castello di rovigo progetto uni

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Castello Di Rovigo Progetto

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IL CASTELLO DI ROVIGO:PROGETTO DI RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE

Edoardo Danzi - 4 aprile 2011

Torre GrimaniTorre Donà

Torre Grimani

Torre ovest

Torre sud

Torre Donà

Porta del Soccorso

Castello di Rovigo

Torre Donà

Porta del Soccorso

Torre Grimani

Torre sud

Torre ovest

“sopra la ripa della fossa Filistina, che le correva per fianco à l’Oriente, [il vescovo Paolo] con lo aratro disegnò il sacro solco al Castello in forma rotonda, dell’altre più perfetta; et in oltre levato il sito con terra cavata dalle fosse disegnatevi, diede principio à fabbricare il Castello”Andrea NICOLIO 1582

1630 Archivio di Stato di Venezia, Raccolta Terkuz 23

Alla metà del Cinquecento il podestà Antonio Calbo affermava che la spesa da sostenersi per le nuove fortificazioni urbane non sarebbe stata troppo alta “per esservi un castello, et torre disdotto, che sono utili, dove è una infinità di pietre che farà gran parte della muraglia di essa fortezza, la qual cosa serà di gran sparagno”Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, b. 46, 26 settembre 1555

Nel 1598, scomparso ogni interesse militare, il Magistrato sopra Camere decise di concedere il castello, con tutti i corpi edilizi ed ogni altro annesso, a titolo di livello perpetuo ai patrizi Nicolò e Francesco Donà, dietro il pagamento annuo di 12 ducati.

Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 18 aprile 1598.

19 gennaio 1770

Piero Donà alla Congregazione Municipale:

“Nel secolo decorso il Castello era chiuso anche dalla parte del fiume con un muro simile a quello che lo cinge anche presentemente negli altri lati. Li miei proavi lo demolirono, ed impiegarono quei materiali nella costruzione delle casette che vi esistono attualmente […] Nessuno fece la più piccola resistenza a quella demolizione, e quelle casette saranno state sempre più utili alla città di quello che lo era quel muro”

Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 19 gennaio 1770.

Da un documento inedito del primo Seicento conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia risulta che i Donà avevano costruito delle case nell’area del castello: “vi sono poi da noi state fabricate sopra 6 meze case”Archivio di Stato di Venezia, Archivio Donà, Libro mastro della facoltà di Nicolò Donà […] Castello e case in Rovigo, castello e case a Lendinara, […] 1612-1624, b. 183, c. 6 sin.

19 gennaio 1770

Piero Donà alla Congregazione Municipale:

“Sono cento ottantasei anni che questa famiglia possiede il Castel vecchio di Rovigo, e lo possiede con titolo legittimo, e con piena facoltà di disporre di esso, e di tutto ciò che in esso è compreso. Sopra di un tal fondamento ho io stabilito di demolire quella torre, che ora è in questione. Li Sig.ri Regolatori dell’anno passato mi si sono opposti. […] Confesso il vero: una torre che non può essere di nessun uso né pubblico né privato, che è mezza diroccata, e che va crollando ogni giorno, io non vedo come possa decorare una città. Per me certo non so concepire in essa che un orrido oggetto ”

Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 19 gennaio 1770.

“l’anno 1771 venne in pensiere a suddetti N.N.H.H. di demollire la maggiore delle suddette torri per aprofittarsi delle pietre. La città a cui serve di ornamento e decoro il detto Castello si oppose con una lettera avvogaresca. […] Il castello viene attualmente disfatto, avendo fatto li N.N.H.H. Donadi un accordo con quelli che si prestano al disfacimento di divider le pietre; e potete figurarvi con quanta furia operino per demolirlo”

Archivio Comunale di Rovigo, Miscellanea rodigina, Minute di lettere, b. 9/21, cc. 1r-2r., 1794

“Nel 1836 il Nob. Conte Marco Grimani, succeduto ai Co. Donà demoliva una parte della grossa mura del castello”.

Pubblicato in BISCACCIA 1856, pp. 242-243; STRADA 1896, p. 63.

13 ottobre 1836Paolo Grisoldi alla Congregazione Municipale: “Essendomi trasferito nel locale della N.D. Marina Donà e avendo osservato che demolivano la mura della città e si profitavano di quei materiali istesi a inalzare la mura della riviera del Adigetto; quindi sul momento isteso gli ò suspeso il demolir la mura della R. Città tanto mi facio dovere a rasegnare il presente raporto alla mia superiorità perché prenda quelle misure che crederà in proposito”.

ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29.

ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, V, b. 196, f. 29 12, 1836, 12 marzo

Le condizioni conservative

Torre Grimani

Torre ovest

Torre sud

Torre Donà

Porta del Soccorso

Castello di Rovigo

A1 - Aree di muratura con presenza di alghe verdi, muschi, licheni (patina biologica)

Aree di muratura interessate dalla crescita differenziale di microrganismi e organismi vegetali, come alghe verdi, muschi, licheni, ecc., privi di apparato radicale o con apparato radicale inferiore (ife o rizine).Lo sviluppo è favorito dalla presenza di acqua che viene trattenuta dalle superfici generalmente esposte a settentrione, battute dalle piogge e sottoposte ai venti dominanti, o in zone d'ombra oppure perché l'apparecchiatura presenta delle riseghe o piani orizzontali su cui si sono depositati strati incoerenti di materiale (polveri, argilla) che hanno consentito l'accrescimento della vegetazione.I fenomeni di biodeterioramento riguardano soprattutto l'aspetto delle cortine murarie dal momento che l'apparato radicale, ove esistente, non provoca danni meccanici ma può innescare processi chimici tali da danneggiare l'apparecchiatura.

A2 - Aree di muratura con presenza di vegetazione arbustiva inferiore e superiore con apparato radicale

Aree di muratura ricoperte da organismi vegetali (vegetazione arbustiva inferiore e superiore, come l'edera o il fico) con apparato radicale. Tali apparati (radici) sono accresciuti e si sono sviluppati sia in superficie che all'interno della cortina muraria creando vere e proprie cavità grazie all'azione meccanica delle radici. In molti casi è stata compromessa la stabilità della muratura nella zona interessata.Sono presenti su tutte le cortine murarie della cinta, con un particolare sviluppo nella zona esterna verso occidente.In molti casi (forse per trattamenti diserbanti pregressi) si è in presenza del solo fusto di piante disseccate.

A3 - Aree di muratura che presentano interventi di sostituzione o integrazione del giunto con malta cementizia

Aree di muratura che presentano interventi recenti di sostituzione o integrazione del giunto con malta cementizia.Si tratta di interventi si scuci-cuci della muratura realizzati per circoscrivere e limitare l'eventuale crollo o la formazione di dissesti nelle murature della cinta muraria. In altri casi sono state tamponate alcune buche pontaie o fori presenti nella muratura. I quattro prospetti di torre Donà, nella parte sommitale, sono interessati dalla ripresa totale del giunto in seguito ad un intervento realizzato negli anni '70 del Novecento.

A4 - Elementi metallici inseriti nella muratura

Sono stati individuati tutti gli elementi metallici inseriti nella muratura. In molti casi si tratta di elementi ossidati che hanno perso la loro funzione (perni tendifilo, staffe, ecc.), in altri si tratta di capichiave di tiranti metallici annegati nella muratura.Nel caso degli elementi di ausilio si tratta di integrazioni non coeve alla fabbrica, ma funzionali all'ammorsamento tra due pareti con evidenti problemi strutturali. In questo caso si è segnalata la loro presenza per un eventuale intervento di stabilizzazione dell'ossidazione in corso.Negli altri casi gli elementi sono relativamente recenti e corrispondono ad azioni sporadiche.

A5 - Elementi lignei inseriti nella muratura

Si tratta di sporadici elementi lignei inseriti nella muratura.

A6 - Graffiti (scritte, disegni, ecc. realizzati con colori non solubili in acqua)

In questa categoria sono state segnalate le forme di degrado derivanti da apporti antropici come le scritte, i disegni realizzati con penne colorate e vernici non solubili in acqua.

B1 - Singoli mattoni con fenomeni di esfoliazione, scagliatura, polverizzazione

Fenomeni puntali con mancanze che interessano i soli elementi laterizi, conseguenti ad esfoliazione, scagliatura, polverizzazione, ecc., con perdita in profondità della materia e della configurazione del singolo elemento.Si tratta di degradazioni differenziali del laterizio dovute alla diversità degli elementi stessi e del loro diverso comportamento in presenza di umidità o altri meccanismi che scatenano il degrado.

B2 - Aree di muratura con perdita del giunto, polverizzazione e conseguente decoesione, sia in superficie che in profondità

Aree di muratura in generale buono stato di conservazione con la sola perdita del giunto di malta per polverizzazione e conseguente decoesione; per una profondità anche superiore ai 5 centimetri e iniziale pregiudizio per la stabilità della cortina muraria in superficie.Tale fenomeno è presente sia sulle cortine spogliate da interventi antropici sia su quelle che presentano tuttora il rivestimento originario.

B3 - Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie, fino ad una testa del paramento murario. Fenomeno lieve

Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie con perdita di parte, fino ad una testa, della cortina muraria per più corsi. Si tratta del degrado generale della muratura, sia del laterizio che del giunto con fenomeni di decoesione superficiale, ma senza alcun pregiudizio della stabilità della muratura.

B4 - Aree di muratura con distacchi e perdita di materia, di una o più teste del paramento murario, per più corsi. Fenomeno grave

Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie con la mancanza di una o più teste della cortina muraria per più corsi con problemi della stabilità della muratura limitatamente a quella zona.

B5 - Brecce nella muratura con fenomeni di distacco che compromettono la stabilità strutturale della muratura

Aree di muratura con fenomeni di decoesione e perdita in profondità di materia, alterando la configurazione geometrica e compromettendo la stabilità della struttura.Tali brecce, anche non passanti, si sviluppano sia in altezza che in larghezza; quelle rilevabili al piede della muratura hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale.

B6 - Muratura di colmo con mattoni parzialmente degradati o sconnessa per la presenza di vegetazione

Muratura di colmo della cinta con mattoni parzialmente degradati o sconnessa per la presenza di vegetazione con apparato radicale che, esercitando una forte pressione, tramite la penetrazione e l'ispessimento delle radici, ha sollevato alcuni corsi di mattoni e decoeso la muratura stessa.

C1 - Lesioni

Parti di struttura muraria con lesioni o fratture che interessano tutta o parte della sezione muraria.In molti casi si tratta di lesioni che hanno formato con l'andare del tempo vere e proprie brecce nella cortina muraria.

Il progetto

Rifacimento di stilature e stuccature in malta di calce dei paramenti delle cortine murarie, da realizzarsi con il preliminare accurato asporto delle malte di natura cementizia, con microscalpelli, bisturi e spazzole di saggina o plastica, con la rimozione delle parti di malta polverulente o in distacco, da compiersi manualmente con l'uso di bisturi e piccole spatole, con la rimozione degli eventuali residui di vegetazione morta, delle erbe e pianticelle, con un accurato lavaggio preliminare delle superfici con acqua accompagnato da leggera spazzolatura con spazzole di saggina o plastica.

Le malte da impiegarsi nella ricostruzione saranno costituite da un impasto di calce aerea, calce idraulica a basso tenore di sali, sabbie di fiume e di campo, con l'aggiunta di eventuali terre colorate, in modo da ottenere una grana e una colorazione simile alle malte esistenti. Lo strato di malta finale di stilatura dovrà essere realizzato in leggero abbassamento, evitando ogni sbavatura e qualsiasi imbrattamento dei laterizi circostanti. Il tutto da eseguirsi in base alle indicazioni e prescrizioni della D. L., compreso ogni altro onere.

LA PERDITA DEL POTENZIALE INFORMATIVO

LA PERDITA DEL POTENZIALE

INFORMATIVO

1) DEMOLIZIONE MALTE2) SOSTITUZIONE MALTA

1) CONSOLIDAMENTO MALTE2) INTEGRAZIONE MALTA

LA CONSERVAZIONE DEL POTENZIALE

INFORMATIVO

1° FASE 2° FASE

FOTOMONTAGGIO_PASSERELLA2

FOTOMONTAGGIO_PASSERELLA

FOTOMONTAGGIO_PASSERELLA

Il cantiere

La questione della stabilità delle torri Grimani e Donà

Torre Grimani

Torre ovest

Torre sud

Torre Donà

Porta del Soccorso

Castello di Rovigo

101 cm

COPERTURA TORRE GRIMANI

COPERTURA TORRE GRIMANI

Francesco Bernardelli, perito dei Grimani, sostenne che “si aggiunge à rendere considerabile, e spaventoso il pericolo, che la facciata della Torre stessa quale guarda verso l’Adice strapiomba, ed è fuori di piombo piedi n° 5 e più” ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 21 marzo 1771.

Giovanni Battista Padrin, perito della

municipalità, con maggior pacatezza, indicò di aver “ritrovato la sudetta Torre inclinata verso Mezzogiorno dalla sua altezza di piedi 120 di quadro, senza i Merli piedi 3, oncie 4, il che attesa anche la sua larghezza di piedi 30, riesce di niun pericolo” ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 27 agosto 1771.

Anche torre Donà si rastrema verso

l’alto: pertanto i suoi entro o fuori piombo risultano diversi da spigolo a spigolo. Lo sbandamento del suo asse centrale è di 146 centimetri.

Il piede veneto corrisponde a

34,7735 centimetri. Un’oncia equivale ad un dodicesimo di piede, un passo a cinque piedi.

Nel documento del Bernardelli Il

fuoripiombo è superiore ai 173 centimetri;

Nella perizia del Padrin il fuoripiombo, riferito all’altezza della sola canna, è di 116 centimetri.

L’inclinazione ora misurabile

ammonta a 125 centimetri circa, se riferita all’intera altezza, a 115 centimetri se riferita alla sola canna; la misura è relativa allo spigolo nord-ovest, lo stesso considerato dal Padrin.

Il progetto di restauro del Castello, elaborato all’interno di un più vasto progetto di “Riqualificazione del centro storico di Rovigo e recupero torri medievali”, è stato commissionato dal Comune di Rovigo

Progettista Interventidi restauro: Mario Pianacon: Edoardo Danzi, Alessandra Ferrighi Serena Franceschi, Adelmo Lazzari Massimiliano Lazzari, Federica Aimi, Valeria Tomasi, Andrea Turatoconsulenti: Salvatore Valenzisi, Mauro Molon

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