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Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 12 · N. 37 · Aprile 2006 Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia. BANCHE CONTROCORRENTE VALLEVECCHIA NATURA ACQUA, BENE DA CONOSCERE OSSIDA UOVA PASQUALI UROLOGIA IN QUESTO NUMERO

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Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 12 · N. 37 · Aprile 2006

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BANCHE CONTROCORRENTE

VALLEVECCHIA NATURA

ACQUA, BENE DA CONOSCERE

OSSIDA

UOVA PASQUALI

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Anno 12 · N. 37 · Aprile 2006

In copertina: mare di Bibione (Fotoreporter).

Le foto interne sono di: Fotoreporter di VinicioScortegagna, Archivio Banca S. Biagio del VenetoOrientale e privati.

Editrice: Banca S. Biagio del Veneto OrientaleViale Venezia, 1Fossalta di Portogruaro/VeTelefono 0421/249811Telefax 0421/789804

Reg. Trib. di Ve n. 1206 del 22.11.1995

Direttore generaleVittorio Canciani Battain

Grafica ed impaginazioneJanna/Pn

Stampa: Tipolito GerominFossalta di Portogruaro /Ve

Direttore responsabileLuciano Sandron

Comitato di redazioneFranco Anastasia · Luca De LucaBruno Mares · Franco RomaninSegreteria di redazioneMarina Presotto · Tel. 0421/249811www.bancasanbiagio.it

Distribuzione gratuita

s o m m a r i o

VENETO

PROVINCIA DI TREVISO

PROVINCIA DI VENEZIA

FRIULI

PROVINCIA DI UDINE

Bibione · Corso del Sole, 104/ACaorle · Via Pretoriana, 15/CCeggia · Via Roma, 11Cesarolo · Via Conciliazione, 75Fossalta di Portogruaro · Viale Venezia, 1Gruaro · Borgo del Castello Medioevale, 1Lugugnana di Portogruaro · Via Fausta, 112Mussetta · Via Concilio, 2Portogruaro · Via F. Baracca, 2San Donà di Piave · Via G. Bortolazzi, 32Teglio Veneto · Via Ponte Nuovo, 3

Cessalto · Via Roma, 77Motta di Livenza · Viale Madonna, 16/17

Latisana · Piazza Indipendenza, 32Lignano Sabbiadoro · Viale Europa, 25Pertegada di Latisana · Via del Molo, 1/A

SEDE E DIREZIONE GENERALE · FOSSALTA DI PORTOGRUARO/VE3

6

9

12

16

18

21

24

BANCHE CONTROCORRENTEdi Franco Anastasia

VALLEVECCHIA, MARE E NATURA INSIEMEdi Franco Romanin

ACQUA, UN BENE DA CONOSCEREa cura di Luciano Sandron

OSSIDA, COME ESSERE LEADERa cura di Luciano Sandron

LE UOVA COLORATE A PASQUAdi Franco Romanin

PARLIAMO DI SANITÀ, UROLOGIAa cura di Luciano Sandron

PREMI ALLO STUDIO 2005MOMENTO AGGREGATIVOa cura di Luciano Sandron

FATTI ED AVVENIMENTIdi Ellesse

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3noi e voi

Banche

Nell’approssimarsi dell’Assemblea or-dinaria per l’approvazione del bilan-cio, ritengo doveroso comunicare aiSoci le strategie indicate dal CreditoCooperativo italiano nel 13° con-vegno nazionale svoltosi a Parma dal9 all’11 dicembre 2005; un convegnoparticolarmente partecipato con lapresenza di oltre 2.000 amministrato-ri e dirigenti delle 440 BCC italiane econ l’intervento di qualificati esponen-ti del mondo della cooperazione, delcredito, dell’economia, della vita poli-tica, della società civile.Tale convegno fa seguito a quello svol-tosi nel 1999 a Riva del Garda, cheaveva definito le scelte organizzative eoperative per la creazione di un «siste-ma a rete».Le BCC sono oggi la prima realtà ban-caria italiana per numero di sportelli eper ritmo di crescita. Infatti nel 1999la raccolta diretta era di 67 miliardi egli impieghi di 38,22 miliardi; nel2005 la raccolta era di circa 98 mi-liardi e gli impieghi di 78,8 miliardi dieuro. La vitalità del Credito Coope-rativo è confermata dalla crescita de-gli sportelli passati nello stesso perio-do da 3.000 a 3.535 (11,3% del tota-

le nazionale) e dall’aumento dei dipen-denti passati da 23.000 ad oltre29.000.I soci sono 750.000, i clienti oltre 4milioni, il patrimonio netto è passatoda 9,29 miliardi di euro del 1999 ai13 del 2005.La quota di mercato è passata in 10anni dal 3,7% negli impieghi e 5,9%nei depositi, rispettivamente al 6,5% e8,3%; negli ultimi 5 anni i crediti ero-

controcorrente

40

60

80

100

54,23

38,22

56,83

43,4

67

48,5

76,3

57

85

66,9

94,4

76,4

97,9

78,8

Raccolta diretta

Impieghi

mld. di euro

90

70

50

30

20001999 2001 2002 2003 2004 2005

RACCOLTA DIRETTA E IMPIEGHI

gati sono cresciuti alla media del13,5% annuo, il doppio rispetto allamedia del sistema bancario; da nota-re che alle BCC fa capo il 20% del to-tale dei crediti alle imprese artigiane eil 15,6% dei prestiti alle imprese mi-

3.535Il numero degli sportelli

delle BCC in Italia.Rappresentano l’11,3%

del totale.I correntisti superano

i 4 milioni.

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mld. di euro

9,29 9,81 1010,8

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20001999 2001 2002 2003 2004 2005

4 noi e voi

LA CRESCITA DEL PATRIMONIO

nori. E pensare che solo pochi anni falo scetticismo di alcuni osservatori fa-ceva prevedere che le nostre piccole«casse rurali» non avrebbero retto al-la dirompente competizione! I numeridimostrano invece che il CreditoCooperativo è cresciuto più del restodel sistema creditizio italiano.Il titolo ambizioso del convegno«Controcorrente. Autonomia e coesio-ne – strategie del Credito Coope-rativo per la qualità della rete e losviluppo delle comunità locali» rap-presenta di per se stesso una sfida, inquanto si tratta di trovare il modoper far sì che autonomia e coesione,che sembrerebbero non coerenti, di-ventino invece conciliabili.

Essere e fare banca «controcorrente»significa puntare al rafforzamento del-la rete del Credito Cooperativo, anzi-ché alla grande dimensione, comesuccede nel resto del sistema banca-rio italiano; la cooperazione mutuali-stica di credito unita alla coesione delsistema permette infatti di superare ilimiti della piccola dimensione.La scelta di Parma come sede delconvegno, ha avuto un preciso signi-ficato, in quanto, in questa città nel1896 venne costituita la prima cassacentrale delle casse rurali cattolicheitaliane. Ma Parma è anche l’emble-ma del «risparmio tradito», della fi-nanza avulsa dall’economia reale edai bisogni della gente.

Su tale tema il Credito Cooperativoha dato una risposta originale al sen-so di smarrimento dei risparmiatoriche è seguito alle vicende degli annipassati, con l’istituzione del fondo digaranzia degli obbligazionisti, teso apresentare il Credito Cooperativo co-me un sistema che garantisce la pro-pria clientela.Il professor Giuseppe De Rita, segre-tario generale del CENSIS intervenutoal convegno, ha osservato che le BCChanno una forte presenza capillare nelterritorio che le rende vicine e affida-bili, ma al contempo esse si devonoconfrontare con la dimensione globaledel mercato e con i colossi del credito,per cui dovranno adottare nuove for-mule organizzative di secondo livello.La sfida del Credito Cooperativo peruna ulteriore crescita, è pertanto quel-la di conciliare la dimensione globaledel mercato con quella locale, di ren-dere conciliabili il mercato ed i valoriidentitari che le distinguono dalle al-tre banche.La strategia delineata dal convegno diParma è quella del rafforzamento del-la rete con il miglioramento di prodot-ti e servizi offerti, che permetta di re-stare competitivi, la valorizzazione delmarchio comune, la creazione di unarete di garanzia del sistema in una lo-gica di cooperazione e sussidiarietà.Se sapremo mettere in atto questastrategia, conservando l’autonomia ela peculiarità della conoscenza dellefamiglie e delle piccole e medie impre-se, potremo continuare a crescere e adare il nostro contributo allo sviluppodelle comunità locali.Certo che la consapevolezza dei Socidi far parte del grande Sistema delCredito Cooperativo italiano sarà mo-tivo d’orgoglio e rinnovata fiducia nel-la loro Banca S. Biagio, termino que-sta seppur sintetica relazione sul con-vegno del Credito Cooperativo diParma, con l’invito a partecipare nu-merosi alla prossima Assemblea del30 aprile.

Franco AnastasiaPRESIDENTE

11,9%è la percentuale

del numero di sportellidelle BCC in Italia

sul totaledel sistema bancario

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UN PAESE ALLA VOLTA

Vallevecchia

Visitare Vallevecchia significa entrarein un mondo magico, affascinante esconfinato, un mondo di una naturache parla, che racconta una storiamillenaria, con i seducenti angoli chedanno il senso di una vita in unambiente che è rimasto lontano dairumori e dagli echi del progresso.Qui, mare e natura sono in strettocontatto. C’è poi la pineta, un’areache si estende tra Caorle e Bibione,che ne è il simbolo vivente. Questa sisviluppa lungo cinque chilometri diarenile per una profondità di 50-150metri. Il territorio è popolato dadiverse specie di alberi, tra i qualisono diffusi il pino domestico dallachioma ad ombrello e il pinomarittimo, nonché il leccio, l’olmo,la roverella e il biancospino. Arbusti epini formano fitte macchie divegetazione alternate a piccoleradure, dove, nella stagione invernale,stagna acqua dolce che permette losviluppo della canna palustre.Ma tutta l’area dei Vallevecchia èinconfondibile, quasi misteriosa, diuna bellezza che cattura l’occhio ecrea suggestioni ed emozioni chevanno «in fondo al cuore». Essa è frale zone ad alto interesse ambientalee paesaggistico e per i suoi pregi

naturalistici, occupa un posto diprimo piano.Attualmente Vallevecchia può essereripartita in tre realtà: le zonebonificate sottoposte a coltura,le zone boscose e le zone di dunemobili e litoranee.Vallevecchia è considerata però unmodello unico di come un territoriopossa contenere realtà diverse inun contesto ambientale che si integrain molteplici forme di vita.Giorgio Carollo, amministratore diVeneto Agricoltura, così la presenta:«Vallevecchia è un’area litoranea dibonifica in cui Veneto Agricoltura haattuato, per volontà della RegioneVeneto, uno speciale intervento diriqualificazione ambientale. Essa ècaratterizzata dalla presenza di unaazienda agricola sperimentaleinnovativa e di numerose situazionid’ambiente. Qui abbiamo dimostratocome agricoltura e ambientepossono non solo convivere, mainstaurare un proficuo rapporto perlo sviluppo del territorio».Vallevecchia quindi è un esempioconcreto di armonia tra agricoltura enatura.Il comprensorio ha un’estensionecomplessiva di circa 900 ettari, metà

dei quali utilizzati dall’Azienda.La restante parte è occupata da circa150 ettari di arenile sabbioso, 150di boschi planiziali e pineta litoraneae circa 60 ettari di zone umiderecuperate. Il più esteso tra gli ultimitratti di spiaggia non utilizzatadell’Alto Adriatico, fa di Vallevecchiaun sito di elevata importanzanaturalistica, uno dei pochi luoghidella Laguna Veneta in cui è ancorapossibile osservare le formazionivegetali e le microfaune tipiche deilitorali sabbiosi in una successioneabbastanza vicina alle condizioni dimassima naturalità.Proprio per la presenza di questonaturale habitat, Vallevecchia è statariconosciuta dalla Comunità Europea«Zona di Protezione Speciale» e «Sitodi Importanza Comunitaria».È un mondo, quello di Vallevecchia,dagli aspetti multiformi, dove lediversità ambientali rispecchiano unanatura in grado di sopravvivereincontaminata, grazie anche alrispetto che l’uomo le ha dato inpassato e che ancora le dà.Dal litorale sabbioso alla pineta, dallezone salmastre e umide ai campicoltivati, tutto rivela la bellezza di uncomplesso mosaico ambientale

mare e natura insieme

6 noi e voi

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Se Vallevecchia può considerarsi unotra i più interessanti ambientinaturalistici caratterizzati dallapresenza di numerose situazioni, incui figurano biotipi di duna sabbiosa,di palude salmastra, di palude dolce,di pineta e di bosco igrofilo, inseriti inun contesto di superfici coltivate,questo si può attribuire al progetto diriqualificazione ambientale iniziatonel 1994 da Veneto Agricoltura suincarico della Regione. Questo è natoproprio per riqualificare erinaturalizzare il territorio e diminuirel’impatto incontrollato dei visitatorisul’ambiente naturale, attraverso lapromozione di un turismonaturalistico con la predisposizione di

schede didattiche, di materialibibliografici e di materiali audiovisiviper la conoscenza della complessarealtà ambientale dell’area.C’è in progetto anche la realizzazionedi un Ecomuseo interamentededicato al patrimonio ambientale efaunistico di Vallevecchia.Prossimamente, il Comune di Caorleha intenzione di presentare unprogetto in Regione per riallagareparte di Vallevecchia per creare unanuova laguna, per ridare una nuovavita a Valllevecchia dopo la bonificaavvenuta alla fine degli anni sessanta.Il progetto prevede l’intervento tra laselvaggia spiaggia della Brussa el’azienda di Veneto Agricoltura, con

determinato da una particolarericchezza naturalistica.Entrare in Vallevecchia è scoprireveramente ciò che la natura offre,soprattutto nelle zone umide esalmastre dove crescono le tipichepiante legate agli ambienti palustri,come la canna di palude, oltre ad unafauna particolarmente interessante.In questo ambiente vive la tartarugapalustre, la rana verde, la bisciatassellata e il rospo smeraldino.Numerose sono poi le specie diuccelli che vi nidificano comele piccole cannaiole e i grandi aironi;mentre nei canneti, vivonoil tarabusino, il raro tarabuso,la folaga, il germano reale e il falco di

palude. I boschi igrofili di recenteimpianto, infine, offrono rifugio amolti animali, come l’averla piccola eil rigogolo.Se nelle zone umide diverse sonole specie di animali che vi trovanorifugio, l’avifauna delle paludisalmastre è ricchissima durantele stagioni migratorie. Si possonoosservare tra le altre specie il chiurlo,la garzetta, il piovanello pancianera,la pivieressa e la gavina.Oltre a queste, nel comprensoriodi Vallevecchia la faunadell’ambiente agrario comprendeanche specie interessanti e rare,come lo strizzolo e la calandretta,quest’ultima originaria delle steppeeurasiatiche.

sentieri, cartelloni informativi, pisteciclabili ed equestri, ed altane perl’osservazione della fauna.Per dare modo alle persone di poteraccedere, visitare e scoprire tuttoil comprensorio di Vallevecchia, sonostate infatti avviate numerose azionivolte a favorire la visita attraverso unCentro di Educazione Naturalisticache svolge un’importante funzionedidattica rivolta in particolare aglistudenti. Il Centro dispone di una salamuseale e di una sala multimedialefinalizzata alla conoscenza dellacomplessa realtà ambientale dell’areaanche attraverso plastici e altrisupporti didattici.Il Centro Visite dispone inoltre didiorami naturalistici, di pannelli, di

la riapertura del canale delBaseleghe Grande e una parte delcanale Canadere verso il portoFalconera, in modo da restituireall’enorme distesa di campi il suohabitat naturale, reinserendoli nellalaguna. Ciò dovrebbe formare un’oasilagunare tra le spiagge di Caorle eBibione.

Franco Romanin

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9noi e voi

Servizio ed intervista di Luciano Sandron

ACQUAUN BENE DA CONOSCERE!

PROFESSOR CARGNELLO, L'UTENTE

NORMALMENTE DISTINGUE LE ACQUE IN

POTABILI O NON POTABILI; DOLCI O SA-LATE, A SECONDA DELLA LORO PROVE-NIENZA DAI FIUMI O DAL MARE. IN

REALTÀ NON È COSÌ?Non è così in quanto all’analisi sen-soriale anche l’acqua può presentareuna ricca e diversa variegatura disensazioni visive, olfattive e gustati-ve. Ovviamente il vino è tutt’altra co-sa, anche se qualcuno, per questoaspetto, vorrebbe paragonare l’ac-qua al vino. Noi siamo decisamente per il vino,anche se in certi abbinamenti di certol’acqua è più indicata del vino.

CULTORE E DEGUSTATORE DI ACQUE; CO-ME È NATA L'ASSOCIAZIONE E PERCHÈ?L’associazione ACDA (Associazione

Plurilaureato, vincitore di numerosiconcorsi e borse di studio nazionalied internazionali, docente Universitario,conferenziere e docente a livellomondiale, ricopre prestigiosi incarichisia in patria dove dal 1986 al 1991è stato direttore ad Asti e dall’agosto1991 è Direttore della SOC TecnicheColturali dell'Istituto Sperimentaleper la Viticoltura di Conegliano Veneto,del Ministero delle Politiche Agricolee Forestali prima diretta dall’illustreProf. De Rosa, che all'estero conmansioni direttive o di presidenza.Ricercatore e collaboratore con

Cultori e Degustatori Acque: di tuttele acque) è nata perché si riteneva,come si ritiene, fondamentale ed ur-gente conoscere e far conoscere ade-guatamente l’universo dell’acqua sot-to l’aspetto socio-culturale (SAPERE),sensoriale (SAPORI), salutistico (SA-LUTE del territorio, del produttore,del consumatore, della normativa,del portafoglio, ecc.). L’associazione(ACDA) è stata istituzionalizzata comenaturale gemmazione della «Con-fraternita-Accademia Colle di Giano»di Conegliano Veneto nell’ambito delpalinsesto: «SAPERE-SAPORI-SALUTEun passo indietro verso il futuro» sul-l’alimentare. E i risultati positivi sca-turiti da questa iniziativa, come ap-paiono agli occhi di tutti, sono andatidi gran lunga oltre ogni più roseaaspettativa.

PER UNO COME LEI CHE QUOTIDIANA-MENTE SI CONFRONTA CON IL VINO E LE

SUE PROBLEMATICHE, DALLA COLTIVA-ZIONE, ALLA PRODUZIONE, ED ALLA

CONSERVAZIONE; LA COSA NON È UN

PO’ STRANA?Certamente la cosa può apparirestrana, ma non lo è se consideriamola mia attività non istituzionale am-piamente svolta nel no-profit e nelsociale. Ma c’è di più, di diverso, di parados-sale ma vero, di entusiasmante ed in-novativo in quanto nell’ambito dellenostre attività svolte per cercare diaumentare correttamente il consumodel vino, quindi in modo rigorosa-mente salutistico per l’uomo e per ilsuo palato, è stata messa a dura pro-va con successo anche questa ipotesisperimentale, dalla quale, come si ve-

i maggiori istituti di ricerca del settorevitivinicolo in Italia ed all'Estero,relatore in moltissime tesi di Laurea,e con oltre 430 lavori (per la maggiorparte scientifici), pubblicati in tuttoil mondo.Giovanni Cargnello; sposato con Laura;hanno 4 figli: Luigi, Elena, Elisabetta eGiacomo, è quello che si suol direil massimo in conoscenza di viticolturae di vini oggi in circolazione.Noi però in questa «chiacchierata»lo sentiamo come Presidente dell'ACDA«Associazione Cultori e DegustatoriAcque» di cui è stato il fondatore.

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10 noi e voi

qua si inquina. Quindi ci possono es-sere acque in bottiglia nettamentemigliori di quelle degli acquedotti eviceversa. È fondamentale conoscere questarealtà magari stimolando chi di dove-re ad inviare insieme alla bolletta del-l’acqua la sua composizione ed i sug-gerimenti essenziali per un suo cor-retto e salutistico uso, così come danoi fatto.

LE VARIE ACQUE OGGI IN COMMERCIO

SI DIVIDONO IN TANTE CATEGORIE A

PRESCINDERE DALLE CARATTERISTICHE

DI: NATURALE, GASSATA O LEGGERMEN-TE GASSATA. PUÒ INDICARCI QUALCHE

ALTRA CARATTERISTICA? Potrei dire che le acque destinate alconsumo umano possono essere: A-trattate: 1) di rubinetto, 2) purificate,B- non trattate: 1) di sorgente, 2) mi-nerali. Queste ultime, in base al resi-duo fisso (RF) riportato in etichetta,vengono così classificate: minima-mente mineralizzate (RF inferiore a50 mg/l), oligominerali (RF compresofra 50 e 500 mg/l), mineralizzate (RFcompreso tra 500 e 1500 mg/l), ric-che di sali minerali (RF superiore a1500 mg/l). Quindi le diversità nutri-zionali, salutistiche, sensoriali, ecc.,sono veramente notevoli.

OCCHIO QUINDI ALL’ETICHETTA DEL-L’ACQUA! Approfitto di questa opportunità perchiedere che le etichette, almeno perle informazioni essenziali, diventinofacilmente comprensibili e leggibilinon solo per chi ha difficoltà a vederele scritte più piccole.

IN QUALCHE PUBBLICITÀ SI INVITA L'U-TILIZZATORE A LEGGERE BENE L'ETI-CHETTA; MA LA MAGGIOR PARTE VA A

GUSTO, E NON IDENTIFICA SE L'ACQUA

CHE BEVE PUÒ ESSERE INDICATA O ME-NO IN CASO DI QUALCHE PATOLOGIA. VI

SONO ACQUE UNIVERSALI O BISOGNA

STARE ATTENTI A CIÒ CHE SI BEVE?Ribadisco quanto sopra sottolineato,nonché l’utilità di incoraggiare la let-

drà in seguito, è emersa una rispostaaffermativa. La mancanza di spazio mi impediscedi spiegare questo esaustivamente,nonché l’ossimoro: l’alcool fa malealla salute dell’uomo ma il vino no,anzi esso, compreso quello bianco,fa bene alla salute dell’uomo, purchésia bevuto con moderazione, conti-nuativamente, magari cambiando ti-pologia (spumante, frizzante, tran-quillo, bianco, rosso, rosato) e tenen-do conto del proprio stato contin-gente (donne in stato interessante,bambini, ecc.) e l’acqua sia bevutaconsapevolmente, cioè prestandoparticolare attenzione alla sua quan-

tità assunta, alla sua salubrità e allasua composizione. Quindi centelliniamo, gustiamo e de-gustiamo il vino e beviamo abbon-dantemente la giusta acqua.

L'ACQUA È UN BENE FONDAMENTALE ED

IRRINUNCIABILE PER L'UOMO E LA NA-TURA CHE LO CIRCONDA; NON TUTTI NE

DISPONGONO, O NON TUTTI LA TROVA-NO A... PORTATA DI BOCCA, PER CUI

ACQUEDOTTI O ACQUA IN BOTTIGLIA.QUALE LA DIFFERENZA?Le differenze possono essere varie enotevoli a partire dalla composizione,dal prezzo, dalla salubrità soprattuttose prima di arrivare al bicchiere l’ac-

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11noi e voi

tura dell’etichetta, la quale dovrebberiportare indicazioni semplici maesaustive, anche per un uso salutisti-co corretto di quell’acqua. Comunque ci sono acque pressochéuniversali e altre specifiche in funzio-ne delle necessità nutrizionali, e/o fi-siologiche e/o salutistiche e/o psicolo-giche e/o del proprio stile di vita incui ci troviamo. Quindi abituiamoci a scegliere l’acquaoculatamente, consapevolmente, do-po aver letto attentamente l’etichettae magari dopo aver consultato unospecialista in materia. Nel bere acquabisogna inoltre fare molta attenzionead evitare, anche, la cosiddetta «in-tossicazione da acqua» la quale non èdovuta all’acqua di per sé, bensì al-l’eccessiva diluizione del sodio neifluidi biologici, nonché di evitare discegliere l’acqua in funzione solo del-l’aspetto sensoriale e/o del prezzo.

re di essere troppo influenzati dallapubblicità, per me spesso inaccetta-bile, non «etica», e di non seguire in-condizionatamente la «moda» se nonquella collaudatissima e plurimille-naria, ad esempio, come quella diBacco.

GRAZIE PROFESSORE PER AVERCI FATTO

CONOSCERE DI PIÙ UN ELEMENTO CON IL

QUALE QUOTIDIANAMENTE SIAMO IN

CONTATTO MA DEL QUALE NON CONO-SCEVAMO MOLTE COSE. CHISSÀ SE DOPO

L'ACQUA, MAGARI TRA QUALCHE NUME-RO, POTREMO PARLARE ANCHE DI VINO!La ringrazio per questo invito inquanto c’è vivo interesse per contri-buire a far superare ingiustificati pre-giudizi relativi al mondo del vino edancor più di quello dell’acqua: mon-di, quanto meno, comunicanti e chepossono e devono essere sinergicitra loro. Sinergismi emersi nel corso delle no-stre ricerche, evidenziati e stimolatinei Forum sull’«Ethical Wine», sul-l’«Ethical Water» e sull’«Ethical drin-king» per «Ethical living». Forum orga-nizzati da noi anche per far incontra-re sempre meglio questi due mondi(vino ed acqua, acqua e vino) in modosinergico anche per quanto riguardaun aumento dei loro consumi pro-ca-pite e globali nell’arco dell’annata, nelpieno rispetto delle regole dettatedalla Scienza salutistica ed edonisti-ca, agendo ad esempio sull’innovativae sperimentata successione tra vinoed acqua e tra acqua e vino…, e mifermo qui, anche se mi piacerebbeapprofondire ulteriormente il mondoad esempio degli «spritz». Comunque nulla di particolarmentenuovo perché il ghiaccio su questiaspetti è già stato ampiamente rottomolti anni fa, come si diceva, col pri-mo master sull’ «idrocoltosommelier»organizzato dall’Associazione Con-fraternita Colle di Giano di Conegliano(Treviso), e non per caso, nel «Campusdi Eccellenza della Scuola SuperioreEnologica» e successivamente con losplendido ed innovativo stand al

Vinitaly di una nota casa produttricedi acque minerali, con la molto qualifi-cante presenza di guru dell’enologiaitaliana e dell’enogastronomia. Quindi la liaison tra Bacco e l’acquacontinuerà all’insegna dell’ «innovazio-ne» dell’universo del bere, nell’ambitodel progetto «Sapere Sapori Salute unpasso indietro verso il futuro» sull’ali-mentare, dell’attività dell’Accademia-Confraternita Colle di Giano su men-zionata e di quella dell’A.C.D.A. («As-sociazione Cultori Degustatori Acque»di tutte le acque), con sede a Cone-gliano-Treviso, nel rispetto equo soste-nibile solidale per l’uomo, per l’am-biente e per l’impresa: di tutte le im-prese. Ovviamente, in primis, pongo le im-prese del settore vitivinicolo nellequali affondano le nostre profonde erobuste radici storiche, culturali eprofessionali. E un titolo futuro potrebbe anche es-sere: ACQUA: un bene da conoscere– «VINO»: un patrimonio da riscopri-re, rivalutare e rilanciare. Oppure:Vino e Acqua e Acqua e Vino un uni-verso «tutto» da riscoprire, tutto dabere. Ad maiora.

La ringraziamo anticipatamente perquesta interessante opportunità econtributo di cui non priveremo i no-stri lettori.

ACQUA, UN BENE IRRINUNCIABILE DA

BERE CON CONOSCENZA?Certamente sì, così come il vino enon solo il vino, a livello nutriziona-le, salutistico, economico, sociale,sensoriale e perché no esistenziale;senza esagerare e cercando di evita-

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12 noi e voi

ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Servizio ed intervista di Luciano Sandron

SIGNOR ANTONIO, CI FACCIA LA CARTA

D’IDENTITÀ DELL’AZIENDA?L’azienda nasce per volontà di miopadre Giuseppe nel 1969 con l’inten-to di sviluppare un prodotto nuovoper quegli anni: l’ossidazione anodicadell’alluminio; trattasi di un processoelettrolitico per mezzo del quale il se-milavorato in alluminio, l’azienda ope-ra come terzista, viene ad essere pro-tetto da un particolare e trasparentestrato di ossido, ossido anodico, ap-punto, conferendo allo stesso pro-prietà di resistenza agli agenti atmo-sferici oltre a nuovo valore estetico.Inizialmente la produzione era indiriz-zata prevalentemente al settore del-l’edilizia, serramenti, tende da sole,zanzariere, etc. Negli ultimi 10 anni,

la particolare duttilità dell’alluminio ei nuovi «effetti» ottenuti con il proces-so di ossidazione anodica, hanno vi-sto affermarsi il nostro prodotto neisettori più disparati: dal navale, allameccanica di precisione; dall’arreda-mento all’illuminotecnica, etc. Oggi,per la nostra realtà, il settore trainan-te è quello del complemento d’arredoe dell’arredo in genere. La scelta di indirizzare la nostra pro-duzione prevalentemente al settoredell’arredo, non parliamo certo di ar-redamenti da discount!, è stata unascelta obbligata dettata da una politi-ca aziendale che da sempre cercava diinstaurare un rapporto di partnershipcon il cliente; veniva quindi ad abbat-tersi la «disputa» cliente-fornitore, ba-

Fondata da Beppi Menoia, oggi ottantenne Amministratoredelegato, l’attività è stata portata avanti e ha progredito con il figlio Antonio Menoia 56 anni sposato, due figli, Marco 27 anni, occupato in Azienda come responsabile di produzione– la figlia ha preso altre strade – ; direttore commercialeun altro componente la famiglia, Alessandro Ferrari32 anni, figlio di una Menoia, e nipote di nonno Giuseppee dello zio Antonio. Una famiglia quindi alla guida diun’azienda leader nel settore (in Italia sono circa 600le aziende che operano nel settore) per quanto riguardala Qualità.Stiamo parlando della Ossida Srl con sede e stabilimentoa Fossalta di Piave. Ci introduce nella conoscenza della realtàAntonio Menoia.

OssidaCOME ESSERE LEADER

sata solamente su questioni mera-mente economiche, e veniva a crearsiuna collaborazione a tutti i livelli del-l’organizzazione aziendale: dal tecni-co, al logistico e, ovviamente, com-merciale: così facendo il problema delcliente diventava un nostro problema. Questo ci ha permesso di farci cono-scere in ambito nazionale per serietàdi tutti coloro che operano nell’azien-da a tutti i livelli, per la qualità delprodotto e per la puntualità nelle con-segne.

NELLA REALTÀ QUINDI UN LAVORO DI

TERZIARIATO, VOI RICEVETE LA MATERIA

PRIMA, LA LAVORATE E LA RESTITUITE

AL CLIENTE PRONTA PER L’USO? Esatto, noi operiamo per conto terzi;

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come già detto i nostri clienti ci con-segnano il semilavorato, noi provve-diamo ad eseguire il trattamento diossidazione anodica e quindi a ricon-segnare il prodotto al cliente.

QUANTI ADDETTI AVENTE IN AZIENDA?Attualmente abbiamo trentatré unitàlavorative, però in funzione del nuovoimpianto che andremo ad ultimarepenso tra la fine di luglio ed agosto2006 passeremo alle 55/60 unità.

IL MERCATO DEL SETTORE PARE LAN-GUIRE, VOI COME VI POSIZIONATE AL-L’INTERNO DELLO STESSO?Noi da sei anni a questa parte cre-

sciamo ad un ritmo del 20 percentoannuo, non abbiamo conosciuto mo-menti di sosta sotto il profilo lavorati-vo: la cosa, ovviamente, ci rende feliciperché significa che non sono stati re-si vani gli investimenti in tecnologia,risorse umane e cultura aziendale; sitenga presente che come nei rapporticon il cliente abbiamo «abbattuto» gliormai superati ruoli, così è stato fattoanche all’interno della nostra organiz-zazione in cui il dipendente, interagi-sce in continuazione con la direzioneper la soluzione dei diversi problemitecnici e organizzativi.

LAVORATE SU COMMESSA O ANCHE PER

MAGAZZINO STANDARD?Solo su commessa.

AVETE ANCHE UN VOSTRO UFFICIO TEC-NICO?Sicuramente, noi riceviamo gli imputtecnici di produzione dal cliente, mamolte volte, i nostri tecnici lavoranoin simbiosi con quelli del cliente peresigenze particolari o per soluzionimigliorative.

VOI OPERATE NEL MERCATO NAZIONALE

OD ANCHE IN QUELLO INTERNAZIONALE? I nostri clienti sono tutti nazionali; granparte del loro mercato è all’estero.

A CHE LIVELLO SIETE POSIZIONATI SUL

MERCATO?Non è un mistero che si sia conosciu-ti nel mercato per porci ai massimi li-velli per qualità e servizio.

NEL VOSTRO LAVORO MI PARE DI CAPI-RE USIATE DEI MATERIALI «DIFFICILI DA

GESTIRE»?Per le nostre lavorazioni usiamo cer-tamente dei materiali di un certo im-patto ambientale, ma proprio perquesto ci siamo dotati di quanto dimeglio e più sicuro la tecnologia di-spone per lavorare senza rischi di al-cun genere. Partendo dal rispettodella Legge, abbiamo sempre sentitoil dovere di ridurre al minimo, co-munque, i rischi per l’ambiente; nonnascondiamo il fatto che questo ci co-sta molto e non di rado ci troviamo adover giustificare delle differenze diprezzo anche sensibili rispetto ai no-stri concorrenti: i nostri clienti, sep-pur non sempre di buon grado, capi-scono e accettano.

SIETE ANCHE CERTIFICATI ISO?Siamo in possesso delle certificazionedel Sistema di Gestione Ambientalesecondo la Norma ISO14001 (nel no-stro settore siamo in 2 in tutto il Pae-se ad avere questa certificazione).Possediamo inoltre il Marchio sulProdotto Euras-Ewaa Qualanod.Tutti i nostri processi interni sonoprocedurati: rintracciabilità del mate-riale, identificazione della commessa,Istruzioni di lavoro,… sono tutti con-

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cetti che ormai da diversi anni trova-no applicazione nella nostra orga-nizzazione; non sono stati certificatida alcun ente secondo la norma ISO9000 per scelta; si è preferito invita-re i clienti più importanti a compieredei veri e propri «Audits» presso il no-stro stabilimento per certificare chela nostra azienda opera secondo il lo-ro standard.

AL RESPONSABILE COMMERCIALE ALES-SANDRO FERRARI CHIEDIAMO DI PAR-LARCI DELLA RETE DI VENDITA?La nostra è una rete di vendita basatasul contatto diretto con il cliente; ad

già operano nel settore e quindi cono-scono già la filiera.

PER LA PRODUZIONE CI RIVOLGIAMO AL

RESPONSABILE MARCO MENOIA CHE CI

ILLUSTRA IL SISTEMA.La produzione è ovviamente divisa indiversi reparti.L’azienda dispone di un reparto puli-tura dotato di macchinari di ultimagenerazione, questo reparto lavora atre turni 24 ore su 24 per cinquegiorni la settimana.Il reparto ossidazione lavora an-ch’esso 5 giorni la settimana per unturno e mezzo prolungato. In tutti i

AL SIGNOR ANTONIO MENOIA CHIE-DIAMO IN CONCLUSIONE: AZIENDA LEA-DER ED IN ULTERIORE ESPANSIONE CO-ME SARÀ ALLA FINE DI QUESTO NUOVO

INVESTIMENTO?L’azienda si estende su un’area di25000 mq.; attualmente la produzio-ne avviene su una superficie di 2500mq; oggi vengono lavorati circa 220q.li al giorno e l’attività produttiva oc-cupa circa trenta addetti. Dopo l’in-troduzione della nuova divisione pro-duttiva che andrà ad aggiungersi, apartire dell’estate 2006, a quella giàesistente, l’attività produttiva interes-serà una superficie di circa 7.000mq., la capacità produttiva salirà acirca 500 qli al giorno per un numerototale di occupati di 60 unità. L’im-pegno previsto dall’azienda per l’am-pliamento è di 4.000.000 di euro. Lanuova divisione permetterà all’azien-da di fornire alla propria clientela unnuovo prodotto, l’alluminio brillanta-to (l’alluminio trattato presenterà unaspetto assolutamente speculare).L’applicazione di questo prodotto statrovando sempre maggior successonon solo nel settore dell’arredo maanche in quello dell’automobile (sipensi agli inserti in alluminio così tan-to ricercati dalla clientela delle piùnote case automobilistiche).L’impianto, totalmente automatizzato,la cui progettazione è andata avantiper quasi due anni, si porrà sul mer-cato nazionale come il più grande e ilpiù innovativo a livello nazionale sottomolti punti di vista, non ultimo quelloambientale: in particolare la nuova li-nea produttiva potrà vantare un pro-cesso di lavoro a «scarico zero» in cui,lo dice la parola, tutti gli scarichi di la-vorazioni verranno trattati a parte e ireflui, depurati, verranno reimmessinel processo produttivo. Inoltre, nellapolitica di risparmio energetico, lanuova linea produttiva verrà dotata diun impianto fotovoltaico per la produ-zione di energia elettrica attraversol’utilizzo dell’energia solare di euro.L’inaugurazione, alla quale vi invito finda ora, è prevista per fine estate.

oggi non abbiamo venditori od agenti.Il nostro agente migliore è stata laqualità del nostro prodotto finito, e laserietà nel mantenere gli impegni pre-si. I nostri clienti sono la nostra mi-gliore pubblicità. Con lo sviluppo ulte-riore dell’azienda, non è detto che nonmettiamo in atto anche una rete divendita con agenti plurimandatari che

reparti si opera in un contesto diestrema flessibilità. La manodoperaspecializzata che è supportata sem-pre più dall’informatizzazione non èdi facile reperimento, noi però cer-chiamo di sopperire al problemacon dei corsi interni per elevare lostandard qualitativo adatto alle no-stre lavorazioni.

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Pulcini, voli di colombe e… uovacolorate, sì proprio uova colorate, ciriportano alla memoria le tradizionipasquali con un piacevole tuffo in quelsegmento di vita contraddistinto daricordi forse ormai desueti.Già le simpatiche cartoline d’epocaricavavano gli auguri della Pasquatramite un allegro tripudio di ameniquadretti dove l’uovo dava il segno diuna ricorrenza inserita nel dolcerisveglio della primavera. E nellaPasqua, segno tangibile dellacristianità, il ricordo delle uovacolorate tra le tante tradizioni cuile mamme e le nonne erano solerticontinuatrici, suscitano ancor oggi,

seppur quasi dimenticata usanza, unanota di rimpianto, di nostalgia.Ora, che nei festeggiamenti perla Pasqua, le uova di cioccolato hannotrovato fortuna in tutto il mondo,benché colorate o arricchite di decori,vengono donate come gioioso auguriodi speranza e di vita, rimangono nellamemoria le deliziose immagini dellevere uova, soprattutto di gallina, chesi prestavano ad essere colorate perarricchire le rare tavole, ma ricche inquel giorno di grande festa.Nutrite dalla sapienza di lontanegenerazioni, le deliziose immaginidelle uova colorate, evocano, tral’altro, il mondo di un’infanzia serena,all’insegna della semplicità, dellanaturalezza: un mondo di bambini chesi trastullavano gioiosamente in luoghiimbevuti di primavera, come prati,campagne non inquinate (tranquilleoasi di pace), appagati da quel pocoche in periodi ormai lontani la vitapoteva offrire.C’è una tradizione orale che ricordacome l’uovo di Pasqua in sensocristiano è simbolo della Risurrezione.Il guscio rappresenta la tomba, dallaquale esce glorioso il Cristo risorto,vincitore della morte. Secondo l’anticausanza pagana poi, l’uovo è il simbolodella fertilità e dell’eterno ritorno alla

vita. Anche in questo casola tradizione cristiana ha mutatocomportamenti e usi consolidatisinella storia delle popolazioni.L’abitudine di donare uova frescheinfatti, era già diffusa presso Egizi,Greci e Fenici per i quali l’uovo erasimbolo di vita nascente ed utilizzatoper festeggiare l’arrivo dellaprimavera: data perciò cinquantasecoli or sono e viene fatta risalireaddirittura ai Persiani.Dalle uova fresche a quelle decorateil passo è tutt’altro che breve.È necessario un salto di qualchemigliaio di anni ed arrivare alla cortefrancese di Luigi VII. Leggenda vuoleche un abate parigino avesse accoltoil sovrano di ritorno dalla SecondaCrociata, con in dono un centinaio diuova. Troppe. Fu così che Luigi VIIpensò di farle dipingere e didistribuirle ai suoi sudditi.Poi ci hanno pensato le varie culturea sviluppare il proprio modo didecorare le loro uova pasquali.Uova rosse in onore del sangue diCristo vengono scambiate in Grecia.In alcune zone della Germania edell’Austria uova verdi sono utilizzateil giovedì santo. Le popolazioni slavedecorano le loro uova con particolaridisegni dorati ed argentati.

TRADIZIONI

A PASQUA

colorateLe uova

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E come in altri popoli ed in altrenazioni, anche nelle nostre terrel’usanza di colorare le uova ha avutouna grande diffusione. Partiamo dacinquant’anni fa, ma probabilmentemolto più lontano nel tempo, quandoPasqua era considerata una festafamiliare, vissuta anche attraversole tradizioni c’era l’usanza appunto dicolorare le uova.Questo era un rito affidato per lo piùalle donne e anche ai bambini, che giàa quell’età era stato insegnato loroquali piante dovessero raccogliere neiprati e nei fossi, per dare un colorevivo che rimanesse attaccato al gusciodell’uovo.A Pasqua le uova colorate nei piùsvariati colori facevano bella mostranelle tavole imbandite per quel giornodi festa, dove la famiglia era piùnumerosa del solito con la presenzadei parenti, anche lontani.«Natale con i tuoi e Pasqua con chivuoi» recitava un vecchio proverbio,che non sempre veniva attuato.Il proverbio ebbe il suoriconoscimento solo quando Pasquanon rimase più la festa familiare cheda sempre occupava un posto dirilievo nella tradizione popolare.La causa fu senz’altro l’abbandonodella vita rurale, la diffusionedell’automobile, la scampagnata«fuori porta» come dicono a Roma,specialmente il giorno di Pasquetta.Cambiamenti questi, che portarono arelegare in sott’ordine le usanze e afar scomparire le tradizioni popolari,tra le quali quello appunto di colorarele uova, attratti dal seducenterichiamo dell’uovo di cioccolata,protagonista di una nuova tradizioneconsumistica. Poca cosa sopravvivedel colorare le uova, ed è diffusadiscretamente ancora in qualchefamiglia di campagna, in qualcheborgo rurale. Tuttavia, anche nellefamiglie in cui la tradizionesopravvive, i fiori, le foglie e le erbe,sono stati sostituiti in parte da carte epanni colorati. Con l’avanzaredell’uovo di cioccolato dunque, vi è

stata una perdita di terreno da partedelle uova di gallina colorate,lasciando nel dimenticatoio una cosìbella e antica tradizione. Quandonasce l’usanza di colorare le uova digallina, l’uovo stesso rappresentavaun bene alquanto prezioso. Era tantoprezioso soprattutto nelle famiglie dicontadini, dove era comunementeusato come moneta di scambio perpiccoli acquisti quotidiani, quali il sale,la pasta, il pane, ecc. Le uovasostituivano il denaro, moltoscarseggiante allora e quindi non c’è

ottenere uova dallo sgargiante coloreblu-viola.Altre colorazioni marron e sul brunointenso, si potevano avere anche daifondi del caffè e con le bucce dicipolle, mentre il giallo-rossiccio siricavava facendo bollire i semi disaggina.Fra i coloranti naturali c’era chiprediligeva il frassino, un legno, chemesso a bollire a pezzetti con le uova,dava un colore bruno con tonalitàverdastre.Le uova colorate si prestavano anchead un gioco riservato solo ai bambini:si allineavano le uova a ridosso di unmuro e venivano tirate delle monetinesulle uova. Vinceva chi colpiva l’uovoo si avvicinava di più ad esso.Franco Romanin

da meravigliarsi se esse avevano unposto rilevante nella mensa di una trale più sentite giornate di festa:la Pasqua.Con i prodotti naturali quindi, le uovacolorate assumevano un aspetto di unarcobaleno, tanti erano i colori che sipotevano ottenere da una accuratascelta delle piante. Prima fra tutte adare il prezioso contributo erala comunissima ortica, che dava alleuova un bel verde intenso. Il coloreverde veniva ricavato ancora daglispinaci e dalle foglie di edera bollitecon le uova. Il giallo si otteneva dalfiore del «dente di leone»,comunemente chiamato «flor dela tala», «pissacian» e «dint di leon».Questa è una pianta comunissimapresente dappertutto (nei prati, nei

campi, ecc.) dal grande fiore (che inrealtà è un’infiorescenza detta«capolino») giallo solitario, portatoalla sommità di un fusto cavo ecircondato alla base da una rosetta difoglie con il margine seghettato.Fiorisce da aprile a giugno. Il nome di«soffione» gli deriva dalla vistosacorona di peli (pappi) perfettamentesferica, disposta intorno ai fusti, che sidissolve al soffio dei bambini.Anche il «cipollaccio» con il fiocco,aglio selvatico «aio selvadego» o«panuluta dal diaul» si prestavano per

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SANITÀServizio di Luciano Sandron

PARLIAMO DI SANITÀ

DOTTOR ZUCCONELLI, PARE PROPRIO

CHE L’UNITÀ DI UROLOGIA SIA UN AL-TRO PUNTO D’ORGOGLIO PER IL SERVI-ZIO SANITARIO NELLA ZONA DI PORTO-GRUARO-SAN DONÀ-IESOLO; È COSÌ?Penso proprio di sì, al di là di ogni fal-sa modestia. Siamo sicuramente un centro di riferi-mento per il trattamento della calco-losi urinaria a livello nazionale; iostesso sono impegnato in corsi di ag-giornamento per giovani urologi in di-verse sedi, Napoli, Bologna, Pisa,Bergamo, Messina, e ospito in Porto-gruaro gli stessi primari di questi cen-tri collaborando con loro per la for-mazione di colleghi nella esecuzionedi interventi di endourologia, unabranca che trova nel trattamento contecniche mini-invasive della calcolosiurinaria la sua massima espressione.Proprio l’endourologia necessita di unaggiornamento costante delle appa-recchiature, ed è ben noto come, permantenere quei livelli di eccellenza ri-conosciutici dall’Associazione degliUrologi Italiani, sia indispensabileprovvedere alla acquisizione costantedi nuova tecnologia, e laddove tutto

ciò non possa essere supportato dalleAziende Sanitarie, ben venga la «di-sponibilità» dei privati, come nel casodella Banca S. Biagio.

DOTTOR ZUCCONELLI, MAGARI DOPO

APPROFONDIAMO QUESTO CONCETTO.ANDANDO ALLE PATOLOGIE DI INTERES-SE UROLOGICO, DI CUI OGGI CI SI INFOR-MA MOLTO DI PIÙ DI UNA TEMPO, NEL-LA NOSTRA ZONA SONO IN REGRESSIO-NE OD IN INCREMENTO?Sono assolutamente in incremento,in parte legato ai moderni mezzi dia-gnostici che consentono di eviden-ziarle più precocemente e con mag-giore certezza; non era infrequenteun tempo attribuire la morte a «ma-rasma senile», cosa che ora non ac-cade quasi più, perché è possibileevidenziare con mezzi diagnostici ac-

Urologia

La Banca S. Biagio del Veneto Orientale ha da sempre una particolare sensibilitàverso i problemi della Sanità, perché, come affermano gli amministratori,aiutando le strutture si rende un servizio anche ai soci che di queste strutturesono poi i fruitori. Dopo i vari interventi degli anni scorsi a favoredelle varie Unità Operative dell’ASSL 10 del «Veneto Orientale», è stata ora la voltadell’Urologia, diretta dal dr. Renzo Zucconelli; ed è proprio con il direttoredell’Unità Operativa Complessa di Urologia di questa ASSL 10(Portogruaro-San Donà-Iesolo) che parliamo di questa branca specialistica.

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curati e spesso poco invasivi, comel’ecografia, patologie come neoplasierenali o vescicali o prostatiche intempi precoci, che ne consentono untrattamento, in quanto più mirato,sempre più curativo e meno palliati-vo. L’Urologia, per di più, con l’invec-chiamento della popolazione, saràsempre più impegnata nel ServizioSanitario Nazionale: è nell’anziano,infatti, che si evidenziano con mag-

quente dei giovani-adulti, ossia qua-rantenni-cinquantenni, da parte dipatologie maligne, sia vescicali cherenali. Non sono peraltro immuni dapatologie urologiche i giovani e nem-meno i bambini: i tumori dei testicoli,i criptorchidismi, le fimosi continuanoad avere, ad esempio, l’attenzione ela cura dovuta da parte degli urologi.Ma tutti i pazienti, dai bambini di treanni (il limite è legato a problemi ane-

gior frequenza alcune patologie comequella prostatica nel maschio e quel-la uro-genitale nella femmina, la cuicompetenza è sempre più al limitefra Ginecologia e Urologia: in questosenso ho voluto favorire l’istituzionedi un Ambulatorio Uro-Ginecologicoin accordo con il direttore dell’U.O. diGinecologia ed Ostetricia, dr.Michele Linciano.

IN QUESTO SCENARIO, QUALI LE PATO-LOGIE PIÙ FREQUENTI E L’ETÀ NELLA

QUALE INSORGONO?L’iperplasia prostatica benigna nel-l’uomo anziano, come già detto; lacalcolosi urinaria, in tutte le età; l’in-continenza urinaria nelle femmine inpost-menopausa. Sta anche chiara-mente emergendo in questi ultimi an-ni l’interessamento sempre più fre-

stesiologici) ai novantenni, pur in con-dizioni di grave precarietà, si giovanodi interventi chirurgici urologici, an-che grazie alle moderne tecniche dianestesia.

QUALI I RISULTATI SULLA QUALITÀ DI

VITA?Il nostro intervento è sempre teso amigliorare la qualità di vita, e perquesto non neghiamo ad alcuno unintervento che abbia questo scopo.Siamo invece contrari all’accanimen-to terapeutico, quando questo tendesolo a creare casistica. L’interventochirurgico deve portare, se possibile,alla risoluzione del problema per ilpaziente, oppure al netto migliora-mento delle sue condizioni, non a fa-re statistica o esperienza fine a sestessa.

re la settimana da dedicare all’imple-mentazione dell’attività istituzionale,con la refertazione di esami istologici,preparazione dei programmi per l’é-quipe medica, organizzazione di Con-vegni, predisposizione di Incontri se-rali con la popolazione, valutazione dieventi formativi in collaborazione conla Commissione Nazionale per l’Edu-cazione Continua in Medicina, ecc.

IN BUONA SOSTANZA SI PUÒ AFFERMA-RE CHE CHI SI RIVOLGE ALL’U.O.C. DI

UROLOGIA DELL’ASSL 10 È IN BUONE

MANI? Se fossi io ad affermarlo potrei sem-brare presuntuoso: sono invece i fattia dimostrarlo. Siamo sotto organicodi due dirigenti medici rispetto almio esordio in questa Unità, ma l’é-quipe è preparata, e soprattutto di-

DUE NOSOCOMI, FORMAZIONE DI SPE-CIALISTI, CONVEGNI E CONFERENZE, ED

ALTRO ANCORA: LA SUA GIORNATA LA-VORATIVA DI QUANTE ORE È?La mia giornata ospedaliera è di al-meno otto ore; poi, visto che la leggelo consente e permette anche allastruttura pubblica di ricavarne qual-che piccolo beneficio, c’è la liberaprofessione intra-moenia; vanno ag-giunte almeno due-tre ore per tre se-

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sponibile ad una continua crescitaprofessionale. L’attività è in costanteaumento sia in termini qualitativi chequantitativi, e spero che questo ci

mi hanno nascosto il loro apprezza-mento al riguardo. Sono dunquemolto soddisfatto di questi risultati,e non mi sento presuntuoso affer-mandolo.

LEI HA PARLATO DI STRUMENTAZIONI

SEMPRE PIÙ ALL’AVANGUARDIA; NE HA

RICEVUTA UNA DALLA BANCA S. BIA-GIO PROPRIO IN QUESTI GIORNI. CHE

STRUMENTO È? Le dico subito. In questo ultimo pe-riodo mi sono trasformato, nel senso«buono» del termine, in «accattone oquestuante», veda Lei, per cercare digarantire tecnologia moderna al re-

venga riconosciuto con l’adeguamen-to dell’organico per consentirci di da-re risposte alla richiesta di tutela del-la salute che vengono non solo dallanostra Azienda, ma anche daAziende vicine nei confronti dellequali siamo in positiva attrazione. Gliinterventi chirurgici sono stati oltre1200 nel corso del 2005, e per miaconoscenza diretta non sono molti icentri, anche fra i più prestigiosi,presso i quali si «produca» in terminisia qualitativi che quantitativi come aPortogruaro. E i direttori di sedi pre-stigiose, come Pisa, Bologna, ol’Ospedale «Cardarelli» di Napoli non

parto da me diretto, perché senzatecnologia non si progredisce né siraggiungono risultati di eccellenza.Riconosco alla mia Azienda difficoltàoggettive, e poco facilmente supera-bili per i vincoli di spesa imposti a li-vello regionale, di provvedere alleesigenze di ciascuno dei direttori diUnità che operano all’interno del-l’Azienda stessa. L’amore per il miolavoro, al quale dedico spesso piùtempo che alla mia stessa famiglia,giustifica la disponibilità ad improvvi-sarmi «questuante», e ben venganosituazioni come quella creata dallaBanca S. Biagio con la fornitura di

un’apparecchiatura, i l Laser adOlmio, con la quale sarà possibilefrantumare i calcoli urinari anchenell’alta via escretrice ricorrendo astrumentazione flessibile altrimentinon operativa. Ciò eviterà incisionicutanee, perché tutto potrà avvenireper via endoscopica, sfruttando ap-punto gli endoscopi sia semirigidiche, soprattutto, flessibili, con van-taggiosa riduzione sia dei tempi ope-ratori che di quelli di degenza dei pa-zienti. Per questo il grazie mio perso-nale e, credo, anche quello della miaAzienda per la nuova dotazione tec-nologica, che consentirà di raggiun-

gere livelli ancora più elevati di effi-cienza operativa e di renderci più at-trattivi nei confronti del vicino Friuli,scongiurando i rischi di eccessive «fu-ghe».

A far grande l’ASSL 10 del «VenetoOrientale», dunque, in quel di Porto-gruaro, accanto ai già numerosi, va-lidi e capaci professionisti, stimatianche oltre i confini del territorio, siva ad aggiungere l’U.O.C. di Urolo-gia, diretta dal dr. Zucconelli, con ilsuo livello di eccellenza ora suppor-tato da un importante aggiornamen-to tecnologico.

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MOMENTO AGGREGATIVO

La Banca S. Biagio oramai da moltianni ha una particolare attenzione perl’istruzione, e lo dimostra con una se-rie di iniziative che vanno dalla colla-borazione attraverso un sostanziosocontributo al Polo Universitario diPortogruaro, alla messa a disposizionedi premi ad allievi e studenti dei varigradi dalla scuola media all’Universitàper Soci o figli di Soci che raggiungonoil massimo dei voti nei tre livelli di: li-cenza, diploma e laurea, ma anche dipremi a studenti delle elementari emedie che si distinguono per profittosu segnalazione dei docenti di istituto.L’edizione 2005 dei premi allo studio,svoltasi al Savoy Beach di Bibione il 2dicembre, è stata ancora una volta unmomento molto aggregante tra il mon-do della scuola ed il mondo economi-co, non solamente per la presenza deipremiati, loro famigliari od amici, maanche per la presenza di operatori delsettore (scuola e banca) che, comeogni anno, non hanno voluto mancare.La Base sociale della «S. Biagio» si èallargata con l’apertura delle nuove fi-liali, e di conseguenza anche la prove-nienza dei premiandi segue questoiter. Prima di riportare l’intervento delPresidente Franco Anastasia andiamoad elencare alcuni numeri significatividell’iniziativa.Gli studenti premiati sono stati 51 dicui: 15 di scuola media con l’ottimo(12 femmine e tre maschi); 12 matu-randi con 100/100 (8 femmine equattro maschi); 24 laureati con110/110 e molti con lode (17 femmi-ne e sette maschi).

Premi allo studio 2005

LA BANCA PER L’ISTRUZIONEServizio di Luciano Sandron

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Si può quindi affermare senza tema dismentita che ha prevalso, come per ilpassato il «rosa».La distribuzione territoriale dei pre-miati vede in testa l’area del porto-gruarese dove la Banca opera con ot-to filiali e conta il maggior numero disoci, con 39 premiati. Tre i premiatidal mandamento di S. Donà dove laBanca ha iniziato ad operare solo daqualche anno con le filiali di Ceggia,San Donà e Mussetta, che ha avutotre premiati. L’area del Friuli che perla «S. Biagio» che conta di recente tre

filiali Pertegada, Latisana, LignanoSabbiadoro, ha avuto cinque premia-ti. Tre i premiati per l’area trevigianadove siamo presenti con filiali a Ces-salto e Motta di Livenza. Un premiatoa Cordovado dove la Banca è zonacontermine.Detto quanto sopra, il presidenteFranco Anastasia, dopo essersi rivoltoai presenti per il saluto di benvenutoed il ringraziamento a tutti, ha rivoltoai premiandi il seguente pensiero.

La missione della nostra Banca diCredito Cooperativo ci vede impe-gnati, come recita lo statuto, al ser-vizio dei Soci e delle comunità locali,

perseguendo il miglioramento dellecondizioni economiche, morali e cul-turali degli stessi; ebbene noi pensia-mo che promuovere la scuola e rico-noscere il merito nello studio, siauno dei modi migliori per adempierealla nostra «mission» e contribuire al-la crescita sostenibile nel tempo del-le comunità del territorio in cui ope-ra la Banca.Sempre di più infatti la formazione,ed in primis la scuola, saranno stra-tegiche per affrontare le sfide poste-ci dalla globalizzazione che sta met-tendo in crisi la nostra industria ma-nifatturiera, ma non solo, lo stessoturismo ed un po’ tutti i settori pro-

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duttivi, costringendoci per mantene-re le posizioni raggiunte a puntaresulla qualità e su prodotti e serviziad alto valore aggiunto.Ma per cimentarci in questa direzio-ne, è necessario preparare le risorseumane adeguate per fare ricerca edinnovazione, e quindi, necessitanopiù formazione, più scuola.Possiamo affermare con assolutacertezza che in un Paese sviluppatocome l’Italia, gli investimenti più red-ditizi (anche se non nell’immediato)sono quelli rivolti alla scuola, allaformazione, alla ricerca.Il fattore produttivo più rilevantenon è il capitale fisico (materiale),

ma il capitale umano (che deve esse-re naturalmente coniugato all’espe-rienza lavorativa).La nostra Banca vuole dare il suomodesto contributo in questa direzio-ne, riconoscendo il merito di coloroche nella scuola si sono distinti ai va-ri livelli ottenendo il massimo dei voti,frutto di serietà, costanza, impegno,sacrificio e qualche rinuncia.Siate orgogliosi dei risultati raggiuntinei vostri studi, preservando per co-loro che non li hanno completati, emettendoli a frutto nell’attività lavo-rativa per coloro che li hanno termi-nati; sarete ricompensati con un piùveloce inserimento nel mondo del la-voro e con una carriera lavorativa si-curamente più brillante.La particolare attenzione da sempreriservata al mondo della scuola dellaBanca S. Biagio è confermata ancheda una speciale linea di credito chia-mata «Sossia Scuola» riservata aglistudenti Soci o figli di Soci che devo-no affrontare spese per tasse univer-sitarie, acquisto di computer, parteci-pazione a master, corsi di specializza-zione ecc., sulla quale potrete averetutte le informazioni presso le nostre16 filiali.Lo scorso lunedì io e il Direttore Fran-co Valter abbiamo partecipato all’i-naugurazione dell’anno accademico2005-2006 del Polo Universitario diPortogruaro alla presenza dei magni-fici Rettori delle Università di Padova,Trieste e Venezia Ca’ Foscari, essendola nostra Banca diventata uno spon-sor importante del Polo Universitariodi Portogruaro con un sostanziosocontributo finanziario pluriennale, fi-nalizzato al corso di laurea in econo-mia aziendale.Anche questa ultima iniziativa confer-ma la nostra convinzione che sullascuola si gioca il futuro delle nuovegenerazioni; la nostra Banca vuolefare la sua parte.Dopo queste brevi considerazioni sul-le motivazioni che hanno spinto il

Consiglio di amministrazione dellanostra Banca a deliberare questi in-terventi a favore della scuola, termi-no complimentandomi con gli studen-ti premiandi, con i rappresentanti delcorpo insegnante per il difficile com-pito che sono chiamati a svolgere, edinfine, con i genitori il cui ruolo è sta-to sicuramente determinante per ilraggiungimento di questi ottimi risul-tati da parte dei loro figli.Ai premiandi voglio ricordare che conla soddisfazione per i traguardi rag-giunti devono essere anche consape-voli di avere una maggiore responsa-bilità sociale nei confronti della co-munità in cui vivono, alla quale au-spico tengano fede, adottando glistessi valori della mutualità e solida-rietà che sono alla base del CreditoCooperativo.

Sono seguiti gli interventi dei rappre-sentanti i vari Istituti scolastici pre-senti, le premiazioni ed un signorileed aggregante momento convivialeper suggellare l’evento.

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Fatti ed avvenimenti

Lucillo Zanetti, socio della «S. Biagio»,ha lasciato la vita terrena a 65 annicolpito da un male incurabile.Persona amata e stimata a Fossaltadi Portogruaro, dove era nato edaveva vissuto fino al suo matrimonio.

Latisana: Lucillo,ringrazia la Banca

Ai funerali celebrati in quella Chiesache tanto amava, per fede, ma ancheper ereditarietà, dal nonno Giovannie dal padre Luigi, «fabbricieri» per lavita, le comunità di Fossalta e diLatisana gli hanno dimostrato conuna presenza inverosimile, la grandestima ed affetto che nutrivano per lui.Lui, pochi giorni prima di«andarsene», aveva ringraziato con loscritto che segue Franco Romanin,estensore del pezzo, e la «S. Biagio»per la «benevolenza» che ha sempreriservato all’associazione del Museo.

Latisana 15.12.2005

Ch.mo Signor Franco Romanin,è dal luglio scorso che desideravoinviarle queste due righe. Purtroppo,gravi problemi di salute me lo hannoimpedito, ma non fatto dimenticare.Il motivo per cui Le scrivo è semplice,e si riferisce all’articolo pubblicatosul periodico Noi e Voi n. 35del luglio 2005 diffuso dalla BancaS. Biagio e riguardante il MuseoEtnografico Fossaltese.Ebbene, volevo complimentarmi perla perfetta immagine e risalto, che inpoche righe, ha saputo dare a tuttoquanto concerne il nostro sodalizio, eringraziare vivamente Lei, il direttoreresponsabile del giornale, e la BancaS. Biagio per lo spazio concessoci.Per il Museo è stata una notevole«pubblicità» che ha contribuito a farciconoscere in moltissimi altri Comuni,dandoci la soddisfazione di veder dimolto aumentato il numero divisitatori domenicali e di scolaresche.A titolo personale, ed a nome delConsiglio Direttivo Le rinnovo i piùsentiti ringraziamenti, e colgol’occasione per augurarLe liete festee felice anno nuovo.Zanetti Lucillo(presidente Museo Etnografico Fossalta di Portogruaro)

Il recupero della chiesa di SantaCristina a Gorgo di Fossalta diPortogruaro, non manca di portarealla luce scoperte interessanti.Dopo il risanamento murario, e,al via del restauro degli affreschiraffiguranti San Valentino e SanSebastiano ed altri lacerti decorativiancora esistenti, gli scavi peril rifacimento del pavimento, hannoportanto alla luce le testimonianzeperimetrali di questa chiesetta che neltempo aveva subito vari restauri.La chiesa, da tempo sconsacrata, è diproprietà dell’amministrazionecomunale di Fossalta di Portogruaro,che, grazie a contributi pubblicie privati, la sta recuperando per

Fossalta: Santa Cristinavengono alla luce le antiche fondamenta

restituirla fruibile quale riferimentomuseale e per attività artistiche allacomunità, ed a quanti vorrannovisitarla. La sua storia moltosinteticamente, ci dice che l’immobile

Trasferitosi a Latisana per motivi dilavoro, non ha mai tagliato il cordoneombelicale che lo legavaindissolubilmente alla Sua Fossaltaed alle sue istituzioni e tradizioni, chelo hanno visto attore attivo edinstancabile.Parlano di lui l’illuminazione dellaChiesa e del Campanile per i giorni diFesta, i festeggiamenti dell’Assunta,la Grande Foghera, la BandaMusicale e molto altro, tra cui,il Museo Etnografico di cui è statocofondatore, e poi, presidente finoalla sua morte.Morte che sentiva vicina, ma che nonvoleva lo cogliesse prima di averesternato con la lettera cheriportiamo più sotto, il suo grazie percome il «nostro, e suo giornale» avevatrattato nel numero 35, proprio quelMuseo per il quale cosìgenerosamente si era speso.

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sia ancora precedente alla data in cuinel 1329 il nobile Enrico Squarra,lascia, per volontà testamentaria,un legato a favore della «Ecclesiae B.Cristine de Gurgo». Gorgo allora erauna delle borgate più suggestive edantiche del territorio comunale edil suo nome deriva dal passaggio, inepoca romana, delle vorticose acquedi un antico ramo del Tagliamento(Tilaventus Maius) ricordato da Plinioed ora scomparso. Un primodocumento menziona la località –villam de Gurgo, con una bolla papaledel 1186 che la indica come feudo delvescovo di Concordia. Borgo e chiesapassano di mano in mano con lascitivari fino ad arrivare pochi anni dopo il1490 in cui, con verbale del vicariovescovile Cesare Nores alla famigliadei nobili Bandiera, possessoriall’epoca, viene concesso anche ilpermesso di sepoltura nella chiesamedesima.Le successive visite pastorali portanol'edificio ad essere sconsacrato, e, dal1664, le messe vengono celebratesolo su autorizzazione con permessitemporanei del vescovo.

Ai primi del novecento, la chiesapassa alla famiglia Toniatti che la cedeal Comune di Fossalta qualche annofa; unica via, per poter salvare dallascomparsa un'altra testimonianza di

storia della comunità. La chiesainfatti, unica nel suo genere nelterritorio fossaltese, pur avendosubito diversi restauri, conservaancora oggi linee architettonichevicine a quelle originali.

Fossalta di Portogruaro si può dire siaparticolarmente in «confidenza» conun Santo storicamente incerto ma chegode di larga popolarità grazie aquello che è considerato il miracoloche più gli ha dato notorietà; salvareun bambino che stava per moriresoffocato da una lisca di pesce, e perquesto, diventò il santo protettoredella gola. Biagio fu Vescovo diSebaste in Armenia, dove vennedecapitato nel 316 dopo aver subitoatroci torture. La storia dice che puòessere considerato uno degli ultimi

Fossalta: San Biagio,fede e tradizione

È deceduto il mese scorso a 69 anniEnrico (Gianni per tutti) Marchesan,

S. Giorgio al Tagliamento:Enrico Marchesancollaboratore stimato

persona amata e stimata da tutte lecomunità sangiorgina e sanmichelina,e non solamente da quelle. Gianni haavuto una intensa attività pubblicae privata che lo hanno fatto conosceree stimare per il grande senso diservizio che ha sempre riservato loro.La «S. Biagio» lo vuole ricordare atutti, quale amministratore dell'alloraCassa Rurale per molti anni, inrappresentanza proprio di quellacomunità alla quale ha dedicato tanteattenzioni. Era quasi una piccolafiliale, per quei tempi, della istituzionefossaltese che giornalmente visitavaper esigenze proprie o peraccompagnare chi ne aveva bisogno.Lascia alla moglie Emilia ed ai figliAngelo e Carla un amorevole ricordodi buon marito e padre. Dalla grandefamiglia della «S. Biagio» che lo hasempre stimato, va un senso diriconoscente gratitudine.

martiri del Cristianesimo. In ricordodel Santo guaritore ancor oggivengono distribuiti piccoli paniraffiguranti le parti malate.E Biagio, che significa «balbuziente»,ha un suo Oratorio (piccola chiesa)anche a Fossalta con notizie chericordano come nel febbraio del1527, il Vescovo Giovanni Argentinoconcesse licenza di scavare ai comunidi Cordovado, Sacudello, Suzzolins,Teglio, Fossalta, Vado, Giussago,Fratta e Gorgo, un canale dalla chiesadi San Biagio a Fossalta e fino allavilla di Lugugnana, a preservazionedel loro territorio minacciato da

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Un successo anche per l’edizionenumero 36 della «Fieradell’Alimentazione» al PalazzoExpomar di Caorle che, dopol’inaugurazione di domenica 9 marzoavvenuta con grande partecipazione

Caorle: Salonedell’Alimentazione,un successo

Una nuova iniziativa di sicurointeresse è stata messa in cantiereda Portogruaro Campus el’Università di Cà Foscari, presso ilpolo Universitario portogruarese. Unmaster che a prima vista potrebbeapparire quanto meno insolito mache invece non lo è, anzi , pareproprio un bell’abito tagliato sumisura per il territorio. Si tratta di unMaster di primo livello in Cultura delcibo che si sta svolgendo nelle auledella Portogruaro Campus e cheprevede una presenza di un massimodi 30 partecipanti (laureati triennalio con il vecchio ordinamento) con unpercorso formativo di 360 ore diattività didattica da svolgere ancheall’interno di aziende specializzatenei vari settori dell’alimentazione, e375 ore di stage. Il tutto è svoltodall’università in collaborazione conVenezia Opportunità. Fra gliargomenti da trattare anchele rappresentazioni letterarie edartistiche del cibo, di cui una lezionesarà incentrata sulla cena del Conte,descritta nelle Confessioni di unItaliano da Ippolito Nievo; non ècasuale infatti che la presentazionedell’iniziativa sia avvenuta proprionella cucina con focolare del CollegioMarconi. Ma segni di questa cucinasono ben rappresentati anche dalrecupero del sito del Castello diFratta a Fossalta di Portogruaro,teatro principale dell’opera delNievo. La scelta comunque diattivare un Master sul cibo aPortogruaro, è basata anche sullaconsapevolezza che la città delLemene si colloca al centro diun’area importante della produzioneagroalimentare con notevolispecificità nella filiera produttiva.Una storia ricca di tradizioni culinarieinserite in un contesto paesaggistico

Portogruaro: Università«Master in Culturadel Cibo»

continue inondazioni. Le origini quindidella chiesa di S. Biagio sonocertamente antecedenti se siconsidera che anche Marco d’Arezzonel 1495 nel proprio testamento,lascia all’omonima confraternitaparecchi suoi averi, con l’obbligo di farcelebrare una messa ogni settimanasull’altare del Santo. Le vicissitudiniche sono seguite, hanno portatodistruzioni ricostruzioni e rifacimenti;e quello che resta ancora del SantoBiagio, è l’oratorio alle porte diAlvisopoli, il cui ultimo restauro fufatto eseguire dalla Banca S. Biagio inonore del santo di cui porta il nomenel 1963 ed inaugurato con unamessa solenne l’anno successivo.Da allora, ogni 3 febbraio, fedelidevoti di questo santo che sonocresciuti di anno in anno, si recanoad assistere ad una messa, nel corsodella quale, viene poi impartitala benedizione della gola mediantel’imposizione di due candelebenedette incrociate e posate sullaparte da benedire. Particolarmentenumerosa quella di quest’annocelebrata dal nuovo parroco don UgoGaspardo, favorita anche da unagiornata fredda ma soleggiata. Biagio,un santo «confidenziale» peri fossaltesi che fa proselitismo, se sipensa che oltre alla Banca S. Biagio,vi è la Cooperativa Agricola S. Biagio,il Centro Medico S. Biagio, unristorante S. Biagio, ed anche unaImmobiliare S. Biagio.

che ben si addice alla valorizzazionee promozione delle tipicità di cui èdepositario che vanno riscoperte,quali fonti di crescita socio-culturaleed economica.

di autorità, operatori e pubblico, hacontinuato ad attirare nei varipadiglioni una folla di visitatori anchenei giorni successivi.Giusta soddisfazione quindi peril presidente di Venezia ExpomarRaffaele Furlanis organizzatrice

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«A testimonianza dei meritiimprenditoriali e per sottolineareil significativo contributo dellapiccola e media impresa, allosviluppo economico e sociale dellacomunità nazionale».Questo il testo dell'attestato diconferimento, del Mercurio d'Oro2006 Città di Venezia, al «CentroGiardino Floricoltura Battiston –Garden Center dei F.lli Battista eMaddalena Battiston», di Fossalta diPortogruaro. La prestigiosa statuettaè stata consegnata nel SaloneCongressi dell'Hotel Ramada diVenezia S. Giuliano, domenica 29gennaio 2006 alla presenza dipersonalità del mondodell'economia, della politica edell'informazione e deirappresentanti delle aziendepremiate.«Siamo particolarmente felici,

Fossalta: Mercuriod’oro al CentroFloricoltura Battiston

1989 prendesse corpo e sisviluppasse, e fosse in grado,attraverso un continuoaggiornamento sia in patria cheall’estero, ed un impegno costantenell’innovazione e nella proposta deiservizi, di vincere le sfide che unaattività come questa devequotidianamente affrontare».E la sfida è stata vinta, considerandoche per la prima volta in camponazionale, il premio viene assegnatoad una azienda di questo tipo.Significativa in proposito lamotivazione letta alla consegna delpremio: «da piccola azienda acarattere familiare nata nel 1989 daineodiplomati fratelli Battista eMaddalena che hannosuccessivamente coinvolto l'interafamiglia, il Centro Giardino Battistonè oggi una realtà aziendale unica nelterritorio a confine tra Veneto e FriuliVenezia Giulia con oltre 12.000 m2

di superficie tra produzione,esposizione e commercializzazionedi prodotti florivivaistici e arredi percasa e giardino.

La passione per il verde, la ricercadella qualità e delle innovazioni,i viaggi di studio all'estero, hannofatto del Garden Center Battistonun punto di riferimento costantedell'intero settore».Complimenti vivissimi!

dell’avvenimento. Molte lemanifestazioni inserite nel contestodelle giornate fieristiche tra cui una,già di per sé dal nome gustosamentetentatore come «Cioccomare», hafatto da filo conduttore alle altre.La giornata conclusiva è iniziatacon la consegna di due prestigiosiriconoscimenti ad altrettantioperatori nel settore della «ospitalitàe managerialità» che sono andati a:Sara Fratte ed a Bruna De Manega,titolari rispettivamente dell’hotelSara e dell’hotel Antoniana.Nel pomeriggio, il convegno su:«La ristorazione, l’intrattenimento el’ospitalità per il nuovo sviluppo delturismo italiano», organizzato dalladelegazione di Caorle dell’Ascom-Confcommercio, con un appropriatointervento di Edi Sommariva,presidente della Federazione italianapubblici esercizi (Fipe). Alla sera poiil concorso «Città di Caorle» peril gelato di prestigio al gusto dipistacchio. Ad aggiudicarsi l’ambitaspatola d’oro è stato Marco Nicora,caorlotto di giovane generazione

ha detto Paolo Battiston, padre diBattista e Maddalena, che assiemealla signora Clara aiuta i figli nellaconduzione dell'attività.Questo riconoscimento premiail sacrificio e l’impegno messo datutti, perchè questa idea, nata nel

della gelateria Dolci Pensieri, che haprimeggiato su un lotto di 45concorrenti provenienti dal Trivenetoe dalla Germania. Un ottimo motivoanche questo per attendere confiducia l’apertura della nuovastagione 2006.

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Ogni Banca di Credito Cooperativo è parte di un unico, grande sistema. Una retesolida e affidabile che sa garantirti flessibilità e dinamismo e assicurare una risposta efficace epersonalizzata a tutte le tue esigenze. Questo significa, da 120 anni, essere banche localidal respiro globale.

SEDE E DIREZIONE GENERALEFossalta di Portogruaro/Ve · Viale Venezia, 1Telefono 0421.249811 · Telefax 0421.789804www.bancasanbiagio.it