a tavola con mamma e papà per crescere sani - pediatria · quantitativamente equilibrata. evitando...

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Mangiando si impara A tavola con mamma e papà per crescere sani a cura della Clinica Pediatrica dell’Università di Foggia Cattedra di Pediatria Università degli Studi Foggia Ufficio per l’Educazione Scuola e Università Arcivescovado di Foggia- Bovino Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia Federazione Italiana Scuole Materne Foggia

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Mangiando si impara A tavola con mamma e papà per crescere sani

a cura della

Clinica Pediatrica dell’Università di Foggia

Cattedra di Pediatria Università degli Studi Foggia

Ufficio per l’Educazione Scuola e Università Arcivescovado di Foggia- Bovino

Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia

Federazione Italiana

Scuole Materne Foggia

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Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione del programma di contrasto all’Obesità nelle scuole, la Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia e gli allievi pre-laurea interni presso la Clinica Pediatrica dell’Università di Foggia: Gennaro Canestrino, Patrizia Cavaliere, Dina De Santis, Michela Foglia, Monica Mancini, Lisa Mastrangelo, Rosa Melino, Piero Popolo, Carmelinda Rosa, Barbara Santangelo. Ed inoltre la FISM FOGGIA e tutti gli Insegnati e gli operatori che a diversi livelli e con diversi ruoli presso le scuole di Foggia e Provincia hanno contribuito al lavoro di informazione e formazione svolto dallo staff clinico della Pediatria Universitaria di Foggia.

Le immagini contenute nel libro, ove non prodotte dagli autori, sono state tratte da siti della rete internet offerti da Google Inc. 1600 Amphitheatre Parkway, Mountain View CA 94043 (USA) e resi pubblicamente disponibili da tale motore di ricerca, con libero accesso ai testi ed alle immagini.

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CLINICA PEDIATRICA-UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FOGGIA Ospedali Riuniti, Viale L.Pinto, 1 – 71100 Foggia (tel.0881-733735 / 733718)

Prof. Massimo Pettoello-Mantovani, Direttore

Prof. Angelo Campanozzi – Responsabile della Sezione Nutrizione Prof. Luigi Maiuri – Responsabile della Sezione Gastroenterologia

TESTI A CURA DI:

Dr.ssa Irene Rutigliano – Assistente Clinica Pediatrica Università di Foggia

Dott.ssa Paola Bruno – Dietista, Clinica Pediatrica Università di Foggia

IN COLLABORAZIONE CON:

FEDERAZIONE ITALIANA SCUOLE MATERNE – Foggia: dr. F. Daniele, Ins. R. Matrella, e Dott.ssa M.M. Daniele

CLINICA PEDIATRICA UNIVERSITÀ DI FOGGIA: Dr.ssa A.Catucci, Dr.ssa L.Di Giulio, Dr.ssa C.Lorusso, Dr.ssa G.Mangano, Dr.ssa A.Marinari, Dr. A.Marseglia

LABORATORIO DEL CENTRO DI FISIOPATOLOGIA DEL METABOLISMO E DELLA NUTRIZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA – Università di Foggia: Prof.ssa I.Giardino, Dr.ssa L.D’Apolito, Dr.ssa E.Ciavarella, Dr.ssa T.Trivisano

ARCIDIOCESI FOGGIA-BOVINO - Ufficio per l’Educazione, la Scuola e l’Università. Direttore Sac. B. D’Emilio

SCUOLE PARITARIE: Sorriso del Sole, Casa dei Bambini, San Giuseppe, San Michele Arcangelo, Il Mondo dell’Infanzia.

Il lavoro svolto dal presidente FISM dr. F. Daniele, dalla dott.sa M.M. Daniele, dal personale della FISM e delle scuole è stato svolto in maniera volontaria.

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Cari mamme e papa’, L'obesità infantile è un problema delicato ed in continuo aumento, tanto che oltre il

25% dei bambini che frequentano le scuole della nostra provincia ne risulta affetto.

Questo è un dato preoccupante, a causa delle conseguenze che l’obesità comporta per

la salute dei nostri figli quando saranno adulti. Molte malattie considerate tipiche

dell’adulto, come ad esempio quelle cardiovascolari, l’osteoporosi o la comparsa del

diabete, sono proprio dovute ad una condizione di eccesso ponderale, instauratosi a

partire dall’infanzia.

Tutto ciò si può evitare! Non è un’impresa difficile, basta fare lo sforzo di collaborare

tutti insieme, genitori, bambini, educatori e medici, comprendendo l’importanza di far

praticare ai nostri bambini una alimentazione sana e che sia qualitativamente e

quantitativamente equilibrata. Evitando quindi gli eccessi e le carenze nutrizionali,

spingendoli ad uno stile di vita che limiti la sedentarietà (come le troppe ore passate

davanti al televisore o al computer!!) e promuovendo una regolare attività fisica.

Risolvere il problema è possibile, ma va fatto insieme e facendo capire ai bambini che i

consigli che diamo a loro sono innanzi tutto seguiti da noi stessi. Incominciando quindi

proprio dalla tavola, che è uno dei momenti formativi più importanti per la famiglia e

sempre di più anche per la scuola, dove tradizionalmente vengono comunicati gli

affetti e trasmessi cultura e tradizioni. Utilizzare questo momento, per lavorare

insieme ai bambini alla costruzione del loro futuro di uomini e donne sani, è una

opportunità che non va persa.

Ecco dunque il significato di questo libretto dedicato all’obesità e diretto a

individuare i principali punti critici, utili a conservare lo stato di salute dei nostri figli

praticando una corretta alimentazione. Il nostro impegno comune dovrà quindi essere

di insegnare ai piccoli come evitare comportamenti alimentari sbagliati, per favorire

un corretto stato nutrizionale e quindi garantire loro un normale accrescimento ed una

vita serena.

A Voi genitori va il nostro augurio di buona lettura, con l’auspicio che le informazioni

contenute in queste pagine siano un utile aiuto per meglio impostare l’educazione

alimentare dei vostri figli.

Massimo Pettoello-Mantovani Angelo Campanozzi

Direttore, Clinica Pediatrica Prof. Aggregato, Clinica Pediatrica

Università degli Studi di di Foggia Università degli Studi di Foggia

Cattedra di Pediatria Università degli Studi Foggia

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Ufficio Scolastico Provinciale

FOGGIA

Nel breve volgere di qualche decennio, larga parte del mondo è passata dalla fame all’abbondanza.

Il passaggio troppo rapido ha creato squilibri e disarmonie. Le nostre tavole si sono riempite di

cibo molto più in fretta di quanto i libri abbiano appesantito gli scaffali, o di quanto siano diventati

più profondi i nostri interessi per l’arte, la cultura e le scienze. Alla privazione si è sostituito lo

sperpero, alla parsimonia la liberalità, alla rinuncia il desiderio infinito, alla miseria l’opulenza e

l’ostentazione.

Finita l’età dei sacrifici è cominciata l’era della gratificazione immediata e del piacere continuo

da inseguire in ogni istante della vita, dalla tavola alla strada, dal supermercato al lavoro, dal

salotto di casa all’autogrill … ovunque e in tutte le stagioni vogliamo che tutto sia piacevole e

divertente, non problematico e rassicurante, confortevole e soddisfacente. La società dei consumi

è sopraggiunta improvvisa sotto braccio alla società del divertimento, della risata insaziabile e

della festa continua. La regola pedagogica sovrana dei genitori moderni ed apprensivi è risparmiare

ai figli – fin quasi all’età matura – sforzi, rinunce e limiti e, così, per non frustrare le delicate

psicologie, tendono ad evitare anche il confronto con i valori e le regole, con gli scopi e le mete

sociali, con l’impegno e gli ideali che, com’è noto, costano un po’ di fatica.

Quasi fosse l’inconscia rivalsa per i millenni della fame, l’irresistibile attrazione per l’eccesso,

scolpisce nei nostri corpi e – più drammaticamente in quelli dei nostri piccoli – i segni

dell’abbondanza. Le malattie da eccessi alimentari hanno via via sostituito quelle da penuria e

carenza e hanno trovato una solida alleanza nelle condizioni di vita dei bambini e degli adolescenti.

Pigri e rigonfi, questi ultimi passano senza grandi intervalli dalla Tv al computer, dai videogiochi ai

fumetti, dai giocattoli ad internet… Non hanno più nella loro vita “la strada”, i “cortili”, le

periferie, ossia, i grandi maestri, nel bene e nel male, della nostra generazione, non hanno più

l’oratorio e il gruppo spontaneo e casuale dei pari. Hanno tutto programmato: la scuola, i compiti, la

palestra, perfino gli incontri e il tempo libero… e, tra un momento e l’altro, mamme efficienti e

premurose riempiono, con gesti frettolosi e impazienti, le loro mani di merendine, patatine,

dolcini… e un’infinita varietà di preconfezionati. Il modello socio-familiare odierno è una corsa a

somigliare a quello televisivo degli spot pubblicitari dove tutti sono giovani, belli, magri, atletici,

felici e sorridenti, ovviamente, senza fatica e riempiendo solo il cestello della spesa.

L’educazione ai consumi e ad un’alimentazione sana deve cominciare dagli adulti; deve rimuovere

i cattivi esempi e i modelli sbagliati. Deve restituire al cibo il suo significato naturale e sociale di

“alimento”, di nutrizione da cui dipende il benessere della persona a proprio agio in una corporeità

sana e armonica.

E’, pertanto, motivo di estrema soddisfazione leggere un manualetto, così agile e divulgativo

che, con linguaggio semplice e prosa convincente sa presentare il nucleo del problema ai piccoli e ai

grandi.

Mario Melino

Dirigente USP Foggia

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L'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai

più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro) è il risultato di un bilancio

energetico positivo protratto nel tempo; in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano.

Questo tema, è stata registrato nelle nostre scuole, in cui oltretutto sono state osservate e registrate

errate abitudini alimentari dei bambini e una certa superficialità dei genitori rispetto a questa

problematica.

La scuola, dove è svolto il servizio di refezione, si sforza di fornire menù adeguati ai genitori, ma

spesso con scarso successo. In effetti bisogna registrare anche, che le stesse Insegnanti si sentono

frustrate rispetto ad un bambino che mangia poco, mentre sembrano trovare grande gratificazione

rispetto ad un bambino di buon appetito.

Spesso ci preoccupiamo quando il bambino mangia poco, raramente quando mangia troppo. Se è vero che

una dieta insufficiente può portare a deficit di vario tipo (proteine, calcio, ferro, vitamine ed altri

nutrienti essenziali alla crescita), di contro, un introito calorico eccessivo determina, dapprima un

sovrappeso del bambino e poi, nella maggioranza dei casi, una manifesta obesità.

I genitori dovrebbero essere i primi ad accorgersi dell’eccessivo aumento di peso del bambino e

mettere al corrente il pediatra, la persona più indicata in questi casi. Spesso però il forte appetito, che

a volte si traduce in una vera e propria voracità, viene interpretato come un segnale di benessere e si

tende ad incentivarlo più che a limitarlo, con l’illusione che gli evidenti chili di troppo possano

scomparire con lo sviluppo. Il bambino cicciottello, poi, ispira più simpatia di uno magro, che anzi, tende

a preoccupare il genitore.

Oltre a mangiare troppo, però, il bambino mangia in maniera sregolata, spesso e male. Le tentazioni sono

davvero tante, il frigorifero di casa è sempre stracolmo di merendine e snack, i distributori automatici

delle scuole invitano a spuntini fuori pasto, costituiti da prodotti industriali ricchi di calorie e grassi

nascosti. Le bevande gassate, infine, eccessivamente zuccherine, risultano essere un piacere

insostituibile, da preferire all’acqua, specie d’estate, dopo una sudata, o in occasione delle “feste” con

gli amichetti.

Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non dobbiamo sottovalutare, come fattore di rischio, la

ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato, ma sempre di più frequente

riscontro.

I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori, anche se la scuola o la palestra

distano pochi metri da casa, prendono l’ascensore anche per un solo piano, passano ore ed ore davanti al

computer e alla televisione (con gli esempi negativi che accentuano le cattive abitudini alimentari),

escono sempre meno e così via.

L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo

dimagrire, lo rende più attivo e più ricettivo.. E’ sufficiente praticare un’attività fisica leggera, senza

affaticare troppo l’organismo, come una pedalata in bici o una passeggiata, che sottopongono i muscoli

ad uno sforzo moderato ma costante e attingono carburante soprattutto dal serbatoio dei grassi; così

dimagrire diventa più facile.

Campagne informative di larga portata sono ritenute necessarie per aumentare la consapevolezza del

problema in tutti i settori della società, in misura maggiore in quei settori della società che si occupano

della crescita fisica e psicologica del bambino quali scuola, famiglia.

Fabio Daniele

Presidente provinciale FISM

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MANGIANDO SI IMPARA : piccolo vademecum di educazione nutrizionale per genitori e figli.

L’Obesità rappresenta una condizione patologica caratterizzata da eccesso di peso determinato dall’accumulo di grasso corporeo. Sempre più di frequente si sente oggi parlare di obesità e sovrappeso sui giornali, in televisione, su internet. Ma cosa

significa essere obeso?

Essere obeso significa possedere un peso corporeo che superi del 20% quello definito ideale per età, altezza e sesso, ma soprattutto significa essere persone ad elevato rischio per la comparsa di malattie croniche altamente invalidanti. Questa condizione, difatti, peggiora drasticamente la qualità di vita e ne riduce significativamente la durata. Ciò è noto da molto tempo per quanto riguarda l’adulto obeso, ma cosa accade nel bambino? Anche nei bambini l’obesità determina molteplici danni, a volte irreversibili.

L’obesità infantile rappresenta un problema piuttosto grave per il sempre maggiore numero di bambini in eccesso di peso e per gli effetti negativi che questo provoca, come accennato, già in tenera età. Mediamente su 10 soggetti della scuola dell’obbligo 2 risultano in sovrappeso e 2 risultano francamente obesi: ciò significa che nella classe dei vostri piccoli, che presupponiamo essere composta da 20 bambini, 4 sono obesi e 4 in sovrappeso!

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Ma quali sono le cause che portano all’eccesso di peso, quali sono i motivi per cui ingrassiamo? In genere si mettono su chili di troppo per la compartecipazione di più ragioni quali quelle genetiche, psicosociali, ambientali. Sono solo una piccolissima parte i casi di obesità definita secondaria, cioè quelle forme in cui l’eccesso di peso è determinato (secondario appunto) da una patologia endocrina, metabolica, psichiatrica, genetica o da particolari terapie farmacologiche. La stragrande maggioranza delle forme di obesità, circa il 98%, sono definite primitive o essenziali.

In sintesi, possiamo affermare che si prende peso perché si MANGIA MALE E

TROPPO E CI SI MUOVE TROPPO POCO.

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L’organismo umano può essere immaginato come un grosso laboratorio chimico in cui avvengono una miriade di reazioni. Molte di queste reazioni necessitano di energia per realizzarsi e molta di questa energia viene introdotta con gli alimenti. Ogni alimento ha, dunque, una sua quota energetica ed è proprio per tali motivazioni che utilizziamo le kilo calorie, unità di misura del calore che altro non è che una forma di energia, nella valutazione nutrizionale.

In condizioni ottimali, si instaura un equilibrio tra l’energia che introduciamo e quella che spendiamo per vivere; se tale equilibrio si rompe a favore dell’energia in entrata (alimenti), il nostro organismo conserva l’eccesso calorico proprio nel tessuto adiposo, riserva energetica del corpo umano… e più energia introduciamo in eccesso più il nostro grasso tende a crescere... più tendiamo a divenire obesi!!!

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Quindi, per prendere peso non è necessario mangiare tanto ma mangiare quel tanto in più rispetto al nostro consumo. E non si tratta di un questione di natura prettamente estetica, ma di una vera e propria forma di malnutrizione. Sfortunatamente risulta ancora troppo diffuso nella credenza popolare, in particolare nella nostra area geografica, il detto secondo cui “Grasso è sinonimo di buona salute”. Nel passato non tanto remoto, un bambino grasso era considerato un bimbo sano, uno che con ogni probabilità sarebbe sopravvissuto ai rigori della denutrizione e delle infezioni.

Nell’ultimo decennio, tuttavia, l’eccesso di peso è divenuto il principale problema sanitario infantile dei paesi sviluppati e non, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), agenzia delle Nazioni Unite dedicata alla Sanità, ha posto la prevenzione dell’obesità infantile tra le sei priorità per migliorare la salute del bambino.

E’ frequente trovare nella pratica medica ambulatoriale, mamme eccessivamente preoccupate per il peso dei propri piccoli. Frasi come ‘E’ più piccolo degli altri. Non cresce, perché è così magro?” rappresentano la quotidianità; diventa necessario e basilare spiegare che l’eccesso di peso deve preoccupare quanto, se non di più, del suo difetto. E’ indispensabile, per combattere l’epidemia globale dell’obesità infantile, educare i nostri figli precocemente ad una corretta alimentazione… educare i nostri figli alla SALUTE.

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Quali sono, allora, le conseguenze cui va incontro un bambino obeso?

Molteplici, alcune di queste già evidenti in età pediatrica, mentre altre piantano le loro radici silenziosamente nel periodo infantile per mostrare drasticamente e irrimediabilmente i loro segni in epoca adulta.

Ogni apparato è coinvolto negli effetti deleteri dell’eccesso di grasso, come è possibile desumere dalla tabella di seguito riportata. Conseguenze

Apparato

Cardiovascolare

Ipertensione arteriosa – Aterosclerosi - Scompenso cardiaco Insufficienza venosa arti inferiori

Apparato respiratorio Asma bronchiale - Insufficienza respiratoria - Sindrome di Pickwick - Sindrome delle apnee notturne

Apparato

gastroenterico

Steatosi epatica – Calcoli biliari – Pancreatite - Reflusso gastroesofageo – Tumore del colon

Apparato locomotore

Tibia vara - Ginocchio valgo – Osteoartrosi - Sublussazione anca

Sistema endocrino e

metabolismo

Dislipidemia - Sindrome metabolica e iperinsulinismo - Diabete mellito – Iperuricemia - Nefrolitiasi

Apparato

genitourinario

Amenorrea - Pubertà precoce – Ipogonadismo – Impotenza -Sindrome dell’ovaio policistico

Sistema immunitario

Minore produzione anticorpale

Sistema psichico

Depressione - Scarsa autostima – Ansia - Insuccesso scolastico - Tic nervosi

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CONSEGUENZE MEDICHE DELL’OBESITA’ INFANTILE

Crescita

I bambini con eccesso di peso tendono ad avere una crescita ossea anticipata (età ossea più avanzata). Hanno, in genere, un anticipo puberale cioè: le femminucce presentano in età più precoce l’inizio del ciclo mestruale (menarca), i maschietti sviluppano anticipatamente i caratteri sessuali secondari.

Disturbi cardiovascolari e metabolici

Già in bambini ed adolescenti obesi ricorre l’aumento dei lipidi (grassi) nel sangue. In particolare, tendono ad osservarsi elevati livelli di colesterolo definito ‘cattivo’ (LDL) e di trigliceridi, mentre si riscontrano bassi livelli di colesterolo ‘buono’ (HDL). Questi elementi sono alla base della insorgenza precoce di accumuli di grasso in corrispondenza delle pareti di grosse e medie arterie, lesioni iniziali del processo aterosclerotico. L’aterosclerosi induce la perdità

di elasticità delle arterie e la loro progressiva occlusione, riducendo l’apporto di sangue ad organi come il cuore ed il cervello, tanto da creare eventi avversi come l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale, principali cause di morte e disabilità nel nostro paese

Anche l’ipertensione arteriosa, seppur non particolarmente presente in età pediatrica, risulta circa nove volte più frequente nei bambini obesi rispetto ai normopeso della stessa età.

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Inoltre, intolleranza al glucosio e diabete sono due conseguenze da attendersi, come per l’adulto anche nel bambino obeso. Difatti, il diabete dell’adulto (diabete mellito tipo II), un tempo virtualmente assente in epoca pediatrica, oggi rappresenta un evento molto meno raro. Circa 1/3 dei casi di diabete di nuova diagnosi in questa età, è proprio rappresentato dal diabete mellito tipo II. L’insorgenza di questa condizione patologica già in tenera età, rappresenta una vera minaccia considerando le gravi complicanze a cui questa patologia espone (malattie cardiache, ictus cerebrale, disfunzioni renali, cecità). Ancora, la sindrome dell’insulino-resistenza, condizione che raggruppa i principali fattori di rischio cardiovascolare, è stata già riscontrata in piccoli pazienti obesi a partire dall’età di 5 anni. Disturbi gastroenterici Nei bimbi obesi è spesso possibile ritrovare un aumento degli enzimi epatici (transaminasi) nel sangue, segno di sofferenza del fegato. Tale fattore sarebbe determinato dalla presenza di epatosteatosi, il ben più noto fegato grasso, o di epatite grassa, condizione più rara. Il calo ponderale determina il rientro dei valori anomali in condizioni di normalità, ed è pertanto auspicabile. L’eccesso di peso predispone, in più, alla insorgenza di calcoli della colecisti (colelitiasi) e del reflusso gastro esofageo, vale a dire il passaggio involontario di contenuto gastrico nell’esofago (causa di bruciori di stomaco, iperacidità, tosse cronica, eccessiva salivazione ecc..). E’ stata inoltre descritta una maggiore incidenza di adenocarcinoma del colon in soggetti adulti obesi.

Complicanze respiratorie L’apnea notturna è una condizione di ordinario riscontro nei piccoli pazienti con eccesso di peso, spesso in associazione a roncopatia (cioè il bambino russa durante il sonno). Tra le complicanze dell’apnea notturna vengono annoverati deficit neurocognitivi, per ridotto apporto di ossigeno

al cervello, disturbi dell’attenzione, sonnolenza durante le ore diurne. Altra complicanza osservabile in piccoli pazienti obesi è l’asma bronchiale e l’intolleranza all’esercizio fisico. Alcuni bambini obesi possono presentare un deficit anticorpale che predispone alla comparsa di ripetute infezioni, soprattutto a carico delle alte e basse vie aeree.

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Complicanze Ortopediche La capacità elastica dell’osso e della cartilagine nell’infanzia risente molto delle anomale sollecitazioni indotte dall’eccesso di peso: sull’osso in via di accrescimento viene a gravare una forza anomala, quella del peso eccessivo. È allora possibile ritrovare nei bambini obesi incurvamento della tibia e del femore, ginocchio valgo, sublussazione dell’anca e osteoartrosi precoce (soprattutto a carico del ginocchio). Tutti questi elementi possono influenzare la statica e la dinamica della colonna vertebrale, determinando scoliosi e iperlordosi.

Qualità di vita Nei bambini obesi risulta significativamente compromessa la qualità di vita. Gli effetti psicosociali, indotti sui piccoli pazienti dall’eccesso di grasso, sono certamente le conseguenze più diffuse e note dell’obesità pediatrica. I bambini obesi diventano il bersaglio di discriminazioni premature e sistematiche che inducono scarsa autostima e disagio psichico sia soggettivo che oggettivo.

Figura 1: Da A tavola!” Comune di Milano, SC Pediatria ospedale Fatebenefratelli, Milano

ristorazione

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In sintesi, l'obesità è una condizione in grado di indurre un aumento significativo di rischio per la salute e vi è una probabilità compresa fra il 30% e il 60% che un bambino in sovrappeso mantenga l’eccesso di peso anche in età adulta.

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OBESITA’….NON SOLO CHILI DI TROPPO!!! E’ importante insegnare ai bambini ad avere una alimentazione sana ed equilibrata. Il sovrappeso e l’obesità sono legate non solo ad abitudini alimentari scorrette, ma anche a scarso movimento ed attività fisica. E’ fondamentale aiutare il bambino a modificare il proprio stile di vita e questo deve avvenire con lo stimolo al movimento e una corretta alimentazione.

MODIFICARE LO STILE DI VITA…...

Il cambiamento dello stile di vita in età pediatrica funziona solo se viene coinvolta tutta la famiglia…il ruolo dei genitori è fondamentale a tal fine!

E’ importante insegnare loro a mangiare correttamente sin dai primi anni di vita, perché è più semplice indirizzarli nella scelta di alimenti sani… scelta che poi li accompagnerà nella vita adulta e li aiuterà a prevenire patologie legate ad una cattiva alimentazione.

Se tutta la famiglia decide di modificare le proprie abitudini alimentari scorrette, il bambino riceverà sicuramente stimoli positivi per sperimentare percorsi nuovi.

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EDUCAZIONE ALIMENTARE

L’educazione alimentare rappresenta uno dei tanti interventi che si possono mettere in atto per la prevenzione dell’obesità infantile; insegna a nutrirci bene e quindi a scegliere i cibi più adatti alle nostre esigenze e allo stile di vita che conduciamo, ma soprattutto insegna a non commettere errori che possono mettere a repentaglio la buona salute.

L’educazione alimentare coinvolge numerose persone (famiglia, insegnanti, pediatri, dietisti, ecc. ); ognuno di noi deve diventare consapevole che la scelta quotidiana dei cibi si ripercuote sulla nostra salute e che alimentarsi in modo corretto migliora sicuramente la qualità della vita.

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LA PIRAMIDE ALIMENTARE

La piramide alimentare è il simbolo della “sana e corretta alimentazione”……..

Alla base troviamo gli alimenti che si possono consumare liberamente, infatti occupano una posizione preponderante frutta, verdura e legumi, mentre al vertice troviamo i prodotti che devono essere assunti in quantità controllata (olio, burro, dolci, ecc… )

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STIMOLO AL MOVIMENTO

Accanto alla corretta alimentazione, per garantire il raggiungimento ed il mantenimento di un buono stato di salute, sono importanti lo svolgimento di un’attività fisica regolare e la riduzione della sedentarietà.

L’attività fisica deve essere svolta con regolarità almeno tre volte a settimana.

E’ preferibile scegliere uno sport che piace ai vostri bambini…soprattutto se sono coinvolti anche altri amichetti… E’ fondamentale stimolare i propri figli al movimento: salire e scendere le scale anziché usare l’ascensore, andare a scuola a piedi, giocare a pallone con gli amichetti o andare in bicicletta…insomma qualsiasi attività che comporti movimento aumentando così il dispendio energetico ed il tono muscolare !!! E’ altrettanto importante evitare che i bambini passino ore davanti alla tv, al computer, o a giocare con la play station, anche perché aumenterebbe la noia e di conseguenza maggior cibo da “sgranocchiare”.

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Media delle calorie consumate per ora di attività

fisica

Sport Consumo Kcal/h

Ballo

350

Calcio

400

Corsa a piedi

900

Equitazione

350

Nuoto (400m/h)

300

21

Pallacanestro

600

Pallavolo

350

Pattinaggio

350

Sci

500

Tennis

440

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ERRORI PIU’ COMUNI NEL COMPORTAMENTO

ALIMENTARE DEI BAMBINI

• Eccessivo apporto calorico rispetto alla spesa energetica totale quotidiana

• colazione assente o inadeguata • consumo scarso o nullo di verdure e frutta • eccessivo consumo di salumi, cioccolato, patatine fritte,

dolci confezionati, bevande gassate e zuccherate, ecc… • abitudine di consumare i pasti davanti alla tv • introito eccessivo di proteine di origine animale, grassi e

sodio

• stile di vita sedentario • frequentazione eccessiva di fast food • errata distribuzione dell’apporto calorico durante la

giornata • pasti nutrizionalmente non adeguati

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QUALI REGOLE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

DEL BAMBINO?

• Fare sempre la prima colazione…è importante perché fornisce al

nostro organismo l’energia necessaria per affrontare la giornata.

• Non saltare lo spuntino a metà mattina e la merenda a metà pomeriggio:

sono fondamentali per non arrivare affamati ai pasti principali.

• Mantenere un peso adeguato e ridurre la sedentarietà , così da

aumentare il dispendio energetico e evitare accumuli di grasso.

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• Seguire una dieta varia ed equilibrata, alternando le fonti proteiche

animali con quelle vegetali, e quindi aumentare il consumo dei legumi, ricchi di fibre: un maggiore consumo di fibre è stato correlato ad una minore incidenza di alcune patologie.

• Ripartire con equilibrio le calorie durante la giornata: colazione 15% spuntino 5% pranzo 40% merenda 10% cena 30% E’ fondamentale assicurare l’apporto giornaliero di tutti i nutrienti. • Consumare regolarmente frutta e verdura, alimenti importanti perché

apportano vitamine, fibre e sali minerali

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• Limitare il consumo di salumi, noccioline, dolciumi e bevande zuccherate, che non saziano e non dissetano, ma apportano solo una quantità eccessiva di grassi e zuccheri.

• Bere sempre molta acqua naturale…oltre ad essere essenziale per il

nostro organismo, assicura una adeguata funzionalità intestinale.

• Grassi: scegliere sempre la qualità (olio

extra vergine di oliva) e limitare la quantità… Non tutti i grassi hanno lo stesso tipo di utilizzazione metabolica, infatti si sottolinea sempre più spesso come alcune categorie di sostanze grasse (grassi animali) siano correlate a malattie cardiovascolari…Un cucchiaio di olio di oliva al giorno è sufficiente a soddisfare le esigenze del nostro organismo di acidi grassi essenziali.

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• Per la preparazione degli alimenti preferire la cottura al vapore, al forno, alla piastra evitando le fritture.. limitando il consumo di sale.

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EQUIVALENZE ALIMENTARI

Pasta ( 80g pasta, 5g olio, 50g pomodoro, 5g parmigiano ) Kcal 357.20

Pane (60g Rosetta, 3 fette di salame tipo “Milano”) Kcal 276 ALIMENTO EQUIVALENTE A

un pacchetto di crackers 1/3 di piatto di pasta oppure mezzo panino

un trancio di pizza pomodoro e mozzarella un piatto di pasta

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una porzione di patatine fritte un piatto di pasta oppure un panino e mezzo

una pizza margherita due piatti e mezzo di pasta oppure tre panini

una busta di patatine un piatto di pasta ( 75g ) oppure un panino e mezzo

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due wurstel piccoli mezzo panino

un Big Burger un piatto e mezzo di pasta oppure due panini

un Cheese Burger un piatto di pasta oppure un panino e mezzo

un Hot Dog un piatto di pasta

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tre cucchiaini di maionese mezzo piatto di pasta oppure mezzo panino

una busta di Pop Corn un piatto di pasta ( 100g )

una confezione di arachidi un piatto di pasta ( 50g )

cinque biscotti mezzo piatto di pasta oppure mezzo panino

31

cinque wafers 3/4 di piatto di pasta oppure 3/4 di panino

un cornetto un panino con marmellata

un dolce con crema un piatto di pasta oppure un panino e mezzo

una fetta di pan di spagna un piatto di pasta ( 100g )

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una barretta di cioccolato mezzo panino

quattro cioccolatini 3/4 di piatto di pasta

un gelato un panino

una merendina mezzo panino ( 40g )

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due cucchiaini di nutella mezzo panino

un ovetto Kinder 1/3 di piatto di pasta

un succo di frutta 1/3 di piatto di ( 200 ml ) pasta

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una lattina di Coca Cola 1/3 di piatto di pasta oppure mezzo panino

una lattina di aranciata 1/3 di piatto di pasta oppure mezzo panino

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DOMANDE, DUBBI E FALSI MITI

Di quanti chili è in sovrappeso? Questa è la domanda che le mamme molto frequentemente pongono in seguito all’affermazione del medico : ‘Suo figlio è in eccesso di peso’. In verità, questo quesito non ha una risposta univoca, semplicemente perché il peso ideale di un individuo, in particolare dei bambini che sono sistemi in accrescimento, è notevolmente influenzato da parametri quali sesso, età e altezza.

Per l’adulto abbiamo a nostra disposizione l’Indice di Massa Corporea (IMC o Body Mass Index: BMI), espresso dal seguente rapporto: IMC= Peso (in Kg)/ Altezza (in Metri)

Per esempio, un individuo di 70 Kg alto 1.80 metri, possiede un indice di massa corporea pari a:

70/1.80 = 70/3.24 = 21.60 Un adulto è definito obeso quando possiede un Indice di Massa Corporea superiore a 30. Vengono qui di seguito riportati i valori di IMC corrispondenti agli stati di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità per l’adulto.

Classificazione IMC (kg/m 2)

Sottopeso < 18.9

Normopeso 19 - 24.9

Sovrappeso 25 - 29.9

Obesità I grado 30 - 34.9

Obesità II grado 35,0 - 39.9

Obesità III grado >40

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E per i bambini? Come possiamo capire se i nostri figli sono sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesi? Nel bambino, il discorso è più complesso, perché il suo Indice di Massa Corporea risulta in continua evoluzione, in perenne cambiamento. Ogni fase evolutiva dell’infanzia risulta estremamente dinamica, ed è caratterizzata da un suo trend di accrescimento: cioè ci sono periodi dell’infanzia in cui i bambini crescono di più ed altri periodi in cui l’accrescimento è, fisiologicamente, inferiore. Per cui il BMI non può, in età evolutiva, essere visto come un parametro statico. In tal senso ci vengono in aiuto le Tavole dei Centili, cioè curve ottenute da studi epidemiologici che descrivono graficamente l’andamento dell’ IMC nelle diverse età della vita nei due sessi.

Un bambino viene definito in sovrappeso quando il suo Indice di Massa Corporea, calcolato con la formula esposta per gli adulti, ricade tra il 90° e il 95° percentile delle curve rappresentate nel grafico sovrastante. Se, invece, l’IMC è superiore o uguale al 95° percentile il soggetto può essere definito obeso.

2aa: 19,3

13aa: 25,1

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Per intenderci: un bambino di 2 anni con IMC uguale a 19.3 è un bambino obeso, e lo stesso dicasi per un ragazzo di 13 anni con IMC pari a 25.1. Entrambi i valori riportati ricadono, infatti, sulla curva del 95° pc. Ad esempio, se mio figlio ha 10 anni ed è alto 1.40 m e pesa 32 Kg, possiede un IMC = 32/1.40 =16.32. Incrociando, sul grafico dei centili,

l’età (10 anni) e il valore di IMC ottenuto (16.32), mi ritroverò un punto localizzato tra la curva del 25° e quella del 50° pc, cioè in una situazione di perfetta normalità.

Quando il bambino può essere definito sotto peso? Spesso, come precedentemente sottolineato, ci troviamo di fronte a mamme particolarmente preoccupate per il peso ‘in difetto’ dei propri figli rispetto ai coetanei. Nella maggior parte dei casi, in realtà, ci imbattiamo in bambini con peso per età e per altezza nella norma, ma che appaiono piccoli se confrontati con la moltitudine di coetanei in eccesso di peso (condizione che

sfortunatamente nell’ottica quotidiana sembra la regolarità). Sono pochi i casi in cui è realmente possibile riscontrare uno stato di deficit accrescitivo. In questi, ancora una volta, ci vengono in aiuto le curve dei centili sia per la valutazione dell’ IMC, sia per la determinazione del rapporto Peso Altezza. In sintesi, un indice di massa corporea inferiore al 5° centile pone il dubbio di uno scarso accrescimento per i piccoli pazienti; questo elemento non basta, però, per porre diagnosi di stentata crescita, altre valutazioni mediche più specifiche, in cui in vi sarà di sicuro aiuto l’insostituibile figura del Pediatra di fiducia, divengono necessarie.

Mio figlio è in sovrappeso? Non è un problema, con lo sviluppo dimagrirà…NON

SEMPRE E’ VERO E’ questa la convinzione più radicata nella mentalità comune, cioè il credere che i piccoli con eccesso di peso, a sviluppo ultimato, tornino spontaneamente in una condizione di normopeso. In realtà, solo una piccola percentuale di bambini obesi in fase puberale rientra in uno stato ottimale di peso per età, altezza e per sesso. Sfortunatamente, molti bambini obesi continuano ad essere in eccesso di grasso con tutte le conseguenze che ne derivano!

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Dei bambini obesi in età prescolare, una quota oscillante tra il 26 e il 41% diviene un adulto obeso, e fra i bambini in età scolare tale percentuale sale al 69%. La percentuale sale all'83% per gli adolescenti obesi. Nell'insieme, il rischio che un bambino obeso mantenga l’eccesso di peso in epoca adulta, varia tra 2 e 6,5 volte rispetto ai bambini non obesi.

Ho due figli, mangiano alla stessa maniera, ma perché uno è grasso e l’altro no?

Una risposta corretta non può prescindere da alcune precisazioni. Innanzitutto bisogna riconoscere che ogni stadio della vita ha una sua necessità di introito calorico. In altre parole, il quantitativo di calorie e nutrienti che un bambino deve introdurre con l’alimentazione varia in relazione al suo sviluppo. Ma anche due bambini della stessa età rappresentano due entità distinte: potranno presentare diverso assorbimento di nutrienti, diversa attività fisica (uno più attivo dell’altro), ma soprattutto potranno presentare un

diverso METABOLISMO DI RIPOSO. Il metabolismo di riposo rappresenta l’energia utilizzata dal corpo umano, in uno stato di veglia, in condizioni di assoluto riposo fisico e mentale, a digiuno. In pratica, rappresenta l’energia necessaria per supportare le funzioni vitali come il battito cardiaco e la respirazione. Questo risulta influenzato da diversi fattori quali l’età, il sesso, la superficie corporea, la massa muscolare o il clima. Per cui ogni individuo possiede un suo metabolismo di

riposo e anche in gemelli identici è possibile riscontrare delle, seppur piccole, differenze. Ci sono, allora, individui che consumano più calorie a riposo rispetto ad altri, e questa rappresenta una chiara risposta alla nostra domanda.

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E’ possibile misurare il metabolismo di riposo? Si, e con un metodo piuttosto semplice e non invasivo che prende il nome di CALORIMETRIA INDIRETTA. Risulta uno strumento indispensabile in nutrizione umana e in dietologia, perché permette di poter conoscere il metabolismo del paziente e di prescrivere una dieta sulla base delle reali necessità metaboliche di questo.

Quale tipo di latte è preferibile bere? E’ preferibile bere il latte parzialmente scremato perché ha un contenuto lipidico inferiore rispetto al latte intero (il contenuto di grassi è circa 1,6% rispetto al 3,5% del latte intero), mentre il contenuto del Calcio resta uguale per entrambi i tipi di latte.

Quante kcal al giorno deve assumere mio figlio?

Ogni bambino ha esigenze nutrizionali diverse, legate allo stato di salute, all’età e alle competenze che svolge (es. attività fisica ). Pasti 3-6 anni 6-11 anni 11-15 anni Colazione 15% 188-274 235-341 298-357 Pranzo 40% 501-732 626-910 794-952 Merenda 10% 125-183 156-228 198-238 Cena 35% 438-640 548-796 694-833 TOTALE 1252-1829 1565-2275 1984-2380

Ripartizione del fabbisogno energetico giornaliero (Kcal/die espresso in range) in quattro pasti principali per fasce di età scolastiche (Fonte: LARN revisione 1996)

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E’ preferibile il pane integrale al pane bianco?

Dal punto di vista calorico sono simili, il pane integrale però rilascia più lentamente gli zuccheri durante la digestione perché ricco di fibre, inoltre è importante per una migliore regolarità intestinale e vi è un maggiore apporto di vitamine e oligoelementi.

Il mio bambino rifiuta la verdura, come risolvo il problema?

Le verdure possono essere mascherate…ci vuole molta creatività…e quindi possono essere usate per fare tortini, lasagne, polpette, involtini di carne ripieni con verdura .

Cosa posso offrire al mio bambino allo spuntino e a merenda?

L’importante è non offrire ai nostri bambini prodotti confezionati come merendine, noccioline o patatine, molto meglio un frutto, uno yogurt, una spremuta d’arancia o fette biscottate con marmellata (senza burro).

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APPROCCIO MEDICO AL BAMBINO CON ECCESSO

DI PESO

La gestione del bambino obeso deve essere multidisciplinare. In questo ambito, il ruolo

dell’intervento e della comunicazione tra diverse figure professionali quali il pediatra di fiducia, il dietista, il nutrizionista pediatra, l’ecografista, l’endocrinologo, il fisiatra, il neuropsichiatra infantile ecc.., diventa di primaria importanza per il giusto approccio del bambino e della sua famiglia. E’ imprescindibile, infatti, il ruolo della

famiglia nel raggiungimento di risultati.

Vengono qui di seguito esposte alcuni punti per la gestione medica del paziente obeso, estrapolati dalle indicazioni proposte dal Ministero della Salute (Giugno 2004).

1) Individuazione dei soggetti affetti da sovrappeso e obesità. 2) ANAMNESI FAMILIARE: Peso dei genitori, fratelli e

sorelle, familiarità per patologie croniche e degenerative, eventuali disturbi del comportamento alimentare nella famiglia, lavoro dei genitori (per valutare il tempo dedicato ai propri figli).

3) ANAMNESI FISIOLOGICA: Peso del bambino alla

nascita, modalità di allattamento, curve di crescita, sviluppo psicomotorio e andamento scolastico, comparsa dei primi segni puberali, eventuale età del menarca.

4) ANAMNESI PATOLOGICA: Pregresse patologie, eventuale assunzione di

farmaci, interventi chirurgici, epoca di comparsa dell’eccesso di peso, incremento ponderale/anno, eventuali tentativi di riduzione del peso.

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5) ANAMNESI ALIMENTARE: Numero dei pasti giornalieri, abitudine alla prima colazione, sintomi relativi ad eventuali disturbi alimentari, tipologia degli alimenti consumati e relative quantità, conoscenze nutrizionali della famiglia….

6) ABITUDINI DI VITA: Ore dedicate allo sport a settimana,

ore dedicate alla visione della tv o all’uso del computer, interessi…

7) ALTRE INFORMAZIONI: conoscenze della famiglia sull’argomento obesità,

convinzioni in tema di obesità, rapporto con la famiglia, rapporto con i compagni, autovalutazione del peso, motivazione alla perdita di peso…

8) APPROCCIO TERAPEUTICO: Non una dieta ipocalorica, ma un approccio

dietetico mirato a eliminare eventuali errori nutrizionali (fuori pasto ipercalorici, assenza della colazione, ridotto consumo di frutta e verdura…) e/o comportamentali (eccessiva sedentarietà, assenza di attività fisica). LA DIETA IPOCALORICA VA EFFETTUATA SOLO IN CASI SELEZIONATI E SOTTO STRETTO CONTROLLO MEDICO.

9) FOLLOW UP: Controlli dei risultati raggiunti mirati e programmati nel tempo.

La perdita di peso va realizzata gradualmente, ma soprattutto l’intervento deve essere mirato ad insegnare a genitori e bambini ad ALIMENTARSI IN MANIERA SANA ED EQUILIBRATA. Solo nel momento in cui tutto il nucleo familiare è predisposto all’educazione nutrizionale è possibile ottenere risulati ottimali per combattere l’epidemia obesità.

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In sintesi…consigli per i genitori

Insegnare ai vostri figli ad avere un’ alimentazione sana ed equilibrata, rappresenta un importante obiettivo da raggiungere per promuovere in loro una crescita fisica e psichica ideale. I bambini imparano a mangiare da voi genitori e questo insegnamento avviene ogni giorno a tavola. Un giusto stile alimentare deve coinvolgere tutto il nucleo familiare.

Il momento del pasto rappresenta una fase didattica fondamentale nel guidare le scelte nutrizionali e i gusti dei piccoli; in particolare, se condotto in un ambiente sereno e tranquillo e se viene dedicato a questo tutto il tempo necessario, offrirà non pochi spunti educativi perché è MANGIANDO CHE SI IMPARA. Il tutto va iniziato molto precocemente, già durante la gravidanza è necessario prestare attenzione a ciò che si mangia: raccomandabile non eccedere nell’incremento di peso della gestazione (auspicabile 10-12 Kg), perché il nascituro risente ampiamente degli eccessi nutrizionali della sua mamma!

Dopo la nascita preferire sempre l’allattamento materno alla somministrazione di latte artificiale. E’ difatti ampiamente documentato l’effetto benefico prodotto dal latte materno sull’accrescimento. Lo svezzamento va attuato tra il 4° - 6° mese di vita,

introducendo i nuovi alimenti uno per volta per poter prestare attenzione ad eventuali allergie e intolleranze; ma in questo vi sarà di sicuro aiuto il vostro Pediatra.

Ricordatevi poi di incentivare, costantemente, l’assunzione di frutta e verdura, di stimolare i piccoli all’attività fisica, di limitare al minimo le ore trascorse innanzi al computer o alla televisione e sostenere i vostri bambini nella scelta dello sport più consono ai loro gusti, meglio ancora se svolto in compagnia dei loro amici.

Piccoli consigli di buona salute che aiuteranno anche noi adulti.

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Coloriamo

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Il mio primo diario alimentare Oggi ho mangiato: