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PERiODiCO DELLA SEZiONE ALPiNi Di VALDOBBiADENE Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981 PERiODiCO DELLA SEZiONE ALPiNi Di VALDOBBiADENE Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981 Anno XXXV Dicembre 2015 Buone Feste POSTE ITALIANE SPA Sp. Ab. PT DCB NE/TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 co.2 - TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE Il Piave mormorava…

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PERiODiCO DELLA SEZiONE ALPiNi Di VALDOBBiADENE

Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981 POSTE ITALIANE SPA - Sped. Abb. Postale - 70% NE/TV- TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE

PERiODiCO DELLA SEZiONE ALPiNi Di VALDOBBiADENE

Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981

Anno XXXV Dicembre 2015

Buone Feste

POSTE ITALIANE SPA Sp. Ab. PT DCB NE/TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 co.2 - TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE

Il Piave mormorava…

Page 2: ALPINI 2015 2 - anavaldobbiadene.it

SALUTO DEL PRESIDENTECari alpini e amici degli alpini“Si ha l’età che si sente d’avere”, diceva il pro-

tagonista dei Buddenbrook, nell’omonimo libro di Thomas Mann. Un concetto più che mai attuale: non siamo tutti convinti che l’anagrafe sia un semplice “stato dell’anima”, del tutto indipendente dalla data di nascita?

Riguardandoci in vecchie fotografi e, un po’ in-giallite dal tempo, scattate durante Adunate Nazio-nali di tanti anni fa, osserviamo la nostra bella età giovanile, asciutti, atletici e con basette e capelli da Figli dei Fiori. Rivedendoci ora constatiamo che gli anni hanno fatto la loro parte: pance più o meno debordanti sopra le cinture, i capelli, (quelli rimasti), che vanno dal grigio al bianco neve e qualcuno anche leggermente ingobbito.

Tutto ciò comunque non ferma la nostra voglia di vivere e soprattutto di fare. Lo notiamo sfogliando i periodici di tutte le Sezioni Alpine. In essi leggiamo articoli pieni di attività che spaziano da quelle a carattere associativo, culturale e di altruismo.

Vuol dire che se anche le nostra fi la si stanno assottiglian-do di anno in anno siamo ancora effi cienti e pronti a cogliere situazioni di bisogno per le quali è nota la nostra generosità; di questa ce ne sarà bisogno negli anni a venire. Il mondo che si affaccia sul Mediterraneo sta esplodendo e noi, (come italiani), non siamo esenti da colpe.

Non possiamo rimanere indifferenti ai patimenti e alle sof-ferenze di tanta gente profuga dalle guerre. Chiedono aiuto esattamente come la nostra gente, profuga, l’aveva chiesta cent’anni fa ai friulani, agli emiliani e a tutto il resto d’Italia e, in seguito, al resto del mondo innescando così uno dei più grandi esodi di massa, della nostra popolazione, in cerca di lavoro in nuovi continenti oltremare. E noi alpini ancora troppo spesso cosa facciamo?

Continuiamo in sterili polemiche ogni volta che un prete dice che la parola “armi” ha il signifi cato che si legge nel vocabolario. Pensiamo forse che il Padreterno si compiaccia di tutto ciò e aspetti il prossimo numero de “L’Alpino”, (quello di Novembre 2015), per vedere se ci sono ancora 13 pagine sull’argomento mentre noi ci voltiamo dall’altra parte e non vogliamo vedere ciò che ci circonda? Vuol dire che non abbiamo il coraggio di guardare negli occhi questi disperati perché ci creano imbarazzo, fastidio, impegno e, talvolta, anche contrasto all’interno della nostra Associazione.

Se tutto ciò è vero signifi ca che ci stiamo adagiando sul nostro benessere e più che difendere la nostra millenaria civiltà cristiana difendiamo il nostro egoismo. Cerchiamo di non soccorrere solo coloro che, colpiti da calamità naturali, non ci creano problemi e perdita di tempo e dopo una setti-mana d’aiuto si ritorna a casa. Non dimentichiamo che nel secolo scorso siamo stati noi, (e sempre per primi), invadere e “minacciare” le millenarie civiltà altrui portando la guerra, (sia con armi intese in un modo che nell’altro), in territori stranieri e lontani dalla nostra Italia, in particolar modo nelle campagne d’Africa e nei Balcani. Questo non lo dobbiamo dimenticare.

Onoriamo quello che scriviamo negli striscioni delle no-stre adunate; frasi semplici ma piene di umanità, solidarietà e generosità. Sono sicuro che solo così il Padreterno saprà perdonare tutti coloro che interpretano la parola “armi” anche

PresidenteVALENTINO BARONDirettore responsabile GIANPAOLO SASSO

Comitato di RedazioneGuido Bollotto, Giuliano

Adami, Onorio Miotto Alberico Oregna

Marco Speranzon

POSTE ITALIANE SPA Sp. Ab. PT DCB TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 c.2TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE Tiratura 2.400 copie Chiuso il 05/12/2015

www.anavaldobbiadene.it

Periodico della Sezione Alpini Valdobbiadene

Reg.Tribunale di Trevison. 468/81 del 9/02/1981Fotolito e composizione:

Editronic Cornudatel. 0423.839655 [email protected]

Stampa:Grafi che Segusino Stampa

Tel.0423 [email protected]

con più signifi cati.Per concludere cari alpini e amici degli alpini,

vi faccio tanti auguri di Buon Natale e Felice 2016. Un altro anno è passato e, seppur carico d’impegni associativi, è stato sempre un piacere per me pre-sentarmi nelle varie manifestazioni alpine come il presidente della sezione di Valdobbiadene. Segno che i miei alpini sanno come comportarsi e farsi onore nelle occasioni che contano. Porgo gli au-guri, a nome mio, del Consiglio Direttivo e di tutta la Sezione, alla madrina Gabriella, ai Sindaci di Valdobbiadene, Segusino, Vidor, Farra di Soligo e

Moriago della Battaglia. Un abbraccio e un affettuoso augurio di Buone Feste ai familiari dei nostri alpini “andati avanti” e che il Natale vi sia sereno.

Viva gli Alpini, Viva l’Italia.Valentino Baron

L’ANA ABRUZZI IN VISITA ALL’ISOLA DEI MORTISabato 5 Settembre abbiamo avuto la gradita visita del

Presidente ANA Abruzzi Giovanni di Natale.Di ritorno dal raduno sul Monte Tomba il presidente ha

colto l’ occasione per visitare l’Isola dei Morti a Moriago accompagnato da un suo capogruppo ed un alpino che aveva fatto il giuramento proprio qui.

Abbiamo trascorso insieme una bella giornata. Colgo qui l’occasione per ringraziare la nostra Santina per la disponibilità e collaborazione dimostrata anche in questa occasione.

L’Alpin del Piave2 N. 2 - Dicembre 2015

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Sabato 31 Ottobre, i quattro presidenti delle sezioni ANA trevigiane (Raffaele Panno per Treviso, Giuseppe Bene-detti per Conegliano, Angelo Biz per Vittorio Veneto ed il sottoscritto Valentino Baron per Valdobbiadene) si sono recati alla Sede nazionale per presentare la candidatura dell’ Adunata del Piave; erano presenti anche gli amici di Modena a sostegno della rispettiva candidatura. Prima della votazione eravamo tutti tesi; all’esito della votazione Raffaele Panno ci ha comunicato quasi in lacrime che era stata scelta Treviso con 15 voti su 23! Abbiamo tutti esultato pieni di gioia.

Il presidente di Modena Franco Muzzarelli, ovviamente amareggiato ma senza astio, ci ha dato l’arrivederci a Treviso.

Adesso ci aspetta un bell’impegno, ma sapremo affron-tarlo con dignità e soddisfazione, con il contributo di tutte le 4 Sezioni trevigiane.

Il Presidente Valentino Baron

2017: L’ADUNATA DEL PIAVEMilano, 31 Ottobre 2015: non è una data qualsiasi, è il

giorno in cui il Consiglio Direttivo Nazionale dell’ Associazione Nazionale Alpini riunitosi in Via Marsala, 9 ha stabilito che l’Adunata Nazionale del 2017 si terrà a Treviso.

Personalmente penso che la strategia unitaria delle 4 sezioni della provincia di Treviso, presentando assieme l’Adunata del Piave, il fiume che assieme al Montello e al Monte Grappa è stato teatro e simbolo della resistenza prima e della vittoria poi nella Grande Guerra del 15-18, sia stata la mossa vincente.

Onore comunque a Modena, che presentava anch’essa valide motivazioni e che ha accettato sportivamente e con spirito alpino l’esito dell’ urna. A tutti gli alpini modenesi un sincero abbraccio e un caloroso arrivederci nella terra della Marca Trevigiana.

Ora ci attende un cammino intenso, non è permesso lo spreco di ogni minima energia, la strada è in salita, ma gli alpini non temono la fatica ! Sarà determinante il lavoro di squadra giorno dopo giorno, dove ognuno dovrà portare il proprio contributo ed assolvere in maniera concreta il compito che gli verrà assegnato.

Tutti i soci sono chiamati, nessuno escluso, a dare qual-cosa in termini di servizio e disponibilità.

La Sezione di Valdobbiadene, parte integrante dell’orga-nizzazione, confina naturalmente con il Piave proprio in quella zona in cui più aspre furono le battaglie per cui dobbiamo attenderci un’invasione pacifica di Penne Nere!

Il nostro dovere sarà quello di accoglierle degnamente dando tutto il supporto logistico, culturale, storico, mostran-do un territorio che non ha eguali in termini naturalistici e paesaggistici.

A tutti un buon lavoro, nessuno si tiri indietro, c’ è molto da fare. Buona Adunata 2017!

Onorio Miotto

LE MOTIVAZIONI DELL’ADUNATA DEL PIAVE

I cinque presidenti

Come ormai tutti sapranno l’ Adunata del 2017 si svolgerà a Treviso e nelle altre tre Sezioni trevigiane, sarà l’ Adunata del Piave. Per capire meglio con quali motivazioni è stata richiesta e scelta dal Consiglio Nazionale riportiamo un breve stralcio della presentazione dell’ adunata fatta a suo tempo in modo che le motivazioni espresse possano essere capite e fatte proprie da ogni Alpino trevigiano.

IL PROGETTO Le Sezioni ANA di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene

e Vittorio Veneto hanno lavorato assieme al progetto della candidatura della Città di Treviso, decorata con Medaglia d’Oro al Valor Militare, per ospitare nel 2017 l’Adunata Nazionale degli Alpini: L’ADUNATA DEL PIAVE.

Ci risulta si tratti del primo esempio di fattiva collaborazio-ne fra i Soci delle quattro Sezioni per la preparazione della richiesta ad ospitare questo evento, con motivazioni che si aggiungono ed arricchiscono il bagaglio già acquisito nelle precedenti esperienze del 1967 e del 1994.

IL SOSTEGNO DELLE AMMINISTRAZIONI Il progetto ADUNATA DEL PIAVE, che ha ricevuto la for-

male adesione dell’Amministrazione Comunale di Treviso, è oggetto di condivisione e sostegno da parte delle altre Amministrazioni Comunali che insistono sul territorio in cui sono presenti ed operano le quattro Sezioni ANA trevigiane. Ma sostegno concreto arriva anche dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Treviso.

IL TERRITORIOÈ quello della Provincia di Treviso: “Terra del Grappa, del

Montello e del Piave”. Un progetto caratterizzato da un pro-gramma di puntuali iniziative per promuovere e valorizzare gli aspetti culturali, e non solo, dell’intero territorio della Marca. Ma anche baricentro verso le Dolomiti ed il Mare Adriatico. La sfilata delle penne nere, atto conclusivo dell’evento, sarà nella città di Treviso, simbolicamente a rappresentare tutte le genti dei territori bagnati dal fiume Piave: dai monti bellunesi al mare veneziano.

(segue a pag. 4)

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 3

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“… PER NON DIMENTICARE…” Nel 1917, dopo Caporetto, il fiume Piave ha segnato il

confine dello stato Italiano sulla cui frontiera si sono affrontati gli eserciti a quel tempo avversari.

La candidatura della Città di Treviso è per ospitare la 90° Adunata Nazionale degli Alpini del 2017, un evento che riguarda tutti coloro – italiani e non - che sono chiamati a ricordare quanti – allora avversari oppure alleati - la storia della Grande Guerra ha portato su questi territori divenuti in quel tempo CROCEVIA DELL’EUROPA. Una finestra per il futuro, che va oltre la ricorrenza 2014-2018, per valorizzare il lavoro dell’Associazione Nazionale Alpini: conoscere, ricordare e tramandare.

LE RAGIONI DELLA RICHIESTA:A) LA GUERRA

LA MEMORIA STORICA Un prezzo enorme di vite umane – 20.000.000 - che la

commemorazione del centenario della Grande Guerra ‘14 – ‘18 intende mettere le generazioni presenti davanti alla assurdità di qualsiasi conflitto.

IL GRAPPA, IL MONTELLO, IL PIAVE • 1917 – 2017: cento anni! • Il Piave: la battaglia d’arresto. TREVISOCittà di frontiera e di retroguardia, non risparmiata da

distruttivi bombardamenti; il manicomio; la ferrovia; gli ospe-dali; centri di comando dei Corpi d’Armata; il profugato…

Treviso = Piave = Salvezza per l’Italia. LE GENTI DEL GRAPPA, DEL MONTELLO E DEL PIAVELa testimonianza delle genti di Conegliano, Valdobbiadene,

Treviso, Vittorio Veneto e degli altri comuni di queste zone, delle sofferenze patite dalle popolazioni: anni di fame e di miseria per quelle rimaste sui territori occupati e drammati-che esperienze per quelle che si sono allontanate, in modo

volontario o involontario, dalle loro case.

B) ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA IL PROFUGATOConferimento della Medaglia d’Oro al Valor Civile al Co-

mune di Moriago della Battaglia per le genti del QUARTIER DEL PIAVE.

IL CICLO VIRTUOSO DELLA CONOSCENZA STORICA L’impegno delle Sezioni ANA trevigiane, con una Adunata

Nazionale degli Alpini nella città di Treviso nel 2017, è quello di consolidare il ciclo virtuoso della conoscenza dei territori – il Piave, il Montello, il Monte Grappa - teatri di una “tragedia umana” a perenne monito per evitarne il ripetersi.

Sul Monte Ortigara, alla “COLONNA MOZZA”, sul Monte Grappa, al SACRARIO, ci si incontra per ricordare TUTTI, italiani e non, caduti per difendere degli ideali.

I SACRARIEd i Sacrari del Monte Grappa, di Nervesa della Battaglia,

di Fagarè della Battaglia e di Biadene servono proprio a tenere vivo questo monito. Ma non solo. Ricordiamo anche il Museo all’aperto sul Falzarego, al Sass de Stria, l’Isola dei Morti, il Bosco delle Penne Mozze.

LE LAPIDIUna lapide ricorda che da Treviso, nel 1917, il Gen. Ca-

dorna emanò l’ordine che vide sul fronte del Piave cambiare le sorti del nostro paese.

Assieme ci stiamo impegnando nelle scuole per valorizzare l’iniziativa “IL MILITE NON PIÙ IGNOTO” per ridare dignità a quei nomi che il tempo e l’incuria stanno cancellando dalle lapidi dei nostri monumenti.

“I RAGAZZI DEL ‘99”Un doveroso omaggio anche alla memoria dei “Ragazzi

del ‘99”, chiamati nel 1917 ad operare in “prima linea” con “il battesimo del fuoco” proprio sul fiume Piave.

“GRANDE GUERRA - QUARTA GUERRA D’INDIPENDENZA. UNITà D’ITALIA 1848 - 1918”L’irredentismo. È opinione degli storici, che la Grande

Guerra possa essere vista come continuazione e compimento delle guerre di indipendenza e del Risorgimento…

C) COSCIENZA DI APPARTENERE A UN PAESE E A UNA PATRIA SOLIDARIETàServizio, disponibilità e rispetto delle regole! L’impegno

per un esempio civico positivo. Ma anche totale sostegno al progetto dell’ANA per un

aggiornamento legislativo che consenta il ripristino del SERVIZIO DI LEVA OBBLIGATORIO per tutti i cittadini – maschi e femmine – impostato su rivisti ed aggiornati criteri di formazione propedeutici per acquisire competenze utili sia in campo civile (es. Protezione Civile) o professionale (es. accesso ai Servizi dello Stato). Il teatro della Vittoria

Il Massiccio del Cesen riconquistato palmo a palmo

L’Alpin del Piave4 N. 2 - Dicembre 2015

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4 NOVEMBRE. FESTA DELLE UNITà D’ITALIA E DELLE FORZE ARMATE

Siamo entrati nel Cente-nario della Grande Guerra che ha sancito con la con-quista di Trento e Trieste, il completamento dell’unità territoriale dell’Italia iniziata con la prima guerra d’indi-pendenza.

Il 24 Maggio 1915, come recita la Canzone del Piave, i primi fanti dell’esercito ita-liano attraversano il Piave: una linea di confine naturale tra l’Italia e l’impero Austro-Ungarico.

È l’inizio di un conflitto che ha coinvolto molte Na-zioni, costato un’infinità di morti, feriti e patimenti tra i soldati e le popolazioni civili.

Un conflitto che ha ri-svegliato, forse per la prima volta, la coscienza di unità nazionale come mai prima di allora, coinvolgendo tutti i ceti sociali.

Una guerra combattuta tra lo Stelvio ed il mare lun-go quella che fu definita la “Linea Cadorna” con vicissi-tudini alterne, aspri combat-timenti a difesa o conquista di, a volte pochi metri, di un territorio considerato proprio da entrambi i contendenti.

Una guerra che rimane nella storia per gli innume-revoli atti eroici e sacrifici umani consumati sui campi di battaglia quali l’Adamel-lo, Pasubio, Monte Grappa, Piave, Montello e molti altri forse poco conosciuti ma non meno importanti nell’evolu-zione del conflitto.

Si è assistito alla disfatta di Caporetto e quando tutto sembrava perduto, l’orgoglio nazionale ha fatto il miracolo, opponendo ai soldati dell’op-posta fazione una linea d’ar-resto tra Piave e Montello da dove è ripartito il contro attacco per la vittoria finale, sancito dal documento che pone fine al conflitto, firma-to a Villa Giusti a Padova e l’entrata dei nostri soldati nella città di Vittorio Veneto

il 4 Novembre 1918. Da allo-ra, in Italia, il 4 Novembre di ogni anno vengono ricordati i Caduti di tutte le guerre, quei soldati che, ligi al dove-re, hanno assolto il proprio compito in maniera estrema, fino al sacrificio della propria vita per permettere un futuro di pace e libertà.

La società di oggi e le Isti-tuzioni per troppo tempo han-no sottovalutato l’importanza di trasmettere ai giovani la storia della nostra Nazione, anteponendo i valori materia-li a quelli morali, a differenza dell’Associazione Nazionale Alpini che già dalla sua co-stituzione nel lontano 1919, ha come pietra miliare “PER NON DIMENTICARE”.

Per non dimenticare è scritto nella Colonna Mozza sull’Ortigara dove ogni pie-tra, ogni zolla, è intrisa del sangue di migliaia di soldati.

Per non dimenticare lo ribadiamo anche oggi, nella speranza che la ricorrenza del centenario della “Grande Guerra” faccia breccia sulla coscienza di ogni cittadino e si manifesti nella partecipa-zione fisica e consapevole alle cerimonie che sempre vengono organizzate.

Molte famiglie in quella fatidica guerra hanno perso una persona cara per cui è avvilente e non giustifica-bile la non partecipazione ai momenti in cui vengono ricordati i loro e nostri caduti se non altro per una giustizia di riconoscenza.

Abbiamo di fronte il 2016, 2017, 2018 tre anni impor-tanti per ricordare i nostri caduti.

Auguriamoci che nelle celebrazioni di ricordo e me-moria la presenza non sia solo nel pensiero ma sia vera testimonianza per dire grazie a chi ha permesso a noi oggi un periodo di pace, condivi-sione, fratellanza.

Onorio Miottowww.alcanevon.it [email protected]

CIMA VALLONA

L’inno d’Italia lo cantia-mo noi, 25 forse 30 perso-ne, altrimenti è silenzio, il silenzio dell’alta montagna e del ricordo. I 4 vessili, orgo-gliosamente alzati, portano il nostro calore, la nostra vi-cinanza alle croci che fanno ancora vivere quei militari che vogliamo onorare.

La macchina è distante, ad un’ora e mezza di cam-mino, siamo saliti dedican-do ogni nostro passo a quei ragazzi che ormai tanti anni fa, per motivi irrazionali, ana-cronistici, ingiustificabili sono andati avanti. Sono andati avanti per il senso del dove-re, per l’attaccamento a quel tricolore che oggi addobba le loro croci.

E lassù, lontano dai di-scorsi, dal protagonismo vivono la giornata a loro dedicata nella sincerità di quei cuori che si sono alzati

quando era ancora buio, che hanno sudato per salire alle rocce del loro sacrificio e ora recitano la preghiera nella più bella, più santa cappella mai costruita : nella natura.

E tu; Armando; aiutaci perché la purezza e la sin-cerità di quell’aria, di quel cielo, di quelle rocce e la fra-tellanza di questo momento siano sempre nei nostri cuori di uomini e di Alpini.

Bruno Bortolotti

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 5

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A due settimane dalla partecipazione al concerto per il 50° di fondazione del Gruppo Alpini di Col San Martino, dove si è esibito a fi anco del Coro A.N.A. San Martino e del Coro Valcan-zoi di Castelfranco, il Ce-sen A.N.A. Valdobbiadene, guidato da Toni Facchin, ha aperto Sabato 20 Giugno presso l’antica chiesa di San Gregorio in Valdobbiadene l’annuale Rassegna M.re Umberto Bortolotti, giunta alla 13ª edizione.

Una bellissima serata, che ha avuto come unica nota negativa la partecipa-zione ridotta del pubblico, rispetto agli scorsi anni, pro-babilmente causata anche dalla coincidenza con altri eventi previsti per quel giorno nel Comune di Valdobbiade-ne. Certo non ha agevolato alla pubblicità della rassegna l’odissea burocratica cui si è stati costretti per affiggere le locandine nei locali e l’im-possibilità, dettata dalle nor-me comunali, di provvedere direttamente all’esposizione dei manifesti nelle bacheche pubbliche.

La manifestazione ha avuto inizio con le parole del nostro amico “Bepi” Bres-san, che ha introdotto con il consueto stile le compagini partecipanti. Il Coro Cesen portava in programma, tra gli altri, due brani inediti di

CORO CESEN A.N.A. VALDOBBIADENE

13ª RASSEGNA M.RE U. BORTOLOTTIra Gabriella Piva, madrina della Sezione, e alla Sig.ra Emanuela Bortolotti D’Anna, fi glia del M.re Umberto.

Dopo il canto finale, i coristi si sono spostati nel-la sede Sezionale A.N.A., dove il Gruppo Alpini di Riva Martignago, a cui va un rin-graziamento particolare, ha preparato una squisita cena, e tra una pietanza e l’altra i tre Cori hanno avuto modo di esibirsi ancora cantando di-versi brani. La serata è stata ulteriormente allietata da un piacevole fuori programma: l’ingresso ad un certo punto di una “cornamusa” suona-ta dal Maestro Pio Sagrillo del Coro Solo Voci, che sul-le note della coinvolgente “Amazing Grace” ha reso ancora più entusiasmante l’atmosfera del convivio.

Il Coro Cesen A.N.A. vuo-le ringraziare tutte le attività commerciali che hanno reso possibile con il loro contribu-to l’organizzazione della 13ª Rassegna M.re U. Bortolotti, la Sezione A.N.A. Valdobbia-de per il suo immancabile ausilio, e intende rivolgere ancora un ringraziamento caloroso agli Alpini di Riva Martignago per la disponibi-lità e l’ottima cucina servita a tutti i coristi e da tutti grande-mente apprezzata.

Nel ruolo di supporto alle attività della Sezione di Val-

Paolo Bon: “Lentamente”, lavoro giovanile del mae-stro feltrino, autore oltre che della musica anche di parte del testo, e l’elaborazione di “Chevalier de la table ron-de”, canto popolare francese molto conosciuto oltralpe. Graditi ospiti e co-protago-nisti della serata, il “CORO SOLO VOCI“ di Feltre, diretto dal Maestro Pio Sagrillo, e il “CORO MONTECIMON” di Miane, diretto dal Mae-stro Paolo Vian, formazione questa per la seconda volta presente alla Rassegna Bor-tolotti.

Alla fine dell’esibizione dei Cori, prima del tradiziona-le fi nale con il “Signore delle cime”, sono stati consegnati dal nostro Presidente Bru-no Bortolotti due particolari riconoscimenti: ad Antonio Mion per il suo pluridecenna-le impegno come cantore e segretario del Cesen, e al co-fondatore Piergiorgio Grigo-letto, che ha lasciato il Coro da un po’, omaggiato per il suo costante impegno anche nel ruolo di indimenticabile voce solista. Effettuati gli in-terventi di rito e la consegna di un presente ai Maestri dei Cori per la partecipazione, Il Presidente del Cesen e il Presidente della Sezione A.N.A. di Valdobbiadene, Valentino Baron, hanno in-fi ne consegnato il consueto omaggio floreale alla Sig.

dobbiadene, come da con-suetudine il Coro ha parte-cipato a metà Ottobre, con i brani del proprio repertorio sacro, alla SS. Messa in ono-re di San Maurizio, patrono degli alpini, che quest’anno si è celebrata in Duomo. La sera di Giovedì 22 Ottobre, presso la Casa degli Alpini di Colbertaldo, il coro è in-tervenuto con una decina di brani alla cena organizzata dal locale Gruppo che ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale Seba-stiano Favero, di Presidente, Consiglieri e capigruppo del-la Sezione di Valdobbiadene, e dei Presidenti delle Sezioni dell’alto Veneto.

Nel mese di Dicembre, tra una rassegna natalizia e l’altra, il coro Cesen ha par-tecipato anche quest’anno al tradizionale appuntamento in Sede per lo scambio di auguri tra il Presidente e i soci della Sezione.

Rinnoviamo ancora una volta l’invito a quanti, alpini e non, vorrebbero provare a conoscere meglio la no-stra realtà, ricordando che il coro si ritrova per le prove settimanali al Martedì e al Venerdì alle ore 21.00 pres-so la Sede della Sezione, e che tali serate sono aperte a chiunque voglia anche sem-plicemente ascoltarci duran-te i nostri “lavori in corso”.

Il Consiglio

L’Alpin del Piave6 N. 2 - Dicembre 2015

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PELLEGRINAGGIO SOLENNE SUL

MONTE PASUBIO

L’Altopiano del Pasubio ha visto ogni strategia della Grande Guerra; di mine sia sul lato italiano e austriaco, di trincea, di fortificazioni ma anche di tecnica e di ingegneria nel costruire te-leferiche, impianti elettrici, di approvvigionamento di acqua potabile e di strade come quella delle 52 gallerie.

La guerra sul Pasubio iniziò il 23 Maggio 1915 e terminò alle ore 21,15 del primo Novembre 1918.

Nei soli reparti di fan-teria, alpini e bersaglieri, si registrarono sul Pasubio 4.000 morti, 10.000 dispersi e 23.000 feriti. Mancano a questi dati i reparti di artiglie-ria, genio e sanità e inoltre le rilevanti perdite dell’esercito austroungarico.

I reparti alpini ebbero le seguenti perdite: 635 morti, 2.300 dispersi e 4.610 feriti. I caduti, quando possibile, venivano trasportati a valle e seppelliti nei cimiteri dei pae-si locali. Il più famoso luogo di sepoltura fu sicuramente quello vicino alle porte del Pasubio chiamato “Di qui non si passa”. Fu costruito dai fanti della Brigata Liguria e conteneva 164 salme che furono riesumate nel 1928 e portate nell’Ossario.

Il più grande cimitero italiano era invece quello che sorgeva sotto il Pian delle Fugazze, ai piedi del-la Pietra Favella; vi furono

disseppellite 1.002 salme. Il 20 Febbraio 1920 iniziarono i lavori di spianamento e costruzione dell’Ossario sul colle Bellavista, presso il Pian delle Fugazze, proget-tato dall’architetto vicentino Ferruccio Chemello.

Fin dal 1921 l’Ossario poteva raccogliere le prime 2.000 salme recuperate dai vari cimiteri da campo. Nel Novembre del 1924 si giunse alla copertura e, negli anni successivi, si procedette ai vari lavori di rifinitura. Fu inaugurato solennemente il 29 Agosto 1926. Nell’Ossa-rio del Pasubio sono raccolte 5.077 salme di caduti di cui 3.460 ignoti e 60 austriaci.

La parte centrale del massiccio del Pasubio, con un Regio Decreto legge del 29 Ottobre 1922, è stata dichiarata “Zona Sacra”. Questo speciale ricono-scimento identifica quelle parti dei campi di battaglia, anche se limitate, ma con un alto numero di vittime. Solamente altri tre luoghi furono dichiarati “Zona Sa-cra”: la sommità del Monte Grappa, del Sabotino e del San Michele, località, queste ultime, nei dintorni di Gorizia. La “Zona Sacra” del Pasubio è delimitata da 30 cippi di pietra bianca sui quali sono riportati i nominativi dei reparti italiani combattenti sul massiccio e di coloro che meritarono

la medaglia d’oro al valor militare. Alla fine della guerra l’esercito riportò a valle armi e munizioni e tutto ciò che fosse ancora utilizzabile, bonificando, almeno in su-perficie, il campo di battaglia e raccogliendo le centinaia di cadaveri insepolti. Negli anni successivi iniziarono i lavori per la costruzione del rifugio Pasubio, (l’attuale Gen. Achille Papa).

Nel 1935 il comune di Schio all’interno del cimitero “Di qui non si passa”, fece costruire l’Arco Romano de-dicato al valore del soldato italiano e ai caduti di guerra.

Su iniziativa di Monsignor Francesco Galloni, che fu cappellano militare del Bat-taglione Monte Suello du-rante la guerra, fu eretta, nel 1961, la chiesetta di Santa Maria del Pasubio e, davanti ad essa, l’anno successivo fu solennemente tumulata la salma del generale Vittorio Emanuele Rossi, coman-dante del Battaglione Monte Berico durante il conflitto.

Pasubio con i suoi 2.200 metri, il più alto campo di battaglia della prima guerra mondiale. Pasubio, il luogo delle più potenti deflagra-zioni dell’intero conflitto mondiale. Il Pasubio rimane per i Kaiserjäger, per gli alpini e per tutti gli altri soldati il monumento di un sacrificio inaudito.

6 Settembre 2015 Lino Bello

AZIONI DI GUERRA SUL PASUBIO E IL SUO OSSARIO

La prima Domenica di Settembre per il III° Raggrup-pamento è una giornata ricca di impegni e di celebrazioni: Bosco delle Penne Mozze, Monte Bernadia in Friuli, Monte Tomba e il Pellegri-naggio sul Monte Pasubio che, quest’anno, era in forma “Solenne”, come indicato dalla Sede Nazionale.

Siamo presenti anche noi quel giorno su al Sacrario del Pasubio, al Colle Bellavista, assieme a una trentina di rappresentanti di altre Sezioni Alpine.

Tanti gli alpini in congedo, autorità civili e militari, diversi consiglieri nazionali ANA con a capo il nostro presidente nazionale Sebastiano Favero e tanta gente comune.

Emozionanti e suggestive l’entrata, in cerimonia, della lampada votiva partita da Santuario di Monte Berico e la lettura dell’omelia scritta dal vescovo Rodolfi il 5 Maggio 1918 e indirizzata ai battaglioni Vicenza e Monte Berico.

Toccanti poi le allocuzioni del presidente della Sezione di Vicenza Luciano Cherubin e del presidente nazionale che hanno ribadito quanto siano importanti la pace, i valori della famiglia e il ricordo di chi si è sacrificato per la nostra Patria.

LA REDAZIONE

AUGURA

A TUTTI

Buone Feste

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UNA GIORNATA PARTICOLAREOre 4.50 di Giovedì 6 Agosto,

suona la sveglia! Perché suona? Sono in ferie, potrei dormire ancora visto che a quest’ora la tempe-ratura in questa torrida estate lo permetterebbe, ma oggi ho appuntamento con altri quattro compagni per salire all’Ortigara. Colazione ricca ma non abbon-dante, zaino pronto dalla sera prima, le ultime cose da prendere, poi esco di casa.

La giornata si presenta ottima, forse sarà un po’ calda anche lassù, ma sarà sicuramente lu-minosa e limpida all’orizzonte e, visto dove andremo, ciò è fondamentale. Puntuali entrambi, alle 5.55 sono a casa di Lino che mi aspetta e dopo averlo invitato a prendere il “ nostro” cappello, partiamo, direzione Segusino.

A casa di Giuseppe troviamo anche Plinio e Silvano ( puntualis-simi anche loro ). Decido di salire in Altopiano di Asiago passando per Primolano ed Enego, a Foza propongo una sosta per un caffè, ma la voglia di arrivare al piazzale Lozze (parcheggio auto) fa sì che la risposta unanime sia un perentorio “TIRA DRET”.

L’avvicinamento al piazzale per la strada che sale da Gallio è lungo e lento ( vi è molto ster-rato ) ma tra na ciacola e n’ altra finalmente se riva. Per Plinio, Silvano, e soprattutto Giuseppe (da tempo ne parlavamo) l’Orti-gara è una prima assoluta, per Lino no, ma lo sarà. Ore 8.10 mentre ci infiliamo gli scarponi e mettiamo il cappello, dò alcune indicazioni storico-logistiche sul sentiero che andremo a fare (il n° 841) , fondamentali per capire i luoghi, i come, e i perché di alcuni fatti. A differenza dei tanti prendiamo la larga mulattiera che sta a destra del piazzale; con pendenza regolare ad ampi tornanti saliamo di quota e tra resti di baraccamenti e ricoveri, si ammira l’eccezionale opera del genio militare nella costruzione della carrareccia servita allora come fondamentale strada di rifornimenti per le prime linee.

Muretti a secco, scoli per l’ac-qua, parapetti, piccoli piazzali, il tutto perfettamente conservato e meritevole di apprezzamento. Sul rovescio di cima Caldiera si apre un dedalo di gallerie, ricoveri, trincee ma soprattutto appena dietro uno spuntone di roccia indico ai miei compagni di avventura la cima dell’ Ortigara, appare così a noi per la prima volta. Continuando a salire tra tabelle esplicative e ricoveri in roccia, il panorama si

fa sempre più ampio e spazia all’infinito, vediamo pure le “no-stre” montagne e tutta la cerchia delle Dolomiti.

A Forcella Caldiera si apre ai nostri occhi il teatro della battaglia dell’Ortigara (ancora lontana dai nostri piedi), invito quindi la “pattu-glia” a salire in cima Caldiera (non più di cinque minuti). Finalmente SE MAGNA, il panorama è incre-dibilmente unico sia dal punto di vista storico-militare che visivo. Mentre ci alimentiamo spiego alcune cose sul proseguo del sentiero e dei luoghi che andremo a vedere e a percorrere.

Dopo le foto di rito in cima Caldiera, deviamo (e non si poteva non farlo) verso l’osservatorio “TORINO” costruito allora dal batt. Alpini VESTONE. Mirabile la vista sulla Valsugana,a stra-piombo sotto di noi 1.700 metri. Rimaniamo a bocca aperta tutti quanti, pure io sebbene non sia più la mia prima volta su queste montagne. Indico a Giuseppe la caserma “DEGOL” di Strigno, e lui, Giuseppe, la definisce “na caserma de fanteria” alludendo all’amico Francesco, “nostro” vice presidente di sezione. Con passo attento e sicuro scendiamo al “Poz-zo della scala” ultimo avamposto e luogo di partenza per le truppe alpine destinate all’assalto, o me-

glio al massacro di quel Giugno 1917. Superati numerosi resti ci avviamo al tristemente famoso “varco sud”: così scrive Paolo Monelli nel suo intensissimo libro di ricordi LE SCARPE AL SOLE ...“..i cadaveri gonfi della battaglia di quest’anno che dura da quindici giorni ed un teschio sghignazza lucido accanto alla larva livida di un morto di ieri...” ... Entrati nel Vallon dell’Agnellizza, Plinio e Giuseppe decidono di salire in Ortigara per il “Coston dei ponari” e dopo aver loro indicato il sentiero ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla Colonna Mozza. Con gli infaticabili Lino e Silvano proseguiamo per il Passo dell’Agnella e dopo una breve sosta saliamo all’Ortigara seguendo un tratto un pò esposto del versante nord (piccolo cordino in acciaio) entrando nella galleria “Biancardi”, nido austriaco di cinque mitragliatrici a quota 2003 m., micidiale fuoco di morte sulle sottostanti truppe italiane all’as-salto. In breve ma non senza fatica siamo sulla sommità del monte e il panorama continua ad essere magnifico. Superato il cippo austriaco raggiungiamo la fatidica Colonna Mozza. Quasi nello stesso istante arrivano anche gli altri due assieme ad un altro alpino che si presenta come il locale capogruppo di Arona in

Piemonte, anche lui di nome Giuseppe. Lentamente la cima si popola di altre persone di ogni età e sesso e dopo le immancabili foto di rito ci lanciamo nel doveroso brindisi con il nostro prosecco che condividiamo con gli altri visitatori di Cima Ortigara.

Al momento della partenza per il ritorno veniamo invitati da un signore a noi sconosciuto a rimanere ancora un po’. Poco dopo si avvicina una ragazza con una strana valigia e appoggiatala al basamento della Colonna Mozza ne tira fuori un violino. Dopo un paio di accordi inizia a suonare (vedasi filmato su you tube alla voce “Violino in Ortigara”). Lino dà l’Attenti e noi, più l’amico di Arona con il cappello in testa, ascoltiamo quel suono struggente e al momento del SILENZIO la commozione si legge nel volto di tutti i presenti, alpini e non. Riaffardelliamo gli zaini e dopo i saluti e i ringraziamenti scendia-mo per il Coston dei ponari con ancora nel cuore le note suadenti del violino di Carlotta.

Forse un pò di stanchezza, forse un pò di caldo raggiungiamo la Madonna del m.te Lozze per il sentiero classico anziché deviare per i ricoveri di cima Campanella.Visita alla chiesetta, al piccolo ossario e poi scendiamo in breve al parcheggio dell’auto. Tante le impressioni che ci raccontiamo ma l’emozione la si legge ancora dentro ad ognuno di noi.

Rinfrescati e lavati con l’acqua che avevamo in una tanica e “bevest n’ altra ombra” facciamo ritorno a casa, questa volta per la magnifica Piana di Marcesina e la Val Maron. Più si scende di quota più si sente la calura di questo Agosto e a Plinio viene un’idea brillante: “ades andon a Pedavena a bever na bira”. La risposta é un plebiscito affermativo. Ci voleva proprio questa sosta non solo per il fisico ma anche per far sì che ognuno potesse raccontare le proprie emozioni relative al giorno trascorso. Preventivamente avvisata da Giuseppe del nostro rientro, la moglie Annarita ci ac-coglie in casa con la più classica delle marende: pan, formai, salado, vin e anca acqua par chi guida; ci raggiunge poi il già menzionato Francesco e dopo il dibattito sulla serietà della sua caserma, ci fà i complimenti sulla nostra giorna-ta. Ci salutiamo semplicemente dicendoci: alla prossima! È stata proprio una bella giornata , c’era il Sole, la compagnia, nessuno fortunatamente si é fatto male ma soprattutto c’era la voglia di esserci! Un grande grazie a Lino, Silvano, Plinio e Giuseppe .

Agosto 2015 Massimo Berra

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PELLEGRINAGGIO A CIMA GRAPPA

Ci siamo anche noi della nostra Sezione assieme al vicesindaco di Valdobbiadene Geronazzo Pier Antonio Gero-nazzo e a tanti altri vessilli di Sezioni e gonfaloni dei comuni della pianura veneta e feltrina in occasione del pellegrinaggio di ringraziamento alla Madonna del Grappa.

È stato un voto dei nostri nonni e padri essere presenti la prima Domenica di Agosto negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, per ringrazia-re la Vergine di aver protetto e aiutato le genti venete durante quel grande conflitto. Con l’al-zabandiera, l’accensione del tripode da parte dei tedofori e l’ingresso delle autorità, dei gonfaloni e dei vessilli si dà inizio alle celebrazioni.

Cerimonia toccante sia nella parte religiosa con la santa Messa celebrata dal vescovo di Treviso sia nelle omelie del sindaco di Crespano del Grap-pa, dell’assessore regionale Giorgetti e del nostro presidente nazionale Sebastiano Favero.

Terminato il cerimoniale nel Sacrario italiano, ci siamo avviati presso il Sacrario Au-stroungarico per deporvi una corona di fiori assieme alle varie autorità austriache che nei loro discorsi hanno glorificato tutti quei giovani soldati di nazio-nalità diverse che, morendo su queste montagne, hanno onorato la loro Patria.

2 Agosto 2015Lino Bello

Un nuovo incarico a Cima Grappa per la nostra sezio-ne: sfalcio erba e sistemazio-ne area attorno al Sacrario. Il lavoro si è svolto venerdi 31 Luglio da dieci volontari alpini della sezione di Val-dobbiadene, più nove alpini della sezione di Feltre.

L’attività è iniziata con la partenza da Valdobbiadene alle ore 7,00 del mattino e inizio lavori alle 8,30 in Grap-pa, con il taglio dell’erba ed arbusti vicino al Sacrario e sulla strada di accesso allo stesso. A lavori ultimati, alle 13,30 tutti al pranzo offerto

LAVORI IN CIMA GRAPPA

presso il rifugio Bassano.Questo impegno si ripe-

terà ogni anno, a fine Luglio per la sezioni di Valdobbiade-ne e Feltre, fine Maggio per la sezione di Treviso e fine Giugno per la sezione di Bas-sano. Grazie ai dieci volon-tari dei gruppi di Segusino, Riva Martignago,San Vito, Mosnigo, Bigolino e Funer Colderove, arrivati in Grap-pa con attrezzatura propria e trasportati con il pulmino della Protezione Civile.

Prosegue inoltre la sor-veglianza al sacrario con le seguenti date:

14/15 Novembre gruppo di Segusino;

28/29 Novembre gruppo di Bigolino;

20/21 Novembre non ancora assegnato;

13/14 Febbraio gruppo di Col San Martino;

5/6 Marzo gruppo di S. Ste-fano.

La sezione cerca sempre nuovi volontari per i suddetti incarichi richiesti dalla sede nazionale. Per chi fosse in-teressato rivolgersi al capo-gruppo o alla sezione.

Saluti alpiniFrancesco Miotto

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2 NOVEMBRE A CIMA GRAPPA: UN INCONTRO INATTESO

2 RADUNO SEZIONALE SUL CESEN

Come ogni anno il 4 No-vembre alcuni rappresentanti della nostra Sezione hanno partecipato alla consueta commemorazione all’Os-sario di Cima Grappa; alle rappresentanze delle auto-rità civili, militari e religiose locali quest’anno si è unita una delegazione molto parti-colare ed altrettanto gradita: il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano con una delegazione di studenti delle scuole superiori pugliesi accompagnati dai loro do-

centi, selezionati e premiati a livello nazionale grazie a un bando ministeriale sulla Grande Guerra, in occasione del centenario 1915-2015.

Presenti alla commemora-zione erano anche l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, e il sindaco di Bassano del Grappa, Ric-cardo Poletto.

“La Regione Puglia - ha dichiarato il presidente Emilia-no - è qui al Sacrario militare di Cima Grappa per ricordare i caduti della Prima Guerra

Mondiale, in occasione del suo centenario. Qui hanno combattuto due brigate, la Brigata Barletta e la Bri-gata Bari, che hanno subito tantissime perdite durante i combattimenti furiosi per impedire agli austriaci di in-vadere l’Italia. È quindi anche con l’aiuto dei giovani pugliesi, che a migliaia sono morti per difendere l’Italia, che si è po-tuta garantire la salvezza al nostro Paese. Siamo venuti per ricordarlo, soprattutto alle giovani generazioni, e sono

Per noi alpini e amici delle nostre montagne, il Cesen è l’osservatorio naturale ver-so la Val Belluna, le Vette Feltrine e le Dolomiti. Una cima immersa nel silenzio accarezzata da un vento tal-volta sferzante e, in questo periodo estivo, inondata dai suoni dei campanacci che accompagnano il bestiame al pascolo.

Appuntamento alle 9 di Domenica mattina 9 Agosto in Barbaria per i camminatori che, via Val de Marie, si sono trovati sul Forcelet con gli al-pini di Segusino per poi salire assieme sino alla cima del Cesen. Itinerario normale, via Mariech, per tutti gli altri.

Verso le 11 arriva alla cro-ce del Cesen, con la cam-pagnola di Ermes (Calisto),

felice della presenza oggi con noi dei ragazzi delle scuole di Puglia e dei loro docenti, che si sono impegnati durante tutto lo scorso anno scolastico a ricordare questi avvenimenti”.

“Il 2 Novembre è la com-memorazione dei defunti e a Cima Grappa riposano i parenti di tutta Italia” - ha sottolineato l’assessore Elena Donazzan che, in riferimento alla presenza del Presidente Emiliano, ha aggiunto -: “La Puglia contribuì alla Prima Guerra Mondiale con quasi 30 mila soldati e moltissimi di questi vennero a combattere in Veneto. Molti sono ricordati col proprio nome e cognome nei Sacrari Militari e gli stessi nomi li ritroviamo nei cippi commemorativi dei nostri paesi. Sono riconoscente al Presidente Emiliano per la sua presenza - prosegue Donazzan - perché la ritengo significativa di un gemellaggio tra veneti e pugliesi, un omag-gio ai nostri caduti e perché può rappresentare il primo passo verso la buona riuscita del gemellaggio “Italia su Ita-lia”, affinché i nostri giovani, e magari le nostre scuole, possano insieme ricordare e commemorare quei nostri padri, figli e fratelli d’Italia”.

assieme al vicario Francesco Miotto, il Reverendo Don Ro-meo per la celebrazione della Santa Messa.

Siamo un centinaio pron-ti per la funzione religiosa, battuti dal vento ma con un panorama davvero bellissi-mo. Brevi allocuzioni di Don Romeo prima e dopo la let-tura della Preghiera dell’Alpi-no accompagnata dal suono della tromba di Ivan, poi quel-le del nostro vicepresidente.

Sotto il Cesen tutto era pronto al campo base per far festa in compagnia; un pranzetto sui prati a base di polenta del Gat, sopres-sa, formai de malga, dolci a volontà fatti con la passione delle nostre donne, il solito DOCG e, novità di quest’an-no, il “Cartizze de Segusin”.

Si canta, si scherza men-tre il Sole d’Agosto ci colora di un bel rosso peperone ed il tempo intanto passa.

È stato un ritrovo all’in-segna della semplicità e dell’amicizia con un vero spirito alpino.

Un grazie a chi si è prodi-

gato per la buona riuscita, a Dio per la splendida giornata, ai presenti e a chi non ha potuto esserci.

Arrivederci al prossimo anno.

9 Agosto 2015Il Presidente e

il Consiglio di Sezione

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Erano le 22.45 del 9 Ot-tobre 1963 e in pochi minuti vennero spazzate via vite umane, case e fu cambiata persino l’orografia del pae-saggio.

Dopo i l terremoto di Messina ed Avezzano, tra-lasciando i fatti bellici, in Italia non si era più avuto un così grande eccidio, in un attimo “quell’onda della morte” tra-sformò il paese di Longa-rone e le sue frazioni in un enorme ghiaieto, i quattro quinti del paese furono can-cellati letteralmente.

Tutti parlarono di una tra-gedia annunciata perché era risaputo che quella monta-gna era destinata inesora-bilmente per sua natura a cadere verso valle, quindi dentro la diga e, prima di di-struggere in basso la valanga d’acqua distrusse anche su in cima le case che “attornia-vano” la diga.

Uomini, donne e bambi-ni, ognuno colto di sorpresa mentre faceva le cose che più o meno quotidianamente faceva a quell’ora di sera. Chi al bar a fare una partita a carte, chi davanti alla televi-sione, qualcun altro al lavoro e molti già coricati nel proprio letto; tutti colti di sorpresa ed inghiottiti da quell’onda di acqua mischiata a fango e ghiaia.

Tutto in qualche minuto completamente devastato, divelto, strappato con una violenza inimmaginabile, an-che le case di ultima fattura in cemento armato non hanno resistito e si sono sgretolate portando con sé tutto e tutti.

Intere famiglie distrutte, nonni, figli e nipoti cancellati per sempre come con un col-po di spugna, letteralmente strappati dalla propria terra, dalla propria casa, dalla vita.

In quell’orrenda notte i soccorsi arrivarono subito, il maggior apporto fu dato dagli alpini, anche quelli in armi, d’altronde la Brigata Cadore era insediata in tutta quell’area.

Albino Adami artigliere da montagna, dopo il primo periodo svolto al centro ad-destramento reclute a Cu-

LONGARONE, OTTOBRE 1963: RICORDO VIVO

neo, nei primi giorni di Otto-bre fu destinato a Belluno.

“Ero arrivato da qual-che giorno a Belluno - mi racconta - e nei primi giorni non facevo nulla” aggiunge. “Chiedevo cosa dovessi fare ma nessuno mi voleva, ero arrivato qualche giorno dopo i commilitoni del mio stesso scaglione e gli incarichi era-no tutti assegnati, così guar-davo cosa facevano gli altri e lo facevo pure io. Quella notte la tromba suonò e ci diede l’allerta; ci radunaro-no, ci dissero che dovevamo salire sul camion e partimmo alla volta di Longarone.

Arrivammo fino ad un cer-to punto, poi, oltre non era più possibile andare con i mezzi, scendemmo dai mez-zi ed i brividi ci invasero il corpo”.

Albino fatica a raccontar-

mi, non è uno che parla mol-to, dice le cose come stanno, è uno che preferisce il fare al parlare. Calpesta un po’ avanti e indietro il pavimen-to della taverna, si passa la mano sugli occhi più volte “Cossa te conte po’ mi, vutu che ghe n’sia chè da contàr, mi son rivà la e ho fatt quel che i me ha dita de far.”

Si siede, appoggia le mani al volto fino a coprirlo, “Me vien i brividi ogni volta che me pense” dice e poi, pian piano inizia.

“Siamo arrivati con i mezzi fino a 3-4 chilometri dall’abitato di Longarone, ol-tre era impossibile andare, hanno formato le squadre e poi siamo arrivati a piedi a quel che rimaneva dell’abi-tato. Ci diedero una barella e insieme ad un altro della mia squadra fui incaricato di portarla”. Toglie le mani dal volto, mentre parla fissa un punto nella stanza: “La ferrovia, i binari i era fatti sù come na molla, rodòladi su, giaròn dapartutt”!!

Furono allertati tutti i re-parti della Cadore, anche quelli di istanza a Bassano e non solo la Cadore.

“Fummo mandati a Pira-go, portavamo i morti sull’uni-ca casa che era rimasta, o meglio sotto uno degli unici tetti che erano rimasti; recu-peravamo quel che restava dei corpi e li portavamo lì, altri avevano il compito di ricomporli”. Ogni tanto lo in-terrompo con domande più

leggere, giusto per placare un po’ l’emozione che aleg-gia nella stanza.

- Dove eravate accam-pati?- “La prima settimana siamo rimasti giorno e notte” - dice, - poi andavamo su al mattino e alla sera tornava-mo in caserma a Belluno.”

- Immagino che la fatica e la tensione a fine giornata si facesse sentire!-

“Il mangiare non manca-va sia in caserma che sul campo, si, era stancante ma mangiando qualcosa di tanto in tanto, la fatica si senti-va meno. Ci diedero pale e picconi, con le ruspe era impensabile con tutti quei morti sepolti tra la ghiaia, provarono ma si fermarono subito, le ruspe le usarono solo per fare una strada in mezzo alla ghiaia per poter raggiungere con i mezzi di soccorso il paese”. Albino si ferma un attimo nel suo racconto, scuote un po’ la testa e mi dice: “Alle prime picconate mi è spuntato dal-la ghiaia un braccio, era il braccio di un bambino…” poi continua “..arrivò uno che era a lavorare all’estero”, da quelle zone infatti molti partirono per fare i gelatai in Germania “Mi chiese dei suoi cari, aveva 10-12 fami-gliari spazzati via. Non solo ci rabbrividiva vedere tutta quella distruzione, ma anche il dover consolare ed aiutare i parenti che una volta sapu-to del disastro rientravano dall’estero o i superstiti, non

Art. Alpino Albino Adami

Foto della frazione di Pirago completamente distrutta, con il campanile rimasto come fosse quasi un cimelio

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L’ONDA DELLA MORTEera semplice, era stancante”.

- Immagino non fosse fa-cile, non si trattava soltanto di spazzare macerie, in mez-zo a quelle macerie c’erano anche persone morte…-

“Avevamo il compito di non far entrare nessuno nell’area del disastro, non era semplice, come faceva-mo? Provavamo a dir loro in modo compassionevole che noi dovevamo anche fare il nostro lavoro ma … come facevamo!! ... abbiamo pre-so anche parecchie botte e schiaffi da chi non capiva che se ci lasciavano lavorare forse avremmo potuto dar loro una risposta più veloce-mente. Ma erano da capire anche loro, probabilmente avremmo fatto la stessa cosa pure noi se ci fossimo trovati nella loro situazione.”

- Albino ma come faceva-te con queste persone quan-do vi chiedevano dei loro fa-migliari? Come facevano a sapere dove erano le case se era stato strappato via tutto? Voi come vi comportavate?-

“Scrutavano il posto e poi ci dicevano: (era circa qua … mi sembra fosse là) ovviamente era impossibile sapere il punto esatto, non esisteva più niente”.

- Ma c’era qualcuno che proprio non riusciva a sta-re a contatto con quella si-tuazione? Qualche militare intendo.-

“Si c’era qualcuno, beh gli davano altri compiti, altri incarichi. Comunque io credo che ogni tanto insieme alle vivande ci dessero qualcosa per tenerci su, perché co-munque la era un inferno.”

Poi Albino mi mostra un libro fotografico in cui ci sono foto di Longarone prima della tragedia e durante i soccorsi ed infine dopo la ricostruzio-ne. “Per un periodo, una volta terminato il lavoro sul luogo del disastro, abbiamo battuto il greto del Piave metro per metro, anche a chilometri a valle della tragedia. Ricordo un episodio in particolare, ricordo che un giorno, giunti ad un certo punto sentim-mo a distanza un forte odo-re putrido, cercammo fino a che non trovammo il punto

esatto, eravamo dotati di ma-scherine, ma l’odore acre era fortissimo … a quel punto chiamammo le squadre di specialisti e una volta indica-togli il punto proseguimmo la ricerca di altri corpi”.

Cadaveri furono trovati lungo tutto il letto del fiume Piave, fino a San Donà e oltre, tanti furono anche i di-spersi mai più ritrovati.

“Ci ritroviamo ogni anno insieme a 2-3 commilitoni che abitano la, mi chiamano ogni anno quando fanno la cerimonia in ricordo di quel disastro e di quei morti”.

Il 3 Ottobre 2015 il comu-ne di Longarone ha confe-rito la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale Alpini per il grande contributo dato nei mesi post disastro. Con l’occasione il comune ha anche voluto invitare tutti i soccorritori che allora ope-rarono in quel teatro e anche il nostro Albino era presente; con l’occasione gli è stata donata una medaglietta a ricordo.

Albino ha poi continuato il suo servizio militare a For-tezza, in Alto Adige, zona in quegli anni tristemente famo-sa per gli attentati.

Al momento del congedo gli è stato rilasciato un atte-stato di merito per l’opera di soccorso prestato in quel di Longarone.

Anche questo fa par-te della storia, della nostra storia, storia degli alpini, di uomini che hanno svolto e continuano a svolgere il loro servizio verso il prossimo, in suo soccorso, la storia di tutti i soccorritori e di tutti gli uomini, donne e bambini che ne hanno beneficiato.

Ma questa è anche la sto-ria di chi, pur sapendo che ciò sarebbe molto probabil-mente potuto accadere ha anteposto le mire espansio-nistiche del proprio successo e della propria gloria a disca-pito della vita dei suoi fratelli.

Da sempre, da quando esiste l’uomo ogni fatto ac-caduto o scoperta da lui fatta fa la storia, sia nel bene che nel male ed è fondamentale che essa venga divulgata, insegnata, ricordata. Così

Foto area a colori dell’epoca, che mostra la vastità del disastro.

Attestato di benemerenza rilasciato ad Albino dal Ministero della Difesa per l’opera di soccorso svolta

potremo sempre avere “da-vanti a noi”, l’uno di fianco all’altro, gli esempi da imitare ogni giorno nel quotidiano

della nostra vita verso chi ci troviamo a fianco o ha biso-gno e quelli da non ripetere

Matteo Miotto

L’Alpin del Piave12 N. 2 - Dicembre 2015

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Il 2015 se ne stà andando e, anche se non ci sono state ca-lamità naturali su cui intervenire, (per fortuna), è stato un anno pieno d’impegni che saranno esposti, dettagliatamente, nella relazione dell’Assemblea Se-zionale Domenica 7 Febbraio prossimo.

Ora però vorrei brevemente ricordare che gli impegni mag-giori di quest’anno, sono stati organizzare e gestire i corsi di formazione e d’istruzione com-portamentale, in situazioni più o meno difficili, (sotto la guida dell’Ing. Maurizio Girola al qua-le la Sezione è grata), per tutti quei volontari che ancora non li avvevano perseguiti o portati a termine. Possiamo affermare di avere un’Unità di Protezio-ne Civile abbastanza preparata nell’affrontare circostanze pro-blematiche in caso di calamità e questo è, per tutti noi e mio per-sonale, motivo di soddisfazione.

Si avvicinano le manifesta-zioni per il Centenario della Grande Guerra. Sicuramente anche noi volontari saremo chia-mati a prendere parte, in forma attiva, ad alcune iniziative che il Consiglio Direttivo indicherà. Sarà opportuno quindi che an-che noi della PC diamo la nostra disponibilità ad operare sui siti storici esistenti e a partecipare alle manifestazioni a ricordo de-gli eventi di quel tempo in modo da essere d’aiuto e supporto alla Sezione e ai Gruppi e, se necessario, accompagnare in quei luoghi ospiti e visitatori, (specialmente scolaresche).

Per concludere ringrazio e auguro Buone Feste e felice anno nuovo ai miei volontari, al Consiglio Sezionale, a tutti gli iscritti e ai Sindaci dei comuni facenti parte la Sezione. A questi ultimi dico di sopportarci come avete fatto finora perché, lo so, quando ci vedete per le scale dei Municipi, pensate subito che vi chiediamo dei soldi. Questo è quasi sempre vero, ma è altret-tanto vero che se ora possiamo disporre di squadre sufficiente-mente equipaggiate e idonee ad intervenire nel nostro territorio in caso di calamità, (specie di origine alluvionale), è dovuto alla generosità delle amministra-zioni comunali oltre che a quella dell’ANA di Valdobbiadene.

Buon Natale e Buon 2015 a tutti.

Paolo Menin

PROTEZIONE CIVILE

Anche quest’anno è continuata l’attività di formazione del volon-tari della Sezione. Si è svolto il secondo corso base, tenuto da perso-nale ANA, a cui hanno partecipato 32 volontari, concludendo con questo la formazione di base per tutti gli iscritti alla PC, e si è iniziato il percorso per la formazione sulla sicurezza con la parteci-pazione di 35 elementi al corso organizzato dalla provincia di Treviso. È stato organizzato il cor-so radio di primo livello per capi squadra e i vice capo squadra, più altri che hanno intenzione di specializzarsi in teleco-municazioni, per un to-tale di 25 persone.

Oltre alla formazione didattica si sono svolte

L’ Associazione Na-zionale Alpini, nell’ambito del programma annuale d’addestramento dei vo-lontari di P.C., dall’11 al 13 Settembre 2015 ha organizzato nel territorio di Bassano del Grappa l’esercitazione triveneta di P.C. A.N.A. – 3° RGPT

DUE RIGHE DI PAOLO

LA STRUTTURA DELL’ UNITà SEZIONALEanche delle esercitazioni pratiche con la Triveneta di Verona, la sezionale a Bol-zano e la collaborazione con i gruppi AVAB locali per una simulazione sismica.

La strutturazione dell’Uni-tà Sezionale in squadre è ormai completa e compren-de le squadre di: Segusino, Vidor, Farra, Moriago, Mo-snigo, ValdoCentro, Valdo-Sud, ValdoEst, ValdoOvest e Sezione, per un totale di 90 volontari. Alcune di que-ste, operative già da tempo, hanno realizzato esercita-zioni in loco, in accordo con le Amministrazioni locali, concretizzando un tangibile segno della loro attività per la comunità.

Come programmato quest’anno sono state poste in essere le convenzioni con i comuni di Segusino e Vidor, mentre l’anno precedente

erano già state stipulate le convenzioni con Moriago e Farra. Manca all’appello ancora il comune di Valdob-biadene con cui speriamo di giungere ad una collabora-zione al più presto.

L’Unità Sezionale di PC, verificato durante l’eserci-tazione sismica del 2012 la carenza della copertura radio sul territorio da essa gesti-to, si è impegnata nel corso dell’anno per acquistare un consistente numero di ap-parati radio palmari (uno-due per squadra) e un paio di apparati fissi che permet-tono di comunicare da ogni posizione con la sala opera-tiva allestita presso la sede della Sezione. Per questo risultato si ringraziano tutte le persone e le aziende che hanno contribuito alla sua realizzazione.

Ing. Maurizio GirolaIstruttore P.C.

ESERCITAZIONE: SUI SENTIERI DELLA STORIA 1915 - 2015

denominata “SUI SENTIE-RI DELLA STORIA 1915 - 2015”. A questa iniziativa che ha visto coinvolti ca. 600 volontari di P.C. A.N.A. e ca.400 volontari tra: alpini, amici degli alpini e volontari di P.C. di altre associazioni, hanno partecipato le sezioni A.N.A. del Triveneto. Tale

esercitazione si è svolta in 18 cantieri di lavoro, in parte nei luoghi che hanno fatto la storia dell’Italia, ed ha avuto, oltre allo scopo addestrativo, anche la finalità di ricordare i soldati e le vittime civili legate al tragico conflitto mondiale del 1915-1918.

(segue a pag. 14)

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Esercitazione di recupero da una scarpata

Gli organizzatori dell’eser-citazione hanno studiato e improntato diverse attività:1 – Recupero memoria sto-

rica: in varie località dl massiccio del Grappa e pedemontana.

2 – Logistica colonna mobile a.N.A.: Prato S. Caterina – Bassano del Grappa.

3 – Monitoraggio con dro-ni: Monte Tomba – Mon-te Palon – Bassano del Grappa.

4 – Unità cinofile – ricer-ca persone scomparse: Colle S. Lorenzo – Mus-solente.

5 – Antincendio boschivo e forestale: Linea idraulica dal fiume Brenta al Forte Lisser – Enego.

6 – Palestra di roccia: Piaz-za Terraglio – Bassano del Grappa.

7 – Sistemazione aree ver-di: Val Rovina, Conca d’oro, Bassano del Grap-pa, Breganze.

8 – Salvamento fluviale e subaqueo – rilievo strutture fondazione ponte degli alpini: Fiu-me Brenta Bassano del Grappa.

Anche per questa occa-sione la Sezione A.N.A. P.C. di Valdobbiadene ha dato il proprio contributo e pescan-do tra i volontari delle sue squadre ha allestito:• da una parte una prima

squadra di 9 volontari da impiegare in un’ attività di tipo1;

• e dall’altra una seconda squadra di 5 volontari (tra i quali lo scrivente) sempre da impiegare nello stesso scenario.

E proprio questa seconda squadra (di 5 volontari) è partita Venerdì sera 11 Set-tembre verso le 19,00 da Valdobbiadene alla volta di Bassano del Grappa dopo aver caricato sul mezzo de-stinato al trasporto (il “de-fender” della sezione) tutto il materiale necessario per l’esercitazione.

La mattina del giorno dopo, Sabato 12 Settembre, alla seconda squadra dei 5 volontari, si è unita la prima squadra di 9 volontari che nel frattempo era giunta a Bassano con il pulmino della sezione ed insieme per tutta la giornata di Sabato hanno dato il proprio contributo nel ripulire, dalle sterpaglie, dagli arbusti e dagli alberi, le trin-cee e i luoghi storici lì dove i soldati dell’esercito d’Italia hanno combattuto e si sono immolati durante la Grande Guerra per difendere il suolo patrio.

Infine Domenica mattina, i ns. 8 volontari della mitica 2ª squadra, ai quali nel frat-tempo si erano uniti altri 3 sopraggiunti la mattina stes-sa a Bassano con il pulmino della sezione, hanno sfilato in assetto da parata per le vie della città di Bassano, partendo dal mitico “ponte di Bassano” per la consue-ta parata finale, e terminata la quale, i ns volontari tutti, prendevano la via del ritorno in quel di Valdobbiadene.

Ignazio MoroVolontario Unità Prote.CivileA.N.A.– Sezi.Valdobbiadene

Ebbene sì, cari affezionati lettori, la ns. mitica Squadra-Vidor di Protezione Civile A.N.A. Sezione di Valdobbia-dene rappresentata da:

*) Guerrino Miotto, Igna-zio Moro, Dario Pederiva, Luigi Perenzin, Armando Tognon, Giuseppe Varago e diretta dal caposquadra Enzo Facchin, ha compiuto un’altra epica impresa: il 18 Aprile scorso, nel comune di Vidor ha svolto un’eser-citazione P.C. di intervento ambientale lungo il greto del torrente Teva, nel tratto a valle della S.P. 34 fin dove il Teva si butta nel Piave.

I nostri impavidi volontari P.C., armati “fino ai denti” di motosega, pale, picconi, roncole, corde e quant’altro utile per tale scopo, ma so-prattutto di una inesauribile volontà e determinazione, hanno provveduto alla pulizia e/o alla rimozione dall’alveo del torrente stesso di detriti e vegetazione infestante (e non solo, come potete ve-dere dalle foto), per scongiu-rare, in un prossimo futuro, eventuali esondazioni.

Ignazio Moro

SQUADRA P.C. VIDOR

Prima dell’intervento …

… durante …… e dopo l’intervento

AssembleaSezionale

DOMENiCA 7 FEBBRAiO

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Recuperare i luoghi sim-bolo della Grande Guerra nel territorio, proprio in oc-casione del centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale, testimonia l’amore per il proprio paese e per la proprio Patria nel ricordo di chi ha sacrificato la vita per questi ideali.

Sono cominciati con que-sto spirito lo scorso 21 Marzo i lavori per il restauro di una trincea della prima guerra mondiale in località Rive di San Giovanni a San Vito di Valdobbiadene.

Il cantiere per mettere in sicurezza il sito e renderlo percorribile dall’esterno è curato dalla squadra di pro-tezione civile ValdOvest della sezione ANA Valdobbiadene.

La scoperta è stata fatta grazie a diverse testimonian-ze di anziani del paese, ma anche grazie al lavoro di ri-cerca di numerosi appassio-nati di reperti della Grande Guerra.

Il 12 Aprile scorso la neo squadra Valdo-Centro ha ef-fettuato una esercitazione di protezione civile lungo il corso del torrente Ruio in località Funer, che è servi-ta a mantenere efficace la squadra, in modo che possa essere sempre pronta ed ef-ficiente in caso di necessità.

I lavori hanno interessa-to un tratto pari a circa 200 metri del torrente, limitrofo all’area Pra’ Cenci indivi-duata come zona strategica per la popolazione in caso di evento calamitoso e quindi bisognosa di interventi prio-ritari.

È stato ripulito il greto del torrente e sono stati rimossi dagli argini cespugli e rama-glie in modo da consentire il corretto deflusso idrico in caso di piena.

L’occasione è stata pur-troppo propizia anche per bonificare il corso d’acqua dalle numerose immondizie e rottami ivi presenti.

L’esperienza è stata po-sitiva per il gruppo ed è ser-vita a rafforzare i rapporti tra i componenti che si sono messi in gioco in una attivi-tà che richiede competenze specifiche, impegno fisico e capacità organizzative.

Senza dubbio un momen-

LE SQUADRE AL LAVOROVALDO-CENTRO

to di crescita e di alto valore civile che ha coinvolto, tutti gli elementi della neo squadra il cui intento è di poter fornire alla popolazione un punto di riferimento in caso di calami-tà e di poter contribuire alla sicurezza attraverso delle azioni preventive che, come la attuale, sono in grado di limitare l’entità delle calami-tà, che sempre più spesso derivano da comportamenti scorretti che l’uomo ha verso l’ambiente.

In questo ultimo periodo il gruppo ha fatto notevoli progressi grazie anche alla disponibilità a partecipare a corsi di aggiornamento ed esercitazioni che si tengono periodicamente anche al di fuori dei confini regionali.

Per quanto svolto fin ora e per i futuri interventi un rin-graziamento a tutta la squa-dra ed anche in particolare a Paolo Menin, coordinatore sezionale della protezione ci-vile, e all’ing. Maurizio Girola istruttore di protezione civile.

Infine un invito alla popo-lazione che si sente di voler partecipare attivamente alla crescita della comunità an-che attraverso la partecipa-zione attiva quale associato in protezione civile.

Ornella Gatto

VALDO-OVEST

La trincea, fino allo scorso 21 Marzo era irraggiungibile a causa della fitta vegetazio-ne che si era impossessata dell’area antistante, presen-ta un doppio ingresso e al suo interno una “finestra” che con ogni probabilità era sede di una postazione per cannone o mitragliatrice, ri-volta verso il Piave e Mon-fenera.

Secondo il progetto della squadra Valdoovest, il sito sarà raggiungibile a piedi entro il 2016 grazie ad un sentiero che renderà visibile la trincea dall’esterno.

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FARRA DI SOLIGO

La squadra di protezione civile Ana di Farra di Soligo, distaccamento del nucleo della sezione di Valdobbia-dene, è stata fondata nel Settembre 2013.

Attualmente è composta da 17 volontari che hanno svolto nel tempo diversi cor-si base di formazione ed addestramento nelle varie mansioni.

La squadra è dotata di un magazzino di attrezzature di primo intervento presso il gruppo alpini di Farra.

Nella squadra ci sono persone che operano da circa 15 anni in protezione civile, maturando diverse esperienze nei vari inter-venti d’emergenza successi

Note positive, (per l’impegno), dalla squadra della P.C. di Moriago e Mosnigo. Senza tanti clamori e senza dare nell’occhio, le squadre dell’Unità della Protezione Civile di Moriago e Mosnigo, hanno portato a termine, ad inizio anno, due importanti iniziative utili alle comunità dei propri paesi.

il 2 Febbraio, a Mosnigo, i volontari hanno compiuto una pulizia generale di alcuni fossi di scolo. È risaputo quanto siano utili tali operazioni specialmente in quelle zone. Tenere puliti i corsi d’acqua vuol dire il non ripetersi di spiacevoli esperienze già vissute dagli abitanti qualche anno fa,quando alcune vie dei centri di Moriago e Mosnigo furono sommerse dalle acque esondate dai torrenti circostanti.

Per tenere sotto controllo i livelli dei torrenti “Rosper” e “Raboso” in caso di forti piogge, in Maggio la squadra ha installato quattro aste idrometriche proprio all’altezza delle spalle dei ponti che superano detti corsi d’acqua. Riportare in grafico l’eventuale aumento progressivo di ora in ora del livello dell’acqua, permette di avere la situazione in tempo reale così da poter allertare per tempo, se necessario, le squadre di Protezione Civile e la popolazione stessa.

La visura ad “occhio” dell’innalzamento dei corsi d’acqua, non ha la stessa immediatezza e precisione di una lettura sul-le aste idrometriche. Gli osservatori possono essere ingannati dalla preoccupazione, dalle previsioni di chi si ritiene esperto o dall’indecisione stessa degli incaricati. Pertanto dette aste sono uno strumento molto utile per avvertire la popolazione e limitare i danni.

Giugno 2015 Squadre di Moriago e Mosnigo

MORIAGO-MOSNIGO

negli anni, e che tramando l’esperienza acquisita ai più giovani.

Addestramento di scolari pres-so un punto di raccolta

Esecitazione idraulica a Farra di Soligo il 22 Novembre 2014 con il prezioso lavoro di pulitura argini e fossi dei torrenti.

Intervento di emergenza al molinetto della croda di Refrontolo il 3 Agosto 2014

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SPORT: CAMPIONATI NAZIONALI ANA 2015

Il 21 Giugno iniziano le ma-nifestazioni valevoli per l’asse-gnazione dei titoli italiani ANA 2015, e precisamente quelli per la Corsa in Montagna a Staffetta, Marcia di Regolari-tà in Montagna e di Corsa in Montagna individuale.

Staffetta dicorSa in montagnaA questo campionato, giun-

to alla 39ª edizione, organiz-zato dalla Sezione di Parma e svoltosi a Bedonia, la no-stra Sezione si è presentata con ben 20 atleti formando 7 staffette. Splende il Sole a Bedonia e nella piazza c’è un andirivieni di curiosi, spettatori, organizzatori e atleti tutti in attesa che la manifestazione prenda il “Via”. Alle ore 9,00 lo starter dà la partenza alla pri-ma gara: partono le categorie “Amici degli Alpini” e gli over 60 ANA. Noi siamo rappresentati da Aldo Pozzobon Aldo e Valentino Dalla Libera che si sono classificati all’11° posto su 34 staffette concorrenti e per noi è stato un ottimo ri-sultato.

Alle ore 10,00 parte la gara che assegna i titoli di Campioni Nazionali ANA. Ai nastri di par-tenza per la nostra Sezione si presentano: Emanuele Rebuli, Gustavo Poloni, Benvenuto Cesco, Renzo Zardetto, Rena-to Baratto e Mauro Fontana, i quali passeranno i testimoni, in seconda frazione, a Luca Dal Canton, Lucio Cadorin, Silvano

Premaor, Pierangelo Spader, Marino Fuson e Paolo Guerra. Nella terza e ultima frazione a giudicarsi il 6° posto è arrivato Paolo La Placa, al 12° Denis Gatto, al 31° Cristian Furlan, al 35° Manuel Camazzola, al 46° Mario Foltran e al 55° En-rico Moro. Per la cronaca sono così saliti sul podio: 1º ANA Bergamo, 2º ANA Belluno e 3º ANA Trento. Nella classifica per Sezioni abbiamo ottenuto un lusinghiero 7° posto su 30 Sezioni presenti.

marcia di regolarità in montagna a pattuglie

Il 5 Luglio, appena quindi-ci giorni dopo le fatiche della corsa a staffetta, siamo a Gra-glia, (sezione di Biella), per disputare il 43° Campionato di Marcia di Regolarità.

La spedizione è compo-sta da Lorenzo Guizzo, En-rico Moro, Alessandro Frare, Pierangelo Spader, Manuel Camazzola, Dario Pederiva, Paolo Guerra, Pier Carlo Pede-riva, Marino Fuson, Lino Bello, Renzo Vanzin e Paolo Vanzin. Come soci aggregati Loris Bel-lo, Giovanni Puledda e Luigino Piccolotto. Contro gli avversari di sempre, le nostre pattuglie, (formate da tre atleti), si sono presentate alla partenza con il cronometro in mano e la solita concentrazione poiché questa è una di quelle gare che, oltre ad essere allenati fisicamente, richiede una buona dose di preparazione mentale.

Le pattuglie alla partenza erano 130 in rappresentanza di ben 32 sezioni ANA. Bella gara anche se al termine abbiamo espresso alcune perplessità sulla gestione del percorso e, soprattutto, in merito alla sicurezza. Tuttavia un certo ottimismo già serpeggiava tra noi e la conferma l’abbiamo avuta all’esposizione delle classifiche; avevamo due pat-tuglie vincitrici del Campionato Nazionale.

Nella categoria ANA, (quel-la regina), si è imposta la pattu-glia formata da Lorenzo Guiz-zo, Enrico Moro e Alessandro Frare. L’altra pattuglia Campio-ne quella dei soci aggregati. Grande soddisfazione ed emo-zione per tutti anche perché il successo è stato completato dall’ottavo posto della nostra Sezione. Le altre due pattuglie ANA si sono classificate al 20° e 57° posto.

campionato di corSa in montagna indiViduale

Il 19 Luglio, a Soligo, si è svolto il 44° campionato di cor-sa in montagna. Ottimamente organizzato dal Gruppo Alpini di Soligo e dalla Sezione di Conegliano, ha visto alla par-tenza ben 415 atleti categoria ANA e 45 aggregati. In una giornata a dir poco torrida, alle 9,00 partenza degli atleti over 50 che si cimentavano su un percorso di Km 7,5. I nostri atleti si sono classificati come di seguito:

Over 50 - 10° Gustavo Poloni, 18° Gabriele Fuson, 32° Pie-rangelo Spader, 46° Walter Cassol, 47° Luciano Mancino e 57° Renzo Vanzin.Over 55 – 18° Benvenuto Cesco, 21° Dario Geronazzo, 23° Marino Fuson, 26° Sandro Cietto, 30° Renzo Zardetto, 36° Renato Baratto, 41° Danilo Piccolo, 42° Enrico Dall’Acqua e al 43° Paolo Vanzin.Over 60 – 5° Oddone Tubia, 28° Francesco Feletto, 40° Paolo Guerra e 49° Pier Carlo Pederiva.Over 65 – 13° Aldo Pozzobon, 15° Lorenzo Guizzo e al 18° Valentino Dalla Libera.

Alle 10,00 lo starter dava il “Via” alla gara di Km 12 che avrebbe laureato il Campio-ne Italiano ANA 2015, gara riservata ai “boce”. Alla fine i nostri portacolori, nelle rispet-tive categorie, così si sono classificati:Over 30 – 10° Matteo Miotto.Over 35 – 4° Emanuele Re-buli, 11° Andrea Spagnol, 21 Manuel Camazzola, 33° Gian-pietro Tormena, 37° Marco Mattiuzzo. Over 40 – 2° Ivan Geronazzo, 6° Lucio Cadorin, 14° Luca Dal Canton, 15° Cristian Furlan, 40° Enrico Moro, 52° Ermes Dalla Longa e 55° Luciano Za-notto.Over 45 – 20° Mario Foltran, 23° Ivan Bubola, 38° Dario Pe-deriva, 40° Gian Franco Zanon e 49° Silvano Premaor.

Nella classifica per se-zioni abbiamo ottenuto il 4° posto su 45 sezioni presenti. Non è mancata la nostra par-tecipazione nella categoria soci aggregati che nelle ri-spettive categorie si sono così classificati: 5° Loris Bello, 7° Beniamino Contessotto e 4° Luigino Piccolotto.

Per la cronaca l’alpino Massimiliano Di Gioia, della Sezione di Torino, si è laure-ato Campione Italiano 2015, secondo Claudio Cassi della Sezione di Belluno e al terzo posto Davide Pilati della Se-zione Valcamonica.

Al termine di questa intensa stagione estiva e ricca di non poche soddisfazioni, il Pre-sidente Valentino Baron e il Consiglio Sezionale ringrazia-no vivamente tutti i nostri atleti per i risultati ottenuti.

Novembre 2015 I Consiglieri

Responsabili dello SportGuerra Paolo e Vedova Flavio

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CentroCastagnata alpina

Bigolinotino. La collaborazione con la Pro Loco ci ha visti impegnati nelle due notti bianche che a causa o per merito del caldo afoso, hanno avuto un enorme successo di pubblico.

Il 12 Settembre ancora a Cima Grappa con la prote-zione civile per il taglio degli alberi ed arbusti a ridosso del viale che porta al monumento. In quella giornata erano stati attivati ben 17 cantieri della protezione civile nel circon-dario di Bassano. Purtroppo solo un alpino di Bigolino era presente in questo cantiere.

Lancio pertanto un acco-rato appello perché altri alpini s’iscrivano a questa importan-tissima istituzione che l’ANA ha istituito dopo il terribile terremoto del Friuli, nell’or-mai lontano 1976. Forza e coraggio alpini, fatevi avanti; se vogliamo seguire il motto alpino: “Onoriamo i morti, aiutando i vivi”.

Il 12 Settembre, su invito del parroco, abbiamo tinteg-giato tutte le stanze della casa della Dottrina Cristiana.

Sabato 24 Ottobre il gruppo ha organizzato un con-certo con il coro Voces Plavis ed il coro di Barbisano, nella chiesa parrocchiale. Tutto il ricavato delle offerte è stato donato alla chiesa per il paga-

mento del restauro del soffitto. Ci è gradita l’occasione per ringraziare i due cori per il loro impegno e professiona-lità nell’averci donato quella bellissima serata.

Domenica 1 Novembre, in occasione della festa dei defunti, è stata fatta la casta-gnata in piazza, molto ap-prezzata dalla cittadinanza che ha risposto numerosa a questa iniziativa.

La ricorrenza del 4 No-vembre è stata celebrata con il canto dell’inno nazionale e l’alza bandiera prima della Messa in suffragio di tutti i militari deceduti nelle varie missioni di pace, è seguita la deposizione di una corona al monumento ai caduti, presenti le autorità militari.

La Domenica successiva invece dopo aver addobbato il piazzale del ponte, abbiamo presenziato alla solenne ceri-monia sul Piave alla presenza di tutti i rappresentanti delle

Manifestazione del 4 Novembre sul Ponte di Bigolino

Come ormai da consoli-data tradizione, anche quest’ anno gli alpini del Gruppo Centro si sono ritrovati per la consueta castagnata con gli anziani ospiti della Casa di

Riposo dell’Istituto San Gre-gorio. La giornata dal punto di vista meteorologico è stata davvero stupenda: pur essendo il 31 Ottobre, il Sole ha infatti garantito la sua presenza con

Nei mesi estivi del grande caldo, il gruppo è stato impe-gnato in tutte quelle attività che concorrono a festeggia-re ma soprattutto a ricorda-re il Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. Eccolo quindi presente nello sfalcio dell’erba e nel taglio degli al-beri secchi a Cison di Valma-rino in quello straordinario e significativo bosco delle Pen-ne Mozze.

Pochi giorni dopo, anco-ra presenti a Cima Grappa, sempre per lo sfalcio dell’erba e la pulizia dell’Ossario, dove riposano in pace, affratellati dalla morte, i nostri vittoriosi alpini ed i soldati austriaci. Numerosissimi i partecipanti alla gita, tanto che una sola corriera non è stata sufficiente a contenere tutte le persone desiderose di visitare la bellis-sima cantina Kettmeir di Cal-daro ed assaggiare e gustare i loro prestigiosi vini rossi.

Per tutta l’estate, come sempre ormai da anni, una squadra ha provveduto al ta-glio dell’erba in asilo, in ca-nonica e dietro il campanile, dove il 2 Agosto abbiamo fe-steggiato questa famosa gior-nata con tutti gli uomini del paese e del circondario che in numero sempre crescente, partecipò fin dal primo mat-

varie armi, dei sindaci di Val-dobbiadene, Vidor, Pederob-ba, oltre alle autorità militari.

Abbiamo chiuso questo mese di Novembre con il tur-no di servizio all’Ossario di Cima Grappa nei giorni di Sabato 28 e Domenica 29.

In sordina, Alpini e Pro Loco stanno lavorando per accelerare le pratiche burocra-tiche del progetto della nuova sede per queste due importanti realtà del paese, sperando ed auspicando l’impegno di por-tare a termine questo grande progetto non dimenticando una massima molto veritiera: “Prima si fanno le cose più urgenti, poi quelle possibili ed infine ci si accorge che si possono fare anche le impos-sibili”.

A tutti gli alpini ed ai loro familiari, auguriamo un San-to Natale ed un sereno anno nuovo ricco di pace e d’amore.

Pier Luigi Ronzani

temperature davvero insolite per il periodo! Questo ha sicu-ramente dato un tocco in più al pomeriggio trascorso dagli alpini assieme agli amici della casa di riposo che ogni anno aspettano di passare qualche ora in “compagnia alpina” mangiando le caldarroste.

Desideriamo ringraziare il presidente della casa di ripo-so Antonio Raia, che ha per-messo la realizzazione della castagnata e ha partecipato a questa piccola festa tra amici. Un ringraziamento particolare va anche al Sindaco di Valdob-biadene, Luciano Fregonese, e al Vicesindaco Piero Geronaz-zo per essere intervenuti e per

aver fatto sentire la vicinanza dell’ amministrazione comu-nale agli amici della casa di riposo e anche a noi alpini.

Ringraziamo inoltre di cuore l’amico Piero Tramet che ha allietato la festa suo-nando i tradizionali canti al-pini con la sua fisarmonica.

Un grande “grazie” va in-fine anche a tutte le persone presenti che hanno collaborato all’ organizzazione della casta-gnata e agli amici ospiti del-la casa di riposo nonché agli operatori per la loro sempre genuina e viva partecipazione. Alla prossima!

Saluti alpini Il Capogruppo Eugenio Burlo

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Passando per il centro di Colbertaldo di sera sul tar-di, il paese sembra una cit-tà fantasma, come nei film western, la gente c’è ma si è chiusa in casa. Qualche anno fa avrei trovato un bar aperto, qualcuno seduto al tavolino a bere l’ultima ombra, ora tutto è cambiato, non dipende dalla crisi, succede perché abbiamo dimenticato il piacere della condivisione e dell’incontro.

Su questi due concetti gli alpini di Colbertaldo e la Se-zione di Valdobbiadene hanno

L’alpino Lorenzo Tormena insieme con il nipotino Andrea da il ben-venuto alla nuova nata Valentina, figlia di Sara e Massimo Tormena.

Colbertaldo

Incontri alpiniorganizzato Giovedì 22 Ot-tobre, presso la sede di Prà Fontana, una serata con il Pre-sidente Nazionale e i rappre-sentati delle sezioni di Treviso, Conegliano, Feltre, Belluno e Cadore, alla presenza del Colonnello Stefano Fregona.

L’incontro allietato dai canti del Coro Monte Cesen e da una cena con lo Spiedo d’Altamarca, nostra specialità, è nata proprio per consolidare i valori di amicizia e collabora-zione tra le sezioni trevigiane.

Nel corso della serata si è ribadito quanto sia importan-te che nel Centenario della Grande Guerra le penne nere abbiano la capacità di saper spiegare i valori e la storia degli alpini e di tutti coloro che hanno vissuto i difficili avvenimenti di inizio secolo.

La nostra terra è stata sce-nario di una storia drammatica che ha colpito i militari e i civili. Il Presidente Sebastia-no Favero che è uomo del Grappa e del Piave, come le nostre genti, ben conosce gli avvenimenti del 1915/1918 e ha precisato con decisio-ne quanto il concetto di pace

prenda valore solo se si capi-sce quanta sofferenza porta la guerra. Spiegare alle nuove generazioni i patimenti dei nostri nonni durante e dopo la Grande Guerra, anche negli anni della ricostruzione, deve essere un modo per trasferire ai giovani quei concetti che hanno caratterizzato le nostre comunità e che ancora oggi sono fondamentali per gli al-pini: fatica, tenacia e orgoglio.

Il lavoro sempre a testa bassa, la capacità di non mol-lare e di ricostruire, nonostante poco fosse rimasto nei nostri paesi dopo i bombardamenti del 1917 e del 1918, l’orgoglio di non chiedere ma di essere sempre disponibili a dare in prima persona. Questo ha ri-badito il nostro presidente e questi sono i concetti che ha

chiesto di esprimere come al-pini. Inevitabile che il quesito posto al Presidente fosse da tutti: l’Adunata a Treviso del 2017. Un motivo d’orgoglio per gli alpini, ma anche un riconoscimento per quanto ha dato il nostro territorio in nu-mero di vittime, distruzione e sofferenza nella Prima Guerra Mondiale.

Dopo i doverosi discorsi e lo squisito spiedo, gli alpini di Colbertaldo hanno intrattenuto gli ospiti fino a tardi con un buon bicchiere di vino e le castagne. Se l’obbiettivo era creare e rinforzare le amicizie di sicuro è stato raggiunto, e quella sera passando per Col-bertaldo avrete sicuramente qualche alpino in giro per la piazza.

Debora Tormena

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 19

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Andrea, Tormena Giampietro. Un “bravi” va quindi ai nostri atleti che sono presenti ad ogni manifestazione.

Il giorno 7 Giugno 2015 è andato avanti il nostro socio alpino Nicodemo Piccin (Emo), nato il 08/10/1920. A nome di tutto il consiglio ed anche del gruppo, ricordiamo con affetto uno dei Veci del gruppo.

Colbertaldo

Nel mese di Giugno il Grup-po Alpini di Colbertaldo ha or-ganizzato una gita alla quale hanno partecipato soci, simpa-tizzanti e familiari. Pur mante-nendo lo spirito allegro della scampagnata il gruppo ha scelto di cogliere l’occasione per ono-rare le vittime della tragedia di Cima Vallona, e ha fissato la meta di San Nicolò Comelico esattamente nella Domenica in cui si ricorda il tragico evento in cui perì il compaesano Ar-mando Piva assieme ad altre tre persone.

La comitiva ha partecipato alla cerimonia di suffragio che ogni anno raduna le autorità, i parenti e molti alpini per ricor-dare i caduti e per non dimenti-care una pagina nera della storia d’Italia che ancora oggi non è stata completamente chiarita e di cui si è parlato molto poco.

Dopo la cerimonia gli Alpini

Gita Alpina di Colbertaldo si sono fermati per un pranzo all’aperto circon-dati dallo splendido panorama delle montagne, e si sono gu-stati le pietanze preparate dai consiglieri che tutti conosciamo come ottimi cuochi.

Debora Tormena Sport TrofeoBiscaro Enea

Domenica 12 Luglio si è svolta a Guia la Marcia se-zionale di regolarità a coppie, organizzata appunto dal gruppo alpini di Guia.

Purtroppo nemmeno quest’an-no siamo riusciti a portare a “casa” l’ambito trofeo Biscaro Enea: ci siamo infatti piazzati al quarto posto pur essendo presenti con ben cinque coppie così formate:Bottarel Isacco – Pederiva Dario; Bottarel Emanuele – Salvador Doriano; Bottarel Adriano – Gusatto Livio; Follador Angelo – Spagnol

Guido; Follador Alessandro – Tormena Giampietro. Ha inoltre partecipato alla marcia la coppia di dame composta da Girardi Vittoria e Tormena Doriana classificatasi al secondo posto della loro categoria.

Un plauso va agli organizzato-ri per l’ottimo percorso tracciato: la gara si è infatti svolta tra le nostre amate colline e montagne lungo un percorso impegnativo ma allo stesso tempo affascinante, nonostante il gran caldo che ha fatto da padrone.

CampionatoNazionale ANADomenica 19 Luglio a So-

ligo si è svolto il Campionato nazionale A.N.A. di corsa in montagna individuale organiz-zata dalla sezione di Conegliano. Alla gara, svoltasi in una calda ed afosa giornata, hanno par-tecipato ben tre dei nostri soci alpini: Pederiva Dario, Spagnol

È andatoavanti

L’Alpin del Piave20 N. 2 - Dicembre 2015

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Col San Martino50º Anniversario e Festa Sezionale

Cinquant’anni, tanti son trascorsi da quando un giova-ne alpino appena congedato fu incaricato da un gruppo di veci di fondare il Gruppo Alpini di Col San Martino.

Per ben 47 anni quel bocia, Carlo Ceriali, con passione, dedizione, spirito di sacrificio, ha tirato le fila di un gruppo che, con il passare degli anni, si è fatto numeroso tanto da contare attualmente circa 250 iscritti. Grazie all’aiuto dei consiglieri che si sono avvi-cendati negli anni, oltre ad adempiere ai numerosi impe-gni che l’essere un’associa-zione in arma comporta, è e sono riusciti a portare avanti molteplici iniziative in ambito paesano, iniziative culminate con la costruzione della nostra casa.

Qualche anno fa Carlo Ceriali ha lasciato le redini all’attuale Capogruppo Enri-co Moro. È stato sicuramen-te un cambiamento impor-tante ed epocale nella storia del Gruppo, ma che va visto soprattutto in un’ottica pro-iettata al futuro, futuro che si presenta impegnativo, non fosse che per la mancanza di giovani alpini, conseguen-za dell’abolizione della leva obbligatoria. Con l’impegno

di organizzare nel migliore dei modi la festa sezionale, nonché i 50 anni dalla fon-dazione del nostro Gruppo, il Consiglio, con l’aiuto di alcuni amici, ha lavorato alacremen-te tutto l’inverno per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della nostra casa, ben visibili con la posa di una nuova pavimentazione esterna e un nuovo angolo ospitalità all’interno della stessa.

Anche al monumento dei caduti sono stati fatti dei la-vori: è stata ripristinata la fon-

tana, l’illuminazione è stata arricchita e nelle vicinanze è stato posto un palo alzaban-diera alla cui base è stata col-locata una targa ricordo.

Le due giornate di manife-stazione si preannunciavano calde dal punto di vista me-teorologico perciò all’ultimo abbiamo posizionato due gran-di tendoni nelle aree adiacenti alla casa. A tale proposito un doveroso e sentito ringrazia-mento va agli Alpini di Farra e Pieve di Soligo che ci sono venuti incontro mettendo a

nostra disposizione le loro strutture.

L’evento si è aperto nella serata di Sabato 6 Giugno presso la chiesa arcipretale, quando si è svolta una rasse-gna di canti alpini e non. I can-ti sono stati magistralmente interpretati dal Coro Valcanzoi di Castelfranco, dal Coro ANA Cesen di Valdobbiadene e del nostro Coro ANA San Martino.

Per due ore le parole e i toni diffusisi nell’aria della chiesa hanno commosso l’ani-mo dei numerosissimi presen-ti. Al termine dell’esibizione è stato allestito un lauto rinfre-sco e alcuni, aiutati forse da un buon bicchiere di vino e spro-nati dall’abilità dei coristi, si sono esibiti in canti fino a tarda notte. Non ci sono parole per esprimere la gratitudine che gli alpini di Col San Martino, ma soprattutto i coristi, vo-gliono manifestare al direttore del coro, il maestro Fausto Vedova, una persona squisita che, armata di tanta pazienza, è riuscita in due anni a dare vita, forma e voce a un coro che non ha per nulla sfigurato di fronte ai più blasonati in-terpreti del canto che si sono esibiti quella sera.

In un paese addobbato a (segue a pag. 22)

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 21

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Sonoandati avanti

Scarponcini

Purtroppo in breve tempo gravi lutti hanno colpito la nostra comunità. Al nostro socio Cristian Pradetto in poche settimane sono venuti a mancare prima il papà Fio-renzo, poi la mamma Rita.

E nello stesso periodo, improvvisamente se ne è andato un carissimo amico degli alpini, Saverio Co-stantino.

Il Gruppo esprime il pro-prio cordoglio e la propria vicinanza alle rispettive fa-miglie.

Un Benvenuto al nuovo Alpino Tho-mas e felicitazioni al papà Enrico, e mamma Federica. Nella foto Enrico, Federica, Thomas e zio Dario.

Ma siamo ancora capaci di onorare e rispettare tutti gli al-pini di tutte le guerre che sono morti nella speranza di una sin-fonia di pace fra tutti gli uomini ? E come possiamo dimenticare e ringraziare i ns Alpini che sono andati avanti e sorridenti ci guardano da lassù? Riconoscen-te per aver voluto che io fossi la vs madrina, onore non meritato, ho ricevuto tanto affetto, direi amore, che ho sempre ricam-biato. E naturalmente viva gli Alpini e che il loro spirito non venga mai meno …

La vostra madrina Wilma Ps: un sincero grazie Nicola

Sergio Stefani, il nostro apprez-zato speaker nazionale che grazie alla sua competenza, generosità e entusiasmo, ha contribuito ad arricchire la nostra festa.

festa la Domenica mattina ci siam trovati in Piazza Fontana per l’ammassamento. A dare lustro alla sfilata che ci ha por-tato alla chiesa attraversando le vie del paese, erano pre-senti numerosi gagliardetti e autorità. Nulla è stato lasciato al caso. Su due jeep militari gentilmente messe a dispo-sizione dagli alpini Vidoret e Piva, hanno trovato posto alcuni dei nostri veci. Dopo la Santa Messa abbiamo fatto da cornice all’alzabandiera e alla deposizione di una corona di fiori presso il monumento dei

caduti. Nel contempo, più e più volte delle “frecce tricolo-ri” d’epoca hanno sorvolato il centro del paese con la tradi-zionale fumata verde, bianca e rossa, coordinate da terra nel migliore dei modi dal nostro socio aviatore Aldo Facci.

Al passo del trentatre, scandito dalla banda musicale di Valdobbiadene, accompa-gnati da numerosi alunni delle classi elementari, abbiamo ri-preso la sfilata fino a raggiun-gere la nostra sede.

Qui, con la partecipazione di uno speaker di eccezione

qual è Nicola Stefani, si sono susseguiti gli interventi delle autorità presenti. Successiva-mente c’è stata la consegna di una targa ricordo ai nostri veci alpini dalla classe 1940 in giù.

E finalmente uno splendido pranzo ci ha accompagnati al tardo pomeriggio, quando un coro improvvisato ha preso possesso della sala e ha allie-tato i commensali con dei canti alpini. In un clima di generale allegria abbiamo terminato una piacevole e appassionante giornata alpina:

W GLI ALPINI!

In conclusione, ricordia-mo che gli alpini di Col San Martino hanno mantenuto il tradizionale impegno nei con-fronti della Scuola dell’Infan-zia, dell’Istituto Botteselle, del CER e di tutta la collettività, sempre presenti nei tradizio-nali momenti in cui è richiesta la nostra collaborazione. Tutto questo per non dimenticare che le cose da fare sono sem-pre tante e gli alpini non si tira-no mai indietro. Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto gli alpini, non lasciateli mai soli.

Buon 2016 a tutti.

Una riflessione dellaMadrina Wilma

Un benvenuto anche a Gabriele e felicitazioni al nonno Lucio Pup-petti.

AnniversarioTanti auguri per il 50° anniversario di matrimonio al

nostro socio Vigilio Pederiva e alla moglie Franca Scarpel.

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BuoneFeste

La sezione Alpini di Valdobbiadene è su internet. Visita il sito www.anavaldobbiadene.it

e la pagina facebook www.facebook.com/anavaldobbiadene

L’Alpin del Piave22 N. 2 - Dicembre 2015

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Farra di Soligo

Bilancio 2015 del gruppoSi è tenuta Venerdì 30 Ot-

tobre la relazione di bilancio del ns. gruppo. Il capogruppo Massimo Burol, ha dato re-soconto di quanto il gruppo, composto da 202 iscritti (140 alpini, 62 aggregati) è riuscito ad esprime in questo 2015 che si va chiudendo. Il gruppo, come tutti gli altri, non si è impegnato solo per le attività interne ma anche in campo sociale ed in collaborazione ad altre realtà di volontariato presenti sul territorio. Ha par-tecipato naturalmente all’Adu-nata Nazionale dell’Aquila ed a quella Triveneta di Co-negliano.

Non è mancata la presenza alle Penne Mozze per l’an-nuale celebrazione. In paese ha come sempre fatto la ma-nutenzione ai sentieri che ci permettono di percorrere le ns. colline e i ns. boschi.

Nel sociale ha prestato il proprio contributo con la pre-senza all’edizione di Rive Vive, alla gara nazionale di Corsa in Montagna di Soligo, al pas-saggio del Giro d’Italia. Ha contribuito per la raccolta fon-di destinati al Restauro della chiesetta dei Broli cucinando uno spiedo speciale per l’ini-ziativa lanciata dalla parroc-chia. Ha devoluto somme sia alla parrocchia che alla scuola elementare. Ha affrontato poi le celebrazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale realizzando in sede due incon-tri con l’autore di libri (Italo

Zandonella Callegher) testi-monianza di avvenimenti in Dolomiti durante il conflitto. Sullo stesso filone ha parteci-pato a due eventi in auditorium patrocinati dall’amministra-zione comunale. Il primo con spiegazione e presentazione del libro storico “Brandelli di Memoria” del prof. Spiro-nelli e nell’assistere all’ope-ra teatrale “Gerle Scapin e coraggio”sull’attività delle donne carniche nella prima guerra.

Quest’anno si sono realiz-zate due gite, la prima a Ca-poretto sui luoghi del fronte e della XII Battaglia dell’Isonzo e l’altra, ormai di tradizione in montagna, sul Costabella, cresta di confine tra Impero austro ungarico e regno d’Ita-lia fino alla disfatta di Capo-retto. Quattro ns. alpini hanno svolto servizio di sorveglianza per due giorni all’Ossario del Monte Grappa. Si è svolta poi la consolidata “Serata Monta-gna” per rivedere con foto e filmati le uscite del 2015

Non sono mancate durante tutto l’anno le varie iniziative in sede tra gli alpini stessi per raccogliere quello che serve per autofinanziarsi e mante-nere in buono stato la sede. Con doveroso rispetto e un minuto di raccoglimento il capogruppo ha ricordato gli alpini andati avanti: Giuseppe Bressan e Luigi Da Ruos.

Il responsabile economi-co, Marchiori Giovanni, ha

dato rendiconto in tale materia dell’anno in via di chiusura.

Al responsabile sportivo, Andreola Girolamo la rela-zione del settore. Ottimo risul-tato nel Trofeo Geronazzo di sci a Forcella Aurine, primo il gruppo e primo atleta assoluto Daniele Biscaro a livello di tutta la sezione.

Quattro alpini hanno par-tecipato al Gigante nazionale di Chiamonte (TO), purtroppo sospeso per mancanza di visi-bilità. Ottimo 3º posto nella Corsa in montagna Valdobbia-dene-Pianezze del ns. alpino Oddonne Tubia, Oddonne si è poi ripetuto con un 4º posto di categoria alla Gara nazio-nale di Soligo il 19 Luglio. L’alpino Davide Spaiardi, re-sponsabile del gruppo di Pro-tezione Civile ha dato conto di questo settore. Anno buono il 2015, per fortuna i 17 com-ponenti sono stati impegnati solo in operazioni di addestra-

mento e non di interventi di emergenza (oltre 500 ore nel 2014). Hanno poi nella routine prestato servizio nelle varie manifestazioni sia sportive che di promozione locale, dal Giro d’Italia, a Calici di stelle, alle Pro loco, e alle Scuole medie per presentare l’attività e la funzione della protezione ci-vile. L’anno andrà a chiudersi con la Commemorazione dei caduti l’8 di Novembre e la Festa del gruppo.

Ha fatto piacere la presen-za ed il saluto all’assemblea del presidente di Sezione Va-lentino Baron, che poche ore dopo, prima del levar del Sole si metteva in viaggio con i col-leghi di Treviso, Vittorio, Co-negliano per recarsi alla sede nazionale di Milano e portare a casa quello che tutti abbiamo saputo con gioa il giorno dopo e cioè l’assegnazione a Trevi-so dell’Adunata 2017.

Andreola Claudio

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 23

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L’Italia tutta ed il nostro ter-ritorio in particolare sta rispol-verando la storia di 100 anni fa, quando molti giovani di tutta Europa in pochi giorni si trova-rono direttamente coinvolti ed in “prima linea” per difendere ognuno la propria patria.

Ma quest’anno si rispolve-rano anche i 70 anni della fine della Seconda Guerra Mondia-le, altro tragico atto della storia che mise in ginocchio l’Europa.

Per non lasciar morire ma per “vivere la memoria” ab-biamo pensato di raccogliere e raccontarvi testimonianze di questo periodo parlando con due nostri paesani, ormai oltre i novanta, che hanno loro mal-grado, non per scelta ma per dovere, vissuto direttamente quel tragico periodo.

Il 28 Ottobre del 1940 Mus-solini, alleato e forse invidioso dei successi tedeschi in Euro-pa, fa consegnare al suo amba-sciatore un ultimatum al regno Greco. Parte così una catastro-fica invasione della Grecia. Di conseguenza Hitler, per dare una mano al suo alleato italia-no, avvia l’operazione Marita il 6 Aprile del ‘41 invadendo Grecia ed Jugoslavia.

GIOVANNI BATTISTA BRESSAN (Tita), nella foto di allora, classe 1919 (era nato il 29 di Settembre), come lui stes-so ci racconta, nel 1941 viene richiamato alle armi. In caserma a Cividale del Friuli in pochi giorni viene costituito un batta-glione di fanteria, con lui altri paesani, e inviato a presidiare la zona balcanica in Croazia. Con la mente annebbiata dagli anni Tita ricorda ancora la fame ed il freddo patiti, ed alcuni specifici

episodi. Di sentinella non gli viene dato il cambio, passano le ore, allora abbandona quella sua vedetta sul campanile e scende dal capoposto, passano pochi minuti e una bomba disintegra il campanile. Gli si inumidiscono gli occhi al ricordo della vista del suo paesano e amico colpito a morte, “Bepi” Bubola, come al ricordo di un altro caduto di Farra, Giovanni Girardi.

Riesce anche ad ottenere una licenza di un mese, questo perchè la sua famiglia ha ben tre figli in guerra, Tita, il maggiore, Dante e “Missio”. Nel viaggio verso casa il treno viene attac-cato, una volta a Farra partecipa alla vita lavorativa di famiglia nei campi e sulle rive, ma non parla delle vicende di guerra, così ci dicono sia la moglie che la cognata, come a voler can-cellare quel tempo. Ma non lo può fare e deve rientrare. Arri-vato l’8 Settembre, come altri si trova sbandato in un lungo peregrinare verso casa che dura quasi tre mesi, attento a non farsi catturare né dagli slavi né dagli ex alleati tedeschi. Anche i suoi fratelli rientrano, Missio con una avventurosa traversata via mare tra Albania e le Mar-che, ma alla fine la famiglia si ricompone.

RINO BuBOLA, bersa-gliere, classe 1922 (nato il 14 Agosto), è invece inviato in ter-ra francese. L’Italia occupa in due fasi il territorio d’Oltralpe. Nel 1940 lungo la zona di con-fine piemontese, della Savoia e delle Alpi Marittime.

Una seconda fase nel 42; i tedeschi occupano gran parte del nord, gli italiani gran parte della Francia Meridionale con le città di Tolone, Nizza, Aix en Provence, Chambery, Grenoble. Tra le truppe italiane c’è anche il 18° Reggimento bersaglieri motorizzati.

Rino riassume in tre avveni-menti specifici le sue “fortune” per cui è tornato a casa.

Il primo, nel 42, in caserma a Cremona, un caporale di Ner-vesa gli suggerisce di proporsi per i bersaglieri motorizzati. La compagnia rientrata dalla Russia è decimata e hanno bi-sogno di ricostituirla. Così fa e lo spediscono in Francia; i suoi commilitoni invece nella cam-pagna d’Africa da dove i più non sono tornati. È dura però: freddo, pidocchi, per dormire una balla di paglia ogni 10 per-sone, cibo scarso, una pagnot-tina, una galletta, un brodo di verdura più acqua che altro una volta al giorno. Quello che più ricorda: la fame.

Il secondo episodio: una grazia. In pattuglia di ispezio-ne ai ponti minati, in una im-boscata una bomba colpisce il suo caporale, primo del gruppo motorizzato, lui è il terzo. Ri-mane in Francia fino al 7 di Settembre 1943. Ha modo di in-contrare fortuitamente il fratello Ferruccio, alpino, anche lui in Francia. L’8 di Settembre è a Torino, la caserma viene presa dai tedeschi ed il treno, invece di proseguire verso casa, cambia destino e sui carri bestiame tutti verso i campi in Germania.

Qui la terza “fortuna”. Il suo vagone non è presidiato da militari armati, il precedente ed il seguente sì. Approfittando di una curva dei binari e del ral-

lentamento del convoglio salta in una scarpata, gli sparano, il treno non ferma, Rino corre, corre non sa quanto finché esau-sto si ferma. Poi, con l’aiuto di buona gente, trova il modo di arrivare fino a Vicenza. Qui sale a Monte Berico, Madonna a cui è devoto, e dona tutto quello che ha in tasca: 13 lire. Con altri mezzi di fortuna, tra cui una bicicletta, spostandosi solo di notte, passando per Castelfran-co, poi a Cornuda, rassicurato da due alpini scappati da Bel-luno che il ponte di Vidor non è presidiato, poco prima dell’alba può tirare due sassi al balcone della camera di suo padre. È finalmente tornato; un giorno prima è tornato anche suo fra-tello Feruccio, la famiglia è di nuovo riunita e qui il racconto, che è stato come un fiume in piena, si blocca nell’inconteni-bile emozione.

Siamo convinti che queste testimonianze, piccole, perso-nali, non vadano dimenticate. Tante gocce fanno il mare, tante piccole storie la STORIA. Vi-viamo il presente, progettiamo il futuro, non possiamo scordare il passato.

Una parola in comune, oltre alle vicissitudini specifiche, ha legato questi nostri due paesani: la fame. Dobbiamo attualizzare questo messaggio e per questo citiamo l’Expo di Milano: Nu-trire il Pianeta.

Oggi, 2015, un terzo del cibo prodotto viene buttato. È cibo che arriva da ristoranti, supermercati, mercati, mense scolastiche, ecc. Quantità suffi-ciente a sfamare 4 volte quella popolazione che è sotto la soglia di sostentamento. Pensiamoci.

Mentre stiamo scrivendo queste testimonianze il nostro “Tita” ci lascia e va avanti.

Ancor più doveroso ci pare ora “vivere la memoria”.

Claudio AndreolaGruppo alpini Farra di Soligo

Vivere la memoria

Rino Bubola, bersagliere nel 1940

Rino Bubola, ricorda le sue “fortune”

Tita Bressan, con la scatola dei ricordi

L’Alpin del Piave24 N. 2 - Dicembre 2015

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Cari soci e amici due righe per ricordare gli ultimi im-pegni in ordine cronologico del Gruppo. In concomitanza della festa d’estate quest’anno il Gruppo Alpini di Guia si è caricato dell’organizzazione della Marcia sezionale di re-golarità in montagna trofeo Biscaro Enea.

La scelta del percorso ha privilegiato il Bosco del Madean riscoprendo i vecchi sentieri a monte del paese, sentieri questi rivalorizzati dai volontari del gruppo che ci riportano indietro nella storia quando i nostri avi li usavano come unica via di comuni-cazione con la montagna per portare a valle ciò che ella of-friva per la vita quotidiana. La manifestazione ha riscontrato la partecipazione di un buon numero di squadre consideran-do la giornata molto calda e il percorso molto impegnativo.

SportRimanendo nell’ambito

sportivo è dovere ricordare i risultati degli atleti del gruppo.

In primis il buon risultato del nostro socio Alessandro Frare che assieme a Enrico Moro del gruppo di Col San Martino e Lorenzo Guizzo del gruppo di Bigolino in rappre-sentanza della nostra sezione hanno vinto il Campionato Italiano di marcia di rego-larità svoltosi a Graglia in provincia di Biella.

Di qui il commento di Alessandro: “Gara molto dura fisicamente data la gior-nata caldissima vinta grazie all’esperienza di Lorenzo il quale l’aveva preparata in modo esemplare cogliendo alla fine il successo. Un plauso all’organizzazione che è sta-ta perfetta”. Complimenti da parte di tutti noi e un augurio di buoni risultati anche alle prossime esperienze.

Ricordiamo tra queste righe anche i buoni risultati di Benvenuto Cesco, atleta di vecchia data, che anche quest’anno ha dato il meglio di sè, prima nella staffetta di

Guia

Begonia in provincia di Parma e poi a Soligo nella gara na-zionale di corsa in montagna contribuendo al buon risultato della nostra sezione classifica-tasi quarta per quanto riguarda la classifica sezioni.

SedePassato il periodo delle

meritate ferie il Gruppo si è messo in moto per il comple-tamento dei lavori di ristrut-turazione della sede presso il Centro Wifa (ex scuole elementari); dopo il rifaci-mento dei serramenti da parte del Comune la stanza in uso a noi alpini ha subito un lavoro certosino di abbellimento in modo da essere funzionale per le nostre attività tanto da renderla accogliente anche

per chi partecipa a riunioni e assemblee, servita anche dal seminterrato che fungerà da magazzino per tutta la nostra attrezzatura.

4 NovembreArriviamo all’autunno con

la commemorazione del 4 No-vembre a ricordo dei Caduti di tutte le guerre a cui il Gruppo Alpini di Guia tiene tantissimo sia per il ricordo dei nostri caduti, che non deve mai ve-nire meno, sia per il bellissimo monumento presso la scuola materna che da esso prende il nome; allego una foto, se non altro per ricordare il sacrifi-cio di molti compaesani morti nell’intento di difendere la propria patria e dare ai propri figli un futuro.

Riprenderò sicuramente questo argomento quando ri-uscirò a raccogliere informa-zioni sulla realizzazione di quest’opera magari con l’aiuto di chi conosce la sua storia.

Notizie dal gruppo

Il giorno 16 Giugno abbia-mo preso atto delle dimissioni del capogruppo Igor Spagnol; in sostituzione come da rego-lamento è subentrato il vice capogruppo vicario Alvise Canello che porterà avanti l’incarico fino alle prossime elezioni.

Ricordiamo a tutti i soci che il mandato del consiglio per il triennio 2013/2016 sta per finire, quindi a fine anno si terranno le nuove elezio-ni per il triennio 2016/2019; verrà data comunque comuni-cazione scritta, contiamo sulla vostra numerosa presenza al voto perchè il nuovo consiglio possa rispecchiare la volontà di tutti i soci.

***Ormai siamo alla fine an-

che di questo 2015 il Gruppo Alpini di Guia augura a tutti i soci e alle loro famiglie di passare un Buon Natale e un buon 2016 carico di felicità.

Ricordiamo con affetto la nascita di Evan nipote del no-stro socio Ivo Zilli.

Felicitazioni da parte di tutti noi a papà Roberto e Mamma Eleonora.

Scarponcini

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 25

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Moriago della BattagliaEssere un Gruppo

Cari AlpiniÈ passato ormai un’altro

anno e come Capogruppo è giusto tirare qualche somma.

Prima di tutto mi sembra doveroso ricordare il nostro consigliere Alpino Ange-lo Bressan che purtroppo è andato avanti. Ciao Angelo … un Alpino per cui vale la pena spendere due parole nel dimostrarti tutta la mia stima e commozione per non aver-ti più nelle nostre file. Tante situazioni e momenti passati insieme mi vengono in mente, da prima ancora che io co-minciassi a fare il militare e a portare quel Cappello Alpino ricco di storia e significato per tanti come noi. Tu che amavi cosi tanto la nostra associa-zione tanto quanto la tua bella famiglia! Se abbiamo una sede dobbiamo ringraziare anche te che hai contribuito alla sua costruzione e per di più tu, da camionista, ti sei prestato al trasloco dal Friuli a Moriago della Battaglia facendo parte di quel Gruppo che mi piace chiamare “quelli della vecchia guardia”.

Ogni volta che t’incontra-vo si finiva sempre per parlare di penne nere e una tua pas-sione era sicuramente quella di portare con orgoglio il no-stro gagliardetto nelle varie ricorrenze; quella frase che mi dicevi sempre specialmente

In quest’ultimo anno, come Gruppo, ne abbiamo fatte di cose prevalentemen-te concentrate all’Isola dei Morti: in particolar modo la sistemazione del Cippo e la verniciatura dei quattro can-noni in occasione del Cente-nario della Grande Guerra. Il mio pensiero e ringraziamento va a tutti i membri del consi-glio che nell’arco degli anni si prestano affinchè tutto vada per il meglio. Penso infatti che, ricevere apprezzamenti su una manifestazione ben ri-uscita, o ammirare i risultati di risistemazione di un monu-mento possa essere motivo di orgoglio per tutti coloro che ci mettono tanta passione.

La nostra associazione più che mai deve dimostrare con fatti quello che realmen-te vuole, spesso e volentieri collaborando anche con altre

alle adunate, “Chi porta il ga-gliardetto?”, sapendo che sa-resti stato tu. Ne avrei da dire sul tuo conto, ma sicuramente quelli che ti hanno conosciu-to sono concordi con me sul fatto che sei stata una persona disponibile nei confronti della società sia come Alpino che come membro della Protezio-ne Civile.

Un saluto Alpino lo voglio dedicare alla tua famiglia che ti è sempre stata vicino.

In questi giorni natalizi in cui una famiglia come la vostra sicuramente passava in armonia e spensieratezza mi sento di augurarvi

Buone Feste e un Grande Grazie a Te Angelo.

associazioni (nel nostro caso mi viene in mente la serata riuscitissima di Mille Papaveri Rossi che ha coinvolto nume-rosissime persone).

Anche se nell’arco dell’an-no ci sono molti impegni noi cerchiamo sempre di onorarli al meglio e come Capogruppo mi sento fiero e orgoglioso di tutto quello che facciamo.

Spero che con l’arrivo del nuovo anno e il rinnovo del consiglio possano entrar a far parte di questa realtà molti più Alpini.

Confidando in tutto ciò da parte mia e del consiglio Au-guro a tutti gli Alpini e Amici del nostro gruppo e della no-stra Sezione un Buon Natale e Felice Anno Nuovo

VIVA GLI ALPINI

Il Capogruppo Baron Vanni

Vorrei riportare qui un ri-cordo di un caro amico che è andato avanti troppo presto: Angelo Bressan, conosciuto come “Lampadina” tra gli alpini del suo gruppo, sempre attivo e ben voluto.

Un giorno con il camion di Angelo e di Sergio de Gob-bi siamo partiti per Buia per prendere la nostra sede; appe-na smantellata e caricata sui camion siamo ritornati verso casa contenti per avere anche noi la nostra sede.

Angelo è sempre stato una persona dal cuore grande, aveva regalato agli alpini di

Moriago una tuta bianca con il tricolore.

Vorrei ricordarvi anche una delle tante avventure che ho vissuto con Angelo: all’Adu-nata di Pescara Angelo va con camion, Giovanni Baron con la sua macchina, una Punto.

Arrivati, Angelo dice a Giovanni “Mi impresteresti la macchina?” e Giovanni rispose “no, no te la preste!”; ma a forza di insistere cedette, “ma sì, ciola su, peò se te me la rompe u me la paga” (ne-anche avesse intuito…)

Così siamo partiti io, Franco Favero, Rocco Pre-

maor e il camionista Angelo “so un posto che i me da da magnar e bere gratis” verso un ristorante di pesce che lui conosceva.

Abbiamo sì mangiato e be-vuto, e anche bene, ma gratis un corno! Tornando indietro un po’ alticci e contenti una Mini ci sorpassa sulla destra, “Dove valo quel deficiente !!”

Angelo andava un po’ for-te e ci stavamo avvicinando ad un semaforo, “Frena che l’è ros!!” gli abbiamo detto, ma non ha fatto in tempo ed ha tamponato la Mini … “ la ghe sta anca ben, a quel de la Mini!”

Tornati al campo abbia-mo dovuto raccontare il tutto a Giovanni, che ha risposto “Insemenidi, ve avee dita de lasarla a casa e ades andè a caricarla su sul camion ( e non fu un’ impresa da poco ) e me la portè pareciada!!”

Adesso che sei lassù nel Paradiso di Cantore guidaci come guidavi il tuo camion, senza incidenti.

Concludo con le più sen-tite condoglianze alla moglie Annamaria e ai figli Tania e Nicola.

Ciao Angelo dal tuo Presidente Valentino Baron

Ricordo di Angelo Bressan

L’Alpin del Piave26 N. 2 - Dicembre 2015

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MosnigoIl Monumento degli Alpini di Mosnigo

(o meglio: “La vita esemplare del Buon Alpino”)Molti commenti, a volte

molto strani, sono stati fatti e se ne continueanno a fare ancora molti, sul monumen-to della Casa degli Alpini di Mosnigo.

L’opera, fortemente volu-ta dall’allora presidente del gruppo alpini di Mosnigo Mansueto Frezza e dallo stes-so ideata, avvalendosi della collaborazione del designer prof. Bruno Gastaldo, è par-ticolare e di non facile lettura perché è un’opera moderna che si esprime attraverso sim-boli. L’opera è ancora senza un nome e in attesa di meglio potrebbe essere chiamata: “La vita esemplare del Buon Al-pino.”

Prima della sua inaugu-razione il monumento aveva dato ai più l’impressione di un’opera incomprensibile, strana, per non dire strava-gante. Forse era una gru? Altri dicevano: no è un pozzo di pe-trolio! Da quando però è stata inaugurata, il 22 Settembre 1991, ed è stata presentata ai presenti alla cerimonia, dal critico d’arte prof. Giorgio Mies, io ho cominciato a ri-credermi. L’opera si sviluppa da nord verso sud.

“Vedete, spiegò il prof Mies, i manufatti sono alli-neati quasi sullo stesso asse lungo la pedana di pietra. Davanti agli occhi abbiamo una strada: io la posso con-siderare la via della nostra vita che inizia con il pennone sul quale garrisce la bandiera italiana e che testimonia quin-di la nostra storia, la nostra cultura millenaria che ispira ed indirizza le nostre scelte e azioni quotidiane. Poi conti-nuando verso sud, prende il sopravvento della vista il vo-lume della struttura metallica di una gru enorme, spropor-zionata quasi, ma ben solida, in perfetto equilibrio perché appoggiata, come perno, sul-la chiesetta, culla e scrigno

dei valori sociali e morali di noi cristiani, ed è fissata alla terra da quattro robuste corde d’acciaio.

La gru però può anche essere presa come simbolo del trasferire, del trasportare cose, aiuti materiali, da un posto all’altro; come fanno gli alpini. Questi sono perso-ne che hanno i piedi saldati alla terra ma che hanno anche tanta generosità, che deriva loro dai valori in cui credono e trasferiteci dalla nostra reli-gione cristiana, rappresentata dalla chiesetta.

Questi valori poi vengono messi in pratica dagli alpini con Prudenza-Giustizia- For-tezza-Temperanza: le quattro virtù cardinali espresse dalle quattro corde d’acciaio, fissa-te a terra per evidenziare la loro concretezza. (Fatti, non parole, verrebbe da dire.)

Queste virtù si chiamano appunto Cardinali perché sono il cardine di un compor-tamento civile buono e corret-to e per questo costituiscono i pilastri o meglio i plinti sui quali costruire una vita dedi-cata alla convivenza solidale

per il Bene comune.Vi ricordo che:

- La Prudenza dispone la ra-gione a scegliere in ogni cir-costanza il nostro vero bene e a adottare i mezzi adeguati per realizzarlo.L’uomo prudente non è quindi il titubante, l’indeciso, ma al contrario è uno che sa deci-dere con sano ed equilibrato realismo.- La giustizia consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.- La fortezza è la capacità di resistere alle avversità della vita, di non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà.- La Temperanza ha la fun-zione di moderare l’attrattiva dei piaceri e delle passioni per non esserne travolti e ci rende capaci di usare i beni di questa terra con equilibrio.

Non sono tutte queste pa-role adatte a descrivere il com-portamento sociale esemplare di moltissimi alpini? Forse si dovrebbe fare una eccezione per la temperanza in ambito culinario ed enotecnico, ma per il resto le vedo molto ap-

propriate” - disse Mies con un sorrisino nelle labbra.

Sempre lungo lo stesso asse segue la figura scultorea dell’artista Marbal, che con tanta umanità esprime il senti-mento e lo sforzo di solidarietà in un abbraccio fraterno per assistere e prolungare la vita, fino all’estremo respiro, di un nostro compagno di viaggio su questa terra. Questo gruppo scultoreo sorge sopra un cer-chio formato da dodici spicchi di pietra dura, come dure sono le 12 ore del dì e per 12 mesi all’anno, (cioè in continua-zione), che una persona, al massimo, può dedicare alla solidarietà umana per lenire la sofferenza altrui.

La pedana di pietra non si ferma quì ma continua ancora per un po’ verso sud e vie-ne nuovamente segnata dalle quattro corde d’acciaio che tengono la struttura metallica saldamente legata alla terra a simboleggiare quasi, verso la fine di una vita, un testamento e il passaggio del testimone.

La pedana di pietra infatti continua ancora verso sud,

(continua a pag. 28)

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verso il futuro, per simboleg-giare l’invito alle future gene-razioni di proseguire su questa strada praticando questi valori.

Il prof. Mies ci faceva an-cora notare che l’asse centra-le, formato dalla pedana, è collegato a Dx ad un libro di pietra aperto, con una faccia-ta scritta: sono stati riportati i fatti bellici e gli eventi più si-gnificativi dello scorso secolo; mentre l’altra facciata è stata lasciata” in bianco”nella spe-ranza di poterci scrivere presto date ed eventi di vera pace e fratellanza tra tutti i popoli.

Sulla Sx invece la struttura aerea si appoggia alla Casa degli Alpini, simbolo della vitalità ma anche della sicu-rezza e protezione offerta da-gli alpini. Queste due ultime strutture possono anche ide-almente rappresentare la vita e la morte, collegate tra loro dalla struttura metallica aerea che termina con la sagoma di due grandi megafoni metallici stilizzati e che intendono co-municare e trasmettere i signi-ficati sopra espressi ai posteri, in modo che possano riflettere e ricordare gli esempi dati da tanti buoni alpini.

Da quel giorno io ho ve-ramente cominciato a gustare il monumento degli alpini di Mosnigo e ogni qualvolta che lo guardo con attenzione mi suggerisce nuove emozioni.

Un alpino del Gruppo Alpini di Mosnigo

(continua a pag. 28)

Felicitazioni vivissime alla mamma Sabina Dalle Crode e al papà alpino Luca Contessot-to per la nascita il 26/10/2015 di Giulio da parte di tutto il Gruppo Alpini di Mosnigo.

Scarponcini

Nel nostro piccolo, anche quest’anno siamo riusciti ad insinuarci con qualche riga tra le pagine del nostro bel giornale sezionale; questo esce ogni sei mesi mentre il nostro intervento si limita ad un solo articolo per anno; l’attesa è più lunga e quindi la lettura diventa più gratificante; mi sembra di vedere i nostri iscrit-ti, che con l’avvicinarsi di fine anno, tendono l’orecchio ogni qualvolta sentono il motorino del postino rallentare davan-ti casa per poi precipitarsi a controllare se nella cassetta della posta vi è stato riposto il tanto atteso giornale! Scher-zi a parte, anche quest’anno siamo giunti al momento di condividere il resoconto delle attività Alpine, ci auguriamo che quanto riportato di seguito sia come sempre motivo di orgoglio ed incentivo per una positiva prosecuzione.

Le attività svolte durante quest’anno sono di diverse tipologie, alcune le portiamo avanti da anni altre invece scaturiscono da particolari e occasionali richieste che ci pervengono da terze parti.

Cominciamo dalle attività “occasionali”.

Nel mese di Luglio, per la precisione il diciotto, si sono recati al Bosco delle penne mozze, alcuni nostri iscritti tra cui Antonio Pronol, Piero Bedetti, Luigi Salomon, Fer-ruccio Ghin e Fausto Zilli per partecipare alle attività di manutenzione. In tale occasio-ne non è mancato il “momento scientifico” grazie all’avvista-mento, da parte di Ferruccio, di un pregiatissimo esemplare di gambero d’acqua dolce.

Pochi giorni dopo, a recarsi invece in cima al Monte Grap-pa per sfalciare l’erba nei pres-si del noto monumento, erano Luigi Zanin ed il capogruppo Piercarlo Pederiva.

Tra gli appuntamenti più consueti, invece, riporto il pranzo di carnevale con gli amici dell’A.L.I., la trasfer-ta a Ronchi Valsugana pres-

Riva Martignagoso la festa del gruppo Alpini col quale siamo gemellati, la colletta alimentare, la pulizia della sede Sezionale ed alcu-ne partecipazioni alle attività sportive.

Nota di colore: durante la lotteria alla festa del gruppo di Ronchi Valsugana, per un solo numero, la nostra delegazione formata da Piercarlo, Toni, Mario e Piero ha “rischia-to” di doversi portare a casa cento quintali di legna (pez); sicuramente un bel premio ma sarebbe stato interessante vedere come li portavano a casa. Riporto per conoscenza la dichiarazione ufficiale del capogruppo: “Eh no che no se ghe li assea la no!”.

A questo punto resta solo da ricordare la nostra festa del primo Maggio che ho volu-tamente tenuto per ultima in quanto, per la prima volta, quest’anno si è svolta nei pres-si del piazzale antistante l’ex trattoria “Da Vanin” all’ottavo tornante. Come gruppo Al-pini abbiamo dovuto trovare una nuova collocazione per la festa, in quanto, dopo mol-te edizioni ci siamo ritrovati “orfani” del nostro solito posto al quarto tornante (ex quarto, ora dodicesimo). Il motivo principale per cui abbiamo dovuto trovare una nuova col-locazione consiste nel fatto che la festa si faceva sopra una strada di accesso ad alcuni terreni privati intralciando di conseguenza l’accesso ai pro-pietari per diverse ore. Nel più classico degli spiriti Alpini, per non arrecare disagio a chi legittimamente reclama libero accesso al proprio terreno, si è deciso di chiedere al Sig. Mat-tiazzo (Vanin) l’utilizzo del proprio piazzale per effettuare la festa; costui fortunatamente ha acconsentito ed a Lui vanno gli ovvi ringraziamenti da par-te di tutto il gruppo; natural-mente, dobbiamo ringraziare anche i sopracitati proprieta-ri che per tutti questi anni ci hanno favorevolmente accolto permettendoci di svolgere la

festa sulla loro strada di ac-cesso. La nuova collocazione, sicuramente più panoramica della precedente, è stata co-munque molto apprezzata dai convenuti, nonostante il me-teo e le temperature di quella giornata non fossero molto “estive”.

Purtroppo quest’anno dobbiamo segnalare ben due nostri Alpini che sono andati avanti ovvero Gino Geronaz-zo (Battistela) e Cesare Busi, ai famigliari dei quali vanno le più sentite condoglianze da parte del gruppo. Partendo dai nostri Alpini andati avanti e uscendo un po’ dal seminato, volevo raccontavi un episodio, da aggiungere ai tanti, con il quale si può dedurre (anche se trattasi di nulla rispetto a chi ci ha preceduti) cosa si intende quando si parla di Alpinità. In occasione del funerale di Gino Geronazzo ero presente con la funzione di picchetto al fian-co della bara assieme ad altri tre Alpini del nostro gruppo; durante l’ultima benedizione in cimitero, mentre gli Alpini presenti erano sull’attenti è sceso un vero e proprio nu-bifragio con tanto di grandi-ne; in quei momenti, mi sono guardato attorno ed ho potuto constatare che nonostante il temporale, nonostante l’attenti dopo la benedizione si sia pro-lungato per il canto del coro e la tromba del silenzio, nono-stante buona parte non sia più proprio “Bocia”, nonostante tutto, gli Alpini erano li, fissi, sull’attenti! Nessuna smorfia particolare, nessun commento sottovoce, nessun ombrello per loro, solo il cappello ed il gagliardetto innalzato in segno di rispetto nei confronti del de-funto e del suo ultimo saluto.

Concludo a nome del grup-po Alpini Riva-Martignago, visto l’approssimarsi del pe-riodo Natalizio, augurando a tutti di trascorrere delle buone feste ed un felice anno nuovo, viva gli Alpini!

L’addetto stampaFontana Mauro

L’Alpin del Piave28 N. 2 - Dicembre 2015

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San Pietro di Barbozza

San Giovanni

(foto Primo Saretta)

(foto Primo Saretta)

La famiglia dell’ Alpino Agostinetto Oddo si allarga …. Benvenuto Vinicio !!

È orgoglioso come sempre il gruppo Alpini di San Pietro per l’ottimo esito della tra-dizionale festa, Domenica 5 Luglio 2015 in località Pian de Farnè.

È un traguardo conside-revole essere giunti alla 32ª edizione per questa giornata organizzata in montagna, con una mole di lavoro notevole ma che proprio per questo dà sempre molta soddisfazione.

Una calda giornata di Sole ha accolto più di duecento persone che hanno partecipato prima alla Santa Messa presie-duta da Don Romeo seguita poi dai saluti di rito, nei quali sono intervenuti il vice sinda-co Geronazzo e il presidente sezionale Baron, poi dal pran-zo allestito nel tendone poco sopra. Come sempre, dopo es-sersi accomodati, tutti hanno potuto gustare i piatti proposti

Pian de Farnè 5 Luglio: Festa Alpina con ospite d’eccezione

tra i quali lo spiedo che risulta sempre molto gradito.

Il pomeriggio è stato movimentato dall’arrivo del presidente Nazionale A.N.A.

Sebastiano Favero che ha salutato i presenti, si è compli-mentato con gli organizzatori e si è intrattenuto con tutti gli alpini e simpatizzanti.

La sua gradita presenza è stata ed è sempre, un incentivo ad impegnarsi per proseguire nel tempo le varie attività nelle quali sono impegnati in vari

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 29

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Attivitàsportive

Il gruppo Alpini di San Pietro ha partecipa-to alla Marcia seziona-le a Guia il 12 Luglio, con le pattuglie Luciano Zanotto - Raffaele Ge-ronazzo, Mauro Coma-rella - Oscar Geronazzo, Carlo Tramet - Mirco Geronazzo, Gianni Ge-ronazzo - Bruno Gero-nazzo, Angelo Codemo - Roberto Bortolin (S. Stefano).

Un bellissimo secondo posto per il gruppo che ci ha rallegrato e soddi-sfatto.

I nostri atleti inol-tre hanno partecipato al Campionato Nazionale di Corsa in Montagna a So-ligo, il 19 Luglio. Hanno partecipato in questa cal-dissima Domenica Marco Mattiuzzo, Luciano Za-notto, Ivan Geronazzo, Dario Geronazzo.

Ottimo secondo posto di categoria per Ivan Ge-ronazzo.

Complimenti, a tutti un grazie e un incoraggia-mento a continuare così!

Viva gli Alpini!

Luciano Zanotto

modi gli alpini di San Pietro.Il resto del pomeriggio

è stato allietato dagli “Orsi Popolari”, trio locale che si esibisce in canti della tradi-zione popolare accompagnati da contrabbasso, chitarra e cajon. Si sono alternati mo-menti di emozione ad altri più allegri cantando “Sul ponte di Perati”, “Vecchio scarpone”,”Dove sei stato

mio bel Alpino”, e molte altre.Fedeli alla tradizione, la

giornata si è conclusa con la divertente e chiassosa “asta del formai”

È soddisfatto il capogrup-po Luca Favero: “Questo risultato è frutto di grande collaborazione e impegno da parte degli alpini innanzitutto, di tanti volontari, delle signo-re che prestano aiuto in cucina

e al servizio del pranzo, di chi ci ospita mettendo a di-sposizione i propri spazi e di tutti coloro che in vari modi rendono possibile ogni anno questa bella festa”.

Si rinnova quindi l’appun-tamento per il prossimo anno, non mancate Domenica 10 Luglio 2016!

Daniela Stefani

L’Alpin del Piave30 N. 2 - Dicembre 2015

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Santo Stefano

Festa della Croce

TERMOIDRAuLICAdi Mondin Luigi

Via Chiesa n. 35 - San Pietro di Barbozza31049 VALDOBBIADENE (TV)

Tel. 0423 973 888 - Cell. 348 88 77 137

Nel suo piccolo il gruppo ha partecipato alle attività sportive sia di carattere na-zionale che a livello sezio-nale.

Abbiamo partecipando all’80° Campionato nazio-nale A.N.A di Sci di Fondo svoltosi ad Asiago il 14 e 15 Febbraio con l’alpino Matteo Miotto; il 20 e 21 Giugno a Bedonia (Parma), si è svolto il 39° Campionato nazionale A.N.A di Corsa in montagna a staffetta, il nostro gruppo ha partecipato con l’alpino Emanuele Re-buli che, con gli altri com-ponenti della sua staffetta gli alpini Luca Dal Canton e Paolo La Placa ha otte-nuto un eccellente 6° posto assoluto.

La sezione A.N.A di Co-negliano ha invece ospitato in occasione dell’anno di celebrazione del suo 90° di fondazione il 44° Campiona-to nazionale A.N.A di Corsa in montagna individuale a Soligo il 18 e 19 Luglio.

La giornata era caldissi-ma, abbiamo partecipato con gli alpini Emanuele Rebuli e Matteo Miotto, anche in questo caso va sottolineato l’ottavo posto assoluto del nostro Emanuele.

Per quanto riguarda il Campionato sezionale di marcia di regolarità in montagna, il Trofeo “Biscaro Enea” il gruppo purtroppo ha partecipato con una sola pattuglia formata dagli alpi-

ni Galileo Zamai e Matteo Miotto che si sono piazzati all’undicesimo posto, rega-lando al gruppo il 9° ed ulti-mo posto nella classifica per gruppi.

Una tiratina d’orecchi qua è d’obbligo, la marcia sezio-nale infatti si svolge all’inter-no del territorio dei comuni che compongono la nostra sezione e non a chilometri di distanza come nel caso dei campionati nazionali; è quin-di auspicabile, per non dire d’obbligo una maggior parte-cipazione anche da parte del nostro gruppo e dai giovani che normalmente nelle al-tre attività lo animano, non credo che il problema sia il fatto di fare una quindici-na di chilometri a piedi, ne tanto meno il fatto di alzar-si alle sette del mattino per una Domenica. Siamo o non siamo alpini? Per la cronaca la manifestazione si è svolta il 12 Luglio ed è stata ma-gnificamente organizzata ed ospitata dal gruppo di Guia.

La giornata seppur molto calda è stata splendida sia durante la competizione sia dopo, è stata una bellissima occasione anche per stare insieme amichevolmente tra alpini della stessa sezione perché seppur appartenenti a gruppi diversi portiamo tutti lo stesso cappello. La forza di una sezione è data dall’unità e dalla sinergia dei gruppi.

Matteo Miotto

Domenica 2 Agosto si è svolta la nostra festa, la festa dei santostefanesi, la “Festa alla croce”.

Lo scopo di questo evento è da sempre non solo quello di radunare i soci del nostro gruppo alpini ed i loro fa-miliari, ma anche tutti gli abitanti di Santo Stefano che sentono forte il bisogno di mantenere e ravvivare lo spirito di comunità in modo semplice e spontaneo.

A queste persone si ag-giungono poi tutte quelle che pur non abitando a Santo Ste-fano si sentono legate per un motivo o per l’altro alla co-munità e desiderano sentirsi parte di questa famiglia.

Quest’anno il tempo ci ha voluto un po’ sfidare al mattino nel momento in cui bisognava caricare tutto l’oc-corrente da portare presso il bosco alla croce; si mostrava infatti un po’ minaccioso, con una nuvolosità che sem-brava proprio non volersene

andare. Abbiamo visitato il sito meteorologico dell’ae-ronautica che ci dava una probabilità di pioggia molto bassa verso il primo pome-riggio, ci siamo così fidati ed abbiamo avuto ragione e verso mezzogiorno il cielo ci ha regalato un confortevole Sole.

Alle 11 don Antonio ha celebrato la messa al campo, nel frattempo i nostri cuochi davano vita ad un semplice ma gustoso pranzo il quale, terminata la messa, è stato preceduto da un aperitivo per tutti i convenuti.

Lo spirito di questa festa è stato quello giusto, quello che caratterizza la festa stes-sa in cui tutte le persone si ritrovano gioiosamente trala-sciando i problemi quotidia-ni, parlando e confrontandosi anche su visioni diverse del mondo e della vita in modo amichevole, semplice e sin-cero.

Matteo Miotto

Attività sportive

Il 28 Agosto ci ha lasciato il nostro socio alpino Agostino Osella-me, nato il 29 Novembre 1932, è passato nel para-diso di Cantore il giorno di Sant’Agostino. Molto probabilmente non è stata una casualità ma faceva

parte del disegno di vita voluto per lui.

Alla moglie Resi e al figlio Loris nostro socio alpino va un sincero ab-braccio da parte del gruppo alpini Santo Stefano.

Matteo Miotto

Sono andati avanti

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 31

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San Vito

Rinviata la Festa sezionaleCon grande rincrescimento

il Gruppo Alpini di San Vito ha dovuto rinunciare alla Festa Sezionale programmata per l’anno prossimo a causa del nubifragio che ha interessa-to la nostra zona nella notte tra il 5 e 6 Settembre scorso. L’eccezionale precipitazione e l’enorme quantità d’acqua proveniente dalla strada ha in-vaso il cortile della Chiesetta di San Giovanni permeandone

il terreno e gravando sul muro di contenimento fino a farlo crollare per una lunghezza di vari metri. Il simbolo più caro degli alpini di San Vito, dopo il proprio cappello, è stato col-pito proditoriamente da quel nemico invisibile quanto im-prevedibile che si sta sempre più diffondendo nel territorio.

Una scena raccapricciante si è presentata agli occhi dei convenuti: c’era il Sindaco, il

Geologo, l’Ingegnere, la Pro-tezione Civile e gli Alpini. L’area è stata posta subito in sicurezza onde evitare l’ag-gravarsi dei danni.

Non sono mancati gli in-coraggiamenti e le promesse, di certo la decisione più amara l’ha dovuta prendere il Grup-po con la rinuncia alla Festa Sezionale, volendo destinare le proprie risorse ai necessari lavori di ripristino.

La nostra sede

“Bondì Don Angelo”! Così Ti vogliamo salutare come nell’estate del 2007 quando, diretti a Cima Grappa, Ti ve-demmo sbucare da una curva sul Monte Pallon con passo spedito e, soddisfacendo una nostra richiesta che in quel momento solo pensavamo, ci dicesti: “Cossa stò fasendo mi? Stò fasendo, come se dise adesso, FUTING”. Così nella Tua semplicità hai trascorso quarantacinque anni di dedi-zione nella nostra Comunità Sanvitese, rispettando le tradi-zioni e nell’esempio dei Gran-di di San Vito: Papa Benedetto XI e Don Giovanni Turra.

La perfetta intesa con gli Alpini è nata quando Ti abbia-mo proposto il restauro della Chiesetta di San Giovanni, un autentico entusiasmo che hai voluto contraccambiare con la partecipazione alle nostre manifestazioni. Sono tanti gli episodi da ricordare, ne men-zioneremo solo due:• L’esibizione de “La Leg-

genda del Piave” era stata tolta con dispiacere di tutti dai programmi ufficiali. In una ricorrenza del “4 No-vembre” facesti celebrare da altro Sacerdote ed alla fine della Santa Messa, quale organista di eccezione, Ti ponesti ai tasti e mai sen-timmo le note del “Nostro Piave” così ben scandite;

• Nove anni fa in occasio-ne dell’anniversario del restauro della Chiesetta a San Giovanni, fu proprio là che annunciasti l’arrivo di don Massimo, sacerdote che Ti aveva impressiona-to in maniera positiva per la sua semplicità, prepara-zione, devozione ed anche per la sua statura, “Un vero Granatiere” dicesti agli Al-pini: parole che si rivelarono profetiche!

Attendavamo da tempo di poter usufruire di una sede stabile e di festeggiare l’evento in maniera solenne ed indimenticabile. Per anni il Gruppo ha trovato ospi-talità nei bar del paese, poi nelle taverne dei soci e per un periodo prolungato in Piazza Mirabello.

Con il lascito di “Casa Dalla Longa” da parte degli eredi rappresentati dal dott. Roberto Dalla Longa alla “Fondazione Asilosanvito”, a San Vito ora gli Alpini di-spongono dell’edificio me-diante una convenzione di

durata trentennale. I lavori di restauro si sono rivelati più complessi del previsto e, per dare una sferzata di vitalità era stata chiesta la

Ricordando Don Angelo De Nale

Festa Sezionale nel 2016 con l’inaugurazione della nuova Sede, occasione che si auspica arrivi con l’anno successivo.

SegusinoRicordiamo gli alpini che

durante l’anno hanno lasciato le fila del nostro Gruppo per andare a riposare nel Paradiso di Cantore.

Sono gli alpini Rosario Stramare, Egidio Berra, Pie-tro Minute, Aquilino Miotto e Giancarlo Coppe.

Ad ognuno di loro giunga-no le nostre preghiere per un dolce riposo e ai loro famiglia-ri le rinnovate condoglianze con l’augurio di tanta serenità.

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Domenica 6 Settembre, al termine del Tuo cammi-no, noi pensiamo Tu abbia bussato alla porta del Padre presentandoTi tutto bagnato, perché siamo sicuri che quan-do l’eccessiva precipitazione atmosferica ha fatto cedere il muro di sostegno a valle della Chiesetta di San Giovanni, Tu sia accorso impedendole il coinvolgimento.

Così Ti ricorderemo ai no-stri nipoti quando leggeranno il Tuo nome al suo interno. Dal Paradiso di Cantore, meta degli Eroi e di coloro che sono andati avanti, tra i Tuoi co-scritti della prima linea che non tornarono dal fronte, be-nedici le nostre famiglie, le nostre Associazioni e la nostra San Vito. GRAZIE DON AN-GELO!

Manifestazioni

Nel pomeriggio di Sabato 24 Ottobre, è stata commemo-rata la “Battaglia del Settolo Alto” in località “Noi” a San Vito. Il tricolore dei gagliar-detti ha ben risposto all’esplo-sione dei colori autunnali di quella splendida giornata di Sole che ha visto una nutrita presenza di partecipanti alla Santa Messa in suffragio degli Alpini appartenenti al “Batta-glione Bassano” celebrata dal Vicario Foraneo Don Romeo, su quel poggio così ben tenu-to dal socio Roberto Dalla Longa.

In collaborazione con “Casa Nostra” l’Associa-zione che gestisce il “Cen-tro Don Giovanni Turra” è stato istituito il concorso fotografico sul tema “La Grande Guerra del nostro Territorio”, una passeggiata nei luoghi simbolo svoltasi Domenica 25 Ottobre scor-so a San Vito.

I partecipanti, scolari del-la Scuola Elementare, sono stati in compagnia degli Al-pini, di genitori ed amici, delle Lettrici del Gruppo

Sentire il Tuo nome ci riporta a nove anni addietro, nella Chiesetta di San Gio-vanni quando Don Angelo annunciò durante la Santa Messa la Tua nomina a Par-roco di San Vito. La novità ci aveva un po’ allarmati, ma le sue parole ci avevano rassi-curati anche se l’alta statura e la barba ci avevano messo un po’ in soggezione.

Con il tempo ci siamo accorti che sei sempre stato uno di noi: la Tua presenza discreta e puntuale, le Tue risposte approfondite hanno fatto di Te la persona saggia, l’amico con il quale confi-darsi eri il nostro “Don Ber-goglio” per la Tua capacità di coinvolgere individui ed aggregare associazioni, qua-lità che Ti è stata riconosciuta

anche al di fuori di San Vito. A Giugno ed ancora pro-

tagonista la Chiesetta di San Giovanni, annunciasti là il Tuo trasferimento in altra parrocchia. Il 6 Settembre con un nodo in gola Ti abbia-mo salutato consegnandoTi un nostro ricordo e tutt’ora vorremmo ripeterTi:

Arrivederci don Massimo!

Nozze Lombardo Venete dell’Alpino Carabiniere

A don Massimo Toniolo

“Vocidistorie” che hanno letto sul posto brani di rac-conti e cronache della guerra combattuta sul nostro territo-rio, del “Gruppo Fotografico Airone” dal quale i giovani hanno potuto apprendere istruzioni e consigli per la realizzazione di foto presenti alla mostra fotografica du-rante la Festa del Ringrazia-mento 2015.

Il precedente Sabato 24 Ottobre una rappresentanza delle Associazioni ha potuto incontrare le insegnanti e gli

scolari scolari ai quali è stata illustrata la manifestazione. Abbiamo potuto riscontrare l’interesse dei giovani nei confronti della nostra Storia considerando che essa viene raramente riportata nei libri di scuola e poco se ne parla in famiglia.

Ci sembra pertanto giunto il momento di esprimere con orgoglio i nostri sentimenti nel rispetto di coloro che ci hanno preceduti.

Addetto stampa Guido Bollotto

Attività

Il Gruppo Alpini di San Vito augura a tutti Buone Feste

Andrea, figlio di Giorgio Tramet, da San Vito di Valdobbiadene, già Alpino della Brigata Tridentina e poi arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri, il 1° Maggio scorso è convolato a giuste nozze con Giulia Treccani, nell’incantevole zona del Lago di Garda paese natale della sposa. Le nostre vivissime congratulazioni agli sposi per una vita serena e ricca di sod-disfazioni, qui ripresi con familiari ed amici comunemente riconoscibili con cappello alpino fotografati per l’occasione durante le nozze. Paolo Vanzin

L’Alpin del PiaveN. 2 - Dicembre 2015 33

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Don Fabrizio, un prete AlpinoSabato 30 Maggio nella

cattedrale di Belluno dopo una cerimonia durata oltre tre ore, il Vescovo della diocesi Belluno – Feltre Mons. Giu-seppe Andrich, a consacrato sacerdote l’alpino don Fa-brizio Tessaro. Il sacerdozio di Don Fabrizio, di Alano di Piave, è frutto di una “vo-cazione tardiva”, cioè una vocazione maturata in età adulta, certamente più risolu-ta e meditata della vocazione che avvertono i ragazzini che entrano in Seminario a undici – dodici anni.

Don Fabrizio è entrato in seminario nella diocesi di Belluno – Feltre all’età di trenta anni dopo un perio-do che l’aveva visto essere imprenditore, gestiva un Pa-nificio ad Alano di Piave e all’età di vent’anni come tutti i giovani di allora ha svolto il servizio di leva obbligato-rio, inquadrato nella Brigata Tridentina dopo il periodo del C.A.R. a Merano viene trasferito alla caserma Huber a Bolzano dove vi rimane fino al congedo.

Don Fabrizio, iscritto nel gruppo di Alano della Sezio-ne di Feltre, è appassionato di musica, suona la tromba e dà un grosso contributo a fondare la Banda cittadina del Comune di Alano di Pia-ve. Preso dalla passione della famiglia alpina, tramandata dallo zio Paolo Vanzin, allora presidente sezionale, parte-cipa con la Fanfara della

sez. Valdobbiadene a tante adunate nazionali.

Ad un certo punto della sua vita sente una chiamata molto importante, che va al di sopra di tutte le passioni, al di sopra del lavoro “la chiamata di Dio” e dopo sette anni di studio trova l’Ordinazione Presbiterale all’età di trentasette anni. Come primo incarico della sua missione pastorale, al sacerdote novello Don Fa-brizio, è stato conferito l’in-carico di collaboratore del Parroco di Lamòn per la cura delle anime di quella Parroc-

chia e di alcune parrocchie del circondario.

Nella foto un momento della sua festa di sacerdozio, assieme ai suoi commilitoni giunti da diverse parti d’Ita-lia per l’occasione e assieme a suo zio Paolo particolar-

mente felice ed emozionato per l’importante scelta com-piuta dal nipote.

A Don Fabrizio, l’augurio di una lunghissima missio-ne pastorale, piena di buoni frutti e di tante soddisfazioni!

Paolo Vanzin

Il momento dell’ordinazione sacerdotale

L’Alpin del Piave34 N. 2 - Dicembre 2015

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Vidor

11 Ottobre 2015: “Da Ponte a Ponte” Parte IIªIl progetto La Grande

Guerra da Ponte a Ponte ripercorre il fronte Austro-Ungarico della Prima Guerra Mondiale lungo il fiume Pia-ve, da Vidor a Susegana.

Il recupero delle trincee, il ripristino e la valorizzazione dei siti della Prima Guerra Mondiale, inaugurato lo scor-so anno non poteva che susci-tare un grandissimo interesse.

Per noi, percorrere i sentie-ri, visitare i teatri delle grandi battaglie dove il nostro Capita-no Stefanino Curti perdeva la vita, dove il maggiore Ippolito Banfi esortava i suoi a battersi fino all’ultimo, dove si scri-veva la storia di tutti noi, non poteva che riempirci il cuore di commozione, di nuovo.

Sensazioni già provate, ma mai monotone, che vorresti rivivere più e più volte.

Un brivido alla schiena.Pensate di immedesimarvi

in quel contesto. Gli odori, i rumori, la paura, l’incertezza, la morte. Uomini che lottano contro un nemico più forte per numero e mezzi a disposizio-ne, fino alla fine.

Oltre trecento le vittime…E per questo nuovamente

siamo qui a ricordare, a ren-

Il 20 Luglio 2015 è nato Nicola Nardi , di papà Mar-tino e mamma Laura Tonello. Eccolo in foto col papà Mar-tino 6 sc. 2001, il nostro Vice Capogruppo.

Un evviva al nostro scar-poncino!

dere omaggio a tutti i nostri soldati.

Quest’anno il fulcro della manifestazione era a Moriago, ma Vidor si è visto impegnato Sabato sera 10 Ottobre all’in-terno della Chiesetta di Santa Bona con lo spettacolo “Una memoria sofferta” con Cinzia Zanardo, rappresentazione organizzata dall’Amministra-zione Comunale congiunta-mente al Gruppo Alpini di Vidor. Durante lo spettacolo sono state ripercorse le varie fasi che hanno portato al con-

flitto e uno spaccato di come è stato vissuto dalla nostra popolazione il periodo di oc-cupazione. Molto toccante inevitabilmente la parte tratta da alcuni racconti dei soldati che proprio a Vidor combat-terono il 10 Novembre 1917, data molto importante per il nostro Gruppo.

Il giorno successivo, Do-menica 11 Ottobre, il Gruppo Alpini Vidor si è fatto carico della predisposizione di un info-Point in Piazza Zadra e contestualmente dell’organiz-

zazione delle visite guidate ai bellici teatri.

La partecipazione è stata folta, oltre duecento le persone intervenute, curiose e desi-derose di catapultarsi per un giorno indietro di cent’anni.

Un vero percorso della me-moria, che vale più di mille parole. Un’atmosfera che ri-chiede solo silenzio e un pen-siero a tutti i soldati, di tutte le guerre…

Max AdamiNicola Zandò

Scarponcino

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“Adorazione dei pastori” XVI Secolo, Cammeo in diaspro sanguigno, cm 6,5 x 4,8, Firenze, Museo Nazionale del Bargello

DULCISSIMA MATER MARIA: BIM BUM BAM, co ste svìrgole che pióf dó, sone segùri de tiràr doman?LABORIOSUS PUTATIVUS PATER: BAM BUM BIM, meijo farse fòra n fiasco de vin !UNIGENA FILIUS DEI: Mi nò, mi nò, son ancora massa picinin. Mèijo fuàzha, e qualche biscotin !

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L’Alpin del Piave36 N. 2 - Dicembre 2015