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Rassegna Stampa
APPROPRIATEZZA E EFFICIENZA DELLA RIABILITAZIONE IN ITALIA
ADNKRONOS
AGI Agenzia Italia
Quotidiano sanità - “Riabilitazione post-acuzie insufficiente”
TG2 Medicina33 – Intervista al Prof. V.M. Saraceni
Il Corriere.it - Riabilitazione post-acuzie: due terzi delle regioni sotto lo standard
Il Giornale - La riabilitazione in Sardegna e Toscana è ancora priva di strutture adeguate
Libero.it Quotidiano - Appropriatezza e efficienza della riabilitazione in Italia
Libero.it congressi
Libero.it medicina
Libero.it salute
HealthDesk - La Riabilitazione? Una chimera - Sabrina Valletta
Napoli.com - Articolo Spaventoso aumento delle lesioni midollari
Napoli.com - Articolo Riabilitazione in sofferenza
AZ Salute - Riabilitazione - Divario Nord-Sud - inserto Giugno 2014
On-line News - Riabilitazione a singhiozzo
Serv.: R01 Num.: 0525 Data: 15:25 ‐ 09/06/2014
Sigla: Red/Pgi Sett.: CRO Tema: Cronaca Sanita': in Italia troppe differenze su costi per riabilitazione = (AGI)
‐ Roma, 9 giu.
Sui costi legati alla riabilitazione in Italia ci sono molte differenze tra le regioni, con spese che vanno da
9.592,3 euro della Campania a 4.248,1 euro della Puglia. Non solo. Numeroso sono anche le differenze nelle
giornate di degenza. Lo sottolineano gli esperti della Societa' Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa
(SIMFER) in un rapporto che verra' presentato il prossimo 11 giugno a Roma. Allo stesso modo, conferma la
ricerca realizzata dal Crea dell'Universita' Tor Vergata di Roma, le degenze medie passano da 35 a 17
giornate rispettivamente del Lazio e della Puglia, confermando come livello regionale non esista un modello
di riabilitazione condiviso. "Dagli standard di programmazione ‐ hanno sottolineato gli esperti ‐ sulla base
delle degenze medie effettive, si puo' desumere che un tasso di ospedalizzazione ottimale per riabilitazione
e lungodegenza dovrebbe porsi intorno ai 7 ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti, ma ancora oggi la maggior
parte delle regioni e' sotto questo limite".
(AGI) Red/Pgi ‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐‐
AGI ‐ Agenzia Giornalistica Italia Spa
23/6/2014 Simfer: “Riabilitazione post-acuzie insufficiente. Regioni sotto standard minimi nazionali”
http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=22007 1/2
quotidianosanità.it
Mercol ed ì 1 1 GIUGNO 201 4
Simfer: “Riabilitazione post-acuzieinsufficiente. Regioni sotto standard miniminazionali”S econdo un’inda gine del Crea , promossa da lla S ocietà I ta lia na di MedicinaFisica e Ria b ilita tiv a , la ria b ilita z ione post-a cuz ie è insuffic iente a l punto chei 2/3 delle reg ioni sono sotto lo sta nda rd minimo na z iona le. I costi in fa sea cuta pesa no il doppio sul S sn di quelli in fa se post-a cuta . Ma nca la v olontàpolitica d i inv estire in questo settore.
Insufficiente nel nostro Paese la riabilitazione: ancora oggi, dopo l’evento acuto, la maggior parte delleregioni, è sotto il limite posti-lettocon evidenti discrepanze Nord-Sud dei modelli assistenziali. È questouno degli aspetti emersi dall’indagine promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa(Simfer) effettuata da Crea(Consorzio per Ricerca Economica Applicata in Sanità) - Università degliStudi di Roma Tor Vergata. Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012indicano - sulla base delle degenze medie effettuate - un tasso di ospedalizzazione ottimale per lariabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti, regioni come la P.A di Trento e diBolzano, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte ospedalizzano più del 7 per mille.Molto inferiore il limite auspicato, è la collocazione della Sardegna e della Toscana, rispettivamente conil 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazio che si avvicina al tasso ottimale con il 6,4 permille abitanti. “Ancora una volta – osserva il prof. Federico Spandonaro, Università degli Studi di Roma Tor Vergata,Presidente di Crea – si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud. La difformitàstrutturale e di offerta si ripercuote anche sui costi: 250,06 euro per una giornata di degenza inriabilitazione contro i 493,70 euro in acuto per un complessivo di 8.260.307 giornate in riabilitazione,contro 49.672.639 giornate in acuto, per anno. La differenza dei costi è anche contrassegnata dalledifferenze regionali, passando dai 9.592,3 euro in Campania ai 4.248,1 euro in Puglia. Allo stesso modole degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia, confermandocosì come non esista a livello regionale, un modello di riabilitazione condiviso. La riabilitazione post-acuzie è poco conosciuta nel nostro Paese e non vi è ancora la volontà di investire in questo settore”. ““La grande variabilità dei modelli assistenziali –dice il prof. Vincenzo Maria Saraceni, PresidenteSimfer è con molta probabilità legata all’appropriatezza dei ricoveri, come emerge dalla fotografiascattata dall’indagine dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e, come ha più volte rimarcato ilMinistero della Salute”. Saraceni spiega che “l’obiettivo della Simfer è di proporre un modello non più per codici ma per intensitàdi cura attraverso l’attuazione in tutte le regioni del Piano di Indirizzo della Riabilitazione approvato dalgoverno nel 2011. Il fatto che anche le regioni virtuose si trovino sotto la soglia prevista potrebbedipendere da una “scelta” di politica sanitaria di domiciliarizzazione della riabilitazione o di unaclassificazione non omogenea delle strutture post-acuti. A questo proposito si tenga presente chel’attenzione della riabilitazione è ancora concentrata sulla rete delle acuzie, cosa per altro giustificatadalla dimensione del fenomeno, mentre sarebbe auspicabile una rivisitazione della rete post-acuzie,soprattutto della riabilitazione, con una ripartizione tra riabilitazione e lungodegenza in grado di dare
23/6/2014 Simfer: “Riabilitazione post-acuzie insufficiente. Regioni sotto standard minimi nazionali”
http://www.quotidianosanita.it/stampa_articolo.php?articolo_id=22007 2/2
maggiore peso alla voce riabilitativa”. Per quanto riguarda le principali cause, l’indagine ha evidenziato come le malattie e i disturbi delsistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo siano la prima voce della riabilitazione. La Simferinsieme con la Federazione delle Associazioni Italiane Para-Tetraplegici (Faip) hanno indetto per il 2014l’Anno della Persona con lesione al midollo spinale (Plm). Dati italiani impongono un’attenta valutazionesocio-sanitaria del fenomeno. In Italia sono 85.000 le persone colpite da lesione al midollo spinale, alritmo di 2.500 nuovi casi l’anno, 7 al giorno (dati Faip) cui corrisponde una drammatica carenza di postiletto - 450 - in centri specializzati, la maggior parte dei quali allocati al Centro-Nord del Paese.In pratica solo 3 pazienti su 10 riescono ad accedere a questi centri nelle 24 ore successive il trauma .Per tutti gli altri c’è il calvario delle liste di attesa che può durare anche più di un anno. La crisi colpisce ipiù deboli: da uno studio ISTUD-FAIP emerge che la media dei costi diretti si aggira sulle 29.900 europer persona per il primo anno e di questi il 73% ricade sulla famiglia. “Inoltre l’assenza di un registro nazionale e regionali – osserva l’avv. Vincenzo Falabella, PresidenteFaip – impedisce di formulare una valutazione globale dei bisogni assistenziali e di interventi di politicasocio-sanitaria”. Vuoti che le due Associazioni intendono colmare a partire dalla traduzione edistribuzione dell’ International Perspectives on Spinal Cord Injury. Documento con il qualel’Organizzazione Mondiale di Sanità ha voluto evidenziare il fenomeno della lesione al midollo spinale,considerata tra le più importanti cause, nel mondo di mortalità e disabilità.Si svolgerà a Torino, nella sede del Centro Congressi del Lingotto, dal 28 settembre al 1° di ottobre, il42° Congresso Nazionale della Simfer, con il titolo” Medicina Fisica e Riabilitativa: Innovazione, Efficaciae Sostenibilità”. “Obiettivo del Congresso - dice il prof. Giancarlo Rov ere, Direttore Dipartimento di Riabilitazione ASLdi Alessandria e Presidente del Congresso - è quello di presentare in termini di efficacia, innovazione esostenibilità le migliori pratiche cliniche e organizzative per un approccio globale della persona condisabilità, al fine di superare la frammentazione delle diverse aree di competenza”.
MEDICINA 33 DEL 07/07/2014
VISIBILE OLTRE CHE SUL SITO DELLA TRASMISSIONE: HTTP://WWW.TG2.RAI.IT/DL/TG2/RUBRICHE/PUBLISHINGBLOCK-9F02426B-75C0-4380-88BF-72DF638339C3.HTML ANCHE SUL SITO SIMFER E SUL CANALE YOUTUBE DELLA SOCIETÀ: HTTP://YOUTU.BE/KLOJWZ2FMJ8
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L’INDAGINE
Riabilitazione post-acuzie: due terzi delle regioni sotto lostandardI costi in fase acuta pesano il doppio, sul Servizio Sanitario Nazionale, di quelli in fase post-acuta. Manca la “volontà politica” di investire in questo settore
(+2)SANITû
Insufficiente nel nostro Paese la riabilitazione: ancora oggi, dopo l’evento acuto, la
maggior parte delle regioni, è sotto il limite posti-letto con evidenti discrepanze Nord-
Sud dei modelli assistenziali. È questo uno degli aspetti emersi dall’indagine
promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) effettuata
da CREA (Consorzio per Ricerca Economica Applicata in Sanità) - Università degli
Studi di Roma ”Tor Vergata.
GLI STANDARD PREVISTI Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla
legge 135/2012 indicano - sulla base delle degenze medie effettuate - un tasso di
ospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri (ordinari)
per 1.000 abitanti, regioni come la P.A di Trento e di Bolzano, la Lombardia, l’Emilia
Romagna e il Piemonte ospedalizzano più del 7 per mille. Molto inferiore il limite
auspicato, è la collocazione della Sardegna e della Toscana, rispettivamente con il
3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazio che si avvicina al tasso ottimale
con il 6,4 per mille abitanti. Ancora una volta osserva il prof. Federico Spandonaro,
Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Presidente di CREA - si evidenzia la forte
discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud. La difformità strutturale e di offerta –
dice ancora il prof. Spandonaro - si ripercuote anche sui costi: 250,06 euro per una
giornata di degenza in riabilitazione contro i 493,70 euro in acuto per un complessivo
di 8.260.307 giornate in riabilitazione, contro 49.672.639 giornate in acuto, per anno.
La differenza dei costi è anche contrassegnata dalle differenze regionali, passando dai
9.592,3 euro in Campania ai 4.248,1 euro in Puglia. Allo stesso modo le degenze
medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia,
confermando così come non esista a livello regionale, un modello di riabilitazione
condiviso.
MODELLI ASSISTENZIALI La riabilitazione post-acuzie è poco conosciuta nel nostro
Paese e non vi è ancora la volontà di investire in questo settore. La grande variabilità
dei modelli assistenziali dice il prof. Vincenzo Maria Saraceni, Presidente SIMFER è
con molta probabilità legata all’appropriatezza dei ricoveri, come emerge dalla
fotografia scattata” dall’indagine dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e,
come ha più volte rimarcato il Ministero della Salute. L’obiettivo della SIMFER è di
proporre un modello non più per codici ma per intensità di cura attraverso l’attuazione
in tutte le regioni del Piano di Indirizzo della Riabilitazione approvato dal governo nel
2011. Il fatto dice ancora il prof. Saraceni - che anche le regioni virtuose si trovino sotto
la soglia prevista potrebbe dipendere da una scelta di politica sanitaria di
domiciliarizzazione della riabilitazione o di una classificazione non omogenea delle
strutture post-acuti. A questo proposito si tenga presente che l’attenzione della
riabilitazione è ancora concentrata sulla rete delle acuzie, cosa per altro giustificata
dalla dimensione del fenomeno, mentre sarebbe auspicabile una rivisitazione della
rete post-acuzie, soprattutto della riabilitazione, con una ripartizione tra riabilitazione e
lungodegenza in grado di dare maggiore peso alla voce riabilitativa. Per quanto
riguarda le principali cause, l’indagine ha evidenziato come le malattie e i disturbi del
sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo siano la prima voce della
riabilitazione.
L’ANNO DELLA PERSONA CON LESIONE AL MIDOLLO SPINALE La Società Italiana di
Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) con la Federazione delle Associazioni
Italiane Para-Tetraplegici (FAIP) hanno indetto per il 2014 l’Anno della Persona con
lesione al midollo spinale (PLM). Dati italiani impongono una attenta valutazione socio-
sanitaria del fenomeno. In Italia sono 85.000 le persone colpite da lesione al midollo
spinale, al ritmo di 2.500 nuovi casi l’anno, 7 al giorno (dati FAIP) cui corrisponde una
drammatica carenza di posti letto - 450 - in centri specializzati, la maggior parte dei
quali allocati al Centro-Nord del Paese. In pratica solo 3 pazienti su 10 riescono ad
accedere a questi centri nelle 24 ore successive il trauma . Per tutti gli altri c’è il
calvario delle liste di attesa che può durare anche più di un anno. La crisi colpisce i più
deboli: da uno studio ISTUD-FAIP emerge che la media dei costi diretti si aggira sulle
29.900 euro per persona per il primo anno e di questi il 73% ricade sulla famiglia.
3 luglio 2014 | 11:44à RIPRODUZIONE RISERVATA
COSA DICE IL PAESE 22% si sente 6
23/6/2014 La riabilitazione in Sardegna e Toscana è ancora priva di strutture adeguate - IlGiornale.it
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Redazione - Dom, 22/06/2014 - 07:19
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La riabilitazione in Sardegna eToscana è ancora priva di struttureadeguate
Insufficiente nel nostro Paese la riabilitazione: ancora oggi, dopo l'evento acuto, lamaggior parte delle regioni, è sotto il limite dei posti-letto,con evidenti discrepanze Nord-Sud dei modelli assistenziali. É questo uno degli aspetti emersi dall'indagine promossadalla Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer) effettuata dal Consorzio perricerca economica applicata in sanità) - università degli Studi di Roma Tor Vergata. Glistandard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135 del 2012 indicano - sullabase delle degenze medie effettuate - un tasso di ospedalizzazione ottimale per lariabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri (ordinari) per mille abitanti. A Trento eBolzano, come in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte l'ospedalizzazione supera il 7per mille. Molto inferiore il limite auspicato, è la collocazione della Sardegna e dellaToscana, rispettivamente con il 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazioche si avvicina al tasso ottimale con il 6,4 per mille abitanti. «Ancora una volta osserva ilprofessor Federico Spandonaro, dell'università degli studi di Roma Tor Vergata,presidente di Crea - si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud.La difformità strutturale e di offerta dice ancora il professor Spandonaro - si ripercuoteanche sui costi: 250 euro per una giornata di degenza in riabilitazione contro i 493 euroin acuto per un complessivo di 8,2 milioni di giornate in riabilitazione, contro 49,6 inacuto, per anno. La differenza dei costi è anche contrassegnata dalle differenze: dai9.592 euro in Campania ai 4.248 in Puglia. Le degenze medie passano da 35 a 17giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia, non esiste un modello di riabilitazionecondiviso.
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16/6/2014 Appropriatezza e efficienza della riabilitazione in Italia - Libero Quotidiano
http://www.liberoquotidiano.it/news/11637245/Appropriatezza-e-efficienza---della.html 1/2
Manca la volontà politica di investire in questo settore. Indagine del Consorzio per la Ricerca Economica Applicata
in Sanità – CREA, promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa - SIMFER
ASSISTENZA SANITARIA
Appropriatezza e efficienza della riabilitazione in Italia Riabilitazione post-acuzie insufficiente nel Paese: 2/3 delle regioni sono sotto
lo standard minimo nazionale. I costi in fase acuta pesano il doppio, sul
Servizio Sanitario Nazionale, di quelli in fase post-acuta
Insufficiente nel nostro Paese la riabilitazione: ancora oggi, dopo
l’evento acuto, la maggior parte delle regioni, è sotto il limite “posti-
letto” con evidenti discrepanze Nord-Sud dei modelli assistenziali. E’
questo uno degli aspetti emersi dall’indagine promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa
(SIMFER) effettuata da CREA (Consorzio per Ricerca Economica Applicata in Sanità) - Università degli Studi di Roma
”Tor Vergata”. Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012 indicano - sulla base delle
degenze medie effettuate - un tasso di ospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri
(ordinari) per 1.000 abitanti, regioni come la P.A di Trento e di Bolzano, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte
ospedalizzano più del 7 per mille. Molto inferiore il limite auspicato, è la collocazione della Sardegna e della Toscana,
rispettivamente con il 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazio che si avvicina al tasso ottimale con il 6,4
per mille abitanti. “Ancora una volta – osserva il prof. Federico Spandonaro, Università degli Studi di Roma Tor
Vergata, Presidente di CREA - si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud. La difformità
strutturale e di offerta – dice ancora il prof. Spandonaro - si ripercuote anche sui costi: 250,06 euro per una giornata
di degenza in riabilitazione contro i 493,70 euro in acuto per un complessivo di 8.260.307 giornate in riabilitazione,
contro 49.672.639 giornate in acuto, per anno. La differenza dei costi è anche contrassegnata dalle differenze
regionali, passando dai 9.592,3 euro in Campania ai 4.248,1 euro in Puglia. Allo stesso modo le degenze medie
passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia, confermando così come non esista a livello
regionale, un modello di riabilitazione condiviso. La riabilitazione post-acuzie è poco conosciuta nel nostro Paese e
non vi è ancora la volontà di investire in questo settore”.
“La grande variabilità dei modelli assistenziali – dice il prof. Vincenzo Maria Saraceni , Presidente SIMFER – è con
molta probabilità legata all’appropriatezza dei ricoveri, come emerge dalla fotografia scattata dall’indagine
dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e, come ha più volte rimarcato il Ministero della Salute. L’obiettivo
della SIMFER è di proporre un modello non più per codici ma per intensità di cura attraverso l’attuazione in tutte le
regioni del Piano di Indirizzo della Riabilitazione approvato dal governo nel 2011. Il fatto – dice ancora il prof.
Saraceni - che anche le regioni “virtuose” si trovino sotto la soglia prevista potrebbe dipendere da una “scelta” di
politica sanitaria di domiciliarizzazione della riabilitazione o di una classificazione non omogenea delle strutture
post-acuti. A questo proposito si tenga presente che l’attenzione della riabilitazione è ancora concentrata sulla rete
delle acuzie, cosa per altro giustificata dalla dimensione del fenomeno, mentre sarebbe auspicabile una rivisitazione
della rete post-acuzie, soprattutto della riabilitazione, con una ripartizione tra riabilitazione e lungodegenza in grado
di dare maggiore peso alla voce riabilitativa”. Per quanto riguarda le principali cause, l’indagine ha evidenziato come
le malattie e i disturbi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo siano la prima voce della
riabilitazione.
La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) con la Federazione delle Associazioni Italiane Para-
Tetraplegici (FAIP) hanno indetto per il 2014 l’Anno della Persona con lesione al midollo spinale (PLM). Dati italiani
impongono una attenta valutazione socio-sanitaria del fenomeno. In Italia sono 85.000 le persone colpite da lesione
al midollo spinale, al ritmo di 2.500 nuovi casi l’anno, 7 al giorno (dati FAIP) cui corrisponde una drammatica carenza
di posti letto - 450 - in centri specializzati, la maggior parte dei quali allocati al Centro-Nord del Paese. In pratica solo
3 pazienti su 10 riescono ad accedere a questi centri nelle 24 ore successive il trauma . Per tutti gli altri c’è il calvario
delle liste di attesa che può durare anche più di un anno. La crisi colpisce i più deboli: da uno studio ISTUD-FAIP
emerge che la media dei costi diretti si aggira sulle 29.900 euro per persona per il primo anno e di questi il 73%
ricade sulla famiglia. “Inoltre l’assenza di un registro nazionale e regionali, osserva l’avv. Vincenzo Falabel la ,
Presidente FAIP - impedisce di formulare una valutazione globale dei bisogni assistenziali e di interventi di politica
socio-sanitaria”. Vuoti che le due Associazioni intendono colmare a partire dalla traduzione e distribuzione dell’
International Perspectives on Spinal Cord Injury. Documento con il quale l’Organizzazione Mondiale di Sanità ha
16/6/2014 Appropriatezza e efficienza della riabilitazione in Italia - Libero Quotidiano
http://www.liberoquotidiano.it/news/11637245/Appropriatezza-e-efficienza---della.html 2/2
voluto evidenziare il fenomeno della lesione al midollo spinale, considerata tra le più importanti cause, nel mondo di
mortalità e disabilità. Si svolgerà a Torino, nella prestigiosa sede del Centro Congressi del Lingotto, dal 28 settembre
al 1° di ottobre, il 42° Congresso Nazionale della SIMFER, con il titolo” Medicina Fisica e Riabilitativa: Innovazione,
Efficacia e Sostenibilità”. “Obiettivo del Congresso - dice il prof. Giancarlo Rovere , Direttore Dipartimento di
Riabilitazione ASL di Alessandria e Presidente del Congresso - è quello di presentare in termini di efficacia,
innovazione e sostenibilità le migliori pratiche cliniche e organizzative per un approccio globale della persona con
disabilità, al fine di superare la frammentazione delle diverse aree di competenza”. (E. M.)
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La riabilitazione? Una chimeraNella maggior parte delle Regioni i posti letto per i pazienti che ne hanno bisogno sonoinsufficienti. Solo sei si salvanoSABRINA VALLETTA MERCOLEDÌ 11 GIUGNO 2014, 17:30
Riabilitazione post-acuzie questa sconosciuta. E’ proprio il caso di dirlo, perchéin Italia se ne parla pochissimo e non si fa abbastanza. I tassi diospedalizzazione in riabilitazione ci presentano ancora una volta un Paesediviso tra Nord, Centro, Sud e isole, con un picco del 10 per cento in Lombardiacontro un 2 per cento della Sardegna. Ancora oggi, dopo l’evento acuto, lamaggior parte delle Regioni dello Stivale è sotto il limite dei “posti-letto”, con
evidenti discrepanze Nord-Sud dei modelli assistenziali.
A scattare la fotografia è l’indagine promossa dalla Società italiana di medicinafisica e riabilitativa (Simfer) ed effettuata dal Consorzio per la ricercaeconomica applicata in sanità (Crea) - università degli Studi di Roma “TorVergata”.
Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012indicano - sulla base delle degenze medie effettuate - un tasso diospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri(ordinari) per 1.000 abitanti, regioni come la Provincia autonoma di Trento e diBolzano, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte superano questolimite, ospedalizzando più del 7 per mille. Molto inferiore rispetto al limiteprevisto, invece, è la collocazione della Sardegna e della Toscana,rispettivamente con 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti; il Lazio siavvicina al tasso ottimale con un 6,4 per mille abitanti. Nel complesso,comunque, sono pochissime, solo 6, le Regioni che superano la soglia del 7 permille; tutte le altre sono al di sotto.
Dalla ricerca emerge «ancora una volta un’enorme variabilità regionale»,osserva Federico Spandonaro, presidente di Crea. Questa «difformitàstrutturale e di offerta si ripercuote anche sui costi: mentre una giornata didegenza in riabilitazione costa 250,06 euro, una in acuto costa il doppio, ben493,70 euro. Se in un anno le giornate in riabilitazione sono 8.260.307 e quellein acuto sono 49.672.639, ecco che avremo un valore complessivo inriabilitazione di 2.065.550.188,36 euro, contro un valore complessivo in acutodi 24.523.440.886,78 euro».
«La differenza dei costi è anche contrassegnata dalle differenze regionali»,continua Spandonaro, «dove passiamo dai 9.592,3 euro della Campania ai4.248,1 euro della Puglia, contro una media nazionale di 6.598,9 euro. Allostesso modo, le degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nelLazio e nella Puglia, confermando così come non esista a livello regionale unmodello di riabilitazione condiviso. La riabilitazione post-acuzie è pococonosciuta nel nostro Paese e non vi è ancora la volontà di investire in questosettore».
A spiegare che «la grande variabilità dei modelli assistenziali è con moltaprobabilità legata all’appropriatezza dei ricoveri» è Vincenzo Maria Saraceni,presidente Simfer. «L’obiettivo della nostra Società è di proporre un modellonon più per codici, ma per intensità di cura attraverso l’attuazione in tutte leregioni del Piano di indirizzo della riabilitazione approvato dal Governo nel2011. Il fatto che anche le Regioni “virtuose” si trovino sotto la soglia previstapotrebbe dipendere da una “scelta” di politica sanitaria di domiciliarizzazionedella riabilitazione o di una classificazione non omogenea delle strutture post-acuti. A questo proposito si tenga presente che l’attenzione della riabilitazioneè ancora concentrata sulla rete delle acuzie, cosa per altro giustificata dalladimensione del fenomeno, mentre sarebbe auspicabile una rivisitazione dellarete post-acuzie, soprattutto della riabilitazione, con una ripartizione trariabilitazione e lungodegenza in grado di dare maggiore peso alla voceriabilitativa».
Per quanto riguarda le principali cause, l’indagine ha evidenziato come lemalattie e i disturbi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivosiano la prima voce della riabilitazione. La Simfer, con la Federazione delleassociazioni italiane para-tetraplegici (Faip), ha indetto per il 2014 l’Anno dellaPersona con lesione al midollo spinale (Plm). Dati italiani impongonoun’attenta valutazione socio-sanitaria del fenomeno. In Italia sono 85.000 lepersone colpite da lesione al midollo spinale, al ritmo di 2.500 nuovi casiall’anno, 7 al giorno, cui corrisponde una drammatica carenza di posti letto incentri specializzati. In pratica, solo 3 pazienti su 10 riescono ad accedere aquesti centri nelle 24 ore successive il trauma. Per tutti gli altri c’è il calvariodelle liste di attesa che può durare anche più di un anno.
«Inoltre, l’assenza di un registro nazionale e regionali, osserva VincenzoFalabella, presidente Faip - impedisce di formulare una valutazione globale deibisogni assistenziali e di interventi di politica socio-sanitaria». Vuoti che le dueassociazioni intendono colmare a partire dalla traduzione e distribuzionedell’International Perspectives on Spinal Cord Injury. Documento con il qualel’Organizzazione mondiale di sanità (Oms) ha voluto evidenziare il fenomenodella lesione al midollo spinale, considerata tra le più importanti cause nelmondo di mortalità e disabilità.
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1/7/2014 Napoli.com - il primo quotidiano online della città - the first news magazine of Naples, Italy
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12/6/2014
Spaventoso aumento delle lesioni midollari di Mario Caruso
La lesione al midollo spinale (Spinal Cord Injury) rappresenta unafra le più importanti cause di mortalità e disabilità nel mondo.L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima in 15‐45 nuovi casinel mondo, di lesioni midollari per milione di abitante per causetraumatiche e non traumatiche, pari a circa 250.000‐500.000persone.
È interessante notare ‐ come riporta il documento ‐ chel’andamento del fenomeno si distribuisce in modo diverso dapaese a paese.
Storicamente, infatti, all’inizio, il 90% di queste lesioni era acarattere traumatico. Recenti studi hanno evidenziato un notevoleincremento delle lesioni non traumatiche, probabilmente inrapporto con l’avanzare dell’età.
In America vivono 250.000 persone con una lesione al midollo spinale traumatica (TSCI), con unaincidenza di 40 casi, per milione di abitante, pari a 12.000 nuovi casi annui.
In Cina, l’incidenza è pari a 60.000 casi per anno (46 casi per anno per milione di abitanti).
In Italia non vi sono stime precise, ma da un documento del 2004 della Conferenza Stato‐Regioni, sicalcola che l’incidenza delle TSCI si aggira intorno ai 18‐20 casi per milione di abitanti.
Globalmente l’età media di insorgenza è aumentata, passando dal valore di 29 anni negli anni ‘70 agliattuali 40 anni, con una maggiore incidenza nel sesso maschile.
Il fenomeno che costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, è stato oggetto di un documento“ I nternational Spinal Cord I njury”(IP‐SCI) dell’Organizzazione Mondiale di Sanità presentato a Ginevra il 3Dicembre in occasione della Giornata internazionale della Persona con disabilità.
Il documento la cui traduzione è stata chiesta all’OMS dalla SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica eRiabilitativa) e FAIP, verrà presentato a fine anno e successivamente consultabile sul sito della societàscientifica.
Al fenomeno delle lesioni midollari la SIMFER dedica particolare attenzione tanto che, in collaborazione conla Federazione delle Associazioni Italiane Para ‐Tetraplegici (FAIP) hanno ritenuto opportuno indire per il2014 l’ANNO del la presa in carico globale del la P ersona con lesione al midol lo spinale (PLM).
I dati I tal iani impongono una attenta valutazione socio‐sanitaria: nel nostro Paese infatti, sono 85.000 lepersone colpite da lesione al midollo spinale, al ritmo di 2.500 nuovi casi l’anno, 7 al giorno ( dati dellaFederazione delle Associazioni Italiane Para ‐Tetraplegici ‐ FAIP) cui corrisponde una drammatica carenza diposti letto‐450 ‐ in centri specializzati.
Le Unità Spinali Unipolari ed i Centri di Riabilitazione dedicati al trattamento delle PLM sono quasi tuttecollocate al Nord e Centro Italia.
In pratica solo 3 pazienti su 10 riescono ad avere assistenza in questi centri nelle 24 ore successive altrauma. Per tutti gli altri c’è il calvario delle liste di attesa che può durare anche più di un anno. Un fattore questo,che ha profonde ripercussioni, a breve e lungo termine.
La crisi purtroppo colpisce i più deboli: secondo uno studio condotto da ISTUD in collaborazione con FAIP lamedia dei costi diretti a carico del nucleo familiare di una persona con lesione midollare si aggira sui29.900 euro per il primo anno (dati FAIP) per scendere negli anni successivi.
Costi sostenuti per il 73% delle famiglie coinvolte. Inoltre, l’assenza di un data ‐base che raccolga i datiepidemiologici, impedisce di formulare una valutazione globale dei bisogni assistenziali e quindi diinterventi di politica socio‐sanitaria.
Un vuoto che la SIMFER intende colmare con un programma di interventi che prevedono tra l’altro:
La traduzione e distribuzione dell‘I nternational P erspectives on Spinal Cord I njury (IP‐SCI), ai
1/7/2014 Napoli.com - il primo quotidiano online della città - the first news magazine of Naples, Italy
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Regionali tramite i siti SIMFER e FAIPLa sensibilizzazione del Ministero della Salute a che istituisca un Registro delle PLMLa attivazione di progetti di ricerca sul trattamento delle PLM in collaborazione con i Direttori dellescuole di specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa e con i Direttori Scientifici degli IRRCS avalenza riabilitativaL’organizzazione di una pedalata lungo la pianura padana con varie tappe per la raccolta fondi dadestinare a progetti di ricerca in questo settore
Fonte: http://www.napoli.com/stamparticolo.php?articolo=40573
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23/6/2014 Napoli.com - il primo quotidiano online della città - the first news magazine of Naples, Italy
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14/6/2014
Riabilitazione in sofferenza
La riabilitazione post-acuzie è insufficiente nel nostro Paese erisulta forte la discrepanza dei modelli assistenziali tra Nord e Sud.
L’indagine è stata svolta dal Consorzio per la Ricerca EconomicaApplicata in Sanità – CREA e promossa dalla Società Italiana diMedicina Fisica e Riabilitativa – SIMFER.
La razionalizzazione della rete ospedaliera è da molti anni alcentro delle politiche sanitarie e delle preoccupazioni per lasostenibilità del sistema sanitario.
L'attenzione si concentra prevalentemente sulla rete delle acuzie,cosa giustificata dalla dimensione del fenomeno, dimenticando però che la razionalizzazione di questa,dipende in forte misura dall'ottimale funzionamento della rete di post-acuzie, in primis della riabilitazione.
Dagli standard di programmazione esplicitati nella L.135/2012, sulla base delle degenze medie effettive,si può desumere che un tasso di ospedalizzazione ottimale per riabilitazione e lungodegenza dovrebbeporsi intorno ai 7 ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti.
Al netto degli effetti demografici (evidentemente il bisogno aumenta nelle Regioni più "vecchie", ancoraoggi la maggior parte delle Regioni è sotto del limite: con una forte discrepanza Nord - Sud, tale dapresupporre che una quota rilevante di ricoveri è a rischio di inapropriatezza.
Si può pertanto evidenziare una diffusa condizione di violazione del principio di equità d'accesso allariabilitazione (riferito ai LEA).
A conferma della necessità di un maggiore investimento di conoscenza sul fenomeno riabilitazione, il costomedio dei ricoveri sia fortemente difforme, passando da 9.592,3 euro della Campania a 4.248,1 euro dellaPuglia, considerato anche, che una giornata di riabilitazione costa in media circa la metà di una giornata inacuzie. Allo stesso modo le degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente del Lazio e dellaPuglia, confermando come livello regionale non esista un modello riabilitazione condiviso.
Sono intervenuti alla conferenza stampa di Roma:
Vincenzo Maria Saraceni Ordinario all'Università La Sapienza di Roma di Medicina Fisica e Riabilitazione Presidente Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER)Federico Spandonaro Università degli studi di Roma Tor Vergata, Presidente di CREA (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità).Giancarlo Rovere Direttore Dipartimento di Riabilitazione ASL Alessandria VicePresidente Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) Vincenzo Falabel la Presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici)
La razionalizzazione della rete ospedaliera è da molti anni al centro delle politiche sanitarie e dellepreoccupazioni per la sostenibilità del sistema sanitario.
L'attenzione si concentra prevalentemente sulla rete delle acuzie, cosa giustificata dalla dimensione delfenomeno, dimenticando però che la razionalizzazione di questa, dipende in forte misura dall'ottimalefunzionamento della rete di post-acuzie, in primis della riabilitazione.
Dagli standard di programmazione esplicitati nella L.135/2012, sulla base delle degenze medie effettive,si può desumere che un tasso di ospedalizzazione ottimale per riabilitazione e lungodegenza dovrebbeporsi intorno ai 7 ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti.
Al netto degli effetti demografici (evidentemente il bisogno aumenta nelle Regioni più "vecchie", ancoraoggi la maggior parte delle Regioni è sotto del limite: con una forte discrepanza Nord - Sud, tale dapresupporre che una quota rilevante di ricoveri è a rischio di inappropriatezza.
Si può pertanto evidenziare una diffusa condizione di violazione del principio di equità d'accesso allariabilitazione (riferito ai LEA).
A conferma della necessità di un maggiore investimento di conoscenza sul fenomeno riabilitazione, il costo
23/6/2014 Napoli.com - il primo quotidiano online della città - the first news magazine of Naples, Italy
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medio dei ricoveri sia fortemente difforme, passando da 9.592,3 euro della Campania a 4.248,1 euro dellaPuglia, considerato anche, che una giornata di riabilitazione costa in media circa la metà di una giornata inacuzie. Allo stesso modo le degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente del Lazio e dellaPuglia, confermando come livello regionale non esista un modello riabilitazione condiviso.
Nel nostro Paese ancora oggi, dopo l’evento acuto, la maggior parte delle regioni, è sotto il limite deiposti-letto con evidenti discrepanze Nord-Sud dei modelli assistenziali. È questo uno degli aspetti emersi dall’indagine promossa dalla Società Italiana di Medicina Fisica eRiabilitativa (SIMFER) effettuata da CREA (Consorzio per Ricerca Economica Applicata in Sanità) - Universitàdegli Studi di Roma Tor Vergata.
Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012 indicano - sulla base delledegenze medie effettuate - un tasso di ospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti, regioni come la P.A di Trento e di Bolzano, la Lombardia, l’EmiliaRomagna e il Piemonte ospedalizzano più del 7 per mille.
Molto inferiore il limite auspicato, è la collocazione della Sardegna e della Toscana, rispettivamente con il3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazio che si avvicina al tasso ottimale con il 6,4 per milleabitanti.
"Ancora una volta osserva il professore Federico Spandonaro, Università degli Studi di Roma Tor Vergata,Presidente di CREA - si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud. La difformità strutturale e di offerta, sottolinea ancora il professore Spandonaro,- si ripercuote anche suicosti: 250,06 euro per una giornata di degenza in riabilitazione contro i 493,70 euro in acuto per uncomplessivo di 8.260.307 giornate in riabilitazione, contro 49.672.639 giornate in acuto, per anno. Ladifferenza dei costi è anche contrassegnata dalle differenze regionali, passando dai 9.592,3 euro inCampania ai 4.248,1 euro in Puglia".
Allo stesso modo le degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia,confermando così come non esista a livello regionale, un modello di riabilitazione condiviso.
La riabilitazione post-acuzie è poco conosciuta nel nostro Paese e non vi è ancora la volontà di investire inquesto settore.
Fonte: http://www.napoli.com/stamparticolo.php?articolo=40577
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DivarioNord-SudP osti letto sotto il limite per la riabilitazione,
dopo un evento acuto, nella maggior parte delle regioni italiane, con evidenti discre-
panze Nord-Sud dei modelli assistenziali. È que-sto uno degli aspetti di maggior interesse emer-so dall’indagine promossa dalla Società Italiana
di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), effettuata da CREA (Con-sorzio per la Ricerca Applicata in Sanità)-Università degli studi Tor Vergata di Roma.
Se gli standard di programmazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012 indicano – sulla base delle degenze medie effettuate – un tasso di ospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri (ordinari) per 1.000 abitanti, regioni come la Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte ospedalizzano più del 7 per mille. Molto in basso si collocano Sardegna e Toscana, rispettivamente con il 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, mentre il Lazio si avvicina al tasso ottimale con il 6,4 per mille abitanti.«Ancora una volta – dice il professore Federico Spandonaro, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Presidente di CREA – si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenziali Nord-Sud. La difformità strutturale e di offerta si ripercuo-te anche sui costi: 250,06 euro per una giornata
di degenza in riabilitazione contro i 493,70 euro in acuto. La differenza dei costi è anche contras-segnata dalle differenze regionali, passando dai 9.592,3 euro in Campania ai 4.248,1 euro in Puglia. Le degenze medie passano da 35 a 17 giornate, rispettivamente, nel Lazio e nella Puglia, confer-mando così come non esista, a livello regionale, un modello di riabilitazione condiviso. La riabili-tazione post-acuzie è poco conosciuta nel nostro Paese e non vi è ancora la volontà di investire in questo settore».«L’obiettivo della SIMFER – dice il professore Vin-cenzo Maria Saraceni, presidente della Società Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – è di proporre un modello non più per codici, ma per intensità di cura, attraverso l’attuazione in tut-te le regioni del Piano di Indirizzo della Riabilita-zione approvato dal governo nel 2011. Il fatto che anche regioni “virtuose” si trovino sotto la soglia prevista potrebbe dipendere da una “scelta” di politica sanitaria di domiciliarizzazione della ria-bilitazione o di una classificazione non omogenea delle strutture post-acuti. A questo proposito, si tenga presente che l’attenzione della riabilitazio-ne è ancora concentrata sulla rete delle acuzie, mentre sarebbe auspicabile una rivisitazione del-la rete post-acuzie».
Disparità nei posti letto e nella
spesa sanitaria
di Emanuela Medi
Riabilitazione
I n Italia, sono 85.000 le persone colpite da una lesione al midollo spinale, al ritmo di 2.500 nuo-vi casi all’anno, 7 al giorno (dati Federazione delle Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) cui
corrisponde una drammatica carenza di posti letto: 450 in centri specializzati, la maggior parte dei
quali al Centro-Nord del Paese. In pratica, solo 3 pazienti su 10 riescono ad accedere a questi centri
nelle 24 ore successive il trauma. Per tutti gli altri c’è il calvario delle liste di attesa che può durare
anche più di un anno. La crisi colpisce i più deboli: la media dei costi diretti si aggira sui 29.900 euro
per persona per il primo anno e, di questi, il 73 per cento ricade sulla famiglia.
DOPO EVENTI ACUTIAZSALUTE
Il problema delle lesioni spinali
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Riccardo Fatarella presidentedella sezione sanità diUnindustria
Falsi assegni diaccompagnamento, 650denunce a Taranto
Incinta, sta una settimana inospedale. Il bimbo muoresoffocato. Indagati nove medicia Salerno
giovedì, giugno 12th, 2014 | categoria: sanità
Riabilitazione a singhiozzo in Italia, due terzidelle regioni sotto lo standard minimo
Insufficiente nel nostro Paese la riabilitazione: ancora oggi,dopo l’evento acuto, due terzi delle Regioni sono sotto illimite posti-letto, con evidenti discrepanze Nord-Sud deimodelli assistenziali. È uno degli aspetti emersidall’indagine promossa dalla Società italiana di medicinafisica e riabilitativa (Simfer), effettuata da Crea (Consorzioper ricerca economica applicata in sanità)-Università degliStudi di Roma Tor Vergata. Se gli standard diprogrammazione sanitaria previsti dalla legge 135/2012indicano – sulla base delle degenze medie effettuate – un
tasso di ospedalizzazione ottimale per la riabilitazione e lungodegenza di 7 ricoveri (ordinari) per 1.000abitanti, le P.A di Trento e di Bolzano, e le Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte ospedalizzanopiù del 7 per mille. Molto inferiore il limite auspicato è la collocazione della Sardegna e della Toscana,rispettivamente con il 3,29 e 4,03 ricoveri per 1.000 abitanti, eccetto il Lazio che si avvicina al tassoottimale con il 6,4 per mille abitanti. «Ancora una volta – osserva Federico Spandonaro, Università degliStudi di Roma Tor Vergata, presidente di Crea – si evidenzia la forte discrepanza tra i modelli assistenzialiNord-Sud. La difformità strutturale e di offerta si ripercuote anche sui costi: 250 euro per una giornata didegenza in riabilitazione contro i 493,7 euro in acuto, per un complessivo di 8.260.307 giornate inriabilitazione contro 49.672.639 giornate in acuto per anno. La differenza dei costi è anche contrassegnatadalle differenze regionali, passando dai 9.592,3 euro in Campania ai 4.248 euro in Puglia. Allo stesso modole degenze medie passano da 35 a 17 giornate rispettivamente nel Lazio e nella Puglia, confermando cosìcome non esista a livello regionale, un modello di riabilitazione condiviso. La riabilitazione post-acuzie èpoco conosciuta nel nostro Paese e non vi è ancora la volontà di investire in questo settore».
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