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© LUCA MOR, Ph.D. 27-02-2018 1 BOTTEGA DI LORENZO MAITANI (Siena, ultimo quarto c. del XIII secolo – Orvieto, doc. il 16 settembre 1310 come capomastro del Duomo; morto nel giugno 1330) Crocifisso 1325/30 circa Legno di frutto (pero?), cm 68 × 68 (H. con le braccia cm 81) Firenze, collezione Bacarelli-Botticelli Abstract: L’eleganza dello schema tipologico e la delicatezza espressiva che pervade il Crocifisso nella collezione Bacarelli-Botticelli di Firenze risentono in modo diretto della lezione di uno degli episodi più alti della cultura gotica italiana durante i primi decenni del Trecento, vale a dire il cantiere del Duomo di Orvieto. A mio parere, infatti, la silhouette slanciata, il disegno grafico dell’intaglio e il naturalismo armonico dell’anatomia sono termini indicativi di un raffinato scultore della bottega di Lorenzo Maitani: maestro di origine senese celebre per la personalità artistica così forte ed eclettica che ancora oggi la critica dibatte sugli apporti che ne determinarono il linguaggio, senza dubbio intriso di un classicismo filtrato più pittoricamente rispetto al contesto toscano. Già sopranominato ‘Maestro sottile’ da Pietro Toesca (1951) proprio per il virtuosismo della sua produzione plastica, Maitani è documentato a Orvieto nel 1310 come capomastro del Duomo, ma si ipotizza che presso la stessa fabbrica fosse già attivo in precedenza fino a subentrare come responsabile. I quattro pilastri istoriati della facciata sono estremamente emblematici della portata innovativa di tale momento e, benché concepiti attraverso un progetto unitario, suddiviso da sinistra a destra con scene del Vecchio testamento (I-II pilastro), del Nuovo testamento (III) e del Giudizio Finale (IV), rivelano due distinti accenti gotici. La costruzione del Duomo cominciò all’inizio degli anni novanta del XIII secolo e in questa prima fase operò Ramo di Paganello, anch’egli architetto e scultore senese che sappiamo essere rientrato da un esilio oltremontano, probabilmente in Francia visto l’intento francesizzante dei rilievi a lui attribuibili nella parte inferiore dei pilastri interni, da considerare i più antichi. La zona superiore e soprattutto i pilastri esterni vanno invece ricondotti al ruolo di Maitani, l’intervento del quale è confermato per l’indiscussa relazione di stile con i sei Angeli reggicortina in bronzo che un documento del 1325 riporta essergli stati pagati. Il gruppo campeggiava nella lunetta del portale centrale (ora nel Museo dell’Opera) per celebrare una grande Maestà lapidea che, scolpita qualche anno prima, è assegnata allo stesso artista con la collaborazione della bottega. Oltretutto la data anzidetta non solo consente di collocare entro il volgere del terzo decennio i fregi dei pilastri esterni, ma anche tre splendidi Crocifissi lignei realizzati da Maitani o sotto la sua stretta regia. Nel Duomo se ne trovano due, quello dall’aspetto probabilmente più antico nella sagrestia dei Canonici (1325 circa) e il secondo nel presbiterio (già nella chiesa di Sant’Agostino) (1325/30 circa), mentre l’ultimo esemplare (1330 circa) è collocato nella chiesa di San Francesco. Così come per i paralleli della facciata del Duomo selezionati nella sintesi comparativa allegata, la pertinenza tra questi intagli e l’opera Bacarelli-Botticelli è piuttosto eloquente e, per quanto sia condizionata dal maggiore verticalismo dei confronti monumentali, la tensione organica tagliente e la fisionomia affilata appaiono quasi sovrapponibili, soprattutto in relazione agli esemplari della sacrestia e del presbiterio. Nel caso in esame anche la scelta di un massello di maggiore durezza come il legno di frutto in cui è ricavata la figura, forse pero, rivela la volontà di praticare una lavorazione in grado di definire in modo

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BOTTEGA DI LORENZO MAITANI (Siena, ultimo quarto c. del XIII secolo – Orvieto, doc. il 16 settembre 1310 come capomastro del Duomo; morto nel giugno 1330) Crocifisso

1325/30 circa

Legno di frutto (pero?), cm 68 × 68 (H. con le braccia cm 81)

Firenze, collezione Bacarelli-Botticelli

Abstract:

L’eleganza dello schema tipologico e la delicatezza espressiva che pervade il Crocifisso nella collezione

Bacarelli-Botticelli di Firenze risentono in modo diretto della lezione di uno degli episodi più alti della

cultura gotica italiana durante i primi decenni del Trecento, vale a dire il cantiere del Duomo di Orvieto.

A mio parere, infatti, la silhouette slanciata, il disegno grafico dell’intaglio e il naturalismo armonico

dell’anatomia sono termini indicativi di un raffinato scultore della bottega di Lorenzo Maitani: maestro

di origine senese celebre per la personalità artistica così forte ed eclettica che ancora oggi la critica dibatte

sugli apporti che ne determinarono il linguaggio, senza dubbio intriso di un classicismo filtrato più

pittoricamente rispetto al contesto toscano. Già sopranominato ‘Maestro sottile’ da Pietro Toesca (1951)

proprio per il virtuosismo della sua produzione plastica, Maitani è documentato a Orvieto nel 1310 come

capomastro del Duomo, ma si ipotizza che presso la stessa fabbrica fosse già attivo in precedenza fino a

subentrare come responsabile. I quattro pilastri istoriati della facciata sono estremamente emblematici

della portata innovativa di tale momento e, benché concepiti attraverso un progetto unitario, suddiviso

da sinistra a destra con scene del Vecchio testamento (I-II pilastro), del Nuovo testamento (III) e del

Giudizio Finale (IV), rivelano due distinti accenti gotici.

La costruzione del Duomo cominciò all’inizio degli anni novanta del XIII secolo e in questa prima

fase operò Ramo di Paganello, anch’egli architetto e scultore senese che sappiamo essere rientrato da un

esilio oltremontano, probabilmente in Francia visto l’intento francesizzante dei rilievi a lui attribuibili

nella parte inferiore dei pilastri interni, da considerare i più antichi. La zona superiore e soprattutto i

pilastri esterni vanno invece ricondotti al ruolo di Maitani, l’intervento del quale è confermato per

l’indiscussa relazione di stile con i sei Angeli reggicortina in bronzo che un documento del 1325 riporta

essergli stati pagati. Il gruppo campeggiava nella lunetta del portale centrale (ora nel Museo dell’Opera)

per celebrare una grande Maestà lapidea che, scolpita qualche anno prima, è assegnata allo stesso artista

con la collaborazione della bottega. Oltretutto la data anzidetta non solo consente di collocare entro il

volgere del terzo decennio i fregi dei pilastri esterni, ma anche tre splendidi Crocifissi lignei realizzati da

Maitani o sotto la sua stretta regia. Nel Duomo se ne trovano due, quello dall’aspetto probabilmente più

antico nella sagrestia dei Canonici (1325 circa) e il secondo nel presbiterio (già nella chiesa di

Sant’Agostino) (1325/30 circa), mentre l’ultimo esemplare (1330 circa) è collocato nella chiesa di San

Francesco. Così come per i paralleli della facciata del Duomo selezionati nella sintesi comparativa allegata,

la pertinenza tra questi intagli e l’opera Bacarelli-Botticelli è piuttosto eloquente e, per quanto sia

condizionata dal maggiore verticalismo dei confronti monumentali, la tensione organica tagliente e la

fisionomia affilata appaiono quasi sovrapponibili, soprattutto in relazione agli esemplari della sacrestia e

del presbiterio.

Nel caso in esame anche la scelta di un massello di maggiore durezza come il legno di frutto in cui è

ricavata la figura, forse pero, rivela la volontà di praticare una lavorazione in grado di definire in modo

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lenticolare i dettagli, peraltro secondo una consuetudine che a Orvieto trova più di qualche riscontro nella

scultura lignea compresa tra la fine del XIII secolo e il primo terzo del secolo seguente, tra cui l’imponente

Cristo in trono benedicente (1330 circa) della Congregazione della Carità (ora al Museo dell’Opera). Il nostro

Crocifisso si distingue anche per la coerenza tecnica riservata alla testa, innestata al torso come le braccia

in modo tale da permettere di reclinarla sul petto per ottenere un effetto realistico. In attesa di potere

approfondire il ragionamento fin qui proposto, la cronologia ipotizzata verso il 1325/30 è altresì

supportata implicitamente da epigoni locali come il Crocifisso (1340 circa) nella chiesa di Santa Maria dei

Servi e il Cristo deposto (1340/50 circa) in San Ludovico, caratterizzati da intagli stereotipati e più stanchi

se paragonati alla mimesi gotica ancora vibrante del manufatto Bacarelli-Botticelli.

Luca Mor opera in corso di studio

Feletto Umberto, 27 febbraio 2018 ……………………...

[email protected]

Bibliografia essenziale:

G. DE FRANCOVICH, Lorenzo Maitani scultore e i bassorilievi della facciata del duomo di Orvieto, in «Bollettino d'arte», VII, 1927-28, pp. 339-372;

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E. LUNGHI, La Passione degli Umbri. Crocifissi in legno in Valle Umbra tra Medioevo e Rinascimento, Edizioni Orfini Numeister, Foligno 2000, pp. 124, 126-127;

A. FRANCI, Guido Farnese, Ramo di Paganello e il capitello dell'Ave Maria nel duomo di Orvieto, in «Arte cristiana», LXXXIX (2001), pp. 5-16;

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1. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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2. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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3. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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4. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

5. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

6. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

7. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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8. Orvieto, Duomo

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9. Lorenzo Maitani, 1320/30 c. Genesi, part.

Orvieto, Duomo (facciata, I pilastro)

10. Bottega di Lorenzo Maitani,

1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

11. Lorenzo Maitani, 1320/30 c.

Giudizio Universale, part.

Orvieto, Duomo (facciata, IV pilastro)

12. Bottega di Lorenzo Maitani,

1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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13. Lorenzo Maitani, 1320/30 c. Giudizio Universale, part.

Orvieto, Duomo (facciata, IV pilastro)

14. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

15. Lorenzo Maitani, 1320/30 c. Giudizio Universale, part.

Orvieto, Duomo (facciata, IV pilastro)

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16. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

17. Lorenzo Maitani, 1320/30 c. Genesi, part.

Orvieto, Duomo (facciata, I pilastro)

18. Lorenzo Maitani, 1320/30 c. Genesi, part.

Orvieto, Duomo (facciata, I pilastro)

19. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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20. Lorenzo Maitani, doc. 1325. Orvieto, Museo dell’Opera

del Duomo (dalla facciata, lunetta del portale centrale)

21. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

22. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

23. Lorenzo Maitani e aiuti, 1320/30 c.

Giudizio Universale, part.

Orvieto, Duomo (facciata, IV pilastro)

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24. Lorenzo Maitani, 1325 c.

Orvieto, Duomo (sagrestia dei Canonici)

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25. Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Orvieto, Duomo (presbiterio; dall’ex chiesa di Sant’Agostino)

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26. Lorenzo Maitani e bottega, 1325/30 c.

Orvieto, chiesa di San Francesco

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27. Lorenzo Maitani, 1325 c.

Orvieto, Duomo (sagrestia dei Canonici)

28. Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Orvieto, Duomo (presbiterio; dall’ex chiesa di Sant’Agostino)

29. Lorenzo Maitani e bottega, 1330 c.

Orvieto, chiesa di San Francesco

30. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

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31. Lorenzo Maitani, 1325 c.

Orvieto, Duomo (sagrestia dei Canonici)

32. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

33. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

34. Lorenzo Maitani e bottega, 1330 c.

Orvieto, chiesa di San Francesco

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35. Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Orvieto, Duomo

(presbiterio; dall’ex chiesa di Sant’Agostino)

36. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

37. Bottega di Lorenzo Maitani, 1325/30 c.

Firenze, coll. Bacarelli-Botticelli

38. Lorenzo Maitani e bottega, 1330 c.

Orvieto, chiesa di San Francesco

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39. Scultore orvietano, 1340 c.

Orvieto, chiesa di Santa Maria dei Servi

40. Scultore orvietano, 1340/50 c.

Orvieto, chiesa di San Ludovico