2 h b.a.r.i. la cultura del cibo.pptx ultimo
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La cultura del cibo
SCUOLA STATALE SECONDARIA DI I GRADO
MICHELANGELO
BARI
CIBO E CULTURE
CLASSE II H
INTRODUZIONE
Il tema del cibo e dell'alimentazione è un tema complesso in cui convivono:
• passato e presente,
• tempo e spazio,
• natura e cultura,
• vicino e lontano
Emozioni, sentimenti e pensieri, elementi biologici e aspetti culturali, valori e rappresentazioni sociali si intrecciano, coinvolgendo corpo e mente.
comprendere la dinamicità della nostra cultura alimentare,
soprattutto locale (pugliese e barese) riconoscendo in essa
gli aspetti maggiormente soggetti alle persistenze (vedi
orecchiette) e/o ai cambiamenti ambientali e culturali (vedi
grano arso);
analizzare i più significativi temi riguardanti l’alimentazione
(antropici, economici, ecologici, storici) utilizzando fonti
varie;
individuare nell’alimentazione tipica della nostra cultura di
riferimento, quella mediterranea, alcuni elementi delle
società multiculturali;
cogliere alcune contraddizioni di fondo relative al tema
CIBO: produzione, consumo, spreco, mancanza.
Gli obiettivi fondamentali delle nostre attività sono stati:
Per comprendere alcuni aspetti di questa complessità,
abbiamo effettuato, sotto la guida dei nostri docenti,
diversi percorsi a livello interdisciplinare.
BUONA
Alla ricerca di gusto,
sapore, genuinità,
attraverso vissuti
personali, esperienze e
ricerche.
PERCORSO AUTOBIOGRAFICO
PERCORSO ESPERIENZIALE
▪ PERCORSI DI COLLEGAMENTO
INTERDISCIPLINARE E
DI RICERCA
TIPOLOGIA DEI PERCORSI DI LAVORO
AREA
LINGUISTICO-
ARTISTICA
AREE:
• STORICO-
GEOGRAFICA
• SCIENTIFICA
• LINGUISTICO-
STRANIERA
• ARTISTICA
• RELIGIOSA
PERCORSO AUTOBIOGRAFICO
Attraverso il cibo ogni popolo esprime la propria
cultura materiale, che varia con la lingua, il
territorio abitato e il modo di abitarlo, le relazioni
che si instaurano fra le persone e gli usi di una
data popolazione.
Il punto di partenza dei nostri percorsi di
approfondimento è stato quindi la nostra regione,
la nostra città, noi stessi.
FASI DEL
PERCORSO
AUTOBIOGRAFICO
1. INCIPIT O STIMOLO
2. ANALISI DEL
LINGUAGGIO
PUBBLICITARIO
3. RACCOLTA DI RICETTE
4. SELEZIONE ED
ELABORAZIONE DATI
•
I FASE: INCIPIT
La prima fase è stata di stimolo.
Per «tirar fuori» più facilmente i nostri vissuti in relazione al
cibo, abbiamo svolto attività quali:
Brainstorming sul tema «Alimentazione»;
Lettura di brani narrativi relativi al tema;
Visione alla LIM di:
• vignette, quadri e immagini
• film: «LA FABBRICA DI CIOCCOLATO»
• filmati (spot pubblicitari, documentari, ecc.);
Esperienze di scrittura autobiografica;
Discussione di fatti di cronaca o di nostri aneddoti.
II FASE:
ANALISI DELLA
PUBBLICITÀ SUL
CIBO
Abbiamo selezionato le
etichette dei prodotti
alimentari preferiti e/o più
presenti nelle nostre case per
comprendere attraverso
l’analisi delle tecniche
persuasive dei messaggi
pubblicitari come questi
riescano ad influenzare i
nostri comportamenti
alimentari
III FASE:
RACCOLTA DI
RICETTE
Abbiamo riportato, su di
un quaderno, con l’aiuto
dei familiari, le ricette,
complete di ingredienti e
procedure, dei cibi
preferiti e di quelli meno
amati se non addirittura
detestati.
Successivamente, suddivisi in gruppi, abbiamo raccolto e
riordinato le ricette dei
• PIATTI PREFERITI
• PIATTI DETESTATI
e le abbiamo classificate e catalogate in:
• PRIMI PIATTI
• SECONDI E CONTORNI
• PIATTI UNICI
• DOLCI
Tra questi abbiamo poi selezionato le ricette tipiche
locali
Abbiamo poi individuato, nelle ricette raccolte, i seguenti
elementi:
• gli ingredienti (es. locali o esotici),
• le tecniche di preparazione (es. più o meno lunghe o
elaborate),
• gli strumenti necessari (es. utensili, cotture),
• le occasioni (es. quotidiano, feste religiose) e la
tipicità (es. tradizionale o innovativo).
IV FASE:
SELEZIONE ED
ELABORAZIONE
DATI
I dati raccolti sono stati,
infine, selezionati e ordinati
in tabelle di sintesi in cui
sono state riportate le ricette
più ricorrenti con tutte le
informazioni utili per
comprendere preparazioni
origini e caratteristiche di
ogni piatto.
Rielaborazione dei dati al
computer
RICETTA INGREDIENTI
MODALITÀ E
GRADO
DIFFICOLTÀ
STRUMENTI
PARTICOLARI
DA USARE
CALORIE
ORIGINE e/o riferimenti
geo/storici
curiosità
OCCASIONI E
RICORRENZE
Questa fase è stata completata con la selezione delle
ricette più gradite e la relativa tabulazione al computer
RICETTA INGREDIENTI MODALITÀ E GRADO DIFFICOLTÀ
STRUMENTI PARTICOLARI DA USARE
CALORIE ORIGINE e/o riferimenti geo/storici curiosità
OCCASIONI E RICORRENZE
Orecchiette Con le cime di rapa 6 PORZIONI
PER LA PASTA: • 200 g di semola di grano duro • 400 g di farina. PER CONDIRE: • 1 kg di cime di rapa • 4-5 filetti di acciughe • 2 spicchi d’aglio • 1 dl d’olio • peperoncino • sale • pepe
ESECUZIONE RICETTA IMPEGNATIVA TEMPO PREPARAZIONE 60 MIN TEMPO COTTURA 25 MIN TEMPO TOTALE 1H E 25 MIN
Matterello e tavola in legno per la pasta
532 CALORIE
Non vi sono documenti certi che attestino la paternità pugliese delle orecchiette. Lo storico latino Varrone parla delle "lixulae", un tipo di pasta rotonda col centro concavo. I pugliesi dicono che la forma delle orecchiette è quella dei trulli. Altri parlano di discendenza ebraica.
Festività
MINESTRONE PUGLIESE 4 PORZIONI
900 g di cime di rapa • 2 cipolle • 150 g di pasta tipo tortiglioni • 3 cucchiai di pecorino grattugiato • peperoncino in polvere • 5 cucchiai d’olio • sale • pepe
ESECUZIONE RICETTA: FACILE TEMPO PREPARAZIONE 45 MIN TEMPO COTTURA 2H E 10 MIN TEMPO TOTALE 2H E 55 MIN
CALORIE 225 CALORIE
Ad accomunare tanti piatti della Puglia è la cottura contemporanea di verdure e pasta nello stesso recipiente, che vengono poi a costituire un piatto unico sostanzioso, spesso “addizionato” con il meraviglioso pomodoro pugliese. Non fanno eccezione le preparazioni a minestra, che si avvalgono poi dei prelibati ingredienti offerti dal territorio: l’olio innanzitutto, denso e gustoso, oltre che ricco di qualità nutritive. Divenuto famoso per il suo sapore deciso, ne basta davvero un filo per dare sostanza, e profumo, a qualsiasi preparazione.
Settimanale
• Dopo l’elaborazione dati, nel «debriefing», ci siamo resi
conto che c’era una sostanziale coincidenza tra i piatti della
tradizione e i cibi preferiti, primo fra tutti, dolci a parte, le
orecchiette con il ragù o con le cime di rapa.
• Proseguendo nel percorso, relativo alla conoscenza della
cultura del cibo, abbiamo quindi deciso di approfondire
tutto ciò che dal passato sino ad oggi ruota intorno alle
«ORECCHIETTE» divenuto uno dei piatti simbolo di
BARI e della Puglia e ormai famoso in tutto il mondo.
• Ancora una volta per diventarne pienamente consapevoli
Siamo partiti dalle nostre esperienze.
PERCORSO
ESPERIENZIALE
IMMERGERSI IN ESPERIENZE SIGNIFICATIVE PER
RICONOSCERE LA PROPRIA STORIA E I PROPRI
MODELLI
La parola “esperienza” rimanda ad una vasta pluralità di
significati, specialmente all’interno di un percorso come
questo. Le esperienze possono essere di tipo fisico, sensoriale,
percettivo oppure possono essere esperienze emotive,
cognitive, relazionali, culturali e artistiche come la visita a
«BARI VECCHIA»
che ci ha fornito, nel percorrerne le stradine e nel
visitare musei, una serie di stimoli spingendoci a cercare
risposte.
Spinti dalla curiosità e dal bisogno di approfondire siamo
andati, quindi, alla ricerca di qualche chiarimento…
«La povertà.
La cucina barese è
fondamentalmente povera e i
suoi piatti “forti” sono infatti
il pesce e tutto ciò che ha a che
fare con l’agricoltura. A Bari si
mangia “semplice”.
Ad esempio il pesce non deve
essere esageratamente condito (a
differenza di ciò che avviene in
altre regioni d’Italia): il barese
quando lo assapora vuole sentire
“l’odore del mare”.»
Qual è la caratteristica
principale della cucina barese?
La verdura!
Essendo quella barese una cucina semplice e povera e considerato che il popolo barese è stato
fin dalle sue origini un popolo agricoltore, è inevitabile che molti dei suoi piatti tipici (dalle
orecchiette alle cime di rapa, a fave e cicorie) siano basati su ortaggi, erbe spontanee e altri
tipi di verdura.
Quale altro piatto non manca mai sulle nostre
tavole?
• Inoltre siamo grandi
produttori di olio d’oliva e
quindi anche questo
prodotto è alla base della
nostra cucina, così come le
olive, di diversi tipi, che si
mangiano spesso come
antipasto a tavola.
Il patrimonio gastronomico della cucina
pugliese, generalmente semplice quanto a
preparazioni, poggia fondamentalmente
sulla qualità degli ingredienti, su
sapori genuini e decisi, su rustiche
invenzioni come quella di creare la
pasta con le proprie mani, usando le
materie prime locali, anche perché
anticamente non era semplice procurarsi
la pasta di produzione industriale.
DUNQUE
Il settore delle paste fatte a mano,
pertanto, presenta mille variazioni sul
tema: orecchiette, strascinate, lagane,
laganelle, fusilli, troccoli,
chianchiarelle, minguicchie,
pociacche, fenescecche.
Ogni tipo di pasta ha la sua
fisionomia precisa.
Le più celebri, fra tutte,
sono sicuramente le
ORECCHIETTE
A questo proposito, risposte
abbastanza esaurienti ce le
hanno fornite le «esperte»: le
«signore di Bari vecchia» che
qualcuno di noi ha potuto
contattare e intervistare
Siamo andati in giro fra i vicoli della città antica, dove ancora
oggi alcune signore si guadagnano da vivere preparando al
momento, su tavole di legno, con coltelli e altri strumenti le
orecchiette per i turisti in cerca di souvenir (ed anche per la
verità per tanti baresi in cerca di leccornie…) e questi sono i
risultati della nostra indagine.
Cominciamo dal nome, quello originario è “strascnat” e questo nome viene
dal gesto che si compie per realizzarle.
A Bari Vecchia usano il coltello per dar forma alle orecchiette, invece nei
paesi del circondario prima fanno i cavatelli (minuicch) e poi con il pollice,
con un tipico movimento “a girare”, realizzano l’orecchietta, il risultato
comunque è una tipica forma a “conchiglia”.
L’accostamento più tipico e frequente alla pasta è quello con le superbe
verdure locali.
La ricetta più celebre è quella che insaporisce le orecchiette con
cime di rape, acciughe sciolte nell’olio e aglio: un entusiasmante
incontro di gusti e aromi che alcuni di noi hanno imparato ad
apprezzare .
LABORATORIO:
IMPASTARE INSIEME
Sia ascoltando i racconti che vedendo le
signore in azione abbiamo pensato:
«ma non è poi così difficile...che ci vuole...»
PROVARE PER CREDERE
Allora... ci abbiamo provato...
con la guida della sig.ra Maria Di Maggio
mamma del nostro prof. Di Religione
Ripercorriamo, con l’aiuto di qualche immagine, le modalità di preparazione, già
viste a Bari Vecchia, che abbiamo messo in pratica nel Laboratorio di Arte della
nostra scuola con la guida della Signora Maria
Versate sulla spianatoia la semola con un pizzico di sale, fate una conca e unite l’acqua tiepida necessaria per impastare.
Lavorate la pasta per una decina di minuti fino a quando all’interno si saranno formate delle bollicine: si dovrà ottenere una pasta piuttosto soda e liscia e copritela con un panno umido.
Staccate un pezzetto di pasta e arrotolatelo sulla spianatoia infarinata fino a ottenere un cilindretto dello spessore di una matita; tagliatelo a pezzetti lunghi un centimetro.
Con la punta arrotondata di un
coltello ”strascinate” ogni pezzetto
sulla spianatoia in modo che la pasta,
curvandosi, diventi simile a una
conchiglietta.
Appoggiate ogni conchiglietta sulla
punta del dito pollice e rovesciarla
all’indietro aiutandovi, se necessario,
con la lama di un coltello.
Il risultato finale saranno delle
orecchiette che andrete a
sistemare una accanto all’altra
su di un telo o sulla stessa
spianatoia.
Proseguite allo stesso modo
fino ad aver esaurito tutta la
pasta.
Dicono le nonne: é meglio
prepararle la sera prima e lasciarle
asciugare per una notte!
I dolci sono stati poi i protagonisti delle nostre preferenze,
tanto sulla carta, quanto nella realtà.
Possono essere considerate “esperienze” infatti, non solo
quella di impastare ma anche quelle di mangiare insieme
prodotti alla cui preparazione si è collaborato, come abbiamo
fatto in occasione della:
MERENDA DELLA SOLIDARIETÀ
Le due fasi del percorso esperienziale, tanto il laboratorio
«IMPASTARE INSIEME» quanto la preparazione, raccolta e
degustazione di ricette per la MERENDA DELLA
SOLIDARIETÀ, ci hanno dato occasione e spunto per
continuare il nostro percorso in altre direzioni
Dopo aver sperimentato, anche se in maniera giocosa, la
realizzazione della pasta fatta a mano ed essere «entrati»
gradualmente nello spirito del nostro lavoro di ricerca sulla
cultura del cibo, abbiamo approfondito altri aspetti,
collegandoci agli argomenti di studio che contemporaneamente
stavamo effettuando.
Dopo la visione alla LIM di alcuni filmati, abbiamo svolto, in
rete, ricerche di approfondimento sulle origini storiche di
alcune tradizioni alimentari.
• Normanni, spagnoli, francesi e veneziani che dominarono
questa terra, dunque, ben poco influirono sull’arte della
cucina di questa regione che rimase e rimane legata ai
prodotti della terra e del mare.
• Abbiamo svolto in relazione al periodo storico affrontato, il
‘’500, diverse ricerche.
• Riportiamo qui le più significative
PRODOTTI TIPICI DEL ’500
Nel 1500 in Puglia si utilizzavano i vegetali come carciofi,
asparagi, spinaci e piselli. Si ridusse il consumo di carne e
crebbe quello del pane, il quale divenne scuro per la miscela
di più cereali, nonché delle farinate a base di legumi e
castagne. Vennero introdotti l’albicocco, il fico d’India (dal
Medio Oriente), la patata, il mais, il pomodoro e il tabacco
(dall’America).
Uno dei piatti spesso consumati e ancora oggi in uso è la:
FRITTATA (frictata) VERDE
(ricetta)
Ingredienti
6 uova fresche di campagna; 15 cl. di latte fresco; 5 cl. di
acqua; 2 cucchiai di parmigiano fresco grattugiato; 50 gr. di
burro; 100 gr. di foglie di bietola; 50 gr. di borraggine; 50 gr.
di foglie di spinaci; prezzemolo; 3 foglie di salvia; 3-4 foglie di
menta; maggiorana; sale.
Preparazione
In un contenitore piuttosto capiente sbattere le uova e unire il
latte, l’acqua, il parmigiano e il sale. Sciogliere il burro in una
padellina e aggiungere il trito di erbe. Aggiungere un po’ di
sale e cuocere a fiamma moderata per una decina di minuti.
Trascorso questo tempo aggiungere le uova e cuocere come
una normale frittata.
ALESSIA NOZZA 2°H
La cucina moderna affonda le sue radici nel Quattrocento e
nel Cinquecento per le novità che arrivano dal Nuovo Mondo
e che cambiano e arricchiscono le tradizioni popolari.
Nasce in questo periodo il gusto per la presentazione dei
piatti.
Sulle tavole delle tavole delle famiglie più ricche compaiono le
minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le
carni più pregiate sono selvaggina e pollame.
E’ di questo secolo l’abitudine di avvolgere le carni in croste
di pane. Inoltre alla fine del quattrocento compaiono le paste
“all’italiana”. Maccheroni e vermicelli conditi con uvette
oppure con burro e sale, e le prime paste ripiene, antenate dei
tortellini.
Compare anche, ma solo nelle case dei nobili, il cioccolato.
Oltre alla scoperta dell’America, l’altro
fattore che influenzò le abitudini alimentari fu
la Riforma Protestante, che divise
profondamente il mondo dell’Europa
meridionale rispetto a quella settentrionale: la
chiesa romana, seguendo le tradizioni della
civiltà romana, prediligeva pesce, olio e vino,
mentre la tradizione dei popoli barbari
preferiva carne, lardo e birra.
In questo periodo venne introdotta l’abitudine
di lavarsi le mani, l’utilizzo almeno parziale
della forchetta per pescare i bocconi nel piatto
centrale e l’invenzione della pasticceria e della
confetteria (marmellate, paste di frutta,
architetture in zucchero, ecc.)
MARTINA MASTROLONARDO 2°H
CIBO IN PUGLIA NEL 1500
In questo periodo rinascimentale, in Puglia si
fanno largo alcuni prodotti perlopiù derivati
dai centri agricoli come i maccheroni o il
cacio (formaggio) e i legumi (fave, ceci,
fagioli) cotti in abbondante acqua ove si
lasciava a bagno il pane.
Si può notare una vera e propria passione per
le frattaglie e le interiora degli animali da
macello, dei volatili e dei pesci.
Gli agrumi rimasero elemento aromatizzante
basilare, e la sua frutta acquistò una posizione
preminente fra le pietanze servite in apertura
del pasto. Il latte e i suoi derivati, sin ad allora
ben poco usati la fanno quasi da padroni.
AMBITO SCIENTIFICO
• In Puglia, quindi, con il passare del tempo si fa sempre più
strada quel tipo di ALIMENTAZIONE dalle caratteristiche
salutari e genuine che oggi vengono riconosciute in tutto il
mondo e che sono sintetizzate come «dieta mediterranea»
• Questi ed altri aspetti relativi all’Alimentazione sono stati da
noi approfonditi in
ALIMENTAZIONE
» SAPORE + EQUILIBRIO
» PIRAMIDE ALIMENTARE
e
» DIETA MEDITERRANEA
» MODELLO CULTURALE
DIETA MEDITERRANEA: SAPORE+EQUILIBRIO
• In Puglia, dunque, come abbiamo precedentemente detto, tutto
ruota attorno a pane, olio e vino, ovvero grano, olive e uva, così
come in ogni paese mediterraneo.
• L’agricoltura mediterranea, nei suoi millenni di storia, ha dato
i suoi frutti e li ha combinati così bene, da aprire le porte ad
uno stile alimentare che tutto il mondo ci invidia.
• Abbiamo scoperto che addirittura l’Unesco l’ha dichiarata
Patrimonio dell’Umanità , riconoscendole delle proprietà quasi
miracolose per il nostro organismo soprattutto di noi adolescenti,
spesso impegnati in attività motorie e sportive (clicca)
• La dieta mediterranea è diventata dunque un modello da seguire a
diversi livelli.
DIETA MEDITERRANEA: CULTURA IN TAVOLA
• Un modello gastronomico, anzitutto, con i suoi sapori intensi ed equilibrati, che con naturalezza riescono a sposare culto del gusto e abitudini salutari.
• Un modello agricolo che, dall’alto dei suoi 3000 anni di storia, si rivela ancora oggi l’unico valido per continuare a Nutrire il Pianeta producendo Energia per la vita: perché fondato sul rispetto del territorio e sulla biodiversità.
• Infine, un modello culturale, perché il cibo è un insieme di pratiche, usanze, conoscenze che nel corso dei secoli, in questo mare, si sono stratificate e, talvolta, fuse. Per i popoli mediterranei mangiare è un rito, che mette insieme e rielabora i prodotti della natura, facendone spesso simboli culturali e religiosi. A garantirne la sopravvivenza sono una serie di di tradizioni, di antichi mestieri che ruotano attorno alla pesca e all’agricoltura e che, a loro volta, si conservano grazie a questa dieta. A questo rito, questi dedicano più tempo di quanto non facciano gli altri.
Il termine “Dieta” deriva dal greco “diaita” ovvero stile di
vita, inteso come l’insieme delle pratiche, delle conoscenze,
delle abilità, dei saperi e delle tradizioni culturali grazie alle
quali le popolazioni del Mar Mediterraneo hanno creato e
mantenuto vivo una sintesi tra l’ambiente culturale,
l’organizzazione sociale e le tradizioni religiose con il
“mangiare”.
• Continuando nei nostri approfondimenti abbiamo messo a
fuoco meglio alcuni aspetti relativi alle diverse RISORSE
che un’alimentazione sana ed equilibrata può mettere a
disposizione:
Anche in Puglia, come nelle altre regioni italiane la
valorizzazione della filiera turistica e produttiva italiana vede
nella Dieta Mediterranea e nell’Expo 2015 due importanti
strumenti di conoscenza e sviluppo delle risorse
enogastronomiche e turistiche locali, con beneficio sia per le
imprese che per i territori.
In quest’ottica la Dieta Mediterranea è una
rappresentante dell’identità culturale italiana in senso
ampio oltre ad essere alla base delle risorse
agroalimentari italiane
Risorse Economiche
• Dopo aver approfondito dunque , attraverso ricerche a vari
livelli, le risorse nutrizionali e i benefici di una alimentazione
sana basata fondamentalmente sul consumo di prodotti
freschi e di produzione locale, abbiamo rapidamente
cercato di comprendere come lo sviluppo del potenziale
economico del settore agroalimentare in Puglia possa
essere, oggi, una risorsa per i giovani.
• La Puglia punta su giovani agricoltori del Mezzogiorno
• In Puglia l’agricoltura e la produzione di prodotti tipici
locali occupano un posto di una certa rilevanza
nell’economia regionale, con risultati sorprendenti per
quanto riguarda la capacità di conquistare le tavole non solo
degli italiani, bensì anche all’estero: nonostante questa realtà
sia ben evidente e dimostrabile, non sono nemmeno poche
le terre che restano incolte e la voglia di far imprenditoria in
questo settore, non sembra essere molta. Per tentare di
invertire la rotta, quindi, la Regione ha scelto di offrire le
terre incolte ai giovani agricoltori del Mezzogiorno(fino ai
quarant’anni) per favorire un ritorno nei campi.
• I giovani e l’agricoltura: un percorso da seguire
ECONOMIA PUGLIESE
http://www.laterradipuglia.it/
• La Puglia ritiene che puntare sulla produzione di prodotti di
buona qualità, con iniziative di giovani imprenditori capaci di
coniugare le capacità di arrivare sul mercato, possa essere
una strada interessante non solo a livello economico, bensì,
anche per la salvaguardia e la conservazione del territorio,
che in questo modo risulta essere più protetto dalle tendenze
negative come quei fenomeni naturali dannosi
(desertificazione e dissesto a livello idrogeologico in
primis). Secondo questa iniziativa, al termine di ogni anno
verrà realizzato un censimento dei terreni disponibili, per
individuare le aree meglio indicate all’attività agricola.
• La Puglia è chiamata la “cantina d’Italia”, perché fornisce le regioni del Nord di uve, mosti, vini grezzi da taglio.
• Proprio la produzione di grano ha dato come conseguenza un elevata presenza in regione di ditte che lavorano il grano e producono pane e pasta.
• Un esempio illustre è Il pane di Altamura, famoso nel mondo, è forse il prodotto tra quelli che hanno nel grano il primo ingrediente fondamentale, che ha rilanciato l’immagine di un Puglia produttiva e generosa in Italia e all’estero.
LE NOSTRE RISORSE NEL SETTORE AGROALIMENTARE
La terra pugliese, infatti, produce in abbondanza GRANO, UVA E OLIVE e di conseguenza i pilastri dell’alimentazione popolare sono la pasta, l’olio e il vino
Risorse settore agroalimentare
• Sulle tavole pugliesi domina anche la CARNE OVINA. La
regione, come allevamento di pecore, viene nella graduatoria
nazionale al terzo posto dopo la Sardegna e il Lazio.
http://www.fattoriapugliesediffusa.it/PECORA_GENTILE_DI_PUGLIA.html
Ovino gentile di Puglia
“Generis eximii Calabras, Apulasque et Milesias nostri existimabant,
earumque optimas Tarentinas”.
(Lucius Junius Moderatus Columella, De re rustica, Lib. VII, ca. 35-45 d. C.)
Greggi di pecore vuol dire anche tanto latte e quindi tanto
FORMAGGIO. Ottimi la ricotta, il caciocavallo, il provolone
e le scamorze
Le varietà di formaggi in Puglia non sono molte ma tutte di grande qualità:
Cacioricotta scamorze e mozzarelle, su tutte quella di bufala, caciocavallo,
canestrato pugliese, ricotta marzotica, la giuncata e il pecorino che in
Puglia si sposa anche con il pesce, una spruzzata di pecorino non manca
mai nel ripieno di totani, sulle seppie al tegame e nelle cozze gratinate. Il
formaggio dì pecora e di capra è una delle voci più importanti della
gastronomia pugliese.
Molti di questi formaggi entrano come ingredienti in tante Ricette pugliesi.
Il pesce
In una Puglia che ha uno sviluppo costiero di 784 chilometri, il pesce è un alimento frequente sulle mense. E lungo le coste si pescano polipetti, splendide orate e sogliole, dentici e scampi. Non mancano le triglie, le anguille,le murene, le aragoste e i calamari. Taranto è famosa per la coltivazione delle ostriche e delle cozze.
Un ragù chiamato “ciambotto” (che significa miscuglio), tipicamente barese, ed è un intingolo di pesce che ne comprende vari tipi cucinati con olio d’oliva, cipolla, qualche pomodoro fresco, peperoncino; si usa per condire spaghetti o linguine..
Il BIO IN PUGLIA
• La Puglia oltre ad essere una terra ricca di cultura, luoghi fantastici, bontà eno-gastronomiche e spiagge paradisiache è anche la prima regione olivicola bio in Italia con una superficie agricola coltivata per il 31% secondo i metodi della produzione biologica.(Dati Sinab e progetto Biologicopuglia).
• 180.911 ettari di terra per 20mila tonnellate di olio biologico prodotto, per un valore commerciale di 70 milioni di euro.
• Il 50% di tutti gli operatori pugliesi che hanno acquisito nel corso degli anni tutti i metodi di coltivazione biologica, hanno richiesto la Certificazione di Conformità, ovvero, il documento necessario per poter immettere sul mercato biologico prodotti agro-alimentari e mangimi.
• L’adozione dei prodotti biologici nelle mense scolastiche e la diffusione di sistemi di vendita diretta locale, ha generato nuove opportunità di sviluppo del mercato a livello locale andando così ad incrementare l’export dei prodotti agroalimentari pugliesi ed in particolare dei prodotti tipici come pasta di grano duro, olio extravergine di oliva e ortofrutta da consumo fresco.
MASSERIE DIDATTICHE
«Le antiche masserie mostrano un pezzo della nostra storia quando essa si ricongiunge
alle tradizioni dei saperi e dei sapori della nostra terra, alla naturalità dei movimenti,
degli affetti, della convivialità.
La "didattica" nelle masserie responsabilizza la pratica agricola, assegnandole un ruolo
pedagogico che valorizza e consolida la nuova era della multifunzionalità rurale: ad esse il
compito di "fare scuola" a piccoli e grandi attraverso la promozione dei valori legati
all'ambiente, all'alimentazione sana e consapevole, all'agricoltura ed allo spazio rurale.
La Legge Regionale n. 2/2008 regola il riconoscimento, l'accreditamento e le attività del
percorso didattico delle masserie didattiche.
La procedura individuata dalla legge stabilisce criteri e caratteristiche che le aziende
agricole devono possedere per richiedere il riconoscimento e lo svolgimento conseguente delle
attività socio educative».
http://beta.regione.puglia.it/web/agricoltura-e-sviluppo-rurale/masserie-didattiche
Per poter comprendere al meglio la complessità del tema:
LA CULTURA DELL’ALIMENTAZIONE
abbiamo dunque esplorato e praticato i settori a noi più vicini,
nello spazio tanto geografico che esperienziale ma, per poter
completare il nostro percorso di ricerca, siamo andati un po’
oltre i nostri confini.
Abbiamo cercato di individuare, nell’alimentazione di altre
culture e di altri stati, gli elementi «TIPICI» della cultura di
riferimento e quelli interculturali.
Intercultura
» I CONFRONTI tra culture
» LA CONTAMINAZIONE
CULTURALE:
la buona contaminazione,
pietanze da
Conoscere
Gustare
Nell’ottica dunque di rilevare nell’alimentazione gli aspetti
culturali e quelli interculturali siamo stati guidati dalle
insegnanti di INGLESE e SPAGNOLO ad esplorare alcune
«TIPICITÀ».
Le nostre insegnanti ci hanno invitato a scrivere o a ricercare
delle ricette riconducibili alle nostri origini, per alcuni anche
straniere, o al contesto disciplinare di riferimento.
Confronto tra culture
AREA MEDITERRANEA
a) Pugliesi, baresi in particolare, (ricette che vediamo preparare in casa).
b)Marocchine (grazie ad una nostra compagna)
c) Albanesi (grazie ad un nostro compagno)
d)Spagnole (las tapas)
AREA del NORD EUROPA
• Inglesi: British Food
• Il percorso esperienziale e di ricerca interdisciplinare ci ha
consentito non solo di rilevare convergenze e divergenze,
ma anche alcune forme di contaminazione culturale
presenti nella alimentazione di alcuni «PAESI»
CONTAMINAZIONI CULTURALI
• La cucina di Tirana, così come nel complesso
tutta la gastronomia albanese, è stata influenzata
dai paesi vicini, principalmente Grecia e Turchia.
• Sapori e profumi tipici, se da una parte
sono eredità di secoli di dominazione ottomana
e quindi islamica, dall'altra ricevono anche
influenze adriatiche e ioniche, comunque sempre
mediterranee, non poi tanto lontane da
quelle caratteristiche dell'Italia.
• Detto questo, la nazione più vicina all'Albania
rimane la Grecia geograficamente e culturalmente
culturalmente. Le due nazioni hanno in
comune diverse pietanze e prodotti locali, tra
tutti olio d'oliva e miele.
UN ESEMPIO: L’ALBANIA
FRANCO ABAZI
2°H
• I piatti tipici a Tirana sono un crogiolo di sapori, locali ma
anche internazionali: accanto a quelli di carne (abbondano i
piatti a base di agnello, montone, vitello e maiale spesso
cucinati alla griglia), come l'ottimo shishqebap o il fergese (piatto
composto da carne macinata di maiale fritta e servita con il
formaggio feta e aglio), troviamo spess o pietanze italiane,
cinesi o arabe (il lakror, per esempio, una frittella stufata con
fagiolini, pomodori, erbe aromatiche e spezie).
Albania: piatti tipici
La cucina locale è caratterizzata da
PIATTI UNICI, composti quasi
sempre da carne e riso, a volte
accompagnati da piccoli antipasti
(chiamati Meze): per esempio, il
"byrek" o "burek", una sorta di
lasagna cotta al forno, con l'unica
differenza che si tratta non di fogli di
pasta, bensì di sfoglia molto sottile
rigorosamente fatta in casa.
Ogni strato viene poi alternato ad una
grande varietà di ingredienti di vario
genere: verdure come gli spinaci, il
cavolo, la verza; carne trita oppure
formaggi.
“byrek” o “burek”
Altre forme di contaminazione
culturale
Il cibo è un insieme di pratiche, usanze, conoscenze che nel
corso dei secoli, si sono stratificate e, talvolta, fuse.
Per i popoli mediterranei, per esempio, mangiare è un rito, che
mette insieme e rielabora i prodotti della natura, facendone
spesso simboli culturali e religiosi.
Spesso attraverso i secoli e le contaminazioni culturali prodotti
che consideriamo assolutamente autoctoni, in realtà sono
forse riconducibili ad altri luoghi e origini
Come le orecchiette, leitmotiv, del nostro percorso
Pugliesi, ebraiche o francesi?
La paternità delle orecchiette, per noi simbolo della
cucina di Puglia e Basilicata, è contesa da molti.
Ecco le ipotesi controverse sulle origini di una delle
paste più amate dagli italiani.
Qualunque sia la derivazione dell'odierna orecchietta,
oggi questo tipo di pasta è senza dubbio un grande
simbolo della Puglia e dell’Italia,
di una tradizione artigianale che viene esportata in
tutto il mondo!
PER CONCLUDERE
RIEPILOGHIAMO
E
RIFLETTIAMO
USANDO ANCHE
LE NOSTRE PAROLE...
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