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APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA LUNEDÌ LUNEDÌ 16 16 1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Montanaro Fam. Elia 18.30 Preghiera di lode del RnS MARTEDÌ MARTEDÌ 17 17 SANTA ELISABETTA D’UNGHERIA 2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Pasimeni 18.30 Incontro Gruppo Liturgico MERCOLEDÌ MERCOLEDÌ 18 18 2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-28 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Magrì GIOVEDÌ GIOVEDÌ 19 19 1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44 17.00 Adorazione Eucaristica animata dal Gruppo di Preghiera P. Pio 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Quaranta VENERDÌ VENERDÌ 20 20 1Mac 4,36-37.52-59; Sal 1Cro 29,10-12; Lc 19,45-48 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Grassi Fam. Petracca 20.00 Corso Prematrimoniale SABATO SABATO 21 21 PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA Zc 2,14-17; Sal Lc 1,46-55; Mt 12,46-50 18.30 S. Messa Fam. Siodambro Fam. Dellomonaco DOMENICA DOMENICA 22 22 CRISTO RE Dan 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37 10.30 S. Messa Fam. De Cillis Fam. Pignataro 18.30 S. Messa Fam. Indolfi LE ULTIME REALTÀ LA PAROLA Prima Lettura Dn 12, 1-3 Dal libro del profeta Danièle In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di ango- scia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risve- glieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergo- gna e per l'infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indot- to molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Seconda Lettura Eb 10, 11-14. 18 Dalla lettera agli Ebrei Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato. Vangelo Mc 13, 24-32 Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro ven- ti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la para- bola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo av- VIVERE INSIEME VIVERE INSIEME foglio settimanale della Comunità Parrocchiale San Pio da Pietrelcina XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 15 NOVEMBRE 2015

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APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANAAPPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

LUNEDÌ LUNEDÌ 1616

1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43

18.00 Vespri e S. Messa Fam. Montanaro Fam. Elia 18.30 Preghiera di lode del RnS

MARTEDÌ MARTEDÌ 1717

SANTA ELISABETTA D’UNGHERIA

2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10

18.00 Vespri e S. Messa Fam. Pasimeni 18.30 Incontro Gruppo Liturgico

MERCOLEDÌ MERCOLEDÌ 1818

2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-28

18.00 Vespri e S. Messa Fam. Magrì

GIOVEDÌ GIOVEDÌ 1919

1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44

17.00 Adorazione Eucaristica animata dal Gruppo di Preghiera P. Pio 18.00 Vespri e S. Messa Fam. Quaranta

VENERDÌ VENERDÌ 2020

1Mac 4,36-37.52-59; Sal 1Cro 29,10-12; Lc 19,45-48

18.00 Vespri e S. Messa Fam. Grassi Fam. Petracca 20.00 Corso Prematrimoniale

SABATO SABATO 2121

PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Zc 2,14-17; Sal Lc 1,46-55; Mt 12,46-50

18.30 S. Messa Fam. Siodambro Fam. Dellomonaco

DOMENICA DOMENICA

2222

CRISTO RE

Dan 7,13-14; Sal 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37

10.30 S. Messa Fam. De Cillis Fam. Pignataro 18.30 S. Messa Fam. Indolfi

LE ULTIME REALTÀ LA PAROLA

Prima Lettura Dn 12, 1-3 Dal libro del profeta Danièle In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di ango-scia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risve-glieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergo-gna e per l'infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indot-

to molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. Seconda Lettura Eb 10, 11-14. 18 Dalla lettera agli Ebrei Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato. Vangelo Mc 13, 24-32 Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro ven-ti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la para-bola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo av-

VIVERE INSIEMEVIVERE INSIEME

foglio settimanale della

Comunità Parrocchiale San Pio da Pietrelcina

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 NOVEMBRE 2015

venga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». RIFLESSIONE Commento al Vangelo di don Nunzio Galantino, segretario generale della CEI Siamo giunti alla penultima domenica dell’anno liturgico. Si sta

quindi per concludere il cammino di fede che, guidati dalla Parola di Dio, per un anno abbiamo percorso comunitariamente. È perciò quasi naturale che le letture di questa domenica attirino il nostro sguardo sulla meta finale della nostra storia e sul futuro che ci attende. Un futuro che, giorno per giorno, noi stessi edifichia-mo, in ascolto della Parola, sostenuti dalla celebrazione dei divini misteri e impegnati nel-la condivisione fraterna. Le letture odierne, a un primo ascolto, potrebbero suscitare in noi ansia e paura, soprattutto nei passaggi che si riferiscono ai “tempi ultimi”. In realtà, le imma-gini che descrivono sconvolgimenti cosmici, tipiche del genere letterario “apocalittico”, ser-vono per indicarci che si sta parlando di un evento decisivo per la storia e che questo evento tocca tutta la realtà, da quella cosmica a quella umana. Il grande evento annunziato, compi-mento della storia, è la seconda venuta di Cristo Gesù che, come professiamo nel Credo, «verrà a giudicare i vivi e i morti». All’incontro con lui tende tutta la storia degli uomini e del creato. Sicché possiamo trarre dalle letture odierne un unico insegnamento: la storia dell’universo si concluderà con l’intervento di Dio, il quale darà un volto nuovo a questo mondo, il suo volto. SEGNI DI VITA. Soffermandoci sul Vangelo, possiamo identificare le due parti che lo com-pongono e il messaggio che esse vogliono trasmetterci. La prima ci dà la certezza che, nel

pieno della difficoltà e della tribolazione, che di frequente accompagnano la nostra storia, il Signore non ci lascia soli: «...Manderà i suoi angeli e radunerà i suoi eletti». La seconda par-te, attraverso una parabola, ci invita a riconoscere i piccoli segni di vita nuova e di primave-ra che abitano l’inverno: le foglioline che spuntano su un ramo tenero ci dicono che una nuo-va stagione, con la sua esplosione di vita, sta per entrare. Saper cogliere la presenza e il se-gno di vita insito in quelle “foglioline” vuol dire accogliere l’invito a non lasciarci paralizza-re nella vita, spesso segnata in maniera violenta da varie tribolazioni. Quante volte, per tornare alle immagini della prima parte del Vangelo, si è spento il so-le nella nostra vita! Quante volte sono cadute le stelle che ci orientavano, lasciandoci vuoti, poveri e senza sogni! Quante volte ci è capitato di dire: «Per me è finita!». Ecco, il Vangelo di oggi è per noi che siamo fatti così e che viviamo di queste esperienze. È per noi soprattutto quando afferma: «Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte!». Con questo annuncio di speranza, dunque, ci avviamo verso la conclusione del no-stro cammino liturgico, certi che l’amore di Dio avrà l’ultima parola su ogni realtà.

FIRENZE 2015: LE CONCLUSIONI Si chiude Firenze e si aprono le diocesi. Dal V Convegno ecclesiale – che non abbiamo «celebrato, ma vissuto», sottolinea il cardinale Angelo Bagnasco – la Chiesa italiana ri-parte. Per «mettersi in gioco, in un impegno di conversione finalizzato a individuare le parole

più efficaci, le categorie più consone e i gesti più autentici attraverso i quali portare il Van-gelo nel nostro tempo agli uomini di oggi», dice ancora il presidente della Cei sintetizzando i lavori dei 2500 delegati giunti nel capoluogo toscano da tutte le 226 diocesi italiane. Cin-que vie, duecento tavoli da dieci a discutere e confrontarsi, decine e decine di interven-ti e proposte concrete, un metodo – quello sinodale – che i delegati hanno sperimenta-to e che porteranno a casa per praticarlo nelle proprie realtà locali. Da Firenze la Chiesa riprende il largo, come ha auspicato il Papa nel suo intervento di martedì. Un discorso «programmatico», lo ha definito il cardinale Bagnasco, «con il quale ci ha chiesto au-tenticità e gratuità, spirito di servizio, attenzione ai poveri, capacità di dialogo e di acco-glienza; ci ha esortati a prendere il largo con coraggio e a innovare con creatività, nella compagnia di tutti coloro che sono animati da buona volontà». E ancora ha aggiunto: «Il testo del Santo Padre andrà meditato con attenzione, quale premessa per riprendere, su suo invito, l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium nelle nostre comunità e nei gruppi di fedeli, fino a trarre da essa criteri pratici con cui attuarne le disposizioni». Criteri pratici che i delegati hanno abbozzato nei loro gruppi e che passano dal «rinnovamento del-la liturgia dalla quale passa il rinnovamento della Chiesa», alla «revisione del sistema edu-cativo della Chiesa», al «fare un falò dei nostri divani» per imparare a uscire, al «coltivare le relazioni» e «ripensare la politica in chiave comunitaria», all’essere capaci ancora «di prendere in mano la Parola di Dio e spezzarla per gli altri». Il presidente della Cei ha ri-cordato, dal canto suo che «dobbiamo anzitutto uscire, andare. Non basta essere acco-glienti: dobbiamo per primi muoverci verso l’altro, perché il prossimo da amare non è colui che ci chiede aiuto, ma colui del quale ci siamo fatti prossimi». E ancora essere in grado di «annunciare la persona e le parole del Signore, secondo le modalità più adatte perché, senza l’annuncio esplicito, l’incontro e la testimonianza rimangono sterili o quantomeno incompleti. Per portare efficacemente la Parola – l’abbiamo appena sentito – bisogna esser-ne uditori attenti, fino a restarne trasformati». Sulla terza via, l’abitare, il cardinale ha ri-cordato con questo termine «ci richiamiamo a una presenza dei credenti sul territorio e nella società, secondo un impegno concreto di cittadinanza, in base alle possibilità di ognuno: nell’impegno amministrativo e politico in senso stretto, ma anche attraverso un attivo interessamento per le varie problematiche sociali e la partecipazione a diverse inizia-tive. Abitare significa essere radicati nel territorio, conoscendone le esigenze, aderendo a iniziative a favore del bene comune, mettendo in pratica la carità, che completa l’annuncio e senza la quale esso può rimanere parola vuota». Ma c’è bisogno che «la comunità e i credenti» siano in grado di rispondere al «compito di educare per rendere gli atti buo-ni non un elemento sporadico, ma virtù, abitudini della persona, modi di agire e di pensa-re stabili, patrimonio in cui la persona si riconosce». Per arrivare a «trasfigurare le per-sone e le relazioni, interpersonali e sociali. Il messaggio evangelico, se accolto e fatto proprio dalle diverse realtà umane, trasfigura, scardinando le strutture di peccato e di op-pressione, facendo sì che l’umanesimo appreso da Cristo diventi concreto e vita delle perso-ne, fino a raggiungere ogni luogo dell’umano, rendendoci compagni di viaggio e amici dei poveri e dei sofferenti». La Chiesa italiana ascolta il Papa, si interroga e cerca di concretiz-zare il suo messaggio. L’evangelii gaudium, come ha chiesto Francesco, e il materiale del Convegno saranno approfonditi in ciascuna diocesi. L’entusiasmo c’è e la voglia di lavorare e di impegnarsi pure. C'è quell'«abbraccio caloroso» che il cardinale Bagnasco accoglie come incoraggiamento e sostegno. Un abbraccio che, conclude il presidente della Cei, «si dilata, quasi a raggiungere e stringere la persona del Successore di Pietro: France-sco è il suo nome. A lui, la Chiesa italiana vuole riaffermare affettuosa vicinanza e operosa dedizione, rispondendo alla particolare attenzione, alla visibile stima, al paterno affetto con cui guida il nostro cammino. Sì, che l’eco dei nostri cuori giunga fino al suo cuore di uni-versale Pastore, e confermi – a Lui che conferma noi con il carisma di Pietro – ciò che i figli, con linguaggio semplice e diretto, dicono ai loro più cari: “Le vogliamo bene!”».