biosfera30aprile2011

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Sabato 30 aprile 2011 anno 2 numero 4 EI007684 Buonanotte nucleare Chernobyl prima e ora Fukushi- ma. Le centrali nucleari hanno sempre fatto paura, ma oggi la paura si è trasformata in una sorta di panico generalizzato. Al punto che persino il ministro Tremonti ha ufficializzato a Bruxel- les la decisione del governo di so- spendere il programma nucleare, sostenendo la necessità di una -ri- flessione economica e non solo- a cui è forse giunto il momento di ri- spondere con il -finanziamento di piani per energie alternative con gli Eurobond- Energie alternative, già. Quelle che da tempo anche Bio- sfera, per la sua parte, sta cercan- do di promuovere con un-opera di informazione di volta a far co- noscere l’efficacia, le possibilità di sviluppo, la sostenibilità e l’ab- bondanza di ciò che la stessa na- tura ci mette a disposizione. Buonanotte nucleare, dunque. E che sia davvero la volta buona. Di nucleare parliamo anche in que- sto numero, con un intervento di Legambiente che illustra quali sono le proprie posizioni su una tecnologia giudicata antiecono- mica e poco sicura. Daremo poi spazio a un progetto pilota per l’estrazione di biogas dalle alghe dell’Adriatico, alla disputa tra Pa- lio e animalisti sull’utilizzo di ani- mali nelle manifestazioni storiche, a un metodo innovativo per rimet- tere in funzione vecchi computer. E a tanti altri argomenti sempre nel segno del rispetto dell’am- biente in cui viviamo. Al quale, an- cora a lungo, non vorremmo dare la buonanotte. [email protected] Sorgenti imbottigliate a pag. 23 Dilemma Ogm a pag. 9 Olio del benessere a pag. 11 Una tastiera per corpetto a pag. 3 Alghe combustibili a pag. 5 Lungo la via Francigena a pag. 12 Guarda chi vola a pag. 15 Monti zero-impact a pag. 17 Particelle da paura a pag. 19 Palio e animalisti a pag. 18 Nuova vita al vecchio pc a pag. 7

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Buona notte nucleare

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Sabato 30 aprile 2011 anno 2 numero 4

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Buonanotte nucleareChernobyl prima e ora Fukushi-

ma. Le centrali nucleari hanno sempre fatto paura, ma oggi la paura si è trasformata in una sorta di panico generalizzato.

Al punto che persino il ministro Tremonti ha ufficializzato a Bruxel-les la decisione del governo di so-spendere il programma nucleare, sostenendo la necessità di una -ri-flessione economica e non solo- a

cui è forse giunto il momento di ri-spondere con il -finanziamento di piani per energie alternative con gli Eurobond- Energie alternative, già.

Quelle che da tempo anche Bio-sfera, per la sua parte, sta cercan-do di promuovere con un-opera di informazione di volta a far co-noscere l’efficacia, le possibilità di sviluppo, la sostenibilità e l’ab-

bondanza di ciò che la stessa na-tura ci mette a disposizione.

Buonanotte nucleare, dunque. E che sia davvero la volta buona. Di nucleare parliamo anche in que-sto numero, con un intervento di Legambiente che illustra quali sono le proprie posizioni su una tecnologia giudicata antiecono-mica e poco sicura. Daremo poi spazio a un progetto pilota per

l’estrazione di biogas dalle alghe dell’Adriatico, alla disputa tra Pa-lio e animalisti sull’utilizzo di ani-mali nelle manifestazioni storiche, a un metodo innovativo per rimet-tere in funzione vecchi computer.

E a tanti altri argomenti sempre nel segno del rispetto dell’am-biente in cui viviamo. Al quale, an-cora a lungo, non vorremmo dare la buonanotte.

[email protected]

Sorgenti imbottigliate a pag. 23

Dilemma Ogm a pag. 9

Olio del benessere a pag. 11

Una tastiera per corpetto a pag. 3 Alghe combustibili a pag. 5

Lungo la via Francigena a pag. 12

Guarda chi vola a pag. 15 Monti zero-impact a pag. 17

Particelle da paura a pag. 19

Palio e animalisti a pag. 18

Nuova vita al vecchio pc a pag. 7

Page 2: biosfera30aprile2011

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eco-moda

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Tastiere da indossare e scarpe da piantare

L’abito non sempre fa il monaco… e per fortuna, altrimenti certi abiti potrebbero essere sfoggiati solo da ingegneri e tecnici informatici. Ci stia-mo riferendo a un corpetto un po’ stravagante che è apparso in passe-rella un mese fa a Calì, in Colombia, durante l’Ecofashion 2011, appunta-mento annuale con la moda associa-to al progetto “L’ora della Terra”: una campagna mondiale in difesa dell’am-biente. Durante l’evento le passerelle ospitavano meravigliosi abiti realizzati con materiale riciclato e il cavallo di battaglia della serata era proprio lui: un corpetto a righe bianche e grigie realizzato utilizzando una… tastiera del computer.

Ormai sono sempre più numerosi gli stilisti che dirigono la loro inventiva verso nuove sperimentazioni che as-sociano l’utile al dilettevole: abiti belli con una marcia in più, capaci nel loro piccolo di salvaguardare l’ambiente grazie all’utilizzo di materiali biologici o riciclati.

I primi tentativi di avvicinamento tra moda e ambiente risalgono a un ven-

tennio fa, quando nel 1991 la catena Esprit lanciò una linea di indumenti biologici. All’epoca quell’esperimento non ebbe un grosso seguito, ma oggi il vento è cambiato.

Così non bisogna affatto stupirci se, al posto di raffinati abiti in tessuti ri-cercati, scorgiamo sulle passerelle collezioni di stilisti di rilievo, come Giorgio Armani, caratterizzate da ma-teriali come poliestere riciclato, cana-pa o cotone ecologico.

Si moltiplicano ogni anno anche gli eventi dedicati alla moda “verde”: per esempio, il 29 marzo al Rockfeller Center di New York si è tenuta la sfi-lata “Vogue Tonne Goodmen e Tabithe Simmons” che appoggia il progetto della NCDC che mira a trasformare le industrie tessili in un settore ecoso-stenibile, associando alla sostenibilità capi lussuosi e marchi di alta moda.

All’evento hanno partecipato grandi pilastri della moda come Saint Lau-rent, Manolo Blahnik, Prada, Burber-ry, Marc Jacobs, Oscar de la Renta, Stella McCartney e molti altri.

“Il 2011 potrebbe essere l’anno della moda ecologica” ha dichiarato Sass Brown, autore e professore del Fashion Institute of Technology, che spera che queste numerose iniziative

possano influenzare i compratori per poter garantire la presenza degli abiti “green” su ampia scala.

Ma quest’anno l’ecosostenibilità “gioca anche in casa”: alla fiera Mi Mi-lano Pret-a-Porter, fiera internaziona-le delle collezioni moda donna, sono state presentate idee alternative per produrre alcuni degli oggetti più ama-ti dalla popolazione femminile: è così che per la stilista sarda Anna Grindi il sughero si fa tessuto, trasformandosi in prestigiose borse e accessori, mentre la collezione Giulia Rien-

à -Mettre di Giulia Mazzen ci propone dei fre-schi abitini in fibra di latte, grazie ad un particolare tipo di lavorazione che

riesce a trasformare il liquido in un morbidissimo tessuto antibatterico e antiallergico, naturale al 100% .

Viene direttamente dalla Toscana invece una produzione di abiti per le grandi occasioni: per tutte le future spose amanti dell’ambiente, che vo-gliono indossare qualcosa che le rap-presenti fino in fondo, Alta Rosa pro-pone una collezione di abiti da sposa realizzati interamente in materiali na-turali e da coltivazione biologica, so-

prattutto in canapa.Infine, come dimenticarci del-

le scarpe, fondamentali acces-sori che devono essere sem-pre al passo con la moda: oltre le già conosciute Tim-berland, completamente

riciclabili con le suole re-alizzate dalla gomma di vecchi

pneumatici, arrivano dall’Olanda le scarpe completamente biodegradabili da piantare in giardino! Una volta nel terreno la scarpa si degrada intera-

mente e i semi con-tenuti nella linguet-ta superiore sono in grado di germo-gliare e dare vita a una vera pianta. Più verde di così...

Moda 2011, il riciclo è d’obbligo

Collezioni di grandi stilisti con materiali di recupero

Page 4: biosfera30aprile2011

agire

abitare

governare

coltivare

produrre

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Relazioni istituzionali e Programmazione culturaleFondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus

tel. +39 049 7399726 - email [email protected]

Organizzazione eventoAdescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c.tel. +39 049 8726599 - email [email protected]

mostra-convegno internazionale

terrafuturabuone pratiche di vita, di governo e d’impresaverso un futuro equo e sostenibile

firenze - fortezza da basso20/22 maggio 2011

VIII edizione ingresso libero

• appuntamenti culturali • aree espositive • laboratori • animazioni e spettacoli

ONLUS

Regione ToscanaDiritti Valori Innovazione Sostenibilità

Abitare Naturale Azioni Globali&Welfare Bio Cibo&Cose Comunicare la SostenibilitàEco-Idea-Mobility EquoCommercio Itinerari Educativi per la Sostenibilità

NuovEnergie Reti del buon governo Salute+Benessere Terra dei PiccoliTurismo Eco&Responsabile TutelAmbiente

Sezioni espositive 2011:

BIOSFERA_tf2011_235x350col 22/04/11 11.44 Pagina 1

Page 5: biosfera30aprile2011

energie rinnovabili

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Da emergenza a fonte di energie rinnovabili.

Progetto pilota nella Sacca di Goro

In Italia ancora non ci sono impian-ti biogas che utilizzino come materia prima le alghe: Ferrara si candida a esserne pioniera.

Lo fa attraverso un’azione pilota, che avrà come riferimento la zona del-la Sacca di Goro e che è stata finan-ziata dall’Unione Europea nell’ambito del progetto Sea-R, il quale coinvolge cinque paesi dell’Adriatico, Italia, Slo-venia, Albania, Bosnia-Herzegovina e Croazia: il meeting iniziale si è svolto il 31 marzo e il 1° aprile scorsi. Lo stivale è rappresentato, oltre che dal Comune di Pesaro e dalla società Cen-turia Rit di Cesena, dalla Provincia di Ferrara.

L’obiettivo generale del programma è lo sviluppo della conoscenza orien-tata all’investimento in modelli ener-getici sostenibili e competitivi nelle regioni dell’Adriatico, nonché la de-finizione di una serie di azioni pilota, appunto, diversificate e integrate tra loro per lo sviluppo e la promozione delle energie rinnovabili.

Una delle tre azioni su cui poggia Sea-R è, insieme a Sun Energy e a Knowledge Energy, Sea Energy, che pone il mare come risorsa economica per l’area adriatica.

Questo lo scenario da cui muove l’idea di ricavare biogas dalle alghe, altrimenti destinate allo scarto. Punto di partenza di tale esperienza lo svi-luppo, soprattutto durante il periodo estivo, di macroalghe proprio nella Sacca di Goro. Un fenomeno ‘storico’ e davvero rilevante, non privo peral-tro di problematiche: questi organi-smi con il caldo si decompongono e consumano l’ossigeno dell’acqua, determinando vere e proprie crisi am-bientali ed economiche, dal momento che in quei bacini si pratica la mollu-schicoltura.

Ad illustrare il progetto pilota è il suo coordinatore Silvano Bencivelli, re-sponsabile del servizio Acque costiere ed Economia ittica della Provincia di Ferrara.

«Le alghe, per un volume pari alme-no a 5-6mila tonnellate annue, ven-gono raccolte, con costi consistenti. Devono quindi essere collocate: un modo per utilizzarle è produrre bio-gas. Tuttavia – chiarisce - non si tratta di una procedura esente da proble-matiche: le alghe infatti sono delle biomasse particolari, ricche di cloruro di sodio, una sostanza che inibisce la fermentazione, determinando quindi difficoltà nell’attuazione nel proces-so di digestione anaerobica, da cui la produzione di biogas. Occorre, con-seguentemente, condurre delle prove per capire quali altre biomasse me-scolare alle macroalghe, che tra l’altro non sono tutte uguali: probabilmente

la soluzione sarà un mix di sostanze vegetali».

Ecco dunque la necessità di una spe-rimentazione.

«Ora stiamo attivando gli incarichi per questa fase. Sarà una sperimen-tazione in laboratorio su scala ridotta: in un digestore di piccole dimensio-ni – si potreb-be immaginare una pentola a pressione – si metteranno a fermentare del-le alghe insieme ad altri composti vegetali, verrà analizzato il gas prodotto, fino a quando non si riuscirà ad ottenerlo di quali-tà. Queste prove si protrarranno dai 7 ai 10 mesi, al termine dei quali si potrà passare a una fase di business plan: un ragionamento cioè su come applicare i risultati della ricerca, compiendo valutazioni di carattere economico».

Ancora è presto per sa-pere quanto biogas po-trebbe essere prodotto con le macroalghe della Sacca di Goro, se sarà co-struito un digestore in loco

o se si conferirà la biomassa in un impianto che tratta già sostanze vege-tali, magari proprio quelle utili a otte-nere la miscela migliore per produrre biogas.

Indubbiamente si tratta di un proget-to suggestivo, da cui deriverebbe un vantaggio ambientale: dalla rimozione

delle alghe po-trebbe arrivare un ritorno in ter-mini energetici, anche con pic-coli utili, sicura-mente preferibili agli attuali costi di smaltimento.

Biogas dalle alghe

Sperimentazione finanziata dall’Unione Europea

Page 6: biosfera30aprile2011

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Page 7: biosfera30aprile2011

riciclo

.7

Trashware, la seconda vita del pcUn progetto di

ingegneria sostenibile promuove il riutilizzo

dei computer dismessiQuattro anni. È la vita media di un pc

domestico. Un’età che si abbassa ul-teriormente se si considerano i pc ad uso aziendale, che “vivono” fino ad un massimo di 18 mesi. Quando allora un computer è dichiarato “morto”, dove va relegato? Cantina o discarica? È que-sto l’interrogativo a cui è legata la sorte di 150 milioni di computer ogni anno, nel mondo. Trashware, ovvero svolta. È questa la risposta che propongono da tempo Ingegneria senza frontiere, un gruppo di studenti, laureati e docenti di ingegneria che anche a Ferrara, nel maggio 2005, hanno aperto una sede.

“tRicicloPC con Linux” è il progetto che gli ingegneri ferraresi hanno elaborato tra le mura estensi per promuovere il riutilizzo proficuo di computer dismes-si, altrimenti destinati allo smaltimento. “Lo scopo – spiega uno dei promotori, Daniele Balboni - è il recupero, ricondi-zionamento e riutilizzo, con pratiche di ingegneria sostenibile, computer, mo-nitor, stampanti e altri componenti in-formatici, dismessi periodicamente dal Comune di Ferrara. Vengono considera-ti obsoleti per gli applicativi di software proprietario, ma in realtà sono perfet-tamente funzionanti. E soprattutto – fa presente Balboni – sono tutti poten-zialmente utili ad associazioni, scuole, famiglie, anziani, per svolgere attività

didattiche, di gestione, di navigazione internet: tutto ciò – precisa l’ingegne-re - utilizzando sistemi operativi Open-source di libera e gratuita distribuzione. Oppure, in un’ottica rivolta al futuro, a progetti di Cooperazione intenzioanle con Paesi in via di sviluppo”. Con que-sta prospettiva, Isf ha organizzato un ciclo di seminari presso l’Università di Ferrara, in collaborazione con il Centro di Ateneo per la Cooperazione allo Svi-luppo Internazionale: “L’idea – fa sape-re il promotore Dario Maresca – è di in-serire, nell’offerta formatica di ateneo, percorsi didattici che propongano una visione dell’ingegneria rivolta all’oriz-zonte della solidarietà internazionale, dello sviluppo umano sostenibile e del-la cooperazione”.

Contestualmente alla “ristrutturazio-ne” di queste macchine, gli ingegneri senza frontiere di Ferrara organizzano un corso base di Linux, affinché i desti-natari di tali tecnologie siano effettiva-mente in grado di utilizzarle.

“Intendiamo –spiega Balboni - mini-mizzare gli sprechi e l’impatto sull’am-biente e sulla società. A risorse infor-matiche ritenute obsolete, possiamo “concedere una nuova vita” rinviando il loro smaltimento solo dopo avergli spremuto tutto ciò che possono offri-re per utilizzi comuni, grazie – ribadi-sce l’informatico - a buoni programmi disponibili nel software libero come Linux, che richiedono hardware mode-sti”.

Riciclare pc significa quindi minizzare il rilascio di grandi quantità di sostan-

ze inquinanti come piombo, mercurio, cadmio. In questa ottica, Isf promuove campagne di informazione che incenti-vino il corretto smaltimento dei Raee, come sono definiti i rifiuti elettronici, presso le opportune discariche specia-lizzate.

Dal censimento alla redistribuzione. Il progetto “tRicicloPC con Linux” si articola in tre principali attività: il cen-simento dei computer dismessi, il ri-condizionamento con Linux e Software libero e la redistribuzione dei computer a chi può vantaggiosamente riutilizzarli. La prima fase è a carico del Comune di Ferrara, che ha l le attrezzature e l’or-ganizzazione logistica necessarie. I sog-getti “riqualifica- to r i ” sono FerraraLug, Isf e Istituto Iti ‘Copernico Car-peggiani’. Il Cen-tro Servizi per il volontariato di via IV novembre si occupa invece di redistribui-re le tecnologie ‘restaurate’, poi-ché conosce e coordina tutte le associazioni pre-senti sul territorio, supportandole da un punto di vista o rgan i z za t i vo -gestionale. “La presenza di una ‘associazione di

associazioni’ – commenta Balboni – è fondamentale per la buona riuscita del progetto: il rischio è infatti avere com-puter recuperati, ma non utilizzarli. An-che da questa considerazione – ricorda l’ingegnere – è nato il progetto ‘Riciclan-do all’Iti’: con il contributo della Provin-cia, nell’ambito del Bando Agenda 21 L 2007, abbiamo messo a disposizio-ne agli studenti le nostre competenze, anche coinvolgendo volontari qualifi-cati, per promuovere pratiche legate alla corretta gestione di Raee e all’uso del software Open source in maniera concreta. Organizzando lezioni frontali, laboratori e competizioni tra squadre di allievi. È evidente – sotiene Balboni – che Gnu/linux e l’Open Source inqui-ni di meno, grazie al minore utilizzo di

risorsw energetiche e alla più lenta obsolescenza

delle macchine che lo adottano. Tali sof-tware infatti possono essere considerati a supporto di una in-formatica sostenibile – evidenzia Balboni -, in cui cioè le scelte

compiute non si fon-dano esclusivamente sulla base dei bilanci aziendali e dei pro-fitti di queste ultime, ma su scelte, oltre che economiche e politiche, soprattutto etiche, sociali e eco-logiche”.

Macchine ‘spremute’ e ricondizionate per durare

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biotecnologia

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Ogm, risorsa o minaccia?Rino Cella

dell’università di Pavia illustra pro e contro

dell’agricoltura geneticamente

modificataInattaccabili da virus e batteri, immu-

ni agli attacchi dei parassiti, resistenti ai pesticidi. Fanno di territori ostili i loro habitat. Sono gli Ogm: una sigla breve ma oscura, per indicare la nuova frontiera dell’ingegneria genetica, che ci proietta verso un nuovo modello di agricoltura, molto controverso in am-bito bioetico. Ogm, ovvero organismo geneticamente modificato.

Questa espressione, che rimanda di-rettamente al tema della sicurezza ali-mentare e della biodiversità, delinea in modo chiaro tutti quegli esseri, animali o vegetali, il cui patrimonio genetico è stato modificato mediante tecniche ingegneristiche  che prevedono mani-polazioni del Dna. Lo spiega bene Rino Cella, professore di Fisiologia vegetale all’Università di Pavia, che lo scorso 28 marzo ha tenuto un seminario presso il Polo biochimico di Ferrara dal titolo: ‘Piante Gm: risorsa o minaccia per la biovarietà?’: -Tutti gli esseri viventi - ha introdotto Cella - sono il risultato di una modificazione di genomi. In na-tura, anche attuando specifici incroci, questo processo è caratterizzato da imprevedibilità, poiché trasferisce an-che caratteri non desiderati, e impiega tempi lunghi, anche una decina d’anni.

Al contrario - ha spiegato il ricercato-re -, la scienza rende possibile l’inseri-mento mirato di nuovi geni. Fondamen-tale risulta l’intervento di un batterio, l’Agrobacterium tumefaciens, che ha il ruolo di ‘ingegnere genetico’ in questo processo che vede combinate due tec-niche, la coltura in vitro di cellule vege-tali e la biotecnologia ‘del Dna ricombi-nante’”. L’obiettivo? “Produrre proteine normalmente assenti in quella specie – ha illustrato Cella -, in modo da con-ferire nuove caratteristiche alle piante, o in modo da sopprimere l’azione di un

gene responsabile di altre specifici-tà indesiderate”. Tutto ciò è

possibile superando la barriera di

compatibi-lità ses-

suale: “Ciò porta ad ottenere organi-smi del tutto nuovi - ha evidenziato il docente -, mai visti in natura: le piante ‘trasgeniche’ nascono dall’introduzio-ne di geni di origine batterica o anima-le, mentre quelle ‘singeniche’ hanno un’origine esclusivamente vegetale”. Il termine ‘transgenico’ è usato tuttavia come sinonimo di Ogm.

Il genoma degli organismi vegetali risulta modificabile in modo più facile rispetto a quello animale. Ciò grazie a sistemi riproduttivi più variati - poiché più adattabili a condizioni ambientali estreme -, e alla presenza di cromo-somi capaci di fungere da vettori di materiale genetico. È datata 1985 la prima produzione di piante Ogm di tabacco, dotate cioè di un gene batte-rico capace di impedire l’infestazione di parassiti.

Nel 1994 negli Usa fu autorizzata la produzione e il commercio dei primi pomodori ‘trans’ a lunga conservazio-ne, ottenuti grazie al silenziamento del gene che provoca il rammollimento du-rante la maturazione. Tale permesso fu poi esteso a molte altre piante: fino al 2005, i rilasci sperimentali sono stati 10.700 e hanno riguardato le principa-li piante di interesse agricolo, a comin-ciare dal mais. I tratti interessati sono stati resistenza agli erbicidi, agli insetti e ai virus, qualità del prodotto (relati-vamente a caratteristiche organoletti-che, estetiche e nutrizionali) e proprie-tà agronomiche come la resistenza alla siccità e ai funghi.

Piante Ogm, risorsa o minaccia per la biovarietà? Il professor Cella passa in rassegna pro e contro della coltiva-zione di organismi transgenici da un punto di vista ambientale, partendo da una considerazione: “solo il 63% del raccolto potenziale è usato per l’ali-mentazione umana, diretta ed indiret-ta. Il rimanente 37% va perso, a causa della competizione con erbe infestanti, di predatori e di malattie varie”. Gli Ogm rappresentano in questo senso un modo per incrementare la produttività agri-cola.

A seconda delle colture, spiega Cella, “è stato dimostrato che l’uso di erbicidi consente un aumento della produttivi-tà sino al 28%”. Un dato che implica però il rovescio della medaglia: “Alcuni erbicidi - sottolinea Cella - si caratte-rizzano per elevata tossicità, mentre altri hanno una lunga vita media che ne favorisce la percolazione nelle fal-de acquifere”. Ogm come alternativa? “Invece di sperimentare nuovi erbicidi selettivi - spiega il biologo -, che col-piscono cioè una determinata pianta infestante, si producono piante resi-stenti agli erbicidi non selettivi (anche detti ‘totali’): se il cotone transgenico fosse mondiale, ad esempio, si rispar-mierebbero 5.300 tonnellate di pesticidi”. Tuttavia la diffusione di tali piante suscita timori ri-guardanti il possibile pericolo di sviluppare piante infestanti resistenti, anche in coltivazioni soggette a rotazione.

Cella ricorda inol-tre come anche la salinità del suolo comporti una minore produttività: nel 40% delle aree coltivate del mondo. “Circa 3 milioni di ettari - fa sapere lo studioso - non sono utiliz-zabili a causa della elevata concentra-zione di alluminio. Molto utili risulta-no allora la papa-ya e il mais Ogm, che rilasciano aci-do citrico in misura 5-6 volte su-periore a quello delle varietà nor-mali, rendendo così fertile la terra”. Ogm come alternativa a pesticidi e come fertilizzante, quindi. Ma uno de-gli scopi del miglioramento genetico

è anche quello “di ridurre o eli-minare – sottolinea Cella - il contenuto di fattori antinu-trizionali che sono presenti come sostanze di difesa: oltre ad essere tossici per predatori e patoge-ni, lo sono infatti anche per l’uomo”.

La domanda resta: Bio o Ogm? C’è un generale consenso sul fatto che l’agricoltura

biologica, grazie all’uso di fertilizzanti organici, protegga meglio la struttura e la complessità biologica del terreno: “Tuttavia - fa il punto Cella - come nel caso dell’agricoltura convenzionale, anche in questo caso si può verificare l’inquinamento da nitrati delle falde acquifere, dovuto alla mineralizzazione delle sostanze organiche azotate in ec-cesso. Inoltre - prosegue il ricercatore - l’agricoltura biologica è meno produt-tiva di quella convenzionale.

La conversione della agricoltura convenzionale in biologica compor-terebbe infatti un aumento della su-perficie coltivata di almeno il 40% e ciò causerebbe una drastica ridu-zione della biodiversità naturale”. L’aspetto dell’inquinamento nelle colti-

vazioni ogm free non risulta meno rilevante: “Anche se non si usano pesticidi sintetici,

con la dieta si introdu-cono elevate quantità di pesticidi naturali. Dei 52 tipi analizzati, 27 si sono rivelati canceroge-ni nel test che utilizza i roditori. È la prova che le sostanze

naturali non sono necessa-riamente innocue”. Pare allora difficile chiarire se i cibi bio-logici siano migliori di quelli convenzio-nali: “le varietà col-tivate nei due casi sono di solito diver-se. Nell’agricoltura biologica - illustra Cella - si usano va-

rietà selezionate per una maggior resi-stenza agli agenti patogeni, mentre in quella convenzionale sono usate varie-tà selezionate per l’elevata produttivi-tà, che necessitano però di pesticidi e anticrittogamici sintetici.

Studi scientifici – prosegue il biolo-go - non mostrano differenze qualita-tive significative tra varietà coltivate in modo biologico o convenzionale. Studiosi tedeschi hanno confrontato la stessa varietà di grano tenero e, i dati ottenuti dopo 6 anni, non hanno mostrato differenze significative. Solo in uno studio – conclude lo studio-so - è stato osservato che i pomodori prodotti “biologici” contengono più fla-vonoidi, ovvero potenti antiossidanti, rispetto a quelli convenzionali”.

L’agricoltura si interroga sull’ingegneria genetica

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Punti di campionamento

Dallo scorso anno è attivo un nuovo sistema di monitoraggio delle acque destinate alla balneazione, in attuazione della recente normativa.

La stagione balneare 2011 si apre il 2 aprile e termina il 9 ottobre; nel periodo vengono eseguiti i campionamenti e le analisi dell´acqua per verificare la balneabilità.

La Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con le Sezioni Arpa della costa e le rispettive AUSL, pubblica il Bollettino della balneazione relativo al monitoraggio di tutto il tratto di costa emiliano - romagnolo.

Le zone nelle quali la balneazione è vietata sono segnalate da appositi cartelli.

L’eutrofizzazione è sorvegliata dalla Struttura oceanografica Daphne di Arpa.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 116 attuazione della Direttiva 2006/7/CEDecreto del Ministero della Salute 30 marzo 2010

Il bollettino si può consultare anche sul sito internet di Arpa e contiene i risultati analitici, le informazioni in merito alla stagione balneare, al monitoraggio, ai punti di campionamento, alla classificazione di qualità per ogni acqua di balneazione.

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benessere

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I benefici delle ‘Terre d’Africa’ sono ‘Questione di Stile’

Nel salone di Silvia Bardelle a Bondeno

l’elisir di bellezza per i capelli

è l’olio di arganViene chiamato “olio d’oro”: si tratta

dell’olio di argan, estratto dall’Argania Spinosa, una pianta che cresce unica-mente nel sud del Marocco. Preziosis-simo non solo perché raro, ma anche per le incredibili proprietà nutrienti, rigeneranti e rivitalizzanti, l’elisir di bellezza delle donne berbere è ora a disposizione di tutti.

I profumi e le suggestioni del conti-nente africano sono infatti contenuti nei prodotti, tutti naturali, per la co-smesi dei capelli “Terre d’Africa”. La linea si può trovare nel salone “Que-stioni di stile” di Silvia Bardelle, in via XX Settembre a Bondeno. Per toccare con mano i benefici dell’olio di argan l’hair stylist bondenese propone una prova gratuita del trattamento tutti i giovedì mattina del mese di maggio.

“Amiamo utilizzare il naturale – spie-ga la titolare – perché chi viene da noi possa godere dei benefici di prodotti di qualità senza esporsi ai rischi del chimico. Prodotti pensati per tutti e con un occhio di riguardo per i bam-bini. L’olio di argan è particolarmen-te adatto a capelli stressati e secchi: grazie alla sua azione ammorbidente e idratante ridona elasticità, forza e brillantezza”.

“Terre d’Africa” propone tre prodotti.Lo shampoo, idratante e privo di

sles, ovvero di sostanze chimiche ag-giunte, capace di dare forza e vitalità a capelli fragili e di idratare e nutrire quelli danneggiati.

La maschera, che all’olio di argan unisce il burro di karité, dona ai capel-li stressati un effetto luminoso, supe-ridratante e antistatico ed elimina le doppie punte.

L’olio, in confezione da 100 e 50 ml, di cui sono sufficienti poche gocce, conferisce forza e vitalità ai capelli fra-gili, ma è utile anche a togliere il cre-spo e a proteggere dai danni dei raggi solari. Vi si può abbinare anche l’olio

per il corpo: olio puro da spalmare dopo il bagno, per rendere la pelle luminosa e vellutata, preservandone la giovinezza e lo splendore. Entrambi si distinguono per la produzione bio-logica.

L’olio di argan è usato anche per la cosmesi (persino per le unghie fragili) e massaggi e per l’alimentazione: è un condimento con notevoli proprietà antiossidanti e di contra-sto ai radicali liberi, che aiuta le funzioni digestive e abbassa il livello di coleste-rolo nel sangue.  

Si ricava, appunto, dall’albero di argan: uno dei più vec-chi sulla terra, che pare sia comparso nel Marocco me-ridionale ben 80 milioni di anni fa. La pianta, che pur in condizioni clima-tiche difficilissime cresce sino a 8-10

metri, può vivere anche 150-200 anni ed è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Nel triangolo di deserto tra Marra-kech, Agadir ed Essaouira l’olio ne è estratto ancora con sistemi tradizio-nali, senza uso di prodotti chimici, dalle donne del luogo: per produrre m e z - zo litro di olio sono

impiegati cinquanta chili di bacche e otto

ore di manodopera. Questa sostanza è ricca di acidi insa-turi e di Vitamina E

(ne contiene il doppio rispetto all’olio d’oli-

va). ma anche di Vitamina A, Vitamina F, acido linoleico, acido li-nolenico, Omega 3 e Omega 6. Non contiene invece sostanze che pos-sano provocare al-lergie, come nichel, profumi, coloranti e conservanti.

Miracoloso estratto da una pianta del Marocco

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turismo etico e solidale

12.

Terza parte del diario di un viaggiatore

...a piediÈ un cielo carico di nuvole buie

quello che si presenta sopra le nostre teste e sovrasta le montagne che do-vremmo affrontare oggi, diretti a sud.

Cesare, evidentemente il più me-tereopatico tra noi, deve fare i conti con la sua emicrania, di certo non un buon viatico in previsione della mar-cia che ci attende.

Ci facciamo coraggio e dopo una ro-busta colazione lasciamo alle nostre spalle il piccolo borgo di La Douay e il B&B che ci ha ospitato.

Il sentiero si addentra subito nel bosco. Dovesse piovere, gli al-beri - fittissimi

- potrebbero almeno limitare l’acqua. Ma per il momento il tempo ci regala solo il grigio del cielo e le gradazioni di verde scuro della vegetazione cir-costante.

Iniziano anche le praterie, puntella-te da numerosi ruminanti al pascolo. Io e Ciccio, nelle retrovie, passiamo accanto a una coppia di vitellini dal manto scuro e il capo riccioluto. Al nostro passaggio si avvicinano curiosi alla recinzione. Non resisto: raccolgo un mazzo d’erba fresca, mi avvicino per farglielo masticare, quando rice-vo una botta improvvisa sul braccio proteso, che mi fa perder l’equilibrio e piombare a terra. Mi volto perples-so verso Ciccio, pensando mi avesse colpito per scherzo. Ma la sua faccia

stupita e un col-po d’occhio al filo della recinzione,

mi fanno realizzare: passa corren-te elettrica nei fili che circondano le praterie, per far sì che gli animali non valichino i confini. “Sarà anche a bas-so voltaggio - sospiro, rialzandomi, davanti al mio compare che se la ride - ma è comunque una bella scossa!”. Ci ricompattiamo al gruppo e da lì a poco siamo nel paese di Orsières, proprio quando il sole – buon per noi - comincia a prendere il sopravvento sulle nuvole.

Sono le 11, ancora troppo presto per una sosta prolungata, decidiamo allora di proseguire per una carrarec-cia che sale con scarsa pendenza, a mezza costa. Incontriamo alcune bi-forcazioni, per una volta poco chia-re. Iniziamo un percorso che ci porta all’interno di un’area boschiva dove scompaiono le indicazioni gialle del-la Francigena. Proseguiamo titubanti

finchè non incontriamo una giovane mamma, con bimba al seguito. Pic-colo problema: in quattro riusciamo a cavarcela con l’inglese (io e Cesare), lo spagnolo (Ciccio) e il tedesco (Giulio). Peccato che la gente di queste mon-tagne pare conoscere unicamente il francese. Sappiamo di dover passare per la piccola località di Dranse e tra molti gesti e azioni mimate intuiamo il suggerimento di seguire un’altra stra-da. Giusto o no ci fidiamo e, attraver-sando alcune strade cementate, arri-viamo al piccolo borgo segnato sulla nostra mappa. Non abbiamo provvi-ste e la fame si fa sentire. Quello più a corto di zuccheri è Giulio che comin-cia a setacciare gli angoli del paese in cerca di un qualsiasi punto ristoro, dal ristorante al baracchino di strada. At-traversiamo rapidi le sparute case del centro e in zona periferica pensiamo

Valicare le Alpi lungo...

In marcia

verso il Bivouac Napoléon

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turismo etico e solidale

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di aver trovato ciò che cerchiamo: un bar con scoperto in legno. La desola-zione del circondario però non inco-raggia. Giulio si fionda verso l’entrata, mentre noi aspettiamo qualche metro più indietro. Vederlo sedersi su un’al-talena con lo sguardo rivolto a terra, ci fa capire che il pranzo per oggi ce lo possiamo scordare. “Giorno di chiusu-ra: mercoledì – il laconico commento – che guarda caso è proprio oggi”. Non resta che rimettere gli zaini in spalla e far finta di nulla. Raggiungiamo un bacino idrico dove sorge una centrale idroelettrica e decidiamo di fare una sosta. D’improvviso Giulio ha un sussul-to quasi trionfale. “Dimenticavo di aver comprato una tavoletta di cioccolato ieri mattina!”. Sappiamo che, potendo, se la divorerebbe da solo, ma da bravo pellegrino divide l’etto di fondente coi suoi 3 compagni.

Ci aspetta ora un sentiero tosto che si inerpica costeggiando un torrente carico d’acqua, immissa-rio del bacino. Negli anfratti, tra la vegetazione, scorgiamo più di un pescatore intento a portare a casa qualche trota. Iniziamo a imbat-terci nelle frecce per Bourg Saint Pierre: buon segno. Gli ultimi metri sono i più faticosi, la strada sale in modo brusco e repentino, il fiato corto c’è per tutti, finchè non scor-giamo i tetti del paese, nei pressi della statale diretta al Passo. Sia-mo a oltre 1600 metri. Da lonta-no è ben visibile il complesso del Bivouac Napoléon, dove resteremo per la notte. Il nome non deve stu-pire: da questo punto, nel 1800, Napoleone partì per valicare le Alpi verso l’Italia.

Leonardo Rosa

In tutta la regione si contano 43 mercati che propongono prodotti bio. Quelli censiti,

almeno, perché iniziative di questo tipo si moltiplicano rapidamente e rendono

difficile il monitoraggio. Vediamo dove sono presenti le bancarelle

bio in Emilia Romagna che aprono a cadenza settimanale o periodica.

PROVINCIA DI PIACENZAMERCATO DELL’ARTIGIANATO DEI COLORI E DEI SAPORI, Piazza Duomo Piacenza, venerdì MERCATO DELL’ARTIGIANATO DEI COLORI E

DEI SAPORI, Piazza Cavalli Piacenza, lunedì PIAZZA CASALI Piacenza, dal lunedì al sabato

CURIOSANDO SOTTO IL CASTELLO - CASTELL’ARQUATO, Piazza del Municipio,

seconda domenica di ogni mese da marzo a dicembre (ore 9-19)

MERCATO MENSILE DEL BIOLOGICO E DELLE COSE USATE – FIDENZA, primo

sabato di ogni mese

PROVINCIA DI PARMALA CORTE - DALLA TERRA ALLA TAVOLA, Via

Imbriani Parma, sabato (8.30-13) ROCCA E NATURA – FONTANELLATO,

Centro storico, quarta domenica di ogni mese (9-18)

MERCATO TRAVERSETOLO – TRAVERSETOLO, Via San Martino,

domenica mattina

PROVINCIA DI REGGIO EMILIAMERCATO DEL CONTADINO, Piazza Fonta-nesi Reggio Emilia, sabato mattina (8-13) MERCATO DI PIAZZA PICCOLA – Piazza San

Prospero Reggio Emilia, da lunedì a sabato

PROVINCIA DI MODENABIOPOMPOSA – Piazza Pomposa Modena,

martedì e sabato (8.30-13) MERCATO CONTADINO – Parco Ferrari

Modena, venerdì (14-18) MERCATO DEL CONTADINO – SASSUOLO, via Po’ Località Braida, 2° e 4° sabato (8-13)

MERCATO DI CARPI - Parco Giovanni Paolo II, giovedì e sabato (8-13)

BIOSPILLA – SPILAMBERTO, Torrione Medievale, venerdì (7-13.30)

VIGNOL, via Cavova 4, venerdì pomeriggio e sabato mattina

PROVINCIA DI BOLOGNAVia Udine Bologna, presso il cortile della

Scuola di Pace, venerdì (17.30-20.30) VAG61 - Via Paolo Fabbri 110 Bologna,

martedi (18-21) MERCATO DELLA TERRA – Via Azzo Gardino

Bologna, sabato (9-14) XM24 – Via Fioravanti 24 Bologna, giovedì

(17.30-21) BIO MARCHÈ BUDRIO- BUDRIO Piazza

Antonio da Budrio, lunedì (17.30-20.30) MERCATO DI VERGATO – VERGATO Piazza

della Pace, sabato e domenica MERCATO DELLE COSE BUONE - SAVIGNO

Piazza centrale, seconda domenica del mese

MERCOLBIO – IMOLA via Serraglio presso Centro Sociale La Stalla, mercoledì (17-20)

PROVINCIA DI FERRARA

DOMENICHE BIO FERRARA – Piazza Castello Ferrara, seconda domenica del mese (9-19) SAPORI MATILDEI - BONDENO Piazza

Garibaldi, sabato (8-13)

PROVINCIA DI RAVENNAMARTEDÌ GRAS – CSA Spartaco Via Chiavica

Romea 88 Ravenna, martedì (18-20) BIOMARCHÈ LUGO - LUGO Logge del

Pavaglione, venerdì (17-20) BIOMARCHÈ FAENZA - FAENZA Parco

Vespignani, lunedì (18-22)

PROVINCIA DI FORLÌ-CESENAMERCATO DI FORLÌ – Mercato Forlì, lunedì e

venerdì (7-13) MERCATO DI CESENATICO - CESENATICO

(FC) - Piazza Conserve, mercoledì e sabato (7-13)

LE CRETE DI MONTENOVO - SAN MAURO PASCOLI Via Renato Serra 17, martedì,

venerdi e sabato (9.30-12.45) MONTIANO - Via Provinciale Sogliano 2117,

martedì e venerdì (15-20) RONCOFREDDO - Via Comandini 38,

venerdì-domenica (8-12 e 14-21)

PROVINCIA DI RIMINIRIMINI – Via della Torretta 5, giorni feriali

(15-19)

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Page 14: biosfera30aprile2011

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Page 15: biosfera30aprile2011

biodiversità

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Tutti birdwatchers sul DeltaCon la bella stagione

parte l’attività di 6-7mila appassionati

Osservazione degli uccelli, ovvero bir-dwatching. Un numero sempre crescen-te di persone di tutte le età ha scoperto l’affascinante arte di osservare, fotografare e catalogare gli uccelli. Secondo Lipuin Italia gli appassionati sarebbero 6-7mila, cui si aggiungono i 200mila “osservatori occasionali”, che arrivano nelle oasi e nel-le riserve e lì decidono di partecipare ad un’osservazione guidata.

Proprio la Lipu, principale associazione che promuove la tutela dei volatili, ha re-alizzato nel 2010 una top ten dei migliori luoghi per il birdwatching in Italia: il Delta del Po si è attestato in quarta posizione fra le località favorite per l’osservazione dell’avifauna.

E proprio nel Delta, in concomitanza con la Primavera Slow 2011 si moltiplicano le iniziative e le attività per praticare ed imparare a fare birdwatching.

Tutte le domeniche di aprile e maggio e lunedì 25 aprile

Ore 15 Escursione guidata a piedi nella Valle Della Canna con merenda

presso Tenuta Augusta. Partenza da Agriturismo Tenuta Augusta (Mandriole). Tariffe: 10 euro (comprensiva di noleggio binocolo, guida e merenda a base di pro-dotti tipici). Partecipanti: min. 10, max 40 a gruppo. Info e prenotazione (obbligato-ria): Museo NatuRa: tel. 0544 528710, 52926024 e 30 aprile; 8, 22 e 29 maggioEscursione guidata a piedi nelle Valli di

Comacchio

Partenza da Museo NatuRa Sant’Alberto (Ra). Tariffe: 5 euro (comprensiva di bino-colo, guida e traghetto sul fiume Reno). Partecipanti: min. 10, max 40 a gruppo. Info e prenotazione (obbligatoria): Museo NatuRa: tel. 0544 528710, 529260

Domenica 24 aprileOre 14.30 Escursione dedicata al bir-

dwatching alle Vene del Bellocchio. Partenza da Lido di Spina (Fe) presso Bagno Piramidi. Tariffe: adulti 12 euro comprensivo di iscri-zione obbligatoria Endas Delta Natour, bam-bini fino ai 6 anni 4 euro - Iscritti Endas Delta Natour 7 euro. Info e prenotazione (obbliga-toria): Delta Natour tel. 338 9676336

29, 30 aprile e 1° maggio O r e

10.30 e 16 Le-zioni di Birdwatching. Escursione a piedi gratuita nelle Valli di Comacchio, Stazione Foce. Info e prenotazione (obbligatoria) Delta 2000, [email protected]

N.B. le prenotazioni si possono effettuare mandando una mail entro il 22 aprile, oppu-re presentandosi presso l’Info-point nel corti-le interno di Palazzo Bellini a Comacchio dal 29 aprile al 1 maggio

Domenica 8 maggio Escursione 100 specie in un giorno, per

birdwatchers esperti e per appassionati della natura, che visiteranno, nell’arco di un’intera giornata, alcune fra le più sugge-stive zone del Parco accompagnati da un ornitologo esperto. Per info e prenotazione (obbligatoria): Fabri-zio Borghesi tel. 349 4732190

Domenica 8 maggioOre 10 Comacchio tra storia, natura e

tradizioni. Trek nel centro storico e lungo l’argine della valle da pesca, con lezio-ne di birdwatching, pausa pranzo (al sacco o in ristorante), nel pomeriggio visita alla Manifattura dei Marinati. Costo 12 euro, ragazzi (6-12 anni) 6 euro, bambini gratis (+ ingesso Manifattura dei Marinati 2 euro. Info e prenotazione (obbligatoria entro il ve-nerdì precedente):

tel. 345 2518596 Sabato

14 mag-gio

O r e 20.30 I can-ti dell’oasi. Escursione in oasi con attività di ascolto dei canti degli uccelli presenti in oasi. Tariffe: 5 euro. Info e prenotazione (obbligatoria): Anse Vallive di Porto, Bando di Argenta, tel. 0532 807512

Sabato 21 maggioOre 9.30 Escur-

sione dedicata al birdwatching alla foce di pesca delle Valli di Comacchio. Partenza dall’in-gresso delle Saline

di Comacchio. Tariffe: adulti 12 euro com-prensivo di iscrizione obbligatoria Endas Delta Natour, bambini fino ai 6 anni 4 euro, iscritti Endas Delta Natour 7 euro.

Info e prenotazione (obbligatoria): Del-ta Natour tel. 338 9676336.

Primavera SlowPer soddisfare gli appassionati

di fotografia, birdwatching e turismo naturalistico ha preso

il via Primavera Slow 2011, l’appuntamento

annuale che da anni segna l’inizio della

stagione primaverile e che sino al 5 giugno

permetterà di scoprire a piedi, in barca, in bicicletta o a

cavallo lo straordinario territorio del Delta.

Moltissime sono le possibilità di fruire del territorio a 360°,

grazie alle escursioni guidate nei luoghi più rappresentativi del Delta. Sarà possibile esplorare

gli angoli più suggestivi del territorio durante tutto il periodo

dell’iniziativa, passeggiando e osservando la flora e la fauna

o ammirando un romantico tramonto nella Salina di Cervia,

oppure addentrandosi nelle Valli meridionali di Comacchio,

dedicarsi all’ascolto notturno della natura e recarsi alla foce

di pesca, o ancora facendo trekking nella Salina di

Comacchio, dimora di Gabbiani Reali Mediterranei, Piovanelli,

Combattenti, senza dimenticare la prima colonia di Fenicotteri

Rosa insediatasi nel Delta del Po.

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La montagna chiede rispettoVacanze spartane a vera vocazione

‘green’ nelle piccole comunità

La stagione di scii e scarponi è finita ma la montagna è un ambiente che rinnova il suo fascinoso richiamo in ogni stagione e chi non rinuncia alla passione per la neve non saprà cer-tamente nemmeno rinunciare ad una vacanza ricca di passeggiate nel verde di paesaggi aguzzi.

Ma che impatto ha il turismo di massa sull’ambiente montano? Ogni anno vengono spese centinaia di mi-lioni di euro – spesso a carico dei contribuenti - per potenziare impian-ti e piste da sci delle nostre catene alpine e appenniniche, senza minima-mente valutare che i danni provocati alle aree manomesse per fare spazio a migliaia di persone toccano irre-parabilmente zone di grande pregio naturalistico: per realizzare nuove pi-ste occorre abbattere intere foreste, spianare pascoli e torbiere, bisogna trasformare un ambiente adatto ad ospitare poche, pochissime persone

-magari in alcuni casi anche nessuna- in un ambiente altamente ricettivo.

Fortunatamente, negli ultimi anni la percezione del turismo invernale è cambiata e comincia a muoversi verso un trend più “verde”: sono nate infatti numerosissime opportunità alterna-tive alle grandi stazioni sciistiche che operano attraverso un’attenta gestio-ne del patrimonio naturale grazie alla raccolta differenziata dei rifiuti, il tele-riscaldamento a biomassa, fino ad ar-rivare alla depurazione degli scarichi dei rifugi e alla costruzione di alberghi e baite che presentano standard ener-getici efficienti.

Sono però le piccole comunità ad esprimere una vera vocazione green, spinte dalla loro localizzazione e dal-le dimensioni ridotte, e sono proprio loro a rilanciare una tipologia di va-canza di montagna apparentemente spartana ma ad alta qualità ambien-tale. In val Chiosone, poco distante da Sestriere, c’è la val Trocea, tutelata dall’ente del Parco Naturale che porta il suo nome, dove si pratica lo sci di fondo e si gira in racchette attraverso percorsi suggestivi fra Pattemouche e Granges. A Chamois, nella valle del Cervino, poiché non hanno accesso le

auto ci si arriva solo in funivia dopo un salto di 800 metri, ed è inutile dire che questo è un luogo magico, caratterizzato da piccoli borghi dove sopravvivono le case rurali (chiamate rascard) e ci si può ancora perdere in sentieri silenziosi.

E’ comunque l’Alto Adige il regno del turismo rispettoso dell’ambiente: la provincia di Bolzano punta alla totale indipendenza dalla energia da materie fossili entro il 2020 ed attualmente ha più di 60 centrali di teleriscaldamento a biomassa – che fanno risparmiare milioni di litri di gasolio e riducono la produzione di anidride carbonica di 120.000 tonnellate. In questa regione esiste una speciale certificazione chia-mata CasaClima che interessa più di 2000 edifici – tutti di classe energe-tica A – ed anche un sigillo di qualità chiamato ClimaHotel per gli alberghi e le strutture ricettive che adottano de-gli standard eco-sostenibili. Sono poi diverse le valli dove non si punta sulle piste da sci classiche con gli im-p i a n t i d i

risalita ma sulla diffusione di attivi-tà soft e sicuramente più rispettose dell’ambiente naturale: una di queste è la val Passiria, a pochi chilometri da Merano, nella quale si trova una sta-zione sciistica – Plan Passiria – forma-ta da strutture locali originarie (masi, baite ed alberghi tipici) che non pre-vede la circolazione delle auto ma che è servita dal trenino-skibus e dove ci si muove a piedi, in ciaspole o con gli sci.

La tendenza alla scelta green risulta anche molto attuale nel resto d’Eu-ropa: in Carinzia (Austria), nella loca-lità di Villach, a causa della chiusura forzata degli impianti di risalita per un problema di inquinamento delle acque, si è dovuto rinunciare alle pi-ste classiche e la stazione è diventata meta di chi pratica di sci alpinismo, racchette e sci di fondo. Gli abitanti ed i gestori delle attività turistiche e commerciali affermano che Villach è di gran lunga più frequentata adesso di quando le piste erano attive, a te-stimonianza della tesi che sostenibile

è più bello, economicamente vantaggioso ed anche molto alla moda.

E’ l’Alto Adige il regno del turismo sostenibile

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eco life-style

18.

Posizioni divergenti sull’utilizzo di animali

nelle manifestazioni storiche

E’ il più antico del mondo: il Palio di Ferrara propone per tutto il mese di maggio manifestazioni storiche che ri-propongono costumi e tradizioni della città quattrocentesca.

Malgrado si differenzi dai molti pa-lii guerrieri, l’evento non è esente da infuocati dibattiti, per l’impiego degli animali, in particolare per il Palio di San Giorgio, con la gara dei cavalli. Ecco i due punti di vista.Ente Palio - Non si può mettere

sul piatto della bilancia la richiesta di cancellare la corsa dei cavalli: questa scelta annullerebbe, di fatto, l’essenza stessa della manifestazione.

In questi anni l’Ente Palio ha lavorato intensamente su due fronti: la qualità della pista e la salvaguardia preventi-va della salute dei cavalli e dei fantini, così come di asine e staffieri. Le nor-me che ne regolano la partecipazione sono da sempre severissime. E oggi ancor più.

Controlli immediatamente prima e dopo la gara sui cavalli, e non solo, vengono condotti da un pool di ve-terinari e da una equipe sanitaria di assoluta esperienza e competenza, pronti a rilevare e segnalare il mi-nimo problema. Un’autentica task force che da due anni affianca,

con successo, Ente Palio e Comitato organizzatore. Tutto viene puntigliosa-mente e doverosamente sottoposto a esame, dallo stato psicofisico dei cavalieri a quello dei cavalli, perché a Ferrara il Palio è, per definizione e regolamento, “gentile”. In piazza una vera e propria clinica mobile è pronta a entrare in funzione a maggiore ga-ranzia delle sicurezza complessiva.

Parallelamente, si è lavorato molto sullo stato della pista, con esperti del settore a garantire l’affidabilità del terreno e della sua consistenza: un aspetto determinante perché la corsa possa svolgersi senza togliere nulla a passione e spettacolo, ma nel massi-mo della sicurezza.

E’ ricorrente, si noterà, il termine si-curezza. Il motivo è che l’Ente Palio, i contradaioli, le loro famiglie e tutti coloro che sostengono questa mani-festazione così cara a Ferrara, sono p r o -fondamente “animal i -sti”. E’ p r o -p r i o l a

gente del Palio che ha lavorato, lavora e lavorerà perché in piazza Ariostea nulla possa mettere a rischio quella che, da sempre, è “festa di popolo”.LAV - Nadia Zurlo, responsabile na-

zionale Settore EquidiLa nostra contrarietà si rifà a moti-

vi innanzitutto di ordine etico. Siamo contrari a qualunque tipo di sfrutta-mento degli animali, per di più in atti-vità che non sono strettamente colle-gate alla sopravvivenza dell’uomo, ma sono connesse al semplice diver-timento: se cessassero non pregiudicherebbe-ro né cambierebbero la vita di nessuno.

I palii sono sempre inseriti in feste ricche anche di molto altro, elementi che denotano la tradizione e la cultu-ra dei luoghi: abolire i palii non significa dunque abolire le radici di

una città. Sa-rebbe invece

un atto di re spon -sabi l i tà v e r s o gli ani-m a l i , c h e corrono il rischio di cade-

re, morire, ferirsi ed essere abbattuti, con l’aggravante

del futile motivo del divertimen-to dell’essere umano.

A tal proposito ribadisco che, anche se ci fosse – e non c’è - un mezzo per impedire gli incidenti, sa-remmo comunque contrari al palio, in virtù dell’atteggiamento prevari-catore e sfruttatore nei confronti de-gli animali. I più non si chiedono da dove arrivano i cavalli, come vivono, come vengono allevati e addestra-ti o quale sia il tipo di prestazione che si richiede loro; esistono anche casi di doping alimentati dalla com-

petizione molto accesa fra le contrade.

Riguardo al Palio di Fer-rara lo giudico esatta-mente come gli altri.

E’ vero che già da anni ha messo in atto una serie di misure di sicurezze per i cavalli, ancor prima che venis-

se emanata l’ordinanza ministeriale. Però non

d i m e n t i c h i a m o l’edizione disa-strosa con la mor-te dei cavalli: è la dimostrazione che non è possibile az-zerare il rischio di incidenti.

Il palio di Ferrara è una festa bellis-

sima: è un peccato che si chiuda con la corsa dei cavalli.

Il mondo è in continua evoluzione: c’è il modo di valorizzare il nostro passato senza l’utilizzo degli animali.

Palio “gentile”,ma non per tutti

L’Ente estense e la Lav a confronto

Page 19: biosfera30aprile2011

energie rinnovabili

.19

L’incidente di Fukushima

cambia le carte in tavola sulle centrali. La posizione

di Legambiente

Come il dopo Chernobyl, il dopo Fukushima, in particolare a se-guito dell’innalzamento al livello massimo 7 della classificazione dell’incidente nucleare, ha avuto un impatto fortissimo anche sulla vita di chi abita a migliaia e miglia di miglia dal Giappone.

A partire dalle preoccupazioni per la salute, con l’arrivo anche in Europa della nube radioattiva.

Su richiesta dell’Istituto nazio-nale Ispra e della Regione, Arpa Emilia Romagna dal 15 marzo mo-nitora quotidianamente la radio-attività nell´aria dal centro regio-nale specializzato della Sezione di Piacenza: un’intensificazione delle misurazioni, da settimanale a gior-naliero, per offrire tutte le garan-zie di sicurezza necessarie.

I dati del monitoraggio, effettua-to in diversi luoghi della regione, sono pubblicati e aggiornati quo-tidianamente sul sito dell’Agenzia. Sino all’ultimo controllo si confer-

ma che «i valori fino ad oggi regi-strati non hanno alcuna rilevanza né sull´ambiente, né sulla salute».

«Senza allarmismi – interviene Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia-Romagna –. Mi sembra che la situazione nella nostra regione sia costantemente monitorata: non vediamo al mo-mento problemi a livello locale che facciano temere contaminazione».

L’incidente ha però cambiato le carte in tavola a livello politico.

«Sino a due mesi fa – afferma Frattini - c’era una fortissima pre-sa di posizione a favore del nu-cleare. Ci facevano credere che si trattasse di una tecnologia sicura. Purtroppo – lo dico perché perso-ne hanno perduto la vita e ci sono state conseguenze drammatiche – abbiamo dovuto constatare che sicura non è: il nucleare una volta attivato continua ad alimentarsi. L’accaduto ci ‘aiuta’ in vista del referendum del 12 e 13 giugno, favorendo la consapevolezza dei cittadini: il problema è infatti che tutti vadano a votare. Credo che la gran parte degli italiani siano convinti che il nucleare non serve, ma negli ultimi 15 anni nei refe-rendum si è faticato a raggiungere il quorum. E’ importante invece esprimersi. Il governo ha deci-

so una moratoria di un anno: ciò permetterà di far passare l’ondata emotiva, ma dubito che i progetti verranno abbandonati, tanto più per gli impegni delle lobby econo-miche».

La posizione di Legambiente è chiara. «Il nucleare non serve da nessun punto di vista. Non economico. E’ una tecnologia molto costosa e che lascia dietro di sé il p r o -b l e m a d e l l e s c o -r i e : u n a q u o t a delle tasse che noi pa-ghiamo nella bolletta dell’ener-gia elettrica è an-cora per gestire i residui delle vec-chie scorie delle centrali come Ca-orso. Forse allora quelle centrali saranno costa-te ‘poco’, ma ne

stiamo ancora pagando i costi, senza riuscire a quantificarli. Né è conveniente dal punto di vista delle alternative energetiche. L’Eu-ropa si muove verso le fonti rinno-vabili: al 2020 dovremmo avere il 20% di rinnovabili e si sta già par-lando di alzare l’obiettivo, perché si è visto che è economicamente

e tecnicamente fattibile. Si tratta di energie sicure e

disponibili: non c’è biso-gno di andare a pren-

dere uranio all’estero, poiché il sole, il vento

e l’acqua li abbiamo. Tra le due strade

il governo ha di-mostrato di pre-ferire invece il nucleare, bloc-

cando gli incen-tivi di questo set-

tore in crescita. E’ ragionevole parlare di

ridurli, ma non si può certo dire ‘da maggio non sappiamo che succederà’: mol-te aziende non hanno proceduto nella costruzio-ne degli impianti previsti».

Una nube sul nucleare

Frattini: “Tecnologia costosa e poco sicura”

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JEANS Silvian Heach nuovi tg 42 ma veste 40 bellissimi mai usati, ideali per la primavera.. fantastici...

VESTITO sexy ed elegante nero all’epoca lo pagai 75 mila lire e lo misi solo in occasione del mio 18esimo compleanno, veste una 42, ma è elasticizzato quindi...

GIOCO In con� denza per ragazzine scambiato qui,ma non lo utilizzo

MARMELLATA di ciliegie 400gr con frutta in pezzi ne ho due confezioni!!! ma scambio anche singolarmente scad. 2013

PERLINE di tutti i tipi... ne ho tantissime...alcune le ho scambiate su Orelatino, .altre le avevo io...ma è inutile tenerle xchè non ho la pazienza di usarle!!!

CAMICIA Vintage credo sia da uomo...è nuova ancora con la sua etichetta e il suo sacchettino...non la apro xchè poi non saprei più ripiegarla....il collo è stupendo!

VESTITINO/CAMICIA da notte vintage anche questa è di mia nonna...purtroppo non ci sto...ne ho tenute due come copricostume...molto belli!!xò ha delle macchie sempre x esser stati tanto nell’armadio!

LENZUOLA vecchie con federe .sempre ricamate e in cotone credo....molto belle...purtroppo con le solite macchioline del tempo!

FEDERE VECCHIE hanno un piccolo ricamo a lato,azzurro e rosa,in cotone

CALZE NUOVE ma vintage x autoreggenti ne ho una quantità industriale...erano di mia nonna ma mai usate!!!!sono un velo....

COPERTE in tessuto particolare di mia nonnadi queste ne ho 2, una da letto singolo e uno da letto matrimoniale...in tessuto tipo raso!Sul rosa antico

BAULETTO Redwall Borbonese originale usato, sfruttato, ma ancora portabilissimo e molto fashion per la primavera si può usare come bauletto o come tracolla.. versatile!

ZAINETTO portascarpe Adidas.. ideale per l’ora di ginnastica... perfetto nuovo mai usato originale

MAGLIE uomo bellissime e nuoveMaglioncino primaverile uomo nero bellissimo tg M e maglia a mezzemaniche viola taglia l.. fashion.. per i vostri maschietti.. il mio.. troppo palestrato non ci entra e le ha comprate x metterle una volta.. davvero belle.. una marca Terranova.

TOP ESTIVO fashion taglia unica fantastico (veste bene anche un xl) stupendo legato al collo.. un bellissimo!!

INFRADITO a scelta...Infradito a scelta: arancioni n.37/38, argento con strass 39 (veste 38) Bilboa, nuove

COLLEZIONE Bellissimi Mini trudy originali scambio in lotto.

LOTTO WINNIE peluches!! Bellissimo lotto tutto rigorosamente originale... lotto composto da: Cuscino winnie peluches sonaglino winnie peluches winnie con contenitore.. tutto fantastico e tenuto perfetto

BELLISSIMI occhiali Vintage Prada originali modello del 2003 bianchi perfetti, con la loro custodia originali. Pagati 180€ all’epoca.. quindi fatevi sotto

ASCIUGAMANI ciniglia e lenzuoli della nonnasvuotando casa dei miei nonni ho trovato tantissime tovaglie in ciniglia o cotone coloratissime e vintage penso anni60/70 e dei lenzuoli in cotone grezzo vecchi..alcuni ricamati e altri lisci...io ne ho veramente troppi!!! chiedete pure

CENTRINI vecchi ne ho trovati tantissimi da mia nonna!

FERRO DA STIRO vecchissimo

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GILET BELLISSIMO ed elegantissimo grigio con occo n.2 da sera

GILET bellissimo ed elegantissimo nero n.1 taglia s

CAMICIA ZARA estiva decorata pagata davvero tanto taglia s- m

VESTITO ZARA maculato leopardato nero, azzurro e bianco con velo tipo di seta, bellissimo ed elegantissimo taglia S/M

VESTITO BIANCO fresco ideale per l’estate, anche da mare, taglia S/M bello da indossare con una cinturina in vita

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SCARPE GUCCI N° 37 scarpe Gucci n.37, bellissime, collezione 2009. le ho prese da e-bay, mi hanno detto che erano originali ma non ho le prove concrete. Però avevano anche la loro bustina.

FOULARD arriva la primavera!! 2 bellissimi foulard primaverili, uno tutto colorato ( tipo arcobaleno) l’altro con uova di pasqua disegnate ! bellissimi!!

TOTAL LOOK! maglia larga color grigio con collo largo. jeans lui jo taglia 30 / 44 . gamba stretta .

TOTAL LOOK TAGLIA 44 ! bellissimo top nero con quadrato, e jeans marca replay taglia 44 , vestibilità perfetta. (scambio con altro jeans e maglia!)

GIACCHETTO smanicato benetton nero tg m carinissimo, tenuto benissimo taglia S abbondante

JEANS TAGLIA 42 corto con strappi stupendo il jeans prima era lungo, poi l’ho fatto corto, perchè era molto piu bello ( era un po tropppo largo i n fondo ), biscognere perfezionare la cucitura del risvolto.

PANTALONCINO PINKIE nero taglia 42/44 :9 mi sta piccolo

JEANS BENETTON TG 44 bellissimi materiale strano ( non so come si possa chiamare) comunque jeans sul nero, mai messi perfetto stato ( mezza stagione-invernali)

MAGLIETTE la prima è di Pull and Beer con una scimmietta sopra taglia M, la 2a è della WR con delle pietre, 2 si sono staccate ma la maglia è ancora usabile al 100% taglia S/M, la 3 è una canotta di Tezenis nuova S/M

SCATOLINA DI CARTONE a forma di cuore solo con scambi comulativi! è dolcissima

GONNA NOLITA originale, tg 42 bellissima un pezzo da avere, mi è troppo piccola, la adoro, scambio solo con qualcosa di pari valore!

SHORT TG. 30 bellissimi di marca, pagati €100 l’estate scorsa, ora mi stanno grandi e cedo a malincuore!, si può fare il risvolto e dentro cè una fantasia colorata!

BALLERINE ROSSE n°37 ½ bellissime tenute molto bene, me le hanno regalate ma il numero era sbagliato

MAGLIA VESTITO vestitino maglia, per panta, un po trasparente, della Benetton, carinissimo

CORPETTI tg S scambiati su 0Relativo ma mi vanno piccoli :(! uno marrone, l’altro nero con brillantini!

FELPA ZEBRATA taglia M mezza stagione! bellissima, cm marchio rosso sulla spalla

FELPA senza maniche snoopy!!! bellissima come nuova, senza maniche! valore €50 !

LOTTO BRACCIALI misti bellissimi

PERIZOMA NERO con orellini tg 2/3 ancora con cartellino!solo scambi comulativi !

ASTUCCIO SWEET! bellissimo!di moda, solo scambi comulativi

COSTUME Calzedonia tg 3 (scambiato) bellissimo costume con � orellini ricamati nel triangolo! scambi solo comulativi !

COSTUME viola Calzedonia tg 3 bellissimo viola accesso! Collezione 2010

LOOK FIXDESIGN superchicce maglia a righe, praticamente nuova, indossata 1 o2 volte, con borsa originale � xdesign! anche questa usata veramente poco!..

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LOTTO FASHON! di spille e ciondoli! bellissime spille, e ciondoli ( nuovi, veramente stupendi!!!! dei piccoli accessori da avere assolutamente)

PERIZOMA VIOLA con occo azzurro !! Strabellolo cedo a malincuore, è nuovo e di una marca francese ( comprato in Francia), l’ho comprato ma non l’avevo provato e mi sta piccolo (cedo solo con altro intimo! ( preferibilmente di accessorize,

REGGISENO ROSSO con orellino! Tg 3 reggiseno praticamente nuovo di pacca, rosso, purtroppo mi va stretto! (ma è molto comodo)

COLLANA punto luce, molto ne! molto bello e � ne, indossato fa una � gura stupenda, me l’hanno regalato ma purtroppo io non indosso collane

JEANS E MAGLIA a pipistrello! jeans Skinny Up Star taglia 29/30. bellissimi chiari, usati poco, sono come nuovi, con maglia a pipistrello fuxia, colore stupendo!, scollo a V, stile barchetta.

STIVALETTI alti con tacco numero 38 bellissime e con bottoncini!

FELPA grigia con cagnolino carica dei 101!

(bellissima e caldissima :) grigia. taglia M! veste anche unaS perchè è aderente e a maniche lunghe

T-SHIRT taglia manica corte violacon scritte, taglia S

CANOTTA di lanina blu luccicante con bottoncini ideale anche da sera taglia S

CANOTTA Hello Kitty marca OYSHO taglia S nuovissima

VESTITINO zara giallo con decori viola estivo, ideale da mare, taglia S

CANOTTA Zara rosa chiaro taglia S-M lunga e bellissima

GONNA CORTA estiva gialla marca Sash taglia S-M

TOP CANOTTA Ducati ,color rosso, aderente taglia S

PANTALONCINI sportivi taglia S con elastico color verde chiaro

PANTALONCINI Tepepa taglia S bianchipagati tantissimo estivi

PIGIAMA vestaglia estiva taglia S-M

PIGIAMINO vestaglia estivaaglia S-M

MAGLIA canotta Denny Rose verde taglia M fresca ed estiva

COSTUME intero rosa fuxia bellissimo taglia seconda.. particolarissimo

CAPPELLO invernale Benetton caldissimo di color viola, taglia unica

EXTENCION bionde sintetiche (2 modelli) a clip lunghe!

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FOULARD stile vintage estivo blu con ricami bianchi, fresco

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SCIARPA FOULARD giallo fresco e grandissimo!

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eco life-style

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Bollino rosso per l’Emilia Romagna

sulle acque mineraliBocciata. La regione Emilia Roma-

gna non passa l’esame di Legam-biente e Altreconomia sulla gestione idrica, ovvero sulle acque minerali e la privatizzazione delle sorgenti in Ita-lia: tema che presta il titolo al dossier presentato alla Giornata Mondiale dell’Acqua sul quadro nazionale delle concessioni.

La premessa sta nella denuncia del cosiddetto ‘business dell’oro blu in bottiglia’.

L’Italia si conferma il paese europeo con il più alto consumo di acqua in bottiglia. A dirlo sono i numeri (dati riferiti al 2009): 192 litri di acqua mi-nerale consumata procapite, 168 so-cietà, 304 marche, 12.400.000.000 di litri prodotti (i consumi sono au-mentati dal 1980 di 5 volte e con loro anche la produzione di acqua imbottigliata) e solo 1.000.000.000 litri di export (pari appena all’8%), 2.300.000.000 euro di giro d’affari. Una crescita smisurata cui però non è corrisposto un proporzionale aumen-to delle tariffe pagate dalle società imbottigliatrici alle regioni.

Esistono a tal proposito linee guida nazionali, approvate nel 2006 (tre le tariffe previste: da 1 a 2,5 euro per metro cubo o frazione di acqua im-bottigliata; da 0,5 a 2 euro per metro cubo o frazione di acqua utilizzata o emunta; almeno 30 euro per ettaro o frazione di superficie concessa). Ad esse si dovrebbero adeguare le leggi regionali.

Questo ci riconduce al motivo della bocciatura: l’Emilia Romagna è tra le sette regioni, con Basilicata, Provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Mar-che, Molise, Sardegna, che non hanno aggiornato i canoni. Legge regionale di riferimento è ancora la n. 32 del 17 agosto 1988 e prevede solo il canone sulla base della superficie della con-cessione, ossia circa 18,69 euro per ettaro, e non sui metri cubi di acqua emunta o imbottigliata. Ciò relega il territorio emiliano romagnolo fra gli

ultimi nella classifica stilata da Legam-biente e Altreconomia: al 18° posto.

Il punto è che, a fronte dell’incom-mensurabile valore della risorsa idri-ca e dell’impatto ambientale causato dai consumi delle acque in bottiglia, le Amministrazioni incassano canoni tali da non riuscire nemmeno a copri-re le spese necessarie per i controlli o per lo smaltimento delle bottiglie di plastica utilizzate. L’acqua si con-suma infatti per il 78% in plastica (il vetro si ferma al 20%, i boccioni al 2%). Vengono utilizzate oltre 350mila tonnellate di PET, per un consumo di circa 700mila tonnellate di petrolio e l’emissione di quasi 1 milione di ton-nellate di CO2. Alla fine poi si contano quasi 5 miliardi di bottiglie di plasti-ca da smaltire ogni anno: almeno 4 miliardi finiscono in discarica; ogni anno bere ci costa circa 1 milione di metri cubi di discariche. Non c’è però soltanto il problema della plastica: si pensi all’impatto ambientale legato al fatto che l’85% di bottiglie viene tra-sportato su gomma.

«L’acqua e la sua gestione sono que-stioni centrali nel nostro Paese – ha avuto modo di dichiarare Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Lo hanno conferma-to 1 milione e 400mila cittadini che si sono impegnati in prima persona per chiedere a Governo e Parlamen-to di modificare la legge che obbliga alla privatizzazione del servizio idrico. Ma mentre il dibattito pubblico/priva-to per la gestione del servizio idrico è ancora in corso e sarà oggetto di due referendum, in Italia esiste già una forma di privatizzazione dell’acqua, o meglio delle sorgenti concesse a prezzi ridicoli alle società che imbotti-gliano. Una sorta di obolo in netto contrasto con il volume di affari del settore ma soprattutto in confronto all’al-tissimo valore di una risorsa limi-tata e preziosa come è l’acqua di sorgente».

La regione resta imbottigliata

Dopo l’esplosione urbana Bologna, sala Borsa in piazza Nettuno

Workshop internazionale Dal 2 al 7 maggio

Consumo di territorio agricolo, dispersione insediativa, com-promissione dei paesaggi periurbani rappresentano gli effetti negativi dello sviluppo delle città occidentali, dove il cemento invade sempre più le zone agricole. Un ciclo di conferenze or-ganizzato da Provincia di Bologna e Urban Center Bologna si in-treccia con il workshop “Dopo l’esplosione urbana”, pensato per stimolare la riflessione dei cittadini sui futuri possibili e deside-rabili delle città a partire da una nuova alleanza con l’agricoltura.

GreenbuildingexpoVerona Fiere, mer 4 mag - ven 6 mag 2011

GREENBUILDING vuole promuovere consapevolmente alla completa efficienza energetica, in binomio tra energia

rinnovabile e architettura sostenibile. L’obiettivo è quello di combinare lo scarso uso che si fa della bioedilizia con lo

sviluppo continuo di energia solare termica, fotovoltaica e applicazioni di cogenerazione. GREENBUILDING

si concentra sulla necessità di sviluppare una nuova coscienza, rispettosa dell’ambiente e che adotti tecnologie di

risparmio energetico.

Terra FuturaFirenze, ven 20 mag-dom 22 mag 2011

Nata dall’obiettivo comune di garantire un futuro al nostro pianeta – e di farlo insieme –, la

manifestazione mette al centro le tematiche e le “buone pratiche” della sostenibilità

sociale, economica e ambientale, attuabili in tutti i campi: dalla vita quotidiana alle relazioni sociali, dal sistema economico

all’amministrazione della cosa pubblica... Terra Futura vuole far conoscere e

promuovere tutte le iniziative che già sperimentano e utilizzano modelli di

relazioni e reti sociali, di governo, di consumo, produzione, finanza,

commercio sostenibili: pratiche che, se adottate e diffuse, contribuirebbero a

garantire la salvaguardia dell’ambiente e del pianeta, e la tutela dei diritti delle

persone e dei popoli.

APPUNTAMENTI

Bocciatura di Legambiente e Altreconomia sulla gestione idrica

Page 24: biosfera30aprile2011

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