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Anno VI - Numero 3-4 15-28 febbraio - 2005 sommario 4 in primo piano Mitra, viaggio nella Roma sotterranea sulle orme di una antica iniziazione Viterbo attività internazionale Il Gran Maestro Gustavo Raffi nominato Gran Maestro Onorario della Gran Loggia Nazionale di Romania in primo piano Manifestazioni per il bicentenario mazziniano Etica e ricerca scientifica: la procreazione assistita I valori universali e la riforma dell’ONU Ricorrenza Giordano Bruno eventi L’Archivio di Stato riceve le carte di Oddo Marinelli storia e cultura Massoneria, “amica” della Serenissima La Massoneria e “La Legion del Caribe” documenti I templari: misteri e leggende attività GOI Notizie dalla comunione rassegna stampa Attualità: fecondazione assistita Il vero male nasce dall’uomo Foibe: tragedia nazionale L’Italia repubblicana riscopre e celebra la figura di Mazzini Raffi: “rifondare l’ONU” 3 6 7 16 17 18 19 5 8 9 10 13 8 2 1908 - Immagine fornita dal servizio biblioteca 1908 - Immagine fornita dal servizio biblioteca Miei cari Fratelli la rivista della Massoneria Italiana mantenendo viva in Italia e nel mondo la fede democratica di cui è maestra la più antica fra le società liberali ed umanitarie merita tutta la vostra sollecitudine ed io ve ne raccomando caldamente la diffusione Giuseppe Garibaldi Caprera 26-11-1876 DIREZIONE, REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via di San Pancrazio, 8 00152 Roma Tel. 06 5899344 Fax 06 5818096 www.grandeoriente.it www.goiradio.it E-MAIL: [email protected]

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Anno VI - Numero 3-415-28 febbraio - 2005

sommario

4

in primo pianoMitra, viaggio nella Roma sotterranea sulleorme di una antica iniziazioneViterbo

attività internazionaleIl Gran Maestro Gustavo Raffinominato Gran MaestroOnorario della Gran Loggia Nazionale di Romania

in primo pianoManifestazioni per ilbicentenario mazzinianoEtica e ricerca scientifica: la procreazione assistitaI valori universali e la riformadell’ONURicorrenza Giordano Bruno

eventiL’Archivio di Stato riceve lecarte di Oddo Marinelli

storia e culturaMassoneria, “amica” della SerenissimaLa Massoneria e “La Legion del Caribe”

documentiI templari: misteri e leggende

attività GOINotizie dalla comunione

rassegna stampaAttualità: fecondazione assistita

Il vero male nasce dall’uomo

Foibe: tragedia nazionale

L’Italia repubblicana riscopre ecelebra la figura di Mazzini

Raffi: “rifondare l’ONU”

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1908 - Immagine fornita dal servizio biblioteca1908 - Immagine fornita dal servizio biblioteca

Miei cari Fratelli

la rivista della

Massoneria Italiana

mantenendo viva

in Italia e nel mondo

la fede democratica

di cui è maestra

la più antica fra

le società liberali

ed umanitarie merita

tutta la vostra

sollecitudine

ed io ve ne raccomando

caldamente la diffusione

Giuseppe Garibaldi

Caprera 26-11-1876

DIREZIONE, REDAZIONEAMMINISTRAZIONE:

Via di San Pancrazio, 800152 Roma

Tel. 06 5899344Fax 06 5818096

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ROMA - Sabato 22 gennaio ilServizio Biblioteca del GrandeOriente d’Italia ha varcato iconfini di Villa “Il Vascello” en-trando nei palazzi storici diRoma. Infatti, al Palazzo Al-temps, adiacente alla splendi-da Piazza Navona, nella SalaConfcooper, in collaborazionecon il Collegio dei Maestri Ve-nerabili del Lazio, si è tenuta laconferenza del Dr. Carlo Paviasul tema “Mitra, viaggio nella Roma sot-terranea sulle orme di una antica inizia-zione”. L’evento, segnalato dalla stampasia periodica che specializzata, ha riscos-so un notevole successo sia in termini dicontenuti che di pubblico. Nonostantel’ampia recettività della sala fosse più chequattro volte quella della Sala “Paolo Un-gari” di Villa “Il Vascello”, la grande af-fluenza del pubblico ha costretto moltifratelli e visitatori ad assieparsi in piedi aibordi della stessa e per molti a non con-sentirne neanche l’accesso. Il Presidentedel Collegio, Bruno Battisti d’Amario nel-l’aprire la serata ha sottolineato che ilsuccesso dell’iniziativa deve essere indivi-duata nella efficace sinergia tra le struttu-re territoriali del GOI ed il progetto in at-to di proiezione all’esterno della nostraIstituzione, ed ha ringraziato il Gran Mae-stro per la sua partecipazione all’evento.Il Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia,Bernardino Fioravanti, nell’introdurre iltema della serata, è partito dalla riflessio-ne sul come nei sotterranei della città diRoma si possono ritrovare le nostre origi-ni. Carlo Pavia, scrittore e archeologo, di-venta quindi la guida ideale in questopercorso sulle tracce di una antica inizia-zione misterica, all’interno della quale sipossono ritrovare quei principi della gra-dualità dell’insegnamento e dell’esperien-za che costituiscono dimensioni rilevantianche per l’uomo contemporaneo. La trat-tazione di Carlo Pavia è risultata partico-larmente suggestiva grazie alla proiezio-

ne di molte splendide immagini ancheinedite. L’autore ha studiato approfondi-tamente le fonti letterarie cristiane e le te-stimonianze archeologiche per restituirciun quadro del cerimoniale mitriaco. Il re-latore si è soffermato sull’aspetto iniziati-co del culto di Mitra attraverso l’illustra-zione del mosaico del mitreo di “Felicissi-mo” ad Ostia antica. I misteri mitriaci fu-rono una religione stellare. Ogni grado diiniziazione era in relazione con uno deisette pianeti del sistema geocentrico. L’a-scesa dell’iniziato attraverso i sette gradid’iniziazione corrispondeva al passaggiodella sua anima, al cielo delle stelle fisse.Nel porre le sue conclusioni il Gran Mae-stro Gustavo Raffi ha ricordato che l’eti-mologia del termine Mitra significa “con-tratto” come riferimento ad una societàbasata su relazioni paritarie fra gli uomi-ni. Ha proseguito poi, ricordando come lasocietà romana, di fatto si connotasse an-che per la tolleranza e convivenza tra di-versi culti religiosi, come testimonia l’an-tico edificio del Pantheon, non a casoscelto come effige del Collegio dei MM∴VV∴ del Lazio. Parlando poi di misteri, ilGran Maestro ha concluso differenziando-li dagli aspetti “misteriosi” che troppevolte sono stati associati alla Massoneria,che invece vuole sempre maggiormenteconnotarsi in termini di apertura e di ci-viltà del dialogo e della tolleranza, e do-ve il percorso interiore procede in sinto-nia con il bene ed il progresso dell’uma-nità.

Mitra, viaggio nella Roma sotterraneasulle orme di unaantica iniziazione

Via di San Pancrazio, 8 - 00152 RomaTel. 06 5899344/215 - 06 5883214

Fax 06 [email protected]

Prossimo incontro delServizio Biblioteca

Giovedì 24 Marzo 2005 alle ore 16.30

nella Sala del Carroccio Piazza del Campidoglio - Roma

con il Patrocinio del COMUNE DI ROMA

e d’intesa conl’ASSOCIAZIONE ETTORE FERRARI

In occasione della presentazione del Volume

Ettore Ferraritra le Muse e la politica

Inaugurazione del Monumento di Ettore Ferrari a Carlo Cattaneo, Milano 23 Giugno 1901

INTERVERRANNOL’autore

ETTORE PASSALALPI FERRARI

L’Avv. RENATO MAMMUCARI, Critico d’Arte

Il Dott. BERNARDINO FIORAVANTI,Bibliotecario del Grande Oriente d’Italia

Il Prof. CARLO RICOTTI,Università LUISS “Guido Carli”

Il Prof. AGOSTINO GRATTAROLA,Saggista

GUSTAVO RAFFIGran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Panoramica della Sala Confcooper gremita per l’occasione

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incontri incontri

P er iniziativa del Circolo culturale Fe-rento unitamente ai fratelli della

Loggia “Labor ad Veritatem” all’Oriente diViterbo – in occasione del bicentenariodel Grande Oriente d’Italia fondato a Mi-lano il 5 marzo 1805 – si è svolto merco-ledì 2 febbraio, nel prestigioso centroetrusco, un incontro per la presentazionedel volume del Prof. Fulvio Conti “Storiadella Massoneria italiana dal risorgimentoal fascismo”. L’opera tende a risponderealla spontanea e naturale esigenza di queldovuto omaggio ai padri fondatori dellamassoneria in Italia, ed ha anche l’intentodi una obiettiva e critica rivisitazione delpassato, tale da assicurare un’aperta va-lorizzazione di quei valori fondamentaliinsiti nell’istituzione medesima. Che origine e che forma attribuire al fe-nomeno settario massonico da sempre inprima linea nella partecipazione sociale enelle virtù propositive di mobilitazionedell’opinione pubblica?Quali legami, quale groviglio di interessi,quale reticolo intricato di conoscenze ap-partenevano ad un movimento precurso-re capace di farsi portavoce, più di un se-colo fa, di temi innovativi entrati oggi neldibattito politico sociale come l’abolizio-ne della pena di morte, la pace, istruzio-ne obbligatoria?L’incontro si è svolto con la presenza del-l’autore, in una sala gremita dalla pre-senza di molte personalità fra le quali ilsindaco di Viterbo Dott. Gabianelli, l’as-sessore ai lavori pubblici Dott. Fragassi, ilPresidente del Circolo promotore Dott.Massimo Faticanti oltre ai due relatori, ilProf. Elio D’Auria e Maurizio Ridolfi en-trambi docenti emeriti dell’Università del-la Tuscia. Il Grande Oriente d’Italia erapresente con la persona dello stesso GranMaestro Gustavo Raffi e una folta rappre-sentanza di Fratelli.L’incontro si è aperto con il saluto delDott. Massimo Faticanti, presidente delCircolo che ha promosso l’iniziativa, ilquale nel porgere i saluti a tutti i parteci-panti ha voluto poi esprimere particolaregratitudine al Grande Oriente d’Italia. Aseguire, ha preso poi la parola il Sindacodi Viterbo Dott. Gabianelli, il quale hasottolineato, l’“uscita” a livello storico,ovvero “l’apertura propositiva” dellamassoneria, la quale, dall’oscurità cui erastata relegata per troppo tempo, oggi dà

invece adito ad una doverosa e giustaconoscenza di quel concorso storico cheebbe il fenomeno massonico stesso inmerito allo sviluppo della storia d’Italia.Il primo merito da attribuire al libro delProf. Conti – a detta dei relatori –, sem-bra essere quello della “attendibilità” del-le fonti: le interpretazioni che in passatosi davano della massoneria avvenivanosulla base di dubbie documentazioni(quando non fossero addirittura frutto ditraditio orale), le quali di sovente condi-te da animosità così come decorate da fa-ziosità politiche che prendevano il so-pravvento sui fatti storici, ineluttabilmen-te erano fonte di polemiche storiografi-che. L’analisi dell’autore, basata invecesulla documentazione originale – quellaufficiale oggi a disposizione presso gli ar-chivi storici –, se da un lato offre l’op-portunità di sfatare alcuni “miti” relativialla associazione (come il comune con-vincimento in merito alle sue presunte ca-pacità di condizionamento, di influenza edi pressione), e di porre l’accento suquella che era la visione liberal-laica delrisorgimento, la missione mazziniana del-la massoneria, dall’altro fa luce ad esem-pio sulla dislocazione e sulla concentra-zione territoriale degli adepti, altroaspetto fin’ora poco indagato ed ora suf-fragato da una certa ufficiosità. Ed anco-ra, consente un’indagine sui rapporti in-tessuti con l’opposizione politica duranteil fascismo. È interessante, come eviden-ziato nell’intervento dello Prof. Conti, l’a-nalisi dell’orientamento politico dellamassoneria rapportato alla variabile tem-porale e geografica: all’inizio del Regnod’Italia, con ancora capitale Torino, pre-vale una componente liberal-moderatache riflette la distribuzione consensualepiemontese. In seguito, parallelamente al-lo spostamento della capitale prima a Fi-renze ed infine a Roma, la massonerias’innesta di una componente democraticatipica delle regioni centrali, per poi giun-gere ad uno stadio di progressiva meri-dionalizzazione.Ma quello che il testo del Prof. Conti ac-certa, è altresì di rilevare nella massone-ria l’assunzione di un ruolo di fondamen-tale necessità in merito alla costruzionedi un’opinione pubblica. La massoneria aassurta a questa nuova funzione di agen-te di formazione di consensi, cosa che

d’altronde non stupisce se intesa comecorollario all’idea risorgimentale della co-struzione di una democrazia. In questosenso, la massoneria appare ancor piùcome esecutrice del pensiero mazziniano,così intriso di educazione e partecipazio-ne sociale, che di “spendita” sul pianodella Res Publica. Cos’era e cos’è stata dunque la massone-ria? È da intendersi come una forma or-ganizzativa pre-partitica, un reticolo direlazioni ed incontri in grado comunquedi garantire il soddisfacimento degli inte-ressati ai quali si riferisse, o un modernopartito pienamente istituzionalizzato conuna determinata forma organizzativa?L’intervento del Gran Maestro, sposa laseconda ipotesi, definendo l’organizza-zione come un laboratorio di politica chesuggerisce metodologie di ricerche ove ilegami siano puramente organici e non ditipo clientelare. Lo stesso Gran Maestro,tiene a ribadire come tutto ciò sia perfet-tamente conciliabile con una natura benlungi dall’esser segreta. Questa tesi è ac-creditata dalla stessa odierna circostanzala quale fornisce il casus di dimostrarecome la stesura del testo di Conti sia sta-ta resa possibile solo grazie all’aperturadegli archivi del Grand’Oriente d’Italia. Laprerogativa di segretezza, diviene inveceuna caratteristica necessaria ad un’orga-nizzazione – incline ad affermare, con in-crollabile fede e determinazione, partico-lari valori di eguaglianza e libertà – soloe soltanto in un contesto politico e socia-le che non consenta quelle condizioni dilibertà, affinché queste voci emergano. Laclandestinità e la segretezza cessano –come per qualsiasi altro contesto bandito

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Viterbo

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V enerdì 4, Sabato 5 e Domenica 6febbraio, a Bucarest una folta Dele-

gazione Italiana ha partecipato ai Lavoridella Gran Loggia Nazionale di Romania.Ricorrevano i 125 anni dalla fondazionedel Grande Oriente di Romania, e il pal-coscenico scelto per questa occasione èstato il Palazzo del Parlamento Rumeno,un Tempio importante per una ricorrenzaimportante.125 Anni di lavori quasi ininterrotti, con lasola pausa dovuta al regime comunistadestituito nel 1989, e su questi 125 anni laGran Loggia di Romania ha prodotto uncortometraggio di notevole levatura cul-turale che ripercorreva le tappe salientidella Massoneria Rumena e i personaggiche hanno caratterizzato l’Istituzione.Moltissime le delegazioni Estere presenti,

Germania Turchia Austria Canada Bulga-ria Serbia Montenegro Israele e natural-mente quella Italiana, hanno adornatol’Oriente ed hanno fatto da cornice allanomina a Gran Maestro Onorario dellaGran Loggia Rumena dell’Ill.mo e Ven.moGran Maestro del GOI Fratello GustavoRaffi.Un riconoscimento che non solo ha san-cito e cementato ulteriormente i rapporti,già forti, di fraterna amicizia intercorren-ti tra le due Grandi Logge, ma, soprattut-to, ha sottolineato il ruolo internazionaleche il GOI esercita nell’Europa dell’est.Le successive dichiarazioni reciprochehanno poi affermato un patto di collabo-razione per il futuro, che fa auspicare unasempre maggiore collaborazione su fron-ti che spaziano dal sociale al culturale, al

fine di assicurare alle nostre Istituzioniquel ruolo che meritano nella vita profa-na.La delegazione Italiana presente a Buca-rest era tra le più folte, insieme ai fratel-li delle Logge Dante Alighieri e La Pigne-ta di Ravenna, Giuseppe Garibaldi Di Ro-ma e Giordano Bruno di Ferrara, hannoscortato all’Oriente l’Ill.mo e Ven.mo GranMaestro Fratello Gustavo Raffi, il GranMaestro Aggiunto Giuseppe Anania, e iGaranti di Amicizia Leo Taroni, Ugo Gen-tile, Roberto Raffi, Ruggero Stincardini,Giovanni Anania.

dall’agone politico o dichiarato sciolto edillegittimo – nel momento in cui cadonole condizioni che l’avevano rese di neces-sità vitale.Necessario dunque distinguere il momen-to “propositivo” della massoneria, chedev’essere sviscerato da quello “clande-stino”, sebbene in fasi alterne della no-

stra storia, questi due caratteri siano sta-ti indissolubilmente complementari.L’incontro si è concluso con il tentativo dirispondere al primo quesito di partenzaovvero cosa è stato è cosa è il fenomenomassonico in Italia. E la risposta più plau-sibile è venuta dalla definizione che diquel fenomeno ha dato lo stesso Gran

Maestro: ovvero la componente proposi-tiva della società, quell’agente di forma-zione dei consensi che tanto aveva soste-nuto nel laicismo risorgimentale il pro-cesso di unità d’Italia, e che non più acu-tamente può riassumersi se non in “unluogo e momento d’incontro e di difesa dideterminati valori” che sono universali.

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attività internazionale attività internazionale

Il Gran Maestro della RomaniaEugenchirovici all’atto della consegna della

Gran Maestranza Onoraria della Romania alGran Maestro Gustavo Raffi

Il Gran Maestro Gustavo Raffi e il Gran Maestro Aggiunto Giuseppe Anania con la delegazione italiana

Il Gran Maestro Gustavo Raffinominato Gran Maestro Onorario della Gran Loggia Nazionale di Romania

incontriincontri

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I n occasione dei festeggiamenti per il bi-centenario della nascita di Giuseppe

Mazzini, si è svolto a Roma il 9 febbraiou.s. presso il monumento sito alle pendicidel colle Aventino, a ridosso dello splendi-do scenario del Circo Massimo e delle te-stimonianze romane del Palatino, l’omag-gio delle istituzioni, guidate dal presidentedella Regione Lazio On.le Francesco Stora-ce accompagnato dall’assessore DonatoRubilotta. Anche la provincia di Roma erarappresentata dell’assessore Antonietta Ur-bani, come anche lo stesso Comune di Ro-ma nella persona del Cons. Franca EckertCoen. Alla cerimonia ha partecipato ancheuna rappresentanza del Partito Repubblica-no guidata dal segretario On.le FrancescoNucara. Tra le altre personalità intervenuteil Dott. Massimo Scioscioli della DirezioneNazionale dell’Associazione MazzinianaItaliana, nonché la Sig.ra Marina CorteseDe Bosis diretta discendente di Aurelio Saf-fi. Il Grande Oriente d’Italia era rappresen-tato dal Gran Maestro Aggiunto MassimoBianchi, il Gran Maestro Onorario AldoChiarle, e dal direttore di Erasmo NotiziePasquale Santamaria.Il secondo momento delle celebrazioni, conle stesse rappresentanze istituzionali, si èsvolto poi, presso il sacrario garibaldino ela tomba di Goffredo Mameli al Gianicolocon la presenza dell’Associazione Naziona-le Garibaldina.

Particolarmente toccante è stata l’inaugura-zione del monumento a “Righetto” un gio-vane patriota caduto all’età di 12 anni in di-fesa della Repubblica Romana. Il monu-mento è stato eretto grazie a una sotto-scrizione pubblica a cui ha partecipato an-che il GOI.Il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi,nel portare i saluti del Gran Maestro Gu-stavo Raffi, ha voluto sottolineare come lascelta della “festa” della Regione Lazio nelgiorno anniversario della Repubblica Ro-mana sia un chiaro richiamo a quei valoridi riferimento per le giovani generazioniche lo stesso Presidente della Repubblicarisalta molto spesso, ideali che si rifanno alRisorgimento e alla Repubblica nata dallaResistenza.A concludere le celebrazioni della giornatadella “Repubblica Romana”, nel pomerig-gio, sempre al sacrario garibaldino, il Co-mitato per le onoranze a Giuseppe Mazziniin seno all’ENDAS (Ente Nazionale di Azio-ne Democratica Sociale), ha reso omaggiocon un minuto di silenzio a quanti cadderoper la Repubblica Romana, intonando poil’inno di Mameli davanti alla sua tomba.Successivamente, presso il museo garibal-dino di Porta San Pancrazio dove, oltre ainumerosi cimeli presenti, è allestita unamostra di manifesti originali della Repub-blica Romana, si è tenuta una conferenza alquale ha partecipato anche un diretto di-

scendente di Giuseppe Garibaldi che portalo stesso nome dell’eroe dei due mondi.Il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi,aprendo gli interventi della conferenza po-meridiana, ha rammentato con riferimentistorici, l’importanza del luogo ove sorge ilmuseo garibaldino, peraltro a pochi metrida villa “Il Vascello”, luoghi che ricordanole vicende della Repubblica Romana e an-che dello stesso Garibaldi, Gran Maestrodella massoneria italiana. “Gli ideali di Pa-tria e di Resistenza”, ha proseguito Massi-mo Bianchi, “si sono persi per molti anni, equesto a causa dell’assenza di chi, per do-vere, doveva mantenerli vivi e partecipar-vi. Con le celebrazioni di oggi, noi voglia-mo contribuire a rivivificarli in un momen-to di largo consenso al risveglio di questiimportanti valori nazionali. Il Grande Oriente d’Italia terrà le celebra-zioni del bicentenario della nascita di Giu-seppe Mazzini, proprio in coincidenza coni suoi duecento anni dalla fondazione”.

Manifestazioni per il bicentenariomazziniano

incontri incontri

I l giorno 11 febbraio 2005, la LoggiaDante Alighieri di Ravenna con il Pa-

trocinio del Collegio Circoscrizionale deiMaestri Venerabili dell’Emilia Romagna,ha organizzato presso l’Aula Magna della“Casa Matha” di Ravenna un convegnopubblico, su un argomento di grandissi-

ma attualità: “Etica e ricerca scientifica: laprocreazione assistita”. Ad introdurre i lavori è stato il MaestroVenerabile della loggia stessa Fr. PasqualeAncarani, mentre come moderatore è in-tervenuto il Fr. Gianfranco Morrone, Presi-dente del Collegio Circoscrizionale deiMaestri Venerabili dell’Emilia Romagna.Illustri sono stati i relatori che hanno pre-senziato al convegno: il Professor CarloFlamigni Ordinario di Ginecologia all’Uni-

versità di Bologna, il Gran Maestro Ono-rario Morris Ghezzi, docente di Sociolo-gia all’Università di Milano, mentre laProfessoressa Luisella Battaglia, docentedi Bioetica all’Università di Genova eComponente della Commissione naziona-le di Bioetica, assente per motivi di salu-te ha inviato una relazione scritta che èstata accuratamente letta dal Gran Mae-stro Aggiunto Massimo Bianchi.Durante il dibattito, è stato riaffermato il

Ravenna: Convegno

Etica e ricerca scientifica: laprocreazione assistita

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N ello splendido Salone dei Cinque-cento di Palazzo Vecchio a Firenze,

si è svolto il 12 febbraio 2005 l’XI Conve-gno della Massoneria Toscana sul tema “IValori Universali e la riforma dell’ONU”,che il Collegio Circoscrizionale dei Mae-stri Venerabili ha promosso e realizzatonell’ambito di un work in progress che siarticolerà con incontri, conferenze e ta-vole rotonde sul tema stesso dei “valoriuniversali” nelle sue ampie sfaccettature. La tavola rotonda ha rappresentato unprimo esempio di dialogo e confronto suquei valori universali che la Massoneria,operando nel solco della propria tradi-zione, intende offrire per la costruzionedella società e la realizzazione di una go-vernance mondiale dal volto umano. Ai lavori era presente il Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia Avv.Gustavo Raffi,con i membri della Giunta, che si è dettoonorato di rendere omaggio ad una cittàche ospita ben quarantaquattro logge trale cento presenti in Toscana. La Tavola rotonda ha avuto quale mode-ratore il Prof. Fausto Pocar, docente diDiritto Internazionale presso l’Universitàdi Milano e Vice Presidente del Tribuna-le penale internazionale per la ex Jugo-slavia”, oltre agli autorevoli relatoricomponenti il “panel”: Prof. PaoloChiozzi, docente di Antropologia Cultu-rale presso l’Università di Firenze; ilProf. Giorgio Gaja docente di Diritto In-ternazionale presso l’Università di Firen-ze; il Prof. Massimo Iovane docente diDiritto Internazionale presso l’Universitàdi Napoli; il Prof. Alberto Malatesta do-cente di Diritto Internazionale pressol’Università di Milano; il Prof. Vinicio Se-rino docente di Sociologia Generale

presso l’Università di Siena e il Prof.Gianni Tibaldi membro del Consiglio Di-rettivo della “Union des Associations In-ternationales” di Bruxelles.Il Presidente del Collegio Circoscrizionaledei MMVV della Toscana Fr. Arturo Paci-notti dopo aver aperto i lavori – parteci-pando ai presenti i saluti fatti giungeredalle varie autorità, tra le quali la Presi-denza della Repubblica –, ha brevementeillustrato gli scopi di questa convegnosoffermandosi in una breve riflessione.«Si può vivere senza valori? Vivere senzavalori, vuol dire vivere senza valutare,cioè senza prendere posizione nei con-fronti della realtà, senza essere responsa-bili, non solo nei confronti degli altri, maanche di se stessi.Non avere valore, non avere prospettivasulla realtà, vuol dire non avere neancheprospettiva su di sé. Noi possiamo cam-biare i valori, criticarli, costruirne di nuo-vi, ma non possiamo farne a meno. L’e-ducazione ai valori deve favorire la na-scita di cittadini liberi, evitando così ogniindottrinamento, affinché siano costrutto-ri di società aperte e non chiuse. I valori non s’impongono, ma si afferma-no con il consenso ed in questo caso di-ventano stato di coscienza morale e “pat-to sociale responsabile”. La dimensione del valore diventa assun-zione di responsabilità, tenendo conto didue dimensioni di fondo quali la libertà el’alterità. E la libertà si compie nell’alte-rità, ovvero nell’incontro. Ognuno deveprendere su di sé il peso dell’altro…La tolleranza poi, deve essere pensata inmodo più radicale e laico, cercare il col-loquio con le altre verità, con le verità de-gli altri. La tolleranza che resta ancorata

soltanto alle proprie certezze è la carica-tura della tolleranza».Sono seguite le relazioni dei componenti il“panel” che successivamente hanno invita-to i presenti ad intervenire, rispondendoed ampliando le argomentazioni in meritoai vari quesiti posti.Nel suo intervento il Gran Maestro Gusta-vo Raffi, con incisive considerazioni, haprecisato come «…il divenire uomo èun’arte, come affermava con convinzioneNovalis nei suoi “Frammenti antropologi-ci”. E la Massoneria Universale, scuola cheinizia ai grandi misteri della vita, lo sa be-ne. E da almeno tre secoli lavora instanca-bilmente a testimoniare la pratica di que-st’arte, che nessuno è in grado di insegna-re, poiché si può imparare solo indivi-dualmente. Proprio per sviluppare que-st’arte il massone ha bisogno, non solo dipenetrare nella propria dimensione inte-riore, ma anche in quella altrui. Ha biso-gno del dialogo con gli altri, per appren-dere ma anche per contribuire col propriobagaglio di esperienze, di conoscenze e disaperi, maturato per l’appunto in una vitailluminata dalla luce della Tradizione.In questo modo, da muratore esperto nel-l’arte della edificazione, concorre, recandoil proprio simbolico mattone, a costruire ilgrande Tempio sotto la cui volta celeste siriunirà l’umanità tutta. In tempi, di villaggio globale, di comuni-cazione di massa, di incontri e di scontridi culture, anche la Massoneria non pote-va fare a meno di scegliere strade nuoveper attualizzare la propria naturale voca-zione al dialogo. Il Forum dedicato allacomplessa e delicata tematica dei Valori

XI convegno della Massoneria Toscana

I valori universalie la riforma dell’ONU

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incontriincontri

principio della libertà della ricerca scien-tifica quale presupposto del progressosociale e civile; l’etica e la coscienza do-vranno guidare la corretta applicazionedelle scoperte, al fine di migliorare laqualità della vita dell’Uomo.Il Professor Flamigni, scienziato e padredella fecondazione assistita, ha sostenuto

tra l’altro, come, a suo avviso, alcuniaspetti della “Legge 40” sulla procreazio-ne assistita contribuiscano a snaturare ilconcetto di genitorialità.A concludere gli interventi, che hanno vi-sto la partecipazione di un pubblico nu-meroso e molto interessato al problema,è stato il Gran Maestro Gustavo Raffi,

che ha sottolineato come la Massoneria– portatrice di valori universali – abbiaorganizzato questo convegno per offrireil proprio contributo di idee e di cono-scenze, anche scientifiche, su questo te-ma così importante per la nostra società,mentre è in corso il dibattito sulla “Leg-ge 40”.

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Universali si inquadra esattamente in que-sto ambito.È la chiamata al lavoro di tutti i Fratellinon solo perché esibiscano, con la propriatestimonianza, la profondità dei valori dicui sempre la Massoneria si è fatta porta-trice – come la tolleranza, la comprensio-ne dell’altro da sé, e la difesa intransigen-te della dignità dell’uomo –, ma perchéfacciano molto di più confrontandosi a vi-so aperto e senza alcuna reticenza o ti-more, col così detto mondo profano, svi-luppando così coram populo quella loropropensione al dialogo aperto e leale, ti-pico del lavoro di loggia.Sempre più importante appare questa ope-razione, dal momento che il tema affronta-to si presenta – considerati i travagli cheaffliggono la nostra vecchia e cara terra –,sicuramente utile, oltre che straordinaria-mente stimolante. E mi fa particolarmentepiacere che tutto questo sia maturato inuna terra, la Toscana, nella quale è sorta laprima Loggia massonica – che vide la lu-ce nella tollerante Firenze del 1731, lo stes-so anno in cui a L’Aja veniva iniziato Fran-cesco Stefano di Lorena, futuro Granducadi Toscana – e dove tuttora opera, nelsenso massonico che questa parola possie-de, la più numerosa famiglia di liberi mu-ratori del nostro Paese.Si celebra quest’anno il secondo centena-rio della fondazione del Grande Oriented’Italia. Una occasione imperdibile per mo-strare il vero volto di una Massoneria che,ancora una volta, sa stare al passo coitempi, una Massoneria che è, ieri come og-gi, progettualità e azione al servizio del-

l’uomo, al di là di ogni angusta limitazio-ne. Proprio per questo, proprio nella con-sapevolezza dello straordinario “facere”alquale le logge ed ogni singolo fratello ven-gono ora chiamati, sarebbe oltremodo si-gnificativo se, al termine della sessione diquesto primo Forum, scaturisse, per manodi coloro che parteciperanno ai lavori,massoni o profani, ma comunque tutti uo-mini animati dalla buona volontà del beneoperare, un documento di intenti da met-tere a disposizione di altri uomini di buo-na volontà che, come noi, intendono agiremolto semplicemente per la costruzione diun mondo migliore. Uomini che non pos-siedono ovviamente la verità, uomini comenoi “dalle granitiche incertezze”, ma pro-prio per questo più autentici e credibili.Il nostro è un piccolo ma non unico passo.Altri ne seguiranno, perché il cammino dapercorrere è lungo e la meta, come sannobene gli iniziati, sfugge di continuo, spe-cialmente quando sembra più che mai aportata di mano. Ci piacerebbe comunqueche, iniziative come queste, ed altre chelievitano e stanno lievitando sotto l’azionepotente della fiamma di una antica e nobi-le Tradizione, contribuissero alla realizza-zione di un grande sogno che cova nelcuore dei liberi muratori: quello di consen-tire alla Massoneria universale, di testimo-niare, all’interno delle Nazioni Unite, nelconsesso dei popoli della terra – nato eformato dalla volontà di grandi liberi mu-ratori quali furono il Fratello WinstonChurchill ed il Fratello Franklin DelanoRoosevelt –, i suoi grandi valori quali latolleranza e la fede nei diritti fondamenta-

li di ogni individuo, la dignità e il valoredella persona umana nella eguaglianza deidiritti degli uomini e delle donne, oltre na-turalmente alla giustizia, al progresso so-ciale e alla pace. È questa per noi l’artedella vita, o “Arte Reale”, che esprime lanostra condizione di uomini di desiderioimpegnati a lavorare senza sosta per ono-rare l’impegno preso quando varcammo,per la prima volta, le soglie del Tempio. Ma c’è un tema che, in particolare, a noimassoni sta a cuore: è l’ONU, che va rifon-dato, ricordandoci che fu, all’indomani del-la prima guerra mondiale, la Massoneria alanciar l’idea della Società delle Nazioni,cioè l’antecedente storico dell’Onu. Che abbia funzionato bene o male è un di-scorso a parte, ma l’idea, resta tuttora va-lida. Il problema vero è che non esiste lostrumento per applicare questi principi. GliStati vengono ammessi automaticamenteall’ONU, a prescindere dal fatto che appli-chino e rispettino i valori fondanti dellaCarta delle Nazioni Unite. Pertanto occor-re istituire un organismo sovranazionaleche faccia rispettare quei principi. Oggi l’ONU altro non è che un luogo di in-contro dove si discute, ma alla fine i prov-vedimenti che vengono assunti non sonoaltro che ammonizioni che uno Stato ac-cetta o non accetta a suo piacere.In un’epoca di globalizzazione è fonda-mentale che l’uomo torni ad essere cen-trale, che non sia un mero consumatore,ma un soggetto al centro di diritti come didoveri, un uomo che vive con i suoi sogni,perché questo deve essere il villaggio glo-bale».

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opiano

incontri incontri

L o scorso 17 febbraio si è svolta a Ro-ma, nella suggestiva cornice di Cam-

po de' Fiori, la commemorazione del 450ºanniversario del martirio di Giordano Bru-no, che proprio qui venne messo al rogocon l’accusa di “eretico, impenitente, per-tinace”. La cerimonia è stata organizzatadall’Associazione Nazionale del LiberoPensiero “Giordano Bruno” ed è una ricor-renza molto sentita in special modo dai ro-mani. Il Presidente dell’associazione,Dott.ssa Maria Martello con un suo inter-vento ha voluto tracciare le linee guida diquella che fu la vita e il pensiero del Bru-no, un grande innovatore per i suoi tempi,«..ed era inevitabile che si scontrasse con

il potere della Chiesa, che proprio in que-gli anni sferrava uno dei più pesanti attac-chi repressivi contro quanti osassero pen-sare con la propria testa e rivendicasseroil diritto di scegliere visioni del mondo ecomportamenti di vita non omogenei efunzionali a quell’unica verità, che essa au-toproclamava assoluta ed eterna. È quindiinevitabile che Giordano Bruno si scontras-se con il potere dominante avendo “il vi-zio di pensare” ed opponendosi così a tut-to quanto fosse dogmaticamente predefini-to. Il Bruno infatti sovente affermava come“…è stoltissimo credere per abitudine, èassurdo prendere per buona una tesi per-ché una gran numero di persone la giudi-

ca vera”.Egli affer-mava cosìla grandeprospettivad ia log i cadella rela-tività delleconclusioni, desacralizzando tutto e tutti“a lume di ragione”. Possiamo ad esempioricordare l’entusiasmo con cui accolse l’e-liocentrismo, con tutta la sua portata neo-cosmologica, la quale fece si che propriosu di essa si costruissero quegli sviluppiontologici, gnoseologici ed etici della suafilosofia. Erano i presupposti atti a rompe-

Ricorrenza Giordano Bruno

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C asanova e Scipione Maffei, MarioCarburi e Pietro Gratariol, i fratelli

Bandiera e l’ing. Cavriani, e via elencan-do, nomi di personaggi illustri e meno il-lustri, celebri o mal noti, sono quelli cheincontriamo nel volume “Massoneria esocietà segrete nel Veneto del Sette-Ot-tocento” di Nino Agostinetti (Edizioni delLombardo Veneto, Padova). Il quale, congli interessi e la competenza alla storiadel Nord Est ben noti e che gli si rico-noscono, ha fatto adesso un ampio e ar-ticolato giro di orizzonte su di una realtàpoco conosciuta, appunto, quale quella

espressa nel titolo del bel volume arric-chito da illustrazioni tratte dagli archivi.Per la verità, il discorso di Agostinettinon si incentra sulla realtà massonica edelle società segrete come la Carboneriae Giovine Italia soprattutto del Veneto,soltanto, ma prende anche e ovviamenteil discorso da lontano per così dire, atracciare una sintesi della storia dellaMassoneria e delle sette esoteriche: equindi, ecco i Templari, i Rosacroce,ecc., e arrivare ai secoli contemplati. Peravvertire che anche se non esiste notiziadella esistenza di logge massoniche ita-

Uno studio di Nino Agostinetti

Massoneria, “amica”della Serenissima

eventi eventi

L’ Archivio di Stato di Ancona, per iltramite della Soprintendenza ar-

chivistica per le Marche ha acquisito, atitolo di donazione nell’anno 2000, l’ar-chivio privato di Oddo Marinelli dichia-rato, in data 17 maggio 1999, di notevo-le interesse storico dal Ministero per iBeni e le Attività Culturali.Nell’ambito di un rapporto di collabora-zione in materia di tutela e valorizzazionedel patrimonio culturale fra l’Amministra-zione statale e i soggetti privati –previstacon Decreto legislativo 42/2004 “Codicedei beni e attività culturali”– l’Archivio diStato ha elaborato un progetto di riordi-namento e sistemazione fisica della docu-mentazione e la successiva redazione del-l’inventario, e gli interventi saranno rea-lizzati nel corso di questo anno grazie alcontributo del Grande Oriente d’Italia chesi è assunto l’onere di sostenere le speseatte ai lavori, che svolgerà un archivistalibero professionista specializzato, sottola direzione e supervisione di un funzio-nario dell’Archivio di Stato di Ancona.Il complesso archivistico è costituito daqualche centinaia di fascicoli, documenti,giornali, numerosi album fotografici e unacospicua quantità di lastre fotografiche.Il fratello Oddo Marinelli (1888-1972)*, hasvolto per oltre quaranta anni un’intensa at-tività politica, militando nelle file repubbli-cane e prendendo parte alle vicende politi-che nazionali e internazionali, e questa atti-vità è documentata nel suo archivio.L’intervento di riordino e inventario del-l’archivio, oltre ad assicurarne la buonaconservazione, si pone anche il duplicefine di tutelare le carte stesse e permet-terne la consultazione agli studiosi. In-fatti, al termine dei lavori i dati relativialla documentazione e all’elaborazionedei testi introduttivi saranno inseriti inun programma informatico che potrà es-sere pubblicato sulla pagina web dell’Ar-chivio di Stato stesso.

*Primo prefetto di Ancona nell’epoca della ricostruzione post-bellica.

Importante iniziativa ad Ancona

L’Archivio di Stato

riceve le carte diOddo Marinelli

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incontriincontri

storia e culturastoria ecultura

re definitivamente le muraglie che chiude-vano il mondo e l’umanità nella finitezza,dando quello slancio alla ricerca del vero edella liberazione dalle chimere fideistiche.Bruno infatti auspica che ognuno possatrovare nella ragione la luce intellettuale,mettendo in discussione schemi mentali erapporti di potere consolidati. È con lui,che l’Essere, la Natura, la Vita è finalmen-te infinita trasformazione nel suo particola-re caratterizzarsi, nel suo Infinito divenirebiologico e storico. La filosofia ritrova conBruno il suo fondamentale ruolo di disve-lamento, di acquisizione scientifica, nellapiena consapevolezza del ruolo storico checiascun filosofo, ciascun intellettuale ha nelcontribuire a migliorare sé e la società.Bruno crede in una società umana da rea-lizzare su basi filosofico-naturalistiche, ri-conciliando l’uomo e il suo pensiero con larealtà del cosmo-natura, dove gli uominisaranno liberi se avranno saputo sgombra-re le menti dalla “fede asinina” per eserci-tare responsabilmente la propria individua-le e civile dimensione etica». La Dott.ssaMartello ha concluso poi il suo interventorichiamando proprio «…quanto accade og-gi, cercando nel nome di Giordano Brunodi contrastare quella restaurazione chealeggia pericolosa sul nostro Paese… epertanto nel suo nome cerchiamo anchenoi diprovar fastidio per tutto quanto vo-glia rinserrarci nella passività dell’acquie-scenza».

La cerimonia ha visto poi la deposizione dialcune corone di fiori, ai piedi del monu-mento di Giordano Bruno, da parte delleistituzioni. Erano infatti presenti, per il co-mune di Roma l’On.le Gianni Borgna asses-sore alle politiche culturali e il Cons. Fran-ca Eckert Coen, il Sindaco di Nola, città na-tale del Bruno, il Dott. Felice Napolitano,oltre all’On.le Marco Pannella, all’On.le Va-lerio Zanone e all’On.le Maurizio Turco.Erano inoltre presenti molte rappresentan-ze associative tra cui quella dell’Associa-zione Mazziniana Italiana, il Circolo PietroNenni, il direttore di “Lettera Internaziona-le” e quello di “Mondo Sabino”.Naturalmente all’avvenimento era presenteanche il Grande Oriente d’Italia con una fol-ta delegazione di fratelli guidata dal GranMaestro Aggiunto Giuseppe Anania e dalDirettore di “Erasmo Notizie” Pasquale San-tamaria. Particolarmente toccante il saluto ei ringraziamenti che il GOI ha ricevuto pub-blicamente dalla Dott.ssa Maria MartelloPresidente dell’Associazione libero Pensiero“Giordano Bruno”. Al Grande Oriente d’Ita-lia è stato infatti riconosciuto il grande la-voro che da duecento anni svolge in favo-re della libertà, della tolleranza e della dif-fusione di quei valori etici universali di cuitanto il Bruno fu artefice e promotore, nondimenticando poi che fu proprio il GOI havolere in Campo de’ Fiori il monumento al-lo stesso Giordano Bruno.

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liane prima del 1730, si può affermareche nei primi decenni del XVIII secolo aVenezia l’attività della Libera Muratoriaera tollerata e l’attenzione delle Autoritàera piuttosto epidermica nei suoi riguar-di”.D’altronde - è sempre una osservazionedell’autore, la posizione della Serenissi-ma era abbastanza in sintonia con laMassoneria “e anche la stessa aria di ar-cano, di mistero che aleggiava sulla atti-vità dei Fratelli combaciava con la segre-tezza di alcune magistrature venezianecome gli Inquisitori di Stato che, tra po-chi anni, avrebbero promosso azioni con-tro i Fratelli”. In questo contesto si inse-risce la figura - e la posizione - di Casa-nova: “Avventuriero veneziano, seduttoree giocatore d’azzardo, millantato mago,informatore stipendiato del Tribunale,viaggiatore, importante esponente dellaMassoneria... Quanto Casanova è precisoe documentato nelle sue avventure amo-rose (ndr., riferimento alle Memorie) co-sì è muto nel descrivere la partecipazio-ne - che fu notevole - alla Fratellanza, co-me muto fu durante il processo venezia-no, rispettando il giuramento iniziatico”.Nino Agostinetti si sofferma quindi suivari periodi: giacobino, napoleonico, del-la Restaurazione, del Risorgimento, finoagli albori del Novecento, intrecciando levicende massoniche e delle società se-grete che si battevano per l’unità e l’indi-pendenza italiane dello straniero nel Ve-neto con la più ampia storia nazionale.Uno squarcio sulla realtà veneta di parti-colare interesse è quello che l’autoreapre parlando di Padova, dove il salottodella contessa Arpalice Papafava era vi-sto come ritrovo giacobino dalle autoritàe praticato da massoni, “come il conteabate Alvise Savonarola, il conte Girola-mo Lazzara, il nobile Francesco Gusella ealtri, alcuni dei quali, dopo la caduta del-la Serenissima saranno personaggi dellaMunicipalità”. Si arriva quindi alla Carboneria e allaGiovine Italia con gli affiliati veneziani edel Polesine, padovani e del Vicentino,società segrete che andarono estinguen-dosi, mentre la Massoneria avrebbe avu-to ancora lunga vita, ancorché travaglia-ta, fra crisi interne e avversità dure so-prattutto da parte della Chiesa - non di-versamente da quanto sarebbe accadutoa livello nazionale.

Giovanni Lugaresida “Il Gazzettino” - 8 febbraio 2005

storia e cultura storia ecultura

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storiae cultura

Una storia sconosciuta nella lottacontro le dittature latino-americane,

entro la fine degli anni trenta e la fine deicinquanta. La Legion del Caribe fu un’al-leanza di politici democratici di diversiPaesi del continente che appartenevanoalla Massoneria. Il loro capo politico fu ilcostarichense José “Pepe” Figueres.

Le recenti memorie del cubano Huber Ma-tos rivelano un’interessante storia circal’attività di lotta della massoneria controle dittature negli anni quaranta e cin-quanta del passato XX secolo.Matos, che partecipò assieme a Fidel Ca-stro, a Ernesto “che” Guevara e CamiloCienfuegos al movimento che depose il

documenti

I templarimisteri e leggende

documenti

Una romantica storia delle lotte contro le dittature

La Massoneria e “La Legion del Caribe”

I l mistero che circonda i templari èun labirinto fatto di miti, di segreti,

di verità nascoste e a volte scomode,dove ogni risposta solleva nuovi inter-rogativi. Le molteplici attività dei Cava-lieri del Tempio, le accuse rivolte con-tro l’Ordine, la sua tragica fine, sonostoricamente note.Partendo, appunto, da basi storiche,l’autore affronta alcuni aspetti che persvariate ragioni non sono presi in con-siderazione dalla storiografia ufficiale,partendo dalla convinzione che lo sto-rico, occupandosi solo di ciò che è “do-cumentato”, tralascia tutto ciò che èverosimile perché ha una sua logica eragionevolezza. All’affermazione di unaverità, insomma, si può arrivare, inmancanza del “documento”, per intui-zione e poi per logica esclusione di ciòche “non è” o che “non può essere”.Il regista mette a disposizione dellospettatore immagini bellissime sui luo-ghi che testimoniano la storia e le vi-cende della “Milizia Santa” che hannodato origine a misteri, miti e leggendeche affascinano, coinvolgono ed intri-gano ancora ai giorni nostri.Degno di nota è il soffermarsi dell’au-tore sul mistero della scomparsa dellaflotta templare dal porto di La Rochel-

le e delle nazioni che potrebbero averaccolto i Cavalieri sfuggiti alla persecu-zione di Filippo il Bello.Ampio spazio è dedicato ai luoghi ove,si pensa, possa essere stato nascosto illeggendario “tesoro”: il castello di Gi-sors, Rennes le Chateau, la Forestad’Oriente, la Nuova Scozia.Alcune interessanti sequenze trattano del-la riscoperta della tradizione cavallerescacon connotati mistico-esoterici e religiosi-cristiani, strettamente legati all’originaleritualità dell’Ordine del Tempio.Suggestive e spettacolari le immaginidelle cattedrali gotiche e della Colle-giata di San Matteo, nota come la cap-pella di Rosslyn, monumento comme-morativo dell’Ordine ricca di simboli-smo massonico e di importanti riferi-menti al Sacro Graal.

DocumentarioDVD scritto,diretto eprodotto dalfratello GinoBertini dellaloggia “F.Burlamacchi”(1113) diLucca.

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dittatore Fulgencio Bati-sta, fu un massone atti-vo durante i moti dellaguerriglia che si svilup-parono dalla SierraMaestra in Cuba. Gli fudata la missione di tra-sportare armamenti, conun aereo da turismo, dalCosta Rica a Cuba. Ma-tos, racconta dettaglia-tamente l’operazioneche irrobustì militarmen-te la forza degli insorti epermise di porre fine al-la sanguinaria dittatura di Batista. Poste-riormente, Matos ebbe divergenze politi-che col governo di Fidel Castro, quandoquesti aderì al socialismo e riunì le forzerivoluzionarie in un nuovo Partito Comuni-sta Cubano. Così anche l’isola entrò nellacomplessa epoca della “Guerra Fredda”che contrappose gli Stati Uniti all’alloraUnione Sovietica. Ma questa è un’altra sto-ria…La Legion del Caribe fu un’organizzazionecreata dai massoni, questa idea sorse neglianni della lotta contro il nazifascismo e lesue espressioni latino-americane. È proba-bile che lo stesso Matos conoscesse sol-tanto una parte della storia, quella parteche visse personalmente e che coincide coltrasporto di armi dal Costa Rica a Cuba,perché nelle sue memorie non fornisce al-tra informazione anche se è possibile, chesotto il segreto massonico, non abbia rive-

lato tutti gli aspetti diquel movimento.Durante gli anni venti,trenta e quaranta pul-lularono, in AmericaLatina, le dittature. LaLegion del Caribe, fudisposta a compierequel principio di “ti-rannicidio” già espostodai gesuiti Mariana eSuarez, da Martin Lu-tero nei suoi scritti po-litici e da non pochiscrittori e pensatori

dell’illuminismo, come ad esempio JohnLocke con la sua teoria del “diritto a resi-stere all’oppressione” e come Jean JacquesRousseau, precursore della teoria della“democrazia”. Fu un gruppo di politici latino-americani –quasi tutti membri della massoneria demo-cratico-liberale o provenienti dalla sinistrae del nazionalismo popolare e rivoluziona-rio – che organizzarono la “Legion del Ca-ribe”. Alla testa del movimento vi fu ilmassone José “Pepe” Figueres protagoni-sta della rivoluzione del 1948, contro il re-gime oligarchico, che dominava in CostaRica. Figueres dissolse l’esercito definitiva-mente e da quel momento non ci furonopiù colpi di stato in Costa Rica, consoli-dando così una democrazia di tendenzademocratico-liberale.Alla “Legion” aderirono fra gli altri, Romu-lo Betancourt, Jovito Villalba, Victor Raul

Haya della Torre, Manuel “Cachorro”Seoane, Prieto Figueroa, Juan Bosch e Fi-gueres. L’idea centrale dell’organizzazioneera combattere le dittature e appoggiaresolidalmente coloro che resistevano e lot-tavano contro di esse. In Guatemala il dit-tatore Carlos Castello Armas aveva estro-messo il Presidente Jacobo Arbenz altromassone e componente la “Legion” oltre alrappresentante dell’ONU per il Guatemala,Guillermo Toriello, anche lui massone e au-tore del celebre libro “ Sotto la cortina dibanana” (che racconta la tragedia politicadel Guatemala). La “Legion” diede appog-gio alla rivoluzione cubana, e al movimen-to sandinista. Il GOFA (Grande Oriente Fe-deral Argentino) mantenne anch’esso rap-porti con la “Legion” e partecipò attiva-mente alla lotta contro le dittature. La suasede di Sarmento, fu un baluardo antifa-scista, soccorse esiliati, diede aiuto a mo-vimenti di sommossa popolare, combatté ilclericalismo e i regimi militari, difese la Re-pubblica Spagnola e stabilì una rete mas-sonica continentale dal Messico alla Terradel Fuoco. Il GOFA organizzò un UfficioStampa al servizio della Repubblica, il cen-tro Repubblicano Spagnolo (in Buenos Ai-res) sostenendo anche le attività del Patro-nato Spagnolo di Aiuto alle vittime del fa-scismo. Nel 1957 converse nella Gran Log-gia di Argentina, riunificando così la mas-soneria argentina stessa.L’ultimo atto della “Legion del Caribe” ful’intento di abbattere il regime di AlfredoStroessner in Paraguay.

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ALLEESSSSAANNDDRRIIAA - Giovedì 10 feb-braio si sono riuniti in TornataComune i Fratelli delle R.L. Ma-

rengo nº 1061, Santorre di Santarosa nº1, e Pitagora nº 1065, all’Oriente di Ales-sandria.I Lavori della Tornata sono stati dedicatiad una celebrazione locale del bicentena-rio della Massoneria Italiana con una Ta-vola scolpita da alcuni Fratelli dellaR∴ L∴ Marengo che ha condotto il rito.Dopo un inquadramento storico dellamassoneria alessandrina dalle sue origininapoleoniche fino al 1805, tracciato dalVenerabile, il Fratello Ex Venerabile hadato lettura della traduzione integrale delVerbale di una Tornata del 24 giugno 1805della R∴ L∴ La Bienfaisance, che lavora-va in Alessandria fin dai primi anni del se-

colo, dedicata all’inaugurazione di un bu-sto a Napoleone il Grande.Il Fratello Oratore ha poi letto un estrattodell’orazione scolpita dal Venerabile dellaBienfaisance in quell’occasione, tradottodal francese, lingua nella quale ci sonopervenuti tutti gli originali.Infine il fratello 1º Sorvegliante ha declama-to alcune poesie scritte dai fratelli alessan-drini, com’era consuetudine a quel tempo.Ha fatto seguito una semplice, ma moltosentita cerimonia con la quale i Fratellidella R∴ L∴ Marengo hanno, nella solen-nità della circostanza, voluto decorare imembri della loro officina che hannocompiuto o superato i 25 anni di inizia-zione, primo fra tutti il Fratello RenzoSartorio, decano della Loggia, iniziato ap-prendista libero muratore nel 1959.

Più di cinquanta fratelli hanno decorato leColonne del Tempio con la loro nutritapresenza.Sedevano all’Oriente, oltre ai tre MaestriVenerabili delle tre Officine riunite nei La-vori, anche il Fratello Piero Lojacono, Pre-sidente del Collegio Circoscrizionale delPiemonte e Valle d’Aosta, il Fratello Ric-cardo Corsi, Garante d’Amicizia dello Sta-to del New Brunswich, Canada, il FratelloAngelo Laurella, Ispettore Circoscriziona-le, il Fratello Vito Drago, ex Venerabiledella Loggia Marengo ed Ispettore Circo-scrizionale.I Fratelli che hanno festeggiato le “nozzed’argento” con la Massoneria hanno poiconcluso la serata nella Sala dei Passi Per-duto proponendo i sette tradizionali brin-disi rituali.

storia e culturastoria ecultura

notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

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notizie dalla comunione notizie dalla comunione

BOOLLOOGGNNAA - Il 29 gennaio 2005 si ètenuta una tornata a Logge riunitedell’Oriente di Bologna. Ha retto il

maglietto il Maestro Venerabile della Risp∴Loggia Giovine Italia Luca Orienti. Ai lavori,insieme ad un grandissimo numero di Fratel-li delle Officine bolognesi con i rispettiviMaestri Venerabili, era presente il Gran Mae-stro Gustavo Raffi, il Gran Maestro OnorarioFrancesco Spina, il Presidente del CollegioGianfranco Morrone ed il Fratello Paolo Lu-carelli che ha tracciato una interessantissimatavola su “Riflessioni su antichi e nuovi que-siti massonici”. I lavori sono iniziati e sonostati conclusi con tavole musicali preparateda due Fratelli musicisti della Giovine Italia.

CAAIIRROO MMOONNTTEENNOOTTTTEE -- Il 14 gennaiou.s. si è riunita in tornata ritualela loggia “Canalicum” n.982 all’O-

riente di Cairo Montenotte (SV), con l’in-stallazione del Maestro Verabile Fr. Gian-carlo Tormena e dei dignitari e ufficiali diloggia. Ai lavori ha partecipato anche ilGran Maestro Onorario Aldo Chiarle, ilquale ha presentato una tavola dal titolo“il Maestro Venerabile”, la cui figura è ilmotore che suscita, ispira, coordina, pre-siede e guida ogni dinamismo della loggiache è il corpo primario e fondamentaledella Comunione massonica.La loggia “Canalicum” il 21 novembre 2004aveva già celebrato il suo venticinquesimo an-niversario di fondazione con una splendidacerimonia alla presenza del Gran Maestro Gu-stavo Raffi, dei due Gran Maestri AggiuntiMassimo Bianchi e Giuseppe Anania, del GranMaestro Onorario Aldo Chiarle, del PrimoGran Sorvegliante Sergio Longanizzi, delGrande Oratore Aggiunto Bent Parodi, delPresidente dell’URBS Viani, del Presidente delConsiglio dell’Ordine della Toscana Mauro La-straioli, dei Garanti d’Amicizia MichelangeloAvignoni, Franco Pensiero, Federico Fugacci ePierino Pietro, del Presidente del Collegio del-la Liguria Carlo Mereu, dell’Oratore del me-desimo collegio ligure Oddone, oltre alla sen-tita presenza di molti Maestri Venerabili.In quest’occasione il Gran Maestro GustavoRaffi ha illustrato le varie iniziative delGrande Oriente d’Italia per l’anno 2005, ri-correnza del bicentenario di fondazione.Il Gran Maestro prima dei lavori rituali, si èrecato in visita al Comune accolto dal Sin-daco della città Osvaldo Chebello.

GIIOOIIOOSSAA IIOONNIICCAA - La loggia “I figlidi Zaleuco” all’Oriente di GioiosaIonica il 25 gennaio u.s. si è riuni-

ta in una tornata rituale un po’ particola-re, tra le colonne erano infatti presenti uncentinaio di fratelli. A presiedere i lavori ilMaestro Venerabile della loggia Fr. Anto-nio Simone che ha proceduto all’iniziazio-ne di tre profani tra i quali uno di origineUcraina. Proprio per dare il benvenuto aquesto nuovo fratello la loggia ha resoonore anche all’inno nazionale ucraino.È stata quindi una circostanza particolaree molto sentita, che ha visto all’oriente lapresenza del Gran Tesoriere Aggiunto Fr.Francesco Cristiani, del Consigliere del-l’Ordine Fr. Antonio Perfetti, dei GranRappresentanti del GOI Francesco Gallo,Saro Chinè, Gregorio Vinci, del Presiden-te del Collegio Circoscrizionale della Ca-labria Mario Cosco, nonché del Vicepre-sidente e dell’Oratore del medesimo col-legio, oltre ai numerosi maestri venerabi-li dei vari orienti calabresi.A concludere i lavori della tornata, è sta-to proprio il Gran Tesoriere Aggiunto, ilquale ha voluto sottolineare l’importanzadell’unità della circoscrizione calabrese,proprio all’insegna di quel solco traccia-to e portato avanti con decisione dalGran Maestro Gustavo Raffi, il quale findall’inizio della sua gran maestranza, hadato quell’impulso nuovo di forte coesio-ne e sviluppo nel segno della tradizionedi tutta la comunione italiana.Al termine i fratelli tutti si sono ritrovatia condividere un’agape bianca che haconcluso la serata all’insegna dell’armo-nia e del giubilo.

LAATTIINNAA - Dopo una pausa ultra de-cennale, riapre una Casa Massoni-ca del Grande Oriente d’Italia nel-

la cittadina Laziale, nei locali di via Cai-roli 10. Questo risultato corona gli sforzidei fratelli della Loggia Akhenaton nº 1219Or. di Latina.La Loggia, le cui colonne sono state re-centemente alzate il 9 dicembre scorso,colma un vuoto che risale ai tempi del-l’inchiesta “Cordova”, e nelle intenzionidei fondatori dovrà essere un importantepunto di aggregazione per le numeroseenergie muratorie presenti sul territorio.Nella sede della Casa Massonica, il gior-no 31 gennaio si è svolta la tornata inau-gurale del 2005 avente come argomento:La mistica di Dante e la simbologia dell’i-niziazione nel primo canto della “DivinaCommedia”. Le tornate successive si svolgeranno ilprimo ed il terzo lunedì di ogni mese.

PEERRUUGGIIAA - Lo scorso 3 febbraionel Tempio della Casa Massoni-ca di Perugia, il G∴ M∴ FR∴

Gustavo Raffi, ha fatto visita alla Co-munione Umbra in occasione dell’inse-diamento del Cariche della R∴ L∴ F.Guardabassi (146). Oltre al Gran Mae-stro, per festeggiare il M∴ V∴ FR∴Ruggero Stincardini, i Dignitari e gli Uf-ficiali di Loggia, erano presenti un cen-tinaio di Fratelli provenienti da diversiOrienti, e tra questi i Grandi Ufficialidel GOI FF.rr∴ Domenico Macrì e Giu-seppe Seganti, i membri della CorteCentrale FF.rr. Olindo Stefanucci e Go-nario Guaitini, nonché il Presidente delCollegio dei MM.VV. dell’Umbria Fr∴Fulvio Bussani.Ricevuto il Maglietto dal ex MV Fr. Mar-co Nicastro, il MV Fr. Ruggero Stincar-dini ha ringraziato tutti i Fratelli interve-nuti e si è rivolto al Gran Maestro rin-graziandolo non solo per la Sua presen-za che ha onorato i Lavori dell’Officina,ma anche ed in particolare per il Lavo-ro che sta svolgendo quale guida inizia-tica dell’Istituzione alla quale ha resti-tuito in questi anni del suo Massimo Of-ficio l’orgoglio dell’appartenenza frater-na e la considerazione delle istituzioniprofane.Il MV Stincardini ha concluso il suo in-tervento esponendo i punti essenzialidel Lavoro che la Loggia Guardabassisvolgerà nel corrente anno massonico eche sarà improntato al consolidamentodei rapporti che l’Officina Madre dellaCircoscrizione Umbra intende perseve-rare con i Fratelli di tutti gli Orienti ita-liani e stranieri e con le istituzioni pro-fane al fine di promuovere il più ampiodialogo possibile sui temi fondamentalidell’Etica umana e dell’Armonia tra leGenti di ogni cultura storica e religiosa.Il G∴ M∴ Raffi, sottolineando la note-vole importanza che la Massoneria Ita-liana ha rivestito nella storia della Na-zione alla quale ha offerto le intelligen-ze di tanti Fratelli e consacrato il lorosangue, ha esposto alla ComunioneUmbra il programma dei Lavori dellaprossima Gran Loggia di Rimini e deglieventi che saranno celebrati in diversecittà italiane per festeggiare il bicente-nario del Grande Oriente d’Italia, tra iquali sarà inserita anche una manifesta-zione a Perugia in occasione dellaCommemorazione del XX Giugno. Il G∴ M∴ , dopo aver sollecitato i Fra-

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attività

Grande O

riente d’Italia

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telli ad intensificare i rapporti tra loroanche attraverso Lavori congiunti, haconcluso il suo intervento commemo-rando la recente tragedia del sud-estasiatico, che ha colpito l’intera Uma-nità, rinnovando a tutti i FF.rr∴ l’invi-to a partecipare con slancio alla soli-darietà promossa dal GOI in favore deisuperstiti.

ROOMMAA ((11)) -- Si è svolta lo scorso 15febbraio una tornata della log-gia capitolina “Roma” (1135)

che per l’occasione ha ospitato il fra-tello Luigi Sessa – ex grande oratoredel Grande Oriente d’Italia, nonché at-tuale maestro venerabile della loggia“Giustizia e Libertà” (676) di Roma –che ha tenuto una conferenza dal tito-lo “Il maglietto e le sue diversificazio-ni”.L’argomento è stato denso di interes-santi riferimenti sull’introduzione deisimbolismi relativi ai vari tipi di ma-glietto utilizzati in massoneria susci-tando l’apprezzamento dei fratelli.Dopo numerosi interventi, il maestrovenerabile Roberto Antoni si è compli-mentato con il fratello Sessa per ladotta esposizione ringraziandolo dellapartecipazione. Tra i fratelli interve-nuti, è stata significativa la presenzadel gran maestro onorario Aldo Chiar-le.

R OOMMAA ((22)) - La loggia “GiuseppeGaribaldi” n. 1188 all’Oriente diRoma, ha vissuto giovedì 17

febbraio u.s. una tornata rituale parti-colarmente toccante. Oltre ai fratelli della loggia stessa, era-no presenti tra le colonne numerosi al-tri fratelli di varie officine. Particolarmente sentita, è stata la pre-senza ai lavori del Gran Maestro Ag-giunto Giuseppe Anania – accolto alsuo ingresso nel tempio dalla voltad’acciaio di sette maestri e dai ma-glietti battenti – scortato dai dueGrandi Ufficiali di Gran Loggia Giusep-pe Seganti e Ruggero Stincardini men-tre scandivano le note del “Va pensie-ro” verdiano.I lavori, avevano in agenda l’iniziazio-ne di un profano, il fratello CorradoTurtoro, il quale ha vissuto con parti-colare pathos – come del resto anche

tutti coloro che erano nel tempio – lamagnifica cerimonia che nella loggiaGaribaldi è caratterizzata da un parti-colare e profonda ritualità.Al termine dei lavori dopo gli interven-ti di saluto dei vari fratelli presenti edei due Grandi Ufficiali di Gran Loggia,ha preso la parola il Gran Maestro Ag-giunto che si è particolarmente com-piaciuto per la possente armonia eunione che la loggia Garibaldi trasmet-te. Officina numerosa e molto giovanenell’età media dei fratelli a pié di lista,risultato importante raggiunto nono-stante i soli due anni di vita della log-gia. Il Gran Maestro Aggiunto nel compli-mentarsi poi con il Maestro Venerabiledella loggia il Fr. Ugo Gentile e contutti i fratelli per la corretta e ed at-tenta esecuzione e conoscenza del no-stro rituale dei lavori, ha proseguito ilsuo intervento investendo, a nome delGran Maestro Gustavo Raffi, lo stessoFr. Ugo Gentile della nomina e delgrembiule di Gran Rappresentante delGOI per la Gran Loggia d’India. Un incarico molto delicato in questopreciso momento storico, dovuto pro-prio al particolare impegno che ilGrande Oriente d’Italia ha assunto infavore di tutti quei fratelli investiti daquella sciagura della natura che ha col-pito lo scorso dicembre quella partedel mondo.I lavori della loggia si sono chiusi inarmonia, dopo che il Gran Maestro Ag-giunto nel medesimo modo del suo in-gresso, ha lasciato il tempio.

TOORRRREENNOOVVAA - Sabato 29 gennaiou.s. alla presenza del Gran Mae-stro Gustavo Raffi sono state in-

nalzate le colonne di una nuova loggia la“Agatirso” n. 1229 all’Oriente di Terrano-va (ME). La nuova loggia ha visto la suagemmazione dalla “Fratelli Bandiera” n.970 all’Oriente di Barcellona Pozzo diGotto il cui maestro venerabile Fr. AndreaRavidà ha provveduto ad insediare qualemaestro venerabile eletto della nuovaloggia il Fr. Carmelo Ricciardo.Alla cerimonia oltre al Gran Maestro, era-no presenti il Grande Oratore AggiuntoBent Parodi, il Grand’Ufficiale di Gran Log-gia Salvo Pulvirenti, il Grande ArchitettoRevisore Salvatore Ardizzone, i Garantid’Amicizia Giulio Compagno, Felice Gerbi-no, Francesco Lentini, Carmelo Romeo, Gi-no Scandurra e Angelo Zarbo, il Consi-gliere dell’Ordine Francesco Ferrara, non-ché il Presidente del Collegio Circoscrizio-nale della Sicilia Nicola Gitto con tutti imembri del medesimo Collegio che si èriunito alla presenza del Gran Maestro.Il 30 gennaio il gran Maestro si è poi re-cato in visita ai fratelli della loggia “Fra-telli Bandiera”, accolto dal maestro vene-rabile Andrea Ravidà e dal veterano del-la loggia Eugenio Barresi.Durante la sua visita in Sicilia, il GranMaestro Gustavo Raffi, accompagnato dalGrand’Ufficiale di Gran Loggia Salvo Pul-virenti, ha poi incontrato a Catania l’ul-tracentenario Gran Maestro OnorarioFrancesco Landolina, che ha fatto omag-gio al Gran Maestro di alcune sue poesiee di un lavoro a carattere esoterico stila-to da oltre cinquanta anni.

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notizie dalla comunionenotizie dalla comunione

Un momento della cerimonia dell’innalzamento delle Colonne della Loggia “Agatirso” (1229) di Torrenova

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] rassegna stampa - attualità

Meglio nascere, magari con la fecondazioneeterologa, o rimanere per sempre nel nulla?Meglio venire al mondo seppur con una seriedi disagi, o non aver mai avuto la possibilitàdi assaggiare l’esistenza, anche quandovelenosa? Con “gli occhi della filosofia”, Ema-nuele Severino affronta questa e altre proble-matiche del nostro tempo guidato da quel sal-vatore alternativo che è la tecnica (tra le al-tre, anche l’uso delle cellule staminali trattedagli embrioni per scopi terapeutici, garantirela sopravvivenza dei malati) nel nuovo libro,“Nascere. E altri problemi dello coscienza re-ligiosa” (Rizzoli). Un volume venato di ironia,anche per un pubblico di non specialisti, in cuiil pensiero di Severino ci rigetta nella melmadella nostra terra abitata dalla follia, che chie-de di esserne liberata, dopo aver mostrato ilsuo volto consumato. Per tensione verso “laNon-follia”, “l’apparire dell’eternità di ogniente”. “Il tramonto della Follia – scrive il filo-sofo – è l’inevitabile che consiste nel supera-mento di ogni contraddizione”. Allora ecco ilmanifestarsi della ‘Gioia’, l’‘essere autenticodell’uomo’.PPrrooffeessssoorr SSeevveerriinnoo,, èè ssttaattoo ddeettttoo cchhee lleeii èè ffaa--vvoorreevvoollee aallll’’eelliimmiinnaazziioonnee ddeeggllii eemmbbrriioonnii..«Nemmeno per sogno. Indico soltanto i para-dossi che seguono dalla convinzione di colo-ro che credono di difendere la vita umana».PPuuòò ffaarrccii qquuaallcchhee eesseemmppiioo??«Quel grande cristiano che era Soren Kierke-gaard sosteneva che ‘non c’è cristianesimosenza celibato’. ‘Ma con un principio similenon riuscirai ad avere nessun cristiano!’. ‘Eche m’importa?’, risponde nel Diario (1854).A chi gli replica che se invece si terrà unitocristianesimo e matrimonio ‘si riusciranno adavere cristiani a milioni’, risponde ancora: ‘Eanche questo a me che importa?’. Ma, a par-te la superiore ironia di queste pagine, dovel’‘andate e moltiplicatevi’ è visto come un‘problema di monta equina’, vorrei osservareche — per i cattolici che considerano l’em-brione come soggetto giuridico, cioè persona

e quindi portatore degli stessi diritti degliadulti — la monta equina o artificialmente as-sistita e potenziata è una questione tutt’altroche trascurabile». EE ccoonn qquueessttoo ddoovvee vvuuoollee aarrrriivvaarree??«In base alle premesse di quei cattolici (nonalle mie!), si deve dire, infatti, che il maggior‘diritto’, per un uomo che ha la possibilità diesistere, è la possibilità di entrare nel Regnodei Cieli. Ma se gli embrioni — che, in basealle premesse di quei cattolici, sono forniti ditutti i diritti essenziali degli adulti — non so-no fatti nascere, ne seguirà che sarà loroimpedito di entrare in quel Regno. Parlo an-che di quelli che non nasceranno in seguito al-le proibizioni relative alla fecondazione assi-stita. Saranno privati di un ‘diritto’ che è in-finitamente maggiore di quelli giuridici: il di-ritto di avere la possibilità di godere della vi-ta eterna».CChhee ffaarree,, aalllloorraa,, ppeerr nnoonn pprriivvaarrllii ddeell lloorroo ssuu--pprreemmoo ddiirriittttoo??«Sembra proprio che si debba fare l’oppostodi quel che diceva Kierkegaard: naturalmenteo artificialmente li si deve far nascere e a mi-lioni, a centinaia e a migliaia di milioni, a ri-gore, la prima fondamentale occupazione deicredenti non dovrebbe essere altra che questagrandiosa ‘monta’ naturale e artificiale chenon conduce quasi mai alla nascita di uomini,che lascia morire gli embrioni a miliardi. An-che se queste moltitudini verranno tuttesterminate, tuttavia, essendo ancora incapacidi fare del male, saranno pressoché certe diguadagnarsi il Regno dei Cieli».MMaa iinn qquueessttoo mmooddoo ssaarràà ppeerrppeettrraattaa llaa ppiiùù ffooll--llee eedd eesseeccrraannddaa ssttrraaggee ddeeggllii iinnnnoocceennttii??«Ma è proprio così malvagia e folle questastrage, se apre agli innocenti il Regno dei Cie-li? E poi, quale sarebbe l’alternativa? Non far-li nascere, trattenerli sempre nel nulla, impe-dir loro per sempre di aver la possibilità o ad-dirittura la certezza di andare in cielo! E que-sto non è un delitto infinitamente maggioredell’omicidio perpetrato da chi toglie agli em-

Fecondazione assistita: un tema che investe aspetti etici, religiosi, scientifici e umani; un temasu cui gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi con i referendum di primavera. Abolire o noquattro aspetti controversi della legge 40? Vale a dire il riconoscimento dei diritti dell’embrio-ne, il divieto di ricerca sugli embrioni, il divieto di crearne in vitro più di tre e il divieto alla fe-condazione eterologa. La delicatezza della questione è tale da richiedere, prima di pronunciar-si con un sì o con un no, una informazione dettagliata e serena. Proprio per dare ai propri let-tori questa possibilità, il “Quotidiano Nazionale” ha pubblicato domenica un forum con il cardi-nale Ersilio Tonini, con il fisiopatologo Luciano Bovicelli e con la psicologa Maria Rita Parsi. Og-gi diamo la parola al filosofo Emanuele Severino.

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Laicità e dintorniAl centro l’uomo o l’embrione?

di Pierluigi Winkler

Un interessante articolo sul Corriere dellaSera di Edoardo Boncinelli ci svela che nonesiste l’ora X dell’embrione. Dibattito scientificosul punto, per determinare quando nasce l’es-sere umano. Cosa diversa è invece, stabilirequando inizia la vita di un organismo in natura,cosa ancora più diversa, è stabilire, la “poten-zialità” di vita, non solo dell’essere umano maanche dell’organismo. Non vi è dubbio che ladefinizione di essere umano sia solo frutto diconvenzione, mentre, quella di vita di un orga-nismo trova basi certe e solide nella scienza.Lo zigote, uovo fecondato dallo spermatozoo,è un organismo, ma non un essere umano.Può dirsi quindi, un essere umano “virtuale”cioè, “in potenza” a condizione che si verifichi-no determinati processi biologici successivi.Ma gli spermatozoi di per sé, sono “in potenza”l’essenza viva per un progetto di vita se si veri-ficano le successive condizioni che sappiamo:la congiunzione con la cellula-uovo e i conse-guenti processi.

Detto brevemente questo, la legislazione sedeve tutelare l’essere umano, non può non te-nere conto delle considerazioni scientifiche econvenzionali.

Il laico non può che attenersi ad entrambe,sapendole però distinguere e, se lo fa, non puòche preferire una legislazione in materia, chetolleri su alcune questioni, i suoi comportamen-ti che devono ascoltare solo la sua coscienza diUomo. Se infatti la legislazione tutelasse ogni “potenzialità” di vita, intesa quale mera possibi-lità di creazione di un organismo che in naturasi costruisce e completa per processi biologicicomplessi, estremizzando il ragionamento, nonsi potrebbe non tenere conto dello spermatozoodi per sé, quale seme vitale teso ad un proget-to di vita, ed in potenza, quindi, vita virtuale. Maallora la legislazione dovrebbe proibire, richia-mandosi ad antichi testi sacri, anche la praticaonanistica, perché tesa a disperdere il seme divita, essenziale per la creazione dell’essereumano che successivamente si andrà a forma-re. Chiaramente questo è un paradosso ma cheserve a comprendere come alcune questioni,non possono che essere rimesse alla coscien-za di ognuno. Inserire elementi dogmatici all’in-terno della legislazione, non può che limitare lalibertà di coscienza. E allora non ci resta chechiederci: al centro del problema mettiamo l’Uo-mo o l’Embrione? Vi poniamo l’Uomo o l’Orga-nismo biologico? Ognuno si saprà dare la pro-pria risposta, nella consapevolezza che essaforse, potrà non essere mai definitiva.

Fecondazione assistita - dibattito

Il filosofo Severino:“Ma l’embrione non è

ancora persona”

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brioni la vita terrena per dar loro quella eter-na? Ma, si ribatterà, in questo modo le portedel cielo si aprirebbero per gli embrioni, manon per i loro assassini. E questo, sì, è un belproblema che però scaturisce dalle premesseche sono accettate dagli amici poco affidabilidegli embrioni. La ‘difesa della vita umana’ vacondotta in modo radicalmente diverso daquello praticato da ogni forma di umanesimoreligioso o laico».LLoo ssccoorrssoo ddiicceemmbbrree,, uunn ssuuoo aarrttiiccoolloo ssuull CCoorr--

rriieerree ddeeddiiccaattoo aallll’’eemmbbrriioonnee aavveevvaa ssuusscciittaattooppoolleemmiicchhee nneell mmoonnddoo ffiillooccaattttoolliiccoo......«Eppure due nostri maggiori studiosi del pen-siero aristotelico, Giovanni Reale ed EnricoBerti, sono d’accordo con me nell’affermareche l’embrione è un uomo in potenza e si tro-vano in contrasto con quell’impropria affer-mazione dei cattolici per la quale l’embrione èun uomo in atto. Il costrutto ‘metafisico’ dipotenza è assurdo e contraddittorio. Certa-mente, almeno per ora, Berti e Reale, non

possono far propria la mia affermazione del-l’assurdità del concetto di potenza».MMaa cchhii ppuuòò ccoonn cceerrtteezzzzaa ddiirree cchhee ccooss’’èè ll’’uuoo--mmoo??«Ma la scienza, naturalmente! Nemmeno i cat-tolici ne dubitano. La Chiesa fa dipendere leproprie verità dogmatiche al sapere scientifi-co, che è ipotetico, quindi revisionabile. Lascienza ha rinunciato da tempo a mostrare laverità del mondo, la verità in senso forte».

Marielia Radaelli

Certamente l’’embrione non è una “muffa”, co-me ha detto Marcello Pera. Senz’altro è “vitaumana”, ma anche questa mi sembra una equi-parazione insufficiente perché l’embrione nonè paragonabile a cellule umane qualsiasi (co-me quelle del sangue, delle ossa, ecc.). Sonoinfatti cellule umane molto particolari, quelleche scaturiscono dall’unione dei gameti ma-schile e femminile, cellule capaci di fondere ipropri patrimoni genetici di moltiplicarsi e svi-lupparsi dividendo (se la natura stessa non liscarterà, come avviene nella grande maggio-ranza dei casi) prima embrione, poi feto, finoalla nascita. Quando comincia la vita? Quandol’embrione e quando la persona? Come hachiarito molto bene Edoardo Boncinelli sulCorriere della Sera, non c’è l’ora “x”, non è unprocesso istantaneo. La natura e la scienza nonpossono fornire risposte a queste domande. Sitratta di compiere una scelta che ha inevitabil-mente una componente di convenzionalità,una scelta alla quale siamo chiamati tutti noi edella quale dobbiamo assumerci la responsa-bilità. Qualificare “l’embrione come persona findal concepimento” – come ha sostenuto Pera“anche dal punto di vista laico” – significacompiere un passo che ha delle implicazionimolto rilevanti. Non discuto, ovviamente, la le-gittimità di questa opinione, vorrei solo chie-dere al mio caro amico Marcello Pera di ap-profondirla e di valutarne meglio le conse-guenze.Innanzitutto occorre considerare che solo unapercentuale molto bassa di ovocellule fecon-date – come ho già evidenziato – è destinatain natura a svilupparsi dando poi vita a unbambino. Quindi, per lo zigote e l’embrionesono d’accordo con chi afferma che si puòparlare solo di persona in potenza. Attribuireloro la natura di persona, così come al bambi-

no e all’adulto significa non consentire di va-lutare le differenze, cosa che un laico dovreb-be invece sempre fare. La questione assume unrilievo ancora maggiore se si considera l’im-patto e le conseguenze che l’affermazione diPera (“l’embrione è persona sin dal concepi-mento”) ha sull’opinione pubblica, soprattuttose essa viene diffusa e diviene – come è qua-si inevitabile – la sintesi del suo pensiero. Nel-la lettera a Joseph Ratzinger (nel volume Sen-za Radici, Mondatori), Pera spiega che la suascelta di accordare all’embrione la natura dipersona riguarda solo il piano filosofico e mo-rale e non anche quello giuridico e penale,cioè che essa “non implica di per sé adottareun solo atteggiamento, ad esempio quello deldivieto di abortire e di fecondare artificialmen-te o di intervenire su embrioni”. “Per i laici –dice Pera – i valori sono fini-strumenti per altrifini e comunque non esiste un unico fine-in-séche possa ordinare tutti gli altri. Perciò, per ilaici, i fini-strumenti sono sempre sottoposti auna valutazione di peso gerarchico” (che Peradefinisce “negoziazione etica”), “compresa lavita e la persona, la quale, sempre per i laici,è anch’essa un fine-strumento per realizzarealtri fini, e vale (ha valore) proprio in quantoserve per questi altri fini”. Quindi “ad esempio,nei casi della fecondazione artificiale o dell’a-borto, il laico può decidere che la persona del-l’embrione e la persona del feto possano esse-re sacrificati a favore della persona della ma-dre o della persona della gestante”.Ovviamente questa profonda e complessa ar-gomentazione non era e non poteva esserecontenuta nell’intervista concessa da Pera alTg2, dalla quale, in sostanza, emergeva congrande forza solo il messaggio “l’embrione èpersona sin dal concepimento”. Inevitabilmen-te, chi ascolta questa affermazione – in parti-

colare chi è cattolico, ma non solo – è porta-to ad attribuirgli anche un risvolto giuridico epenale, se il suo significato non viene subitoprecisato. Se si sopprime l’embrione e l’em-brione è una persona, nel linguaggio correntevuol dire che si sopprime una persona, e sop-primere una persona vuol dire compiere unomicidio. In particolare vuol dire che l’abortoè sempre un reato, senza eccezioni. Se poi siprecisa che è una persona “sin dal concepi-mento” e come Pera sostiene nella lettera aRatzinger, non si deve far differenza ad accor-dare la natura di persona all’embrione o al“pre-embrione” (zigote, morula, blastula o al-tro stadio di formazione dell’embrione stesso),addirittura qualcuno potrebbe legittimamenteritenere che ciò abbia implicazioni anche perl’uso di quei contraccettivi come la spirale chenon sono veri contraccettivi ma sostanzial-mente degli abortivi, perché non impedisconola fecondazione dell’ovocellula ma intervengo-no dopo che essa è avvenuta, impedendo chel’embrione o il “pre-embrione” si annidi sullaparete dell’utero causandone invece l’espulsio-ne.Insomma, l’affermazione che l’embrione è per-sona fin dal concepimento, persona come unbimbo e come un adulto, veicola nell’opinionepubblica un messaggio, a mio avviso, tanto di-storto quanto quello di chi dice che l’embrio-ne è qualcosa di insignificante. Condivido, dalaico, l’esigenza di far comprendere che non sitratta affatto di qualcosa di insignificante e chein questo senso debbano essere responsabiliz-zati gli scienziati, i legislatori, gli operatorimedici, i pazienti e tutti i cittadini, in partico-lare quando è in gioco la possibilità dellascienza di manipolare, addirittura, la stessaesistenza umana. In questo campo la scienzaapplicata non può non avere dei limiti e biso-

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Dialogo a distanza col presidente del senato e qualche riflessione sul referendum

L’embrione non è muffa, ma attenti alla negazione eticaDire no all’utilizzo scientifico delle cosiddette “cellule cadaveri” vuol dire difendere un limite ragionevole della legge 40

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gna combattere chi lo nega. Ma, mi chiedo, dalaici, non possiamo individuare un modo diqualificare l’embrione tale da attribuirgli il va-lore che merita, senza creare però, rischi di in-comprensione e, in particolare, di confusionetra il piano filosofico-morale e quello giuridi-co? Per esempio, se essere persona vuol dire“avere dignità”, “essere meritevole di rispetto”non potrebbero essere utilizzate proprio que-ste espressioni di valore? Da laici attenti sem-pre a guardare le parole, non dovremmo gra-duarle anche per definire l’embrione?Affronto un altro punto di grandissima rilevan-za. Ho detto che quando è in gioco la possibi-lità di manipolare la stessa esistenza umana, lascienza applicata deve avere dei limiti. Bisognaperò verificare se i limiti posti sono i più giustie opportuni. Faccio un solo esempio, quello de-gli embrioni congelati da tempo, embrioni che,nella quasi totalità dei casi, non sono più ingrado di essere impiantati nel tessuto dell’utero

(ammesso poi che possano essere “adottati”).Si tratta, ormai, di “cellule-cadaveri” – come haspiegato il professor Cossu nella trasmissioneOtto e mezzo – del tutto equivalenti ai corpicadavere donatori di organi. Che farne? La-sciarli dove sono, destinati alla dissipazione ealla spazzatura oppure utilizzarli per la ricercavolta a curare malattie gravissime? Certo, nonc’è alcuna certezza al riguardo, ci sono peròdelle speranze che hanno un fondamento. Nonè questo un caso di “negoziazione etica” – for-se quello rilevante più semplice – in cui si puòdecidere di sacrificare degli embrioni che sa-rebbero comunque soppressi? La risposta aquesta domanda è fondamentale. Infatti, se sidifendono i limiti più irragionevoli previsti dal-la legge esistente come se fossero quelli piùgiusti e opportuni, si va incontro a un rischiogravissimo, quello della perdita di credibilità. Lacaduta di questi limiti – nella legge, ma anchee soprattutto nelle coscienze delle persone –

impedirebbe allora l’affermazione della consa-pevolezza che dei limiti sono necessari e devo-no essere posti. Se, per esempio, i referendumnon ottenessero il quorum ma i voti favorevolirisultassero la stragrande maggioranza, pari oaddirittura superiori in numero assoluto ai votinecessari per vincere le elezioni politiche, lenorme rimarrebbero in vigore ma sarebbero de-legittimate. E rischierebbero di essere delegitti-mati non solo i limiti irragionevoli ma anchequelli più giusti e opportuni.Mi auguro di aver dato un piccolo contributoad un dibattito che ritengo di grandissima rile-vanza. Sono in gioco valori essenziali ed è au-spicabile che i referendum rappresentinoun’occasione per una discussione vera, ancheappassionata ma leale, supportata da un’infor-mazione ampia e corretta, un’occasione, in-somma, per la crescita della coscienza civiledel paese.

Peppino Calderisi

Ho sempre provato imbarazzo a pronunciarmisu embrioni e cellule staminali, più in generalesui temi sottoposti all’esame referendario chealimentano un dibattito trasversale rispetto aglischieramenti politici. E mi chiedo se analogoimbarazzo non debbano provare i milioni dicittadini chiamati ad esprimersi su quesiti resianche più complessi dalle glosse verbose eoscure che li accompagnano. Parlo di quelli chenon si lasceranno condizionare da una rozzasemplificazione della materia. Come dirsi infat-ti contrari alla libertà della ricerca scientifica?Come mostrarsi insensibili alle malattie finoraincurabili che potrebbero essere combattute at-traverso nuove sperimentazioni? E come impe-dire a una donna sterile di avere un bambinocon le tecniche di fecondazione assistita? Lascarsa informazione e il rispetto per gli scien-ziati (addirittura dei Premi Nobel) che invitanoin modo apodittico a votare per l’abolizionedella restrittiva legge in vigore, suscitavanoacute perplessità. Ma ci siamo poi accorti - be-nedetta la funzione divulgativa degli organi distampa - che proprio gli scienziati, messi allestrette, inducevano alla cautela sulla questionedominante, che riguarda l’inizio della vita uma-na, e si chiede fino a che punto l’embrionedebba essere considerato un individuo e deb-ba, di conseguenza, essere tutelato. Studiosi aldi sopra d’ogni sospetto di lesa laicità ci han-no ripetuto che, a rigor di biologia, la vitaumana ha inizio con la fecondazione, cioè conla congiunzione di un gamete maschile, lospermatozoo, con quello femminile, la cellula-

uovo. È allora che dal Dna dei due genomi sene origina uno nuovo e diverso, segnato da unirripetibile destino. Si sottilizza semmai sull’im-portanza da assegnare alla prima comparsa diun sistema nervoso, riconducibile - minimatraccia - alle due prime settimane di vita. Que-sto il quadro fornito dalla biologia; ogni altrolimite alla definizione della persona sarebbefrutto di una scelta convenzionale (di opportu-nità o di comodo) fatta dalla società e dalleistituzioni. Ho sempre ritenuto che nelle scelteriguardanti la vita e la morte, la dignità tuttadella persona, valesse il principio di precau-zione, in altre parole che fosse meglio sbaglia-re per un eccesso di prudenza che per una ras-sicurante faciloneria. Ma ora è la stessa scelta,attraverso le sue più sofisticate acquisizioni, aconsentire l’opportunità di fare quello che po-teva apparire un passo indietro, di alimentarequanto meno il seme del dubbio. È paradossa-le che non ne tengano conto i promotori del re-ferendum che, professandosi devoti dellascienza, si espongono alle accuse di oscuranti-smo di cui gratificano coloro che - in primis ilmagistero cattolico, si preoccupano di tutelarela vita umana fin dalle origini. La decisione difissare paletti - i famosi limiti “convenzionali” -allo sbocciare della persona, è molto più alea-toria di quella dei teologi antichi che discetta-vano sul momento in cui l’anima, insufflata nelcorpo, lo promuoveva alla dignità di uomo.Non deve valere per tutti la positività dellascienza? Sembra anche eccessiva, e vagamentericattatoria, la rappresentazione acritica delle

malattie che si potrebbero guarire con il ricor-so alle cellule staminali tratte dagli embrioni.Lo scienziato Angelo Vescovi ha appena an-nunciato che partirà tra un anno (all’Istituto perla ricerca sulle cellule staminali del San Raffae-le di Milano, del quale è condirettore) una “cu-ra italiana” della sclerosi con le cellule prele-vate da feti abortiti spontaneamente (che co-stituiscono una ingente riserva, rinnovabile fa-talmente ogni anno). È lo stesso Vescovi arammentare che, ricorrendo ai soli embrionicongelati (trentamila in Italia e trecentomila nelmondo) si potrebbe saziare la brama di ricer-ca per i prossimi cinquecento anni. E allora?Che senso hanno le ciance sulla presunta mor-tificazione della ricerca? Quella dei materialiscartati è una risorsa sulla quale - escludendoper legge la possibilità che si producano altriembrioni in soprannumero - si può trovare al-la fine un ampio, ragionevole accordo. Qualcu-no sostiene che il conservarli all’infinito po-trebbe essere assimilato a una sorta di accani-mento terapeutico. Tanto basta, salvo smentitedi fatto, a fare giustizia delle troppe improvvi-sazioni e mistificazioni in atto. La libertà dellascienza non è compromessa, può essere ga-rantita senza che entri in contraddizione con sestessa e offenda i principi della morale che pu-re contano qualcosa. Quanto alla sostanza delcontendere, va da sé che, scienziato o no, cia-scuno deve confrontarsi lealmente con i propridubbi e certezze, assumendosi in coscienza leproprie responsabilità.

Lorenzo Mondo

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rassegna stampa - attualita 6 febbraio 2005

Pane al pane

La libertà di scienza si può conciliare coi principi morali

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rassegna stampa rassegna stampa 16 febbraio 2005

Procreazione assistita, un tema che continua afar discutere e che da tempo occupa - e divi-de - il dibattito politico. L’argomento è statoal centro di un convegno, organizzato venerdìdalla loggia Dante Alighieri e dal Collegio deiMaestri venerabili dell’Emilia Romagna allaCasa Matha, dal titolo “Etica e ricerca scienti-fica: la procreazione assistita”. La legge, ap-provata dopo una lunga gestazione per col-mare un vuoto normativo, ha diviso l’opinio-ne pubblica e i partiti, scatenando una sortadi guerra di religione. Raccolte le firme per indire un referendumabrogativo, la Corte Costituzionale ha accoltosolo parzialmente le istanze avanzate dai re-ferendari, respingendo la richiesta relativa al-l’abolizione in toto della legge e approvandosolo i quesiti relativi alla cancellazione di al-cuni articoli. L’attualità, la complessità e la de-licatezza della materia hanno trovato confer-ma nella vasta partecipazione al convegnoche ha visto tra i relatori Carlo Flamigni, or-dinario di Ginecologia all’Università di Bolo-

gna, Luisella Battaglia, docente di Bioetica al-l’Università di Genova e membro del Comita-to nazionale di bioetica e Morris Ghezzi, do-cente di Sociologia del diritto all’Università diMilano, mentre le conclusioni sono state affi-date al Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia, Gustavo Raffi. “La libertà della ricercanon va confusa con l’utilizzo della conoscen-za – ha sottolineato Ghezzi durante il suo in-tervento –. Per fare un parallelo, la scopertadel bisturi e dell’atomica si sono rivelati unfattore positivo; altro discorso è l’utilizzo chese ne fa. Personalmente sono contrario all’ap-posizione di limiti all’innovazione, che fa par-te della propensione naturale dell’uomo; sitratta, invece, di disciplinarla a vantaggio ditutti. Vanno salvaguardate la dignità e il rispettodegli individui, ma non si possono porre bar-riere arbitrarie: la vita e la morte sono con-cetti indeterminati, per i quali non può esser-vi una normativa vincolante che vada al di làdella libertà di coscienza individuale. Sulla

procreazione assistita è forte l’ingerenza del-la Chiesa che tuttavia non ha sollevato la que-stione su altri problemi come quello dei tra-pianti di organi; nel caso specifico, quindi,l’intervento trascende il profilo della dottrinacattolica, per abbracciare la sfera sociale epolitica. Sotto questo aspetto, l’ambiente ec-clesiastico assume le sembianze di un vero eproprio partito; senza questo dogmatismo an-tiscientifico – che in Italia vanta una tradizio-ne storica –, il dibattito non sarebbe così esa-cerbato. Se colmare un vuoto legislativo si-gnifica introdurre elementi restrittivi o imposi-zioni, meglio allora un confronto aperto. Suun tema in cui tutte le opinioni sono condivi-sibili e contemporaneamente opinabili, la reli-gione - conclude Ghezzi - non può sostituirsiallo Stato o al legislatore, onde evitare il ri-schio di creare zone d’ombra in cui le scoper-te diventino esclusiva di pochi o strumento alservizio di interessi economici”.

Gianluca Rossi

«La filosofia sa rispondere al problema del-le grandi sciagure, ma solo quando lo fa inmodo metafisico e, appunto, filosofico». Co-sì Giovanni Reale ci offre l’esempio al pro-posito più calzante: il racconto platonico delTimeo, che sembra, letto oggi, quasi un dia-rio della recente catastrofe nel Sud-Est asia-tico: «Essendosi verificati terremoti e diluvi,nel corso di un giorno e di una brutta notte(…) l’isola di Atlantide scomparve ingoiatadal mare». Ma l’aspetto importante è laspiegazione che ci viene proposta, aggiungeil grande studioso del pensiero greco, do-cente all’Università “Vita-Salute San Raffae-le” dopo aver a lungo insegnato alla Cattoli-ca di Milano, autore della monumentale Sto-ria della filosofia greca e romana pubblicatain dieci volumi da Bompiani, e il cui “Radiciculturali e spirituali dell’Europa. Per una ri-nascita dell’‘uomo europeo’”, edito da Corti-na, è da tempo al centro del dibattito. «Pla-tone ci dice che ad Atlantide furono per lun-go tempo ossequienti alle leggi, anzi, “tran-

ne la virtù, tutto il resto lo sottovalutavano”,e gestivano con disinvoltura la gran massadell’oro e dei beni che possedevano “comesi porta un peso”, insomma con distacco.Però col tempo la parte divina che era in lo-ro andò scemando, persero la capacità didominare la ricchezza, degenerarono. CosìZeus decise di punirli perché riacquistasseroequilibrio e saggezza».PPrrooffeessssoorree,, ssee qquueessttoo èè iill mmeessssaaggggiioo,, nnoonn èèmmoollttoo rraassssiiccuurraannttee.. LLaa ffiilloossooffiiaa nneellll’’eerraa ddeellllaaccaattaassttrrooffii rriieessccee ssoolloo aa ddiirrccii cchhee iinn ffoonnddoo cceellee ssiiaammoo mmeerriittaattee?? AA pprrooppoorrccii uunn mmiittoo oo uunnaarreelliiggiioonnee??«Certamente no. Platone quando descrive ilmondo di Atlantide fa opera di fantasia, conmolte analogie prese da Omero, come ha di-mostrato bene il geoarcheologo EberhardZanger. Ma se guardiamo all’evento del cata-clisma naturale, troviamo che è molto inte-ressante per noi. Il filosofo greco lo conside-ra ciclico. Condivide con Aristotele l’idea checi siano stati molti stermini di uomini, e che

ce ne saranno anche in futuro. I più grandi,specifica, per il fuoco e le acque. I successi-vi filosofi stoici arriveranno all’idea dell’eter-no ritorno, in base alla quale tutto si ripeteesattamente allo stesso modo. In Platone eAristotele le rinascite non sono invece impla-cabilmente identiche, ma anche occasioni dimiglioramento».QQuuaassii uunnaa ffoorrmmaa ddii ppeeddaaggooggiiaa ddiivviinnaa??«Secondo Platone all’origine ci sono messag-gi divini che noi uomini accogliamo e rispet-tiamo. A poco a poco però ce ne allontania-mo, e così alla fine intervengono le “punizio-ni”, se vogliamo chiamarle in questo modo.Nel “Politico” lo dice in maniera diciamo piùfine, nel “Crizia” è più esplicito».CCii ssooddddiissffaa,, ccoommee ssppiieeggaazziioonnee ffiilloossooffiiccaa,, uunnaaffoorrmmaa ddii ccaassttiiggoo??«Se guardiamo alla Bibbia, la risposta è nega-tiva. Dopo il Diluvio, Dio stabilisce l’alleanzacon i figli di Noé. Non ci sarà più alcun dilu-vio, annuncia. Sono posizioni molto diverse. Ilcristianesimo contempla una sola Apocalisse».

A Ravenna, un vivace dibattito sul tema della procreazione assistita

Scienza tra evoluzione e limitiGhezzi: “Nessun vincolo se non quello della coscienza”

numero 3-4 / 2005

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pa rassegna stampa - attualitaRAVENNA - 15 febbraio 2005

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rassegna stampa - attualità

Filosofia e catastrofi. “Di fronte allo tsunami proviamo dolore,

la Shoah o la strage di Beslan hanno un di più di angoscia”

Reale. Il vero Male nasce dall’uomo

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]IIll ppeennssiieerroo ggrreeccoo,, iinnvveeccee,, nnee aammmmeettttee ppaarreecc--cchhiiee,, aannzzii iinnffiinniittee.. LLee ccaattaassttrrooffii aa qquueessttoo ppuunn--ttoo ssaarreebbbbeerroo sseeccoonnddaarriiee,, mmeerrii iinncciiddeennttii ddiippeerrccoorrssoo nneell cciicclloo eetteerrnnoo ddeell ccoossmmoo??«Dovremmo partire dal principio secondo cuiil mondo è come l’uomo. Ha una sua vita.Quando consideri ciò, l’uomo può ricavarneuna sapienza notevole: la natura stessa ci di-ce che siamo contingenti, che la nostra tecni-ca non può tutto».ÈÈ qquueessttaa llaa rriissppoossttaa ddeellllaa ffiilloossooffiiaa??«Anche della religione, per tornare alla suaprima domanda. Se a me, cristiano, si chiedequale sia la tesi più importante del cristiane-simo, rispondo che sta nel Cristo fatto uomo,che ha assunto in sé tutti i mali, compresa lamorte. Ne deriva che non possiamo imputarea Dio neanche le cose più terribili. Ma lo sa-pevano anche i greci. Eschilo dice: uomo, im-parerai attraverso il dolore».PPeerr qquuaannttoo rriigguuaarrddaa lloo ttssuunnaammii,, pprroopprriioo ddaaaammbbiieennttii rreelliiggiioossii ee ccrriissttiiaannii ssoonnoo vveennuuttee ppeerròòiinntteerrpprreettaazziioonnee,, ppiiuuttttoossttoo ssccoonncceerrttaannttii,, ddeellmmaarreemmoottoo ccoommee ppuunniizziioonnee ddiivviinnaa..«Non è certo una punizione divina perquella gente, per quelli che sono morti.Semmai per l’uomo, per chi ha visto, nonper chi è morto. Del resto, quando mi am-malo è perché sono punito? Assolutamenteno, fa parte della contingenza umana. E sa-rei anche contrario a quanti hanno di que-sti eventi un’idea messianica. Le catastrofinaturali non sono annunci che il mondo staper finire, fanno parte del “naturale”. Ri-tengo assai più sconvolgenti le catastrofiumane, come l’Olocausto, o l’attentato alleTorri gemelle, o la strage dei bambini diBeslan, perché in esse vedo una sceltaumana, sento il Male».

SSoossttiieennee cchhee llaa ccaattaassttrrooffee nnaattuurraallee nnoonn ddoo--vvrreebbbbee ffaarrccii ppaauurraa??«Dico che nei confronti di essa non provoangoscia. Dolore, commozione, solidarietà,ma non l’angoscia con cui si assiste a sciagu-re che l’uomo potrebbe, volendo, evitare. Losterminio degli ebrei è ben più epocale».SSeemmbbrraa ddii aassssiisstteerree iinnvveeccee aa uunn pprroocceessssoo oopp--ppoossttoo.. ÈÈ vveerroo cchhee ddaa uunn cceerrttoo ppuunnttoo ddii vviissttaaii ccaattaacclliissmmii ssoonnoo ppiiùù ““ffaacciillii”” ddaa aaffffrroonnttaarree,,mmaa nneelllloo sstteessssoo tteemmppoo sseemmbbrraannoo pprroovvooccaarreeuunn’’eemmoozziioonnee ee uunn tteerrrroorree bbeenn mmaaggggiioorrii ddeegglliioorrrroorrii ppeerrppeettrraattii ddaallllaa mmaannoo ddeellll’’uuoommoo.. CCoommeelloo ssppiieeggaa??«È preoccupante, certo. Fa parte della com-plessità umana, della tendenza alla fuga, del-l’abilità nella rimozione. Le catastrofi natura-li sono meno “agevoli” da rimuovere. Per lealtre si può sperare che non si ripetano più,e in troppi casi si fa in fretta a dimenticare.Qui no. Qui c’è una necessità che si imponee non è arginabile. I greci la chiamavano“Ananke”, e ne avevano fatto una divinità piùforte di tutti gli altri dei».MMaa aanncchhee llaa nneecceessssiittàà,, ll’’aassppeettttoo ttrraaggiiccoo ddeellllaavviittaa,, aallllaa ffiinnee vviieennee rriimmoossssaa.. LLee ccaattaassttrrooffii nnaa--ttuurraallii ppaassssaannoo,, bbaassttii ppeennssaarree aaii tteerrrreemmoottii cchheeppeerriiooddiiccaammeennttee ddeevvaassttaannoo qquueessttaa oo qquueellllaazzoonnaa ddeell ppiiaanneettaa.. DDooppoo uunn ppoo’’,, nnoonn llii rriiccoorr--ddiiaammoo ppiiùù.. LLaa ffiilloossooffiiaa ppoottrreebbbbee eesssseerree ddaa uunnllaattoo uunn ffrreennoo aallllaa rriimmoozziioonnee,, ee ddaallll’’aallttrroo uunnaaiiuuttoo aa ccaappiirree iill sseennssoo ddii cciiòò cchhee ccii mmiinnaacccciiaaddii vvoollttaa iinn vvoollttaa??«La filosofia serve a imparare che questieventi non sono una punizione, ma si colloca-no in una storia non solo umana: la storia delcosmo. E ci dice che per essere a nostro agionel cosmo non dobbiamo dimenticare questecose. Dobbiamo, infatti, conoscere noi stessi».

PPeerr uussaarree uunnaa ssuuaa eesspprreessssiioonnee,, ffiiddaarrccii ddeell nnoo--ssttrroo iissttiinnttoo mmeettaaffiissiiccoo??«È un istinto di cui l’uomo per fortuna non silibera mai. Pensi al bambino, che chiede in-stancabilmente perché ci sono le cose. La ri-sposta è cercare di capire. Il problema è chela maggioranza dei nostri lettori vuole ripor-tare tutto al qui e ora».PPrrooffeessssoorree,, mmaa ccoossìì nnoonn ssii ccaaddee sseemmpplliiccee--mmeennttee nneellllaa rreelliiggiioonnee?? IInn uunn pprroobblleemmaa ddii ffee--ddee??«No, se intendiamo una religione particolare.La questione è più profonda. Le domande difondo vanno ai principi primi, e già gli anti-chi sostenevano che sono, questi, problemiteologici. La filosofia serve perché risvegliale domande prime».ÈÈ ppeerr qquueessttoo,, sseeccoonnddoo lleeii,, cchhee ll’’iinntteerreesssseevveerrssoo ii tteemmii ffiilloossooffiiccii sseemmbbrraa ccrreesscceerree oorrmmaaiiddaa aannnnii??«Cresce perché cresce l’inquietudine. Lascienza, che si è presentata negli ultimi seco-li come depositaria della verità, ora dimostra,a livello epistemologico, di non sapere qualesia la verità. Sa di non avere verità definiti-ve. Non risponde ai problemi di fondo. Le cose ultime che riguardano l’uomo nonsono oggetto di una scienza particolare. E al-lora chi può rispondere? L’arte, la religione e la filosofia. Una voltaHans Georg Gadamer, il filosofo tedesco, midisse che imparava più da un grande poetache da certi filosofi. Gli ho chiesto quale fosse il suo poeta prefe-rito, ma non ha voluto svelarlo. “È come sevolessi sapere qual è il suo dialogo platoni-co preferito”, mi ha risposto».

Mario Baudino

“I Liberi muratori ricordano con dolore, ri-spetto e sincera commozione le vittime delleFoibe colpite da una cieca violenza frutto del-l’odio interetnico e delle ideologie nazionali-ste e razziste. Una tragedia nazionale che faparte della nostra storia e che tutti noi dob-biamo ricordare senza ipocrisie e con serenitàdi giudizio.”Lo ha detto l’avvocato Gustavo Raffi, GranMaestro del Grande Oriente d’Italia di Palazzo

Giustiniani in occasione della Giornata Nazio-nale del Ricordo che viene celebrata quest’an-no per la prima volta.“La rinascita della libertà e della democrazianel nostro Paese – ha aggiunto il Gran Mae-stro Raffi – costarono sacrifici enormi, in par-ticolar modo per le centinaia di migliaia di ita-liani dell’Istria e della Dalmazia, vittime dipersecuzioni, di esecuzioni sommarie e co-stretti a lasciare da profughi le loro case.

“Sia questa una ulteriore occasione per ri-cordare tutti insieme proprio quei principi dilibertà e di democrazia che consentirono alnostro Paese di risorgere dopo lo scempiodella guerra e del ventennio di dittatura fa-scista.Ancora di più ora che i principi di dignità del-la persona, di rispetto dei diritti umani e del-le minoranze sono entrati a far parte dellanuova Costituzione Europea”.

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rassegna stampaROMA - 10 febbraio 2005 rassegna stampa

Comunicato Stampa

Massoneria: Foibe, Raffi (GOI) “una tragedia nazionale

che fa parte della nostra storia”

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]Ricorre quest’anno il bicentenario della nascitadi Giuseppe Mazzini (22 giugno 1805). L’even-to assume un carattere di grosso rilievo poi-ché, le celebrazioni, si occuperanno di mette-re in rilievo la figura di Mazzini come uomopolitico, ma soprattutto come intellettuale. Atale proposito non soltanto l’Italia si è mossa,ma molte iniziative si svolgeranno nelle variecittà europee che hanno conosciuto e ospitatol’esule italiano durante i rivolgimenti del Ri-sorgimento italiano. La stessa direzione nazio-nale del Partito Repubblicano Italiano ha deli-berato una serie di iniziative su tutto il territo-rio nazionale, ed ha istituito un apposito co-mitato che si occuperà dell’organizzazione edella coordinazione degli eventi e delle mani-festazioni. La sede ufficiale del Comitato na-zionale istituito per il bicentenario della nasci-ta di Mazzini è presso la biblioteca dell’Istitu-to di storia moderna e contemporanea di Ro-ma. L’organismo è composto, nella parte ono-rifica, da personalità del mondo della cultura,dell’arte, delle professioni, nonché da politicilegati al Partito Repubblicano. Le iniziative delcomitato avranno il compito di recuperare, tu-telare e promuovere i complessi architettonici,culturali, artistici e bibliografici, situati sul ter-ritorio nazionale. Il fine è quello della valoriz-zazione e della conservazione di tutto ciò cheè legato alla figura di Mazzini, per promuo-verne la conoscenza da parte di tutta l’opinio-ne pubblica interessata. Infatti, la grande ecomplessa personalità di Mazzini, è frutto con-tinuo e costante di ricerca per la varietà dicampi della cultura in cui si è addentrato du-rante la sua intensa e proficua attività di criti-co e studioso, e per il suo ruolo di educatorenella “Giovine Italia”, ma soprattutto l’atten-zione degli studiosi è rivolta alla comprensio-ne della grande influenza che il suo pensierofilosofico ha giocato durante il Risorgimento e

per la creazione dell’unità d’Italia. L’azionelungimirante di Mazzini nella formazione sulpiano ideologico delle forze rivoluzionarie, vaa colmare il grosso vuoto tra azione e consa-pevolezza creato dalla Carboneria, tanto che,l’opera di Mazzini, andrà molto più in là del-l’azione diretta, – come ad esempio fu l’ini-ziativa di Pisacane –, ed i suoi risultati, mal-grado la cattiva letteratura degli insuccessi, inrealtà saranno i più duraturi, nonché alla basee del processo di autoidentificazione dell’Italiacome Nazione, e della creazione di strutture digoverno progressiste. Come lo stesso Sorelscrisse (in “Considerazioni sulla violenza”,pubblicato a Bari nel 1926), non si può mette-re in dubbio che l’Italia non sarebbe mai dive-nuta una grande potenza senza Mazzini, que-sto grande uomo ha fatto per l’Italia molto piùdi Cavour e di tutti i politici della sua scuola.La grande rivoluzione di Mazzini e della suaazione politica, è già motivo di dibattito aper-to a partire dal secolo scorso, quando il suopensiero viene finalmente liberato dalle incom-prensioni e dai fraintendimenti che in campofilosofico si andavano accumulando a partiredall’erronea interpretazione del De Santis, alquale era sfuggita l’interiorità religiosa di que-sto grande personaggio. Ad analisi compiuta,infatti, il motivo religioso appare l’elementoche è alla base del suo concetto di “Progres-so”, poiché esso è visto come un carattere no-bile e spirituale, che trasforma e lega, anima ecorpo di una Nazione, spirito e materia, in unincessante divenire, in opposizione alla conce-zione utilitaria di materialismo che appiattiscela vita. Fu a partire da questi principi basilariche Mazzini ebbe chiara la coscienza del su-peramento del vecchio diritto individualisticosorto dalla Rivoluzione Francese, e compresel’esigenza di un nuovo diritto sociale, di una li-bertà in senso universale. È ancora nuovo il

concetto di una società economico-politica cheelimina i conflitti sociali, attenua disuguaglian-ze e ingiustizie o i monopoli, a danno dellaclasse più numerosa e povera, dibattito inquegli anni condiviso con Marx con il qualecoincise nell’idea dell’opposizione alla vecchiasocietà capitalistica, incapace di elevare il te-nore di vita della classe lavoratrice. Concettiforti, nuovi, ma che hanno portato all’elabora-zione di tutte le teorie neo-liberaliste contem-poranee. Mazzini rappresentò per la sua epo-ca l’esigenza di una forza viva di ricambio e dirinnovamento, che limitasse il nazionalismo eogni atteggiamento conservatore e particolari-stico. È lui, insieme alla sua organizzazione“La Giovine Italia”, che sarà il centro propul-sore di tutta l’attività politica e culturale allabase dei profondi cambiamenti ai quali la no-stra società andò incontro. È dalla compren-sione della grandezza della sua ideologia, chesi è giunti alla consapevolezza della grandeazione lungimirante del pensiero di questogrande politico, e tale comprensione oggi èpossibile ancor di più grazie all’allontanamen-to del pensiero dei suoi discepoli, fedeli e in-fedeli, che non sempre colsero i principi diMazzini nella loro integrità, ma riuscironospesso solo a ripeterli passivamente fino a far-li divenire un banale luogo comune. Fu, infat-ti, lo sviluppo del pensiero mazziniano che fe-ce da base e contribuì alla creazione di unanazione là dove l’ostacolo più grande era rap-presentato dal confronto tra mito eroico di unanazione, e una patria fatta di una miriade dipiccoli campanili, costumi e tradizioni. I variappuntamenti che in Italia e in altre città euro-pee celebreranno il bicentenario della nascitadi Mazzini, daranno il via a quel processo diconoscenza e di rivalutazione che questogrande personaggio merita di avere.

Emanuela Capuano

numero 3-4 / 2005

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L’Italia repubblicana riscopre e celebra la figura di Mazzini

rassegna stampa rassegna stampa 21 febbraio 2005

rassegna stampaROMA - 10 febbraio 2005 rassegna stampa

I “Liberi muratori” ricordano “con dolore, ri-spetto e sincera commozione le vittime delleFoibe, colpite da una cieca violenza frutto del-l’odio interetnico e delle ideologie nazionalistee razziste. Una tragedia nazionale che fa par-te della nostra storia e che tutti noi dobbiamoricordare senza ipocrisie e con serenità di giu-dizio”. Ad affermarlo, in una nota, è GustavoRaffi, Gran Maestro del Grande oriente d’Italia

di Palazzo Giustiniani in occasione della Gior-nata nazionale del Ricordo. “La rinascita dellalibertà e della democrazia nel nostro Paese –ha aggiunto Raffi – costarono sacrifici enormi,in particolar modo per le centinaia di migliaiadi italiani dell’Istria e della Dalmazia, vittime dipersecuzioni, di esecuzioni sommarie e co-stretti a lasciare da profughi le loro case”. “Siaquesta – ha concluso Raffi – una ulteriore oc-

casione per ricordare tutti insieme proprioquei principi di libertà e di democrazia checonsentirono al nostro Paese di risorgere do-po lo scempio della guerra e del ventennio didittatura fascista. Ancora di più ora che i prin-cipi di dignità della persona, di rispetto dei di-ritti umani e delle minoranze sono entrati a farparte della nuova Costituzione Europea”.

(ANSA)

Foibe: Grande Oriente

Tragedia da ricordare senza ipocrisia Raffi: “Sia occasione per ricordare principi di libertà e di democrazia”

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]“Nel processo di globalizzazione la centralitàetica dei diritti umani deve assumere una fun-zione significativamente determinante. Il pro-blema per i Liberi muratori resta quello della di-fesa della libertà e della felicità, diritti che de-vono essere garantiti a tutta l’umanità e non aduna parte soltanto’’. Lo ha detto il gran maestrodel Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustinia-ni, Gustavo Raffi, presentando il convegno sui““VVaalloorrii UUnniivveerrssaallii ee llaa RRiiffoorrmmaa ddeellll’’OOnnuu””, che sisvolgerà oggi in Palazzo Vecchio. Su questofronte, ha aggiunto Raffi “lo sforzo mondialedella Massoneria universale deve rivolgersi allarealizzazione piena delle prerogative proprie di

quelle Istituzioni internazionali che, come l’Onu- erede della Società delle Nazioni, ideata dai li-berimuratori - possono e devono rappresentareil luogo di mediazione delle controversie inter-nazionali e di affermazione dei valori fonda-mentali della Carta delle Nazioni Unite, tra iquali spiccano i diritti primari e il valore dellapersona; l’eguaglianza tra gli Stati, grandi o pic-coli; la giustizia e il rispetto degli obblighi deri-vanti dai trattati e dalle altre fonti di diritto in-ternazionale; il mantenimento della pace e del-la sicurezza internazionali; il divieto dell’usodella forza; la promozione del progresso eco-nomico e sociale di tutti i popoli’’.

Coordinati da FFaauussttoo PPooccaarr, Ordinario di Dirit-to Internazionale alla Università Statale di Mi-lano - già presidente del Comitato delle Na-zioni Unite per i Diritti Umani e attuale vice-presidente del Tribunale Internazionale delleNazioni Unite per la ex-Yugoslavia - gli stu-diosi presenti al convegno di Firenze si sof-fermeranno, in particolare, sulla verifica diquanto l’organismo internazionale è chiamatoa fare per la tutela e l’affermazione dei valorifondamentali che ne hanno ispirato la costitu-zione. La manifestazione rientra nella serie dieventi organizzati dal GOI per i 200 anni del-la sua fondazione.

“Il problema è rifondare l’Onu”. Lo ha detto ilGran Maestro del Grande Oriente d’Italia –Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, prima di in-tervenire ad un convegno organizzato dalCollegio circoscrizionale dei maestri venerabi-li della Toscana in Palazzo Vecchio a Firenze.Il Grande Oriente d’Italia ieri ha organizzato ilforum “valori universali e la riforma dell’Onu”con gli interventi di docenti di diritto interna-zionale e docenti degli atenei di Milano, Napo-li, Firenze, e Siena, nonché del vicepresidentedel Tribunale internazionale dell’Onu sui crimi-ni di guerra della ex Jugoslavia, Fausto Pocar.

“C’è un tema che a noi massoni sta a cuore –ha detto Raffi – ed è l’Onu. All’indomani dellatragedia della prima guerra mondiale i masso-ni lanciarono l’idea della Società delle Nazioni,cioè l’antecedente storico dell’Onu. Che abbiafunzionato bene o male è un altro discorso, mal’idea, l’utopia, resta tuttora valida”. SecondoRaffi “se si procede ad una disamina dei prin-cipi fondanti di questa istituzione li troviamoancora perfetti”. “Ma – ha aggiunto – il pro-blema è che non esiste lo strumento per appli-carli visto che gli stati, anche di nuova istitu-zione, vengono automaticamente ammessi al-

l’Onu a prescindere dal fatto che applichino erispettino i valori fondanti della carta delle Na-zioni Unite”. Per il Gran Maestro dunque, “ilproblema è quindi quello di istituire un organi-smo sopranazionale che faccia rispettare queiprincipi. Serve un movimento di massa, di po-poli per far si che si arrivi a questa entità so-pranazionale. In un’epoca di globalizzazione –ha concluso Raffi – l’uomo deve tornare cen-trale, non come mero consumatore di prodotti,ma un soggetto messo al centro di diritti comedi doveri, un uomo che vive con i suoi sogniperché questo deve essere il villaggio globale”.

“Il problema di oggi è rifondare l’Onu”: lo hadetto il Gran Maestro del Grande Oriente d’I-talia – Palazzo Giustiniani, Gustavo Raffi, pri-ma di intervenire ad un convegno organizza-to dal Collegio circoscrizionale dei maestri ve-nerabili della Toscana in Palazzo Vecchio.Raffi ne ha parlato affermando che “c’è un te-ma che, in particolare, a noi massoni sta acuore, ed è l’Onu. All’indomani della tragediadella prima guerra mondiale i massoni lancia-rono l’idea della Società delle Nazioni, cioèl’antecedente storico dell’Onu. Che abbia funzionato bene o male è un altro

discorso, ma l’idea, l’utopia, resta tuttora va-lida”.Secondo Raffi “se si procede ad una disaminadei principi fondanti di questa istituzione litroviamo ancora perfetti. Ma il problema èche non esiste lo strumento per applicarli vi-sto che gli Stati, anche di nuova istituzione,vengono automaticamente ammessi all’Onu aprescindere dal fatto che applichino e rispet-tino i valori fondanti della carta delle NazioniUnite”. Per il Gran Maestro, dunque, “il pro-blema è quindi quello di istituire un organi-smo sopranazionale che faccia rispettare quei

principi, visto che oggi l’Onu altro non è cheun luogo di incontro ove si discute, si ragionama dove alla fine i provvedimenti eventual-mente assunti non sono altro che ammonizio-ni che uno Stato, accetta o no a suo piacere”.Raffi è convinto che “vada spinto un movi-mento di massa, di popoli per far si che si ar-rivi a questa entità sopranazionale; diversa-mente potrà accadere, come è già accaduto,che in nome di quei principi negletti della car-ta dell’Onu, una potenza mondiale dica: io lifaccio applicare, io mi surrogo all’inerzia e al-l’inattività dell’Onu”.

numero 3-4 / 2005 19

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Lo afferma Gustavo Raffi

L’etica dei diritti al centro della globalizzazione

Lo ha detto a Firenze in occasione di un convegno

Raffi (massoni): “Rifondare l’Onu”

La massoneria:“Riformare le Nazioni Unite”

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Periodico informativo culturale Anno VI • Numero 2-3 • 15-28 febbraio 2005

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