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L'Araldo Sant'Antonio di di Trani PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO Registrazione Tribunale di Trani n° 13 del 31 Gennaio 1949 Anno 63 - n° 3 - Maggio 2012 Associato USPI € 0,13 Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti - 76125 Trani (BT) Centro Socio-Educativo Antoniano - Casella Postale 550 - C.C.P. n° 995704 Tel. 0883 507133 - Fax 0883 492505 - e-mail:[email protected]

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L'AraldoSant'Antonio

di

di TraniPERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO

Registrazione Tribunale di Trani n° 13 del 31 Gennaio 1949

Anno 63 - n° 3 - Maggio 2012Associato USPI€ 0,13

Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti - 76125 Trani (BT)Centro Socio-Educativo Antoniano - Casella Postale 550 - C.C.P. n° 995704

Tel. 0883 507133 - Fax 0883 492505 - e-mail:[email protected]

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L'Araldo di Sant'Antonio

Carissimi amici e be-nefattori, il mese di Maggio che ci ap-prestiamo a vivere, è un mese ricco di

diversi appuntamenti. E’ il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna, la Madre di Gesù e la madre nostra, Colei che Gesù nel momento più tragico, sofferente, della sua vita prima di morire, ha donato all’umanità. E Maria da Madre non si è mai tirata indietro, non ha mai abdicato alle sue responsabilità e alla nuova vocazione ricevuta da suo Figlio. Dopo essere stata la Madre del Figlio di Dio, ora Le viene chiesto di divenire la nostra Mamma. Ogni mamma è protagonista della vita che nasce, Maria La Madre è presente con gli apostoli nel Cenacolo nel giorno della Pentecoste, giorno della nascita della Chiesa.

A Lei, Mamma, sono chiamate a guardare tutte le mamme del mondo, in questo mese dedicato anche a loro e che trovano nel 13 Maggio “ Festa della mamma”, un connubio speciale. Era il 13 Maggio del 1917 quando per la prima volta Ma-ria apparve, proprio nella fedeltà al compito materno ricevuto, a tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, a Fatima. La mamma , dono meraviglioso al mondo, con la sua capacità di dono totale, dedizione, amore. Chi può ,dopo Dio, amarci come una mamma, e Dio non ama con un cuore tenero di madre? Auguri a tutti le mamme perché mentre ringraziano Dio del dono di esserlo, non dimentichi-no nell’affetto, nella preghiera e nella solidarietà coloro che per tante ragioni non hanno potuto esserlo e tutti quei figli e figlie che la mamma non ce l’hanno più... pur trovandosi nella estrema necessità di averne una. Grazie ancora a tutte quelle mamme giovani o meno che nei gesti piccoli di ogni giorno ci sono vicine in questa opera di cura e formazione dei tanti ragazzi e ragazze che le vicende della vita ci affidano.

Il Signore e la Vergine Santa, con Sant’Antonio e Sant’ Annibale Maria, anche lui padre e madre di tanta misera gioventù , vi benedicano dal cielo colmandovi di ogni grazia.

Padre Carlo, direttore

Letteradel

Direttore

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La figura della mamma nel nucleo familiare resta centrale e decisiva per l’armonia del gruppo e soprattutto per la crescita fisica e morale dei figli. Quando questo punto di riferimento viene a mancare, per un qualsiasi motivo, nella famiglia gli

scompensi aumentano. A tal proposito sarà bene concentrare l’attenzione sul difficile equilibrio che molte donne cercano d’instaurare tra l’impegno professionale e quello domestico. Le leggi e le condizioni dello Stato italiano non sempre aiutano: ci sono aziende che non tutelano la maternità, licenziando il più delle volte chi è in attesa di un figlio; gli asili nido scarseggiano e solo in alcune realtà sono presenti all’interno della struttura lavorativa, a disposizione delle dipendenti che hanno un bambino piccolo.

La routine della donna impegnata nel mondo del lavoro, toglie spesso tempo pre-zioso per seguire i figli nell’attività di studio. La delega a baby sitter o persone di fiducia non sempre porta i frutti sperati, specialmente se ci si trova nei primi anni di scuola. Certo, l’ideale sarebbe sempre un lavoro part – time, che permettesse alla donna di conciliare più facilmente le due sfere, ma sappiamo che in molti casi le aziende, quelle private in particolare, pretendono un impegno a tempo pieno. Nei casi più difficili, dal punto di vista economico, vi sono famiglie che, specialmente in questo contesto di crisi, hanno assoluto bisogno del lavoro di entrambi i genitori.

Nella maggior parte dei settori professionali, lo snodo tra tempi da dedicare al lavoro e quelli da rivolgere alla famiglia diviene sempre più stretto. Che fare dunque? I casi di ragazzi in difficoltà, se non in condizione di bullismo sono sempre in aumento e nella maggior parte dei casi queste situazioni, vengono attribuite alla scarsa presenza dei genitori nella vita dei figli e non sempre giu-stamente. La sempre più frequente frase “oggi viene a prendervi la nonna” è una sorta di pas-separtout per i ragazzi, ma al tempo stesso una certificazione di assenza, causa lavoro.

E peggio avviene quando i nonni non ci sono neppure. Per un approfondimento dell’argo-mento, invitiamo i nostri affezionati lettori ad interessarsi, anche tramite il web ed altri mezzi di comunicazione all’ “Incontro Mondiale delle fa-miglie” in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno, con un’analisi sul tema : “ La famiglia: il lavoro e la festa”. Le Wonder woman che riescono a conciliare lavoro e famiglia vanno aiutate con la collaborazione e l’amore, elementi fondamentali per la buona condotta del pianeta Famiglia, una terra sempre più bisognosa di esplorazione, at-tenzione e cura da parte di analisti, Stato ed enti.

Giovanni Ronco

MaMMe e Lavoro, sFIda seMpre dIFFIcILe

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Una bella icona di madre, nella Bibbia, è quella di Agar, la schiava egiziana di Sara, moglie di Abramo. Agar ad Abramo partorisce Ismaele, quel figlio che Sara ancora non poteva dargli. Sara divenuta a sua volta madre di Isacco vedendolo giocare con Ismaele il figlio della schiava presa

da gelosia, convince Abramo a cacciare la schiava Agar e il figlio, Ismaele. Abramo, pur dispiaciuto,li manda via.

Leggiamo dalla Bibbia: La cosa dispiacque molto ad Abramo...Ma Dio disse ad Abramo:” Non ti dispiaccia questo, per il fanciullo e la tua schiava, ascolta la parola di Sara”. Abramo si alzò di buon mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar, caricandoli sulle sue spalle Le consegnò il fanciullo e la mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il deserto di Bersabea. (Gen. 21,8-21)

La storia è tristissima. Che cosa vi troviamo? Vi troviamo la gelosia di Sara, la debolezza di Abramo che, pur preoccupato non sa dire di no, a sua moglie e, come se non bastasse, Dio incoraggia Abramo, in un progetto apparentemente, malvagio, che porterà Agar e Ismaele a smarrirsi nel deserto. Dio permette il loro smarrimento nel deserto, e si pone scandalosamente dalla parte di Sara.

Ma davvero questo Dio, che permette ad una madre e ad un figlio di smarrirsi nel deserto, è così crudele come sembra? Può Dio comportarsi così? Restiamo al racconto. Presi dalla drammaticità e dalla pena che questa vicenda suscita, forse non abbiamo notato due piccoli elementi del racconto: il pane e l’acqua, posti sulle spalle di Agar. Il pane e l’acqua: simboli di vita e di speranza. Dio, sulle spalle dell’umanità, piegate dalla cattiveria degli uomini pone sempre germi di vita e di speranza. Agar e Ismaele nello smarrimento e nel cammino, hanno vita e speranza.

Il camminare nel deserto e nello smarrimento, per colui il quale si affida a Dio, è un esercizio di speranza. Agar e Ismaele rimasti senz’acqua nel deserto attendono la morte. Dio da questo punto di

non ritorno, comincia ad agire. È l’inizio della materna paternità di Dio. Il pozzo era lì, ma Agar non lo vedeva. Agar è sotto lo sguardo di amore e misericordia di Dio. Quel Dio che era stato, scandalosamente dalla parte di Sara, ora, si inserisce in quel tessuto di miseria, scrivendo una storia di salvezza. Il piccolo otre ora lascia lo spazio al pozzo. Il miracolo che Dio compie per Agar è quello di aprirle gli occhi affinchè possa vedere quello che prima non vedeva perchè i suoi occhi erano chiusi dalla disperazione. La disperazione, infatti, chiude gli occhi, rende incapaci di vedere e di riconoscere. Attraverso lo smarrimento e il cammino noi impariamo a veder quello che prima noi per disperazione non vedevamo. Dio du-rante il nostro cammino nel deserto ci offre la speranza in piccoli otri che contengono l’acqua sufficiente, secondo Dio, a sostenere il nostro cammino nella vita. Ciò che noi non sappiamo, la materna paternità di Dio già lo conosce.

don Vito Martinelli

La Materna paternItà dI dIo

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Riscoprire il cammino della fede, ci offre la possibilità di mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia e il rinnovato

entusiasmo dell’incontro con Cristo.Condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il

luogo della vita, verso l’acqua viva, verso l’amicizia con Gesù, Figlio di Dio, verso Colui che ci disseta e che ci dà la vita in pienezza, perchè è Lui la “Via , Verità e Vita”, è un compito meraviglioso che Gesù stesso ha affidato alla sua Chiesa, a noi.

Capita spesso che i cristiani si diano maggiore preoccupazione per le conseguenze sociali , culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare la fede come un presupposto ovvio del vivere comu-ne. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale ma spesso viene perfino negato, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone.

Non possiamo accettare che il sale della terra diventi insipido, nè che la luce sia tenuta nascosta. ( Mt. 5,13-16).

Anche l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi al pozzo come la Samaritana per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui , a fidarsi di Lui, ad attingere alla sua sorgente zampillante di acqua viva.( Gv. 4.14).

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna. ( Gv: 6.27). Cosa dobbiamo fare allora se non credere in Colui che il Padre nel suo grande Amore ci ha mandato? ( Gv. 6.29). Credere allora in Gesù è la via per poter giungere in modo defi-nitivo alla salvezza.

L’anno della fede, diventa un invito ad un’au-tentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.

La fede che si rende operosa per mezzo della Carità, diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo. L’A-more di Cristo che colma i nostri cuori ci invia sulle strade del mondo ad annunciare a tutti questo Amore di Dio per l’uomo. Allora la fede ricevuta in dono, cresce quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Buon cammino.

verso L’anno deLLa Fede2a parte

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Non ricordava da quanto tempo fosse lì, seduta, lo sguardo perso nel vuoto. Non riusciva nemmeno a distinguere cosa stesse guardando lì fuori. Il cielo

era grigio, grigia era la sua vita, vuota, come vuoto era il suo grembo. Sì perché anche questa volta il suo sogno era naufragato! Squillò il telefono, Giulia non rispose, di sicuro era sua madre che voleva sapere se avesse bisogno di qualcosa.

Paolo l’aveva accompagnata a casa dopo l’ospedale, un saluto veloce sussurrato a mezza voce e poi via, era corso al lavoro, sembrava quasi non volesse distoglierla da quel suo doloroso torpore.

Vedrai ce la farai, starai meglio e la vita tornerà come prima, le disse prima di scappar via.

Prima di che? Si chiese Giulia, possibile che Paolo non capisse il vuoto di quelle parole? Si riferiva forse a prima del matrimonio? Prima che rimanesse incinta? Prima che….?!

Ma lei non voleva ripensare al “prima” lei voleva un futuro, ed in quel futuro voleva che ci fosse un figlio, una piccola parte di sé, con cui costruire la vita. Nulla ormai aveva più importanza per lei. Paolo aveva il suo presente fatto del suo lavoro,delle partite di calcetto del venerdì, il cinema e poi i viaggi di lavoro sempre più frequenti, per lui tutto andava bene con o senza figli.

Per lei no!Passarono i giorni,Giulia tornò al lavoro, nel laboratorio di analisi che dirigeva, ormai passava più tempo

lì che a casa, illudendosi che il tempo potesse passare inesorabile e le togliesse la voglia di pensare.Fu lì che la vide la prima volta. Poteva avere circa otto anni, entrò titubante in laboratorio col braccino

dalla pelle candida, scoperto, pronto per il prelievo.Giulia le chiese, il suo nome. È la prima volta che ti vedo qui. In realtà non le importava più di tanto ,

voleva solo sciogliere il ghiaccio, temendo che la bimba avesse una crisi di pianto.Mi chiamo Nastia. Nastia?? Che nome è? Deriva da Anastasia, sai io sono ucraina.Ah! E’ un bel nome e tua madre dov'è? La mamma non c'è, sono qui con Suor Rosy. Capisco...! Invece non capiva o meglio non voleva capire! Fece il primo di una lunga serie di prelievi,

Nastia aveva una malattia per cui, doveva sottoporsi a controlli e cure periodiche.Chi firma l’autorizzazione ai prelievi? Chiese Giulia alla suora che accompagnava la piccola.Firmo io, Nastia è sotto la tutela del Tribunale, sua madre l'ha abbandonata in istituto quando ha

saputo della malattia.E rimarrà sempre con voi?

Pina De Palo(continua)

InsIeMe aL cIrco

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Il nostro cuore è pieno di gioia per le attenzioni e l'affetto che da più parti ci giungono, a sostegno del nostro cammi-

no scolastico e formativo. Da parte nostra cerchiamo di mettercela tutta per cogliere questa opportunità che la vita ci offre attra-verso la Divina Provvidenza che si manifesta attraverso i vostri gesti semplici, concreti e costanti. Abbiamo anche noi festeggiato la Santa Pasqua che ha portato in mezzo a no gioia e armonia.

La vita nostra nel Centro scorre serena e impegnata, tra pranzo, gioco, studio, labo-ratori vari aiutati da diversi animatori che si dedicano a noi con competenza e passione. Siamo nel Mese di Maggio il mese della Madonna della Madre delle madri, e a lei affidiamo tutte le mamme del mondo. Noi siamo ragazzi e non sempre capiamo l'impor-tanza di quello che ci viene richiesto di fare e ci viene donato, ma pian piano speriamo di essere più reattivi davanti a tutti questi insegnamenti.

Il Centro con grandi sacrifici, grazie anche al vostro sostegno, si è dotato di un piccolo parco giochi (con la speranza di poterlo ancora ampliare) a norma di sicurezza con altalene, castello, mollettoni ecc. per il gioco e il divertimento dei più piccoli tra noi, mentre i più grandi trovano nel gioco del pallone e della palla a volo l'opportunità di dare il me-glio di sé. Grazie ancora di cuore per quello che avete fatto e continuerete a fare.

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Istituto Antoniano Maschile PP. Rogazionisti, Via Sant'Annibale M. Di Francia. 133 - 76125 TRANIBanco Posta - codice IBAN: IT35 N076 0104 0000 0000 0995 704 - codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXBanca Prossima - codice IBAN: IT54 V033 5901 6001 0000 0012 249 - codice BIC/SWIFT: BCITITMX

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Cuore dolcissimo di Gesù che avendo detto: "Pregate il Padrone della Messe perchè mandi operai nella sua messe", ci hai dato fiducia di esaudirci quando questa grande grazia ti domandiamo, noi ti supplichiamo per intercessione di Sant’ Annibale Maria Di Francia di mandare nella Santa Chiesa numerose e sante vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa, missionaria e coniugale, per il bene delle anime e la gloria di Dio tuo e nostro padre. Amen

Preghiera a Sant'Antonio di Padova

Amabilissimo Sant'Antonio di Padova, che sei stato arricchito dal Signore di grazie specialissime e del dono di operare prodigi a favore di chiunque ricorre a te con viva fiducia, volgi su di me il tuo sguardo amorevole, perchè possa ottenere dalla Divina Bontà, il fervore della fede, della speranza e della carità, la grazia di comprendere ed eseguire in tutto la Divina Vo-lontà, di avere la pace della coscienza, la purezza dei comportamenti, la fedeltà e la perseveranza nel bene. Ti prego ancora o Santo Taumaturgo di difendermi dal male, di confortarmi nelle afflizioni, di provvedermi nelle necessità, di liberarmi dai pericoli e di assistermi nelle ultime ore della mia

vita, in cui confortato dalla tua presenza e assistenza possa avere la sorte di affidare l'anima mia alla grazia del Signore, per poterLo lodare, benedire e ringraziare in eterno. Amen (Sant'Annibale M. Di Francia). Istituto Antoniano Maschile - Trani (Bt)

Per aiutarci nella nostra opera con donazioni, offerte ecc., si consiglia di utilizzare le forme di bonifico postale o bancario, secondo le coordinate qui specificate. Per lasciti a nostro sostegno si prega di utilizzare la seguente dicitura: " Lascio

(o dono) all' Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti di Trani, Via Sant'An-nibale M. Di Francia, 133 per le proprie opere caritative (specificare cosa)".

Per maggiori informazioni rivolgersi al direttore telefonando al numero 0883.507133 - 580120, oppure usando l'indirizzo mail: [email protected] Grazie di cuore.