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di Francesca Vitetta FONDIARIA SAI DIVISIONE FONDIARIA Agenzia Generale di Valdagno Via S. Clemente, 10/12 36078 VALDAGNO (VI) divisione FONDIARIA e-mail: [email protected] Tel. 0445 409735 - 409933 - Fax 0445 406097 PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO BIMESTRALE EDITO DA: ASSOCIAZIONE PRO VALDAGNO fondato nel 1956 280 continua a pag. 2... ANNO LX - N. 2 Maggio/Giugno 2014 Taxe percue (Tassa riscossa) all Ufficio Postale di Vicenza - Italy 2,00 - GRATIS AI SOCI - Reg. Tribunale di Vicenza n. 92 (22 /12/1956) Sped. in Abb.Post.Comma 20/b Art.2 L. 662/96 Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia. Pubb. - 70% Recapito: 36078 Valdagno (VI), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190 e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Gianni Luigi Spagnolo - Direttore: Vittorio Visonà - Redazione: A. Petrin, V. Sandri, F. Vitetta. Stampa: Tipografia Danzo srl - 36073 Cornedo, Via Monte Ortigara, 83 - Impaginazione Grafica: Elena Chemello Cari lettori, l'interesse di Provaldagno per la conoscenza e la promozione del nostro territorio continua. La “Festa della Città Sociale - Gli anni '30 nella città dell'armonia” ha voluto ancora una volta essere un esempio di come si può recupe- rare la nostra storia, il nostro passato per proiettarci verso il fu- turo. Perchè, in tempi dove è dif- ficile capire dove sia la direzione giusta da percorrere, dobbiamo imparare a guardare proprio il passato e ripartire da quello. An- che perchè non c'è futuro se non si ha un passato e noi, di passato glorioso, ne abbiamo molto... Crediamo ,in questa occasione, di aver dato il via ad un appunta- mento importante che vorrà, ogni anno, ritornare nel glorioso passa- to di una città che è stata orgoglio e vanto sia dal punto di vista sociale ed economico che dal punto di vista architettonico e vorrà fare da filo conduttore tra la città e la sua storia. La prima edizione della Festa della Città Sociale, organizzata da Pro Valdagno in collaborazione con il Comune di Valdagno, si è ispirata agli anni '30 della Città dell'Ar- monia, periodo di costruzione della Città Sociale voluta da un giovane Gaetano Marzotto (29en- ne) e progettata da un giovane architetto Francesco Bonfanti (24en- ne). Questo connubio di giovani menti illuminate, ha dato il via ad un luogo dove si viveva con una rara qualità della vita. La città di Valdagno è ancora fortemente caratterizzata dalla presenza, nella sua struttura ur- bana, dalla città sociale o Città dell'Armonia come amava chia- marla Gaetano Marzotto, nucleo che rappresenta ancora oggi un progetto urbanistico e architetto- UNA SERIE DI INIZIATIVE PER ATTUALIZZARE LA STORIA DI UN LUOGO SIMBOLO DI VALDAGNO La Città Sociale o dell’Armonia Si usa dire cos“, quando nel corso di un pubblico dibattito si ritiene opportuno intervenire su argomenti che riguardano per- sonalmente e sui quali sia ur- gente e doveroso porre alcuni elementi di chiarezza/verit . E questo il proprio il caso delle c elebrazioni dei quaranta an- ni di attivit della Galleria Civica d Arte Moderna, con la inaugurazione di una serie di mostre ed installazioni avvenu- ta il 26 aprile 2014. Innanzitutto una premessa. Queste righe sono frutto di una riflessione condivisa da Vittorio Vison che assieme al sottoscrit- to ha deciso di mettere a disposi- zione del Consiglio di Ammini- strazione della Pro Valdagno gli incarichi di direzione e redazio- ne de Il Nostro Campanile qua- lora fosse necessario salvaguar- dare la Pro Valdagno da r i- flessi negativi conseguenti a quanto sotto riportato. C elebrare i 40 della Galleria Civica senza accennare neanche di sfuggita alla storia di una istituzione che nel territorio ha promosso attivamente una cul- tura dell arte visiva, documen- tando l evoluzione del pensiero e della prassi estetica, con signifi- cativi agganci agli artisti locali ed altrettanto significative aper- ture a livello nazionale. Per tutti questi anni la Galleria Civica stata un u nicum nel panorama vicentino/veneto, col- locandosi volutamente al di fuo- ri delle logiche di mercato. Sia ben chiaro, nulla vietava di organizzare mostre/eventi/in- stallazioni con ve nti artisti in una collettiva in dialogo con la citt - come si legge sul foglio di presentazione; ma che c entra allora tirare in ballo i 40 anni della Galleria Civica che, a rigor di logica cronologica si sarebbero dovuti celebrare a fine del 2013. E anche questo fa un po tristez- za perch nei discorsi tenuti il continua a pag.2 Cammin facendo 5/6 luglio 2014: finalmente si celebrata la Citt Sociale o Citt dell Armonia. La Citt Sociale, detta anche comunemente Oltre Agno, final- mente torna al centro del- l attenzione. Ogni valdagnese ri- conosce questa zona come il simbolo dei fasti locali degli anni 50 e 60 del novecento. Forse la Citt dell Armonia rappresenta l area pi romantica e pi rilassante di Valdagno, frutto di un disegno architettoni- co e urbanistico al tempo futuri- sta ma tutt ora attuale. La ProValdagno ha voluto ripor- tare l attenzione dei cittadini su questo quartiere, inaugurando una nuova festa che si auspica venga ripetuta nei prossimi anni e diventi un appuntamento di crescente interesse. Il leit motiv della Festa era il vintage, il ripercorrere la storia non pi recente ma che fa parte integrante di noi e di questa zona. PER FATTO PERSONALE di Gianni Luigi Spagnolo Il 5 e 6 luglio scorsi la Citt dell Armonia si quindi vestita a festa per ritornare a essere una zona viva e vissuta. Ovviamente il parco della Favo- rita ha aiutato nel creare atmosfe- ra e cornice. Nell ambito di questa prima edizione della F esta della Citt Sociale si voluto occupare molti degli spazi ritenuti simbolo di questa particolare area di Valdagno: parco La Favorita, piazzale Teatro Rivoli, strade limitrofe. Va da s che l obiettivo delle azioni realizzate era di celebrare un luogo storico ma unico e che si caratterizza come simbolo della prestigiosa storia di Valdagno, e che potrebbe e si vorrebbe diven- tasse anche la ripartenza sotto nuovi obiettivi e azioni. Hanno reso vivace la Festa le auto e moto d epoca, il mercatino vintage, i punti di ristoro e le persone che vi hanno partecipato con entusiasmo. Vorrei soffermarmi sui punti di ristoro, caratterizzati da quello spirito vintage che li ha resi unici e simpatici. Uno organizzato da un bar della zona, all interno di un veicolo d altri tempi che ben si prestava allo spirito della Festa, il cui gestore e aiutanti hanno condito di allegria vestendosi come s ti ani”. L altro, organizzato con un tocco di eleganza sobria ma coinvol- gente, dalla nostra Associazione che ha allestito un tavolo comu- nitario dove poter gustare piatti dai sapori d altri tempi e la sempre presente F ritola. Il tutto stato arricchito dalla sfilata di moda vintage (domenica pomeriggio) che ha visto nel parco La Favorita la sua naturale scenografia. Un nuova e bella festa, che richia- ma il passato con un occhio al futuro. L obiettivo della nostra Associa- zione stato raggiunto, e siamo certi che anche questa Festa diventer una tradizione da far crescere affinch i valdagnesi celebrino e vivano la Valdagno che amano. Scalinata del parco La Favorita: foto dei partecipanti alla sfilata vintage, svoltasi nel Parco cittadino in occasione della prima Festa della Citt Sociale . Valdagno, 6 luglio 2014. (a pag. 4-5 servizio e foto)

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Page 1: Campanile 280

di Francesca Vitetta

Ogni edizione del Dipinginterra riserva emozioni nuove e inattese sia ai “piccoli artisti in erba” che ai molti che hanno affollato il centro storico per ammirare la fantasia allo stato puro, espressa dai bambini nelle loro creazioni.

In questo ultimo numero del 2009 vogliamo parlare di noi, del nostro periodico che costi-tuisce un filo di collegamento con i soci della Pro Valdagno, con gli amici e i simpatizzantidentro e fuori la vallata.Tenere in piedi un giornale è sempre una bella impresa, so-prattutto se si deve far conto esclusivamente sul volontariato, sulla generosità di (pochi) sponsor e sulla buona volontà di chi, pagina dopo pagina, costruisce di volta in volta un discorso attendibile e - speriamo - interessante sulle cose di casa nostra, sulla nostra storia, sui nostri personaggi.Per avere qualche idea in più e rinsaldare il collegamento tra consiglio direttivo, soci e perio-dico è stato costituito un comi-tato di redazione che si è as-sunto, tra l’altro, anche il com-pito di elaborare qualche pro-getto per dare maggiore visibi-lità al giornale, ampliandone la diffusione anche al di fuori dei soci della pro loco.

Renderlo disponibile nelle edi-cole; curare delle edizioni spe-ciali in occasione dei grandi eventi cittadini; fare degli in-serti dedicati a nuovi narratori, ai giovani, alla storia locale rivisitata in maniera creativa, con illustrazioni e con imposta-zioni adatte al grande pubblico ma anche agli alunni delle no-stre scuole. Queste ed altre idee cominciano a farsi strada, ben consapevoli tutti che tra il dire e il fare...Resta comunque una buona base di partenza: l’attenzione e la simpatia dei nostri lettori.Perché questa è la vera forza di un giornale: che la gente lo senta proprio, esprimendo giudizi,

n.5/6 settembre - dicembre 2009 - Anno LIV - Redazione: 36078 Valdagno (Vicenza), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190Bimestrale edito da : Associazione ProValdagno - Gratis ai soci - Registrazione al Tribunale di Vicenza n. 92 del 22 Dicembre 1956Pubblicità inferiore al 70% - Stampa Tipografia Danzo srl - 36073 Cornedo, via Monte Ortigara, 83 - Direttore Responsabile:Gianni Luigi Spagnolo - Spedizione in abbonamento postale Comma 20/b Art.2 L.662/96 - Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia.

PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNO

fondato nel 1956

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FONDIARIA SAID I V I S I O N E F O N D I A R I A

Agenzia Generale di ValdagnoVia S. Clemente, 10/1236078 VALDAGNO (VI)

divisioneFONDIARIAe-mail: [email protected]. 0445 409735 - 409933 - Fax 0445 406097

PIU’ OMBRE CHE LUCI, IN UNA CONGIUNTURA ECONOMICA E SOCIALE CHE RICHIEDE A TUTTI IMPEGNO E NUOVA PROGETTUALITÁNella Valle dell’Agno la crisi si fa sentire: in 9 mesi 475 lavoratori licenziatiIl convegno, svoltosi a palazzo Festari con il titolo significativo “Uniti per la ripresa. La Valle dell’Agno oltre la crisi”, organiz-zato dal Gruppo Area, di cui è presidente Luca Romano, ha fotografato in maniera precisa ed impietosa la situazione di una vallata che continua ad es-sere influenzata negativamente da una congiuntura internazio-nale sfavorevole. Nei primi 9 mesi di quest’anno hanno perso il lavoro in 475 contro i 275 dello stesso periodo 2008; in gran parte (336) licenziati per via individuale con la prassi riservata alle circa 4.150 piccole aziende (meno di 15 dipen-denti), cioé il 95% di quelle attive sul territorio; i rimanenti (139) sono stati licenziati per via collettiva, strumento adotta-to da aziende medie e grandi. Metalmeccanico, orafo e concia i settori maggiormente colpiti.L’analisi poi evidenzia che il “licenziato tipo” è maschio,

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con età media 50 anni, impie-gato in una piccola azienda.E più in dettaglio: dei licenziati per via individuale il 78,3% ha tra i 26 ed i 50 anni; il 35% è residente a Valdagno, primo co-mune per numero di licenzia-menti seguito da Trissino (22%) e Cornedo (21%). Dei licenziati per via collettiva, il 67% è over 50; il 60% è di Valdagno, se-guito da Recoaro Terme (15%) e Cornedo (13%).Nello stesso periodo si sono registrate 13 aperture di pro-cedure di crisi aziendali, con utilizzo di ammortizzatori sociali: 5nel settore metal-meccanico a Cornedo e uno a Valdagno; 3 nell’oreficeria a Trissino; 3 nella concia e 1 nel-l’abbigliamento tra Trissino e Valdagno.Questa la situazione, alla quale si deve aggiungere il fenomeno di un progressivo spopolamen-to dell’alta valle (da Valdagno in su) con un generalizzato in-

vecchiamento della popolazio-ne: il 20% è oltre i 65 anni (ma a Valdagno, questa fascia d’età raggiunte il 25%). Se poi guar-diamo alla prospettive nel breve-medio termine, si devono registrare pareri cauti, non di grande ottimismo, ma neanche di uno scenario da “fine dei tempi”. Associazioni impren-ditoriali, sindacati, forze poli-tiche concordano nel dire che la strada da fare è tutta in salita...Diffusa quindi l’aspettativa di un’azione di largo respiro che veda il concorso di tutte le forze attive della nostra società, in coincidenza anche del fatto che nell’estate scorsa sono state rinnovate le amministrazioni comunali e c’é quindi un fer-mento di nuovi programmi, di proposte innovative, di fare di più e meglio.Rilanciando magari un progetto “vecchio” ma sempre attuale per tutta la vallata: “sei comuni, una città”; se ne parlava a metà

Con Renato Cevese scompare non solo un grande studioso, uno sto-rico dell’arte di livello internazionale, un prota-gonista della cultura vi-centina, ma anche un gran-de valdagnese d’adozione.Molti gli studenti che nel liceo classico valdagnese ne hanno seguito le lezioni, sempre accurate e appas-sionate; molti i concittadi-ni che da sempre lo consi-deravano un valdagnese di adozione.

A Valdagno, infatti, ha dedicato un suo studio che rimane tuttora valido per la storia architettonica ed urbanistica del nostro centro storico.“Guida a Valdagno antica”, edito dall’amministrazione comunale nel 1982, nella collana dei Quaderni della biblioteca civica, censisce tutti gli edifici di rilevanza storica, artistica ed urba-nistica, con una serie dischede accurate.

Attenzione al particolare, cura quasi maniacale del dettaglio, grande sensibi-lità e vasta cultura: queste le caratteristiche di uno studioso che non disde-gnava di passare ai grandi della storia dell’arte (Pal-ladio, soprattutto) alle espressioni cosiddetteperiferiche e minori,

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA VALLE DELL’AGNOBIMESTRALE EDITO DA: ASSOCIAZIONE PRO VALDAGNO

fondato nel 1956

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ANNO LX - N. 2 Maggio/Giugno 2014

Taxe percue (Tassa riscossa) allÕ Ufficio Postaledi Vicenza - Italy Û 2,00 - GRATIS AI SOCI -

Reg. Tribunale di Vicenza n. 92 (22 /12/1956)Sped. in Abb.Post.Comma 20/b Art.2 L. 662/96Ufficio Postale di Vicenza Ferrovia. Pubb. - 70%

Recapito: 36078 Valdagno (VI), Viale Trento, 4/6 - Telefono 0445 401190 e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Gianni Luigi Spagnolo - Direttore: Vittorio Visonà - Redazione: A. Petrin, V. Sandri, F. Vitetta.Stampa: Tipografia Danzo srl - 36073 Cornedo, Via Monte Ortigara, 83 - Impaginazione Grafica: Elena Chemello

Cari lettori,l'interesse di Provaldagno per la conoscenza e la promozione del nostro territorio continua.La “Festa della Città Sociale - Gli anni '30 nella città dell'armonia” ha voluto ancora una volta essere un esempio di come si può recupe-rare la nostra storia, il nostro passato per proiettarci verso il fu- turo. Perchè, in tempi dove è dif- �cile capire dove sia la direzione giusta da percorrere, dobbiamo imparare a guardare proprio il passato e ripartire da quello. An- che perchè non c'è futuro se non si ha un passato e noi, di passato glorioso, ne abbiamo molto...

Crediamo ,in questa occasione, di aver dato il via ad un appunta-mento importante che vorrà, ogni anno, ritornare nel glorioso passa-to di una città che è stata orgoglio e vanto sia dal punto di vista sociale ed economico che dal punto di vista architettonico e vorrà fare da �lo conduttore tra la città e la sua storia.La prima edizione della Festa della Città Sociale, organizzata da Pro Valdagno in collaborazione con il Comune di Valdagno, si è ispirata agli anni '30 della Città dell'Ar-monia, periodo di costruzione della Città Sociale voluta da un giovane Gaetano Marzotto (29en- ne) e progettata da un giovane architetto Francesco Bonfanti (24en- ne). Questo connubio di giovani menti illuminate, ha dato il via ad un luogo dove si viveva con una rara qualità della vita.La città di Valdagno è ancora fortemente caratterizzata dalla presenza, nella sua struttura ur- bana, dalla città sociale o Città dell'Armonia come amava chia- marla Gaetano Marzotto, nucleo che rappresenta ancora oggi un progetto urbanistico e architetto-

UNA SERIE DI INIZIATIVE PER ATTUALIZZARE LA STORIADI UN LUOGO SIMBOLO DI VALDAGNO

La Città Sociale o dell’Armonia

Si usa dire cos“, quando nel corso di un pubblico dibattito si ritiene opportuno intervenire su argomenti che riguardano per- sonalmente e sui quali sia ur- gente e doveroso porre alcuni elementi di chiarezza/veritˆ .

E questo • il proprio il caso delle Òc elebrazioniÓ dei quaranta an- ni di attivitˆ della Galleria Civica dÕ Arte Moderna, con la inaugurazione di una serie di mostre ed installazioni avvenu-ta il 26 aprile 2014.Innanzitutto una premessa.

Queste righe sono frutto di una riflessione condivisa da Vittorio Visonˆ che assieme al sottoscrit-to ha deciso di mettere a disposi-zione del Consiglio di Ammini-strazione della Pro Valdagno gli incarichi di direzione e redazio-ne de Il Nostro Campanile qua- lora fosse necessario salvaguar-dare la Pro Valdagno da Òr i- flessiÓ negativi conseguenti a quanto sotto riportato.ÒC elebrareÓ i 40 della Galleria Civica senza accennare neanche di sfuggita alla storia di una istituzione che nel territorio ha promosso attivamente una cul- tura dellÕ arte visiva, documen-tando lÕ evoluzione del pensiero e della prassi estetica, con signifi-cativi agganci agli artisti locali ed altrettanto significative aper- ture a livello nazionale.Per tutti questi anni la Galleria Civica • stata un Òu nicumÓ nel panorama vicentino/veneto, col- locandosi volutamente al di fuo- ri delle logiche di mercato.Sia ben chiaro, nulla vietava di organizzare mostre/eventi/in- stallazioni con Òve nti artisti in una collettiva in dialogo con la cittˆ Ó - come si legge sul foglio di presentazione; ma che cÕ entra allora tirare in ballo i 40 anni della Galleria CivicaÉ che, a rigor di logica cronologica si sarebbero dovuti celebrare a fine del 2013.E anche questo fa un poÕ tristez-za perchŽ nei discorsi tenuti il

continua a pag.2

C a m m i nf a c e n d o

5/6 luglio 2014: finalmente si • celebrata la Cittˆ Sociale o Cittˆ dellÕ Armonia.La Cittˆ Sociale, detta anche comunemente Oltre Agno, final-mente torna al centro del- lÕ attenzione. Ogni valdagnese ri- conosce questa zona come il simbolo dei fasti locali degli anni 50 e 60 del novecento.Forse la Cittˆ dellÕ Armonia rappresenta lÕ area pi• romantica e pi• rilassante di Valdagno, frutto di un disegno architettoni-co e urbanistico al tempo futuri-sta ma tuttÕ ora attuale.

La ProValdagno ha voluto ripor-tare lÕ attenzione dei cittadini su questo quartiere, inaugurando una nuova festa che si auspica venga ripetuta nei prossimi anni e diventi un appuntamento di crescente interesse.

Il leit motiv della Festa era il vintage, il ripercorrere la storia non pi• recente ma che fa parte integrante di noi e di questa zona.

PER FATTOPERSONALEdi Gianni Luigi Spagnolo

Il 5 e 6 luglio scorsi la Cittˆ dellÕ Armonia si • quindi vestita a festa per ritornare a essere una zona viva e vissuta.Ovviamente il parco della Favo-rita ha aiutato nel creare atmosfe-ra e cornice.NellÕ ambito di questa prima edizione della ÒF esta della Cittˆ SocialeÓ si • voluto occupare molti degli spazi ritenuti simbolo di questa particolare area di Valdagno: parco La Favorita, piazzale Teatro Rivoli, strade limitrofe.Va da sŽ che lÕ obiettivo delle azioni realizzate era di celebrare un luogo storico ma unico e che si caratterizza come simbolo della prestigiosa storia di Valdagno, e che potrebbe e si vorrebbe diven-tasse anche la ripartenza sotto nuovi obiettivi e azioni. 

Hanno reso vivace la Festa le auto e moto dÕ epoca, il mercatino vintage, i punti di ristoro e le persone che vi hanno partecipato con entusiasmo.Vorrei soffermarmi sui punti di ristoro, caratterizzati da quello spirito vintage che li ha resi unici

e simpatici.Uno organizzato da un bar della zona, allÕ interno di un veicolo dÕ altri tempi che ben si prestava allo spirito della Festa, il cui gestore e aiutanti hanno condito di allegria vestendosi come Òs ti ani”. LÕ altro, organizzato con un tocco di eleganza sobria ma coinvol-gente, dalla nostra Associazione che ha allestito un tavolo comu-nitario dove poter gustare piatti dai sapori dÕ altri tempi e la sempre presente ÒF ritolaÓ.

Il tutto • stato arricchito dalla sfilata di moda vintage (domenica pomeriggio) che ha visto nel parco La Favorita la sua naturale scenografia. Un nuova e bella festa, che richia-ma il passato con un occhio al futuro.LÕ obiettivo della nostra Associa-zione • stato raggiunto, e siamo certi che anche questa Festa diventerˆ una tradizione da far crescere affinchŽ i valdagnesi celebrino e vivano la Valdagno che amano.

zona. spirito vintage che li ha resi unici

Scalinata del parco La Favorita: foto dei partecipanti alla sfilata vintage, svoltasi nel Parco cittadino in occasione della prima Ò Festa della Citt̂ SocialeÓ . Valdagno, 6 luglio 2014. (a pag. 4-5 servizio e foto)

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2 maggio/giugno 2014

Luigi Borgo, Gianni Caichiolo,Carla Mara Carlotto, Giovanna Malfiori,

Ignazio Palmeri, Giorgio Pirana,Valeria Sandri, Gianni Luigi Spagnolo,

Vittorio Vison̂ , Francesca Vitetta,

Impaginazione grafica:Elena Chemello

Stampa:Tipografia Danzo srlCornedo Vic.no

Hanno collaboratoa questo numero:

Emanuela Perin Presidente ProValdagno

< continua da pag. 1 Ó Per fatto personaleÓ< da pag. 1 Ó Parliamo di Maresina....Ó

26 aprile scorso si • accennato confu-samente al 1973, 1974É mentre la prima mostra della Galleria Civica risale al periodo 1-23 dicembre 1973, con le opere di Franco Meneguzzo.Faceva ribrezzo dirlo?Costituiva un problema ricordare che la fondazione della Galleria Civica si deve a persone come Gaetano Bres- san, Alberto Corrˆ , Vittorio Visonˆ , Arnaldo Visonˆ e ai defunti Vito Disconzi e Renato Caneva?

Chi scrive era presente il 26 aprile e si • sentito decisamente a disagio di fronte ad una gaffe cos“ clamorosa; era presente anche Alberto Corrˆ che ha condiviso con me queste impres-sioni. Ribadisco il dovere della me- moria e del giusto riconoscimento a quanti hanno profuso impegno e professionalitˆ per avviare e consoli-dare una istituzione che sicuramente • destinata a durare perchŽ divenuta parte integrante del nostro panorama culturale. Un dovere - penso - di onestˆ intellettuale, oltre le logiche di parte, perchŽ i dati sono inconfutabi-li: una cinquantina di esposizioni, molte di alto livello con nomi come Santomaso, Scanavino, Burri, Laz- zariÉ con critici come Vittorio Sgarbi, Bonito Oliva.

Senza dimenticare il lungo impegno di Giuliano Menato e di Salvatore Fazia che con le mostre della Galleria Civica hanno sviluppato differenti ma importanti percorsi di pensiero critico sullÕ arte contemporanea.Sulle mostre / installazioni / perfor- mances non intendo pronunciarmiÉ ben consapevole che qualsiasi cosa detta sarebbe utilizzata polemica-mente, e non solo.Resta il fatto che si • persa una occasione per Òc elebrareÓ degnamen-te il 40 anni della Galleria Civica, aprendo un dibattito su passa- to/presente/futuro del Òf are arteÓ che per me rimane uno dei nodi antropo-logici pi• importanti (e appariscenti) della nostra contemporaneitˆ .

Dal manifesto si apprende che sono presenti Ò Venti artisti in una collettiva in dialogo con la cittˆ , un progetto espositivo per i quaranta anni della Galleria Civica di Valda-gno. Dal 26 aprile allÕ 8 giugno 2014. UnÕ iniziativa promossa dal- lÕ Assessorato alla Cultura del Co- mune di Valdagno, con il sostegno dellÕ Ufficio Cultura e dellÕ Ufficio Tecnico.

La mostra • a cura di Eva Fabbris che si • avvalsa della collaborazione di Elena Casarotto e Giulia Oro. Il titolo • tratto da una frase di Vitaliano Trevisan, che compare in un racconto incluso nella raccolta ÒS hortsÓ (Einaudi di stile Libero, 2004). LÕ identitˆ grafica • stata con- cepita da Teresa Piardi e Chiara Cavalieri. II titolo • : Non potendomi arrampi-care sulle nuvole, presi per le colline. É La Galleria Civica nacque come istituzione permanente capace di suscitare riflessioni e dibattito.

Nel celebrarne i 40 anni, abbiamo voluto un progetto culturale orienta-to non a ripercorrere i fasti passati, ma a rinvigorire il ruolo della Galle-ria come centro propulsore della riflessione contemporanea cittadina, per ricercare e mettere a fuoco la identitˆ e la storia valdagneseÓ.

Mappa espositiva1 Galleria Civica ÒV illa ValleÓ . Lupo Borgonovo, Anna France-schini, Fabio Sandri, Arcangelo Sassolino, Marco Saugo. 2 Galleria dei Nani, Palazzo Festari. Barbara Ceriani Basilico e Alessandro Mancassola, Dast, Stefano Zattera. 3 Ex Casa del Fascio. Giovanni Morbin, ÒM eÓ. Un intervento concepito e realizzato per questo edificio, che propone di parlare in prima persona della memoria storica condivisa. 4 Liceo Artistico Boccioni Jacopo Candotti. 5 Villa Margherita. Alessandro Ambrosini, Marco Basta, Marco Saugo. 6 Passerella del Tessitore. Rober-to Mascella, ÒA reaÓ. Oggi poco percorso, il passaggio tra lo stabilimento Marzotto e la cittˆ sociale viene rimarcato da un dispositivo, che tiene traccia di chi lo attraversa e del tempo che passa: nel mentre diventa disegno. 7 Parco ÒL a Favorita il basamen-to. Simone Berti,ÓG randi batta-glie a mezzogiorno, occhi nuovi a oriente mi vedono, scorre il fiume dove muove il sole e nord, la notteÓ. 8 Scuola Elementare Manzoni. Andrea De Stefani, Fabio Sandri, Marco Saugo. 9 Museo delle Macchine Tessili. Ludovica Carbotta, Anna France-schini, Giulia Piscitelli , Diego Soldˆ.

1973-201340¡ della Galleria Civica dÕ Arte Moderna

Ò Cittˆ di ValdagnoÓUna mostra per ricordarne la fondazione

di Vittorio Visonˆ

Valdagno, Piazza Dante. Sul frontone della Casa del Fascio (oggi sede di uffici statali) ÓG iovanni Morbin aggiunge la lettera corsiva Òe Ó al monogramma maiuscolo ÒM Ó di Mussolini ottenendo la parola ÒM eÓ, attentando cos“ alla monumentalitˆ dellÕ individuo, del personaggio storico, ma anche attribuendo a ciascun individuo una dimensione soggettiva anti-monumento che gli chiede di riconoscere la propria responsabilitˆ a livello di memeria (Floriana Donati)Ó.Ma il monogramma maiuscolo ÒM Ó cos“ come oggi appare, spogliato dalle grafie laterali cancellate a suo tempo, suggerisce una ÒH Ó maiuscola che con lÕ aggiunta della ÒeÓ minuscola si ottiene la parola ÒH eÓ, che in inglese vuol dire LuiÉCome la mettiamo?

nico unico nel suo genere.Mi sento di dire che la nostra Asso-ciazione ha dato il via a delle attività che vogliono far conoscere meglio i luoghi che abbiamo sempre “visto” ma poche volte “guardato” con in- teresse per la nostra storia .Ed è appunto da questo importante passato che noi crediamo fermamente che debba partire il nostro futuro. Noi di Provaldagno ci stiamo impe-gnando molto per far rinascere il senso di appartenenza a questo paese che ha molteplici potenzialità ma che, a volte, ci lascia indifferenti o poco orgogliosi.

Molte persone si sono congratulate per la novità della festa e per la cura dei dettagli che hanno caratterizzato il programma e ci hanno fatto capire che stiamo percorrendo la strada giusta.La mostra allestita all'interno del Teatro Rivoli è stata visitata da quasi 2000 visitatori, molti nostalgici spet- tatori e anche molti giovani che non avevano mai avuto modo di entrare(il teatro è chiuso da circa 30 anni), il percorso “Suoni e voci dalla città dell'armonia” del Teatro La Piccio-naia e dell'Amministrazione Comu-nale, con 7 tappe di racconto, è stato molto apprezzato perchè ha dato modo ai valdagnesi di guardare con occhi nuovi quei luoghi frequentati da sempre e, dalla scalinata del parco La Favorita, hanno s�lato alcuni modelli di abiti degli anni '30, '40 e '50, molto applauditi sia per la foggia dei modelli che per l'interessante descrizione dell'evolversi dello stile e degli eventi storici.

Anche gli insoliti e gradevoli piatti degli anni '30, frutto di una ricerca della cucina autarchica e tra le ricette di Petronilla da parte di gastronomi competenti, sono stati gustati nella tavolata allestita all'ombra del viale alberato del parco La Favorita rega- lando un ricercato sapore di festa campestre.Il menù, molto aprezzato, era compo-sto da:sgombro al vapore con cappuccio e Salsa Trenora (Trenora era il nome della barca di Gaetano Marzotto. Questa salsa è stata creata per lui dagli chef dei Jolly Hotels e lui amava servirla ai suoi ospiti a bordo della barca);minestrone freddo;insalata di manzo con fagiolini e cipolla rossa;torta casalinga;anguria e pane biscotto;

Arrivederci dunque alla prossima edizione della festa della Città Socia-le, con rinnovato spirito e nuove proposte perché, su questo quartie-re, c'è ancora molto da raccontare...

La Favorita. ÒN el parco su un edificio mai costruito e rimasto a livello di fondamenta, Simone Berti ha immaginato una dimensione abitativa disponendo un mobilio, recuperato da un ecocentro, sollevato dal piano a diverse altezze con gambe di legno, irraggiungi-bile, impraticabile, inabitabile, dimensione mentale, metafisica: la vita mai vissuta in villa a contrasto con la vita consumata dei mobili (Floriana Donati).NellÕ installazione, in particolare quella che riguarda i servizi igienici, (foto sotto) • riscontrabile il superamento del pensiero artistico di Marchel Duchamp (1887-1968), protagonista del dadaismo e fautore autorevole dellÕ arte concettua-le, dove rifiutando ci˜ che • tradizionale, provocatoriamente si conferisce la dignitˆ di opera dÕ arte ad oggetti di uso quotidiano, affermando che ci˜ che li trasforma • l a volontˆ d ellÕ artista.

CORNICI SU MISURA - CORNICI PERSONALIZZATESPECCHIERE - PORTAFOTO - STAMPE

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3gennaio/febbraio 2014

A partire dalla sua prima rac-colta e poi in tutte le successive

-meri ha posto al centro del suo

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nire e tempo come contenitore

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-mento da un prima a un dopo;

-

-pucciaturiÓ e Ò Remando contro

--

Ho lÕ etˆ che ignoro, ecco il tem-

-

-

nella turrita

-veva don Giovanni Storti in oc-

--

-

--

-

-

-

--

ci lasciamo ai piedi come cose

-

-

--

di mano di un incontro casuale

--

-

possiamo conservare la nostra umanitˆ e attraverso essa la no-

Anche a te/ rovina/ • lo scorrere del tempo, il tempo come diveni-

-

-

-

ventos-

-

In ventos vita recessitlo stesso vento contro cui rema il

--

-no nel corso della loro esisten-

nella cui vita vediamo continua--

biamo dato e che diventa ricordo

-

--

cace contro il pensiero della mor-

ho tanti amori/ nonostante la tanta etˆ ,

Mi fermer˜ / quando incontrer˜ Dio, -

-

-sione sul tempo come etˆ e come movimento partivano da un pri-

-

della memoria del passato e del-la lotta per trattenere il presente

--

É quando penserai/ di aver fatto il pieno/ non fermarti/ chŽ con-tenitore senza fondo/ • il tempo di tua vita./ Da traino ti sia la speran-za/ la sola ad aprirti occhi e cuore/ oltre ogni limiteÉ

Non ti temo/

troverai/ la dispensa. Sono tante le poesie in cui compare un pensie-

-

-

la vita con la vita si pagacenno tuttavia per il risultato ar-

--

e assoluta - vinta -

mondo e vita/ in altro mon-do/ saranno ancora, solo chi avrˆ

-derare il presente come il tempo

che ciascuno di noi ha avuto e ha

sentimento primordiale che solo

In ubbidienza al destino/É /in disubbidienza/ alla misura del tempo.

-

--

noscevamo se non per interposta -

teressavo di libri e io sapevo che

---

va per chiedermi se potevamo

--

tuttavia sempre espressione di

-

che io lo avrei richiamato; invo-lontariamente devo aver lascia-

-

-

sua incomprensione dei miei im--

-cizia

-

-

-

piaciuto e credo vi sia la chiave

-

-

-

-

--

Il poeta del tempo

Era natain ubbidienza al destino. Era subito esplosa in disubbidienza alla misura del tempo, che tempo reclama e sudore acch• ogni cosa maturi. Fraterna nel bene e nel male, della vita tutto avea condiviso. Ora non • pi•.Ha imboccato di nuovo improvvisa e del nulla la via da cui era venuta, lasciando nellÕ aria lÕ amara dolcezza di sŽ .

A chi me lo chiederispondo:Ò Ho tante et̂ :ho lÕ et̂ che ignorononostante il suo incalzare,ho lÕ et̂ dei miei pensieri,ho lÕ et̂ dei miei desideriÓ .

A chi me lo chiederispondo:Ò Ho tanti amorinonostante la tanta et̂ .Amo il variare delle stagioni;i coloricha sanno di luce di soledi cielo stellato;il saporedolce-amaro della malinconia;la poesiache coltivo con passione;lÕ amoreche inciela il momentoe fa volare il tempo;il cheto morire del solee il suo rinascere puntuale,

speranza di resurrezione;amo la vita sopra ogni cosapur nellÕ intricato intrecciodi gioia e doloreÓ .

maggio/giugno 2014

Page 4: Campanile 280

4 maggio/giugno 2014

di Giovanna MalfioriLa Città Sociale o dell’Armonia> dalla prima pagina

Nei giorni scorsi sono tornata a Valdagno e la cosa mi ha fatto molto piacere.

Avevo un sacco di cose da fare e mille persone da vedere ma sono riuscita a prendermi due minuti per passare dalle parti del Rivoli.Ho fotografato l'edificio com'• adesso. Oggi, riguardando le foto, mi sono detta che quelle immagini avevano poco senso... prima era necessario raccontare una storia (s minuscola) nella Storia (maiuscola): quella di questo teatro.

La Storia con la S "maggiore" (come la chiamava Guzzanti, in uno dei suoi programmi) • quella mastodontica dell'umanitˆ. Non sarebbe maggiore se non fosse composta da piccole storie con la S minuscola, veri e propri tasselli della vita di ogni luogo.Il Rivoli mi ha sempre incuriosito perchŽ il mio primo ricordo cinematografico fu l“ dentro: giˆ, mi reputo una fortunata.Era il 1981, poco prima che chiu-desse ed io avevo tre anni. Si tratta solo di 2 immagini: il teatro, enorme che sembrava inghiottir-mi e la strega di Biancaneve che mi faceva paura. I miei genitori hanno confermato questo piccolo ricordo fatto di immagini sicchŽ non mi sono sognata nulla.

Sulla sinistra dell'Agno, localitˆ conosciuta come Oltreagno, sorge su una vasta area un importante centro urbanizzato delimitato da ampie strade ed aiuole voluto ed edificato da Gaetano Marzotto (1894-1972), su progetti dell'architetto bassanese Francesco Bonfanti. Tale centro, denominato ÒC ittˆ SocialeÓ, appare in gran parte inalterato ancora oggi, testimone di un progetto che voleva essere un modello culturale di integrazione tra fabbrica e societˆ , tra dimensione famigliare e attivitˆ sociali, ricreative e sportive. Il complesso urbanistico • disposto attorno alle istituzioni sociali della Fondazione Marzotto (asilo nido, scuola materna, casa di riposo) e agli impianti ricreativi (piscina, stadio, dopolavoro aziendale); c'• anche la scuola di musica, sede del prestigioso complesso strumentale ÒV . E. Marzotto Ð Cittˆ di ValdagnoÓ che vanta oltre un secolo di attivitˆ . Verso sud, la cittadella degli studi, con le scuole elementari, la scuola media, i licei e l'istituto tecnico industriale Marzotto. Al centro del quartiere • situata la chiesa parrocchiale di S. Gaetano.La Favorita.Della Cittˆ sociale fa parte anche quello che viene considerato da molti valdagnesi il fiore all'occhiello della cittˆ , ovvero il Parco della Favorita.Progettato negli anni trenta, su commissione di Gaetano Marzotto, dagli architetti Bonfanti e Zardini, rappresenta tuttora il parco di maggiore estensio-ne a Valdagno. Acquistato nel 2000 dall'Amministrazione Comunale, ha avuto inizio una sostanziosa opera di riqualificazione terminata, nel 2008, con la riapertura del parco al pubblico. (Da WIKIPEDIA)

Quando ero adolescente, negli anni '90, una delle cose che si potevano fare per dimostrare di essere grandi era entrare di na- scosto nel Rivoli con le torce elettriche.Io non l'ho mai fatto ma invidia-vo chi riusciva a valicare il limite di quel teatro, non tanto per la legalitˆ infranta quanto per la curiositˆ di vedere di nuovo quella magnificenza.L'altro giorno, dopo aver preso un caff•, guardavo quell'edificio che ora • solo il fantasma di quello che era un tempo e mi chiedevo una sola cosa: perchŽ?

Costruito nel 1937, denominato Impero per la grandezza dell'idea che doveva rappresentare, faceva parte del progetto di rendere Valdagno qualcosa di unico.La cittˆ sociale stava crescendo, il razionalismo stava conquistando questo piccolo pezzo di Alto Vicentino.Nel 1938 arrivarono da queste parti i Savoia e poi anche il Duce.Questo teatro e gli edifici della Sinistra dell'Agno sono opera di Bonfanti e non ci sono luoghi pari in Italia se non, in un qualche modo, a Roma.

Io non credo che Valdagno si sia mai resa conto, se non in epoca molto attuale, della grandezza artistica, storica e culturale di un

quartiere cos“.Ideologia a parte, alla quale non vogliamo dare peso, questo luogo • qualcosa che ha un valore inestimabile.

Il Teatro Rivoli divenne il cabaret tedesco, quando il comando SS fu di stanza in cittˆ.Finita la guerra, furono le idee socialiste quelle ad essere messe sul palco di questo luogo gran-dioso.Il Teatro divenne dopolavoro per il popolo e, negli anni '50, lasci˜ la politica e torn˜ a risplendere delle luci della ribalta.E divenne cinema.Successe poi che la gente comin-ci˜ a cambiare: i luoghi d'incon-tro e di cultura cominciarono ad essere altri e nulla fu poi fatto per salvare questo luogo.L'altro giorno l'ho guardato ed ero triste.Mi sono chiesta chissˆ quante cose abbiamo perso nel corso degli anni in virt• di ristruttura-zioni che sapevano di innovazio-ne e modernitˆ.

Poi la tristezza • passata e mi sono detta che, in tutta probabili-tˆ, • arrivato il momento di riprendersi la cittˆ, toglierle il trucco e accettarla per quello che •: un gioiello che nel corso degli anni • diventata un puzzle di storie e Storia.

Ideatori della manifestazione: Gabriella Polita e Amedeo Sandri

INVITO a partecipare al 9¡ concorsoÒ La Maresina dÕ Argento 2014 - Dolci momenti golosiÓ .

é semplice e lo possono fare tutti.

Sez. A: Dolci al cucchiaio Sez. B: Torte Sez. C: Crepes, omelette dolci ed affini

Sez. D: Crostate Sez. E: Biscotti e pasticcini I concorrenti possono inviare 1 o 2 ricette per ogni sezione. Le ricette devono riguardare Ò dolciÓ

preparati con prodotti del territorio vicentino e veneto; possono essere ideate dal concorrenteoppure essere frutto di ricerca nella tradizione e nella Ò nuova cucinaÓ .

Ò LÕ erba maresinaÓ non • ingrediente obbligatorio, ma si raccomanda di proporre anche ricettenelle quali sia inserita questa Ò magicaÓ erbetta, che • diventata nel 2013

Ò prodotto De.Co.Ó del Comune di Valdagno.é un modo simpatico e costruttivo per contribuire alle manifestazioni

che verranno promosse per divulgarne la conoscenza e lÕ utilizzo.

Ideatori della manifestazione: Gabriella Polita e Amedeo Sandri

INVITO a partecipare al 9¡ concorsoÒ La Maresina dÕ Argento 2014 - Dolci momenti golosiÓ .

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Sez. D: Crostate Sez. E: Biscotti e pasticcini I concorrenti possono inviare 1 o 2 ricette per ogni sezione. Le ricette devono riguardare Ò dolciÓ

preparati con prodotti del territorio vicentino e veneto; possono essere ideate dal concorrenteoppure essere frutto di ricerca nella tradizione e nella Ò nuova cucinaÓ .

Ò LÕ erba maresinaÓ non • ingrediente obbligatorio, ma si raccomanda di proporre anche ricettenelle quali sia inserita questa Ò magicaÓ erbetta, che • diventata nel 2013

Ò prodotto De.Co.Ó del Comune di Valdagno.é un modo simpatico e costruttivo per contribuire alle manifestazioni

che verranno promosse per divulgarne la conoscenza e lÕ utilizzo.

9¡ CONCORSO DI RICERCA GASTRONOMICA TERRITORIALELA MARESINDA DÕ ARGENTO 2014

Scadenza del concorso: 31 agosto 2014 Le ricette vanno inviate per posta a:Gabriella Polita - Segreteria Maresina dÕ Argento Via Salvo DÕ Acquisto 7

36078 Valdagno (VI) per mail: [email protected]

continua a pag. 5 >

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5maggio/giugno 2014

L’ANGOLO DELLA MEMORIAFesta della Cittˆ Sociale

5-6 luglio 2014

Sono passati cento anni 1914, 28 giugno.A Sarajevo un gruppo di studenti (un nucleo di giovani aderente ad una organizzazione irredentista serba di matrice terroristica) orga-nizza, rapidamente, l’attentato all’arciduca ereditario d’Austria Francesco Ferdinando, nipote di Francesco Giuseppe e sua moglie So�a Chotek. A sparare i due colpi che uccidono i coniugi regali all’istante è Gavrilo Princip, stu- dente nazionalista serbo.L’arciduca e la moglie erano nella capitale della Bosnia in visita diplomatica.

Questa tragico evento fa precipita-re verso la guerra una situazione internazionale da anni carica di tensioni politiche, economiche e sociali, coinvolgendo non solo tutti gli stati europei, ma successiva-mente, in breve tempo, anche il Giappone e gli Stati Uniti d’Ame- rica, uniche potenze industriali extraeuropee. Ma il fatto delittuoso, da solo, non spiega lo scoppio della guerra.In realtà questa è nell’aria gia da tempo, almeno da un trentennio, a causa delle scelte politiche ed economiche effettuate dalle grandi potenze industriali europee.

Le cause politiche sono da ricerca-re: nella tensione irrisolta tra Francia e la Germania di Bismark; nella questione balcanica in cui Austria e Russia manifestano opposti interessi; nel con�itto latente tra Germania ed Inghilterra per gli ultimi possedi-menti coloniali; nel sistema delle alleanze che legava Ie potenze europee (Triplice Alleanza tra Germania, Austro-Ungheria, Italia; Triplice Intesa tra Inghilterra, Francia, Russia) in modo da impedire che una even-tuale guerra non fosse generale.Le cause economiche determinanti sono: la perdita del ruolo di prima potenza dell’Inghilterra; la concorrenza dei paesi europei per difendere le proprie economie; la �ne della conquista di nuovi possedimenti coloniali, ormai suddivisi tra le grandi potenze europee; la “corsa agli armamenti”, diventata un grande affare al dilagante militarismo e ideologia nazionalista, alla quale si andavano associando elementi reazionari, di razzismo, di aggressività imperialistica.L’inizio del con�itto mondiale, di fatto, avviene con la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria alla Serbia il 28 luglio 1914.

Sono passati sessant’anni 1954, 31 luglio, ore 18,31.Sulla vetta del K2, la montagna più ardua del mondo e seconda per altezza (metri 8611), sventola il tricolore italiano. A piantare la piccozza con la bandiera sono Achille Compagnoni e Lino Lacedel-li, alpinisti italiani e primi al mondo a salire su quella “terribile montagna” come la de�nisce Gino Solda, celebre guida alpina recoarese e compo-nente di quel gruppo di alpinisti che conquista il K2.Oltre ai tre appena ricordati, fanno parte del gruppo, capitana-to da Ardito Desio direttore e responsabile della spedizione, Guido Pagani, Erich Abram, Mario Puchoz (morto il 21 giu- gno, al campo base, a 36 anni), Sergio Viotto, Walter Bonatti, Mario Fantin, Ugo Angelino, Ubaldo Rey, Pino Gallotti, Bruno Zanettin, Cirillo Floreanini. Da Skardu il 27 aprile, insieme ad un nutrito gruppo di portatori, 700, la spedizione inizia la scalata. II primo campo base è allestito a 4660 metri di quota.

a cura di Vittorio Visonà

Gino Soldˆ in un momento di riposo, verso il campo base, sullo sfondo la vetta del K2.

Conquista italiana del K2 (31 luglio 1954).Copertina del ÓV ittoriosoÓ i llustrata da

Corrado Caesar, che raffigura Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla vetta.

Prima Guerra Mondiale (1914-1918). LÕ attentato allÕ arciduca Francesco Ferdinando dÕ Austria e alla moglie Sofia Chotek, nella realistica raffigurazione di Achille Beltrame per la Domenica del Corriere, 5-12 luglio 1914.

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6 maggio/giugno 2014

EDILVENCATO

Gruppo

EDILVENCATO s.r.l.36078 Valdagno (VI)Z.I. - Via Campagna, 36Tel. 0445 402790Fax 0445 402078e-mail: [email protected]

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< da pag. 5 Ó LÕ Angolo della Memoria...Ó

Viaggiando a ritroso per le strade del teatro amatoriale valdagnese è occasione per chi scrive, anche per aver frequentato i vari gruppi nel tempo, di ricordare fra le numerose �gure che hanno calca-to le tavole di Utile Dulci, Impero (Rivoli) e Super, un Attore Filo- drammatico (così si identi�cava-no gli attuali amatoriali) un personaggio che si può ben dire ha lasciato segno profondo nella memoria degli appassionati di Teatro della nostra Città.Giuseppe Festini (Bepi). Filodrammatici, Amatoriali, de�- nizioni ben precise che consento-no di distinguere, agli appassio-nati di questa disciplina, chi di quest'arte ne fa professione da coloro per cui il solo compenso sta nel sospirato applauso della platea. Così il “metro” che mi- sura la “statura” del teatrante nella quasi totalità dei casi ha ragione e colloca il �lodrammati-co ed il Professionista nella loro giusta casella.Nella quasi totalità.... si perchè carriere , vite, successi e insucces-si sono determinate, alle volte, da scelte più o meno felici, da occa-sioni mancate o semplicemente dal volersene rimanere in dispar-te lontani dal clamore.

A Bepi Festini, �lodrammatico, non si è potuto leggere nel pensie-ro così, scelta, occasioni, riserva-tezza ...? chi lo sa ma certo è che nell'ambiente lui era considerato un validissimo attore a cui sicura-mente assieme al Maestro di tutti Tita Tomba la “quali�ca “ di �lo- drammatico andava stretta.

Arriva a Valdagno nell'anno 1934 dipendente di una ditta impegna-ta nella realizzazione della Città Sociale e assieme al lavoro trova anche Rina, la compagna con la quale dividerà più di cinquant' anni della sua vita. Bepi ha una straordinaria voce da tenore leg- gero e una spontanea propensio-ne al teatro; nei primi anni 40 entra nella Filodrammatica Par- rocchiale che opera nell'indimen-ticato UTILE DULCI animata dall'appassionato di teatro Arci-prete a Valdagno nei primi anni 40 e poi Arcivescovo di Udine Giuseppe Zaffonato, e con Sior Todaro Brontolon e i Rusteghi di Carlo Goldoni si rivela un attore di indiscusso valore interpretati-vo sia per doti di caratterista ma pure da primo attore.Memorabile il suo personaggio nella deliziosa operetta Nina non far la stupida sul palcoscenico (al tempo) del Teatro Impero.

L'auspicata e sospirata �ne del con�itto mondiale porta tutti al gran desiderio di tornare alle cose belle ad una cultura libera da condizionamenti ideologici, ma- nifestazioni impegnate e gioiose, ed ecco il teatro che a Valdagno, assieme a musica e arti �gurati-ve, propone tre gruppi teatrali, ProValdagno, Gad Marzotto e la �lodrammatica Parrocchiale.Ora Bepi oltre l'impegno con la SCHOLA CANTORUM della Parrocchia San Clemente è conte-so dalle tre compagnie e lui è impegnatissimo a dividersi per partecipare e rendersi disponibile

Bepi

Sono passati venti anni 1994, 15 ottobre. A Valdagno, piazza S. Gaetano (tra la piscina coperta del DAM e l’asilo infantile, in Oltre Agno), è inaugurato il monumento al conte Gaetano Marzotto (1894-1972), nel centenario della sua nasci-ta. L’idea di dedicare a Gaetano Marzotto una scultura per il centena-rio della nascita e partita dalla famiglia stessa dell’imprenditore, proponendo di ricordarlo non con la consueta statua, ma riproducen-do il modello bronzeo del complesso della “Città Sociale e collocarlo in appropriato posto, perennemente visibile. Un modo originale e quali�cante per ricordare l’illustre imprenditore cittadino non solo per il prestigio che ha saputo dare alla sua industria a livello internazionale, ma anche per le sue qualità umane e lungimi-ranza nel campo del sociale di cui tutta Oltre Agno e eloquente e ammirata testimonianza. La “scultura” bronzea raf�gurante il plastico della “Città Sociale” (pensata appunto da Gaetano Marzotto e fatta progettare all’architetto Francesco Bonfanti) è opera del design Igor Silic, mentre il complesso monumentale è opera degli architetti Giorgio Ferrari e Paolo Maran-gon. L’inaugurazione, alla presenza dei familiari di Gaetano Marzotto, è avvenuta con la partecipazione delle autorità civili, militari, religiose e cittadine ed un numerosissimo pubblico.

Sono passati trent’anni 1984, 18 febbra-io. A Roma, presso la santa Sede, è �rmato, dal presidente del Consiglio Bettino Craxi e il segreta rio di Stato del Vaticano, Car- dinale Agosti-no Casaroli, la revisione del Concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede.Il Concordato, che costituiva il primo dei tre documenti fondamentali dei Patti Lateranensi del 1929, nella rati�ca nuova contiene sostanziali modi�cazioni. Alla santa Sede è riconosciuta la libertà di nomina dei vescovi, salvo comunicarne anticipatamente i nomi al governo italiano per eventuali obiezioni di carattere politico. Lo Stato italiano riconosce l’effetto civile al matrimonio religioso ed istituisce l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche. La santa Sede proibisce a tutti i sacerdoti di iscriver-si ed operare in partiti politici. In commissione paritetica vengono stabilite nuove funzioni alla Conferenza episcopale italiana (CEI), nuovi rapporti istituzionali con lo Stato italiano, non più demandati alla santa Sede come precedentemente. Così come sono demandati alla CEI i meccanismi per il �nanziamento alla Chiesa (istituzione dell’otto per mille, facoltativo, nella denuncia dei redditi dei cittadini italiani). Nei Patti Lateranensi, �rmati l’ll febbraio 1929, presso il Palazzo Laterano, da Benito Mussolini, Capo del governo italiano e dal cardi-nale Pietro Gasparri, Segretario di stato, come accennato, erano conte-nuti tre documenti diversi: il Concordato fra la Santa Sede e lo Stato italiano (oggetto della revisione del 1984), il Trattato che costituiva lo Stato sovrano della Città del Vaticano e la Convenzione �nanziaria che comprendeva l’impegno a versare alla Santa Sede 750 milioni di lire (circa 7 milioni di euro attuali) e una rendita del 5 per cento di un miliardo a titolo di risarcimento sui beni ecclesiastici incamerati dallo Stato italiano.

di Gianni Caichiolo

alle” avances” dei vari gruppi. Negli anni che seguono e �no ad età avan-zata Giuseppe non inter-rompe la sua attività nel campo teatrale anzi la arric-chisce interpretando nume-rosi lavori teatrali che lo porteranno a ricevere il riconoscimento come mi- gliore attore protagonista in un concorso a Pesaro: il tro- feo, una �gura in ceramica, lo conserva il �glio Leandro ed è posto nell'angolo riservato ai ricordi di suo padre. Interpreta da protagonista negli anni 60 due pellicole, due cortometraggi: La Baracca regia di Elia Guiotto, che nel 1961 conquista il secondo posto nel concorso nazionale di Montecatini Terme per cortometraggi, e Il Ritor-no con la regia di Oddino Carlotto protagonista assieme all'indimenti-cato Tita Tomba.

Chi scrive ha avuto il privilegio di collaborare con Giuseppe facendo-gli da spalla e condividendo (con il gruppo) parte di fatiche e applausi, così mi sento ”autorizzato” a testimoniare la sua correttezza, l'impe-gno rigoroso, il rispetto nei nostri confronti e delle mille regole non scritte indispensabili per realizzare un progetto comune. Mi si permetta di ricordare alcuni copioni realizzati negli anni, Zé rivà el Castigamatti, La bozeta del'ogio, Sior Tita Paron , Zente Refada e proprio quest'ultima mi fa ricordare la rappresentazione del 12 Settembre 1981 al teatro Goldoni di Venezia, teatro prestigioso e forse troppo importante soprattutto per noi Filodrammatici e la calorosa accoglienza di una platea dal palato �ne che sarà dif�cile dimenticare, ma il ricordo (se posso osare) più struggente rimarrà il viaggio sul Canal Grande alle 2 di notte con una …Luna granda fa na Sesta ….sul barcone che da Rialto riportava al Tronchetto noi “attori” e scene con Bepi a prua che ci deliziava con una delicatissima Barcarola.

Ora allo scadere dei quindici anni dalla Sua scomparsa da allievo e collega di passione ho sentito il dovere del ricordo per un amico e maestro di tanti anni e riportare su questo foglio la sua �gura di galan-tuomo e cultore di nobilissime scelte.Ho cercato di ri- proporre la pre- senza di un valda-gnese che con passione e intelli-genza ha nobilita-to la nostra Città, il palcoscenico e la sua magia, così al calare del sipario chiamo per Giu- seppe Festini un ultimo, caloroso, fraterno, merita-tissimo applauso.

Roma: firma del Concordato tra Stato italiano e Santa Sede.Al tavolo da sinistra, il cardinale Agostino Casaroli, il presidente del consiglio Bettino Craxi, Arnaldo Forlani e Giulio Andreotti.

Valdagno, 15 ottobre 1994: inaugurazione del monumento a Gaetano Marzotto.Foto a sinistra: le autoritˆ presenti ammirano la scultura bronzea della Ó Cittˆ SocialeÓ . Foto a destra: il sindaco di Valdagno, Maurizio Dal Lago, il ministro dellÕ industria Carlo Scognamiglio e il presidente del gruppo Marzotto Pietro Marzotto.

Nelle foto due ritratti di Bepi Festini.

Page 7: Campanile 280

7maggio/giugno 2014

UN LIBRO TIRA L’ALTRO I cimbri vicentini e veronesi

Il rapporto con i libri è spesso controverso: o li si ama e non se ne può fare a meno o li si ri�uta e li si considera inutili, se non addirittura noiosi e pesanti.E' così che accanto a lettori accaniti, avidi “consumatori” di libri, ci sono persone che non leggono mai, che non hanno mai preso volontariamente un libro in mano.In Italia il fenomeno dei “non lettori” è molto diffuso ed è anche in cresci-ta: c'è gente che, �niti gli anni della scuola, non ha più letto un libro. Leggono di più le donne degli uomini; in genere leggono poco i giovani, che per giunta non sono incoraggiati al contatto con i testi scritti dalla società attuale, la cosiddetta “civiltà delle immagini”, la quale tende appunto a privilegiare le immagini rispetto alle parole. Anche le forme di comunicazione più diffuse tra i giovani (sms, email, social network....) favoriscono la brevità e lo scarso uso delle parole. Ma la lettura non può essere imposta come un obbligo; la lettura è un piacere, una gioia che si impara a gustare da piccoli, una scelta personale; perciò è importante l'azione dei principali ambienti di vita dei bambini, in primis la famiglia e la scuola.Una casa dove non entrano libri, dove gli adulti non raccontano storie e non leggono mai..., una scuola dove gli insegnanti presentano i libri solo come dovere, come peso da portare...:queste sono le situazioni tipiche che non aiutano l'amore per la lettura e non offrono stimoli in tal senso, anzi allontanano dai libri.Ma anche il territorio può fare qualcosa per favorire questa passione, in primo luogo con la presenza delle biblioteche, veri e propri “granai del sapere”. (Prima o poi faremo su questo giornale un discorso più appro-fondito sulla Biblioteca Civica di Valdagno, sulla sua vitalità, le sue iniziative, i premi che continua a ricevere a livello nazionale; qui ora mi limito a sottolineare l'attenzione nei confronti dei bambini, cui sono offerte tante occasioni, anche �n da piccolissimi). (E quanti sono a cono-scenza dei corsi di formazione per lettori volontari? La nostra città è ricca di persone che, dopo essersi preparate allo scopo, dedicano tempo a leggere nelle case di riposo o in altre occasioni pubbliche).In questo articolo, invece, presentiamo un'iniziativa del territorio che si svolge da alcuni anni in maggio e che si chiama “VALDAGNO CHE LEGGE”. È una serie di iniziative curate da Progetto Giovani, che coinvolge varie zone, tutte le età e diversi generi letterari.Quest'anno è stato preceduto in febbraio da un momento organizzativo, cui hanno partecipato anche molti insegnanti dei vari ordini di scuola, dalle materne alle superiori, ed è stato perciò favorito il �orire di incon-tri, diffusi non solo negli edi�ci scolastici ma anche in luoghi diversi, quali le librerie cittadine, alcuni bar, le case di riposo, lo splendido e sempre più utilizzato ed amato Parco della Favorita....Sarebbe troppo lungo (e forse anche noioso) citare tutti gli eventi, per cui ci si limita qui ad indicarne alcuni, evidenziando anche la scelta dei titoli, spesso fantasiosi e simpatici, per esempio Il peso leggero delle parole (Laboratorio di lettura espressiva), ... E lessero felici e contenti (laboratorio di lettura dei bambini delle scuole di San Quirico), Aperiti-vo con letture (alla Bottega del mondo dell'associazione Canalete), Processo al libro o S�da all'ultimo libro (giochi a cura rispettivamente di classi del Luzzatti e del Trissino), Sulle orme della storia (passeggiata sui luoghi della Grande Guerra a Valdagno), Libri da gustare (cena letteraria) ... e così via.Ma c'è stato spazio per mostre, soprattutto legate al mondo dei fumetti, così affascinante per i ragazzi, ma da riscoprire o conoscere meglio anche da parte degli adulti; è una realtà da non sottovalutare, perchè può forni-re insegnamenti e chiavi di lettura per la società, come del resto suggeri-va il seminario proposto quest'anno intitolato “Da un grande potere derivano grandi responsabilità. Eroi e Supereroi, etica e giustizia”.

Anche in questa dimensione dei libri e della lettura Valdagno si rivela una città viva, piena di occasioni di ri�essione e di crescita, ricca di persone e di enti disponibili all'impegno per gli altri e per lo sviluppo della collettività. Tutto questo merita risposte positive e volontà di andare avanti, di fare sempre di più e sempre meglio.Anche il mese scelto per gli eventi, cioè maggio, sembra invitare a non stancarsi: maggio è il mese delle ciliegie e, come ben si sa, “una ciliegia tira l'altra”; ebbene, noi applichiamo la stessa idea ai libri, alla voglia di leggere, al “gusto” per la cultura, e così, quasi senza accorgercene, impa-reremo che “un libro tira l'altro”.

di Valeria Sandri

La lunga storia di un popolo che, vissuto sulle nostre montagne vicentine e veronesi, ha saputo costruire e modellare luoghi armoniosi dove vivere e lavorare tra bellezza e armonia, traendone fonte di vita. Gli alti pascoli facilmente accessi-bili hanno permesso, nel passato, insediamenti umani permanenti anche a quote abbastanza elevate e quindi anche lo sviluppo del- l'economia montana basata su attivitˆ pastorali, sui taglio dei boschi, sui terrazzamento e sulla coltivazione. Oggi, nonostante l'economia sia abbastanza cambiata, alcune delle antiche attivitˆ vengono ugualmente praticate. Spesso l'abitante che discende a valle per il proprio lavoro quotidiano, non disdegna tuttavia di coltivare piccoli appezzamenti di terreno: le numerose malghe, molte delle quali in disuso e/o abbandonate, altre funzionanti, lo attestano e cos“ pure e ancora effettuato il disbosco su base famigliare. Paesi quali: Mezza Selva, Campo-rovere, Campodalbero, Obra, Bosco, Rovere, Selva, col proprio toponimo, quanto fossero sfrutta-te in tal senso queste zone alpine! I CIMBRI: l'Altopiano di Asiago, le valli di Recoaro e del Chiampo, la Lessinia, sono zone prealpine che hanno tutte, come denomina-zione comune, di essere state molti secoli or sono terre di immi-grazione di genti provenienti dalla Germania, oggi accomunate e conosciute sotto l'appellativo etnico di "Cimbri". II loro appellativo deriva dal tedesco "Zimberer" ovvero "lavo-ratore del legno" . Caratterizza e differenzia queste genti rispetto agli altri abitanti delle Prealpi vicentine e trentine, una cultura e un linguaggio diversi altre ad una storia che solo recentemente si sta perdendo. Un documento induce che i primi insediamenti sono avvenuti in- torno al XII secolo. Ma si ha buoni motivi per ritenere che la data reale sia addirittura anteriore. Successivamente, isolati dalle genti di pianura a causa della precaria situazione viaria dei loro territori, i Cimbri, riuscirono a mantenere gli usi, i costumi, i dialetti e la cultura e quindi il loro linguaggio che ha profondamen-te contrassegnato questi luoghi e queste montagne. La testimo-nianza di ci˜ viene fornita dalla toponomastica locale, cio• dallo studio dell'origine e del significa-to dei nomi di luogo; nomi in origine "cimbri" e poi modificati dal naturale awicinamento delle genti di pianura. A partire dal secondo dopoguer-ra, ma soprattutto con l'evento viario e culturale delle popolazio-ni autoctone, nonchŽ da una modificazione del tipo di econo-mia tradizionale, poco a poco sono andate snaturandosi le locali etnie perdendo al contem-po l'identitˆ e l'originalitˆ loro proprie. COSIÕ oggi esse si ri- conoscono nella matrice germani-ca dei propri cognomi, ormai solo

GLI ABITANTI DELLE NOSTRE MONTAGNE

di Giorgio Pirana

Gli scritti del valdagnese Zanuso presso la Bertoliana di Vicenza e nel web della biblioteca di Valdagno

Arturo Zanuso (1903-1968), profondo conoscitore delle Piccole Dolomiti e dei Lessini, escursionista e scalatore, nel 1922 tra i soci fondatori della

sezione valdagnese del CAI, fu uno scrittore molto legato alla cittˆ di Valdagno. I suoi scritti originali sono conservati presso lÕ Archivio

storico degli scrittori vicentini della Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza. Della produzione di Arturo Zanuso solo La strada delle

Piccole Dolomiti, LÕ osteria del Magazin e Il viale degli olmi sono stati di recente ripubblicati; i restanti testi sono di difficile reperibilitˆ .

Grazie al lavoro e alla generositˆ dellÕ ing. Vittorio Sandri, da oggi sulle pagine web della Biblioteca Civica Villa Valle di Valdagno, allÕ indirizzo

www.comune.valdagno.vi.it/eventi/biblioteca-civica-villa-valle/archivio-storico • possibile trovare tutti gli scritti dello scrittore

valdagnese. Inoltre sono disponibili per il prestito, oltre ai tre titoli sopradescritti, Il sud Africa, Scritti vari, Uno specchio per il giudice, Il discorso interrotto, Sangue gruppo A, Fantasmi, Deserto, Vento del sud.

in rarissimi casi si ascolta parlare "Tautch"; "Si dice che una lingua muore quando muore l'ultima perso-na che attraverso di essa si esprime". Purtroppo questo splendido idi- oma sta scomparendo con il progresso: oggi gli uomini hanno perduto il senso della loro relazione con la totalitˆ, con la creazione e si occupano soltanto dei settori particolari del loro vivere; mirando al costante aumento della produzione e del benessere persona le, che com-porta, purtroppo, ad un progres-sive deterioramento delle condi-zioni ambientali. Si e persa la conoscenza che c'Ž qualcosa che unifica alla base di tutti questi problemi. Per cambiare sarebbe necessario modificare profonda-mente la cultura, riacquistare un sentimento religioso del rapporto che ci lega con il tutto. L'uomo ha

perso la dimensione dello spirito, la dimensione dei problemi meta-fisici e ragiona unicamente in termini pratici per accaparrarsi nuove fette di benessere.

Lo ha scritto Carlo Sgorlon: "Ho la sensazione di rivivere in una societˆ impazzita che vede solo l'immediato egoistico tornaconto e chiede nuovi beni di consumo senza curarsi delle conseguenze globali. II nostro attuale modello di sviluppo ha bisogno di essere regolato su altre basi, credo sia necessaria una sorta di moratoria del progresso!". Queste montagne di rocce, di pascoli immensi, di profumate abetaie e faggete, di antiche contrade di pietra la natura le ha plasmate in milioni di anni.Da millenni i montanari ne condi-vidono il mistero, la bellezza e la loro storia lasciataci in eredita.

Nelle foto due malghe della Lessinia veronese.

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8 maggio/giugno 2014

INDIA INCREDIBILE

VIA GASDOTTO, 7 - VALDAGNO (VI)T. +39.0445.402733

www.castagnacucine.it

Pubb Campanile 2014_Layout 1 25/02/14 10.11 Pagina 1

INDIA INCREDIBILE“Valdagno in spalla”

Foto di Luca Refosco

É quando lÕ incredibile diventa credibileÉdi Francesca Vitetta

Il viaggio questa volta mi porta, ancora una volta e lÕ ennesima volta, in India.é difficile trasmet-tere le sensazioni che ci colpiscono quando si arriva in questo immen-so Paese: per e- stensione, per va- rietˆ, per opportu-nitˆ, per generosi-tˆ. La prima impressione del- lÕ India • legata alla parola confusione e povertˆ.Concetti assoluta-mente razionali e che non possono essere in nessun modo negati: in ogni posto in India si Òv edeÓ confusione e povertˆ. Questo • quello che un qualunque occidentale vede come prima cosa. In effetti la mia prima volta in India, tanti tanti anni fa, • stata una prima volta complicata, non digerita e in qualche modo odiata.Lo ammetto e ammetto apertamente che la mia prima volta in questo Paese era connotata da una mia grande lacuna conoscitiva.Ma dalla seconda volta qualcosa • cambiato, non fuori ma dentro di me. Ho iniziato a guardare sul serio quello che mi circondava e ho scoperto che lÕ India racchiude un tesoro fatto di belle persone, di sorri-si, di fratellanza e di rispetto per le persone. La confusione e la povertˆ persistono, meno di una volta ma ci sono.Ma adesso che ho aperto gli occhi vedo solo le cose belle.Vedo la semplicitˆ e la apprezzo. Vedo la gentilezza e la apprezzo. Vedo una cultura molto diversa dalla mia e la apprezzo.Vedo la gente convivere pacificamente con diversitˆ culturali, religiose ed economiche e lo apprezzoÉt anto.Ma la vera ricchezza dellÕ India • quello che ti dona, quello che ti lascia dentro, quello che ti fa sorridere anche di fronte alla confusione e alla povertˆ.I ncredible India: scrive Federico Rampini Ò ogni occidentale rimane inebriato non pi• solo dai suoi profumi e dai suoi colori, dai paesaggi naturali e dalle antichitˆ , dalla poesia e dallÕ eleganza della gente pi• semplice, ma oggi soprattutto dalla nuova atmosfera di ottimismo e di energia che si respira.Ó

LÕ India di oggi • ottimismo ed energia, andare in India oggi vuol dire ricaricarsi dentro e fuori e sorridere.In India tutti sorridono, impariamo da loro.

Dott.ssa Carla Mara Carlotto (Maestro d'Arte)

In un precedente numero del Nostro Campanile ricorreva giˆ il titolo di questo articolo in riferimento ad un concorso della scuola media ex-Garbin, di cui parlavamo in quell'occasione, presentandone anche i vincitori. In quell'articolo spiegavamo anche che la Pro-Valdagno, oltre ad appoggiare l'iniziativa, aveva individuato altri lavori tra i quasi 500 disegni dei ragazzi, con l'intenzione di premiare quei ragazzi (come effettivamente si • fatto) e segnalarli durante quest'anno in vari numeri del nostro giornale. Proponia-mo quindi le prime due opere da noi selezionate, accompagnandole con un intervento di un'esperta d'arte, la dott.ssa Carla Mara Carlotto, a cui abbiamo sottoposto le immaginiper averne un giudizio generale.

Le due opere di questo numero sono di Alberta Casarotto della classe 3B e di Francesco Cocco della classe 3A; raffigurano una via cittadina e la stazione col treno (abbiamo notato che molti disegni si sono ispirati al treno, nonostante questi ragazzi non abbiano mai visto in azione il treno che collegava la Valle dell' Agno a Vicenza, ma evidentemente il vagone posto in ricordo nella stazione delle FTV ha colpito molto i nostri Òa rtistiÓ) .

Foto di Luca Refosco

delle FTV ha colpito molto i nostri Òa rtistiÓ) .

Per la mia esperienza in ambito artistico ed in qualitˆ di socio della ProValdagno mi • stato gentilmente chiesto di recen-sire i lavori svolti dagli alunni delle scuole medie Ò GarbinÓ d i Valdagno.Mi sono prestata volentieri in quanto i ragazzi mi stupiscono sempre per la loro libertˆ di visione, non sono ancora condizionati nell'espressione artistica dall'idea del risultato o del riscontro; ne sono un buon esempio i 6 alunni delle medie che ci regalano uno scorcio personale del luogo in cui vivono.

Alcuni di loro hanno un punto di vista naif, con forme semplici e gradevoli colori accesi (ben scelti tra le gamme croma-tiche), in altri c'• un chiaro omaggio alla corrente Futurista nel rappresentare il treno che un tempo passava per il nostro territorio (un richiamo storico ben azzeccato che, seppur superato, resta comunque nella memoria un simbolo di Valda-gno). Si passa poi ad un paio di disegni con una libertˆ di pennellata che lascia trasparire una consapevolezza del segno e dell'uso del colore che raramente ci si aspetta da dei ragazzi cos“ giovani, fino ad approdare ad un collage bianco e nero che emerge nei suoi toni decisi.Sicuramente da premiare questi ragazzi che con chiaro impegno hanno raccontato con i loro occhi i luoghi della quoti-dianitˆ.