rovigo ago2013109

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Taglio dell’Imu, nessun problema per il Comune I conti in tasca pagg. 8 e 10 I rossoblù autorizzati a parlare di scudetto Rugby pag. 26 pagg. 15 Rovigo non eccelle nei suoi punti di forza I parametri per la vivibilità, la sostenibilità e la mobilità non sono incoraggianti U na piccola città che non riesce ad ec- cellere in quelli che dovrebbero essere i suoi punti di forza. E’ il ritratto di Ro- vigo - intesa come città capoluogo - che esce dal dossier annuale “Ecosistema urbano” 2012, curato da Legambiente. Uno studio che viene condotto tramite la somministra- zione, alle amministrazioni dei capoluoghi italiani, di una serie di questionari che indi- viduano altrettanti indicatori, utili per stilare classifiche relative alla vivibilità, alla soste- nibilità, alla mobilità, alla differenziata e via dicendo. Tre le sezioni nelle quali è stato diviso lo studio, a seconda delle dimensioni delle città: grandi, medie o piccole. Rovi- go si inserisce in quest’ultima graduatoria e, tra l’altro, appare a pieno titolo piccola tra le piccole. Dal momento che si colloca ben al di sotto della soglia 80mila abitanti. Nonostante, questo, non riesce a spiccare in positivo per nessuno degli indicatori che strutturano lo studio. Fatta eccezione per quello relativo alla raccolta differenziata, con una percentuale che, superando il 60%, ci colloca a buon diritto nella top ten. Una piacevole eccezione alla quale fanno però poi da contraltare situazioni del tutto oppo- ste. La città delle rose, infatti, va male, ma- lissimo, per quanto riguarda la presenza di isole pedonali (solo 0.02 metri quadrati per abitante) zone a traffico limitato, verde frui- bile per la cittadinanza (appena 4.96 metri quadrati per abitante). Tutti verdetti, soprat- tutto l’ultimo, che appaiono clamorosi. Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 109 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo VIA FORLANINI, I VELOBOX SONO IN FUNZIONE Dal primo di settembre viaggiare in autobus a Rovigo costa di più. A dire il vero non solo a Rovigo, in tutto il Veneto il costo dei biglietti è aumentato. Il provvedimento è stato votato dalla giunta comunale ma si è trattato di una ratifica di disposizioni arrivate diretta- mente dalla Regione pag. 15 TRASPORTI PUBBLICI. AUMENTATI I BIGLIETTI Adesso, il periodo di prova è finito e, in via Forlanini, la strada che collega Grignano al capoluogo, si fa sul serio. L’Amministrazione comunale, infatti, e in particolare l’assessore Stefano Bellinazzi, con delega alla Polizia locale, ha deciso che gli automobilisti sono stati avvertiti a sufficienza. pag. 15 Il ministro Kyenge, tra storie di razzismo e integrazione Società pagg. 4-5 e w6 L’INTERVENTO Digiuno per la madre terra di Don Albino Bizzotto* P erché partire con un digiuno a sola acqua a tempo prolungato la sera di ferragosto? È stata la do- manda più ricorrente. Per due motivi principalmente: ad agosto sono ferme le attività produttive e istituzionali ma anche dei comitati. Un’azione personale non intralciava e non si metteva in concorrenza con nessun’altra iniziativa in corso. Ad agosto ci sono poche in- formazioni “appetitose” per i mezzi di comuni- cazione. Un’iniziativa un po’ choc può trovare accoglienza. E così è stato, grazie anche a una mobilitazione spontanea di riconoscimento della validità delle motivazioni e di condivisione dell’e- sperienza. Da subito non mi sono trovato isola- to. È stato un crescendo, come si fosse levato il tappo di una bottiglia. Sono molte le persone in Italia che ritengono importante un cambio di rotta culturale e pratica rispetto al consumo di suolo (cemento, asfalto, abbandono) e alla cura e custodia della terra, accettando il punto di vista della natura, imparando anche la sua “gramma- tica”. Sono molte le persone che soffrono per le speculazioni e le distruzioni ambientali calate dall’alto con megaprogetti voluti da un’impren- ditoria collusa molto spesso con or-ganizzazioni malavitose, comunque corrotta e bulimica finan- ziariamente. * fondatore dell’associazione “Beati i Costruttori di Pace” continua a pag. 3 continua a pag. 16 L’Intervento N egli anni ’90 i veneti hanno iniziato a conoscere il fe- nomeno chiamato immigrazione. In precedenza avevano conosciuto solo il suo opposto, ossia l’emigrazione. Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata * [email protected] di Mauro Gambin* 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! tel. 0425 75048 Con Dentalcoop la convenienza è per tutta la famiglia OTTOBRE CLINICHE APERTE 1 575 € Impianto endosseo (escluso moncone) 70 € Otturazione semplice estetica 45 € Igiene dentale 35 € OPT (panoramica) 395 € Corona ceramica Prenota la tua visita FINANZIAMENTI A TASSO “0” fino a 12 mesi, importo illimitato (TAN e TAEG “0”) DA PAG 19 A PAG 22 TROVI L’INSERTO DENTALCOOP UNITÁ DI OCCHIOBELLO (RO) SPACCIO DI FABBRICA VIA DEL COMMERCIO, 12 - ROVIGO Loc. 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Rovigo ago2013109

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Page 1: Rovigo ago2013109

Taglio dell’Imu, nessun problema per il Comune

I conti in tasca

pagg. 8 e 10

I rossoblù autorizzati a parlare di scudetto

Rugby

pag. 26

pagg. 15

Rovigo non eccelle nei suoi punti di forza I parametri per la vivibilità, la sostenibilità e la mobilità non sono incoraggianti

Una piccola città che non riesce ad ec-cellere in quelli che dovrebbero essere i suoi punti di forza. E’ il ritratto di Ro-

vigo - intesa come città capoluogo - che esce dal dossier annuale “Ecosistema urbano” 2012, curato da Legambiente. Uno studio che viene condotto tramite la somministra-zione, alle amministrazioni dei capoluoghi italiani, di una serie di questionari che indi-viduano altrettanti indicatori, utili per stilare classifiche relative alla vivibilità, alla soste-nibilità, alla mobilità, alla differenziata e via

dicendo. Tre le sezioni nelle quali è stato diviso lo studio, a seconda delle dimensioni delle città: grandi, medie o piccole. Rovi-go si inserisce in quest’ultima graduatoria e, tra l’altro, appare a pieno titolo piccola tra le piccole. Dal momento che si colloca ben al di sotto della soglia 80mila abitanti. Nonostante, questo, non riesce a spiccare in positivo per nessuno degli indicatori che strutturano lo studio. Fatta eccezione per quello relativo alla raccolta differenziata, con una percentuale che, superando il 60%,

ci colloca a buon diritto nella top ten. Una piacevole eccezione alla quale fanno però poi da contraltare situazioni del tutto oppo-ste. La città delle rose, infatti, va male, ma-lissimo, per quanto riguarda la presenza di isole pedonali (solo 0.02 metri quadrati per abitante) zone a traffico limitato, verde frui-bile per la cittadinanza (appena 4.96 metri quadrati per abitante). Tutti verdetti, soprat-tutto l’ultimo, che appaiono clamorosi.

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 109 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

via forlanini, i velobox sono in funzione

Dal primo di settembre viaggiare in autobus a Rovigo costa di più. A dire

il vero non solo a Rovigo, in tutto il Veneto il costo dei biglietti è aumentato.

Il provvedimento è stato votato dalla giunta comunale ma si è trattato di una

ratifica di disposizioni arrivate diretta-mente dalla Regione

pag. 15TrasporTi pubblici.

aumenTaTi i biglieTTi

Adesso, il periodo di prova è finito e, in via Forlanini, la strada che collega Grignano al

capoluogo, si fa sul serio. L’Amministrazione comunale, infatti, e in particolare l’assessore

Stefano Bellinazzi, con delega alla Polizia locale, ha deciso che gli automobilisti sono

stati avvertiti a sufficienza.

pag. 15

Il ministro Kyenge, tra storie di razzismo e integrazione

Società

pagg. 4-5 e w6

L’intervento

Digiuno per la madre terradi Don Albino Bizzotto*

Perché partire con un digiuno a sola acqua a tempo prolungato la sera

di ferragosto? È stata la do-manda più ricorrente. Per due motivi principalmente: ad agosto sono ferme le attività produttive e istituzionali ma anche dei comitati. Un’azione personale non intralciava e non si metteva in concorrenza con nessun’altra iniziativa in corso. Ad agosto ci sono poche in-formazioni “appetitose” per i mezzi di comuni-cazione. Un’iniziativa un po’ choc può trovare accoglienza. E così è stato, grazie anche a una mobilitazione spontanea di riconoscimento della validità delle motivazioni e di condivisione dell’e-sperienza. Da subito non mi sono trovato isola-to. È stato un crescendo, come si fosse levato il tappo di una bottiglia. Sono molte le persone in Italia che ritengono importante un cambio di rotta culturale e pratica rispetto al consumo di suolo (cemento, asfalto, abbandono) e alla cura e custodia della terra, accettando il punto di vista della natura, imparando anche la sua “gramma-tica”. Sono molte le persone che soffrono per le speculazioni e le distruzioni ambientali calate dall’alto con megaprogetti voluti da un’impren-ditoria collusa molto spesso con or-ganizzazioni malavitose, comunque corrotta e bulimica finan-ziariamente. * fondatore dell’associazione

“Beati i Costruttori di Pace”continua a pag. 3

continua a pag. 16

L’Intervento

Negli anni ’90 i veneti hanno iniziato a conoscere il fe-nomeno chiamato immigrazione. In precedenza avevano conosciuto

solo il suo opposto, ossia l’emigrazione.

Gli anni ’90, anni dell’immigrazione e della politica semplificata

* [email protected]

di Mauro Gambin*

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AMBULATORIO VETERINARIOPEGOLOTTE

Dr. Milan Robertoord. Vet. PD 538

349 1202137

mese della prevenzionecontro la filariosi

Page 2: Rovigo ago2013109
Page 3: Rovigo ago2013109

Rovigo Provincia Regioneospedale

pag. 12

Visite serali e nei festivi. Per ora solo un’ipotesi

piazzale di viTTorio

pag. 12

E’ stata decisa la demolizione dell’ex biglietteria

L’intervento

Digiuno per la madre terraI due motivi principali che mi hanno spinto al gesto sono state: situazioni di emergenza del pianeta e del Veneto e la sordità e l’ottusità politica spesso

con illegalità dei governanti rispetto alla ragionevolezza delle proteste e delle proposte dei vari comitati. Da due anni sto seguendo i dati della impossibilità per il pianeta di stare al passo con la pressione dei consumi umani. Quest’anno il 20 agosto è stato il giorno discrimine. Il pianeta è proprio esausto. Il fatto che nessuno se ne preoccupi, perché il problema è di tutti e quindi praticamente di nessuno, non rende meno grave la situazione reale; non si parla di opinioni, ma di dati allarmanti. Il Veneto è la Regione più cementificata d’Italia e da 20 anni procede a un consumo di suolo alla velocità di 38 ettari al giorno sottratti all’uso agricolo del territorio. Il Veneto con la pianura padana è una delle regioni più inquinate e più inquinanti d’Europa. La cementificazione riguarda anche i terreni più fertili in una pianura che è tutta un’unica città diffusa con il territorio agricolo tutto frantumato. Anche l’acqua che è la risorsa più preziosa rimane un bene precario per l’incuria e per le opere che mettono a rischio le stesse falde. Siamo ormai a una emergenza così vasta e devastante che la Regione stessa avverte la necessità di un maggior rispetto e tutela del territorio. Il guaio però sta nel fatto che già è stata approvata una quantità tale di progetti cemento – asfalto da far rabbrividire. 30 progetti di strade – autostrade, 7 progetti di ospedali o nuovi o rinnovati, 3 progetti marittimi. Tutti in project financing, cioè opere pubbliche con capitale privato. Significa indebitare tutta la popolazione, compresi i bambini che ancora devono nascere, per oltre trent’anni solo per pagare gli interessi degli investitori privati. Siamo all’assurdo. A questo vanno aggiunti i mega progetti esclusivamente privati come Motor city, Veneto city, Tessera city, Città della moda. La distruzione ambientale è assicurata. È stata chiesta una moratoria ai responsabili politici. Impossi-bile. “Non si può ritornare sulle decisioni prese” è stato risposto. Il Veneto concorre in prima fila all’emergenza del pianeta. Da anni seguo le vicende e il lavoro dei comitati. Sono le sentinelle e i parafulmini della popolazione. In questi anni hanno sviluppato competenze straordinarie anche in campo tecnico e giuridico. Accanto ai no alle grandi opere, decise con le scelte più impattanti, perché più redditizie, hanno sempre offerto soluzioni alternative ragionevoli. Hanno combattuto sempre l’illegalità e soprattutto non sono mai stati portatori di interessi privati o particolari. Oggi c’è un’effervescenza straordinaria di comitati. Il digiuno intrapreso ha suscitato una vivace partecipazione, perché tutti hanno compreso che non riguardava il protagonismo della mia persona, ma il motivo serio per cui tutti erano impegnati. Ne è nata una duplice iniziativa. Da una parte anche persone delle istituzioni (come la sindaco e la giunta di Marano Vicentino) hanno assunto il digiuno come modalità forte anche per le loro priorità politiche in campo ambientale. Dall’altra mai mi sarei sognato di chiedere agli altri di digiunare, come gesto comunitario lotta. È venuto avanti spontaneamente come scelta delle persone più impegnate dei comitati. Per me una sorpresa commovente. Così ci troveremo un settembre con digiuni puntuali nelle località con particolari problemi ambientali e l’ultimo weekend, 28-29 settembre, con un digiuno generalizzato regionale. Per concludere tutti insieme il 9 ottobre a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Giunta regionale, per chiedere a gran voce “moratoria” alla colata di cemento e asfalto programmata.

segue da pag. 1

economia

pag. 24

“Nella mobilità delle merci il futuro del Polesine””

Torna musiké

pag. 25

Concerti nei conservatori di Adria, Rovigo

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TerriTorio

pagg. 28-31

Un piano nazionale contro lo smog in Valpadana

vendemmia 2013

pag. 30

Il vigneto veneto tiene le posizioni, qualità discreta

Parcheggi rosa“l’amminisTrazione provveda”

Il consigliere del Pd Vanni Borsetto ha inoltrato una richiesta all’amministrazione di palazzo Nodari in tema di parcheggi. “A Lendinara esiste già un impegno concreto della Giunta. In Italia molti Sindaci l’hanno già messo in pratica adeguando spazi appositi. Propongo al nostro Sindaco di fare altrettanto anche nella nostra città soprattutto in prossimità della ZTL e nelle adiacenze degli ambulatori pediatrici o medici, ossia riservare i cosiddetti “par-cheggi rosa” alle donne in gravidanza (e comunque ai genitori con bimbi fino a un anno d’età) mi sembra un atto di civiltà che il Codice Stradale dovrebbe già contemplare”.

Guardia di Finanzadi Tullio lascia

Il colonnello Roberto Di Tullio, Comandante provinciale della Guardia di Finanza, ha lasciato Rovigo per un nuovo incarico. Il

sindaco, Bruno Piva, ha ringraziato il Comandante Di Tullio per il prezioso lavoro svolto nel nostro territorio e per la proficua collaborazione, facendogli gli auguri per il

nuovo incarico.

Via Riccoboniun posTo auTo

per invalidi

E’ stata emessa un’ordinanza per l’istituzione di un posto riservato ai

veicoli al servizio di persone invalide, in corrispondenza del civico 2 di via Antonio Riccoboni. La decisione è stata presa con-siderando che nella suddetta via non vi è

un posto riservato agli invalidi e valutando che nelle vicinanze vi è un centro medico

con considerevole affluenza di persone portatrici di handicap.

Educazione civicala campagna

“Homo civilis”

IscrizioniaTTivamenTe, c’è Tempo fino al 4/10

C’è tempo fino al prossimo 4 ottobre per iscriversi ad “Attivamente”, il programma di attività extradidattiche che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo offre gratuitamente alle scuole di ogni ordine e grado delle province di Padova e Rovigo. Da quest’anno il programma si arricchisce di nuove proposte per orientare i ragazzi nella scelta del percorso formativo e aiutarli a migliorare il metodo di studio, oltre a progetti che favoriscono la comprensione dell’eco-nomia e della finanza e l’approfondimento della storia. “Attivamente” include anche uno “Speciale Mostre” pensato per aiutare i ragazzi ad avvicinarsi all’arte e alla cultura.

È partita la campagna informativa “Homo civilis”, promossa dall’Assessorato

all’Ambiente, in collaborazione con la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, rivolta a creare maggiore consapevolezza nei

proprietari dei cani, affinché rimuovano le deiezioni dei loro amici a quattro zampe.

E vigente da qualche mese una tenace reprimenda, chi violerà le disposizioni

previste dall’articolo 36 del Regolamento comunale sulla gestione del ciclo dei rifiuti, dovrà pagare una sanzione amministrativa

pecuniaria (da un minimo di 25 a un massimo di 250 euro).

Gianni Berengo GardinulTimi giorni per la mosTra sul polesine

Ultimi giorni per poter assistere alla mostra fotografica ospitata a Villa Badoer del famoso fotografo italiano Gianni Berengo Gardin. “Polesine” è il titolo della rassegna fotografica, un centinaio di stampe che ritraggono la provincia di Rovigo nel 1971. Considerato il Cartier Bresson italiano Gardin ha ricevuto riconoscimenti mondiali per le sue fotografie di reportage e documentarie, ha lavorato a stretto contatto con l’architetto Carlo Scarpa. Le opere saranno esposte fino al 29 settembre.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected] in redazione il 29 agosto 2013Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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4 Argomento del mese

lo sporT, speccHio della socieTà

Nel calcio, dai cori razzisti negli stadi agli esempi d’integrazione con la nazionale

Il contrasto al razzismo è uno dei temi che caratterizzerà in Italia la stagione calcistica e il cam-pionato appena iniziato, dai dilettanti alla massima serie. Lo ha assicurato il presidente Figc, Giancarlo Abete, determinato ad allontanare dagli stadi chi, con cori razzisti e insulti offensivi,

punta ad attaccare i giocatori di colore, con la finalità di provocarli e indurli ad allontanarsi dal campo di gioco, come del resto hanno fatto già Boateng e Constant. Quest’anno però le dure norme, quelle volute da Michel Platini, sono in vigore anche in Italia e i provvedimenti sono temuti: i cori razzisti avranno come prima conseguenza la chiusura di un settore dello stadio e, se si dovessero ripetere, si procederà ad interdire tutto lo stadio ai tifosi, oltre ad una multa di 50mila euro. A farsi parte attiva di questa battaglia anche il ministro Cècile Kyenge che, insieme con la Lega calcio e gli altri organi di governo dello sport, ha avviato la sua campagna di sensibi-lizzazione e di iniziative culturali contro il razzismo negli stadi. All’atteso esordio del campionato di serie A, il 24 agosto scorso, con il primo incontro ad alto rischio di cori razzisti Verona-Milan per via della presenza di Mario Balotelli non proprio “amato” dai tifosi veronesi, il ministro ha lanciato i suoi primi appelli perché “tutti gli attori coinvolti, in campo e fuori, facciano squadra per debellare questo cancro”. Dal calcio tuttavia possono venire anche esempi d’integrazione, come accade per la nostra nazionale, elogiata dalla stessa Kyenge a Torino l’8 settembre scorso dove gli azzurri di Prandelli si trovavano in ritiro per preparare la sfida contro la Repubblica Ceca. Il ministro li ha definiti “modello di quello che dovrebbe essere l’Italia di domani” .

O.J.

“Se proprio dobbiamo trovare qualcosa di stupefacente nella nomina di Cècile Kyenge a ministro della Repubblica italiana, allora possiamo chie-derci perché non sia stata scelta per la Sanità, considerata la sua lunga

esperienza professionale nel settore”.L’osservazione è della professoressa Leila El Houssi, storica dei paesi islamici

e già docente di sociologia dei diritti Umani all’Università di Padova e coordinatrice organizzativa del Master Mediterranean studies presso la Facoltà di Scienze Politiche di Firenze, che abbiamo intervistato sui temi dell’immigrazione, razzismo e integra-zione in Italia. Di fronte alle reazioni di sdegno e rifiuto suscitate dalla presenza di un ministro di colore nel governo italiano delle larghe intese, Leila El Houssi, nata in Italia da padre tunisino e madre italiana, invita a considerare la situazione con maggiore serenità e a ricondurla nella normalità dei fatti che possono accadere ad un popolo che si avvia, inevitabilmente, ad avere sempre più una composizione multietnica.

Sono passati più di 4 mesi dalla investitura di questo governo e, fra le tante que-stioni che esso ha sollevato, c’è appunto quella legata alla presenza di un ministro, Cècile Kyenge, che non ha un nome italiano e per lo più ha la pelle nera, chiamata peraltro ad occuparsi di integrazione. Una scelta che ha scatenato, soprattutto in una certa parte politica, aspre reazioni da parte di singoli parlamentari, dirigenti, amministratori, consiglieri locali e nazionali. Reazioni anche razziste con linguaggi e atteggiamenti non di rado violenti ed eccessivi.

L’integrazione è un tema impegnativo e difficile ma davvero così “indi-gesto” agli italiani? E perché tanta insofferenza verso il ministro Kyenge, di origine congolese con cittadinanza italiana? Siamo un popolo razzista?

“Distinguerei tra politica e società - è la risposta della professoressa El Houssi - E’ vero che ci sono dei movimenti politici che si pongono contro l’immigrazione e fanno di questa ostilità una bandiera ideologica per acquisire consensi, ma la società italiana è un’altra cosa. Non è, secondo me, razzista. E come potrebbe esserlo se storicamente è stata una società di emigranti. In particolar modo i veneti che, attin-gendo dal vissuto della propria famiglia, più o meno tutti hanno almeno una storia di emigrazione da raccontare”. “Basterebbe soltanto voltarsi in dietro - prosegue la docente - e ripercorrere quella pagina del proprio recente passato per comprendere con maggior chiarezza quella che è la realtà dei migranti di oggi. Basterebbe cioè che la politica trovasse le modalità per far sì che il fenomeno dell’immigrazione fosse chiaro in tutta la sua complessità. Occorre smetterla, come sostiene il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, di banalizzare strumentalmente l’immi-grazione riducendola semplicisticamente ad una questione legata alla sicurezza e alla clandestinità”. “L’integrazione - prosegue - è un processo assai complesso e dai molteplici risvolti: culturale, giuridico, sociale... E’ sul piano culturale che va proposta la ricchezza della “contaminazione” che produce risultati interessanti e arricchisce. Spesso, invece, prevale la cultura della paura e del sospetto nei confronti dell’altro. Soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando l’altro può spaventare. La reazione impulsiva è quella di arroccarsi nei propri costu-mi, nella propria cultura e difenderli temendo che la condivisione con l’altro possa contribuire a far perdere qualcosa di sè”.

Da dove cominciare allora per allontanare la paura?“Dalla cultura e quindi dalle scuole, a partire da quelle dell’infanzia. Il tema

dell’integrazione dovrebbe essere affrontato con maggiore insistenza e convinzione. Del resto è proprio a scuola che il processo di integrazione può avvenire con mag-giore spontaneità. I bambini pur parlando lingue diverse, o provenendo da culture diverse, sono in grado di stabilire con facilità canali di comunicazione e di condivisione di esperienze attraverso il gioco”.

A che punto è il processo di integrazione in Italia?“L’integrazione è un processo inesorabile che è in atto nella nostra quotidianità,

anche in Italia, dove la società sta profondamente cambiando. Certo in Italia il pro-cesso è più lento rispetto ad altri Paesi, siamo alla seconda generazione. Lo possiamo definire un processo spontaneo che si realizza dal basso, verso il quale la classe politica, a prescindere dagli orientamenti, fino ad oggi è stata latitante. La scelta di Cècile Kyenge quale ministro dell’Integrazione è dunque un segnale importante della politica perché fa capire che l’Italia non è un Paese chiuso, al contrario aperto e dentro la multiculturalità. Intendiamoci non è solo un simbolo di forte impatto media-tico, ma una donna di lunga esperienza che da anni opera nelle associazioni contro il razzismo. Non mancano tuttavia le voci di dissenso, espressione di quella parte che vorrebbe continuare a portare avanti una politica di chiusura e timore dell’altro, ma l’Italia sta cambiando”.

Come?“Ci sono gli immigrati di seconda generazione. E’ fondamentale sensibilizzare

gli italiani al tema del Ius Soli: quanti bambini nascono in questo paese e non posso-no essere cittadini italiani?

“Sta per piovere” è un film di un giovane regista Haider Rashid, nato in Italia

di Ornella Jovane

SocietàOltre quattro mesi di insulti e reazioni

di tipo razzista indirizzati al ministro dell’Integrazione Kyenge: si tratta

di un attacco personale all’esponente del governo di origine congolese con

cittadinanza italiana o è il tema dell’integrazione che crea disagio?

L’Italia è un Paese razzista? A che punto è il processo d’integrazione?

E come si comporta il Veneto? Storie di avvenuta integrazione L’Italia fra storie di integrazione ed episodi di razzismo

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5Argomento del mese

In alto il ministro Cècile Kyengepiù in basso la professoressa Leila El Houssi

Razzismo

Le reazioni politiche “Ora è tempo di integrazione” Razzismo, un male oscuro che attraversa le società, la storia e le popolazioni.

Anche in Veneto fino a qualche decennio fa (e ora purtroppo di nuovo) terra di emigrazione, il fenomeno si è presentato con episodi davvero preoccupanti

soprattutto contro gli immigrati che da qualche anno arrivano, qui per lavorare, ma che spesso sono anche protagonisti di brutti episodi di criminalità. Con questo “mo-stro” che nel secolo scorso, nelle sue forme più estreme ha dato origine a ideologie terrificanti come quella nazista, bisogna confrontarsi, e lo fanno anche i politici ed esponenti della società del nostro territorio. Il primo ad intervenire nelle scorse settimane dopo le offese al ministro Kyenge è stato il sindaco di Verona Flavio Tosi. Insulti che erano arrivati via facebook proprio da esponenti di rilievo della Lega Nord (Roberto Calderoli e Daniele Stival). “Le porgo le mie scuse - ha detto Tosi in un incontro con la Kyenge proprio a Verona - se qualcuno della mia parte politica l’ha offesa e se qualcuno non le ha fatte, fermo restando che in democrazia si possono avere idee diverse, ma il rispetto come ministro e soprattutto come persona e come donna è una cosa dovuta”. Il sindaco ha poi auspicato che il confronto “vada fatto sui contenuti per evitare polemiche inutili che tanto non servono a nulla né agli italiani, né agli stranieri, né al Paese”. Il governatore del Veneto, il trevigiano Luca Zaia poi era intervenuto chiedendo “d’ora in poi l’espulsione dalla Lega Nord per chi insulta gli avversari politici con frasi razziste”.

Non manca l’impegno degli esponenti della chiesa per avvicinare culture diverse . A Jesolo nel veneziano in piena stagione turistica ad esempio la festa di chiusura del Ramadan si è aperta con il saluto del patriarca di Venezia Francesco Moraglia e del direttore della Caritas Don Dino Pistolato. “Si tratta – ha detto Don Dino - di dare segnali importanti di volontà di accoglienza ed integrazione, in tutte le realtà del Veneto, soprattutto quelle in cui la presenza di culture diverse e immigrati è più forte e cioè Padova, Vicenza Treviso e Venezia”. Anche a Treviso il nuovo sindaco Giovanni Manildo del Partito Democratico ha spiegato che in città “l’aria è cam-biata. Le politiche dello sceriffo Gentilini che sparava battute truci sugli immigrati sono finite. Ora è il tempo dell’accoglienza e dell’integrazione ovviamente nel pieno rispetto delle leggi e delle regole”.

A Mestre nei mesi scorsi infine si è tenuta la riunione della Consulta provinciale per l’Immigrazione. Sono stati affrontati i temi fondamentali per l’accordo di integra-zione. Il primo riguarda i contratti di affitto, il secondo tema ha riguardato l’obbligo scolastico e i corsi di italiano e il terzo tema il diritto alla salute. Per l’assessore Giacomo Grandolfo della Lega Nord: “Questi progetti vanno promossi per creare le basi per l’avvio di un lavoro di rete tra immigrati e istituzioni. Il corso, nato da un’i-dea delle associazioni di immigrati, ha avuto lo scopo di rafforzare le conoscenze e le competenze dei referenti delle associazioni di immigrati, perché possano svolgere un ruolo di “facilitatori” presso i propri associati, nonché creare occasioni di dialogo tra associazioni, enti ed istituzioni. Il tutto allo scopo di favorire positivi processi di integrazione”.

Alessandro Abbadir

L’Italia fra storie di integrazione ed episodi di razzismo

isTiTuzioni

L’incontro preannunciato fra il governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro per l’integrazione Cecile Kyenge alla fine non c’è stato, nè alla festa della Lega nè alla festa del Pd. Il governatore Zaia

tuttavia ha avuto modo di intervenire in più occasioni sul tema dell’inte-grazione, in un confronto col ministro Kyenge, che si è tenuto a distan-za. Egli ha ribadito la necessità di un intervento Ue per gestire i flussi di clandestini diretti anche verso la nostra regione. Zaia, chiarisce il suo pensiero dopo che nelle scorse settimane il ministro aveva affermato che l’Europa non può lasciare sola l’Italia a gestire i flussi di immigra-zione. “Vorrei poter dire al Ministro Kyenge - dice Zaia - benvenuta fra noi. Si è accorta che l’immigrazione clandestina, che sta scaricando ogni giorno centinaia di disperati e nuovi schiavi sulle coste italiane, è un

problema di tutta l’Europa”. “Il ministro ha compreso- ribadisce- dunque qual è il problema: quello di una Unione Europea in cui i paesi cosiddetti forti compiono e hanno compiuto (la Francia non più tardi di tre anni fa) strage di diritto e di legalità chiudendo le frontiere e sospendendo Schen-gen a seconda delle convenienze. Il commissario europeo Malmstrom, risponda della latitanza dell’Europa”. “Il ministro Kyenge dice di essere per la mediazione e l’incontro, per risolvere i problemi – conclude Zaia . Piuttosto che lanciare proclami, come quello sullo ius soli, ci dica dunque quali sono le linee del suo ministero. E piuttosto che perdere tempo ali-mentando guerre ideologiche, vada a Bruxelles a protestare con vigore. Capiremo come desidera muoversi e soprattutto di cosa vuole discutere. Noi siamo sempre pronti a farlo”.

“kyenge cHieda l’aiuTo dell’europa”Interviene il governatore Zaia sul problema clandestini

da padre iracheno e madre italiana, che racconta la vicenda di un ragazzo, nato e cresciuto in Italia, da genitori algerini che, a seguito di una serie di disavventure che colpiscono il padre rimasto senza lavoro e per questo senza permesso di soggiorno, è costretto a ripensare alla propria esistenza. Cosa fare? Rimanere da clandestino nella “sua” Italia o seguire i genitori in Algeria, una terra a lui sconosciuta, per aiutare la sua famiglia a ricostruirsi, un’altra volta, una dimensione in cui vivere? Un tema che l’Italia deve

affrontare”.Cosa ne pensa del Veneto?“In Veneto c’è una grande solidarietà a livello sociale. Esistono nume-

rose associazioni e realtà di volontariato che sono in grado di esprimere una solidarietà più profonda e radicata rispetto ad altre regioni, magari politica-mente orientate verso scelte di accoglienza più marcate. La società veneta è in grado benissimo di accogliere gli immigrati”.

A.A.

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6 Approfondimento

Capita spesso, nel nostro paese, che temi legati alla presenza degli stranieri o a questioni di credo religioso aprano al

rimbalzare di commenti a dir poco fuori luogo. E’ capitato di recente con gli insulti rivolti dall’e-sponente del Carroccio, Roberto Calderoli, al ministro dell’integrazione di origine congolese, Cécile Kyenge, che hanno trovato eco tra gli esponenti dello stesso partito e non. La preci-sazione “e non” è d’obbligo perché se da una parte, sui social network, è stato qualche attivi-sta del Carroccio a postare le immagini e i com-menti più offensivi nei confronti del ministro, d’altra parte sono scattati con così insolita tem-pestività i distinguo e gli “j’accuse” da parte dei partiti antagonisti alla Lega che non si è potuto certo fare a meno di ritenere che, infondo, il tema del razzismo sia un cavallo che si può cavalcare in due opposte direzioni. Insomma, se di norma è difficile trovare tanta solerzia di

replica sui temi della politica corrente, quando in ballo c’è il colore della pelle, lo smarcamen-to è totale e chiunque sente la necessità di spiegare da che parte sta, come se la società italiana fosse divisa tra razzisti e antirazzisti. Il tema, vien da pensare, fa presa sugli italiani e chi parla di razzismo o di antirazzismo sa che troverà il proprio elettorato pronto ad ascoltarlo. E davvero così?

“Ne’ in Italia, ne’ tanto meno in Veneto si può parlare di razzismo – spiega l’Onorevo-le Diego Crivellari – e nemmeno la Lega è un partito razzista, lo può essere qualche suo esponente o sostenitore ma più che di razzismo

sarebbe giusto parlare di paura o pregiudizio, di problema culturale anche perché effettivamen-te l’immigrazione è un fenomeno recente e tra l’altro gestito male. Negli altri paesi europei, pensiamo alla Francia, all’Inghilterra o alla stessa Germania, la convivenza tra bianchi e neri è iniziata con il colonialismo. Da noi i primi stranieri hanno iniziato ad arrivare una ventina di anni fa richiamati dalle opportunità occupa-zionali offerte dalle aziende artigianali per lavo-ri che noi, tra l’altro, non volevamo fare più”.

Poi secondo lei che cosa è successo?La crisi da una parte ha messo in discus-

sione il loro ruolo ma è vero anche che l’inte-grazione è un fenomeno complesso e lungo. La nostra storia di migranti ci insegna che un vero e proprio inserimento nelle nuove società di residenza inizia con le seconde e terze gene-razioni ed è per questo che ora bisognerebbe abbandonare le politiche della sicurezza nei co-

di Mauro Gambin

Secondo il deputato del Pd, Diego Crivellari, il tema del razzismo non si pone, tuttavia il paese deve ammodernarsi. “Con la legge sull’omofobia si è aperta la stagione dell’estensione dei diritti”

Sociale Il continuo attacco di parte della politica al ministro Cécile Kyenge

“Le paure del diverso appartengono al passato”

Quando si parla d’immigrati il ruolo dell’inquisitore spetta alla Lega. Il partito del Carroccio,

infatti, è il più severo nei confronti dell’immigrazione e appare il meno disposto ad aprire su riforme che riguardano tanto la legge sull’immigrazione tanto quanto su quella del diritto di cittadinanza. La senatrice polesana della Lega Nord, Emanuela Mune-rato (nella foto), infatti, in recenti passaggi ha sempre anteposto alla discussione delle riforme, in materia di immigrazione, il tema del lavoro. Una facile leva che comunque non nasconde l’ideologia della Lega, da sempre attestata su una priorità da riconoscere a chi non è un immi-grato. “La discussione sullo ius soli – ha dichia-rato qualche tempo fa la sentrice lendinarese - è davvero sterile se paragonata alla sofferenza dei lavoratori. Chi ha lavoro non arriva alla fine del mese e chi non ce l’ha piange, arrivando nei casi più drammatici a togliersi la vita”. Il tema lavoro-immigrazione è stato oggetto anche di un più recente intervento della senatrice polesa-na che ha risposto in merito alla dichiarazione

del ministro Cécile Kyenge secondo cui, come risulta dai dati dell’Inps, “gli immigrati producono più di quanto consumano”. “Negli anni ho potuto constatare che i dati dell’Inps possono

essere interpretati a seconda delle convenienze e dunque ho seri dubbi che quelli che fornisce oggi il ministro Kyenge rispecchino la realtà del nostro Paese”. Anche sulle accuse rivolte al mi-nistro, la Munerato ha fatto le sue precisazioni rivendicando il diritto di critica del suo partito nei confronti dell’operato del ministro. “Anche Gio-vanni Sartori sul Corriere della Sera ha asserito che il ministro Kyenge non avrebbe le compe-tenze per ricoprire il ruolo che ha all’interno del Governo ma nessuno, giustamente, l’ha accu-sato di razzismo per quest’articolo. L’articolo di Sartori è la dimostrazione che le criticità che noi prima di tutti abbiamo sollevato risultano ogget-tive”. Il punto sta che Sartori si riferiva al fatto che la ministro Kyenge essendo medico avrebbe magari potuto ricoprire un incarico legato alla Sanità, mentre dal Carroccio non sono state rivolte solo critiche ma anche pesanti offese.

LA LEGA IL PARTITO PIù SEVERO NEI CONFRONTI DELL’IMMIGRAZIONE

In Italia il fenomeno dell’immigrazione è recente e tra l’altro gestito male

Una delle tan-te scritte che si trovano sui muri delle cit-tà, segno che nei confronti degli immigrati esistono forme di intolleranza

Gli esponenti del Carroccio sono i più intransigenti nei confronti dell’immigrazione e i meno disposti ad aprire su riforme che riguardano tanto la legge sull’immigrazione tanto quanto la legge sul diritto di cittadinanza

muni, a volte portate avanti con fini meramen-te di convenienza politica, cavalcando paure e diffidenze diffuse, per aprire ad una stagione che porti all’estensione dei diritti”.

Immagino si riferisca al tema della cit-tadinanza italiana. Quindi secondo lei è ar-rivato il tempo dello “Ius soli” per l’Italia?.

“A meno ché non si voglia tenere inne-scato il conflitto tra etnie è evidente che lo Ius sanguinis, ossia l’acquisizione della stessa cittadinanza del padre, è superato. Io credo che chi nasce in Italia, studia in Italia e parla italiano sia italiano molto di più di quanto non lo sia il nipote o il bisnipote di immigrato italiano, che vive in Brasile o in Argentina, non conosce una parola di italiano e non versa un soldo nelle casse del nostro paese, al quale, invece, lo Ius sanguinis riconosce la cittadinanza italiana. E’ arrivato il tempo di guardare le cose come stan-no: siamo un paese in difficoltà, con una popo-lazione sempre più vecchia e con la necessità di metterci al passo con gli altri paesi europei”.

Quindi concludo che se non apriamo l’I-talia agli stranieri c’è il rischio che gli italiani

comunque si estinguano? Al di là della battu-ta, lei crede che anche oltre alla legge sulla cit-tadinanza sarebbe opportuno rivedere anche quella sull’immigrazione? Anche perché la Bossi-Fini subordina il permesso di soggiorno alla dimostrazione di svolgere un lavoro... e lavoro in Italia non ce n’è mica tanto.

“Certo la Bossi-Fini andrebbe rivista, al di là del lavoro che è necessario per ottenere la possibilità di entrare in Italia, oggi il nostro paese possiede quegli strumenti per gestire il fenomeno migratorio in modo sicuramente meno ideologico di quanto non lo faccia l’at-tuale legge. E’ giusto riconoscere che nel nostro paese esiste una maturità superiore alle paure che stanno a fondamento della Bossi-Fini. Non possiamo più continuare sulla strada della chiusura, della paura, della crisi. E’ arrivata la stagione dell’estensione dei diritti.

E quando dovrebbe iniziare questa nuova stagione? Sarà questo governo a farsene carico?

“E’ già iniziata, con la legge sull’omofo-bia”.

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8 Rovigo

Tanto tuonò che piovve. Un aforisma che potrebbe es-sere preso a prestito dal campo della meteorologia per spiegare le ultime scelte del Governo in campo d’im-

poste. Contro l’Imu, infatti, il Pdl aveva iniziato a tuonare fin dalla campagna elettorale che portò alle elezioni dello scorso febbraio e dopo aver trovato un posto nella “strana maggioranza” guidata dal premier Enrico Letta è riuscito ad insaccare un primo slittamento della rata a giugno e di recente la cassa-zione dell’Imposta municipale unica su prime case, sugli immobili deputati all’attività agricola e su quelli inven-duti. Rimarrà attiva, invece, per tutte le altre categorie. Un risultato, a detta di molti opinionisti, figlio di un forcing del partito di Berlusco-ni che, malgrado l’equilibrio dell’esecutivo si regga su un complicato sistema di pesi e contro-pesi, è andato a segno. Almeno questa è l’impressione che se ne è ricevuta osser-vando l’esultanza del popolo azzurro. Esultanza, tuttavia, ridimensionata dalla selva di critiche e di preoccupazioni che come un polverone hanno iniziato ad alzarsi il giorno dopo. A grattarsi il capo sono stati soprattutto i primi cittadini, visto

che l’Imu, insieme all’addizionale Irpef, costituisce l’unica sostanziosa entrata nelle casse dei municipi e non si è anco-ra capito da dove lo stato ricaverà i denari per rimpiazzare gli introiti che verranno a mancare nei bilanci comunali per il 2013. Sarà la legge di stabilità, da approvare a ottobre, infatti, a definire dove trovare le coperture per gli esercizi finanziari in corso perché, di fatto, per l’anno prossimo pare

sia già pronta una nuova imposta: la “Service Tax”. Così se da una parte c’è chi crede che le risorse per quest’anno verranno in parte trovate con l’aumento dell’Iva, dall’altra c’è chi già combatte l’imposta che andrà a regime il prossimo anno, per en-

trambe le posizioni resta comunque valida la convinzione che con il taglio dell’Imu non si è fatto altro che il solito maquillage politico (per non definirlo trucco) per far credere ai cittadini che è stata tolta una tassa mentre ben presto si troveranno a fare i conti con un nuovo balzello.

Per fare chiarezza in questo bosco di “se e ma” abbia-mo intervistato l’Onorevole del Pd, Diego Crivellari, che dal suo scranno a Montecitorio ha potuto seguire molto

da vicino le fasi che hanno portato al taglio dell’imposta comunale.

“L’Imu andava abolita – ha spiegato il deputato, con-fermando che il taglio dell’imposta era tra le convinzioni anche del suo partito – perché del tutto centralista. Era lo stato a riscuoterla per ridistribuirla poi ai comuni e questo è contrario all’idea di federalismo, ossia all’autonomia per quanto riguarda gli enti locali”.

Nel taglio dell’Imu però è andata a perdersi una certa progressività del prelievo fiscale, nel senso che l’Imu veniva calcolata sulla rendita catastale dell’immobile e quindi in ragione del valore del bene immobiliare mentre con la tassa che prenderà il suo posto il prelievo sarà anche sui servizi, cioè verrà pagata da tutti in egual misura. Nella “Service tax”, infatti, compaiono voci che riguarderanno ancora le abitazioni ma anche l’asporto rifiuti e i servizi indivisibili co-munali come l’illuminazione pubblica o lo sfalcio del verde e quindi si annuncia come una tassa a dir poco iniqua. Lei che ne pensa? “Il calcolo dell’importo sui valori della rendita catastale, con un catasto che andrebbe riformato, forse non garantiva quell’equità che nella sua domanda apparirebbe, invece, di fatto. Quindi l’aspetto dell’Imu andava rivisto se

non altro anche per questo motivo perché la necessità di una progressività nella tassazione è un punto fermo ineludi-bile nelle intenzioni del Governo Letta. Per quanto riguarda la “service tax”, questa è sicuramente una forma di prelie-vo più simile a quelle in uso negli altri paesi della comunità europea e quali saranno le forme della sua applicazione sono ancora da decidere. E’ indubbio che la via da seguire sarà quella di permettere ai comuni di avere le risorse di cui necessitano e attuare un prelievo che non vada a mettere in difficoltà le famiglie e i redditi medio-bassi”.

di Mauro Gambin

Prelievo fiscale Per il 2013 non ci sarà alcuna tassa sulla prima casa

Via l’Imu arriverà la “Service tax” Il nuovo balzello che entrerà in vigore da gennaio divide, soprattutto perché si annuncia meno progressivo dell’imposta sugli immobili

Preoccupati i sindaci, l’Imu era l’entrata principale dei loro bilanci

Nella foto piccola il deputato polesano Diego Crivellari

L’Associazione PIANETA HANDICAP di Rovigo, nata dall’idea di istituire un’associazione di volontariato che si occupasse di disabilità, è stata fondata il 16 giugno del 1999 e conta a tuttoggi 60 soci. Obiettivo delle azioni ed attività principali dell’associazione svolte a tuttoggi, è quello di costituire sostegno umano alle famiglie, oltre a quello primario di far emergere le potenzialità latenti delle persone con disabilità per il raggiungimento della massima autonomia personale. Grazie alle opportunità offerte dal C.S.V. di Rovigo, ha posto in essere delle collaborazioni con altre associazioni della provincia, ideando delle nuove attività di tipo creativo (ceramica, lavorazione metalli, pittura su vetro, mosaico). Con tali coprogettazioni, chiamate così proprio perchè attività di più associazioni, è stata intrapresa, fin dal 2006, l’esperienza di autonomia in appartamento nei week-end ed è stato possibile far decollare i laboratori di ceramica a Castelmassa ed a Rovigo. Per questi ultimi, un ruolo fondamentale è dovuto alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha avuto fiducia nell’associazione. Nel febbraio del 2012 è stata costituita la Sezione di Adria, ove è stato attivato un laboratorio di mosaico. Recentemente ha organizzato a Rovigo, tra ottobre e novembre 2012, un corso di formazione sull’Amministratore di Sostegno e si sta attualmente adoperando per attivare uno Sportello per l’A. di S., assieme al Comune di Rovigo e ad alcuni avvocati resisi disponibili gratuitamente. Altra attività importante è quella dell’attività motoria in palestra, divenuta nel tempo Team Edera

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Il primo punto è chiaro e semplice: quest’anno l’I-mu non si paga. E’ non è che non si paghi perché sarà sostituita da un’altra imposta, ma perché é

stata cancellata. I soldi che sarebbero dovuti servire per pagarla resteranno nelle tasche degli italiani. La rata di giugno, del resto, era già stata sospesa. Quel-la di settembre, invece, è stata abolita e, quella di dicembre, neppure messa in preventivo.

Questa è la prima certezza. La seconda è che, come detto, almeno per l’anno in corso, l’Imu non verrà sostituita da un’altra imposta. Il riferimento è alla service tax, della quale tutti parlano ma nessu-no sa nulla. Verrà introdotta nel 2014. Non prima. “Anche noi attendiamo novità in merito dal Governo - spiega l’assessore comunale al Bilancio Stefano Bellinazzi - Quello che, al momento, si può dire, è che si tratta di una imposta che dovrebbe riunire tutti i servizi comunali, come, del resto, dice il nome stesso”. Un’idea mutuata dal mondo anglosassone in generale e dall’Inghilterra in particolare. Rompersi la testa su questa nuova tassa, sulla sua modulazione e sulle sue caratteristiche, al momen-to, appare comunque più che altro un esercizio di speculazio-ne, dal momento che è decisa-mente prematuro.

Il dato fondamentale è, come detto, che l’Imu, per il 2013, sparisce per le prime case, i terreni agri-coli pertinenze di prime case e le aziende agricole.

“Una misura - prosegue l’asses-sore - che consentirà agli italia-ni di tenersi in tasca 4 miliardi di euro”. Uno dei timori dei quali molto si era parlato alla vigilia della cancellazione dell’I-

mu era la possibilità che i bilanci municipali, privati i questa fondamentale entrata, potessero entrare in crisi. Secondo le prime informazioni, tuttavia, questo

pericolo è già stato scongiurato, dal momento che lo Stato ha già trovato altrove la copertura finanziaria.

“Lo Stato - prosegue Bellinazzi - ha già indivi-duato le risorse per questo scopo. Sia grazie all’ex-tragettito dell’Iva, sia grazie alla tassazione sugli apparecchi per il gioco elettronico, sia grazie ad altre strategie di questo tipo. Per noi amministratori, di conseguenza, quello che perdiamo come incasso dell’imposta, lo guadagniamo come trasferimenti dallo stato centrale”. Come dire: quello che esce dalla porta entra dalla finestra. Basterà, in parole povere, modificare l’impostazione del bilancio spo-stando una voce e il gioco è fatto.

“Soprattutto deve essere chiaro - conclude l’am-ministratore - che i servizi non sono assolutamente a rischio, come invece era stato paventato. Gli unici problemi, ma comunque risolvibili, potrebbero deri-vare dal fatto che incasseremo forse un po’ in ritardo rispetto a quanto sarebbe accaduto se fosse rimasta in vigore l’Imu”.

Questo perché i trasferimenti dallo Stato po-trebbero farsi attendere circa due mesi in più, al massimo. Anche su questo fronte, comunque, sono stati fatti i primi calcoli e non ci dovrebbero essere problemi particolari.

Per il 2013, insomma, il dato finale che resta è il taglio dell’Imu. Senza compensazioni in negativo o penalizzazioni.

di Lorenzo Zoli

Imposte Intervista all’assessore comunale al Bilancio, Stefano Bellinazzi

Taglio dell’Imu, nessun problema per le casse comunali

Nella foto l’assessore comunale al Bilancio Stefano Bellinazzi

Quello che viene perso come incasso dell’imposta, viene guadagnato come trasferimento dallo stato centrale

I trasferimenti dallo Stato potrebbero farsi attendere circa due mesi in più

Dal 1° di gennaio entrerà in vigore service tax, in poche parole la sostituzione ma anche la somma di Imu e Tares che ha già fatto scatenare diverse

preoccupazioni, soprattutto tra i contribuenti: timorosi che il prelievo sia più pesante di quanto non lo sia stato quello sugli immobili e sull’asporto dei rifiuti. Co-munque sia l’imposta sarà federalista, ossia saranno i Comuni a decidere come e quanto si pagherà. Grazie al tetto che il governo imporrà alle aliquote, il peso

sulle tasche dei cittadini non dovrebbe superare quello dell’attuale tassazione sulla casa, ma molto resta anco-ra da definire. Il lavoro andrà avanti fino alla legge di stabilità dove saranno inseriti tutti i dettagli. Il governo ha comunque spiegato che la service tax si baserà su due componenti. La prima – Tari – è di fatto quella che sostituisce la Tares. Sarà dovuta da chi occupa, a qua-lunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, calcolate in base ai metri quadrati,

saranno parametrate dal Comune a propria discrezio-nalità ma nel rispetto del principio comunitario “chi in-quina paga”. La seconda componente – Tasi - sarà, ha specificato il governo, a carico di chi occupa fabbricati e sarà il corrispettivo pagato per i cosiddetti servizi indi-visibili, come l’illuminazione o lo stato dello strada. An-che in questo caso sarà il Comune ad avere la massima flessibilità potendo scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. La seconda parte della

service tax sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali).

focus Commerciocon la nuova Tassa paga ancHe cHi Ha la casa in affiTTo

Se il taglio dell’Imu non comporterà alcun problema per le casse comunali per le famiglie invece qualche problema potrebbe esserci, ne è convinto il vicecapogruppo del PD

in consiglio comunale, Vanni Borsetto. “Sulla soppressione dell’Imu non credo ci sia molto da

esultare come fanno il sindaco Piva e l’assessore Bellinazzi. Molta gente teme non a torto che questo “sconto” imposto dal PdL al Governo Letta nasconda in realtà una ricaduta più pesan-te nelle tasche delle famiglie. L’Imu sulla prima casa poteva e doveva continuare ad essere pagata da chi è più facoltoso. Insistere per toglierla anche alla fetta di popolazione medio alta per un capriccio del PdL creerà non pochi problemi soprattutto ai ceti meno abbienti costretti, ad esempio da un probabile aumento dell’Iva, a comprare generi di prima necessità più cari.

Con la tassa sui giochi e superalcolici non so quanto si recupererà davvero: il PdL non sapeva cosa inventare pur di togliere l’Imu ai ricchi.

Credo che di qui a breve alle reazioni ottimistiche di Sinda-co ed Assessore seguiranno tempi più incerti e meno sicuri per le casse del Comune se non altro per il mancato introito Imu 2013. Cosa riverserà il Sindaco nei prossimi mesi nei capitoli del sociale per sopperire alle esigenze delle famiglie rimaste senza lavoro?

focus

La replica dall’oppososizionevanni borseTTo: “l’imu sulla prima casa doveva conTinuare ad essere pagaTa da cHi è più facolToso”

Vanni Borsetto

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Alcune province - Belluno, Venezia e Padova - lo hanno già fatto. Rovigo ci sta pensando, ma l’avvio di un periodo di sperimentazione appa-

re ormai prossimo. La questione è la possibilità di effettuare visite, specialistiche e ambulatoriali, anche in orario serale in ospedale. Una possibilità, questa, sulla quale ha puntato forte il governatore del Veneto Luca Zaia, con una duplice finalità: da una parte, ridurre le liste di attesa che, per alcune prestazioni, presentano tempi davvero terrificanti. Dall’altra, an-che realizzare alcune economie di scala, raggiungibili attraverso un aumento dell’impiego di alcuni macchi-nari per i quali vale il principio per cui più vengono fatti lavorare, più si riesce ad ammortizzare i loro costi.

Insomma: la strada è trac-ciata. Resta, ora, da vedere non tanto se partire, dal momento che, appunto, qualche cosa si farà di sicuro, ma come. Alcune delle realtà che hanno iniziato per prime hanno addirittura previsto orari post cena di apertura degli ambulatori, dalle 20 alle 24, oltre che il sabato.

Non è detto, però, che dagli uffici della Cittadella arrivi per forza di cose una decisione analoga. Perché

lo scopo, secondo la visione del direttore generale dell’Ulss 18 Arturo Orsini, non è quello di re-alizzare un bello spot fine a se stesso, ma, piuttosto, quello di fare qualcosa di davvero utile. E, allora, in questo senso la pri-

ma cosa da fare appare individuare quale sia l’orario che, se previsto di apertura, consentirebbe l’afflus-so del maggior numero di persone oggi in difficoltà

nel a prenotare visite ed esami nelle “finestre” già a disposizione. In questo senso, allora, molto pro-babilmente, si estenderà l’orario di lavoro anche al sabato, mentre, negli altri giorni feriali, è pensabile che si posticipi il momento della chiusura, ora fissato alle 18, di un’ora o anche due.

Chiaramente, il percorso richiederà una serie di formalità alle quali al momento si sta lavorando, come la soluzione della questione degli straordinari. Ma, di certo, si cercherà di andare incontro all’uten-za.

Sanità L’ospedale di Rovigo deve ancora prendere una decisione

Visite serali, per ora solo un’ipotesiLa Regione aveva dato un chiaro indirizzo: aumentare l’orario di visita per ridurre le liste d’attesa e ammortizzare i macchinari

Piazzale di Vittorio, addio all’ex biglietteria. La demolizione del vecchio stabile è stata decisa nel piano particolareggiato che la Giunta di Palazzo Nodari ha approvato di recente, per dettare

gli indirizzi ai quali i prossimi acquirenti. L’immobile di proprietà co-munale, infatti, è già stato messo in vendita e con l’adozione del documento sono stati definiti gli indirizzi progettuali-attuativi ai quali dovranno regolarsi i futuri proprietari. ”Il piano - come ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Andrea Bimbatti - prevede la demolizione della vecchia biglietteria con edificazione ad esclusiva destinazione commerciale- tecnica. Ossia, è prevista la possibilità di realizzare reparti commerciali e servizi che saranno divisi in 3 blocchi, non su-periori a 4 piani. Sul lato confinante con via Portello, verrà realizzata un piazzetta con uno spazio verde, l’area sarà pubblica. Resterà il parcheggio nell’area sottostante che sarà a gestione comunale fino all’inizio dei cantieri. Il piano è disponibile per eventuali osservazioni da farsi entro 30 giorni dall’approvazione”.

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Piazzale di Vittoriol’ex biglieTTeria verrà demoliTa

di Lorenzo Zoli

Alcune province - Belluno, Venezia e Padova – hanno già esteso l’orario

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Dal primo di settembre viaggiare in auto-bus a Rovigo costa di più. A dire il vero non solo a Rovigo, in tutto il Veneto il co-

sto dei biglietti è aumentato. Il provvedimento è stato votato dalla giunta comunale ma si è trattato di una ratifica di disposizioni arrivate di-rettamente dalla Regio-ne. Così si è giustificato anche l’assessore alla Mobilità Germano Rizzi, asserendo che, come in tutti i comuni l’Amministrazione ha dovuto adeguarsi. Infatti, lo scorso maggio la Giunta di Palazzo Balbi, per evitare disomogeneità all’interno della regione, per quanto riguarda il trasporto pubblico, ha emanato una legge

che prevede una tariffa unica. Quanto aumen-terà dunque un viaggio in autobus nelle future settimane? In modo, più o meno, approssima-tivo e possibile stimare che la maggiorazione si aggira attorno al 20%, ossia il costo di un

biglietto è passato da 1,10 euro a 1,30. La stessa maggiorazione, inoltre, ha riguardato anche le multe elevate dalla Polizia locale, così se prima del primo

settembre una sanzione ammontava 44 euro ora ne saranno necessari 52 per estinguere l’infrazione nei primi cinque giorni se invece si pagherà dopo, dal portafoglio, sarà necessario scucire ben 65 euro.

TRASPORTO PuBBLICO E MuLTE DAL PRIMO DI SETTEMBRE SI PAGA DI PIù

Una piccola città che non riesce ad eccellere in quelli che dovrebbero essere i suoi punti di for-za. E’ il ritratto di Rovigo - intesa come città

capoluogo - che esce dal dossier annuale “Ecosistema urbano” 2012, curato da Legambiente.

Uno studio che viene condotto tramite la som-ministrazione, alle amministrazioni dei capoluoghi italiani, di una serie di questionari che individuano altrettanti indicatori, utili per stilare classifiche re-lative alla vivibilità, alla sostenibilità, alla mobilità, alla differenziata e via dicendo. Tre le sezioni nelle quali è stato diviso lo studio, a seconda delle di-mensioni delle città: grandi, medie o piccole. Rovigo si inserisce in quest’ultima gra-duatoria e, tra l’altro, appare a pieno titolo piccola tra le piccole. Dal momento che si colloca ben al di sotto della soglia 80mila abitanti.

Nonostante, questo, non riesce a spiccare in positivo per nessuno degli indicatori che struttura-

no lo studio. Fatta eccezione per quello relativo alla raccolta differenziata, con una percentuale che, superando il 60%, ci colloca a buon diritto nella top ten. Una piacevole eccezione alla quale

fanno però poi da contraltare situazioni del tutto opposte. La città delle rose, infatti, va male, malissimo, per quanto riguarda la presenza di isole pedonali (solo 0.02 metri quadrati per abitante) zone a

traffico limitato, verde fruibile per la cittadinanza (appena 4.96 metri quadrati per abitante). Tutti verdetti, soprattutto l’ultimo, che appaiono clamo-

rosi, se solo si pensa alla conformazione del no-stro capoluogo che confermano, in modo analitico e e ufficiale, le lamentele più volte espresse dai rodigini che, evidentemente, avvertono eccome questi problemi.

Malissimo anche per quanto riguarda l’indice di mobilità sostenibile: in una scala da 1 a 100, Rovigo totalizza 6.7. Peggio, solo chi fa zero, o non ha compilato questa parte del questionario. Discorso simile anche per quanto riguarda la qua-lità dell’aria: nelle graduatorie per concentrazione di polveri sottili, ozono e biossido di azoto, il ca-poluogo del Polesine ondeggia stabilmente tra la media e la bassa classifica.

di Lorenzo Zoli

I parametri per la vivibilità, la sostenibilità e la mobilità nel Capoluogo non sono incoraggianti. Buone solo le percentuali relative alla raccolta differenziata

Vivibilità della città Dossier annuale “Ecosistema urbano” 2012, curato da Legambiente

Rovigo non eccelle nei suoi punti di forza

Uno scorcio del centro cittadino dall’alto

Adesso, il periodo di prova è finito e, in via Forlanini, la strada che collega Grignano

al capoluogo, si fa sul serio. L’Am-ministrazione comunale, infatti, e in particolare l’assessore Stefano Bellinazzi, con delega alla Polizia lo-cale, ha deciso che gli automobilisti sono stati avvertiti a sufficienza e, ormai, chi doveva capire ha capito. Di conseguenza, da alcuni giorni, i velobox posti lungo la via fanno fino in fondo il proprio dovere. Ossia le multe a chi pigia un po’ troppo sul gas, quando si siede al volante. Soprattutto, in punti nei quali, al contrario, l’atteggiamento più indicato sarebbe la prudenza. I velobox sono quelle colonnine arancione, due, sistemate a margine della carreggiata. Che possono ospitare un sistema automatico per la rilevazione della velocità dei veicoli in transito. Un autovelox, insomma. L’installazione dei dispo-sitivi in via Forlanini è arrivata dopo feroci polemiche sulla situazione lungo questa arteria, stretta e piena di curve, spesso teatro di incidenti, anche gravissimi, sovente provocati dalla condotta di guida tenuta dagli automobilisti, assolutamente inadeguata a un tracciato del genere. Dove la cautela sarebbe d’obbligo. Di qui, allora, la decisione presa dall’am-ministrazione comunale: sistemare, come dissuasori, i due velobox. Per un periodo sono stati tenuti lì, come veri e propri totem, senza velox all’interno. Per abituare, diciamo così, gli automobilisti alla loro presenza e a regolarsi. Un periodo di tolleranza che, tuttavia, adesso è finito. Inizia il periodo delle multe. Per chi non adeguerà la velocità e la guida allo stato della strada.

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Sicurezza in via Forlaninii velobox sono enTraTi in funzione

Lo.Zo.

La qualità dell’aria della città ondeggia stabilmente tra la media e la bassa classifica

Una legge regionale ha imposto un’unica tariffa in tutto il Veneto per i biglietti degli autobus, Rovigo ha dovuto adeguarsi. Anche le multe elevate dalla Polizia locale saranno più care

Il costo di un biglietto è passato da 1,10 euro a 1,30. Multe da 44 a 65 euro

15Rovigo

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16 Sguardo ad Adria

Chiuso, senza possibilità di ripensamenti. E senza possibilità di appello, pare pro-prio il caso di dire, dal momento che si

sta parlando di un tribunale. Quello di Adria, sezione distaccata del palazzo di giustizia di Rovigo. Un tribunale piccolo, ma che ha con-tribuito a scrivere pagine importanti, per la storia, non solo giudiziaria, della nostra provin-cia. E’ qui, infatti, che sono stati celebrati vari, importanti processi, soprattutto ambientali. Una storia gloriosa, insomma, arrivata, però, al capolinea. “Colpa” - ammesso che di colpe si possa parlare - della legge che, un anno fa, aveva previsto la revisione dei distretti giudizia-ri. Cancellando l’attività delle sedi distaccate, in un’ottica di spending review. In molti aveva-no pensato che, come spesso accade in Italia, ci sarebbe stato spazio per deroghe, rinvii e quant’altro. Non questa volta. Così, quest’an-no, i lavori non riprenderanno. Nonostante il tentativo, in extremis, della presidente del tribunale di Rovigo Adalgisa Fraccon che, con una accorata lettera al ministero della Giusti-zia, aveva domandato una proroga, in modo da potere tenere aperto il tribunale della città etrusca per almeno un’altra stagione. “Impos-sibile” è stata la risposta di Roma. Il risparmio che deriverebbe dalla chiusura è già stato mes-so nero su bianco e questo, nella capitale della burocrazia, equivale a una sentenza di morte. Discorso chiuso, insomma. Le udienze che erano state già messe in calendario sono quin-di state trasferite a Rovigo. E la stessa sorte toccherà anche al personale, cancellieri e im-piegati. Ed è qui che sorge un problema che, allo stato, appare davvero increscioso. Perché, a Rovigo, dove dovrebbero trovare sistemazio-ne i dipendenti del ministero della Giustizia, di spazi non ce ne sono. Se ne è parlato proprio nei giorni scorsi, con i magistrati rodigini che hanno lanciato una durissima accusa ai danni del sindaco del capoluogo, accusato di non avere fatto nulla, assieme alla sua giunta, per trovare nuovi spazi da destinare proprio a questa incombenza. E le questioni sul tavolo, allo stato apparentemente irresolubili, non fi-niscono qui. Perché, a Rovigo, non c’è spazio neppure per accogliere l’archivio del tribunale di Adria. Qualcosa come 1400 fascicoli. Molti dei quali, tra l’altro, facenti riferimento a pro-cedimenti ancora in corso e che le parti, quin-di, avrebbero la necessità di potere consultare liberamente. Non potranno. Perché, visto che a Rovigo non c’è posto, quella montagna di carta resterà ad Adria. Chiusa a doppia man-data dentro un palazzo di giustizia fantasma. E chi ne ha bisogno, si arrangi. Infine, la più semplice, banale e vitale delle questioni. Che, chiaramente, il ministero neppure ha preso in considerazione, dal momento che mal si pre-sta a rappresentare una priorità, in un periodo di austerità estrema come quello attuale: gli adriesi perdono un pezzetto della loro storia. E un servizio essenziale, per una città.

Giustizia Dal 13 di settembre gli uffici della giustizia verranno trasferiti

Tribunale a Rovigo. Sì, ma dove?

Nel Capoluogo gli spazi a disposizione dei magistrati adriesi e dell’archivio non ci sono ancora stati preposti

di Lorenzo Zoli

Nella foto la sede della sezione distaccata del palazzo di giustizia

segue da pag. 1Gli anni ’90 sono stati anche gli anni

del benessere, gli anni del “fenomeno del Nord Est”, gli anni del Veneto locomotiva d’Italia e magnete di quanti furono attratti qui dalla possibilità di trovare lavoro. Gli anni Novanta sono stati anche quelli della cosiddetta “seconda repubblica”, gli anni del sistema bipolare, della semplificazione politica divisa in soli due schieramenti: noi e loro, contrapposti e intimamente divisi anche dai retaggi di Tangentopoli, per ipo-tetiche figliazioni o continuità con i partiti delle “mazzette”. Cinquant’anni di storia d’Italia erano andati in soffitta, qualcuno dei suoi protagonisti in carcere oppure ad Hammamet. Gli anni ‘90 sono stati uno spartiacque dove chi voleva cavalcare l’on-da, doveva farsi largo mettendo più distan-za possibile tra ciò che era stato prima e quello che ci sarebbe dovuto essere dopo, magari solo a parole. Ecco, anche le parole iniziarono ad avere la loro importanza in questo periodo, la semplificazione passò pure attraverso i nuovi concetti travestiti da slogan. Anche per il nuovo fenomeno dell’immigrazione, che i due blocchi pro-prio in quegli anni iniziarono a governare, vennero create delle parole d’ordine. La prima, interpretata da un blocco, complessa e razionale, tesa a spiegare che l’immigra-zione era legata alla struttura economico-sociale del paese che a causa di un precoce invecchiamento del Paese, in virtù di un saldo demografico negativo, si trovava, di conseguenza, nella necessità di iniettare manodopera nella propria economia, la seconda nel mondo per il manifatturiero. L’altra, interpretata dal secondo blocco, più direttamente spiegava che sarebbe stato a dir poco imprudente aprire totalmente le porte a chi non si conosceva. Insomma, il diverso, quello che “viene da fuori” poteva anche portare a qualche forma di pericolo, soprattutto sociale ma anche civico e pure economico, particolarmente quando le cose hanno iniziato ad andar male anche in Ve-neto. Creata l’identità del diverso, non è c’è voluto molto a creare l’identità dell’uguale, uguale ad altri accumunati dalla stessa citta-dinanza, dallo stesso credo religioso, dalla stessa area geografica...via via sempre più uguali fin nel dettaglio del dialetto. Si iniziò persino a promettere precedenze su base geografica. “Prima i Veneti”, oppure “Paroni a casa nostra”. Slogan travestiti da concetti che sono diventati i cardini di un pensiero semplificato, e per questo rassicu-rante, che ha contrapposto il locale, ossia il conosciuto, il noto, il domestico, a tutto il resto. Una semplificazione che funziona in mondo piccolo come un bar, magari dove ci sta anche la battuta pesante a sfondo razziale ma che continua a non spiegare e anzi a mortificare le ragioni di fondo di un fenomeno dalle dimensioni mondiali come l’immigrazione.

L’editoriale

di Mauro Gambin*

Gli anni ’90, anni dell’immigrazione

e della politica semplificata

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Lo scorso mese di Agosto la Giunta regionale con l’approvazione di due delibere presentate dall’assessore alla sanità, Luca Co-letto, ha chiuso il bilancio 2012 e tracciato una previsione per

l’anno in corso. Con somma soddisfazione il presidente Luca Zaia ci ha tenuto ad evidenziare che, progressivamente, i conti della Sanità veneta stanno tornando apposto. Il risultato emerge da una nota emessa dalla Regione stessa, dove viene indicato che nel 2005 il defi cit complessivo delle Ulss venete era di 700 milioni, nel 2009 era di 522 milioni e ora è calato addirittura a 210 milioni su un trasferimento di circa otto miliardi e mezzo di euro che arrivano da Roma.

Un buco che viene poi coperto nel bilancio consolidato con la cassa centrale regionale, il 2012, infatti, è stato chiuso con un ri-sultato economico complessivo per le Ulss venete pari a 42 milioni in positivo. Questo non signifi ca che tutte le Ulss sono in attivo, anzi, solo la metà hanno i conti apposto. Ad esempio le Aziende sanitarie veneziane, la 12 in testa con 55 milioni di defi cit, è pro-fondo rosso, quelle veronesi (Verona 20,4 milioni di euro di defi cit e Legnago 5,5 milioni) non risplendono di luce propria e quelle rodigine (28 milioni e mezzo di defi cit per la 18 di Rovigo e 5 milioni e mezzo per Adria) non brillano certo molto di più. Solo per Feltre, l’Ovest Vicentino, Mirano e l’Alta Padovana la ricetta a base di costi e dotazioni standard sembra aver funzionato, queste infatti si sono aggiunte alle altre 8 aziende con i bilanci in regola (Bassa-no, Alto Vicentino, Pieve di Soligo, Asolo, Treviso, Este, Bussolengo e lo Iov), per tutto il resto lo stesso Zaia ha annunciato cure da

cavallo. La dichiarazione del presidente del veneto, però, non ha del tutto convinto l’assessore provinciale Guglielmo Brusco, propenso invece ad imputare alla stessa amministrazione regionale le colpe dei dissesti. “Prima di guardare le Ulss in rosso – ha spiegato - la Giunta Regionale dovrebbe fare anche una verifi ca almeno su come in queste ultime due legislature, sono stati usati tanti soldi pubblici. Ad esempio per quanto riguarda la copertura del defi cit della Sanità, questa sarebbe stato possibile colmare quasi per intero della cifra assegnata dal 2007 al 2010 alle cliniche private del Veneto. Io credo che i maggiori responsabili di quanto successo, non siano stati e non siano i Direttori Generali, è ora di fi nirla di dare la colpa agli altri. Esiste una delibera, la 4449/2006 per il periodo 2007-2009, nella quale su iniziativa di Flavio Tosi e con Luca Zaia a presiedere la seduta per quella delibera, viene indicato ai Direttori Generali delle Ulss di destinare un mare di soldi alle cliniche private che avessero ridotto il numero dei ricoveri ospedalieri. Tale indirizzo è stato poi confermato anche per il 2010.

Sono loro, insieme a Giancarlo Galan e agli altri assessori alla sanità Martini, Sandri, Coletto i maggiori responsabili di quanto suc-cesso. E sono loro che dovrebbero consentirci il recupero di quei soldi dati in modo così sorprendente. Per quanto riguarda l’Ulss 18, in quei 4 anni succitati, il direttore generale di allora Adriano Marcolongo aveva più volte segnalato la possibilità per l’Ulss 18, di risparmiare in 4 anni, tagliando i trasferimenti ai privati, più di 39 milioni d euro. Di questi quasi 14 solo nel 2012. E ora si vorrebbe procedere a colpi di tagli?”.

di Fortunato Marinata

Secondo l’assessore Brusco le colpe del defi cit non sono imputabili ai direttori generali ma agli amministratori di palazzo Balbi

Sanità I conti della Sanità veneta

Nella foto l’assessore provinciale alla Salute, Guglielmo Brusco

Da gennaio ad agosto la Guardia di fi nanza di Rovigo ha scovato ben 44 evasori fi scali. Secondo i numeri

diffusi dalle Fiamme gialle, negli otto mesi intercorsi dall’inizio dell’anno, alle casse dell’erario sono stati nascosti ben 50,5 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 8 milioni e mezzo di Iva non versata. Cifre importanti che subito sono state messe in relazione allo stato di crisi degli ultimi anni, anche perché, il fenomeno dell’eva-sione è risultato essere in aumento rispetto al passato ma il comandante provinciale della Guardia di fi nanza di Rovigo, Roberto Di Tullio (ora trasferito), ha smentito que-sta ipotesi, in quanto le cifre contestate non sono in nessuno dei 44 casi rilevati ricondu-cibili a episodi di bancarotta fraudolenta. Tra le persone segnalate fi gurano imprenditori, commercianti, impresari nel settore fotovoltaico con importi di diversa entità ma non sono mancati anche casi di evasori totali, ossia persone che non hanno mai dichiarato nulla al fi sco. Nella rete delle fi amme gialle sono fi niti anche dei contraffattori, ai quali sono stati sequestrati più di quattro mila colli, soprattutto abbigliamento, bigiotteria e cosmetici, e i lavoratori in nero con ben 15 datori di lavoro scoperti con maestranze prive di qualsiasi contratto.

Guardia di Finanza

nascosTi al fisco Quasi 60 milioni di euro

Nei primi di agosto è stato licenziato dal Con-siglio dei ministri il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto soprattutto al

fenomeno della violenza sulle donne, il cosiddetto “femminicidio”.

Un’iniziativa importante che ha trovato una sponda anche in Polesine. Più o meno negli stessi giorni, infatti, la fondazione Cariparo ha stanziato un fi nanziamento di 15 mila euro per le case di accoglienza mentre da palazzo Celio è stato inviata

una mozione ai presidenti di Camera e Senato per rendere obbligatorio nelle scuole lo studio della car-ta dei diritti umani ed il rispetto delle donne. Non sono mancate note di biasimo al documento varato da Palazzo Chigi ritenuto, dall’assessore Guglielmo Brusco e dalla presidente della commissione Pari Opportunità Maria Grazia Avezzù, certo meritevole per aver posto sotto i rifl ettori il tema drammatico del femminicidio ma lacunoso nel suo impianto.

“L’inasprimento delle pene – è stato scritto –

non porta necessariamente benefi ci, occorre inve-ce certezza e velocità della pena; per le varie fasi necessita una preparazione di tutti gli operatori; è necessario un sostegno psicologico, legale ed econo-mico alle donne, il decreto legge non sembra essere affi ancato da fi nanziamenti”. “Rovigo e Padova – hanno detto Brusco e Avezzù – sono le uniche due città del Veneto ad avere una casa di accoglienza dove effettivamente la donna possa ritrovarsi in un ambiente accogliente e protetto”.

DECRETO LEGGE SuLLA SICuREZZA IL POLESINE SENSIBILE AL “FEMMINICIDIO”

Le Ulss rodigine sono in rosso

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Sequestrati più di quattro mila colli: abbigliamento, bigiotteria e cosmetici

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23Spazi aperti

Ha toccato anche il Polesine l’allarme di contagio da infl uenza “aviaria” riscon-trata in tre allevamenti di Ferrara e

Bologna, in Emilia Romagna. Infatti, benché abbiano dato esito negativo le indagini siero-logiche e virologiche svolte dall’azienda Ulss 18 nell’allevamento della società Agricola Morgante di Lionello e C di Occhiobello e non sia stato evidenziato alcun sospetto di malattia, né la presenza di mortalità anomale, da lunedì 26 agosto sono iniziate le operazioni di abbatti-mento delle galline ovaiole. “Si tratta di misure cautelative – ha spiegato Laura Andreotti, vicesindaco del comune rivierasco al Po che ha fi rmato lo scorso 23 agosto l’ordinanza per il sequestro e l’abbattimento di volatili - ci tengo a sottolineare inoltre che non c’è pericolo per l’uomo, tuttavia, le direttive del ministero del-la Salute e della Regione Veneto dispongono l’abbattimento in via precauzionale”. Si tratta di ben 220 mila capi che sono stati eliminati secondo i protocolli e le normative comunitarie seguiti per le medesime operazioni avvenute negli allevamenti della provincia di Ferrara e Bologna. Le carcasse degli animali sono state trasferite, in regime di sicurezza, e incenerite a cura di una ditta specializzata individuata dall’a-zienda Ulss 18. La distruzione ha riguardato an-che tutte le uova dell’allevamento. Il protocollo prevedeva poi la pulizia e disinfezione dei locali adibiti all’allevamento dei volatili, delle zone cir-costanti, dei veicoli utilizzati per il trasporto e di tutto il materiale potenzialmente contaminato, passaggi questi svolti sempre alla presenza di personale del servizio veterinario dell’azienda Ulss 18.

Immediato anche l’intervento della Regio-ne, preoccupata che il contagio potesse esten-dersi e assumere le dimensioni dell’emergenza aviaria di una decina di anni fa, con pesantis-simi danni economici diretti e indiretti. Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, assieme al collega alla sanità, Luca Coletto, dal quale dipendono i Servizi Veterinari regionali e sul territorio, ha fatto il punto della situazione. “Dobbiamo evitare ulteriori pesanti contraccolpi economici al sistema produttivo, tenuto conto che l’Italia è anche paese esportatore di prodot-ti avicoli e che il Veneto, dove peraltro è cam-biata la strutturazione stessa degli allevamenti rispetto ad una quindicina d’anni fa, è regione leader nelle produzioni avicole di carni e uova”. A Roma intanto la questione è arrivata sui banchi del Parlamento grazie ad una interpel-lanza presentata dall’onorevole del Carroccio Emanuela Munerato, preoccupata che l’abbat-timento dei capi possa tradursi nell’ennesima batosta per un Polesine già martoriato dalla crisi e dalle recenti avversità atmosferiche. Tuttavia da quanto viene confermato dal Vicesindaco di Occhiobello pare che l’ingente perdita di anima-li da parte dell’azienda Morgante non abbia creato problemi occupazionali per i dipendenti assunti nell’allevamento. “Siamo in stretto con-tatto con la proprietà – ha ribadito Laura An-dreotti - la quale assicura e garantisce che non sono a rischio i posti di lavoro”. In tal proposito è risultata rassicurante anche la dichiarazione del dirigente veterinario dell’Ulss 18 di Rovigo, Francesco Monge, che ha confermato il totale indennizzo da parte dell’Unione europea e del ministero dei capi abbattuti.

ALLARME AVIARIA 220 MILA POLLI ABBATTuTI

Fo.Ma.

Maltempo Il 14 agosto un violento temporale ha causato perdite per 100 milioni alle colture

L’estate sembra aver perso le mezze misure e a farne le spese è soprattutto l’agricoltura. Un anno fa è stata la siccità a mietere le colture, lo scorso mese la grandine

insieme ad una tromba d’aria che ha battuto in lungo ed in largo una fetta di terra larga 10 chilometri tra Baruchella e Canaro con epicentro a San Bellino. Un fortunale talmente violento che anche dove non ha “battuto” ha messo paura. Grande, infatti, lo spavento patito da una famiglia di Baru-chella, dove madre e fi glia sono rimaste ferite dai vetri delle loro fi nestre infrante dalle tegole delle casa vicina. La stessa cosa è successa anche ad una donna a Villa d’Adige di Ba-dia Polesine, colpita anche lei dagli effetti dell’uragano che ha sferzato con inedita forza l’Alpolesine, sradicando alberi, scoperchiando case e infl iggendo gravi perdite alle colture. Sui campi la conta dei danni ha raggiunto le cifre più eleva-te, con perdite della produzione tra il 60 e 100%, toccando stime che si aggirano attorno ai 100 milioni di euro. Pere, mele, kiwi e noci ormai prossime alla raccolta sono andate defi nitivamente perdute. Mais, soia, bietole e pomodoro non raggiungeranno mai i mercati rendendo diffi cile il manteni-mento degli impegni commerciali assunti dalle cooperative.

Immediatamente è partita dall’uffi cio della Provincia, Tiziana Virgili, la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale ma con la stessa tempestività dalla Regione sono state ridimensionate le speranze di veder indennizzate le perdite in tempi brevi. Il vicepresidente della commissione re-gionale Agricoltura, Graziano Azzalin, in un incontro a Badia Polesine, partecipato anche dai sindaci del territorio, non ha girato molto intorno alla questione: “Soldi non ce ne sono” ha spiegato e seppur con tutte le frasi di rito e i richiami agli impegni che alla Regione competono in questi casi, è stato franco spiegando che lo Stato ha stanziato 18 milioni di euro per i danni all’agricoltura in tutta Italia, e al Veneto ne spetta appena uno. “Dal punto di vista amministrativo – ha ribadito - la Regione può innanzitutto intervenire per accelerare le pro-cedure e permettere una rapida rifusione dei danni. Il tutto, essendo consapevoli che il fondo nazionale dedicato allo sta-to di calamità naturale è limitato e che, quindi, dovrà essere trovata una soluzione nonostante il clima generalizzato di riduzione di risorse”. E’ stato lo stesso consigliere ad indicare quale potrebbe essere la strada da percorrere per gli opera-tori del primario. “Simili accadimenti - ha chiosato Azzalin

– sono sempre più frequenti e per questo vanno considerate le azioni che mettano al riparo gli agricoltori da simili rovesci, penso, in particolare, ai nuovi strumenti previsti dalla futura Pac per l’assicurazione del reddito, che che coprono non solo i rischi derivanti da fatti calamitosi, ma anche quelli derivanti dalle oscillazioni dei prezzi. Bisogna essere chiari, la strada degli indennizzi è sempre più stretta ed in futuro bisognerà rimboccarsi le maniche per trovare altri canali di sostegno. Le opportunità maggiori le offre il “Programma di sviluppo rurale” che, come è avvenuto per la siccità, può innanzitutto operare sul credito agevolato alle imprese danneggiate”. Non ha alimentato aspettative nemmeno Fabrizio Stella direttore di Avepa, l’Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura, affi ancato nella stessa occasione da Fabio Ortolan Ortolan, vicepresidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha manifestato la disponibilità dell’Istituto da lui rappre-sentato nell’offrire soluzioni agevolate agli agricoltori colpiti dal fortunale. Presenti all’assemblea tenutasi in municipio di Badia Polesine anche il consigliere regionale del Carroccio Cristiano Corazzari l’onorevole Manuela Munerato, prima fi r-mataria di un’interrogazione presentata in Parlamento.

L’Altopolesine piegato dalla tromba d’aria

Stato di calamità ma anche “costituzione di un fondo straordinario a supporto degli ingentissimi danni subiti dalle aziende agricole, durante l’evento meteorologi-

co del 14 agosto”. E’ quanto chiedono la presidente della Provincia Tiziana Virgili e l’assessore all’Agricoltura Laura Negri con una lettera al governatore del Veneto Luca Zaia, all’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e Fabrizio Stella direttore generale Avepa: “Tanto si chiede – precisa la nota partita da palazzo Celio - in relazione alle situazioni critiche evidenziate dalle imprese e cooperative agricole che denunciano la perdita completa del raccolto, con conseguente venir meno del reddito e, talvolta, l’impos-sibilità ad onorare le commesse”. Il testo inviato in copia anche alle associazioni polesane della Coldiretti, Confagri-coltura, Cia e Eurocoltivatori ricorda come “tale situazione comporterà nell’immediato futuro pesanti ripercussioni sull’occupazione agricola in un settore economico strategico per l’economia polesana”. “Quanto richiesto – conclude la lettera di richiesta - riveste, naturalmente, carattere d’urgen-za essendo indispensabili interventi rapidi di ripristino degli impianti e delle colture”.

Stato di calamità per l’agricoltura

LA PROVINCIA CHIEDE uN FONDO STRAORDINARIO

Chiesto lo stato di calamità naturale ma il Veneto può contare su un solo milione di euro per i danni all’agricoltura

Tiziana Virgili e Laura Negri

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25Mondo scuola

Dopo cinque anni di crisi oltre ad un generale impoverimento del paese è andata diffon-dendosi anche la consapevolezza che il

modello di sviluppo che ha reso ricco il Veneto è superato. Il tempo del “piccolo è bello” è fi nito, i mercati emergenti sono lontani dai capannoni sotto casa e comunque sia il settore manifattu-riero, ora, è passato in mano ad altri paesi. Il superamento della crisi, dunque, passa necessa-riamente attraverso una rifl essione che porti all’in-dividuazione di nuovi orizzonti per l’economia veneta. “Il Polesine ha pagato più di tutti questa crisi – spiega il presidente del Consvipo, Angelo Zanellato – perché la sua struttura economica era subordinata ad altre zone. Le nostre imprese, quasi sempre famigliari, piccole, poco strutturate e sottocapitalizzate (l’investimento di utili nell’im-presa non è mai stato una priorità) non hanno retto. Meno peggio è andata, invece alle aziende molto specializzate come la metalmeccanica, la cantieristica o il settore edile che sono sul mercato mondiale da anni. malgrado la disorganizzazione

delle aree produttive, sorte un po’ a casaccio e rimaste per lo più senza infrastrutture. Per fortu-na il territorio polesano è meno compromesso di altri e l’agricoltura non è stata sopraffatta dal cemento”.

Su cosa può fattivamente puntare quin-di il Polesine?

“Può contare soprattutto sulle 5-6 macro aree artigianali sulle quali occorre concentrare le aziende, servendole di infrastrutture con alta tecnologia e soprattutto di una rete per i trasporti che permetta di abbatte costi e tempi di consegna. Il Polesine potrebbe candidarsi a vincere questa sfi da”.

Potrebbe? “Potrebbe, se venisse realizzato il porto off-

shore per le grandi navi”Ma a quanto pare sembra verrà realizza-

to a Venezia, perché l’unica ad avere dei fon-dali idonei al pescaggio delle imbarcazioni.

“Venezia non ha nulla, quando il Mose sarà attivo potrà contare al massimo su 12 metri d’acqua davanti al suo porto, per trovare i 25-26 metri necessari, invece, dovrà spostarsi mol-to più vicina a Chioggia, ossia in una posizione molto più funzionale anche per il Delta del Po. Inoltre è in via di strutturazione anche una retta ferroviaria con lo scartamento compatibile con la linea russa che ricalca la direttrice dell’antica “via dell’ambra”, durante l’età del bronzo questa via permetteva al prezioso materiale di raggiungere dal Mediterraneo al Baltico. Forse anche chi non conosce nel dettaglio la storia antica, saprà che tale via attraversava anche il Polesine e anche se fosse Venezia la destinazione del terminal, sareb-be comunque sempre il porto off-shore il punto di riferimento dell’intera rete. Ora, non è diffi cile immaginare che quando tutto questo verrà realiz-

di Mauro Gambin

La realizzazione di diverse infrastrutture posizionerà la provincia di Rovigo al centro di un importante snodo viario

Sviluppo Intervista al presidente del Consvipo Angelo Zanellato

“La mobilità delle merci, il futuro del Polesine”

Attraverso la via dell’ambra le merci raggiungeranno la Russia in 3 giorni, oggi ne servono 10

zato il Polesine si troverà al centro di importanti assi viari rivolti verso economie crescenti come Russia e Cina, oggi ci voglio 10 giorni alle merci per raggingere Mosca e 25-26 per la Cina, con la via dell’ambra appena 3, e per quanto riguarda i grandi carichi immaginiamo l’importanza della via navigabile Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, ma anche la Nogara-mare, il cui proget-to è arrivato alla fase defi nitiva, e la Valdastico Sud che verrà ultima entro l’anno. Il futuro del Polesine a mio avviso non può che essere sulla mobilità delle merci”.

Quindi per il Polesine è più conveniente entrare a far parte della Pa.Tre.Ve o della Vi.Ve.Ro?

Senza dubbio della Vi.Ve.Ro, al Polesine non conviene essere la periferia di Venezia, con-viene molto di più diventare lo sbocco a mare di Verona e Vicenza e poter contare sulla città scaligera come un ponte con la Lombardia”.

Ma tutto questo traffi co in mare non an-drà ad infastidire un settore strategico, per il

Delta, come la pesca o il turismo di Rosolina, già ora con l’ipotesi della riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini gli animi paiono essere alquanto esacerbati?

“La piattaforma off-shore posizionata al lar-go di Chioggia potrebbe risolvere anche questo problema. Se la situazione rimanesse com’è le imbarcazioni per il rifornimento di carbone della centrale entrerebbero dal canale di Porto di Le-vante, che tra l’altro ogni sei mesi deve essere scavato, mentre se la piattaforma fosse Chiog-gia potrebbero arrivare a Porto Tolle attraverso una via d’acqua nell’entroterra risalendo il Po di Brondolo, fi no alla Conca di Volta, poi via Adige e Canalbianco ridiscendere lungo il Po fi no a alla Centrale. Pesca, turismo e ambiente verrebbero così risparmiati”.

Ci sono progetti per questa nuova via d’ac-qua?

No, per il momento non c’è ancora niente ma il Consvipo farà il possibile per poterla tra-sformare in realtà”.

Nella foto piccola il presidente Angelo Zanellato

24 Economia

Provinciadi Venezia

57 IMPIANTI

57

Provinciadi Padova

71 IMPIANTI

71

Provincia

di Ferrara65 IMPIANTI

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29Cultura provinciale

Polesine, terra di cinema e da cinema. Ossia, terra che ha prodotto cineasti di ottimo livello, ma an-che terra in grado di offrire location affascinanti

come poche. E’ questa la duplice idea alla base della presenza della Polesine fi lm commission alla 70esima mostra del cinema di Venezia. La realtà presieduta da Angelo Zanellato, infatti, sabato 31 agosto e domenica 1° settembre, è stata presente all’hotel Excelsior Lido di Venezia, nello stand della Regione del Veneto.

La due giorni è iniziata con una tavola rotonda, dal titolo “Il Polesine ed il cinema, registi a confronto”, che ha coinvolto cinque artisti della macchina da pre-sa che tutti hanno lavorato nella nostra provincia, con ottimi risul-tati: Christian Battiferro, Luigi Di Gianni, Salvatore Maira, Samad Zarmandili e Ivan Zuccon.

Proprio quest’ultimo, poi, ha raccontato la propria bella espe-rienza la domenica successiva: Zuccon, specialista in fi lm horror, ha infatti realizzato ben 35 pellicole, tradot-te in tantissimi paesi. L’ultima sua opera “Wrath of the crows”, girata proprio quest’anno, è stata interamente realizzata nella nostra provincia. Come, del resto, tutti gli altri lavori di questo prolifi co regista. Che, in questo fi lm, per il resto interamente affi dato a un cast stranie-ro, ha tuttavia inserito un altro artista polesano, vale a dire l’attore Matteo Tosi, rodigino.

Sempre nella stessa giornata di domenica, poi, è stata la volta di “Polesine, lo sguardo di un giovane regista”, con la proiezione del trailer, della durata di un

minuto e mezzo, del docufi lm realizzato dal giovane regista Ruben Garbellini, polesano, che ha in questa maniera fatto una vera e propria dichiarazione d’amore alla sua provincia. “E’ un’opera - ha spiegato - divisa in quattro parti, come quattro sono le stagioni. Un vero e proprio viaggio che ha il compito di fare conoscere la nostra terra, percorrendola dall’Alto al Basso Polesine”.

Infi ne, è stata la volta di una regista che ha scelto uno scorcio caratteristico di Adria, uno dei suoi vicoli, per un cortometraggio nel corso del quale, per tutti i 12 minuti che dura, non viene detta neppure una parola. In compenso, tuttavia, le 14 donne, italiane e straniere,

che ne sono protagoniste, alter-nandosi sulla scena, lanciano un messaggio molto, molto impor-tante, dal momento che prendo-no posizione contro la violenza di genere, della quale hanno fatto le spese sulla propria persona.

Questa, infatti, l’idea che sta alla base dell’opera pro-posta da Anita Gallimberti.

Insomma: due giorni vissuti intensamente. Nella speranza di dimostrare - e i risultati paiono avere dato alimento a questa speranza - che il Polesine è una terra che ha molto da dire, potendo contare su una schiera di artisti in grado di trasporre su pellicola emozioni e pensieri importanti. Ma, allo stesso tempo, il Polesine è anche una terra che può aiutare chi ha qualcosa da dire a farlo, offrendo le proprie meraviglie ai poeti del lungometraggio. E del cortometraggio.

di Lorenzo Zoli

Nello stand della Regione del Veneto sono stati presentati i registi che hanno lavorato nella nostra provincia e le loro opere

Arte e territorio Polesine fi lm commission alla mostra del cinema

Quando un territorio diventa pellicola

Il regista Ivan Zuccon e il set del suo fi lm interamente girato in provincia di Rovigo “Wrath of the crows”

Torna Musiké, la rassegna di musica, teatro e danza, organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e di Rovigo. Dopo il felice esito dei “bat-

tesimi del fuoco” introdotti nel 2012, l’attenzione di Musikè per i giovani musicisti quest’anno si concretizza nei concerti delle orchestre dei Conservatori di Adria, Rovigo e Padova.

Innovativa la formula che è stata ideata per le loro performance, dal momento che ognuno degli ensemble si esibirà, per così dire, “fuori casa”. Nel senso che il conservatorio di Padova si esibirà a Rovigo, quello di Rovigo a Padova, quello di Adria a Rovigo.

Prima di questo affascinante trittico, tuttavia, sarà il momento dell’atto primo, al quale sarà affi dato il compito di sollevare il sipario sull’edizione 2013 del-la rassegna. L’appuntamento, quindi, è fi ssato per lunedì 16 settembre a Padova, all’auditorium Pollini, dove Shlomo Mintz, uno dei maggiori violinisti viventi, accompagnerà cento giovani orchestrali dell’orchestra giovanile nazionale della Turchia. Ricco il programma di arie e melodie che allieterà la serata. E verdissima l’età degli artisti che saranno guidati nella performance dalla direzione del maestro Cem Mansur, che ha fondato il gruppo nel 2007: hanno tutti tra i 16 e i 22 anni al massimo. L’appuntamento successivo della rassegna, nel Padovano, sarà il 10 ottobre, a Cittadella, quando sarà di scena il trio Didier Laloy & S-tres.

musica classica

Lo.Zo.

Torna Musiké

E’ pronta a partire, a Rovigo, l’e-sperienza - una vera novità per la nostra città e provincia - della

scuola Palomar. Ossia la scuola di scrittura portata in Polesine dall’autore Mattia Signorini, che ha fatto ritorno alla propria terra d’origine dopo l’espe-rienza milanese. Una idea, quella della Palomar - che prende il nome dell’o-monimo romanzo di Italo Calvino - so-stenuta dall’Accademia dei Concordi, che tra l’altro ha fornito anche gli spazi, dalla Vicky Satlow Literary Agency e dal Sistema bibliotecario provinciale. In particolare, la seconda, importante agenzia letteraria, prenderà in carico i migliori talenti che usciranno dalla scuola, con l’impegno di proporli alle maggiori case editrici del nostro paese.

Tre le proposte della Palomar per l’anno in corso: in primo luogo, il master di narrazione, il cui scopo fondamentale è proprio quello di affi nare le tecniche narrative di ognuno. Le iscrizioni sono aperte sino al prossimo 30 settembre per la scuola di scrittura per la quale, tuttavia, i posti sono ormai esauriti. Le iscrizioni, quindi, si riapriranno a ottobre, con inizio delle nuove lezioni a gennaio 2014. Infi ne, il servizio di valutazione dei dattiloscritti, che è già attivo.

Come detto, la sede della scuola è all’Accademia dei Concordi e in-formazioni sulla sua attività possono essere richieste anche all’indirizzo di posta elettronica [email protected].

Letteratura

in breve

Una rassegna tutta dedicata alla magia del pianoforte e collocata in una cornice che

più ideale proprio non potrebbe essere: villa Centanin ad Arquà Petrarca, sede proprio della Fonda-zione musicale Masiero e Centanin e del Museo di pianoforti antichi, che espone una collezione di pianoforti del XVIII e XIX secolo di famosi co-struttori tedeschi, inglesi, francesi ed italiani. E’ proprio qui, infatti che, per tutto il mese di settembre, si susseguiranno gli appuntamenti della kermesse “Concerti in villa Centanin”. Grandi protagoni-sti saranno, oltre che gli autori, i pianoforti stessi, veri e propri pezzi di storia, oltre che opere d’arte. Eccoli: Pleyel (1850), Erard (1856), Boisselot (1840), Bösendorfer (1847), Stein (1784), Walter (fi ne XIX sec), Muller (1820), Steinway (inizio XX sec). Pianisti Franco Angeleri e Micaela Mingardo. Per infor-mazioni, è possibile fare capo al numero di telefono 0498020656, oppure al sito www.fondazionemusicale.it. Di seguito, il programma della rassegna. Dopo l’inizio di sabato 7 e domenica 8 settembre, dal titolo “Il poeta e il pianoforte”, con i pianisti Franco Angeleri e Micaela Mingardo, il fi ne settimana successivo appuntamento sempre sabato e domenica, la prima giornata alle 16.30, la seconda alle 10.30 e alle 16.30. I protagonisti saranno sempre loro, Angeleri e Mingardo, che questa volta si esibiranno sul tema “All’ungherese”. Con musiche di Beethoven, Schubert e Brahms. Il terzo fi ne settimana del mese, stessi giorni e stessi orari, sarà la volta di “Pianoforti romantici”, mentre, l’ultimo weekend, con medesimi orari e modalità, toccherà a “I pianoforti di Mozart”.

una rassegna dedicata al pianoforte“concerTi in villa cenTanin”

Si conclude sabato 14 settembre la rassegna “Teatro

nelle corti… e su le piaz-ze e su le are, sui àrzari o sui campi, ne le osterie e soto le tori...”. Un ap-puntamento dedicato agli amanti della recitazione e che ci ha accompagnato per tutta l’estate. Per l’ulti-mo “su il sipario” è stata scelta la bella cornice del parco adiacente il mulino Pizzon di Fratta Polesine. Una delle componenti chia-ve dello spettacolo sarà proprio l’ambientazione: non a caso, prima dell’inizio della rappresentazione, il professor Raffaele Peretto sarà autore di un breve excursus proprio sulla corte. Protagonista della serata sarà la compagnia teatra-le “Mondonovo” di Spinea, che porterà in scena un classico della commedia, ossia il “Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare”. Per informazio-ni e prenotazioni, è possibile fare capo al numero di cellulare 3472579102. La commedia, una tra le migliori di Shakespeare, è stata scritta in occasione di una festività di nozze. La storia procede per quattro vicende parallele confl uen-ti a una felice conclusione: una storia di nozze principesche, uno spericolato groviglio di equivoci fra quattro giovani innamorati confusi nei loro reciproci sentimenti per opera di magia; un contrasto fra esseri fantastici sovrani degli elfi e delle fate, un canovaccio da commedia dell’arte che introduce nell’opera il motivo del teatro nel teatro.

SpettacoliulTimo appunTamenTo con “TeaTro nelle corTi…”

Lo.Zo. Lo.Zo.Lo.Zo.

parTe la scuola di scriTTura palomar

Ambientato ad Adria il cortometraggio Anita Gallimberti contro la violenza

Lo scrittore rodigino Mattia Signorini

25Cultura provinciale

Page 26: Rovigo ago2013109

27

La stagione della verità. Quella in cui dire “scudetto”, non dovrebbe essere più un tabù, visti gli investimenti che sono sta-

ti fatti in casa rossoblù. Per i Bersaglieri del rugby, il prossimo campionato di Eccellenza - inizio il 21 settembre, in casa, con quelle Fiamme Oro Roma che si sono portate via l’ex enfant prodige Andrea Bacchetti - fornirà ben pochi alibi: se non si vince, o, almeno, non si convince appieno, ci sarà da mettersi attorno a un tavolo e domandarsi perché.

Questo, almeno, il sentire che si respira in città. Anche se, chi mastica di rugby da tempo, tende a non dare nulla per scontato. Perché, se è vero che molto si è investito, è altrettanto vero che molto è stato cambiato. E non sempre, nello sport, questo paga subi-to. E’ stato cambiato l’allenatore, con l’arrivo di coach Frati che, da Prato, dove guidava i Cavalieri, si è portato dietro un bel po’ di gio-catori di fi ducia. Per alcuni storici bersaglieri - Bacchetti, ma anche Reato, che ha scelto il ritiro - è arrivato il momento dell’addio.

Sul campo, il precampionato non ha dato indicazioni negative, anzi: la sconfi tta contro la Benetton Treviso, pesante nel pun-teggio, 43 a 0, è stata comunque vista come una buona prestazione dei rossoblù, dal pun-to di vista della grinta, dell’atteggiamento mentale e della tenuta fi sica. La seconda amichevole ha invece visto i ragazzi di Frati imporsi bene contro il Viadana, superato, tra le mura amiche del Battaglini, per 22 -5. In entrambi i match non ha ancora brillato Mirco Bergamasco, ma per lui ci sarà tempo, dal momento che prosegue sulla via del pieno

recupero dall’infortunio. Bene Mahoney, ca-pitano.

Insomma: una buona marcia verso la prima partita della stagione, in parte “mac-chiata”, tuttavia, da una pagina non bella, per quanto ancora tutta da chiarire. E che, sicuramente, non è nelle corde di una società come il Rovigo. Il riferimento è all’ospitata dei Bersaglieri, fi nita in rissa, di Ferragosto in uno stabilimento balneare dei Lidi, che ha avuto ampia eco sulle cronache.

La speranza di tutti, ora, è che si torni a parlare solo di mete. Fatte.

di Lorenzo Zoli

I rossoblù parlano di scudetto pallavolo

La società ha incaricato il coach Ste-fano Ferrari e lui ha “girato” l’onore e l’onere della scelta allo spogliatoio,

che ha proceduto nella maniera più de-mocratica possibile: votando. E’ in questa maniera - forse la migliore - che, alla fi ne, è stato scelto il capitano che sarà la prima voce delle giallonere della Beng in questa stagione che, per le ragazze di patron Monesi, si annuncia davvero speciale. Dal momento che saranno impegnate nel campionato di serie A2: come dire, l’anti-camera del paradiso, pallavolisticamente e sportivamente parlando. La scelte delle atlete è caduta su Elisa Peluso, giovane veterana: palleggiatrice, 31 anni e alle spalle una carriera di assoluto livello, iniziata a 14 anni nelle fi la del Cus Siena, in cui ha militato per due stagioni disputando altrettanti tornei nel campionato di serie B1. Tra 1996 e 1998, due stagioni nella massima serie con la maglia di Despar Perugia. Già nel 1995, comunque, l’approdo alla Sestese, nel campionato di serie A2, le aveva spalancato le porte della nazionale. Poi, una lunga serie di squadre, tra le quali Forlì, Torino, Collecchio, Isernia, Carpi. Nominati, sempre con il medesimo meccanismo, anche i due vicecapitani: la banda Laura Crepaldi e la centrale Roberta Brusegan.

Ora, è davvero tutto pronto per iniziare la stagione forse più affascinante del progetto Beng che, sino ad ora, si è dimostrato senza dubbio vincente, solido e anche baciato dalla buona sorte, il che non guasta mai. Via alle danze il prossimo 20 ottobre, con la prima giornata del campionato di andata. Le giallonere saranno a San Casciano per affrontare la compagine Il Bisonte. Il sogno, è domarlo.

voTazioni per la fascia di capiTano. eleTTa elisa peluso

Lo.Zo.

Rugby Al via il campionato di Eccellenza il prossimo 21 settembre

LO SPORT in PRIMO PIANO

Elisa PelusoNella foto il capitano Luke Mahoney

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ISOLA DELLA SCALA (VR)

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7 NOVEMBRE1 DICEMBRE2013ISOLA DELLA SCALA (VR)

7 NOVEMBRE1 DICEMBRE2013

ALLA 47a FIERA DEL RISO IL CHICCO AMA LA FESTALA FESTA

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12

IL VENETOin PRIMO PIANO

Il 2013 è stato denominato “anno eu-ropeo dell’aria”. Nel nostro caso però, “’anno europeo dello smog’ sarebbe

stato forse più realistico e appropriato viste le performance già segnalate nei primi mesi dell’anno delle città del Nord Italia in termi-ni di inquinamento atmosferico.

In buona sostanza quest’anno si sta attestando sui valori del 2012, quando in tutti i principali centri urbani sono stati superati i livelli di polveri fi ni (Pm10). Ben 51 città, tra le 95 monitorate da Legam-biente nell’ambito della classifi ca ‘PM10 ti tengo d’occhio’, hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge.

Così, alla vigilia dell’autunno il Mini-stero dell’Ambiente ha radunato a Milano gli assessori di Veneto, Lombardia, Friuli Ve-nezia Giulia, Trentino Alto Adige, Valle d’A-osta ed Emilia Roma-gna, ossia le regioni della Pianura Padana, avvelenate dallo smog.

L’obiettivo era quello di fare un’analisi delle possibili strategie utili a risolvere il pro-blema dell’inquinamento atmosferico, per il quale la Commissione Europea ha aperto un procedimento contro l’Italia.

Ormai è chiaro a tutti che i blocchi del traffi co a spot non servono a nulla e che

è sempre più urgente, invece, individuare interventi su area vasta, mirati prioritaria-mente a contrastare effi cacemente lo smog e, quindi, a ridurre le emissioni da traffi co, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni.

“Il bacino padano – afferma l’assesso-re veneto Maurizio Conte - presenta valori di inquinamento atmosferico superiori ai limiti di legge, in quanto paga le sfavorevoli condizioni meteoclimatiche, che rendono meno effi caci le misure prese, nonostante l’impegno delle Regioni non sia mai man-cato. Ora è necessario un forte impegno centrale. Solo così sarà possibile evitare in futuro nuove sanzioni”.

E il Ministero pare averlo capito e quel-lo di inizio settembre è stato solo un primo

incontro.“Saremo a Roma

– riferisce l’assessore Conte – ad inizio Ot-tobre per la fi rma di un accordo di program-ma. Certo è che la na-

tura morfologica di questo territorio avrebbe bisogno di regole ad hoc, soprattutto Roma e Bruxelles dovrebbero tener conto del fat-to che qui abbiamo il maggior numero di industrie d’Italia. Certo non chiediamo l’ab-bassamento dei limiti ma non è pensabile che in un momento di crisi come questo si chieda alle aziende di fare ulteriori sacrifi ci. Perciò chiederemo la defi scalizzazione degli

di Germana urbani

Al via un piano nazionale contro lo smog che avvelena la ValpadanaSecondo Legambiente, per ripulire l’aria della Pianura Padana la ricetta c’è già, si chiama mobilità sostenibile

Tra le ipotesi sul tavolo l’introduzione della “vignetta” per l’uso delle autostrade

Il Ministro incontra gli assessori all’Ambiente delle regioni interessate

investimenti sostenuti dalle imprese che do-vranno abbassare le emissioni.

Il Veneto, come del resto le altre Re-gioni, è tra i più evoluti a livello europeo per quanto riguarda i fattori di emissione nell’industria, nei trasporti e nel riscalda-mento. Peraltro l’impegno delle Regioni è stato riconosciuto anche da parte della Commissione Europea, ma ora è più che mai indispensabile soprattutto quello dello Stato”.

Ma a creare molti problemi di inquina-mento alla “conca” padana è anche il traf-fi co di attraversamento, il secondo punto all’ordine del giorno della riunione al Pirel-lone. La macro regione è infatti attraversata da un intreccio fi ttissimo di autostrade e superstrade percorse da residenti ma anche

dai Tir che dall’Est Europa si dirigono verso l’Ovest.

“Una delle ipotesi allo studio – riferisce l’assessore veneto all’ambiente – è l’intro-duzione della “vignetta”, la stessa che si compra per circolare in Austria o Slovenia. L’incasso sarebbe funzionale a sostenere un fondo per le politiche di contrasto alle Pm10”.

Certo è che, se questa andasse a so-stituire gli attuali pedaggi, sarebbe inutile perchè comunque resterebbero da pagare le Concessionarie. Quanto a blocchi del traffi -co e domeniche ecologiche pare assodato che queste misure servono davvero a poco. Mentre le targhe alterne restano un’ipotesi valida, purché siano stabilite in modo coor-dinato in un’area vasta.

“Al di là delle azioni messe in campo fi nora dalle Regioni – conclude Conte – è, di fatto, la prima volta che, con l’impegno del Ministero, si cercheranno di individuare e mettere in pratica degli interventi struttu-rali per l’intero bacino padano. Attraverso questo tavolo delle Regioni della Pianura Padana saranno confrontati e discussi dati per studiare azioni congiunte. Nel frattempo noi in Veneto, a ulteriore supporto di quanto già intrapreso per migliorare la situazione generale, stiamo stanziando incentivi per ri-sparmiare energia, quindi emissioni nocive, che riguardano l’illuminazione pubblica, lo svecchiamento del parco autobus e favorire l’utilizzo della geotermia”.

Maurizio Conte

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Page 29: Rovigo ago2013109

INVILLAANGELI

In tutti gli incontri sarà offerto buffet ed aperitivo.

Serata di apertura al pubblico con presentazione del progetto presenziato dalle Autorità locali e dalla Stampa.

28/09 orE 18.30

INAUGUrAZIoNE IN VILLA ANGELI

Elisa Bertaglia/Gabriele Grones/Elisa Rossi Evento nell’ambito della 9° Giornata Nazionale del Contemporaneo con accompagnamento musicale

05/10 orE 18.00

PrEsENtAZIoNE “sEDIMEtAZIoNI”

Accompagnamento musicale

12/10 orE 18.00

sErAtA DEsIGN & ArchItEttUrA

Concerto del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

19/10 orE 18.00

sErAtA MUsIcA cLAssIcA

“Poesia per chele e carapace”con Danilo Trombin e Musiche di Simone Piva e Raffaella Mori

29/09 orE 18.00

rEM DI DoMENIcA INcoNtrI LEttErArI

“Vento e l’ingegnere - Toni Cibotto e Gianfranco Scarpari, scrittori veneti”con Sandro Marchioro. Musiche a cura del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

06/10 orE 18.00rEM DI DoMENIcA INcoNtrI LEttErArI

“Tracce di viaggiatori in Polesine da Dante a Herbert” Antonio Lodo dialoga con Sergio Garbato. Musiche a cura del Conservatorio di musica di Adria “A. Buzzolla”

13/10 orE 18.00

rEM DI DoMENIcA INcoNtrI LEttErArI

“Adria prima di Adria: dalle prime ricerche alle più recenti novità”conversazione presieduta dalla Direttrice del Museo Archeologico di Adria dott.ssa Giovanna Gambacurta

20/10 orE 18.00

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13Il Veneto in primo piano

Guarda lontano Legambiente parlando di lotta allo smog e propone alla poli-tica di concordare insieme strategie di

mobilità sostenibile.“Per contrastare effi cacemente lo smog

servono interventi su area vasta, mirati a ridurre le emissioni da traffi co, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni Serve una capaci-ta’ politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilita’ a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di effi cienza e soddisfazio-ne”.

A dirlo sono Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, Damiano Di Simo-ne presidente di Legambiente Lombardia, Fabio Dovana, presidente Legambiente Pie-monte e Valle d’Aosta, Lorenzo Frattini,

presidente del regionale Emilia Romagna, che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla mobilita’ proprio in vista del vertice convocato dal Ministro dell’ambien-te Andrea Orlando a Milano .

Secondo gli esponenti dell’associazio-ne ambientalista non si può prescindere dai controlli. “Gli enti locali – affermano i pre-sidenti di Legambiente - continuano, infatti, a fare poco o a procedere in ordine sparso perchè manca una pianifi cazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità”.

“Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmo-sferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche

l’anno in corso. E a chiedere all’Italia mi-sure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fi ne anno e’ stata pure l’Eu-ropa con una sentenza della Corte di giusti-zia nei confronti del nostro Paese- dice la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni- evidentemente, il problema dell’in-quinamento e delle città invase dal traffi co non può più essere affrontato in maniera parziale e limitata”.

L’anno europeo dell’aria vede l’Italia molto indietro nella raccolta dei dati. Anco-ra oggi sono disponibili i dati di poche città e tra quelle monitorate da Legambiente i valori del Pm2.5 sono fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Pa-dova e Milano con un valore medio annuo

compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo.

“Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare registro - hanno concluso i presi-denti regionali di Legambiente -, chieda di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle autostrade pre-viste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sosteni-bilità e rapporto costi-benefi ci, cancellando ogni fi nanziamento per i progetti che non superano il vaglio. Con le risorse risparmia-te potremmo fi nanziare uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, e ottenere una durevole riduzione delle per-correnze automobilistiche e commerciali a benefi cio della mobilità collettiva”.

di Germana urbani

Urgente uscire dall’emergenza sanitaria causata dal Pm10

Legambiente: contro lo smog investiamo su mobilità sostenibile

Finanziamo, invece che nuove strade, uno dei sistemi di TPL interregionale più avanzati d’Europa, per una riduzione del traffi co automobilistico e commerciale

focus

Secondo gli ambientalisti c’è bisogno di una profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che attengono alla mobilità di un’area ad alta densità demografi -ca e ad altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana. Continuare,

infatti, a realizzare le grandi infrastrutture stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all’inutile ramo di TI_BRE a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o l’auto-strada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità più effi ciente e meno inquinante.

Lavoratori e cittadini del Nord Italia hanno bisogno di servizi di TPL urbano e regionale adeguati, più frequenti e affi dabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed effi ciente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee ferroviarie già esistenti.

più ferrovia meno gomma

31Il Veneto in primo piano

Sarà il prossimo

Einstein?Nome

Cognome

Via n°

Cap Città Prov

Tel Cell

E-mail

Data e luogo

Firma

Per ricevere le informazioni sul bambino e la comunità che potrai sostenere, spedisci in busta chiusa il coupon qui riportato a: ActionAid - Via Broggi 19/A - 20129 Milano, invialo via fax al numero 02/29537373 oppure chiamaci allo 02/742001.

Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano, via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. Marco De Ponte, domiciliato presso AA; c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dai responsabili e dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per l’invio del materiale da Lei richiesto e per il perseguimento delle attività di solidarietà e beneficenza svolte da AA; d) i Suoi dati saranno comunicati a terzi esclusivamente per consentire l’invio del materiale informativo; e) il conferimento dei dati è facoltativo, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta; f) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all’indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all’invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati.

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32 Il Veneto in primo piano

Ogni anno a settembre il mondo agri-colo e tutto ciò che in Veneto gira in-torno alla viticoltura guardano con ap-

prensione alle previsioni per la vendemmia. Il “vigneto veneto” con i suoi 11 milioni di quintali d’uva e un giro d’affari di miliardi di euro è una delle eccellenze agroalimentari della nostra regione che vanta un ottimo successo all’estero e alimenta un mercato che finora non ha conosciuto crisi. Prosec-co e Amarone, ma anche Merlot, Cabernet, Moscato e tutte le principali varietà di vini bianchi e rossi che si fregiano di oltre una ventina di Doc e alcuen prestigiose Docg sono un patrimonio della nostra terra, la cui resa però deve fare i conti anche con l’an-damento climatico. Mai come quest’anno, confermano i tecnici di Veneto Agricoltura durante il consueto incontro nei giorni della vendemmia, il clima ha influito pesantemen-te in vigneto. Piogge torrenziali e freddo fino all’inizio dell’estate, poi caldo e siccità, compresa la grandine che ha letteralmente distrutto alcuni vigneti di pregio. In ogni caso

la produzione è salva e la qualità accettabi-le, aggiungono gli esperti, tanto che per le uve bianche la produzione 2013 dovrebbe attestarsi attorno al 5-10% in più rispetto allo scorso anno, mentre per le uve nere la quantità dovrebbe rimanere invariata. “Il dato è senz’altro positivo - spiega Giuseppe Nezzo, commissario di Veneto Agricoltura - se si considera com’era partita la stagione caratterizzata, fino quasi alla fine di giugno, da abbondanti precipitazioni e basse tem-perature che avevano creato forti preoccu-pazioni per vari problemi di ordine sanitario nei vigneti. Con l’arrivo del caldo estivo, nell’ultima decade di giugno la situazione si è fortunatamente raddrizzata, trascinando però fino alla vendemmia un ritardo nella maturazione delle uve di 10-15 giorni ri-spetto al 2012”. “In Veneto la produzione, sotto il profilo quantitativo, - aggiunge Diego Tomasi - si presenta a macchia di leopardo, con incrementi e cali delle rese rispetto allo scorso. In calo la produzione nel veneziano (-5/10%) con Merlot, Glera e Chardonnay

annunciate attorno al -5%. Nel rodigino, addirittura, si prevedono riduzioni anche del -20/30%, dovute a importanti estirpi e forti grandinate registrate nelle scorse settimane. Segno positivo invece per i Colli Euganei e il territorio provinciale, dove l’incremento dovrebbe attestarsi attorno al +10/12%. A Verona si attende un incremento delle uve Chardonnay (+5%), Garganega (+0-5%), Corvinone (+5/10%), Merlot (+5%), mentre un calo dovrebbe interessare le uve della varietà Corvina (-5%) e Rondinella (-15/20%). A Treviso è previsto un leggero incremento quantitativo delle uve bianche (+3/4%), mentre la produzione di uve nere dovrebbe rimanere invariata. Per la Glera (Prosecco) l’aumento dovrebbe raggiungere addirittura il +5/10% e per lo Chardonnay il +5%. Per il Merlot la produzione dovreb-be rimanere invariata. Ricordiamo che nel 2012 le due province di Treviso e Verona da sole avevano prodotto oltre 8 milioni e 400 mila quintali di uva, i tre quarti della produ-zione complessiva nel Veneto”. Intanto gli

addetti ai lavori cercano di fare sistema e l’assessore Franco Manzato lancia, un net-work per l’innovazione vitivinicola. Si tratta di una rete tra quanti operano nell’ambito di questo segmento, strategico per raggiun-gere nuovi traguardi di qualità, tipicità e di mercato, rispetto al quale la Regione sarà capofila e farà da coordinamento tra le at-tività. Il progetto si propone di ridefinire e riorganizzare i rapporti tra i diversi soggetti che già operano nelle aree della ricerca, spe-rimentazione e formazione realizzare una

maggiore efficienza operativa e migliorare la capacità di produrre innovazione applicata in enologia e viticoltura. “La dinamicità che ca-ratterizza il settore ed il livello professionale e imprenditoriale degli operatori – conclude Manzato – necessita di adeguate risposte, con riferimento al processo produttivo a par-tire dagli aspetti inerenti alla produzione viti-cola fino al condizionamento del prodotto in funzione della sua immissione al consumo. Il tutto entro un quadro di risorse che vanno ottimizzate”.

di Nicola Stievano

In aumento la quantità delle uve bianche, stabili i rossi. In calo Venezia e Rovigo, bene Padova e Treviso

Vendemmia 2013 Annata anomala, influenzata dal clima bizzarro con tanta pioggia e freddo fino alle porte dell’estate

Il vigneto Veneto tiene le posizioni, qualità discreta

Grandine & cinghiali: estate da dimen-ticare per centinaia di agricoltori del Veneto meridionale. In Polesine una

violenta grandinata qualche giorno prima di ferragosto ha messo in ginocchio la produ-zione agricola in buona parte della provincia, in particolare nell’Alto Polesine dove vigneti e coltivazioni a pieno campo, frutteti e orti sono andati completamente distrutti. Colpiti a macchia di leopardo anche alcuni territori della Bassa Padovana, in particolare a sud di Este e Montagnana, dove a fine agosto grandine e vento forte hanno colpito diverse colture. Sui Colli Euganei, intanto, imperver-sano i cinghiali, voraci di uva e di ogni gene-re di prodotto commestibile. Un fenomeno incontrollato che ha assunto dimensioni al-larmanti per gli agricoltori. Nell’Alto Polesine la gradine e la tromba d’aria hanno distrutto migliaia di ettari di terreno agricolo. Mauro Giuriolo, presidente provinciale di Coldiretti Rovigo, parla di “apocalisse nelle aziende agricole altopolesane”. “La produzione frut-ticola - spiega - è azzerata per quest’anno e per il prossimo: i frutteti sono distrutti e questo farà perdere anche il raccolto della prossima annata, perché la reazione degli alberi sfregiati nella corteccia sarà di di-schiudere le gemme che sarebbero servite il prossimo anno. Del mais è rimasto lo stelo, delle barbabietole solo le radici. Dove non è arrivata la grandine ci ha pensato il vento forte, anche sotto le reti e che si è portato via la tettoia di un impianto di biogas appe-

na costruita in un’azienda fra Lendinara e Canda; la bufera ha divelto e scoperchiato le serre e i tunnel. Le orticole in campo sono andate perdute. I danni appaiono molto più gravi di quanto ci eravamo prospettati, non solo alle produzione, ma anche alle struttu-re”. Sui Colli Euganei i cinghiali sono ormai un flagello. I danni ai vigneti sono notevoli, denunciano i viticoltori di tutta l’area euga-nea, da Vò ad Arquà, da Teolo a Cinto, da Este a Torreglia ma anche a Baone, Galzi-gnano, Rovolon. Quintali e quintali d’uva divorata dai cinghiali o danneggiata, una perdita di produzione che si annuncia ancor più grave dello scorso anno, quando decine di aziende avevano dovuto fare i conti con queste razzie. I produttori sono esasperati e impotenti, ogni mattina costretti a fare la conta dei danni e a scoprire vigneti distrutti. All’ordine del giorno le segnalazioni al Parco Colli Euganei e ai Comuni. Coldiretti Padova torna a chiedere l’immediata applicazione di un capillare piano di abbattimento.

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21Cultura veneta

Alle ore 22.39 del 9 ottobre 1963 una frana di circa 270 milioni di m³ di roccia si staccò dal fi anco del mon-te Toc precipitando nell’invaso creato artifi cialmente per

trattenere le acque del torrente Vajont e alimentare le turbine di una centrale idroelettrica. Vajont, infatti, era il nome di un corso d’acqua e della valle che si era scavato nei millenni. Poi lo stesso nome venne esteso alla diga, forse per osmosi, e oggi per la maggior parte di chi lo ricorda, Vajont, è soprattutto il nome di un disastro. Come Frejus, come Ustica, come Piazza Fontana quando una catastrofe accade per mano umana, prende il nome di ciò che gli sta attorno, mai quello di chi l’ha provocata. Eppure i responsabili di questa tragedia vennero individuati. La colpa fu degli uomini di una società idroelettri-ca veneziana che non vollero arrendersi davanti al fallimento di un progetto e all’ipotesi di mandare in fumo investimenti per diversi miliardi di lire di allora. Vajont prima di essere tra-gedia, infatti, era stato il fulgente sogno di un’Italia autarchi-ca che immaginava il proprio futuro illuminato dalla corrente prodotta dalle centrali idroelettriche. Grande Vajont, per la

precisione, sulle carte degli ingegneri della Società Adriatica di Elettricità, era una banca dell’acqua, un bacino che avrebbe dovuto raccogliere l’acqua scesa a valle attraverso il Vajont da altre sei centrali per alimentare le turbine della centrale nei periodi in cui i fi umi erano in secca o ghiacciati. Vajont era l’ultimo grande salto d’acqua prima che la fl uida forza cineti-

ca raggiungesse il Piave e poi il mare. Quanta acqua? 168,715 milioni di metri cubi, momentaneamente trat-tenuti dalla diga più alta al mondo, il cui impiego avrebbe prodotto il 15% del fabbisogno elettrico di allo-ra. Indubbiamente sarebbe stato un

grande investimento se l’impianto avesse funzionato, se il Toc, invece di un ghiaione marcio, fosse stato una sponda granitica solida indifferente al salire e allo scendere del livello d’acqua del bacino idrico. Non fu così ma per gli amministra-tori e per gli ingegneri della Sade l’impianto dovette rimanere come lo avevano immaginato: funzionante e soprattutto re-munerativo. Cinismo e impudenza portarono addirittura alla vendita della fabbrica dell’energia all’Enel, malgrado da tem-po i segni della frana che si sarebbe staccata erano più che

evidenti. Solo alla cecità dello Stato, defi niamolo convinto e fi ducioso in quel progetto positivista, sfuggì che dietro si na-scondeva l’opportunità di un lucroso interesse. Le conseguen-ze della frana sarebbero potute essere differenti, il numero dei morti sarebbe potuto essere minore se Longarone fosse stata sgombrata la notte del disastro e infi ne se su tutto non avesse prevalso il senso dell’affare. Ecco il punto, quest’anno ricorrono i 50 anni dalla tragedia, attraverso un certo numero di iniziative verranno ricordati i pochi minuti che sono stati necessari all’onda, provocata dalla frana, per distruggere una valle, la vita di duemila persone e di tutti gli altri che di quei duemila corpi erano abituati a ritenersi famiglia e a chiamare casa quella valle. Verrà ricordato tutto ciò che quell’acqua ha spazzato via ma sarà opportuno ricordare anche ciò che la stessa acqua non ha cancellato: quel cinismo cieco e quella politica dell’affare uscita intonsa dalla catastrofe del Vajont e arrivata tale e quale ai giorni mostri. Alle cerimonie saranno presenti probabilmente il capo del Governo, Enrico Letta. Se il

suo esecutivo non fi nirà in crisi, il presidente del Consiglio sarà ai piedi della diga nei giorni immediatamente precedenti o successivi al 9 ottobre. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, probabilmente anche lui salirà a Longarone. Ma un posto d’onore dovrebbe spettare a don Albino Bizzotto che proprio in questi giorni, attraverso una protesta fatta di un prolungato digiuno, ha fatto rifl ettere questa regione sul malaffare che spesso si cela dietro le cosiddette grandi opere. Il coraggioso sacerdote padovano fondatore dell’associazione “Beati costruttori di pace”, ha chiesto che la Terra non venga più trattata come semplice cantiere, cava e discarica per gli appetiti e interessi di chi continua a speculare, che la politi-ca delle grandi opere non sia mero affare e distruzione del territorio che non porta benefi cio alcuno alle comunità locali. Parole che don Albino ha pronunciato per commentare quan-to accade ai giorni nostri e per questo, credo, siano il modo migliore per ricordare soprattutto la tragedia di 50 anni fa.

di Mauro Gambin

Fu il cinismo, l’impudenza, la speculazione a creare le proporzioni della tragedia. Un senso dell’affare sopravissuto alla tragedia e contro il quale don Albino Bizzotto ha protestato di recente

Commemorazioni Sono passati 50 anni dall’onda che uccise più di due mila personea

Vajont un disastro rimasto attuale

La foto della diga e in basso le operazioni di recupero dei cadaveri

La centrale avrebbe prodotto il 15% del fabbisogno elettrico di allora

35Cultura veneta

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A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, con la ripresa dalla pausa estiva, che mi auguro abbiate trascorso nel modo migliore insieme alle persone a Voi più care, la rubrica viene interessata dal quesito propostomi da un lettore, che per motivi di riservatezza indicherò con le sole iniziali M.S., ed avente per oggetto la validità o meno di un testamento pubblico fatto dal nonno.Nello specifico il lettore, sig. M.S., evidenzia nel proprio scritto che il nonno, incapace di leggere e scrivere, si è recato presso un notaio per dichiarare, con testamento pubblico, la volontà di lasciare ai due figli maschi la propria abitazione e alle due figlie femmine una quota di legittima in denaro. Tuttavia, dopo due anni dalla pubblicazione del testamento, le figlie del testatore, ritenendo iniqua la ripartizione, si erano rivolte ad un avvocato il quale sosteneva la possibilità di annullare il testamento pubblico in quanto, considerato l’analfabetismo del padre - de cuius-, il notaio avrebbe dovuto redigere lo stesso alla presenza di quattro anziché due testimoni come in realtà avvenuto.

Prima di rispondere al quesito relativo la validità del testamento pubblico prestato dal nonno del sig. M.S., ritengo opportuno delineare, seppur brevemente, le particolarità di tale forma testamentaria soffermandomi poi sul numero dei testimoni richiesti dalla legge per la valida formazione dell’atto. Il testamento è quell’atto con il quale un soggetto dispone delle proprie sostanze per il momento in cui avrà cessato di vivere. Il nostro codice civile contempla diverse forme di testamento e, precisamente, quelle ordinarie e quelle speciali. I testamenti ordinari sono rispettivamente, il testamento olografo e il testamento per atto di notaio. Quest’ultimo può essere pubblico o segreto.Dunque, il testamento pubblico è un testamento notarile o ancor più precisamente è un atto con il quale il notaio, che riceve la volontà testamentaria del testatore, provvede a dare forma scritta alle disposizioni del testatore dandone successivamente lettura allo stesso alla presenza dei testimoni. Segue poi la sottoscrizione dell’atto da parte del testatore, dei testimoni e del notaio.La forma del testamento pubblico presenta il

duplice vantaggio di poter essere disposto da tutti (anche da chi non sa o non può leggere e/o scrivere) e di essere sottoposto all’accertamento dell’effettiva volontà del testatore. Presenta tuttavia lo svantaggio di un rigoroso formalismo, della mancanza di assoluta segretezza e della sua onerosità.Il processo di formazione del testamento pubblico si compone di molteplici passaggi, tra cui, ai fini del quesito in esame, assume rilievo proprio la presenza dei testimoni che ha quale scopo quello di garantire la fedele riproduzione delle volontà del testatore e l’assenza di una qualsivoglia influenza da parte del notaio.I testimoni devono essere maggiori d’età, pienamente capaci e non devono avere interessi nel redigendo atto. L’art. 603 del codice civile contempla la presenza dei testimoni nel numero di due. Tuttavia, in determinati casi, in cui l’esigenza di tutela della volontà testamentaria è particolarmente sensibile, il numero dei testimoni sale a quattro. Tale eventualità è espressamente prevista dal quarto comma dell’art. 603 c.c. che prescrive la presenza di quattro testimoni

ove il testatore oltre che muto, sordo o sordomuto “sia incapace anche di leggere”. Tenuto conto delle informazioni fornite dal sig. M.S. e del dettato normativo al riguardo, si può con ragione ritenere che il numero di testimoni necessari per validamente formare il testamento pubblico del nonno era di due in quanto solo incapace di leggere e scrivere e non anche sordo e/o muto al momento della dichiarazione testamentaria. Ciò trova conferma anche nella migliore dottrina e nella giurisprudenza consolidata (Cass. Civ. Sez. II, 3.06.1983, n. 3939) che confermano quanto sopra ovvero che solo quando all’incapacità di udito e/o parola si aggiunga l’incapacità di leggere l’ordinamento impone una garanzia ancora maggiore cioè la presenza di quattro testimoni invece dei due normalmente richiesti.

affari di famiglia

Testamento pubblico fatto da soggetto incapace di leggere e scrivere. Quanti i testimoni necessari a renderlo valido?

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

36 Rubriche

CuCina

CRESPELLE AI PISELLINI, BURRATA E GRANELLA DI NOCCIOLEUna preparazione all’apparenza dolce, per la presenza di nocciole e pisellini, ma in realtà presenta anche note pepate e speziate. le crespelle preparate

con il semolino hanno Una consistenza più rUvida di qUelle classiche, all’interno Una farcia con pisellini delicati e filante bUrrata che, proprio grazie al sUo latte, mantiene la preparazione molto morbida. la nota croccante è stata data dalle nocciole, disposte in sUperficie a creare Una crosticina dolce al pUnto giUsto ed insaporita con il parmigiano.

IngredIentI per 5 persone: per le crespelle: 3 cUcch semolino, 3 e ½ cUcch farina 00, latte condensato, latte, 3 Uova, 1 cUcch margarina, cUrry, sale. per la farcia: 440g pisellini di baone, 350g bUrrata, 50g, nocciole, 2 cUcch olio evo, 1 cUcch.no olio aromatizzato alle acciUghe e peperoncino, cUrry, sale. per la besciamella: 350ml latte, 35g margarina, 35g farina 00, 1 cUcch formaggio parmigiano grattUgiato, 2 cUcch.ni olio aromatizzato alle acciUghe e peperoncino, noce moscata, sale, pepe nero

procedImento: preparare la pastella per le crespelle: sbattere le Uova con il sale; in Una ciotola setacciare la farina con il semolino e, aiUtandosi con il latte, ottenere Una pasta morbida. Unire le Uova al composto di farine, Un po’ di latte condensato ed insaporire il tUtto con il cUrry. lasciare riposare in frigo per circa 20 minUti. sciogliere la margarina sUlla piastra e fare le crespelle, versando il composto a cUcchiaiate e stendendo bene. in Una padella con l’olio evo, scaldare i pisellini; portare a cottUra con acqUa ed insaporire con sale, cUrry e l’olio aromatizzato alle acciUghe e peperoncino. tritare le nocciole ed Unirne Un cUcchiaio ai pisellini. per la besciamella: sciogliere la margarina in Un pentolino, Unire la farina qUindi versare il latte, facendo attenzione che non si formino grUmi. insaporire con sale e noce moscata, lasciando sUl fUoco finchè non si addensa, sempre continUando a mescolare. frUllare dUe cUcchiai di pisellini ed amalgamarli alla besciamella, assieme all’olio aromatizzato alle acciUghe e peperoncino, mescolando bene. farcire le crespelle con i pisellini e distribUire la bUrrata; chiUdere ad involtino e disporre sUl piatto crisp, precedentemente bagnato con il latte della bUrrata. coprire le crespelle con la besciamella, spolverare di pepe nero e con la rimanente granella di nocciole. bagnare il tUtto con Un po’ di latte per far si che rimangano morbide. cUocere in forno a microonde con fUnzione crisp per circa 7 minUti, cospargere con il formaggio parmigiano e cUocere per altri 3 minUti. manuela e sIlvIa bIzzo

COCKTailS I CONSIGLI DI PAOLO IL CAffè DEI SOGNI PERDUTI

IngredIentI :si prepara direttamente nel ballon, 1 cUcchiaino di zUcchero di canna, 2/10 caffè hag, 2/10 caf caffè borsci, 3/10 zabov moccia, 3/10, panna fresca lactis, polvere di caffè sU tUtto

by Paolo Marani

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la riCeTTa

ROTOLO DI mAIALINO

IngredIentI 1 pancia di maialino da 600 gr., 100 gr. filetto di maialino, 50 gr. di zenzero, aromi (salvia, rosamrino, timo, prezzemolo), 1 mela verde, 4 tipi di insalatina (valeriana, lollo, riccia, gentilina), olio di oliva e aceto di mele q.b.

esecuzIone sgrassare bene la pancia del maialino, ed aprire come Un portafoglio. salare ,pepare, inserire gli aromi tritati e lo zenzero. qUindi aggiUngere il filetto, arrotolare il tUtto e legare bene con Uno spago. rosolare - in Una casserUola ovale d’allUminio - perfettamente sU tUtti i lati, bagnate con vino, aggiUngere gli aromi e lasciare cUocere lentamente per 1 ora. lavare bene le insalate, disporre sUi piatti, salare e condire con la vinaigrette di mele, aggiUngere le mele tagliate a fiammifero e il rotolo di maialino a fettine sottili

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bIlancIaDAL 2 3/09AL 22/10FASCINO evitate at-

teggiamenti polemici e poco inclini a slanci passion-

ali. non aiUtano a mettere a fUoco i desideri · SALUTE la forma mUs-colare non sarà ai massimi livelli: evitate discipline pesanti o dai toni troppo agonistici

scorpIoneDAL 23/10AL 22/11FASCINO pas-

sione alle stelle che potrà godersi

la congiUnzione astrale che alleg-gerirà l’atmosfera con Un salUtare ottimismo · SALUTE sarete gratifi-cati per agilità, salUte, forma men-tale. dopo la metà del mese sceg-liete discipline come la danza

sagIttarIoDAL 23/11AL 21/12

FASCINO il partner smetterà di tarparvi le ali con la sUa ecces-

siva pUntigliosità: molte le occasioni per nUovi incontri SALUTE Un recUpero di resistenza e flessibilità, con la possibilità di eventUali terapie mirate in caso di piccoli distUrbi

caprIcornoDAL 22/12AL 20/01FASCINO il consi-

glio è di recUperare il dialogo e di coltivare l’attitUdine all’intimità emotiva. ammorbidite il carattere · SALUTE adottate Un regime dietetico più leggero: ri-dUcete i cibi proteici e aUmentate acqUa, frUtta e verdUra

acQuarIoDAL 21/01AL 19/02FASCINO vi accorgerete che la roUtine pUÒ riser-

vare anche qUalche pi-acevole sorpresa: che lo facciate per neces-sità o per virtù· SALUTE

continUate a fare esercizio. Una dieta eqUilibrata e gli sport ac-qUatici saranno corroboranti per la salUte

pescI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO Un po’

soffrirete per i malintesi e Un dia-logo non ottimale con il partner. poi perÒ ci sarà completezza amo-rosa · SALUTE settembre vi vedrà reattivi, dinamici e con il tono dell’Umore che virerà verso il bello stabile. terapie dolci

arIeteDAL 21/03

AL 20/04FASCINO più che i mordi e fUggi, sa-

ranno premianti tattiche meno dirette, basate anche sU Un re-cUpero del romanticismo · SALUTE Un minimo di attenzione all’alimentazione e alla qUalità del sonno vi tornerà Utilissima. occhio all’approccio al fitness

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