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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - d.l.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma - filiale di Roma O.P.A.M. - Via Pietro Cossa, 41 - 00193 Roma - 1,30 - Taxe perçue - Tassa pagata - Rome Italy - Roma Italia foto comboni press APRILE 2012 - ANNO XL N. 3 Oltre lo steccato... la gioia Oltre lo steccato... la gioia

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SOMMARIO - L'editoriale: Annuncio di una nuova primavera - Approfondimento: Alfabetizzazione, 40 anni di progetti OPAM - Lezioni dal Sud del Mondo: dal Congo - Il programma del Convegno OPAM - I progetti del mese - Testimonianze dai progetti

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Editoriale

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Annuncio di una nuova primavera

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C on il trascorrere dell’età sembra che i ricordi delpassato ritornino più vividi, come se rivivessimooggi situazioni di decenni prima. Non so perché,

ma mi vengono in mente tante persone della mia infanziache, come in ogni piccola comunità, erano considerate unpo’ marginali e a volte eccentriche. Persone che non veni-vano chiamate per nome, quasi non fossero registrate a nes-suna anagrafe. Erano identificate per lo più da un difettofisico o psichico o da una limitazione: c’era il “muto”, il“gobbo”, il “matto”, il “cieco”, lo storpio poliomieliticoindicato come il “disgraziato”. A noi bambini incutevanoun certo timore perché si diceva che erano “segnati” da Dio,anche se a volte qualcuno, con la innocente crudeltà deipiccoli, osava da lontano mimarli in tono canzonatorio. Riaffiorano questi brandelli di memoria mentre in questasettimana Santa sto ripercorrendo i momenti conclusividella vicenda del Signore. E mi accorgo che anche Lui spes-so è identificato non con il suo nome proprio, Gesù, macon un tratto della sua vicenda terrena, quasi una limita-zione: il “Crocifisso”. E’ la denominazione più corrente,percepita meglio di ogni altra dalla nostra umanità perchépiù vicina alla nostra esperienza. La croce su cui è inchio-dato Gesù era un segno infamante. Nei primi secoli iCristiani evitavano perfino la rappresentazione delCrocifisso tanto era ripugnante questo genere di morte,riservata per i delitti più gravi ai non romani.Oggi la croce l’abbiamo ridotta spesso a un monile prezio-so, di cui far sfoggio senza pensare all’originale significato.Per chi crede, rivolgersi al Crocifisso significa riconoscereche proprio lì, nel limite supremo di una morte tra le piùorrende, segno di un totale fallimento, è nascosta l’essenza

più profonda della sua persona. Quasi che non si possacomprendere Gesù senza il suo appellativo identificativo:Crocifisso. Gesù di Nazaret continua ad essere per molti un segno dicontraddizione e di sconfitta. Ma per molti altri è la supre-ma rivelazione del Dio invisibile. Proprio nella sua carneferita, intrisa di sangue, martoriata, intravvedono in lui ilmistero di un amore inimmaginabile: dare la vita perchénoi vivessimo della Sua vita. Ciò che neanche i suoi amicicompresero quel Venerdì sul Calvario, lo intuì e lo pro-clamò un centurione romano: “Veramente quest’uomo eraFiglio di Dio!” Vedendolo morire, prima ancora di vederlorisorto. La suprema debolezza di un uomo (una morte infa-mante) ne rivela l’essenza più profonda (un Amore crocifis-so per la nostra salvezza).Ricevo di tanto in tanto lettere di persone sole, anziane,spesso malate. Quasi ogni settimana mi giunge notizia diqualche amico o conoscente messo alla prova dalla malattiao dal distacco di una persona cara. La croce non risparmiaproprio nessuno. Anche noi stessi siamo feriti e ne portia-mo i segni. La croce ci è compagna, specie in certe stagionidella vita in cui sembra che la debolezza, la malattia, la soli-tudine, rivelino la nostra identità più vera. Di fronte aldolore non trovo parole vere, che non siano di circostanza,se non quelle del Vangelo a cui ricorrere.Umilmente, col centurione, anche noi osiamo ripetere ilsuo atto di fede, che è un affidarsi a Lui. Molte volte, neldolore, la nostra mente può essere sconvolta sentendociindifesi e abbandonati. Potremo solo gridare, come il croci-fisso alla destra di Gesù: “Signore ricordati di me…”. Forsepotremo solamente afferrarci al duro legno della crocelasciandoci trasportare da Lui, che disse: “Quando saròinnalzato attirerò tutti a me”. Perché tutti sono chiamati algrande regno della vita. Non capiremo mai fino in fondo ilCrocifisso, ma Lui non è venuto perché lo comprendessi-mo, bensì perché ci aggrappassimo a Lui, crocifisso Amoreche ci accompagna nel grande viaggio della Vita oltre il tun-nel della morte. Vorrei che giungessero a tutti voi, Amici vicini e lontani,che con la vostra generosa solidarietà ci permettete di aiu-tare tanti fratelli e sorelle crocifissi dalla miseria e dall’anal-fabetismo, gli auguri più sentiti di una Santa Pasqua. Perchédopo il Venerdì Santo il Crocifisso è Risorto. Dopo la disce-sa agli inferi è rifulsa la Gloria del Vivente. Specialmente aimalati, agli anziani, alle persone provate dalla morte e dal-l’abbandono, a chi è rimasto senza lavoro, a tutti coloro chesperimentano in questo tempo gli inferi, l’augurio che lapietra di ogni nostro sepolcro sia ribaltata e rifulga la lucepasquale.

Don Aldo Martini

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camente inferiore a quello dell’istruzione dei bambini edei ragazzi, si è trattato di progetti destinati ad alfabetiz-zare simultaneamente un gran numero di persone e conimportanti e duraturi effetti, specialmente nel caso del-l'alfabetizzazione della donna, sulla qualità di vita dell'in-tero villaggio: riduzione della mortalità materno-infanti-le, maggiore scolarizzazione dei bambini, miglioramentoeconomico della famiglia, promozione sociale delladonna.Altro campo d'intervento è stato la costruzione di 42biblioteche di villaggio, la realizzazione di 17 progetti dieditoria di testi scolastici in diverse lingue locali africa-ne e il sostegno a programmi radiofonici per l'alfabetiz-zazione a distanza di popolazioni adulte in vaste aree iso-late di diversi Paesi dell'America Latina.Nel grafico vengono evidenziati separatamente i progettiriguardanti la formazione agraria, sulla quale molto èstato investito essendo le zone rurali quelle maggiormen-te interessate dai nostri progetti di alfabetizzazione.Migliorare il livello di istruzione in queste zone significamigliorare il livello economico di un Paese e ridurre l'i-nurbamento forzato nelle periferie delle grandi città.

La scelta del Microprogetto come modalità operativaLa scelta operativa dell'OPAM di finanziare microproget-ti (con importi medi di 3.900 € saliti ora a circa 7.000 €)ha mostrato la sua efficacia.Questo è stato reso possibile da:1- la progettazione in loco e la gestione del progetto daparte di un responsabile locale senza invio di personalecooperante espatriato.2- il coinvolgimento della popolazione locale nella rea-lizzazione del progetto e nella progressiva presa in caricofino all'auto-sostegno del progetto stesso.Ciò ha consentito di realizzare progetti a misura dellarealtà locale, facilmente rendicontabili e senza costruire"cattedrali nel deserto" cioè strutture con costi di gestio-ne e manutenzione proibitivi che continuano a creare neltempo dipendenza dagli aiuti.3- Inoltre l'intero importo erogato è stato investito nelprogetto poiché il basso importo stanziato e la sua gestio-ne da parte di un unico responsabile ha favorito la libertàda sistemi di corruzione.

Linee attualiIn questi anni abbiamo operato la scelta di ridurre ilnumero di Paesi nei quali intervenire identificando, neiPaesi selezionati, le aree maggiormente carenti riguardoall'istruzione.In queste aree cerchiamo di intervenire sull'alfabetizzazio-

L’OPAM ha recentemente partecipato all'impor-tante Convegno Internazionale “EMMILE inlibraries (and beyond)” European Meeting on

Media and Information Literacy Education, che si ètenuto a Milano il 27-29 febbraio. Attraverso un posterabbiamo presentato le attività svolte in questi quarant'an-ni a servizio dell'alfabetizzazione. Pubblichiamo la relazione che è servita ad illustrare il con-tenuto del poster.

L’OPAM è stata la prima Ong italiana ad occuparsi dialfabetizzazione. Dal 1972, anno della sua fondazione,sono più di 2.700 i progetti di alfabetizzazione finora rea-lizzati.

Dove abbiamo operatoI progetti dell'OPAM hanno interessato 88 Paesi delmondo (il 44% in Africa, il 34% in Asia, il 21% in Am.Latina e l’1% ha riguardato l'Europa (si trattava di garan-tire la ripresa della scuola in situazioni post belliche). Osservando il grafico del trend della distribuzione deiprogetti per continenti si nota una diminuzione dei pro-getti in America Latina ed in Asia e un incremento nelcontinente Africano.Nei primi anni dell'OPAM era difficile e spesso impossi-bile operare in Africa a causa del colonialismo ancora pre-sente in molti Paesi, delle difficili situazioni post colonia-li e delle numerose guerre che per anni hanno insangui-nato diversi Paesi Africani. Attualmente invece è propriol'Africa il continente dove si realizza il 65% dei progetti equesto anche grazie alla progressiva presa in carico delproblema istruzione da parte dei governi in diversi Paesisoprattutto dell'America Latina.

La tipologia dei progettiCome si può vedere dal grafico la maggior parte dei pro-getti ha riguardato il sostegno scolastico (1.233 progetti)attraverso il pagamento delle tasse scolastiche, lo stipen-dio agli insegnanti, la fornitura di libri e materiale didat-tico.Al secondo posto come numero di progetti realizzati cisono quelli che riguardano la costruzione (526 progetti),la ristrutturazione e l'arredo di scuole (375 progetti).Ciò dimostra che non è sufficiente costruire una scuolama è indispensabile, specie nei primi anni, garantirneanche il funzionamento.Altro settore d'intervento è rappresentato dall'alfabetizza-zione degli adulti (446 progetti) 290 dei quali hannoriguardato in modo specifico l'alfabetizzazione delledonne. Sebbene il numero di questi progetti sia numeri-

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Alfabetizzazione sostenibile:40 anni di micro-progetti OPAM

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ne con progetti diver-sificati (edilizia, for-mazione dei formato-ri, sostegno scolastico,formazione professio-nale e superiore, for-mazione permanente).Una area di interventoche sta avendo unnotevole svilupporiguarda la realizzazio-ne di scuole materne,sia perché in diversiPaesi è obbligatoria laloro frequenza perl'accesso alla scuolaprimaria, sia perché ilprecoce inserimentoscolare del bambinoriduce il lavoro mino-rile, favorisce il nor-male proseguimentodell'iter scolastico delbambino stesso e deisuoi fratelli maggiori econsente la promozio-ne del ruolo sociale elavorativo dellemamme. Molti progetti riguar-dano l’integrazionedello stipendio degliinsegnanti. Lo Statospesso li paga poco emale delegando allefamiglie di farsi caricodel problema. Il risul-tato nella migliore delle ipotesi è il sovraffolla-mento delle classi, con conseguente bassa qualitàdell'insegnamento o l'abbandono della scuola aparte degli insegnanti per trovare miglioriopportunità lavorative. Per evitare ciò, garantirela sopravvivenza della scuola e migliorare la qua-lità dell'istruzione l'OPAM realizza diversi pro-getti di sostegno e di formazione continua per gliinsegnanti.

Prospettive futureIn maggio l'OPAM celebrerà il suo 40°di atti-vità. Lo slogan scelto per questo anno è

“dall’ABC alla reciprocità”. Si terrà il 18-19 maggio unConvegno internazionale come strumento di riflessione econfronto per:1- riconsiderare i rapporti tra Nord e Sud del Mondo2- condividere differenze e valori comuni 3- costruire insieme una nuova modalità di cooperazione

basata sulla reciprocità4- identificare nuovi obiettivi educativi 5- dare una nuova definizione al concetto di sviluppo. Vi aspettiamo in tanti per aiutarci in questa importanteriflessione per il futuro dell’Associazione.

Anna Maria ErreraVice Presidente dell'OPAM

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per il bene, per la felicità e non per il male e la sofferenza.La fragilità non è determinata dalla zona geografica di ori-gine, ma costituisce la verità comune di ogni uomo: di essasi può diminuire la portata migliorando alcune condizio-ni di vita. Non è normale ad esempio che si possa perderela vita per una malattia banale, facilmente prevenibile ocurabile2. A livello sociale l’uomo del Sud dovrà operareuna trasformazione creativa delle proprie condizioni divita attraverso i mezzi e le conoscenze rese disponibili dallascienza e dalla tecnica. Deve prendere dimestichezza conquei mezzi che possono aiutarlo a ricuperare la propriadignità umana.L’uomo del Sud deve impegnarsi in questo slancio di tra-sformazione con umiltà, senza ignorare la fonte e l’autoredi ogni progresso e sviluppo: Dio, il quale deve rimanereil suo partner principale. Ecco la lezione che il Sud del Mondo ha da donare alNord.Le condizioni di estrema povertà e di miseria indescrivibi-li, nelle quali vive l’uomo del Sud, non hanno tuttavia maiaffievolito in lui il senso di umanità. Quest’uomo malgra-do le condizioni deplorevoli in cui vive, resta ancoraprofondamente uomo di relazione. Egli crede fortementenella società, che rappresenta il suo spazio vitale primor-diale. E’ legato alla società ed è cosciente del proprio inso-stituibile ruolo come anello di questa grande catena. Perquesto motivo egli partecipa attivamente alla vita dellapropria comunità condividendo con gli altri tutti gli even-ti felici (nascita, matrimonio e tutte le altre occasioni difeste), come gli eventi tristi (lutto e guerre).Consapevole che la società è il luogo dove l’essere umanosi realizza pienamente, l’uomo del Sud è anche pienamen-te solidale. Egli assiste coloro che pensa siano più biso-gnosi di lui e condivide il poco che possiede. La sua è unavita votata agli altri. Tutto ciò lo fa disinteressatamente,senza pensare ad una ricompensa né ricercando un van-taggio personale nei gesti di attenzione e di servizio all’al-tro. Dona gratuitamente, senza secondi fini.In ultimo egli è profondamente religioso. Vive una vita inarmonia sia con la natura che con l’Essere Supremo nelquale ha una fede ferma, perché è considerato il principiodella vita sua e della sua comunità. Egli sviluppa questosenso religioso attraverso il culto a Dio, le preghiere e lapratica delle altre virtù umane e cristiane. L’uomo del Sud si mostra agli occhi del mondo con ilvolto di un uomo sereno, gioioso, che non ha difficoltà arealizzare il motto francescano “Pace e Bene”. Questi sonoi valori che l’uomo del Sud può offrire a quello del Nord.

P. Jean-Bertin Nadonye (Vice-Prov. dei Cappuccini inCongo)

L’ uomo per sua natura è fragile. Di fronte all’im-possibilità di risolvere tutti i problemi che la vitagli pone, fa l’esperienza del suo limite e della sua

evidente fragilità.Questo è ancora più palese nell’uomo del Sud del Mondorispetto a quello che vive nel Nord. Quest’ultimo infatti,consapevole della propria fragilità, nel corso della storia hareagito e lottato per ridurne la virulenza.Al contrario nel Sud del Mondo questa fragilità è vissuta ilpiù delle volte come una fatalità che va accettata come tale,poiché costitutiva della natura umana.Per renderci conto dell’importanza attuale di questa pro-blematica e delle conseguenze dei due diversi modi viverela fragilità, occorre innanzitutto fare un’analisi della situa-zione al fine di proporre possibili soluzioni per l’avvenire etrarre quelle lezioni che il Sud può donare al mondo inte-ro.L’esperienza della fragilità umana infatti, sebbene ricono-sciuta in ogni angolo del pianeta, non è tuttavia recepita ovissuta da tutti nello stesso modo. Prendendo in conside-razione ad esempio i due blocchi, Nord e Sud del Mondo,è già possibile osservare una netta differenza.Le difficili condizioni di vita del Sud continuano ad allar-gare il divario col Nord, se si considera il numero impres-sionante di persone drammaticamente private della vita acausa della fame, delle guerre, della mancanza di acquapotabile, di medicine, di adeguate condizioni igieniche,dell’analfabetismo, ecc. Tutte problematiche che nel Norddel Mondo sono largamente superate ormai da parecchidecenni. In queste condizioni di vita, l’uomo del Sudappare in tutta la sua fragilità.Limitato dalle leggi della natura e dalle condizioni ambien-tali, incatenato alla stretta osservanza e al rispetto degli usie costumi della propria tradizione o di religioni che pro-mettono una felicità immediata, vittima dei suoi stessiregimi politici asserviti agli interessi personali dei gover-nanti, l’uomo del Sud appare il più fragile di tutti. Fortunatamente il mondo è diventato un piccolo villaggio,e il confronto risveglia oggi più di ieri la coscienza dell’uo-mo del Sud di fronte a queste situazioni disumane. Egliinizia allora ad impegnarsi per migliorare le proprie condi-zioni di vita, aiutato anche da alcune realtà come ad esem-pio la Chiesa e diversi organismi sociali caritativi

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sistono in questo sforzo di correggere la sua mentalità ras-segnata ad accettare la propria situazione come una fata-lità. Se è vero infatti che la fragilità è costitutiva della natu-ra umana, essa non ne rappresenta la condizione ideale. Sesenza dubbio è fondamentale che ogni uomo abbiacoscienza di questa sua insita fragilità, tuttavia egli, proprioper la sua dignità di creatura, fatta ad immagine e somi-glianza del Creatore, è chiamato a cercare di ridurne alme-no in parte gli effetti senza dimenticare che non deve uni-camente affidarsi alle proprie forze, ma può fiduciosamen-te contare su Dio con il cui aiuto tutto è possibile. L’uomo del Sud non può ridurre le conseguenze e l’impat-to della fragilità se non impegnandosi in un lavoro di tra-sformazione su un duplice fronte, interno ed esterno. A livello di coscienza personale egli deve operare un cam-biamento assiologico, per convincersi di essere stato creato

Lezioni dal Sud del MondoLa fragilità dell’uomo del Sud: per un dialogo con l’uomo del Nord

1 - Pensiamo in modo particolare all’OPAM, ai preziosi servizi resi permigliorare attraverso l’alfabetizzazione e l’istruzione le condizioni delle per-sone in tutto il mondo in questi 40 anni dalla sua fondazione. Cogliamol’occasione per presentare le nostre vive felicitazioni a tutti coloro che hannolavorato in questa grande opera. Possa Dio benedirli e proteggerli.2 - Facciamo qui riferimento alla morte dell’Abbé Bienvenu della diocesi diBokungu-Ikela che l’OPAM ha ricordato in un articolo sul Blog della diocesi,deplorando le condizioni del decesso imputabili alla mancanza delle medicineper la cura del diabete.

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Sono Suor Rosanna Favero, della Congregazionedelle Suore Ancelle Missionarie del SantissimoSacramento, da 20 anni nelle Filippine. Vivo e lavo-ro a Mabini, un villaggio del VicariatoApostolico di San Jose, che si trova nell’isola diMindoro Occidentale. Grazie all’OPAM, che ciaccompagna nel nostro percorso sin dai primi annidi missione in questo posto, siamo riusciti a pro-muovere programmi di alfabetizzazione per bam-bini, soprattutto attraverso le adozioni a distanzae a rendere consapevoli le loro famiglie della gran-dissima importanza che ha l’istruzione nella vita diun essere umano. Non lontano dal nostro villaggio si trova quello diPalaisdaan, una riserva ittica formata da vasche diacqua marina dove viene allevato il pesce che poisarà venduto. Molte sono le famiglie di pescatoriche risiedono in questa zona poverissima e malsa-na. L’area infatti è formata più da acqua che daterra, le case sono costruite lungo i viottoli di terrae sabbia che delimitano le grandi vasche per l’alle-vamento dei pesci. Scarseggia l’acqua potabile e ilpoco terreno non consente la coltivazione di frut-ta e verdura. Tuttavia la possibilità di trovare unlavoro sia pure a giornata nella piscicoltura e nellesaline attira molte famiglie giovani, per cui ilnumero delle misere capanne cresce di anno inanno. La riserva è totalmente priva di infrastruttu-re e quindi anche si scuole. In particolare non esi-ste nulla per i più piccoli, né una scuola materna néun locale che li accolga durante il giorno, mentre igenitori e i fratelli più grandi sono al lavoro e nonpossono prendersi cura di loro. Per ovviare a que-sta grave carenza vorremmo dotare la riserva di unluogo adatto a intrattenere i bambini, che possafunzionare da scuola materna per i più piccoli, conprogrammi adeguati alle loro esigenze, e da unascuola preparatoria per i bambini di 5-6 anni chepotrebbero frequentare l’anno di studio obbliga-torio per accedere alla scuola elementare, che sitrova al di fuori della riserva. Gli alunni sono all’incirca sessanta, ma essendo il

MESSICO proget to 1724Progetto 1920 FILIPPINE

villaggio in crescita il loro numero è destinato adaumentare. La struttura, che sorgerà in un’areaincolta di circa un ettaro di proprietà del VicariatoApostolico ai confini col villaggio di Mabini, saràcostituita da un capannone di circa 50 mq su unabase di cemento, con le pareti in legno e bambù eil tetto in lamiera. Si cercherà di concentrare l’atti-vità didattica nella mattina per evitare i doppiturni, resi difficili dalle distanze. L’importanza diquesto progetto è stata subito recepita dai genito-ri. Abbiamo incontrato le famiglie e chiesto la lorodisponibilità per la manodopera: la maggioranza siè impegnata a dare il proprio contributo, sicché laspesa da sostenere riguarderebbe solamente l’ac-quisto del materiale. I lavori saranno seguiti gra-tuitamente da un anziano ingegnere di San Jose.Abbiamo già sperimentato strutture simili, che sisono dimostrate affidabili e di facile realizzazione.La vicinanza col nostro villaggio consentirà ad unadelle nostre suore di assumere la responsabilitàdella scuola e fare da supporto alla maestra che sioccuperà dei bambini. Chiediamo aiuto all’OPAMper costruire e arredare del necessario questa scuo-letta, che permetterà a tanti bambini di accederead un percorso formativo che li metterà in gradocol tempo di diventare uomini e donne autonomi.Lo presentiamo con fiducia chiedendovi di aiutarcia far sentire loro che non sono soli nel loro cam-mino verso la vita.

Una scuola per i figli dei pescatori di PalaisdaanIn una riserva per l’allevamento delpesce i bambini più piccoli sono total-mente emarginati e senza possibilitàalcuna di poter accedere all’istruzione.In tale contesto anche una scuolamaterna può fare la differenza.

Prog. 1920costruzione della struttura 3.000 €arredo (sedie, tavoli, armadi, lavagna) 1.000 €

Contributo richiesto 4.000 €

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Si tratta di ricostruire il sistema scola-stico fortemente compromesso dopole distruzioni e i saccheggi della guer-ra nel nord della R.C.A. a cominciaredalle scuole elementari. Ancora unavolta la Chiesa è in prima linea in que-st’opera profondamente umanitariaper il futuro di una nazione.

Sono l’Abbé Michel Ningando, 46 anni, par-roco di Notre Dame des Anges a Kabo, nelladiocesi di Bossangoa. Sono al tempo stessovicario episcopale, responsabile della Caritasdiocesana e della pastorale dei rifugiati. Vi pre-sento questo progetto riguardante la scolariz-zazione dei bambini di Kabo, una delle 13 parroc-chie della diocesi, situata al centro-nord dellaR.C.A. ai confini con il Ciad. Si estende su unasuperficie di 7.921 km², caratterizzata in prevalen-za da savana. Comprende i comuni rurali di Sido edi Ouaki. Ha una popolazione di 37.491 abitanti didiverse etnie, costituita per il 60% da giovani ebambini. Le lingue ufficiali parlate sono il Sangoed il Francese. L’agricoltura è l’unica fonte di sopravvivenza e,con strumenti ancora rudimentali, si coltivanofrutta, sorgo, miglio, arachidi, sesamo, manioca edil cotone per l’esportazione. Per la sua posizione èservita come luogo di rifugio nel corso delle varieribellioni centrafricane. Sono ben visibili i segniche la guerra ha inferto ai villaggi. Una larga partedella popolazione è fuggita nel Sud del Ciad men-tre altri vivono ancora nascosti nella savana.Nessuna struttura scolastica è sfuggita ai saccheg-gi e alle distruzioni. La scuola di Kabo, che funzionava dal 1954, è statasaccheggiata e distrutta. Anche gli insegnanti assegnati a Kabo hannorinunciato all’incarico o sono fuggiti per mettersiin salvo. In queste condizioni un numero elevato

REP. CENTRAFRICANAProgetto 1921

di bambini e giovani in età scolare sono stati alungo privati del diritto fondamentale dell’istru-zione per l’assenza di strutture, di insegnanti qua-lificati, di materiale didattico. La Parrocchia davanti a questa situazione desolan-te non poteva stare passivamente a guardare e da3 anni ha riaperto la scuola a Kabo utilizzando inpiù turni le stanze di una casa religiosa abbando-nata. Ma si sente forte il bisogno di costruire unavera scuola che risponda alla nostra preoccupazio-ne di una istruzione di qualità per tutti i bambinidel luogo, di un’educazione solida che possa lorogarantire un futuro non di sola sopravvivenza e lirenda capaci di affrontare coraggiosamente lesfide di questo mondo in veloce e continuo cam-biamento. Tenendo conto che gli alunni iscrittisono almeno 500, si vorrebbero costruire, in tappesuccessive, quattro edifici aventi ciascuno tre clas-si. Chiediamo il vostro aiuto per la costruzione delprimo blocco.Veder nascere la nuova scuola sarà far fiorire lasperanza che, dopo tante sofferenze, la vita puòrisorgere dalle macerie della guerra. E la scuolastessa diventerà strumento per coltivare la pacenel cuore delle nuove generazioni.

Un blocco di 3 aule per la scuola elementare di Kabo

Prog. 1921

costruzione di un blocco di tre aule 8.045 €contributo locale -545 €

Contributo richiesto 7.500 €

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Sono Evariste Tuyisenge, direttore del Centro diFormazione Professionale St. Martin di Gisenyi,una città sulle rive del lago Kivu, nell’ovest delRuanda ai confini con la Rep. Dem. del Congo. IlCentro è stato creato dalla diocesi di Nyundonel 1988 per rispondere ai bisogni reali dei giova-ni che per varie ragioni hanno interrotto gli studi. Il Ruanda, con i suoi 26.338 kmq e oltre 8 milionidi abitanti, è poco più grande della Sicilia ma conuna densità di oltre 300 ab. per kmq, che lo rendesovrappopolato. La mancanza di terra e la disoc-cupazione sono le principali cause della povertàdel Paese, la cui prima conseguenza è l’alto tassodi analfabetismo, che si aggira intorno al 50%. Lescuole secondarie scarseggiano, specie nelle zonerurali. La guerra e il genocidio del 1994 hannostravolto la struttura familiare. Molti hanno persoi genitori, i fratelli, le sorelle rimanendo comple-tamente soli e senza mezzi. Tra i sopravvissutisono numerosi i disabili a seguito di traumi eamputazioni. Tante le persone con problemi psi-chici dovuti agli orrori della guerra, i cui effetti sifaranno sentire ancora a lungo. Un altro gravissi-mo problema è la diffusione dell’AIDS, una delleprime cause di morte nel Paese. Il nostro Centro si rivolge ai ragazzi e ragazze dai14 ai 20 e costituisce l’ultima opportunità per chiè rimasto senza un titolo di studio e quindi rischia

MESSICO proget to 1724Progetto 1922

Dopo gli orrori del genocidio molti gio-vani, rimasti orfani o traumatizzati,sono stati costretti ad abbandonare lascuola o non hanno potuto frequen-tarla regolarmente. L’unica alternativaè imparare un mestiere che permettaloro un futuro dignitoso in un Paeseancora profondamente ferito.

Formazione professionale al Centro di Gisenyi

RUANDA

l’emarginazione. Le scuole professionali infattisono poche nella regione, ma sono decisive perpreparare artigiani competenti e utili per il loroinserimento nel progresso socio-economico delPaese. Nell’attuale situazione della regione sonospecialmente ricercati sarti, elettricisti, idraulici,saldatori ed ora anche esperti di informatica. IlCentro organizza corsi la cui durata varia da 1 a 2anni ed è apprezzato per la qualità della forma-zione che offre. Nel 2011 gli apprendisti sono stati205 in totale: 115 nei corsi della mattina e 90 (inmaggioranza portatori di handicap) in quellipomeridiani. Le famiglie che possono contribui-scono all’acquisto del materiale scolastico e delledivise, ma molte vivono sotto il livello di povertà emolti allievi sono orfani. Il Centro incontra perciònumerose difficoltà ad andare avanti, specialmen-te a procurare ogni anno il materiale tecnico e leattrezzature per l’addestramento che si sonodeteriorate e vanno sostituite. In passato l’OPAMci ha già aiutato. Osiamo ancora chiedere un aiutoper la sostituzione e l’acquisto del materiale tecni-co necessario ai corsi per un anno.

Prog. 1922

materiale per la sartoria 1.616 €per la saldatura 2.221 €per l’idraulica 2.277 €per il settore elettrico 722 €per il settore informatico 164 €

Contributo richiesto 7.000 €

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Sono Suor Lucia Latas delle Suore Agostiniane diNostra Signora dell’Annunciazione, a servizio delladiocesi di Quelimane nella Provincia delloZambézia. E’ una diocesi molto vasta (62.557 kmq)con circa 2 milioni di abitanti, di cui 633.000 sonocattolici. Quelimane è la quarta città delMozambico. Dal suo porto partivano gli schiavi neisecoli passati. L’80% degli abitanti vive in barrios (quartieri) dipalhotas (case di paglia e fango), privi di elettricità,fogne e acqua potabile. Noi svolgiamo la nostramissione in un barrio di Quelimane chiamatoFloresta, dove le condizioni umane e sociali sonoestremamente precarie.La maggior parte della gioventù appartiene afamiglie molto povere, senza lavoro e prive persi-no del cibo quotidiano, che si riduce a quanto rie-scono a produrre nei loro orti, la cura dei quali èaffidata quasi sempre alle donne. I bambini che vanno a scuola a pancia vuota fati-cano a seguire le lezioni e sono spesso assenti per-ché ammalati. Difficilmente hanno la possibilità diproseguire gli studi oltre la VIIa classe. Fino alla VIIa

classe il governo garantisce l’istruzione gratuita male scuole pubbliche forniscono un insegnamentomolto carente a causa del sovraffollamento (anche120 alunni per classe) e della scarsa preparazionedegli insegnanti. Di solito le lezioni si svolgono intre turni di tre ore ciascuno. Dopo la VIIa per lamaggior parte dei bambini l’alternativa è la strada,dove trovano impiego in lavori precari e più spes-so nella prostituzione e nella microcriminalità.Le scuole private funzionano meglio, ma sonopoche le famiglie che hanno la possibilità di iscri-vervi i figli. Nel nostro barrio non ne esiste neppu-re una. Dopo un capillare lavoro con le famiglieper motivarle a mandare i propri figli a scuoladando loro un’opportunità formativa di qualità,nel 2004 abbiamo aperto la “Escola PrimariaCompleta Nossa Senhora de Anunciaçâo”, unascuola comunitaria in cui parte degli insegnanti

sono pagati dallo Stato e parte sono a carico dellanostra Congregazione. La scuola ha due sezionicomplete per un totale di 14 classi ed è frequenta-ta da 498 alunni. Nell’ultimo anno abbiamo avuto grosse difficoltà agarantire lo stipendio agli insegnanti a causa dellacrisi economica che sta investendo anche il nostroPaese. Inoltre a fronte del continuo aumento dellerichieste di iscrizione abbiamo dovuto aumentareil numero di insegnanti a nostro carico e integrareil misero salario di quelli pagati dallo Stato.Garantire loro uno stipendio adeguato è impor-tante per assicurare un insegnamento di qualità edimpedire che insegnanti ben preparati cerchinoaltrove migliori opportunità lavorative. Al momen-to abbiamo 17 insegnanti di cui 9 totalmente sti-pendiati da noi (147 € al mese per 9 mesi) e altri 8stipendiati dallo Stato ai quali diamo un’integra-zione di 41 € con l’aiuto della nostra casa madre aSan Giovanni Valdarno. Vi chiediamo di sostenerciper garantire gli stipendi ai 9 insegnanti per l’annoscolastico 2012 che inizia a febbraio e si concludein ottobre. Il vostro generoso contributo ci aiute-rebbe a proseguire questa importante opera edu-cativa, che sta dando ottimi frutti per i giovani diquesta difficile realtà. Anticipatamente grazie dicuore.

MOZAMBICOProgetto 1923

Stipendi a 9 insegnanti del barrio Floresta di Quelimane

Una scuola di qualità in un barrio dellaperiferia della quarta città delMozambico è l’ancora di salvezza deibambini e dei giovani di strada, efficaceforma di prevenzione della microcrimi-nalità e investimento per un futuro digni-toso.

Prog. 1923

stipendio a 9 insegnanti (9 x147€ x 9 mesi) 11.907 €

Contributo richiesto 11.907 €

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Baeya e Pelenge, R.D.Congo:300 bambini Pigmei ci dicono grazie!

C ari benefattori e amici aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa la scolarizzazione dei bambini Pigmei della diocesidi Kole per l’anno scolastico 2010-2011 è stata pos-

sibile grazie al vostro prezioso aiuto (Prog.1841/novembre2010). Come sapete il popolo Pigmeo nel nostro Paese èfortemente emarginato. Nessun programma di sviluppoprende in considerazione i loro bisogni fra i quali il piùpenalizzato è il diritto all’istruzione. Il 95% della popolazio-ne Pigmea infatti è ancora analfabeta. Per contribuire all’au-topromozione di questo popolo, dal 1982 la Caritas delladiocesi di Kole ha avviato diversi progetti a sostegno dellaformazione degli adulti in campo agrario e dell’istruzionedei bambini, realizzando due scuole primarie negli accam-pamenti di Baeya e Pelenge. Le spese di scolarizzazione sonointeramente a nostro carico non potendo contare sulle fami-glie, troppo povere e scarsamente consapevoli dell’impor-tanza dell’istruzione per il futuro dei loro figli. Ma, comepotete immaginare, i costi sono molto alti per noi.Il vostro aiuto è stato fondamentale e ci ha permesso dipagare gli stipendi ai nostri 26 insegnanti e ai 2 direttori, digarantire la realizzazione di un corso di aggiornamento pertutto il personale docente e di accogliere 300 allievi fornen-do loro il materiale scolastico necessario.Per la refezione, siamo riusciti a far fronte all’aumento deiprezzi, garantendo a tutti un pasto completo al giorno, gra-zie alla produzione di riso coltivato dai Pigmei che frequen-

tano la scuola agricola diPelenge che l’OPAM hasostenuto al suo avvio nel2009 con il Progetto1772. I risultati scolasticisono stati più che soddi-sfacenti: il 90% degliiscritti ha terminato l’an-no scolastico con ottimirisultati. La dispersionedel 10% è per noi un tra-guardo importante consi-derato che abbiamo a chefare con una popolazioneseminomade che neiperiodo di raccolta deiprodotti della forestaabbandona i villaggi econsiderata la scarsa sensi-bilità delle famiglie sul-

l’importanza dell’istruzione. Tutti i nostri insegnanti hanno lavorato con impegno ecompetenza garantendo un’istruzione di qualità a questipiccoli.Avendo ricevuto l’accreditamento statale, il prossimo annogli stipendi dovrebbero essere pagati dal governo, ma con-tiamo ancora sul vostro aiuto per il resto delle spese, affin-ché il progetto di scolarizzazione dei piccoli Pigmei possacontinuare a portare i suoi frutti per l’integrazione e il futu-ro di questo popolo.Vogliate accettare da parte del personale docente, delle fami-glie e da me personalmente l’espressione della nostra piùprofonda gratitudine. Con riconoscenza.

Abbé Hubert Etambalako(Direttore della Caritas diocesana di Kole)

Perù, Tacna:sostegno scolastico e refezione a 150 bambini

C arissimi amici dell’OPAM, aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa il Centro “Ayuda Fraterna” della parrocchia di S.Juan Bautista di Tacna, grazie al vostro prezioso

aiuto, ha potuto realizzare nel corso dell’anno un grosso pro-getto (Prog.1814/maggio 2010) di sostegno scolastico e diequilibrata alimentazione per i piccoli delle famiglie piùpovere del quartiere della estrema periferia della città, fami-glie per lo più emigrate dalle regioni andine. Si sono coperte, con i vostri fondi, le spese relative a 150

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Stipendi a 9 insegnanti del barrio Floresta di Quelimane

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di questa bella esperienza.L'analfabeta, si sa, è un emarginato. Oggi più che mai.Nell’era digitale che avanza prepotente anche qui aTremedal, chi non sa leggere e scrivere non suscita più com-passione. Semmai suscita derisione. Anche in chiesa, allafaccia della carità cristiana, chi legge male e incespica nelleparole è ridicolizzato. Siamo nel secolo della comunicazioneglobale e veloce! In questa regione, che solo da pochi anniemerge dall’isolamento e dal disinteresse dei governanti,abbiamo ancora molti giovani che neanche il nome sannomettere sul libro della parrocchia il giorno del matrimonio.Mi mostrano il pollice, con sguardo triste, e aspettano,come un cagnolino bastonato, che dia loro la spugnetta conl'inchiostro per l'impronta digitale.Per loro e per i loro bimbi ho ottenuto dall’OPAM un pic-colo segno di speranza: un doposcuola (Prog.1864/marzo2011). Il progetto si è concretizzato nell’aiutare 54 fanciullie adolescenti della scuola primaria della nostra cittadina afare i compiti per casa in un doposcuola di alta qualità. Illocale è una sala della parrocchia di Tremedal, la quale si èpresa in carico le spese di acqua, energia elettrica e pulizie. Ipartecipanti sono stati scelti da due insegnanti adulte eresponsabili, Milena e Miriam, in stretta unione con la dire-zione della scuola elementare “Exuperio Silva”.Prima di iniziare il progetto, all’inizio di marzo, ci fu l’in-contro con i genitori, o almeno con la madre, di tutti iminori che le maestre della scuola elementare ci avevanosegnalato come bisognosi di essere coinvolti nel progetto operché ripetenti o per la difficoltà a seguire il programmascolastico.Nella riunione, ampiamente partecipata, si sono chiaritiobiettivi e regole. Non perché il doposcuola era gratuitosarebbe stato permesso impegnarsi poco o partecipare al ral-lentatore. Chi non avesse mostrato responsabilità dovevalasciare il posto ad altri alunni.Gi alunni individuati sono stati divisi in sei gruppi e ognigruppo ha avuto un’ora giornaliera di accompagnamento.

bambini, per l’intero anno, e si è anche potuto allestire unasilo nido per l’accoglienza dei più piccoli, dai 2 ai 5 anni.Il Centro ha potuto in questo modo proseguire e attuare ilsuo programma di sviluppo integrale della persona umana,aprendo i nostri piccoli e le loro famiglie alla speranza di unfuturo migliore. Infatti questo Centro, nato per combatterel’analfabetismo e la denutrizione, ha attivato un programmapermanente di sostegno agli studi dei bambini in età scola-re, prevedendo per loro un pasto giornaliero. Le famiglie ricevono dal Centro anche un appoggio peda-gogico che le aiuta a crescere i loro figli in modo responsa-bile e consapevole della loro dignità di persone.Ringrazio il Signore di avermi offerto questa possibilità diaiuto alla nostra gente e ringrazio tutti voi che avete volutodarmi una mano concreta nella realizzazione di questo pro-getto che ha fatto maturare un sentimento di solidarietà trale famiglie. Un grosso grazie a nome di tutti!

P. Josè Jesus Amaya León(Parroco di Tacna)

Tremedal, Brasile:se 54 vi sembrano pochi…

C inquantaquattro non è il numero dei miei anni.Sono passati da un po’. Non è nemmeno un nume-ro magico. Cinquantaquattro è il numero dei bimbi

e degli adolescenti che hanno frequentato nove mesi didoposcuola qui alla parrocchia di Tremedal. E con lo stessonumero, cioè tutti, sono stati ammessi alla classe superiore.Una festicciola a base di un dolcetto e di un bicchiere disucco di frutta ha segnato, i primi di dicembre, la chiusura

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Tre gruppi dei più piccoli al mattino (9 per gruppo) e tregruppi dei più grandicelli al pomeriggio. Gli orari andava-no dalle 8.00 alle 11.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Il supporto scolastico è stato fornito dalle due insegnanti(una al mattino e una il pomeriggio), che mensilmenteincontravano le maestre delle classi scolastiche frequentatedai minori. Ciascuna delle nostre insegnanti ha ricevuto unpiccolo incentivo in denaro, per i nove mesi di attività.Quaderni, fotocopie, penne, colori, matite e gomme sonostate offerte ad ogni piccolo alunno perché nessuno potesseaccampare scuse per non fare i compiti di casa.La spesa complessiva è stata un poco inferiore a 5.000 Euro.All’OPAM ne abbiamo chiesti 3.500. Il resto l’abbiamopreso dagli aiuti che la diocesi di Adria- Rovigo ci invia, trat-ti perlopiù dai fondi dell’otto per mille della ChiesaCattolica.E’ poco? Sì, ne siamo coscienti. E’ un segno per gli ammi-nistratori della città e per le famiglie di qui? Ci crediamomolto. Famiglie e scuola hanno gradito e ringraziato. Tuttigli alunni del doposcuola sono stati promossi.Vogliamo spezzare, con questa e altre iniziative che inten-diamo realizzare, la barriera della vergogna che separa glialunni in classe tra chi è seguito a casa nello studiare e fare icompiti e chi non ha questa fortuna. Crediamo di poterincidere anche nel tessuto sociale della città, con la diminu-zione dei fenomeni di violenza e di prostituzione minorile.E’ solo un primo passo, come dicevamo all’inizio, ma cisembra di averlo dato con decisione, serietà e tempestività.

Don Gabriele Fantinati(Responsabile del progetto)

Maria Pinto, Cile:una Biblioteca, dono del Cielo

C ari benefattori e amici dell’OPAM, aaaaaaaaaaaa “Una biblioteca … dono del cielo” nella localitàrurale di Maria Pinto, nella diocesi di Melipilla in

Cile, è veramente il regalo più grande che voi poteste farciper i nostri campesinos (Prog.1831/settembre 2010). Datempo capivamo la necessità e l’urgenza di offrire alle fami-glie dei contadini, che vivono in situazione di estremapovertà, di emarginazione e, per molti ancora, di analfabe-

tismo, il dono dell’istruzione e dei suoi benefici. Ci era tut-tavia difficile realizzare il nostro sogno per l’impossibilità adaffrontare spese tanto elevate. Oggi, invece, come ben pote-te vedere dalle fotografie, grazie a voi, la meraviglia si è com-piuta!Saranno soprattutto i bambini e i ragazzi i maggiori benefi-ciari di questo spazio culturale e per loro si apriranno oriz-zonti di conoscenze nuove e, speriamo, di un avveniremigliore.Abbiamo voluto intitolare questa biblioteca comunitaria aSuor Roselyne de Revières, Missionaria di Nevers, mancatanel 2009. La suora è stata con la sua vita, per molti anni, unatestimone significativa di Vangelo incarnato tra i nostri con-tadini, al servizio di questa Diocesi, dando un’attenzionetutta particolare al mondo femminile. Siamo certi che oggi ancora continuerà dal cielo il suo ser-vizio missionario e, mentre gioirà della felicità di questicampesinos, otterrà su di noi e su di voi, carissimi Amici,ogni benedizione dal Cielo.

P. Miguel Ángel Carrasco (Parroco di Maria Pinto)

Salak, Camerun:miglioramenti alla scuola del villaggio

C arissimi amici e responsabili dell’OPAM, aaaaaa ci sono delle espressioni di gioia e dei “grazie” cosìgrandi da non poterli racchiudere su un semplice

foglio. E’ a nome dei nostri bambini, delle loro famiglie,degli insegnanti e della popolazione tutta di Salak, il nostrovillaggio in diocesi di Maroua, che veniamo oggi a rinno-varvi il più grande, cordialissimo ringraziamento per averrisposto alla nostra richiesta di aiuto (Prog.1852/dicembre2010). Il progetto è stato ultimato e l’anno scolastico è sere-namente iniziato. Le classi sono splendide con armadio,

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Tam tam 2012

C arissimi amici e benefattori, aaaaaa con gioia vi partecipo i risultati del progetto per legiovani mamme, realizzato a Digsa

(Prog.1817/luglio 2010). Il cammino, iniziato pochi annifa per aiutare le giovani mamme eritree a diventare donneautonome, intraprendenti, pilastro portante per le famiglie,sta realizzandosi in pienezza. Il progetto, rivolto a 106 gio-vani mamme fra i 18 e 35 anni ha prodotto i frutti deside-rati e le donne, acquisendo le nozioni riguardanti le malat-tie infettive sessualmente trasmissibili, l’alimentazione e lasalute dei bambini, l’economia domestica, l’igiene persona-le e ambientale, stanno divenendo buone animatrici, ingrado sempre più di risollevare il tenore di vita all’internodella propria famiglia e dell’intero villaggio. Il seminario diformazione, pubblicizzato in ospedale dagli amministratorilocali, si è svolto nell’arco di 15 giorni (6 giorni a settimanae per 6 ore al giorno). I corsi erano aperti a tutte: unico cri-terio per l’accettazione è stato quello dell’età. Alle parteci-panti erano garantiti il trasporto giornaliero e i pasti, oltre almateriale didattico. Il seminario è stato condotto da cinqueistruttori, tutti infermieri qualificati e specializzati nellediverse discipline, con lunga esperienza in centri ospedalieridel Paese. Le partecipanti hanno usufruito di alcune novitàtecnologiche quali, ad esempio, le proiezioni audiovisive cheillustravano gli argomenti trattati. Gli ottimi risultati conse-guiti all’esame di fine corso confermano l’interesse, la serietàe l’impegno delle giovani mamme nel seguire questa oppor-tunità formativa. Il momento di consegna degli attestati dipartecipazione e del premio di presenza è stato accolto datutte con entusiasmo. Dal 2009 promuoviamo questi semi-nari a favore delle giovani. Ne sono stati realizzati 29, chehanno contribuito alla formazione di 2.273 donne, le qualistanno suscitando grandi e positivi cambiamenti nei lorovillaggi. E’ senz’altro una formula vincente. Grazie per avercreduto in questo progetto e per il vostro generoso aiuto,che ci ha permesso di realizzare il nostro sogno. Un affet-tuoso saluto.

Sr. Abrehet Solomon(Responsabile del progetto)

banchi, cattedra e sedia per il maestro e i nostri piccoli occu-pano ciascuno il proprio posto. Con orgoglio seguono illibro di lettura, ricevuto in dono, e i maestri, a cui è statofornito il necessario materiale didattico, lavorano con entu-siasmo e una migliore preparazione.Anche per i sanitari sono stati effettuati i lavori e tutto, nelsuo insieme, dà alla scuola quel tocco di efficienza che tantodesideravamo.Attualmente la scuola ha un effettivo di 340 alunni ma lerichieste di iscrizione sono moltissime, anche da parte dialunni che fuggono dalla scuola pubblica per venire da noi.Siamo costretti a limitare il numero per poter offrire un inse-gnamento adeguato e di qualità. Grazie a tutti voi, amici carissimi e generosissimi, a cui cisentiamo legati ormai da affetto e a cui assicuriamo il nostroricordo in preghiera.

Suor Gabriella Giovani (Responsabile del progetto)

Digsa, Eritrea:formazione delle giovani mamme

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Roma:Solidarietà contagiosa

Nel giornale del mese di novembre 2011 dava-mo il resoconto delle iniziative promossenella Parrocchia di S. Policarpo dal Gruppo

Missionario animato da Rita e Paolo Capuzzo.L’allestimento di una mostra sul tema: “L’istruzione:un diritto o un dovere?” non solo aveva catalizzato l’in-teresse dei ragazzi e di tanta gente, ma aveva contagia-to altri due gruppi Parrocchiali: il Gruppo Teatraleteatrale della “Compagnia dell’Agnello” e il Gruppo diDanza “E’ più ballo insieme” Gli sforzi congiunti ave-vano permesso di finanziare in buona parte il Progetto1890 per l’istruzione e l’apprendimento di un mestie-re di oltre 100 ragazze della Parrocchia di Saint Odilea Bogou in Togo (Prog.1890/luglio 2011). Ci giungenotizia che l’iniziativa ha avuto un seguito lusinghie-ro allargandosi alla Scuola Media Cecilio Secondo nelquartiere. Grazie al lavoro di promozione di alcunidocenti, compresa la Preside, i giovani allievi sonostati sensibilizzati ad apprezzare la fortuna che hannodi poter andare a scuola e usufruire delle sue struttu-re per la loro formazione. La proiezione in alcune clas-si di un CD informativo sulle attività dell’OPAM, èstata l’occasione di dibattito e riflessione.Il risultato, oltre alla presa di coscienza di problemati-che in parte nuove e vicine ai loro interessi, si è subi-to concretizzato in una spontanea raccolta di fondiconvogliati sullo stesso Progetto in favore delle ragaz-ze del Togo.Ma, come si sa… l’appetito vien mangiando. Anche ilgruppo sportivo parrocchiale non ha voluto essere dameno e gli animatori dei piccoli atleti che ogni sabatocalcano il campetto parrocchiale hanno pensato dicoinvolgere bambini e genitori attorno ad una grandeiniziativa: comporre un album di figurine dei giocato-ri d’epoca. Il grande lavoro di progettazione e stesuradell'album è stato fatto dall'instancabile StefanoArenaccio, il "direttore sportivo" del gruppo. In segui-to tutti gli allenatori, insieme a molti ragazzi dellaparrocchia, e anche alcuni genitori, si sono prodigatiper l'imbustamento delle figurine (un lavoro imma-ne...!), così da poterle distribuire e creare una situa-zione di ricerca e scambio sul modello dei grandialbum Panini.Il progetto ha avuto un grande successo – ci scrive

Matteo Sardo - e possiamo devolvere oltre 2.000 € percontribuire a comprare le divise scolastiche (un paiodi sandali, calzoni e maglietta) per i 1.380 bambinidel di una scuola di Cibitoke, uno dei quartieri peri-ferici di Bujumbura, la capitale del Burundi(Prog.1919/marzo 2012).Quanto è avvenuto nella Parrocchia di S. Policarpo èun esempio eloquente di come animatori sensibilipossono far convergere su temi concreti l’interesse deibambini e delle famiglie e come la sinergia delle realtàdel territorio (parrocchia, scuola, famiglie) può giun-gere a risultati insperati, smentendo quel pessimismoche ci vorrebbe tutti pigramente rassegnati dinanzialla “nequizia dei tempi”. Grazie ai giovani, anagrafi-camente e non, che gravitano nel territorio di SanPolicarpo che ci scuotono dal nostro scetticismo e cidimostrano che “volere è potere”. Ci auguriamo chequesto esempio possa trovare tanti emulatori.

Don Aldo

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Hanno collaborato alla sua realizzazione: Lina CamilloHanno collaborato alla sua realizzazione: Lina Camillo(Revisione artistica); GS S, Policarpo (scelta dei nomi);(Revisione artistica); GS S, Policarpo (scelta dei nomi);Stefano Arenaccio (Grafica e foto); Emanuela BorghettoStefano Arenaccio (Grafica e foto); Emanuela Borghetto(Coord. con l’Oratorio) ; Matteo Sardo (Coord. con il Gruppo(Coord. con l’Oratorio) ; Matteo Sardo (Coord. con il GruppoMissionario); I ragazzi dell'oratorio (ConfezionamentoMissionario); I ragazzi dell'oratorio (Confezionamentobustine); Franco Delfini ed Emiliano Sangiovanni (Supportobustine); Franco Delfini ed Emiliano Sangiovanni (Supportologistico); Ennio Ragnoni e Lamberto Ceccacci (Stampa);logistico); Ennio Ragnoni e Lamberto Ceccacci (Stampa);Don Paolo (Supporto organizzativo). Grazie alle famiglieDon Paolo (Supporto organizzativo). Grazie alle famigliedei nostri iscritti e a tutti i simpatizzanti del GSSP per ladei nostri iscritti e a tutti i simpatizzanti del GSSP per lafiducia e la simpatia dimostrata.fiducia e la simpatia dimostrata.

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O.P.A.M. - Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ONG-ONLUS. Mensile di informazione - Direttore Responsabile: MarioSgarbossa - Redazione: Alfredo Bona, Anna Maria Errera, M.Grazia De Strobel, Letizia Custureri, Aldo Martini - Autorizz. del Tribunale di Roma n. 14589 del 7-6-1972. Grafica: Stefano Carfora. Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma, Tel. 06.4393933Finito di stampare nel mese di aprile 2012 • Quota annuale 15 € - 23 CH.F.

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“I bambini di oggi saranno gli adulti di domani.

Sono essi il nostro domani. E il futuro che desideriamo

è un futuro in cui la gente possa sorridere”

Don Aldo Martini (Presidente OPAM)

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