugato. Famoso, e ai tempi di Beethoven (si ricordino per tutte le assolute perplessità del buon Schindler, molto mediocre quanto fedele famulus di Beethoven) e in epoche seguenti, come pagina discussa e incompresa, questo fugato è uno dei beethovenianamente più validi punti di ritrovo, e di conflitto – come anche ultimamente ha segnalato Giovanni Carli Ballola – «drammaticamente esasperato tra le leggi del contrappunto e le strutture armoniche e sintattiche di un linguaggio vigorosamente caratterizzato». Moderna messa a punto che del resto proviene da Pierre Boulez: «Questa scrittura “rigorosa” – propria, cioè, della Fuga – la più pura espressione di uno stile... diviene in tal modo musica eminentemente “drammatica”». Con il che, un legame con il Beethoven «eroico» resta né dimenticabile, né dimenticato.

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    EsecutoriSimone Beneventi è nato a Reggio Emilia nel 1982. Percussionista dedito allo studio e alla diffusione della Nuova Musica, si è esibito come solista in tutta Europa ed è musicista ospite in diversi ensemble internazionali quali Klangforum Wien, Mdi Ensemble, Neue Vocalsolisten, Phace, Prometeo e RepertorioZero, ensemble che ha ricevuto nel 2011 il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia. Collabora con compositori quali Giorgio Battistelli, Pierluigi Billone, Hugues Dufourt, Ivan Fedele, Beat Furrer, Helmut Lachenmann, Peter Maxwell Davies e Salvatore Sciarrino. Ha suonato nelle più prestigiose orchestre italiane (Filarmonica della Scala, la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino e l’Opera di Roma). Ha inciso per Aeon, Kairos, Neos, Stradivarius, Wergo. Alla carriera d’interprete affianca sia un’attività di insegnamento, che di ricerca e pubblicazioni.Andrea Rebaudengo è nato a Pesaro nel 1972. Ha studiato pianoforte con Paolo Bordoni, Lazar Berman, Alexander Lonquich, Andrzej Jasinsky e composizione con Danilo Lorenzini. Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane, tra cui il Teatro alla Scala di Milano, l’Unione Musicale di Torino, il Festival di Ravello, gli Amici della Musica di Padova, Musica Insieme di Bologna, il Ravenna Festival. Ha suonato come solista con numerose orchestre, tra cui l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di zwickau, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano. È il pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi con il quale si è esibito all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, al Teatro alla Scala di Milano, “Bang-on-a-Can Marathon” di New york, Dom di Mosca, Sacrum Profanum di Cracovia, Festival MiTo, Festival della Letteratura di Mantova, Accademia Filarmonica Romana, Biennale di Venezia, presentando spesso prime esecuzioni di autori contemporanei. Suona in duo con Cristina zavalloni, con Danusha Waskiewicz, con Simone Beneventi, in duo pianistico con Emanuele Arciuli ed è il pianista dell’Ensemble del Teatro Grande di Brescia e dell’Ensemble Kaleido. Con Klaidi Sahatci e Sandro Laffranchini ha fondato l’Altus Trio, che ha debuttato nel 2010 al Teatro alla Scala di Milano. Insegna al Conservatorio di Castelfranco Veneto.

    Il Duo formato da Francesco Dillon (violoncello) e Emanuele Torquati (pianoforte) ha debuttato nel marzo 2007 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Dillon-Torquati si sono prodotti in numerosi concerti in Europa presso i più importanti Festival cameristici e recentemente negli Stati Uniti e in Argentina. Le loro esecuzioni live sono state trasmesse da emittenti quali Radio France, Radio Svizzera, BBC Radio3, Euroradio, Rai Radio3 e RTE Lyric. Recentemente il Duo ha dato la prima italiana del Doppio Concerto di Kurtàg con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino. Nel 2010 è uscito per Brilliant Classics il doppio CD schumanniano comprendente le trascrizioni di Friedrich Wilhelm Grutzmacher, violoncellista dell’epoca e compagno di duo di Clara Wieck. Sempre con quest’etichetta, nel 2011 è stata la volta dell’integrale dei lavori di Franz Liszt. Nel 2012 hanno completato il loro progetto discografico schumanniano con un terzo CD, che include anche la rarissima versione con accompagnamento scritto da Schumann per la Suite n. 3 per violoncello solo di J. S. Bach. Nel 2017, in occasione dei dieci anni di attività, è prevista l’uscita di un CD con rarità brahmsiane. Il sodalizio è incentrato non solo sulla interpretazione dei maggiori lavori cameristici per questa formazione, ma anche alla riscoperta di perle dimenticate del repertorio. Inoltre, una particolare attenzione all’esecuzione di importanti opere contemporanee, come testimoniano svariate prime esecuzioni assolute e il lavoro svolto con compositori, tra gli altri, del calibro di Salvatore Sciarrino, Thomas Larcher, Jonathan Harvey, Kaija Saariaho, Toshio Hosokawa.

    Francesco Dillon ha studiato a Firenze con Andrea Nannoni, perfezionandosi in seguito con A. Baldovino, M. Brunello e D. Geringas, e seguendo masterclasses di M. Rostropovich, A. Bijlsma, M. Perenyi. È stato allievo per la composizione di S. Sciarrino. A un’intensa attività solistica (con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Orchestra Filarmonica Marchigiana; recente è il suo acclamato debutto alla Biennale di Münich con l’Orchestra della Radio di Vienna ORF) affianca quella di quartettista con il Quartetto Prometeo, vincitore di numerosi premi

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    internazionali (Prague Spring, dove ha conseguito il primo premio assoluto; ARD Münich, Bordeaux). Con l’ensemble Alter Ego, di cui fa parte stabilmente, e come solista viene regolarmente invitato nei maggiori Festival di musica contemporanea del mondo. Si è esibito in complessi di musica da camera con partners quali I. Arditti, G. Carmignola, P. Farulli, D. Geringas, V. Hagen, A. Lonquich, E. Pace, R. Schmidt, S. Scodanibbio. Dal 2010 è il direttore artistico della stagione di musica contemporanea Music@Villaromana a Firenze.

    Emanuele Torquati recentemente definito dal New york Times “a thoughtful musician” e dal Boston Globe “a vibrant pianist”, ha studiato con G. Cardini prima, perfezionandosi in seguito con K. Bogino, y. Loriod-Messiaen e A. Lonquich. Suona regolarmente in Europa, Canada, Stati Uniti, Sudamerica e Africa, in centri musicali quali Addis Abeba, Buenos Aires (Teatro Colon), San Francisco, New york, Chicago, Vancouver, Boston, Strasbourg, Paris, Lyon, Berlin, Frankfurt, Munich, Krakow, Prague, Graz, Kiev, Ljubljana e Oslo. Le sue esecuzioni sono state trasmesse da emittenti quali Rai Radio3, BBC Radio3, Deutschland Radiokultur, MDR Kultur, Radio France, Radio Svizzera, RTE Lyric e Euroradio. Si è esibito come solista con l’Orchestra Filarmonica di Buenos Aires, Avanti! Chamber Orchestra, Lithuanian National Symphony, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. A livello discografico, ha al suo attivo l’integrale dell’opera di Albert Roussel, di Alexander zemlinsky e quella di Charles Griffes per Brilliant Classics, oltre all’uscita in prima assoluta con Samy Moussa per col legno. Dal 2010 è direttore artistico del Festival Music@Villaromana a Firenze.

    CompositoriGeorges Aperghis è nato ad Atene nel 1945. Vive e lavora a Parigi dal 1963. Il suo lavoro è particolarmente caratterizzato da un’indagine sui linguaggi e il significato. Le sue composizioni, sia strumentali, che vocali o per il teatro, esplorano i confini dell’intellegibile con il gusto di creare tracce contorte che gli permettono di mantenere attivo l’ascoltatore (emergono storie ma sono improvvisamente confutate). La musica di Aperghis non è strettamente legata a qualche estetica musicale dominante della creazione musicale contemporanea, ma deriva nel suo secolo da un dialogo con altre forme d’arte e da un’estrema apertura mentale nei territori dell’intelletto, della scienza e del sociale. Quest’alterità si combina con l’innovazione quando include l’elettronica, il video, le macchine, gli automi o i robot nelle sue performance. Aperghis lavora a stretto contatto con un gruppo di interpreti, i quali diventano del tutto parte del processo creativo. Sono attori (Edith Scob, Michael Lonsdale, Valérie Dréville, Jos Houben), musicisti (Jean-Pierre Drouet, Richard Dubelski, Geneviève Strosser, Nicolas Hodges, Uli Fussenegger) o cantanti (Martine Viard, Donatienne Michel-Dansac, Lionel Peintre). Dagli anni novanta ha condiviso nuove collaborazioni artistiche con la danza (Johanne Saunier, Anne Teresa De Keersmaeker) e le arti visive (Daniel Lévy, Kurt D’Haeseleer, Hans Op de Beeck). I principali ensemble europei di musica contemporanea hanno sviluppato un rapporto di lavoro con Aperghis attraverso regolari commissioni che fanno ora parte del loro repertorio (Ictus, Klangforum Wien, Remix, Musikfabrik, Ensemble Modern, Ensemble Intercontemporain, Neue Vocalsolisten, SWR Choir). Recentemente Georges Aperghis ha ricevuto il Mauricio Kagel Prize nel 2011 e il Leone d’Oro alla Carriera della Biennale Musica di Venezia nel 2015. La Fondazione BBVA gli ha assegnato nel 2016 il premio Frontiere della Conoscenza per la categoria musica contemporanea.

    Maël Bailly, nato nel 1988 a Charente Maritime, inizia il suo percorso musicale studiando il violino. È grazie alla scoperta, all’età di 16 anni, della musica improvvisata e delle tradizioni orali che inizia il suo viaggio nella creatività

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    musicale. Il passaggio allo studio della viola, nella classe di Gilles Deliège al Conservatoire de Tours, gli permette di scoprire il repertorio contemporaneo e di conseguire il diploma di perfezionamento. Parallelamente ottiene un DEM in scrittura musicale e musica da camera e collabora con gruppi di improvvisazione musicale. L’incontro con Alessandro Solbiati, in occasione dell’apertura della classe di composizione del Conservatoire de Tours, gli apre la strada all’approfondimento della composizione. L’anno seguente viene ammesso al Conservatoire de Paris nella classe di scrittura musicale del XX e XXI Secolo e, nel 2014, nella classe di composizione di Gérard Pesson. Parallelamente alla composizione, si esibisce e registra, come violista col Quatuor Medvedkine, il Quatuor Padam e nell’ambito dell’improvvisazione musicale, che pratica insieme Joëlle Léandre, Alexandros Markéas, Vincent Le Quang e Dominique Piffarelli.

    Danilo Comitini è nato in Inghilterra nel 1986. Vive e studia in Italia, diplomandosi in pianoforte al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, dove consegue successivamente la laurea di 2° livello in pianoforte solistico. Contemporaneamente studia composizione a Pesaro con Lamberto Lugli e a Milano con Alessandro Solbiati. Come compositore vince diversi concorsi internazionali, l’ultimo dei quali a Ravenna, nel 2016. L’attività compositiva lo porta a essere eseguito in diversi luoghi come Pesaro (Teatro Rossini), Nikolaev (Ucraina, Palazzo della Cultura), Gjeonggi (Corea del Sud, Shinsegae Art Hall), Riverside (California, Barbara and Art Culver Center of Arts), Santiago (Cile, Universidad Alberto Hurtado), Seoul (Corea del Sud, Noon art Center), Ravenna (Teatro Dante Alighieri), Hwaseong (Corea del Sud, Banseok Art Hall), Kirovgrad (Ucraina, Filarmonia), San Giovanni in Marignano (Teatro Massari), Faenza (Teatro Fellini), Modena (Teatro Pavarotti). La sua opera lirica Gli occhiali, basata su un racconto di E. A. Poe, è stata rappresentata nel 2017 al Teatro Rossini di Pesaro.

    Ivan Fedele è nato a Lecce nel 1953. Ha compiuto gli studi pianistici con B. Canino, V. Vitale e I. Deckers e di composizione con R. Dionisi, A. Corghi e F. Donatoni. Suoi docenti alla Facoltà di Filosofia dell’Università di

    Milano sono stati, tra gli altri, E. Paci, L. Geymonat, R. Mangione e R. Cantoni. Figlio di un matematico, deve all’insegnamento del padre la passione per questa disciplina che lo accompagnerà in diverse importanti ricerche compositive come, per esempio, l’approfondimento e l’applicazione del concetto di “spazializzazione” (Duo en résonance, Ali di Cantor, Donacis ambra), la formulazione di una “libreria” di procedure creative e la definizione di un prototipo di “sintetizzatore granulare” usato nella realizzazione della parte elettronica di Richiamo (per ottoni, percussioni e dispositivo informatico, Ircam 1993). Il catalogo di Ivan Fedele comprende oltre un centinaio di titoli ai quali si è aggiunto Antigone, opera commissionata dal Teatro Comunale di Firenze per l’apertura del Maggio Musicale Fiorentino 2007, che è stata insignita del XXVII Premio “Franco Abbiati” dell’Associazione Critici Musicali Italiani come migliore “novità assoluta del 2007. Oltre a numerosi lavori da camera, molte sono le composizioni per orchestra sola, con strumento concertante o sinfonico-vocali di cui En archè, 33 noms (Commissione del Teatro alla Scala di Milano) e La pierre et l’étang (…les temps…) sono le più recenti. La sua musica è stata diretta, tra gli altri, da Boulez, Eschenbach, Chung, Saalonen, Muti, Pappano, Slatkin, Robertson, Kalitzke, Wit, Valade e Rophé ed eseguita da orchestre e ensemble quali BBC, Radio di Berlino, Chicago Symphony Orchestra, SWR di Stoccarda, Orchestre National de France, Orchestre National de Lyon, Orchestra Sinfonica di Varsavia, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Klangforum Wien, ecc. Ivan Fedele svolge anche un’intensa attività didattica che lo ha visto presente in importanti istituzioni come l’Università di Harvard, l’Università di Barcellona, la Sorbona e l’Ircam di Parigi, l’Accademia Sibelius di Helsinki, l’Accademia Chopin di Varsavia, il Centro Acanthes di Avignone, il CNSM di Lione e il CNR di Strasburgo, oltre che nei Conservatori di Milano, Bologna e Torino. Nel 2000 è stato insignito dal Ministro della Cultura Francese dell’onorificenza di “Chevalier de l’Ordre des Lettres et des Arts”. Nel 2005 è nominato Membro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Roma. Nel 2007 il Ministero della Cultura Italiano gli ha assegnato la Cattedra di Composizione nell’ambito

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    INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA 2017

    dei Corsi di Perfezionamento in Studi Musicali presso la stessa Accademia. Dal 2009 al 2011 è stato direttore artistico dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano. Il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia ha nominato Ivan Fedele direttore artistico del Settore Musica per il quinquiennio 2012-2016, incarico che gli è stato riconfermato fino al 2019. Nel 2016 la Fondation de France gli ha conferito il Prix International “Arthur Honegger”, per l’insieme della sua opera.

    Federico Gardella è nato a Milano nel 1979. La sua musica è stata presentata nei principali festival e stagioni concertistiche a Tokyo (Tokyo Opera City), Milano (Festival Milano Musica), New york (Columbia University), Firenze (Maggio Musicale Fiorentino), Riga (Festival Arena), Erl (Tiroler Festspiele), Torino (Unione Musicale), Lodz (Lodz Philharmonic Hall), Parma (Festival Traiettorie), Takefu (Takefu International Music Festival), Venezia (La Biennale di Venezia), Losanna (Société de Musique Contemporaine), Latina (Festival Pontino), Bruxelles (Flagey), Roma (Auditorium Parco della Musica) e Lubiana (Slovenian Philharmonic). Nel 2012 gli è stato conferito a Tokyo il Primo Premio al Toru Takemitsu Composition Award e nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Speciale “Una Vita nella Musica – Giovani” al Teatro la Fenice di Venezia. Sue composizioni sono state interpretate da orchestre quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la Latvian National Symphony Orchestra, l’Orchestra della Toscana, la Lodz Philharmonic Orchestra, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, la Tokyo Philharmonic Orchestra e l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia; di particolare rilievo è inoltre la sua collaborazione con gruppi da camera e ensemble dedicati al repertorio contemporaneo quali il Trio di Parma, il Quatuor Diotima, l’Hilliard Ensemble, i Neue Vocalsolisten Stuttgart, il Vertixe Sonora Ensemble e il Divertimento Ensemble. Federico Gardella ha studiato composizione con Azio Corghi presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e l’Accademia Musicale Chigiana di Siena e con Alessandro Solbiati ai Corsi di Perfezionamento di Sermoneta e al Conservatorio di Milano, dove si è laureato con il massimo dei voti e la lode; particolarmente importanti per la sua formazione sono

    stati inoltre gli incontri con Brian Ferneyhough e Toshio Hosokawa. Federico Gardella insegna composizione al Conservatorio di Monopoli e dal 2016 è uno dei consulenti artistici della Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina. La sua musica è pubblicata dalle Edizioni Suvini zerboni - SugarMusic S.p.A. di Milano.

    Matthias Pintscher è Direttore musicale dell’Ensemble Intercontemporain e, a partire dalla stagione 2016/2017, è anche Principal Condutcor presso la Lucerne Festival Academy. Prosegue, inoltre, la sua collaborazione con la BBC Scottish Symphony Orchestra come Artist-in-Association e con la Danish National Symphony Orchestra come Artist-in-Residence. La composizione e la direzione d’orchestra sono, in effetti, due sfere di attività complementari per Matthias Pintscher. I suoi lavori orchestrali più recenti sono stati interpretati dalla Cleveland Orchestra, sotto la direzione di Franz Welser-Möst, dall’Orchestra del Bayerische Rundfunk e dalla Melbourne Symphony Orchestra. La sua musica si contraddistingue per il delicato mondo sonoro in cui abita, per la complessa costruzione e per l’esattezza dell’espressione. Tra le sue composizione più significative si segnala la sua prima opera, Thomas Chatterton, commissionata dalla Dresden Semperoper, Fünf Orchesterstücke per Kent Nagano e la Philharmonia Orchestra, e Herodiade Fragmente per Claudio Abbado e i Berliner Philharmoniker. Osiris, una composizione di vaste proporzioni, è stata co-commissionata dalla Chicago Symphony Orchestra, dalla London Symphony Orchestra e dalla Carnegie Hall ed è stata presentata in prima esecuzione da Pierre Boulez nel 2008. Matthias Pintscher collabora, inoltre, regolarmente con importanti ensembles specializzati nel repertorio contemporaneo, tra cui l’Ensemble Modern, il Klangforum Wien, l’Ensemble Contrechamps e lo Scharoun Ensemble.

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    gIOveDì 6 Luglio ore 21.00SermonetaCastello Caetani

    Malika Yessetova violino Martina Rudic violoncelloMaria grazia Bellocchio pianoforte

    Workshop di composizione a cura di Alessandro Solbiati

    Prime esecuzioni assolute

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    2017 5 3 a e d i z i o n e

    veNeRDì 7 Luglio ore 21.00SermonetaCastello CaetanigIOvANI ARTISTI DAL MONDO nell’ambito della Notte Romantica della Cultura 2017 a cura del Comune di Sermoneta

    gIOveDì 13 Luglio ore 21.00 SermonetaCastello CaetanigIOvANI ARTISTI DAL MONDO a cura di Franco Petracchi e Mirela vedeva

    veNeRDì 21 Luglio ore 21,00SermonetaCastello CaetanigIOvANI ARTISTI DAL MONDOa cura e con giovanni gnocchi, con la partecipazione dello scrittore Renato gabriele

    LUNeDì 24 Luglio ore 21.00Sermoneta Castello CaetanigIOvANI ARTISTI DAL MONDOa cura di Corrado Rojac

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    2017 5 3 a e d i z i o n e

    SABATO 8 luglio ore 21.00SermonetaCastello Caetani

    eNSeMBLe ARS LUDIAntonio Caggiano, giulio Cintoni, Rodolfo Rossigianluca Ruggeri percussioni Arianna gaudio voce recitante

    PICTURES

    S. REICHDrumming part oneMusic for pieces of wood

    G. BATTISTELLIOrazi e Curiazi

    J. S. BACHAllemande e Bourrée

    F. FILIDEII funerali dell’anarchico Serantini

    E. SéJOURNéVenin

    J. TENNEyWake

    J. CAGEThird Construction

    Un concerto itinerante che coniuga il grande repertorio contemporaneo con la magia dei luoghi del Castello Caetani. Una voce recitante guida il pubblico dal ponte levatoio al Maschio, dalla Piazza d’Armi alla Sala dei Baroni.

    Lungo il percorso l’Ensemble Ars Ludi, attraverso la musica, evoca le suggestioni dei temi della vita medievale: il combattimento, la prigionia, lo sberleffo del buffone, il duello.

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    DOMeNICA 9 Luglio ore 21.00LatinaGiardini del Palazzo Comunale

    elissò virsaladze pianoforte

    R. SCHUMANNArabesque op. 18Novelette op. 21, n. 8Fantasiestücke op. 12

    F. CHOPIN2 Nocturnes op. 27Etudes op. 10, n. 12Nocturne op. 48, n. 1Berceuse op. 57Barcarolle op. 60Nocturne op. 48, n. 2Scherzo op. 39, n. 3

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    MARTeDì 11 Luglio ore 21.30CoriChiostro di Sant’Oliva

    Luigi Attademo chitarra

    OMAGGIO A TORRES

    F. SOR Fantasia Elegiaca op. 59

    F. TáRREGA Quattro Mazurke

    E. GRANADOS Danza Española n. 5 “Andaluza” (tr. M. Llobet)

    J. ARCAS Fantasia sobre el Paño o sea Punto de la Habana

    A. JIMéNEz MANJON Leyenda

    I. ALBENIz Torre bermeja, Serenata op. 92 n. 12 (tr. Llobet)

    M. LLOBET 4 Canciones Populares Catalanas Variaciones sobre un tema de Sor

    Il programma è pensato come un ideale omaggio alla chitarra spagnola e al suo inventore, il liutaio Antonio de Torres Jurado, di cui cade il bicentenario della nascita. La Spagna ha espresso fin dall’Ottocento una peculiarità costruttiva negli strumenti a sei corde che si è poi riversata nella visione di Torres e della musica che nasce attorno a questa nuova idea di suono. Le premesse di tutto questo le troviamo già in Fernando Sor, autore nato nel 1778, che ha incarnato fin dalle sue prime opere lo stile classico nel quale non rinuncia a pensare la chitarra come una piccola orchestra. Qui è presentata la sua opera più romantica, che più lo proietta verso quell’estetica che caratterizzerà gli autori spagnoli a venire. Primo tra

    essi, e forse il più celebre, Francisco Tárrega, di cui le Quattro Mazurke rappresentano l’esempio più evidente di una continuità con la grande musica romantica europea. Affine ad esse, la più tarda Leyenda di Jiménez Manjon, una composizione dalla forma libera, che in parte richiama la romanza e in parte il capriccio. Ancora di sapore romantico la quinta danza spagnola di Granados, che insieme ad Albeniz, autore della successiva Torre bermeja, sarà uno degli autori più presenti nel repertorio dei grandi chitarristi spagnoli tra i due secoli (entrambe le trascrizioni sono infatti opera di Miguel Llobet, che consacrerà la sua arte alla valorizzazione del repertorio spagnolo). Di ispirazione più marcatamente popolare è la Fantasia di Julian Arcas,

    contemporaneo di Tárrega, e primo ad aver valorizzato la nuova chitarra spagnola. La stessa valorizzazione della musica popolare si ritrova nel catalano Miguel Llobet, ultimo dei grandi autori a rappresentare la tradizione tardoromantica legata alla chitarra di Torres. Le sue celebri trascrizioni, e i suoi arrangiamenti di canzoni popolari rappresentano i vertici dell’estetica della chitarra di quel tempo. Non secondo a nessun altro chitarrista del suo tempo, Llobet scrive anche diverse opere dal marcato carattere virtuosistico, come le Variaciones qui proposte (altro non sono che variazioni sul tema della Follia di Spagna), dove arriva a utilizzare scritture impervie e del tutto nuove per la chitarra del tempo. Luigi Attademo

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    MeRCOLeDì 12 LuglioLatinaChiesa di San Francesco d’Assisi

    ore 19.00 PRESENTAZIONE DEL LIBROPetr Eben. La vita e le opere del compositore ceco.Canto di un intero popolo e messaggio all’umanitàdi Kateřina vondrovicová

    ore 19.30giovanni Clavorà Braulin organoFrancesco Sabatini voce recitante

    P. EBENMusica Dominicalis (Nedělní hudba) Fantasia I (sul Kyrie della Messa della Domenica)Fantasia II (idem)Moto ostinatoFinale (sul Kyrie della Missa in tempore paschali e sul Salve Regina)

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    veNeRDì 14 Luglio ore 21.00 SermonetaCastello CaetaniLorna Windsor voce elena Casoli chitarra

    M. GIULIANI Par che di giubilo l’alma delira (1813) da “Sei Cavatine” op. 39

    S. SCIARRINO L’addio a Trachis II (1987) trascizione di Maurizio Pisati dall’originale per arpa

    S. BUSSOTTI Lettura di Braibanti da “Sette Fogli” (1963) trascrizione M. Panni

    M. PANNI ZODIAC (2015) Pisces - Aries - Taurus - Gemini - Cancer - Leo * testi di Gaia Servadio

    M. GIULIANI Alle mie tante lacrime (1813) da “Sei Cavatine” op. 39

    S. BUSSOTTI Accompagnamento di Popolaresco (1989) da “Bozzetto Siciliano” per chitarra

    M. FELDMAN Only (1976) (Sonette an Orpheus, XXIII) testo originale di Rainer Maria Rilke

    M. GIULIANI Confuso, smarrito… (2013) da “Sei Cavatine” op. 39

    M. PANNI ZODIAC (2015) Virgo - Libra - Scorpio - Sagittarius - Capricorn - Aquarius * testi di Gaia Servadio

    * prima esecuzione integrale

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    SABATO 15 Luglio ore 21.00LatinaGiardini del Palazzo Comunale

    ORCHeSTRA DI PADOvA e DeL veNeTO Marco Angius direttore Michele Marco Rossi violoncello gianluca Littera armonica

    F. J. HAyDN/G. PETRASSI Adagio e Minuetto variato (1955)(dalla “Sonata a 3” per violino e basso) per violoncello e orchestra.Elaborazione orchestrale di Goffredo Petrassi. Prima esecuzione assoluta della partitura edita.Manoscritto originale conservato presso l’Istituto Petrassi

    E. MORRICONEImmobile n. 2 (2001) per armonica a bocca e 12 archi

    L. V. BEETHOVENSinfonia n. 7 in La maggiore, op. 92Poco sostenuto - VivaceAllegrettoPrestoAllegro con brio

    L’Adagio e Minuetto variato per violon-cello e orchestra è una rielaborazione orchestrale che Goffredo Petrassi ha realizzato a partire da una “Sonata a 3” per violino e basso di Franz Joseph Haydn. Si tratta della prima esecuzio-ne assoluta di una partitura rimasta finora inedita, recentemente pubbli-cata dalle Edizioni Suvini zerboni. La composizione, il cui autografo è cu-stodito presso l’Istituto di Studi Musi-cali “Goffredo Petrassi” e la Fondazio-ne Campus Internazionale di Musica di Latina, riscrive la pagina haydniana

    riformulandone in termini radicali la strumentazione, concepita per un’or-chestra da camera dal colore tardoclas-sico (flauti, oboi, clarinetti, fagotti e cor-ni a coppie, oltre alle cinque parti degli archi), che viene a coadiuvare una voce strumentale di assoluto protagonismo: quella del violoncello, aggiunta ex novo e dunque totalmente riconducibile al pensiero compositivo petrassiano, quasi costituisse il tramite tra il “testo” anti-co del collega austriaco e una moderna sensibilità novecentesca, così come del tutto ascrivibile all’autore moderno è

    la concezione dell’orchestrazione nei dettagli più minuti. La composizione, realizzata da Petrassi nel 1955 e de-dicata al grande violoncellista Arturo Bonucci, assume così i connotati di un concerto per violoncello e orchestra in incognito, che restituisce la linea archi-tettonica del classicismo con un colore apparentemente rispettoso delle sono-rità tardo settecentesche, ma in realtà prodotto della più squisita cultura neo-classica del Novecento italiano.

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    DOMeNICA 16 Luglio ore 19.30Fossanova - Infermeriagiovanni gnocchi violoncello eugenia Tamburri pianoforteLA HAUS-MUSIK NEL 1800

    Viaggio attraverso l’Europa. “Omaggio a Daniil Shafran”

    L. V. BEETHOVEN 12 Variazioni in Sol maggiore (sul tema ‘See the conqu’ring hero comes’ dal Judas Maccabaeus di Händel, WoO 45) Sonata in Sol minore n. 2, op. 5 n. 2Adagio sostenuto ed espressivo - attacca:Allegro molto, più tosto prestoRondò. Allegro

    GermaniaR. SCHUMANNIntermezzo dalla Sonata F. A. E. (originale per violino e pianoforte)Sängers Trost, Lied op. 127/1 (originale per voce e pianoforte)

    Polonia (e Francia)F. CHOPIN Valse in Do diesis minore op. 64 n.2 (versione per violoncello e pianoforte di K. Davidov)

    H. WIENIAWSKI Scherzo -Tarantella op. 16 (versione per violoncello e pianoforte di H. Schiff)

    Russia (e Francia)P. I. ČAJKOVSKIJ Valse Sentimentale op. 51 n. 6 (versione per violoncello e pianoforte di D. Geringas)Souvenir d’un lieu cher, Mélodie op. 42 n. 3 (versione per violoncello e pianoforte di D. Shafran)

    Spagna!H. GRANADOS Intermezzo da Goyescas (versione per violoncello e pianoforte di G. Cassadò)

    G. CASSADò Requiebros

    Russia e Spagna!R. ŠčEDRIN In the style of Albeniz (versione per violoncello e pianoforte di D. Shafran)

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    2017 5 3 a e d i z i o n e

    SABATO 22 Luglioore 19,00 Sermoneta - Castello Caetani PRESENTAZIONE DEL LIBRO

    FACCIA DA JAZZ di gualtiero Titta

    ore 21.00 JAZZ CLASSICA ED ALTRO IALSAX QUARTeT: gianni Oddi Soprano Sax Filiberto Palermini Alto SaxAlessandro Tomei Tenor Sax Marco guidolotti Baritone SaxQuartetto di sassofoni con pianoforte

    G. GERSHWIN An American in ParisB. MINTzER Quartet # 2 in three Movements (Montuno, Gentle, Mosaic)

    A. ROMERO Saxophone Quartet (Fandango, Choro y Tango)BRECKER BROTHERS Medley: Song for Barry, African Skies, Some Skunk Funk (Arr.: Marco Guidolotti)

    L. SCHIFRIN, L.BACALOV, L. BERNSTEIN, E. MORRICONE,

    N. ROTA Colonne SonoreF. PALERMINI Quadri Riflessi per sax alto ed elaborazioni elettroacustiche (Solista: F. Palermini sax alto)

    A. PIAzzOLLA Adios Nonino, Oblivion

    R. GALLIANO Tango pour Claude (Arr.: Marco Guidolotti)

    M. GUIDOLOTTI Funkology

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    DOMeNICA 23 Luglio ore 19.30FossanovaInfermeria

    TRIO ROMA CLASSICAAntonello Maio pianoforte Santi Interdonato violinoAlessandra Leardini violoncello

    G. DONIzETTITrio in Re maggiore Allegro, Largo, Allegro

    F. CHOPINTrio op. 8 in Sol minore Allegro, Scherzo, Adagio, Polacca

    F. MENDELSSOHNTrio op. 49 in Re minore Allegro molto, Andante, Scherzo, Allegro appassionato

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    SABATO 29 Luglio ore 21.00Cisterna di LatinaParco di Pantanello/Oasi di NinfaMUSICHE PER UN GIARDINO

    (E UN OMAGGIO AL BOSCO)

    Alfonso Alberti pianoforte

    R. SCHUMANNWaldszenen op. 82

    F. SCHUBERT/F. LISzTDie Rose

    G. GASLINIFiori musicali: Artemisia - Hypericum - Ligustrum - Pulsatilla Amantilla - Hesperis - Speronella - Gensara

    P. I. ČAJKOVSKIJIl bucaneve dai “Mesi”

    C. DEBUSSyJardins sous la pluie da “Estampes”

    K. S. SORABJILe jardin parfumé

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    LUNeDì 31 Luglio ore 21.00SermonetaCastello CaetaniORCHeSTRA NAZIONALe DeI LICeI MUSICALI ITALIANI Francesco Di Peri direttore

    A. SACCHINI Edipo a Colono, Ouverture

    L. V. BEETHOVEN I movimento dalla Sinfonia n. 1 in Do maggiore op. 21

    C. SAINT-SAëNS Il cigno per violoncello e orchestra, dal “Carnevale degli animali”

    L. V. BEETHOVEN II movimento dalla Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92

    E. MORRICONE Gabriel’s oboe; Moderato da “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”; Lentamente da “C’era una volta il West”; Paso Doble (Danza spagnola) da “Per qualche dollaro in più”; L’Estasi dell’oro da “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” (trascrizioni di G. Cristiano).

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    partecipano

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    ALFONSO ALBERTI suona (il pianoforte) e scrive (libri sulla musica). Sua grande passione è la musica d’oggi, nella convinzione che essa sia un’opportunità formidabile per ca-pire il tempo che ci troviamo a vivere, e noi stessi che vivia-mo in questo tempo. Gli sono state affidate più di cento pri-me esecuzioni assolute, fra cui opere riscoperte di G. Scelsi, N. Castiglioni, G. Sinopoli. Ha suonato in luoghi come il Konzerthaus di Vienna, il LACMA di Los Angeles, la Cap-pella Paolina del Quirinale e il Teatro Bibiena di Manto-va. Ha pubblicato più di venti dischi solistici e cameristici. Il CD Stradivarius col Concerto di Petrassi ha vinto il Pre-mio della critica come miglior disco 2012 in Italia. Recen-te è l’uscita di Giorgio Gaslini: Murales Promenade, sempre per Stradivarius. Fra i suoi libri: La rosa è senza perché. Niccolò Ca-stiglioni, 1966-1996 (LIM, 2012), Vladimir Horowitz (L’Epos, 2008), Le sonate di Claude Debussy (LIM, 2008) e Niccolò Casti-glioni, 1950-1966 (LIM, 2007).

    MARCO ANGIUS ha diretto Ensemble Intercontempo-rain, London Sinfonietta, Tokyo Philharmonic, Orchestra Nazionale della Rai di Torino, Orchestra del Teatro La Fe-nice, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Comunale di Bo-logna, Teatro Regio di Torino, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Orchestra Verdi, Orchestra della Svizzera Italia-na, Orchestre de Lausanne, Orchestre de Nancy, Orchestra della Toscana, I Pomeriggi Musicali, Luxembourg Philhar-monie, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam. Nel 2007 ha ottenuto il Premio Amadeus per il CD Mixtim di Ivan Fedele (2007), compositore del quale ha inciso tutta l’opera per violino e orchestra con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. La nutrita discografia comprende opere di Sciar-rino (tra cui Luci mie traditrici, Canzoni del XX secolo, Cantare con silenzio, Le stagioni artificiali, Studi per l’intonazione del mare), Nono (Risonanze erranti), Schönberg (Pierrot lunaire), Evange-listi (Die Schachtel), Dallapiccola, Togni, Battistelli (L’imbalsa-matore), Donatoni (Abyss), Bach (Die Kunst der Fuge), Adámek (con l’Ensemble Intercontemporain per l’etichetta Wergo). Marco Angius ha inaugurato la Stagione 2016/2017 del Teatro La Fenice dirigendo Aquagranda di Filippo Perocco

    (Premio Abbiati 2017), oltre a Káťa Kabanová di Janáček al Teatro Regio di Torino con la regia di Robert Carsen (2017), il Prometeo di Luigi Nono nella nuova edizione al Teatro Regio di Parma (2017), Aspern di Sciarrino (Fenice), Jakob Lenz di Wolfgang Rihm e Don Perlimplin di Bruno Ma-derna (entrambi al Comunale di Bologna), La volpe astuta di Janáček, L’Italia del destino di Luca Mosca e La metamorfosi di Silvia Colasanti (entrambi al Maggio Fiorentino), Il suo-no giallo di Alessandro Solbiati (Bologna, “Premio Abbiati” 2016), Alfred, Alfred di Franco Donatoni, Il diario di Nijinsky di Detlev Glanert. Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala, dal settem-bre 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto con cui ha già all’attivo un’ampia di-scografia e l’integrale delle sinfonie di Beethoven. Tra i suoi libri: Come avvicinare il silenzio (Rai Eri, 2007), Del suono estremo (Aracne, 2014). I prossimi impegni prevedono l’inaugura-zione e chiusura del Festival Milano Musica 2017, la Medea di Dusapin al Comunale di Bologna, l’inaugurazione della Biennale Musica di Venezia 2017 con Inori di Stockhausen, la prima assoluta di Fammi udire la tua voce di Guarnieri allo Sperimentale di Spoleto.

    ARS LUDI nasce nel 1985 e come ensemble si è esibito in USA, Canada, Spagna, Germania, Messico, Cina, Svezia, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e in alcune di queste occa-sioni ha registrato per le emittenti radio-televisive nazionali. Elemento centrale del lavoro musicale è la realizzazione, an-che attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie, di materiali sonori concreti e di eventi scenico-teatrali, di progetti musi-cali atti a superare la dimensione del concerto tradizionale. In questo contesto l’attività produttiva dell’ensemble è stata indirizzata in più direzioni creative, tramite collaborazioni con artisti quali S. Accardo, L. Andriessen, G. Battistelli, A. Curran, W. Duckworth, P. Fresu, S. Reich, A. Ruggiero, G. Sinopoli. Discografia: Il Pontesonoro, Musica Verticale, Edipan, Live in Sogna ’99 (serie limitata e privata), Bril-liant: J. Cage Four Walls e Music for Piano and Percussion, Festi-val Opera Barga: live CD Living Room Music.

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    LUIGI ATTADEMO inizia la sua parabola artistica lau-rendosi terzo al “Concours International d’Exécution Musicale” di Ginevra del 1995. Nato nella scuola del chi-tarrista-compositore Angelo Gilardino, conta tra i suoi ma-estri Giovanni Guanti, Julius Kalmar, Alessandro Solbiati, Emilia Fadini. Laureato in Filosofia con una tesi sull’inter-pretazione musicale, ha registrato più di dieci CD, tra cui monografie dedicate alle Sonate di Domenico Scarlatti, a J. S. Bach, alle opere inedite ritrovate nell’Archivio Segovia e ai Quintetti di Luigi Boccherini. Dedica la gran parte della sua attività alla musica da camera e a progetti monografi-ci, tra cui la recente registrazione integrale delle Suites per liuto di Bach (pubblicato nel 2011 per la Brilliant Classics) e un progetto su Paganini e la musica contemporanea. Tra i suoi recenti progetti, la pubblicazione dell’antologia e del CD con le musiche contemporanee per chitarra dedicate a Paganini (Ed. Sinfonica) e l’integrale delle opere di Nic-colò Paganini per chitarra sola per la prima volta suonate integralmente su una chitarra dell’epoca (Brilliant, 2013). Nel 2014 la rivista Amadeus ha dedicato a lui il numero di maggio con la pubblicazione di un CD monografico su Fernando Sor. Nel 2015 ha riproposto in Italia l’impegna-tiva opera di Hans Werner Henze, El Cimarrón. È docente attualmente presso ISSM G. Donizetti di Bergamo.

    BANDA MUSICALE DELLA MARINA MILITARE uno dei più antichi complessi bandistici militari italiani trae origine dai piccoli complessi strumentali che nelle Marine preunitarie erano normalmente imbarcati sulle navi am-miraglie. Oggi, la Banda si esibisce regolarmente in Italia e all’estero. Per la sua capacità di rappresentare attraverso la musica l’impegno della Marina nel sociale e negli aiu-ti umanitari, nel 2004 è stata insignita del Cavalierato di Pace dal Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli di Assisi. L’organico della Banda si compone di un Maestro Direttore, un Maestro Vicedirettore, 102 orchestrali e un archivista, tutti in servizio permanente effettivo, provenien-ti dai più famosi conservatori di musica. Attualmente la Banda è comandata dal Capitano di fregata Santo Paga-

    no Giorgianni ed è diretta dal Capitano di fregata Mae-stro Antonio Barbagallo. Il repertorio musicale abbraccia ogni genere, dalla musica originale per banda al classico, lirico-sinfonico, leggero e jazz. Tra gli importanti palcosce-nici nazionali spiccano il Teatro alla Scala, l’Auditorium e il Teatro dal Verme di Milano; l’Accademia Nazionale di S. Cecilia - Auditorium Parco della Musica, il Teatro dell’O-pera, l’Auditorium della Conciliazione e la Sala Accademi-ca del Conservatorio Santa Cecilia di Roma; il Teatro San Carlo di Napoli; il Teatro Regio e l’Auditorium Paganini di Parma; il Teatro Carlo Felice di Genova; il Teatro Verdi di Trieste; il Teatro Petruzzelli di Bari; il Teatro Bellini di Catania; il Teatro La Fenice di Venezia. La Banda Musicale della Marina Militare ha anche al suo attivo numerose par-tecipazioni a trasmissioni radio-televisive e una vasta pro-duzione di materiale video e discografico che comprende le registrazioni dei più importanti concerti e brani.

    ANTONIO BARBAGALLO è nato a Catania il 4 set-tembre 1968 e si è diplomato in Composizione, Pianoforte, Strumentazione per Banda, Musica Corale e Direzione di Coro. Ha conseguito inoltre il Diploma Accademico di II livello in Direzione e Strumentazione per Banda presso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia in Roma e il Diplo-ma di alto perfezionamento in Direzione di Banda al corso triennale istituito dall’Accademia Musicale di Pescara. Ha studiato Organo e Composizione organistica e ha frequen-tato il corso di perfezionamento in Direzione, Strumenta-zione e Composizione per Banda, istituito dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nell’anno accademico 1998/99 e all’inizio dell’ a.a. 1999/2000, è stato docente di Stru-mentazione per Banda presso il Conservatorio di Musica D. Cimarosa di Avellino. Nell’anno accademico 1999/2000 è stato docente di Teoria e Solfeggio presso l’Istituto Musica-le G. Navarra di Gela (CL). Autore e trascrittore di materia-le didattico e di composizioni per coro, gruppi da camera, banda, orchestra, è membro di commissione in numerosi concorsi nazionali, svolgendo inoltre attività didattica nel campo bandistico, con corsi e convegni sulla direzione,

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    storia e analisi del repertorio. Dal 1991 al 2000 ha diret-to l’Associazione “Orizzonti Musicali” - Schola Cantorum “Maria SS. del Rosario” di Fleri, zafferana Etnea (CT) con un’intensa attività concertistica e la produzione di mate-riale discografico. Dal 2002 dirige anche il Coro Polifonico Santarosa (Roma). Ha diretto la Banda Nazionale dei Vigili del Fuoco dal 1996 al 2000 e nell’ottobre dello stesso anno, ha vinto il concorso per Maestro Direttore della Banda Mu-sicale della Marina Militare Italiana, con la quale svolge un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero.

    MARIA GRAZIA BELLOCCHIO ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio Giuseppe Verdi di Mi-lano con Antonio Beltrami e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la men-zione d’onore, ha proseguito gli studi alla Hochschu-le di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco Gei. Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il concer-to di Scriabin con l’Orchestra della RAI di Milano e il primo concerto di Beethoven con l’Orchestra del Conservatorio di Milano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di Stra-winsky al Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo repertorio spazia da Bach ai giovani compositori con-temporanei. Collabora stabilmente con il Divertimento En-semble diretto da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival italiani ed europei. Ha inciso CD per Ri-cordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano Gervasoni. Insegna pianofor-te presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali G. Donizetti di Bergamo e tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico dedicati al repertorio classico e contemporaneo.

    ELENA CÀSOLI è ospite di festival internazionali (Mel-bourne Festival, Hamburg Festspiel, MiTo, New Music Prague, Biennale Venezia, Dresdner Musikfestspiel, Sin-gapore Int. Guitar Festival, Milano Musica, Uniandes Bogotà, Uppsala Int. Festival) come solista, con orchestre sinfoniche (Mahler Chamber Orchestra, Orchestra RAI,

    Concerto Budapest), in collaborazione con ensembles (Ensemble Modern, Sentieri Selvaggi, Divertimento En-semble) e studi di informatica musicale. Ha inciso per Ri-voAlto, Dabringhaus&Grimm, Larecords, BMG Ricordi, Victor Japan, Col Legno, Velut Luna, Stradivarius, Scan-dicus. Ha realizzato video e DVD con Vortice/Spi, Gog/DIST Genova, Limen Music, Musik Syd Channel Sweden. Per Al Gran Sole ha partecipato al film dedicato a D. Scar-latti (2006), a J. S. Bach (2010), a Carlo Gesualdo da Ve-nosa (2015). Nel 2009 Al Gran Sole ha realizzato il film documentario “Nelle Corde di Elena”. Dal 2002 è docente presso la Hochschule der Künste Bern e tiene masterclas-ses in Italia e all’estero (Liten Gitarrenakademie-Sweden). Nel 2016 ha collaborato con la Fondazione Cini di Venezia come docente e performer al progetto “Research-Led Per-formance”. Nel 2017 ha tenuto concerti e masterclasses in Cina, a Pechino, Nanchang e Shanghai. Tra i suoi strumen-ti, una chitarra originale Luìs Panormo del 1846.

    GIOVANNI CLAVORÀ BRAULIN concertista e profes-sore di Organo e Composizione organistica nel Conserva-torio Statale di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze, svolge un’intensa e qualificata attività in Italia e all’estero, ospite di importanti festival e rassegne internazionali in Germania, Svizzera, Svezia, Belgio, Repubblica Ceca, Russia, Polonia, Repubblica Slovacca, Regno Unito, Spagna, Finlandia, Ungheria. Si impegna inoltre per il restauro e la valorizza-zione del ricco patrimonio organario del suo Paese. Il suo repertorio spazia dal Rinascimento alla musica contempo-ranea, con particolare riferimento all’opera di J. S. Bach e alla letteratura romantica e moderna italiana, tedesca e francese. Nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Franz Liszt ne ha eseguito a Roma l’intera opera per orga-no, all’interno della manifestazione Liszt e Roma. Ha regi-strato concerti per la RAI Radiotelevisione Italiana, la Ra-dio Vaticana, la Radio Canadese, la Televisione e la Radio Slovacca. Collabora con riviste musicali specializzate ed ha curato una Storia della Musica Sacra nella Città di Roma durante i Giubilei, dal 1300 al 2000. Nel 2015 ha curato per la Armelin una edizione critica dei Fiori Musicali di G.

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    Frescobaldi. Nel febbraio 2016 ha pubblicato per la zecchi-ni Editore la traduzione italiana della biografia del rinoma-to compositore ceco Petr Eben (K. Vondrovicová - Panton 1995, Schott 2000), del quale si impegna a diffondere l’o-pera. Vincitore di alcuni concorsi organistici nazionali e del concorso a cattedre per l’insegnamento nei Conservatori Statali di Musica, è risultato vincitore del Concorso Orga-nistico Internazionale “Flor Peeters” di Mechelen (Belgio) nel 1988. Ha compiuto i suoi studi musicali nel Conser-vatorio “Santa Cecilia” di Roma, conseguendo i Diplomi in: Pianoforte, Organo e Composizione organistica; sotto la guida di Domenico Bartolucci – allora direttore della Cappella Sistina – si è inoltre diplomato in Musica corale e Direzione di coro. Parallelamente ha proseguito gli studi umanistici, laureandosi con lode in Lettere Classiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma. È direttore artistico delle attività musicali della Chiesa di S. Marcello al Corso in Roma e organista in S. Pietro in Vaticano.

    RENATO GABRIELE è poeta e scrittore. Ha pub-blicato nove libri di poesia, quattro volumi di nar-rativa, cinque drammi per il teatro e tre libri di sag-gi. Per la sua scrittura poetica ha riportato prestigiosi premi ed è stato selezionato per il Premio Viareggio. Il suo Elegie del cercatore di conchiglie è tradotto in lingua polac-ca ed è stato al centro di un fitto programma di letture in varie città della Polonia ed alla radio nazionale polacca, su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia. Renato Gabriele ha all’attivo un nutrito numero di letture poetiche pubbliche. I suoi romanzi Il Comandante della caccia reale e Appena ieri eravamo felici sono stati selezionati per il Premio Campiello. Renato Gabriele ha scritto un libro di saggi in-torno ai poeti polacchi del Novecento, contribuendo alla diffusione della conoscenza di quella poesia in Italia ed è insignito dell’onorificenza di Benemerito della Repubblica di Polonia, conferitagli con brevetto di quel Governo.

    GIOVANNI GNOCCHI laureato ai Concorsi violoncel-listici Primavera di Praga, Antonio Janigro di zagabria e vincitore del Concorso “F. J. Haydn” di Vienna, ha debut-

    tato come solista assieme a yo-yo Ma, e suonato sotto la direzione di G. Dudamel, Ch. Hogwood, C. Rizzi, P. De-spalj, all’Hong Kong Arts Festival, Mozarteum Salzburg, Wiener Konzerthaus, Essen Philharmonie, Rosengarten di Manheim, Kurhaus di Wiesbaden e in molte altre sale e festivals. Primo Violoncello solista per 8 anni (2002-2010) della Camerata Salzburg, con cui ha suonato anche come solista e camerista in tutto il mondo, nella passata stagione ha ricoperto il ruolo di Guest Principal Cellist alla Royal Philharmonic Orchestra di Londra, dopo aver già collabo-rato come primo violoncello ospite nella Philharmonia Or-chestra di Londra, Münchner Philharmoniker, Orchestra Mozart, co-principal nella London Symphony, e dal 2008 è membro della Lucerne Festival Orchestra di Claudio Ab-bado. In seno ad essa si è esibito anche in formazioni came-ristiche con i Solisti della Lucerne Festival Orchestra alla KKL di Lucerna e in Giappone. Fondatore del Quartetto di Cremona e del David Trio, ha vinto Premi in concorsi cameristici internazionali in Europa e USA. Premiato dal Borletti-Buitoni Trust di Londra e vincitore dell’Audience Prize della Wigmore Hall, si è esibito presso i più importan-ti festivals europei anche con i membri del Quartetto Ha-gen, L. Kavakos, A. Lucchesini, A. Madzar, Mahler Cham-ber Soloists, D. Poppen, B. Bonney e ha suonato in duo con A. Lonquich per le Serate Musicali di Milano. A seguito di un concorso internazionale, Giovanni è stato scelto come Univ. Prof. di Violoncello della Univeristät Mozarteum di Salisburgo. Giovanni ha studiato R. Filippini e M. Brunel-lo, si è diplomato al Conservatorio di Rovigo con lode sotto la guida di L. Simoncini. Ha frequentato le lezioni di E. Bronzi e C. Hagen e le Masterclass di H. Schiff, S. Isserlis, A. Meneses, D. Geringas, N. Gutman, F. Rados.

    IALSAX QUARTET GIANNI ODDI ha studiato Pianoforte con Alfredo They e Saxofono con Alber-to Fusco e Baldo Maestri. È stato per molti anni 1° Sax Alto dell’Orchestra della RAI di Roma e della PMJO. Ha insegnato Pianoforte Compl. al Conservatorio di Frosi-none. Vanta collaborazioni prestigiose con: Saxes Machine di Bruno Biriaco, Enrico Pieranunzi, Luis Bacalov, Rosa-

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    rio Giuliani, Maurizio Giammarco, John Lewis, Gil Evans, Dizzy Gillespie, Mike Westbrook, George Russell, Maria Schneider, Bill Holman, Mike Stern, Bob Brookmayer. Ha compiuto tournée in: U.S.A., Canada, Brasile, Argen-tina, Giappone, Cina, Corea, Australia, Francia, Germa-nia, Polonia, Austria, Africa e Medio Oriente. Numerose sono le collaborazioni discografiche per prestigiose etichet-te come: Edi-Pan, Fonit Cetra, Parco della Musica, RCA, Universal, yal Records, Via Veneto Jazz, Warner/Chappell Music, Riviera Jazz Records, Pentaflowers, Beat Records, BMG, Verve. È fondatore e Direttore di “Ials Jazz Big Band”, orchestra di 16 musicisti con la quale tiene presti-giosi concerti con illustri ospiti come: Marcello Rosa, Cic-ci Santucci, Fabrizio Bosso, Franco e Dino Piana. Solista in numerosi concerti e colonne sonore composte e diret-te da E. Morricone. Ha collaborato in qualità di docen-te al “Biennio di Sassofono” presso il Conservatorio di S. Cecilia. Svolge attività concertistica in Italia ed all’estero. FILIBERTO PALERMINI inizia gli studi all’età di 16 anni diplomandosi sempre con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Frosinone in Saxofono, Jazz e Musica Elettronica. Consegue la laurea specialistica in Jazz con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio S. Ceci-lia di Roma. Dal 1992 svolge una intensa attività artistica come strumentista e come arrangiatore muovendosi con versatilità e spirito di sperimentazione sia nel campo del-la musica improvvisata (jazz e derivati) che in quello della musica contemporanea partecipando a numerosi festivals internazionali in Italia (Clusone Jazz, Atina Jazz, Cantie-re Internaz. dell’Arte, Barga Jazz, Pescara Jazz, Roccella Jonica Jazz) e tournée all’estero (Iran, Albania, Tunisia, Romania, Ungheria, Brasile, Argentina, Colombia, Gua-temala, Stati Uniti). Collaborazioni prestigiose con: Peter Erskine, Palle Danielsson, John Newton, Enrico Piera-nunzi, John Taylor, Bob Mintzer, Paquito D’Rivera, Luis Bacalov, Mike Stern, Diane Schuur, Alex Spiagin, Tom Harrell, Adam Nussbaum, Robin Eubanks, Larry Carl-ton, Chris Potter. Ha all’attivo numerose incisioni disco-grafiche per diverse etichette italiane ed europee come: Splash, Philology, Materiali Musicali, Via Veneto Jazz,

    Alfa Music, EmArcy. Attualmente è titolare della cattedra di Saxofono Jazz presso il Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo dove fonda e dirige il “Pergolesi Jazz Ensemble”. ALESSANDRO TOMEI si diploma in Sassofono con il massimo dei voti presso il Conservatorio Licinio Refi-ce di Frosinone sotto la guida del M° Massimo Bettazzi. Successivamente si specializza in Musica Jazz al C.P.M. di Siena e alla Università della Musica di Roma. Nel 1996 inizia un’intensa attività concertistica collaboran-do con i massimi esponenti della scena artistica italiana ed internazionale tra i quali: Tullio De Piscopo, Stefano Di Battista, Franco e Dino Piana, Pietro Iodice, Mario Corvini, Riccardo Biseo, Cicci Santucci, Rosario Giulia-ni, Benny Golson, Enrico Rava, Maurizio Giammarco, Luis Bacalov, Ennio Morricone, Roberto Gatto, Bruno Tommaso, Javier Girotto, Enrico Pieranunzi. Vincitore di 3 Contest Jazz (S. Anna Arresi, Baronissi, Mentana). Ha all’attivo tre CD “Subzero”, “Lavori in Corso” e “Quattro Sogni” inciso con il gruppo “Bloom”. Da molti anni collabora con la Rai e Mediaset negli show più im-portanti in qualità di solista al fianco di artisti di grande levatura come: Mario Biondi, Gino Paoli, Ornella Vano-ni, Neri Marcorè, Gigi Proietti, Cristian De Sica. È auto-re delle musiche di quattro brani del CD “Soho Night” interpretato dalla cantante Kate Robbins e registrato re-centemente presso gli studi “Abbey Road” (Londra). Ha compiuto tournée in Colombia, Argentina, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Svizzera, Francia, Spagna, Olanda. MARCO GUIDOLOTTI si è laureato con 110 e Lode in Musica Jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con il M° Paolo Damiani e diplomato in Clarinetto al Con-servatorio A. Casella dell’Aquila con il M° Domenico Lanzara. Ha suonato al Jazz Festival di Nyons, al Barga Jazz Festival, Ottawa Jazz Festival, “Nantes Jazz Festival”. Ha vinto il premio della critica del pubblico al Concorso “M.Urbani”(2009) ed il 1° Premio dello stesso concorso nel 2010. Ha inciso il suo primo cd “Nel segno di Max” per la Philology Label, successivamente registra con il proprio nome i cd “Etruschi in Jazz” per la PIMU e “S’Wonderful” dedicato a Gerry Mulligan per la Tosky Records. Ha col-

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    laborato con illustri musicisti tra i quali: Rosario Giuliani, Stefano Di Battista, Pino e Pietro Iodice, Mario e Claudio Corvini, Paolo Damiani, Enrico Pieranunzi, Gabriele Mira-bassi, Massimo Nunzi, Paolo Silvestri, Javier Girotto, Tullio De Piscopo, Bob Mintzer, Roberto Gatto, Ennio Morrico-ne, Woody Allen, Armando Trovajoli, Luis Bacalov, Dee Dee Bridgwater, Randy Crawford, Dave Liebman, Fabrizio Bosso, Miroslav Vitous, Bob Brookmeyer, Wayne Marshall, Danilo Rea, Paul Mc Candless, Eric Marienthal, Gary Smulyan. Ha compiuto tournée in tutto il mondo: Stati Uniti, Canada, Argentina, Portogallo, Colombia, Svizzera, Turchia, Francia, Belgio, Albania, Russia, Tunisia.

    GIANLUCA LITTERA dopo aver conseguito con il mas-simo dei voti e la Menzione d’Onore il Diploma di Viola, nel 1985, Gianluca Littera scopre l’armonica cromatica e vi si dedica totalmente, sino a diventare oggi uno tra i po-chissimi solisti al mondo a proporsi con questo strumento sia in ambito classico sia in ambito jazz. Gianluca Littera è regolarmente ospite d’importanti manifestazioni interna-zionali e istituzioni musicali quali: Kremerata Baltica, Or-chestra Sinfonica di Norimberga (Germania), Guangzhou Symphony Orchestra (Cina) l’Accademia Nazionale Santa Cecilia, Orchestra dell’Arena di Verona, Orchestra Nazio-nale Lituana, Orquestra Sinfônica do Estado de São Paulo (Brasile), Orchestra della Svizzera Italiana, Tonkünstler-Orchester Niederösterreich (Austria), Orquesta Sinfóni-ca de Bilbao (Spagna), Orchestra d’Archi del Cremlino (Russia), Orchestra Nazionale Estone (Estonia), Orchestre Régional de Cannes Provence Alpes Côte d’Azur (Francia), Orquesta Sinfónica de Acapulco (Messico), Orquesta de la OFUNAM (Messico), Orquesta Sinfónica de Castilla y Leon (Spagna), l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Haydn di Bolzano, Orquesta Sinfónica de Gran Canaria (Spagna) , Houston Symphony Orchestra (USA). Ha colla-borato in molte occasioni con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma: sia in concerto che in progetti discografico con il M° M.W. Chung ed anche in oc-casione del concerto di inaugurazione dello spazio all’aper-to del nuovo Auditorium di Roma “La Cavea” dedicato alla

    Musica nel Cinema (2003), con un programma di compo-sizioni arrangiate e dirette dal premio Oscar Louis Bacalov. Per lui hanno scritto numerosi compositori tra cui Ennio Morricone ci cui nel 2010 con l’Orchestra dell’Accademia ha eseguito in prima mondiale la composizione Immobile n. 2 sotto la direzione dello stesso compositore. Collabora con Kremerata Baltica del violinista Gidon Kremer, con il quale si è esibito in Europa e nel Festival di Lockhenaus in Austria (2011). Nel 2012 ha suonato a Vienna al Musikverein con l’Orchestra Tonkünstler-Orchester Niederösterreich diret-ta dal M° Andrea Orozco. In ambito jazzistico, annovera collaborazioni con artisti internazionali quali Ute Lemper ed Ivan Lins. Nel Febbraio 2016 è stato ospite del prestigio-so Féstival Présences a Parigi, presso la Maison de Radio France, per eseguire il brano a lui dedicato dal compositore Francesco Filidei per armonica ed ensemble. Nel 2017 sarà a Ginevra con l’Orchestra “Experimental Studio”. Sarà ospite del celebre violista yuri Bashmet nel suo omonimo Festival a Minsk in Russia nell’ottobre 2017.

    OPV ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO fondata nell’ottobre 1966, in oltre 50 anni di attività OPV si è affermata come una delle principali orchestre italiane. Unica I.C.O. operante in Veneto, realizza circa 120 tra con-certi e recite d’opera ogni anno, con una propria stagione a Padova, concerti in ambito reegionale, per le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero. Dal 1983 la direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affi-data a Peter Maag, Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello, Filippo Juvarra. Nel settembre 2015 Marco An-gius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico. Nella sua lunga vita artistica OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano S. Accardo, M. Argerich, V. Ashkenazy, R. Chailly, R. Goebel, P. Herreweghe, C. Hogwood, S. Is-serlis, L. Kavakos, T. Koopman, A. Lonquich, R. Lupu, M. Maisky, Sir N. Marriner, V. Mullova, O. Mustonen, A.S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, S. Richter, M. Rostropo-vich, K. zimerman. Negli ultimi anni l’Orchestra si è di-stinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi

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    apprezzamenti in diversi allestimenti di opere di Mozart, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Poulenc. Nella Stagione 2015/2016, su ideazione di Marco Angius, OPV ha ospi-tato Salvatore Sciarrino come compositore in residenza realizzando il primo ciclo di Lezioni di suono per Rai5, esperienza che si è poi rinnovata nella Stagione 2016/2017 con Ivan Fedele. Sempre nel 2016, l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven dirette da Angius nell’ambito del “Ludwig Van Festival” è stata accolta da un eccezionale consenso di pubblico e di critica. OPV è protagonista di una vastissima attività discografica che conta più di 60 inci-sioni per le più importanti etichette. È sostenuta da Ministe-ro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione del Veneto e Comune di Padova.

    MARTINA RUDIC nata a Zagabria, Croazia, ha iniziato lo studio del violoncello presso la Scuola di Musica di Belgrado. Trasferitasi in Italia, ha conseguito il diploma con il mas-simo dei voti presso il Conservatorio “G. Verdi” di Como, perfezionandosi in seguito presso l’Accademia “W. Stauf-fer” di Cremona, l’Accademia “Santa Cecilia” di Roma e il Conservatorio di Milano. Ha vinto il primo premio del Concorso internazionale di Stresa nella sezione solisti (1995) e il primo premio nella sezione cameristica (1995, 1996). Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali nella ex Jugoslavia, vincendo diversi premi. Dal 2006 collabora stabilmente con il Divertimento Ensemble svolgendo nu-merosi concerti in Italia e all’estero.

    MICHELE MARCO ROSSI apprezzato dai più grandi musicisti contemporanei ha già in repertorio prime esecu-zioni e collaborazioni che spaziano dalle nuove generazioni di compositori emergenti alle grandi firme internazionali: da I. Fedele a K. Penderecki, da S. Sciarrino a B. Furrer, da L. Ronchetti a E. Poppe, A. Solbiati, C. Bauckholt, K. Huber, E. Morricone, H. Lachenmann. Si diploma al Con-servatorio di Perugia con il massimo dei voti e la lode, segue corsi di musicisti come E. Bronzi, F. Dillon, D. Roccato, G. Pichler (Alban Berg Quartet), Quartetto di Cremona, Trio di Parma. Approfondisce il repertorio barocco con

    Gaetano Nasillo, Kristin von der Goltz e Marco Ceccato, il repertorio contemporaneo con Ensemble Modern come vincitore della borsa di studio per la International Ensem-ble Modern Academy a Francoforte e con Lucas Fels (Ar-ditti Quartet), e si diploma nuovamente con il massimo dei voti e la lode ai Corsi di Alto Perfezionamento di Santa Cecilia sotto la guida di G. Sollima. Le performances per violoncello solo, i lavori in Ensemble (come PMCE, Ensem-ble Modern, Accroche Note, Flame Ensemble, Ensemble Novecento, ContempoArt) e come solista con orchestra, insieme ai nuovi progetti teatrali ed alle collaborazioni con case editrici che già vedono nel loro catalogo lavori a lui de-dicati (Edizioni Suvini zerboni, Edizioni Sconfinarte) costi-tuiscono il centro della sua attività, che coinvolge festival e sale come Biennale di Venezia, Witten Newcomer Konzert, Berlin Philarmonie Kammermusik Saal, Auditorium Parco della Musica di Roma, Cité de la Musique et de la Danse Strasbourg, Ravello Festival, I Concerti del Quirinale su Radio 3, Accademia Filarmonica Romana, Ravenna Festi-val, Festival dei Due Mondi di Spoleto. Membro fondatore del MobileBeats Ensemble, gruppo residente in Germania dedito alla nuova musica, porta avanti anche progetti di musica antica su strumenti originali, spettacoli di teatro d’a-vanguardia, collaborazioni da coautore, realizzando ogni anno nuovi programmi e proposte poliedriche.

    EUGENIA TAMBURRI impara a conoscere la Musica con Andreina Di Girolamo e vince numerosi concorsi pia-nistici nazionali e cameristici internazionali. Si diploma molto presto e con lode in pianoforte presso il Conserva-torio di Campobasso. Frequenta il corso di alto perfeziona-mento in Musica d’Insieme presso l’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, diplomandosi nella classe di Rocco Filippini. Segue corsi internazionali di perfezionamento a Siena col Trio di Trieste presso l’Accademia Musicale Chi-giana, a Berna con Rada Petkova presso la Hochschule der Künste Bern, a Fiesole con Bruno Canino presso la Scuo-la di Musica di Fiesole. Si laurea con lode in Musica da Camera con Marco Grisanti. Si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Roma La

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    Sapienza. Suona stabilmente con il violoncellista Michele Chiapperino e in duo pianistico con Corrado Nicola De Bernart, esibendosi per importanti stagioni concertistiche. Maestro Collaboratore delle prime parti di importanti orchestre italiane ed estere (B. Schneider, G. Gnocchi, A. Oliva, M. Evangelista, A. Persichilli, M. Marasco, N. Maz-zanti, M. Caramaschi, C. Palermo), pianista ufficiale di corsi e concorsi e maestro corripetitore per cantanti (Te-atro dell’Opera di Roma), collabora con l’Accademia Ita-liana del Flauto, la Nova Amadeus Chamber Orchestra, l’Orchestra Sinfonica di Roma e l’Auditorium Parco della Musica. In qualità di pianista, registra da anni per la Radio Vaticana, curandone altresì in veste di autrice e conduttrice le puntate dei programmi musicali.

    TRIO ROMA CLASSICA uno straordinario trio di soli-sti che prende il nome dall’omonima orchestra da camera “Roma Classica”. La ricerca dell’ensemble è rivolta alla ri-scoperta del ricchissimo e prestigioso patrimonio strumen-tale del XIX Secolo, ed alla valorizzazione del repertorio del XX Secolo. Il trio svolge da sette anni intensa attività concertistica nelle maggiori istituzioni cameristiche italiane, riportando sempre successo di critica e di pubblico. SANTI INTERDONATO (violino) studia a Roma con Lilia D’Al-bore e Remy Principe. Premiato al 10° concorso di Vittorio Veneto, vincitore del concorso di musica da camera indetto dalla Casa Musicisti di Roma, consegue il diploma di me-rito di Musica da Camera presso l’Accademia Chigiana di