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Indice 7 Introduzione 11 CAP. 1 Riconoscere e valorizzare le intelligenze nei bambini 17 CAP. 2 Intelligenze e campi di esperienza 19 CAP. 3 Valutazione e autovalutazione 21 CAP. 4 L’orientamento nella scuola dell’infanzia 23 CAP. 5 Personaggi fantastici per accendere l’interesse 27 1° Percorso narrativo Fantascuola e le sorprese del giardino magico 57 2° Percorso narrativo Nonò e le sue foglie gialle 71 3° Percorso narrativo I segreti di Pennellone 83 4° Percorso narrativo Fiocchi d’argento 103 5° Percorso narrativo Mascherine intorno all’albero 131 6° Percorso narrativo L’albero dai fiori arcobaleno 149 7° Percorso narrativo La raccolta dei frutti 168 Griglie di rilevazione delle competenze

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I n d i c e

7 Introduzione

11 CAP. 1 Riconoscere e valorizzare le intelligenze nei bambini

17 CAP. 2 Intelligenze e campi di esperienza

19 CAP. 3 Valutazione e autovalutazione

21 CAP. 4 L’orientamento nella scuola dell’infanzia

23 CAP. 5 Personaggi fantastici per accendere l’interesse

27 1° Percorso narrativo – Fantascuola e le sorprese del giardino magico

57 2° Percorso narrativo – Nonò e le sue foglie gialle

71 3° Percorso narrativo – I segreti di Pennellone

83 4° Percorso narrativo – Fiocchi d’argento

103 5° Percorso narrativo – Mascherine intorno all’albero

131 6° Percorso narrativo – L’albero dai fiori arcobaleno

149 7° Percorso narrativo – La raccolta dei frutti

168 Griglie di rilevazione delle competenze

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Introduzione

Come indica chiaramente il titolo, questo libro è ispirato alla celebre teoria delle intelligenze multiple e mira a calare nella prassi didattica della scuola dell’infanzia quanto teorizzato da Howard Gardner. Secondo lo psicologo americano, non esiste un solo tipo d’intelligenza, ma una molteplicità di forme, ovvero potenzialità biolo-giche presenti sin dalla nascita che in ogni essere umano assumono una particolare combinazione di livelli di sviluppo, rendendo unico il suo profilo intellettivo.

L’evolversi di ciascuna intelligenza e il raggiungimento di gradi più o meno elevati, risulta in parte condizionato da fattori genetici, ma dipende anche dalle opportunità di apprendimento offerte da un particolare contesto culturale.

Non basta, dunque, individuare le inclinazioni personali, occorre esercitarle e valorizzarle, in caso contrario rimarranno allo stato embrionale.

Gardner inizialmente teorizzò l’esistenza di sette intelligenze: linguistica, matematica, intrapersonale, interpersonale, cinestetica, musicale e visivo-spaziale; in seguito aggiunse l’intelligenza naturalistica e infine ipotizzò l’intelligenza esi-stenziale, non escludendo che in futuro se ne potessero individuare altre forme.

Nonostante la nona intelligenza risulti allo stato attuale semplicemente ipotiz-zata dallo studioso, considerando che già da tempo nelle Indicazioni Nazionali si fa riferimento all’importanza di stimolare nei bambini la riflessione sulle questioni fondamentali concernenti l’esistenza, si ritiene che possa essere assunta a pieno titolo in questo percorso didattico.

La concezione pluralistica dell’intelligenza rappresenta una svolta importante rispetto alle teorie del passato, soprattutto per le implicazioni pedagogiche che ne conseguono.

Tra le righe della teoria gardneriana è infatti possibile cogliere un messaggio di ottimismo nei confronti del ruolo dell’educazione.

L’affermazione che nell’individuo, in assenza di specifiche patologie limitanti l’attività cerebrale, esistono i nuclei di tutte le intelligenze, affida all’educatore il molteplice compito di scoperta, valorizzazione, compensazione, stimolo di ogni singola intelligenza e lo invita ad affrontare il suo lavoro con l’atteggiamento fi-ducioso di chi ha il potere e la responsabilità di essere strumento di miglioramento nei confronti della totalità della propria utenza e, possibilmente, anche talent-scout di eventuali eccellenze.

L’assunto teorico dell’impossibilita della assenza totale anche di un solo tipo di intelligenza nella persona cerebralmente normodotata aiuta a superare il pregiu-

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dizio che alcuni soggetti siano «negati» nei confronti di alcune discipline, quindi impossibilitati a ottenere risultati, e trova una palese dimostrazione che essere totalmente sprovvisti impedirebbe l’acquisizione delle più elementari funzioni. Ad esempio, un soggetto del tutto privo di intelligenza linguistica non potrebbe imparare a parlare, così come l’assenza di intelligenza cinestetica impedirebbe la deambulazione.

I fattori biologici avranno indubbiamente la loro influenza, non sarà pertanto possibile sviluppare in tutti allo stesso modo tutte le intelligenze né tantomeno condurle a livelli di eccellenza ove siano mancanti i presupposti genetici. Tuttavia, utilizzando l’approccio delle intelligenze multiple, aumenteranno le probabilità che ognuno possa esser stimolato ad acquisire le competenze basilari di ogni di-sciplina, raggiungendo invece alti livelli in uno o più ambiti dove si evidenziano maggiori potenzialità.

Il modello della scuola tradizionale, conferendo valore prevalentemente alle performances legate alle abilità linguistiche e logico-matematiche, ha da sempre penalizzato i soggetti che ne risultano scarsamente dotati e che invece presenta-no profili intellettivi diversi. Una scuola attenta alle differenze individuali potrà pianificare interventi personalizzati per offrire a ciascuno dei suoi utenti una possibilità di successo che, in ambito strettamente scolastico, coincide con una adeguata alfabetizzazione culturale, ma, guardando oltre, rappresenta il presup-posto della realizzazione dell’individuo e di una soddisfacente integrazione nel tessuto sociale.

L’intervento educativo auspicato da Gardner non è quello di un’istruzione nozionistica, ma di una mediazione didattica che, di fronte all’imprevedibilità delle esigenze dell’adulto del futuro, favorisca la comprensione di contenuti basilari e soprattutto la padronanza degli strumenti d’accesso ai vari ambiti culturali, affin-ché il soggetto possa costruirsi il proprio sapere in autonomia anche attraverso la possibilità di scelta di quei saperi maggiormente affini alla propria natura.

Tenendo presente quanto affermato dallo stesso Gardner, la teoria delle intelligenze multiple non ha carattere di prescrittività nei confronti della pratica pedagogica; si potrà, pertanto, mantenere fede al suo principio basilare, attraverso una mediazione didattica che faciliti la mobilizzazione delle diverse intelligenze, scegliendo in piena libertà gli obiettivi, i contenuti le attività e le strategie.

Nella strutturazione di questo testo, per introdurre i contenuti da proporre agli alunni, è stato scelto un approccio di tipo narrativo.

I bambini, attraverso le sette favole ambientate a «Fantascuola» e nel suo giardino magico, incontreranno: un gatto, un gufo, un pappagallo, un serpente, un camaleonte, uno scoiattolo, un albero, il vento e una vecchia maestra.

I nove simpatici personaggi, ognuno dei quali rappresenta un tipo di intelli-genza, saranno i simbolici mediatori delle varie attività didattiche.

Tale scelta non deve tuttavia generare l’equivoco che ancora una volta venga privilegiato l’aspetto linguistico, a discapito degli altri, in quanto trattasi di un tipo di narrativa «didatticamente orientata», in cui la favola funge da contenitore di una serie di contenuti afferenti a ogni ambito disciplinare che vengono soltanto introdotti attraverso la narrazione e che in seguito dovranno esser trattati con le modalità idonee all’attivazione delle diverse intelligenze.

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Si ritiene che l’approccio narrativo offra una serie di vantaggi, ovvero: faciliti l’attenzione e la motivazione facendo leva sull’affettività e sull’immaginazione; stimoli al confronto tra immaginario e reale; accenda la curiosità infantile su con-tenuti la cui argomentazione diretta potrebbe risultare sterile.

Alla luce di quanto esposto, attraverso un percorso che si serve dello stru-mento narrativo combinato con l’approccio delle intelligenze multiple, questo testo persegue le seguenti finalità:1. facilitare l’individuazione da parte dei docenti dei diversi profili intellettivi

degli alunni al fine di personalizzare l’intervento educativo;2. fornire spunti e materiali per la conduzione delle attività didattiche; 3. valorizzare le diversità individuali dei bambini;4. favorire negli alunni la comprensione dei contenuti; 5. stimolare le prime forme di autovalutazione.

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Riconoscere e valorizzare le intelligenze nei bambini

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Più di ogni altro ordine scolastico, la scuola dell’infanzia si configura come contesto privilegiato per un approccio globale. Offre, infatti, la possibilità di osserva-re il bambino in ogni sua dimensione, grazie anche ai tempi destinati al gioco libero e alla socializzazione, agli angoli-laboratorio che permettono di ripartire l’intera sezione in piccoli gruppi anche sulla base di scelte autonome dei bambini.

Pur essendo consapevoli dell’importanza di riconoscere precocemente e valorizzare quella particolare configurazione di intelligenze che caratterizza ogni individuo, non possiamo e non vogliamo snaturare la scuola dell’infanzia trasformandola in un centro diagnostico. Va inoltre precisato che, a differenza del concetto classico di intelligenza intesa come entità misurabile attraverso test appositamente strutturati, la teoria delle intelligenze multiple rifiuta i tradizionali metodi psicometrici, poiché risultano fortemente condizionati dalle abilità lingui-stiche e logiche.

Occorre altresì tenere presente che, in ambito scolastico, scoprire la combi-nazione di intelligenze dominanti in un determinato soggetto ha il fondamentale scopo di personalizzare la mediazione didattica, non deve quindi ridursi a essere funzionale all’orientamento, né tanto meno scadere in una precoce etichettatura dei bambini.

Nella rinuncia a un’analisi di tipo quantitativo, rimane tuttavia la necessità di conoscere attraverso quali comportamenti, tendenze, abilità si manifestano le diverse intelligenze.

Le seguenti descrizioni comprensive di indicatori non hanno dunque pretese di tipo valutativo, ma mirano esclusivamente a favorire l’osservazione dei bambini.

L’intelligenza intrapersonale implica una buona conoscenza di sé, che spesso si riflette in comportamenti all’insegna dell’autonomia e di una soddi-sfacente gestione della propria persona: effettuare scelte consapevoli sulla base delle proprie preferenze, individuare i propri punti di forza e di debolezza, saper riconoscere i personali stati emotivi, identificando i fattori e le situazioni che li hanno determinati.

Nel bambino, uno dei tratti che indica un buon livello di intelligenza inter-personale è l’autonomia operativa, ovvero la capacità di assolvere alle principali necessità quotidiane connesse all’igiene, all’alimentazione, alla cura di sé, di per-seguire progetti propri o portare a termine compiti che gli vengono affidati senza la necessità di continue sollecitazioni, aiuti e stimoli esterni.

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È pur vero che una limitata autonomia non sempre indica una reale incapacità da parte del bambino, spesso può essere imputabile a una mancanza di esercizio dovuta a comportamenti iperprotettivi e gesti anticipatori da parte degli adulti di riferimento.

Sarà opportuno osservare e stimolare anche un diverso tipo di autonomia, quella decisionale, cioè la capacità di prendere decisioni e compiere scelte coe-renti ai propri desideri, gusti e preferenze, piuttosto che lasciarsi condizionare dal fattore imitativo. Riuscire a sviluppare questo livello di consapevolezza, che reca in sé il riconoscimento della diversità individuale come valore, sarà funzionale al rafforzamento dell’identità e dell’autostima.

La presa di coscienza delle proprie emozioni, la possibilità di identificarle ed esprimerle, anche attraverso linguaggi alternativi a quello verbale, rappresenta un’altra importante conquista legata a questo tipo di intelligenza.

È noto che le emozioni spiacevoli come la rabbia, la paura, la tristezza, se represse, compromettono il benessere personale e presentano il rischio di sfociare in comportamenti problematici quali aggressività, chiusura, anaffettività. Il bambino che riuscirà a raccontare, illustrare, drammatizzare una paura condividendola con gli altri, o che troverà le parole per comunicare un sentimento di rabbia, avrà trovato modalità valide capaci di ridimensionarne il carico emotivo che si porta dentro.

L’intelligenza interpersonale rende l’individuo capace di costruire relazioni fondate sull’empatia nel comprendere i sentimenti, le emozioni e le esigenze degli altri; di interagire in modo proficuo assumendo particolari ruoli sociali di leader, facilitatore, tutore, mediatore dei conflitti e organizzatore.

Riconoscere tale attitudine risulta abbastanza semplice e intuitivo; sono i cosiddetti bambini socievoli che interagiscono spontaneamente con adulti e coe-tanei, che prendono parte ai giochi e alle attività di gruppo con entusiasmo o che tentano di coinvolgere gli altri nelle loro iniziative.

Il bambino che possiede un’adeguata o elevata capacità di relazionarsi è indubbiamente più felice di chi ne è carente. Ciò influenzerà dal punto di vista qualitativo la sua vita di adulto, ed è molto probabile che nel tempo rafforzi que-sta sua attitudine e sviluppi atteggiamenti di apertura e fiducia nel confronti del prossimo.

Occorre prestare attenzione alle modalità attraverso cui i bambini mettono in atto la relazione poiché possono essere condizionate da diversi fattori inerenti l’intelligenza intrapersonale, in particolare dal grado di sicurezza raggiunto.

Un’eccessiva e continua ricerca dell’altro, piuttosto che rivelare socievolezza, può infatti essere indice di insicurezza e sfociare in comportamenti di dipendenza.

Al contrario, in un soggetto troppo sicuro di sé, che ha avuto modo di spe-rimentare il proprio ascendente sugli altri, esiste il rischio che utilizzi questo suo potere con atteggiamenti di prevaricazione.

L’intelligenza matematica si manifesta attraverso abilità di calcolo, quantificazione, creazione di rappresentazioni spaziali, elaborazione di strategie risolutive di un problema, abilità nel cogliere le relazioni tra le cose, capacità di generalizzare le regole apprese e utilizzarle in contesti diversi.

A differenza di alcuni tipi di intelligenza che risaltano immediatamente all’oc-chio o all’orecchio dell’educatore, cogliere la predisposizione alla matematica nei

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bambini in età prescolare non è altrettanto semplice né intuitivo. Questo accade per via della natura stessa della disciplina che si fonda principalmente sulle capacità di astrazione e conversione in simboli. Il bambino, trovandosi in una fase pre-operatoria del pensiero matematico, per sviluppare i primi concetti che in futuro diverranno astrazioni mentali avrà bisogno di riferimenti concreti e tangibili.

A tal proposito sarà utile fornire ai bambini materiali strutturati o occasionali che si prestano ad attività di seriazione, raggruppamento, stima della quantità, individuazione di legami logici e osservare le loro modalità d’approccio, il grado di coinvolgimento che mostrano durante le attività e i livelli di competenza che raggiungono in situazioni-stimolo proposte dall’insegnante.

L’intelligenza naturalistica implica interesse per i fenomeni naturali, sensi-bilità ai cambiamenti stagionali, curiosità espressa attraverso frequenti domande sul principio di causalità, approccio multisensoriale alla realtà, attitudine alla previsione e alla sperimentazione delle ipotesi.

Un ambiente interno, come una sezione di scuola dell’infanzia, per quanto ricco di risorse e materiali, non è certamente il posto ideale per osservare le mo-dalità attraverso cui l’intelligenza naturalistica si manifesta, né offre le condizioni per poterla valorizzare o stimolare. Il bambino che ne è dotato probabilmente mostrerà la sua propensione interessandosi alla vita di piante, animali e fenomeni, ascoltando l’insegnante o guardando le loro rappresentazioni su immagini. Tut-tavia, nessuna presentazione con i migliori supporti cartacei o multimediali potrà sostituire un’esperienza a diretto contatto con la natura.

La presenza di uno spazio verde circostante la scuola costituisce già un’ottima risorsa in quanto permette l’osservazione e l’esplorazione diretta e multisensoriale di elementi, fenomeni, insetti e volatili; offre inoltre la possibilità di creare un piccolo orto avviando esperienze di semina e coltivazione.

In mancanza di un minuscolo fazzoletto di terra, triste realtà di parecchie scuole circondate tuttalpiù da aridi cortili, bisognerà arrendersi?

Ovviamente no! Si farà il possibile per portare «pezzettini» di natura all’in-terno delle mura scolastiche.

L’intelligenza musicale si manifesta con una spiccata sensibilità ai diversi aspetti della realtà sonora, alle variazioni di tono, di timbro, propensione alla ri-produzione e invenzione di strutture ritmiche, all’uso e alla creazione di strumenti musicali, attitudine al canto corale e individuale.

Il ruolo marginale, che generalmente nelle scuole di ogni ordine e grado viene attribuito all’educazione musicale e di conseguenza l’esiguità del tempo ad essa destinato, è penalizzante per tutti i bambini i quali sin dalla nascita presentano un istinto musicale, che la realtà scolastica tenderà progressivamente a soffocare; comporta inoltre il rischio che, individui particolarmente dotati, non prendano mai coscienza delle loro potenzialità. Nella scuola dell’infanzia spesso ci si limita all’ascolto e al canto corale, attività di certo importanti, ma non esclusive per svi-luppare o lasciar emergere le abilità connesse a questo tipo di intelligenza. L’esplo-razione della realtà sonora risulta una pratica congeniale ai bambini a partire dalla più tenera età e la scuola può fare parecchio per sviluppare o valorizzare questa attitudine. Non occorrono costose strumentazioni per guidare i bambini a sentire la musica dentro, si può partire dai ritmi del corpo (respiro, battito cardiaco), farli

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giocare a riconoscere e imitare suoni onomatopeici, rumori naturali e artificiali, costruire semplici strumenti, riprodurre e inventare ritmi.

È altresì importante che gli insegnanti prestino una maggiore attenzione alla propria voce e che imparino a gestirla, in particolare durante le narrazioni. Saperne modificare tono, timbro, volume, inflessione per imitare personaggi, rumori ed eventi, oltre a divertire i bambini e mantenere alta l’attenzione, sarà funzionale alla comprensione dei contenuti, soprattutto da parte di coloro che sono più sensibili a tale modalità

L’intelligenza esistenziale rende il soggetto incline alla riflessione sulle te-matiche che solitamente risultano oggetto dell’indagine filosofica: il senso della vita, della morte, i valori e la giustizia.

La curiosità è una prerogativa dell’età infantile, non a caso la fase che coincide con la scuola dell’infanzia viene spesso definita l’«età dei perché».

Ovviamente il bambino non è in grado di distinguere tra le domande inerenti il mondo fisico e quelle che trascendono la realtà sensoriale, pertanto è probabile che indifferentemente ne formuli di entrambi i tipi pensando che per ogni sua domanda ci sia sempre una risposta che l’adulto possa fornirgli. Pur restando affascinati dalla profondità di alcune affermazioni e interrogativi dei piccoli, quando vengono toccati temi esistenziali, molti adulti tendono a soffocare questa naturale sete di sapere. Se da una parte vorrebbero soddisfare ogni curiosità infantile, dall’altra si sentono inadeguati e molto spesso imbarazzati a dover ammettere che non a tutte le domande corrispondono risposte certe e oggettive. Per questo motivo tendono a eludere certe questioni oppure a fornire risposte dogmatiche fino a farne spegnere l’interesse.

Affinché i bambini possano coltivare un atteggiamento di ricerca spirituale, esistenziale ed etica, è necessario che l’educatore trovi il modo di trasmetter loro il messaggio che non è affatto stupido continuare a interrogarsi anche su questioni su cui non esistono certezze, anzi bisogna provare a trovare delle risposte personali, a confrontarle con quelle degli altri e di culture diverse della propria, in un clima di apertura e accettazione reciproca.

L’intelligenza linguistica si esplica attraverso la propensione all’ascolto e alla produzione verbale: chi ne è particolarmente dotato si impadronisce facilmente di termini nuovi, mostra interesse verso giochi di parole, può utilizzare il linguaggio in modo creativo.

Considerando che il linguaggio verbale rappresenta il mediatore privilegiato nelle relazioni umane, il bambino con spiccate doti linguistiche otterrà molto presto il riconoscimento da parte del mondo degli adulti. Questi bambini vengono spesso esibiti da genitori orgogliosi della loro loquacità e riempiti di nozioni che saranno più o meno gentilmente invitati a sciorinare per compiacere parenti e conoscenti.

È ovvio che non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo davanti a tali richieste, qualcuno probabilmente si sentirà gratificato dalle attenzioni e dalle lodi che riceve, ma altri potrebbero esserne infastiditi o, peggio, sentirsi strumentaliz-zati. Per valorizzare attitudini linguistiche particolarmente sviluppate, piuttosto che privilegiare un approccio di tipo nozionistico che faccia leva sulla capacità di memorizzare un’enorme quantità di dati, sarà più produttivo e soprattutto più stimolante favorirne l’impiego creativo.

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L’intelligenza visivo-spaziale si traduce in sensibilità alle forme, ai colori, alle relazioni spaziali, nella capacità di una loro rappresentazione mentale anche in assenza degli stimoli visivi e nell’abilità di riproduzione plastico/grafica.

Solitamente il bambino che ne possiede un alto livello è un attento osservatore della realtà, presta attenzione ai dettagli, interiorizza punti di riferimento, posizioni e direzioni. Inizialmente dimostra questa sua capacità orientandosi agevolmente nello spazio fisico, ritrovando o collocando oggetti rispetto a determinati punti di riferimento.

Con l’acquisizione di abilità grafomotorie e manipolative il bambino potrà esprimere questa sua abilità attraverso accurate rappresentazioni bidimensionali: disegno o pittura sul piano orizzontale e tridimensionali attraverso la scultura e le attività di costruzione.

Stimolare ed esercitare l’intelligenza visivo-spaziale attraverso attività di osservazione, riproduzione grafica, percorsi e schede operative appositamente strutturate risulta funzionale anche allo sviluppo dei prerequisiti della scrittura e della lettura. Le eventuali difficoltà di apprendimento riferite alle suddette strumen-talità non sempre sono riconducibili a disturbi specifici quali dislessia o disgrazia, talvolta possono dipendere da un’inadeguata organizzazione spaziale.

Nonostante questo tipo di intelligenza possa apparire imprescindibile dalla funzionalità visiva, diversi studi dimostrano la concreta possibilità che si sviluppi anche in soggetti non vedenti che giungeranno a rappresentarsi mentalmente il reale attraverso canali sensoriali alternativi alla vista.

L’intelligenza cinestetica favorisce il controllo del proprio corpo, la coordi-nazione dei movimenti, l’espressività attraverso la mimica e la gestualità, implica abilità nella manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi.

Se un bambino che si muove poco, che appare lento goffo e impacciato indica inequivocabilmente uno scarso sviluppo di questa intelligenza, sarà bene non lasciarsi ingannare dal caso opposto cioè da chi si muove in continuazione. L’iperattività, a prescindere dalla causa che l’ha originata, indica in ogni caso uno scarso controllo del corpo.

Per scoprire le potenzialità connesse all’intelligenza cinestetica occorrerà osservare l’equilibrio statico e dinamico, le abilità relative alla motricità globale, la competenza nelle attività fino-motorie, la coordinazione oculo-manuale, le abilità manipolative e grafiche, l’espressività. Un’adeguata acquisizione dello schema corporeo emerge anche dalla capacità di saper rappresentare attraverso il disegno la figura umana. Risulta infatti che alcuni soggetti, pur essendo abili nella riproduzione grafica del reale, se presentano lacune a livello dell’interiorizzazione dello schema corporeo, disegneranno figure incomplete, sbilanciate o con arti mancanti.

Fermo restando che un efficace controllo del corpo e lo sviluppo di forza, velocità e destrezza, siano espressione di benessere e vitalità, sarà opportuno prestare attenzione che un bambino eccessivamente fiducioso nelle possibilità del proprio corpo non utilizzi queste sue doti con finalità aggressive o di sopraffazione fisica ai danni di altri.

A proposito dell’etica e della creatività, Gardner puntualizza che si tratta di facoltà distinte dalle intelligenze, attribuibili più che altro al carattere e al tempe-ramento. Un alto livello di intelligenza interpersonale potrà essere, infatti, utiliz-

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zata in modo costruttivo da un individuo, che deciderà di mettere il suo talento a beneficio della società, diventando magari uno psicologo o un missionario, da un altro in modo distruttivo, usando quindi la sua abilità nel comprendere gli altri manipolandoli o truffandoli.

Anche nel caso della creatività, l’impiego creativo di un determinato tipo di intelligenza potrà esserne un esito ma non è strettamente connesso all’intelligenza o proporzionale al suo livello.

Importante appare dunque il ruolo della scuola o di ogni altra agenzia educativa a orientare eticamente le potenzialità di ciascun soggetto e a stimolarne l’uso cre-ativo.

Bibliografia

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Personaggi fantastici per accendere l’interesse

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Un adulto desideroso di conoscersi e migliorarsi può trovare in tale desiderio le motivazioni suffi cienti per intraprendere un percorso di autoconoscenza per giungere all’individuazione di quelle abilità che potrebbero condurlo a una soddisfacente realizzazione di sé. Ciò non è pensabile per un bambino in età prescolare, che agisce prevalentemente orientato da impulsi legati alla sfera affettiva ed emozionale.

Nel perseguire le nostre fi nalità occorre pertanto mediare le intenzionalità educative attraverso proposte che accendano l’interesse e la motivazione dei nostri piccoli destinatari.

Per tale ragione nell’ideazione e strutturazione di questo percorso è stato fatto ricorso alle tendenze caratterizzanti il pensiero infantile: l’animismo, l’antroporfi -smo e il fi nalismo, che rispettivamente inducono il bambino a considerare i corpi inanimati come vivi e dotati di intenzione.

Ogni tipo di intelligenza che intendiamo mobilitare o valorizzare attraverso le proposte didattiche sarà mediata da un simpatico personaggio che più o meno palesemente la rappresenti.

Ciò permetterà ai bambini di fruire delle esperienze didattiche e di accedere ai contenuti immergendosi in un mondo fantastico e fortemente motivante.

Presentazione dei personaggi

LA MAESTRA CARLOTTA (intelligenza interpersonale)La vecchia Carlotta, unica docente umana di questo fantasioso percorso, in peren-ne lotta con i suoi mille acciacchi per dare il meglio di sé ai suoi piccoli alunni, rappresenta simbolicamente l’intelligenza interpersonale. Dotata di una straordinaria capacità empatica, con un solo sguardo riesce sempre ad arrivare al cuore dei bambini.Le sue precarie condizioni di salute costituiscono un escamotage per avviare alla presa di coscienza che i limiti fi sici o di qualsiasi altra natura non devono essere considerati come un ostacolo alla relazione tra le persone. Attraverso questo dolcissimo personaggio i bambini saranno stimolati ad accogliere ogni tipo di diversità, anche quelle legate a situazioni di disabilità, sempre come risorsa e mai come fattore discriminante, a collaborare condividere e a maturare sentimenti di solidarietà.

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IL GATTO SOFFICINO (intelligenza intrapersonale)Molto curioso e sempre attento alle emozioni, i gusti e le preferenze dei bambini, questo tenero micetto li guiderà in un percorso di conquista di abilità relative all’autonomia, alla conoscenza di sé, al riconoscimento e alla corretta gestione dei diversi stati emotivi.Tali attività saranno funzionali alla maturazione dell’identità personale e conferiranno i primi strumenti di autovalutazione.

IL GUFO LAMPADINA (intelligenza esistenziale)Il gufo, l’animale saggio per antonomasia, condurrà i bambini alla rifl essione su tematiche esistenziali e a intuire la necessità di norme comportamentali che regolano la vita sociale. Questo personaggio che nei racconti perviene sempre a soluzioni sagge, servirà da stimolo per trovare forme di mediazione adeguate in eventuali situazioni di confl itto tra i bambini.

IL PAPPAGALLO LINGUALESTA (intelligenza linguistica)Oltre ad essere un gran chiacchierone, il simpatico pennuto si diverte anche im-provvisarsi poeta, inventando fi lastrocche per tutte le occasioni. Sarà pertanto il mediatore di attività di ascolto, comprensione del testo, riesposizione di storie, memorizzazione e arricchimento lessicale.

IL CAMALEONTE PENNELLONE (intelligenza visivo-spaziale)Grande artista dal carattere schivo e riservato, il bizzarro camaleonte promuoverà la libera espressione grafi co- pittorica e l’approccio a di-verse tecniche decorative. I bambini incontreranno Pennellone anche attraverso giochi e attività di orientamento spaziale, discriminazione di colori, forme e dimensioni.

LO SCOIATTOLO MATEMI (intelligenza matematica)Questo insolito scoiattolino, talmente appassionato di conti e numeri tanto da sognarli anche durante il letargo, introdurrà i concetti logico-matematici di base attraverso giochi di classifi cazione, quantifi cazione, formazione e confronto tra insiemi, costruzione di tabelle e grafi ci.

IL SERPENTE GIRINGIO (intelligenza cinestetica)Giringiò, maestro uffi ciale di ginnastica di Fantascuola, con il suo corpo su-per fl essibile sarà il promotore di giochi e percorsi psicomotori, esperienze di percezione globale e segmentaria del corpo, attività di motricità fi ne, di coordinazione oculo-manuale e di pregrafi smo.

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Personaggi fantastici per accendere l’interesse ◆ 25

L’ALBERO NONO (intelligenza naturalistica)Attraverso i racconti che hanno come protagonista questo albero sbadato e brontolone, i bambini saranno stimolati all’osservazione e alla rifl essione su fenomeni ed elementi naturali, alla conoscenza degli aspetti caratte-rizzanti le stagioni, all’acquisizione di concetti relativi alla ciclicità e alla successione temporale e di condotte rispettose dell’ambiente naturale.

IL VENTO (intelligenza musicale)Considerando che il suono è prodotto da vibrazioni che si propa-gano attraverso l’aria, il personaggio «vento» è stato individuato come mediatore fantastico delle attività sonoro-musicali. Il simpatico «direttore dell’orchestrina delle nuvole» guiderà i bambini alla scoperta della realtà sonora attraverso giochi di di-scriminazione uditiva, scoperta del concetto di ritmo, riproduzione

e invenzione di strutture ritmiche, esecuzione di canti corali e individuali.

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30 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

1°percorso narrativo

Mappa degli obiettivi di apprendimento

Intelligenza

linguistica

Intelligenza

esistenziale

Intelligenza

interpersonale

In

telligenza

visivo-spazial

e

Fantascuolae le sorprese

del giardino magico

Intelligenza

intrapersonale

In

telligenza

cinestetica

AscoltareComprendereMemorizzare

Saper esprimere gusti e preferenze

Riflettere sulle necessità

che regolanola vita di gruppo

Rielaborare a livello grafico-pittorico

Condividere materiali e strumenti operativi

Stabilire relazioni positive con adulti e compagni

Esplorare lo spazio attraverso

il movimento Controllare gli

schemi motori statici e dinamici

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 31

1°percorso narrativo

Proposte didattiche

ricostruzione del racconto «Fantascuola e le sorprese del Giar-dino maGico» e VeriFica della comprensione attraVerso domande stimolo

espressione e motiVazione delle proprie preFerenze in relazione ai personaGGi

presa di coscienza delle proprie emozioni al momento dell’arriVo a scuola

costruzione collettiVa dello scenario

In quale paese si svolge la storia? Qual è il nome della maestra? Per quale motivo la maestra Carlotta aveva bisogno d’aiuto? Chi si presentò nell’uffi cio del direttore? Come reagì il direttore?Perché i bambini iniziarono a litigare? Chi trovò la soluzione che mise d’accordo tutti? Come fu chiamata quella scuola?

Rielaborando il racconto in chiave emozionale, si inviteranno gli alunni a individuare le diverse emozioni dei protagonisti all’interno della storia per giungere alla consapevolezza di ciò che solitamente ognuno di loro prova al momento dell’arrivo a scuola.

Se disponiamo di un’ampia porzione di muro o addirittura di un’intera parete da destinare alla scenografi a sicuramente si otterrà un contesto

di riferimento dal forte impatto visivo. Maggiori saranno le dimensioni, più suggestivo risulterà l’ambiente agli occhi dei bambini.L’insegnante potrà preparare in anticipo le immagini dei personaggi ridisegnan-dole con le dimensioni desiderate o fotocopiandole ingrandite su cartoncino. È auspicabile che tutti i bambini collaborino alla realizzazione della sceno-grafi a. Durante questa attività cercheremo di valorizzare la collaborazione e la condivisione degli strumenti operativi.

Schede operative 1.1/1.2

Intelligenza

linguistica

Intel

ligenza

intraperson

ale

Intelligenza

visivo-spazial

e

Intelligenza

interpersonale

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32 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

1°percorso narrativo

Possiamo pertanto dividere la classe/sezione in gruppi di livello. Ai più piccoli potrà esser assegnato a gruppi il semplice e gradito compito di dipingere il cielo e il prato su grandi fogli di carta-pacco che una volta asciutti applicheremo al muro come sfondo.La decorazione dei personaggi sarà affidata a coppie o a piccoli gruppi e potrà avvenire attraverso l’applicazione di tecniche diverse secondo la disponibilità di materiali e la fantasia di bambini e insegnanti.Un semplice accorgimento riguarda la realizzazione dell’albero Nono. Considerando che servirà per rappresentare i cambiamenti stagionali, sarà opportuno disegnare tronco e rami come struttura fissa e gli altri elementi (chioma, foglie, fiori, frutti) removibili.

Benvenuti aFantascuola!

Giochi di simulazione di posture e andature dei personaGGi

Di seguito proponiamo una situazione-gioco che contiene istruzioni motorie relative ai principali schemi statici e dinamici.

Intelligenza

cinestetica

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 33

1°percorso narrativo

Esploriamo lo spazio, occupiamolo tutto! Camminate liberi in qualsiasi direzione...Velocemente... come i bambini!Lentamente... come la maestra Carlotta!Proviamo ora a imitare l’andatura di gatto Soffi cino (gattonare).Ora quella dello scoiattolo Matemì (saltellare).Del serpente Giringiò (strisciare).Delle nuvolette spinte da un vento fortissimo (correre).Del gufo e del pappagallo (correre muovendo le braccia per imitare il volo).E il camalaeonte, dov’è? Ah, eccolo! Si è mimetizzato con la palla. Imitiamolo (ro-tolare).La maestra Carlotta è stanca (sedersi).È troppo stanca! Vuole riposare più comodamente (distendersi).Non ci siamo dimenticati di qualcuno?Ma sì!!! Del povero albero Nonò. A quest’ora starà già brontolando! Possiamo imitarlo tutti insieme (fermi in piedi con le braccia verso l’esterno).Adesso, un bambino alla volta sta fermo al centro e tutti gli altri fanno un bel gi-rotondo intorno al suo tronco, così fi nalmente smetterà di brontolare!

Le seguenti fi lastrocche, inizialmente, potranno essere proposte tutte insieme sottoforma di indovinelli per permettere agli alunni di familiarizzare con i personaggi e conoscerne le caratteristiche peculiari.Distribuite in un ampio arco temporale le si proporranno singolarmente per la memo-rizzazione e l’esecuzione delle schede operative corrispondenti.

memorizzazione delle Filastrocche/indoVinello e decorazione attraVerso tecniche diVerse dei personaGGi di «Fantascuola»

Intelligenza

linguistica

Schede operative 1.3/1.4

Il serpente Giringiò dice che è ora di muoversi

Tutti in palestra!

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1°percorso narrativo

Ho le piume colorate due zampette e un becco giallo.Un pennuto chiacchierone certamente è un pappagallo!Ti racconto mille storie,se mi ascolti è sempre festa!C’è magia nelle parole il mio nome è... Lingualesta!

Lo scoiattolo che fa?Gioca con le quantità!Uno, tanti, pochi o assai di contar non smette mai.Bimbi, fi ori, frutti e foglieprima aggiunge e dopo toglie.Il suo hobby è questo quiil suo nome è... Matemì!

Striscia, rotola e fa sportquel simpatico serpente,col suo corpo insegna a scriverenon lo ferma proprio niente. Esser pigri non si puòil suo nome è... Giringiò!

Dolce e tenera vecchinaspessi occhiali e un grande cuore.A ognuno dei suoi alunni lei sa dare tanto amore. Contro il tempo sempre è in lotta il suo nome è... Carlotta!

Lui cambia vestito ad ogni stagione è un albero buonoma è un gran brontolone! Con tutti si offende, ci litiga un po’ ma presto fa pace e il suo nome è... Nonò!

Delle nuvole è il maestro,le dirige in un un’orchestra. Non si vede ma si sente quando apri la fi nestra. Soffi a forte, soffi a pianova veloce poi va lento.Tante foglie fa danzare,non ha un nome... lui è il Vento!

Resta sveglio nella notte, si addormenta la mattinaMille idee ha in mente il gufoil suo nome è… Lampadina!

Dov’è nascosto il camaleonte? Nel blu del mare o nel verde del monte? Sa usare i colori con gusto e passione il suo nome è... Pennellone!

Si emoziona facilmente, però è un tipo indipendente.Pelo morbido e setosoè un micetto assai curioso.Fa domande a ogni bambinoil suo nome è... Soffi cino!

Schede operative 1.5/1.13

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1°percorso narrativo

attriBuzione e scelta dei contrasseGni e personalizzazione dei propri oGGetti

I contrassegni potranno essere presentati ai bambini come doni speciali da parte degli amici di Fantascuola da scegliere secondo le proprie preferenze o come premi da vincere secondo le proprie abilità. Saranno gli insegnanti a decidere la modalità più opportuna.Affi nché la scelta non sia casuale è preferibile che questa attività sia proposta in seguito alla familiarizzazione con i vari personaggi e alla consapevolezza di quali attività ciascu-no è mediatore. I bambini che riceveranno/sceglieranno lo stesso contrassegno potranno differenziarlo attraverso il colore. Lo schema che segue esplica le relazioni tra i personaggi e i loro simbolici doni e fornisce delle semplici motivazioni comprensibili dai bambini.

Intel

ligenza

intraperson

ale

A chi ama ascoltare le favole ed è anche un po’ chiacchierone

A chi non smetterebbe mai di muoversi e in pa-

lestra è un piccolo atleta

A chi già si sente un po’ grande, sa sempre ciò

che vuole e riesce a ca-varsela in ogni situazione

A chi si diverte a giocare con i numeri

e le quantità

A chi ha sempre tanti amici ed è sempre pronto a offrire il proprio aiuto

A chi piace moltissimo dipingere

e disegnare

A chi si interessa alla natura, agli alberi,

ai fi ori e agli animali

A chi pensa che la musica sia meravigliosa e si diverte a cantare

e suonare

A chi ha tante idee, fa molte domande e riesce spesso a

trovare una soluzione

Contrassegni da ritagliare p. 55-56Scheda operativa 1.14

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46 ◆ © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

IL GUFO LAMPADINA

Scheda 1.9 A B C

LIVELLI

Memorizza la fi lastrocca. Colora poi il disegno con una tecnica scelta da te o proposta dall’insegnante.

ATTIVITÀ

Resta sveglio nella notte, si addormenta la mattina.

Mille idee ha in mente il gufo,il suo nome è... Lampadina!

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson ◆ 47

IL GATTO SOFFICINO

Scheda 1.10 A B C

LIVELLI

Memorizza la fi lastrocca. Colora poi il disegno con una tecnica scelta da te o proposta dall’insegnante.

ATTIVITÀ

Si emoziona facilmente, però è un tipo indipendente.

Pelo morbido e setoso è un micetto assai curioso.Fa domande a ogni bambino,

il suo nome è... Soffi cino!

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94 ◆ © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

PRIMA – DOPO – INFINE

Scheda 4.4 B CLIVELLI

Metti in ordine le sequenze del racconto secondo la scansione temporale prima/dopo. Infi ne, colora i pallini in numero progressivo.

ATTIVITÀ

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson ◆ 95

ARRIVA L’INVERNO

Scheda 4.5 A B C

LIVELLI

Arriva l’invernocol manto d’argentocol freddo, la pioggia,la neve e il vento.Indosso vestitie giubbotti pesanti,berretti di lana,le sciarpe e i guanti.Riscaldan le casele stufe e i camini,l’omino di nevediverte i bambini.Le arance maturee i gialli limoni,ci offron gli spicchie i succhi più buoni.

Memorizza la fi lastrocca. Riferisci le caratteristiche dell’inverno e colora.

ATTIVITÀ

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6°percorso narrativo

L’ALBERO DAI FIORIARCOBALENO

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132 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

E ra finalmente arrivata la primavera. Il piccolo Tobia abitava poco lontano da Fantascuola e qualche volta ci tornava anche di pomeriggio per giocare in li-bertà, in mezzo alla natura.

Era ormai diventato amico dell’albero Nonò e di tutte le creature fantastiche che popolavano quel meraviglioso giardino e spesso si fermava a chiacchierare con loro. Un giorno,Tobia si accorse con stupore che proprio vicino all’albero Nonò era fiorito un alberello, mai notato prima. I suoi fiori erano bellissimi, avevano i petali di tutti i colori dell’arcobaleno, avrebbe voluto raccoglierne uno per regalarlo l’indomani alla maestra Carlotta, ma non sapeva se fosse giusto farlo... La pianta che attraverso i suoi occhi aveva intuito il suo pensiero gli disse: «Sarò felice di offrirti uno dei miei fiori, prendilo pure, ma staccalo con cura, così al suo posto ne nascerà un altro.» «Ehi tu, bambino, non ti hanno insegnato il rispetto per le piante, non sai che proibi-to danneggiarle!» — lo rimproverò un anziano signore sbucato all’improvviso alle sue spalle.«Mah, veramente — tentò di giustificarsi il bambino — è stato proprio l’albero a darmi il permesso.»«Sciocchezze! — rispose l’uomo — Gli alberi non parlano!» e con tono minaccioso gli ordinò di andar via.L’albero Nonò e il camaleonte Pennellone avevano assistito alla scena e rimasero piuttosto perplessi. C’era qualcosa che non li convinceva nei modi arroganti dello sconosciuto. Ma non fecero in tempo a intervenire perché, prima che potessero aprir bocca, Tobia impaurito era già scappato.

Il bambino non poteva immaginare che, in realtà, quel tipo aveva in mente un piano ben preciso; infatti, nel cuore della notte, tornò nel giardino portando con sé alcuni attrezzi da giardiniere e iniziò a scavare intorno al tronco per poter estrarre la pianta con tutte le radici. «Ti prego — sussurrò l’alberello — non portarmi via!» ma l’uomo non riusciva a sen-tirlo e continuava a scavare.Pennellone, che nel pomeriggio si era insospettito, quella notte rimase nascosto tra i suoi rami, a far da guardia all’albero Arcobaleno.Il piccolo camaleonte aveva come unica arma la sua lunghissima lingua retrattile e provò a usarla in mille modi per spaventare il ladro di alberi. Salì in cima all’alberello e dall’alto lanciò la sua lunga lingua sulla testa dell’uomo, tanto da fargli cadere il cappello.Poi scese nel mezzo della chioma e lanciò di nuovo la lingua verso la sua faccia, gli fece cadere gli occhiali e infine provò dal basso a impedire che staccasse le ultime radici e attorcigliò la lingua intorno alla sua caviglia. Purtroppo l’uomo non si spaventò affatto, sembrava soltanto infastidito, raccolse da terra cappello e occhiali e con il piede libero gli diede un calcio facendolo rotolare lontano. <<Fermati! Fermati!» gridò Nonò, che voleva proteggere il suo piccolo amico, ma nep-pure il suo vocione giunse alle orecchie di quel signore. Spesso gli adulti presi dai loro progetti non sanno più ascoltare le voci della natura! Così proseguì nel suo intento e caricò la pianta nel bagagliaio della sua automobile.

6°percorso narrativo

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 133

Il giorno seguente, Tobia scoprì che lo splendido alberello era scomparso, aveva forse immaginato tutto? Chiese a Nonò, e l’albero gli raccontò cosa era accaduto quella notte.

Trascorsero alcune settimane e nessuno ebbe più notizie riguardo la sorte del povero albero Arcobaleno.Era la domenica di Pasqua e Tobia insieme ai suoi genitori passeggiava per le vie di Borgofantastico, stringeva felice a sé il grande uovo di cioccolato che suo padre gli aveva appena regalato, cercando di immaginare quale sorpresa potesse esserci dentro.Ma una sorpresa più grande lo attendeva dietro l’angolo. A un tratto il bambino vide esposti, nella vetrina di un fioraio, quei meravigliosi fiori dell’albero Arcobaleno, e dietro il bancone riconobbe l’anziano signore che sorrideva soddisfatto ai clienti disposti a pagare un prezzo altissimo per ognuno di essi.Improvvisamente gli fu tutto chiaro: quell’uomo lo aveva ingannato! Raccontò quella strana storia ai suoi genitori, questi gli risposero che gli credevano ma non potevano farci nulla perché purtroppo quei fatti non erano dimostrabili.Intanto l’alberello, nel retro del negozio, aveva perso la gioia di vivere e nel giro di qualche giorno smise di fiorire. Arrabbiatissimo per aver perduto quella facile fonte di guadagno, il fioraio guardò con disprezzo la pianta, ormai inutile, e la scagliò con forza tra i rifiuti. Qualche giorno dopo, ripassando da quella strada, Tobia scorse i suoi rami che fuoriuscivano da un cassonetto, si affrettò a recuperarlo e lo riportò nel giardino ripiantandolo al suo posto.«Bentornato amico» — esclamò Nonò.«Bravo, Tobia — gridarono gli altri animaletti — hai fatto un ottimo lavoro!»L’alberello si riprese in fretta, felice di poter offrire i suoi fiori a chi sapeva ascol-tare la sua voce gentile.

6°percorso narrativo

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134 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

6°percorso narrativo

Mappa degli obiettivi di apprendimento

L’ALBERODAI FIORIARCOBALENO

In

telligenza

linguistica

Intelligenza

naturalistica

Intelligenza

interpersonale

In

telligenza

visivo-spazia

l e

Intelligenza

intrapersonale

Comprendere i pensieri, le emozioni

e le abilità degli altri

Saper esprimere e rappresentare

contenuti affettivo-emotivi

Ascoltare, riesporre e

memorizzare

Cogliere i cambiamenti naturali relativi alla stagione primaverile

Intuire la responsabilità individuale nella salvaguardia

dell’ambiente

Saper operare secondo relazioni

topologichee spaziali

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 135

6°percorso narrativo

Proposte didattiche

RICOSTRUZIONE DEL RACCONTO «L’ALBERO DAI FIORI ARCOBALENO» E VERIFICA DELLA COMPRENSIONE ATTRAVERSO DOMANDE STIMOLO

Intelligenza

linguistica

MEMORIZZAZIONE DELLA FILASTROCCA «FINALMENTE È PRIMAVERA»

In quale stagione si svolge la storia? Come si chiama il protagonista del racconto?Cosa aveva di speciale il piccolo albero?Perché Tobia voleva raccogliere un fi ore?Cosa disse l’albero al bambino? Chi impedì a Tobia di raccogliere il fi ore?Cosa accadde quella notte?Dove fu trasportato l’alberello?Come si conclude il racconto?

Finalmente è primaveraFinalmente è primavera!C’è un bel sole, andiamo fuori,la natura si risvegliae si veste di colori.Foglie verdi là sui rami, tanti fi ori giù sul prato,lo scoiattolo sbadiglia,dal letargo si è svegliato.Se poi il sole si nasconde,cambia il tempo e soffi a il vento,voleranno gli aquiloni, sarà un gran divertimento!

In

telligenza

linguistica

Schede operative 6.1/6.4

OSSERVAZIONE ED ESPLORAZIONE DEGLI ASPETTI NATURALI CHE CARATTERIZZANO LA STAGIONE PRIMAVERILE

ESPERIENZE DI SEMINA E CURA DELLE PIANTE

Intelligenza

natura listica

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136 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

6°percorso narrativo

Schede operative 6.5/6.7

Schede operative 6.8/6.9

Inviteremo i bambini a osservare, se possibile, direttamente nell’ambiente esterno i fenomeni naturali relativi all’arrivo della primavera: nuove foglie, gemme e fi ori sugli alberi e sul prato, il volo di api e farfalle, la presenza e i comportamenti di altri piccoli insetti. Li condurremo quindi alla rifl essione su quanto non risulta visibile ma percepibile attraverso altri canali sensoriali, ad esempio temperatura più alta che ci permette di indossare abiti più leggeri, i rumori e gli odori dell’ambiente. Prendendo spunto dall’episodio del racconto in cui Tobia ripianta l’albero Arcobaleno,si potranno proporre esperienze di semina e coltivazione delle piante.All’esterno, se disponiamo di una porzione di terreno, si potrà allestire un piccolo orto in cui gli alunni svolgeranno le seguenti attività come: preparare il terreno, vangare, rastrellare, seminare, concimare, annaffi are e periodicamente togliere l’erba.All’interno della sezione si potrà invece creare un «angolo verde» costituito da piante da coltivare in vaso.

GIOCHI E ATTIVITÀ CON INDICAZIONI SPAZIALI

Le peripezie del camaleonte che si nasconde in parti diverse dell’albero per spaventare l’uomo che vuole estirpare l’alberello, ci offriranno l’opportunità di organizzare giochi con indicazioni spaziali.

Intelligenza

visivo-spazia l

e

Dov’è nascosto il camaleonte? Nasconderemo il nostro personaggio (su cui avremo attaccato del nastro adesivo per permettere l’aderenza anche su superfi ci verticali) e offriremo agli alunni indicazioni spaziali per poterlo ritrovare (sopra, sotto, in mezzo, dentro, fuo-ri, davanti, dietro, vicino, lontano, ecc.). Con i più grandi introdurremo anche i concetti di destra e sinistra.

Pennellone si è nascosto... dentro un cassetto, dietro

la lavagna, sopra uno scaffale, in mezzo ai pennarelli,

vicino alla cattedra, ecc. Chi lo ritrova?

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 137

6°percorso narrativo

Scheda operativa 6.10

Cosa prova Tobia quando...1. Vede l’albero dai fi ori arcoba-

leno?2. Riceve il rimprovero? 3. Scopre che l’albero è scompar-

so?4. Capisce di essere stato ingan-

nato?5. Ritrova l’alberello e lo riporta

nel suo giardino?

Cosa prova l’alberello quando...1. Viene estirpato e caricato nel

bagagliaio?2. Il fi oraio lo mette nel retro del

negozio?3. Tobia lo ripianta nel suo giardi-

no?

Cosa prova il Fioraio quando...1. Riesce a vendere tanti fi ori?2. L’albero smette di fi orire?

RIELABORAZIONE DEL RACCONTO IN CHIAVE EMOZIONALE ATTIVITÀ DI ESPRESSIONE E RAPPRESENTAZIONE DEI DIVERSI STATI EMOTIVI

Intelligenza

intrapersonale

Intelligenza

interpersonale

Dopo aver realizzato fi ori delle emozioni (cartamodello p. 148), chiederemo ai bambini di riferire ciò che provano i personaggi del racconto nelle diverse situazioni e di scegliere il fi ore che rap-presenta l’emozione corrispondente.Li inviteremo a raccontare e rappresentare le situazioni in cui hanno provato le diverse emozioni e i loro disegni, associati ai rispettivi fi ori, potranno essere

collocati su 5 diversi cartelloni murali.

Gioia Tristezza Paura Stupore Rabbia

Mi sento triste quando...

Mi sento felice quando...

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138 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

Scheda 6.1

IL FIORE ARCOBALENO

Dipingi i petali con i colori dell’arcobaleno.

ATTIVITÀ

A BLIVELLI

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© 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson u 167

7°percorso narrativo

MODELLO “CARTELLONE DI AUTOVALUTAZIONE COLLETTIVA”

Attività Alunni

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168 u © 2009, R. Corallo, 9 volte intelligenti, Trento, Erickson

GRIGLIE DI RILEVAZIONE DELLE COMPETENZE

NOME ____________________________________________

COGNOME _______________________________________

SEZ. ______________________________________________

LIVELLO

SCHEDA/E

Iniziale Intermedia fi nale

A B C

E = Eccellente B = Buono A = Adeguato I = Inadeguato N = Nullo

LEGENDA

VALUTAZIONE

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A

Intelligenze di riferimento Indicatori Livello

di competenza

intrapersonale

Controlla le emozioni relative al distacco dalla famiglia E B A I N

Effettua scelte sulla base delle proprie preferenze E B A I N

Riconosce la propria e l’altrui identità sessuale E B A I N

Riconosce e denomina le diverse emozioni E B A I N

Sa indicare le sue attività preferite E B A I N

interpersonale

Accetta la condivisione di giochi e materiali E B A I N

Interagisce con adulti e coetanei E B A I N

Offre il proprio aiuto se gli viene richiesto E B A I N

Partecipa alle attività di gruppo E B A I N

linguistica

Esprime bisogni e vissuti attraverso il linguaggio verbale E B A I N

Ascolta e comprende semplici racconti E B A I N

Memorizza e ripete brevi filastrocche e nuovi termini E B A I N

Dialoga con adulti e coetanei E B A I N

matematica

Comprende e opera secondo il concetto quantitativo uno/tanti E B A I N

Forma insiemi raggruppando oggetti uguali o simili E B A I N

Coglie differenze quantitative rappresentate su immagini E B A I N

visivo-spaziale

Percepisce e denomina i colori fondamentali E B A I N

Sa dipingere/colorare entro spazi delimitati E B A I N

Distingue e valuta le dimensioni (grande-piccolo) E B A I N

Riconosce e denomina le principali figure geometriche E B A I N

Sperimenta tecniche decorative diverse E B A I N

Esegue azioni con indicazioni spaziali E B A I N

cinestetica

Controlla gli schemi motori di base statici e dinamici E B A I N

Utilizza correttamente i principali strumenti di cancelleria E B A I N

Conosce e denomina le principali parti del corpo E B A I N

Esegue semplici percorsi e giochi motori collettivi E B A I N

musicale

Riconosce e riproduce suoni onomatopeici e versi degli animali E B A I N

Partecipa al canto corale E B A I N

Produce suoni utilizzando semplici strumenti E B A I N

naturalistica

Riconosce e denomina le condizioni atmosferiche E B A I N

Coglie i principali aspetti naturali delle stagioni E B A I N

Discrimina le percezioni sensoriali E B A I N

esistenziale

Comprende la necessità di norme che regolano la vita di gruppo E B A I N

Esprime curiosità attraverso frequenti domande E B A I N

Mostra rispetto verso forme di diversità E B A I N

SCHEDA: Iniziale Intermedia finale

VALUTAZIONE