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ANTEPRIMA

MAURO BIGLINOcon le illustrazioni di

DON ALEMANNOautore di Jenus

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DegenesiP

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Mauro BiglinoDon Alemanno

ISBN 978-88-99912-65-9

©2018 Uno Editori

Prima edizione: Marzo 2018

Tutti i diritti sono riservatiOgni riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, deve essere preventivamente autorizzata dall’Editore.

Illustrazioni: Don AlemannoCopertina: Monica FarinellaImpaginazione: Caterina RobattoEditing: Enrica Perucchietti, Andrea Cogerino

Stampa: Lineagrafica srl Via Carlo Marx, 1 - Cerbara - Città di Castello (PG)

Per essere informato sulle novitàdi Uno Editori visita:www.unoeditori.com

o scrivi a:[email protected]

Mauro BiglinoDon Alemanno

Degenesi

Pensavo fosse amore

invece era Yahweh

inDice

7 Gli adamiti 8 Adam27 Dio vasaio o Elohim allegri genetisti?46 Chawwah Eva81 Fu vero peccato?

96 Conclusioni96 Creazionismo, evoluzionismo o…

Gli adamiti

Dopo avere piantato un giardino in Eden, con tanto di piante da frutto e animali, Dio stabilisce che mica se lo può coltivare da solo: troppa fatica, lui in fondo è solo Dio (mica è onnipo-tente) e chi glielo fa fare di lavorare? Ecco allora che ha un’i-dea geniale: crea l’adam, un lavoratore sottomesso e docile che non deve fare tante storie.Nascono così Adamo ed Eva: la coppia che gli Elohim (termine plurale tradotto artificiosamente con “Dio”)1 produssero con lo scopo di introdurla nel gan be-eden, il cosiddetto “paradiso ter-restre” – Sì, ma che razza di paradiso è quello in cui si sgobba come dannati?Non facciamoci troppe domande.Per la verità, all’inizio il presunto Dio ha preso solo il maschio perché doveva lavorare sodo e non si è minimamente preoccu-pato del fatto che quel maschietto aveva gli ormoni a palla – le conseguenze le scoprirà solo in un secondo momento: in fondo mica era onnisciente.La narrazione biblica, infatti, ci dà conto della probabile appli-cazione di una conoscenza e operatività molto sofisticate, quali sono quelle che noi conosciamo nel loro insieme come ingegne-ria genetica o biomolecolare.

1 Si veda M. Biglino, La Bibbia non è un libro sacro, Uno Editori, 2013 Orbassano (to).

8 DEGENESI

Abbiamo trattato estesamente l’evento ne Il Dio alieno della Bibbia e in Non c’è creazione nella Bibbia (Uno Editori) pertanto riportia-mo qui una sintesi dell’intervento di genetica che secondo la Genesi è stato effettuato dagli Elohim per produrre l’esempla-re maschio, cioè l’adam.Analizzeremo invece con maggiore ricchezza di particolari la formazione della femmina, perché la descrizione biblica forni-sce particolari che rimandano direttamente a un intervento chirurgico vero e proprio.

Adam

La Bibbia ci racconta la creazione dell’uomo in momenti di-versi e ci presenta le due modalità con le quali il presunto “Dio” della teologia è intervenuto.I due interventi effettuati dagli Elohim paiono totalmente di-versi e sono all’apparenza talmente incompatibili che l’esegesi tradizionale li attribuisce a due tradizioni redazionali distinte, identificate dal modo in cui gli autori chiamano “Dio”: in Gen 1, 26 si usa il termine generico Elohim, mentre in Gen 2, 7 l’at-to viene attribuito in modo specifico a Yahweh.Nel primo caso la narrazione riferisce che gli Elohim decidono di fare l’adam «a loro immagine e somiglianza», mentre nel secondo si afferma che Yahweh ha usato «l’argilla» insufflan-dovi «l’alito della vita».

GLI ADAMITI 9

Si parla quindi di diverse tradizioni – supponendo che gli au-tori che fanno capo all’una o all’altra abbiano operato in asso-luta autonomia riportando racconti antichi – caratterizzate da origini diverse e dunque comprensibilmente non compatibili.I commentatori tradizionali che tentano una conciliazione sul piano meramente spirituale, metafisico, si trovano nella neces-sità di introdurre concetti che travalicano la concretezza dei racconti, giungendo anche ad annullarla in modo arbitrario, in nome di una visione di ordine teologico che a nostro parere non apparteneva agli autori biblici.La realtà è che Yahweh non ha neppure partecipato a quell’in-tervento ma si presenta sulla scena, e viene riconosciuto e in-vocato, molto dopo, solo al tempo di Enosh, il primo nipotino della coppia (Gen 4, 26): immaginiamo la gioia di Adamo dive-nuto nonno all’età di 235 anni.

Yahweh era un militare e sapeva fare solo la guerra, ma, allora, come si poteva attribuire a lui la fabbricazione dell’adam?

A farlo, sono stati quei furbacchioni dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme che, scrivendo e riscrivendo continuamente la Bibbia, lo hanno inserito ovunque: in fondo era il loro Elohim, il loro governatore, il loro padrone e non potevano mica accettare l’idea che non avesse partecipato all’evento che ha dato origine a quella stirpe: meglio allora metterlo ovun-que, come il prezzemolo.

10 DEGENESI

Possiamo essere certi che Yahweh abbia apprezzato molto que-ste attenzioni: in fondo lui non era mica il Dio assoluto, era solo uno dei tanti ed era pure molto geloso.Questa captatio benevolentiae non poteva che essergli moto gradi-ta: gli piaceva giocare a fare il Dio unico, lo gratificava.

Seguendo il metodo usato nei precedenti libri, ancora una volta proviamo a “fare finta” che la Bibbia riporti fedelmente ciò che veniva ricordato e tramandato, sia pure nella sua stranezza e con le difficoltà di comprensione che possiamo facilmente immagi-nare essere presenti in un popolo che nulla sapeva di molecole, acidi nucleici, purificazione del dna, impianti cellulari, ecc. Noi ipotizziamo che i due passi ci narrino esattamente la stessa

GLI ADAMITI 11

vicenda, lo stesso atto concreto compiuto dagli Elohim, tra i quali c’era ovviamente anche quello conosciuto con il nome di Yahweh.I versetti di Gen 1, 26-28 contengono la prima versione della creazione dell’uomo e recitano così:

rFA Hv_[ rSHWA fYASJ

uomo Facciamo :Elohim disse-E

J[lJYFU J[YWbB

nostra-somiglianza-come noi-di-immagine-con

L’autore biblico pare avvertire il bisogno di sottolineare questo aspetto assolutamente straordinario ed estraneo a ogni forma di conoscenza posseduta dai lettori cui il testo era diretto.Per l’autore non ci devono essere dubbi e allora nel versetto successivo (1, 27) precisa per due volte:

JYWbB FAH-lA rSHWA AfBSJ

sua-immagine-con uomo-lo Elohim fece-E

JlA AfB rSHWA rWbB

lui fece Elohim di-immagine-con

rlA AfB HBd[J fUM

loro fece femmina-e maschio

12 DEGENESI

Chi ha scritto e chi ha poi vocalizzato i versetti vuole insomma essere certo che il lettore abbia ben chiaro il fatto che gli Elohim hanno prodotto l’uomo utilizzando il loro rWb [tselem]. Dio, l’onnipotente, doveva pure usare qualcosa per fare l’adam – mica era onnipotente – e fare quella nuova creatura dal nul-la magari comportava dei rischi, poteva venirgli male: era mol-to meno rischioso usare una parte di sé. In fondo come model-lo lui poteva andare bene: si piaceva e si compiaceva di se stesso, non essendoci molto altro a cui ispirarsi.

Il verbo AfB [bara] viene tradizionalmente reso con «creò», ma quel verbo in tutta la Bibbia indica in sostanza l’atto di interveni-re modificando qualcosa di già esistente2, di dare forma, di rende-

2 M. Biglino, Non c’è creazione nella Bibbia, Uno Editori, 2012 Orbassano (to).

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re concreto un progetto: esattamente come stiamo ipotizzando ab-biano fatto gli Elohim nel momento in cui decisero di produrre questa nuova specie che fosse in grado di comprendere una qual-che forma di linguaggio articolato e di ricevere ed eseguire ordini.Sottolineiamo che la Bibbia ci racconta come la decisione sia stata presa dagli Elohim e come questi si siano detti “facciamo”, verbo alla prima persona plurale posto in una forma verbale che viene definita coortativa: contiene cioè il valore di un’esorta-zione, un invito ad agire, una sollecitazione – per intenderci, è come se avessero detto: “Forza, diamoci da fare, procediamo…”.Insomma questi fabbricatori che non avevano voglia di lavorare nel gan-eden erano più di uno e si trovavano facilmente d’ac-cordo sulla necessità di far lavorare qualcun altro: lo sanno tutti che la terra, intesa come suolo coltivabile, è bassa, e il la-voro è quindi faticoso.La questione del termine Elohim, della loro molteplicità, dell’i-nesistenza del monoteismo nell’Antico Testamento e dell’abbi-namento del termine con verbi al plurale (ben dieci nel solo Salmo 82) è stata ampiamente trattata nei lavori precedente-mente citati e non ci torniamo qui. Rileviamo solo che lo stes-so versetto contiene due concetti che evidentemente procedeva-no di pari passo nella loro concretezza: noi siamo fatti come gli Elohim e, come loro, siamo diversificati in maschi e femmine.Tornando alla questione diretta, rileviamo che gli autori bibli-ci usano il termine rWb [tselem] sempre tradotto con “immagi-ne”: una parola che nelle nostre lingue correnti indica un con-cetto astratto; la radice consonantica ebraica però non rimanda

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a quell’idea astratta di somiglianza costantemente rappresenta-ta dalla letteratura religiosa e dalla teologia tradizionale.Innanzitutto diciamo che lo tselem definisce in modo specifico “un quid di materiale che contiene l’immagine”, una «complete form» riporta l’Etymological Dictionary…3

Inoltre nel testo biblico i due termini che indicano l’immagine e la somiglianza, nel passo di Gen 1, 26-28 riportato sopra, sono preceduti dai due prefissi B [be] e U [ki], che possiedono due significati la cui diversità non è di poco conto:

1. B [be] significa “con, per mezzo di, in, dentro…”;2. U [ki] significa “come, secondo…”.

Il prefisso B [be] è preposto al termine [tselem] da cui si deduce che noi saremmo stati creati non «a immagine» degli Elohim, ma «con quel qualcosa di materiale che contiene l’immagine» degli Elohim.Una differenza sostanziale!

Dio non si è inventato nulla: aveva un modello, lui stesso, e lo ha copiato.

Dobbiamo dire che a quel Dio mancava l’originalità e non piaceva proprio fare troppa fatica.Oppure chissà, magari ne aveva fatti altri prima, ma non gli pia-cevano, e allora ha usato il modello che aveva a portata di mano.

3 Rabbi M. Clark, Etymological Dictionary of Biblical Hebrew, Feldheim Publishers, 1999 Jerusalem (Israel).

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A questo punto dell’analisi potremmo ipotizzare che l’elemen-to materiale usato per creare la nuova specie fosse il liquido seminale, che di certo portava l’immagine degli Elohim. Sa-rebbe stata la soluzione più immediata e naturale: i versetti citati conterrebbero in questo caso il ricordo di un normale rapporto sessuale tra specie compatibili dal punto di vista del patrimonio genetico o, forse, il racconto di un intervento di inseminazione artificiale.In questa parte del testo biblico non si fa cenno ad alcun tipo di rapporto carnale mentre un successivo passo che ora esaminia-mo facendo una digressione su Gen 6, 1 e ss. ci rimanda proprio a questa ipotesi. In questo caso il possibile richiamo all’utilizzo del normale liquido seminale maschile appare evidente.