basi del metodo di rieducazione posturale globali
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BASI DEL METODO DI RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALI _ IL CAMPO CHIUSO
CAPITOLO 1: EGEMONIE
Funzioni vegetative.
L’esistenza dell’uomo è garantita se un certo numero di funzioni egemoniche sonosoddisfatte. Le egemonie sono essenzialmente vegetative. La sopravvivenza infatti diventasinonimo di “inconscio” e di sistema nervoso automatico. Le necessità della vita
vegetativa si manifestano, a livello cosciente, sotto forma di pulsioni:respirare,bere,mangiare e copulare.Il nostro sistema nervoso vegetativo è essenziale per la sopravvivenza, esso tiene sottocontrollo il sistema nervoso volontario. Quindi le necessità vegetative prevalgono sulle considerazioni volontarie
L’omeostasi è l’autoregolazione che assolve a queste funzioni, ed il nostro sistema nervoso volontario può imporsi, fino al momento in cui le funzioni automatiche vengano di nuovomesse in pericolo.
Funzioni miste Attività semi-volontarie, come respirazione, nutrizione, funzione locomotoria e statica,hanno un innervazione mista.Il sistema nervoso automatico attiva inizialmente queste funzioni e si incarica diadattarle ai bisogni.Il sistema nervoso volontario permette che tali funzioni vitali si svolgano in modoefficiente, senza aiuti esterni.
Nascita
Respirazione atto fondamentale per la sopravvivenza.
Ogni volta che l’attivazione del diaframma (muscolo impari e asimmetrico) nasce da uncomando automatico, esso assicura un ruolo fondamentale per la sopravvivenza sia sulpiano respiratorio, che circolatorio e digestivo tramite l’azione di pompa che si viene acostituire nel momento in cui il centro frenico rimane mobile.Contrazione diaframma è il punto di inizio dell’autonomia incosciente, mentre il controllodella testa è all’origine dell’autonomia cosciente.Il potenziamento degli organi di senso segna il principio dell’apprendimento e dellacoscienza. Gli scambi con il mondo esterno, la percezione e la coscienza di sé diventanoelementi essenziali di maturazione attraverso vista,udito,odorato da cui si elaboreràprogressivamente un processo di differenzazione ed individualizzazione.
Funzione respiratoriaÈ impossibile sopravvivere se non ci fosse la mobilità del diaframma. Per svolgere attivitàmeno importanti (fonazione,sollevare pesi ecc) il comando volontario può provocare lafissazione momentanea del diaframma e del suo centro frenico, azione che però non puòessere prolungata nel tempo, senza limitare il libero esercizio della respirazione stessa.INSPIRAZIONEI mm inspiratori accessori e gli intercostali coadiuvano la respirazione, nel momento incui essi prendono un punto fisso superiore. Anche i mm spinali sono inspiratori, se nonaltro per la loro azione di postero-flessione dorsale. Gli scaleni, muscoli inspiratori diorigine nucale, sollevano le prime 2 coste. Il piccole pettorale che origina del cingolo
scapolare, innalza 3-4-5° paio di coste, il gran pettorale ne solleva le prime 6. Il grandentato origina sulle prime 10, ma solleva soprattutto le ultime 6, il gran dorsale leultime 4. Il diaframma innalza le ultime 6.
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Inoltre si nota, che la respirazione di media ampiezza che, oltre al diaframma, coinvolge imm spinali e gli scaleni, si attua anche in virtù dei mm detti della statica, caratterizzatida aspetto fibroso e da una prevalenza di funzione tonica.ESPIRAZIONESi realizza per semplice rilassamento dei mm inspiratori se si tratta di una espirazione di
piccola ampiezza, e da parte di mm prevalentemente dinamici (gli addominali) se si trattadi un espirazione di grande ampiezza. Inspirazione predomina sull’espirazione. Muscolatura inspiratoria ausiliaria è di
tipo statico, quella espiratoria (addominali) di tipo dinamico. La prima dunqueprevale sulla seconda.
Mm dinamici espirazione arrivano, per mezzo del grande obliquo, soltanto alla 4° costa:non è possibile quindi opporsi alla funzione inspiratoria degli scaleni. Tale disposizioneconsente di conservare, a livello polmonare, un volume di aria residua che impedisce ilriflusso del sangue dagli alveoli polmonari. Funzione alimentare
Gesto che bimbo si succhia il pollice = gesto gratificante ma anche ripetizione di un mvtche porta il cibo alla bocca. Bambino attiva cosi la funzione di prensione, cioè ADD del
braccio, FLEX gomito, FLEX polso e FLEX dita.Funzione della prensione , del “portare a sé” trova la sua espressione motoria piùdifferenziata a livello della mano. Libero gioco della mano essenziale per la funzione della prensione
Ed è soprattutto nella mano che appare più evidente il ruolo di complementarietà svoltodai mm antagonisti, poiché ogni mvt di pinza coinvolge, contemporaneamente, estensori eflessori della dita.Il gesto del prendere, del tenere, del portare a sé è facilitato dall’attivazione di gruppi
muscolari potenti e a tendenza prettamente STATICA rispetto a gruppi muscolaripreposti all’estensione. Muscolatura arto superiore prevalentemente egocentrica
Funzione statica
Per assicurare equilibrio della testa bambino esercita muscolatura paravertebrale -> siforma cosi la lordosi cervicale. In un secondo tempo, bambino tenta di mantenereposizione eretta testa. Gli arti inferiori che sono in flex, abd e rot esterna, vannoprogressivamente estendendosi. Quando fa i primi passi, il bambino si trova adaffrontare un grave problema: continuare ad assicurare l’equilibrio della testa che,
proporzionalmente al corpo, è molto più voluminosa di quella di un adulto.In una prima fase, le manovre di riequilibrio sono effettuate dagli arti inferiori cherimangono flessi, a ginocchia e piedi divaricati, e dagli arti superiori che servono da
bilanciere o da mezzo x aggrapparsi. Bambino alza spesso le braccia in verticale il che gliconsente di delineare la seconda curva lordotica in D11,D12,L1,L2.Contemporaneamente si forma la volta plantare.
A mano a mano che si esercita, il bambino adotta una posizione + economica e sicura;rachide garantisce manovre di riequilibrio, estendendo progressivamente lordosi fino alla4lombare, anche x mezzo della trazione anteriore dello psoas e degli add pubici, fino adottenre un adeguata verticalizzazione. Scompare anche l’atteggiamento in flex dell’anca.
Stazione eretta è all’origine delle curve del rachide lombare e della volta plantare.Fra i mm della statica ricordiamo: tricipite surale (soprattutto soleo), ischio-tibiali, addpubici, TFL e i mm spinali.
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Statica impone la sua supremazia sul sistema dinamico. ( prima stabilizzo poi
muovo)
Muscoli dinamici Innervazione di
tipo fasico
Esercizio
dispendioso in
energia e limitatonel tempo.
Tali muscoli
inducono il mvt
Muscoli statici Innervazione di tipotonico
Questi mm consentodi prolungare lo
sforzo
Tali muscolicondicono il mvt
Concludendo: Per funzione egemonica si intende quella funzione che deve essere primariamente
garantita.
Ognuna di queste funzioni beneficia di un sistema di rinforzo sul piano muscolare Ogni funzione fondamentale beneficia di una superpotente centrale, mediante il
rinforzo muscolare statico ed il sistema di adattamento periferico più dinamico. Si ha: un centro rinforzato a carattere incosciente, che garantisce la
sopravvivenza, ed estrmità più indipendenti che rappresentano il cosciente, e cheregolano l’aspetto più qualitativo della vita.
Cervello = centro cosciente
Diaframma = centro temporale incoscienteRegione lombare = centro spaziale incosciente
Cronologia e gerarchia delle egemonieCronologia egemonie:1.Funzione respiratoria2.Funzione alimentare3.Funzione statica4.Funzione sessuale
Funzione respiratoria e alimentare presentano un elemento in comune: insieme faringe-laringe.
Altro momento comune tra respirazione e funzione statica nella cerniera dorso-lombare,ove si inserisce il diaframma per mezzo del legamento curvo del diaframma (o arcata del
quadrato dei lombi), dell’arcata dello psoas e dei pilastri. Ogni sforzo intenso che interessitronco e rachide immobilizzano il diaframma, impedendo respirazione.No nutrizione porta a debolezza che influisce sulla funzione statica e sulla attivitàsessuale.
CAPITOLO 2: ORGANIZZAZIONE SPAZIO-TEMPORALE DELL’UOMO
Egemonia e comfort
La funzione statica che riunisce tutte le grandi funzioni muscolari, permette di illustrareil principio di “economia”. Infatti tutta la fisiologia è governata dalla legge del minor sforzo.
L’equilibrio dell’uomo è precario ed inoltre non è mai realmente stabile perché il corpo simuove in ogni istante per effetto della respirazione. Peso, taglia, divaricazione dei piedisono altrettanti mvt che l’influenzano.
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Tendenzialmente si considera la posizione eretta come la più stabile, poiché il suomantenimento non esige alcuno sforzo muscolare; ma, quando i piedi si divaricanoanteriormente alla caviglia , la linea di gravità si sposta davanti a questa articolazione,creando un disequilibrio anteriore. Per correggerlo, occorrerà una contrazione costantedei mm posteriori e contemporaneamente occorrerà controbilanciare lo squilibrio
anteriore con gli squilibri posteriori equivalenti.Cosi, il ginocchio si troverà leggermentepiù indietro rispetto alla linea di gravità,il ventre in avanti, il dorso indietro e latesta in avanti.In queste condizioni la posizione erettasarà mantenuta in equilibrio senza altrointervento se non quello di mantenerecostante il tono dei mm antigravitari e in
base alla resistenza elastica.
Questo spiega il debole aumentodel dispendio energetico dallaposizione supina a quella eretta.
In dinamica, un disequilibrio volontario precede ogni mvt coordinato.In dinamica, ogni mvt è tanto più ampio se preceduto da uno stiramento muscolare (pre-tensione che facilita la contrazione). Al contrario, nella statica, un muscolo è tanto piùresistente quanto più è accorciato.Il “comfort statico” diventa sinonimo di aumento di tono posturale e di accorciamento dei
mm della statica. La disposizione confortevole delle masse e l’esercizio permanete dei mm della
statica provocano l’accentuarsi delle curvature vertebrali. Il comfort fa perderel’armonia delle forme.
Quindi causa nostri problemi morfologici non è la gravità ma bensì un esagerata reazionedella muscolatura.
Variazione degli scambi
Quando diaframma si contrae: abbassa centro frenico e solleva debolmente le costefluttuanti; il suo rilassamento condente l’espirazione.
Ogni tentativo per aumentare il V degli scambi deve pertanto iniziare da una contrazione vigorosa del diaframma, seguita dall’attivazione degli inspiratori ausiliari. Affinchè ilrinforzo dell’azione muscolare inspiratoria sia perfettamente efficace ed induca unaumento proporzionale del V degli scambi, è necessario che, nella fase espiratoria, siattivi la muscolatura addominale. In questo caso, all’aumento del volume inspiratorio,corrisponde un aumento del volume espiratorio.Spesso inoltre si è tentati di aumentare la tonicità dei mm inspiratori che perdono dielasticità, si accorciano e divengono cosi incapaci di rilassarsi -> deficit espiratorio.L’accorciamento dei mm inspiratori provoca l’incapacità di avvicinare efficientemente leloro estremità (saranno stanchi di essere troppo tonici), e dall’altra, l’atrofia degli
espiratori opposti a loro. Questo è il meccanismo muscolare dell’enfisema che esita inasfissia, malgrado l’impressionante diametro toracico.
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CAPITOLO 3: I MECCANISMI DI DIFESA: I RIFLESSI ANTALGICI
L’organismo, sia che si trovi di fronte ad una carenza nel funzionamento dei sistemi o auna pletora, o ad un elemento aggressivo di origine interna o esterna, ereditario oacquisito, tradurrà ogni elemento nocivo in termini di aggressione. I sistemi diadattamento e di difesa debbono reagire di fronte a tali aggressioni, seguendo 3 regole:1.Salvaguardare funzioni egemoniche2.Sopprimere o ancora meglio evitare il dolore3.Nel caso in cui fosse eliminata l’aggressione, di minimizzare al max le eventuali epericolose conseguenze psicologiche che saranno relegate a livello incosciente
Si tratta dunque, di un vero e proprio sistema di riflessi antalgici che reagisconocoerentemente a livello psico-somatico di fronte alle aggressioni, a partire dal semplicetropismo cellulare, fino ad arrivare ai complessi sistemi di adattamento ed integrazione.L’uomo può riconoscere ciò che è beneficio e ciò che è nocivo per se stesso, grazieall’apprendimento, che permette, a priori, di adottare misure intese a preservare
l’integrità. I riflessi antalgici possono agirea posteriori(carattere cosciente) o a priori(carattere incosciente). In funzione del valore quantitativo e qualitativo dell’aggressione,dalla sua origine interna o esterna, il sistema nervoso adotterà, ogni qualvolta sianecessario, la misura adatta a salvaguardare le egemonie, e ad evitare dolore e disordine-I meccanismi di difesa non sono solamente l’espressione del sist nervoso, ma sono anchecorrelati con tutta la nostra organizzazione biochimica.
Le ripercussioni a distanza, dovute ad un’aggressione, sono legate pertanto al valoreestemporaneo quantitativo e qualitativo dell’aggressione. Secondo lo stato del soggetto ela localizzazione dell’impatto, l’effetto dell’aggressione è dunque differente.
La ripetizione o la frequenza degli impatti , nel campo neurologico si definiscono con iltermine di sommazione spaziale e sommazione temporale.I meccanismi antalgici recuperano una lesione attraverso un processo di disseminazione.Nell’uomo, le conseguenze strutturali della disseminazione dipenderanno dalle formazioninervose impegnate per operare la diluizione nello spazio e nel tempo, cosi da produrrerisposte proporzionali alle aggressioni.L’aggressione fisica o psichica alla struttura, forma, funzione biologica ha unaripercussione su tutto l’individuo; infatti da ogni alterazione morfologica, derivanospecifiche modificazioni organiche, inoltre la psiche influisce direttamente sul mezzoorganico.
L’aspetto neurologico
Per fronteggiare qualsiasi situazione, il sistema nervoso è organizzato gerarchicamente.L’apice della scala gerarchica è rappresentato dalla testa, servendo la stessa da supportoagli organi più nobili, quelli di senso e di pensiero. I centri nervosi dalla coscienza sitrovano dunque nella testa, mentre i numerosi recettori della prima egemonia semi-
volontaria rappresentata dalla respirazione sono disseminati. L’adattamento ai fattorinocivi si attua quindi per livelli, e ogni grado del sist nervoso ne risponde in misura dellapropria competenza e capacità. In tal modo, i lievi squilibri che si manifestano nella fasedi mantenimento dell’equilibrio, sono regolati in modo automatico dai riflessi posturali; di
contro, una impo perdita di equilibrio muterà la gerarchia superiore e diverrà cosciente.Ogni gesto elaborato, che risponda ad una precisa finalità, deve obbligatoriamente esserecontrollato, a ritroso, dallo stesso organismo. I mezzi di controllo di tale retro-azione
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(feedback) possono essere somatici, estero- o propriocettivi, labirintici. Cosi controllati infeed-back, gli atti potranno assicurare l’adempimento di una specifica finalità. Una qualsiasi lesione che colpisca il
bersaglio o le sue terminazioni nervoseafferenti o efferenti, provoca una reazione
di adattamento locale. Un impulso didolore che parta dal bersaglio ed arrivi alrecettore R potrà, per esempio, esseresoppresso da un rafforzamento di tono,dovuto al distributore di impulsi S. In talmodo, un’articolazione potrà essereprotetta da un rafforzamento muscolare(blocco). Le articolazioni vicine,turbate daquesta retrazione muscolare, dovranno aloro volta proteggersi, e cosi di seguito.
L’aggressione può inserirsi, nel circuitochiuso, deviando gli impulsi da A indirezione di un altro distributore S’,mediante un circuito di sostituzione(inibizione).
A seconda del valore quantitativo e qualitativo dell’aggressione, si avrà un “interruttore dicorrente” a livello metamerico o a livelli superiori.Quando le grandi finalità non possono essere assicurate ne dal sistema preposto a questo
scopo, ne da un sistema derivato, si avrà la predominanza del programma funzionale sulcomando volontario.
Teoria risonanza nervosa: ogni cellula nervosa può entrare in risonanza con un’altracellula , anche se lontana, a condizione che ambedue abbiano lo stesso ritmo bio-chimico. Si avrà quindi una propagazione del messaggio quando le cellule sono in fase, ein inibizione, quando sono in opposizione di fase.Le grandi vie nervose appaiono, in tal caso, come vie preferenziali, ma non nel senso didirezione obbligatoria dell’impulso. Tale meccanismo di veicolazione dell’impulso rispondealla legge del minor sforzo e le cellule nervose entrano in risonanza secondo l’entità della
lesione e secondo il proprio bioritmo, che può modificarsi in funzione dell’apprendimentoe del substrato presente. Cosi, a seconda degli individui e delle lesioni che colpisconol’organismo,avremmo diverse costanti, e specifiche differenziazioni delle reazioni neuro-muscolari tra i vari soggetti. Le costanti sono tributarie di vie nervose di facilitazione,mentre la risonanza esprime l’originalità del modo di reagire di ogni cellula dell’individuo.
Aspetto meccanico
1.Il tonoIl tono è lo stato di minima tensione dei mm striati, in uno stato di riposo. È uno statoattivo che regola la disposizione posturale dei segmenti. È caratterizzato dalla lentezza
con cui si stabilisce, dalla persistenza, dal minimo dispendio di energia e dall’efficaceresistenza alla fatica. Il tono è di origine propriocettiva, ed è più evidente nei mmantigravitari, ed è influenzato dalle strutture nervose sopraspinali.
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Gli agenti del tono sono i fusi neuromuscolari, la cui attività è conservatapermanentemente dai motoneuroni gamma. Dall’intensità dello stiramento dei fusidipende l’attivazione dei motoneuroni alfa che presiedono la contrazione muscolare. Per uno stiramento, ad esempio di 3 grammi, i fusi provocano il riflesso miotatico
diretto che, a sua volta, provoca la contrazione del muscolo striato. Per una tensione che varia tra 100 e 200 grammi, avremo i corpuscoli del Golgiall’origine del riflesso miotatico inverso che inibisce il muscolo striato, e facilita lacontrazione del suo antagonista.
Le modificazioni dell’attività dei fusi possono essere di origine enterocettiva oesterocettiva. La corteccia esercita, normalmente, un’azione di freno sul tono ( x questo iltono dipenderà particolarmente da influenze superiori) e su stimoli di bassa intensità chearrivano dalla pelle. Al contrario, ogni impulso nocivo, qualunque sia la sua origineprovoca un aumento di tono.2.Resistenza ed azione
Lesioni aumentano attività del fuso soprattutto ai mm della statica. Questo comporta,
come effetto secondario, l’accentuazione di risposte di tipo miotatico diretto, e lamoltiplicazione delle scariche di motoneuroni alfa contenuti in questi muscoli. L’aumentodelle tensioni neuro-muscolari porta quindi ad una modificazione dell’attività contrattiledei mm antigravitari. I mm della statica hanno notevole contenuto di tessuto connettivo e presenza di
motoneuroni fi tipo alfa-tonico che li rende atti a resistere al mvt. I mm della dinamica, al contrario, hanno la minima componente di tessuto
connettivo e la presenza di motoneuroni alfa-fasici, e ciò comporta che il loro ruoloè quello di attuare il mvt.
Anche fra gli stessi mm della statica ilcomportamento è diverso. A livello dellamiofibrilla, se si stabilisce una debolegiunzione biochimica tra actina emiosina, dovrà corrispondere una fortepossibilità di accorciamento (pre-tensione che facilita la contrazione); seinvece si stabilisce una forte giunzione, siavrà un’aumentata resistenza allostiramento, alla quale bisogna
aggiungere la resistenza passiva deltessuto connettivo.
Il comfort statico tende per tanto ad aumentare la resistenza dei mm antigravitari,accentuando la penetrazione fra i filamenti di actina e miosina, e favorendo la formazionedi tessuto connettivo; inoltre la tendenza all’attivtà concentrica permanente di questi mmgenera sarcomeri (unità contrattile di base) che dispongono in serie. Tale disposizione
produce mm corti, voluminosi e resistenti.3.L’equilibrio delle tensioni
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“non è possibile una buona organizzazione morfologica, senza equilibrio delle
tensioni”
Questo efficiente equilibrio permette la perfetta coesistenza della stabilità e dellamobilità. Bisogna comunque sottolineare che ogni disequilibrio antagonista delle tensionitende immediatamente alla organizzazione di un nuovo equilibrio, a prezzo didisassiamenti segmentari.
Esempio:l’equilibrio di tensione che troviamo nellafig.16A è ugualmente realizzato nel casodella fig.16B, dove uno dei muscoli è, percomportamento antalgico, ingrosato eaccorciato, mentre l’altro assottigliato estirato. L’aumento per stiramento dellaresistenza fibroelastica di quest’ultimo si
oppone alla retrazione del primo. Isegmenti ossei sottesi da tali mm donodeviati in postero-flex, in latero-flex e inrotazione.
Si avrà disequilibrio di tensione ogni volta che un muscolo aumenta la sua
resistenza a danno della sua forza attiva.4.La diluizione
Muscoli non hanno mai antagonisti rigorosi, che agiscono esattamente in manieraopposta sugli stessi segmenti ossei. Ciò è particolarmente evidente nei mm lunghi. Unrigoroso antagonista renderebbe impossibile ogni mvt coordinato plurisegmentario.Quindi è più giusto parlare di agonismo-complementarietà. I mm poli-articolari dellastatica hanno, quindi, numerosi funzioni, e ciò permette a questi mm, quando sonoretratti x attivazione di meccanismi antalgici, di scegliere ed esprimere questa retrazionenella maniera meno sfavorevole possibile. Per questo, la retrazione degli ischio-tibiali simanifestano in posizione eretta, con rot interna della gamba.5.Dinamica e statica
Dinamica è sinonimo di supremazia di influenze in funzione dell’avvicendamento di punti
fissi e punti mobili, la statica esprime invece il bilanciamento delle influenze ad ognilivello articolare. Nella statica non esistono più, per la muscolatura, punti fissi o puntimobili, ma solo punti semi-fissi. I mm poli-articolari possono agire da mm mono-articolari, ed il loro capo poliarticolare evita di inserirsi sull’osso più prossimale perterminarsi sull’osso distale. Questa disposizione non consente ai mm lunghi di esprimereegualmente la loro retrazione su 2 segmenti ossei consecutivi, di distribuire in modoomogeneo gli aumenti di tensione provocati dall’attivazione dei riflessi antalgici.6.Il fantoccio
Arti uniti al tronco e alla colonna vertebrale da numerosi e potenti muscoli. Ogni mvt chetenda a riavvicinare gli arti inferiori, mobilizza attivamente i mm situati sul pianoanteriore e bascula il bacino, cosa possibile solo grazie ad un credito di lunghezzaaccordato dai mm spinali. Ogni mvt di grande ampiezza degli arti superiori in elevazioneed in estensione, coinvolge attivamente la muscolatura spinale. I mvt, pertanto, malgrado
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la rigidità provocata dalla iperattività dei sistemi di difesa, saranno sempre possibili, maimmancabilmente, provocheranno, sia x lo sforzo attivo che per il credito passivo,un’esagerata compressione delle curvature vertebrali e un aumento del loro raggio.
Aspetto psico-somatico
1.AffossamentoIl concetto dell’affossamento, che è l’aspetto psico-somatico della diluizione, consiste nelprocesso di rendere incosciente ciò che inizialmente, era causa di disordine a livellocosciente. Quando sono garantite le funzioni normali, il cosciente predominasull’incosciente. Al contrario, in caso di pericolo per le funzioni egemoniche, predominatutto il sistema automatico. L’affossamento si verifica sempre a danno delle strutturemeno nobili, costituendo un processo di somatizzazione delle aggressioni a caratterepsichico. Le aggressioni di tipo puramente somatico regrediscono verso il loroincosciente, spostandosi dalle estremità verso il centro e più particolarmente verso ildiaframma e la regione lombare.
Ogni volta che la rimozione a livello psichico o la somatizzazione costituiranno causa dipreoccupazioni o sofferenze, l’unità psico-somatica dell’uomo provocherà una rinascitacosciente che riguarderà gli effetti e non le cause.2.Fissazione
Lontane dalle egemonie periferiche (testa,mani,piedi) le fissazioni, nel campo somatico,tendono a localizzarsi soprattutto a livello vertebrale, alla radice degli arti, ai gomiti, alleginocchia (veri e propri incroci di contro rotazione), rispettando comunque l’egemoniarespiratoria. Importanti ed utilizzabili in permanenza, le fissazioni sono vere e propriepiazzaforti che rinforzano i meccanismi antalgici. Esse corrispondono ad una perdita dielasticità del nostro sistema di protezione, poiché tendono a filtrare le aggressioni che
non le riguardano e a rispondervi in maniera stereotipata. Sul piano terapeutico, le fissazioni non consentono più di risalire
direttamentedall’effetto alla causa di un’aggressioneLa fissazione provoca cause svanite e effetti permanenti. La sparizione della causa nonsopprime le fissazioni che, da un ruolo consequenziale, assumeranno un ruolo causale.3.Prevenzione
Sin dalla nascita, l’istinto di conservazione che deriva dalle strutture nervose piùprimitive, consente i riflessi indispensabili per la sopravvivenza.L’apprendimento cosciente sarà, integrato a livello automatico, il che costituisce unprocesso attivo di “affossamento”, poiché il nostro incosciente registrerà, nelle sue
memorie, sia le correlazioni gradevoli, che quelle sgradevoli.L’apprendimento inoltre segue uno sviluppo parallelo a quello del sistema mio-articolare.Il tipo di risposta ad un’aggressione dipende da molti fattori: personalità del soggetto,qualità delle info assunte nel periodo di apprendimento, la loro filtrazione all’attodell’affossamento, le circostanze e lo stato del soggetto al momento della restituzione.I meccanismi di difesa tenderanno dunque a divenire sempre più preventivi. Resistere è rifiutare un determinato disordine, mentre agire è provocare disordine
a se stessi.I meccanismi antalgici garantiscono comunque la sicurezza e il comfort. La protezionetende ad essere generatrice di superprotezione.
4.IntegrazioneL’integrazione dell’affossamento e dei meccanismi di occultamento, permette diconsiderare come normale ciò che non lo è più. Il soggetto adotta dei ragionamenti e dei
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comportamenti logici necessari all’integrità del suo equilibrio partendo da un’analisi dellasituazione erronea. A livello muscolo-scheletrico, l’integrazione interessa lo schemacorporeo o lo schema motorio.È per questo che ogni riabilitazione dovrà avvenire con la partecipazione attiva del pz. Imvt che gli verranno richiesti dovranno essere lenti e finalizzati. La percezione sensibile
dovrà in ogni momento essere inquadrata di fronte alla realtà oggettiva.
Necessità,limiti e inconvenienti dei riflessi antalgici
La prestazione del riflesso antalgico dipenderà dalla qualità del potenziale vitale dipartenza, cioè dall’ereditarietà; dalle condizioni di vita e dall’ambiente.Le possibilità di reazione dipendono ugualmente dal valore delle aggressioni. Ogni riflessoantalgico a priori o a posteriori risponde ad un’aggressione qualitativa o quantitativa, diorigine interna od esterna, passando per la struttura ed influenzando sulla stessa. Iriflessi antalgici sono quindi all’origine dei comportamenti, di devianze e di deformazionidi qualsiasi natura. Quando i riflessi antalgici cercano di prevenire il disordine
aumentando il comfort, o quando celano il dolore o la sofferenza, gli specificimeccanismi tendono a potenziare la resistenza a danno dell’azione e generanocomportamenti anomali che,alla fine, potranno, a loro volta, generare sofferenza.Sul piano somatico, il confortevole aumento della resistenza dà luogo a perdita dielasticità dell’apparato mio-articolare, anticamera dell’artrosi. Il rifugio nel confortmediante la sclerosi e la diminuzione delle capacità di adattamento che esso rappresenta,provocherà un aumento della stanchezza. Sul piano fisico-psichico si ha una generalediminuzione delle possibilità di azione.La prevenzione sul piano psichico può essere molto pericolosa, generando a priori, ilrifiuto di alcune situazioni, e facendo presupporre che non vi si possa porre rimedio
efficace. Nel campo somatico, le compensazioni che debbono rispettare le estremità,agenti efficienti ed indispensabili di grandi funzioni, saranno riflesse verso il centro. Sulpiano temporale, esse terminano al diaframma, e sul piano spaziale, alla regionelombare.Non è possibile cancellare totalmente le aggressioni poiché è impossibile sottrarsi allenozioni di spazio e di tempo, i riflessi antalgici non potranno impedire eternamentel’apparizione del male. Le fissazioni dei meccanismi compensatori in alcune zone,renderà le stesse inattive, ed in seguito dolenti. Tale processo determinerà chel’apparizione del dolore, sia distanziato e ritardato rispetto alla causa. Alcune zone sonoparticolarmente prese di mira , si tratta di zone “chiave” al servizio delle grandi egemonie,
come la cerniera occipito-atlantoidea e dell’articolazione lombo-sacro-iliaca.
L’inibizione
Quando un aggressione interessa anche aree vicine alla zona colpita, quest’ultimesaranno interessate dal riflesso antalgico, quindi sarà impossibile deviare il programma aqueste aree. In tal caso e su ordine volontario , si può attuare il mvt ma con dolore, omeglio si avrà l’inibizione. (pag 76)
Il blocco
Nel campo muscolare, il dolore di origine meccanica non può dissociarsi dalla mobilità.
Un muscolo che lavora in cattive condizioni, può soffrire, cosi come l’apparato osteo-articolare che esso attiva. Poiché l’immobilizzazione dei segmenti che esso sottendesopprime il dolore, avremo a che fare con meccanismi di blocco, il cui ruolo sarà quello di
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impedire il dolore. (spalla congelata -> protegge mm abduttori e rot esterni della spalla,coxartrosi-> impedisce dolore dei mm pelvici-trocanterici). Il blocco provoca, ipso facto,deviazione e supercompensazioni.
CAPITOLO 4: L’APPROCIO TERAPEUTICO
Tecniche globali
Un’aggressione psichica comporta sintomatologie somatiche, mentre una lesione fisicaincide sulla psiche. Quindi bisogna affrontare il soggetto nella sua globalità, ciòpresuppone competenza, notevoli conoscenze e mezzi terapeutici adatti.Nel trattamento è necessario seguire a ritroso il comportamento spazio-temporale deimeccanismi antalgici. Pertanto, si deve trattare il soggetto, con riferimento a strutturaconsiderata, nel modo più globale possibile. Già da solo, infatti, questo primo interventoterapeutico permette di risolvere le difficoltà dei meccanismi di difesa muscolare che neconseguono e, abolite a questo livello tutte le compensazioni, di risalire, poi, alla intimacausa.Per sperare di risalire alla causa psichica di un comportamento somatico anormale,
bisogna intervenire con un metodo globale particolarmente efficace sul soma, al di fuoridi considerazioni psichiche e tecniche relative a tale argomento. Il metodo RPG: In primo luogo, corregge la morfologia, agendo sulla struttura del
muscolo striato. Ma, puntando peraltro, sulle tensioni neuro-muscolari edintroducendo un lavoro essenzialmente attivo,globale e qualitativo, agisceugualmente sul trasmettitore psico-somatico.
CAPITOLO 5: IL METODO DI RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE
Ogni metodica terapeutica, deve sempre risalire alla causa della lesione. La RPG permettedi regolare i problemi morfologici e di accedere alle cause o alle loro conseguenzepsicologiche.
La valutazione spazio-temporale
Quando si esamina un malato, la diluizione operata dai meccanismi di difesa, cela lecause profondo delle sue differenti manifestazioni. Iter terapeutico parte dal particolare(malattie del pz) -> generale -> per poi tornare al particolare. Correggere soltanto ilsintomo, comporta l’acutizzarsi ed il progredire della causa reale del male, e d’altronde,considerare solo la causa, costituisce un’astrazione da tutte le compensazioni che ne
avevano costituito il corollario, e che si sono fissate modificando, nel tempo, la struttura. Tale approccio è fallimentare, quindi la sola possibilità logica è risalire dal sintomo allacausa, seguendo la logica dei “camuffamenti somatici” dei riflessi antalgici.Sul piano morfologico, la diluizione rispetta, per quanto è possibile, il comportamentosociale, costituito dalle estremità, ed il cosciente somatico (allineamento della testa).
La diffusione delle compensazioni avverrà dalla periferia al centro.
Qualsiasi sintomo e qualsiasi fissazione, sono il prodotto del fascio divergente, poiconvergente nel tempo, dei meccanismi di difesa.
Dato che ogni sintomo o dimorfismo segnano il limite dei meccanismi di
compensazione, si potrà accertare la causa di una lesione soltanto dopo aver
eliminato ogni relativa compensazione.
Il centro e le estremità
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Funzioni essenziali ultime ad essere colpite dai meccanismi antalgici; lo stesso vale per lecause efficienti delle egemonie: testa,mani e piedi.Sul piano somatico, una efficace valutazione s-t è la seguente:
1.individuazione sintomo2.correzione della fissazione
3.normalizzazione delle estremità e la liberazione del centro (diaframma e lombi)poiché la correzione delle estremità impedisce l’insorgere dei camuffamenti somatici, ilsoggetto sarà cosi indifeso e collocato nel “campo chiuso”.
La messa in tensione della struttura muscolare
Sul piano somatico, ogni meccanismo antalgico induce un rinforzo della resistenzapassiva a danno della forza attiva dei muscoli che sono i garanti delle egemonie.Bisogna quindi riequilibrare la perturbazione delle tensioni, senza basarsi soltanto sullaF dei loro antagonisti ( ciò infatti provoca un aumento della tensione dei mm giàcontratti).
Si deve indirizzare il trattamento ai muscoli della statica, e al muscolo striato cherappresenta la struttura che si dovrà allungare, di modo che la tensione neuro-muscolare trasmessa dello stiramento sarà riarmonizzata.
L’attività muscolare concentrica comporta l’attivazione di sarcomeri disposti in parallelo,che aumentano la resistenza alla stiramento. Al contrario, la contrazione isometrica, inposizione eccentrica, aumenta il n di sarcomeri disposti in serie, e restituisce la F attiva;conviene dunque applicare tale tipo di contrazione ai mm della statica.
Allungamento residuo = (forza / coefficiente di elasticità) x tempodipendente alla retrazione
Ogni trazione che abbia per scopo l’allungamento, deve essere mantenuta il più a lungopossibile.Le posture di stiramento applicate sui mm antigravitari (100-200gr) e mantenute perlungo tempo, hanno, sul piano neurologico, il doppio vantaggio di abbassare l’attivitàgamma e il tono, e di inibire il muscolo striato e facilitarne cosi il suo antagonista con ilmeccanismo del riflesso miotatico inverso.Un muscolo messo, x lungo tempo, in postura di stiramento e al quale si richiede unlavoro isometrico, avrà, come conseguenza, l’aumento del n dei sarcomeri disposti inserie, l’allenamento del tessuto connettivo e la diminuzione del tono. Lo stesso muscolo
avrà, inoltre, minor resistenza passiva a vantaggio della sua F attiva;sarà divenutoquindi: 1. Lungo 2. Forte 3. Elastico.
Ogni muscolo contratto disposto obliquamente rispetto ai piani dello spazio, se messo intensione, su un solo piano, provocherà il disassiamento, sugli altri piani, dei segmentiossei sui quali si inserisce, recuperando, tuttavia, una funz fisiologica, che gli era stataprecedentemente sottratta. Ogni qualvolta si corregge la rigidità di un muscolo, si puòrisalire al meccanismo dalla diluizione antalgica, a condizione di correggere,progressivamente, le altre retrazioni muscolari e gli altri disassiamenti provocati daquesta progressione.
Le posture attiveSi è visto che per agire efficacemente sulla struttura del m. retratto, è più adeguato unlavorostatico eccentrico. Grazie al meccanismo del riflesso miotatico inverso, questo
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stiramento attivo facilita i mm. Antagonisti. Tale facilitazione non sarà però vantaggiosaper i mm. Molto deboli della dinamica, esercitati, nello stesso tempo, in contrazioneconcentrica. Si avrà quindi un forte aumento di tono dei mm. deboli e un’accentuazionedella loro contrazione concentrica, mentre, contemporaneamente si avrà unabbassamento del tono dei mm. retratti e un allungamento dovuto alla loro contrazione
eccentrica. Si tratta quindi di un vero e proprio blocco correttivo delle tensioni
neuromuscolari.Nel caso di relazioni muscolari intraprese in una stessa catena, si nota che il credito dilunghezza necessario x effettuare un ampio mvt può essere ottenuto solo conl’aggravamento nella posizione inspiratoria del torace e con un accorciamento centrale.
Al lavoro eccentrico esercitato da un’estremità della catena statica x controllare un mvtdinamico, corrisponde la retrazione concentrica del centro spazio-temporale.Per questo bisogna sistematicamente aggiungere al lavoro posturale attivo il rilassamentoespiratorio. (leggere esempio nuca pag.89).
Ogni m. che si contrae tende sempre a riavvicinare le sue estremità -> lavoro concentrico.Quando invece il m. deve frenare l’allontanamento si parla di -> lavoro eccentrico.Quindi la nozione statica o di mantenimento posturale è,in condizioni normali,essenzialmente dinamica.L’equilibrio dei segmenti dipende dall’elasticità o dalla resistenza del m.Un’efficace stiramento muscolare non sarà dipendente da grosse escursioni articolari, maal contrario sarà reso possibile grazie ad un lavoro di precisione e di qualità.Per questo motivo, sarà indispensabile, durante l’esercizio, mantenere la rigorosaassialità dei segmenti ed evidenziare subito la minima deformazione muscolare, oltre laprogressione lenta e precisa delle escursioni articolare richieste.
Ciò consente anche di evitare tensioni troppo intense sui mm. , diminuendo cosi il doloree permettendo di restare nell’ambito del riflesso miotatico inverso.
Concludendo: la RPG è un metodo di posture essenzialmente attive; infatti,esso,
realizza contemporaneamente oltre che l’es concentrico dei mm. della dinamicaindeboliti, e l’es eccentrico dei mm. della statica retratti, con il rilassamento dellaparte centrale della catena, la liberazione espiratoria e la riarmonizzazione deltono muscolare.
Un tale approccio permette di regolare, sul piano somatico,l’insieme dei problemi mio-articolari e morfologici, e consente di risalire, conseguentemente, alla causa delle lesioni.
La forma
È il ritratto fedele della struttura. Nel corso del trattamento, la forma serve da guidarigorosa al terapeuta.
La matassa
La messa in tensione, a partire dal sintomo tenderà, quasi sempre, ad una fissazione,che potrebbe rappresentare il rinforzo di molteplici meccanismi antalgici.Più cause possono avere la stessa fissazione e più fissazioni possono avere la stessacausa -> matassa (intreccio di più fissazioni).
Le fissazioni rappresentano, dunque, sul piano terapeutico, una delle più importantidifficoltà.
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Ogni escursione articolare eccessiva, nonché ogni forte tensione, contribuisce adintrecciare i fili e a restringere il nodo delle fissazioni, per l’importanza ed il n dellecompensazioni morfologiche che esse comportano.
Le vie preferenziali
Fissazioni impiegano la via di preferenza costituita dai della catena delle statica, inparticolare modo a livello delle strutture mio-articolari del rachide.
La correzione della causa
Se si tratta di un’aggressione cronica, si arriva ai limiti concessi al terapista. Le anomaliecongenite, la famiglia, la professione e l’ambiente in genere sono altrettanti elementiinaccessibili all’az terapeutica.Conviene allora,soltanto in questo caso, tollerarli, aiutando soprattutto il pz ad affinarli ea ridurli allo stretto indispensabile.
CAPITOLO 6: LE CATENE MUSCOLARI E LE LORO POSTURE
Catena muscolare: in essa vengono riuniti un insieme di mm. coerenti, qualitativamenteuguali nati e in virtù delle stesse finalità.
Controllo posteriore
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Comprende:
1.Muscoli spinali2.Pelvi-trocanterici3.Grande gluteo profondo
4.Ischio-tibiali5.Popliteo6.Tricipite surale7.Mm. plantari
5.6.
7.8. Controllo anteriore
9.10.È formata da:11.1.Sistema sospensore del diaframma e delle viscere
2.SCOM3.M. lungo del collo4.Scaleni5.Pilastri del diaframma6.Ileo-psoas e fascia iliaca7.Adduttori del pube
8.Tibiale anteriore12.13.14.15. Catena inspiratoria
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16.17.È formata da:18.1.Diaframma2.Tendine del diaframma ( suo sospensore)
3.SCOM4.Scaleni5.Intercostali6.Spinali dorsali7.Piccolo pettorale19.20.21.22.23.
24.25. Catena antero-interna
26.27.é composta dai mm. della statica adduttori del braccio:28.1.Coraco-brachiale2.Sotto-scapolare3.Fascio superiore grande pettorale
29.30.31.32.33.
34.35.36.
Catena antero-interna dell’anca
37.
38. è costituita da:1. Ileo psoas e fascia iliaca2. Adduttori del pube39.40.41.42.43.44.45.
46.47.48.
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Catena superiore della spalla
49.50. è formata da:1.Trapezio superiore2.Trapezio medio
3.Deltoide4.Piccolo pettorale51.52.53.54.55.56.57.
58.
Catena anteriore del braccio59.60.È composta da:61.1.Coraco-brachiale2.Bicipite3.Brachiale ant4.Tt i mm. anteriori dell’avambraccio5.Loggia tenar e ipotenar62.
Catena laterale63.
64.è costituita da:65.
1.Piramidale2.Grande gluteo superficiale3.TFL66. Praticamente, questa catena può essere stiratacontemporaneamente alla catena post. x la partepiramidale, grande gluteo superficiale e TFL, e
contemporaneamente alla catena ant. per la coppia TFL efascia lata.67.68.
69.70.
71.72.
La famiglia di Posture
73.Le varie catene non possono essere stirate tutte
contemporaneamente. Infatti, x es, una retrazione dellacatena antero-interna dell’anca necessità una postura inapertura angolo coxo-femorale, mentre una rigidità della
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catena posteriore viene trattata con chiusura angolo coxo-femorale. Oppure altroes, la catena superiore della spalla si corregge “srotolando” le spalle e adducendole braccia, mentre la catena antero-interna della spalla deve essere stirataabducendo progressivamente gli arti superiori.
74.Di contro, la catena inspiratoria può essere sempre trattata: infatti il pz può
espirare in tt le posture stirando i mm. inspiratori. La stessa cosa si verifica x lacatena anteriore delle braccia che richiede, per poter essere corretta, unaestensione del gomito con un allungamento del polso e delle dita. 4 grandi famiglie di posture:
1.Apertura di angolo coxo-femorale, braccia addotte2.Apertura di angolo coxo-femorale, braccia abdotte3.Chiusura di angolo coxo-femorale, braccia addotte4.Chiusura di angolo coxo-femorale, braccia abdotte75.76.Catene muscolari di cui è possibile effettuare lo stiramento grazie a queste posture
sono:77.
78.
79.
80. APERTURA DI ANGOLO
81. COXO-FEMORALE
82. BRACCIA ADDOTTE
CATENA INSPIRATORIA
CATENA ANTERIORE DEL
BRACCIO CATENA ANTERO-INTERNA
DELL’ANCA CATENA SUPERIORE DELLA
SPALLA
83.
84.
85. APERTURA DI ANGOLO
86. COXO-FEMORALE
87. BRACCIA ABDOTTE
CATENA INSPIRATORIA
CATENA ANTERIORE DEL
BRACCIO CATENA ANTERO-INTERNA
DELL’ANCA CATENA ANTERO-INTERNA DELLA
SPALLA
88.
89. CHIUSURA DI ANGOLO
90. COXO-FEMORALE
91. BRACCIA ADDOTTE
CATENA INSPIRATORIA
CATENA ANTERIORE DEL
BRACCIO
CATENA POSTERIORE CATENA SUPERIORE DELLA
SPALLA
92.
93. CHIUSURA DI ANGOLO
94. COXO-FEMORALE
95. BRACCIA ABDOTTE
CATENA INSPIRATORIA
CATENA ANTERIORE DEL
BRACCIO CATENA POSTERIORE
CATENA ANTERO-INTERNA DELLA
SPALLA
96.
Le posture97.
98. APERTURA DI ANGOLO
Postura a raccolta divaricata
101. (“a ranocchia) al suolo,
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99. COXO-FEMORALE
100. BRACCIA ADDOTTE
braccia serrate Postura eretta in appoggio alla
parete Postura eretta senza appoggio
102.103. APERTURA DI ANGOLO
104. COXO-FEMORALE
105. BRACCIA ABDOTTE
106. Postura a raccolta divaricata
107. (“a ranocchia) al suolo, braccia divaricate108.
109.
110. CHIUSURA DI ANGOLO
111. COXO-FEMORALE
112. BRACCIA ADDOTTE
Postura seduta
Postura a raccolta divaricata
113. (“a ranocchia) gambe all’aria, braccia serrate Postura eretta, inclinata in avanti
114.115. CHIUSURA DI ANGOLO
116. COXO-FEMORALE
117. BRACCIA ABDOTTE
118. Postura a raccolta divaricata
119. (“a ranocchia), gambe all’aria, braccia divaricate120.
FAMIGLIA DI POSTURE IN APERTURA D’ANGOLO C-F, BRACCIA ADDOTTE
Postura supina a raccolta divaricata (“a ranocchia”), braccia addotte.
121. Autorizza il terapista a insistere soprattutto su:- La nuca- Il torace
- Il cingolo scapolare- L’arto superiore- La mano- L’anca
Postura eretta in appoggio alla parete
122. Il terapista di RPG può correggere:- Gli SCOM- Il torace- Il cingolo scapolare- L’arto inf
- Il piede Postura eretta senza appoggio
123. Permette di insistere soprattutto su:- Lo SCOM- Lo schema del corpo- La schiena- L’arto inf- L’equilibrio- Il piede FAMIGLIA DI POSTURE IN APERTURA D’ANGOLO C-F , BRACCIA ABDOTTE
Postura a raccolta divaricata (“a ranocchia),al suolo braccia abdotte.124. Permette di insistere su:- La nuca
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- Il torace- Il cingolo scapolare- L’arto inferiore- La mano- L’anca
125. FAMIGLIA DI POSTURE IN CHIUSURA D’ANGOLO C-F, BRACCIA ADDOTTE
Postura seduta
126. Permette di insistere su:- Lo SCOM- La schiena- L’anca
Postura supina a raccolta divaricata (“a ranocchia), gambe all’aria,braccia
addotte.
127. Correggere soprattutto:- La nuca- Il torace- Il cingolo scapolare- L’arto sup- La mano- L’anca- L’arto inf
Postura inclinata in avanti
128. Terapista può esercitare lo stiramento soprattutto su:- La schiena- L’anca- L’arto inf- Il piede129. FAMIGLIA DI POSTURE IN CHIUSURA D’ANGOLO C-F, BRACCIA ABDOTTE
Postura a raccolta divaricata (“a ranocchia),gambe all’aria, braccia abdotte.
- La nuca- Il torace- Il cingolo scapolare- L’arto sup- La mano- L’anca- L’arto inf130.