15 marketing - regione.abruzzo.it tore di el mundo: «questa, per esempio, è la prima intervista di...

7
15 Giovedì 18 Marzo 2010 È IN EDICOLA CLASS DI MARZO IN REGALO IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ RZO ALO È IN EDICOLA CLASS DI MAR IN REGA Marketing ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Oggi La provocazione della stilista spagnola contro la crisi. Dopo l’edilizia esplorerà il mondo della tavola Il futuro della moda? È gourmet Agatha Ruiz de la Prada: la gente non smetterà di mangiar bene PAGINA A CURA DI FRANCESCA SOTTILARO I l futuro della moda e dei mar- chi è a tavola. «Mi immagino spaghetti firmati Armani o pelati Dolce & Gabbana. Io farò gallette per il benessere, una comer rapida (cibo veloce ndr)». Agatha Ruiz de la Prada, ec- centrica stilista spagnola iscritta alla Camera della moda italiana vede così l’orizzonte dei brand ol- tre le passerelle. «In tempo di cri- si in molti rinunceranno a vestir- si con nuove collezioni, ma mai a mangiare bene», racconta. Abbiamo incontrato la dise- gnadora spagnola che da giovane prendeva l’aperitivo con Andy Warhol, nel suo quartier generale mi- lanese, per la presen- tazione dell’ennesima biografia tributata questa volta al suo stile imprendito- riale. Con 50 licen- ze all’attivo, dalla cancelleria alle porte blindate, la stilista ha portato il suo stile di cuori e fiori giganti in tutto il mon- do, ma ha un piglio reale sul pano- rama che si schiude dopo la cri- si: «Il retail è sempre più caro, la creatività scarseggia. Persino la moda oggi non ha un giusto prezzo, se dav- vero ne esiste uno», dice. «Io, ad esempio, ho scelto di sfilare con le collezioni eccentriche, ma poi le tengo per me, preferisco vendere un righello o un tappeto piuttosto che dare un’etichetta a opere che nessuno saprebbe portare». La sua filosofia è quella di «Agathizzare il mondo»: murales a Buenos Aires e Santiago del Cile, defilée luminosi, fiere: «in media un evento ogni tre gior- ni in giro per il mondo». Come l’inaugurazione del primo giar- dino firmato da lei nel Chiostro di Santa Barbara de Usaquen a Bogotà. È orgogliosissima di essere l’unica stilista al mon- do ad avere licenze per l’edilizia. «I colleghi direbbero design», racconta, «io faccio piastrelle, porte blin- date. Al Salone del mobile esporremo maniglie per le por- te», dice. L’obiettivo è democratizzare il marchio. «Che senso ha fare tante linee, una «pilota» carissi- ma, poi star die- tro alle dive e infi- ne vedere che tutti vanno da H&M?», chiede pensando alle tante griffe in decadenza. «Il si- stema moda l’ho visto inceppato quest’anno. Anche alla fashion week di New York, c’era troppo di tutto». Oltre a cercare sempre il giusto prezzo, De la Prada insiste sullo stile: «Occorre far riconoscere la gente in quello che porta, essere autentici. È come con i media». E lo dice lei che è moglie di Pedro J. Ramirez, direttore e fonda- tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan- do arrivo in ufficio a Madrid ne ho 50 da fare via mail. Questa mancanza di contatto con la real- tà non fa bene». E il discorso vale a maggior ragione per i marchi. «Il cibo dovrebbe essere il tramite per godere appieno di un brand. Mi immagino spaghetti di Arma- ni e pelati altrettanto fashion, con Dolce & Gabbana. Il cibo è una garanzia in più per il consu- matore», ripete, «non si può bara- re come sulla provenienza di un tessuto: o è di qualità oppure no». La stilista ha già firmato un vino e per una rappresentazione al Cafe de la paix a Parigi ha inventato la Cinquecento- foglie a marchio Agatha. Per il futuro: «Cibi sani e rapidi, come i biscotti con cui potremo giocare anche con le forme». © Riproduzione riservata Il food come momento alternati- vo alla moda è realtà soprattutto all’estero dove fioriscono luoghi che sono un mix di design, rostic- ceria e accessori. Fra i tanti, meri- ta una menzione alla catena inglese Daylesford organic che da Londra Notting Hill alle sue tenute di lusso nelle campagne inglesi ha rilanciato i sapori della tavola (spesso italia- na!) nel suo marketing mix, che varia dal bagno all’abbigliamento. In Italia il metodo è stato applica- to con successo da Rinascente a Milano e ora anche a Palermo, dove gli ultimi piani del grande magazzino fondono ristorazione innovativa e mer- cato di prodotti gourmet. «L’idea», spiega Massimo Furlan, direttore Food and beverage di Milano Duomo e Palermo, «è stata quella di trasformare il grande magazzino non solo a luogo elettivo dello shopping, ma anche a teatro della vita quotidiana. Uno spazio dedicato all’en- tertainment del gusto in ognuna delle sue sfumature». E che il cibo sia argo- mento alternativo al fashion lo dimostra Taste, il salone appena conclusosi a Fi- renze organizzato da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda dove oltre 200 marchi dell’eccellenza italiana hanno rubato i riflettori nel tempio della moda e degli accessori. «Anche per il Taste abbiamo fatto ricorso al nostro Dna orga- nizzativo di eventi moda, così vi è stato un momento di degustazione e un altro dedicato all’acquisto», rac- conta Agostino Poletto, vice direttore generale di Pitti Immagine, «una ve- trina a bancone con oltre 3 mila referenze allinea- to ad alcuni fra i migliori nomi della tavola, da Le- oluca Giusti a Gandini foodwear». La differenza con il mondo fashion? «Lo stile eccellente predomina nonostante le realtà siano spesso molto piccole». Un esempio: «Qualche edizio- ne fa un espositore non si è presenta- to solo perché era caduto dal trattore. Insomma, l’autenticità prevale ed è la stessa apprezzata dai clienti gourmet che l’anno hanno comprato prodotti per oltre 100 mila euro». C’è chi poi dal food passa all’abbiglia- mento, si veda la linea appena presen- tata da Ferrarelle, o chi la cucina la usa come momento di aggregazione. Da ultimo, l’Accademia del sapore di Lagostina un circuito dedicato agli appassionati del buon cibo: «Dal punto di vista della comunicazione, il progetto è allineato al piacere di cucinare come risco- perta dei valori del focolare domestico», spiega Roberto Morellini, direttore com- merciale di Lagostina, «quest’anno i corsi avranno luogo in 15 scuole selezionate e avremo come partner Gambero rosso». Food e moda, infine si alternano anche sul grande schermo. Nell’ultima pellico- la di Luca Guadagnino Io sono l’amore, omaggio a una splendida Milano, l’ospite d’onore assieme a un product placement d’eccezione (fra i tanti Jil Sander, Hér- mes, Ferragamo, Artemide) è proprio il gusto gastronomico, che da ritmo a tutta la storia. © Riproduzione riservata Da Rinascente a Pitti Immagine, food è sinonimo di autenticità ti- o i - i- ese ndra lusso ato - e o. a- e a dove azzino pure no». un vino one al ha o- a. e n e Agatha Ruiz de la Prada Lo stand di Leoluca Giusti al Taste di Firenze. A sinistra, formine Silkomart MARCHIO POP Vino e dolcetto Agatha Ruiz. Un modello della collezione 2010 e un giardino «Agathizzato» a Bogotà http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

Upload: others

Post on 26-Aug-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

15Giovedì 18 Marzo 2010

È IN EDICOLA CLASS DI MARZO

IN REGALO

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

RZO

ALO

È IN EDICOLA CLASS DI MAR

IN REGAMarketingESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

Oggi

La provocazione della stilista spagnola contro la crisi. Dopo l’edilizia esplorerà il mondo della tavola

Il futuro della moda? È gourmetAgatha Ruiz de la Prada: la gente non smetterà di mangiar bene

PAGINA A CURA DI FRANCESCA SOTTILARO

Il futuro della moda e dei mar-chi è a tavola. «Mi immagino spaghetti firmati Armani o pelati Dolce & Gabbana. Io

farò gallette per il benessere, una comer rapida (cibo veloce ndr)». Agatha Ruiz de la Prada, ec-centrica stilista spagnola iscritta alla Camera della moda italiana vede così l’orizzonte dei brand ol-tre le passerelle. «In tempo di cri-si in molti rinunceranno a vestir-si con nuove collezioni, ma mai a mangiare bene», racconta.

Abbiamo incontrato la dise-gnadora spagnola che da giovane prendeva l’aperitivo con Andy Warhol, nel suo quartier generale mi-lanese, per la presen-tazione dell’ennesima biografia tributata questa volta al suo stile imprendito-riale. Con 50 licen-ze all’attivo, dalla cancelleria alle porte blindate, la stilista ha portato il suo stile di cuori e fi ori giganti in tutto il mon-do, ma ha un piglio reale sul pano-rama che si schiude dopo la cri-si: «Il retail

è sempre più caro, la creatività scarseggia. Persino la moda oggi non ha un giusto prezzo, se dav-vero ne esiste uno», dice. «Io, ad esempio, ho scelto di sfi lare con le collezioni eccentriche, ma poi le tengo per me, preferisco vendere un righello o un tappeto piuttosto che dare un’etichetta a opere che nessuno saprebbe portare».

La sua filosofia è quella di «Agathizzare il mondo»: murales a Buenos Aires e Santiago del Cile, defi lée luminosi, fi ere: «in media un evento ogni tre gior-ni in giro per il mondo». Come l’inaugurazione del primo giar-dino fi rmato da lei nel Chiostro di Santa Barbara de Usaquen a Bogotà. È orgogliosissima di

essere l’unica stilista al mon-do ad avere licenze per

l’edilizia. «I colleghi direbbero design»,

racconta, «io faccio piastrelle, porte blin-date. Al Salone del mobile esporremo maniglie per le por-te», dice. L’obiettivo

è democratizzare il marchio. «Che senso

ha fare tante linee, una

« p i l o t a » car i ss i -ma, poi star die-tro alle dive e i n f i -

ne vedere che tutti vanno da H&M?», chiede pensando alle tante griffe in decadenza. «Il si-stema moda l’ho visto inceppato quest’anno. Anche alla fashion week di New York, c’era troppo di tutto».

Oltre a cercare sempre il giusto prezzo, De la Prada insiste sullo stile: «Occorre far riconoscere la gente in quello che porta, essere autentici. È come con i media». E lo dice lei che è moglie di Pedro J. Ramirez, direttore e fonda-tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare via mail. Questa mancanza di contatto con la real-tà non fa bene». E il discorso vale a maggior ragione per i marchi. «Il cibo dovrebbe essere il tramite per godere appieno di un brand. Mi immagino spaghetti di Arma-ni e pelati altrettanto fashion, con Dolce & Gabbana. Il cibo è una garanzia in più per il consu-matore», ripete, «non si può bara-re come sulla provenienza di un tessuto: o è di qualità oppure no». La stilista ha già fi rmato un vino e per una rappresentazione al Cafe de la paix a Parigi ha inventato la Cinquecento-foglie a marchio Agatha. Per il futuro: «Cibi sani e rapidi, come i biscotti con cui potremo giocare anche con le forme».

© Riproduzione riservata

Il food come momento alternati-vo alla moda è realtà soprattutto all’estero dove fi oriscono luoghi che sono un mix di design, rostic-ceria e accessori. Fra i tanti, meri-ta una menzione alla catena inglese Daylesford organic che da Londra Notting Hill alle sue tenute di lusso nelle campagne inglesi ha rilanciato i sapori della tavola (spesso italia-na!) nel suo marketing mix, che varia dal bagno all’abbigliamento. In Italia il metodo è stato applica-to con successo da Rinascente a Milano e ora anche a Palermo, dove gli ultimi piani del grande magazzino fondono ristorazione innovativa e mer-cato di prodotti gourmet. «L’idea», spiega Massimo Furlan, direttore Food and beverage di Milano Duomo e Palermo, «è stata quella di trasformare il grande magazzino non solo a luogo elettivo dello shopping, ma anche a teatro della vita quotidiana. Uno spazio dedicato all’en-tertainment del gusto in ognuna delle

sue sfumature». E che il cibo sia argo-mento alternativo al fashion lo dimostra Taste, il salone appena conclusosi a Fi-renze organizzato da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda dove oltre 200 marchi dell’eccellenza italiana hanno rubato i rifl ettori nel tempio della moda

e degli accessori. «Anche per il Taste abbiamo fatto ricorso al nostro Dna orga-nizzativo di eventi moda, così vi è stato un momento di degustazione e un altro dedicato all’acquisto», rac-conta Agostino Poletto, vice direttore generale di Pitti Immagine, «una ve-trina a bancone con oltre 3 mila referenze allinea-to ad alcuni fra i migliori nomi della tavola, da Le-oluca Giusti a Gandini foodwear». La differenza con il mondo fashion? «Lo stile eccellente predomina

nonostante le realtà siano spesso molto piccole». Un esempio: «Qualche edizio-ne fa un espositore non si è presenta-to solo perché era caduto dal trattore. Insomma, l’autenticità prevale ed è la stessa apprezzata dai clienti gourmet che l’anno hanno comprato prodotti per

oltre 100 mila euro».C’è chi poi dal food passa all’abbiglia-

mento, si veda la linea appena presen-tata da Ferrarelle, o chi la cucina la usa come momento di aggregazione. Da ultimo, l’Accademia del sapore di Lagostina un circuito dedicato agli appassionati del buon cibo: «Dal punto di vista della comunicazione, il progetto è allineato al piacere di cucinare come risco-perta dei valori del focolare domestico», spiega Roberto Morellini, direttore com-merciale di Lagostina, «quest’anno i corsi avranno luogo in 15 scuole selezionate e avremo come partner Gambero rosso».

Food e moda, infi ne si alternano anche sul grande schermo. Nell’ultima pellico-la di Luca Guadagnino Io sono l’amore, omaggio a una splendida Milano, l’ospite d’onore assieme a un product placement d’eccezione (fra i tanti Jil Sander, Hér-mes, Ferragamo, Artemide) è proprio il gusto gastronomico, che da ritmo a tutta la storia.

© Riproduzione riservata

Da Rinascente a Pitti Immagine, food è sinonimo di autenticitàti-oi-i-ese ndra lusso ato -eo.a-e adove azzino

pure no».un vinoone al hao-a. e n e

AgathaRuiz de la Prada

Lo stand di Leoluca Giusti al Taste di Firenze. A sinistra, formine Silkomart

MARCHIO POP Vino e dolcetto Agatha Ruiz. Un modello della

collezione 2010 e un giardino

«Agathizzato» a Bogotà

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 2: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

17Giovedì 18 Marzo 2010Giovedì 18 MarzM A R K E T I N G

Novità della società mobile, a pochi giorni dal via per i casinò online in Gazzetta Ufi ciale

Buongiorno, poker cash su cellulareCasalini: partiamo in Italia, 10 mln di ricavi nel primo anno

DI ANDREA SECCHI

Il tanto atteso poker cash sta per arrivare in Italia: a fine mese sarà pubblicato in Gaz-zetta Ufficiale il decreto che

consentirà alle poker room online di fare sul serio dopo i 15 giorni necessari per l’entrata in vigore della norma e la fase di collaudo che durerà al massimo quattro mesi secondo l’Aams. Ma la no-vità di ieri è che in questo mer-cato sta per affacciarsi anche il cellulare, perché Buongiorno, la multinazionale dell’intratteni-mento mobile con natali a Parma, ha deciso di lanciare una propria offerta di casinò mobile, Winga, che dovrebbe consentirle già nei primi 12 mesi di fare ricavi per 10 milioni di euro. Se la passione de-gli italiani (e non solo) ha portato al copioso ingresso di poker room, alla nascita di trasmissioni dedi-cate e di un intero canale tv, c’è da scommettere che anche il cellula-re avrà la sua buona fetta.

Buongiorno festeggia in questo modo i suoi 10 anni dalla nascita, avvenuta nel 2000 a partire da e-mail amatoriali inviate a pa-renti e amici dal fondatore e presidente Mauro Del Rio. Nel frattempo molto è cam-biato (è presente in 24 paesi e fa affari in 57), come spiega in questa intervista il ceo, An-drea Casalini.

Domanda. Pronti a par-tire con il poker sul tele-fonino?

Risposta. Par-tiremo entro la fine del secondo trimestre, stia-mo completando l ’ integrazione tecnica, abbia-mo completato il processo ammi-nistrativo per la licenza. Ci sarà un primo set di giochi tra cui alcuni semplici

di abilità e una parte relativa al poker, un mercato che ha co-nosciuto grande sviluppo negli ultimi tempi.

D. L’uso sul cellulare fa pensare a una mag-giore facili-tà, rispetto per esempio all’attivazio-ne dei conti di gioco on-line. Sarà così?

R. Non si può anco -ra pensare a l l ’u t i l i zzo della ricarica del cellulare direttamente per un conto gioco. Però si-curamente è un ambito in forte evoluzione. È appena entrata in vigore la nuova normativa sulla liberalizzazione del credito tele-fonico che però non lo consente.

Ci sono aspetti im-portanti da con-

siderare come la verifica dell’età, il controllo e la trasparenza del mercato, però in ge-

nerale

crediamo che si possa facilitare l’utilizzo di questi giochi.

D. Che posto avrà il casinò fra musica e altri con-

tenuti?R. In generale ci

aspettiamo una gran-de crescita del tempo

trascorso e delle attività che si

fanno con il cel-

lulare o meglio con i device porta-tili. Ci siamo sempre dichiarati una società di divertimento mobile, allora il gioco sarà una parte importante di questo ma sicuramente non l’unica.

D. Partite con l’Italia, arri-verete in altri mercati?

R. In tutti quelli in cui si ar-riverà a una regolamentazione. Attualmente si è avuta in Italia e Inghilterra.

D. Di fronte ai grandi colos-si che parlano di strategia dei tre schermi (tv, pc, cellulare) voi ribadite il focus sul mobi-le, come mai?

R. I confi ni tra ciascuno dei tre schermi saranno sicuramente sempre meno netti. La multi-canalità dell’intrattenimento, la portabilità dei giochi e dei contenuti tenderà a diventare importante, però sicuramen-te ci vorrà tempo. Avendo dimensioni relativamente piccole rispetto ai giganti che ci sono in questi setto-ri, pensiamo che sia meglio

non disperdere le forze, quindi vo-gliamo mantenere come centrale per noi lo schermo del telefonino. Il che non signifi ca che i nostri servizi non siamo fruibili dal pc o in alcuni casi anche in tv. Di-ciamo che vogliamo arrivare alla convergenza dallo schermo del cellulare.

D. I tablet, vedi l’iPad della Apple, alla fi ne usano i siste-mi operativi dei cellulari...

R. È sicuramente un’opportu-nità per noi. Da una parte svilup-

piamo servizi direttamente per i consumatori, dall’altra colla-boriamo con gli operatori e in

questo caso siamo pronti a una collaborazione

con i produttori di questi disposi-

tivi.D. È il mo-m e n -

to degli appstore

(i siti da cui si scaricano le

applicazioni per i cellulari). Che

piani avete?R. Noi ci siamo in due

modalità. Con il B2C prevediamo di rendere i nostri contenuti di-rettamente disponibili attraverso gli app store, e stiamo già lavo-rando in questo senso. Poi siamo un partner per la realizzazione e gestione di appstore per gli ope-ratori, ma non è nei piani imme-diati averne uno nostro.

D. Come mai, fra i paesi in cui operate, quello iberico porta più ricavi e margina-lità?

R. È un mercato che è stato aperto molto presto a fornitori di soluzioni come noi. Nel nostro caso poi ci sono state le acquisi-zioni dei due operatori più impor-tanti nell’area, il motivo, perciò è la nostra quota di mercato.

D. Come mai nel 2009 i ricavi sono calati, mentre i margini tutto sommato han-

no retto?R. Abbiamo soprattutto lascia-

to cadere una serie di contratti di collaborazione con gruppi media, in particolare televisioni, per alcuni servizi come il voting via sms per alcune trasmissioni. Sono prodotti che fanno volumi elevati ma con una marginalità molto bassa. Dopo aver avuto una reveneu share con l’operatore si divide anche con il gruppo televi-sivo. Dal momento che non si può fare una grande differenziazione, la competizione avviene sul prez-zo e tutto era sotto al soglia della convenienza reale.

D. Siete partiti dieci anni fa in uno scenario decisamente diverso. Oggi grandi gruppi come Apple cercano di con-trollare l’intera filiera, dal dispositivo alla distribuzio-ne delle applicazioni. È più semplice o più diffi cile?

R. Più semplice e più diffi cile. Più semplice perché ci sono più servizi attrattivi per il consuma-tore fi nale. Se confrontiamo quel-lo che si poteva fare all’inizio con i sms da 160 caratteri e quello che si può portare oggi sullo schermo di un cellulare, le opportunità sono molte di più. Chiaramente in tutto questo la concorrenza è divenuta un po’ a tutto campo. In un certo senso oggi competia-mo con Apple stessa. Creatività, qualità di esecuzione e rapidità rimangono fondamentali. A patto di avere questi elementi vedo un mercato che offre opportunità. E d’altro lato siamo un’azienda di 10 anni che era partita con una dimensione di start up piccolissi-ma, l’anno scorso abbiamo fatto 260 milioni di ricavi 40 milioni di ebitda, la dimostrazione che il business è stato costruito.

© Riproduzione riservata

DI IRENE GREGUOLI VENINI

Rivestire superfi ci, dal fondo di una piscina al muro di un edifi cio, ma anche gli interni di una nave da crociera o di un ristorante, con un mosaico in grado di riprodurre qual-siasi immagine è la proposta di Pepe&Con, azienda grafi ca specializzata nella stampa delle resine. «Mosaico digitale, il nostro prodotto, è un’evoluzione dell’arte millenaria del mosaico, cui siamo arrivati unendo le resine e il digitale, rispondendo all’esigenza di eliminare i problemi nella pro-gettazione dei rivestimenti e adeguando questa tecnica alle capacità produttive dell’industria», spiega Salvatore Pepe, direttore commerciale di Pepe&Con che, nata come azienda grafi co-pubblicitaria, con il tempo si è specializzata nella stampa delle resine.

Il metodo elaborato da Pepe&Con consente infatti di tra-sformare qualsiasi immagine, senza limiti di dimensione, nelle tessere di un mosaico che può essere poi applicato per rivestire qualunque superfi cie, all’interno o all’esterno di un edifi cio: il procedimento parte dall’acquisizione dell’imma-gine utilizzando un software, appositamente elaborato, che calcola quanti tasselli di resina occorrono per la copertura richiesta dal cliente. L’immagine viene scomposta in altret-tante tessere, di forme regolari o irregolari, e una speciale

attrezzatura provvede a stamparle; è possibile, inoltre inseri-re nelle tessere oggetti vari, per esempio cristalli Swarovski, oro, minerali o chicchi di caffè.

Dopo la presentazione del prodotto nel 2008 al salone fi eri-stico Host di Barcellona e poi al Salone del Mobile di Milano «stiamo ottenendo buoni risultati e abbiamo ricevuto ordini per 2 milioni di euro», dice Pepe. «Una delle innovazioni rispetto al mosaico tradizionale è che amplia i limiti legati a

questa tecnica: il nostro prodotto è più leggero, pesa circa 1 chilo al metro quadro. Inoltre, rispetto ai mosaici tradizio-nali, il risparmio è notevole, con costi che variano dai 100 ai 150 euro al metro quadro», continua Pepe. «Un mercato su cui puntiamo molto è quello degli ambienti pubblici: per esempio abbiamo collaborato con il gruppo Costa di Franco Costa, che si occupa di arredi di negozi e ristoranti, e abbia-mo realizzato per Cremonini presso l’aeroporto di Fiumicino e Ciampino i corner food».

Il materiale è stato scelto inoltre tra le forniture del Rya-dh Galley Hotel, in costruzione nella capitale araba a opera dell’architetto italiano Maurizio Favetta e per la realizzazione di un bowling a Dubai. L’azienda è anche in trattativa per un progetto con l’olandese Mecano per la realizzazione di un soffi tto di 5 mila metri quadri in una stazione ferroviaria e c’è la possibilità che collabori per il rivestimento del nuovo palazzo del cinema di Venezia.

«Oltre al settore tradizionale, stiamo prendendo in consi-derazione anche la possibilità di collaborazioni nell’ambito delle navi da crociera, siamo infatti in trattativa con alcuni cantieri navali; oppure stiamo valutando una sinergia con Ferragamo nella pelletteria e ci stiamo muovendo anche nel settore dell’arredamento dell’oggettistica e della pubblicità», dice Pepe.

Un Mosaico Digitale per arredare con qualsiasi immagine

Andrea Casalini

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/buongiorno+mobile

attività che sifanno con

il cel-Apm

glioporta-

tà ppiami cb

nitp

mpre cietà dile, allora i

i

oriamo conquesto c

a u

bo

antenon

i

on i produttquesti di

tivi.Dil m

to dapps

(i siti dsi scarica

applicazioni cellulari).

piani avete?R. Noi ci siamo i

d lità C il B2C d

il

co

ai

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 3: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

18 Giovedì 18 Marzo 2010 P U B B L I C I TÀ

Gli scenari del mercato secondo Courtier e Aird, ceo e chairman Emea di Mediaedge:Cia

Sulla pubblicità c’è calma piattaIn Usa e Europa investimenti prudenti. La stampa si reinventi

DI IRENE GREGUOLI VENINI

C’è calma piatta nel mercato pubblici-tario: se la ripre-sa comincia a farsi

sentire, per lo meno in Asia e in America Latina, è negli Usa e nell’Europa occidentale che gli investimenti sono ancora molto prudenti e a breve ter-mine e, soprattutto, ancora all’insegna del contenimento dei costi. A soffrire di più è la carta stampata, destinata a morire se non saprà reinven-tarsi, mentre per la tv il futu-ro potrebbe essere più roseo. A dirlo sono Charles Courtier e Alastair Aird, rispettiva-mente chief executive officer global e chairman Emea di Mediaedge:Cia, agenzia di me-dia investment management, parte del gruppo Wpp.

«La situazione si sta stabi-lizzando, il 2010 è un anno mi-gliore rispetto all’anno scorso, con un andamento piatto. Non credo che avremo una seconda recessione», spiega Courtier. «La ripresa però non è uguale ovunque: l’Europa Occidenta-le, compresa l’Italia, e gli Usa sono aree più difficili, mentre in Asia e in America Latina la ripresa si vede maggior-mente. Ci sono clienti che nel primo quadrimestre hanno ri-

cominciato a investire, ma non hanno fatto contratti a lungo termine: si tende ancora a fare contratti brevi, piuttosto che puntare sulla costruzione della marca nell’arco dell’an-no». Anche perché, come sot-tolinea Aird (che è anche chief operating officer global), «le

notizie che escono settimana per settimana influenzano il sentiment generale del mer-cato. Ogni paese ha un suo modo di reagire, trovando un bilanciamento tra il taglio del debito pubblico e il taglio delle tasse, che ha un impatto sull’approccio del consumato-

re e sulla sua fiducia verso il mercato».

Ed è per questo, aggiunge Courtier, che le opportunità per i centri media e per le agenzie pubblicitarie van-no cercate «nelle economie e nei paesi dove c’è invece una crescita, come la Cina e l’Asia, in modo da lavorare su questi mercati per riu-scire a potenziare le aree di crescita in termini di fattu-rato».

La crisi sta cambiando però anche il modo di approc-ciarsi alle aziende e ai me-dia da parte del mondo della comunicazione. Partendo in-nanzitutto dalla «necessità di accompagnare le imprese nel processo di taglio dei co-sti, visto che oggi la priorità del cliente è lavorare sulla remunerazione e che la leva è fondamentalmente il prez-zo», sostiene Courtier.

Ma è soprattutto il com-munication mix e il ruolo dei media che sta cambian-

do radicalmente. «Gli effetti della crisi si fanno sentire su tutti i singoli mezzi, ma quello che li sta subendo di più è la stampa. Non necessariamente in senso negativo. Tuttavia, i quotidiani devono smettere di pensarsi solo come carta stampata: devono riuscire a

coinvolgere i lettori in modo diverso e se non lo faranno moriranno, come sta acca-dendo nel caso di molti quo-tidiani statunitensi. È quindi molto importante il ruolo di chi gestisce questo mezzo, le concessionarie e gli editori, che dovranno reinventarlo: bisognerà puntare sui tablet, come il kindle e l’iPad».

Per la tv invece i due ma-nager prospettano un futuro più roseo: «Rimarrà un mez-zo forte, anche se pure essa dovrà adattarsi al cambia-mento: continuerà a essere un mezzo di intrattenimento però diventerà più interatti-vo, assomigliando sempre più a internet».

Senza dimenticare, appun-to, il ruolo sempre maggiore che stanno assumendo i media digitali, il cui sviluppo «è sta-to accelerato dal cambiamen-to molto rapido che il mercato ha dovuto compiere», conclude Aird, che sottolinea anche che in questa direzione il gruppo Wpp sta facendo forti investi-menti.

© Riproduzione riservata

DI OTTAVIANO NENTI

Le università europee si ribellano alle classifiche sulla formazione superiore. L’associazione degli atenei del Vecchio Continente, Eua, mette al vaglio i criteri con cui sono valutate le sedi europee nelle «hit parade» internazionali dell’istruzione superiore e passa al contrattacco. Come? Presentando direttamente, «in modo chiaro e trasparente», sostengono da Bruxelles, dati, metodologie e criteri con cui realiz-zare una più corretta radiografia di ogni singola sede accademica. È l’argomento con cui si apre il nuovo numero del giornale elettronico CampusPRO (edito da Class Editori, che partecipa al capitale di questo giornale), consultabile al sito www.campus.it/campuspro e scaricabile in formato pdf. Si tratta di fatto di un vero e proprio con-troranking, che si oppone a quelli stilati da agenzie di valutazione britanniche o d’ol-treoceano, da giornali, istituzioni scienti-fiche o addirittura da alcuni degli stessi atenei, e giudicati spesso eccessivamente semplificatori. Opera della direzione gene-rale istruzione della commissione europea e della sopra citata Eua, European univer-sity association, che rappresenta oltre 850 atenei, il progetto avviato in questi giorni dovrebbe dar vita in futuro a una rasse-gna annuale dei ranking sull’istruzione superiore, l’Annual review, cui daranno il proprio contributo anche le Conferenze nazionali dei rettori. «Da parte delle università c’è un crescen-te desiderio di avere informazioni chiare e trasparenti sui metodi di valutazione uti-lizzati per stilare le graduatorie», spiega

Lesley Wilson, segretaria generale Eua. «Anche perché i loro esiti hanno un peso crescente sulle scelte degli studenti e per-sino sulle politiche accademiche. E, non lo possiamo nascondere, alcune sedi sono ir-ritate dai giudizi loro attribuiti e non se ne spiegano del tutto l’origine». È un’operazione trasparenza, insomma, quella avviata da dirigenti e think thank del mondo accademico europeo. Per con-tribuire a una valutazione più dettagliata delle loro potenzialità ma anche, probabil-mente, per meglio capire come mai i colle-ge degli States surclassano quasi sempre i cugini del Vecchio Continente, promotori di un’istruzione forse meno «practise», ma non di rado depositari di un sapere più ap-profondito. E, si aggiunga, autori di una ricerca scientifica volentieri sottostimata rispetto a quella dei pur grandi Institute d’oltreatlantico. I contenuti dell’iniziativa sono raccontati in dettaglio in una lunga intervista a Ro-bin van Ijperen, alto funzionario della di-rezione generale istruzione e cultura della commissione europea. Nel numero di Cam-pusPRO appena pubblicato continua anche il dibattito sulla riforma dell’istruzione italiana. E fra gli altri focus: le polemiche sulle università telematiche, le start-up tecnologiche, l’Atlante delle professioni, nuovo osservatorio sul placement e sui mutamenti del recruitment, l’adozione di progress test nelle facoltà e la contesta-zione, da parte di un esperto di statistica sociale come Andrea Cammelli, dei repor-tage giornalistici che lanciano allarmi sulla presunta fuga delle matricole.

© Riproduzione riservata

CampusPRO, gli atenei europei lancianola sfi da alle classifi che sull’istruzione Instinct Italy per Merce-

des. È on air in tv, stampa, radio, Internet e affissione, la campagna di comunica-zione Mercedes-Benz (nel-la foto) per promuovere il

nuovo sistema di trazione integrale della Classe E 4MATIC. Lo spot tv «Attra-zione integrale» (un frame, nella foto) è realizzato da Instinct Italy e firmato da Sara Portello e Laura Pecoraro, sotto la direzione creativa di Gianpietro Vi-gorelli. Regia di Federico Brugia (casa di produzio-ne The Family). La piani-ficazione della campagna è curata da Mediaedge:Cia e si concluderà all’inizio di aprile.

McCann lancia i pro-dotti da forno di Quat-tro Salti in Padella. È affidata a McCann Erick-son la nuova campagna di comunicazione per il

lancio della linea dei pro-dotti da forno di Quattro Salti in Padella. Lo spot prevede due soggetti: «Me-lanzane alla parmigiana» e «Lasagne al forno» ed è

disponibi-le nei for-mat da 30” e da 15”. So t t o la direzione c r e a t i v a di Marco Carneva-le hanno l a v o r a t o Giovanni

Chiarelli (responsabile creativo) e Giovanna Doria (art director). Girato dal regista Matteo Alessan-dro Pellegrini e prodotto dalla CdP New Partners film productions srl, la pubblicità sarà on air da domenica prossima.

Corradi Outdoor Living Space con Starcom. È firmata Starcom Bologna la prima pianificazione media nazionale di Cor-radi Outdoor Living Space (coperture solari, vele om-breggianti, arredamento per esterni e complemen-ti) che sarà on air fino all’estate su stampa perio-dica mensile e settimanale e in tv su Rai e La7.

ON AIR

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/mediaedge:cia

Alastair AirdCharles Courtier

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 4: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

19Giovedì 18 Marzo 2010Giovedì 18 Marzo 2010M E D I A

Indagini Nielsen e Pew: i lettori vogliono un web gratuito ma sono pronti a valutare nuovi modelli

News online, gli editori s’ingegnanoNascono offerte ibride con contenuti premium, gratis o su misura

DI MARCO A. CAPISANI

Il popolo di internet non è di-sposto a pagare per le news online. Almeno per ora e alle attuali condizioni di merca-

to. Ecco perché le case editrici di tutto il mondo non solo stanno sperimentando formule di abbo-namenti o micro-pagamenti, ma stanno inventando anche nuovi pacchetti che invoglino il lettore all’acquisto grazie a notizie tratte da più siti o fornite da più editori oppure, ancora, modelli economici che si appoggiano sia sui proventi dai micropagamenti sia su quelli della pubblicità targettizzata.

Secondo la Global survey Niel-sen, condotta a fi ne 2009 in 52 paesi in tutti e 5 i continenti, in-fatti, il 58% di chi s’informa non vuole pagare. Si aggiunge poi un 85% che preferirebbe il web gra-tuito, anche se sarebbe disposto a valutare l’esborso a particolari condizioni. Al di là dell’8% che già paga per aggiornarsi, esiste infatti un più contenuto ma consistente 35% che potrebbe aprire il por-tafoglio solo se per esempio, una volta scaricate, le notizie non fos-sero più coperte da copyright ma liberamente condivisibili. Sui siti con accesso limitato, in particola-re, non ci dovrebbe essere traccia di pubblicità. E se in generale bi-sogna proprio allentare i cordoni della borsa, il 52% degli intervi-stati preferirebbe farlo attraverso micropagamenti. Sempre secondo la Global survey Nielsen, il pub-blico è comunque più predisposto a pagare per sfogliare virtualmen-te riviste di carta (39%) piuttosto che quotidiani (34%). Seguono col 31% le testate d’informazione che vivono solo in rete.

Restringendo il campo geogra-fi co d’indagine ai soli Stati Uni-ti, spesso considerati mercato d’avanguardia anche nell’edito-ria, l’annuale rapporto del Pew Research Center’s Project for Ex-cellence in Journalism sostiene che circa il 71% degli americani che vanno online segue in rete le news del giorno. Di questi il 35% ha un unico sito di riferimento e, nel 65% dei casi, lo consulta alme-no una volta al giorno. Ma anche tra questi consumatori più avidi d’informazione solo il 19% paghe-rebbe, mentre un altro 82% cer-cherebbe fonti alternative. Dati che rimarcano, a giudizio dell’ente non governativo Usa, la diffi coltà di selezionare l’accesso ai siti sen-za far fuggire i lettori.

Ecco allora che gli editori a stel-le e strisce cercano il giusto com-promesso (in Italia, per esempio, il direttore di Repubblica Ezio Mauro ha detto che il gruppo Espresso sta studiando una sua soluzione, vedere ItaliaOggi del 16 febbraio 2010). Rupert Mur-doch, editore tra gli altri del Sun e del Wall street journal, ha an-nunciato di optare per gli abbo-namenti; Arthur Sulzberger, editore del New York Times, sem-bra invece intenzionato a perse-guire la via dei micropagamenti: si paga solo quello che si consuma,

articolo per articolo. Sul «microac-counting» puntano alcuni editori offrendo quote, mensili o annuali, per accedere ai contenuti d’interi

network di testate. Mentre altri ancora hanno dato vita a un mix di contenuti gratuiti e a pagamen-to, sia sulle news del giorno sia

sugli approfondimenti che invia-no ai lettori. A tutti chiedono di compilare un profi lo personale. Da dove arrivano i soldi? Dai con-

tenuti premium, dalle pubblicità targetizzate e dal traffi co genera-to dagli altri servizi.

© Riproduzione riservata

La tua attività si è evoluta.

E il tuo conto corrente?

Pe

r le

ca

ratt

eri

sti

che

, le

pro

mo

zio

ni, i

co

sti

e l

e l

imit

azi

on

i d

el

se

rviz

io B

an

coP

osta

In

Pro

pri

o è

ne

cessa

rio

con

su

lta

re i

Fo

gli

In

form

ati

vi d

ei

se

rviz

i d

isp

on

ibil

i su

l sit

o w

ww

.po

ste

.it

o p

resso

gli

Uff

ici

Po

sta

li.

BancoPosta In Proprio Web è il conto corrente veloce, semplice e conveniente

dedicato a chi preferisce gestire la propria attività direttamente online.

Con soli 5 euro di canone al mese:

• Piattaforma online dedicata alle imprese (BPIOL) gratis

• Postagiro e bonifici online in Italia e UE gratis

• Offerte vantaggiose su posta elettronica certificata

e consegna personalizzata della corrispondenza

• 14.000 Uffici Postali in tutta Italia e

500 PosteBusiness a disposizione

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 5: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

20 Giovedì 18 Marzo 2010 M E D I A

Telecom Italia entrerà entro l’anno nel mercato dell’editoria digitale, dopo aver «avviato un progetto per offrire a tutti gli editori una piattaforma di distribu-zione di contenuti che consenta di avere un e-reader (un terminale digitale dedi-cato alla lettura) standardizzato entro Natale», Ad annunciarlo è stato ieri l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè. «Con questa

piattaforma vogliamo essere partner degli editori per la distribuzione e la gestione del pagamento dei contenuti. Quando tra 18 mesi Kindle arriverà in Italia, avremo una piattaforma di distribuzione di contenuti editoriali effi ciente». Secondo Bernabè «siamo da-vanti a un’opportunità importante che può portare a una svolta. Al momento la situazione è confusa».

Usa, Facebook è il sito più popo-lare. Facebook ha superato Google ed è diventato il sito più popolare negli Stati Uniti. Il sorpasso è stato moni-torato dalla società di ricerca Hitwise e risale alla scorsa settimana quando Facebook, per la prima volta, ha supe-rato Google con il 7,07% dei navigatori contro il 7,03% del motore di ricerca. I dati sono stati diffusi ieri dal Finan-

cial Times. L’anno scorso solo il 2% dei navigatori americani frequentava Facebook, e secondo gli analisti, non si tratta di un sorpasso momentaneo. Gli utenti di Facebook sono passati dai 200 milioni dell’aprile 2009 ai 400 milioni del febbraio 2009.

Aldo Maggioni direttore di Astra. Aldo Maggioni è il nuovo direttore del

mensile di astrologia, parap-sicologia ed esoterismo, edito da Rcs Periodici. Maggioni fi rmerà a partire dal nume-ro di aprile. Il giornalista assume l’incarico dopo la direzione di Andrea Monti, ora alla guida della Gazzetta dello Sport.

Condé Nast, giro di no-mine. Simona Zanette è la nuova responsabile della ne-onata direzione Advertising development, che riunisce le attività di custom solutions, organizzazione eventi e mar-keting della pubblicità. A Za-nette, che riporta a Romano Ruosi, fanno capo le attività affi date a Claudia Suardi, Roberto Lorenzetti, Simona Vercesi e Carla Costa. Zanette manterrà ad interim, fi no al 1° aprile, le responsabilità fi nora ricoperte. Per quanto riguarda l’attività di rights & licensing, Suardi riporta a Domenico Nocco. Anna Matteo assume invece, sem-pre a partire dal prossimo 1° aprile, la direzione centrale responsabile dello sviluppo e del coordinamento delle attività digitali di Condé Nast. Dal 2008 era a capo del marketing strategico delle at-tività digitali di Mondadori, nonché responsabile di don-namoderna.com. Alla Matteo riportano Simone Zucca, responsabile del marketing dei prodotti digital, e Marco Grossi responsabile del pro-duct development.

France Soir, il restyling in edicola. È arrivato ieri nelle edicole francesi la nuova edi-zione del quotidiano France Soir, al prezzo di 50 centesimi (vedere ItaliaOggi del 5 marzo 2010). Con una copertina più colorata e ampia, maggiore spazio alle foto, il giornale di-retto da Gilles de Prevaux ha tra le sue fi rme quella dell’ex numero uno dei mezzobusti tv, Patrick Poivre d’Arvor.

Pirateria, in Italia persi 1,4 miliardi. Le industrie creative europee hanno perso 9,9 miliardi di ricavi e 86.400 posti di lavoro nel 2008 a cau-sa della pirateria, soprattutto quella digitale. La pirateria ha colpito duro anche in Ita-lia, dove le industrie che pro-ducono e distribuiscono fi lm, serie tv, musica registrata e software hanno visto sfumare nel 2008 1,4 miliardi di euro di ricavi e svanire 22.400 posti di lavoro. È quanto de-nunciato, ieri a Bruxelles, dai sindacati europei delle indu-strie creative, incluso Uni Mei (media, intrattenimento ed arti) e Fia (audiovisuali).

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA

Bernabè sfi da Kindle e prepara il lancio dell’e-reader di Telecom Italia

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 6: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

21Giovedì 18 Marzo 2010Giovedì 18 Marzo 2010M E D I A

Parla Guido Veneziani, editore di Vero e Top, che nel 2009 ha fatturato 44 milioni di euro

Diffusioni, serve più trasparenzaC’è il rischio che la tv si prenda tutta la pubblicità. L’edicola è oro

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

L’indagine Audipress sul lettorato dei giornali la trova «assolutamente inutile, un sistema col-

lassato perché gli editori non si mettono d’accordo», e se proprio si cerca una profilazione degli acqui-renti di quotidiani, settimanali o mensili, «molto meglio Eurisko, che offre una idea precisa sul tar-get, essendo un’ente autonomo». Quanto alla Ads, «servirebbero tabelle più trasparenti. Giusto in-dicare le copie vendute in edicola a prezzo pieno, quelle diffuse in abbinata con altre, e relativi prez-zi, e quelle veicolate con prodotti collaterali. Non c’è nulla di male a fare queste cose, ma bisogna esse-re trasparenti e dirlo al mercato. È proprio per questa opacità che molti investitori pubblicitari, ora, mettono i loro budget sulla tv e non sulla stampa». Guido Vene-ziani è un editore piuttosto gio-vane, che viene dal mondo delle concessionarie e che in pochi anni ha messo in piedi una struttura, la Media V (che a fi ne marzo si fonderà con la Guido Veneziani editore), da 44 milioni di euro di

ricavi nel 2009, con 1,1 milioni di euro di ebitda e 200 mila euro di utile. Il gioiellino è il settimanale Vero (320 mila copie) diretto da Riccardo Signoretti, attorno a cui ruotano altri due settimanali (Top a 191 mila copie, Vera a 100 mila) e due mensili, Vero Cucina (126 mila copie) e Vero Salute (122 mila).

Domanda. Le diffusioni dei suoi periodi-ci sono molto inf luenzate dalle vendite in blocco: 89 mila copie per

Vero, 50 mila per Vera, 73 mila per Top, 46 mila per Vero Cucina e 59 mila per Vero sa-lute. Dove vanno a fi nire que-ste copie?

Risposta. Vengono comprate da un circuito che organizza con-certi ed eventi. Sono copie che vendiamo a prezzo basso, e che vengono distribuite a fi ni promo-zionali. Ma funziona, peschiamo lettori che poi ci vengono a cerca-re in edicola.

D. Quindi i vostri dati diffu-sionali non sono gonfi ati?

R. No. Noi siamo trasparenti, e indichiamo in Ads le nostre ven-dite in blocco. Dovrebbe avvenire

la stessa cosa per le vendite in abbinata, o con i collate-

rali. In questo senso, servirebbe un sistema Ads più trasparente.

D. Mentre Audi-press l’ha delusa?

R. Mi pare sia collassato, non

serve più a nien-te, è una mera

ricerca sulla notorietà,

ma non e s i s t e

che i controllati siano i control-lori, che gli editori non siano sod-disfatti dei risultati Audipress e non facciano più uscire l’indagine. I pianifi catori devono usare Ads per la quantità ed Eurisko per comprendere il posizionamento della testata.

D. Cosa hanno sbagliato i grandi editori negli ultimi anni?

R. Dal 2000 in poi si sono la-sciati guidare troppo dalle ricer-che, per fare prodotti che pia-cessero al ristretto mondo della pubblicità, dei centri media, dei giornalisti, ma non ai lettori. Poi si sono dimenticati delle edicole.

D. Cioè?R. I rivenditori sono fonda-

mentali. Lo scorso anno la mia società ha investito 2,5 milioni di euro sulle edicole. Io sono in disaccordo con l’intesa Fieg-Anadis che vincola le quote che gli editori versano agli edicolanti. Io editore, invece, voglio essere li-bero di dare all’edicolante quello che voglio, perché la rivendita è il punto focale di tutto il mercato. E non casualmente i miei prodotti, in edicola, sono molto visibili. La mia strategia è: grandi diffusio-

ni, grandi contenuti, prezzi bassi. Parto da prodotti venduti in edi-cola, e poi la pubblicità arriverà. Il budget di raccolta di Vero per il 2010, tanto per dire, è di 4,5 mi-lioni di euro. Ma in base alla sua quota di mercato, dovrebbe già valere 15 milioni di euro all’anno. Ci arriverà, ne sono sicuro. Quan-to alle diffusioni, Vero raggiunge-rà quota 400 mila copie entro al fi ne del 2010. Nei primi tre mesi dell’anno siamo già a +20% sullo stesso periodo 2009.

D. Il segmento dei familiari sta avendo una seconda gio-vinezza in edicola. Non cre-de, tuttavia, che servano più direttori «di pancia» e meno professionisti che invece qua-si si vergognano di guidare questa o quella testata?

R. È così. Nei familiari, in gene-re, i lettori cercano storie positive, relazioni umane, possibilmente tra i vip. Io mi chiedo: che sen-so ha un familiare che parla dei quadri trafugati da Calisto Tan-zi? O un familiare che dedica otto pagine al terremoto in Abruzzo? È proprio questa la distanza tra prodotto e lettori.

© Riproduzione riservata

DI VALENTINA VALOTA

La leggenda racconta che, per lanciare una sua fragranza in un department store della Fifth Avenue, abbia lasciato cadere di pro-posito una boccetta del profumo. Si tratta

di miss Estée Lauder, geniale fondatrice, nel 1946, del mar-chio cosmetico che porta il suo nome e che oggi è amministrata da un italiano, Fabrizio Freda. È con il suo volto che Gentleman, in uscita doma-ni, venerdì 19 marzo, allegato a MF/Milano Finanza e ItaliaOg-gi, apre in bellezza. Un merca-to, quello della bellezza, che ha risentito come ogni settore della crisi, ma in modo sbilanciato. Così, come racconta Freda, se i profumi hanno subito una con-trazione, il make-up cresce in maniera inarrestabile.

La seconda cover, invece, è dedicata ai fratelli Francesco, Roberto ed Enrico Cerea, che con il loro ristorante Da Vitto-rio hanno appena conquistato le ambite tre stelle Michelin e che introducono, in occasione del Vinitaly di Verona, uno specia-le Taste, con opinioni, novità e informazioni per gli amanti del

vino e della buona tavola. Inoltre, nuova puntata con Gentleman Real Esta-

te (comprar casa a Lugano e a Bali), le auto (Porsche sui ghiacci, la Maybach disegnata da LaChapelle e le nuove verdi), la camicia perfetta della mitica bottega Finollo e gli orologi da intenditori, con le ultime novità da Ginevra e Basilea.

© Riproduzione riservata

Il magazine in edicola domani con ItaliaOggi e MF/Milano Finanza

Su Gentleman i segreti di bellezza e buona tavola

Su Ladies, questo mese comincia a soffi are un tiepido vento primaverile che svela la nuova tendenza della stagione, il natural style. Ecco allora in copertina Anne Hathaway, regina bianca nella versione Tim Burton di Alice nel paese delle meraviglie e icona di semplicità,

freschezza e allegria. Per quanto riguarda le professioniste, il magazine diretto da Giulia Pessani questo mese ha scelto come simbolo Aloisa Moncada di Paternò, che oggi è alla guida della storica azienda di famiglia, Ship&Yacht Broker. A Ladies

confi da come e perché funziona sempre meglio il business dell’affi tto delle barche di lusso per le vacanze. Il top del suo catalogo? Navi d’epoca come il Christina O’, vele e caicchi con cui organizzare vacanze su misura.

Il natural style condiziona anche l’abitare, che sempre più si ispira all’eco-sostenibilità e al principio della tolleranza archi-tettonica. Gli ambasciatori americani della tendenza si chia-mano Michael e Alexander Misczynski, la coppia di designer più up-to-date di Los Angeles, la cui fi losofi a di progettazione è che ogni spazio dev’essere vissuto con la massima libertà.

Infi ne, 15 look per sentirsi leggere, sexy e fresche; la cosmetica naturale, come quella inventata da Isabel-le d’Ornano con i prodotti Sisley; avventure nel cuore dell’Asia a bordo dell’Orient Express e i segreti anti-age senza ricorrere alla chirurgia estetica.

E Ladies racconta il natural style

LA VIGNETTA DEL GIORNO

Di Vincino per il Corriere della Sera

Bene Poligrafi ci e BuongiornoIndice Chiusura Var. % Var. % 30/12/09

FTSE IT ALL SHARE 23.361,43 1,08 -1,23

DJ MEDIA 132,6838 1,39 1,94

Editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz. % 30/12/09 (mln €)

Buongiorno 1,1420 5,55 -1,55 121,5

Cairo Communication 2,8750 0,70 -7,26 225,2

Caltagirone Editore 1,9650 -0,15 12,48 245,6

Class Editori 0,5730 0,53 -14,99 58,8

Espresso 2,1325 -2,18 -5,01 873,5

Il Sole 24 Ore 1,7600 0,57 -8,29 76,3

Mediaset 5,8800 - 2,53 6.945,6

Mondadori 2,9275 -0,26 -5,49 759,5

Monrif 0,4600 -3,16 2,22 69,0

Poligrai ci 0,4900 8,41 8,77 64,7

Rcs Mediagroup 1,2510 0,97 -1,34 916,6

Seat Pagine Gialle 0,1711 -4,47 5,29 329,7

Telecom Italia Media 0,0810 -0,37 -19,32 266,9

Guido Veneziani

rzo, allegato a

vestaHaAli

freschezz

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 7: 15 Marketing - regione.abruzzo.it tore di El Mundo: «Questa, per esempio, è la prima intervista di persona dopo tanto tempo. Quan-do arrivo in uffi cio a Madrid ne ho 50 da fare

22 Giovedì 18 Marzo 2010 UN PROFESSIONISTA AL GIORNO

DI SARA SELIGASSI

Da Perry Mason alle minacce per aver difeso i diritti civili: è la storia di Filomena Gallo, avvocato per pas-sione. «Ho scelto la facoltà di giurisprudenza perché da ragazzina mi piaceva la serie televisiva di Perry

Mason, ma ho subito capito che i tribunali italiani sono tutta un’altra cosa». Così racconta gli esordi del percorso profes-

sionale che l’ha portata a essere oggi titolare dell’omonimo studio legale, specializzato in diritto minorile e di fami-glia, a Salerno, zona di cui era originario il padre e dove è tornata a vivere. «Gli anni del praticantato sono stati fondamentali: il responsabile dello studio era un avvoca-to vecchio stampo, teneva molto alla preparazione, alle procedure e allo studio. Lì mi sono occupata anche di diritto amministrativo e mi è servito». Ma a dare un indirizzo decisivo alla sua carriera è stato però il pallino per la medicina: «Se non avessi fatto l’avvocato avrei fatto il medico».

Tutto cominciò quando una coppia si rivolse a lei per una questione relativa alla prescrizione di farmaci nell’ambito di un trattamento di fecondazione assistita. Nacque così non solo l’associazione «Amica Cicogna», di

cui oggi la Gallo è presidente, ma la passione per i diritti civili, oggi da qualcuno defi niti «sensibili», la bioetica e le biotecnologie in campo umano, che l’ha portata ad essere

consulente giuridico esperto del ministero politiche comuni-tarie, dell’Istituto superiore di sanità, membro del gruppo di lavoro Governance in fertility Europe e docente a contratto, all’università di Teramo, di «legislazione ed etica nelle biotec-nologie in campo umano». Nel frattempo però ci fu l’incontro, decisivo, con Luca Coscioni: «Una persona davvero speciale, mi ha coinvolto nelle sue attività (oggi la Gallo è vicesegre-tario dell’associazione Luca Coscioni, ndr) e ho capito che il mio compito era quello di dar voce alla determinazione di quanti non hanno, anche fi sicamente, la possibilità di affermare i propri diritti. Secondo me la responsabilità normativa non è solo dell’uomo politico, è anche del singolo cittadino che può e deve fare agire, se necessario cambiare il diritto attraverso l’intervento dei tribunali o promuoven-do proposte legislative. Ho messo la mia professionalità al servizio di questo. Magari ci sono cause più redditizie, ma bisogna seguire il cuore».

Mentre parla di sentimenti, sempre ponderata e determina-ta come si addice a un avvocato, emerge però anche la donna

che non rinuncia alla sua femminilità, perché «una signora non deve assumere atteggiamenti maschili, per quanto siano diffi -

cili le circostanze o l’ambiente di lavoro». Un esser donna che si esprime anche in un profumo, Chloè, il suo preferito, nella passione per i tacchi alti e soprattutto per gli orecchini, che illuminano e incorniciano il volto, a patto, ovviamente, di non essere eccessivi.

I suoi preferiti? I punti luce che gli sono stati regalati per i qua-rant’anni. Ma la vera passione di quest’avvocato è l’aria aperta e per mantenersi in forma fa jogging e tanta, tanta bicicletta, quella classica, da passeggio, con l’immancabile cestello davanti: insomma la sua Cinzia Maja rosa. Squilla il cellulare, è un sms, un altro caso di violenza in famiglia: «Il rapporto uomo-donna sta peggiorando», spiega, «sia per violenza fi sica che psicologica, che poi è forse una tortura anche peggiore. In più quando decidi di ribellarti inizi un percorso diffi cilissimo e non hai abbastanza tutele. Devi dimostra-re quanto stai male, quanto hai subito, devi rivivere il dramma». Il sostengo psicologico alle assistite, anche da parte dell’avvocato, è fondamentale. Per questo Filomena Gallo non si separa mai dal BlackBerry, acceso giorno e notte: una tecnologia indispensabile per poter sempre dare una parola di conforto oltre che un aiuto professionale. Ma è un impegno che le costa caro: non mancano infatti pesanti minacce e continue intimidazioni. La sua forza però «è fare le cose in cui credo. E quando sono veramente esausta vado a Punta Licosa, in provincia di Salerno, un posto che ho

scoperto grazie a degli amici e che sembra fuori dal mondo nor-male: quando arrivi il tempo inizia a dilatarsi, tutto avviene con maggior calma». È il suo modo per recuperare le energie necessarie a una professione che ha scelto di interpretare

in modo profondo e con una passione ed una dedizione non comuni. In questo qualcosa di Perry Mason c’è.

© Riproduzione riservata

L’accessorioMi piacciono gli orecchini che illuminano senza essere eccessivi

Il telefonoIl mio BlackBerry è acceso giorno e notte per poter sempre dare una parola di conforto oltre che un aiuto professionale

Il profumoChloè è molto femminile,

così come deve essere un avvocato donna

La fugaAlcuni amici mi hanno fatto scoprire Punta Licosa, luogo dove il tempo si dilata

La vita, la carriera e le passioni di Filomena Gallo, avvocato civilista specializzato in diritti civili

In principio fu Perry MasonÈ la serie tv ad aver ispirato la mia voglia di tutelare gli altriNel tempo libero? Jogging, ma con il cellulare sempre acceso

Il telei lmHo scelto la facoltà di giurisprudenza perché

da ragazzina mi piaceva la serie televisiva Perry

Mason ma ho subito capito che i tribunali italiani

sono un’altra cosa

IChloè è

così un

i

M

nome

Filomena Gallonata a

Basilea (Svizzera)il

15 maggio 1968professione

Avvocato civilista

Fo

to: C

lau

dio

Mol

lo

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr'

- h

ttp://w

ww

.ita

liaoggi.it