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La Repubblica
Morti sul lavoro, la protesta di
Anonymous: hackerati i siti delle
agenzie per il lavoro
Un attacco informatico dimostrativo da parte degli attivisti che si
riconoscono nel collettivo di hacker più famoso: "Siamo lavoratori
come voi"
di ARTURO DI CORINTO
13 gennaio
CONTRO LA PIAGA delle morti sul lavoro e lo sfruttamento dei lavoratori Anonymous stavolta se la prende con i centri per l'impiego, le agenzie interinali e quelle regionali del lavoro, avvocati, periti, e associazioni industriali. Gli hacktivisti di Anonymous che per tutto il 2018 hanno messo a nudo nomi e organizzazioni scolastiche, sanitarie e militari, per denunciare la mancanza di privacy e sicurezza dei dati, hanno pubblicato in rete gli archivi del Collegio periti industriali di Rieti, della Federazione nazionale commercianti cementi, laterizi e materiali da costruzione, delle Camere di commercio di Vicenza e Bari, e dell'Unione avvocati d'Italia, in segno di protesta contro le morti sul lavoro. Con l'ormai solito corredo di nomi, cognomi, email, password e numeri di telefono.
Incidenti sul lavoro: 151 morti dall'inizio del 2018, il triste record della provincia di Milano
Alcuni dei siti compromessi sono stati anche 'defacciati', e sulla loro homepage campeggia una versione del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo rimaneggiata per l'occasione con la maschera di Anonymous, strumenti da lavoro, kit di pronto soccorso e una serie di banconote sparse per terra sulle sagome dei lavoratori morti. Non è la prima volta che gli hacker attaccano il mondo del lavoro e del sindacato: l'ultimo raid era avvenuto nell'ottobre scorso ai danni delle Camere del lavoro, del sindacato, e di alcune organizzazioni datoriali. Nel comunicato a corredo delle incursioni gli Anons si rivolgono direttamente ai lavoratori italiani, "da lavoratori a lavoratori che portano il pane in tavola", per lamentare il fatto che solo nei primi giorni di gennaio "sono già 9 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro". E ricordano che nel 2018 c'è stato un impressionante aumento di "morti bianche" rispetto all'anno precedente, nonostante il fatto che "spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all'Inail, le forze armate, i vigili del fuoco, innumerevoli partite Iva, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dai trattori e tanti altri che fanno sembrare questo fenomeno molto più lieve".
Aggiungono poi che a morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori precari o in appalto e che a perdere la vita sono moltissimi giovani in età compresa tra i 20 e 30 anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su.
Incidenti sul lavoro, Mattarella: "L'Italia non può rassegnarsi, servono più controlli"
Non ci sono solo le morti a indignare i "vendicatori mascherati", quanto l'assenza di diritti,
a cominciare dal diritto a una giusta retribuzione. Per questo, a ulteriore spiegazione del
loro punto di vista, Anonymous Italia, LulzSecIta e AntiSecIta, citano anche l'articolo 36
della Costituzione che dice: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla
quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è
stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite,
e non può rinunziarvi".
Sul loro blog, a ulteriormente chiarimento della loro azione, dicono: "Non crediamo che sia
tanto pretendere sicurezza nella vita. La sicurezza di arrivare a fine mese, la sicurezza di
riuscire a creare una famiglia, la sicurezza di andare a lavoro e di tornare a casa, e perché
no, la sicurezza che i nostri dati privati non vengano svenduti o addirittura venduti ad altri."
Insomma per gli attivisti, che appaiono sempre più politicamente orientati: "Non basta
lavorare per sopravvivere, moriamo per far sì che i padroni (ai quali della nostra salute ben
poco importa) ingrassino". Per questo danno una stoccata finale alla politica nel
comunicato: "Non abbiamo mai visto morti sul lavoro in Parlamento, non c'è pericolo nel
fare il politico. Millantano di aiutare il popolo con le solite bugie, vivendo nel loro mondo
fatto di bambagia."
Decreto sicurezza, Conte vede l'Anci.
Salvini: "Non cambia di una virgola".
Tutte le divisioni in una settimana da
resa dei conti
13 gennaio
Domani due incontri delicati per il premier Conte: con i sindaci e con il
commissario agli Affari interni Avramopoulos sui migranti. Giovedì il
consiglio dei ministri per il via libera alle due misure bandiera per
Lega e 5Stelle. Mentre il ministro dell'Interno avverte: "Se c'è
disaccordo la via sovrana è il popolo"
Sarà una settimana caldissima per il governo. Con incontri delicati, per il premier, già domani. E i
provvedimenti bandiera di Lega e Cinquestelle che dovrebbero avere il varo definitivo. Anche se
restano molti i nodi irrisolti. Tanto che Salvini, parlando alla scuola politica della Lega, avverte:
"Con i 5 Stelle stiamo governando insieme. Se su qualche punto non si trova l'accordo la via del
popolo è la via sovrana, la scelta la faranno gli italiani". E ha aggiunto che in Italia "servono più
energia e trasporti".
I sindaci e il decreto sicurezza
Sul decreto sicurezza, nei giorni scorsi, il premier Conte si è smarcato dal vicepremier
Salvini. Aprendo a un incontro con i sindaci per un chiarimento. Domani l'appuntamento
con l'Anci è previsto alle 12.30 a Palazzo Chigi. Il ministro dell'Interno ha ripetuto oggi che
il decreto non cambierà: "Io ascolto tutti ma quel decreto non cambia di una virgola". Il
presidente del Consiglio però tenterà una mediazione. L'Anci arriva al tavolo con alcune
richieste precise: la possibilità di mantenere l'accesso allo Sprar delle persone vulnerabili;
l'applicazione di modalità uniformi per la presa in carico da parte delle Asl dei richiedenti
asilo; il diritto a conoscere le persone presenti nei centri di accoglienza, con numero di
componenti, sesso e età.
La redistribuzione dei migranti
Il premier, Giuseppe Conte, è intervenuto in prima persona anche sulla partita dei migranti
rimasti per 19 giorni in mare sulla Sea Watch e la Sea eye. Scatenando più di una frizione
con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Domani, alle 9, Conte avrà un incontro
importante con il commissario europeo per gli Affari interni e le migrazioni, Dimitris
Avramopoulos (anche Salvini avrà un faccia a faccia con lui). Sul tavolo, la questione del
ricollocamento dei 200 migranti che devono essere ancora accolti da altri paesi europei. Si
tratta degli oltre 400 migranti fatti sbarcare nel luglio dello scorso anno e di cui 270
dovevano essere ricollocati tra Spagna, Germania, Francia, Portogallo, Irlanda e Malta.
Finora, però, solo Parigi ha mantenuto completamente l'impegno. Anche Malta, però,
lamenta l'inadempienza italiana rispetto ai migranti della nave Lifeline. "L'Italia si era
impegnata ad accogliere 50 miganti ma non l'ha fatto", ha detto nei giorni scorsi il premier
Muscat.
I nodi del reddito di cittadinanza e di quota cento
Giovedì - ha annunciato ieri Di Maio - arriveranno in consiglio dei ministri reddito di cittadinanza e
quota cento. Il via libera al decreto era previsto già la scorsa settimana ma c'è stato un rinvio
motivato ufficialmente dagli approfondimenti in corso da parte della Ragioneria dello Stato.
Restano due i problemi fondamentali: la questione degli assegni di invalidità, che non saranno
aumentati rispetto agli attuali 280 euro (fatto che ha scatentato le proteste della Lega); e le
coperture per evitare che gli statali debbano attendere 7 anni per avere la liquidazione
Pensioni dei sindacalisti
Di Maio ha annunciato che, nel decreto che istituisce reddito di cittadinanza e quota cento, ci sarà
anche un taglio alle pensioni dei sindacalisti: l'idea è di ricalcolare gli assegni alti con il metodo
contributivo. Una misura che Cgil, Cisl e Uil vivono come un attacco alla libertà sindacale protetta
dall'articolo 39 della Costituzione. Anche su questo, comunque, ci sarebbero perplessità della
Lega. Sullo sfondo restano le divisioni sulla Tav, con l'attesa per la pubblicazione dei risultati della commissione costi-benefici. E poi le tensioni sulle nomine dei nuovi presidenti di Inps e Inail.
Pd, Zingaretti: "La ripartenza dipende
dall'afflusso alle primarie. Sul
simbolo polemica arrogante"
Il governatore del Lazio, candidato alla segreteria dem, attacca
Salvini: "Bene l'arresto di Battisti ma non usi due pesi e due misure.
Stesso rigore per chi aggredisce i giornalisti". Sul futuro del partito:
"Non basta attaccare il governo"
Parte dalla notizia del giorno, Nicola Zingaretti. Dalla cattura in Bolivia del terrorista Cesare Battisti. Intervistato da Lucia Annunziata nel programma Mezz'ora in più, dice: "Il mio cuore e la mia mente dicono menomale, finalmente. Battisti era un criminale e un arrogante". Ma poi si rivolge a Salvini, e al suo flusso ininterrotto di dichiarazioni sul caso Battisti e aggiunge: "Chiedo al ministro Salvini di avere un atteggiamento di rigore, sempre, anche quando dei giornalisti vengono picchiati andando ad assistere ad una manifestazione. C'è la sensazione amara a volte che un ministro che deve garantire sicurezza agli italiani abbia due pesi e due misure".
Per il resto, Zingaretti parla del partito democratico, della sua lunga strada verso il Congresso per avere un segretario: "Votate chi volete ma il 3 marzo andate ai gazebo perché se si riapre una storia molto dipenderà da questo". Poi, il tema che ha dominato lo scontro interno al Pd nelle ultime ore: la sua apertura a una modifica del simbolo dem. "La polemica politica un po' arrogante e un po' miope - dice - mi sta riconducendo a polemiche simbolo sì simbolo no, ma quello è l'ultimo dei problemi che noi abbiamo. Lo decideremo quando avremo costruito un progetto vero, prima delle elezioni europee".
Chiarisce che non basta attaccare il governo: "Mi sono candidato alle primarie del Pd per
cambiare il partito. Non penso che basti aspettare gli errori di chi governa sperando che gli
italiani tornino a votare per noi, questa è una illusione. Dobbiamo guardare in faccia i
motivi veri per cui molta gente si è affidata al Ms5 e alla Lega". Critica la gestione
personalistica del partito, in passato: "Non sono per rinnovare sulla base della fedeltà ma
sul merito, sul valore e sul rapporto con il territorio. Ha prevalso troppo l'elemento di
fedeltà, che ha discriminato troppo persone valide". A proposito dei Cinquestelle, ripete:
"Io non mi voglio alleare con il M5S ma avverto il dovere etico e morale di riaprire un
dialogo con i cittadini che hanno visto in quel movimento una prospettiva di rivendicazione.
Io non mi rassegno di restare al 18%". Tra gli errori del pd alle scorse politiche c'è stato,
per Zingaretti, l'aver "percepito poco la voglia di giustizia: se avessimo fatto campagna
elettorale con Gentiloni protagonista e con la proposta di valorizzare, ad esempio, il
reddito di inclusione, avremmo avuto un risultato diverso".
Di Maio, dal boom alla recessione:
"Se c'è la crisi bisogna aiutare i ceti
deboli"
Il vicepremier 5Stelle abbandona in poche ore l'ottimismo sulla
crescita. E intanto annuncia per giovedì il consiglio dei ministri che
dovrà approvare reddito di cittadinanza e quota 100: "Nel decreto
anche il taglio delle pensioni dei sindacalisti" Un rapido cambio di rotta. Chissà se hanno contribuito le ironie social o gli articoli sui giornali. Ma
Luigi Di Maio è passato in poche ore dall'evocazione di un nuovo boom economico, sul modello
degli anni Sessanta, legato "alla creazione di autostrade digitali", a un più prudente discorso sui
rischi della recessione. Ieri aveva parlato durante un convegno dei consulenti del lavoro, oggi in campagna elettorale in
Sardegna, a Porto Torres: "Non so se sta arrivando nuova crisi, si parla di recessione. Ma il
migliore modo per affrontare questo rischio è aiutare le fasce in difficoltà della popolazione e non
tagliare dalle fasce deboli della popolazione come è stato fatto in passato", ha detto. Intanto il vicepremier M5S annuncia che sarà giovedì il Consiglio dei ministri per l'approvazione
definitiva del reddito di cittadinanza, dopo le incertezze delle ultime ore con la riunione del governo
slittata per gli approfondimenti della Ragioneria generale, mentre andavano in scena tensioni e
scontri nella maggioranza. Di Maio conferma che "il reddito di cittadinanza e quota 100 saranno
nello stesso decreto". E annuncia che "ci sarà, nella fase di conversione, anche il taglio alle
pensioni dei sindacalisti". Dice: "È giusto che abbiano la pensione uguale ad altri lavoratori. Non
basterà mai, a luglio abbiamo tagliato la pensione a Cirino Pomicino e non basterà mai. Noi non ci
accontenteremo mai, ci vorranno anni".
M5S, Di Battista: "Non sarò ministro
né candidato alle europee". Ma apre:
"Io prossimo leader? Non saprei"
L'ex deputato M5S torna in tv e parla del suo futuro politico. Stronca la
Tav: "Non si farà", ma non esclude il referendum. Difende Baglioni ma
prova a rassicurare la Lega: "Non sarò l'anti-Salvini"
È tornato in tv, per il primo di una lunga serie di interventi televisivi. Alessandro Di Battista è di
nuovo pienamente sulla scena politica. Ospite di "Accordi & Disaccordi" sul Nove lancia una serie
di messaggi sia all'interno che all'esterno del Movimento. "Non farò il ministro", dice lapidario l'ex
deputato M5S, reduce dalla lunga trasferta americana. Ma spiega anche che non sarà candidato
alle europee, come invece vorrebbe Luigi Di Maio, sempre più alle prese con la concorrenza
dell'ex deputato Cinquestelle, forse l'esponente più amato dalle telecamere.
Farà comunque campagna elettorale, assicura. Invece Di Battista resta possibilista su un'altra
domanda: quella sulla leadership del Movimento. "Non so se sarò io il prossimo candidato leader".
Poi precisa: "La politica è una passione ma per me attualmente è un attività di volontariato".
Insomma, non si sbilancia ma lascia la porta più che aperta. Per il resto Di Battista conferma la sua natura movimentista con i toni tranchant usati per il caso
Tav non si farà. Si deve fare una bella. "La Tav non si deve fare, per niente. Non si deve fare e
ferrovia e un bel treno ad alta velocità, magari Roma-Matera". Non esclude il ricorso al
referendum: "Lo chiedono i cittadini ed io non sarò mai contrario a un referendum". Poi difende
Claudio Baglioni, nel mirino di Salvini per le dichiarazioni sui migranti: "Baglioni? Ha espresso una
sua opinione e per me fa benissimo a esprimere tutte le opinioni che vuole, ci mancherebbe altro.
Poi a me Baglioni è sempre piaciuto...". Al tempo stesso, assicura che non sarà l'anti-Salvini: "Dico
ai miei colleghi di governo: questo è il momento per spingere sull'acceleratore. Io sono qui per
dargli una mano ma io non sono l'anti-Salvini". Chissà in quanti, nella Lega, saranno felici
dell'offerta di aiuto.
Maio e Di Battista a Strasburgo per
lanciare la campagna per le europee
Domani il via in collegamento Facebook dalla città del parlamento
europeo. Ma il nodo delle alleanze non è ancora risolto del tutto
di ANNALISA CUZZOCREA
L’appuntamento è per domattina alle dieci. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista si collegheranno
via Facebook da Strasburgo, per dare il via alla campagna elettorale per le europee. Un "evento a
sorpresa" annunciato dallo stesso vicepremier. Una campagna di cui l’ex deputato M5S, tornato
dal suo viaggio in America, sarà protagonista. Sia nelle prossime tappe che nelle apparizioni
televisive. Il suo nome non comparirà però sulla scheda elettorale, nonostante i vertici del Movimento
abbiano accarezzato l’idea di una sua candidatura. Nelle liste, che saranno decise da Luigi Di
Maio, dovrebbe esserci spazio per candidati esterni, come alle europee..
Ministeri, il Consiglio Stato boccia l'accorpamento del Turismo all'Agricoltura
ROMA - Il Consiglio di Stato ferma le ambizioni del ministro delle Politiche agricole, il leghista Gianmarco Centinaio. Ex manager del settore turistico Centinaio fin dal suo insediamento aveva in mente un obiettivo, unire Agricoltura e Turismo, due ambiti secondo lui strettamente legati da quel made in Italy che il ministro vuole non solo difendere, ma esportare in Paesi dove oggi siamo ancora deboli. I giudici di Palazzo Spada bocciano invece hanno bocciato la decisione del governo di trasferire le deleghe in materia di turismo al ministero dell'Agricoltura (operazione già fatta tramite decreto), con un parere in cui si esprime un giudizio che "non può non essere perplesso". I giudici, nell'analizzare il decreto che spostava le competenze dal ministero dei Beni Culturali a quello delle Politiche Agricole, sottolineano che "il turismo non può essere riguardato come funzione ancillare di altre funzioni statali, siano esse quelle riguardanti i beni culturali siano quelle riguardanti l'agricoltura, l'alimentazione e le foreste, ma semmai come legante di un coordinamento complesso tra tutte le forme di presentazione e di produzione del territorio italiano nella loro potenzialità di fruizione turistica". Una bocciatura dunque, che rischia di lasciare l'amaro in bocca al ministro, tant'è che proprio dal Mipaaft arriva la risposta, che tenta di ridimensionare lo stop dei giudici. "Il Consiglio di Stato non ha bocciato il testo relativo alla riorganizzazione - è scritto nella nota del dicastero delle Politiche agricole - ma esprime l'esigenza di meglio esplicitare le ragioni dello schema come proposto". Il ministero, comunque, aggiunge la nota, "in spirito di totale e leale collaborazione istituzionale, sta rivedendo il testo alla luce delle osservazioni formulate nel parere".
Secondo i giudici "non appare congruente con l'impianto costituzionale - si legge nel parere - oltre che legislativo primario, trattare il turismo come un aggregato della funzione riguardante l'agricoltura e le foreste, come sembra emergere dall'articolato". In altri termini, l'impianto ministeriale che ne deriva "sembra essere caratterizzato da una funzione servente del turismo a favore dello sviluppo delle attività agricole, alimentari e forestali, piuttosto che dalla istituzione di un luogo amministrativo di gestione del turismo italiano (per la competenza statale), come sicuramente era l'intenzione del Legislatore". La critica al provvedimento si fa più esplicita quando si sottolinea che "dal testo emerge non tanto un'opera di coordinamento tra funzioni di amministrazione attiva nel settore agricoltura (nei limiti della competenza statale) con la funzione turistica (anch'essa nei limiti della competenza statale) intesa in senso generale, quanto piuttosto una mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali quasi con la tecnica del "copia incolla", ma non esattamente corroborate da una visione strategica d'insieme che vada oltre la visione settoriale propria del ministero".
In questo modo "la commistione in un unico dipartimento di funzioni proprie della materia turismo e funzioni proprie di politica agricola, alimentare e forestale, sembra andare esattamente nella direzione opposta a quella indicata dalla giurisprudenza costituzionale, quasi vincolando il turismo all'offerta correlata alla sola attività agricola, alimentare e forestale".
Dalle pensioni alla scuola la "manovra
del popolo" non pensa ai disabili
L’intervento. Tagli ai fondi: gli unici aumenti previsti saranno quelli
contenuti nella circolare Inps n.122/2018: una media di 3 euro mensili
a pensione
di IACOPO MELIO* 14 gennaio 2019
Caro direttore, ho deciso di scrivere questo articolo, dati ufficiali alla mano, per chiarire cosa
comporterà realmente la "manovra del popolo" per un disabile: un’illusoria chimera. A partire dalle
pensioni. Nella legge di Bilancio non viene espressamente indicato che l’introduzione delle
pensioni di cittadinanza riguarderà anche le provvidenze assistenziali riservate agli invalidi civili, ai
ciechi civili e ai sordi.
Quand’anche si volesse, paradossalmente, destinare l’intera dotazione del Fondo (6,1 miliardi al
netto del miliardo per i centri per l’impiego) all’aumento a 780 euro di tutte le pensioni di invalidità
civile e le pensioni sociali, quella somma non sarebbe sufficiente: basta dire che al 31 dicembre
2017 le pensioni e gli assegni di invalidità, cecità e sordità, di importo pari a 280 euro circa, erano
poco più 1 milione (1.072.000). Se si moltiplica tale cifra per 500 euro e per 13 mensilità si
comprende che il Fondo non può affatto garantire questa, pur encomiabile, soluzione. Ciò
comporta che qualsiasi intervento sulle pensioni assistenziali escluderà buona parte degli attuali
titolari di pensione di invalidità civile.
Pertanto gli unici aumenti previsti saranno quelli contenuti nella circolare Inps n.122/2018: una
media di 3 euro mensili a pensione!
Stesso discorso per la scuola. Per gli interventi di integrazione scolastica, incluse le spese del
personale (docenti di sostegno), la legge di Bilancio prevede per l’istruzione di primo ciclo 3,49
miliardi nel 2019, riducendo di circa 70 milioni la previsione approvata dalla precedente manovra.
Per l’istruzione di secondo ciclo, sempre per il 2019, sono stanziati 1,45 miliardi. Nella
compilazione delle relative tabelle, a questa voce, è prevista una spesa via via in diminuzione (fino
ad un miliardo di meno nel 2021).
Nell’ultimo anno scolastico a fronte di 248 mila studenti con disabilità, 71 mila sono rimasti senza
insegnanti di sostegno e i docenti assegnati sono stati nel 36% dei casi insegnanti
curricolari precari e non specializzati. Non sfugga che un terzo di fondi in meno significa tradotto in
cifre oltre 40 mila insegnanti di sostegno specializzati in meno e milioni di ore di sostegno negate
agli alunni con disabilità.
Se poi andiamo a vedere il Fondo non autosufficienze, la dotazione (finora 450 milioni di euro)
ammonterà a 573 milioni per il 2019, 571 per il 2020 e 569 nel 2021. Il Comitato 16 Novembre, da
anni "sentinella" del Fondo e, in generale, dell’impegno delle istituzioni nei confronti della non
autosufficienza, il 6 novembre 2018, precisava con la presidente Mariangela Lamanna: "Il governo
sa perfettamente che il fondo non autosufficienza ha bisogno di almeno 1 miliardo".
Cifre irrisorie anche sul Fondo per il dopo di noi. Viene riportato, per il 2019, alla cifra originale,
quindi 56,1 milioni di euro: in pratica, un solo incremento di 5 milioni, assolutamente non sufficiente
ed irrisorio.
La dotazione per il Fondo per l’accessibilità, poi, è di soli 5 milioni di euro per il 2019.
Ricordiamo che una misura prevista dal governo Gentiloni prevedeva lo stanziamento di 180
milioni spalmati in quattro anni (20 milioni per il 2017, 60 milioni per il 2018, 40 milioni per il 2019 e
60 milioni per il 2020). Quindi anche se la cifra di 5 milioni per uno "speciale fondo" fosse
ipoteticamente destinata all’abbattimento delle barriere architettoniche, sarebbe comunque irrisoria
a confronto dei reali bisogni che nemmeno con i precedenti 180 milioni siamo riusciti a sanare.
Per concludere, quando si ha a che fare con la disabilità non ci si rapporta con un enorme
contenitore di persone con apposta un’etichetta definita, ma con cittadini che hanno esigenze
diverse. Per questo servono misure personali e personalizzate: tutto il resto è propaganda.
* Iacopo Melio, 26 anni, giornalista e scrittore, è il fondatore della onlus # vorreiprendereiltreno.
Pochi giorni fa è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica dal
presidente Mattarella
Migliaia di gamberetti morti su una spiaggia
di Ischia: "Non li mangiate"
Il ritrovamento sul litorale sabbioso di San Montano a Lacco Ameno
di PASQUALE RAICALDO Un insolito tappeto rosa sul litorale sabbioso della baia di San Montano, a Ischia. E' al momento
avvolto nel mistero il consistente spiaggiamento di migliaia di gamberetti, su cui indagano da
qualche ora la guardia costiera di Ischia e l'équipe della stazione Anton Dohrn. L'appello della
Guardia Costiera è: "Attenzione, vietato mangiarli"
E mentre si diffonde l'appello a non prelevare a fini alimentari i gamberetti, "non essendo note le
cause della morte" come sottolinea il comandante del Circomare Ischia, Andrea Meloni, si fanno
largo le prime ipotesi sul fenomeno che avrebbe coinvolto migliaia di esemplari di krill
mediterraneo (Meganictyphanes norvegica il nome scientifico).
Sarà l'esito degli esami sui campionamenti, effettuati nella mattinata di oggi, a far luce
sull'accaduto ma quanto accaduto potrebbe avere una spiegazione del tutto naturale: risalendo di
notte dai profondi canyon sottomarini, i banchi di gamberetti incappano talvolta in forti correnti che
rischiano di far perdere la “bussola”.
Un fenomeno già rilevato più volte nella baia dei Maronti, sempre sull’isola d’Ischia, e assai
comune nello Stretto di Messina. Proprio davanti alla baia di San Montano, infatti, si aprono alcune
“testate” nel gigantesco canyon sottomarino di Cuma. Sarebbe dunque questa l’ipotesi più accreditata, anche se non si escludono altre cause, tra cui
l’inquinamento - tra le concause da queste parti dello spiaggiamento di un capodoglio, lo scorso 24
dicembre (nel suo stomaco furono trovate alcune buste di plastica e del nylon) - o un cosiddetto
“bloom” di organismi tossici. Ci vorrà qualche giorno per risolvere del tutto il mistero ischitano.
Silvestri (Luiss): "Sì alla Web tax, ma non
colpisca le aziende italiane"
Il fiscalista Andrea Silvestri spiega quali correttivi servano per una
tassa sui colossi del Web che non colpisca anche le società italiane che
operano nel digitale e nel suo libro "Il Fisco che vorrei" racconta di cosa
abbia bisogno il nostro sistema fiscale per favorire imprese e sviluppo.
di WALTER GALBIATI MILANO - Si sa, le tasse pesano a tutti. E quella dell'ottimizzazione fiscale è un problema che tutte
le aziende cercano di affrontare al meglio, cercando di strutturarsi al meglio per pagarne di meno.
Il problema però è la disparità fiscale che si crea tra i vari Paesi, anche all'interno di un ambiente
economico unico come l'Unione Europea, con la coseguenza di creare vantaggi per alcuni e danni
per altri. Andrea Silvestri, fiscalista che insegna International Businesses and Taxation alla LUISS
Business School, affronta l'argomento in un libro "Il fisco che vorrei", edito da Franco Angeli. Secondo lei è meglio avere una tassazione uguale in tutti i Paesi dell’Unione, oppure è
meglio avere una competitività fiscale?
"Idealmente sarebbe meglio avere una tassazione uniforme all’interno dell’Unione Europea. Ma
questo è, almeno nel medio termine, un’ipotesi molto improbabile. Negli ultimi 20 anni è stato
realizzato molto poco per uniformare i sistemi fiscali UE sull’imposizione diretta, di fatto solo
qualche normativa antielusiva. E mi sembra che il quadro politico attuale renda ancora più
improbabili scatti in avanti nell’integrazione rispetto a questi ultimi anni. Quindi, avere un buon
livello di competitività fiscale è necessario, anche perché la competizione economica tra Stati si
gioca anche (e sempre più) con i Paesi extra-UE".
Come si colloca l’Italia in questo scenario?
"Il nostro Paese ha migliorato il proprio livello di competitività fiscale negli ultimi anni, ma ha ancora
una lunga strada da percorrere per essere al livello dei principali Paesi UE e di molti Stati extra-
UE" Dove è indietro e dove è avanti il nostro sistema tributario?
"Il nostro sistema tributario è senza dubbio indietro sulla certezza del diritto, fattore essenziale per
attrarre investimenti e attività di impresa. Le normative cambiano troppo spesso e talvolta
retroattivamente, il fisco risulta ancora troppo aggressivo e il sistema giudiziario ancora
inadeguato. Come Paese siamo migliorati a livello di aliquote sulle attività di impresa e di stimolo
agli investimenti (ad esempio, gli incentivi su Industria 4.0). La legge finanziaria appena approvata
sembra tuttavia cambiare direzione, perché ad esempio elimina o riduce agevolazioni di grande
rilievo. Spero in un ripensamento che a breve ci riporti sulla giusta strada" Come giudica il tax ruling introdotto dall’Italia proprio mentre la Ue prendeva provvedimenti
contro Lussemburgo e Irlanda?
"I ruling sono uno strumento molto utile per garantire la certezza del diritto, e sono quindi molto
favorevole al loro utilizzo nel nostro sistema. Da noi i ruling non presentano quegli effetti distorsivi
che hanno manifestato in alcuni Paesi molto “tax friendly”, come appunto Lussemburgo e Irlanda.
In questi Paesi di fatto i ruling venivano utilizzati anche per attribuire agevolazioni “ad personam”,
talvolta ingiustificate in un’ottica di sistema. Non mi risulta che questo sia mai successo da noi".
Come giudica la web tax? Qual è il modo migliore per tassare i colossi transnazionali del
web?
"Sono favorevole alla web tax. Allo stato attuale della normativa internazionale, questa forma di
tassazione rappresenta il sistema più efficace per tassare in qualche modo non soltanto i colossi
del web ma anche le nuove attività derivanti dalla digitalizzazione. Quanto più quest’ultimo
fenomeno si sviluppa, infatti, tanto più agevole sarà per le imprese internazionali accentrare le
proprie attività nei Paesi a fiscalità agevolata (Irlanda etc.), a tutto svantaggio dei Paesi a fiscalità
piena come il nostro. Per questo, a mio giudizio, si dovrebbe ampliare la portata della web tax
ed elevarne l’aliquota. Il problema di questa imposta è che, per non contrastare con la normativa
UE, deve colpire anche le imprese italiane, che tuttavia già scontano in Italia un livello di
tassazione elevato. Bisogna trovare quindi dei correttivi per eliminare o ridurre in modo significativo
questo effetto indesiderato. Una soluzione potrebbe essere la maxi deduzione delle spese relative
alla digitalizzazione che presuppone una riforma dell’imposta sulle società".
Come si combatte il transfer pricing, quando mira a depauperare i Paesi in cui i beni
vengono venduti?
"Il transfer pricing rappresenta un sistema tecnicamente corretto per allocare i redditi imponibili tra i
vari Paesi. Tuttavia, nell’attuale situazione dell’economia internazionale e ancora di più nell’era
della digitalizzazione che stiamo per sperimentare, questo sistema rende alquanto agevoli le
pianificazioni fiscali delle imprese. Questo perché nella catena del valore assumono sempre più
rilievo i beni intangibili, che possono essere facilmente trasferiti nei Paesi a fiscalità agevolata,
come abbiamo già visto per le multinazionali del web. In questo contesto, vengono di fatto
penalizzati i Paesi di sbocco, in cui i beni o servizi vengono venduti. Per contrastare questa
dinamica, bisogna aumentare il peso delle imposte sulle transazioni riducendo quello
dell’imposizione sulle imprese".
Quali sono le sue proposte per cambiare?
"Nel libro ho formulato dieci proposte, che si muovono lungo tre direttrici. La prima è di favorire la
produzione di ricchezza in Italia, riducendo l’imposizione su chi opera nel nostro Paese, attraverso
un sistema innovativo che premia in misura maggiore le attività che generano più sviluppo. Poi, è
necessario innalzare sensibilmente il livello di certezza del diritto, perché anche le normative
migliori risultano poco efficaci se è bassa l’affidabilità del sistema. Infine, occorre stimolare -
attraverso la leva fiscale - l’accorpamento delle imprese, per creare aziende più in grado di
competere nel mondo globale, e incentivare il loro sviluppo tecnologico. In sostanza, le proposte
mirano a trasformare il fisco da mero strumento di gettito a fattore di supporto per la crescita della
nostra economia".
Campidoglio Raggi alla battaglia degli
spicci di Fontana di Trevi: quasi una
retromarcia
Da aprile la revoca delle monetine alla Caritas. La sindaca studia
un'alternativa
di LORENZO D'ALBERGO E ALESSANDRA PAOLINI 14 gennaio 2019
Se la sindaca Virginia Raggi dovesse decidere ora, senza sentire il resto della giunta e basandosi al massimo sulle sensazioni dei consiglieri più fedeli, metterebbe istantaneamente la parola fine sulla battaglia delle monetine. Da quando il Campidoglio grillino ha pubblicato una memoria del gabinetto di Raggi sui centesimi di Fontana di Trevi e riproposto l'idea di non destinarli più alla Caritas, spiccioli che a fine anno si sommano in un gruzzolo da 1,5 milioni di euro e dall'amministrazione Rutelli in poi sono stati affidati all'ente benefico della Diocesi della capitale, non c'è stato un attimo di pace. Nemmeno il consueto incontro di inizio anno tra la prima cittadina e Papa Francesco ha evitato la strigliata di monsignor Paolo Lojudice, vescovo ausiliario di Roma, sull'emergenza rifiuti. L'Avvenire, il quotidiano della Cei, poi è partito in pressing. Neanche tanto velatamente a giudicare dalle parole del direttore Marco Tarquinio, pubblicate ieri mattina: "A quanto si è appreso la decisione dovrebbe diventare operativa dalla mezzanotte del prossimo 31 marzo. E non sarà uno scherzo, ma un magrissimo pesce d'aprile". L'idea del Comune, almeno a giudicare dall'atto approvato in giunta il 28 dicembre, è quella di affidare la raccolta delle monetine ad Acea e poi dividerle. Una parte verrebbero reimpiegate per il restauro dei monumenti. L'altra per fini sociali. Bypassando, però, la Caritas. Una proposta che improvvisamente è diventata indigesta per l'inquilina di palazzo Senatorio. Prima di mettersi definitivamente contro il Vaticano, Raggi ieri ha chiesto un vertice a tre con il suo vice Luca Bergamo e l'assessora Laura Baldassarre. La sindaca vuole trovare una soluzione che tuteli la Caritas, magari conservando lo status quo. Il suo numero due vacilla, mentre la delegata alle Politiche sociali vorrebbe cambiare spartito e ampliare il ventaglio delle destinazioni del tesoretto. Per decidere c'è tempo fino alla conclusione di marzo, ma evitare ulteriori bocciature dalla Santa Sede non dispiacerebbe. Meglio sbrigarsi allora. Condividi
Anche perché il caso sta montando: " La Caritas è un patrimonio d'amore fondamentale per una città come Roma e svolge un ruolo di prima linea indispensabile. Se la sindaca Raggi lo ha compreso, seppur in grave ritardo, eviti di accanirsi contro la rete del
volontariato e della solidarietà " , attacca il senatore piddino Bruno Astorre. Poi c'è la versione della Caritas, affidata a Facebook: "La decisione del Comune di modificare la procedura di affidamento per le monetine di Fontana di Trevi - finora utilizzate in progetti di solidarietà promossi dalla Diocesi - con un iter amministrativo ancora non definito, ha destato numerose prese di posizione che invitano la sindaca a modificare tale decisione. Giornalisti, politici, sacerdoti e tanti cittadini sono intervenuti sui social network " . Il post si chiude con il ringraziamento a chi "ha espresso tale fiducia alla Caritas, agli oltre 5mila volontari e ai 300 operatori impegnati ogni giorno in 51 opere ( mense, ostelli, comunità alloggio, case famiglia, ambulatori medici, servizi domiciliari, centri di ascolto nelle carceri) e 145 centri di ascolto parrocchiali". Un esercito solidale che adesso attende con il fiato sospeso le decisioni di palazzo Senatorio.
Campidoglio, Raggi crea un
assessorato e scatta la rivolta via chat
Il tecnico De Santis promosso in giunta. Prende parti di deleghe da
Marzano e Balsassarre. Si occuperà di scuola
di LORENZO D'ALBERGO
Nessun cambiamento è indolore. Si guadagna qualcosa, si perde qualcos'altro. La regola vale
anche in Campidoglio: con l'ultima novità - è di venerdì sera la nomina ad assessore del delegato
al Personale e capo della segreteria politica Antonio De Santis - la sindaca Virginia Raggi ha
premiato uno dei professionisti che durante la prima metà del mandato meglio si è comportato a
palazzo Senatorio. Poi ci sono i consiglieri pentastellati, i loro dubbi. I loro mal di pancia. Nulla da
dire sulle qualità del tecnico, quanto sulle modalità della scelta e sui suoi possibili effetti.
Le chat grilline ribollono e la solita narrazione 5S di una maggioranza sempre compatta
improvvisamente vacilla. I messaggi di cui Repubblica è entrata in possesso raccontano le reazioni
di Teresa Zotta e Alessandra Agnello, rispettivamente indaffarate presidenti delle commissioni
Scuola e Lavori pubblici, all'annuncio affidato a Telegram dalla prima cittadina alle 21.12 di
venerdì.
Ecco la notizia: De Santis entra nell'esecutivo capitolino prendendo parte delle deleghe alla scuola
dell'assessora Laura Baldassarre e la gestione dei servizi anagrafici dalla titolare del dossier Roma
Semplice, quella Flavia Marzano ora depotenziata che commenta così il rimpasto: "Sto per
lasciare il Comune? Non mi risulta " . Ma torniamo ai consiglieri. Hanno il dente avvelenato, perché
ora gli uffici dovranno interfacciarsi con tre figure diverse: con Laura Baldassarre per i progetti per
gli studenti, con Margherita Gatta e lo staff dei Lavori pubblici per quanto riguarda il capitolo
manutenzioni e con la new entry Antonio De Santis per tutto ciò che riguarda il personale.
Una situazione che non piace a Teresa Zotta, eletta 5S ed ex vicepreside del liceo Mameli che
sull'istruzione è impegnatissima. Sempre in prima linea e particolarmente suscettibile a tutti i
cambiamenti che riguardano il suo settore. Il messaggio pubblicato ieri mattina nella chat dei
colleghi: "Sono contenta per Antonio", è l'esordio. Poi la bocciatura. La prof del gruppo grillino è
imbufalita per "l'ulteriore frantumazione dell'assessorato alla Scuola" e attacca: "Continuo a non
capire la ratio. Ovviamente quando sarà definito il tutto (le novità verranno ufficializzate la
prossima settimana, ndr) chiederò una riunione con tutti gli assessori coinvolti".
Un vertice per "evitare che ci sia il solito giochetto "non è competenza mia" o "è responsabilità di"
perché dalle mie parti si dice che quando ci sono troppi sagrestani la chiesa resta aperta. Ed è
quello che è successo fino ad ora".
A darle man forte arriva Alessandra Agnello: " Riconoscendo ad Antonio apprezzabile disponibilità
soprattutto al confronto io penso che diventando assessore lo perderemo (sob!)". Un'osservazione
che fa pensare a difficoltà di comunicazione tra l'autrice e Margherita Gatta, sua assessora di
riferimento. Poi la conclusione, riprendendo le parole di Zotta: "Per quanto riguarda la scuola non
concordo con lo spezzettamento, che senso ha? Come sempre ci sfuggirà qualcosa". Nel mezzo,
in questo caso voce fuori dal coro, si registra il via libera del presidente dell'Assemblea capitolina
Marcello De Vito - sono finiti i tempi dei bisticci tra raggiani e ortodossi - all'operazione: "Molto
bene, sì". Sms senza replica, anche perché in molti pensano di essere stati scavalcati con
l'ennesima decisione presa senza la minima condivisione.
Le risposte, chissà, arriveranno quando l'operazione rimpasto sarà completata. Radio
Campidoglio, frequenza più che mai calda nelle ultime ore, preannuncia altri cambi in Sala delle
Bandiere. Tra le assessore che rischiano c'è anche la titolare del Patrimonio, Rosalba Castiglione.
Mentre restano sempre sotto osservazione Pinuccia Montanari e Margherita Gatta. La prima,
nonostante la sponsorizzazione di Beppe Grillo, rischia di pagare l'emergenza rifiuti che sta
costando decine e decine di commenti negativi sotto ai post dei consiglieri. Il futuro della seconda
dipenderà dalla gestione delle buche di Roma. Militari, detenuti, droni, accordi con il ministero delle
Infrastrutture: se nessuna di queste carte funzionerà, l'assessora dovrà tirare fuori il jolly per
salvare la poltrona.
Roma, pneumatico distrutto: automobilista
risarcito, la buca costa 760 euro
La macchina in un cratere nell'asfalto il 5 marzo. È il primo indennizzo
di questo tipo. Le richieste per danni sono 850
di FLAMINIA SAVELLI
Danni per le buche: Assicurazioni di Roma sblocca le pratiche e arriva il primo risarcimento. Dopo
9 mesi di attesa, un'inchiesta dell'Ivass (l'autorità di controllo sulle assicurazioni) e una serie infinita
di procedure burocratiche, a Dario C. - " vittima" lo scorso 5 marzo di una buca - sono arrivati i
rimborsi. Il Campidoglio dunque pagherà 760 euro di indennizzo di cui 641 per i danni subiti e 119
euro per spese legali.
La pratica è stata seguita dal Codacons che dopo l'ondata di maltempo del gennaio 2018, aveva
protocollato una pioggia di richieste per danneggiamenti a macchine e moto causati dalle strade
groviera della capitale:
"Stavo procedendo su via della Solfatara verso Santa Palomba, nel tratto di competenza del
Comune di Roma" racconta Dario "quando su una buca molto profonda si è bucata la ruota
anteriore sinistra. Sulla strada non c'era alcun avviso del dissesto e la visibilità era scarsa, quindi
evitarla era impossibile. A quel punto - prosegue - sono stato costretto a fermarmi e a chiamare un
carro attrezzi per portare l'auto dal meccanico. Non appena ho sbrigato tutte le procedure ho
deciso di chiedere il risarcimento. Per i danni alla macchina e per le spese sostenute per ripararla.
Sono molto soddisfatto - conclude - adesso però spero che arrivi il risarcimento anche per tutti gli
altri che come me hanno subito disagi a causa delle strade dissestate ". E sono tantissimi: 850,
con una somma di risarcimenti richiesti al Comune che ha toccato quota un milione di euro tra
forature, sospensioni rotte, carrozzerie danneggiate e lesioni personali.
Secondo i dati raccolti, tra gennaio e marzo dello scorso anno, su 80mila motociclisti uno su 5
avevano denunciato danneggiamenti. Tra gli automobilisti, invece, il numero degli incidenti causati
dalle condizioni dell'asfalto avevano superato i 230mila. Con una media di veicoli incidentati pari a
1 su 10. Eppure, anche se l'associazione dei consumatori aveva subito avviato l'iter burocratico
depositando gli atti già nel mese di aprile, è stato necessario l'intervento dell'autorità di controllo
sulle assicurazioni per accelerare i tempi.
Dopo questa prima vittoria, la strada potrebbe essere tutta in discesa: " Si tratta solo del primo
risarcimento accolto, e ci aspettiamo che Assicurazioni di Roma accolga tutte le altre richieste di
cittadini che hanno subito forature e danni a causa dell'emergenza buche scoppiata a seguito delle
nevicate dello scorso anno - afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons - intanto prosegue la
class action per danni da dissesto stradale, alla quale è ancora possibile aderire ".
Sindaco di Danzica accoltellato a un
concerto
Pawel Adamowicz, esponente dell'opposizione al governo
nazionalconservatore polacco, è in condizioni molto gravi. A colpirlo è
stato un 27enne. E c'è chi parla di clima di odio creato dal regime di
Kaczynski
VARSAVIA - Il sindaco di Danzica, Pawel Adamowicz, è stato accoltellato durante un concerto di
beneficienza. Il popolare uomo politico, tra gli esponenti più in vista dell'opposizione al governo
sovranista e conservatore di Jaroslaw Kaczynski, è in gravissime condizioni ed è stato sottoposto
a intervento chirurgico. In tv si è visto chiaramente l'uomo che ha tentato di ucciderlo salire sul
palco e colpirlo più volte con un coltello gridando "Adamowicz è morto". Si tratta di un
ventisettenne che ha urlato di essere stato sbattuto in carcere e torturato pur essendo innocente
negli anni in cui l'ex partito di Adamowicz, Piattaforma civica, era al potere, tra il 2007 e il 2015. La
polizia ha reso noto che è un pregiudicato responsabile di rapine in banca.
Il primo cittadino di Danzica, stava partecipando al concerto conclusivo della raccolta nazionale di
fondi organizzata dalla fondazione Wosp (Grande orchestra caritatevole di Natale) che ogni anno
mette insieme milioni di euro da destinare all'acquisto di attrezzature ospedaliere. Adamowicz, 53
anni, è sindaco della città culla di Solidarnosc dal 1998. E l'anno scorso è stato rieletto come
indipendente con il 65 per cento dei consensi. Nell'amministrazione cittadina ha sempre avuto
posizioni progressiste, a sostegno dei diritti delle minoranze e della comunità lgbt.
Il presidente polacco Andrzej Duda ha dichiarato che "i medici sono riusciti a rianimare
Adaomowicz e che c'è speranza, ma le sue condizioni sono molto serie". Particolarmente colpito il
presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, ex premier e cofondatore di Piattaforma civica
nativo di Danzica: "Preghiamo per il sindaco Adamowicz. Pawel, siamo con te", ha scritto su
Twitter.
Il numero uno della Wosp, Jerzy Owsiak, oppositore delle politiche di destra del governo, ha
puntato l'indice su quello che ha definito il clima di odio creato dal partito Diritto e Giustizia. Ha
fatto riferimento alla campagna denigratoria nei suoi confronti, a un'animazione trasmessa dalla tv
di Stato la settimana scorsa che aveva anche toni fortemente antisemiti. Owsiak vi era
rappresentato come una figura d'argilla manipolata da un alto esponente di Piattaforma civica che
accumulava i soldi che Wosp aveva raccolto e su una delle banconote compariva una stella di
David. La rete pubblica si è poi scusata, visto il clamore e le proteste che l'animazione aveva
scatenato.
Iran, un Boeing dell'esercito si
schianta contro il muro di cinta di un
aeroporto: 15 morti
Quindici persone sono morte nell'incidente aereo avvenuto nella mattina di lunedì
nell'aeroporto Fath di Karaj, non lontano da Teheran, in Iran. L'aereo che si è schiantato
contro un muro di cinta apparteneva all'esercito iraniano e 15 delle 16 persone a bordo
sono morte, ha riferito l'agenzia di stampa semi-ufficiale Fars.
È sopravvissuto solo un membro dell'equipaggio, l'ingegnere di volto: è stato trasportato in
ospedale e lotta tra la vita e la morte. "Un Boeing 707 che trasportava carne da Bishkek in
Kirghizistan, ha avuto un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Fath oggi ...l'ingegnere
di volo è stato portato all'ospedale ", ha spiegato l'esercito in una dichiarazione riportata da
Fars.
Sono già stati ritrovati i corpi esanimi 7 persone, e le ricerche continuano, ma pare difficile
che ci siano altri sopravvissuti.
A quanto spiegato dal capo del dipartimento delle emergenze, Pirhossein Kolivand, il pilota è
atterrato nell'aeroporto sbagliato e ha perso il controllo del velivolo dopo un atterraggio di
emergenza per via del maltempo sfondando il muro di cinta dello scalo e finendo contro i palazzi di
un complesso residenziale: l'aereo si è poi incendiato. Lo ha reso noto il capo del dipartimento
delle emergenze, Pirhossein Kolivand.
L'aereo era partito da Bishkek, la capitale del Kirghizistan, ed era diretto all'aeroporto di Payam,
una città a sudovest di Karaj, circa 35 km da Tehran. L'incidente nell'aeroporto di Fath, a Karaj,
nella provincia di Alborz. Nel 2011 un Boeing 727 partito dalla capitale iraniana si schiantò
uccidendo 77 persone
ACER
Scadenza 4° concorso fotografico Fondazione Almagià “La finestra sul cortile. Roma nascosta” 11 Gennaio 2019
Per gli oltre 140 iscritti al concorso fotografico “La finestra sul cortile. Roma nascosta”, c’é
tempo fino a venerdì 1 febbraio 2019 per inviare le foto. Un’ iniziativa dellaFondazione
Almagià promossa con il contributo dell’ACER, di Sorgente Group, della Cassa Edile di Roma
e Provincia, del CEFMECTP e dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. Le foto
devono essere inviate all’indirizzo e-mail [email protected].
Agli iscritti si chiede di indagare, con sguardo attento e curioso, la Roma di tutti i giorni, la Roma
dei cortili, gli anonimi gesti quotidiani nel rapporto tra vita e ambiente architettonico.
Montepremi 3.750 euro.
Segreteria organizzativa e info: Alida Trapasso tel. 06-44075365
E-mail: [email protected].
Per tutti i dettagli, consultare il bando in allegato.
e info: Alida Trapasso tel. 06-44075365
E-mail: [email protected].
Per tutti i dettagli, consultare il bando in allegato.
14 dicembre ore 14.30
ANCE, Sala Colleoni Via G. A. Guattani 16, Roma
SEMINARIO INFORMATIVO
Edifici efficienti e sicuri: valutazione delle
prestazioni e formazione dei formatori
La partecipazione è gratuita con obbligo di iscrizione
Scheda di iscrizione
«Edifici efficienti e sicuri:
valutazione delle prestazioni e formazione dei formatori»
14 dicembre 2018, ore 14.30
Sala Colleoni
Ance, Via G. A. Guattani 16 - Roma
Nome e Cognome
___________________________________________________
Attività
___________________________________________________
Ente/Società
___________________________________________________
Città
___________________________________________________
____________________________________________________
Data Firma
____________________________________________________ INFORMATIVA PER LA TUTELA DELLA PRIVACY Ai sensi dell'art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679 c.d. GDPR (General Data
Protection Regulation) i dati personali da lei forniti saranno trattati da Ance
per le sole finalità di iscrizione e partecipazione al convegno ed eventuale
trasmissione di materiale illustrato in occasione dell’evento attraverso
l’indirizzo di posta elettronica fornita ed ai fini della rilevazione presenze per
il report europeo; rispetto a tali dati Lei potrà esercitare i diritti previsti dagli
artt. 15 e ss. del regolamento stesso.
ANCE Via G. A. Guattani 16 – 00161 Roma
Tel. 0684567365 [email protected]
Questo progetto ha ricevuto il finanziamento del programma erasmus plus, identificato con il numero
575829-EPP-Ei-20-16-1-ES- EPPKA2- SSA.
Programma
14.30 Registrazione partecipanti
14.45 Apertura dei lavori L’evoluzione del settore delle costruzioni in tema di
efficienza energetica e sicurezza sismica Nicola Massaro, Tecnologie e Qualità delle Costruzioni -
Ance
15.00 La conoscenza delle prestazioni degli edifici:
Condomini+ 4.0: l’applicativo per l’analisi della
vulnerabilità energetico-strutturale degli edifici
condominiali
Nicola Calabrese Responsabile Laboratorio efficienza energetica negli Edifici e Sviluppo Urbano - ENEA
15.25 Aggiornamento sulla normativa tecnica di settore
Antonio Panvini Direttore Generale CTI
15,50 Interventi delle Agenzie per l’Energia per
l’efficienza energetica nell’edilizia
Michele Macaluso, Presidente Renael
16.15 La formazione delle risorse umane – operatori del
settore e dei formatori
Rossella Martino, Formedil
16.40 Presentazione del progetto “BuS.Trainers”’ e risultati
raggiunti
Francesco De Falco, Ance 17.05 Gli incentivi fiscali per la riqualificazione
energetica e sismica degli edifici:
La piattaforma ANCE-DELOITTE per la gestione del
credito d’imposta
Flavio Monosilio, Centro Studi Ance
17.30 Dibattito e conclusioni
Bus. Trainers Bus.Trainers è un progetto europeo che mira a
sviluppare competenze nell’efficienza energetica e
nei sistemi di energia rinnovabile per i formatori nel
settore delle costruzioni, con l’obiettivo di trasferire
queste nuove capacità ai lavoratori. Questa iniziativa,
che coinvolge undici partner provenienti da Spagna,
Italia, Portogallo, Grecia e Malta, appartiene al
programma Erasmus+ dell’Unione europea.
Il progetto mira ad aumentare la competitività nel
settore delle costruzioni, attraverso la promozione di
abilità e competenze in materia di efficienza
energetica (EE) e sistemi di energia rinnovabile (SER)
tra i formatori della formazione professionale (FP)
Il progetto punta all’approvazione di un nuovo
standard europeo per la qualificazione settoriale del
formatore, seguendo la metodologia del Quadro
europeo delle qualifiche (EQF), orientato ai risultati
dell'apprendimento e supportato dai principi del
Sistema Europeo di Crediti per l'Istruzione
Professionale e Formazione (ECVET) e
L'assicurazione di Qualità Europea in materia di
Istruzione e Formazione Professionale (Eqavet).
Inoltre, una certificazione delle competenze sarà
convalidata attraverso la 'Green Tag', che garantirà
l’apprendimento specifico acquisito in BuS.Trainers e
le precedenti conoscenze in possesso degli
interessati.
Durante il progetto verrà creata una piattaforma
collaborativa per sostenere gli insegnanti nel loro
continuo sviluppo professionale, con un corso di
formazione aperto e innovativo realizzato con nuove
tecnologie e che sarà disponibile in cinque lingue e
avrà altri servizi e strumenti per l'orientamento
professionale, archivi didattici, tutorial, ecc.
Fillea
ELENCO DEI RESTAURATORI DI BENI CULTURALI
Pubblicato: 11 Gennaio 2019
Finalmente, è stato pubblicato l’Elenco Restauratori
Una soddisfazione per tutti noi, visto il nostro continuo impegno pluriennale e il lavoro di sollecitazione e interlocuzione con il Ministero da noi attuato per raggiungere questo obiettivo. Vi riportiamo qui il link alla pagina del Ministero con tutti i documenti di riferimento. Vi potete infatti trovare la circolare, con successivi link a: > il Decreto di pubblicazione dell’Elenco Restauratori, in applicazione dell’art. 182 del Codice dei Beni Culturali; > l’Elenco Restauratori secondo l’art. 182; > il Decreto di emanazione e gli elenchi dei diplomati/laureati post 2012 che in base al percorso di studi accedono direttamente alla Qualifica di Restauratori, come previsto dall’art. 29 del Codice dei Beni Culturali;
Vai al link >>http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Avvisi/visualizza_asset.html_1111002067.html
Per quanto riguarda l’attribuzione dei settori di competenza, molti lavoratori ci stanno interpellando perché riscontrano errori o incongruenze. Il testo dell’articolo di legge a cui fare riferimento è il 182 del Dlgs 42/2004 (Codice dei Beni Culturali), comma 1-novies, nonché alle linee guida applicative a pagina 6. Questo prevede che i settori vengano attribuiti in base a due criteri: in base ai titoli di studio da un lato, e in base all’attività di lavoro dall’altro; rispetto all’attività di lavoro valgono in primo luogo il settore prevalente e poi, eventualmente in più, i settori di cui si è rendicontata un’attività superiore ai due anni, cioè almeno 730 giornate di lavoro. E’ possibile segnalare, da parte dei diretti interessati, errori o imprecisioni o incongruenze al MiBAC: va mandata una comunicazione via mail normale (non pec), solo ed esclusivamente all’indirizzo mail indicato nella circolare: [email protected].
ANSA
Cesare Battisti arrestato in Bolivia, in Italia domani pomeriggio Il ministro Bonafede: 'Sarà espulso e sconterà l'ergastolo'. Finisce la fuga, si indaga sulle protezioni. Salvini: 'Pacchia finita, in galera a vita'
Cesare Battisti, la fuga è finita. "Rientrerà in Italia nelle prossime ore, con un volo in partenza da Santa Cruz e diretto a Roma. Poco fa ho sentito al telefono il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che ho voluto ringraziare a nome di tutto il governo italiano per l'efficace
collaborazione che ha portato alla cattura di Battisti". Lo scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Facebook. "E allo stesso modo ringrazio le autorità boliviane. È un grazie con il quale sento di interpretare anche il sentimento delle famiglie delle vittime e di tutti coloro che chiedevano fosse fatta giustizia. Siamo soddisfatti di questo risultato che il nostro Paese sta aspettando da troppi anni", conclude. Salvini sarà a Ciampino a prendere in consegna Battisti, in arrivo dalla Bolivia con un volo del governo italiano. In un primo momento si era pensato che l'ex terrorista dei Pac catturato in Bolivia da agenti boliviani con input degli investigatori italiani potesse arrivare subito in Italia. Poi il presidente brasiliano Jair Bolsonaro decide che Cesare Battisti sarà prima tradotto in Brasile dalla Bolivia con un aereo brasiliano e poi estradato in Italia secondo quanto riferisce la Tv Globo, principale emittente del Paese sudamericano, che cita le parole di Augusto Heleno, capo dell'Ufficio di sicurezza istituzionale della presidenza della Repubblica. Infine, una nota del Viminale sgombra il campo: l'aereo con a bordo Battisti arriverà in Italia domani nel primo pomeriggio, partirà della Bolivia e farà anche uno scalo tecnico. Comunque, un aereo del governo italiano con uomini dell'Aise - l'intelligence dell'estero e il cui contributo è stato fondamentale per arrivare all'arresto di Battisti - e investigatori della Polizia è decollato per la Bolivia. il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha precisato in un tweet: "Sarà espulso dalla Bolivia e sconterà l'ergastolo". Battisti è stato arrestato alle 17 di sabato (le 22 in Italia). Battisti camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra, nell'entroterra boliviano. Non ha tentato la fuga, agli agenti ha risposto in portoghese, poi è stato portato in caserma. La svolta da intercettazioni nelle indagini coordinate dalla procura generale di Milano. E il deputato federale e figlio del presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha voluto subito mandare un messaggio al ministro dell'Interno: "Matteo Salvini, il 'piccolo regalo' sta arrivando", ha scritto Eduardo Bolsonaro su Twitter. Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il presidente si augura che Battisti venga prontamente consegnato alla giustizia italiana, affinché sconti la pena per i gravi crimini di cui si è macchiato in Italia e che lo stesso avvenga per tutti i latitanti fuggiti all'estero". Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: 'Finalmente giustizia per le famiglie, un risultato atteso da 40 anni' ."Un nostro aereo è in viaggio per la Bolivia, atterrerà verso le 17 (ora italiana) con l'obiettivo di prendere in consegna Battisti e riportarlo in Italia. Ad attenderlo qui da noi ci saranno le nostre carceri affinché possa espiare le condanne all'ergastolo che i tribunali gli hanno inflitto a suo tempo con sentenze passate in giudicato, non certo a causa delle sue idee politiche, bensì per i quattro delitti commessi e per i vari reati connessi alla lotta armata e al terrorismo". Battisti è stato fermato in strada, non ha tentato la fuga L'ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini, ha celebrato la cattura dell'ex terrorista latitante da dicembre: "E' stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo".
La squadra speciale dell'Interpol aveva indirizzato le ricerche intorno a Santa Cruz poco prima di Natale. Infine è stata circoscritta la zona nella quale Battisti si era nascosto, sono stati quindi compiuti appostamenti in almeno tre-quattro aree differenti, finché l'ex terrorista è stato accerchiato e bloccato con il supporto della polizia boliviana.
Battisti aveva fatto perdere le tracce di sé dopo la decisione del magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux che il 13 dicembre ne aveva ordinato l'arresto per "pericolo di fuga" in vista di una possibile estradizione in Italia, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Michel Temer prima dell'insediamento di Jair Bolsonaro il primo gennaio 2019.
Era stato proprio Bolsonaro ad imprimere un deciso cambio di passo alla vicenda, esprimendosi prima ancora di essere eletto a favore della riconsegna all'Italia di Battisti e rovesciando così la decisione dell'allora presidente Lula da Silva di concedere asilo politico all'ex terrorista condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi. "Congratulazioni ai responsabili della cattura del terrorista Cesare Battisti! Finalmente giustizia sarà fatta per
l'assassino italiano e compagno di ideali di uno dei governi più corrotti che siano mai esistiti al mondo (PT)": ha twittato il presidente Bolsonaro attaccando il governo Lula. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha detto che "si tratta di un atto di giustizia nei confronti degli odiosi crimini del terrorismo, doveroso verso chi fu ucciso o ferito e verso i loro famigliari", ora il lavoro continua affinché l'estradizione in Italia possa avvenire nei tempi più rapidi. I COMMENTI E LE REAZIONI - Cesare Battisti è un "delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia ma di finire i suoi giorni in galera", ha affermato il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini postando sui social una foto di Battisti sovrastata dalla scritta "la pacchia è finita". "Ringrazio per il grande lavoro le Forze dell'Ordine italiane e straniere - afferma Salvini - la Polizia, l'Interpol, l'Aise e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti". Il grazie del ministro è anche per il presidente brasiliano Jair Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano "per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l'Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle autorità boliviane e alla collaborazione di altri paesi amici". "E' finita la lunghissima fuga di Cesare Battisti. Il mio pensiero va ai familiari delle sue vittime: Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna. A loro posso dire che, finalmente, giustizia è fatta!". Così in un lungo post su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede affermando che "ora Cesare Battisti sarà riconsegnato all'Italia". "La tensione delle ultime ore e il dovuto riserbo - aggiunge - possono lasciare spazio alla soddisfazione per aver raggiunto un risultato atteso 25 anni". Soddisfatti anche i parenti delle vittime di Battisti. "È fatta, credo sia la volta buona", ha commentato Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai Pac in una sparatoria in cui lui stesso rimase ferito e perse l'uso delle gambe. Più scettico Maurizio Campagna, fratello di Andrea, l'agente ucciso da Cesare Battisti il 19 aprile 1979 a Milano. "Sono contento - ha detto - però la Bolivia credo sia uno di quei paesi che non concede estradizione, quindi adesso vorrei capire se ricomincia la tiritera del 2004 con la Francia, speriamo questa volta venga estradato". Per Adriano Sabbadin, figlio di Lino ucciso da Cesare Battisti a Santa Maria di Sala (Venezia) il 16 febbraio del 1979, "è un momento di soddisfazione dopo 40 anni di attesa, speriamo che sia la volta buona e che Battisti finalmente sconti la pena che merita. Di perdono non se ne parla". Le indagini dell'intelligence e dell'antiterrorismo intanto vanno avanti, in particolare sulla "rete di protezione" che lo ha aiutato nella fuga. La polizia ha diffuso un video nel quale si vede l'ex terrorista mentre cammina tranquillo, occhiali da sole e pizzetto, poco prima di essere arrestato. I legali brasiliani dell'ex terrorista, infine, si chiamano fuori: "E' in Bolivia, non possiamo agire", hanno detto all'ANSA. "Ci auguriamo comunque che i diritti fondamentali del nostro cliente siano tutelati".
Governo: Salvini, se in disaccordo via sovrana è popolo L'intervento del vicepremier a Milano. Torreggiani: 'Gli chiedo fermezza'
Redazione ANSA 13 gennaio 2019
Resta il braccio di ferro nel governo sulla Tav. Salvini punta sul referendum, che ormai Di Maio non esclude. 'Con M5s stiamo governando insieme. Se su qualche punto non si trova l'accordo la via del popolo è la via sovrana, la scelta la faranno gli italiani', dice il leader della Lega, aggiungendo che in Italia 'servono più energia e trasporti'.
Intanto, dopo la manifestazione 'Si Tav' a Torino alla quale hanno partecipato anche esponenti della Lega, il Pd presenta una mozione in Senato per chiedere lo sblocco degli appalti. Quanto ai sindaci che domani saranno ricevuti da Conte sul decreto sicurezza, il ministro va all'attacco: 'Se qualcuno fatica a capire, lo aiuteremo: quel testo non si cambia di mezza virgola
Edilportale
Equo compenso, stop ai bandi a 1
euro (?) di Rossella Calabrese
Emendamento del Governo per vietare alle PA di dare incarichi professionali con
remunerazioni non proporzionate alla quantità e alla qualità del lavoro
14/01/2019 - “Le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi
professionali, né affidare opere pubbliche nell’ambito delle quali siano previsti
incarichi professionali, il cui compenso pattuito non sia proporzionato alla quantità
e alla qualità del lavoro svolto”.
Lo prevede un emendamento presentato dai senatori Patuanelli, Santillo e Grassi
del Movimento 5 Stelle, al Decreto Semplificazione, in discussione al Senato, che
vincola le amministrazioni pubbliche al rispetto dell’equo compenso a favore dei
liberi professionisti, pena la nullità dei contratti d’opera.
“Il Governo - afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - ha
accolto la nostra richiesta di una norma più stringente sull’equo compenso, già
introdotto con la Legge di Bilancio 2018”.
Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2018 stabilisce che il compenso sia
conforme al Decreto Parametri, sostituendo la formulazione, introdotta dal
Decreto Fiscale, secondo cui il compenso, per essere equo, avrebbe dovuto essere
determinato “tenuto conto dei parametri”. Una forma più chiara, pensata per non
lasciare spazio a equivoci.
“Ci auguriamo - aggiunge Confprofessioni - che l’emendamento possa essere
accolto per mettere la parola fine al malcostume di molte amministrazioni
locali, che ha causato pesanti conseguenze non solo ad architetti e ingegneri, ma
anche a commercialisti, avvocati e notai costretti a compensi irrisori per
prestazioni professionali complesse”.
L’emendamento governativo specifica, inoltre, che il compenso della prestazione
professionale deve anche tener conto “dei parametri per la liquidazione giudiziale
dei compensi”, venendo incontro proprio a una delle istanze avanzate da
Confprofessioni nel corso dell’audizione dello scorso 8 gennaio.
Detrazioni fiscali, Unicmi chiede di
eliminare la ritenuta d’acconto di Alessandra Marra
I serramentisti chiedono anche di cancellare le disparità di trattamento fra operatori
italiani e operatori stranieri •
14/01/2019 - Eliminare la ritenuta d’acconto sui bonifici bancari per le spese che
accedono ai bonus edilizi per la ristrutturazione e il risparmio energetico poiché
con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica non sussiste più alcun
rischio di frodi.
È la richiesta che l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche
dell'Involucro e dei serramenti (Unicmi) ha inviato all’On. Massimo Bitonci,
Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze,
sottolineando come questa problematica danneggi migliaia di PMI italiane.
Detrazioni fiscali, Unicmi: la ‘storia’ della ritenuta d’acconto
Nella lettera Unicmi ha ricordato come il DL 78/2010 fu il primo riferimento
normativo a introdurre la ritenuta sui bonifici bancari per le spese che accedono ai
bonus edilizi per la casa; nel tempo la norma è stata modificata più volte fino
alla Legge di Stabilità 2015 che ha portato la ritenuta d’acconto a carico degli
operatori all’8%.
Il provvedimento, che obbliga gli operatori (fra i quali migliaia di costruttori di
serramenti) a versare una ritenuta d’acconto dell’8%, fu giustificato dal
Legislatore con la necessità di introdurre un controllo preventivo per
scongiurare eventuali truffe all’Erario da parte di contribuenti infedeli. Tuttavia,
Unicmi sottolinea che dal 1° gennaio 2019, con l’obbligo di fatturazione
elettronica, si eliminano possibili effetti fraudolenti da parte dei contribuenti in
materia di detrazioni fiscali.
Di conseguenza, l’Unione dei serramentisti si sarebbe aspettata una contestuale
eliminazione dell’obbligo di versamento della ritenuta d’acconto visto che non
rappresenta più un deterrente anti-frode.
Ritenuta d’acconto per i lavori agevolati e imprese straniere
Unicmi ha anche posto all’attenzione del Sottosegretario Bitonci la
grave disparità presente sul mercato determinata dalla ritenuta d’acconto: solo gli
operatori italiani, infatti, sono tenuti al versamento della ritenuta mentre
gli operatori stranieri (non in possesso di personalità giuridica e fiscale in Italia,
né di una banca italiana di appoggio) che operano sul nostro mercato
possono eludere questo obbligo.
Secondo Unicmi ciò rappresenta una vera e propria distorsione nel mercatoin un
momento di gravissima crisi del settore, crisi in parte mitigata dai “bonus per
l’edilizia” che rappresentano una quota media di oltre il 40% del fatturato dei
costruttori italiani di serramenti.
Per i Serramentisti è doverosa l’equiparazione dei doveri fiscali di tutti i
soggetti, indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca
italiana di appoggio, oppure all’esclusione dell’accesso alle detrazioni di quei
prodotti commercializzati da soggetti che eludono i doveri fiscali a carico delle
imprese italiane.
Opere pubbliche, architetti siciliani
contro l’ufficio speciale regionale
per la progettazione Ordine di Palermo: ‘gli operatori privati saranno in una posizione discriminata e meno
favorevole’
14/01/2019 - L’Ordine degli Architetti della provincia di Palermo ha presentato
ricorso al Tar per chiedere la sospensione e l’annullamento di tutti gli atti relativi
all’istituzione, da parte della Regione Siciliana, dell’Ufficio speciale per la
progettazione. Il documento è stato notificato il 28 dicembre alla Presidenza della
Regione, alla Giunta regionale e al dirigente generale dell’ufficio, l’ingegnere
Leonardo Santoro.
“Subito dopo la delibera che istituiva dell’Ufficio - spiega il presidente
dell’Ordine, Francesco Miceli - avevamo espresso più di una perplessità rispetto a
questa decisione che rischia di creare un sistema perverso e di discriminare i
liberi professionisti siciliani. Il governo regionale è andato avanti, accelerando
anzi il percorso. L’Ufficio ha già una sede e, per quanto ci è dato sapere, sta
lavorando anche per completare la dotazione del personale. Siamo convinti che
questo rappresenti un grave rischio per la libera professione creando, tra l’altro
un grave conflitto di interesse nel sistema delle opere pubbliche, da qui anche la
richiesta di sospensione immediata”.
Progettazione opere pubbliche, il ricorso al Tar L’udienza per la discussione sulla sospensiva - fa sapere l’Ordine palermitano - si
terrà il 24 gennaio e il ricorso andrà poi avanti per decidere sull’annullamento di
tutto l’iter e, dunque, dell’Ufficio stesso che, di fatto, anticipa la Centrale unica
di progettazione avviata a livello nazionale dal governo Lega-M5S con una
previsione nella manovra di bilancio”.
“Il ricorso è curato dall’avvocato amministrativista Giuseppe Ribaudo e
sottolinea un vizio di illegittimità formale e più vizi di carattere sostanziale. “Per
il carattere che riveste e in base alla normativa vigente - scrive Ribaudo -, l’ufficio
avrebbe dovuto essere istituito con una norma votata all’Ars e non con un
provvedimento amministrativo approvato dalla giunta regionale”.
Dal punto di vista sostanziale, l’istituzione viola l’art.24 del codice degli appalti
sotto diversi profili perché “pone gli operatori privati in una posizione
discriminata e meno favorevole, facendo venir meno la netta distinzione tra
controllori e controllati ed incrementando, ancor di più, la crisi in cui versa il
settore edilizio e delle opere pubbliche. La Regione si troverebbe a valutare in