anno iv numero 3 gennaio 2020...domande su cosa ci piace o non ci piace di massafra ed ognuno di noi...
TRANSCRIPT
ANNO IV – NUMERO 3 – GENNAIO 2020
GIORNATA DELLO
SPORTCOL BASKET
THE DAMNED YARD:
DOVE FINISCONO I
NOTRI RIFIUTI
PERICOLOSI
IMPARIAMO A
LAVORARE LA
CARTAPESTA
LA GIORNATA DELLA
MEMORIA
ALLENAMENTI DI
CORSA CAMPESTRE
INCONTRO CON
L’AUTORE
IL BELLO DEL NOSTRO
RIFIUTO…IO LO USO
OLII ESSENZIALI E
SAPONI AL ‘MONDELLI’
Dirigente Scolastica
Prof.ssa G. Deflorio
Responsabile Prof.ssa M. Del Mastro
Martedì 21 gennaio 2020 si è tenuta,
presso il plesso ‘Manzoni’ del 1° I.C.
“De Amicis Manzoni, la giornata del
riciclo. Alle ore 8:00 è venuta a farci
visita la dottoressa Silvia Rizzello. Ci
ha mostrato alcuni video sull’
argomento e ci ha dato molte
informazioni utili per imparare a
comportarci bene con l’ambiente e
con noi stessi, perché, inquinando e
non svolgendo bene la raccolta
differenziata, non possiamo essere
sicuri del nostro futuro. Dovremmo
porci qualche domanda come per
esempio: dove buttare un cellulare
rotto? Beh, non di certo nell’
indifferenziata! Nemmeno nel vetro o
nell’alluminio. Ma allora dove lo
dovremmo buttare? Ovviamente c’ è
una risposta: ci sono dei centri
appositi, non sono discariche, ma dei
luoghi dove si raccolgono rifiuti
speciali come i cellulari. Anche le
batterie sono rifiuti speciali e vanno
buttate in appositi contenitori posti
all’ entrata dei supermercati. Sono
dei bidoncini lunghi e stretti. Oppure
un altro tipo di differenziata è quello
delle medicine, solitamente ci sono
dei cesti di raccolta nei pressi delle
farmacie se non proprio all’ interno.
Ovviamente ci sono tanti altri tipi di
cestini come quello dell’olio, degli
indumenti ecc. La dottoressa prima
di andare in un’altra classe ci ha
assegnato un compito, ci siamo divisi
in gruppi per… CREARE UNO SPOT
PUBBLICITARIO!!! È stato molto
divertente disegnare e usare dei
pezzi di materiali da riciclo. È stata
una bellissima giornata!
Simona Dilorenzo
Classe 1 C
IL BELLO DEL NOSTRO
RIFIUTO….IO LO USO
Il 20
Gennaio 2020 insieme alla mia classe mi
sono recato presso il plesso De Amicis della
nostra scuola per partecipare ad un progetto
di educazione ambientale intitolato “IL
BELLO del nostro RIFIUTO io lo USO”.
Quando siamo arrivati c’era ad aspettarci la
dott.ssa Antonietta Podda la quale,
attraverso immagini proiettate alla LIM,
interviste e foto varie ci ha parlato
principalmente dei rifiuti presenti nei nostri
mari. Mi hanno colpito molto e mi hanno fatto
riflettere le immagini di animali marini,
incastrati ad esempio in buste di plastica che
spesso l’uomo, in maniera incivile, getta
proprio nel mare forse inconsapevole dei
danni che può provocare.
Successivamente, la dott.ssa ci ha fatto delle
domande su cosa ci piace o non ci piace di
Massafra ed ognuno di noi ha espresso il
proprio pensiero.
Questo incontro mi ha insegnato a rispettare
di più l’ambiente in cui vivo, che non bisogna
gettare MAI rifiuti in mare perché, oltre a
danneggiare le specie marine, danneggiamo
anche noi stessi poiché, mangiando questi
animali, potremmo ingerire tutte le sostanze
tossiche che hanno al loro interno. Inoltre, da
questo incontro ho capito che tutti, nel nostro
piccolo, possiamo fare qualcosa per salvare
l’ambiente.
Francesco Caponio, 1^H
25 gennaio 2020
I nostri alunni della
scuola primaria hanno
iniziato a lavorare alle
maschere di cartapesta
con il maestro Alessio
Giuliani
Mattinata interessante, venerdì 24 gennaio, per
la classe 2aF della secondaria, al teatro
comunale per assistere all’incontro con il
fotoreporter Romano Antonio Maniglia; il tema è
stato scottante: lo smaltimento illegale dei rifiuti
RAEE, rifiuti ad alto potenziale inquinante
derivati dagli apparecchi tecnologici che molti
Stati del mondo inviano in Gana (Africa)
risparmiando circa un terzo di quanto spenderebbero se li smaltissero legalmente. Ai margini
dell’immensa distesa di rifiuti, vive una baraccopoli di 80.000 persone, molte delle quali non
superano i 40 anni d’età a causa di malattie terribili. Le giornate trascorrono tra i cumuli di scorie,
fra mucchietti bruciati di computer e telefoni dai quali estrarre rame e altri metalli da rivendere per
guadagnare qualche dollaro. L’odore è nauseabondo, il fumo arrossa gli occhi e stringe la
gola…ma per loro è la normalità, quella è la loro vita anche quando qualcuno dorme in spiaggia, al
riparo sotto una barca, a pochi metri da una discarica ai margini dell’Oceano. Nessuno fa niente
per queste persone, perciò il Romano Maniglia ha deciso di far conoscere le sue bellissime e
struggenti fotografie. Marianna Annicchiarico 2aF
23 gennaio 2020
Allenamenti di Corsa Campestre per
gli alunni della secondaria, categoria
ragazzi/e, cadetti/e dell' IC “De
Amicis-Manzoni” per le gare che sono
sempre più vicine!!!
Martedì 28 gennaio insieme alla mia classe alle 10:30 circa, mi sono recato nell’Aula Resta della nostra
scuola per incontrare Antonio Dellisanti, l’autore del libro intitolato “Margherita e il Mago Greguro” Questo
libro, che abbiamo iniziato a leggere in classe con la
nostra professoressa, narra di una antica leggenda
massafrese che ha per protagonista un Mago guaritore e
sua figlia che andava di notte per i boschi alla ricerca delle
erbe che servivano a suo padre per preparare unguenti
benefici. Un giorno Margherita fu arrestata perché
accusata di essere una strega e così viene sottoposta al
giudizio del popolo e del Catapano… (il finale non posso
svelarlo perché in classe non abbiamo ancora finito di
leggere il libro).
L’incontro con l’autore è stata un’esperienza piena di
emozioni; quando siamo arrivati nell’aula in cui ci
attendeva ci siamo seduti immediatamente, pronti ad
ascoltare la narrazione dello scrittore con impegno e
concentrazione.L’autore è stato simpaticissimo e molte volte ci faceva scoppiare dal ridere; ci ha fatto
vedere anche un breve filmato di quando ha partecipato al programma LINEA VERDE in cui hanno
mostrato tutti i luoghi di Massafra citati nel libro come ad esempio la Grotta in cui il Mago aveva la sua
farmacia. Prima di andare via siamo corsi tutti verso l’autore per chiedergli di firmarci i nostri libri. Questa
esperienza è stata bellissima e spero che si ripeta.
Giuseppe Miraglia 1a H
La storia di Margheritella insegna che non bisogna credere
all’apparenza e alla superstizione. Il libro, nonostante
presenti un linguaggio forbito e un po' complesso per noi
ragazzini, mi è piaciuto molto perché riporta in vita la
leggenda che mi raccontava sempre mio nonno.
Consiglio la lettura di questo libro perché genera un
sentimento di appartenenza al territorio che consentirà al
lettore di preservare la cultura massafrese.
Matilda Capanna 1a F
Nel pomeriggio del 10 gennaio 2020, noi alunne di 3A,
insieme ad alcuni dei nostri compagni di classe e
assieme alla professoressa di Italiano, ci siamo recati a
Palagianello per intervistare Giuseppe Mazzarrino,
reduce della seconda guerra mondiale e internato in
un campo di lavoro forzato in Germania. Il signor
Mazzarino, classe 1921, ormai avanzato nell’età e con
problemi di salute, ci ha raccontato solo pochi, ma
significativi, ricordi che gli ritornavano nella sua mente
circa la sua esperienza da prigioniero. Più volte si è
soffermato a raccontare di ciò che mangiavano, ossia
dei pochi ortaggi distribuiti per la cena: carote,
barbabietole e bucce di patate che i nazisti lanciavano
a terra. Lui e tutti i prigionieri erano costretti a
lavorare incessantemente tutto il giorno come bestie:
portavano dei massi pesantissimi che servivano per la
costruzione della rete ferroviaria. Chi si feriva o era
malato era lasciato senza cure e, dunque, destinato a
morire. Mazzarino indossava una divisa militare
stracciata e bucata e, quando gli alleati sono arrivati a
liberare il campo, è stato portato in una caserma. Qui
ha trovato un armadio grandissimo pieno di vestiti e
divise e,
per la felicità, ha preso dei nuovi abiti per sbarazzarsi
di quella sua divisa logora e sudicia. Abbiamo notato
spesso che all’anziano signore, mentre raccontava le
sue memorie, si offuscava la vista per le lacrime
trattenute.
Dopo il toccante racconto del sig. Mazzarrino, anche
la moglie ci ha raccontato della sua famiglia e in
particolar modo di suo padre, che, essendo nato nel
1899, ancora giovanissimo, ha dovuto combattere
nella prima guerra mondiale.
Questa esperienza è stata molto significativa per noi
alunni perché abbiamo “fatto storia” attraverso una
fonte diretta. Inoltre è stata molto emozionante
perché vedere la tristezza, che riempiva gli occhi
dell’anziano signore, nel raccontarci i suoi aneddoti ci
ha ancora di più fatto comprendere la disperazione
diffusa tra tutti i deportati. Inoltre abbiamo compreso
che ricordi così brutti, seppur a distanza di tantissimi
anni, non si cancellano mai dalla mente di chi li ha
vissuti.
Daniela, Francesca e Giorgia
3^A
Al centro, Giovanni Mazzarino, nato il 26 giugno 1921
Medaglia d'onore
della Repubblica
"PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO DEI
MINISTRI"
CONFERITA Dalla
prefettura di
Taranto in
occasione della
commemorazione
della 64 Shoah
Mercoledì 29 gennaio, le classi terze della scuola
Manzoni hanno commemorato le innumerevoli
vittime dell’Olocausto ma, in particolare, le venti
piccole vittime uccise impiccate nello scantinato della
scuola di Bullhenuser Damm il 20 aprile 1945 e
spedite a Neuengamme. Per ricordare la terribile
tragedia, ci siamo ritrovati con i nostri genitori, la
dirigente scolastica e i docenti della scuola e abbiamo
recitato cinque poesie di Teresa Lazzaro, racchiuse nel
suo libro “Venti farfalle e una nuova primavera”. Su
ispirazione del libro, chi ha recitato la poesia ha
tenuto tra le mani una farfalla di cartoncino colorato,
realizzata con i professori di Arte e Immagine, mentre
i docenti di strumento accompagnavano con
struggenti musiche di sottofondo. Sono state poi lette
delle riflessioni nate nelle classi, ognuna con una
sfumatura differente che il dramma della Shoah ha
mostrato al mondo, pensieri scaturiti dopo le letture
di brani e la visione di documentari che hanno toccato
l’animo di ognuno. Fra le poesie, l’orchestra dei
giovani musicisti ha eseguito alcuni intervalli musicali
(tratti dal film “La vita è bella”, “Buongiorno
principessa” e “La vita è bella) che hanno scandito
anche lo scorrere di un video dei venti bambini in
occasioni felici della loro vita, tra i quali Sergio De
Simone, italiano di Napoli deportato con tutta la sua
famiglia. Le poesie, molto commoventi, hanno
raggiunto il cuore di molti spettatori in quanto la voce
di ogni alunno equivaleva a quella di uno dei bambini
morti in particolare. E’ stata raccontata una storia, la
storia di come quelle venti vittime sono morte
nell’inferno nazista, quali erano i terribili piani, le loro
parole.
La manifestazione si è conclusa con la spiegazione di
alcuni disegni realizzati dagli alunni delle classi terze,
raffiguranti un simbolo, un episodio, riguardanti la
Shoah. E’ intervenuta, poi, con un discorso la dirigente
scolastica e, a seguire, il parroco della chiesa di San
Leopoldo Mandic, Don Michele Quaranta, che hanno
commentato e fatto una riflessione sulla serata
commovente ed emozionante cui avevano assistito.
Giada Orlando 3a C
Il 27 Gennaio è il giorno della Memoria. In questo giorno si
ricorda l’Olocausto degli ebrei. Nelle scuole si organizzano
cartelloni, disegni, video e molto altro. Per questo giorno, i
professori ci hanno fatto fare ricerche sulla SHOAH e sui
Giusti fra le Nazioni. Dopo aver avuto la possibilità di fare
ricerche più approfondite su questi argomenti, mi sono resa
conto che è stato versato troppo sangue, inutilmente. Le
persone non erano esseri umani ma mostri! Anzi mostri non
basta per descrivere quanto siano stati disumani i tedeschi.
Pensate che uccidevano persino i bambini ebrei!
Nonostante questo ci sono stati eroi che hanno salvato e
portato un po’ di speranza fra gli ebrei, come Dina
Melpomeni, una donna che ha salvato una famiglia di 7
persone dall’Olocausto.
L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non
dovremo mai togliere il segnalibro della memoria. (Primo
Levi).
Francesca Mancini 1aC
Seduto su una seggiola sul molo del porto di
Plymouth, mentre guarda il mare, Sir Drake
mi aspetta per un’intervista. Ha deciso lui di
farla in questo posto, perché il mare è la sua
vita. Ci salutiamo con una stretta di mano e
mi fa accomodare su una sedia posta lì vicino.
Inizio dicendo che il mio più grande sogno era
quello di intervistare un pirata. Mi guarda
spazientito e dice: - Signorina, lei sbaglia di
grosso! non sono mai stato un pirata ma un
corsaro al servizio della corona inglese. Sa
perché ci chiamavano così? Perché il nostro
ruolo era riconosciuto da un documento
chiamato “ Lettera di Corsa”. Da qui il nome
corsaro! Noi eravamo autorizzati ad attaccare
le navi di uno stato nemico. I pirati sono solo
fuorilegge. Un po’ in imbarazzo per il mio
errore decido di cambiare argomento e gli
chiedo: - Perché ha deciso di circumnavigare
la terra?- Lui mi risponde:- In realtà non l’ho
deciso io. Nel 1577 ho ricevuto l’ordine dalla
regina Elisabetta I di intraprendere una
spedizione contro le navi spagnole nel
Pacifico. Sono partito proprio da questo porto
a bordo del Pelican con altre quattro navi e
più di 150 uomini. Durante la navigazione le
altre quattro navi sono state o distrutte a
causa di temporali violente o costrette a
tornare in Inghilterra. Solo io, con la nave
ammiraglia che abbiamo ribattezzato Cerva
Dorata, ho continuato il mio viaggio. Ho
catturato altre navi spagnole arrivando fino a
nord della California. Da lì sono ripartito
arrivando fino a Capo di Buona Speranza e
sono rientrato in Inghilterra nel 1580.- A
questo punto gli chiedo: - Che cosa è successo
al suo rientro?- Mi risponde: - Le enormi
ricchezze che sono riuscito a conquistare,
hanno fatto sì che la regina mi nominasse
Cavaliere il 4 aprile del 1581.-
Che cosa mi racconta invece dell’invincibile
armata?- Il suo sguardo si riempie di orgoglio
prima di rispondere: - Era la flotta più bella e
maestosa che abbia mai visto ma questo non
ha evitato la distruzione delle sue navi. Ho
ancora impresse nella mente le fiamme che
divorano le navi, nella battaglia di Gravelines.-
-Ha mai pensato di abbandonare il mare?-
Con gli occhi lucidi risponde:- No, mai. In
mezzo alle tempeste, davanti ai nemici o
quando il vento decideva di non soffiare, ho
sempre avuto un amico fedele accanto. Il
rumore delle sue onde ha accompagnato ogni
momento della mia vita. - A questo punto gli
chiedo:- Quindi lei non ha mai navigato per
accumulare ricchezza! – Lui mi risponde: - i
beni materiali non hanno mai placato la mia
sete di libertà. Solo quando, sul ponte della
mia nave, davanti a me si apriva quell’infinita
distesa blu, sentivo di essere veramente
libero. Ed è per questo che ho lasciato gran
parte del mio patrimonio alla povera gente di
Plymounth. Ora godiamoci questo suono e
questo odore, sono stanco di parlare. E’
tempo di ascoltare-
Siamo rimasti non so per quanto tempo a
godere del sole e della compagnia del mare.
Sonia Scarpetta 2a F
L'atleta del "Team Pianeta Sport
Massafra" chiude 89esima assoluta tra
le donne in una gara che ha visto
vincere l'americana Camille Herron
che ha percorso 270 km.
«Per me non è stata la prima
partecipazione ad un mondiale, sono
in nazionale di ultramaratona da
alcuni anni ma questo mondiale è
stato come se fosse il primo».
Così ha commentato ad una nostra
intervista l'atleta massafrese.
«Dopo il mio incidente è stata
indescrivibile l'emozione nel correre
questa importante competizione. Ero
emozionatissima ed è stato bellissimo
vedere così tanta gente sugli spalti
dello stadio che sventolava il
tricolore.
Abbiamo corso su un circuito di 1500
metri che si è snodato tra la pista di
atletica dello stadio e subito fuori.
Il percorso è stato tecnico e molto
difficile, ci sono ritornata dopo solo
tre anni. Nel 2016 ho corso con la
nazionale, sempre ad Albi, un
campionato europeo dove, durante la
17esima ora di gara, inciampai in una
canalina d'acqua e caddi
fratturandomi la mano destra.
Continuai a correre, fino alla fine, con
un dolore atroce, totalizzando 207
km. A fine gara fui ricoverata e
sottoposta ad intervento sempre ad
Albi.
Non mi fermo, ho intenzione di
correre un'altra 24 ore in occasione
della maratona "su strada" di
Telethon.»
Gaia Albanese 1ªC
I diritti del fanciullo si basa sulla UNICEF che, organizza come delle "leggi"
che permettono hai bambini di avere una vita migliore, per via che alcuni
bambini, hanno condizioni di vita, difficili, come: Poveriti, affamati, senza
una casa, senza famiglia e costretti a lavorare. Perciò la UNICEF aiuta questi
bambini, che rendono le loro vite, migliori: donando un pasto, una casa a loro,
ma sopratutto amore e protezione. La UNICEF, riesce a far in modo che ogni
bambino trovi una casa, essendo adottato da una famiglia.
Secondo me, la UNICEF ha aiutato questi bambini sempre nei miglior modi
possibili. Alisa Sulokoko
I nostri alunni della scuola
secondaria di primo grado in visita
all’IISS “C. Mondelli” di Massafra per
un laboratorio sugli olii essenziali e i
saponi per il Pogetto “Dalle buone
erbe... tanta salute”
BELLISSIMA GIORNATA DI SPORT IN
COMPAGNIA DELLA SQUADRA DI
BASKET “TEKNICAL SPORT” PER I
PICCOLI ATLETI DELLA PRIMARIA
DOMENICA 19 GENNAIO, IN
OCCASIONE DELLA GIORNATA DI
‘OPEN DAY’.
GIOCO, REGOLE E CONDIVISIONE LE
PAROLE CHIAVE DI UNA MATTINATA
DAVVERO SPECIALE.