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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44203 utenti - Zurigo, 28 maggio 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT Economia politica - «Le minacce di un serio, ulteriore deterioramento della situazione economica e di conseguente caduta dell’occupazione, rappresentano a nostro giudizio un pericolo incombente per gli spazi che in tal modo si offrirebbero alle manovre eversive dei nemici della Repubblica. Il fascismo non solo in Italia ha sempre utilizzato le inquietudini e l’insicurezza sociale delle masse più diseredate per costruire sulla disperazione dei poveri, col finanziamento di gruppi privilegiati, le proprie fortune politiche. Per queste ragioni, per una difesa valida dei principi di libertà, per combattere con efficacia l’eversione fascista è dunque essenziale agire sull’economia per l’aumento dell’occupazione e per lo sviluppo del Paese. » Luciano Lama Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà. EDITORIALE La paura del portavoce prima del calcio di rigore

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La Newsletter settimanale del 28 maggio 2015

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 44203 utenti - Zurigo, 28 maggio 2015

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

IPSE DIXIT

Economia politica - «Le minacce di un serio, ulteriore deterioramento

della situazione economica e di conseguente caduta dell’occupazione,

rappresentano a nostro giudizio un pericolo incombente per gli spazi

che in tal modo si offrirebbero alle manovre eversive dei nemici della

Repubblica. Il fascismo non solo in Italia ha sempre utilizzato le

inquietudini e l’insicurezza sociale delle masse più diseredate per

costruire sulla disperazione dei poveri, col finanziamento di gruppi

privilegiati, le proprie fortune politiche. Per queste ragioni, per una

difesa valida dei principi di libertà, per combattere con efficacia

l’eversione fascista è dunque essenziale agire sull’economia per

l’aumento dell’occupazione e per lo sviluppo del Paese.» – Luciano

Lama

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

EDITORIALE

La paura del portavoce

prima del calcio di rigore

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Due quarti d'ora nella vita di Walter De Gregorio

di Andrea Ermano

Una volta, a metà anni Novanta, Annarella Schiavetti Rotter mi disse

che dovevo assolutamente incontrare Walter De Gregorio perché aveva

scritto una bella tesi di laurea su suo padre, Fernando Schiavetti. Il

professore "repubblicano-socialista" Schiavetti era approdato nel 1931

a Zurigo, dove la “Società Cooperativa Italiana” gli avrebbe fornito i

mezzi e gli spazi per avviare la "Scuola Libera Italiana", che sarebbe

divenuta una realtà importante della resistenza politica e umana alla

dittatura fascista.

10 luglio 1943 – Lo sbarco in Sicilia

Tempi lontani. Carlo Rosselli pubblicava a Parigi "Il socialismo

liberale". Ignazio Silone stava per dare alle stampe a Zurigo il suo

primo capolavoro, "Fontamara". Due opere che Roosevelt nel 1943,

alla vigilia dello sbarco di Sicilia, farà distribuire entrambe in versione

inglese ai marines, affinché portassero con sé, negli zaini, le ragioni

ideali di quella grande guerra di Liberazione che veniva combattuta in

Italia e in tutt'Europa.

<>

Ma torniamo a Walter De Gregorio. Ho provato una stretta di

spiacevole stupore nel rivederlo, mercoledì mattina, rimbalzare sui

monitor di tutto il mondo in veste di Portavoce ufficiale, impegnato nel

‘probo’ tentativo di salvare le natiche presidenziali a un ‘galantuomo

specchiato’ come Sepp Blatter, che domani punta a farsi rieleggere

nonostante la palude di scandali in cui sta sprofondando il suo

"sistema".

Tutto è iniziato ieri all'alba, quando alcuni altissimi dignitari del

calcio mondiale sono stati tradotti in prigione a seguito di una richiesta

di estradizione proveniente dagli USA.

Il New York Times ne ha dato notizia per primo con una foto assai

emblematica, di Pascal Mora, che ritrae la scena di un arresto

eccellente vistosamente occultata dal lenzuolo bianco di un hotel per

miliardari, il Baur ai Lac di Zurigo.

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3

Zurigo, 27 maggio 2015 - Lenzuolate eccellenti

Sei ore dopo questo antefatto, il Portavoce della Fifa entra, dunque,

nell'ampia sala stampa per affrontare i due quarti d’ora più difficili di

tutta la sua vita professionale. Ecco una breve cronaca veridica di ciò

che ne è seguito.

Sono le 11 e 19 e De Gregorio esordisce sottolineando che è stata la

Fifa a presentare denuncia contro ignoti presso la Procura federale in

merito all'assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia e 2022 al Qatar.

«Seppure a fronte di una tempistica sub-ottimale, la Fifa saluta

quest'inchiesta e coopera con le autorità inquirenti».

Ore 11 e 26 – Il Congresso mondiale della Fifa, in calendario nei

prossimi giorni a Zurigo, avrà luogo secondo programma, con tanto di

elezione del Presidente, dice De Gregorio: «E se Blatter verrà rieletto,

porterà avanti il suo mandato per altri quattro anni».

Ore 11 e 29 – «Non è sicuramente una bella giornata, è un punto

basso per il calcio mondiale, ma è anche un buon giorno, perché

l'inchiesta va avanti», dice De Gregorio. Poi ribadisce, insistentemente:

«In Russia e in Qatar si giocherà.»

Ore 11 e 34 – Nessuno all'interno della Fifa, nemmeno il Presidente,

era stato informato delle odierne azioni giudiziarie, assicura De

Gregorio. «Altrimenti ieri sarei andato a letto prima», tenta di

scherzare. Gli scriba imperiali annotano tutto con accuratezza.

Ore 11 e 36 – Il corrispondente del New York Times Sam Borden,

che fin dal primo mattino ha “coperto” la notizia, domanda se il

"Rapporto Garcia" [contenente le risultanze di un'ampia indagine

newyorkese sulla corruzione nella Fifa, n.d.r.] non debba ora essere

finalmente pubblicato. De Gregorio dissente: il Rapporto Garcia verrà

pubblicato solo dopo che l'attuale vicenda risulterà completamente

chiarita.

Un altro giornalista vorrebbe sapere come ha reagito Blatter alla

notizia degli arresti eccellenti. Il Presidente è "quite relaxed" e sta

lavorando concentrato all'ormai imminente Congresso, assicura De

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Gregorio.

«Un punto basso per il calcio mondiale» -

Il portavoce della Fifa, Walter De Gregorio

Ore 11 e 39 – Altra domanda: Ci sono mutamenti di programma in

vista per i viaggi che Blatter ha in calendario negli USA e in Canada?

De Gregorio: «Il calendario dei viaggi non rientra nelle mie

competenze, ma da quel che ne so esso rimarrà inalterato. Se gli USA

volessero interrogare o fermare il Presidente, non avrebbero bisogno di

aspettare che si rechi in Canada. Potrebbero avvalersi della

collaborazione giudiziaria con la Svizzera», dice.

Ore 11 e 41 – Altra domanda sul "Rapporto Garcia". De Gregorio

informa che questo Rapporto "è in possesso della magistratura".

Ore 11 e 42 – Un giornalista vorrebbe sapere come possa Blatter,

nelle circostante date, rimanere "quite relaxed". De Gregorio si

corregge: «Non è che stia saltando e ballando di gioia nel suo ufficio.

Non intendevo questo. Volevo solo dire che coopera serenamente alle

indagini».

Ore 11 e 43 – «Gli alti funzionari arrestati verranno sospesi dalle

cariche che ricoprono?», chiede di sapere un reporter. De Gregorio

ribatte che sono stati arrestati, ma non ancora incriminati, e che su

eventuali sospensioni deve decidere la Commissione Etica (da cui a

dicembre si è dimesso il giudice Garcia in segno di protesta per la

censura subita dal suo Rapporto, n.d.r.).

Ore 11 e 47 – Un giornalista domanda: «Tra gli arrestati si trovano

due vicepresidenti... Come sarà possibile per la Fifa, in queste

condizioni, tenere la seduta del Comitato Esecutivo convocata per

sabato, dopo l'elezione?» De Gregorio: «Su questo non posso

risponderle. Sabato lo saprà.»

Ore 11e 49 – La conferenza è finita. Altri incontri con la stampa

seguiranno. Per oggi basta così. Domani è un altro giorno.

SPIGOLATURE

Il rischio europopulista

di Renzo Balmelli

SCHEMI. C'è un rischio assolutamente da non sottovalutare nel

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considerare la forte progressione di Podemos. Il rischio di cadere nella

trappola dell'europopulismo di sinistra quale contraltare al suo becero

equivalente di destra. Sarebbe un errore gravissimo. Ciò detto, il

successo del partito erede degli Indignados sta a significare che in

politica è in atto una profonda trasformazione degli schemi classici.

All'opinione pubblica provata dall'austerity, debole coi forti e forte coi

deboli, le ricette tradizionali non bastano più. Oltre che per il Partito

popolare del premier Rajoy, in caduta verticale, in Spagna la campana

suona anche per il Psoe chiamato a ritrovare se stesso. Nel Paese

iberico, come del resto nell'UE, il duello tra la vecchia e la nuova

politica è appena iniziato, ma gli indizi dicono che un progetto di

società più equa e solidale è possibile.

CLASSI. Stretta tra vari fuochi, assillata dall'insolvenza greca, in

difficoltà con la Ostpolitik e messa a dura prova dalle provocazioni di

Cameron che sembra giocare come il gatto col topo, l'UE sta

attraversando una delle più delicate se non la più difficile fase di

assestamento della sua storia. Se al quadro già di per se poco

confortante si aggiunge la drammatica questione dei migranti,

strumentalizzata ad arte dagli eurofobici, non sorprende che a

Bruxelles si paventi il rischio di trovare il caos alle porte. Tanto più

che le divergenze strutturali fra i Paesi minacciano il futuro della

moneta unica. Senza euro, o comunque con vari stati intenzionati a non

più farne parte, la casa comune sarebbe votata alla disgregazione e

finirebbe col dare vita a un'Europa a due classi, minata al suo interno

da forze retrograde.

FEROCIA. Senza una seria presa di coscienza e senza un progetto di

ampio respiro culturale , diplomatico e strategico che coinvolga in

primo luogo i recalcitranti paesi arabi, sarà praticamente impossibile

porre fine allo scempio di Palmira, luogo simbolo dove si scontrano

due forme di ferocia, una peggiore dell'altra: da un lato la ferocia

messa in campo dai combattenti del califfato, dall'altro quella del

regime siriano che tortura e fa morire in carcere migliaia di dissidenti.

Nello scontro brutale tra la collera iconoclasta e la repressione di rara

crudeltà, nel deserto infuocato si gioca una partita cruciale che può

decidere non soltanto il destino della guerra, ma anche la ridefinizione

degli equilibri di una regione che per ora sembra governata dalla

confusione e dalla micidiale spinta all' autodistruzione

COMUNISTA. Anche se a volte delude, la politica riesce ancora a

sorprendere. Accade negli Stati Uniti dove Bernie Sanders prova a

sfidare Hillary Clinton per la corsa alla Casa Bianca. Fin qui nulla di

strano, senonché oltre a essere l'esponente più progressista del suo

partito, il senatore democratico del Vermont è animato da un forte

spirito rivoluzionario. Se Berlusconi fosse americano non esiterebbe a

definirlo "comunista". Con queste premesse che gli sono valse la fama

"di democratico socialista", l'unico tra l altro eletto al Congresso, il

senatore scende in campo per smuovere le acque, anche se le sue

possibilità sono pressoché inesistenti. Eppure, ostile all'uso della forza

fin dai tempi del Vietnam, Senders potrebbe essere un candidato di

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6

rottura, in sintonia con gli umori contrari a un ritorno in guerra che

prevalgono ora negli Stati Uniti.

SFIDA. Dalla secolarizzazione dell'occidente, al voto della

cattolicissima Irlanda sulle nozze tra persone dello stesso sesso, voto

che scardina un caposaldo della dottrina, la barca di Pietro non naviga

in acque tranquille. Al Vaticano si pone una sfida venuta dal basso

sotto lo sprone dei credenti i quali chiedono a chi sta in alto riposte

aggiornate per non perdere la bussola lungo il cammino della loro fede.

La spinta al rinnovamento , in parte raccolta dal Papa, incontra però

all'interno della gerarchia ecclesiale una forte opposizione che ha come

bersaglio la "rivoluzione" di Francesco tesa a restituire alla Chiesa il

primato del potere spirituale. Quanto sia erta la strada lo evidenzia la

beatificazione a lungo contrastata di Monsignor Romero, amato dal

popolo, meno, molto meno dai conservatori.

INGORDIGIA. Saltano i vertici dopo la retata di Zurigo nel tempio

del calcio mondiale, specchio della società. Ma ciò che maggiormente

rattrista è vedere vacillare, sotto il peso dello scandalo, il concetto a noi

caro dello sport inteso come esempio di probità e leal tenzone. E' il

prezzo più alto e ingiusto della bufera che ha investito la FIFA in

seguito alle accuse e ai sospetti di intrallazzi per l'assegnazione dei

mondiali. D'ora in poi non sarà tanto semplice sbandierare con

parolone di circostanza quegli ideali di fratellanza attorno ai quali

dovrebbero fare perno regole inattaccabili, più severe e più etiche, che

invece sono state stravolte dall'ingordigia. Nella giostra dei giochi di

potere, delle poltrone e degli illeciti che nulla hanno a che spartire con

i sacrifici degli atleti, diventa perciò più che mai urgente arieggiare la

cupola impermeabile e inattaccabile preposta alla gestione disinvolta di

interessi miliardari. Ne va appunto di una certa idea dello sport onesto

e pulito da difendere, sempre e comunque.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI – 1

a cura di www.rassegna.it

FORZA, LAVORO

Venerdì 29 maggio dalle ore 10.30

Diretta di RadioArticolo1 della manifestazione conclusiva

della 21a Festa nazionale di LiberEtà

con Susanna Camusso e Carla Cantone

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Diretta streaming venerdì 29 maggio da Genova della manifestazione

conclusiva della ventunesima Festa nazionale di LiberEtà, la rivista

dello Spi Cgil.

Previsti gli interventi di Bruno Sciaccaluga, segretario generale

dello Spi della Liguria; Valter Fabiocchi, segretario generale dello Spi

di Genova; Ivano Bosco, segretario generale della Cgil di Genova.

Prenderanno infine la parola Carla Cantone, segretario generale dello

Spi e Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.

LAVORO E DIRITTI - 2

a cura di www.rassegna.it

Ore 10.12, carneficina

in Piazza della Loggia

Il 28 maggio 1974 a Brescia, durante una manifestazione unitaria

del sindacato, scoppia una bomba a Piazza della Loggia. È una

strage fascista; i morti sono otto, di cui cinque attivisti della Cgil. I

documenti dell'epoca dall'Archivio della Cgil.

di Ilaria Romeo, Responsabile Archivio storico Cgil nazionale

Il 28 maggio 1974 a Brescia, durante una manifestazione unitaria del

sindacato, scoppia una bomba a Piazza della Loggia. È una strage

fascista; i morti sono otto, di cui cinque attivisti della Cgil: Giulietta

Banzi Bazoli di anni 34, Livia Bottardi Milani di anni 32, Clementina

Calzari Trebeschi di anni 31, Euplo Natali di anni 69, Luigi Pinto di

anni 25, Bartolomeo Talenti di anni 56, Alberto Trebeschi di anni 37,

Vittorio Zambarda di anni 60.

Raccontiamo gli avvenimenti di quella giornata attraverso i

quotidiani del giorno stesso e dei giorni a seguire e le foto (vedi la

fotogalleria), e il discorso di Luciano Lama ai funerali delle vittime,

che riproponiamo nella sua interezza.

Il discorso di Luciano Lama

ai funerali delle vittime

della Strage di Brescia

“Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente del

Consiglio, dirigenti di partiti democratici, amici, compagni di

Brescia!

L’Italia dei lavoratori, l’Italia democratica è presente oggi qui a

Brescia per dare il saluto estremo a suoi lavoratori e dirigenti

sindacali, tre donne e tre uomini uccisi martedì in questa stessa

piazza, dalla furia omicida di criminali fascisti. Questa strage di

innocenti, di cittadini onesti, esemplari, costituisce l’ultimo anello di

una catena che ha avuto inizio a Piazza Fontana nel ‘69 e che in

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8

altre regioni d’Italia e in questa stessa provincia si è via via snodata

in attentati, in fatti di sangue, in insulti allo spirito democratico e

alla serenità del nostro popolo.

Questi nostri fratelli sono stati uccisi perché protestavano contro il

fascismo, perché volevano che a trent’anni dalla liberazione la vita

democratica potesse svolgersi in Italia sulla base di principi

costituzionali: difendevano la nostra libertà, la libertà degli italiani.

Il loro sacrificio dimostra che i valori fondamentali della Resistenza

non sono pienamente operanti in Italia. Il loro sacrificio denuncia

una carenza drammatica della nostra democrazia: longanimità,

incertezze, complicità, anche, che permettono al risorgente fascismo

di rialzare la testa e di seminare lutti e stragi nel nostro Paese.

Eppure le forze che vogliono difendere la Repubblica e le istituzioni

sono grandi e vigilanti. Lo abbiamo visto l’altro ieri, nel corso delle

imponenti manifestazioni svoltesi in ogni città d’Italia durante lo

sciopero proclamato dalla Federazione CGIL-CISL-UIL.

I fascisti, i criminali sono isolati, raccolgono disprezzo e

indignazione fra le masse lavoratrici, non riescono a seminare paura

e confusione. Ma il consenso della popolazione italiana, la

determinazione ferma delle masse lavoratrici a difendere nella

pratica i valori della democrazia, devono trovare corrispettivo

adeguato nella fermezza con la quale il governo e l’autorità dello

Stato applica la legge, nella sua versione severa e dura nei riguardi

dei criminali omicidi. Non è sufficiente, oggi, la condanna dei

crimini. Di fronte a questi poveri morti, di fronte a questi nostri morti

noi diciamo basta! Diciamo che gli attentati devono essere prevenuti,

che i fascisti devono essere perseguiti, che le centrali della

provocazione e del terrorismo devono essere snidate e distrutte. I

lavoratori sono un presidio della democrazia e non si fanno giustizia

da sé, ma chiedono, ma vogliono che giustizia sia fatta: e in un Paese

democratico la difesa della libertà spetta alle Istituzioni. In questa

opera di restaurazione della democrazia esse avranno la

collaborazione delle masse lavoratrici e dei cittadini per individuare e

colpire i sovvertitori dell’ordine democratico.

La Federazione CGIL-CISL-UIL sente profondamente il rapporto

che esiste tra la difesa delle libertà e le condizioni economico-sociali

delle masse popolari. Per questo anche il nostro impegno di questi

giorni per una politica di riforme e di sviluppo economico che muti

progressivamente i modelli a cui l’economia italiana si è conformata

negli ultimi decenni, ha per noi un profondo significato di carattere

generale. Le minacce di un serio, ulteriore deterioramento della

situazione economica e di conseguente caduta dell’occupazione,

rappresentano a nostro giudizio un pericolo incombente per gli spazi

che in tal modo si offrirebbero alle manovre eversive dei nemici della

Repubblica. Il fascismo non solo in Italia ha sempre utilizzato le

inquietudini e l’insicurezza sociale delle masse più diseredate per

costruire sulla disperazione dei poveri, col finanziamento di gruppi

privilegiati, le proprie fortune politiche. Per queste ragioni, per una

difesa valida dei principi di libertà, per combattere con efficacia

l’eversione fascista è dunque essenziale agire sull’economia per

l’aumento dell’occupazione e per lo sviluppo del Paese. Anche in

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9

questo campo, come in quello più specifico dell’azione antifascista e

della difesa della democrazia, un compito essenziale, ribadito

solennemente in questi giorni, spetta alle forze politiche

democratiche che hanno fatto la Resistenza, la Repubblica, la

Costituzione.

Nel momento triste del saluto estremo ai nostri compagni e fratelli,

vogliamo esprimere come Federazione sindacale la nostra

commozione, la nostra partecipazione al dolore delle madri, dei

padri, dei figli, dei fratelli, dei congiunti dei sei caduti. Noi abbiamo

conosciuto anche di persona alcune di queste vittime della barbara

aggressione fascista. Erano donne e uomini semplici, impegnati nel

lavoro del sindacato come in una missione di emancipazione sociale

e di liberazione morale ed umana. Credevano profondamente nel

valore di uno strumento che unisce i lavoratori fra di loro non solo

per difendere e migliorare la condizione materiale ma per dare alle

classi lavoratrici una ragione di lotta, di impegno civile, di sviluppo

culturale e umano. Chi di noi ha avuto durante il periodo

antifascista, nella guerra partigiana fratelli, compagni caduti sulle

montagne, sa che il dolore della perdita di oggi e inconsolabile e sa,

nel contempo, che anche per onorare questi morti c’è un mezzo solo:

continuare l’opera loro, impegnarsi nell’azione, battersi per le idee

che hanno riempito la loro esistenza di militanti. I lavoratori non si

piegheranno sotto il terrorismo dei fa-scisti, mandanti o sicari. La

determinazione delle masse lavoratrici, del mondo sindacale, di tutte

le forze democratiche non permetterà che il passato ritorni. Brescia,

31 maggio 1974”.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

GIOVENTÙ

PERDUTA

di Daniele Unfer

Non è un quadro tranquillizzante quello dipinto dall’Ocse. In

particolare i colori usati per dipingere lo stato dell’occupazione

giovanile dell’Italia sono decisamente cupi. Nel Belpaese infatti il

tasso di occupazione dei giovani tra 15 e 29 anni è sceso di quasi 12

punti percentuali tra il 2007 e il 2013, passando dal 64,33% al 52,79%,

il secondo peggior dato tra i Paesi Ocse, dietro alla sola Grecia

48,49%). Sono questi infatti i numeri che emergono dall’ultimo

Rapporto Ocse su Giovani e occupazione pubblicato oggi.

Non va molto meglio per i meno giovani: siamo quartultimi tra i

Paesi Ocse per il tasso di occupazione nella fascia d’età 30-54, sceso

dal 74,98% del 2007 al 70,98% del 2013. Il nostro Paese, sottolinea

l’organizzazione, ha “uno specifico problema di disoccupazione

giovanile, in aggiunta a uno più generale”, a causa di “condizioni

sfavorevoli e debolezze nel mercato del lavoro, e nelle istituzione

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sociali ed educative”. Dai dati si legge anche che in Italia, il 31,56%

dei giovani svolge un “lavoro di routine”, che non richiede l’utilizzo di

competenze specifiche, e il 15,13% ha un’occupazione che comportava

uno scarso apprendimento legato al lavoro. Il nostro Paese è in

particolare quello con la più elevata percentuale di giovani tra i 16 e i

29 anni che non hanno alcuna esperienza nell’uso del computer sul

posto di lavoro, con il 54,3%, a fronte di una percentuale di giovani

che non usano mai il computer ferma al 3%. La “mancata

corrispondenza”, o “mismatch”, tra posto di lavoro e competenze è un

problema sempre più diffuso tra i giovani nei Paesi Ocse: in media, il

62% hanno un lavoro che non corrisponde alla loro formazione, con in

particolare un 26% di sovraqualificati (il 14% dei quali lavora inoltre

in un settore che non sarebbe il suo), e un 6% di persone con

competenze superiori a quelle richieste.

Un altro numero inquietante è quello dei cosiddetti “Neet”, Not

(engaged) in Education, Employment or Training. Questi giovani che

non studiano, non hanno un lavoro e neppure sono apprendtisti, sono il

26,09% degli under 30, quarto dato più elevato tra i Paesi Ocse.

All’inizio della crisi, nel 2008, erano il 19,15%, quasi 7 punti

percentuali in meno rispetto ad oggi. Ma questo non è problema solo

italiano visto che nell’insieme dei Paesi Ocse, i giovani “Neet” erano

oltre 39 milioni a fine 2013, più del doppio rispetto a prima della crisi.

Tra i giovani “Neet” italiani, il 40% ha abbandonato la scuola prima

del diploma secondario superiore, il 49,87% si è fermato dopo il

diploma e il 10,13% ha un titolo di studi universitario. La percentuale

di “Neet” è più elevata tra le femmine (27,99%) che tra i maschi

(24,26%).

Tristi note anche sulle competenze in italiano e matematica. L’Italia

è infatti il Paese Ocse con la maggior percentuale di giovani in età

lavorativa (16-29 anni) e adulti (30-54) con scarse competenze di

lettura, rispettivamente il 19,7% e il 26,36%. L’Italia ha inoltre la

percentuale più elevata di persone con scarse abilità in matematica tra

gli adulti, il 29,76%, e la seconda tra i giovani in età lavorativa, il

25,91%, dietro agli Usa (29,01%). In generale, riferisce la tabella Ocse

per la misurazione dell’occupabilità dei giovani, il nostro Paese è al di

sotto della media per le competenze dei giovani, i metodi di sviluppo

di queste competenze negli studenti e la promozione del loro utilizzo

sul posto di lavoro. L’Italia è inoltre seconda tra i paesi Ocse per

percentuale di giovani under 25 che hanno abbandonato la scuola

prima di aver terminato le superiori, e non stanno seguendo un’altro

tipo di educazione, il 17,75%, dietro la Spagna con il 23,21%.

L’abbandono scolastico, rileva sempre l’Ocse, ha un impatto

significativo rilevante sul livello di competenze: se si considera per

esempio la matematica, la percentuale di persone con competenze

insufficienti è del 58,5% tra chi non ha terminato le superiori, e scende

al 27,7% per chi ha ottenuto un diploma.

Vai al sito dell’avantionline

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11

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

Se una farfalla

batte le ali in Irlanda

di Danilo Di Matteo

Ѐ fisiologico, specie ai giorni nostri, che ciò che accade in un paese

abbia un’importante risonanza politica e mediatica negli altri. Né si

può pretendere dai discorsi dei politici quella coerenza che ci

attendiamo, ad esempio, dalle argomentazioni dei filosofi. Più in

generale, poi, la rigidità e l’ostinazione tendono a nuocere alla vita dei

singoli e delle comunità.

Perché nascano e si consolidino i partiti, però, occorre una visione. E

a quanto pare è proprio questa che manca a molti dei leader attuali.

Non possiamo che rallegrarci dinanzi all’esito del referendum in

Irlanda, ad esempio. Ma come valutare le sue ricadute sul dibattito

politico italiano? Trovo che esso sia troppo “umorale” e volubile, per

così dire. Come se un giorno si sognasse (sul versante del centrodestra)

una forza clerical-popolare, il giorno dopo un partito all’americana e

quello seguente si volesse imitare David Cameron.

Così, all’indomani del voto irlandese, si è detto che Mara Carfagna,

attenta al tema dei diritti civili, potrebbe aspirare a guidare Forza Italia.

E Matteo Salvini, che non nasconde le proprie simpatie per Marine Le

Pen, è giunto a evocare lo spirito berlusconiano del ’94 e la rivoluzione

liberale.

Insomma: ben venga una sorta di dialettica politica globale: ma

l’impressione è che a prevalere siano piuttosto la confusione e un

antico stile provinciale.

FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

Astenersi?

di Giuseppe Tamburrano

Mentre in altri Paesi europei le novità elettorali si rivelano soprattutto a

destra, compresa l’Italia con Cinque Stelle e Salvini, in Grecia (ma con

i suoi guai Tsipras si può definire “di sinistra”?) e in Spagna le novità

sono di sinistra. Specie in Spagna ove il successo di “Podemos” è

clamoroso.

Ma tornando a noi le “novità” non solo Grillo e Salvini, la più grossa

è silente come un cancro: l’astensionismo.

Quando si è votato, con grande pena, non sono andato a votare

perché non mi sento rappresentato da nessuna lista, ma non ho votato

anche perché il Ministero dell’Interno non pubblica quante sono le

schede bianche e nulle, come se quelle non fossero una manifestazione

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di volontà politica, una scelta: non mi sento rappresentato da nessuno.

Tra pochi giorni conosceremo i risultati delle regionali in sette

importanti regioni: se la percentuale dei votanti sarà meno della metà

degli elettori quale valore etico-politico avranno quelle elezioni?

Ovviamente le amministrazioni si insedieranno, gli amministratori

percepiranno cospicue prebende. E noi ci sentiremo esclusi ma non

responsabili. E chiunque vincerà avrà il “potere” e le prebende, ma non

la rappresentanza.

Perché in Italia non “podemos” trasformare il bisogno di

rappresentanza e di una nuova politica in un vasto movimento?

L’unica area tradizionale e connaturata alle democrazie

capitalistiche è il socialismo: il più assente, muto, inerte.

INIZIATIVA A GENOVA

SEI STRANIERO? VOTA!

L’iniziativa si colloca all’interno della campagna nazionale per i

diritti di cittadinanza “L’Italia sono anch’io”.

Genova. Sei straniero? Vieni a votare! Domenica 31 maggio nella

nostra città si svolgeranno le elezioni regionali, ma non per tutti.

Rimangono escluse le persone straniere residenti in Italia che pur

essendo titolari di doveri non sono titolari di diritti. Qui pagano le

tasse. Cgil, Uil, Arci, Libera, Associazione di Solidarietà Italo-Etiopia-

Eritrea e il Comitato Promotore Nazionale hanno allestito per la

giornata del 31 un seggio simbolico per dare voce ai cittadini stranieri.

L’iniziativa si colloca all’interno della campagna nazionale per i diritti

di cittadinanza “L’Italia sono anch’io”.

Della campagna fanno parte 22 organizzazioni a livello nazionale

che nel tempo hanno promosso due proposte di legge di iniziativa

popolare, una prevede lo ius soli e cioè che i bambini nati in Italia da

genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani. L’altra

prevede di estendere il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori

regolarmente presenti in Italia da almeno cinque anni.

Dopo l’attivismo del Ministro Cecile Kienge, il nuovo Governo non

si dimostra particolarmente sensibile ai diritti di cittadinanza per cui è

giunto il momento di dare nuovo vigore alla campagna nazionale. A

questo scopo sono state scelte le sette regioni in cui si vota ed è stato

chiesto alle principali città di allestire un seggio simbolico nel quale i

cittadini stranieri potranno votare, ovviamente non candidati o partiti

politici, ma proposte di estensione dei diritti di cittadinanza.

L’appuntamento genovese è fissato per domenica 31 maggio dalle 9

alle 12.30 presso l’Associazione A.m.a. in Via della Maddalena 52c.

Cgil, Uil, Arci, Libera,

Associazione di Solidarietà Italo-Etiopia-Eritrea Genova

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Da CRITICA LIBERALE

riceviamo e volentieri pubblichiamo

Vera persecuzione contro Renzi

di Lepre Marzolina

Ma allora ce l’avete proprio con lui! Non può aprire bocca e subito

tutti a criticarlo, costringendomi a prendere le sue parti. Vi dite di

sinistra e non avete alcuna compassione. Adesso persino la sua uscita

sul “sindacato unico” fa discutere. E torno a dire: lui non ha

responsabilità. Che colpa può avere una ragazzotto che, trascurato dal

padre evidentemente occupato in altre faccende delicate, è rimasto

ignorante come un caprone? Uno che scrive “cultura umanista”, perché

non dovrebbe confondere “sindacato unitario” con “sindacato unico”?

Renzi ce la mette tutta, dovete riconoscerlo, adesso deve aver deciso di

apprendere dalla gente e recentemente ha ascoltato una vivace

discussione in un Bar dello sport tra due camionisti, uno dei quali

pretendeva l’abolizione dei sindacati e un altro, più moderato,

suggeriva che sarebbe un grosso risparmio di tempo e di denaro se un

decreto legge istituisse un solo sindacato. Magari presieduto dal Capo

del governo, che pensa al bene di tutto il paese. Renzi, bravissimo, ha

subito colto l’idea geniale e l’ha fatta sua. Anche se è un po’ vecchia,

abbiamo già avuto la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, ma se il

modello è buono, perché vi lamentate?

Vai al sito di Critica liberale

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LETTERA

Fuffa Based Economy

Il rapporto Istat e un’istantanea dell’economia italiana

Come scrive Piero Bevilacqua sul Manifesto del 21.5.15 l'ISTAT col

suo "Rapporto annuale 2015" ci offre un affresco dell'economia del

paese fitto di dati. Ora, le misurazioni statistiche riflettono una

predefinita concezione del sistema economico e del suo

funzionamento. Riflettono, in forma sintetica, una "misura del mondo"

per dirla à la Lionel Robbins, il massimo teorico della concezione

neoclassica dell'economia. Ma la scienza non è neutrale. Gli scienziati

ne sono consapevoli da decenni ormai. Gli economisti ridottisi a

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redigere oroscopi sul segno del PIL, hanno invece irenicamente

introiettato nei loro schemi di analisi il concetto kantiano di

inconoscibilità della realtà rassegnandosi all'assoluta irrilevanza

empirica dei loro modelli fondati su una rigorosa logica assiomatica,

coerenti e formalmente eleganti internamente ma pressoché del tutto

privi di coerenza esterna tanto in senso positivo quanto in senso

normativo.

L'impostazione del sistema statistico dell'ISTAT è omogenea al

sistema Eurostat e conforme al validato paradigma neoclassico. Essa

contempla una precisa concezione del sistema economico, del ruolo e

della composizione degli agenti; precise forme funzionali degli

insiemi di produzione, delle curve di costo e delle loro proprietà di

convessità; definizioni, tassonomie, il tutto implementato in un

complesso sistema di rilevazioni quantitative che le riflette.

Dall'astrazione concreta passiamo alla filosofia della pratica con un

ossimoro generato dalla logica interna del paradigma di sopra

stilizzato, partendo da due dati del rapporto e che sono i seguenti: "Le

imprese italiane mostrano una modesta propensione all'investimento

in ricerca e sviluppo, lo 0,7 del PIL a fronte di una media europea

dell'1,3." Praticamente investiamo poco più della metà della media UE,

significativamente meno di 1/3 dei tedeschi (2,53).

"Ma si collocano - le imprese italiane n.d.r. - al di sopra della media

europea in termini di propensione all'innovazione (41,5 di imprese

innovatrici rispetto al 36,0 dell'UE). Ciò si traduce in un numero di

registrazioni di marchi e di prodotti di design industriale tra i più

elevati al mondo". I due dati in apparente contraddizione non si

riconciliano nemmeno quando si afferma che:"l'intesità brevettuale del

paese è inferiore alla media europea (circa 75 brevetti per milione di

abitanti contro 111 per l'UE" seguita da una consolante professione di

fede nel genio italico che all'ISTAT pare tutt'altro che un anacronistico

luogo comune facendogli scrivere che "tuttavia il rapporto tra numero

di brevetti e spesa per R&S è tra i più alti nella UE".

I dati ISTAT interpretati secondo la logica marginalista dovrebbero

incentivare, fortemente, anche in assenza degli esigui finanziamenti

pubblici, le imprese private ad allocare massicce risorse in attività

R&D atteso che il rendimento marginale degli investimenti in termini

di brevetti appare positivamente correlato con gli stessi e

tendenzialmente crescente nonché elemento fondamentale per far

ripartite la desiderata crescita. Si assiste invece, più che altro, al

fenomeno sraffiano del "ritorno delle tecniche" nella versione di un

più marcato sfruttamento del fattore lavoro. Ma gli economisti

mainstream sono come il riesling, ci sono quelli italici e quelli renani.

Gli italici dalle colonne dei giornali, nei talk show, spiegano che, se

sino ad ora è accaduto esattamente l'opposto, i motivi ci sono e li

snoccialono: il sistema elettorale, l'art. 18, la scuola; la burocrazia, la

magistratura, le banche; quando non bastano soccorrono il terrorismo, i

gufi, le estati fredde, l'inverno caldo, l'autunno tiepido. Sarebbero

questi i razionali del significativo trend negativo degli investimenti

in R&D da quasi un decennio ormai.

In una cosa l'ISTAT pare in assonza con il comune sentire del paese,

quando tratteggia una economia che primeggia a livello mondiale negli

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intangible assests ovvero i marchi, che hanno scarso contenuto

tecnologico ma alto tasso "d'immagine" o feticistico avrebbe detto

Marx, mentre stenta nei brevetti dove l'innovazione scientifica e

tecnologica è il contenuto prevalente. Purtroppo perché un brevetto

offra l'adeguato ritorno occorre investire. Occorrono quindi capitali di

rischio. E il nostro è dalle origini, dai tempi di Cavour un capitalismo

senza capitali. Non che oggi scarseggino, tutt'altro, il nostro è un paese

straordinariamente patrimonializzato lo dicono proprio le statistiche,

questa volta della BdI. Più probabilmente falliscono i maccanismi

neoclassici di allocazione efficiente delle risorse a motivo che nel

nostro paese a economia di mercato, privatizzato, liberalizzato,

globalizzato restano tutt'ora alterate in modo "distorsivo" sia la matrice

rischio rendimento che la costellazione dei prezzi relativi. Insomma

proprio quei driver che nel mondo panglossiano degli economisti

dovrebbero condurre il sistema a raggiungere l'equilibrio e che,

piuttosto che allinearsi alle logiche teoriche del marginalismo, si

muovono per conto proprio, comportandosi come più conviene a chi i

capitali li possiede ed, eventualmente, li investe. L'analisi neoclassica

ha poco da dire nelle attuali circostanze. Quel poco si condensa

nell'agenda sino ad ora puntualmente attuata dal governo, senza trovare

alcun reale ostacolo semmai imbelle ammuina. E' già accaduto,

Moravia ne "Il conformista" lo ha magistralmente descritto. Chi crede

nella psicanalisi troverà forse ragioni nel noto meccanismo della

coazione a ripetere.

Infine non è forse casuale che questa "fuffa based economy" abbia

trovato in un magnate dei media che i marchi li promuove il suo

principale protagonista per 20 anni e in un personaggio da cartone

animato il suo degno erede.

Vito Ayroldi, e-mail

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.