albero zambon pinàl bavàn seconda parte

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Le nostre radici La grande famiglia degli Zambon Pinàl Pinàl Bavàn – parte seconda Continua il paziente lavoro per mettere insieme le varie informazioni sulla famiglia Zambon Pinàl. Le ricerche documentali negli archivi della Pieve e le interviste orali ai nostri «vecchi» che hanno ben presenti tutti i legami di parentele, permettono di capire come è vasto l’universo dei Pinài, certamente la famiglia più numerosa di tutto il comune (cfr. l’Artugna n. 50, aprile 1987, I registri della Pieve, pagg. 14-18). Nel numero 100 (dicembre 2003) venne pubblicato il ramo dell’albero genealogico dei Pinài Bavàn discendenti di Pietro (1835); in questo numero presentiamo il ramo dei Pinài che discendono dal fratello Matteo (1826). —— SEDICESIMO INSERTO a cura di Roberto Zambon Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia... A bbiamo visto, nel numero 100 de l’Artugna, che i Pinài che costruirono le loro case, da almeno 200 anni, nel cortile a cui si ac- cede dal secondo portone a sinistra di Via San Tomé sono conosciuti anche con il nome di Bavàn. (A proposito, sa- rebbe interessante risalire all’origine di questi soprannomi). Nelle vecchia casa, a metà dell’ ‘800, vivevano con le loro famiglie i due fratelli, Matteo (1826) e Pietro (1835) che diedero origine ai due rami Bavàn. Come la quasi totalità delle famiglie dardaghesi vivevano con il lavoro dei campi o facendo i muratori. Il patri- monio era formato dalle case, dal be- stiame e dai terreni. Periodicamente era necessario procedere alle «divisio- ni»; così, all’inizio del secolo scorso, Angelo (1853), figlio di Matteo, com- però le ciase de Moreàl, in cima al paese, quasi alla fine di Via San Tomé, mentre il fratello Luigi (1858) si tra- sferì nella case da poco costruite all’entrata del cortile. Verso il 1923, dopo aver venduto le case ad Adamo Zambon Pinàl (Damo Nontholo), si trasferì con figli e nipoti a Ronche di Sacile dove la terra è più fertile e ge- nerosa. Quasi tutti i figli maschi di Angelo, (Guglielmo, 1881 e Giuseppe, 1889) e quelli di Luigi (Giovanni, 1886, Gia- como, 1887 e Abramo, 1892) lavora- vano nei campi. Giovanni si trasferì a Sacile dove lavorò come capomastro. La generazione successiva fu interessa- ta dalla forte emigrazione che caratte- rizzò la prima parte del secolo scorso nella nostra zona pedemontana. Mila- no, Torino e Venezia, furono le prime tappe di un viaggio alla ricerca di un lavoro dignitoso. In molti sono riusciti a farsi conoscere per la loro indiscussa professionalità. Oggi i discendenti di Matteo risiedono a Milano, Torino, Ve- rona, Cividale del Friuli, Sacile, Ca- neva, Dardago... *** Come per l’albero pubblicato nel di- cembre 2003, si è seguita la linea di di- scendenza maschile fino alla fine del 1800. Dal 1900 è stata seguita anche la discendenza delle donne, poiché molti loro discendenti hanno richiesto di es- sere inseriti nell’albero. *** Grazie di cuore a quanti mi hanno for- nito informazioni e materiale fotografi- co per questo lavoro e, siccome c’è an- cora molto da scoprire sui Pinài, grazie anche a coloro che mi aiuteranno nelle future ricerche. ROBERTO ZAMBON INSERTO DE l’Artugna n. 107 · APRILE 2006 Chi sono e dove abitavano i Pinài Bavàn Nelle foto, da sopra. I due fratelli Angelo (1853) e Luigi (1858) con le rispettive consor- ti Agata Del Maschio e Luigia Zambon. Foto in alto. due figlie di Luigi, Santa (1902) e Maria (1897). Maria sposò Serafino Zambon Momoleti, mentre Santa, dopo aver vissuto da bambina nella case nuove dei Pinài (all’en- trata del cortile), si trasferì con la famiglia a Ronche; sposò Paolo Zambon Pinàl Nontholo e tornò ad abitare nella stessa casa che nel frattempo era stata acquistata dal suocero Damo Nontholo. Foto sopra a destra. Dardago 1935. Il matrimonio di Ferru- cio (1913) con Luigia Zambon Biso. Si riconoscono: alle spalle della sposa, il fratello Marco e, dietro di lui, Maria, zia dello sposo. A destra di Ferrucio si riconosce l’altra zia, Santa. Foto a sinistra. Giuseppe (1889) e Regina Zambon con i primi 3 figli, Iginia (1914), Angelo (1918) e Mario (1920). Iginia morirà molto giovane a Torino, dove si trovava per lavoro. Anche Mario muore, giovane, nel 1971. Foto in basso. Giuseppe, infaticabile lavoratore, con la mussa, indispensabile collaboratrice dei contadini prima dell’avvento dei trattori. Foto a lato. Dardago, 1979, bella foto di famiglia in occasione dei 65 anni di matrimonio di Giuseppe e Regina. Foto sopra e a sinistra. I primi anni di Ferrucio a Ronche, con i figli Giovanni e Giacomo e con la moglie Luigia. Foto a sinistra. Giacomo (1887) con la moglie Ilda Cecchelin e il figlio Ferruccio (1913) in licenza durante il sevizio militare. Giaco- mo, caporale della Croce Rossa, fu fatto prigioniero sette volte e per sette volte riuscì a fuggire. Foto a lato. Romano (1918), figlio di Giacomo, ritratto con la moglie Norina. Romano morì tragicamente nei pressi di Roma durante un bombardamento il 9 settembre 1943, il giorno dopo l’armistizio. Foto a sinistra. Giovanni, (1886-1953), sposò Rosa Zambon Tarabin; non ebbero fi- gli. Abile muratore e capomastro, si trasferì a Sacile dove, grazie al suo lavoro, divenne un uomo conosciuto e stimato. Foto a lato. Abramo (1892). Sposò Romana Zambon Pala. La prima figlia, Irma, sposò Alberto Vicenzotti, noto a Dardago perché ogni anno, alla Sagra dell’Assunta, arrivava con il suo carico di angurie per venderle all’ombra del campanile. Foto sopra. Nave, 1956. Matrimonio di Raffaele e Giuseppina. Ai lati i loro rispettivi papà Giacomo e Attilio. Foto sopra. I figli di Giuseppe e Regina in una recente fotografia. Da sinistra: Bruno, Maria (Torino), Agata, Angelo (Verona), Gemma (Milano) e Augusta. Foto a destra. Lo zio Bruno con alcuni nipoti (negli anni 70 ?). Da sinistra, in piedi, Antonio, Giorgio, Giuseppe. Accosciati: zio Bruno, Roberto, Carlo.

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INSERTO DE l’Artugna n. 107 · APRILE 2006

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Page 1: Albero Zambon Pinàl Bavàn seconda parte

Le nostre radici

La grande famiglia degli Zambon PinàlPinàl Bavàn – parte seconda

Continua il paziente lavoro per mettere insieme le varie informazioni sulla famiglia Zambon Pinàl.Le ricerche documentali negli archivi della Pieve e le interviste orali ai nostri «vecchi» che

hanno ben presenti tutti i legami di parentele, permettono di capire come è vasto l’universo dei Pinài,certamente la famiglia più numerosa di tutto il comune

(cfr. l’Artugna n. 50, aprile 1987, I registri della Pieve, pagg. 14-18).

Nel numero 100 (dicembre 2003) venne pubblicato il ramo dell’albero genealogico dei Pinài Bavàndiscendenti di Pietro (1835); in questo numero presentiamo il ramo dei Pinài

che discendono dal fratello Matteo (1826).

——SEDICESIMO INSERTO a cura di Roberto Zambon

Dall’album di famiglia... Dall’album di famiglia...Dall’album di famiglia...

Abbiamo visto, nel numero 100de l’Artugna, che i Pinài checostruirono le loro case, da

almeno 200 anni, nel cortile a cui si ac -cede dal secondo portone a sinistra diVia San Tomé sono conosciuti anchecon il nome di Bavàn. (A proposito, sa -rebbe interessante risalire all’origine diquesti soprannomi).Nelle vecchia casa, a metà dell’ ‘800,vivevano con le loro famiglie i duefratelli, Matteo (1826) e Pietro (1835)che diedero origine ai due rami Bavàn.Come la quasi totalità delle famigliedar daghesi vivevano con il lavoro deicampi o facendo i muratori. Il patri-monio era formato dalle case, dal be -stiame e dai terreni. Periodicamenteera necessario procedere alle «divisio-ni»; così, all’inizio del secolo scorso,Angelo (1853), figlio di Matteo, com-però le ciase de Moreàl, in cima alpaese, quasi alla fine di Via San Tomé,mentre il fratello Luigi (1858) si tra-sferì nella case da poco costruiteall’entrata del cortile. Verso il 1923,dopo aver venduto le case ad AdamoZambon Pinàl (Damo Nontholo), sitra sferì con figli e nipoti a Ronche diSacile dove la terra è più fertile e ge -nerosa.Quasi tutti i figli maschi di Angelo,(Gu glielmo, 1881 e Giuseppe, 1889) equelli di Luigi (Giovanni, 1886, Gia -como, 1887 e Abramo, 1892) lavora-

vano nei campi. Giovanni si trasfe rì aSa cile dove lavorò come ca pomastro.La generazione successiva fu interessa-ta dalla forte emigrazione che caratte-rizzò la prima parte del secolo scorsonella nostra zona pedemontana. Mila -no, Torino e Venezia, furono le primetappe di un viaggio alla ricerca di unlavoro dignitoso. In molti sono riuscitia farsi conoscere per la loro indiscussaprofessionalità. Oggi i discendenti diMat teo risiedono a Milano, Torino, Ve -rona, Cividale del Friuli, Sacile, Ca -neva, Dardago...

* * *Come per l’albero pubblicato nel di -cembre 2003, si è seguita la linea di di -scendenza maschile fino alla fine del1800. Dal 1900 è stata seguita anche ladiscendenza delle donne, poiché moltiloro discendenti hanno richiesto di es -sere inseriti nell’albero.

* * *Grazie di cuore a quanti mi hanno for-nito informazioni e materiale fotografi-co per questo lavoro e, siccome c’è an -cora molto da scoprire sui Pinài, grazieanche a coloro che mi aiuteranno nellefuture ricerche.

ROBERTO ZAMBON

INSERTO DE l’Artugna n. 107 · APRILE 2006

Chi sono e dove abitavano i Pinài Bavàn

Nelle foto, da sopra. I due fratelli Angelo(1853) e Luigi (1858) con le rispettive consor-ti Agata Del Maschio e Luigia Zambon.

Foto in alto. due figlie di Luigi, Santa (1902) e Maria (1897).Maria sposò Serafino Zambon Momoleti, mentre Santa, dopoaver vissuto da bambina nella case nuove dei Pinài (all’en-trata del cortile), si trasferì con la famiglia a Ronche; sposòPaolo Zambon Pinàl Nontholo e tornò ad abitare nella stessacasa che nel frattempo era stata acquistata dal suocero DamoNontholo.

Foto sopra a destra. Dardago 1935. Il matrimonio di Fer ru -cio (1913) con Luigia Zambon Biso. Si riconoscono: allespalle della sposa, il fratello Marco e, dietro di lui, Maria, ziadello sposo. A destra di Ferrucio si riconosce l’altra zia, Santa.

Foto a sinistra. Giuseppe (1889) e Regina Zambon con i primi 3 figli, Iginia(1914), Angelo (1918) e Mario (1920). Iginia morirà molto giovane a Torino,dove si trovava per lavoro. Anche Mario muore, giovane, nel 1971.

Foto in basso. Giuseppe, infaticabile lavoratore, con la mussa, indispensabilecollaboratrice dei contadini prima dell’avvento dei trattori.

Foto a lato. Dardago, 1979, bella fotodi famiglia in occasio ne dei 65 anni dimatrimonio di Giuseppe e Regina.

Foto sopra e a sinistra. I primi anni di Ferrucio a Ronche, coni figli Giovanni e Giacomo e con la moglie Luigia.

Foto a sinistra. Giacomo (1887) con la moglie Ilda Cecchelin e ilfiglio Ferruccio (1913) in licenza durante il sevizio militare. Gia co -mo, caporale della Croce Rossa, fu fatto prigioniero sette volte e persette volte riuscì a fuggire.

Foto a lato. Romano (1918), figlio di Giacomo, ritratto con lamoglie Norina. Romano morì tragicamente nei pressi di Romadurante un bombardamento il 9 settembre 1943, il giorno dopol’armi stizio.

Foto a sinistra. Giovanni, (1886-1953),sposò Ro sa Zambon Tarabin; non ebbero fi -gli. Abile muratore e capomastro, si trasferì aSacile dove, grazie al suo lavoro, divenne unuomo conosciuto e stimato.

Foto a lato. Abramo (1892). Sposò RomanaZambon Pala. La prima figlia, Irma, sposòAlberto Vicenzotti, noto a Dardago perchéogni anno, alla Sagra dell’Assunta, arrivavacon il suo carico di angurie per venderleall’ombra del campanile.

Foto sopra. Nave, 1956. Matrimonio di Raffaele e Giuseppina. Aila ti i loro rispettivi papà Giacomo e Attilio.

Foto sopra. I figli di Giuseppe e Regina in una recente fotografia. Da sinistra:Bruno, Maria (Torino), Agata, Angelo (Verona), Gemma (Milano) e Augusta.

Foto a destra. Lo zio Bruno con alcuni nipoti (negli anni 70 ?). Da sinistra, inpiedi, Antonio, Giorgio, Giuseppe. Accosciati: zio Bruno, Roberto, Carlo.

Page 2: Albero Zambon Pinàl Bavàn seconda parte

Il ramo Pinàl Bavan

uomo

donna

LEGENDA

Riveta (pubblicato nel n. 58)

Isandro Pinàl

Nontholi (pubblicato nel n. 42)

Batistela

Bepi Pinàl

Glir

I rami della famiglia Zambon Pinàl

Nato Pinàl Scatol

Giobatta

Ite

Pinài de le ciase de Moreàl e de Ronche (pubblicato in questo numero)

Bavan (pubblicato nel n. 100)

Il presente quadro, molto incompleto, verrà integrato con i risultati di ulteriori ricerche e con informazioni che arriveranno in redazione.

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Quadro d’insieme della grande famiglia Zambon Pinàl

11

10

1 2 3 4 5 6 7 8

1

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3

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5

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9

10

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Ciase de Moreàl e de Ronche

Questa foto dell’inizio del secolo scorso (1911-1912?) è significativa perché vi sono rappresentati membri dei duerami di questo albero genealogico. Siamo nel cortile delle ciase de Moreàl comperate qualche anno prima daAngelo Pinàl. Al centro Angelo ed Agata, forse festeggiati per le nozze d’argento. Da sinistra, dopo il ragazzo (forseun Pinàl Bavan), si riconoscono: Angela Ianna (Andoluta Bocussa), Mondo Pinàl Bavan (?), Teresa, Maria, Regina(moglie di Giuseppe Pinàl), Cecilia, Fiorina, Santa, Giacomo, sua moglie Ilda Cecchelin con il primogenitoRomano (?). Davanti a Giacomo, Battistina. Non si conosce il nome della bambina in primo piano.

N.B. Sottolineati sono i nomi delle figlie di Angelo; in neretto sono i nomi delle figlie e del figlio di Luigi che, nel1923, si trasferì a Ronche.

Dai Registri dei Battesimi della Pieve di Dardago: gli atti di battesimo diAngelo (16 gennaio 1853) e di Luigi (18 agosto 1858), i due capostipiti diquesto albero genealogico.

Foto sopra. Le ciase de Moreàl nella parte alta di via San Tomè comeappaiono oggi. Furono comperate da Angelo all’inizio del secolo scorso.

Foto sotto. Il portone d’ingresso del cortile dei Pinàl Bavàn. Questa partedelle ciase, costruita nei primi anni del ’900, fu originariamente abitata daLuigi prima di trasferirsi a Ronche.